Corriere della Sera- BIT 2011

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Viaggi TENDENZE PROTAGONISTI PIACERI «Il mio Vietnam in carrozzella: nulla mi ha fermato» La vita al nastro di partenza www.corriere.it Domenica, 20 febbraio 2011 LA STORIA L’ESPERIENZA DI SCOPRIRE MONDI VICINI E LONTANI di Michele Farina Orizzonti ritrovati «Già mi vedevo con la carrozzina im- pantanata in una risaia di uno sper- duto paesino. E invece...». Comincia così il racconto di Simone Fanti, gior- nalista che raccoglie nel suo blog sto- rie di disabili avventurosi. La sua esperienza è stata in Vietnam, dove ha attraversato fiumi ed è salito in ci- ma ai templi: missione compiuta. Con qualche precauzione. a pagina 25 Anche un giro in groppa a un asino può diventare una bella avventura M ai come oggi il mondo ci viene «scaricato» in casa. Internet e tv, tablets e smartphones. Un terzo dell’umanità naviga in Rete, eppure chi può continua a solcare il mondo (o la nazione, la regione, la provincia) in carne e ossa, in auto o in aereo, per una mostra a Londra o per la sagra di Ripatransone. Bites e valigie. Facebook non ha ammazzato il piacere di partire: perché prima di condividere (foto ed esperienze) bisogna vivere. Al massimo si accorciano i tempi, si avvicina la meta. Ma fermarsi no: dopo il grande stop dovuto alla crisi economica, la gente ha ripreso a muoversi. Ci sono i fortunati come Charles Leiter, un ricco californiano (settore farmaceutico) che ama viaggiare con la famiglia senza problemi di budget (beato lui) e combinazioni lowcost. Piuttosto che cambiare macchina, Leiter cambia destinazione. Con i figli (e i genitori) è stato in Africa, al Polo Sud, alle Galapagos. «A casa viviamo in un quartiere benestante, non voglio che i ragazzi pensino che il mondo sia tutto così». In Kenya i Leiter sono passati da un villaggio dove le bambine non andavano a scuola perché costrette a fare chilometri alla ricerca di acqua. Quando sono tornati in California Rachel, ora 15 anni, ha organizzato una colletta per costruire un pozzo nel villaggio. «Sono esperienze che restano per tutta la vita, le cose che si comprano durano poco, tutto questo messaggiarsi su Internet anche, solo le esperienze restano», ha detto Leiter al New York Times, che l’altro giorno ha dedicato un articolo all’aumento delle famiglie americane che viaggiano. Con questo titolo: «I genitori benestanti considerano i viaggi un investimento fondamentale per la crescita dei figli». Solo i benestanti? E le famiglie medie no? Chiaro, pochi si possono permettere un salto alle Galapagos, specie di questi tempi. Ma è necessario vedere le iguane di Darwin per fare un viaggio indimenticabile? Pensate che la meta più raccomandabile del 2011, stando alla guida «Best in travel» della Lonely Planet, prima del Brasile e di Capo Verde è l’economica e (a noi) vicinissima Albania. Un piccolo mondo da scoprire dall’altra parte dell’Adriatico. La radice della parola esperienza (dal latino experior ) sta in quel centrale «per» che ha molti significati riferiti al moto. Il viaggio, esperienza per eccellenza. D’altra parte «abbastanza vaneggia chi non si muove», scriveva nel Medio Evo Chrétien de Troyes. Viaggiare per non vaneggiare, ritrovarsi. Dove è secondario. Sulla scrivania ho due promemoria per partenze improbabili: un dossier sui luoghi migliori da cui ammirare l’aurora boreale (nei prossimi due anni le condizioni climatiche saranno imperdibili). E il libro «In viaggio con l’asino». Trekking col ciuco in Abruzzo oppure luci e slitta nel Grande Nord? Il budget dice asino. Comunque sia: vivere, prima di condividere. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cartolina dalla Mongolia Bambina di un villaggio vicino al parco nazionale Hustaii (foto Marco Ciglieri, Iperboreus)

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Inserto "VIAGGI" del Corriere della Sera in occasione della BIT di Milano 2011 in cui si parla dei viaggi in Mongolia di Iperboreus.it

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ViaggiTENDENZE PROTAGONISTI PIACERI

«Il mio Vietnamin carrozzella:nulla mi ha fermato»

La vita al nastro di partenza

www.corriere.it

Domenica, 20 febbraio 2011

LA STORIAL’ESPERIENZA DI SCOPRIRE MONDI VICINI E LONTANI

! di Michele Farina

Orizzontiritrovati

«Già mi vedevo con la carrozzina im-pantanata in una risaia di uno sper-duto paesino. E invece...». Cominciacosì il racconto di Simone Fanti, gior-nalista che raccoglie nel suo blog sto-rie di disabili avventurosi. La suaesperienza è stata in Vietnam, doveha attraversato fiumi ed è salito in ci-ma ai templi: missione compiuta.Con qualche precauzione.

a pagina 25

Ancheun giroin groppaa un asinopuòdiventareuna bellaavventura

M ai come oggi il mondo ci viene «scaricato»in casa. Internet e tv, tablets e smartphones.Un terzo dell’umanità naviga in Rete,

eppure chi può continua a solcare il mondo (o lanazione, la regione, la provincia) in carne e ossa, inauto o in aereo, per una mostra a Londra o per lasagra di Ripatransone. Bites e valigie. Facebook nonha ammazzato il piacere di partire: perché prima dicondividere (foto ed esperienze) bisogna vivere. Almassimo si accorciano i tempi, si avvicina la meta.Ma fermarsi no: dopo il grande stop dovuto alla crisieconomica, la gente ha ripreso a muoversi.Ci sono i fortunati come Charles Leiter, un riccocaliforniano (settore farmaceutico) che ama viaggiarecon la famiglia senza problemi di budget (beato lui) ecombinazioni lowcost. Piuttosto che cambiaremacchina, Leiter cambia destinazione. Con i figli (e igenitori) è stato in Africa, al Polo Sud, alle Galapagos.«A casa viviamo in un quartiere benestante, non

voglio che i ragazzi pensino che il mondo sia tuttocosì». In Kenya i Leiter sono passati da un villaggiodove le bambine non andavano a scuola perchécostrette a fare chilometri alla ricerca di acqua.Quando sono tornati in California Rachel, ora 15anni, ha organizzato una colletta per costruire unpozzo nel villaggio. «Sono esperienze che restano pertutta la vita, le cose che si comprano durano poco,tutto questo messaggiarsi su Internet anche, solo leesperienze restano», ha detto Leiter al New YorkTimes, che l’altro giorno ha dedicato un articoloall’aumento delle famiglie americane che viaggiano.Con questo titolo: «I genitori benestanti consideranoi viaggi un investimento fondamentale per la crescitadei figli». Solo i benestanti? E le famiglie medie no?Chiaro, pochi si possono permettere un salto alleGalapagos, specie di questi tempi. Ma è necessariovedere le iguane di Darwin per fare un viaggioindimenticabile? Pensate che la meta più

raccomandabile del 2011, stando alla guida «Best intravel» della Lonely Planet, prima del Brasile e diCapo Verde è l’economica e (a noi) vicinissimaAlbania. Un piccolo mondo da scoprire dall’altraparte dell’Adriatico. La radice della parola esperienza(dal latino experior ) sta in quel centrale «per» che hamolti significati riferiti al moto. Il viaggio, esperienzaper eccellenza. D’altra parte «abbastanza vaneggiachi non si muove», scriveva nel Medio Evo Chrétiende Troyes. Viaggiare per non vaneggiare, ritrovarsi.Dove è secondario. Sulla scrivania ho duepromemoria per partenze improbabili: un dossier suiluoghi migliori da cui ammirare l’aurora boreale (neiprossimi due anni le condizioni climatiche sarannoimperdibili). E il libro «In viaggio con l’asino».Trekking col ciuco in Abruzzo oppure luci e slitta nelGrande Nord? Il budget dice asino. Comunque sia:vivere, prima di condividere.

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Cartolina dallaMongoliaBambina di unvillaggio vicino alparco nazionaleHustaii (fotoMarco Ciglieri,Iperboreus)

rosella
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Cyberturisti, un mondo di cose in comune

Viaggi tagliati su misuraper arginare il «fai da te»

L E C I F R E

LE AGENZIE CHE SOPRAVVIVONO ALLA CRISI

24.000

! di Umberto Torelli

555

63

23

10,6

I viaggiatori italiani che,intervistati da Netcom eContactLab, usano ilweb per costruirsi viaggipersonali. E una volta acasa, scrivono su blogle proprie esperienze

Gli euro spesi nel 2009,in media per persona,durante le vacanzedagli italiani. Registratauna diminuzionedel 4 per cento rispettoall’anno precedente

La percentuale degliitaliani che si dichiara«sfavorevole» allaproposta di una nuovatassa di soggiorno,secondo un sondaggioonline di TripAdvisor

La percentuale diitaliani che sceglie lemete turistiche in basealle ricchezze naturali eculturali. Il 17%, invece,punta su folcloreed enogastronomia

S i consolida il settoredel turismo online.Easyvoyage, il sito

fondato in Francia daJean-Pierre Nadir nel 2008e attivo anche in Italia

(easyviaggio.com), ha ac-quisito Dealchecker, Tra-veljungle e Fsi Travel, tre si-ti europei che operano nel-la comparazione di prezzie offerte di viaggio e forti di

un database composto dapiù di 4 milioni di indirizzi.

Le acquisizioni, per cir-ca 10 milioni di euro di con-trovalore, pongono il grup-po Easyviaggio al vertice

europeo nel comparto deiviaggi online. Obiettivo peril 2011 è un volume d’affaridi 800 milioni di euro (era-no 450 milioni lo scorso an-no prima delle acquisizio-

ni) e di superare il miliardodi euro l’anno prossimo.Easyviaggio ha chiuso il2010 con un utile lordo di5,7 milioni di euro. (s. rig.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I milioni di italiani chehanno passato le ferie(almeno 4 giorni),nelle località turisticheitaliane. Di questi, il 20%si sono goduti ancheuna vacanza all’estero

L e agenzie di viaggio soffronodi crisi d’identità. A contrastar-le sono la globalizzazione dei

mercati e il web, con gli itinerari «faida te». Così per restare a galla biso-gna reinventarsi il lavoro. Qualcunopunta a mete ad hoc e percorsi estre-mi. Altri hanno scoperto il traffico et-nico, gestendo i viaggi degli emigratiche lavorano in Italia. Come Massi-mo Pallaro ex dipendente delle lineeaeree Filippine, che assieme a duecolleghi, ha aperto a Milano Philippi-ne Air System: «Siamo nati come spe-cialisti di traffico etnico, prima limita-to a Manila e poi ampliato versol’area medio ed estremo oriente. Ipassi successivi sono stati la licenzadi agenzia e biglietteria Iata». Così

Massimo si è trasformato da dipen-dente a piccolo imprenditore, conun cambiamento di mentalità e tipo-logia di business. Dopo le difficoltàiniziali arrivano i risultati, nel 2010«l’etnic agency» milanese ha emesso9 mila biglietti aerei.Punta invece alla qualità e ai viaggi

«personali» Azonzo Travel. Spiega ilfondatore Fabio Chisari: «una deci-na di anni fa osservavo la trasforma-zione che avveniva nel turismo. Conl’arrivo dei viaggi da "supermercato"e proposte standard, uguali per tut-ti». Con pochi margini di interventoda parte delle agenzie. E così è inizia-to il declino. Fabio capisce che i viag-giatori in cerca di valore aggiunto sisarebbero presto trovati senza riferi-menti. Nel 2004 fonda Azonzo. Ades-so propone mete «su misura» in tut-te le parti del mondo. Iran, Galapa-gos e Transiberiana, tanto per citar-ne alcuni. Quest’anno poi si è ag-giunta l’Antartide nella ricorrenzadel centenario delle spedizioni al Po-lo Sud di Scott e Amundsen.

I paesaggi mozzafiato e le steppesconfinate della Mongolia hanno in-vece stregato Rosella e Marco Ciglie-ri, due paleontologi torinesi, che do-po i primi viaggi per lavoro, hannoaperto a Ulaan Baatar l’agenzia Iper-boreus. Specializzata in escursionidoc nel paese di Gengis Khan: «I pri-mi anni viaggiavamo sulle miticheUaz russe, con gli anni abbiamo fat-to esperienza e stretto amicizie con ilocali. Grazie a loro abbiamo capitoil diverso valore del tempo, con unavisione del viaggio fuori dai parame-

tri dei tour operator». Adesso Marcoe Rosella accompagnano piccoligruppi verso i silenziosi monasteri diErdene Zuu e sulle colline di Fla-ming Cliffs, per ammirare al tramon-to la «falesia dei dinosauri», famosaper i i ritrovamenti di reperti fossili.A sedurre i comaschi Mara e MarcoPiccinini è stato il Madagascar. Rien-trati nel ’99 da un primo viaggio, han-no aperto il sito madagascar.it, riccodi informazioni e contatti locali: «Èstato un successo; così, le richiesteper aiutare gli amici ci hanno porta-

to a trasformare le nostre conoscen-ze in professione. Nel 2006 siamo di-ventati tour operator con Wadi Desti-nation». Variegati gli itinerari propo-sti: dalla zona nord orientale lungo«la Costa della Vaniglia», a un «fuorirotta» che collega Tulear a FortDauphin. Con 500 chilometri di pi-ste costiere ed escursioni sul mare.Si riposa in piccoli e tranquilli resort,preferiti per lo charme da Mara eMarco ai grandi hotel.

U. Tor.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sul web

All’inizio era il Web, inteso come spazio virtuale

per scegliere itinerari turistici. Parliamo di oltre

dieci anni fa, la preistoria di Internet. Poi è arriva-

ta una prima svolta importante, la possibilità di

prenotare hotel e acquistare online i biglietti ae-

rei. Adesso siamo nel pieno del Web 2.0, quel-lo dei Social Network, le reti sociali collaborati-ve, l’ambiente ideale dove scambiare informa-zioni e dati turistici. Benvenuti nel mondo dei«fratelli di viaggio». Quello, per intenderci, do-ve milioni di cyberturisti sostano per ore pri-ma di mettersi in cammino. E non poteva cheessere Facebook, con i suoi 600 milioni di uten-ti, a proporsi come luogo privilegiato da cui ini-ziare la ricerca di informazioni. Abbiamo in-tenzione di passare un romantico week-end aVenezia o Parigi? Ci interessa saperne di piùsui musei di New York o i percorsi dell’Indiadel Sud? Allora niente di meglio che chiedereaiuto agli amici della Rete, più ne abbiamomaggiori ragguagli raccoglieremo. Con l’avver-tenza di una verifica incrociata dei dati.Un passo in avanti lo propone tripadvisor.it .In Italia conta oltre 1,1 milioni di utenti. Perso-ne che dopo un viaggio scrivono commenti eindicazioni. Utili anche per non prendere ab-bagli. Un esempio tra i tanti? Alla voce hotel aSan Francisco, dal sito ne vengono recensiti181. Supponiamo che abbiate scelto il centra-lissimo Orchad e vogliate saperne di più. Suun «post» di Barbara da Roma leggiamo:«bella la camera, la posizione a ri-dosso di Union Square rendecomodi gli spostamenti, buo-no il rapporto prezzo-presta-zioni. Va fatto un appunto sulbreakfast che supera i 40 dolla-ri». Dunque un’indicazione utileper sapere in anticipo come rispar-miare, facendo colazione in uno dei tanti cof-fee-bar della zona. «Nel sito si trovano info eraccomandazioni a 360 gradi — spiega Vitto-rio Deotto, responsabile di Tripadvisor perl’Italia — con suggerimenti e utili testimonian-ze di chi ci è già stato». Da qualche tempo conl’applicazione «Tripfriends» si passa in mododiretto dalle richieste su Facebook al sito, allar-gando il ventaglio delle conoscenze.Quattro milioni di foto e oltre 450 mila itinera-ri, tutti raccolti sotto forma di blog. Una miria-de di racconti di viaggio in cui trovare ispirazio-ne e commenti. È questo il grande paniere ditravelblog.org , un riferimento concreto per in-fo e notizie. La consultazione è immediata, ba-sta cliccare sul mappamondo e indicare la zo-na di interesse. Una volta individuata, bisognasolo stare attenti a non perdersi nel mare ma-

gnum del web. Un interessante esempio di«fratelli di viaggio» arriva da web.tiscali.it/san-tiagopda il sito realizzato dai milanesi Gabriel-la e Paolo De Ambrosis sul cammino di Santia-go de Compostela. Nelle pagine online, privedi fronzoli, si trova una miniera di consigli sucome affrontare il percorso, attrezzarsi e quan-to spendere. Il diario, un esempio minimalistadi blog, descrive con dovizia di particolari checosa fare nel corso delle varie tappe. Un reso-conto scritto dalla coppia, degno del migliorecronista di un quotidiano. Sono oltre 23 milagli Italiani che si scambiano impressioni diviaggio da vagabondo.net . «La tana dei viaggia-

tori indipendenti», come si legge in home pa-ge, che da dieci anni raccoglie nelle sue pagi-ne Web chi vuole esplorare itinerari fuori rot-ta. Si spazia tra forum, utili mini-guide di tuttoil mondo e viaggi responsabili, da gestire in col-laborazione con guide locali. Interessante labacheca elettronica in cui si cercano compa-gni di viaggio, con i quali condividere esperien-ze e budget.Per chi ama la «slow-trip» niente di meglioche una visita al sito viaggioadagio.it . Nelblog, che si definisca «una guida di viaggio in-dipendente», basta inserire nel motore di ri-cerca il paese di interesse per entrare in deci-

ne di diari. Scritti da chi ha già visitato i luoghie quindi può fornire impressioni e consigli diprima mano. Alla voce India, per esempio,Bruno Visca scrive della valle tibetana delloSpiti: «Camminare su questi sentieri a più di4000 metri di quota infonde nell’animo unsenso di spiritualità anche a chi non ha predi-sposizioni mistiche. Nei villaggi e lungo le mu-lattiere la religione è una presenza costante,lo ricordano le bandiere con le preghiere affi-date al vento innalzate su tutti i colli e le altu-re. Il richiamo al divino è ovunque». Anchequesto è il Web.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tra i viaggiatori si moltiplica online lo scambio di «trucchi», indirizzi, suggerimenti e linkCosì si possono evitare sorprese o disavventure. E spesso si risparmia anche qualche euro

Per contrastareil boom della Retebisogna reinventarsiil lavoro di un tempo

Fuori rottaA sinistra, MarcoCiglieri,paleontologo, allavoro nel desertodel Gobi, inMongolia. (fotoRosella Ciglieri/Iperboreus)Accanto, l’ufficiomilanese diPhilippine AirSystem (fotoD’Alberto/Lapresse)

Affari&InternetEasyvoyage

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Corriere Viaggi - Corriere della Sera - Domenica 20 Febbraio 2011 - 7

rosella
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L’ALTRO HANDICAPIl mio Vietnam, missione possibile

Già mi vedevo con la carrozzina impantanata

in una risaia di uno sperduto paesino del Viet-

nam. Costretto a chiamare in aiuto l’unico trat-

tore della zona: una coppia di buoi usati anco-

ra per arare i campi. Il mio Vietnam, quello af-

frontato da paraplegico, è stato un’espe-rienza esaltante. Ho osato portare lequattro rotelle della mia sedia nel Paesein cui ci sono più due ruote, bici e moto-rini che uomini, e ne sono uscito vinci-tore. Ho raccolto sul mio blog (ht-tp://blog.leiweb.it/disabili-una-vi-ta-a-quattro-ruote/) storie di disabili av-venturosi, persone che in carrozzina han-no girato il Botswana, affrontato il desertodel Gobi in Mongolia o hanno raggiuntola vetta del Sinai. Io invece mi sono soloimmerso, adattando un tour allestito per inormodotati, in una nazione in cui l’ab-battimento delle barriere architettonichenon è tra le priorità.Il primo impatto con Hanoi è stato la ma-rea di motorini che invadono, non sem-pre pacificamente, la città. È una guerra aogni incrocio in cui pedoni e moto gioca-no a evitarsi all’ultimo secondo. Poi si sco-pre che i ciclomotori fungono da autobus(in media portano trepasseggeri con incastri ti-po tetris) e da camion (sucui trasportare bestie,bombole del gas o vasi).Un giro in risciò, attac-cando la carrozzina altraino, riconcilia con unacittà che ha molto da of-frire. A partire dai templicolorati e affollati: in queigiorni si festeggiava ilTet, il capodanno cinese,e gli incensieri bruciava-no incessantemente lebuste rosse contenentipreghiere e qualche soldo finto (in segnodi prosperità).Cosa non perdere ad Hanoi? Un concen-trato di architettura vietnamita come iltempio della letteratura e quello accessibi-le di Ngoc Son. Mission impossible , inve-ce, il terzo giorno di viaggio: come far sali-re me e la carrozzina al terzo piano di unagiunca, affrontando le scale ripide dellabarca. Non avevo nessuna intenzione di ri-nunciare alla navigazione tra le oltre due-mila falesie della splendida baia di HaLong che, secondo una leggenda, furonogenerate dalla coda dimenata lungo la co-sta da un dragone che si era tuffato nel gol-

fo del Tonchino. Avrei pensato dopo a co-me muovermi nella cabina mignon dellanave. Una ventina di braccia mi hannoportato sulla tolda dove sono rimasto«bloccato» per i due giorni della navigazio-ne, una prigione dorata da cui mi sono gu-stato uno dei più bei panorami marittimi.Gli altri passeggeri scendevano nelle calet-te o visitavano le grotte create dalla ma-rea, io le osservavo dalla barca con uncocktail in mano. E poi di nuovo a terraper raggiungere l’aeroporto, ma non pri-ma di essere stati ospiti di una famigliavietnamita per assaporare la gustosa cuci-na locale. Sul tavolo hanno sfilato insie-

me: riso, involtini primavera (più piccolidi quelli cinesi), pesce di fiume, di risaia edi mare, pollo e anatra, maiale da condirecon l’immancabile nuoc mam , la salsa dipesce fermentato. E naturalmente il distil-lato, alcolico, di riso e il té.Un volo aereo di circa due ore mi ha per-messo di raggiungere il centro del Paese,il cui cuore è l’antica capitale Hue. È inquesta città proibita che si svolgeva la vitadi corte. È qui che alloggiavano il principeereditario, l’imperatore, la regina madreche regnarono di volta in volta sul Viet-nam. Una storia che ricorda un po’ il no-stro medioevo fatto di vassalli, re e regine

non sempre morti di morte naturale. Pur-troppo a causa delle invasioni, non da ulti-me le battaglie con francesi e americani, èrimasto solo qualche edificio.Un po’ più avventuroso, almeno per un di-sabile, è farsi caricare sull’instabileThúng chai , una barca di bamboo, che aTac Coc conduce lungo il fiume a vederele caverne, di cui una misura 127 metri,scavate nei secoli. I nocchieri sono donnetalmente abituate a pagaiare, che per ri-lassare le braccia usano le piante dei pie-di. Non è un caso che gli abitanti siano an-che definiti zingari dell’acqua per la vitatrascorsa sempre sui fiumi. A poca distan-za si raggiunge il sentiero di Ho ChiMinh, tracciato che permise ai vietcongdi vincere la guerra: una rete di 19 milakm di piste che conducono a sud, ultimameta del mio viaggio. Ecco Saigon, oggiHo Chi Minh City, una metropoli che ge-nera il 40% dei profitti del Paese. È forsela città che più si avvicina ai canoni stilisti-ci occidentali — è stata colonia francese— e il suo calore e la sua gente vi conqui-steranno. Sempre che questo popolo cosìmite e timido non vi abbia già catturato ilcuore lungo il viaggio .

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Il turismo accessibile decolla sulle rotte di Internet! di Claudio Arrigoni

LA RETE OFFRE NUOVE OCCASIONI

Le «vacanze»della nostramisericordia

Simone Fanti,35 anni, giornalistadi «Ok - La saluteprima di tutto»e del blog «Una vitasu quattro ruote»(http://blog.leiweb.it/disabili-una-vita-a-quattro-ruote/), ha scrittoper numeroseriviste o giornaliitaliani (Il Mondo,Max, Panorama,Corriere Economia,Oggi, RollingStone). Dal 2001è costretto su unacarrozzella a causadi un incidentemotociclistico:è stato investitoda un pirata dellastrada che non siè fermato a prestaresoccorso.

I l turismo accessibile è soprattut-to una frontiera del futuro. Da cir-ca dieci anni si è sviluppato an-

che in Italia, ma occorre guardareavanti per capire quanto, anche dalpunto di vista economico, possa esse-re importante. Le persone condisabilità sono oltre 700 milioni («Laterza nazione del mondo», come reci-ta il titolo di un bellissimo libro diuno storico della disabilità come Mat-teo Schianchi), il dieci per cento dellapopolazione nei Paesi occidentali. Aquesti vanno aggiunti anziani e perso-ne con bisogni speciali. Un mercatoenorme. «Anche se in questo momen-to è un mercato che patisce: la crisieconomica ha colpito le categorie de-boli, come le persone con disabilità, eil vero nucleo sono persone con mobi-

lità medio o gravi», spiega MassimoMicotti, metà vita in Italia e metà inVietnam, uno dei pionieri in Italia delturismo accessibile con il suo sitowww.mondopossibile.com , creato nel’95, uno dei punti di riferimento, enon solo per l’Italia: «L’idea mi è ve-nuta poco prima della nascita di Inter-net, ma con Internet si è sviluppata: il

virtuale è la vetrina del mondo». LaRete è stata fondamentale, ha permes-so un enorme sviluppo.Un’istituzione in questo campo è Ro-berto Vitali, 50 anni, paraplegico daquando ne aveva 15, che ha iniziato aoccuparsi di turismo e disabilità nel’92. Oggi è presidente di Village forAll, network di campeggi per tutti(www.villageforall.net ). E grazie alsuo ingegno sono nate riflessioni eproposte: «La svolta importante è pas-sare dalla disabilità ai bisogni, dagliobblighi alle opportunità». Con luinel 2000 nasce «Sipuò», associazionedi professionisti, operatori ed esperti,con studi per politiche nuove. Suwww.laboratoriosipuo.net vi sonoidee, riflessioni ed esperienze utiliper approfondire: dal decalogo di al-

bergatori e ristoratori, a quello per lespiagge, a come dare un’informazio-ne corretta.Una nuova prospettiva la danno lestesse persone con disabilità. Sono lo-ro ora a dire come si sono trovati edove è meglio andare. «Dovevo orga-nizzare il viaggio di nozze, non era fa-cile trovare posti davvero accessibilinel paese dove abitavo. Così, cercan-do su Internet, mi sono imbattuto inun Forum dove un utente racconta-va di un suo viaggio a Barcellona. Emi è venuta l’idea di mettere insiemecoloro che testano davvero l’accessi-bilità di hotel e luoghi: nessuno me-glio di chi ne usufruisce può recensi-re un servizio». Maximiliano Ulivieri,39 anni, affetto da distrofia, toscanoora a Bologna, ha creato così www.di-

versamenteagibile.it , dove tutto è pro-vato e certificato .All’interno di Gitando, il Salone dellevacanze, campeggio e tempo liberoche si tiene a Vicenza dal 24 al 27 mar-zo, si trova Gitando.all, primo salonededicato al turismo accessibile e allosport per tutti, con la collaborazionedi «Village for all», il più importantein Italia.Molto attivi e utili tanti siti di informa-zione sulla disabilità, come www.disa-bili.com , che ha una sezione dedicataesclusivamente a questo argomento,e iniziative, davvero ottime, nate gra-zie alla collaborazione fra istituzionie organizzazioni sulla disabilità, co-me www.turismabile.it in Piemonte ewww.turismoaccessibile.it a Napoli.

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! di Simone Fanti! di Enzo d’Errico

1 Osa, ma non rischiare.Nulla è impossibile, ma l’or-ganizzazione sia perfettaper non mettere in pericoloil viaggio2 Porta sempre con te tutti

i medicinali che ti servono.E in aereo non lasciare ciòche ti serve nel bagagliodella stiva. Potrebbe anda-re perso3 Affidati a tour operator

specializzati nella zona chehai prescelto4 Specifica bene le tue esi-genze: patologie, misuredella carrozzina, capacitàmotorie residue

5 Non si può arrivare ovun-que... goditi i piccoli suc-cessi che hai conquistato elascia le imprese mirabolan-ti agli altri6 Una buona mancia fa

spesso di superare moltebarriere architettoniche7 Sii rispettoso e gli altriti rispetteranno.8 Mangia cibo cotto e bevisolo da bottiglie sigillate

Disabilità

Un giornalista paraplegico racconta il suo viaggio nell’Estremo OrienteMa anche di chi s’è avventurato in carrozzina nel deserto del Gobi o sul Sinai

S arà sgradevole ma è giustodirlo: anche nella disabilitàesistono serie A e serie B.

Sia chiaro: la responsabilità è di tutti,tranne di chi ha già la sventura didover sopportare un handicap. Peròè un dato di fatto che ai progressiottenuti nel rispetto dei diritti diquanti soffrono un deficit motorio,non corrisponda analogo risultatoper ciò che riguarda le malattiedi carattere cognitivo. La vacanza,il divertimento e uno sprazzo di(possibile) felicità non sono piùchimere per un cittadino costrettoa vivere su una carrozzina: esistonoluoghi, servizi, organizzazioni chepermettono di realizzare un minimodi uguaglianza almeno nelleopportunità di svago. E ciò lo sideve esclusivamente alla tenaciadei disabili, delle loro famigliee delle associazioni di volontariatoche in questi anni hanno lottatocontro l’indifferenza delle istituzionie del mercato. Lo stesso esito,purtroppo, non è stato ottenutoper le altre patologie invalidanti.Parliamo di bambini e adulti affettida ritardo mentale, autismo,sindrome di down e via di seguito.Anche qui non mancano gli sforzi,affidati però esclusivamente allabuona volontà dei singoli. In questicasi il sostegno che le famiglie e glioperatori devono offrire è ben piùgravoso e risucchia buona partedelle energie fisiche e psicologiche,lasciandoti spesso senza le forzenecessarie per affrontare ulterioribattaglie. Ma c’è dell’altro.Ed è qualcosa di più profondo,che affonda le radici nel tessutoconnettivo della società. Si chiama«paura del diverso» e ha moltepliciconiugazioni. Mentre riusciamo ametabolizzare l’immagine di unapersona che ha il nostro stessovolto, la nostra stessa voce, i nostristessi comportamenti, ma casomainon eguale uso delle gambe,respingiamo con orrore (mitigatoappena dal perbenismo e dallesovrastrutture culturali) il riflessodeforme della nostra essenza:il pensiero. Quel riflesso che rendeindecifrabili il volto, la voce e icomportamenti, ad esempio, deibambini autistici. Sono «stranieri»che non vogliamo accogliere. Che cispaventano. Che, al pari degli altri,vanno rinchiusi. In casa o dentro unrecinto qualunque. Per occultare lanostra «vacanza» di misericordia.

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L’AUTORE

La crisi ha colpitole categorie debolima grazie ai sitisi cerca di reagire

La sfida In Vietnam, Simone Fanti non ha rinunciato ad affrontare anche i terreni più insidiosi (foto di Irene Lucania)

Sulla neve Un turismo a portata di tutti

Gli 8 «trucchi»per viaggiare

al meglio

Corriere Viaggi - Corriere della Sera - Domenica 20 Febbraio 2011 - 25