COPIA OMAGGIO Il mio nome è AMSA e pulisco la...

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 tel. 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Redazione: Vanda Aleni, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Valentina Bertoli, Sergio Biagini, Leonardo Capano, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Giulia Costa, Antonella Damiani, Antonio Ferrari, Giovanni Minici, Laura Misani, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Tiratura 16.500 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 anno XX, numero 173, febbraio 2016 ® ® ATHOS Nelle pagine interne: Coltelleria Avalli dal 1935 pag. 9 Porta Romana: tra divertimento e mobilità/5 pag. 12 Frisia, storica e illustre pag. 5 Eventi e spettacoli pag. 14-16 L'Albero di Nicolas pag. 7 uesto mese parliamo di uno dei servizi essen- ziali per la vita della nostra zona e di tutta la città: la raccolta e la pulizia delle strade, ovvero del lavoro della storica società AMSA. Si tratta di un lavoro comples- so che solo nel quadrante sud- est della città (grosso modo le zone 4 e 5 e uno spicchio del centro) vede lo sforzo di oltre 500 operatori, di cui il 10% donne, che trovano il loro pun- to di appoggio nel dipartimen- to di via Zama, dove ci siamo trovati per intervistare Silvia Intra, responsabile del custo- mer center, Italo Resenterra, responsabile dei rapporti con i media, e Jurgen Samounigg, addetto alla gestione dei dati operativi. Un lungo incontro che ci ha permesso di esami- nare tutti gli aspetti del lavoro di pulizia di AMSA, che vo- gliamo condividere con i no- stri lettori. Vediamo quindi, punto per punto, come funziona la rac- colta dei rifiuti e la pulizia del- le strade: per primi vengono i cosiddetti “cestoni” e i cestini; i primi sono quei contenitori alti circa un metro e dalla for- ma quadrata o rotonda che po- tete trovare lungo i marciapie- di, i secondi, di molto ridotti in numero, sono quelli piccoli e cilindrici spesso attaccati ad altri pali. Lo svuotamento di questi contenitori avviene al- meno una volta al giorno, due nelle aree a maggiore frequen- tazione. Va precisato che que- sti cestoni servono per i piccoli rifiuti che generiamo durante il nostro vagare per la città; purtroppo però molti ritengono di poterli usare anche per i ri- fiuti domestici, riempiendoli più velocemente del previsto e circondandoli di altri rifiuti - anche ingombranti - compro- mettendone la corretta gestio- ne. Gli operatori AMSA ritira- no comunque tutto, ma ciò non toglie che questa brutta abitudine vada al più presto superata. Difficile capirne le origini, a volte si tratta di sem- plice pigrizia, in altri casi, ci viene raccontato, si tratta di studenti provenienti da zone del Paese dove ancora non si effettua la raccolta differenzia- ta e si usano ancora i cassonet- ti per strada, ormai dismessi a Milano, in alcuni casi addirit- tura c’è chi arriva la mattina a Milano dall’hinterland per la- voro e si porta dietro il suo sacchetto da svuotare. I rifiuti raccolti nei cestoni non ven- gono trattati, pertanto riman- gono “indifferenziati”; consi- glio: se potete, aspettate di ar- rivare a casa per buttare i vo- stri rifiuti riciclabili. Un secondo capitolo è quello della pulizia stradale suddivisa in due tipologie: globale, fine e speciale. La prima prevede la pulizia sia del manto stra- dale, sia del marciapiede e non prevede lo spostamento delle vetture parcheggiate grazie all’uso di un apposito getto d’acqua. A questa tipologia si aggiunge anche quella che pre- vede ancora lo spostamento delle auto, inevitabile dove c’è presenza di filari alberati, dato che il getto d’acqua finirebbe con il sollevare la terra e spor- care le vetture. In questo se- condo caso si parla di pulizia del bordo strada, e il marcia- piede viene spazzato a mano. Poi c’è la pulizia fine e preve- de il trattamento dei soli mar- ciapiedi attraverso l’uso sia di un soffione elettrico o delle scope a mano, con un’équipe di operatori seguiti da una vet- tura aspiratrice lungo la strada. Per i filari alberati è prevista invece la pulizia speciale, pia- nificata mensilmente e prece- Il mio nome è AMSA e pulisco la città U na buona notizia per la nostra zona: il Parco Forlanini vedrà raddoppiati i propri spazi verdi e il parco diventerà piena- mente fruibile attraverso percorsi ciclopedonali fra cascine e aree verdi che collegheranno il cen- tro città con l’Idroscalo. Abbandonato il faraonico concorso internazionale di 15 anni fa, che non è mai stato realizzato per mancanza di risorse, passo dopo passo viene creato il Grande Parco Forlanini, un progetto nato dal confronto e dalla collaborazione tra Comune, associazioni (Asso- ciazione Grande Parco Forlanini), università (Po- litecnico di Milano), agricoltori e cittadini. Con i primi lavori, già iniziati, verranno creati dei sentieri ciclopedonali per rendere fruibili i campi agricoli racchiusi tra via Tucidide/Corelli e viale Forlanini e via Cavriana e il fiume Lambro, per- mettendo di riscoprire il grande patrimonio agri- colo e gastronomico della zona rappresentato dalle cascine Cavriana e Sant’Ambrogio. Il progetto “Grande Parco Forlanini” prevede an- che l’attuazione di opere strutturali importanti co- me la realizzazione della passerella ciclopedonale sul Lambro che consentirà di collegare la parte finale di viale Argonne con l’Idroscalo attraver- sando gli spazi dell’attuale parco Forlanini. Questo intervento in grado di riconnettere e riqualificare il patrimonio verde già presente in città fa parte delle opere di compensazione previste per la co- struzione della nuova M4. segue a pag. 3 Q Una pessima abitudine Come far nascere il grande Parco Forlanini

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Sede legale: viale Umbria 58, 20135 Milano Redazione: via Tito Livio 33 tel. 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet2.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento Galeati Via Selice, 187/189 - IMOLA (BO). Direttore responsabile: Stefania Aleni.Redazione: Vanda Aleni, Fiorenza Auriemma, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Valentina Bertoli, Sergio Biagini, Leonardo Capano, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Rita Cigolini, Giulia Costa, Antonella Damiani,Antonio Ferrari, Giovanni Minici, Laura Misani, Gianni Pola, William Porzio, Francesco Pustorino, Alberto Raimondi, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Tiratura 16.500 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4

anno XX, numero 173, febbraio 2016

® ®

ATHOS

Nellepagineinterne:

Coltelleria Avallidal 1935

pag. 9

Porta Romana: tradivertimento emobilità/5

pag. 12

Frisia, storica e illustre

pag. 5

Eventi e spettacoli

pag. 14-16

L'Albero di Nicolas

pag. 7

uesto mese parliamo diuno dei servizi essen-ziali per la vita della

nostra zona e di tutta la città:la raccolta e la pulizia dellestrade, ovvero del lavoro dellastorica società AMSA. Si tratta di un lavoro comples-so che solo nel quadrante sud-est della città (grosso modo lezone 4 e 5 e uno spicchio delcentro) vede lo sforzo di oltre500 operatori, di cui il 10%donne, che trovano il loro pun-to di appoggio nel dipartimen-to di via Zama, dove ci siamotrovati per intervistare Silvia

Intra, responsabile del custo-mer center, Italo Resenterra,responsabile dei rapporti coni media, e Jurgen Samounigg,addetto alla gestione dei datioperativi. Un lungo incontroche ci ha permesso di esami-nare tutti gli aspetti del lavorodi pulizia di AMSA, che vo-gliamo condividere con i no-stri lettori.Vediamo quindi, punto perpunto, come funziona la rac-colta dei rifiuti e la pulizia del-le strade: per primi vengono icosiddetti “cestoni” e i cestini;i primi sono quei contenitorialti circa un metro e dalla for-ma quadrata o rotonda che po-tete trovare lungo i marciapie-

di, i secondi, di molto ridottiin numero, sono quelli piccolie cilindrici spesso attaccati adaltri pali. Lo svuotamento diquesti contenitori avviene al-meno una volta al giorno, duenelle aree a maggiore frequen-tazione. Va precisato che que-sti cestoni servono per i piccolirifiuti che generiamo duranteil nostro vagare per la città;purtroppo però molti ritengonodi poterli usare anche per i ri-fiuti domestici, riempiendolipiù velocemente del previstoe circondandoli di altri rifiuti- anche ingombranti - compro-

mettendone la corretta gestio-ne. Gli operatori AMSA ritira-no comunque tutto, ma ciònon toglie che questa bruttaabitudine vada al più prestosuperata. Difficile capirne leorigini, a volte si tratta di sem-plice pigrizia, in altri casi, civiene raccontato, si tratta distudenti provenienti da zonedel Paese dove ancora non sieffettua la raccolta differenzia-ta e si usano ancora i cassonet-ti per strada, ormai dismessi aMilano, in alcuni casi addirit-tura c’è chi arriva la mattina aMilano dall’hinterland per la-voro e si porta dietro il suosacchetto da svuotare. I rifiutiraccolti nei cestoni non ven-

gono trattati, pertanto riman-gono “indifferenziati”; consi-glio: se potete, aspettate di ar-rivare a casa per buttare i vo-stri rifiuti riciclabili.Un secondo capitolo è quellodella pulizia stradale suddivisain due tipologie: globale, finee speciale. La prima prevedela pulizia sia del manto stra-dale, sia del marciapiede e nonprevede lo spostamento dellevetture parcheggiate grazieall’uso di un apposito gettod’acqua. A questa tipologia siaggiunge anche quella che pre-vede ancora lo spostamento

delle auto, inevitabile dove c’èpresenza di filari alberati, datoche il getto d’acqua finirebbecon il sollevare la terra e spor-care le vetture. In questo se-condo caso si parla di puliziadel bordo strada, e il marcia-piede viene spazzato a mano.Poi c’è la pulizia fine e preve-de il trattamento dei soli mar-ciapiedi attraverso l’uso sia diun soffione elettrico o dellescope a mano, con un’équipedi operatori seguiti da una vet-tura aspiratrice lungo la strada.Per i filari alberati è previstainvece la pulizia speciale, pia-nificata mensilmente e prece-

Il mio nome è AMSA e pulisco la città

Una buona notizia per la nostra zona: ilParco Forlanini vedrà raddoppiati i proprispazi verdi e il parco diventerà piena-

mente fruibile attraverso percorsi ciclopedonalifra cascine e aree verdi che collegheranno il cen-tro città con l’Idroscalo. Abbandonato il faraonicoconcorso internazionale di 15 anni fa, che non èmai stato realizzato per mancanza di risorse,passo dopo passo viene creato il Grande ParcoForlanini, un progetto nato dal confronto e dallacollaborazione tra Comune, associazioni (Asso-ciazione Grande Parco Forlanini), università (Po-litecnico di Milano), agricoltori e cittadini.Con i primi lavori, già iniziati, verranno creati deisentieri ciclopedonali per rendere fruibili i campiagricoli racchiusi tra via Tucidide/Corelli e vialeForlanini e via Cavriana e il fiume Lambro, per-mettendo di riscoprire il grande patrimonio agri-colo e gastronomico della zona rappresentato dallecascine Cavriana e Sant’Ambrogio.Il progetto “Grande Parco Forlanini” prevede an-che l’attuazione di opere strutturali importanti co-me la realizzazione della passerella ciclopedonalesul Lambro che consentirà di collegare la partefinale di viale Argonne con l’Idroscalo attraver-sando gli spazi dell’attuale parco Forlanini. Questointervento in grado di riconnettere e riqualificareil patrimonio verde già presente in città fa partedelle opere di compensazione previste per la co-struzione della nuova M4.

segue a pag. 3

Q

Una pessima abitudine

Come far nascere il grandeParco Forlanini

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Hai fra i 18 e i 29 anni? Non studi e non lavori? Ecco una grande opportunità per te

E' nato il progetto Mi-Generation lab del Piano delle PoliticheGiovanili del Comune di Milano, rivolto a giovani che non stu-diano e non lavorano, di età compresa tra i 18 e 29 anni, residentia Milano. Obiettivo del progetto è quello di stimolare la speri-mentazione e introdurre i giovani nel mondo del lavoro in modoinnovativo.

Fra i partner, nella nostra zona, c'è Opendot in via Tertulliano70, uno spazio di progettazione e produzione dove design, tec-nologie digitali e artigianato si fondono. Opendot organizzauna Mini-Fabacademy, un corso teorico-pratico di 10 lezionida 8 ore ciascuna, nel corso di tre settimane dal 7 al 25 marzo.Le iscrizioni si chiudono il 15 febbraio e al termine del corsoviene rilasciato un attestatoScopo del percorso formativo (che è gratuito) è far conoscereil panorama della fabbricazione digitale e le infinite possibilitàdelle macchine a controllo numerico. Una mini accademia di-gitale che fornisce competenze tecniche specifiche dei macchi-nari quali laser cutter, stampa 3D, vinyl cutter, fresa CNC, maanche software e Arduino-Genuino.Tutte le informazioni necessarie si trovano sul sito www.open-dotlab.it o sul sito www.migeneration.it, dove è possibile ef-fettuare l'iscrizione.

Save Libreria Corvetto

La voce si è sparsa rapidamente nel quartiere Corvetto: la Fel-trinelli ha comunicato la chiusura, il 28 febbraio 2016, de la-Feltrinelli Village di via Polesine, unica libreria rimasta ormaiin quartiere, simbolo della possibilità di riscatto culturale. Anchesu facebook è partita la mobilitazione: post, inviti (riportate l'-hastag #savelibreriacorvetto; su Twitter scrivete "@LaFeltrinellinon chiudete libreria Corvetto, non è solo business ma respon-sabilità sociale d'impresa #savelibreriacorvetto"), Fotopetizioni(ovvero, post con la vostra foto con in mano il vostro libro pre-ferito), raccolta di firme presso il punto vendita.A voi la scelta per provare a impedire la chiusura del puntovendita, perché come scrive nel suo post Simona Zaino "Fel-

trinelli non può farne solo una questione di business. Esiste an-che un concetto che un'azienda così rilevante non può trascuraree che si chiama responsabilità sociale d'impresa."

I miti della Dakar a due ruote

Incontro con le due ruote speciali al Parco espositivo di Nove-gro. Protagoniste le moto da Enduro, combinazione di endu-rance (resistenza) e dello spagnolo duro (aspro), quelle moto

che da trent’annisono protagonistedi una delle corseentrata nella storiadel motociclismo:la Parigi-Dakar.L’Aprilia 600Tuareg, la CagivaElefant 750, laGilera 600 RC, laHonda Transalp,la Morini Camel500, la Suzuki750 Big, la Yama-ha 600 Tenerè so-no solo alcuni deimodelli esposti inquesta rassegna e

facenti parte della storia della motocicletta e del motociclismoitaliano e mondiale. Oggi le Enduro sono moto particolari conun battistrada molto marcato e sospensioni più lunghe, mentreagli albori erano elaborazioni di moto stradali adattate per per-correre terreni accidentati. A margine della mostra l’ampio spa-zio espositivo dove appassionati e collezionisti potranno trovarericambi, componenti e anche informazioni per restaurare e re-cuperare moto, bici e auto d’epoca. L’appuntamento con il mitoa due ruote è dal 19 al 21 febbraio.

La storia infinita dello Scalo di Porta Romana

Foto simili le abbiamo pubblicate da dieci anni a questa parte;questa è solo la più recente, di pochi giorni fa. Nello scalo diPorta Romana i rifiuti si accumulano nella parte più lontana

dalle aree date in uso temporaneo (una buona idea, solo se gliassegnatari sono affidabili e non creano problemi!). Amsa nonpuò intervenire autonomamente, le Ferrovie latitano, ma questiinterventi che interessano l'igiene ambientale andrebbero impostiai proprietari dell'area (appunto le Ferrovie).E' anche per porre fine a queste situazioni che avevamo vistocon favore l'accordo sulla riqualificazione degli scali dismessi,bocciato dal Consiglio comunale. Dovrebbe diventare una prio-rità per la prossima Giunta e il prossimo Sindaco (e il prossimoConsiglio comunale, dal momento che deve essere ratificatoproprio dal Consiglio!!).Nel frattempo però una bella ripulita dell'area diventa urgentee indispensabile.

Avviso pubblico per la premiazionedi attività commerciali e imprenditoriali di zona 4

Scade il 15 febbraio alle 12 il termine per la presentazione dellapropria candidatura per la premiazione di attività commercialie imprenditoriali di zona 4. Il Consiglio di Zona 4 ha fissato le seguenti linee guida:- potranno ricevere i riconoscimenti le attività commerciali epiccolo imprenditoriali (anche a conduzione familiare) collocatein Zona 4.- Ci sono 6 tipologie di premiazione: attività commerciali "sto-riche"; attività imprenditoriali "storiche"; attività avviate e con-dotte da giovani sotto i 35 anni; attività fondate sull'economiasolidale, sull'ecosostenibilità, sull'imprenditoria sociale; attivitàche si sono contraddistinte per meriti sociali; attività di impren-ditoria creativa e culturale avviate in risposta alla crisi econo-mica.- Il numero massimo di premiazioni, per ogni categoria, è fissatoa dieci ad eccezione delle attività commerciali storiche, per lequali è fissato a 20. Saranno escluse dalla premiazione le attivitàalle quali è già stato assegnato un riconoscimento comunale ozonale. Il bando integrale e la domanda di partecipazione sono dispo-nibili sul sito della zona 4 in www.comune.milano.it o recandosipresso gli uffici del Settore Zona 4 siti al primo piano di viaOglio 18 negli orari d'ufficio. Informazioni telefoniche ai numeri02.884.58406/ 58413.

Inaugurata all'Oriani-Mazzini la palestra da arrampicata

Ecco la parete di arrampicata inaugurata lo scorso 16 gennaioe intitolata con una targa alla docente di Educazione fisica, Fe-licia Novelli. Molte le presenze del mondo scolastico, sportivo

e istituzionale che hanno ricordato la collega e presentato lenuove attrezzature per praticare le attività di Educazione fisica,attrezzature acquistate in seguito alla partecipazione al progetto“Sport e legalità” della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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duta sia da appositi avvisi col-locati con due giorni di anti-cipo lungo l’area interessata,sia da informazioni presenti inuna sezione del sito internetdell’azienda.Un ultimo aiuto alla puliziadei nostri quartieri viene dalservizio manuale con carrelli-no; esso è riservato alle solearee ad elevata frequentazione

che nel caso della zona 4 so-no: stazione Rogoredo, viaRogoredo, corso Lodi e limi-trofi, piazzale Corvetto, piaz-zale Bonomelli, via Mecenatee viale Ungheria, zona Calvai-rate e piazzale Martini, quar-tiere Mazzini. La pulizia vieneeffettuata tra il lunedì e il sa-bato coprendo l’intera zonadurante i cinque giorni e pre-vede un lavoro di fino in areedifficilmente trattabili daimezzi meccanizzati. L’opera-tore è anche tenuto a svuotarei cestini ma non può ritirare isacchi che sono depositati afianco; ovviamente è tenuto asegnalare la presenza deglistessi alla centrale, oltre allapresenza di rifiuti di altro tipo,in modo che nell’arco di po-

che ore una squadra possacompletare la pulizia.AMSA è anche responsabiledel mantenimento dei pozzettidi raccolta dell’acqua piovana,con un costante monitoraggiodella pulizia del bocchettonesu strada e la pulizia integraledel pozzetto ogni due anni,tramite un apposito aspiratore.Inoltre viene segnalato al Co-mune, ogni qual volta il poz-zetto viene trovato danneggia-to in modo che si possa prov-vedere ad una manutenzionepiù approfondita.Per quanto riguarda le moltesegnalazioni di discariche di

rifiuti in alcune aree privatedella città, per esempio il casorecente dell’ex edificio Tele-com in via Mecenate, pur-troppo non è possibile alcuneintervento diretto dell’AM-SA, ma è necessario segnala-re il tutto al Settore politicheambientali del Comune, ilquale deve provvedere conapposite ingiunzioni e sanzio-ni contro la proprietà affinchériporti il suo stabile a condi-zioni decorose.Per quanto riguarda tutte learee verdi e i parchi comunali,la pulizia è stata affidata adAMSA dal 2007 e prevede losvuotamento dei cestini, la pu-lizia dei viali, la rimozionedelle foglie cadute e dell’erbatagliata, oltre ad una partico-

lare attenzione per alcuni casidi disagio sociale. Infatti i par-chi, nel periodo primaverileed estivo vengono utilizzaticome dormitori, ma anche co-me “sale pranzo” portando adun aumento dei rifiuti presenti.Nella nostra zona questa si-tuazione riguarda soprattuttoi parchi Alessandrini, piazzaleGabrio Rosa e via Omero. Sta anche ritornando il feno-meno delle siringhe usate daiconsumatori di droghe, soprat-tutto nella zona di via S. Arial-do, del sottopasso Iannacci edella stazione Rogoredo. An-che in questo caso AMSA

provvede alla pulizia di questearee che richiede l’uso di spe-ciali contenitori per il rischiobiologico, in cui inserire le si-ringhe raccolte una ad una conuna speciale pinza. Purtroppoquesta grave situazione si èverificata, anche se con solodue siringhe, nel nuovo parcoTrapezio.Per quanto riguarda i rifiutidomestici, la raccolta avvieneda anni con il sistema dettodel “porta a porta” che ben co-nosciamo; ecco alcuni datisullo stato dell’arte: a Milanosi differenzia il 53% dei rifiuti,un record europeo per legrandi città, ma si può fare an-cora di più con il contributodi tutti. L’umido corrispondea circa il 20,2% della spazza-

tura raccolta, la carta il 12%,il vetro il 9,8%, la plastica el’alluminio circa il 12%. Il re-sto è il cosiddetto indifferen-ziato. La qualità del materiale“conferito” è assai buona, soloil 5% circa di ognuno dei ma-teriali è “impuro”, ovverocomprende materiale erronea-mente suddiviso. Che cosa succede ai rifiuti ri-ciclabili una volta arrivati aicentri di raccolta come quellodi via Zama? L’umido vieneconsegnato ad una ditta spe-cializzata, a pagamento, chelo trasforma in compost e inenergia per il funzionamentodelle macchine utilizzate peril trattamento; parte del com-post, comunque di bassissimovalore economico, viene siadonato alle aziende agricolesia usato per iniziative in Mi-lano. In compenso la raccoltadell’umido ha permesso dinon realizzare un secondo ter-movalorizzatore a Milano (ol-tre al “Silla”), con un granderisparmio per tutti. La carta viene venduta allecartiere che la ritengono assaipreziosa per qualità e quantità,quest’ultima tale da garantireun afflusso costante di materiaprima. Anche la plastica e ilmetallo vengono venduti, cosìcome il vetro riciclabile al100%. Inoltre i consorzi diprodotti di piccoli imballaggi,ovvero il CONAI, quello deiprodotto di imballaggi in pla-stica, ovvero COREPLA equello della carta come CO-MIECO, raccolgono presso iproduttori un contributo per losmaltimento che viene poiconferito ad AMSA e vienedetratto dal costo del servizioinsieme con i proventi dellevendite, e quindi dalle tasseche tutti gli anni paghiamo peril servizio di pulizia.Oltre ai materiali più comuniviene effettuata la raccolta dialtri scarti prodotti in quantitàminore, ma con alto potenzia-le inquinante come l’olio dacucina, i piccoli elettrodome-stici o le batterie. Nel primocaso vi abbiamo già parlatonel numero scorso di QUAT-TRO di una nuova iniziativache prevede dei punti raccoltaolio presso le catene di super-mercati COOP e Simply. Peri piccoli elettrodomestici oltrealle riciclerie come quella divia Corelli, è stato avviato ilservizio CAM, Centro Am-bientale Mobile, che girando

per la città permette la conse-gna diretta di questi oggettianche a chi non può recarsinei vari centri sparsi ai confinicomunali.Nonostante la raccolta porta a

porta, esistono ancora alcunecampane per la raccolta delvetro e della carta. Purtroppoquesti grandi contenitori sonospesso calamite per l’accumu-lo di rifiuti di altro tipo e ri-chiedono un costante monito-raggio. Le campane non ven-gono completamente aboliteperché molti condomini dico-no di non poter gestire o averespazi per la raccolta dei rifiutida conferire una o due voltealla settimana ad AMSA. For-tunatamente molti si sono at-trezzati con l’introduzione del-la raccolta dell’umido, ma altri

ancora non l’hanno fatto o nonpossono proprio farlo.Infine qualche nuova iniziati-va, come il ritorno di “Cene-rino”, ovvero il posacenereche AMSA e il Comune diMilano, grazie al contributodi sponsor, offre gratuitamentealle attività commerciali su

strada. Si tratta del rinnovo diun’iniziativa che ebbe luogoqualche anno fa; ora ci sono adisposizione circa 3000/4000posaceneri cilindrici con unagrafica rinnovata, in cartonericiclato e alluminio. Sarannoconsegnati gratuitamente a ne-gozi, ristoranti e bar per essereposati fuori dagli esercizi eaiutare a raccogliere la ceneree soprattutto i mozziconi di si-garetta che tanto contribuisco-no a sporcare e inquinare lanostra città. Non ci sono costie per ottenerlo è sufficientecontattare AMSA all’email [email protected]. Qualche in-formazione sul problema delle“cicche” di sigaretta: è il rifiu-to meno gestibile oltre cheuno dei più inquinanti traquelli che ricoprono le stradecittadine, per rimuoverlo dallefughe del pavé e dalle grigliedei marciapiedi è necessarioutilizzare macchinari moltopotenti che spesso rovinano imanufatti. Inoltre se ingeritidagli animali possono esseremolto pericolosi.Infine cosa fare se ci sono an-cora problemi di pulizia nellavostra strada? Ecco due APPmolto utili: la prima si chiama“Pulimilano” e permette di se-gnalare problemi di accumulodi rifiuti o strade sporche an-che tramite l’invio di foto. Laseconda si chiama “Bicicla-Mi” e permette di segnalare lebici abbandonate, anche se poiil compito di verificare il realeabbandono e procedere alla ri-mozione, dopo almeno 20

giorni di preavviso, spetta allaPolizia Locale. Se non bastas-se AMSA ha messo a disposi-zione, con le stesse finalità,anche i suoi accont Twitter eFacebook.

Giovanni MiniciStefania Aleni

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Il mio nome è AMSA e pulisco la città

segue da pag. 1

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4 febbraio 2016

Per la Storia il buonismo è una fanfalucanegazionista. La Storia è cattiva perchél’uomo non è buono. Nessun’altra specie

animale ha in sé una potenzialità distruttiva neiconfronti dei propri simili come la nostra, e laStoria non fa che testimoniare come questa po-tenzialità sappia diventare perentoria esplicita-zione. Il singolo possiede la capacità di domi-nare le proprie pulsioni criminali, ma le comu-nità invece tendono a favorirle armando eserciti,scatenando guerre, pianificando o giustificandoo ignorando massacri.I testi scolastici altro non sono che elencazionedi equivoci criminali. Celebrano con asetticitànotarile glorie o disgrazie di questo o quel per-sonaggio, riportando ciò che è accaduto aglieserciti e invece tacendo ciò che è da sempreavvenuto quando quegli eserciti hanno percorsoun territorio, cioè le sofferenze degli abitantiche si sono visti spogliare delle fonti di cibo,dei beni, della dignità delle donne. Non si possono turbare le giovani menti e lesboccianti coscienze con l’elencazione dellenequizie, così le giovani menti e le sboccianticoscienze finiscono per credere che Giulio Ce-sare, o Carlo Magno, o Napoleone o chiunquealtro siano stati grandi uomini degni di ammi-razione, e che i loro eserciti si siano limitati adaffrontare i nemici sul campo di battaglia e ab-biano avuto sulle popolazioni incontrate amo-revoli intenzioni.Si contano i soldati morti, feriti o prigionieri,ma si tace sui civili brutalizzati da quegli stessisoldati. È l’equivoco del voler concedere co-noscenza negando la possibilità di veramenteconoscere. L’unico approccio scolastico su certe

realtà della Storia ha fondamenta che storichenon sono. Si tratta della Guerra di Troia, eventopossibile avvenuto mille e più anni prima diCristo, la cui documentazione non va però oltrela tradizione dei cantastorie delle corti miceneecodificata nei poemi attribuiti a Omero, peraltrodivenuti fonte di gran parte del teatro greco, ol-tre che di quel monumento allacaptatio benevolentiae con cuiVirgilio è andato a inventare ori-gini divine al proprio datore di la-voro Augusto.La Guerra di Troia cantata daOmero ci ha fatto conoscere pro-tagonisti velati dalla ineludibilitàdi un destino già scritto, gli acheiassedianti destinati a trionfare e itroiani assediati a soccombere,dandoci anche l’essenza vera diquel combattere, cioè a cose fattegli uomini sgozzati, le donneschiavizzate per il piacere dei vin-citori, i bambini a seguire le sortidelle madri, comprese le più aber-ranti, o a essere uccisi. Fra i ban-chi di una seconda media lontananel tempo che voleva lo studioverso per verso dell’Iliade, e diuna terza media per l’altrettantodell’Odissea, c’era chi parteggia-va per gli achei e chi per i troiani,ben sapendo però quale sarebbestata la sorte finale degli uni e de-gli altri. L’insegnamento della Storia inmateria non ha saputo dare altro. Gli esercitipiù “civili” tendono a non approfittare oltre uncerto limite delle popolazioni e, quando possi-bile, puniscono gli abusi, versando una gocciadi giustizia nell’oceano dell’arbitrio. Ma non èdetto. Nel corso della II Guerra Mondiale gliuomini dell’Armata Rossa, nella loro avanzataverso Berlino dopo la rotta delle truppe di Hitler,

hanno preso la loro rivincita sulle carni delledonne tedesche incontrate, nell’atavismo dellaconquista che vuole l’umiliazione e il possessodella donna del vinto tal quale quanto accadutotremila anni prima a Troia, e la stessa cosa han-no subito le donne italiane quando, sfondata lalinea gotica, la Francia, per vendicarsi della vi-

gliaccata inflittale nel 1940 da Mussolini, lanciòsulla popolazione civile le proprie truppe ma-rocchine, che fecero scempio dalla Ciociariaall’Isola d’Elba, il film di Vittorio De Sica “Laciociara” interpretato da Sofia Loren non solofilm ma emblema. Proprio all’Isola d’Elba, a una delegazione diabitanti che portavano l’indignata protesta per

quanto accaduto ai comandanti francesi, final-mente intervenuti per imbarcare le proprie sel-vagge milizie, veniva risposto: “Voi italiani ave-te fatto di peggio”, opinione peraltro diffusa fragli alleati franco-anglo-americani, il che lasciaintendere che il detto secondo il quale la colpamorì fanciulla perché nessuno la volle non è

frutto di un pensare arbitrario.Questo per dire che la vera Storianon è quella dei campi di battaglia.È il travolgere vite incolpevoli, èla non colpevolezza del soldato tol-to ai propri affetti per essere sca-raventato a giocare con la morteche diventa però poca cosa al con-fronto di ciò che proprio quel sol-dato, dimentico della valenza sen-timentale di ciò che si è lasciatoalle spalle, non riconosce negliinermi abitanti dei territori nemici,e ne sconvolge l’esistere infliggen-do ferite che, quando non sonomortali per i corpi, restano non ri-marginabili per le anime. Se la violenza dell’uomo sull’uo-mo diventa questione di punti divista viene messo in forse lo stessoconcetto di umanità. Non dimen-tichiamo quanto lasciato scritto daRaimondo di Agiles, testimonedella conquista di Gerusalemmeavvenuta al culmine della I Cro-ciata:“Si sono viste cose meravigliose:i musulmani furono decapitati o

trafitti di frecce, o gettati giù dalle torri. Altrifurono torturati per giorni e giorni, e poi bru-ciati. Le strade erano lastricate di teste, di manie di piedi mozzi.”Gli ebrei invece furono bruciati nelle sinagoghe,per la gloria di Cristo. Amen.

Giovanni Chiara

QUELLO CHE I TESTI SCOLASTICI NON DICONO

storie di storia

Chi mi conosce bene sa chenon amo parlare di me e deimiei successi, ma questa volta

non posso farne a meno perché mi èstato chiesto espressamente. Moltospesso pensiamo che frasi come “isogni diventano realtà” o “se ti im-pegni ce la farai” siano scontate, ba-nali e “preconfezionate”. Io, invece,

ho capito che non è così. Come ormai saprete (ve l’ho già ri-petuto in tutte le salse) da grande voglio fare la scrittrice e lagiornalista. Amo le parole in generale: la loro origine, la lorofunzione, il loro suono. Mi piace molto collegare le cose chevedo e che faccio tutti i giorni a delle parole. In un caldo po-meriggio di luglio, mi trovavo in una biblioteca di Lambrate

al ritorno da un campus estivo lì vicino. All’improvviso, unvolantino attirò la mia attenzione: si trattava del dépliant di“Una storia al giorno”, concorso letterario aperto ad adulti eragazzi indetto dal Comune di San Donato Milanese. Si trattavadi scrivere un racconto a tema libero. Ho deciso di provare,non costava nulla. Poi, a novembre, mi è arrivata una maildagli organizzatori. Ero stata ammessa alla finale insieme adaltri quattro ragazzi. Ero emozionatissima, non ci potevo cre-dere! Quando, più avanti, mi sono presentata nella sala dovesarebbe avvenuta la cerimonia di premiazione, ho provato unmisto di paura e batticuore. I finalisti, infatti, erano tutti ragazzipiù grandi di me. È iniziata la serata: una lettrice ha letto i rac-conti e poi è partita la votazione. Due erano le giurie: quellatecnica, presieduta dallo scrittore Franco Forte, e quella po-polare, capeggiata dallo scrittore Andrea Vitali. In breve sono

arrivati i risultati. Seconda per la prima giuria, quarta per laseconda. Quarta complessivamente. Ero molto felice lo stesso,perché era la mia prima finale di un concorso letterario e ilmio racconto era comunque stato apprezzato. Sono tornata acasa pensando che quella vicenda si fosse definitivamente con-clusa, ma la vita ha sempre pronta una sorpresa dietro l’angolo.Poco tempo fa, mi contatta Franco Forte, dicendomi che vuolepubblicare il mio elaborato sul giornale degli editori italiani!So che ho ancora moltissima strada da fare prima di poter pub-blicare il mio primo romanzo, ma questo è già qualcosa, noncredete? Ora vi chiederete: “E a noi cosa interessa di tutta que-sta storia?”. Vi ho raccontato la mia vicenda per esortarvi acredere nei sogni, sempre. E circondatevi di persone che vivogliono bene e che credono in voi. Chiudo con una dedica atutti gli amici che ogni giorno mi fanno sentire amata e che,mi dicono, compreranno sicuramente il mio primo libro. Grazie per il vostro sostegno!

Giulia Costa

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Ingegno, cultura e filantropia sonole qualità e i caratteri salienti dellafamiglia Frisia, da oltre cento an-

ni attiva nel settore dell’edilizia, co-nosciuta e apprezzata sia per le ca-pacità tecniche e progettuali sia perl’impegno in iniziative benefiche esolidali.Nella nostra zona la presenza di edi-fici costruiti dalla famiglia Frisia ènumerosa con immobili sia residen-ziali sia commerciali, che rappresen-tano significativi esempi di un’atti-vità costruttiva intensa e diversificata.Abbiamo rivolto alcune domande adAlberto e Nicola Frisia, avvocati, in-contrandoli presso gli uffici della se-de in via Simone d’Orsenigo 25.

Ad Alberto Frisia chiediamo di illustrar-ci la storia di famiglia e di impresa.A quale periodo risale l’inizio dellavostra attività e chi ne sono stati icapostipiti?«L’iniziatore dell’impresa familiareè Filippo, mio padre. Era nato nel1892 a Merate, figlio minore di Co-stantino, pittore decoratore. Costan-tino era l’ultimo figlio di Carlo Ma-gno, pittore, e aveva intrapreso la car-riera militare con Garibaldi a 16 anni

fino alla presa di Roma del 1870. Di-venne piccolo costruttore di ville eautore di decorazioni “barocchette”in numerose case signorili dellaBrianza, tra cui Villa Confalonieri aMerate. Il figlio maggiore di Costan-tino era Ugo e Donato, il pittore, ilsecondogenito. Ugo Frisia costruì aMilano numerosi edifici come la“Casa Frisia” di via Fiamma 37, neiprimi del Novecento, dove mio papàFilippo cominciò da piccolissimo alavorare come apprendista capoma-stro. Mio padre si era diplomato pe-rito edile e geometra presso l’IstitutoCarlo Cattaneo di Milano, iniziò alavorare a 19 anni come dipendentee a 26 anni aprì uno studio tecnico a

Milano come progettista e direttoredi costruzioni civili, conseguendo an-che a Parigi il diploma “Ingènieur deBatiment” all’Ḗcole spéciale des tra-vaux publics. Progettò e costruì inproprio importanti edifici in via Gui-do D’Arezzo, via Durini, via Cerva. In zona 4 comprò le prime case nel1938-39, in viale Umbria, via Mae-stri Campionesi e via Rezia 8, acqui-stò poi il terreno di questi isolati ealcune case che erano state danneg-

giate dai bombardamenti. Ha co-struito fino al 1955-1956, insieme amio fratello Francesco, ingegnere.Dalla morte di mio papà ce ne occu-piamo noi, io e mio fratello France-sco con la nostra impresa, che con-tinua adesso con mio figlio Nicola eil figlio di mio fratello, Filippo, ar-chitetto». Sappiamo che suo padre era un fi-lantropo, quali opere ha realizza-to?«Dal 1955 fino alla morte, lui si è oc-cupato solo di filantropia. Mio padresi preoccupava di aiutare i più deboli,soprattutto donne e bambini, cui of-friva queste abitazioni a buon mer-cato. Tutte le vecchiette e i vecchi in-quilini con i quali ho parlato diceva-no un gran bene di lui.A Merate ha realizzato una scuolaprofessionale, ha ricostruito il tettodel Collegio Manzoni, effettuato al-cuni lavori dell’Ospedale; a Lucinoha ampliato l’Istituto dei Figli dellaProvvidenza. In seguito ha comin-ciato a pensare agli anziani costruen-do a sue spese case di riposo, semprea Merate. Queste case di riposo sono state do-nate poi sotto il nome “FondazioneCostantino e Giuseppina Frisia” alConsiglio degli Orfanotrofi e del PioAlbergo Trivulzio di Milano».

A Nicola Frisia domandiamo di rac-contarci il suo percorso e la sua espe-rienza come amministratore degli sta-bili che occupano l’area Umbria-Maestri Campionesi-Friuli-Simoned’Orsenigo, un complesso noto comeVillaggio Frisia.Il Villaggio Frisia come è struttu-rato? «Si tratta di 400 appartamenti in dueisolati. Rispetto agli anni Novantaora c’è una maggiore mobilità, men-tre una volta gli inquilini era moltopiù stanziali; man mano che gli ap-partamenti si liberano li ristrutturia-mo e diamo in affitto, sempre a prez-zi inferiori a quelli di mercato. Ci so-no poi vari spazi/laboratori che un

tempo erano opifici (molte le tipo-grafie) ed ora ospitano attività pro-fessionali, anche nel campo della mo-da o della creatività». Abbiamo visto il libro fotografico“Villaggio Frisia - ritratti”, comeè nata questa sua idea?«Io non ero propriamente un impren-ditore, agli inizi ho fatto un po’ di fa-tica, avendo avuto fino ai trent’annitrascorsi artistici in campo musicale;poi quando il lavoro ha cominciatoad appassionarmi ho cercato di ap-profondire l’aspetto umano, il con-

tatto con gli inquilini. Conoscere me-glio le loro storie, come la vita di“nonna Janka”, come la chiamavanogli altri inquilini del palazzo, che miraccontava di mio nonno Filippo chel’aveva accolta quando era arrivatain Italia fuggendo dalla Cecoslovac-chia. Allora quando l’ho portata nellacasa di riposo mi sono detto “io nonposso disperdere certe memorie” eho deciso di realizzare questo libro,insieme a mia moglie Francesca, fo-tografa e al fotografo Matteo Dones.È un’eredità che lascio ai miei figliper spiegare i valori del nonno e dimio padre.Desideravo esprimere anche la mia

storia, una storia le cui parole sonosovente quelle usate fra padroni dicasa e inquilini ma dove le relazioniumane hanno una profonda valenza.Questo mio lavoro mi ha anche in-segnato che fare le cose con amore,anche quelle che ci appaiono le menoappropriate per le nostre doti o capa-cità, è il miglior modo per dare unsenso alla nostra vita». Ha altri progetti collegati al Villag-gio Frisia?«Sì, è un’idea di più di dieci anni fache ancora io coltivo. Volevo creare

uno spazio per gli inquilini, perchénon esiste più un luogo di ritrovo,uno spazio dove anziani e ragazzinipossano ritrovarsi per condividere at-tività, con una sala di lettura attrez-zata, un barettino per il caffè alle si-gnore, perché noi abbiamo tante si-gnore sole e volevo che uscisserodalla solitudine della televisione ecominciassero a raccontare le lorostorie ai nipotini di altre nonne chenon hanno più la nonna. Un modoper farli incontrare».Un progetto che riteniamo davverointeressante e condivisibile, speriamorealizzabile.

Antonella Damiani

Frisia, storica e illustre famiglia di costruttori (e artisti)

Le case Frisia - viale Umbria angolo Simone d’Orsenigo

Foto di famiglia

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Molti lettori hanno chiesto il Bis per-ché Cristina sa raccontare la sua pas-sione con semplicità, tanto da far ve-nir voglia di saperne ancora di piùsull’universo KickBoxing che le haregalato il titolo di Campionessa delMondo. Volentieri, quindi, torniamoa parlare di lei, che nella nostra zonainsegna il suo sport a pochi metri daPiazzale Corvetto. Un indirizzo dasegnarsi, per tutti coloro che hannovoglia di convogliare la propria ener-gia in un’attività fisica dal grandecoinvolgimento fisico ed emotivo,ma che può regalare soddisfazioniinimmaginabili, come abbiamo im-parato già il mese scorso grazie alleconfidenze di Cristina. Ripartiamo con la nostra intervista,dunque. Nuove domande, stessa pro-tagonista: la passione per la KickBo-xing.Cristina, a che età è meglio iniziareper ottenere risultati e soddisfazio-ni con la KickBoxing?“Fortunatamente non è uno di queglisport in cui è fondamentale iniziareda giovanissimi. Io stessa ho iniziatogià in età adulta, eppure sono diven-tata campionessa del mondo. Certa-mente, se si ha la passione, primas’inizia e meglio è. In certe nazioni,soprattutto a livello maschile, laKickBoxing è lo sport nazionale,quindi iniziare da giovani aiuta a ca-pirne la cultura sportiva”.Prima di dedicarti completamentealla KickBoxing, hai praticato altrisport?“Ho sempre avuto la passione dellosport, quindi avevo già sviluppatobuone basi motorie facendo nuoto dapiccolissima, poi una variante dellaGinnastica artistica per 7 anni. LaLaurea in Scienze Motorie ha subli-mato queste mie attitudini e mi ha

aiutato a conoscere meglio il miocorpo”.La scelta della KickBoxing come èmaturata in te?“Tutto è stato naturale: ho due fratellipiù grandi e spesso facevamo la lottaper divertirci. Poi, avendo l’indoledella paladina della giustizia, non homai avuto paura di farmi avanti se

c’erano bulli che rompevano le sca-tole alle altre femmine. Finché unasera, quando ero già all’università,non mi sono ritrovata a pogare a unconcerto punk e a capire che mi pia-ceva il contatto fisico, anche se milasciava qualche livido; così mi sonocercata uno sport in cui potessi sfo-gare questa passione e imparare adarle pure, se serve”.Ti sei rivolta subito alla Federazio-ne di KickBoxing (FIKBMS)?“No, il primo anno mi sono avvici-nata a questo sport frequentando unapalestra privata, neanche qualificatae specializzata. Ho cercato di meglio,

dunque, e ho avuto la fortuna di in-contrare Omar Vergallo, che è il di-rettore tecnico della Ludus Magnum,che è la palestra che mi ha formatorealmente e per la quale combattotutt’ora”.Cosa ti diverte della KickBoxing?“La KickBoxing non è uno sport in-dividuale, anche se quando sei in

combattimento sei da sola. Ci si al-lena tutti insieme, uomini e donne,si fa gruppo, ci si scambiano consiglie si fanno amicizie vere perché è unosport di relazione diretta, in cui si mi-gliora solo se ci si confronta anchecol dialogo”.E come sei arrivata alla zona 4?“Adesso, oltre ad allenarmi per lemie competizioni, insegno quello cheho imparato a chi vuole praticarequesto sport, due volte alla settimanain via Oglio, dove abbiamo un nostrospazio; una palestra piccolina, ma ac-cogliente e con un ambiente giusto.Attualmente il nostro gruppo è com-

posto da una decina di allievi, mastiamo crescendo e l’atmosfera è po-sitiva”.Qual è l’età media degli allievi acui tu insegni in via Oglio?“L’età media è di circa 30 anni, seb-bene quasi tutti siano partiti da zeronel loro percorso di avvicinamentoalla KickBoxing; e alcuni hanno giàcinture e requisiti per fare delle gare,segno che l’impegno che ci hannomesso nel seguirmi sta cominciandoa pagare”.Quali sono le motivazioni degli al-lievi della tua palestra?“Ciascuno ha le sue motivazioni per-sonali, i suoi limiti da superare. Con-sidera che insegno a uomini e a don-ne insieme, quindi dietro ogni atletac’è una storia umana che merita ri-spetto; a volte il gesto atletico servea sbloccare qualcosa del proprio ca-rattere, magari una grinta insospettatao dimenticata nel cassetto, che ti farelazionare meglio anche nella vitadi tutti i giorni”. Fino a che età si può praticare laKickBoxing?“Non c’è un limite perentorio per al-lenarsi in palestra, si può iniziare a10 anni e ci si può tranquillamenteallenare fino ai 45 anni; mentre seuno intende praticare la KickBoxingin forma agonistica, partecipando acompetizioni e facendo combatti-menti, allora poniamo dei limiti: 35anni per le donne, 40 anni per gli uo-mini”.

Alberto Tufano

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La campionessa del mondo della Zona QuattroSeconda puntata nel mondo della KickBoxing di Cristina Caruso

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Domenica 7 febbraio ore 14.30Festa dei primi compleanni diZona presso il Gruppo Il Giraso-le, via Bonvesin de la Riva, 2(presso parrocchia S. Maria delSuffragio)Partecipiamo numerosi, la riunio-ne è aperta a tutti!!! Per informa-zioni Tel. 02713662 - 3394480256

GRUPPO QUARTIERE SUFFRAGIO

10 febbraio ore 20.45 presso il Teatro Arca di corsoXXII Marzo 23Assemblea pubblica su Terrorismo e immigrazione.Vero o falso problema?Moderatori: Franco Breglia e Fe-derico Sinicato. L’obiettivo èquello di sfatare la relazione im-migrati/terroristi e contrastare lapaura come ispiratrice del viverequotidiano.

ASSOCIAZIONE MONDO APERTO

Non solo compiti – fare volonta-riato nei doposcuolaL’iniziativa consiste in un corsodi aggiornamento rivolto a vo-lontari nei doposcuola della zona4. Il corso, che si svolgerà su 4moduli di 3 ore l’uno, è tenuto daun’esperta del Centro Servizi Vo-lontariato di Milano (Ciessevi) econsiste in un approccio concretoe laboratoriale.Il corso si svolgerà dal 24 feb-braio al 16 marzo dalle ore17alle 20 presso un'aula delCentro Civico di via Oglio 18.

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della cooperativa sociale LaStrada, di cui i lettori diQUATTRO saranno sicura-mente già a conoscenza. Fra imolteplici progetti, questomese ci occupiamo del Centrodi Aggregazione GiovanileTempoePoi, che ha sede pres-so la parrocchia di San Galdi-no, per incontrare il responsa-bile del centro, Massimo Mes-sora, e Lisa Ghezzi, responsa-bile comunicazione e fundrai-sing de La Strada. Il C.A.G. TempoePoi apre for-malmente i battenti nel 1991in via Salomone ed è uno frai primi centri di aggregazionegiovanile della città. Da allora,educatori e volontari si occu-pano di ragazzi dagli 11 ai 18anni, offrendo loro un luogodi aggregazione e di crescitapersonale. Si tratta di un’al-ternativa preziosa per preve-nire e contrastare il disagiogiovanile che, purtroppo, ca-ratterizza da sempre la realtàdel quartiere. Le attività proposte spazianodal più tradizionale doposcuo-la per i ragazzi di medie e su-periori a laboratori creativi ecicli di incontri tematici. Frai laboratori, attualmente sonoattivi un corso di video-ma-king e uno di musica, durantei quali i ragazzi hanno la pos-sibilità di girare e montare vi-deo o di creare e registrarecanzoni, in entrambi i casi conil supporto di tecnici del me-stiere. Per quanto riguarda gliincontri tematici, citiamo ilprogetto “Una sola famigliaumana” sul tema dell’AIDS,realizzato nel 2015 in colla-borazione con Caritas e un la-boratorio pensato per dare aiu-

to professionale nello studioa ragazzi con problemi di di-slessia. Di grande attualità so-no anche gli incontri “Geni-tori-figli”, condotti da uno psi-cologo sulle problematichedell’adolescenza e della prea-dolescenza.Limitarsi ad elencare le atti-vità proposte da TempoePoi,però, non sarebbe sufficientead evidenziare il ruolo fonda-mentale che ricopre per i circaduecento ragazzi che vi gra-vitano intorno. Massimo Messora ricorda, atal proposito, l’iniziativa Spa-zio Aperto che consente ai gio-vani di usufruire settimanal-mente dei locali del centro per

incontrarsi e autogestirsi. Mo-menti importanti di incontro edi esperienza comune sono of-ferti anche in occasione dellevacanze di Pasqua e della set-timana di Natale, durante lequali il programma consuetoviene sospeso per dar spazioad attività extra, uscite e gite.D’estate, inoltre, i ragazzi han-no la possibilità di frequentareil centro estivo, organizzato incollaborazione con San Nico-

lao e San Galdino.TempoePoi è fortemente radi-cato nella zona e opera di con-certo con le parrocchie e lescuole del territorio, nonchécon Caritas e con il Consigliodi Zona 4. Recentemente, ilcentro è stato anche diretta-mente coinvolto in attività divolontariato aziendale. BNPParibas e in occasione dellagiornata dell’alfabetizzazione,ha dato la possibilità ai ragaz-zi di visitare Expo accompa-gnati da alcuni dipendenti,mentre un gruppo di impiegatidi Barclays si è occupato dellatinteggiatura dei locali delcentro di aggregazione. Gliaiuti esterni e la rete di volon-

tari che ruota intorno a Tem-poePoi sono di supporto fon-damentale ai tre educatori e aitre ragazzi in servizio civileche attualmente compongonol’organico del centro. Incontrare Massimo e Lisa ciha permesso di raccontare edi dare visibilità ad un proget-to di valore che investe suigiovani della zona.

Valentina Bertoli

Tempo e Poi. Un investimentosui giovani della zona

In pochi mesi, tra vialeUmbria e il Corvetto, sonostati aperti tre nuovi nego-

zi che sfornano dolci.C’è bisogno di dolcezza neimomenti difficili e niente puòessere più consolante che cer-carne sempre di nuova vicinoa noi. Al posto della vecchiainsegna di Alessandro in vialeUmbria al 15, c’è l’Arte delDolce con tutta la famiglia,cordiale e impegnata a farecaffè e a impastare e distribui-re brioche e treccine tra le mi-gliori in zona. In via Masse-rani al 2, ora c’è l’Officinadel Dolce, un piccolocaffè/bar diviso da una vetratadall’Officina vera e propria,dove operano maestri pastic-ceri che in tempo reale sfor-nano dolci. Ma è via Bessarione la dolcevia di zona 4. Alla storica Pa-sticceria Fonte del Dolce cheda anni delizia i condomini ei passanti del numero 19 coni profumi che emanano dal la-boratorio, paradiso di zucche-ro a velo e canditi, si è aggiun-to, il giugno scorso, al numero9 Grammo Milano il Biscot-tificio. Molto particolare, uni-co nel suo genere e non soloa Milano.Grammo nasce dalla intuizio-ne di due soci che, a un certopunto della loro vita profes-sionale, hanno deciso di unirele loro conoscenze e di opera-re insieme. Marta Sangalli,laureata alla Bocconi con unaesperienza decennale nelmondo del marketing e in par-ticolare delle ricerche di mer-cato per il largo consumo, chele hanno consentito di definirequali fossero i settori più in-

teressanti dove e come opera-re e Paolo Cappelletti, laurea-to in filosofia che «...figlio diproduttori e distributori di pro-dotti dolciari - come afferma- alterno le mie due anime cu-cinando biscotti e pubblicandosaggistica, senza mai trascu-rare una continua, instancabilericerca di prodotti innovativie materie prime dal gusto in-discutibile».Sembra essere un connubioperfetto e i primi risultati loconfermano. Ma la spinta de-cisiva, anche da un punto di

vista finanziario, che li haconvinti “a mettersi in pro-prio”, superando i dubbi e lepaure a lasciare il posto fisso,è stata la partecipazione vin-cente a Start Milano 2014. Unprogetto per promuovere lestartup messo a punto dallaCamera di Commercio di Mi-lano con il Comune. «Dai1000 partecipanti, dopo unaselezione molto rigida - pro-segue Marta - siamo rimastiin 100 e quindi il Comune diMilano grazie al bando Tra ildire e il fare-impresa in peri-feria ha scelto di finanziarne79 tra cui il nostro».L’idea forte del progetto èquella di basare tutta la produ-zione su tre elementi fonda-

mentali: il monoprodotto, lapersonalizzazione e la qualità.Solo biscotti in diversi formati,colori, sapori e immagini. Bi-scotti, biscotti e biscotti pertutte le occasioni: matrimoni,battesimi, lauree, incontrid’amore, ricorrenze, conven-tion aziendali. Base una deli-cata pasta frolla friabile e pro-fumata più la fantasia, anchedel cliente, che può proporreil soggetto, la foto o il disegno,che poi con una tecnica esclu-siva Grammo trasferisce sullabase di pastafrolla. La conoscenza di Paolo delsettore dolciario consente discegliere i migliori prodottisul mercato internazionaledalle farine, ai cioccolati, daibaccelli di vaniglia agli zuc-cheri e l’esperienza di Martanel mondo della comunicazio-ne è servita per creare un sitomolto accattivante e semprein progress. «La qualità dellamateria prima - ci dice ancoraMarta - è la nostra idea fissae il nostro obiettivo aziendaleprimario. Di biscotti sono pie-ni i banchi dei supermercati,delle drogherie e delle pastic-cerie. Ma da noi tutto è arti-gianale, prodotto ogni giornoe su ordinazione e, quando ilcliente lo richiede, personaliz-zato». Per saperne di più potete an-dare sul sito www.grammo-milano.com o su Facebookoppure suonate al numero ci-vico 9 di via Bessarione, vi sa-rà aperto e Marta vi accoglieràgentile e disponibile e tra unassaggio e l’altro studierà convoi l’immagine più dolce chevolete regalare.

Francesco Tosi

C'è profumo di dolci in zona Quattro

F ino a qualche giorno faera ancora possibile ve-dere esposta nella ba-

checa del Politeatro di vialeLucania la locandina di unfortunato spettacolo sold-outandato in scena lo scorso 12dicembre 2015, tanto da esse-re replicato a grande richiestail 9 e 10 gennaio 2016, dal ti-tolo “Quelli dell’Albero”.Di che si tratta? Ne parliamocon il presidente dell'associa-zione, Salvador De Stefano, eAnna Maria Covelli che curala comunicazione. Gli orga-

nizzatori sono i soci de l’Al-bero di Nicolas, associazionedi promozione sociale infor-malmente nata da un gruppodi amici a seguito della scom-parsa di Nicolas, avvenuta nel2010 a soli 13 anni. Pochigiorni dopo compagni e inse-gnanti piantarono nel giardinodella scuola un albero di ulivo,a rappresentare la volontà diricordare e prevenire: da alloral’associazione, poi costituitasilegalmente dall’ottobre 2012,ha continuato a crescere pro-prio come quell’ulivo, portan-

do sostegno apersone diogni età insituazionidi grandedisagio so-ciale. Adesempio inKenia, gra-zie anche al-la conoscenzadiretta di alcunimissionari, col pro-gramma di agricoltura so-stenibile nel distretto di Iria-murai o il contributo alla rea-

lizzazione di unanuova scuola

primaria. Suc-cessivamentel'azione del-l'associazio-ne si è spo-stata soprat-tutto qui in

zona 4, inte-ressandosi a

problematiche so-ciali sul territorio.

Ad oggi tanti sono stati glieventi caritatevoli offertidall’associazione in zona co-

me la consegna di pacchi-do-no a nuclei familiari in ristret-tezze o il Kit Primi Passi, uno“shopper” colorato contenentemateriale didattico di base, of-ferto ai figli delle famiglie indifficoltà della scuola primariaMarcello Candia e Pezzani.Molto apprezzati i concertininelle case di riposo per anzia-ni, con canzoni in milanese ei motivi più celebri degli anni'50-'70. Eccoli allora soprat-tutto nel periodo invernale allaRSA Virgilio Ferrari di via deiPanigarola, alla Maria Ausi-

liatrice di Rogoredo, alla Ge-rosa-Brichetto di via Mecena-te. E sempre più motivata nel-la sua causa, l’associazionel’Albero di Nicolas continueràa mettere radici in zona 4 an-che per il 2016: sono in pro-gramma altre manifestazioni,eventi e spettacoli di benefi-cienza che QUATTRO nonmancherà di segnalarvi.

Per saperne di più consultate ilsito www.lalberodinicolas.org

Luca Cecchelli

Venite a vedere cosa c’è sotto l’Albero di Nicolas

LA DOLCE VIA

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Il calcio è di gran lunga lo sport più popolareal mondo e da tempo non è più solo un gio-co. L’industria ad esso collegata infatti ge-

nera più di 50 miliardi di euro a livello plane-tario, senza contare l’enorme indotto che si por-ta appresso. È un fenomeno che coinvolge unnumero imprecisato di scienze che lo studianoe che impatta in ogni aspetto della vita collettivadei cinque continenti. Si passa dalle allegre compagnie di bambiniche con ogni mezzo e su ogni superficie pren-dono a calci un pallone fatto con ogni tipo dimateriale a raffinatissime indagini di marketingper spremere la gallina dalle uova d’oro. Studisul suo impatto sociologico a tutti i livelli si af-fiancano ad analisi ed iniziative di carattere eco-nomico con ovvie ed enormi ricadute su occu-pazione e pil di interi Paesi.Il gioco più amato è diventato insomma unafaccenda molto seria, spesso troppo. Non biso-gnerebbe mai dimenticare che l’essenza di qua-lunque sport è quella di promuovere il valoredell’esercizio fisico, del confronto alla pari, delrispetto dei vincitori ed ancor più dei vinti, dellalealtà, della conoscenza dell’avversario, del di-vertimento fine a se stesso. Accogliamo dunquecome una boccata d’ossigeno il recentissimovolume “Il Calcio 2.0”, pubblicato da FestinaLente Edizioni e scritto da tre autori provenientidal mondo della satira e della vignetta, che trat-tano la materia con ironia e leggerezza, comesi intuisce fin dalla copertina.Abbiamo approfondito la questione con uno deitre, Marco Fusi, che per di più abi-ta in zona Corvetto ed è quindi un“vicino di casa”.

Che storia professionale hannogli autori del libro? In partico-lare qual è il percorso di MarcoFusi?«Io inizio a disegnare nel 1986,fin da piccolo a scuola mi sono re-so conto che mi piaceva farlo e farridere, i diari di Jacovitti sono staticome un’ostetrica, hanno fatto na-scere il vignettista e umorista cheè in me. Ho cominciato a fare con-corsi di vignette riscuotendo dasubito qualche riconoscimento eho iniziato a pubblicare su testatenazionali, sia di satira che di hu-mor (enigmistiche specialmente);col tempo ho aggiunto anche l’at-tività di scrittore umorista; mia adesempio è una pagina sul diario diComix e dal 2011 sono responsa-bile della parte grafica del cam-pionato della bugia di Le Piastre(Pistoia).«Alfio Leotta, di Ancona, che hadisegnato una parte delle vignettedel libro, ha un passato da banca-rio ma disegna vignette anche luida sempre e ha già pubblicato libriumoristici. Biagio Panzani, di Ro-vigo, che ha fatto ritratti di calcia-tori nel libro, è un giovanissimoma già promettente illustratore».

Che rapporto ha (avete) con lazona 4? Occasionale oppure du-raturo? Come giudicate la qualità di vita cheoffre?«Un giorno, negli anni Ottanta, ebbi un flashguardando la sopraelevata mentre passavo pervia Martinengo verso piazzale Corvetto (alloraa doppio senso ); mai avrei immaginato che nel2000 ci sarei venuto ad abitare ( io che prove-nivo da “new milan”, cioè Nova Milanese ),esattamente in via Rosselli, nel quartiere Gri-

gioni. Mi ci trovo bene perché, per un paesano,ha il pregio di essere meno città, meno metro-poli ma con tutti i confort viari e il metrò ad unpasso e il verde dei campi a solo un chilometroo due».

Ci fa una breve descrizione de “Il Calcio2.0”? Come nasce l’idea? Con che finalità?Siete appassionati di calcio oppure avete so-lamente preso spunto da una passione per

eccellenza degli italiani? Ci dà un giudiziosull’attuale mondo del pallone e su chi vi ruo-ta intorno? Siete nostalgici o vi diverte comesempre?«Il calcio 2.0 nasce dalla mia passione calcisti-ca, ovviamente, non potevo non giocarci umo-risticamente parlando, e mi ha dato modo direalizzare una strip, quella dell’ultras, che è ungenere con cui non mi ero mai misurato.

L’intento è quello di far ridere in un ambientein cui a volte si è fin troppo seri, nonostante ilcalcio sia un gioco e me ne sono reso contoquando ho collaborato per un paio di anni al-l’inserto satirico GONG della Gazzetta delloSport, che spesso i lettori chiamavano prote-stando per le battute e le vignette a loro dire pe-santi sui propri idoli.Il mondo del pallone adesso è sicuramente trop-po esasperato e spezzettato, rimpiango con no-

stalgia i tempi in cui le partite sisvolgevano in contemporanea ladomenica e si stava incollati allaradio a sentire “Tutto il calciominuto per minuto”, e se eri ingiro con la fidanzata di nascosto,se vedevi uno con la radio, chie-devi del Milan, o dell’Inter, sottolo sguardo compatito di lei.Tutto è troppo preso sul serio, ilcalcio è lo specchio della società,non più collante e consolazionedelle masse, oggi divide più cheunire, e non esistevano le scom-messe, ma solo la più ingenuaschedina; ma forse dico questosolo perché viaggio verso i ses-santa.«Troppi soldi e troppi agenti, laspontaneità è andata persa. Rida-teci Nereo Rocco, o perlomenoCarletto Mazzone. Per fortunac’è il mio quasi compaesanoTrap, che ho conosciuto quandoero ragazzo. Come era da ragaz-zo così è rimasto, Giovanni Tra-pattoni. Ecco, uomini che noncambiano dopo cotanto successopallonaro non ce ne sono più, co-me le bandiere, del resto. Alzi lamano chi non ne sente la man-canza».

Vorrei anche un suo parere sul-lo stato dell’arte della satira,del mondo delle vignette umo-ristiche, dello stato dell’editoriae della libertà di espressioneoggi in Italia.

«Lo stato della satira? Uno stato di indigenza,verrebbe da dire. Rispetto a quando ho comin-ciato ci sono meno testate, meno spazio per isatirici ma sono cresciuti i vignettisti; devo direche io ho preso il testimone da vignettisti no-tevoli, la mia generazione è del tipo “ speriamoche me la cavo” e quella dei giovani non misembra ancora alla nostra altezza, ma il webnon può sostituirsi alla carta stampata, specie

come confronto e stimolo per migliorarsi.Anche i concorsi sono sempre meno, per viadei mezzi economici sempre tendenti al basso,peccato perché sono una ottima scuola, quandoi verdetti non sono pilotati.La libertà d’espressione in Italia è un po’ strana,c’è meno censura quando si fa battute sulla po-litica a livello nazionale che quando la si fa alivello locale dove i politici sono più suscettibili.In generale la satira non morde più. Anche leisi è rassegnata, addomesticata, addormentatada un tran tran che in Italia fa sì che la politicaè cosa non etica, lo vediamo tutti i giorni, ormaisiamo tutti assuefatti e vedo molti colleghi im-preparati, perché per fare satira di politica bi-sogna intendersene, bisogna averla frequentatafin da giovani, almeno un po’.«L'editoria è messa anche peggio, i piccoli edi-tori fanno fatica a mettere in mostra i loro libri,i loro autori, perché senza pubblicità oggi nonsi vende niente, neanche i sogni, o le emozioni,in questo campo vale l’ormai mitica frase diGino Bartali: “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da ri-fare”.«Per finire colgo l’occasione di ricordare la pre-fazione di Alberto Brandi, direttore di MediasetPremium, che conosco da sedici anni perché iosono un rvm, cioè montatore a Mediaset, e quin-di coi giornalisti dello sport ci lavoro ogni gior-no. Grazie ad Alberto che mi ha dimostrato at-tenzione ed amicizia con questo gentile omag-gio (in cambio non rivelerò per che squadra ti-fa)».E allora facciamocela una risata pensando algioco del calcio o perlomeno facciamoci strap-pare un sorriso da pubblicazioni come “Il Calcio2.0”, quello stesso sorriso che compare sul voltodi tutti i bambini del mondo non appena vedonoun pallone da prendere a calci.

Alberto Raimondi

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Di calcio si può ridere, parola di Marco Fusi

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«Fu mio nonno Co-stante ad aprire ilprimo negozio in

corso 28 Ottobre, 124 (l’odier-no corso Lodi ai tempi delVentennio n.d.r.) nel 1925 perpoi trasferirsi qui in via Cal-vairate avendo “fiutato” l’af-fare con l’apertura del Macel-lo». Così inizia a raccontarnela storia Silvano, il nipote, che

ha raccolto il testimone delmestiere dal padre Giulio.Un lavoro proseguito nel tem-po per poi conoscere tra glianni ‘70 e ‘90 la crisi, dovutaal fatto che i macellai milanesisono andati sparendo fagoci-tati dalla gran-de distribuzionee dalla chiusuradel Macello.Per entrambi, icoltelli, i ganciper appendere iquarti di bue oi prosciutti,quelli a quattroper appendere isalumi, eranoutensili richiestie Avalli era lì invia Calvairateper soddisfarnele richieste. «Leracconto unaneddoto – diceSilvano Avalli -. In cassaforte ho un gancio damacellaio che mio padre haconservato perché l’ultimo ri-masto di una partita, un ca-mion intero di ganci, che pen-sava di non vendere comple-tamente. Questo per dirle dellamole di lavoro che avevamoai tempi del Macello e dei ma-cellai».Altri due elementi hanno con-tribuito al calo delle vendite.

In primis i produttori che “sal-tavano” i rivenditori propo-nendosi direttamente agli uti-lizzatori e poi il “noleggio”dei coltelli ovvero la fornituraoggi da parte di aziende spe-cializzate ai macellai rimastidi un set di coltelli al soloprezzo dell’affilatura. Ovvero,vengono consegnati i coltellie dopo una decina di giorni (il

tempo massimo di “vita” diun’affilatura) sono ritirati e so-stituiti con un set affilato. Nébisogna dimenticare la scom-parsa del “muleta”, l’artigianoche girava per negozi e caseoffrendosi di riportare in vita

coltelli e forbici che non ta-gliavano più. «In Lombardia,Piemonte, Veneto, Liguria,non ci sono più questi artigia-ni – spiega Silvano -. Non c’èpiù la cura che l’artigiano po-neva nell’affilatura. Oggi èfatta a macchina, più veloce,ma la qualità non è eccelsa».Produttori italiani ce ne so-no ancora o ci si deve rivol-gere all’estero?

«Buoni prodotti li possiamotrovare ancora in Italia, ma secerchiamo qualità allora bi-sogna rivolgersi in Germaniao in Svizzera. Un tempo c’eraMontana, assorbita da una dit-ta svedese, e la Bufalo che hauna produzione limitata».La differenza tra un coltellodi ceramica e uno in accia-io.«Quello in ceramica ha diver-se caratteristiche positive: nonva affilato di frequente, nontrasmette sapori perché la la-ma liscia per il materiale conil quale sono costruiti non haimpurità. Però se cade si spez-za, ma un professionista dif-ficilmente si lascia scappareun coltello dalle mani».Oggi l’attività di Avalli si ri-volge per lo più al privato purfornendo ancora quei pochi“bechèe” rimasti (macellaioper chi non è nato a Milano)di coltelli piuttosto che affet-tatrici, bellissima quella rossain vetrina dal sapore antico,tritacarne, segaossi e deglistrani tubi che servono ad av-volgere gli arrosti nelle reti dicorda. «Un tempo abbiamoanche fabbricato strutture in-terne per le celle frigorifere»- precisa Silvano.Non avete mai pensato di

servire la ri-storazione?«Non siamoentrati in quelsettore, ci sonoaziende spe-cializzate perla fornitura al-berghiera oper la ristora-zione. Numerigrossi e grossecifre».Il futuro diAvalli purtrop-po è la chiusu-ra a maggio.Tra il trasferir-si verso il cen-tro cambiando

la tipologia della clientela echiudere, Silvano ha preferitola seconda e fra tre mesi Avallidal 1935, anzi dal 1925, ab-basserà le saracinesche. A ri-conoscimento del lavoro edell’impegno di quasi centoanni di attività è arrivata la tar-ga di bottega storica. Purtrop-po pochi mesi dopo che Giu-lio se n’è andato.

Sergio Biagini

Coltelleria Avalli dal 1935.Anzi dal 1925

Quasi centenaria l’attività di questo negozio storicofornitore un tempo delle macellerie milanesi e,

fino alla sua chiusura, del Macello comunale

I l nostro redattore, nonchèpresidente della Fondazio-ne Milano Policroma, ha

recentemente dato alle stampela sua ultima fatica letteraria,dedicata ad un tema familiarea chi lo ha seguito per tantianni sul nostro giornale: i bor-ghi.

Dopo i libri dedicati a quellidella nostra zona e della zonalimitrofa, Riccardo Tammarosi è cimentato con il tema alivello cittadino, realizzando,con la collaborazione del fo-tografo Roberto Visigalli, unvolume dedicato a tutti quei

borghi che, mediante progres-sive annessioni, hanno contri-buito e contribuiscono a co-stituire la città di Milano; diessi rimangono spesso i topo-nimi, trasferiti a quartieri ovie, ma ciò che pochi sanno,e che nel libro viene rimarca-

to, è che sul territorio esi-stono ancora numerosissi-

me testimonianze di questiborghi, sia come strutture via-rie che come edifici, siano es-si civili o religiosi. Il libro èdiviso in capitoli secondo icomuni che circondavano Mi-lano nel 1923, all’atto del loroaccorpamento al capoluogo e

conta più di centodieci foto-grafie a colori.Il libro prende in considera-zione i borghi principali traquelli presenti fuori dalla cer-chia dei Bastioni e all’internodell’attuale confine del Co-mune di Milano, enumeran-done ben settanta, e per ognu-no fornisce una succinta sto-

ria, la localizzazione e unabreve descrizione delle testi-monianze superstiti, accom-pagnata dall’apparato icono-grafico realizzato da Visigalli.Il libro è in distribuzione invarie librerie e nella sede diQUATTRO.

Antichi Borghi: il nuovo libro di Riccardo Tammaro e Roberto Visigalli

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

Negli anni ’50-’80 i bellissimi olmi se-colari che abbellivano Milano e tuttele capitali europee, furono decimati

a causa della “grafiosi dell’olmo”. Questamalattia, causata da un fungo e favorita daun coleottero del legno, determina il bloccodella linfa e la morte repentina degli indivi-dui coinvolti, in particolare il nativo olmocampestre (Ulmus minor). Per fare fronte aquesto flagello, nei decennii successivi, sonostate selezionate ed importate specie di olmiresistenti a questo fungo. Fra questi l’olmosiberiano (Ulmus pumila), pianta di origineasiatica molto simile all’olmo comune, madi dimensioni più modeste (raggiunge almassimo i 20 metri). Questa specie è statascelta non solo per la sua resistenza alle ma-lattie, ma anche per la sua alta adattabilità.Fra le sue caratteristiche, oltre le foglie den-tate asimmetriche, anche i frutti che si pre-sentano come piccoli noccioli secchi circon-dati da ali membranose che ne permettonola diffusione tramite vento.A Milano si possono ammirare facilmentequesti alberi. Per esempio ne esistono inbuon numero in via Salomone/Quintiliano,viale Forlanini, piazza Insubria, via Mar-tinengo. Altri esemplari segnalati sono invia Uccelli di Nemi, via Zante e viale Un-gheria. Dunque per i Curiosi di Natura nonci sono scuse.

L’olmo siberiano e la lotta alla grafiosi

La presentazione del libro nella nostra zona avrà luogo il19 febbraio alle ore 18

presso la Biblioteca Calvairate, via Ciceri Visconti 1

Intervengono:Stefania Aleni, Direttore QUATTRO

Angelo Mantovani, Presidente de Il Clavicembalo VerdeRiccardo Tammaro, Autore, Presidente Fondazione

Milano PolicromaRoberto Visigalli, Autore, Fotografo

Riccardo Tammaro - Roberto VisigalliAntichi Borghi della periferia milanese

Ed. QUATTRO - € 15,00

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memoria e creatività” tenuto da Alfredo Mariano Doddis. Il corso, già svolto lo scorso anno con grande partecipazione,si arricchisce quest’anno con nuovi esercizi-giochi per svilupparela creatività. Per informazioni potete rivolgervi direttamente alsignor Doddis allo 02 41271953 – cell. 328 0919344

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Il prossimo numero di

esce il giorno 2 marzo 2016

1731. PAROLE CROCIATE A SCHEMA LIBERO (Riccardo Tammaro)

ENI4MISTICAA cura della Fondazione Milano Policroma

ORIZZONTALI1. Viale dei Bastioni - Lo zio che personi-

fica gli USA2. Il secolo del vescovo Ambrogio - Bagna

il Piceno - Alessandria in auto - Fu fon-dato da Pierre de Coubertin

3. Via traversa di via Cellini - Lettera gre-ca

4. Iniziali del fisico Donati - Costruì caseeconomiche – Pronome personale

5. Precede fu - Via traversa di viale Corsi-ca

6. Dignità morale - Lo è la Gerenzana7. Fiume della Polonia8. Via che ospita la sede di QUATTRO9. La capitale della Libia - Indica decaden-

za da un ruolo

VERTICALI1. È loro dedicato un viale in zona piazza Dateo - Punto

cardinale2. Piazza nei pressi dell'Ortomercato3. Venuti al mondo4. Via traversa di via Tertulliano – L’indirizzo internet5. Esentato6. Lo è la torre nota come ciribiciaccola - Iniziali dell'avia-

tore Lilienthal7. Servono per volare8. Ravenna in auto - Iniziali del musicista Rota9. Odore - Venezia in auto10. Iniziali di una delle sorelle Gramatica - Il secolo delle

prime notizie su Cavriano11. Pianta affine alla cipolla 12. Preposizione articolata - Abbreviazione inglese di “cioè”

derivata del latino13. La roggia che serviva il Mulino Codòvero

1721. Soluzione

del numeroprecedente

La stagione musicale del-la Palazzina Liberty siarricchisce di una nuo-

va presenza, infatti fino all'8giugno si terranno concertimensili de La Risonanza, unensemble di musica barocca,fondato nel 1996 dal clavi-cembalista e organista FabioBonizzoni. Sei gli appuntamenti (il primoconcerto si è già tenuto il 21gennaio scorso) della stagionedi musica barocca su strumen-ti d’epoca "Vent’anni tra lenote", il prossimo dei qualisarà dedicato alla musica dacamera francese.La Palazzina Liberty diventacosì residenza artistica anchede La Risonanza, "una realtàmusicale d'eccellenza del no-stro territorio e ambasciatrice

in Italia e nel mondo della cul-tura e dell’arte milanesi", co-me sottolineato dall'Assessorealla cultura Filippo Del Cornonel corso della conferenza

stampa di presentazione dellastagione 2016. Una nuova of-ferta musicale per la nostrazona, che aggiungiamo al fittocalendario mensile.

Anche “La Risonanza” alla Liberty

Nel pomeriggiodell’11 genna-io 2016, si è

spento il grande fu-mettista, vignetti-sta e illustratoreFranco Oneta,nato a Casal-buttano nel1934 e resi-dente a Desen-zano dal 1965.Benvoluto da tutti,grazie alla suabontà e alla suamaestria nel disegno,aveva iniziato a lavorarenel mondo del fumetto sindall’età di 15 anni (personaggioTrottolo diventato poi Trottolino);ha collaborato proficuamente sindagli anni ‘50 con il Messaggerodi Padova e per la Francia (GALA-OR con sceneggiature di Gianluigi Bonelli) econ una specie di tarzanide (ZEMBLA con ol-tre 200 episodi), con il fratello Fausto, anch’eglidisegnatore, molto simile a lui nel tratto.Qualche anno fa, a proposito di quest’ultimo,mi aveva detto che si era fatto vivo dalla Fran-cia un editore chiedendogli l’autorizzazioneper una possibile ristampa: concessa, non neavea saputo più nulla e comunque l’editore siera volatilizzato. C’è da dire che ZEMBLA, altempo, aveva spopolato in Francia. Ha lavoratoper moltissimi anni per la San Paolo di Milano(Il Giornalino, Famiglia TV, GBaby) e ha con-vertito a fumetti svariati personaggi dei cartonianimati (Yoghi, gli Antenati, Scooby Doo e isuoi preferiti Pronipoti). Nel tempo, aveva pub-blicato oltre diecimila vignette sulla SettimanaEnigmistica. La scintilla che aveva provocato inarrestabileil fuoco del fumetto, tale da divenire in seguitola sua professione, era scaturita da un concorsoche il VITTORIOSO, il grande settimanale cat-tolico, aveva bandito subito dopo la guerra:Franco aveva solo 11 anni...Era riuscito ad acquistare, con orgoglio e moltisacrifici, negli anni d’oro, un vecchio casolarea Desenzano che era stato rimodernato sotto ledirettive della Sovrintendenza alle Belle Arti:ed è straordinario ora osservarlo, alla fine diuna lunga stretta stradina fra alti condomìnicon i suoi due caratteristici tetti a punta.Poiché mi è stato richiesto, nello stendere que-ste note, di descrivere un ricordo personale,non posso esimermi dal raccontare un episodiooccorso almeno otto anni fa... Mi recavo inquel tempo per lavoro una volta al mese a De-senzano e un pomeriggio mi venne in mentedi fargli un’improvvisata: ci sentivamo spessoal telefono ma erano alcuni anni che avevamodisertato manifestazioni umoristiche, per cui

era un bel pezzo che non ci vede-vamo. Dopo aver percorso len-

tamente quella stretta stradi-na, fermai l’auto davanti al

cancello: nel giardino era-no acciambellati e/o va-golanti quasi una dozzinadi gatti curiosi; dalla fi-nestra dello studio, per-plesso, Oneta mi osser-vava: sceso dall’autocon occhiali da sole, tac-cuino e lapis, suonai ilcampanello e gli fecicenno in maniera un po’brusca di uscire. Sulla

porta di casa chiese cosacercavo o cosa volevo (non

mi aveva riconosciuto!) al che,alzando il taccuino e agitando il tes-

serino verde del codice fiscale (alla ma-niera di Belushi), esclamai “Agenzia delle

Entrate, lei è il signor Oneta? Sì? Come mainon paga le tasse?” Bianco come un cencio,scese per aprire il cancello e dopo alcuni se-condi mi riconobbe, riprese colore e ci facem-mo un mucchio di risate per almeno un paiod’ore, ricordando i bei tempi andati e le varievicende fumettistiche...

Desenzano gli ha dedicato una grande mostra,aperta dal 17 gennaio, dal titolo “FRANCOONETA: viaggio nel mondo dei fumetti e del-l’illustrazione fra fantasia e spiritualità”.Si è spento un grande artista e soprattutto unuomo buono; ora il mondo è più povero.

Athos Careghi

Addio Franco Oneta

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11febbraio 2016

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La nuova associazione Vicinarte di via Tito LivioL’arte come terapia sociale è sempre più vicina

La ex lavanderia di via Tito Livio 31 a fiancoalla nuova redazione di QUATTRO, da gen-naio 2016, dopo quattro anni di chiusura, statornando a nuova vita. Merito di tre artiste:Roberta, Alexandra e Carola, diplomate al-l’Accademia di Brera e fondatrici dell’Asso-ciazione Vicinarte. Cos’è Vicinarte? Roberta: «Un nuovo spazioche nasce anzitutto dal bisogno di esprimercicome artiste: al termine del percorso accade-mico con le mie colleghe ho sentito che do-

vevo fare qualcosa di mio, anzi di nostro, perpromuovere la terapeutica artistica». Roberta spiega che uno stimolo viene dallasua tesi, progetto in collaborazione col repartodi oncoematologia del Policlinico di Milano:«Nelle sale d’attesa del day-hospital i pazienti,tutti maggiorenni, hanno lavorato su fogli dicarta: chi ha rappresentato le proprie ansie opaure, chi ha scritto, chi addirittura cucito».Titolo del progetto “Il Filo Rosso” «perchédal collage del lavoro di ogni paziente si ècreato un racconto fantastico “legato” appuntoda un filo rosso». Ora la tesi di Roberta è di-ventata una delle tre provvisorie esposizioniall’interno dello spazio di Vicinarte, insiemea quelle delle sue colleghe – una che coniugascultura e architettura, l’altra sulla manipola-zione del corpo tra tirocinanti e non-vedenti.«La mostra delle nostre tesi serve a spiegarecosa abbiamo fatto e cosa vogliamo fare: saràpiù facile introdurre la terapeutica artistica at-traverso queste nostre opere condivise». Inquesti progetti i partecipanti vengono invitatiad esprimere una parte di loro che rimane acomporre una finale opera collettiva e condi-visa. Con-dividere significa appunto divide-re-insieme: è in questo modo che ci si inseriscein quel contesto terapeutico in cui le energiedi ciascuno vengono profuse per un obbiettivoche non ha ambizioni personali.Non fatevi però trarre in inganno dalla parola“terapia” perché «non curiamo nessuno macrediamo fermamente nel potere terapeuticodell’arte. È utilissimo stimolare la creativitàdi ognuno, coltivando con ingegno e manualitàil rapporto con la materia, fonte di benefici in

tanti campi, non solo artistici». Da questo as-sunto l’arte diventa anche un modo per socia-lizzare: «Non vogliamo semplicemente avvi-cinare all’arte ma rendere le persone più vicineattraverso la creatività dell’arte». Forse difficile da spiegare, più facile da spe-rimentare: «Apriremo lo spazio il 27 e 28

febbraio con laboratori artistici gratuiti per

adulti e bambini e terremo aperto tutte le mat-tine allo scopo di diventare sempre più un cen-tro di aggregazione per la zona. In seguito ve-dremo quale sarà il grado di familiarità con lenostre proposte e definiremo la nostra offerta.Partecipando a bandi e collaborando anchecon altri artisti, musicisti, attori, associazionie strutture auspichiamo che la nostra APS (As-sociazione di Promozione Sociale) diventi lanostra occupazione definitiva». Per info e contatti [email protected] o3491625263.

Luca Cecchelli

Le proposte dell’Associazione MOSAIKO

Molte le proposte che l’Associazione MOSAI-KO presenterà alla cittadinanza della zona inquesto mese di febbraio, e, da come le de-scrive il suo presidente Tiziano Collinetti, sa-ranno eventi di grande spessore e piacevol-mente interessanti. Ve ne segnaliamo due.- Una mostra di vetrate artistiche dal tema “Ar-te di luce” realizzate con grande maestria daAlessandro Grassi (vedi finestra a parte). - Successivamente verrà proposta una mostradal titolo “Un padre… un amico... un fratello!”Per la serie “Testimoni, nel e del, nostro tem-po”, quindici quadri illustreranno la vita e leopere di don Giussani, fondatore di Comunio-ne e liberazione. L’allestimento sarà visitabileda sabato 13 a domenica 21 febbraio dalle 9alle 12 e dalle 16 alle 19 presso la chiesa diviale Corsica 68. A chiusura della mostra, do-menica 21 alle ore 18, per ricordarlo a 11 annidalla morte, verrà celebrata una messa e, a se-guire, “Noi lo ricordiamo così…” testimonian-ze di persone che hanno vissuto accanto al“don”. L’evento sarà visibile in diretta su in-ternet, all’indirizzo youtube/mosaikotv.Per gli altri eventi consultate il sito www.mo-saiko.org.

Vetrate artistiche in mostra

Da alcuni giorni sono esposte nella cripta dellachiesa di viale Corsica, una ventina di vetrateartistiche, realizzate dai Grassi. Una famigliadi maestri nella lavorazione e colorazione delvetro che operano da oltre cento anni, traman-dandosi di padre in figlio la tecnica e i segretiper realizzare autentici capolavori. Le vetrate da loro realizzate sono installate intutte le città più importanti della terra: catte-drali, edifici istituzionali, appartamenti privatisono illuminati dalla luce filtrata dalle vetratedei Grassi. Fino al 14 febbraio è possibile ammirare al-cune opere realizzate su disegni di Chagall,Aldo Carpi, Aligi Sassu, Trento Longaretti,Mario Rivetta, Eugenio Rossi: tutte installa-

zioni che suscitano stupore, meraviglia, spiri-tualità. Già numerose le scuole e i gruppi che si sonoprenotati per una visita guidata. Il maestroAlessandro Grassi, attuale continuatore del-l’opera del nonno e del padre Lindo, si è resodisponibile a illustrare e a introdurre i visitatoriin questa realtà che è “Arte di Luce”A seguito di questa esposizione, segnaliamoche il “maestro vetraio” Alessandro Grassi,s’impegna a realizzare e donare una vetrataprogettata da chi verrà indicato, da una appo-sita giuria, quale vincitore del concorso indettoe aperto a tutta la cittadinanza, avente per tema“O Luce che illumini il mondo”. Il regolamen-to del concorso lo si può trovare e scaricaredal sito www.mosaiko.org.L’esposizione è aperta fino al 14 febbraio nellegiornate di giovedì, venerdì, sabato e domenicadalle 16 alle 19.15, inoltre sarà aperta dalle10.30 alle12.45 della domenica.

Tài Jí - Qì Gōng Arte di lunga vita

Domenica 14 febbraio dalle 10 alle ore 11.30

presso OTTAVANOTA- via Marco Bruto 24 conferenza sul temaTài Jí - Qì GōngCome arginare lo stress con una disciplina cheviene dall’Oriente

Il Tài Jí Quán (T’ai Chi Ch’uan) e il Qì Gōng(Ch’i-Kung) sono due discipline interattive,anche se spesso sono proposte separatamente,per questo si preferisce usare la denominazioneTài Jí - Qì Gōng che meglio rappresenta la

pratica nella sua globalità.Il Tài Jí Quán è un’Arte Marziale Interna (NèiJiā), così definita in quanto si sviluppa forzainterna, anziché forza muscolare, grazie allapratica del Qì Gōng.Il confronto tra due persone si risolve quindiattraverso un dialogo del corpo invece che conuno scontro, questo grazie alla pratica di cop-pia Tuī Shǒu, letteralmente “spingersi con lemani”, parte integrante con la pratica a soloconsistente nell’esecuzione, con una lentezzamisurata, di una sequenza di movimenti, attaa simulare un combattimento con un nemicoimmaginario, per questo il Tài Jí Quán è anchedefinito “la boxe delle ombre”.

La conferenza ha lo scopo di introdurre la pra-tica attraverso l’esposizione dei meccanismiattraverso i quali si sviluppa il movimento in-terno e come questo influisca positivamentesu un’adeguata respirazione e quindi sullo statogenerale di salute.Questa disciplina è sempre stata tenuta in gran-de considerazione dalla Medicina TradizionaleCinese fin dai suoi esordi e oggi è riconosciutacome valido strumento di supporto alle terapieconvenzionali anche in molti Paesi occidentali. Saranno anche presentati semplici esercizi,atti a dimostrare praticamente l’efficacia diquesta disciplina, sia per il piano della rela-zione che per il benessere soggettivo.Oltre al relatore, M° Maurizio Gandini, par-teciperanno alcuni allievi che eseguiranno unabreve dimostrazione e potranno essere di sup-porto a coloro che desiderano esperire perso-nalmente questa pratica.Ai partecipanti verrà rilasciata una dispensariassuntiva della conferenza.

Entrata libera, è gradita la prenotazione: [email protected] - Maurizio Gandini cell.3493239070 - www.lairone.crdt.it

Il Sogno come ricerca interiore

Sono aperte le iscrizioni al corso Il Sogno come

ricerca interiore tenuto dalla dottoressa Ca-milla Boca, Psicologa - Psicoterapeuta, pressola sede di Ottavanota in via Marco Bruto 24.Al corso base per iniziare la conoscenza dei so-gni (ricordate la rubrica che aveva tenuto ladottoressa su QUATTRO?), seguirà “Il Labo-ratorio dei sogni” un incontro mensile per daremodo, a chi lo desidera, di approfondire la co-noscenza dei propri sogni, anche attraversol’ascolto dei sogni degli altri partecipanti.È possibile iscriversi in qualsiasi momento, es-sendo previsti più cicli di incontri che si svolge-ranno di sabato pomeriggio, dalle ore 15 alle 18.Per maggiori informazioni o iscrizioni, chia-mare la dottoressa Camilla Boca al numero329.9490134.

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12 febbraio 2016

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Nnostante l’interventodella Sopraintendenzadelle Belle Arti, tra il

1930 e il 1960 proseguironodi buona lena gli interventi didemolizione delle Mura Spa-gnole nei tratti compresi tra ilBastione di Porta Romana,viale Filippetti, viale Sabotinoe viale Beatrice d’Este. All’en-trata in funzione del serviziodi trasporto pubblico su gom-ma, la Stazione Funebre diPorta Romanaperse progressi-vamente la suafunzione e nel1926 l’infra-struttura passòdall’Ammini-strazione Pub-blica Comunalea l l ’ U f f i c i oTranviario Mu-nicipale e subitodopo all’Azien-da TranviariaMunicipale. In questo perio-do venne istitui-ta dal regimefascista l’OperaNazionale Do-polavoro, un or-ganismo di cuisi dovevano do-tare tutte legrandi aziendepubbliche e pri-vate con lo sco-po di “educare,divertire e forti-ficare” i dipen-denti. Di fatto doveva esseresvolta una capillare penetra-zione culturale di massa perdistogliere le menti di giovanie adulti da pericolose interfe-renze ideologiche provenientidal movimento operaio. Fucosì che anche all’interno

dell’ATM fu costituito il Do-polavoro Aziendale dandoglicome sede l’area della vecchiastazione funebre di Porta Ro-mana. Il deposito venne par-zialmente demolito, ampliatala palazzina liberty con la co-struzione del teatro-sala daballo al posto della tettoia deitram, conservandone tuttaviala struttura portante (pilastriin ferro e travi re ticolari di co-pertura). All’aspetto culturale

fu affiancato ovviamente an-che il culto del fisico dellapersona, per cui all’esternoerano praticate gare ginniche,partite di bocce, incontri dilotta greco-romana. Nel 1943alcuni locali furono adibiti amensa per gli impiegati e nel

1944 venne allocato lo spac-cio per la vendita di derratealimentari, gestito inizialmen-te dalla Cooperativa dei Tran-vieri e in seguito da funzionariaziendali iscritti al PNF. Neldopoguerra il teatro ebbe an-cora una apprezzabile fortunatanto da ospitare, negli anni’50 e ’60, numerosi attori,can tanti e musicisti di grandefama. Gli venne dato l’appellativo

di “Ragno d’Oro”,sia per la forma deimicrofoni del tem-po sia per una sta-tuetta in similororaffigurante un ra-gno, un premio as-segnato ai finalistidelle gare canoreche venivano orga-nizzate. Ma è so-prattutto ricordato,oltre che per alcuniincontri di boxe di-sputati da PrimoCarnera e per alcu-ni balletti di CarlaFracci (figlia deltranviere Luigi)agli inizi della suacarriera, come luo-go della mitica salada ballo dove al-meno due genera-zioni di dipendentiATM trascorseropomeriggi e seratedanzanti intrec-ciando amori e fa-miglie. Nel frat-

tempo all’esterno dell’area,immediatamente a ridosso delcomplesso e sotto lo stessoArco monumentale di piazzaMedaglie d’Oro (la vecchiapiazza Mercato), i binari ed irelativi tracciati furono ogget-to di modifiche per un croce-

via ed un traffico veicolareche si andava sempre più ap-pesantendo. La vecchia treno-via Milano-Lodi, come purela Milano-Pavia, furono sosti-

tuite da linee automobilistiche,prima extraurbane (autobuscon la livrea di colore blu) epoi suburbane (autobus con lalivrea arancione e fascia verdeRegione Lombardia). Scom-paiono anche i depositi co-struiti a suo tempo dalla T.I.P.(Tranvie Interprovinciali Pa-dane) ubicati in viale Blignye in viale Montenero/Laziodove veniva rimessato “elFanfullin”. Anche le linee tranviarie ur-bane subirono aggiornamentilungo le direttrici del corso diPorta Romana, di viale Mon-tenero, di viale Sabotino, diviale Filippetti e di corso Lodi,che durante il periodo fascista

si chiamava corso XXVIII Ot-tobre. In piazzale Medaglied’Oro venne modificato iltracciato dei binari ed i tramnon transitarono più sotto

l’Arco. Nel 1960 cessò il ser-vizio anche lo storico tram“Gibuti” sulla linea del 32 so-stituito dalla linea 84. Colle-gava piazzale Corvetto conpiazza Mistral/stazione FS diRogoredo, trasportando quo-tidianamente i lavoratori alleacciaierie Redaelli; era unavettura a trazione bidireziona-le perchè correva su binariounico. L’8 settembre 1981,sotto la Giunta presieduta dalsindaco Carlo Tognoli, inizia-rono in piazza IV Novembre(staz. Centrale) i lavori dellaLinea 3 (gialla) della metro-politana milanese. Questa li-nea, approvata in ConsiglioComunale il 17 ottobre 1977,

traeva spunto dalle indaginiOD (Origine/Destinazione)condotte da ATM sulla mobi-lità cittadina ed in particolaresulla necessità di collegare la

stazione FS di Rogoredo conla Stazione Centrale passandoper piazza Duomo. L’opera,inaugurata nel suo primo trattonel maggio 1990 e l’anno suc-cessivo verso San Donato, de-terminerà non solo la ridefini-zione del sistema di trasportourbano della nostra area, masoprattutto del sistema inter-regionale e delle linee subur-bane e comprensoriali che or-bitano attorno al poloLodi/Corvetto.

Nell’ultima puntata parleremodelle Terme di Milano e deigiorni nostri.

Giovanni Pola

Porta Romana: tra divertimento e mobilità/5

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Daniele Orlando, prima diret-tore del “famigerato” RollingStone di corso XXII Marzo e

oggi alla guida del Fabrique, è unodei personaggi che ha contribuito arendere speciale la nostra zona. A po-co più di un anno dall’apertura delnuovo locale di via Fantoli, QUAT-TRO è andato a fare un bilancio conun vero manager dell’intrattenimentomusicale la cui storia comincia 30 an-ni fa…

Daniele, a soli 41 anni sei un ap-prezzato e già storico organizzatoredi eventi musicali: a cosa lo devi?«La mia passione da quando avevo 10anni: la musica. Tutto comincia in unbar vicino casa a Bresso, dove abitavo:c’era un juke box e ogni volta che ve-nivano a cambiare i singoli in classi-fica mi regalavano i 45 giri sostituiti.Mia madre mi regalò poi un impiantoper fare il dj e dal 1989 cominciai alavorare come disc-jokey, ogni dome-nica pomeriggio, in quella che sarebbestata la discoteca Divina in via Mulinodelle armi: quando la frequentavo iosi chiamava New York City».

A quando risalgono i tuoi primicontatti con la zona?«A metà anni ‘80: mia zia lavoravacome custode in via Piolti De’ Bian-chi e io la domenica pomeriggio an-davo a trovarla. Mi portava a man-giare il gelato in corso XXII Marzo:ricordo che vedevo queste code in-terminabili di capelloni col chiodo difronte a un locale che si chiamavaRolling Stone. Un po’ stranito chie-devo “zia, cos’è quel posto?” e lei mirispondeva “Una sala concerti credo”;“Che brutta gente!” dicevo io riferen-domi a quei rockettari, che all’epocaneanche sapevo cosa fossero… e nep-pure quanto quel luogo sarebbe statodeterminante per la mia vita».

Torniamo alla musica e alla tua at-tività di disc-jokey…«La mia carriera in zona comincia alNew Magazine, un moderno disco-pub in viale Piceno: cercavano undisc-jokey e benché avessi solo 16anni mi presero. Il proprietario deitempi, notando il mio interesse per illocale, a poco a poco cominciò aspiegarmi come si controllavano gliordini che arrivavano dalle forniture,in che modo fare le spese o da dovesi partiva per organizzare una serata.Poi purtroppo si ammalò: e mentrecontinuavo a fare il disc-jokey nel1994, a 18 anni, mi trovai parallela-mente a portare avanti quell’attivitàcon 12 dipendenti. Fino al 2000: inquell’anno venni a sapere di un postovacante come direttore proprio inquella sala che vedevo da piccolo, ilRolling Stone. E fissai un appunta-mento col proprietario Maurizio Sal-vadori. La mia fortuna era che a quel-l’età ero già così come mi vedi, siaprofessionalmente che esteticamente(ironico): Salvadori era convinto diassumere un 35enne navigato e ram-

pante… e invece avevo appena com-piuto 22 anni».

Com’era la situazione quando seiarrivato alla direzione del RollingStone, oramai storico locale mila-nese definito “Il tempio del rock”?«Dagli inizi degli anni ’80 e fino aglianni ’90 era stato un vero locale diriferimento per il rock: ci sono passatiLou Reed, Iggy Pop, Joe Cocker, BobGeldof, Ramones e Oasis giusto pernominarne alcuni. Quando però arri-vai io nel 2000 in realtà di concertise ne facevano pochi. Li rilanciammocon le nuove band indie: Roy Paci, iBluebeaters o Modena City Ramblerse sul versante straniero i Muse, Creede Chris Cornell. Col mio team di col-laboratori siamo riusciti a riavvicinareil pubblico ai concerti, soprattuttograzie alla collaborazione con RockTv che nasceva in quegli anni. Il con-tenitore Rolling Stone solo come mu-sica dal vivo risultava però un po’ li-mitato e così usai la fama del localeper lanciare altri eventi. La serata conla discoteca rock cominciava a saperedi nostalgico così decisi di proporrealtri tipi di serate, ad esempio hip-hop, o quella con musica di tendenzachiamata “P Gold” (il Pervert d’oro):quello fu il mio primo approccio neiconfronti dei dj set internazionali. Al-lontanandosi dalle aspettative di unlocale considerato “il tempio delrock” minimo qualche insulto è statoinevitabile… Però poi ha funziona-to».

Ora sappiamo quale è stato il tuocontributo alla vita del locale. Cosaha portato invece alla chiusura delRolling Stone?«Diverse problematiche. Intanto al-l’alba degli anni 2000 ormai corsoXXII Marzo era diventato centro. Il Rolling Stone aveva la capienza le-gale di 2000 persone, ma in realtà po-teva contenerne anche di più: si parladi un pubblico di circa 3000 personeche cominciava ad entrare alle 21;quando il locale chiudeva si riversavanelle strade adiacenti e alle 6 di mat-

tina una massa di persone un po’ stra-nite dalla notte prima si mescolavainsieme a coloro che prendevano iltram per andare al lavoro. Altro pro-blema erano i decibel. Va consideratoche la struttura di partenza era quelladi un ex cinema: è molto difficile riu-scire ad insonorizzare una sala chenon è nata con appositi materiali in-sonorizzanti e le pezze funzionavanofino ad un certo punto contro le vi-brazioni. Poi il problema dei parcheg-gi durante le serate, accompagnate dalamentele continue. Tutto ciò avevasempre più allontanato gli organiz-zatori e di conseguenza le band. Eragià finita da un po’ la fortuna del lo-cale quando ha chiuso nel 2007, an-che se non sono mai stato d’accordoper la vendita, ma per una serie dimotivi non ho potuto fare altro che

abbozzare essendo socio di minoran-za. Voglio però essere positivo: hoimparato molto dal Rolling».

Quando ha chiuso definitivamenteil Rolling Stone? «Io sono uscito dal Rolling Stone 10anni fa, il 12 dicembre 2006, perchéin quello stresso anno fu rivendutoad Enrico Ravelli, colui che lo fondònel 1980, su cessione di MaurizioSalvadori. Rovelli lo tenne altri sei mesi ma noncredo che gli andasse così bene: al-lora decise di vendere alla proprietàdei muri che gli offrì una buona uscita

per poi edificarcisopra il palazzodell’attuale StoneTower. E fu cosìche nel 2007 co-minciarono i lavori.In quel dicembre2006 comunque ca-sualità volle cheebbi un contattoper rilevare i Ma-gazzini Generali divia Pietrasanta, fal-liti e chiusi già daun paio di mesi.Feci l’offerta al cu-ratore fallimentaree li acquistai facen-doli riaprire già nelgennaio del 2007,quindi un mese do-po la fine del Rol-ling Stone».

Restando all’intrattenimento mu-sicale in zona 4 e arrivando al 2014eccoci al Fabrique: come si collocanella tua carriera?«Come nel caso del Rolling Stone an-che questo luogo è inconsapevolmen-te entrato nella mia vita quando erogiovanissimo. Finita la terza media,prima di diventare disc-jokey, vennia cercare lavoro proprio qui dove citroviamo ora, come magazziniere: erala sede della Venus, il più grande di-stributore di CD nei punti vendita inItalia per le case discografiche mul-tinazionali più note all’epoca comela CGD, BMG, RCA, Columbia e Ri-cordi. E questo dove ci troviamo eral’ufficio della persona che mi licen-ziò: sì perché, lo ammetto, il lavorofisico non faceva per me. Quello fu

il primo approccio qui in via Fantoli,un segno del destino: e dopo moltianni, dopo il Rolling Stone e passan-do per l’esperienza dei MagazziniGenerali, sono tornato qui. Perché?Gli artisti che portavo ai Magazziniandavano talmente bene che il localenon riusciva più a contenere certi nu-meri di pubblico. Dovevo però con-tinuare a favorire gli artisti oppurechiaramente avrei dovuto farmi daparte, quindi, evitando ulteriori co-stosissimi affitti di sale, ero alla ri-cerca di un posto mio. E ritrovai que-sto capannone che, dopo la chiusuradella Venus circa 12 anni fa, oggi è

il Fabrique. Quando arrivai non c’eranulla, solo i muri perimetrali. Ho do-vuto rifare quasi tutto e in tempi re-cord: ho cominciato a maggio 2014e il 18 settembre l’ho inaugurato».

Una domanda forse intuibile: per-ché hai chiamato questo nuovo spa-zio Fabrique?«Sicuramente c’è un riferimento alfatto che si tratta di una ex fabbrica.C’è poi un motivo di marketing benpreciso: mi sarebbe piaciuto un rife-rimento alla discoteca Fabric di Lon-dra. Volevo proporre qui quel tipo dimusica per tutti gli affezionati che co-noscono quel mondo e insieme avereun riferimento anche all’elettronica,portandomi una fetta di pubblico deiMagazzini. E in più considerare ancheche questa attività potesse vivere diaffitti, feste aziendali o presentazionidi multinazionali. Ecco che mi vienein aiuto la lingua francese: qualchemese prima ero stato per la prima vol-ta in vita mia a Parigi e me ne ero in-namorato… e così mi venne “Fabri-que”: un nome semplice che suonabene, ricco di riferimenti e anche ele-gante, che piace anche alle aziende.Il tutto arricchito anche da un logomolto bello…et voilà!».

Non a caso il Fabrique ha vinto an-che il premio ONstage Award 2015.Qual è stato il bilancio del primoabbondante anno di attività?«Molto, molto positivo: francamentela situazione è stata più rosea delleaspettative. Il Fabrique si confermail risultato non solo delle mie capacitàgestionali ma anche di tutti i soci,promoter o presidenti di società im-portanti che rappresentano la musicadal vivo in Italia e che mi garantisco-no una fetta di mercato. E chiaramen-te di un team che mi porto dietro da15 anni».

Una regola d’oro in anni di attività?«L’economia musicale non ti permet-te di poterti affezionare a un settorespecifico. Bisogna essere trasversalima con intelligenza, sapendo chiospitare e cosa scegliere: è una cosache mi ha insegnato il Rolling Stone.Se riesci a scegliere solo gli artistimigliori sei ripagato. Mai dare nullaper scontato. Mai sottovalutare nientee nessuno». E finora il calendario del Fabriqueè stato ricco di eventi e nomi inter-nazionali da Noel Gallagher a Mi-ka. Anticipazioni sui prossimi nomidella stagione?«Ora a febbraio i Massive Attack, poiSubsonica, Luca Carboni e DireStraits Legacy (la formazione origi-nale della band senza Mark Knop-fler), ma anche Marracash, Loco Dicee altri dj set. Vi aspettiamo».

Leggi l’intervista completa a DanieleOrlando su www.quattronet2.it/le-nostre-rubri-che/le-nostre-interviste/

Luca Cecchelli

Dentro il Fabrique di Daniele OrlandoLa carriera di un professionista dell’intrattenimento musicale milanese

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14 febbraio 2016

MILANO CLASSICAPalazzina Liberty

Largo Marinai d’Italia

6 febbraio ore 21.00

MILANO CLASSICA Stagione da CameraMITI ANTICHI E MODERNIMusiche di W.A. Mozart, C. Galante, N. Pa-ganiniPiercarlo Sacco violinoAya Shimura violoncelloEugenio Della Chiara chitarra

12 febbraio ore 21.00

PIANOFRIENDSCHOPIN, VITA E OPERE ATTRAVERSO LE LETTERESergio Marchegiani piano

14 febbraio ore 10.45

SIMC-NOVURGIARIFRATTE IMMAGINI SONOREMusiche di C. Debussy, A. Gemelli, B.Puti-gnano, R. Schumann, G. Crumb, D. Anzaghi Giusy Caruso pianoforte

21 febbraio ore 10.45

MILANO CLASSICA Stagione orchestraleL’ARTE DELL’ARCOSplendori violinistici del Barocco europeoMusiche di A. Corelli, J.M. Leclair, P.A. Lo-catelli, A. Vivaldi

28 febbraio ore 10.45

AIMEZ VOUS BRAHMS?Intorno al Quintetto op. 34 di Johannes BrahmsConversazione concerto con LE CAMERISTEAMBROSIANE

LA RISONANZAPalazzina Liberty

Largo Marinai d’Italia

Giovedì 18 febbraio ore 20.30

AVEC NOBLESSE, ARDEUR ET… ABONDANCE Musica da camera in Francia: Clérambault, Ma-rais e Rameau ore 19.30 Chiacchiere e Bollicine: introduzioneal concerto con aperitivo

OTTAVA NOTAVia Marco Bruto 24 - Tel. 02 89658114

[email protected]

6 febbraio ore 21

ConcertoCARAVAGGIO, LA FOLLIA DEL GENIOFranz Silvestri, clavicembalo e voce recitan-teMusica di Johann Sebastian Bach, Letture ori-ginali del Sec. XVII - Ingresso a offerta libera

Domenica 7 febbraio ore 16.30

Rassegna FIABE MUSICALI: IL CARNEVALE DE-GLI ANIMALI

Pianoforte: Alessandro Nardin

Voce narrante: Monica Allievi

Progetto e testi: Alberto Tavazzi

Ingresso 5 €

Giovedì 11 e venerdì 12 febbraio dalle 8 alle 18

CENTRO LUDICO MUSICALE DI CARNEVALEPer bambini dai 3 ai 12 anni - Laboratori mu-sicali e creativi, attività ludiche e tanto altro -costo Giornaliero compreso pranzo € 25

Sabato 20 febbraio ore 16.30

LABORATORIO ARGILLA a cura di Silvia Spa-gnoliIngresso € 10

26 febbraio ore 21

THE MUSICAL BOX: PFM Premiata ForneriaMarconiGuida all’ascolto, storia e cultura della musicaprogressive in Europa e in Italia. Ingresso li-bero

27 febbraio ore 21

DA BACH AI BEATLESMarco Ravasio violoncelloMusiche di Bach, Vivaldi, Marcello, Bocche-rini, Mozart, Beethoven, Mendelssohn, SaintSaens, Ravel - musiche country, spirituals,blues, jazz, rock con Elvis e Chuck Berry, perfinire con la musica dei Beatles. Ingresso a of-ferta libera

Domenica 28 febbraio ore 16.30

Rassegna ALBERO MAGICO: MAGO MAX SHOW di e con Massimiliano Tortarolo in arte MagoMax - ingresso € 5

ARTEPASSANTE PASSANTE PORTA VITTORIA

Pagina fb: Spazio Artepassante Vittoria

2 – 23 febbraio

Gli SBUCATI Mostra collettiva del maestro Fabio Cuman Inaugurazione sabato 6 febbraio alle ore 18Più di 100 opere e 34 artisti a confronto

WOW MUSEO DEL FUMETTOviale Campania 12

Tel. 02 49524744/45 - www.museowow.it

Fino al 21 febbraio

Mostra-omaggio a Giuseppe LaganàSOGNI E CARTOON DI TUTTI I COLORIIngresso libero

Fino al 13 marzo

DALL’UNGHIA DI KALÌ ALL’ULTIMO BALABÙOltre 150 tavole originali di Romano Scarpa,il più grande artista Disney italiano.Ingresso 5 euro (ridotto 3 euro)

LAURA BULIAN GALLERYvia G.B. Piranesi 10

Fino al 25 marzo 2016

all’interno del complesso dei Frigoriferi Mila-nesiLA QUARTA PROSAArtisti in mostra Vyacheslav Akhunov (Uz-bekistan, 1948), Babi Badalov (1959, Azerbai-jan), Vlado Martek (1951, Croatia), DimitrijPrigov (1940-2007, Russia)A cura di Marco Scotini. Orari: da lunedì a ve-nerdì 15-19. Mattine e sabato su appuntamento

FONDAZIONE PRADALargo Isarco 2 - Tel. 02 5666 2611

[email protected]

Fino al 14 febbraio - Galleria Nord

RECTO VERSO Selezione di opere nelle quali gli artisti hannoconsapevolmente posto in primo piano l’ele-mento abitualmente nascosto, dimenticato otrascurato del retro del quadro.

Fino al 19 giugno - Podium e Cisterna

TO THE SON OF MAN WHO ATE THE SCROLL Nuovo progetto artistico di Goshka Macuga(Varsavia, Polonia) che nella sua ricerca arti-stica ricopre i ruoli normalmente distinti del-l’autore, curatore, collezionista, ricercatore eideatore di mostre. L’artista opera nel puntod’incontro tra discipline diverse come scultura,installazione, fotografia, architettura e design.

C|E CONTEMPORARYvia Tiraboschi 2/76 corte interna tel. 02 45483822 - 348 9031514

Fino al 14 febbraio 2016

Paradoxes & Liquid IdentitiesDouble solo show a cura di Viana Conti - vis-à-vis Tedman&Strand | Virginia MonteverdeOrari di apertura: mar-ven 14-18

MDA MILANO

6 febbraio - 6 marzo

presso artGallery di Grand Visconti Palace, via-le Isonzo 14ARTE E SOSTENIBILITÀMostra d’arte contemporanea - Inaugurazione:sabato 6 febbraio ore 18 con intervento criticodel professor Franco Migliaccio. I visitatori po-tranno assegnare preferenze a mezzo couponsreperibili in mostra, e a mezzo canali web incui ogni singolo utente potrà inviare una solapreferenza tramite apposito modulo on-line en-tro il 3 marzo. Oltre ai riconoscimenti per artistiespositori, fra tutti i votanti sarà assegnato perestrazione ‘artWeekend’, un artistico weekendper due persone in bioAgriturismo sul lago diGarda. La cerimonia di premiazione è previstail 6 marzo alle ore 18.

CINEFORUM OSCARVia Lattanzio 58

Le proiezioni si tengono il lunedì alle ore 15.15e alle ore 21 - Ingresso singolo € 5

8 febbraio: LA FAMIGLIA BELIERdi Eric Lartigau

15 febbraio: ORDETdi Carl Theodor Dreyer

29 febbraio:TRACKS Attraverso il deserto di John Curran

CINETEATRO DELFINOVia Dalmazia 11

CINEMACAFFE’ - Proiezioni alle ore 15.30

e 20.45 - ingresso 5 €

8 febbraio: NON ESSERE CATTIVOdi Claudio Caligari15 febbraio:

TUTTO PUO’ ACCADERE A BROADWAYdi Peter Bogdanovich 22 febbraio: SUBURRAdi Stefano Sollima29 febbraio: 45 ANNIdi Andrew Haigh

ASS. COOPERATIVA CUCCAGNA

CINEMA SOCIALE: la complessità del mondoe della società, dai diritti civili all’economia,dal razzismo alla criminalità.

Lunedì 8 febbraio

BREAKFAST ON PLUTO di Neil Jordan (2005)

Lunedì 22 febbraio

UNA VITA AL ROVESCIO di Rolando Colla (1998)

Lunedì 29 febbraio

LA PROMESSA DELL’ASSASSINO di David Cronenberg (2012)

CINECIRCOLO ACQUABELLAvia Cicognara 17 ang. via Goldoni

cell. 3281594126

Proiezioni mercoledì e giovedì ore 20.45.Quota iscrizione: 95 € per 30 film in cartello-ne

3 - 4 febbraio: THE IMITATION GAMEdi M. Tyldum10 - 11 febbraio: IL GIOVANE FAVOLOSO di M. Martone17 - 18 febbraio: DIPLOMACY-UNA NOTTEPER SALVARE PARIGIdi V. Schlondorff24 - 25 febbraio: SUITE FRANCESEdi S. Dibb2 - 3 marzo: MERAVIGLIOSO BOCCACCIOdei Fratelli Taviani

CINEFORUMMUSICA

MOSTRE

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15febbraio 2016

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 68 - tel. 02 49472369

3 - 7 febbraio THE QUIRINALdi Lia Tomatis - regia di Alberto Oliva

10 - 13 febbraio

ODIO EZRA POUNDdi Paolo Giorgio, con Emanuele Arrigazzi -regia di Paolo Giorgio

17 - 28 febbraio

VANIAIdeazione e regia Stefano Cordella

PACTA DEI TEATRITEATRO OSCAR

Via Lattanzio 58

23 - 26 febbraio

I PARENTI TERRIBILIdi Jean Cocteau - Regia di Annig Raimondi

TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli Tel. 333.5730340

4 - 7 febbraio

BARBABLU 2.0I panni sporchi si lavano in casa

di Magdalena Barile - regia di EleonoraMoro

17 febbraio ore 21

CAINO ROYALE con Andrea Bochicchio e Giovanni Longhin- di Domenico Ferrari, Rita Pelusio, Alessan-dro Pozzetti - Vincitore della Rassegna “Iteatri del sacro”

19 - 21 febbraio

SHAKESPEARE A PEZZIdi e con Omar Nedjari

27 - 28 febbraio

BELLA VITA E ALTRI VIAGGIRecital di teatro e canzoniTesti e regia di Alessandra Faiella

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - www.teatrooscar.it

Venerdì 5 febbraio ore 21

Cinespeciale MARE DENTROdi Alejandro Amenabar

Sabato 6 febbraio ore 21

Spettacolo di danza L’ALBERO DELLA VITAMusiche di P. Mascagni - Coreografie di Sal-vatore Guglielmo - Compagnia: DanzaTeatroOscar

Giovedì 18 febbraio ore 19-21

CONCERTOdi musiche di Bach e Saint Saens - Violon-cello: Yuriko Mikami

Domenica 21 febbraio ore 18

Cine Raga per ragazzi dai 12/13 anniGUARDIANI DELLA GALASSIAdi James Gunn

Sabato 20 e 27 febbraio ore 21

IMPRÒUna sfida-spettacolo senza copione che nascedai suggerimenti del pubblico, con due squa-dre di improvvisatori che si fronteggiano sulpalco.

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

Sabato 6 febbraio ore 20.45

Compagnia LA CRETASONNOdi Enrico Luttman - regia di Daniela Bor-ghetti

Venerdì 19 febbraio ore 20.45

Compagnia Teatrale Aresina

I MUTILATI DELL’ANIMABollettino della nostra Grande GuerraReading - narrazione e regia a cura di Et-

tore Cibelli

Sabato 20 febbraio ore 20.45

Compagnia Il Nuovo Teatro dei NoveHARVEYdi Mary Chase - regia di Iliana Bellussi

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

Fino al 14 febbraio

FRATELLI - Pièce per due attori maturi unpo’ sciupatidi Dorine Hollier - regia di Gianfelice Impa-rato

Fino al 24 febbraio

CASA DI BAMBOLAdi Henrik Ibsen - regia di Andrée RuthShammah

Fino al 7 febbraio

MEDEAdal romanzo di Christa Wolf - regia di Mauri-zio Schmidt

9 febbraio – 6 marzo

IL BALLOda Irène Némirovsky, con Sonia Bergamasco

16 – 28 febbraio

COCKdi Mike Bartlett, con Fabrizio Falco

25 – 28 febbraio

BULL di Mike Bartlett - regia di Fabio Cherstich

26 febbraio – 6 marzo

LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare - regia di Carlo Cec-chi - musiche di scena di Nicola Piovani

IL POLITEATROviale Lucania 18 - www.ilpoliteatro.org

13 febbraio ore 21

MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE

20 febbraio ore 21

PROVACI ANCORA CHEFCommedia brillante

27 febbraio ore 21

MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE

28 febbraio ore 16

FLAMENCO! Ballo Andaluso

MTM TEATRO LEONARDOVia Ampère 1/ piazza Leonardo da Vinci

2 - 14 febbraio

RIMBAMBAND: NOTE DA OSCARAutore e regia Raffaello Tullo

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel. 02 55181377

3 - 14 febbraio

UNO SGUARDO DAL PONTEdi Arthur Miller - Con Sebastiano Somma -regia di Enrico Lamanna

17 - 21 febbraio

COMIXdi Emiliano Pellisari, con NoGravity DanceCompany

24 febbraio - 13 marzo

MATTI DA SLEGARE di Axel Hellstenius, con Giobbe Covatta,Enzo Iacchetti - regia di Gioele Dix

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544

2 - 6 febbraio

CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?di Edward Albee - regia di Arturo Cirillo

11 - 20 febbraio

AMLETO DI WILLIAM SHAKESPEARERegia di Ninni Bruschetta

25 febbraio - 5 marzo

MASTRO DON GESUALDOdi Giovanni Verga - regia di Guglielmo Ferro

TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE

Via della Braida 6 - tel. 02 5462155

4 - 7 febbraio

LETIZIA FOREVERTesto e regia di Rosario Palazzolo - con Sal-vatore Nocera

11 – 14 febbraio

Teatrino Controverso PORTOBELLO NEVER DIES scritto e diretto da Rosario Palazzolo

18 – 21 febbraio

Sanpapié: LEIcon Lara Guidetti

23 febbraio

CINASKI CONTRO TUTTI di e con Vincenzo Costantino Cinaski e conMell Morcone al pianoforte

27 febbraio

BALERHAUSdi e con Teatro della Contraddizione e San-papiè e la Balerhaus orchestra

ASSOCIAZIONE 4GATTI

Presso PoliSala “Sianesi”- parrocchia “SacraFamiglia in Rogoredo”, via Monte Peralba 5Rassegna teatrale “Aeroplanini di carta”

Sabato 6 febbraio ore 21

Teatro del Corvo MACEDONIA

Sabato 6 febbraio ore 21

per gli adulti - Laura Pozone inLove is in the hair

TEATRO DELFINOPiazza Piero Carnelli - Tel. 333 573 0340

mail [email protected]

9 gennaio ore 16

IL BAULE DI PETER PANProduzione La Baracca di Monza - Testo e re-gia: Cinzia Ceruti - Età consigliata: 3-11 anni

TEATRO FRANCO PARENTIvia Pier Lombardo 14

[email protected]

6 febbraio - Café Rouge - ore 15 e 16.30

Compagnia Nuvole in tascaNUVOLE E CASEdi e con Serena Cazzola e Monica Barbato -Età 2 - 6 anni

20 febbraio - Café Rouge – ore 15 e 16.30

L’avventura di Ninocon Roberto Anglisani - Età dai 5 anni

27 febbraio – sala A come A - ore 15

Facciamo numeroCompagnia Associazione Ersilio M. - con Ot-tavia Leoni. Età dai 6 anni

5 marzo - Café Rouge - ore 15 e 16.30

La bella e la bestiaCompagnia Teatro Blu - testo e regia di SilviaPriori - Età 4/10 anni

ASSOCIAZIONE MAMU

Giovedi Grasso 11 febbraio 2016 dalle ore15 alle ore 18BABY DANCE, TRUCCA BIMBI, SPETTACOLODI MAGIAIn piazza Gabrio Rosa verrà installato il ‘ca-mion/palco viaggiante’ dell’Associazione MA-MU, che proporrà spettacoli di magie, anima-zioni, giochi, musica ed intrattenimento per tutti.

IL GIARDINO DELLE CULTUREvia Morosini ang. Bezzecca

Sabato 13 febbraio dalle ore 15.30 alle 17.30FESTA DI CARNEVALEAnimazioni e spettacoli, gara di mascherine,tortelli e chiacchiere

ASSOCIAZIONE ATTIVA ROGOREDO SANTA GIULIA

Sabato 13 febbraio dalle ore 15.30 alle ore 19.00SABATO GRASSO lungo via Cassinari Grandi e piccini saranno coinvolti in un con-corso che premierà le maschere più belle edoriginali, Sarà presente il camion/palco viaggiante del-l’associazione MAMU che offrirà spettacoli dimagie, animazioni, giochi, musica ed intratte-nimento per tutti.

TEATRO MARIONETTE COLLATEATRO SILVESTRIANUM

Via Maffei 29 - info e prenotazioni tel. 02 55211300

Sabato 27 febbraio ore 16.30Domenica 28 febbraio ore 15.00 e 17.30Teatro Colla compagnia marionette + attoriPETER PANdi James Matthew Barrie

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - www.teatrooscar.it

Sabato 20 febbraio ore 16 Cine bimbi: SHAUN VITA DA PECORA di Mark Burton e Richard Starzack - Per bam-bini dai 4/5 anni

Domenica 21 febbraio ore 11 CHE COS’E’ UNA SCENOGRAFIAI bambini avranno l’occasione di scoprire i luo-ghi segreti del teatro e conoscere gli strani per-sonaggi che lo popolano. Ingresso gratuito -Prenotazione obbligatoria età dai 4 anni

Sabato 27 febbraio ore 16LA SCORPACCIATA DEI COLORIRegia di Vera Di Marco - con Cecilia Gaipa,Paolo Pavesi, Luca Solesin. Dai 4 agli 8 anni.

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16 febbraio 2016

CENTRO INSIEMEvia dei Cinquecento 1

Sabato 6 febbraio ore 20.45 L’ONDA Un film di Dennis Gansel - Dedicato al “Gior-no della memoria”. Per non dimenticare

Sabato 27 febbraio ore 21 SANT’AMBROGIO VESCOVO Gruppo vocale I QUATTRO CANTORI - Lastoria di un grande uomo raccontata in imma-gini e canti

PARROCCHIA ANGELI CUSTODIvia Colletta 21

6 febbraio ore 20.30L’OSPITE GRADITO Commedia di Peppino De Filippo a cura dellacompagnia “Alta tensione”. Info: 02 55011625 - Ingresso gratuito

ABBAZIA DI MONLUÈ

domenica 7 febbraio ore 16In bici all’abbazia di Monluè per ascoltare l’Halleluja di Haendel gruppo vocale Karakorum diretto da Anna PavanOfferta libera a favore di La Grangia di Mon-luè, casa di prima accoglienza per rifugiati.Chi vuole raggiungere in bici l’abbazia di Mon-luè può unirsi al gruppo guidato da Fiab Ciclob-by, che si ritroverà alla fontana di Largo Marinaid’Italia alle ore 15. La partenza alle ore 15.15.

SPAZIO CLASSICAvia Ennio 32

Domenica 7 febbraio ore 18I concerti di Milano ClassicaTRIO CLASSICO DI MILANO

Musiche di Fanny Mendelssohn e Clara WieckSchumann - Ingresso libero

CONSORZIO AGRICOLOMANTOVANO

Sabato 13 febbraio Carnevale dei Contadini presso il mercato di piazza Santa Maria del Suf-fragio con spettacoli musicali e di intratteni-mento per bambini legati al Carnevale;

16 febbraio ore 21presso il Teatro Arca9 marzo ore 21presso il Teatro OscarUNA MELA PER TUTTIdue incontri pubblici per sensibilizzare la cit-tadinanza sul problema dello spreco del cibo.

ASS. LA NOSTRA COMUNITÀSabato 13 febbraio ore 20.30Palazzina Liberty. Largo Marinai d’ItaliaLE NOTE DEL CUORE Musiche d’amore e canti notturniValentina Pennino sopranoAnnibale Rebaudengo pianoforteConcerto, letture e mostra d’arte a favore diprogetti di inclusione sociale per la disabilità.Ingresso ad offerta libera

CELIMIl Centro Laici Italiani per le Missioni (CELIM)propone una mostra itinerante dal titolo:Da mangiarsi con gli occhi” – il racconto perimmagini della sovranità alimentareUn viaggio alla scoperta del mondo della sicu-rezza e sovranità alimentare, in un’ottica dieducazione alla cittadinanza mondiale, attra-verso 13 pannelli contenenti immagini e vi-gnette.Luoghi e date di svolgimento, negli orari diapertura delle strutture:

dal 16 al 22 febbraiopresso la Biblioteca Oglio

dal 23 al 29 febbraiopresso la Biblioteca Calvairate

dal 1° al 6 marzopresso il CAM Ponte Lambro

CENTRO CULTURALE ANTONIANUMCorso XXII Marzo 59/a

Sabato 20 febbraio ore 15.30LA VALLE DEI MONACIA cura di Mario QuadraroliDa Milano al Po, i percorsi spirituali dei pel-legrini sulla via Francigena tra abazie e vecchiborghi.

Sabato 27 febbraio ore 15.30PREMIO LETTERARIO XVI edizionePREMIAZIONEA tutti i presenti verrà data in omaggio una co-pia dell’antologia “Versi e parole”

ARTEPASSANTE PALAZZINA LIBERTY

26 febbraio presso la Palazzina Liberty di Largo Marinaid’ItaliaIo sono – conosci il mondo con l’arte e la culturaLa prima tappa vedrà come protagonista la cul-tura africana

dalle 16 alle 20.30 – lo chef Victoire, accom-pagnato dall’esperienza internazionale del cri-tico gastronomico e scrittore Carlo Spinelli,racconterà della cucina e dell’alimentazioneafricana.Ogni piatto – che si potrà degustare - sarà ac-compagnato da un brano musicale suonato dalvivo dal gruppo Bikutsi & Blues e da un rac-conto di Carlo Spinelli.

dalle 21 alle ore 23 – una vera onda colorataci trasporterà nel mondo dei tessuti e dei capid’abbigliamento africani, davvero moderni gra-zie alla fervida creatività della stilista Fokou

Touken Silvie - spettacolo musicale “Nanga-Kon” dell’Ensemble Couleurs du Monde.

GIARDINO DELLE CULTUREvia Morosini /Bezzecca

domenica 28 febbraio dalle 10 alle 13SCAMBIO LIBRI AL GIARDINO

CIRCOLO CULTURALE PAOLOBENTIVOGLIO

UNIONE ITALIANA CIECHI

28 febbraio ore 15.30 presso la sala Barozzi di via Vivaio 7VECCHIA AMERICA, NUOVO SWINGLe canzoni del Quartetto Cetra e di Gorni Kra-mer. Conduce il giornalista e musicologo An-drea Pedrinelli - Saranno presenti: Memo Re-migi, piano e voce - Gianni Coscia, fisarmo-nicista - Silvia Zaru, piano e voce, coro Poli-fonico Libercanto, Direttore Mario Goiventù.Tra gli ospiti d’onore hanno dato la loro ade-sione: Laura e Teresa Gorni (figlie di GorniKramer); Franca De Filippi (figlia di Bruno DeFilippi ) e molti altri.

ASS. CULTURALE LOCUS DI POESIA

Domenica 28 febbraio ore 18 presso la Palazzina Liberty di Largo Marinaid’ItaliaMIPORTAPOESIA ALLA LIBERTYUn evento di poesia-teatro musica dedicato aCarlo ed Antonio Porta, interpretata dall’attoreMario Bertasa, accompagnato da un commentomusicale dal vivo e “contrappuntato” da filmatiche vedranno come interpreti alcuni tra i piùimportanti poeti italiani contemporanei: FrancoLoi, Edoardo Sanguineti, Andrea Zanzotto. Ver-rà inoltre allestita un’esposizione di pannellidal titolo Mi Porta Poesia che in seguito verràallestita nelle Biblioteche di Zona 4.

EVENTI