Convegno “Cir olazione ed impatto dei patogeni enterii in...
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Convegno
“Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italia”
Roma, 18 ottobre 2018 Auditorium Biagio d’Alba – Ministero della Salute
organizzato da
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Dipartimento Malattie Infettive
Focal Point Italiano dell’Autorità Europea per la Sicurezza degli alimenti EFSA e
MINISTERO DELLA SALUTE Direzione Generale degli Organi Collegiali per la Tutela della Salute - Ufficio 3
Caratterizzazione di ceppi di Clostridium difficile di origine umana e animale
Fabrizio Barbanti e Patrizia Spigaglia Dipartimento Malattie Infettive - Istituto Superiore di Sanità - Roma ([email protected])
Introduzione e scopo
Le infezioni da Clostridium difficile (CDI) si collocano tra le infezioni emergenti a livello mondiale e sono attualmente la principale causa di diarrea infettiva in ambito ospedaliero. Recentemente si è registrato un aumento del numero e della gravità dei casi di CDI non solo in ambito ospedaliero ma anche in ambito comunitario. Questo cambiamento epidemiologico è stato associato alla emergenza di ceppi con caratteristiche di elevata virulenza che sono stati identificati anche in diverse specie animali, come l’RT078. In questo studio abbiamo confrontato le caratteristiche di ceppi di C. difficile umani e animali per valutare un possibile overlap dei ribotipi.
Materiali e metodi
Sono stati analizzati 831 ceppi di C. difficile umani e 151 animali (da allevamento e non) ricevuti o isolati presso il reparto Antibiotico Resistenza e Patogeni Speciali (ARPS) dell’Istituto Superiore di Sanità dal 2006 al 2016. I ceppi sono stati tipizzati tramite PCR-ribotyping e analizzati per la sensibilità agli antibiotici tramite il metodo della diluizione in agar.
Risultati
Conclusioni
I dati ottenuti dimostrano che ceppi di C. difficile appartenenti agli stessi RT possono essere identificati sia nell’uomo che negli animali, fornendo un’ ulteriore prova a supporto di una possibile trasmissione zoonotica di questo patogeno.
La maggior parte dei ceppi analizzati presenta resistenza o multi-resistenza ad antibiotici. L’uso di particolari classi sembra avere un ruolo importante nella diffusione degli RT epidemici, sia a livello locale che globale, come sembrano indicare recenti studi sulla evoluzione genomica di questo patogeno.
31 RT comuni inclusi 018, 078, 014, 020
• 94 diversi RT sono stati identificati nei ceppi umani e 60 nei ceppi animali. • In entrambi i gruppi sono stati identificati RT riconosciuti come altamente virulenti (tra i quali
018, 027, 078). • 31 RT sono risultati comuni ai due gruppi, inclusi la maggior parte degli RT predominanti.
RT predominanti : RT predominanti:
0
50
100
Uomo Animali
Sensibilità agli antibiotici (%)
Ceppi R Ceppi MDR Ceppi S
• Il 75% dei ceppi (sia di origine umana che animale) era resistente ad antibiotici, in particolare a eritromicina, clindamicina e moxifloxacina.
• I ceppi MDR rappresentavano il 62% e 24% del totale dei ceppi umani e animali, rispettivamente. Questi ceppi appartenevano principalmente agli RT predominanti nei due gruppi
018 (27%), 607 (17%), 027 (7%), 078 (6%), 014 (4%)
569 (15%), 078 (13%), 010 (9%), 014 (9%), 020 (5%)
Tabella 1. Ricoveri ordinari dovuti a campilobatteriosi, infezioni da E. coli enteroemorragico e yersiniosi, 2012-2016
Obiettivi dello studio Avere un quadro generale della situazione epidemiologica in Italia.
Materiali e Metodi I codici utilizzati erano: ICD-9-CM 008.43 - “Infezione intestinale da Campylobacter”, 008.04 - “Infezione intestinale da E. coli enteroemorragico”, 008.44 - “Infezione intestinale da Yersinia enterocolitica”, in uno dei sei livelli di diagnosi (diagnosi principale o secondaria). Per i pazienti ricoverati più di una volta il numero dei casi è stato ottenuto considerando solo il primo ricovero.
Risultati
Conclusioni L’utilizzo delle SDO consente, con tutti i limiti che questo sistema di informazione ha, di avere una visione generale della situazione nazionale. Ad esempio, il dato dei decessi ottenuto attraverso le SDO non è indicativo dell’effettiva causa, informazione che è disponibile solo dai dati di mortalità. Ulteriori approfondimenti potrebbero essere svolti sulle co-morbidità e sui fattori predisponenti/aggravanti l’infezione o su aree geografiche di particolare interesse.
Ricoveri ospedalieri da Campylobacter, E. coli e Yersinia in Italia dal 2012 al 2016
Bellino S., Pezzotti P., Busani L., Graziani C.
Dipartimento di Malattie infettive, Istituto Superiore di Sanità
Autore a cui indirizzare la corrispondenza e-mail: [email protected]
Tabella 2. Persone ricoverate per classi di età e genere, anni 2012-2016
Classe d’età
Campilobatteriosi E. coli
enteroemorragico Yersiniosi
Anni n % n % n %
<1 372 6.8 11 9.0 9 6.5
1-4 1,044 19.2 52 42.6 21 15.1
5-14 1,055 19.4 32 26.2 31 22.3
15-24 502 9.2 5 4.1 12 8.6
25-44 539 9.9 2 1.6 22 15.8
45-64 555 10.2 9 7.4 21 15.1
≥65 1,371 25.2 11 9.0 23 16.6
Totale 5,438 100.0 122 100.0 139 100.0
Patogeno N.
ricoveri
Mediana giorni
degenza (IQR)
N. decessi
Persone ricoverate
(casi)
Incidenza media (X 1000000)
Campilobatteriosi 5522 5 (3-8) 27 5438 18,0
E. coli enteroemorragico 126 6 (4-9) 2 122 0.4
Yersiniosi 144 7 (4-12) 2 139 0.5
0
200
400
600
800
1000
1200
2012 2013 2014 2015 2016
N. r
ico
veri
Campilobatteriosi
E. coli
Yersiniosi
Andamento dei ricoveri ordinari dovuti a campilobatteriosi, infezioni da E. coli enteroemorragico e yersiniosi, 2012-2016
Tabella 1. Ricoveri ordinari in Italia dovuti a infezioni da Salmonella
Anno N. Ricoveri
Mediana giorni di
degenza (IQR)
N. Decessi
Persone Ricoverate
(casi)
Tasso di incidenza (per 100000)
2012 3744 6 (4-9) 58 3653 6.2
2013 3566 6 (4-9) 62 3472 5.8
2014 3294 6 (4-10) 54 3195 5.3
2015 2923 6 (4-10) 57 2848 4.7
2016 2972 6 (4-10) 51 2887 4.8
2012-2016 16499 6 (4-10) 282 16055 5.3
Introduzione
La salmonellosi continua ad avere un impatto importante sulla salute
pubblica.
Obiettivi dello studio
Seguire nel tempo l’andamento della malattia ed avere un quadro
generale della situazione epidemiologica in Italia.
Materiali e Metodi
I dati analizzati sono relativi ai casi di salmonellosi umana raccolti
attraverso le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) dal 2012 al
2016. Sono state incluse tutte le SDO con codice ICD-9-CM 003.X
(“Altre infezioni da salmonella”) in uno dei sei livelli di diagnosi
(diagnosi principale e fino a 5 diagnosi secondarie). Sono stati
estrapolati tutti i ricoveri in regime ordinario, inoltre è stata riportata
la durata mediana dell’ospedalizzazione (con l’intervallo interquartile
- IQR) e il numero di decessi registrati. Per i pazienti ricoverati più di
una volta il numero dei casi è stato ottenuto considerando solo il
primo ricovero ed è stata calcolata l’incidenza annua e l’incidenza
media del periodo 2012-2016, considerando come denominatore la
popolazione Italiana per anno (dati ISTAT).
Tabella 2. Persone per classi di età e genere ricoverate per salmonellosi in Italia, anni 2012-2016
Risultati Dal 2012 al 2016 sono stati registrati 16499 ricoveri da Salmonella,
con un numero di persone ospedalizzate pari a 16055 (Tabella 1). Numero assoluto e incidenza sono progressivamente diminuiti,
passando da 3653 nel 2012 a 2887 nel 2016 come numero di casi, e da 6.2 a 4.8 per 100000 abitanti come incidenza (Tabella 1).
Il numero medio annuo di decessi è stato pari a 56 (range 51-62). La mediana del periodo di degenza è stata di 6 giorni (IQR 4-10). La distribuzione per età dei ricoveri è risultata simile per maschi e
femmine (Tabella 2). La classi di età più estreme, ≥65 anni (32.9%) e 0-4 anni (29.9%),
hanno presentato il maggior numero di casi (Tabella 2).
Conclusioni In Italia, i dati disponibili dal sistema ufficiale di notifica sono frammentari nello spazio e nel tempo. L’utilizzo delle SDO consente, con tutti i limiti, di avere una visione generale della situazione nazionale. Negli ultimi anni si è osservato una generale diminuzione dei ricoveri per infezioni da salmonella, tuttavia ulteriori approfondimenti potrebbero essere svolti sulle co-morbidità e sui fattori predisponenti/aggravanti l’infezione o su aree geografiche di particolare interesse.
Classe d'età Maschi Femmine Totale
0-4 2498 28.2 2300 31.9 4798 29.9
5-14 1781 20.1 1211 16.8 2992 18.6
15-44 737 8.3 627 8.7 1364 8.5
45-64 969 10.9 645 9.0 1614 10.1
≥65 2866 32.4 2421 33.6 5287 32.9
Totale 8851 100.0 7204 100.0 16055 100.0
La salmonellosi nell’uomo: dati relativi alle dimissioni ospedaliere in Italia, anni 2012-2016 Stefania Bellino, Patrizio Pezzotti, Luca Busani, Caterina Graziani
Autore a cui indirizzare la corrispondenza e-mail: [email protected]
Silvia Bonardi1, Clotilde Silvia Cabassi1, Giovanni Pupillo1, Gerardo Manfreda2, Frederique Pasquali2, Federico Pia1, Rossella Magnani3, Enrico Fiaccadori4 - 1 Università di Parma, Dip. Scienze Medico-Veterinarie, 2 Università di Bologna, Dip. Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, 3Azienda USL di Parma, Servizio
Veterinario, 4 Università di Parma, Dip. Medicina e Chirurgia
SCOPO DEL LAVORO: In un’ottica di One Health, ci si è prefissi di individuare tra pazienti ospedalizzati e bovine da latte del territorio parmense eventuali escretori di stipiti di Klebsiella pneumoniae produttori di carbapenemasi (Carbapenemase producing= CP).
Isolamento di stipiti di Klebsiella pneumoniae produttori di carbapenemasi da pazienti ospedalizzati e bovini da latte in Emilia-Romagna
Gene Carbapenemasi Protocollo analitico
blaKPC KPC (classe A)
PCR simplex (da Poirel et al., 2011)
blaVIM VIM (classe B)
blaNDM NDM (classe B)
blaOXA-48 OXA-48 (classe D)
PCR per geni produttori di carbapenemasi
Lo studio conferma l’isolamento di stipiti di CP-K. pneumoniae provvisti di geni per la sintesi di carbapenemasi KPC, VIM e OXA-48 da pazienti ospedalizzati affetti da patologie renali acute o trapiantati. Si segnala, per la prima volta in Italia, l’isolamento di CP-K. pneumoniae positiva per il gene blaKPC da bovini da latte, a conferma della sua diffusione al di fuori del comparto umano, con possibili implicazioni inerenti la sicurezza alimentare.
Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italia Roma, 18 ottobre 2018
Metodo analitico per l’isolamento di CP-K. pneumoniae
Campioni clinici umani (urine)
Tamponi rettali di bovino
Semina in TSB 37°C per 24 h
Semina in TSB + Meropenem
37°C per 24 h
Brilliance CRE agar
37°C 24-48 h
Fonte specie N° positivi
Prevalenza CP-K.pneumoniae
Urine uomo 16/183 8,7%
Feci bovino 2/300 0,7%
Nel 2017-2018 sono stati analizzati: • 300 campioni di URINE di 183 pazienti nefropatici ad elevato rischio di infezioni
da multi-resistenti (insufficienza renale acuta in terapia intensiva, trapiantati renali) - Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma
• 300 tamponi rettali di 300 bovine da latte macellate in provincia di Parma
MacConkey agar + Meropenem 37°C 24-48 h
Materiali e metodi
Risultati
Kirby-Bauer test e MIC per Meropenem (EUCAST screening cut off > 0,125 µg/ml)
Conclusioni
K. pneumoniae Carbapenemasi
Uomo
KPC o VIM
KPC e VIM
KPC, VIM e OXA-48
Bovino KPC
Materiali e metodi
Brilliance CRE
Kirby-Bauer test
Dipartimento di Medicina e Chirurgia - Università di Parma
Introduzione
Materiali e metodi
Risultati
Referenze
Discussione
Epidemiologia delle gastroenteriti nella popolazione adulta e pediatrica nell’area di Parma. Adriana Calderaro, Mirko Buttrini, Sara Montecchini, Monica Martinelli, Silvia Covan, Sandra Larini,
Francesca Ferraglia, Federica Pinardi, Paolo Montagna, Maria Cristina Arcangeletti, Flora De Conto, Carlo Chezzi.
FA-GP è risultato positivo in 1332 campioni (52,6%): in 919 (69%) erano presenti singoli agenti mentre in 413 (31%) agenti multipli, per un totale di 1890
agenti. Quelli più comunemente rilevati sono stati E. coli enteropatogeno, rotavirus, norovirus e sapovirus, tra i pazienti pediatrici, e Campylobacter, E. coli
enteropatogeno, norovirus e E. coli enteroaggregante, tra i pazienti adulti (Fig. 1). FA-GP ha rilevato 1101 agenti (488 dei quali identificati come singolo
patogeno) non inclusi nel sospetto clinico (Fig. 2). La percentuale di recupero dei metodi convenzionali è stata del 40,8% per i batteri, del 34.2% per i virus e
del 68,2% per i parassiti (Tabella 1). Enterovirus è stato rivelato nel 7,9% (198/2508) dei campioni esaminati, come unico agente in 75 casi.
La gastroenterite acuta è una delle principali cause di morbilità e
mortalità nel mondo, soprattutto nei bambini; tuttavia, i metodi
diagnostici convenzionali per il rilevamento di patogeni enterici
richiedono tempo, sono laboriosi, spesso mancano di sensibilità e
specificità lasciando casi non diagnosticati. Questo studio riporta
un quadro epidemiologico condotto in un periodo di 2,5 anni degli
enteropatogeni rilevati in tutti i pazienti pediatrici con
gastroenterite, di sospetta origine batterica e/o virale, ed in una
selezione di pazienti adulti con enterite.
2532 campioni di feci (2128 pediatrici, 1651 italiani e 477 stranieri,
1420 ricoverati e 708 ambulatoriali, età media 4 anni; 404 adulti,
363 italiani e 41 stranieri, 236 ricoverati e 168 ambulatoriali, età
media 37 anni) di pazienti con sospetta infezione batterica o
virale, sono stati esaminati mediante FilmArray® Gastrointestinal
Panel (FA-GP) e, quando possibile, microscopia elettronica (1590)
per la rilevazione di virus e un saggio di real-time PCR per
enterovirus (2508). I campioni risultati positivi per batteri e
parassiti sono stati sottoposti anche a metodi diagnostici
convenzionali e/o molecolari specifici.
Il saggio FilmArray ha rivelato un elevato numero di campioni
positivi, contribuendo a ridurre almeno nella misura del 19,3% i
casi di gastroenterite ad eziologia non nota. Questi casi infatti
sarebbero rimasti ad eziologia sconosciuta se la diagnosi si fosse
limitata esclusivamente al sospetto clinico (batterica/virale). Il
saggio FilmArray ha mostrato un’elevata frequenza di infezioni
miste (maggiore nei bambini che negli adulti) evidenziando la
difficoltà nel predire un'eziologia specifica e nella selezione di
saggi appropriati per il rilevamento di patogeni, come dimostrato
dall'elevato numero di agenti inattesi rivelati. Nelle gastroenteriti
pediatriche i virus sono gli agenti più frequentemente riscontrati,
rotavirus e norovirus sorprendentemente seguiti da sapovirus (non
ricercato prima dell’introduzione del saggio FA-GP), mentre negli
adulti l’agente più frequentemente riscontrato è stato
Campylobacter sp. Va sottolineato che nonostante i DEC (ed
EPEC in particolare) rappresentino gli agenti enterici più
frequentemente riscontrati (30,2%), essi sono principalmente
coinvolti nelle infezioni miste (64,9%), rendendo difficile stimare la
rilevanza clinica di questi agenti e il loro contributo alla malattia.
Inoltre, non è chiaro se il rilevamento di C. difficile, in particolar
modo nei pazienti pediatrici, rappresenti una vera infezione o sia
indicativo di una colonizzazione asintomatica come
frequentemente riportato nei bambini con comorbilità. Sebbene
FilmArray risenta di costi elevati per i reagenti (circa 140 € /
campione), il rilevamento simultaneo di diversi agenti in un singolo
test rapido (1 ora) e semplice (2 min di preparazione) ha
permesso di estendere la gamma di agenti patogeni rilevabili,
migliorando il tempo di risposta, la gestione clinica, fornendo un
quadro completo dell'eziologia della malattia e, grazie alla
disponibilità in poche ore di un risultato e del corrispondente
referto, una riduzione dei costi di ospedalizzazione (> 500
€/giorno).
Calderaro A, Martinelli M, Buttrini M, Montecchini S, Covan S, Rossi S, Ferraglia F,
Montagna P, Pinardi F, Larini S, Arcangeletti MC, Medici MC, Chezzi C, De Conto F.
Contribution of the FilmArray® Gastrointestinal Panel in the laboratory diagnosis of
gastroenteritis in a cohort of children: a two-year prospective study. Int J Med Microbiol.
2018, 308(5):514-521
1332 campioni positivi mediante
FA-GP
919 (69%) infezioni singole
413 (31%) infezioni miste
1890 agenti identificati mediante
FA-GP
Positive; 1332; 53%
Negative; 1200; 47%
1 Agent 69.1%
2 Agents 22.3%
3 Agents 7.2%
4 Agents 0.8%
5 Agents 0.6%
33 55
37 50
14 14 24 19
9 2 5 6 6 1 1 1 1
165 143
115 102
92 70 54
54
39 29 21 24 17
11 10 7 4 1
1
87
23
48 39
24
34 40
14
29
21 14 7 12
10 4 8 3 2
28
5
26 23
6 23 39
2 15
7 13 3 18
6
5 5
3 1 1 0
50
100
150
200
250
300
350
N°
di c
asi
<1 anno 1-5 anni 5-14 anni >14 anni
Fig. 1. Agenti rivelati mediante FA-GP distribuiti per classi di età
EAEC: Enteroaggregative E. coli
EPEC: Enteropathogenic E. coli
STEC: Shigatoxigenic E. coli
ETEC: Enterotoxigenic E. coli
EIEC: Enteroinvasive E. coli
Dipartimento di Medicina e Chirurgia - Università di Parma
Epidemiologia delle parassitosi intestinali in un'area non endemica in un periodo di 13 anni.
Adriana Calderaro, Sara Montecchini, Mirko Buttrini, Sabina Rossi, Federica Motta, Maria Loretana Dell'Anna,
Marco Maria Antonaci, Maria Cristina Arcangeletti, Flora De Conto, Carlo Chezzi.
Sebbene la prevalenza di parassitosi intestinali sia
maggiore nei paesi in via di sviluppo, queste sono frequenti anche nei
paesi industrializzati probabilmente a causa dei viaggi e/o
immigrazione/adozione in/da aree endemiche e della circolazione globale
degli alimenti. Scopo di questo studio è stata la valutazione in un periodo
di 13 anni dell'epidemiologia delle parassitosi intestinali in pazienti italiani
e stranieri, ricoverati e ambulatoriali presso l'ospedale di Parma.
Introduzione
Risultati Parassiti intestinali sono stati rilevati in 4.035
pazienti (prevalenza del 18,2%), i cui dati demografici sono riportati in
Figura 1. I sintomi/segni più frequenti riscontrati nei pazienti con
parassitosi includevano dolore addominale, diarrea, sanguinamento
rettale e/o prurito perianale. I casi di parassitosi intestinale sono
riportati nella Tabella 1 con l'origine, l'età e il sesso dei pazienti. In
Figura 2 è riportata la distribuzione delle parassitosi. Sono state
osservate singole parassitosi in 3.075 casi (76,2% sul totale dei
pazienti con parassitosi intestinale), mentre in 960 casi sono state
osservate poliparassitosi (23,8% sul totale dei pazienti con parassitosi
intestinale) (Figura 3). Sul totale dei parassiti rilevati in questo studio
(4.559), la frequenza di rilevamento dei protozoi è stata del 93% (4.241
casi) e quella di elminti era del 7% (318 casi). La genotipizzazione di G.
intestinalis ha permesso di identificare in 23 campioni il genotipo A e in
49 il genotipo B. Il sequenziamento dei prodotti di amplificazione
ottenuti da pazienti infetti da D. fragilis, in 5 casi ha evidenziato la
sostituzione di una T con una A nella 28° base dell'amplicone, rispetto
alla sequenza depositata in GenBank (numero di accesso: DQ233450).
Coclusioni Poco è noto circa l'epidemiologia delle parassitosi
intestinali nei paesi industrializzati. Essa è accuratamente riportata in
questo studio applicato ad un'ampia popolazione e per un lungo
periodo, grazie all'uso di metodi appropriati per la diagnosi
(convenzionali e molecolari). I risultati ottenuti indicano che le
parassitosi intestinali sono frequenti nella nostra realtà e studiarne
l'epidemiologia è utile anche in zone non endemiche per stimolare
l'attenzione dei medici nei confronti del sospetto clinico di parassitosi
intestinale e per adottare appropriate misure di controllo e adeguate
cure del paziente. Anche se il nostro laboratorio si trova in una regione
non endemica per le infezioni parassitarie a trasmissione fecale-orale,
la prevalenza di parassitosi intestinale è inaspettatamente elevata
(18,2%). B. hominis, spesso indicato come il protozoo intestinale più
comunemente rilevato nelle indagini parassitologiche, è risultato il più
frequente, con una prevalenza del 13,1%. Giardia intestinalis è risultato
il primo protozoo patogeno rilevato nella popolazione analizzata con
una prevalenza dell'1,4%. La frequenza delle infezioni da parte dei
protozoi è risultata superiore a quella delle elmintiasi (93% vs 7%), che
sono, come previsto, prevalenti nei pazienti stranieri (principalmente
immigrati provenienti da paesi in via di sviluppo). Le poliparassitosi,
causate sia da protozoi che elminti, sono notevolmente frequenti
(23,8%) specialmente nei pazienti provenienti da aree in via di sviluppo.
Materiali e Metodi
Calderaro A, Gorrini C, Bommezzadri S, Piccolo G, Dettori G, Chezzi C (2006) Entamoeba histolytica and Entamoeba dispar: comparison of two PCR assay for diagnosis in a non-endemic setting. Trans R Soc Trop Med Hyg 100: 450-7; Calderaro A, Gorrini C, Montecchini S, Peruzzi S,
Piccolo G, Rossi S, Gargiulo F, Manca N, Dettori G, Chezzi C (2010) Evaluation of a real-time polymerase chain reaction assay for the laboratory diagnosis of giardiasis. Diagn Microbiol Infect Dis 66: 261-267; Calderaro A, Gorrini C, Montecchini S, Peruzzi S, Piccolo G, Rossi S, Gargiulo F, Manca N, Dettori G, Chezzi C
(2010) Evaluation of a real-time PCR assay for the detection of Dientamoeba fragilis. Diagn Microbiol Infect Dis 67: 239-45; Calderaro A, Montecchini S, Gorrini C, Dettori G, Chezzi C (2011) Similar diagnostic performances of antigen detection and nucleic acid detection of Cryptosporidium spp. in a low-prevalence setting.
Diagn Microbiol Infect Dis 70:72-77; Calderaro A, Montecchini S, Rossi S, Gorrini C, De Conto F, Medici MC, Chezzi C, Arcangeletti MC (2014) Intestinal parasitoses in a tertiary-care hospital located in a non-endemic setting during 2006–2010. BMC Infectious Diseases 14:264
Referenze
Piano di monitoraggio di E.coli STEC su cagliate: le modalità di gestione degli stabilimenti
influenzano la presenza del patogeno
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL’EMILIA ROMAGNA
‘’BRUNO UBERTINI’’ – ITALY ENTE SANITARIO DI DIRITTO PUBBLICO
Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italia Roma 18 ottobre 2018
Introduzione L’obiettivo del lavoro è valutare l’associazione tra la presenza (o sospetto) di Escherichia coli produttore di verocitotossina (E. coli STEC) nella cagliata rispetto alla gestione delle operazioni di mungitura e igiene della mammella, alla condizione igienica della sala di mungitura, alla pulizia degli animali, al latte utilizzato (affioramento e lavorazione del latte di I o II mungitura) e alla temperatura di lavorazione del latte.
Risultati Una buona gestione delle operazioni di mungitura e di igiene della mammella riduce la probabilità di positività/sospetto del 70% circa rispetto agli allevamenti con errata gestione. La pulizia degli animali è importante, le aziende che hanno meno del 20% degli animali sporchi hanno un rischio inferiore di avere campioni di cagliata positivi/sospetti. L’associazione con la presenza (o sospetto) di E.coli STEC non risulta statisticamente significativa per l’igiene della sala di mungitura e il latte utilizzato (Figura 1). Dalla Figura 2 emerge che non c’è differenza nella temperatura a cui è stata sottoposta la cagliata tra campioni positivi/sospetti e campioni negativi.
V. Cappa1, A. Scaburri1, G. Finazzi2, B. Bertasi2, M.N. Losio2, A. Vitali3, D. Avisani1, M.P. Cerioli1, M. Zanoni1
1 IZSLER Sorveglianza Epidemiologica Lombarda 2 IZSLER Reparto Controllo alimenti 3 U.O. Veterinaria Regione Lombardia
Materiali e Metodi Tra il 2016 e il 2018 sono stati raccolti campioni di cagliata per la ricerca di E. coli STEC e, sulla base dell’esito, i campioni sono stati suddivisi in positivi/sospetti e negativi. L’associazione è stata stimata attraverso i GLMMs con un livello gerarchico. I risultati sono stati espressi in odds ratio con i relativi intervalli di confidenza al 95% e i p-values; la temperatura è stata rappresentata tramite boxplot. Il 2018 è stato escluso per scarsa numerosità.
Conclusioni I fattori di rischio associati alla positività/sospetto per E.coli STEC sono risultati la gestione delle operazioni di mungitura e igiene della mammella e la scarsa pulizia degli animali. Tuttavia anche la scarsa igiene della sala di mungitura e la lavorazione del latte di due mungiture, sono fattori da monitorare nella valutazione generale.
Figura 1: Risultati per ciascun fattore di rischio
REFERENCE Dr. ssa Veronica Cappa. IZSLER. Via A. Bianchi 9, 25124 Brescia, Italy. [email protected]
Figura 2: Distribuzione della temperatura
Caratterizzazione di Bacillus cereus enterotossigeno in prodotti lattiero caseari Y. Proroga1, D. Nava1, F. Corrado1, F. Garofalo1 , D. Cozza1, E. Delibato2, F. Capuano1. 1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno; 2 Istituto Superiore di Sanità
515 prodotti caseari sono stati analizzati mediante UNI EN ISO 7932. Gli isolati sono stati caratterizzati per valutare la presenza di geni* correlati alla sintesi delle principali enterotossine.
Tab. 1: Determinazione e numerazione (UNI EN ISO 7932) B. cereus
Tipologia prodotti N° camp. Campioni
positivi
cfu/g
<102 102-103 103-104 104-105 105-106 >106
Mozzarella 331 81 0 51 18 6 3 3
Formaggi morbidi 59 18 1 17 0 0 0 0
Ricotta fresca 33 11 1 6 4 0 0 0
Ricotta salata 52 14 0 11 1 0 1 1
Formaggi duri 40 14 0 13 0 0 0 1
Totale 515 138 2 98 23 6 4 5
A ladder 100 bp; *500 bp lane; B-1
nheB (935 bp); B-2 nheA (759 bp); B-3
nheC (618 bp); C-1 hblD (1018 bp); C-
2 hblA (884 bp); C-3 hblC (695 bp); D-1
cytK (565 bp); D-2 entFM (486 bp)
*Ngamwongsatit et al., 2008
Emolisina
(HBL)
Entrotossina non
emolitica (NHE)
CytK EntFM hblA hblC hblD nheA nheB nheC
n 59 59 59 125 110 127 57 127
% 42.7 42.7 42.7 90.6 79.7 92.0 41.3 92.0
Tab. 2: Prevalenza dei target molecolari analizzati
Tab. 3 : Profili molecolari osservati
Tipo Profili molecolari n. isolati %
I nheA; nheB; nheC; entFM 42 30,43%
II hblA; hblC; hblD; nheA; nheB; nheC; cytK; entFM 33 23,91%
III nheA; nheB; nheC; cytK; entFM 24 17,39%
IV hblA; hblC; hblD; nheA; nheB; nheC; entFM 11 7,97%
V hblA; hblC; hblD; nheC; entFM 15 10,86%
- Nessun gene evidenziato 11 7,97%
- nheC; entFM 2 1,44%
Profilo di virulenza rilevato
cfu/g I II III IV V
<102 0 1 0 1 0
102-103 25 21 17 10 13
103-104 7 8 5 0 2
104-105 5 0 1 0 0
105-106 3 1 0 0 0
>106 2 2 1 0 0
Totale 42 33 24 11 15
Tab. 4: Correlazione profili molecolari /numerazione B. cereus Questa ricerca evidenzia il ruolo dei prodotti caseari quale possibile causa di enterite sostenuta da B. cereus. A tal riguardo, l'EFSA evidenzia un aumento dei casi di tossinfezioni da B. cereus e stima che circa il 5% di essi sia connesso al consumo di formaggio.
La ricerca è stata eseguita grazie al finanziamento del Ministero della Salute: Ricerca Corrente IZS ME 10/15 RC
MATERIALI E METODI
Il Centro di Farmacovigilanza Veterinaria si è servito di un
database, sviluppato ed implementato dall’ O.R.S.A.
Campania, per il monitoraggio delle ricette veterinarie. Sono state valutate tutte le classi di
antibiotici prescritte dai veterinari liberi professionisti
che operano sul territorio regionale campano.
INTRODUZIONE
L’AMR rappresenta per il concetto di “One Health” la sfida
del secolo. Negli obiettivi prioritari del Piano Nazionale
della Prevenzione 2014-2018 vi è il monitoraggio dei sistemi di
farmacosorveglianza. La Regione Campania nel 2016 ha finanziato un progetto per implementare i
sistemi informativi sulla tracciabilità del farmaco ed
analizzare i dati sull’utilizzo degli antibiotici.
L’uso di antimicrobici in animali produttori di derrate : dati della Regione Campania - anno 2016
Claudia Chirollo *1, Rosa D’Ambrosio 2, Silvia Cappiello 1, Antonio Carrella 1, Roberta Brunetti 2, Valeria Vitale 2, Claudio De Martinis 2, Paolo Sarnelli 3,
Loredana Baldi 2, Gaetano Oliva 1
1 Centro di Farmacovigilanza Veterinaria Campania – Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni animali, Università degli Studi di Napoli Federico II 2 Osservatorio Regionale Sicurezza Alimentare – Campania 3 Responsabile Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria - Regione Campania
* [email protected] [email protected] www.farmacovigilanzavetcampania.it
SCOPO Sono state valutate le prescrizioni
veterinarie contenenti farmaci antimicrobici (1816 suddivise in 451
aziende) al fine di individuare i principi attivi maggiormente utilizzati
negli animali da reddito e verso cui mirare controlli futuri rientranti nel
Piano Nazionale Residui.
CONCLUSIONI L’utilizzo del database per il
monitoraggio delle prescrizioni veterinarie contenenti
antibiotici in ambito zootecnico in Regione Campania si è
dimostrato uno strumento utile ai fini della farmacosorveglianza in attesa dell’entrata in vigore
della ricetta elettronica veterinaria.
0 50 100 150 200 250 300 350
Lincomicina
Gentamicina
Neomicina
Marbofloxacina
Enrofloxacina
Bacitracina
Sulphamidici/trimetoprim
Colistina
Tilosina
Cefalosporine III e IV gen.
Ossitetraciclina
PenG/DHS
AmoxicillinaRISULTATI
Bovina
Bufalina
Suina
Ovi-Caprina
Cunicola
Avicola
CARATTERIZZAZIONE MOLECOLARE E RESISTENZA ANTIBIOTICA DI SIEROTIPI DI SALMONELLA ISOLATI NELLA REGIONE PUGLIA DAL 2016 AL 2018
M.F. Coscia, A. Ballini, V. Tanzi and D. De Vito. Dip. Di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze ed Organi di Senso, Università di Bari ‘’Aldo Moro’’.
INTRODUZIONE: La Salmonellosi è la seconda più comune infezione gastroenterica nel mondo e la più importante causa di infezione veicolata da alimenti in Europa.Dal 1990 ad oggi assistiamo ad un aumento del trend di resistenza agli antibiotici , comunementi utilizzati nella terapia,fino all’isolamento in molti paesi dell’EU/EEU di ceppi di Salmonella spp.multiresistenti ( MDR) o con spettro di resistenza agli antibiotici beta-lattamici( ESBL).
METODI E MATERIALI: 129 sierotipi di Salmonella sono state isolati nell’ambito della rete Enter-Net in Puglia dal 2016 al 2018. I ceppi isolati sono stati sottoposti a tipizzazione antigenica , al test di suscettibilità antimicrobica ed alla PFGE ( Pulsed Field Gel Electrophoresis). La tipizzazione antigenica è stata seguita dalla Multiplex PCR per differenziare la S. Typhimurium dalla sua variante monofasica S. 4,(5),12:i:- La sensibilità agli antibiotici , mediante il metodo di diffusione su Agar, è stata valutata nei confronti di Ampicillina, Amoxicillina e Acido clavulanico, Cefotaxime, Amikacina, Gentamicina, Cotrimossazolo e Ciprofloxacina. La PFGE è stata condotta in accordo al protocollo standardizzato Pulse-Net con qualche modifica. Questo studio basato su analisi di gruppo e dendrogrammi permette di ottenere degli algoritmi che vanno inseriti in un pacchetto software Bio Numerico. Le percentuali di similarità per considerare i ceppi geneticamente relazionabili è stato ≥85%.
Fig.2. % di Resistenza Antimicrobica ai differenti agenti antimicrobici negli anni.
Fig.3. Distribuzione dei sierotipi nella Regione Puglia durante gli anni
Fig.1. Dendrogramma dei profili ottenuti con PFGE
RISULTATI E DISCUSSIONE
I più comuni sierotipi isolati sono stati: S. Enteriditis (22 %) , S.Thyphimurium monofasica (23) e S. Thyphimurium( 27%). Il Test di Sucettibilità Antimicrobica ha mostrato una marcata resistenza nei confronti di Ampicillina, Amikacina e Gentamicina. Cinque profili PFGE sono stati evidenziati in 46 ceppi di S. Enteriditis: i profili PFGE 0052, PFGE.0056 e PFGE 0054 sono caratterizzati da sensibilità agli antibiotici; i profili PFGE 0053, PFGE 0054 e PFGE 055 sono considerati strettamente correlati geneticamente con un coefficiente di similarità >85%.. S. Thyphimurium ha mostrato un'elevata variabilità genetica: nei 42 ceppi isolati sono stati evidenziati 16 pulsotipi differenti che è stato possibile raggruppare nei gruppi a e b. Il gruppo a con i profili PFGE 0013, PFGE 0014, PFGE 0060, PFGE.0012, PFGE011, PFGE 0010 con coefficiente di similarità> 80%; il gruppo b che include i profili PFGE.0025, PFGE.0059 e PFGE 0057 con coefficiente di similarità> 88%. La variante S. Thyphimurium monofasica ha mostrato una minore variabilità genetica rispetto alla S. Thyphimurium: solo 6 pulsotipi sono stati evidenziati nei 28 ceppi isolati.
0
5
10
15
20 2016 2017 2018
0
5
10
15
20
252016 2017 2018
P.10
A. Cottarelli1, S. Bilei2, G. Di Giampietro2, R. Tolli2, D. De Medici3, A. Gattuso3, L. Marinelli1, D. Tufi1 e M. De Giusti1
1. Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive, Sapienza Università di Roma 2. Centro di Riferimento Regionale per gli Enterobatteri Patogeni, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri 3. Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare, Istituto Superiore di Sanità
OBIETTIVO: nell’ambito del Progetto Lazio-Filas-DSPMI“Sapienza”(RU-2014-1034_linea di ricerca I-2.2), all’interno dell’ attività inerente alle malattie a trasmissione alimentare, si è voluto indagare sulla circolazione di cloni di LM isolati da alimenti RTE in ingresso in Italia. Tali alimenti sono oggetto di controllo da parte degli Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC) in Lazio e Toscana.
MATERIALI E METODI: su 64 ceppi di LM isolati da IZSLT da alimenti RTE campionati dal 2015 ad agosto 2017 provenienti da 7 paesi dell’EU, è stata eseguita l’Elettroforesi in Campo Pulsato (PFGE, Pulse-Net_2013).
RISULTATI: l’analisi comparata dei profili di restrizione (Fig.1) ha evidenziato 17 cloni, di cui 10 sono stati evidenziati in 40 dei 64 ceppi isolati e provenienti un singolo stabilimento di prodotti ittici RTE sito in Romania(OSA_A). Inoltre, è stata evidenziata la persistenza di un medesimo clone di LM (6/64 ceppi), isolato da salmoni norvegesi affumicati confezionati in Spagna, Norvegia e Romania. I restanti cloni non sono risultati correlati tra di loro.
CONCLUSIONI: le evidenze genotipiche hanno permesso di ipotizzare la sorgente di contaminazione (l’ambiente dello stabilimento di produzione) e di individuare nel salmone affumicato la tipologia di alimento maggiormente coinvolto nella circolazione di uno stesso clone in EU, conoscenza indispensabile per orientare misure di prevenzione e controllo nella diffusione di LM.
Mappatura di cloni di Listeria monocytogenes (LM) isolati da alimenti Ready-To-Eat (RTE) prodotti in EU in ingresso nel territorio nazionale
Cloni provenienti dallo stabilimento di prodotti ittici RTE sito in Romania(OSA_A)
Figura 1. Dendrogramma dei profili di restrizione (PFGE_AscI) dei ceppi di LM analizzati con software BioNumerics (Biomerieux).
Clone isolato da salmoni norvegesi affumicati confezionati da Spagna, Norvegia e Romania(OSA_A).
PFGE_AscI
100
90
80
70
60
PFGE_AscI
5643444546471516171827143330313248503739384041585954552861464343663123356049515253192324256292987111213202126105657
..............................................................
.
4b4b4d4d4d4d4d1/2b
1/2b
1/2b
1/2b
1/2a
1/2b
1/2b
1/2a
1/2b
1/2b
1/2c
1/2c
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2c
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
3a3a1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
1/2a
Daniela D’Angelantonio1, Silvia Scattolini1*, Arianna Boni1, Ilaria Di Bartolo2, Luca De Sabato2, Maurilia Marcacci1, Marco Di Domenico1, Massimiliano Orsini1, Adriano Di Pasquale1, Cesare Cammà1, Francesco Pomilio1, Giacomo Migliorati1, Nicola D’Alterio1, Giuseppe Aprea1 * Presenting author: [email protected] 1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”, Teramo, Italia 2 Istituto Superiore di Sanità, Roma, Italia
INTRODUZIONE Il virus dell'epatite E (HEV) è la causa più comune di epatite virale di origine enterica nel mondo (Lapa et al., 2015). La via di trasmissione principale è rappresentata dal consumo di carne di fegato cruda o poco cotta, di suidi.
MATERIALI E METODI 425 campioni di fegato di cinghiale (224 del Parco Nazionale del Gran Sasso e 201 della Majella), sono stati analizzati mediante Real Time RT-PCR.
CONCLUSIONI Diverse le prevalenze tra le due aree analizzate, in relazione a dati precedenti (Aprea et al., 2016).
DUE DIVERSI CEPPI VIRALI DI HEV?
IN CORSO… Analisi di Whole Genome Sequencing
Indagine molecolare di HEV in cinghiali della regione Abruzzo nel periodo 2016-2018
RISULTATI
BIBLIOGRAFIA Lapa D, Capobianchi MR and Garbuglia AR, 2015. Epidemiology of hepatitis E virus in European countries. Int J Mol Sc, 16, 25711–25743 Ricci, Antonia, et al. "Public health risks associated with hepatitis E virus (HEV) as a foodborne pathogen." EFSA j15.7 (2017) Aprea, Giuseppe, et al. "Molecular detection and phylogenetic analysis of hepatitis E virus strains circulating in wild boars in south central Italy." Tran Em Dis 65.1 (2018): e25-e31
Peptidi antimicrobici derivati da pesci: attività di un mutante di Chionodracina contro
modelli e patogeni umani enterici Giulia Della Pelle1, Francesco Buonocore, Fernando Porcelli, Simona Picchietti, Francesca Bugli, Giulia Menchinelli, Maurizio
Sanguinetti, Alberto Bresciani, Nadia Gennari, Anna Rita Taddei, Giuseppe Scapigliati
Il numero di patogeni antibiotico-resistenti è cresciuto recentemente ad un ritmo preoccupante e urgono molecole alternative agli antibiotici tradizionali. I peptidi antimicrobici, uno dei meccanismi dell’immunità innata, sono validi candidati, non essendo soggetti ai tipici meccanismi di resistenza e avendo come principale target la membrana cellulare. I pesci sono un’ottima fonte di AMP: da Chionodraco hamatus proviene la Chionodracina, una piscidina.
Presentiamo qui la
caratterizzazione strutturale,
l’interazione con lipidi e l’attività
antimicrobica di un nuovo AMP, di
22 residui, m3a-CND, disegnato per
aumentare l’attività antimicrobica
della chionodracina.
L’affinità, la topologia, e le proprietà di lisi di m3a-CND su
membrane-mimicking systems (LUVs) composte di 100% POPC,
zwitterioniche, e POPC/POPG (70:30), anioniche, in grado di
mimare la membrana batterica, sono stati determinati tramite
fluorescenza. La capacità del peptide di creare pori nella membrana
esterna di G- come E. coli e Psychrobacter sp. TAD1 è stata saggiata
tramite sonda ANS. L’effetto di m3a-CND sull’ultrastruttura di
LUVs PC/PG (70:30) è stato determinato tramite micrografie TEM.
È stata inoltre determinata la MIC dei batteri di cui in tabella.
CND-m3a è risultato esser in grado
di penetrare LUVs, con un ottimo
coefficiente di selettività Kx (di
partizione fra membrane
anioniche/zwitterioniche); lo stesso
andamento è presente nei saggi di
quenching con ioduro di potassio
(Ksv). CND-m3a si è anche
dimostrato capace di creare pori nella membrana esterna di E. coli e
Psychrobacter sp. TAD1 a
concentrazioni 1-15 µM. Infine,
anche a concentrazioni
micromolari, è in un grado di
provocare grande effetti di
lisi/arruvidimento di LUVs
anioniche. La MIC nei G- è
risultata essere fra 12.5-6.3 µg/mL.
Introduzione
Risultati Materiali e Metodi
m3a-CND
10’
95% LUVs collassate
Ceppi MIC (µg/mL)
E. coli ESBL 6.3
K. pneumoniae KPC 12.5
A. baumanni XDR 6.3
P. aeruginosa MDR 12.5
S .aureus MRSA 25
S. epidermidis MRSE 25
Enterococcus spp. VRE 25
Genotipizzazione e resistenza agli antimicrobici in ceppi di Salmonella enterica serovar Typhimurium (ST) e ST variante monofasica (STm) isolati in Abruzzo e Molise nel periodo 2012-2017
Di Giannatale E., Romantini R. ,Persiani T. , Marfoglia C. ,Saletti M.A. , Iannitto G., Sulli N., Sericola M., Neri D., Di Donato G., Sacchini L. Istituto Zooprofilatico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”
Fig. 2. MLVA di 65 ST (2012-2017)
Fig. 1. MLVA di 345 ST e STm 2012-2017
Fig 3. Minimum Spanning Tree di 280 STm (2012-2017)
ceppi Uomo animali alimenti acque superf. STm 145 17 33 85 ST 13 16 6 31
INTRODUZIONE
MATERIALI E METODI
RISULTATI
CONCLUSIONI
Diversi genotipi sono risultati comuni all’uomo/animali/alimenti, indicando le carni suine, ovine e i molluschi bivalvi come probabili fonte di infezione per l’uomo. I dati ottenuti suggeriscono come possibile fonte di infezione per l'uomo oltre agli alimenti, anche le acque superficiali, contaminate da acque reflue urbane e zootecniche infette e utilizzate per fini irrigui e/o di abbeveraggio negli allevamenti di animali le cui carni o derivati sono destinate al consumo umano.
• MLVA-5 loci: STTR9-STTR5-STTR6-STTR10-STTR3
• Analisi frammenti: elettroforesi capillare (ABI-Prism 3500+software Genemapper 4.1; Applied Biosystems);
• clusterizzazione con BioNumerics versione 7.6 (Applied-Maths);
• Analisi dati: UPGMA e Minimum Spanning Tree utilizzando il coefficiente di similarità per dati categorici;
• MICs : microdiluiziome con sistema Sensititre® . Le concentrazioni di antimicrobici e il cut-off conformi ai valori forniti dall’EUCAST (www.eucast.org).
La prevenzione e il controllo delle TA presuppongono, parallelamente alla rapida identificazione dell’agente eziologico, la realizzazione di efficienti sistemi di sorveglianza, e quello basato sulla comparazione dei profili genetici di isolati da differenti fonti, offre uno strumento indispensabile per lo studio epidemiologico di focolai .
• Fig. 1 : 88 genotipi, 33 per ST, 49 per STm e 6 condivisi
• Per ST (Fig.2): ST ; CCs e GT condivisi uomo/suino, uomo-acque superficiali
• Per STm (Fig.3) un solo CCs con 19 genotipi: GT21 uomo/suino/molluschi/acque;GT37 suino/tacchino/uomo/bovini GT28, GT35 comune a uomo/suino /acque superficiali
• STm più resistenti / ST (fig4) e > % di R-type ASSuT e ACSSuT.
Fig. 4: resistenza ad antimicrobici ST/STm
Alessandra Di Giuseppe, Violeta Di Marzio, Gino Angelo Santarelli, Gabriella Centorotola, Marina Torresi, Vicdalia Acciari, Cristina
Marfoglia, Francesco Pomilio 1Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” Teramo, Via Campo Boario, Italy
1. Introduzione
L’uso degli insilati nei bovini è un fattore di
rischio per la diffusione di Listeria spp. e L.
monocytogenes nell’allevamento. I ruminanti
sono considerati reservoir e carrier di L.
monocytogenes.
Bibliografia
Al-Nabulsi A. A., Osaili T. M., Shaker R. R., Olaimat A. N., Jaradat Z. W., Zain Elabedeen N. A. and Holley R. A. (2015): “Effects
of osmotic pressure, acid, or cold stresses on antibiotic susceptibility of Listeria monocytogenes”. In: Food Microbiology, 46:154–
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comprehensive review”. In: Veterinary Quarterly, 35 (4): 211–35.
Doumith, M., C. Buchrieser, P. Glaser, C. Jacquet, and P. Martin. 2004. Differentiation of the major Listeria monocytogenes
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Dowd G. C., Joyce S. A., Hill C. and Gahan C. G. M. (2011): “Investigation of the mechanisms by which Listeria monocytogenes
grows in porcine gallbladder bile”. In: Infection and Immunity, 79 (1): 369–79.
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Giaccone V. and Bertoja G. (2013): “Listeria e listeriosi nella filiera latte: breve rassegna critica listeria e listeriosi nella filiera
latte: breve rassegna critica”. In: Large Animal Review, 19: 280-286.
ISO 11290-1 2017: Microbyology of the food chain- Horizontal method for the detection and enumeration of Listeria
Monocyotogenes and of Listeria spp. Part 1-2
Warren J., Owen A. R., Glanvill A., Francis A., Maboni G., Nova R. J., Wapenaar W., Rees C. and Tötemeyer S. (2015): “A new
bovine conjunctiva model shows that Listeria monocytogenes invasion is associated with lysozyme resistance”. In: Path, 179 (1–2):
76–81.
3. Materiali e metodi
Sono stati esaminati 9 campioni di mangime
prelevati in 9 diverse aziende. Presso una
azienda positiva sono stati prelevati 40
campioni di feci individuali e 16 campioni di
latte di massa per la ricerca e numerazione di
Listeria spp. e L. monocytogenes con i metodi
ISO 11290-1:2017 e ISO11290-2:2017. I ceppi
di L. monocytogenes sono stati sierotipizzati con
metodo USDA/FDA e caratterizzati mediante
PFGE protocollo Pulsenet 2013.
4. Resultati e discussioni
Due campioni di insilato sono risultati positivi
per Listeria spp. (22.2%). Tutti i campioni di
latte sono risultati positivi per L.
monocytogenes con conta tra <1 e 37 UFC/ml.
I ceppi sono risultati tutti appartenenti al
sierotipo 1/2b (100%) e a due pulsotipi aventi
similarità del 98.2%.
Nelle feci Listeria spp. è stata rilevata in 25
campioni (62,5%) e L. monocytogenes in 4
campioni (10%). I ceppi sono risultati tutti
appartenenti al sierotipo 4b e a 2 pulsotipi
aventi similarità del 95.7%.
I ceppi di L. monocytogenes isolati da feci e
latte, all’analisi PFGE sono risultati
appartenere a due cluster differenti con
similarità del 70.6% (figura 2).
5. Conclusioni
I risultati hanno confermato che gli insilati possono essere un ottimo substrato che
permette la sopravvivenza e la moltiplicazione di Listeria spp., con conseguente
contaminazione degli animali che di essi si cibano.
La presenza di L. monocytogenes nelle feci è preoccupante per la possibile
diffusione nell’allevamento.
La presenza costante di L. monocytogenes nei campioni di latte costituisce un
rischio per gli animali e i consumatori, soprattutto nel caso di produzione di
prodotti a latte crudo.
Analisi di sequenziamento dei ceppi di L. monocytogenes potrebbero fornire
informazioni relative all’origine e tropismo di questi ceppi isolati nei bovini.
2. Scopo
Lo scopo dello studio è stato determinare la
prevalenza di L. monocytogenes in allevamenti di
bovine da latte che utilizzano insilati nella
Provincia di Teramo.
Figura 2. Dendrogramma dei ceppi di L. monocytogenes
isolati nel corso dello studio
Listeria monocytogenes in bovine da latte e nel latte crudo: risultati di uno studio di prevalenza
Molecular epidemiology of an enteric protist, Blastocystis spp. circulating in humans and animals in Italy
Gabrielli S.1-2, Brianti E.3, Furzi F.1, Gaglio G.3, Napoli E.3, Rinaldi L.4, Paoletti M.5, Mattiucci S. 1-2
1) Dep. Public Health and Infectious Diseases, Sapienza University Rome 2) Clinical Diagnostic Parasitology laboratory, Umberto I
University Hospital Rome; 3) Dep. Veterinary Sciences, University of Messina; 4) Dep. Veterinary Medicine and Animal
Production University of Naples Federico II; 5) Dep.Biological and Ecological Sciences, Tuscia University, Viterbo, Italy.
Blastocystis spp. is a common intestinal protist distributed worldwide, infecting humans and animals, whose pathogenetic potential is still under debate. It exhibits an extensive genetic diversity; 17 subtypes (STs) have been so far identified. Because several STs are shared between humans and animals, it has been proposed that a part of human infections may result from zoonotic transmission. Data on the molecular epidemiology of Blastocystis infection in Italy are scant, as well as investigations on the potential animal reservoirs.
1. to perform molecular genotyping of Blastocystis in humans and animals from Italy; 2. to describe the occurrence of STs; to evaluate the potential risk of zoonotic transmission.
Faecal samples collected from mildly symptomatic patients (N=395) refereed to the Umberto I University Hospital and from pets and farmed animals (N=241) were submitted to Microscopic examination of faecal samples DNA extraction , PCR amplification of the SSU rDNA gene Sequence analysis
Overall 9% and 28% of human and animal samples, respectively, resulted positive to Blastocystis at the microscopical analysis. Molecular analyses evidenced 7 STs in humans : ST1 (14.4%), ST2 (10.8%), ST3 (32%), ST4 (14.1%), ST6 (1.5%), ST7 (0.75%), ST8 (0.25%), and 4 STs in animals (ST5, ST6, ST7, ST8). STs from hens, pheasants and peacocks clustered with isolates described in humans and primates.
The present survey evidenced high circulation of Blastocystis in Italy in both humans and animals
several STs in animals, which clustered with human STS potential risk of transmission through animal handling. Further investigations will be performed to collect samples from several animal species, to identify the STs among these potential reservoirs and to increase our knowledge about the role of various animal groups in the epidemiology of Blastocystis.
AIMS
MATERIALS AND METHODS
RESULTS
CONCLUSIONS
b
Enter-Net Italia 2013-2017 Sorveglianza di Campylobacter spp.
García-Fernández A, Dionisi AM, Arena S, Lucarelli C, Benedetti I, Owczarek S, Fortini D, Graziani C, Busani L, Bella A, Pezzotti P, Bellino S, Carattoli A, Villa L
In Europa Campylobacter spp. rappresenta il principale agente eziologico batterico di malattie trasmesse da alimenti. Uno dei problemi principali nella sorveglianza delle campylobatteriosi è la notevole sottostima dei dati di isolamento presente in diversi paesi dell’Unione Europea, inclusa l’Italia. Nell'ultimo decennio, in Europa, la resistenza alla ciprofloxacina e tetraciclina è aumentata in Campylobacter spp., mentre la resistenza all'eritromicina è rimasta bassa.
La situazione dell’antibiotico resistenza in Italia riflette lo scenario europeo con alti livelli di resistenza alla ciprofloxacina e tetraciclina. Si evidenzia una percentuale di C. coli resistenti all’eritromicina da non sottovalutare.
Campylobacter spp. è una minaccia crescente che richiede un'azione coordinata, sia per incrementare la notifica delle infezioni dovute a questo patogeno, sia per ridurre al minimo la comparsa e la diffusione animale-uomo di ceppi resistenti agli antimicrobici.
Risultati
Lo scopo di questo studio è descrivere l’andamento del Campylobacter nell’uomo in Italia da Gennaio 2013 a Dicembre 2017 attraverso il Sistema di Sorveglianza Enter-Net Italia, e l’analisi della resistenza ad alcuni antibiotici.
Scopo
Conclusioni
Introduzione Campylobacter spp. rappresenta il 20% degli isolamenti riportati ad Enter-Net nel periodo 2013-2017. La specie più frequente è C. jejuni, seguita da C. coli, C. upsaliensis e C. lari. I dati di isolamento di Campylobacter spp. nella sorveglianza Enter-Net riflettono una preoccupante sottostima. Solo nelle regioni che riportano regolarmente ad Enter-Net, gli isolamenti di Campylobacter spp. hanno superato quelli di Salmonella.
La sensibilità alla ciprofloxacina, tetraciclina ed eritromicina è stata testata in 271 ceppi di Campylobacter spp. (221 C. jejuni e 50 C. coli). Le percentuali di resistenza alla ciprofloxacina oscillano dal 60% al 93% in C. jejuni e dal 67% al 81% in C. coli; la resistenza alla tetraciclina dal 55% al 70% in C. jejuni e dal 50% all’80% in C. coli e la resistenza all’eritromicina da 0 al 15% in C. jejuni e dal 12% al 41% in C. coli.
Prevention of campylobacteriosis Giangaspero M.1, Barca L.2, Misawa N.3, Arigoni F.1, Straticò A.1,
Grandinetti G.1, Madeo A.1 Macchioni D.1 and Turno P.1
1Department of Health Protection and Health Policy, Calabria Region , 2Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, 3 Center for animal Disease control, University of Miyazaki, Japan, 4Madeo Industria Alimentare srl
Pigs (n=40), sows and piglets, were reared in paddocks with olive trees, with free access to olives and olive leaves as supplementary feeding. A control group of pig finishers (n=10) received standard feeding. Negative results have been obtained in all pigs with olive by-products supplementary feeding. The pig control group was negative.
Pediatric risk
Japanese Black
Calabrian Black
Pathogen detection, characterization and quantification ISO 10272-1:2006(E); ISO 10272-1:2006(E); ISO/TS 10272-2:2006
In Europe campylobacteriosis is the most important food borne illness, with >200,000 confirmed cases yearly. The transmission to humans is foodborne or contact with animals and their products – raw milk and meat. Cross contamination can occur at home for improper food handling and hygiene.
This study evaluated the use of agricultural by-products from plants with bactericidal potential as animal feed supplement for the reduction of Campylobacter intestinal burden in two zootechnics excellences.
6 bovines naturally infected with Campylobacter. One group (n=3) received bamboo supplementary feeding and a second one (n=3) received standard feeding (control group). All bovines fed with bamboo supplement were negative for Campylobacter after 3 months of feeding. In addition, their meat contained higher levels of oleic acid when compared to the control group.
Alternative strategies to prevent the disease though a direct action at primary production level have been explored.
It is possible to reduce the 90% of the
cases of human campylobacteriosis
limiting the level of contamination under 500 CFU per gram in raw meat
First collaboration in Veterinary Medicine between Japanese and Italian Institutions Meeting at the Calabria Region and the Health Protection and Health Policy Dpt
Food safety risk
One Health issue
Improved science based consumers’ risk communication Improved farm management – animal welfare Improved slaughterhouse hygiene Sustainable application of antibacterial properties of selected agricultural by-products at primary production level
Active involvement of veterinarians in the perspective of One Health Base for preventive approach against foodborne diseases
Broiler chickens (n=100) from one large (70,000 birds) and one small with ground rearing farm. Both fed with standard feeding. Chickens from large poultry farm showed high levels of contamination (up to 6,200 CFU/gr), while birds from small farm resulted free from Campylobacter. Farm size and management are important factors for pathogen epidemiology.
Il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione
Calabria (Deliberazione CdM del 12 marzo 2015)
Correspondence to: Pasquale Turno DVM, e-mail: [email protected]
Regione Calabria
Sorveglianza ufficiale della Salmonella in animali e alimenti in Calabria: 2015-2017
Grandinetti G., Turno P., Graziani C., Arigoni F.
Autore a cui indirizzare la corrispondenza e-mail: [email protected]
Regione Calabria
Introduzione Le salmonelle sono tra i principali agenti di malattia a trasmissione alimentare nell’uomo. In Italia vengono ogni anno attuati Piani di controllo sulla produzione primaria e sugli alimenti.
Scopo del lavoro Valutazione della circolazione di Salmonella spp. in animali e alimenti in Calabria.
Risultati
10 aziende positive: 5 nel 2016 (S. Livingstone, S. Albany, S. Cerro, S. Anatum (in due aziende) e S. Enteritidis) e 5 nel 2017 (S. Livingstone, S. Chailey e S. Kentuky (unica azienda), S. Enteritidis, S. Albany e S. Kottbus). Tutti i gruppi positivi erano in ovo-deposizione.
Le aziende controllate sono state 3 nel 2015 e 5 nel 2017 e come per le ovaiole il numero di controlli è aumentato negli anni (68 nel 2015 e 114 nel 2017). Su 250 campioni totali con esito di laboratorio, un solo campione è risultato positivo a S. Livingstone nel 2016.
21 21 23 23 24 27
31
57
78
29 28 26
0
20
40
60
80
100
2015 2016 2017
N° Aziende controllate con controlli in autocontrollo
N° Aziende controllate con controlli ufficiali
N° controlli in autocontrollo
N° controlli ufficialiN°
campioni effettuati
N° campioni positivi
Carne/prodotti a base di
carne
Gastronomia
Carne suina
Carne di pollo
Prodotti con vegetali
2015 2954 1 2
2016 1881 6
2017 5290 6 1 2 1 Attività al macello In autocontrollo: 6 campioni positivi su 742 nel 2015, 2 su 787 nel 2016 e 5 su 779 nel 2017. Da controlli ufficiali: 0 campioni positivi su 58 nel 2015, 15 positivi su 335 nel 2016 e 18 positivi su 321 nel 2017. Conclusioni In Calabria le positività a Salmonella sono limitate a ovaiole e suini. Anche sugli alimenti le positività negli anni sono state molto basse. In contemporanea la Regione ha intensificato le attività di controllo in questi settori.
Materiali e metodi I dati derivano dalle attività di controllo ufficiale per la ricerca di Salmonella effettuate dal 2015 al 2017 sugli allevamenti di ovaiole per la produzione di uova da consumo e di broiler, sugli alimenti e bevande e sulle carcasse suine secondo quanto previsto dal “Piano salmonelle nelle carni suine”.
Il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del servizio
sanitario della Regione Calabria (Deliberazione CdM del 12 marzo 2015)
EnterNet: andamento dei principali sierotipi di Salmonella in Italia dal 2013 al 2017
Graziani C, Busani L, Lucarelli C, Owczarek S, Dionisi AM, Garcia-Fernandez A, Fortini D, Benedetti I, Arena S, Bella A, Pezzotti P, Bellino S, Carattoli A, Villa L
Autore a cui indirizzare la corrispondenza e-mail: [email protected] Introduzione L’identificazione del sierotipo è uno strumento importante per la sorveglianza e consente di monitorare il loro andamento. In Italia S. Typhimurium e S. variante monofasica (4,[5],12:i:–), sono tra i sierotipi più frequentemente associati alla malattia nell’uomo seguiti da S. Enteritidis. La raccolta delle informazioni e dei ceppi di Salmonella isolati avviene grazie al Sistema di Sorveglianza EnterNet, una rete nazionale di sorveglianza per gli enteropatogeni coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità.
Scopo del lavoro Descrivere la distribuzione dei principali sierotipi di Salmonella isolati dall'uomo in Italia da gennaio 2013 a dicembre 2017 attraverso il Sistema di Sorveglianza EnterNet. Risultati
Diminuzione del numero di isolati negli anni, molto evidente nel 2015. Dal 2013 al 2017 S. Typhimurium e S. variante monofasica (4,[5],12:i:)
rappresentano circa il 50% delle infezioni da salmonellosi. Aumento della S. Enteritidis come in tutta l’Europa, e in Italia dal 2016
ha superato la Typhimurium diventando il secondo sierotipo. Le fasce di età più colpite sono quelle 0-4, 5-14 e ≥ 65. Non ci sono particolari differenze tra maschi e femmine.
Conclusioni EnterNet fornisce dati microbiologici ed epidemiologici utilizzabili per studiare l’epidemiologia delle infezioni da Salmonella in Italia. La sierotipizzazione è utile per evidenziare eventuali sierotipi emergenti e ri-emergenti e supportare eventuali azioni di sanità pubblica. L’aumento di S. Enteritidis richiede ulteriori approfondimenti al fine di poter definire il motivo dell’ aumento improvviso, dopo anni di controlli
negli allevamenti di ovaiole che avevano drasticamente ridotto il numero di casi umani. Il report EFSA 2017 riporta un aumento di S. Enteritidis nelle galline ovaiole nel periodo, e questo può aver contribuito all’incremento di casi
osservato.
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
2200
2013 2014 2015 2016 2017
S. 4,5,12:i-S. TyphimuriumS. EnteritidisS. Napoli
Sesso 2013 2014 2015 2016 2017
F 2404 1875 1342 1885 1693
M 2897 2209 1431 2119 1906
Non Noto 63 62 43 61 120
Totale 5364 4146 2816 4065 3719
Classe d'età 2013 2014 2015 2016 2017
0-4 1676 1301 890 1053 960
5-14 1111 917 614 992 752
15-44 547 466 306 508 453
45-64 520 412 256 396 357
≥ 65 1088 816 646 924 917
Non Noto 422 234 104 192 280
L’antibiotico-resistenza nei ceppi di Salmonella raccolti dalla rete Enter-Net negli anni 2016-2017
Lucarelli C, Owczarek S, Dionisi AM, García-Fernández A, Fortini D, Benedetti I, Arena S, Graziani C, Busani L, Bella A, Pezzotti P, Bellino S, Carattoli A, Villa L
.
Introduzione: In Salmonella l’antibiotico-resistenza è un problema che desta sempre più preoccupazione in sanità pubblica a causa dell’emergenza di ceppi multiresistenti (almeno 3 antibiotici appartenenti a classi diverse, MDR). In Italia studi precedenti indicano che il 78,3% dei ceppi è resistente ad almeno un antibiotico.
Scopo Analizzare i risultati dei saggi di sensibilità agli antibiotici effettuati presso l’Istituto Superiore di Sanità e nei centri che partecipano al Sistema di Sorveglianza Enter-Net.
Materiali e metodi • 311 ceppi isolati nel 2016 • 445 ceppi isolati nel 2017 Testati con il pannello di antibiotici raccomandato dall’ECDC. I risultati ottenuti sono stati categorizzati secondo i breakpoints dell’EUCAST.
Questo studio conferma l’elevata diffusione di ceppi di Salmonella resistenti agli antibiotici anche se in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Si evidenzia inoltre la resistenza ad antibiotici di prima scelta nella terapia quali fluorochinoloni e cefalosporine, dati che rendono necessario il continuo monitoraggio del fenomeno dell’antibiotico resistenza in Salmonella.
Risultati Resistenza ad almeno 1 antibiotico I ceppi MDR rappresentano il:
• 34,7% nel 2016 • 34,6% nel 2017
48,2% nel 2016
65,6% nel 2017
Le percentuali di resistenza più elevate (30-40%) si riscontrano nei confronti di ampicillina (A), streptomicina (S) sulfamidici (Su) e tetraciclina T (Figura 1).
0
10
20
30
40
50
%
Antibiotico
Figura 1. L’ Antibiotico resistenza in Salmonella 2016 2017
A= ampicillina, S= streptomicina, Su= sulfamidico, T= tetraciclina, C= cloramfenicolo, TMP= trimetoprim, CIP= ciprofloxacina, Na= acido nalidixico, COL= colistina, CTX= cefotaxime, Gm= gentamicina, AZM= azitromicina, CAZ= ceftazidime, TGC= tigeciclina, MEM= meropenem,PEF= pefloxacina
Principali R-type
Oltre il 95% dei ceppi appartiene ai sierotipi S. Typhimurium e S. Typhimurium variante monofasica
• 2% resistenza a CTX: clone di S. Infantis ASuTNaCipCazCtxTmpSxt
• 8% resistenza a fluorochinoloni: S. Infantis e S. Enteritidis
• 4% resistenza alla colistina: S. Enteritidis
0 ceppi resistenti 0
10
20
30
ASSuT ACSSuT
%
2016 2017
Conclusioni
Ruolo della Whole Genome Sequencing nella rilevazione dell’antibioticoresistenza in Escherichia coli:
Risultati preliminari
Valentina Mascaroa, Tess D. Verschuurenb, Maria Paviaa, Jan A. J. W. Kluytmansb aDipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi “Magna Græcia” di Catanzaro;
bUniversity Medical Centre Utrecht, Julius Centre for Health Sciences and Primary Care, Utrecht, the Netherlands.
Introduzione: L’isolamento di Escherichia coli antibioticoresistenti è
aumentato nel tempo e la presenza di ceppi produttori di β-lattamasi ad
ampio spettro (ESBL) è associata a maggiore mortalità e
lungodegenza. Tecniche di sequenziamento del genoma e,
particolarmente, di Whole Genome Sequencing (WGS), rappresentano
possibili soluzioni per ridurre i tempi di identificazione di ceppi
resistenti e scelta di terapie antibiotiche appropriate.
Scopo: Valutazione concordanza tra la presenza di geni legati a
resistenza antibiotica e resistenza fenotipica in E. coli.
Materiali e metodi: I ceppi di E. coli utilizzati sono stati isolati da
urine ed emocolture tra il 2014 e il 2016 in 2 ospedali olandesi, e
consecutivamente nel 2017 da urinocolture in un centro di assistenza
primaria nella regione di Utrecht. Dopo la determinazione della
concentrazione minima inibente (MIC) per 14 antibiotici, è stato
effettuato il sequenziamento del genoma tramite WGS. Sensibilità,
Specificità, Major Error rate e Very Major Error rate relativi alla
WGS saranno valutati in confronto alla resistenza fenotipica.
Risultati: Dei 518 ceppi inclusi, 282 provengono da emocolture,
mentre 236 sono stati isolati dalle urine.
In totale, 92 diversi geni sono stati identificati tramite WGS. La
maggior parte (n=48) sono legati alla resistenza verso β-lattamici
(penicilline e cefalosporine), seguiti da geni legati alla resistenza ad
aminoglicosidi (n=16) e a trimethoprim-sulfametossazolo (n=10).
Conclusioni: I dati preliminari mostrano la presenza di numerosi
geni associati alla resistenza verso β-lattamici in un campione di E.
coli costitutito per più del 50% da ceppi classificati produttori di
ESBL. La successiva correlazione con la resistenza fenotipica
riscontrata costituirà un punto di partenza per valutare l’utilità della
WGS quale test di suscettibilità antibiotica.
1. E. coli isolati (n=518)
ESBL + ESBL -
0
50
1002. Resistenze altre classi antibiotiche
Fluorochinoloni
Trimethoprim-Sulfametossazolo
Aminoglicosidi
Carbapenemi
HUMAN ANISAKIASIS IN ITALY: A RETROSPECTIVE EPIDEMIOLOGICAL STUDY ON AN UNDERESTIMATED FISH-BORNE ZOONOSIS
1Sapienza-University of Rome, Rome, Italy; “Umberto I” University Hospital, Rome, Italy; 2 FishLab, Department of Veterinary Sciences, University of Pisa, Via delle Piagge 2, 56124 Pisa, Italy 3 Department of Translational Research, N.T.M.S., School of Medicine, University of Pisa, via Roma, 55, 56126 Pisa, Italy
Mattiucci S.1, Guardone L.2, Armani A.2, Costanzo F.2, Palomba M.1, Bruschi F. 3
73 cases were included (Fig.1), reported most frequently from Abruzzo, Apulia and Latium. The parasite was detected by endoscopy (51.4%) or laparotomy (48.6%). The site of infection was intestinal (42.5%), gastric (43.8%), oesophageal (1.4%) or ectopic (12.3%). Most of the parasites (71.0%) were identified as Anisakis sp. or A. simplex (s.l.). When molecular methods were used (21 cases), A. pegreffii was identified. In most of the patients (65.7%), the source of infection was raw or undercooked anchovies, followed by ‘‘anchoives and sardines’’ (15.1%), generic ‘‘raw seafood’’ (15.1%) and sardines (1.4%). In 2 cases (2.7%), the source was not available.
The main conclusions derived from the results are: i) attention should be given to the patient’s history, in particular when raw marinated anchovies, proven to be the main source of human anisakiasis in Italy, are consumed; ii) in order to assess correct epidemiological data, a confirmed and specific etiological identification should always be carried out. The last should include both molecular tools (qPCR-DNA of the removed parasite or granulomas) (Fig.2,3) and immunological assays (i.e. WB and/or ELISA tests) using species specific parasite antigens.
Anisakiasis is a parasitic zoonosis due to the accidental infection of humans with larvae of the two parasite species, Anisakis pegreffii and A. simplex (s.s.), infecting also edible parts of fish. In Italy the number of reported human cases has increased. However, its real occurrence could be underestimated, since scientific data are scattered, and notification to public health authorities is not mandatory. The aim was to carry out a retrospective analysis on human anisakiasis in Italy since its first description in 1996 was performed by conducting a literature analysis of the so far described cases, based on the detection of an Anisakis larva by endoscopy, or in surgically removed granulomas, with or without parasite identification to species level. Epidemiological data, clinical features and source of infection of those cases were also considered.
INTRODUCTION
CONCLUSION
RESULTS
Guardone et al., 2018. Human anisakiasis in Italy: a retrospective epidemiological study over two decades. Parasité 25
Fig. 1
Mattiucci et al., 2018. Molecular Epidemiology of Anisakis and Anisakiasis: An Ecological and Evolutionary Road Map. Adv. Parasitol. 99
Mattiucci et al., 2017. Invasive anisakiasis by the parasite A. pegreffii: diagnosis by qPCR hydrolysis probe system and immunoblotting assay. BMC Infect. Dis. 17
Fig. 3 Fig. 2
"Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italia" Roma 18 ottobre 2018
CIRCOLAZIONE DI PULSOTIPI DI SALMONELLA INFANTIS ESBL NELLA REGIONE MARCHE IN AMBITO UMANO E VETERINARIO
Maira Napoleoni (a), Nicholas Aconiti Mandolini (b), Anna Maria Dionisi (c), Laura Medici (a), Aurora García Fernández (c), Gianni Perugini (b), Monica Staffolani (a), Stefano Fisichella (a)
(a) Centro di Riferimento Regionale Enterobatteri Patogeni, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati”, Tolentino
(b) Laboratorio di Diagnostica Animale, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati”, Tolen tino
(c) Dipartimento di Malattie Infettive, Reparto Antibiotico Resistenza e Patogeni Speciali, Istituto Superiore di Sanità, Roma
In Europa nel 2016, Salmonella Infantis ha rappresentato il primo sierotipo isolato da campioni di origine avicola e il quarto in ambito umano. È perciò notevole l’attenzione rispetto a questo sierotipo, anche in virtù dell’elevato livello di antibiotico resistenza che lo caratterizza.
Introduzione
Scopo dello studio è valutare la distribuzione dei pulsotipi di S.Infantis ESBL circolanti nella regione Marche in campo umano e veterinario attraverso i dati derivanti dall’attività istituzionale e da un programma sperimentale di campionamenti nella filiera avicola del pollo da carne.
Scopo
Scopo dello studio è valutare la distribuzione dei pulsotipi di S.Infantis ESBL circolanti nella regione Marche in campo umano e veterinario attraverso i dati derivanti dall’attività istituzionale e da un programma sperimentale di campionamenti nella filiera avicola del pollo da carne.
Scopo Risultati
Dal 2013 al 2018 sono stati identificati come S.Infantis ESBL 9 isolati di origine umana su 723 totali e 186 isolati di origine veterinaria derivanti da produzione primaria (feci, pelle del collo, soprascarpe, tamponi ambientali) e secondaria (carne fresca/lavorata) su 363 totali. Tutti i ceppi hanno presentato resistenza ai β-lattamici di terza e quarta generazione e positività per il gene blaCTX-M-1. Dall’analisi dei profili elettroforetici ottenuti mediante PFGE, sono stati identificati 3 pulsotipi: XbaI.0126, XbaI.0129 e XbaI.2116.
Risultati
Dal 2013 al 2018 sono stati identificati come S.Infantis ESBL 9 isolati di origine umana su 723 totali e 186 isolati di origine veterinaria derivanti da produzione primaria (feci, pelle del collo, soprascarpe, tamponi ambientali) e secondaria (carne fresca/lavorata) su 363 totali. Tutti i ceppi hanno presentato resistenza ai β-lattamici di terza e quarta generazione e positività per il gene blaCTX-M-1. Dall’analisi dei profili elettroforetici ottenuti mediante PFGE, sono stati identificati 3 pulsotipi: XbaI.0126, XbaI.0129 e XbaI.2116.
I ceppi di origine umana, veterinaria e alimentare sono stati sottoposti a tipizzazione sierologica, valutazione del profilo di antibiotico resistenza, conferma come ceppi ESBL sia fenotipica (metodica del doppio disco) che genotipica (PCR) e identificazione del pulsotipo (PFGE).
Materiali e Metodi
I ceppi di origine umana, veterinaria e alimentare sono stati sottoposti a tipizzazione sierologica, valutazione del profilo di antibiotico resistenza, conferma come ceppi ESBL sia fenotipica (metodica del doppio disco) che genotipica (PCR) e identificazione del pulsotipo (PFGE).
Materiali e Metodi Conclusioni
Al pulsotipo XbaI.0126 appartengono tutti i ceppi da produzione avicola e 8 ceppi umani su 9; il rimanente ceppo umano è riferibile al pulsotipo XbaI.0129. Il pulsotipo XbaI.2116 è associato a un solo ceppo relativo a campionamenti ambientali presso un laboratorio di lavorazione carni avicole. Relativamente all’attività di campionamento in allevamento, le positività ottenute dopo disinfezione dei capannoni, dimostrano la capacità del clone XbaI.0126 di resistere a tale procedura. Risulta ancora bassa la prevalenza di S.Infantis ESBL nell’uomo (1,2%) a differenza dell’ambiente avicolo (51,2%) tuttavia la sua presenza nella carne fresca e nelle preparazioni rappresenta un concreto rischio di diffusione all’uomo tramite consumo di carne o cross-contaminazione nell’ambiente domestico.
Conclusioni
Al pulsotipo XbaI.0126 appartengono tutti i ceppi da produzione avicola e 8 ceppi umani su 9; il rimanente ceppo umano è riferibile al pulsotipo XbaI.0129. Il pulsotipo XbaI.2116 è associato a un solo ceppo relativo a campionamenti ambientali presso un laboratorio di lavorazione carni avicole. Relativamente all’attività di campionamento in allevamento, le positività ottenute dopo disinfezione dei capannoni, dimostrano la capacità del clone XbaI.0126 di resistere a tale procedura. Risulta ancora bassa la prevalenza di S.Infantis ESBL nell’uomo (1,2%) a differenza dell’ambiente avicolo (51,2%) tuttavia la sua presenza nella carne fresca e nelle preparazioni rappresenta un concreto rischio di diffusione all’uomo tramite consumo di carne o cross-contaminazione nell’ambiente domestico.
Fig.1 Conferma fenotipica su Mueller Hinton agar della produzione di ESBL mediante test del doppio disco
Fig.2 Positività in PCR per blaCTX-M-1 a conferma dell’attività cefotaximasica delle ESBL in studio
Fig.3 Dendrogramma di ceppi rappresentativi per matrice e pulsotipi
0
10
20
30
40
50
60
uomo broiler/carne di pollo
Fig.4 N° isolati di S.Infantis ESBL da casi umani e da produzione primaria/secondaria settore avicolo
[VALORE]
50/61
[VALORE]
(10/61)
[VALORE]
(1/61)
ystB, invystBail, ystA, inv
Figura 3. Distribuzione geni di virulenza nei ceppi di Y.enterocolitica
Fig. 4. Prevalenza di Y. enterocolitica negli allevamenti
Francesca Piras1, Carlo Spanu1, Christian Scarano1, Silvia Bonardi2, Anna Maria Mocci1, Mariella Demontis1, Gavino Murittu3, Enrico Pietro Luigi De Santis1 - 1 Università Sassari, Dipartimento Medicina Veterinaria 2 Università Parma, Dipartimento Scienze Medico Veterinarie, 3 F.lli Pinna Industria Casearia S.p.A., Thiesi (SS)
SCOPO DEL LAVORO: Obiettivo della presente indagine è stato valutare la prevalenza di Y. enterocolitica e Y. pseudotuberculosis in campioni di latte crudo ovino e caprino e da ambienti di lavorazione di un caseificio industriale della Sardegna.
Isolamento di Y. enterocolitica da latte crudo ovino e caprino e da campioni ambientali in caseificio: dati preliminari
Figura 1. Prelievo campioni
Allevamento Caseificio
contenuto del filtro del latte
in ingresso: n. 5
latte crudo ovino:
n. 318 (232 allevamenti)
canalette di drenaggio aree di lavorazione:
n. 50
latte crudo caprino:
n. 127 (92 allevamenti)
Gene Funzione Metodo ricerca
ail Adesione/invasione PCR simplex (Thoerner et al., 2003)
ystA Enterotossina PCR duplex (Thoerner et al., 2003) ystB Enterotossina
inv Invasione PCR simplex (Bhagat and Virdi, 2007)
Tabella 1. Definizione profilo virulenza (61 ceppi di Y.enterocolitica)
CONCLUSIONI: elevata prevalenza di Y.enterocolitica potenzialmente patogena, in particolare nel latte caprino. La presenza di Y.enterocolitica sia nel latte crudo che negli ambienti di trasformazione può rappresentare un rischio zoonosico.
Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italia Roma, 18 ottobre 2018
6.9%
16.5%
ovini caprini
Figura 2. Metodo ricerca Y.enterocolitica e Y.pseudotuberculosis
Y. enterocolitica PSB 1/10 4°C 14 gg
Y.seudotuberculosis PMB 1/10 4°C 14 gg
CIN agar 30°C 24-48 h
Semina 0,5 ml in 4,5 ml KOH 0,5% per 20’’
CIN agar 30°C 24-48 h
Matrice Pos/tot %
Latte crudo ovino 16/318 5
Latte crudo caprino 19/127 16,5
Canalette caseificio 3*/50 6
Contenuto filtro latte 0/5 0
Tabella 2. Prevalenza di Y.enterocolitica
*n.2 area lavorazione ricotta n.1 area salatura Pecorino Romano
La tipizzazione molecolare identifica una infezione avicola persistente da Salmonella Enteritidis responsabile di un focolaio umano perdurante diversi anni
Scaltriti Erikaa, Bolzoni Lucaa, Casadei Gabrielea, Fridel Marinab, Carra Elenac, Marco Tambad, Borrini Biancab, Pongolini Stefanoa*
aAnalisi del Rischio ed Epidemiologia Genomica IZSLER – Centro Regionale per la Sorveglianza degli Enteropatogeni dell’Emilia-Romagna, Parma; bAssessorato Politiche per la Salute - Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica – Regione Emilia-Romagna, Bologna; cSede Territoriale di Modena IZSLER, Modena; dServizio Epidemiologico dell’Emilia-Romagna IZSLER, Bologna *[email protected]
Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italia - Roma, 18 ottobre 2018
Il focolaio
nel 2016 la sorveglianza molecolare dell’Emilia-Romagna
identifica 12 casi umani da Salmonella Enteritidis con identico
profilo PFGE e MLVA, in provincia di Modena e Reggio-Emilia
(fig. 1 e 2). Un allevamento di ovaiole della zona viene sospettato
quale possibile fonte del focolaio.
Indagine
l’allevamento sospetto risulta infetto con lo stesso genotipo
(PFGE-MLVA) di S. Enteritidis dei casi. Le interviste e il trace-
forward delle uova consentono di accertare un nesso
epidemiologico tra l’allevamento e 9 dei casi. Nel database
molecolare di IZSLER esistono 6 isolati di S. Enteritidis
dell’allevamento precedenti il focolaio e risalenti fino al 2009,
aventi lo stesso genotipo del ceppo focolaio (fig. 3 – in rosa gli
isolati attuali). Risulta plausibile che l’allevamento sia rimasto
continuativamente infetto con il ceppo focolaio dal 2009, viene
quindi riesaminata la distribuzione temporale dei casi umani
causati da quel genotipo in regione ed emerge che altri 16 casi
sono stati rilevati nelle stesse province del focolaio fin dal 2012.
Conclusioni
la tipizzazione molecolare:
• ha ampliato i limiti del focolaio da poche settimane a 4 anni
• ha confermato l’allevamento sospetto come origine del focolaio
• ha accertato la persistenza dell’infezione in allevamento
anno PFGE MLVA
2009 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2009 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2010 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2010 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2010 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2016 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2016 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2016 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2016 SXB_PR.0112 5-6-10-7
2016 SXB_PR.0112 5-6-10-7
Fig. 2 mappa dei casi e distribuzione uova Fig. 3 isolati dell’allevamento
Casi inizialmente assegnati al focolaio
Casi retrospettivamente assegnati al focolaio
Fig. 1: casi umani - PFGE: SXB_PR.0112 - MLVA: 5-6-10-7
Studio osservazionale in un’Azienda Ospedaliera Universitaria:
due anni di Salmonelle Sacco F., Navazio A., Coletti M., Giordano A., Raponi G.
UOC Microbiologia e Virologia Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I Dir. Prof. G. Antonelli - Roma
• Salmonella è l’agente batterico più
comunemente isolato in caso di infezioni
trasmesse da alimenti: è presente in natura con
più di 2000 sierotipi, ma i ceppi più diffusi
nell’uomo e nelle specie animali sono S.
enteritidis e S. typhimurium.
• Analisi osservazionale sul ritrovamento di questo
microrganismo.
INTRODUZIONE-SCOPO MATERIALI E METODI
• Isolamento su terreno selettivo per Salmonella
• Identificazione di colonie sospette tramite MALDI-TOFF (Bruker)
• Analisi con il sistema semiautomatizzato Vitek 2 (BioMérieux) card N-
202
• Tipizzazione molecolare tramite sieroagglutinazione specifica ISO/TR
6579-3:2014 (IZS LT Sede Centrale)
Periodo osservazionale: Settembre 2016-Agosto 2018
6608 richieste di coprocoltura
6545 negativi 63 positivi
• 40 pazienti ripetuti provenienti da diversi reparti del Policlinico Umberto I di Roma.
• Identificazione delle colonie cresciute come Salmonella spp.
• Tutte le specie testate sono risultate sensibili al pannello di antibiotici della card N-202
del Vitek 2.
RISULTATI % Sierotipi
S. typhimurium monofasica 4,12:i:-O:4 (B)S. typhimurium 4,5,12:i:1,2 O:4 (B)S. enteriditis 9,12:g,m:-O:9 (D1)S. brandenburg 4,12:l,v:e,n,z15 O:4 (B)S. infantis 6,7:r:1,5 O:7 (C1)S. amsterdam 3,10:g,m,s:-O:3,10 (E1)
CONCLUSIONI Dai risultati delle tipizzazioni, non risulta esserci prevalenza di un serovar in particolare.
L’infezione da Clostridium Difficile in Ospedale: esperienza di una
Sorveglianza attiva presso il Policlinico Casilino
PREMESSA
L’infezione da Clostridium difficile (ICD) è una delle principali cause di malattia gastrointestinale correlate all’assistenza (ICA), la cui
prevenzione rappresenta una sfida importante di Sanità Pubblica. Il Policlinico Casilino ha aderito ad uno Studio di Sorveglianza
attiva delle ICD coordinato dall’INMI L. Spallanzani, il cui scopo era quello di determinare l’incidenza delle ICD nelle strutture
sanitarie di tre Regioni Italiane e fornire una metodologia comune di monitoraggio.
RISULTATI
Su un totale di 11.611 ricoveri:
- 303 soggetti sono stati testati per ICD
- 21(0,2%) sono risultati positivi
Le ICD sono state rilevate in tre Reparti:
- Medicina Interna
- Medicina d’Urgenza
- Cardiologia
L’età media dei soggetti era di 82 anni, il 38% uomini, il 62%
donne.
CONCLUSIONI
I risultati mostrano un quadro di prevalenza di ICD compatibile con quello internazionale
(1-15/1000 ricoveri). La maggior parte delle ICD risultano essere correlate all’assistenza. Ciò conferma l’utilità di una sorveglianza
attiva, associata ad una puntuale verifica dell’applicazione dei Protocolli al fine di limitare la diffusione interna e ponendo particolare
attenzione ai soggetti sintomatici che provengono da altre strutture di cura.
Lucia Scappaticci ¹, Francesca Paradiso ², Manuela Rocchi ¹, Cristina Ambrosone ² , Alberto Giannotta ¹, Cristina Giliberti¹.
¹ Policlinico Casilino, Roma; ² Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Corresponding author: [email protected]
3 infezioni comunitarie
1 infezione di origine non
definita
9 contratte in altra struttura
7 correlate al ricovero
16 ICA
Origine ICD
Reparti N. Casi ICD
Medicina 10 casi su 782 (1,3%)
Medicina d’urgenza 10 casi su 599 ricoveri (1,7%)
Cardiologia 1 caso su 1653 ricoveri (0,06%)
MATERIALI E METODI
Lo studio, effettuato da Gennaio a Giugno 2018, ha coinvolto
tutti i Reparti dell’Ospedale, ad eccezione dell’area di DEA/PS,
dialisi, Day Hospital. Sono stati inclusi tutti i pazienti ricoverati,
che hanno presentato sintomatologia riferibile a ICD, e risultati
positivi ai test diagnostici.
Studio degli effetti degli oli essenziali sulla patogenicità del ceppo Escherichia coli O157:H7
Scotti Raffaella*, Annarita Stringaro°, Laura Nicolini*, Roberta Gabbianelli* *Servizio Biologico e °Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione Preclinica e Clinica dei Farmaci, Istituto superiore di Sanità, Roma
0.000
1.000
1 5 9 13 17 21
De
nsi
tà o
ttic
a
ore
curve di crescita
K12 M9 ED597 M9
K12 Lemongrass ED597 Lemongrass
Introduzione: L’enteropatogeno E.coli O157:H7 provoca coliti emorragiche e talvolta la sindrome emolitica uremica (HUS) mortale. 60% delle infezioni microbiche è associato al biofilm, struttura di cellule batteriche maggiormente resistente a disinfettanti/antibiotici. Scopo: L’assenza di terapie contro HUS e la capacità di E.coli O157:H7 di formare biofilm, hanno indirizzato lo studio verso Cinnamon Zeylanicum (Bark) e Cymbopogon citratus (Lemongrass) come alternativa agli antibiotici, causa dell’insorgenza di resistenze nei batteri. Abbiamo usato tali oli essenziali per valutare l’inibizione del biofilm e il loro effetto sulla crescita del ceppo ED597, isolato da un paziente con HUS. Risultati: Il grafico mostra come gli oli siano capaci di inibire sia la crescita plactonica nel ceppo patogeno ED597 che nel controllo. L’istogramma evidenzia una notevole inibizione della capacità di formare biofilm, dovuta alla presenza degli oli. Da notare che il Bark è stato usato a una concentrazione 10 volte inferiore rispetto al Lemongrass avendo un maggiore effetto sui ceppi in esame. Al microscopio elettronico a scansione (SEM) sono stati osservati i cambiamenti ultrastrutturali dei biofilm trattati con gli oli ad una minor concentrazione per permettere la formazione del biofilm. In Fig. B la microfotografia mostra la presenza di significative alterazioni della superficie cellulare dei batteri dopo trattamento con Lemongrass 0.01% (Bark 0,001% non mostrato). In particolare, si può osservare la presenza di numerose formazioni granulose che sono invece assenti sulle cellule cresciute in M9 (Fig. A). Conclusioni: I risultati ottenuti dagli studi con gli oli essenziali sembrano promettenti al fine di individuare nuovi trattamenti che possano prevenire e/o ridurre le contaminazioni batteriche da E.coli O157:H7. Dati preliminari da utilizzare nell’ambito del progetto «Studio degli effetti degli oli essenziali e dei peptidi antimicrobici sulla formazione del biofilm e sulla patogenicità del ceppo enteroemorragico E. coli O157:H7» in collaborazione con il Dip. Innovazioni Tecnologiche dell’INAIL, Dr.ssa E. Sturchio e collaboratrici.
Le curve di crescita e i biofilm sono stati ottenuti crescendo il ceppo ED597 e il controllo K12 in M9 con o senza olio (Bark 0.005% o Lemongrass 0.05%), a 28°C per 24h in piastre da 96 pozzetti partendo da un inoculo iniziale di 106 cellule/ml. Il biofilm è stato fissato a 60°C per 1h, colorato con 0.1% cristalvioletto per 20min, il colorante solubilizzato in DMSO per 15min e misurato attraverso uno spettrofotometro a 595nm.
Microfotografie al SEM (FEI Company) di biofilm di E. coli 0157:H7 cresciuti su coprivetrino (in M9 + Lemongrass 0.01%), fissati dopo 24h con glutaraldeide al 2.5% in tampone cacodilato (30 min) e successivamente post-fissati con tetrossido di osmio (1h). Successivamente i campioni sono stati disidratati e ricoperti con oro (Ingrandimento 40.000 X).
0
50
100
M9 Bark Lemongrass
% Biofilm
k12 ED597
Fig. A
Fig. B
L’uso consapevole di metodi alternativi per la sierotipizzazione di Salmonella spp.: il caso S. Abortusequi / S. Bispebjerg
Tiengo A., Antonello K., Saccardin S., Minorello C., Ricci A., Barco L., Cibin V.
22 ceppi test sierotipizzati con:
20/22 S. Abortusequi
2/22 S. Bispebjerg
Conclusioni:
A livello genotipico S. Abortusequi presenta lo stesso profilo di S. Bispebjerg (metodo alternativo) ma non esprime a livello fenotipico H1:a (sierotipizzazione classica).
Si ritiene quindi che l’uso esclusivo di un metodo di sierotipizzazione alternativo di tipo genotipico, pur presentando numerosi vantaggi, possa indurre a informazioni fuorvianti la cui interpretazione non può prescindere dal contesto epidemiologico.
Kauffmann-White- Le Minor (WKL)
Sierotipizzazione classica
Metodo alternativo, kit xMAP® Salmonella Serotyping Assay
Risultati:
22/22 S. Bispebjerg
˝Circolazione ed impatto dei patogeni enterici in Italiaˮ. Roma, 18 ottobre 2018
VIROTIPI E PROFILI DI ANTIBIOTICO RESISTENZA IN CEPPI DI Escherichia coli shiga-tossico (STEC)
ISOLATI IN SUINI DAL 2006 AL 2017 INTRODUZIONE Escherichia coli STEC è patogeno responsabile di patologie enteriche e/o sistemica nei suini e può rappresentare un rischio per la Salute pubblica quale potenziale agente zoonosico.
SCOPO
L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di studiare le caratteristiche di patogenicità ed i profili di antibiotico resistenza (AMR) dei ceppi STEC isolati da forme cliniche nei suini, in diversi stadi produttivi.
Baldo V.1
Birbes L.1
Salogni C.1
Giovannini S.1
D’Incau M.1
Losio M.N.1
Ianieri A.3
Pasquali P. 2
Alborali G.L.1*
1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale della
Lombardia e dell’ Emilia-Romagna,
Brescia, Italia
2 Istituto Superiore di Sanitò, Roma, Italia
3 Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del
Farmaco, Università degli Studi di Parma, Parma,
Italia
* Co n t a t t o : G i o v a n n i L o r i s A l b o r a l i D V M , P h D , d i p l . E S P H M – I Z S L E R – V i a B i a n ch i , 9 - 2 5 1 2 4 B r e s ci a , I t a l i a – E -m a i l : g i o v a n n i . a l b o r a l i @ i z s l e r . i t
MATERIALI E METODI
Dal 2006 al 2017, sono stati isolati 230 ceppi di E. coli STEC da carcasse, feci o tamponi rettali di 183 suini in post svezzamento (PW) e 47 in accrescimento (G) con sintomatologia clinica (Fig. 1).
Tutti gli isolati son stati sottoposti a caratterizzazione biomolecolare per ricercare l’antigene O (AgO), le fimbrie (F4, F5, F6, F18 e F41), le enterotossine (STa, STb, LTI) e la Shiga-tossina (Stx2e). Inoltre, sono stati
sottoposti al test di disco diffusione in vitro per studiare i profili di AMR.
CONCLUSIONI
Dai dati in esame si evince quanto i ceppi STEC possiedano caratteristiche di virulenza e di AMR tali da renderli oggetto di studio al fine di prevenire la diffusione del patogeno e con esso le resistenze agli antibiotici per
salvaguardare la Sanità animale e la Salute pubblica.
Fig. 1 –- Campionamento.
Fig. 2 - Virotipi predominanti separati per categoria produttiva Fig. 3 –- Distribuzione delle % di resistenza ai principi attivi testati.
CATEGORIA PRODUTTIVA NUMERO CEPPI ISOLATI
POST-SVEZZAMENTO (PW) 183
ACCRESCIMENTO (G) 47
VIROTIPI PW (%) G (%)
O139-F18-Stx2e 58.57 64.71
O139-F18-STa-STb 20.00 17.65
O139-F18-STa-Stx2e 2.86 34.59
RISULTATI Dei 230 ceppi di STEC suini isolati, l’AgO predominante è stato O139 (38%). Associando l’Ag O139 ai fattori di
virulenza è stato possibile identificare i virotipi (Fig. 2).
Lo studio del pattern di AMR dei ceppi isolati ha mostrato una elevata resistenza agli antimicrobici testati con
picchi di resistenza attorno al 100% per le tetracicline e penicilline e ha mostrato una resistenza del 90% alle
cefalosporine di I° generazione (Fig. 3).
EXPOSURE ASSESSMENT STUDY ON ZOONOTIC ANISAKID NEMATODES OF COMMERCIAL FISH SPECIES FROM MAJOR EUROPEAN FISHING GROUNDS: RESULTS FROM THE EU-FP7 PARASITE PROJECT Mattiucci S.1, Levsen A.2, Cipriani P.1,2, Palomba M.1,3, Pierce G.J.4,7, Gay M.5, Bao M.3, Morales M.A.G.6, González A.F.7, Pascual S.7
1Sapienza-University & “Umberto I” University Hospital, Rome, Italy; Laboratory affiliated to Istituto Pasteur Italia 2Institute of Marine Research, Bergen, Norway | 3Tuscia University, Viterbo, Italy 4Oceanlab, University of Aberdeen, Aberdeenshire, UK; Departamento de Biologia, Universidade de Aveiro, Portugal 5 Laboratory for Food Safety, Boulogne-sur-Mer, France|6Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy | 7Institute of Marine Sciences, Spain
A total of 17760 fish were examined for anisakids detection, with special emphasis on economically important species. The target fish species were sampled at four major European fishing areas: Barents Sea, North Sea, Baltic Sea, Grand Sole Bank, waters off NW Spain and Portugal, Mediterranean Sea (Fig. 1). Parasitological analysis was carried out by using the UV-press method (Fig. 3). Species identification of Anisakis spp. larvae were performed by a multi-marker molecular genotyping approach.
The study evidenced in the fishing area, fish-size, fish stocks, anthropogenic impact and global change the major "drivers" in the infection levels observed by different Anisakis spp. The results allowed to introduce a graphical exposure risk profile, based on prevalence and abundance data of Anisakis spp. in different fish species (Fig. 2). It also focused on the distribution of zoonotic Anisakis species in the edible parts of fish (Fig. 3). The survey represents the largest and most comprehensive epidemiological data of anisakids ever generated in terms of number of fish host species, sample size, and geographical range. The preferred site of infection of Anisakis spp. was also recorded to assess their spatial distribution in fish, as basis for advising industry and consumers on those fish species which are commonly prepared and consumed as raw , or in lightly processed dishes.
INTRODUCTION
Nematodes of the genus Anisakis are heteroxenous parasites, having cetaceans as definitive hosts whereas crustaceans, fish and squids acting as intermediate/paratenic hosts. These parasites are considered among the most important biological hazards present in “seafood” products (EFSA, 2010). Indeed the two species Anisakis simplex (s.s.) and A. pegreffii provoke human gastro-intestinal anisakiasis. The aim of the PARASITE project was to carry out a molecular epidemiological survey on anisakid nematodes in European wild-catch fisheries, to provide the basis for analysis and prediction of consumer exposure risk to zoonotic parasites.
Levsen et al., 2016. A survey of zoonotic nematodes of commercial key fish species from major European fishing grounds. Fish. Res. 21 Mattiucci et al., 2018. Molecular Epidemiology of Anisakis and Anisakiasis: An Ecological and Evolutionary Road Map. Adv. Parasitol. 99
MATERIALS AND METHODS
RESULTS AND CONCLUSION
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 1