CONTRIBUTI PER LA STORIA DELLE RELAZIONI FRA … · Le relazioni Ira i singoli comuni dell'Italia...

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WOLFGANG HAGEMANN CONTRIBUTI PER LA STORIA DELLE RELAZIONI FRA VERONA E VENEZIA DAL SEC. XI AL SEC. XIII I. I beni del l\1onaslcrn di S. :Zaccm·ia di 1/carn:r.ia in llonco lJ Le relazioni Ira i singoli comuni dell'Italia settentrionale nel secolo XI I e XI 11 erano - come de! resto quelle ehe esi- stono fra gli stati moderni - assai cornplesse. Da una parte troviamo le relazioni politiche ehe conducevano alla conclu, sione di trattati di amicizia e di alleanze, di accordi sulle frontiere e sui diritti delle zone contese e finalmente in caso di conflitto armato ad att: di dichiarazione di guerra, a tregue ed a paci; d'altra parte abbiamo relazionl commercial! con tutti gli atti della vita commerciale quotidians e con accordi piu o meno estesi per regolare ii commercio secondo le intenzioni dei contraenti. Inoltre, vediamo numerosi casi, nei quali le autoritä ~ovevano occuparsi anche delle questioni spesso assai complicate _ehe sorgevano dai rappcrti fra i 1 oro cittadini, rapportr, ehe m parte avevano origine dai contatti commerciali, in parte provenivano da d.Ificoltä sorte intorno alla proprietä o a diritti possedurl da cittadini o da enti ci un territorio nella circoscrizione dell'altro. Generalmente si rub ('") Scn(o ii d~>l'rrc. ~i ri!"'~c:iz, .. 'lrP. \'il'~mr-ntr- ii compinnlo comm. Honga, So.-r ainlenuenle <l <>.11 Archivio d1 S_lal() 01 Vcnr-zra, ii doll. \lnr,,zzo dr lla H,,c,·a de llo stesso Archrvro. 11 comm. f r>rror1. d,rcllorc d,1/a Bc!Jliolt: ra M, 1rci3ns, IH doll. H! .(!oni dll'Archiri 'l Comunale ~i PndOVH ii prnf. ll <111chi d,·lla lll bli<1!tra , .omunale di Pauo,a e 11 mons. Si-rr-na <11'!/n rl11Jlinf1'<' a dcl Sr-minarr o di Padon prr tu/Ir J, fncilitn_,ioni ~rnlilmeul,c,rn ce~~r. aiJ,, mir ric·rchr. 11101\re ringra,io ii comm Forla'1, Sovrain\p;iknle a, i1onum,·nli di Vrnn1n, ehe con Ja !=ilia 1-.,r,zi'.l gf'n,..ros1la ni i hi r<'~O po~sihilr ,in 1,0,c-!?inrnn prolnng:tto a Vcnn .ia. Cn cnrdialr. rngrazianwnlo vn nll' anuco doll. I. nnfr,inr.hi ,t,·ll' Ard11vio <Ii Slalo di Vrn1·1ia. incnri cnlo d,·T riordinamenlo d,·gli Ard1i1i dr:le \Jnni ,iortr. prr n11m~ro~i P-41 .im[)ort:\ntj con!--iμli rd 1;1i11li -tl11r;1ntr. i mi"i Junghi ~l11c1i a VPnr1ia. Ri11jlra1.it , rh cuorr- JJ prof. Mo:-,4:hrtli drfr'(!nin'r(;.i!c) di Ilnrna, ii prof. Sandri. llirdlore drlla S1·21<Jne <Ii Ardlf\ ·io ,Ii Slnlo di Vernno. ii prof. Si1Twoni clrlla l'ninrsilil cli Bn 1 oi1na ~ mons Turrini, Oirdlore dcl la ß1hlinlca CapitolarP di VProna. prr lanti ~nnsiali rd niuti prP1io~i. lnfinp mi p(\rnwtl ~ rfi f' ~ c.primrrr 11n particol;1re scn~o rl1 prnfun1J. 1 μr:ititur1in,, alla C:1~a 1\110111 Fanci11lli <Ii non Calnhria rrr l'ospil, 1lilh r.osl izenrrosnmrnlc orr,rlnmi p<>r lanlo trmpo in Vrrona. porch?. sol;imr11lr co~i polri con1l11rre tranq11ill~m,·11le le mir' ri<"trt":hr ad una conr.lusinnr. - 1~

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WOLFGANG HAGEMANN

CONTRIBUTI PER LA STORIA DELLE RELAZIONI FRA VERONA E VENEZIA DAL SEC. XI AL SEC. XIII

I. I beni del l\1onaslcrn di S. :Zaccm·ia di 1/carn:r.ia in llonco l•J

Le relazioni Ira i singoli comuni dell'Italia settentrionale nel secolo XI I e XI 11 erano - come de! resto quelle ehe esi­ stono fra gli stati moderni - assai cornplesse. Da una parte troviamo le relazioni politiche ehe conducevano alla conclu, sione di trattati di amicizia e di alleanze, di accordi sulle frontiere e sui diritti delle zone contese e finalmente in caso di conflitto armato ad att: di dichiarazione di guerra, a tregue ed a paci; d'altra parte abbiamo relazionl commercial! con tutti gli atti della vita commerciale quotidians e con accordi piu o meno estesi per regolare ii commercio secondo le intenzioni dei contraenti. Inoltre, vediamo numerosi casi, nei quali le autoritä ~ovevano occuparsi anche delle questioni spesso assai complicate _ehe sorgevano dai rappcrti fra i 1oro cittadini, rapportr, ehe m parte avevano origine dai contatti commerciali, in parte provenivano da d.Ificoltä sorte intorno alla proprietä o a diritti possedurl da cittadini o da enti ci un territorio nella circoscrizione dell'altro. Generalmente si rub

('") Scn(o ii d~>l'rrc. ~i ri!"'~c:iz, .. 'lrP. \'il'~mr-ntr- ii compinnlo comm. Honga, So.-rainlenuenle <l<>.11 Archivio d1 S_lal() 01 Vcnr-zra, ii doll. \lnr,,zzo dr lla H,,c,·a de llo stesso Archrvro. 11 comm. f r>rror1. d,rcllorc d,•1/a Bc!Jliolt:ra M,1rci3ns, IH doll. H!.(!oni d•ll'Archiri'l Comunale ~i PndOVH ii prnf. ll<111chi d,·lla lllbli<1!t•ra , .omunale di Pauo,a e 11 mons. Si-rr-na <11'!/n rl11Jlinf1'<'a dcl Sr-minarro di Padon prr tu/Ir J, fncilitn_,ioni ~rnlilmeul,• c,rnce~~r. aiJ,, mir ric•·rchr. 11101\re ringra,io ii comm Forla'1, Sovrain\p•;iknle a, i1onum,·nli di Vrnn1n, ehe con Ja !=ilia 1-.,r,zi'.l gf'n,..ros1la nii hi r<'~O po~sihilr ,in 1,0,c-!?inrnn prolnng:tto a Vcnn.ia. Cn cnrdialr. r•ngrazianwnlo vn nll'anuco doll. I.nnfr,inr.hi ,t,·ll'Ard11vio <Ii Slalo di Vrn1·1ia. incnricnlo d,·T riordinamenlo d,·gli Ard1i1i dr:le \Jnni ,iortr. prr n11m~ro~i P-41 .im[)ort:\ntj con!--iµli rd 1;1i11li -tl11r;1ntr. i mi"i Junghi ~l11c1i a VPnr1ia. Ri11jlra1.it, rh cuorr- JJ prof. Mo:-,4:hrtli drfr'(!nin'r(;.i!c) di Ilnrna, ii prof. Sandri. llirdlore drlla S1·21<Jne <Ii Ardlf\·io ,Ii Slnlo di Vernno. ii prof. Si1Twoni clrlla l'ninrsilil cli Bn1oi1na ~ mons Turrini, Oirdlore dclla ß1hlinl1·ca CapitolarP di VProna. prr lanti ~nnsiali rd niuti prP1io~i. lnfinp mi p(\rnwtl~ rfi f'~c.primrrr 11n particol;1re scn~o rl1 prnfun1J.1 µr:ititur1in,, alla C:1~a 1\110111 Fanci11lli <Ii non Calnhria rrr l'ospil,1lilh r.osl izenrrosnmrnlc orr,•rlnmi p<>r lanlo trmpo in Vrrona. porch?. sol;imr11lr co~i polri con1l11rre tranq11ill~m,·11le le mir' ri<"t•rt":hr ad una conr.lusinnr.

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dire ehe le autoritä comunali gia molto presto intcrvenivano con energia in Iavore dei diritti <lei loro cittadini, tanto per via delle pressionl . diplornatiche quanto ccncedendo Iacoltä di fare rappresaglie. .

Ogni caso simile offre in ogni modo un contributo im­ portante per conoscere I 'atteggiamento delle autoritä comunali verso i loro cittadini e verso l'altro Stato, Pur.roppo ii ma­ teriale, speciairncntc per i secoli XI e XII, non e abbondante, anzi in molti casi assai lirnitato ed e piü ricco solamente ner casi ehe si rif'eriscono ad enti religiosi, perche la ccnserva­ zione dei documenti ecclesiastici e generalmente migliore di quella degli atti di enti laici. E. ben noto ehe la proprietä Ion, diaria delle chiese, monas.eri, ospedali ed altre istituzioni reli­ giose segnava un continuo aumento attraverso donazioni, di­ sposizioni testamentarie, ccmpre ecc. giä prima dein' anno 1000. Questa proprietä dcgli enti religiosi, come e altrettanto noto, non si lirnitava perö aO territorio delle vicinanze, ma si estendeva anche in qualche caso assai lontano, basandosi su donazioni e concessioni ehe da] periodo langobardico in poi continuavano a convogliarsi alle chiese monasteri ed ospedali. Cosi abbiamo tanti istituti religiosi veronesi con beni fuori de! Comitato di Verona, p. e. n' Abbazia di S. Zeno con beni e diritti nel Trevigiano e Bolognese ('), la chiesa di S. Giorgio iii Braida con beni nel Vicentino C), ii capitolo della Catte­ drale di Verona con beni nel Padovano ("). Ma anche i ,cas-i contrari sono assai frequenti, cioe enti religiosi di altre cittä ehe avevano beni nel Comitato di Verona. Basterebbe ricor­ dare solamente qui n' Abbazia di S. Silvestro di Nonantola ehe aveva diritti estesi nel territorio veronese ('). Uno di quest; casi piü important! e quello de! Monastero di S. Zaccaria di Venezia. La storia dei suoi possedimenti nel territorio vero­ nese fino al secolo XIII offre una pagina interessante per la storia delle relazioni fra Verona e Venezia e ci perrnette inoltre

(I) V,•di i nurnr-rosl dor u mr-nli ri1Z11:'rrla11li qursti l,r,-11i de! Monnslcro di s Zeno fuori de! torritorio vcroncse nclle pcrgamcne dell Ovpitnlc C1,·1co, ogg: 1:(l1Js1·r\':1lr 111·110 S•·zionr, i.11 Archivio dr Slate d i Vornna.

(Z) La massa ,lei docunu-nti sui bcm di S. G1or1,110 ,n ßraida net Vicentino, snccialmrntr a Loniuo, ~ ncll',\rrt11,·io Seµr<'lo _\'a!ica110, . .'\rchi\'io d~lla Can­ celleria d"lla Nunziatura Vencta, fon<lo S. G1or1no in Braid.a.

(3) Numnose pprgamPne de.ll'Archil'io Cap.itolare di Verona si rireriscono a qu<'sli bcni s1tunli o Cinto f> dintorni.

(') Vcdi i diversi documrnli pubblirati da G. Ttarnoscm, Storia dell'auau· •In bar/ta di S. S11,:r..,1ro di 1\/onanfnla T. II (\J,,<lrna li8,,J ii qualc nel T. I (~lorlrnn 17~1) <lA anchc In storia 11ri urni d<'I monastrro ncl Veronese.

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di dare uno sguardo abbastanza dettagliato sutla posizrone della famiglia dei conti di Verona - S. Bonifacio - Ronco C), ehe ebbe sempre tanta parte nella vita del territorio veronese,

II monastero di S. Zaccaria di Venezia ('), fondato nel IX secolo, prendeva ben presto uno sviluppo fondiario assai

- rapido attraverso numerosi lasciti testamentari e donazioni da parte di diverse personalitä laiche ed ecclesiastiche (3) anche fuori della zona di influenza dello Stato Veneziano allora in formazione, specialmente nel Padovano intorno a Monse­ lice ('). Di importanza speciale per le relazioni fra S. Zaccaria e it Veronese diventava la benevolenza particolare ehe dirno­ strava verso la meta del sec. X ii conte e marchese Milone di Verona (') per ii monastero. Ne! suo testamento de! 10 luglio 955 (') ordinava ehe tutti i beni destinatl da ·lui ai suoi eredi in caso di esrinzione della linea di questi diventassero proprietä del monastero, im quale doveva utilizzarli ;n favore della sua anima, di quella di sua moglie e di tutti i parenti ('). Ma que­ sta disposizione non si avverö mai e perciö non c ii caso di soffermarsi qui sui particolari. C' era perö nel testamento un 'altra parte, ehe era destinata a dare al monastero di S. Zac, .caria un godimento immediato. Con questa disposizione Milone

, :') GiA L. ""'£0", Per la genenlog,a dei eonti di Sambonijacic c ll'>nco, !',;. Arch. \lpneto, i'\. S., T._ XXVI _:yenni.a l!H3), aveva osservato l'importanza dei document, di S. Zaccaria relativi a R~nco per la genoalogia dri conti di S. Bonifacio. senza peril spmgers: o!tr~ l_anno !1~6_. .

· (') Vcdi tulle [,. pii• Important! indicazioni b1hlroiirnfi~hc presso J>. F. KcnR Ila/in Ponulicia, Vol. \· II. :! (Horlmo l!l"!ai, pag, 174-17~. -

' (') v .. di ii ricr.o. materiale del)'A.rchivii:, di S. Zar-cnria nr-ll'Arr-h ivi» rl, Stato <Ii \,enn.ia. \Ian, ~!orte. descritlo d.1 KrnR. //nl. Poni.i., Vol. VII. 2 eil. ~311. li5-176. Nelle sPguenti _citazioni la indicazione ~ S._ Zaccaria• si rifel'i~c: sr-rnpre a qucs!o materra le silo " Venez.ia. sr- non C indicata una cosa diverva , « PPrlj'. • signirica « PPrgamene •, «Cart.• la srrie de! materiale cartaceo, «B.• e l'abbrcviaz1one p,•r (f ßu!--hl », « T. » per « TQmo ».

'.') La ma,sa de, docnmrnti prr _i heni Pado\'3ni di S. Zaccaria si trorn a Pado\'a, Arch. Com., Corpora1.1om Soppressr, S. Zaccaria. I documenti ~ono stnti pubblicati fino all'anno 1187 dn A. r.1.0RIA. Corl1re D1plomnl1co Pa dooano dal secolo ae&lo a /ullo l'undeeimo (Venezia IR77) e Codiee Diplomalieo P11dnvano dnll'anno 1101 nlla p,ue di Co.,lanm. P. I IV<>nnin IR79) e P. II (V<>nezia 18/lli (') Sulla qnrstionr della marca ,·eron<'sr ye<Ji A. llontr.lSTrn. ,lf,irkr,r,1/en und .\lnrknrafsr.haften im Italienischen Koni,,reirh in du Zeit Mn Karl dem <,roa,en btB auf Otto dPn Grouen (i74-962\, Mitteil11ngen df'ß Instituts für Oester­ n·ichil'l'he Grschirhtsforsd11m11. Erganwnl!sbanrl YII (\\'irn l!l0-1), pag. 384-3Rfi.

(') Copi• d•·l sec. :\I S. Zaccaria. Perg. B. XX: cnpia de! si,c. XV ibid.; 3 copiP de! src. XV S. Zaccaria. Cart. B. II, Cntast. Ronco T. I. pag. 13-t~ ,. T. II fol. a-6° c fol. 67-FR". lnoltrr si tro,ann nnmrrMe Allrr tardc ropie in S. Zacearin. Cart. B. IX: ßrnnacci. Cod llipl. Parl.. Rihl. S"m. Par!,J,·a. Cod. 5/ll vol. IV; \'iaro, Copia drgli i~lromrnli l'<I nltrP ~art~ anliche Mt CAta­ stico A. Porlnvn. Ar~h. Com. rcc. ll festam~ntn ~ erlito con molli r.rrori rla F. L'GHF.LLI. Italia Sarra T. V (Vrnezio li?O) col. 737-740

(7) (1 tratto ril!narrlante qne~ta d1spMi1inne '!'i Irma n..Jl'r,li1.innP di l'· GIIF.t.LI, lla/111 S11era, T. V eil. col. i39

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prescriveva ehe i suoi eredi fossero tenun a corrispondere al monastero ogni anno, nel giorno di S. Martino, un censo di cento moggia di Irumento; di cento moggia di vino e di una libbra di denari veronesi destinari al rnantenirnento dei com­ ponenti ii rnonastero ('). Ne] testamento era previsto anche ii caso ehe gli eredi non avessero a mantenere l'impegno suac­ cennato. I! marchese per dare maggior forza alle sue disposi­ zioni ordinava nel testamento, ehe, ove gli eredi avessero man­ cato ai loro obblighi anche per una sola annualitä, al rnona. stero di S. Zaccaria venisse data la proprietä det castello di Ronco colla sua torre e coll a cappella di S. Maria (2), fondata dallo stesso Milone. Questi aveva posto una cura spcciale alla dotazione della cappella, sia arricchendola con donazicni e sia sottoponendola con un atto particolare dell' 11 luglio 929 (3) all a g.urisdizione del Capitolo della Cattedrale di Verona, con tutte le sue dipendenze e pertinenze. II testo del documento e abbastanza chiaro : non assegnava ii censo soprannominato (( sul ,, castello di Ronco, ma creava un certo legame tra ii censo e i1 castello, per ii caso, in cui avessero dovuto verifi­ carsi sanzioni. In ogni modo questa disposizione pesava come una continua minaccia sull'anirno degli eredi, perche, senza dubbio 10 castello di Ronco, paese di proprietä del mar­ chese (4), nel quale fu scritto anche ii testamento, era assai irnportante e perciö la sua perdita avrebbe signifkato un danno considerevole per gli eredi C). Non sappiamo i~ mornento,

(1) Ii l1·,lu d, qurstu purto dr-t t-stumcnt« ricosuuito al lravcrso Jc co~iL· tlo\ ,., .1 nv,....rt' m-Il 'orili{i11nlr. ii sr·g111·nlr tr-norr-: Prctinio ad ei«, ut per omflique anno den! iosi« de totas meas res in iamdiclo monasterio Sancti Zaccharie acito in t-'cncJins vcl a miset«, qui de codem mona.slr.rio vobi• inquisiertt, modins ,/11 lrumcnto rr,1r11m t•l ccntum tnodias de vinn ad lruiltmom men.,u,.nm ccro­ ncnsis c1citali et i11.111per unnm ltbram 11e deuarios veronen$i., ad solatium et v1c/1,n/111 abbotissa. qui per temporibus ibi [uerint, et a Iota illarum eonare. 1101,n,,c tube», 111 ibi 1fo11et1s. Cfr. anchr J'ed,wrne cli CG11E11.1, Italia Sacra, T. \' c,t. col. ;:n

(2) 11 t, slo di Uc11r.11.1, lln/ia Sacra, T. V eil. col. 739, correUo in base alle coptc.-, clr,c rss<'r<': I::t ~; u11um anrrum inde dr./ra_u,JatutJ fuerct el usum f,.11mrnl11m r11111 r.odt'm rinum, qufJri e.,r inter tntum 111n1/1(1.'; ducer1trn. cum 11,sa /ibm ,Jc dcnarrn., veronr.~u.,. conslituo el con/irmo. ul lransacle rteve11ia1 1p«um castrum mrum pro proprio, qu, l'0rat11r 1/unco. cum t11rre 1nibi habente atque rnpel/a dP1/ir1t/1t in honore S1111r.le ;\far,c Vir111n1& seu casl8 lerris cinei, otque .\lll'a. que cocntur Columnellas. rum pralas insimul tenenle cum omnia cl er nm,,lb1,.'-. sirut 1bi1iem l1nbere r:i.'-US sum, in potestnte ,it iamdicti monn,t;lerii 1l1>alt 7.n,•,·nrir rP-ti,irndi et (JQ.(;.c;idendi otque [rutndi 1uq11e in ptr(Jttuum.

'.') 1)11p ro1,ir ,J,.J SPC \V ,; z.,cr.ar,a. Cart. B. II. Catasl. f\n11,·o. T. I. f"l:1,1.?. 1111-1-11 1• T. JI, (nl. l-~. F.d1lo d:-i (i. B. Bt\'\;101.1,1. IJ,•i NY>rnri <" !ltil"l't'· •1•1lnri r/1 1·,,rr,,,11 t/i~sertn:in11i ,/ur (\'rrona liäi), pa,!(. J~0-!~3. n. Ill.

/4) Vrdi i1 d,ir11mrnln dP! 'r!~ l11clio JI citato s1>pra. (·') :\'rl ,,,c. \V snrsr q11;ilct1r d11hh10 s11lla aulPnticit,1 d..J t,·stamPntn. ma

nun \"(•U1.t n1•..:1,,1ina r:1a1on,• rwr d11hit:1rfl<'. :\nr.J,,. JH"•rO Sf! ii l1·_ ... h,n,-ntn ros!-,, ..

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nel quale gli eredi vennero in possesso della ereditä, perche non conosciamo la data esatta delta morte di Milone. Proba­ bilmente Milone e morto non molto tempo dopo la compila­ zione del sopraddetto testamento e con la sua morte secondo

· ogni probabilitä il monastero di S. Zaccaria entrö nel godi­ rnento del censo dovutogli secondo te clausole del testamento.

Dai decenni seguenti del X seeolo non abbiamo nessuna prova chiara, ehe questo censo sia stato pagato effettivamente al monastero, ma la cosa si puö ritenere sicura, perche in caso contrario il rnonastero senza dubbio avrebbe Ialto valere i suoi diritti di fronte agli eredi e questo avrebbe condotto ad ~n processo, del quale ci sarebbe rimasto molto probabilrnente qualche traccia documentaria. Inoltre dobbiarno constatare ancne il Iatto, ehe il rnonastero di S. Zaccaria non sentiva Ja necessitä di inserire nei diplorni, ehe si faceva rilasciare dagli imperatori, una conferma di eventuali diritti su Ronco. Cost tan to i4 diploma di Ottone I del 26 agosto 963 ('), quanto queilo di Ottone HI del 5 febbraio 998 C), non parlano affatto di diritti del monastero di S. Zaccaria su Ronco in base al testa­ mento di Milone. Anche i due primi privilegi imperiali per S. Zaccaria dall'inizio dell'XI secolo, quello di Enrico II deil 1018 (3) e quello di Corrado II de! 21 maggio 1027 (4) non contengono nessun accenno al problema di Ronco.

Ma died anni piü tardi, quando Corrado II col suo diploma del 116 aprile 1037 (5) ripeteva la sua eonferma dei beni e diritti per S. Zaccaria, vediamo ricordato improvvisa­ mente nella serie dei possedimenti del monastero anche ii castello di Ronco, ehe - secondo i1 diploma - il marchese Milone avrebbe donato al monastero (6). Noi abbiamo visto,

stato falsificalo, dobbiamo parlire dalla constatazione, ehe da! In37 in. poi fu ritr-uuto valide da tutti e ehe in tullo ii tempo, ehe viene trattato, nessuno osu di attaccare I'autcntlcitä de! testumento.

(I)· Tulle le indicazioni vedi nr-lln edizione drfin itiva dl'i \Ion. Germ. Hist. Diplomata, T. I (Hannover 1879-1884) pag. 367-368, n. 258. La da-ta del 9G8 ~goslo 26 presse P. F. KEHR, Italia Pontijicia, Vol. VII, 2 (Berlin 1925), pag. 17:-i. e nn crr_ore. di. st~mpa.. _ . . . . _

(2) Tuite le 111d1ca1.10111 vedi nella e<hz1011P rlr-Iinit iva dei Mon. Germ. Jiist.,Diplomala, T. II. 2 (Hannover 1893) pag. 691-692, n. 272.

:31 'I'uttr- le inrlicaz ion i vrrli nelln r-d izionr- definitirn dPi \Ion. Germ. Hist., Diplomata, T. III (Hannover-Leipzig 1900-1903) pag. 497-499, n. 388.

~4) Tutte IP ind icazion i- vedi nr-lla eclizionc dcfinitivn dci \Ion. Germ. Hist., Diplomata, T. IV '.lfannoYer-Leipzig 1909) pag. 130-132, n. 94.

(;'>) Tntte le incticazinni ,-rdi nPllrt Pdizinm• tkfiniliYa dPi ~Ion. Germ. Hist., Diplomata, T. IV eil., pag. 324-325, n. 237.

16\ Il leslo dice: ride/ice/ Ms/rum l/1111c11m. quail mnrt'/1io .'11To pro anima sun eidem monaslerio per carrulam o[fersionis co11tulit, silum in "t>.roncn.•d co-: mitatu

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ehe ii testo de! testamento destinava ill castello di Ronco a S. Zaccaria solamente nel caso dell mancato pagamen:o di una annualitä de! censo e perciö si dovrebbe venire alla conclu­ sione, ehe ii caso previsto net testarnento si fosse avverato e ehe ii castello Iosse stato consegnato al monastero (1). Ma i documenti posteriori (2) dirnostrano chiaramente, ehe gli eredi di Milone sono rimasti nel possesso del castello e perciö troviarno I' unica spiegazione per l'accenno al castello di Ronco fat>fo in questo diploma nella volonfä determinata de! monastero di assiourarsi attraverso ii diploma ii possesso del castello per in caso ipotetico de! mancato pagamento da parte deg!i eredi giä prima ehe questo caso si verificasse. Questo fatto dimostra chiararnente ii valore ehe ii castello avrebbe avuto per ii monastero e la volontä decisa di questo di avere nelle mani ii castello appena possibile. Cosl si spiega anche, come pure ill prossimo privilegio imperiale, quello di Enrico lII del 2 luglio 1040 (") per S. Zaccaria, contenga una con­ Ierrna de! possesso del castello di Ronco per S. Zaccaria in base al testamento di Milone ('), riportando con qualche mo­ diflca e qualche abbreviazione ii testo delta conferma giä otte. n uta nel 1037 da Corrado II.

Soltanto verso la meta dell'XI secolo e precisarnente cento anni dopoIl testamento di Milone troviamo finalmente una prova documentaria, la quale ci mostra, ehe la famiglia degli eredi di Milone, i conti di Verona, mantenevano ancora gl: impegni riguardanti ii pagarnento di un fitto annuo al mona­ stero di S. Zaccaria di Venezia. In tre documenti separati, tutti redatti 1 '8 aprile 1055 fuori Verona presso ii monastero di S. Zeno, i diversi membri di questa famiglia, ehe vivevano tutti secondo la !egge salica, facevano dichiarazioni sui loro ob­ blighi verso ii IMonastero. Cosi Berta, figlia de! fu conte Arduino e vedova di Uberto, ehe abitava in Ronco, dichiara anche a nome di suo figlio Uberto col consenso del conte

(I) Giit l'incarieato per l'edizione dci Dip lornata dei Mon. Gr-rrn. Hist. si domandava per quali ragioni fosse stato nominato ii castello di Ronco nel dlproma e pensava ad una successlono de! monastero di S. Zaccaria in base alla disposizione de! testamento di Milone del 955 luglio 10 riguardante I'estin, zione dell a successione rlei suoi eredi e faceva appello agli storici loca Ii verones] per chiarirc ii problema.

• (2) V,-di spedalmentc i documcnti dcl 1055 aprile 8 citati piiI avanti. (3) Tulle le indicazioni vedi nclla rdizionr, definitirn dri Mon. Germ.

Hist., Diplomata, T. V (Berlin 1931) pag. 74-75, n. 57. . · :•) La frase riguardante Ronco offre il scg11rnt,, teslo: l'idclicc/ ca.slr«m

Runcum, quod marchio Milo pro anima sua· eir/em rnonasterio co1t/11/il si/11m fo ceronrn.'Ji comitatu.

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Enrico, suo cognato e zio de! figlio, · di voler pagare annual­ mente un fitte di 25 rnoggia di frumento e di 25 moggia di vino e di 5 soldi al monastero, cioe un quarto del fitto totale previsto nei testamento di ,Milone ('). Anche ii conte Enrico di Verona, figlio del fu conte Enrico di S. Bonifacio, fa dichiarazioni identiche di voler pagare un quarto de! fitto totale (2). Finalmente il conte Bonifacio e i suoi fratelli Enrico e Alberto (chiamato anche Uberto), figli del conte Uberto di S. Bonifacio, fanno delle promesse riguardanti il pagamento di parti det censo al monastero : Bonifacio si obbliga al paga­ mento della meta del censo (SO moggia di frumento, 50 moggia di vino e 10_ soidi), i suoi fratelli ciascuno al pagarnento di un quarto (25 moggia di frumento, 25 moggia divine e 5 soldi) C). Tutto il fitfo doveva essere consegnato nel giorno di S. Mar­ tino - come era previsto nel testamento di Milone -, ma doveva essere portato a Ronco alt' Adige, dove gli lncaricaü del Monastero dovevano ritirarlo. Questa ultima aggiunta e assai interessante, perche dimostra la tendenza del monastero di legare sempre piü il fitto al paese di Ronco. Del castello non si parla nei tre documenti e perciö possiamo ritenere, ehe questo sia rimasto nel possesso dei conti, i quali naturalmente cercavano di tenerlo ben fermo malgrado il fatto, ehe i pri- · vilegi imperiali lo supponevano giä de! monastero. I documenti contengono verso la fine anche un~ san~ion~ per il caso di · mancanza di pagamento da parte dei conti, C1 s1 aspetterebbe di vedere secondo le disposizioni de! testamento di. Milone la perdita de! castello in favore del monastero previsto per questo caso, ma tutti i tre documenti parlano soltanto di una pena pecuniaria di 10 libbre d'oro, meta in favore della Camera imperiale, meta in favore del monastero, un altro segno della volontä dei conti di non rinunciare al castelto anche nel caso previsto dal testamento. I documenti parlano inflne anche

( 'l Orig. e copia coeva S. Zaccaria, P .. rg. B. XXXVIII; 2 copie del sec. XV ibid .• Cart. B. II, Catast. Ronco, T. I. p ag, 19-10 e T. II, fo!. 15-15': copia del secolo XVII ihid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B., fol. 4-5' e lratluzione italiana ibid., Proc. B JI.· Edito da Buxcot.ixt, Dei ve.•covi e governalori cit., pag. 124-126, n. V. .

(2) Copia coeva S. Zaccaria. Prrg. B. XXXVIII: duo copie de! sec. XV ihid., Cart. B. JI. Catasl. Ronco .. T. L paz. 21-22 e Tom. II. fol. 16-16': cnpia ,tel sec. :\VII ibid .. Cart. B. IX. Ronco Pree .. Proc. B., fol. 6-7'. Edilo r.!n BuNcou,;1, Dei »esco»i e governalori eil., pac. 1?6-128, n. VI.

(3) Copia di'! sec. XII S. Zaccaria. P1.•i-g. B. XX\ VIII: due copio de! ,.-c. XV ibid., Cart. B. JI, Catasl. Rouco. -T. I, pag. 2?-?-1 e T. II. fol. 17-17': cop in r.1,,1 sec. xvn ibid., Cart. ß. IX, Ronco Prnc.. PrM. B., fol. 1-3. Edito da Bu~rou,;1, Dei ,:escovi e yoverllnfori eil., pag. 1?8-130. n. VII.

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della ragione di queste dichiarazioni, cioe di una divisione dei beni e perciö anche degli obblighi fra i membri della Iarniglia comitale e infatti i documenti sono assai preziosi per la ricostruzione dell'albero genealogico della famigiia in questo periodo (1). I tre doeumenti offrono una sola difficoltä. Secondo ii loro testo si arriverebbe ad un fitto totale al rno­ nastero di 150 moggia di frumento, di 150 moggia di vino e di 30 soldi C). Cosi si avrebbe un aumento de! censo de! SO % in confronto colle eifre fissate nel testamento di Milone. I docurnenti posteriori C) invece dimostrano, ehe ii censo e rimasto sempre fo stesso. A sciogliere la difficoltä dovremmo pensare, ehe ii Bonifacio sopracitato si impegnasse per tutta la meta de! censo al rnonastero e ehe i due fratelli si obbligas sero ciascuno per un quarto, perö non direttamente al monastero, bensi al fratello maggiore Bonifacio (4). C~m quesra spiegazione resterebbe vero ehe ii censo sarebbe nmasto al Iivello fissato da! testamento.

I piü vicini documenti, ehe fanno accenno al!'adeinpimen­ to degli obblighi da parte dell a Iarniglia cornitale vei:so ii monastero di S. Zaccaria in base al testamento d1 1M1lone, sono di un periodo di circa 30 anni piü tardi. II 21 setfembre 1083 (5) Alberto (chiamato anche Uberto) da Ronco, fig!lio del fu conte Uberto (6), si obbliga a pagare secondo ii testa, mento la quarta parte de! fitto a1l monastero. Questo atto ci e conservato in due diverse formulazioni (7). Una si trova in un documento certamente originale, l'altra in nurnerose copie, le quatl fanno supporre l'esistenza di un secondo ori­ ginale diverso da quello ehe possediamo, oggi perduto. Mentre

(1) Vedi l'esposizione rlei risnltali prosso SnJEo.\J, Per la !l<'llcalo,1ia dci eonti di Samboniiaei« eil., pag. 302-306 e la genealog ia a pag. 318. err'. a nche le tavole genealogzche I e III dell'App. II di questo lavoro.

(2) Gia S1ME0,1, Per la genealogia dei conti di Sambonijacio eil., pag. 30G, aveva osservato quesla difficolta.

(3) Vedi i document! de! 1135 a pag. 15-17. · '.4) E' questa la soluziono proposta da S1ME0'-l, Per la qenealoqia dci conti

di Samboni/acio eil., pag. 306. La spiegazione non e del tutto soddisfacenle, ma non si riesce a trovare una migliore.

:•) La data viene indicata da tutti i documenli col 1083 settembrc 21, anchc se espressa in modo diverso. Le date differenti nelle copio viste da S1MEONI, Per la genealogia dei conti di Sambonifacio eil., pa_!!. 307-308 (11 ottobrc e 17 seHernbre) si spiegono colla dimenlicanza della parola « kalendis » nel primo documento. N€l secondo il copisla dimentico la parola cc exeunte » darnnli a « septembris » e aggiunse poi a « decimo » la cifra «Vil» degli anni d,,;J re arrivando cosi al 17 setle,mbre.

(&) E' da ident.ificare con A,lborlo lo Uberlo) nominato sopra a pa/!. II. Vedi anche -la Ta1·0Ia genralngica n. III deil!' App. II.

(7) Vedi l'edizionc noll'App. J_. doc. n. I.

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la maggior parte delle Jormule dei due documenti e · piü o meno identica, si trovano alcune divergenze notevoli, special­ mente nella determinazione de! eenso e nelle sottoscrizionJ dei presenti all'atto, ehe non corrispondono ('). Come spie­ garci questa diversita? Sembra ehe in un primo momento ambedue gli originali fatti a Treviso alla presenza di diversi alti personaggi - il secondo perfino alla presenza del re Enrico IV(') - portassero ill censo di 25 moggia di frumento, di 25 moggia di vino e di 5 soldi, come si dovrebbe aspettare secondo l'aceenno alla quarta parte del eenso previsto dal te­ stamento, Piu tardi - non possiamo dir quando - probabil-

. mente lo stesso notaio C) nell 'originale ehe ci e conservato rnutö queste eifre in « 18 moggia e 9 staia » di frumento, in « 18 moggia e 9 staia » di vino e « 3 soldi e 9 denari » ('J. Infatti nell 'originale si osserva, ehe la scrittura attuale ai Iuoghi rispettivi e fatta sopra una rasura.

11 motivo delle modifiche apportate nelle eifre non ci e noto. Si potrebbe congetturare, ehe Alberto abbla potuto di­ rnostrare di aver ceduto ad altri ii 25 % del suoi diritti e dei suoi obblighi, perche la riduzione deil'irnporto del censo corrt, sponde esattamente a questa percentuale. Ne! secondo origi­ nale, quello andato perduto, sono rimaste per ragioni scone­ sciute le eifre di prima. In ogni modo questo atto dimostra nelle sue due versioni, ehe le stesse condizionl de! pagamento del füto da effettuare neff giorno di S. ,Martino a Ronco con la multa di 10 libbre d'oro in caso di mancato adempimento degi1i obblighi, ehe abbiamo giä trovato nel 1055, sono state man­ tenute anche nella seconda meta dell'Xl secolo. Senza dubbio la famiglia comitale manteneva ill possesso di Ronco, ma rnanteneva anche le promesse al monastero, per evitare ogni eventuale sanzione. La presenza delle alte personalitä e per-

(I J I parlicolari si lrornno nell'edizione indicala nella nota anlecedenle. Le differenze sono cosi note, oli, ehe non si puo credere a due caltive dcriva- · ziom da un unico originale, ma a due versioni originali dello stesso alto falto Jallo stesso nolaio.

(') Questa presenza de! re Enrico IV nel seltembre 1083 a Treviso e ahbastanza importan!e per conoscere l"itinerario deJ re, perche non abbiamo nessun'allra nolizia sulla sua altivila e sui suoi. viaggi nell'autunno IO&l.

(3) La scritlura e J'inchioslro de! Leslo dell'originale e delle correzioni non dimos!rano differenzP. Sono .ddla slessa mano.

(•) Le correzioni sono assai visibili, anche perehc ii nuorn lesto e piu lungo de! vecchio. L'importo in danaro e di 3 soldi e 9 danari, non di 13 soldi e 9 danari come vuole qualche copia larda. Cosi i dubbi di S1MEO'-I, Per la genealogia dei conli di Samboni/acio eil., pag. 301-308, circa ii cambiamenlo de! rapporlo fra soldi e con!ributo in natura lrO\·ano una soluzione, perche la riduzione in lull~ le eifre c esallanwnti, ii :?5 %.

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fino de! re e un segno dell'importanza, ehe fu attribuita da ambedue le parti contraenti alla fissazione degll obblighi, la quale fu originata probabilmente da qualche dubbio in seguito a nuove divisloni di ereditä o a cessioni di diritto.

Anche nei decenni successivi ii monastero di S. Zaccaria non perdeva d 'occhio ii suo diritto sul castello di Ronco e perciö lo vediamo cornparire anche in due diplomi imperiali successivi, ehe contenevano la conferma dei benl del mona­ stero, cioe nel diploma di Enrico IV de! giugno 1005 (1) e di Enrico V de! 12 marzo 1116 (2). In tutti e due i privilegi si parla della conferma dellla donazione de! marchese Milone riguardante ii castello di Ronco (3) con parole molto simili ai diplomi di Corrado II e di Enrico HI, senza tener conto delle espressionl de! testamento, ehe prevedevano la consegna del castello al monastero soltanto in caso di mancato pagamento de! eenso.

Venti anni dopo il rilascio del diploma di Enri~o. V, n monastero di S. Zaccaria riuscl a fare un passo decisive m avanti sulla strada ehe doveva condurlo al possesso de! ca­ stello di Ronco, giä sanzionato in anticipo dai diplomi impe­ riadi. Durante la vita de! eonte (e piü tardi marchese) Alberto ·di Verona, ehe dava ancora -una volta una certa importanza alla potenza comitale nell'ambiente di Verona e fuori ('), c'era stato poco da fare contro di lui, ma dopo la sua morte nel

:') llipl. orig. con sigillo perdulo S. Zacca,riu, Perg. B. XXXVIII; copia del sec. XV ibid., Cart. B. II, Catast, Ronco, T, II fol. 9-9'; copia del sec. XVII ib id., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. A fol. 3-4'; copia de! sec. XVII ibid., Perg. B. LVI, Miscellanea fase. h fol. 4-4; copia del sec. XVIII Padova Arcb. Com. S. Zaccaria. Viaro, Copia degli istrumenti ed altre carte antich~ dd Catastico A fol. 32-33'. Inoltre ci sono altri numerosi estratti e traduzioni nr-i Iondi di S. Zaccaria a Venezia e a Padova e nelle raccolte di copie drlla Biblioteca del Seminario di Padova. Cfr. K. F. STUMPF, Die Reichskanzler vornehmlich des X., XI. und XII. Jahrhunderts (Innsbruck 1865) n. 2930, dove

. si lrovano tutte le indicazioni sulle edizioni. Inoltre c'ö una edizione parzinle presse Gloria Cod. Dipl. Pad. dal seeolo sesto cit., pag. 341 n. 317. La data dr-l diploma offre eerie Irregolarita, sulle qu.ali l'edizion<J definitiva dei Mon. Germ. Hist. in corso di stampa dirä !'ultima parola.

(2) Copia de! sec. XV S. Zaooaria, Ca·rt. B. II, Cat.as!. Ronco, T. II fol. 10-10'; oopia de! sec. XVII ibid.,. Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. A fol. 5-6; copia del sec. XVII ibid., Perg. B. LVI, Miscellanea fase. d, fol. 1-1 '; copia de! sec. XVIII Padova, Arch. Com. S. Zaccaria, Viaro, Copia degli istru­ mrnti ed altre cai,te antiche de! Catastico A fol. 34-35 ed altre · copie nella Biblioteca de! Seminario a Padova nelle rac.colte di copi-e di Brunacci e Gen­ nari. Cfr. STUMPF, Die Reichskanzler cit., n. 3130, dove si trovano tutte le inclicazioni sulle edizioni. Inoltre esiste una edizione presso Gloria, Cod. Dipl. Pad. dall'anno 1101 eil., Parte I, pag. 64, n. 78. , ·

(3) In q1wllo di Enrico IV: videliret rastrum Runcum, quod marchio Milo pro anima sua eidem monasterio- contulit, situm in veronensi comitatu, in que!lo di Enrico V: et castrum Jluncum, quod Milo marchio eidem monasterio tribuit.

(•) Vedi in modo pRrticolare L. SIMEON!, Le origini del cornune di Verona, N. Arch. Ven .. N. S., T. XXV (Venezia 1913) pag. 108-111.

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1135 { ') cominclö un periodo di debolezza per fa famiglia cornitate, ehe perdette forza per alcune divisioni della sua proprietä in diversi rami. Mentre gli ambienti ecclesiastici durante la vita del rnarchese avevano dovuto tacere, li vediamo agire subito dopo la sua morte. Come nel caso de! castello di Cerea, dove H Capitolo deJl!a Cattedrale pensava d'interve­ nire subito C), vediarno anche qui nel caso del casteilr, di Ronco ii monastero di S. Zaccaria prendere l'iniziativa. Par­ tendo da! fatto, ehe la famiglia comitale (probabiOmente giä da! tempo di A'lberto) non aveva pagato il fitto dovuro al mo­ nastero, questo iniziö un processo contro la famiglia. Ila lite terminava con la condanna di questa in un placito C). A noi non risu'ta perö da quale autoritä ii verdetto sia stato inflitto.

_ Probabilmente la famiglia comitale in un primo momento aveva cercato di salvarsi col pagamento delle somme previste come sanzione secondo le dichiarazioni del 1055 (') e 1083 (5), ma ii monastero certamente riusci a far prevalere la tesi delle sanzioni originali contenute nel testamento del marchese Mi­ lone, cioe perdita del castello di Ronco.

Di fronte a questa situazione, ehe doveva dare la 'pro­ prietä di un castello con tutti i suoi diritti, esistente in un punto molto importante de! Comitato di Verona e lungo la linea principale di commercio sulla via dell' Adige, ad un ente straniero - anche se si trattava di un monastero situato in Venezia - succede una cornplicazione. Della questione dovevano interessarsi le autoritä di Verona. lnfatti vediarno, ehe intervennero l'autoritä vescovile nella persona del vescovo Tebaldo e quella comunale nelle persone dei consoli - eariea probabilmente appena ereata, ehe in ogni modo qui si trova norninata per la prima volta (') aprendo cosi un nuovo eapi tolo nella storia veronese. Senza dubbio e merito Ioro, se si riuscl a trovare una soluzione ehe soddisfaceva tutti i eompo­ nenti. Cosi, iB 28 giugno 1136 f) i rnembri della Iarniglia eomitale, e precisarnenre Malregolato per se e per sua nipote

:1) Sul suo Ieslamenl o vcdi SrnEo,1, Per la genealogia dei eonti .tli Sam­ bonilacio cit., pa11. 315-317 c sulla sua morto c le consoguenze immediate StM~o,.,, Le oriqini dcl comune eil., pag. lll.

(•) Vedi StMEO'it, Le oriaini de! comune cit., pag. llO e S1Mr.o--i1, Per la genealogia äei conti di Sambonilacio cit.. paz. 312.

(3) Citalo nell'allo dPI 28 giugno 1136 ehe conliene la rinuncia; vcdi sollo pag. 15-16 .

• :•) Vedi sopra pag. 10-12. (•) Vedi sopra pag. 12-14. (•) Vcdi S1"rn,1, Le oriqi11i drl com11nr eil., pa11. 107-lfl!l c 111-112. (7) Orig. S. Za<"caria, P,•rµ. 11. \X\\'111: cnpia dd sec. XII il,id.; due

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Matiade, suo nipote Alberto Sordo, per sö e per suo fratello (Folcoino), e finalrnente Grasso e suo nipote Girardo, per se e per ii vescovo Bonifacioj'), rinunciano a tutti i loro diritti, sul castello, sulla villa e suäla corte di Ronco con tutte le perti­ nenze in Iavore del iMonastero di S. Zaccaria, rappresentato dal suo avvocato Pietro Badoer. Come causa di questa rinuncia viene indicata chiaramente la perdita della life nel placito, con la conseguente sanzione prevista da! testamento di Milone, cioe perdita del castello di Ronco. Infatti il monastero pren-

. deva possesso di questi diritti ("), ottenendo cosl una · vittoria assai considerevole. Questo successo fu modificato perö dalla seguente concesslone, ehe ii monastero dovette fare sotto la pressione delle autoritä veronesi. In due atti separati Pietro Badoer, avvocato del monastero di :S. Zaccaria, dava prima ii

· 28 giugno 1136 (3) a Grasso, Girardo e Bonifacio una meta e poi ii 30 giugno 11100 (4) ad Alberto Sordo figlio di Maato­ leto, e· a suo fratelfo Folcoino I'altra meta de! castello e della curia di Ronco a titolo di !ocazione perpetua. Come füto era fissata la somma totale prevista nel testarnento, cioe 100 mog­ gia di frumento, 100 rnoggia di vino e 20 sol di, ehe ciascuno­ dei due gruppi di personalitä investite doveva pagare a~nual­ mente nel aiorno di S. Martino per meta. Come sanzione a­ un eventmtle mancato pagamento era prevista la perdita di tutti i diritti sulla locazione e sul castello. Una cosa fa me­ raviglia : ii conte Ma4regolato non viene investito insieme­ con g!li altri membri della Iarniglia di una parte de! castello di. Ronco. Probabilmente questo si spiega con un accordo speciale, ehe purtroppo ci rimane sconosciuto. In ogni modo l'investitura del 30 giugno 1136 viene eseguita colla formula

cop ie de! XV sec. ibid., Cart. B. II, Catast. Ronco, T. I, pag. 2,-27 e T. Ir fol. 19: copia de! sec. XVII ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc.· B. fol. 16-17 e traduzione italiana ibid. B II. Edito da ßJANCOLI'II, Dei nescoci e aooernatori cit., pag. 134-135, n. XI. .

(l) Sull'inquadratura di queste persone nell'albero genealog1<:o de)la fa; miglia comitale vedi le osservazioni di SrMEONI, Per la genealog,a de_, contl di Sambonifacio cit., pag. 310 e 318 e sotto App. II tavole genealog1che n .. I e II. - . _

(2) Vedi. la seconda parte de! documenta citato a pag. 15-16. :•) Orill'. S. Za.ccari-a, Perg. B. XXXVIII; copia de! sec. XII ibid.; due copie­

del sec. XV ibid., Cart. B.·-11, Catast.-Ronco, T. I pag. 27-28 e T. II fol. 19'-20; copia del sec .. XVII ibid., Cart. B. IX. Ronco Proc., Proc. B fol. 14-15 e tradu zionc italiana ibid., Proc. B II. Edito da BIANCOLINI, Dei vescovi e go--­ vernaiori cit., pag. 136-137, n. XII.

(4) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXXVIII: copi.a de! sec. XII ib.id.; due' copie de! sec. XV ibid., Cart. B. II, Catast. Ronco, T. I pag .. 31-32 e T. II fol. 20',21; copia de.] sec. XVII ibid., CarL. B. IX, Ronco Proc., Proc. B fol. 12-13' e traduzione itnlinna ibid. B II. Edito da B11xcoJ.I'<I, Dei vescovi e. go- ver~afori eil., · pag. 137-139, n. XIII. ·

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esplicita : 11 salvo iure et iusticia Maliregolati et Matilde nep­ tis sue », segno evidente ehe lui e i suoi diritti non erano stati dimenticati. Questi atti de4 1136 dovevano soddisfare tut­ ti i contraenti. 11 monastero di S. Zaccaria aveva ottenuto giuridicamente la proprietä de! castello e de1la corte di Ronco, anche se doveva locarli subito ai vecchi proprietari, e inoltre sapeva, ehe ogni mancato pagamento da parte della famiglia cornitale doveva mettere ii monastero automaticamente nel possesso completo de! castello e della corte. D'altra parte an­ ehe la Iarniglia comitale poteva essere contenta, perche pra­ ticamente la situazlone a Ronco non aveva subito cambiamento, e anche i censi erano rimasti gll stessl, Inoltre tanto il vescovo - nel cui palazzo venivano scritti i due atti de! 28 giugno 1136 da lui firmati - quanto i consoli - ehe sono rappresentati nei documenti del 28 giugno 1136 (1) e del 30 giugno 1136 firmato da loro n - avevano ottenuto ehe I' infiltrazione veneziana nel territorio veronese restasse Iimitata. 11 loro interessamento e la disposizione del 28 giugno 1136, ehe ii pagamento de! ditto doveva essere effettuato nella con­ clone di Verona, dimostra chiararnente, ehe a :Verona si aveva la ferma decisione di garantire e di sorvegliare nello stesso tempo gli accordi conclusi con la loro mediazione. ·

Dopo questo accordo de! 1136 passarono afüi tre decen­ ni, senza ehe noi conosciamo alcuna novitä sulia sorte di Ronco : decenni, ehe erano di importanza particolare per la formazione de! comune di Verona, ehe si rafforzava sempre di piü. Probabilmente la f amiglia comitale pagava annualmente ii censo secondo gli atti del 1136 senza far difficollta. Perciö i1 monastero di S. Zaccaria, quando ii 26 settembre 1151 (3) e il 18 febbraio 1157 ('} si faceva dare rispettivamente dal Papa Eugenio Ill e dal Papa Adriano IV una conferma <lei beni, non aveva nessuna ragione di chiedere all'autoritä pa­ pale una conferma esplicita del possesso di Ronco. Ogni tan­ to i documenti conservati ci permettono di constatare, ehe la famiglia comitale continuava ad essere impegnata a pagare

(') Come testimone viene nominalo Crescencius r.onsul. . . . '2) Appaiono nel documenlo come consoh: Eleazar e Odo Te11ion1s f1h118 e Con~adus de Cresencio. Bu:-.co1.1:,.1, Dei vescovi e gooernatori eil., non dä

i norni esatti. '.') Tutte le indicazioni v€di prr-sso Iü11R, ltal. Pontij., Vol. YII, 2 eil.

pag. 17/l, n. 25. '.') Tulle le indicazioni ,·~di presse KEHR, ltal. Ponti] .. , Vol. VII, 2 eil.

pag. 179, n. 26.

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annualmente ii censo al monastero di S. Zaccaria, e precisa­ mente quando, per la morte delle persone nominate negli ac­ cordi del 1136 e per quella dei loro eredi, l'ereditä (e con questa naturalmente anche l'onere del censo) passava ai nuovi possessori. Cosi Girardino di Girardo (1) ii 13 novembre 1169 (2) dichiarava in Ronco all'incaricato del monastero di S. Zaccaria di voler pagare lo stesso censo; ehe aveva pagato suo padre, probabilmente morto poco prima. Soltanto pochi giorni piü tardi, e precisarnents ill 18 novembre U69 (3) Bar­ tolomeo fu Alberto Sordo (4) in presenza di Albertine Sordo (suo ifratello) precisava in una dichiarazione di voller pagare ii

· censo secondo una promessa di suo fratello, promessa, ehe purtroppo non ci e stata conservata. Gli atti di altre dichiara­ zioni e giuramenti di quel periodo, fatti da membri della Iarnlglia cornitale, riguardanti ii censo, sono andati perduti C), ma abbiamo alrneno ii testo del giuramento fatto ii 20 giugno 1173 (6) dal conte Sauro di S. Bonifacio a Verona di voler continuare a pagare ii censo al rnonastero di S. Zaccaria per quei beni di Ronco, ehe erano stati del conte Bonifacio di Ve-· rona, morto nel Lt 70 C). Questo docurnento - uno dei pochi atti de! conte Sauro, ehe ci sono rimasti attraverso i secoli - e importante non solarnente, perche et mostra il conte Sauro come successore nei diritti de! conte Bonifacio (8), ma anche perche cosl si vede, ehe il ramo della famiglia cornitale, ehe eontinuava a portare il tltolo di conti di 'Verona o di conti di. S. Bonifacio, era obbligato al pagamento de! censo · nella stessa . maniera degli altri membri della famiglia · ehe non erano piü distinti daff titolo comitale (9) .. Questi docurnenti

(') Vedi sotto App. II tavola genealogica I, dove fu fatto ii tentativo di inquadrarlo nella genealogia della famiglia cornitale.

'.2) Due copie de! sec. XV S. Zaccaria, Carl. B. II, Ca!ast. Ronco, T. I pag. 32 e T. II fol. 21' e copia de! sec. XVII ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B, fol. 18-18'.

(3) Copia de! sec. XV S. Zaccaria, Cart. B. II, Catast. Ronco: T. II fol. 21'_ (•) Vedi sotto App. II Iavola gcnealogica I per avere ulteriori indicazioni

per connet!ere Bartolomeo e Albertine Sordo con la famiglia comitale. • (6) Cos! per esempio una nota nel codice S. Zaccaria, Cart. B. II, Ca!ast.

Ronco, T. I pag, .32, parla di un giuramento di Bonifacio vescovo e una simile nota nel codice S. Zaccaria, Cart. B. II, Catast. Ronco, T. II fol. 21' de! giuramento della stessa persona e di altri. · ·

(") Vedi ii testo nell'edizione dell'App. I. doc. n. II. . (7) Vedi le' indicazioni precise nall'App. II Tavola g,mealogica II. (8) Purtroppo non sappiamo con cer!ezza, quale parentela prf'cisa ci fosse

lra ii con!e Bonifacio e il con!e Sauro, perche n•on ~ s!a!o lrovato ancora nessun documento ehe ci dia una indicazione snl nome rlrl padre del conte Sauro. Probabilmente ii conte Sauro era figlio deI contr Bonifacio.

;•\ Ancora verso la metil de! secolo (nella lite tra la famiglia .comitale ed ii Capitolo della Catledrale) tutti i mrmbri della famhrlia compaiono col

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ci perrnettono di arrivare alla conclusione, ehe ogni passaggio di diritti nell' ambito della famiglia comitale Ju aeeompagnato da una dichiarazione sul censo da pagare al monastero, ehe era naturalmente ansioso di conservare i suoi diritti. Non abbiarno in ogni modo indizi, ehe· possono rivelarci l'esi­ stenza di qualche conflitto o qualche lite riguardante questi obblighi.

· tMa ii monastero malgrado questo periodo di godimento indisturbato dei. suoi introiti vigilava attentamente e cercava di rafforzare legalmente i suoi diritti sul castello di Ronco. Co­ si ottenne, ehe anche ii grande privilegio dato dali'impe­ ratore Federico I i[ 3 agosto 1177 (') in occasione della sua visita a Venezia al monastero di S. Zaccaria contenesse un passo riguardante la conferrna · dei diritti del monastero sul castello di Ronco (2). Poco dope ii monastero riuscl ad avere anche da parte papale una conferrna, per la prima volta

. neila bolla del papa Alessandro III de! 21 marzo 1181 ("), nella ·quale fra i beni eonfermati al monastero si trova norni­ nata espressamente anche la « curtis » di Ronco con la chiesa di S. Maria (4). E' assai interessante, ehe qul si parla non de! eastello di Ronco come nei diplomi imperiali, ma della corte e della chiesa di S. Maria di Ronco, ehe dai tempi Ion­ tani del 929 (5) era rimasta sempre sotto i4 Capitolo della

-Cattedrale di Verona, ehe effettivamente aveva esercifato sem- · pre Ja sua giurisdizione sulla chiesa (0). Cosl e probabile, ehe da parte del Capito lo questa · concessione papale non sia stata vista di buon occhio, ma non sappiamo, se siano state for­ mulate proteste. Perciö anche nelle eonferme seguenti da

Iitolo di conti; vedi gli alti presso KEHR, ltal. Pontij., Vol. VII, I (Berlin· 1923) pag. :103-304. . .

(') Copia del sec. XV ~- ~a.ccar,~. Cart. B. II, Cntast. Ronco.: T.· II rol. I0'-11'; copia del sec. !(~II i hid .. Cart. B. IX. Ronco Proc., Proc. A .. fol. 7-9'; eopia del sec. XVII 1b1t1:., _Perg. B. LVI, M1scellan_ea fase. d, fol. 2-?­ Inoltre esistono diVPrsr trarluzioni nel fondo d1 S. Zaccaria. Cfr. STUMPF, Die Reichskanzler cit., n. 4208. dOVP, si trovano tutte le indicazioni sulle edizioni. L'edizione di Gloria. Cod. Dipl. Pad. dall'anno 1101 cil., P. II paz. 354, n. 1263 e soltanto un estratto da F. CoMrEuus .Eeclesiae Venetae aniiquis monumentis nune primum editis illustratae T. XI (Venetiis 1749) pag. 361-362. Tuite e due danno la data sbagliala de! 1177 agosto 5. ·

(2) II passo ha ii segurnte tenore: videlicet castrum Runcum, quod Milo marehio pro anima sua eidem monasterio eontulit, situm ir,: veronensf- eomitatu.

(•) Tulle le indicazioni ycdi prPsso KEHR, I/al. Ponti{., Vol, VII, 2 pag. 180, n. 33. ·

'.') II passo ha questa forma: curtem positam in loco, qui dicitur Runco, cum ere/e.<ia. Sancte Marie et omnibus pertinentiis suis.

(5) Vedi sopra pag. 8. (•) Numcrosi documenfi dell'Archivio Capitolare di · Verona lo provano

con afsoluta cert.ezza.

- 15.....,.

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parte papale - e precisamente nelle bolle de! papa Lucio Ill de! 6 iuglio 1 183 (') e de! papa Urbano Ill de! 17 febbraio 1187 (') - per S. Zaccaria sl trovano accenni ai diritti so­ pracitati de! monastero in Ronco ('). Con queste garanzie imperiali e papali e con le clausole inserite negli atti de! 1136 il monastero di S. Zaccaria poteva dire di aver Iatto tutto quello, ehe umanamente era possibile, per assicurarsi i suoi diritti su Ronco e per prevenire eventuafli tentativi da parte della famiglia comitale di sottrarsi agli obblighi sanciti dagli accordi fatti sotto gli occhi vigili ed attenti de! vescovo di Verona e de! comune di Verona ehe si affermava sempre di piu,

Sicuro della sua posizione in Ronco ii monastero di S. Zaccaria faceva in quegli anni i primi passi per allargare la sua proprietä in Ronco stesso. Cost Albertino Sordo (') col­ I'atto del 15 rnarzo 1183 C) rinuncia in favore de! monastero a certi suoi diritti su una pezza di terra acquistata da lui in Ronco, e poco dopo 1Manfredino di Grasso da Ronco vende insieme con la moglie Vilana e col 1figlio Bonifacino t•) im 9 maggio 1183 (') terreni in Ronco nella contrada Calle Cru­ zara al monastero per la somma considerevole di 385 libbre di denari veronesi. Due anni piü tardi 1o stesso Albertino fu Alberto Sordo da Ronco, con documento de! 13 novembre 1185 ("), rinuncia a tutti i suoi diritti su una pezza di terra ehe teneva da! monastero dietro un compenso, probabilmente perche ii rnonastero aveva trovato qualche altro interessato

:') Tulle IP intlicazioni vedi prr-sso KERR, ltal, Ponti]. Vol. VII, 2 clt., pag. lflO-ISI n. 3~.

(2) Tulle le indicazioni vedi presse Krn•, Ltal, Pon/if. VII, 2 pag. 181 n. 36. (3) II t-sto dcl passo prv-so Lucio III ed Urbano Ill c ii segur-nle : curtem

post/am in loco, qui d1citur Hunco, cum er.rlesi11 ~nnc/e .\farie et omnibus per tinenti,s suis, seguendo cosl ii lesto della bolla di Alessandro Ill.

(') Vedi App. II. Ta vo!a gr-nealoeica II. . . __ (') Orig. S. Zaccaria, PPrg. B. XXXVIII: due copie de! sec. XV ihid., Cart.

B. JI, Calasl. Ronco, T. I pag. 30 e T. II fol. 2-2. (•) Vedt App. II ta, ola ,zcnr11J,,µir.~ n. I. . . . (') Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI: due copie del sec. XV ihid., Carl.

fl. II, Catast. Ronco. T. I pag. 29-30 e T. II fol. 37 37'; copin do-! ••·<'. XVIII Padova. Bibi. del Somlnnrin. Brunacci, Cod. Dipl. Pad .. Cod. ;,ill, Vol. IV pag. 2141; copia del sec. XVIII Padova, Arch. Com. S. Zaccaria, Viaro, Co.Ilia d,·gli ,,trumrnh ed altre rarte nnllchP dPt catastir.o A, Vol. II fol. 241-242:

(') Or iii S. Zor.cal'ia, Perg. ß. XXI: d11P cripiP de! soc. XV S. Zaccaria, Carl. B. II, Catasl. Ronco, T. I pal{. 33 e T. II fol. 22: copia dPI sec. X\1111 Pa­ dova, Bibi. dPI Sf'minario, Brunacc1, Cod. llipl. Pad,wa, Cod. r,_~1. \''?l. IV. pa~. 2141; copia de! S<'C. XVIII Padova, Arch. Com. S. Zaccana, V1aro, Cop,a d,,gJi istrumrnli Pd altre carte antiche d.-1 calaslico A, Vol. II fol. 243-243'. Jnollrr r-si~tono trad11zioni in italrnno S. Z:1ccario1 Carl. TI. IX. Jt,rnco Proc., Proc. R e B II.

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ehe desiderava avere in locazione quella pezza di terra. Tutti questi documenti sono sintornatici. per Iarci comprendere la tendenza del monastero ad aumentare i suoi beni in .Ronco e a creare 4a un centro d'amministrazione, come l'aveva giä a· Monselice per i beni padovani (').

Le persone incaricate, dell'amministrazione dei beni de! monastero non avevano una vita troppo facile per quelle ehe riguarda la raccolta del censo di Ronco; specialrnente perche ta forte ramificazicne della · famiglia comitaie, seguita dalle rispettive divisioni della proprietä e cessioni di dirttti fra i membri della stessa famiglia, conduceva ad un frazionamento assai complicato dei singoli contributi al censo, Ci volevano ellenchi precisi per indicare gli obblighi dei. diversi membri della Iamiglia · e si doveva tenerli aggiornati secondo tutte le rnodifiche. Infatti ci e conservata qualcuna di queste annota­ zioni (2), ehe appartengono al periodo dell'attivitä del conte Sauro, cioe fra ii 1170 e ii 11189 (3). Senza voler entrare nei

. particolari, possiamo dire, ehe ill periodo delle division! in << meta » e (< quarti » era tramontato, e ehe gH elenchl danno eifre assai complicate (4). I maggiori proprietart erano senza dubbio Girardino di GrassoI") e H conte Sauro ("), il quale aveva cornprato una parte conslderevole dalla contessa iMa­ tilde ('). 11 conteggio dei pagarnenti conduceva piü di una volta a differenze fra le parti ed ii monastero doveva o credeva di 'poter constatare rltardi nel pagamento dell'intero censo o di parti di esso. Gia prima della morte del conte Sauro, ·uc­ ciso nel 1189 ("), erano sorte difficoltä (9), ehe sembra au­ mentassero dopo la sua morte durante n tempo della rninoritä

(') Vedi i documenti riguardanti Monselice editi da Gloria, Cod. Dipl. Padovano eil. . .

(') Annotazione originale de! sec. XII S. Zaccaria, Perg. B. XX; due copie de! sec. XV ibid., Cart, B. II, Catast. Ronco, T. I pag. 117 ~ T. II fol. 58'; copia de! s_ec. XV Ibid., Cart. B. IX, Vol. Ronco, S~ritture a1;hche ~o(. 62; copia det sec. XVIII. Padova, Arch. Com. S. Zaccaria, V1aro, Copia degh 1slru- menti ed altre carte antiche de! Cataslico A, Vol. II fol. 246-246'. .

<3) Questo ;risulta da! fatlo, ehe troviamo nell'eJenco ii name del conte Sauro .

. (•) I particolari vedi nell'elenco eil. nella nota 2. (•) Girardiino di Grasso (vedi App. II,· tavoJ.a gencalogioo I) doveva al mo_

nastero annualmente 37 e mnzo moggia di frumento e 5ß soldi e 3 denari. (G) 11 conte Sauro '.vedi App. II, tav. genealogi.ca II) doveva al monastero

in tutto 24 moggia, 12 staia, 37 soldi e 8 denari aH'anno, ('} Sauro aveva acqnistalo da Mabilia dirilti ehe porta~ano con se obblighi

per 14 moggia, 7 staia e 22 soldi. (•) Sulla data della morte de! oonle Sauro vedi App. II tav. genealogica II. (•) Vedi eerie aggiunte fatte nell'elenco degli obblighi della famiglia co­

mitale contenute nelle annotazioni originali de! secolo XII S. Zaccaria, Pcr'g. B. XXI.

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dei suoi due figli Bonifacio e Guglielmo C), col quale co­ minciö un nuovo periodo di debolezza della famiglia corni­ tale. La condizione giuridica diventö sempre piü cornplicata anche per ii fatto, ehe alcuni membri della famiglia cornitale cedevano parti dei diritti, ehe tenevano da! monastero, a per­ sone estranee alla Ioro famiglia, le quali non volevano pagare •ii fitto (2). II monastero per qualche tempo subi in silenzio queste irregolaritä, pol st decise ad agire, forse anche spinto dalla speranza di trarre vantaggio daüa debolezza detla fami­ glia comitale per consolidare i suoi diritti col definitivo pos­ sesso del casteüo di Ronco. Per conseguire ciö, doveva otte­ nere un provvedimento giuridico contro quelle persone, ehe non avevano pagato puntualmente ii Ioro censo.

E' a questo punto ehe, net regolamento dei rapporti tra I 'ente ecclesiastico veneziano di S. Zaccaria ed i detentori dei suoi beni posseduti in territorio de! comune veronese in Ron­ co, s'introduce l'intervento di un particolare organo giurisdi­ zionale. Gia ii lungo e dettagliato trattato comrnerciale de! 21 settembre 1192 (3) aveva stabilito, ehe tutte De contese Ira Veneziani e Veronesi dovevano essere definite enlro rrenra giorni, ma non si era ancora detto, in quale forma questo dovesse Iarsi. Nell'anno seguente fu istituito un organo ap­ posüo a Verona, composto di tre « arbitri n o" iudices », per accogliere, trattare e decidere tutte le questioni di Veneziani contro Veronesi. 11 maestro Domenico, canonico di Chioggia, sceglieva come incaricato del Doge tre cittadini veronesi " bone opinionis », ii giurisperito Leonardo, Tebsldino di Enrlco di Specla e Baldulnello di Buza, per questo incari­ co (4). Contemporaneamente era stato raggiunto un accordo completo tra Guglielmo da Ossa, podestä di Verona, e Enrico Dandolo, doge di· Venezia, per regolare tutta la pro­ cedura giudiziaria ·fino al minimi particolari ("). Cosl erano

(1) Vedi altre annotazioni sulla pergamena eil. nella nota antecedente ehe parlano dei [ilii eomitia ehe non avevano pagalo. ·

(2) Vedi ii caso di :\lan:redino di Garsendonio da Ronco (pap;. 27) e anche le annotazioni nel documen\o cnato n-üe no\e 2 e 9 di pag. 21.

(') Due copie dcl sec. XIII Venezia, Arch. di Stato, Pacta Vol. I fol. 189'-190' e Pacta Vol. II fol. 32'-34. U documenta e ooito da C. CIPot.LA, Note d, alorta veronese Vill, Traltati commercinli e politfri de/ ~er. XII inediti n imper/elta­ menle noti, N. Arch. Ven., T. XV :Venezia IR98) pag. 309-314, n. III, ii quale c1ta anche la bibliografia.

;•) Vcrli J'e<iiz1one nrll'App. r doc. n. Ill sotto In data de.I 1103 !!<•lt. 17 (6) Questo auorrlo ci e conservato in forma di a1tiri11nta alla formula del

giuramento del ll93 sellembre 17 eil. nAlla nota anlrc,'.drn!P., in copia not.artle d<'l ll'lli marzo. Inoltre lo cono~iamn nclla forma delta forn1a\r accet\01.il)nc da parle delle autorila veronP.si colla dala 1193 oll. 4 (~edi pAg. 23-24).

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stabilite le Iorrnalitä per iniziare un processo, per condurlo attraverso i giuramenti, le testirnonianze e le prove alla con­ clusione, per eseguire le condanne, per chlarire la questione dei pignoramenti e per ottenere l 'estradizione dei colpe­ voli ('). C-On questo schema era dato ai giudici sopraddetti per le cause tra Veronesi e Veneziani una solida base per la loro attivitä. Prima di iniziarla prestavano il 17 setternbre 1193 dinanzi al podestä di Verona m solenne giuramento (2). Essi dovevano trattare e decidere - cosi diceva la formula del giuramento, ehe ci e per fortuna conservata C) - tutte le cause tra Veronesi e Veneziani' secondo l'accordo a cennaro tra Guglielmo da Ossa ed Enrico Dandolo e secondo even­ tuali aggiunte. Se questo accordo non fosse bastato, avrebbero dovuto risolvere le questioni secondo gli usi, ed eventual­ rnente anehe, nel caso di mancanza di una norma particolare, secondo la loro eoseienza. Inolltre dovevano promettere di non Iavorire e di non danneggiare nessuno e di non protrarre i processi per le lunghe intenzionalmente. Severarnente era proibito a loro di accettare dei donativi da una delle due parti in lite. Nella formula de! giuramento erano anehe lndi­ eati i «imiti della loro autoritä, Se dopo la sentenza ii con­ dannato non avesse voluto accettarla e avesse fatto resistenza, non dovevano agire oltre, ma dovevano comunicare ii Iatto al podestä del eomune e ai eonsoli di Verona, evidentemente perche avessero a provvedere essi per ulteriori misure. Le sentenze di questi giudici non potevano eomportare delle con­ danne afflittive, perche era detto espressamente ehe i giudici non dovevano applicare delle pene, ehe conducevano alla perdita di membra, al frustare ecc ... Come durata <lei loro incarico e indicato ii 1° gennaio 1194. Nell'atto del giu­ rarnento perö, la fine dell'incarico stesso e riportato acr 15 agosto t-194. Inoltre era prevista una proroga dell'incarico se­ condo la volontä del doge. 11 4 ottobre 1193 (') fu riconfer-

(') I parlicolari vcdi nr-l teste dcll'accordo, sit! qua le cfr. pag. 22 n. 3. (') Vccli A pp. I doc. II I. (3) Vrdi la nol a autece dunle. '.') Di qur-s!o dociunento abbiamo un originale ~ una cnpia de! sec. XIII

v .. nr-zla. Arch. di St ato, Ducali ed Alli Dip lnmat ici. B. VI; due copie dr-l SPC. \Ill ihicl., Pacla Vol. I fol. 207-~07' e Vol. JI fol. 51-51 '. II documenlo fu edito eh CJpor.u, Trattati rommerr.iali e politici de/ sec. XII eil. pag. 316-318 n. IV, ii quale nil anche la hihliozr afia anteoedrmtc. La scoperta dell'allo dcl 1193 set­ b-rubrt- 17 pi-rrnette adr-sso di st ahili re, ehe ii lcslo de.ll'accoruo era gill pronto TI"l srllc-mbrr e ehr ii docitmPnlo de! 11()3 oltobre 4 a,·r,·a soltanlo ii Yal,,rc ,di appro, azionc tlt•finiliva da parle de1le a11lorill1 v<>roncsi.

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maro ancor.a una volta l'accordo suaccennato tra ii doge e il podestä di Verona, inaugurandosi cosl un nuovo capi.olo nella storia delle relazioni=tra Verona e Venezia. II tenore di que­ sti accordi e l'istituzione del nuovo organo dei giudici per le

-cause tra Veronesi e Veneziani sernbrano indicare ehe si pensasse in prima Iinea al regolarnento di divergenze in occa- sione di contratti commerciali, ma e anche chiaro ehe ii caso sopracitato de! monastero di S. Zaccaria ehe chiedeva giustizia contro i pagatori ritardatari doveva cadere sotto la· giurisdi­ zione di questo ente di recente formazione.

Infatji vediamo ii monastero d1 S. Zaccaria rivolgersi an­ cora nel corso-del 1194 a Leonardo, Balduinello di Buza e Tebaldino di Bonifacio (') - ehe dovevano perciö essere sia­ ti confermati nel loro ufficio per volontä del doge oltre ii pe­ riodo previsto negli accordi nominati de! 1193 - per chiarire la questione de! mancato pagamento da parte di alcuni di quelli, ehe avevano degli obblighi per i beni, ehe tenevano in Ronco in füto dal monastero. Uno di questi casi era quello di Zordanino fu Girardino di Grasso da Ronco (2), accusato da! monastero di non aver corrisposto il fitto dovuto. Gii incaricati per le cause tra Veronesi e Veneziani trattavano la questione, ma l'accusato non voleva presentarsi. Aüora essi si rivolsero al collegio comunale dei giudici-consoli e al po­ destä di Verona colla preghiera di intervenire, ma anche l'In, teressamento di questi non condusse a nulla ('). Perciö si ven­ ne ad una sentenza in contumacia, ehe condannava il Zorda­ nino al pagamento di sei moggia e mezzo di frumento e di 39 soldi al monastero. La condanna Iu pronunciata i! 1 ° dicembre t,1194 (4) dal giudice Leonardo d'accordo col suo collega Bal­ dulnello, ambedue, come abbiamo visto, incaricati per le cau­ se tra Veronesi e Veneziani. Questo alto e ii primo ehe noi conosciamo dopo l'istituzione del nuovo organo. 11 condan­ nato era ben lontano da! piegarsi di fronte ad un simile prov­ vedimento. Perciö Guglie'lmo da Ossa podestä di Verona, i suoi giudici-consoli e gli incaricati per le cause tra Veronesi e Veneziani davano ordine ad un viatore di consegnare al rnona-

. (1) Tebalrlino di Bonifacio i, da i dr-nl ificare con Tcbaldino di Enrico di Spccia, come dimoslra ii documenta del 1214 giugno 12 (vedi sotto png, 41), ii quale lo nomina Tebnldinus de domino Boniiaeio de Enrico de Specia.

(') Vcdi App. II tav. genealogtca I. (3) Qucsli fa!-li si deduconn da! contr-nuto dcl documento ell'! ll!l'.? dicem

brc 2 citalo nella nola 2 ddla pagina 25. ·(•) 11 documcnlo e ~dito nell'App. I doc. n. IV.

25

stero ii possesso di due pezze di terra in Ronco nella con­ trada di Calle Crozara, ehe corrispondevano an valore della somma contenuta nella condanna ('). ll 2 dicernbre 1194 (') ii viatore dava ii possesso di questi beni al prete Giovanni, procuratore de! monastero di S. Zaccaria; inoltre, ancora nello stesso giorno (3), trasrnetteva l'ordine preciso alle auto­ ritä locali di Ronco di appoggiare ii monastero nell 'atto dclla consegna dei beni sopraccennati, e ad ogni altra persona di non osare di intromettersi in questi bent senza ii consenso de! monastero ('). Queste istruzioni Iurono notificate a un tale Bonacurso, ehe, quale decano di Ronco, rappresentava quel comune. Egli e nominato qui per la prima volta, ma vedremo ben presto come egli prenda un · posto importante nel gioco politico intorno a Ronco.

II risultato positivo di queste primo passo ccnduceva giä nell 'anno seguente ( 1195) ii monastero alla decisione di risol­ vere per mezzo dei giudici eletti per le cause fra Veronesi e Veneziani tutte le questioni pendenti per i pagamenti arre­ trati del fitto in Ronco. La sua azione era diretta non soltanto ad avere ii censo, ma piuttosto ad estromettere la famiglia comitale da! possesso de! castello di Ronco, cogliendo profitto forse da! decadirnento politico ed economico della famiglia, per prendere in mano. pi~ · d_irettam_ente i_l cont_r?ll~ de! _c~­ stello e ricondurre a entert d1 maggiore rigorositä a amrmru­ strazione dei beni in Ronco minacciata di dispersione per le successive divisioni ed alienazioni compiute dalla famiglia co­ mitale. I tre giudici Leonardo, Tebaldino e Batduinello - cioe ancora le stesse persone ehe abbiamo vista in carica ne1l'anno passato - accettarono le accuse dei procuratori del monastero per i censi arretrati. Gia il 3 rnarzo 1195 C) furono discusse dinanzi a questi giudici le cause contro Zordanino di Grasso da Ronco ('), ii quale questa volta si presentö al tribunale, di­ chiarando di aver pagato i1 fitto, senza poter precisare quan-

(') L'Incarico dato al vintorc vn-ne mcnzlonato nel documenlo de! 1194 diccmbre 2 cilalo nella nola seguente. ·

(2) Orig. S. Zaccaria, Perg. B XX: due copie de! sec. XV ibid. Carl. B. II Catast. Ronco, T. I pag. 34-35 e T. II fol. 26-26'. Inoltrc esistono traduzioni italianr. shid., Cart. B. IX. Proc. B e B II.

(3) Queslo alto c contr-nuto nr-lla stessa pergarnena eil. nella nola anle­ ccdente.

'.') Erano prr-vist» pPne variubili Ira cento e dnecento libbre veronesi por i contravventori a quesli ordini.

(•) Copia coeva non perfezionala S. Zaccaria, Perg. B. XX e copia de! sec:. XV ibid., Carl. B. II. Catast. Ronco T. I pag. 35. ·

(•) Vedi sopra pag. 24-25.

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to, e contro Manfredino di Garsendonio da Ronco, il quale aveva acquistato da Bonifacino Malerba e Grasseto, figli di Manfredino di Grasso ('), certi beni, per i quali la questione, chi doveva pagare ill censo al monastero, era assai complicata, Ma questo era solamente l'inizio, e ben presto diventö chiara l'intenzione del monastero di arrivare ad una azione decisa e completa contro tutti i ritardatari. Gia ii 6 e f 8 marzo 1195 (2) Iurono trattate dagli stessi giudici · altre · nurnerose accuse del rnonastero contro diverse persone di Ronco, ehe, come sembra, avevano preso datla famiglia comitale in subaffitto terreni tenuti da membri di questa Iamiglia in fitte da! rnonastero. II monastero .di S. Zaccaria chiedeva ora Ia restituzione di questi beni, perche i fi.Mi stabiliti non erano stati pagati: La situazione giuridica in questi casi era assai compli­ cata e ~e dichiarazioni fatte dalle parti dinanzi at gludici non ci permettono di arrivare ad una loro sicura e oggettlva valuta­ zione. La mancanza dei docurnenti relativi alle sentenze dei giudici .in questi casi non ci da la possibilitä di seguire l'ulte-

. riore sviluppo di queste cause, ehe de! resto avevano per ii monastero soltanto una seccndaria .importanza, anche se la presenza del primicerio della chiesa di S. Marco di Venezia e de! maestro Domenico, canonico di Chioggia - ehe abbiamo visto nel 1193 come incaricato del Doge Enrico Dandolo per la scelta dei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziani (3) - come testimoni dimostra I'interesse ehe - della faccenda si prendeva a Venezia. 1P:iu irnportante per il monastero erano invece i processi iniziati contemporaneamente contro alcuni membri dell a Iarniglia comitale per mettersi in possesso de! castello e della curia di Ronco, processi ehe promettevano ben presto assai bene. I tre incaricati per Ie cause tra Veronesi e Veneziani dovevano venire infatti alla unica conclusione giu­ ridicamente possibile, ehe gli accusati dovessero perdere ogni diritto al castello di Ronco e alla sua curia in favore del monastero, dopo aver constatato ii rnancäto pagamento del fü­ to, dopo aver osservato le clausole contenute nel testamento di Milone e negli accordi del 1136 e dopo aver sentito .. ii giura-

'.1) Vedi App. II Tav .. grnealogica L (2) Copia coeva non perfezionata S. Zaccari~. ~erg. B. XX; copia de! see.

XV .ibid., Cart. B. II, Catasl. Ronco, T. I pair. 36-37 e tradnzioni italiane ibid. Cart. B. IX, Ronco Proc., Pror,. n e B IL

· (3) Vedi sopra pag. 2?. ·

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mento dei procurator! del monastero di non aver percepi.o ii fitto dovuto ('). Assai grave era anche il fatto, ehe alcuni accusati non avevano creduto necessario od opportune di presentarsi dinanzi alla corte, fatto, ehe doveva rafforzare . fimpressione della loro colpevolezza. L'8 marzo 1195 (2) fu pronunciata la condanna contro la contessa Mabrnia, figlia del fu conte Bonifacio di Verona, ehe aveva da pagare al

· monastero un fitto annuo di 58 e 1/3 staia di frumento, 7 soldi e 4 danari, Nello stesso giorno si venne anche alla con­ danna contra Grasseto di (Manfredino da Ronco ("). In :fine alcuni giorni piü tardi, im 17 marzo 1195 una simile condanna fu pronunciata contra Zordanino fu Girardino di Grasso da Ronco (4) per certi suoi diritti avuti dai suoi Iratelli e contro Manfredino di Garsendonio da Ronco C), il quale - come abbiamo visto sopra (") - aveva acquistato certi diritti in Ronco da Bonifacino Malerba e Grasseto, figli del fu Man­ fredino di Grasso. iManfredino di Garsendonio invano aveva cercato di difendersi dichiarando, ehe Bonifacino avesse pa-' gato per lui il füto al monastero, perche i giudici constatarono ehe per la parte acquistata da Grasseto non era stato pagat~ nulla. Tutti i condannati perdevano cosi i loro diritti sul ca­ stello e sulla curia in favore del monastero di S. Zaccaria. Interessante e anche ii Iatto, ehe dalla ultima condanna appare chiara, attraverso una dichiarazione riportata nella sen­ tenza la convinzione del monastero, ehe la famiglia comitale non ;vrebbe dovu'o alienare diritti, ehe teneva in fitto da! monastero. L'interesse, ehe si mostrava da tante parti per la decisione dei giudici si vede anche da! fatto, ehe in tutti i quattro atti compaiono numerosi testimoni di Verona e di Ronco ed inoltre da parte veneziana Benedetto Palier.. primi­ cerio di S. Marco di ·Venezia, e ii canonico Domenico di Chioggia, ehe sembrano rirnasti tutta la prima meta del marzo

(1) Vedi i particolari nogli atti de! 1195 marzo 8 e 17 cilali nelle note 2-5. /2) n document., e edilo nell'App. I, doc. n. V. (") Orig. S. Zaccaria. Perg. R. XXXVIII: copia de! sec. XV ibid., Cart.

B. II, Catast. Ronco T. II fol. 24'-25; copia del sec. XVII ihid., Carl. B. IX, Ronco Proc., Proc. B. fol. 30-31. <•) Ori11. S. Zarcaria, Perg, B. XXXVIII: cine . copie de! sec. XV ibid.,

. Carr. B. II, Catast. Ronco T. I pag. 38 e T; II fol. 22'-23; copia del sec. XVII ibid., Cart. B. IX, Ronco lroc., Proc. B. fol. 36-37.

· :•) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXXVIII: due cople dPI sec. XV ihid., Cart. B. If, Catast, Ronco. T. I pag. 39-40 P T. II fol. ?3'-?4: copia de! sec. XVII ihirl .. Carl. R. IX. Rnnco Proc., Proc. B. fol.· 34-35'.

(•) Vedi sopra p3~. 25.

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a Verona per sorvegliare I'opera dei giudici per le cause tra Veronesi e Venezian i l').

E' possibile, ehe in quei giornl i giudici siano venuti anche a decisioni nelle altre cause ancora pendenti tra ii mo­ nastero e persone di Ronco sulla questione det censo, ma non ci sono conservati altri docurnenti. In ogni modo bastano L:a gh atti sopracitati per farsi una idea sufficentemcnte chiara della attivitä degli incaricati per le cause tra Veronesi e Ve­ neziani. Senza lasciarsi trascinare da riflessioni o sentimenti locali-patriotici i giudici hanno agito secondo la loro coscien­ za e secondo gli accordi intercorsi tra Venezia e Verona e hanno dato ragione a chi la meritava, senza tirare per k lun­ ghe i processi come tanti altri giudici Iacevano in quel periodo.

Queste decisioni in favore del monastero di S. Zaccaria significavano, ehe parti essenziali del castello e della curia· di Ronco dovevano essere consegnate adesso anche diretta­ mente nelle mani di un ente non veronese. Non si pub dire. ehe questo avesse avuto allora importanza politica immediata, perche in quel periodo non si puö ancora parlare di una politica espansiva di Venezia nella Terraferma, ma ii cornune di Verona doveva avvertire con allarrne l'inserirsi di elementi stranieri in un castello situato lungo la grande via di commercio, ehe rappresentava allora I' Adige. t perciö corn­ prensibile, ehe ii comune di Verona, ehe aveva gia dimostrato altra volta - e precisamenre nel 1136, quando era ancora all'inizio de! suo sviluppo - un vivo interesse alla questione della proprietä del castello di Ronco, si intromettesse anche quests volta. 11 cornune di Verona era deciso di non tollerare ii trionfo de! monastero di Venezia nella questione de! castello e poteva contare in pieno anche sull 'appoggio degli ambienti locali a Ronco, tanto per quello ehe riguarda i rriembri della famig1ia comitale quanto per quello ehe riguarda ii comune di Ronco stesso, ehe lentamente comincia a prendere parte attiva alla discussione.

L'inizio di trattative fra 1e parti pubbliche interessate alla questione de! casfello di Ronco. cioe Verona, Ronco e Venezia, deve essersi svolto poco dopo 1e decisioni del giu­ dici per 1e cause tra Veronesi e Veneziani. Non sappiarno esattamente, quale sia stato ii corso delle trattative, ma dai

(') Come abbiamo visto sopra n pag. 2ß, q11Psli Venezianl si lrovano gill come· le<limoni nrgl1 atti rlel 1!9j rnarzo 6.

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documenti posteriori possiarno stabilire i due punti di vista. Da parte veronese si cercava di ottenere la rinuncia del rno­ nastero di S. Zaccaria a tutti i suoi diritti sul castello e sulla curia di Ronco e l'annullamento di tutte [e sentenze in favore del monastero, mentre si era ben disposti a lasciare al mona­ stero veneziano i suoi beni acquistati attraverso cornpera e a concedergli certi terreni per compensarlo della rinuncia a tutti i suoi diritti e a tutte le sue pretese. Da parte veneziana si cercava naturalrnente in un primo momento di mantenere i

· diritti, ma di fronte alla presa di posizione veronese si cerca­ va, . per evitare danni maggiori, di ottenere almeno un con­ gruo compenso in nuovi terreni, ehe si dovevano aggiungere ai beni acquistati antecedentemente, per i quati tutti erano d'accordo di lasciarli al monastero. Finalmente si raggiunse un compromesso sulla quantitä dei terreni da consegnare al rnonastero in compenso : dovevano essere trecentoquaran­ ta carnpi situati in Ronco con una rendita annuale di 92 moggia e due minali di frumento. Certamente a1 mona­ stero Ja rinunca al diritti derivanti dal testamento di Milone, da ranti altri documenti preziosi e <lalle stesse sentenze cosi fävorevolli dei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziani

· non era una cosa gradita, ma essa poteva essere suggerita co­ me un abile accorgimento per conseguire su di un piano rea­ listico, attraverso un libero accordo colle autoritä Veronesi, J'effettivo e tranquillo godimento di beni, ehe altrimenti sa­ rebbe stato, come era stato fino allora, de! tutto aleatorio, Cosi la badessa Casota non senza ramrnarico si convinse ehe questo accordo ehe si preparava fosse « ad utilitatem mona­ sterii Sancti Zacharle ». Ma anche la parte veronese era de­ cisa di far tutto per assicurare al cornpromesso una vita dura­ tura, perche cosi si ottenne ,finaamente la rimozione de! perl­ colo di un dominio straniero su di un lembo del suo terrltorio. Cosl si arrive> alla decisione, ehe tanto i1 pcdestä. le autoritä comunali di Verona, i membri dell a f amiglia comitale ed i rappresentanti del Comune di Ronco quanto il Doge di ,Ve­ nezia, ii Patriarca di Grado, .}' avvocato de! monastero e tutte te suore del monastero dovevano approvare questo accordo in modo solenne, ehe nella prima meta del maggio 1195 era pronto nelle sue linee generali (').

(1) Vedi l'annotazione con numcrose correzioni scnza data S. Zaccaria, Perg. B. XX, ehe senza dubbio appartiene al periodo della 11reparazione di

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U 15 maggio 1195 (') questo accordo fu approvato dalle due parti contraenti alla presenza di Uberto Visconti da Pia, cenza, podestä di Verona, di numerose personalitä della vita cornunale veronese - Ira i quali anche due <lei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziani - e di diversi Veneziani, fra i quali c'era Benedetto Faller, primicerio della chiesa di .S. Marco di Venezia, maestro Domenico, canonico di Chioggia, Pietro Ziani, conte di Arbe, ed altri membri di famiglie distinte veneziane. Da parte veronese compaiono come rappresentanti Alberto Sordo, ehe agiva .per se e per Bonifacio e Guglielmo, figli de! fu conte Sauro, dei quali era tutore, Erzolino, Bonifacino Malerba, Federico fu Girar­ dino (2) e numerose altre persone, fra le quali ii podestä Bonacurso di Ronco, ehe agiva a nome de! comune di Ronco. 11 monastero di S. Zaccaria di Venezia era rappresentato da! prete Giovanni, economo e procuratore de! monastero, e da Pietro Michie!, avvocato de! monastero. Ambedue le parti promettevano sotto pena di 2000 libbre veronesi di eseguire e mantenere l'accordo raggiunto. Queste prevsdeva la rinuncia de! monastero a tutto quello, ehe possedeva a Ronco, con eccezione dei terreni acquistati da Manfredino di Grasso e da altri. I terreni e i dirlttl ceduti da! monastero dovevano essere consegnati alle persone da destinare da! podestä Uberto di Verona e da Leonardo, Tebaldino e Balduinello, incaricati per le cause tra Veronesi e Veneziani, i quali avevano piena libertä di scelta, Per questa cessione ii monastero doveva ri­ cevere da parte veronese un terreno di 340 campi in Ronco come libera proprietä con tutti i diritti. Questo terreno doveva essere scelto cosi da poter dare secondo la stima di u boni ho­ mines » comodamente un frutto annuo di 180 1/2 moggia di frumento, e ii monastero si obbligava di darlo poi in locazione ad abitanti di Ronco per un censo di complessivarnente 90 rnog. gia e due minall di frumento all'anno, da pagare in agosto nel giorno di S. Bartolomeo. Ne! caso di mancato pagamento del füto era stabilito come sanzione la perdita di tutti i diritti sui terreni avuti in locazione. Ino1tre era previsto anche la possi­ bilitä di cessione dei diritti da parte dei Iocatari ad altri, ma

queste accordo, ne lla quale si Irovano divcrsi particolari, ehe poi non furono inscriti nel lcsto dcfinitivo, per esempio l'assoluzionc di tulli i « domini llunci » da! « debitum iuramenti » alla badessa.

(1) Queste documenlo e edito nell'App. I, doc. VI. (') Per inquadrare tulle queste personalita vedi App. II lav. gencalogi

ehe I e II.

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sl doveva prima offrirli per un eventuale acquisto al mona­ stero, ehe aveva la Iacoltä di comperarli a prezzi rninori di quelli offerti. La scelta dei terreni e ta consegna doveva essere effettuata Hno al 1 ° gennaio ( 1196), ma gia prima per il giorno di S. Martino dellanno 1195 doveva essere pagato ii censo di 90 moggia e due rninali di frumento al monastero, ev.den­ temente per quell'anno. Con un atto successivo ii 16 maggio 1195 (') Zordanino da Ronco approvava le promesse fatte al monastero e si obbligava anche per la sua persona nello stesso rnodo come gli alrfi membri della sua famiglia.

L'elaborazione dei particolari e la scelta dei terreni per Ja consegna richiesero ancora parecchio tempo. Soltanto verso la fine de'['anno 1195 poteva essere condotto a terrnine l'sc. cordo assai complicato. Le singole Iasi di questa conclusione dell'accomodamento sono le seguenti. Prima vediamo con I'atto de! 2 dicembre ,1195 (2) a Verona, ehe Albert» Sordo per se e per ii conte Bonifacio ('), figlio del fu conte Sauro, de! quale era tutore, Zordanino fu Girardino di Grasso, suol Iratelli Erzolino e Federico, anche in nome de] loro fratello Tomasino, Bonifacino Malerba per se e per suo frateHo Gras­ seto r) ed altre nurnerose persone di Ronco, fra le quali anche ,ii podestä Bonacurso di Ostacio, fanno al monastero di S. Zaccaria, rappresentato dalla badessa Casota in persona, la solenne cessione dei 340 campi situati in Ronco nelle con­ trade Yaonus, Rizolla, Yazille, Capud Yici, Casarecio, Insur­ la Bundolla, Traversai,, PunzipeUo e Munello, ehe vengono d;scritti con tutti i particolari. Espressamente e detto, ehe vie e fossati nell'ambito di questi 340 campi non erano corn­ presi nel conto per arrivare a questa estensione di terreno. La cessione di questi terreni viene eseguita, come e detto. an­ ehe a titolo di permuta per la rinuncia prevista di tutti i diritti posseduti dal monastero in Ronco con eccezione dei terreni acquistati per compera. Questa dichiarazione viene pronun­ ciata dinanzi al podestä Uberto di Verona e a Balduinello di Buza e Tebaldino di Bonifacio, eletti per le cause tra Veronesi e Veneziani, ed alla presenza di numerosi importanti testimoni

(') Anche queste documento e edilo nell'App. I doc. VI. (2) II documento e cdilo nr-ll'App. I doc, Vil. (3) ~lanca qui Guglielmo, fralello di Bonifacio, ancora nominato nell'allo

de! 1 rn:; maguio 1;;. E" probabile, ehe sia morto net tempo intercorso. Ve di App. II tav. gencatogrca 11.

('T Tutt» queste pnsone apparlcngono alla famiglia comilale. Vedi App. II tav. gcnealogiche I e II.

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di Venezia - fra i quali i soprannominati Benedetto Falier e ii canonico Domenico di Chioggia. Nei giorni seguenti, e pre­ cisamente nei giorni 3 dicernbre, 5 dicembre, 9 dicembre, 12 dicembre e 22 dicernbre 1'195 ('), altre persone, ehe possie­ dono diritti in Ronco, fanno simili promesse di rinuncia ai procuratori de! monastero di S. Zaccaria: fra queste c'e anche l'abate Riprando di S. Pietro di Villanova ed Odorico Visconti (9 dicembre 1195), Achille Visconti (12 die. 1195) e Tomasino di Girardo di Grasso (') (22 die. 1195).

Per evitare eventuali successivi reclami Uberto Visconti da Piacenza, podestä di Verona, ii 4 dicembre 1195 (') dava ordine ad un viatore di fare un pubblico proclama per invitare tutti coloro, ehe avessero creduto di aver diritti sui 340 campi consegnati al monastero di S. Zaccaria, di prcsentare le loro pretese. Ancora cro stesso giorno (4) ii viatore esegui questo ordine a Verona, mentre questo inviro de! podestä di Verona fu letto ii 5 dicembre 1195 n nella « vicitiitas » di Ronco. Non sappiamo, se qualcuno si sia presentato, ma in ogni modo i~ podestä poteva essere tranquillo di aver fatto tutto per non incontrare piü tardi dilftcoltä giuridiche.

Cosl si poteva procedere alla solenne conclusione dell'ac, cordo attraverso tre atti separati, tutti proclamati ii 22 di­ cembre 1-195 a Verona nel palazzo de! Comune alla presenza den podestä di Verona, di numerose personalitä di Verona - fra 'Je quali si notano Tebaldino di Bonifacio e Balduinello di Buza, eletti per le cause tra Veronesi e Veneziani - e di diversi rappresentan ti di Venezia, ehe abbiamo gia notato ncgli altri atti de! dicernbre. Ncl prirno documento (') i rnernbri della famiglia comitale, e precisamente Alberto Sordo per se e per ii conte Bonifacio, Alberto fu Bartolomeo da Arcole, Zordanino, Erzolino, Federico e Tomasino, figli de! fu Girar­ dino di Grasso, Bonifacino Malerba per se e suo fratello Grasseto, figli di :rvtanfredino di Grasso, dichiarano alffa ba-

(') Ve di le nnnolazioni alla finr drl!a o dizione cl..J doc. de! 119:, die. 2 · noll'App. I doc. VII..

t') Tomasino rli Girardino di C.ras~o apparli<'nr. alla (;imiglia cornitalc. Vrdi App. JI tav. 11rnealogica I.

(') Orig. S. Zaccaria Per~. R XX: copia rlrl ser.. XV ihid. Cart. n. II. ralasl. Ronco. T. I pajl. 57-58 P. traduzionl italiane ibirl. Cart. B. IX. Ronco Proc., Proc. B JI.

(') !'-i trova riella str-ssa prr11amrna cila!a nr-lla nola anteccdente. (') Due on::?inali S. Zar.oria. Per11. B. X\: cnp'o rlrf 5rr. XV ibid.: Car!.

n. II. Catast. nonro. T. I pag. aR. • (') E,lito nrll'App. I doc. Vlll.

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dessa Casota e a quattro suore presenti di non voler muo­ vere alcuna causa contro il monastero in occasione della cessione del monastero riguardante i diritti di Ronco, ma di voler mantenere l'accordo per la permuta in tutti i punti. Ag­ giungono perö di riservare per se tutti i diritti riguardanti la giurisdizione in Ronco, ehe loro eventualmente avesscro. Nel secondo documento (') Oa badessa Casola, d'accordo con le quattro suore presenti, e Pietro Falier, procuratore di Pietro Michiel, avvocato del monastero di S. Zaccaria, cedono in forma solenne ad Uberto Visconti da Piacenza, podestä di Verona, e a Bonacurso di Ostacio, podestä di Ronco, ehe agiscono a nome del comune di Ronco e degli uorninl ehe hanno beni in Ronco, tutti i terreni e diritti, ehe ii monastero possiede in Ronco, con eccezione dei 340 cam pi avuti dall' altra parte e dei beni acquistati da Manfredino di Grasso e da altri per compera. lnoltre rinunciano ai documenti colle condanne pronunciate contro Zordanino di Girardino di Grasso, contro ma contessa Mabilia, contro Grasseto di Manfredino di Grasso e contro \Manfredino di Garsendonio e a tutte le altre carte riguardanti Ronco. ll docurnento porta anche la firma de! Doge Enrico Dandolo, del suo cancelliere, de! pa.tiarca di Grado, delle suore del monastero e di numerose altre personalitä di Verona e Venezia, evidentemente aggiunte in un periodo sue­ cessivo. Nel terzo ed ultimo documento dello stesso giorno (') nella condone di Verona ii soprannominato podestä di Verona conf erma la cessione fatta al monastero dei 340 cam pi e di­ chiara, ehe nessuna azione giuridica possa essere iniziata eontro ii monastero per quello ehe riguarda questi terreni, aggiungendo perö, ehe la cessione non riguarda ii dlritto delle decime, ehe non doveva subire modifiche.

Rimaneva ancora insoluta la questione della proprietä delle vie e dei Iossati nel terreno det 340 campt assegnato al monastero, questione ehe fu portata davanti agli eletti per le cause tra Veronesi e Veneziani, i quali nelle persone di Te­ baldino di Bonifacio e Balduinello di Buza giä ii 31 dicem­ bre 1195 (3) alla presenza de! podestä di Verona, della badessa Casora e dei testimoni sopranominati di Venezia - ehe erano rimasti a Verona - vennero alla determinazione, ehe la proprietä di queste vie e fossati dovesse essere del monastero,

(i) Edito nell"App. I doc. IX con qualche orn isvionr- scma import anza . (') Edilo nell'App. I doc. X. (3) Edilo nell'App. I doc. XI.

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con eccezione per qualche via, Il cui uso era nel diritto di tutti.

Immediatamente dopo, .alla presenza de le stesse perso­ nalitä, la badessa Casota si decise a dare la maggior parte dei 340 campi ricevuti in Ronco a diverse persone di Ronco in locazione secondo Qe condizioni contenute nell 'accordo de! 15 maggio 1195 ('). Cosi furono date ad Ugoloto (') due pezze d: terra (una di 34 campi e 6 vanezze, e una di 15 campi) (3), a Giovanni e al fratello Runcolino Durisani (') una pezza di terra di 41 campi et a Girardo di Bernardo Baccerio (") · una pezza di terra di 41 campi ('), a Pietro di Ponto e a suo figlio Milano (") una pezza di terra di 34 campi C'), ad Enrico padre di Odone (1°) una pezza di terra di 17 campi (''), a Villanello e a suo Iratello Balduzo (") una pezza di terra di 34 cam pi ( 13) e a rMarchesino di Rotofredo (") una pezza di terra di 29 campi e 6 vanezze ( .. '). II fitto era fissato secondo la grandezza e I'importanza dei terreni in un contributo di frumento da consegnare in agosto net giorno di S. Bartolomeo alla casa di S. Zaccaria in Ronco, ehe troviamo nominata qui per la prima volta e ehe diventö poi ii centro dell'amministrazione del mo­ nastero in Ronco. In caso di mancato pagamento era prevista Ba perdita dei diritti sulla locazione. Si tratta in tutti i casi

(') Vcdi sopra pag. 30.31. . (2) Esrstono due alli r ig uardaul i quesla locazlono, uno pvr U11c p(·zz~ di

lerra, l'allro per una pczz a d1 terra. Hd prima csistuno uuc oriainali S. Zac­ caria, P,•rg. 11. XXI e due copie del sec, >.. V ibiu., Carl. B. II. Catnst. Honco, 'f. I pag. ~'i-66 e T. 11 fol. 30 30'. Del scconoo esrste un originale S. Zaccaria, Perg. II. XXI.

(") ;-.;etla conlrada Hicola e Caldcrgano. 11 fitlo era di 13 1/2 rnoggia e 3/10 d1 1111 rninale di frumento.

:•) Due orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI: due copic de! sec. XV ihid., Cart. n. JI. Catust. Ronco. T. I pag, G.1-til e T. II fol. 20·?W.

• (5) S1tuali nellc contradc Rlcola, Punci pelus e Muunc/lus. II filto era oi 9 Jllt),U,ll13 C 115 di un m ina le dr fl'IIIIH'lllO.

l") Ong. S. Zaccaria, Perg. 13. \.XI c due conic del src. \V ibid., Carl. ll. II, Cat .. ,!. nonco, T. I pag. i;r,.,;s e T. Ir fn!. ~1-31'.

(') II fitlo era di 9 rnoggia e 1/ä, di un minale Ji Irumento. :•) Tre orig. S. Zaccaria. Perg. ß. XXI e due cop io de! sec. XV ib id.,

Carl. ll. ll. Catast. Ronco, T. I p ag. GZG3 e T. II fol 2828'. (') Sit uat i nr-l la contrada l'aonu.•. II fillo era come quelle, di G,rordo

di Bernardo Baccerio. (lO) Duc orig. S. Zaccaria, Perg. ß. XXI e du0 cnpie del occ. XV ibid.,

Cart. n. II, Catast. Ronco, T. I pag. · öQ.1jJ P. T. fl fn!. 27·27'. (") Sit11ati n(·lla contrada i:,,n1111s. II fillo ,-r:i di -I I:? mo!lgi~ e di

1/10 di un m1nalr. di frumento · (12) Orig S. Zaccaria. Perg. n. \\I e dne copie de! sec. XV ibid.,

Carl. R. II. r:atasl Rnnro. T. I pacr. fj~.r;n e T. II fn1. :!'!·~·)'. • (13) Sit11ah netla conlrada \'ttnn11s. II fillo Pra corn,! quelln di Gi,·ardo

,Ii BPrn;\rdo ß:tccrrio r1,1 01'iZ. S. Z:-ic,·nri,1. Pr·ra. n \\I r- d111· c,,ni" rt,,} ~rf'.'. \\' ibid.,

Cart. B. II. Calast. Ronco, T. I pa!!. 70-71 e T. II r,,1. 33 38'. (") II fitto era cnrnr q,,,.i:o d, r.iranlo ,Ii ß.-rriardo llacr~rio.

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di normali locazioni, ehe dovevano assicurare al monastero annualmente una entrata sicura (').

G!i avvenimenti del 1195 chiudono una pagina importante nella storia dei possessi del monastero di S. Zaccaria nel ':Ve­ ronese. Malgrado la vittoria iniziale nei procedimenti proces­ suali il monastero di fronte alla resistenza delle autoritä vero­ nesi era state costretto a seppellire deftnitivamente il sogno de! possesso del castello e della curia di Ronco, ma d'altra parte

. ii monastero poteva sperare, ehe ora finalmente tutte le nume­ rose difficoltä sorte dalle relazioni con la famiglia comitale per ii· possesso di Ronco avessero fine e ehe si potesse gcdere tranquillamente le entrate dei beni di nuova assegnazione. Perciö almeno fino a un certo punto ii monastero poteva di­ chiararsi contento di questa soluzione di compromesso. Neila lotta per i suoi diritti non era rimasto solo, perche tanto le auroritä politiche quanto quelle ecclesiastiche di Venezia. ave­ vano mostrato un vivo interesse ed avevano dato anche un continuo appoggio pratico e morale, come ci dimostra la pre­ senza di tante personalitä da Venezia alla stesura di tutti gli atti di importanza in quell'anno e I'approvazione solenne degli sccordi raggiunti da parte de! Doge e de! Patriarca di Grado. Ma anche la parte veronese poteva dichiararsi soddisfatta, perche si era ottenuto di evitare ogni pericolo di un dorninio straniero in Ronco, punto assai nevralgico sotto tutti gli aspet­ ti, e perche si era riuscito a ridurre il possesso de! monastero di S. Zaccaria ad una qualsiasi proprietä fondiaria senza alcun -·· significato politico, superando cosi la crisi, ehe era stata ori­ ginata da decisioni troppo imparziali dei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziani. Questi perö erano statt all'altezza del toro compito ed avevano fatto i1 loro dovere secondo ii giuramento prestato, anche se le loro sentenze erano contro gl! interessi della loro cittä, Inoltre piü tardi avevano fatto an­ ehe gli interrnediari fra i1 monastero e Je autoritä veronesi come dimostra la loro contiriua nresenza e ii Doro intervento in tutti i punti dubbi e contesi. In ogni modo di fronte alla minaccia da fuori ii comune di Verona, ii comune di Ronco e la Iam'glia cornitale avevano formato un fronte unico e infatti ii pro­ verbio « l'unione fa la forza » si era avverato ancora una volta in questo caso. II comune di Verona, ehe agiva anche a nome

(') Gli nlli di lull" qm·,I~ locazioni si trovano inoltre in numerose tra­ duzioni italiane S. Zaccaria, Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B e B II..

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den comune di Ronco e d'accordo · con le autoritä localt di Ronco, dimostrava di essere ii vigile custode degli interessi veronesi, e 1' approvazione solenne degli accordi da parte del podestä e l'ordine di trascriverli nel ,< liber communis » di Verona (') dimostrano, ehe a Verona si era ansiosi di fissare

_ per sempre questa vittoria, Certamente era una vittoria rag­ giunta dal comune nell 'interesse di tutti, non soltanto in Iavo­ re della famiglia cornitale, perche e probabile, ehe i diritti ce­ duti da1 rnonastero di S. Zaccaria non sianc andati a finire nelle mani della Iarniglia cornitale, ma piuttosto in quelle de'!

· comune di Ronco, ehe _sotto la tutela del cornune di Verona tendeva a liberarsi da ogni i_ngerenza della famiglia comitale. Per mancanza di document! non possiamo illustrare questo sviluppo, ma e un fatto sicuro ehe i'l suocesso definitive arrise al comune di Ronco.

D'altra parte il comune di Verona non doveva tollerare - conclusi gli accordi - ehe H comune di Ronco si perrnet­ tesse dei soprusi e perciö vigilava attentamente. Cosi vediamo

. ehe ii 2 giugno 11196 (2) da parte delle autoritä comunali ve­ ronesi (3) viene trasmesso un ordine al podestä di Ronco, Gerardino di Bernardo, di evitare ogni distruzione di alberi o di fossati nella contrada di Vaono ~ ehe era stato conse­ gnata an monastero - e di presentare eventuali reclami alle autoritä di Verona. La questione perö non sernbra essere stata risolta con questo avvertimento, perche in un docu­ mento del 17 Iuglio 1 W6 {4) la badessa Casota de! monastero di S. Zaccaria da l'incarico a Domenico, canonico di Chioggia, ehe ci e giä noto, di agire in nome del monastero in tutte le cause pendenti tra Ronco e ii Monastero stesso. Non sap­ piamo nulla della sua attivitä per quello ehe riguarda la di­ scussione di queste differenze col comune di Ronco nell'anno 1196, ma possiamo constatare, ehe egli si dedicava in quel periodo attivamente ai negozi dell'amrninistrazione de! rnona­ stero in Ronco. Questo ci mostrano fra l'altro due documenti, uno de! 4 agosto 1196 (5), nel quale da una locazione ad Al-

(') Vedi sotto App. I doc. VIII e XI. (2) Edito nell'App. I doc. XII. :S) Ii documento (conse.rvato solamente in copia) parla anche di un ordine

provenienlc dall'imperatorc. ma probabilmentc si tratta di un errore di tra­ scrizionc. Inwcc di imperatoris forse dcve cssrm letto potestatis. Se ii trsto fosse stato trascrilto bene, l'accenno al!'imp~ratore sarehbe ,ma ro~a assai int,,_ ressante. prrchc proverebbc l'interrssamcnto anche della autoritil imperiale a qursti falti.

(') Orig. S. Zaccaria, Perg. :R. · XXXVIII. _ (-') Orig. S. Zaccaria, Prrg. B. XXI.

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berto di Benenato riguardante una pezza di terra di 4 eampi C), e l'altro del 15 dieembre 1196 (2), nel quale acquista per il monastero dai fratelli Naimerio e Brianco una pezza di terra nella eontrada di Calle Cruzara per 148 libbre e 6 sol­ di (3). Questi atti dirnostrano in rnodo chiaro la tendenza del monastero ad organizzare bene l'amministrazione dei beni di Ronco e ad arrotondarli attraverso nuovi acquisti.

In ogni modo ia comune di Ronco non aveva nessuna intenzione di infrangere gli accordi presi nell'anno precedente. Anzi si era deciso di rafforzare ancora di piü le garanzie offerte da parte veneziana. Questa intenzione appare indub­ biarnente dal fatto, ehe 1'11 novernbre 1196 (4) si procedeva nella vicinia di Ronco alla elezione di un procuratore del · comune di Ronco nella persona dell causidico Adamino, per recarsi a Venezia con l'incarico di ottenere dalla badessa Ca­ sota la promessa conf erma dell a rinuncia del monastero del . 1195 da parte del Doge, de! Patriarca, dell'avvocato dea mo­ nastero Pietro e delle suore del monastero. Questo atto ci dimostra, ehe le conf erme all or a non erano state ancora pro­ nunciate. Non sappiamo nulla sull'esito della missione del­ l'incaricato, ma ii fatto ehe ,ii documento del 22 dicembre 1195 riguardante la rinuncia del monastero (conservato purtroppo solamente in copia (') vi contiene ae sottoserizioni di tutte quelle personalitä di Venezia, cl mostra ehe a questo punto finalmente furono apposte le firme a. Venezia per suggellare l'accordo raggiunto.

Pero non si deve pensare, ehe questt atti di compromesso de! 1195 abbiano risolto tutti i problemi. Fino al 1197 invece sorgono sempre nuove differenze su particolart tra i1 mona­ stero e i1 comune di Ronco. 11 comune di Verona non credeva necessario un intervento diretto, specialrnente perche l'organo destinato per queste liti, cioe i giudici per le cause tra Vero­ nesi e Veneziani, poteva risolvere benissimo da se le contese

(') Situata nella contrada Capite Vigi. 1l fitto era di 24 minali di fru- mento all'anno. .

(•) Due originali S. Zaccaria, Perg. B. XXI; due copie de! sec. XV ibid., Cart. B. II, Catast. Ronco, T. I pag. 77-79 e T. II fol. 38-38' e lraduzione italiana ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B e B II. c•) 1l danaro fu pagato ,1195 die, 18 in _palacio negociatorum _Yerone ai venditori, come risulta da un annotazione aggwnta al documento citato nella nota antecedente.

(4) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI; copia de! sec. XV ibid., Cart. B. II, Cata st. Ronco, T. I pag. 59-'iO e traduzione italiana ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B.

(•) Edito in App. I, doc. IX.

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secondo gli accordi generali tra Verona e Venezia. Cosi nel 1197 questi giudici nella nuova composizione del loro colle. gio - ii causidico Giacobino da Roverchiara, Balduinello di Buza e Rodolfino di Liazario - cominciano ad occuparsi di questi problemi. In prima linea si doveva discutere la que­ stione, se ii monastero doveva avere una partecipazione a certi terreni di proprietä comunale, ehe ii comune di Ronco nel frattempo aveva in parte venduto, in parte distribuito a gruppi di persone e a singoli individui. Ci e conservato ii verbale di una seduta dell' 11 marzo 1197 (') dinanzi ai giudici, da! quale vediamo la tesi delle due parti, rappresentate da! decano Pane di Campo per Ronco e dal canonico Domenico per S. Zaccaria. II monastero chiedeva un trentesimo dei terreni ceduti, perche dichiarava di avere in Ronco gOi stessi diritti come gli altrl proprietari, col quali avrebbe dovuto partecipare alla distribuzione, mentre ii cornune di Ronco sosteneva, ehe, secondo gli accordi, ii monastero avrebbe dovuto avere 340 campi e non piü. Non si riusci ad arrivare ad una conclusione e la mancanza di altri documenti relativi non ci permette di seguire I'ulteriore sviluppo di questa faccenda. Poco dopo si discuteva nuovamente la questione spinosa della pro­ prietä delle vie e dei fossati, ehe era giä stato oggetto di altre difficoltä. II monastero chiedeva l'esecuzione della sentenza dei giudici pei:, le cause tra Veronesi e Veneziani del 31 di­ cernbre 1195 O, ehe .Ji assegnava a S. Zaccaria, mentre ii co­ mune di Ronco voleva considerare le vie e i Iossari come pro­ prietä comunale basandosi sul fatto, ehe non erano stati corn­ presi nella misurazione dei 340 campi. Inoltre ii comune di Ronco si dichiarava pronto ad aggiungere altrt terreni alla proprletä assegnata al. monastero, se fosse risuITato ehe questa era di una rnisura inferiore all'estensione fissata. Infine si di­ scuteva la questione della proprietä della « ripa et clivus Vaoni n, perche l'accordo de! 1:195 non sembrava troppo chiaro. Per questi due ultimi problemi le due parti decisero di dare ai tre soprannorninati giudici per le cause tra 'Verone­ si e 1Veneziani i pieni poteri per la decisione con un atto del 22 marzo 11197 C), nel quale vediamo l'ex rnembro delta corn-

(1) Copia corm non prr!e1.ionala S. Znccarjn, Per g , B. XXI: copia de) sec. XV ihirt.. Cart. B. II, Catast. Ronco, T. I pag. i'fi " trarl11zion1 itnliane ibid., Carl. n. IX, Ronco Proc., Proc. B e B II. ·

'.2) Edito nrll'App. I, doc. XI.. Vedi anchc sopra pag. 33·34. '.3) Copia dt'I src. XV S. Zaccaria, Carl. R. II. Catast. Ronro, T. I

pag-. 71-7;i r tra,Iuzioni italiane ihid., Cart. D. IX, H,111co Proc., Prof'. B e R II.

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rrussione per le cause Ira Veronesi e Veneziani Tebaldino di Bonifacio dichiararsi fideiussore per il monastero. Ancora il giorno stesso i tre giudici, rappresentati nella pronuncia della

· sentenza dal causidico Giacobino, decisero le liti (1). Le vie e i fossati furono dichiarati con poche eccezioni proprietä del monastero ed anche nella questione della proprietä della « ripa et clivus Vaoni » la decisione era favorevole alla tesi del mo-. nastero stesso. 11 comune di Ronco doveva piegarsi ed infatti accettö in pieno la sentenza.

Con questa decisione giudiziale sembra essersi chiuso ii periodo delle liti, ehe lungamente avevano turbato lo sviluppo pacHico tanto del comune di Ronco quanto dell 'organizzazione amministrativa del monastero in Ronco. ·

Negli anni immediatamente seguenti I' amministrazione della proprietä del monastero di S. Zaccaria in Ronco si svolge

. del tutto tranqui14amente. Gli interessi del monastero furono spesso rappresentati dal veronese Tebaldino di Bonifacio, il "quale come giudice per le cause tra Veronesi e Veneziani ne aveva acquistato conoscenza profonda e sernbra essersi parti­ colarmente affezionato a~ monastero. Cosl l'abbiamo visto giä sapra come garante per ii monastero (2), ed anche piü tardi neil documento del 12 agosto 1199 (3), nel quale il monastero acquista dal comune di Verona certi diritti su beni in Ron­ co (4), lo osserviamo agire come rappresentante di S. Zaccaria, ed in quello del 15 dicembre 1203 (5), nel quale il monastero procede ad un simile acquisto dal comune di Verona, come testimonio. Anche nella sua funzione ufficiale, come console di giustizia; non dimentica di mteressarsi di questionl ehe riguardano S. Zaccaria. Cosl per esempio presenzia il 14 mag­ gio 1202 (") ad un accordo per un arbitrato tra il rappresen­ tante del monastero e Feliciano da Ronco sui confini contesi di una pezza di terra. 11 procuratore del monastero di S. Zac-

(l) Nello stesso docurncnto cilalo nella · nota antecedenle. (•) Vedi sopra pag. 39. ;•) Due originali S. Zaccaria. Perg. B. XXI: due copie de! sec. XV ibid.,

· Cart. B. II, Ca last. Ronco, T. I pag. i9-80 e T. II fol. 39-39'. '.4) Si tratla dei dirilli su due pezze rli terra, ehe Ugoloto teneva in

locazione da! monastero. riacquistati da S. Zaccaria per 150 iibbre. Vedi la Jocazione del 1195 die. 31 sopra a pag. 34. ·

(•) Due copie dPI sec. XV ;:._ Zaccaria. Cart. B. II, Catast, Ronco, T. I pag. 88-89 e T. II fol. 44-44' e lradu7joni italiane ihid., Carl .. B. IX, Ronco Proc., Proc. B e B II. (") Orig. S. Zaccaria. P•·rir. B. XXI e copia d••l s,•c. XV ibid., Cart. B. II, Calast. Ronco, T. I pag. 87-Sll. ·

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caria in Ronco in quegli anni era prete Guglielmo ('); ii quale con atto de! 28 agosto 1211 da una locazione ad Omnebono di Zenaro riguardante una pezza di terra in Ronco.

AUo stesso periodo deve essere assegnata la Iettera scritta dal medesimo prete Guglielmo alla badessa Calandria di S. Zaccaria (2) per inforrnarla su! risultatn della sua .missione per il monastero in Verona ed in Ronco ; un documento molto interessante, perche ci offre un quadro caratteristico della si­ tuazione di allora. Ci rincresce soltanto di non poter datare piü esa.ttamente m prezioso docurnento - di certo anteriore al 1220 - purtroppo mancante di indicazioni cronologiche ("). II prete Guglielmo comunica in questa lettera alla badessa di aver consegnato certe lettere del monastero e de! Doge di :V e.. nezia ai consoli dei mercanti e al podestä di Verona, ehe avrebbero promesso di agire secondo il contenuto deille lettere stesse, ma il podestä di Verona, occupato in una campagna rnilitare - non sappiamo purtroppo in quale - avrebbe detto di non peter far nulla prima de! ritorno. Anche l'intervento di Tebaldino e degli altrl arnici del monastero in Verona non avrebbe condotto ad alcun risultato, GOi avvenimenti militari avrebbero portato con se anche ritardi: nel pagamento dei füti di Ronco, perche la gente non era in grado di pagare. Infine espone, ehe sarebbero sorte diverse difficoltä anche nella que-

· stione delle locazioni. Tutto sommato la missione aveva avuto esito negative, come confessa anche Guglielmo stesso, ii qualle diceva candidamente ehe tutto era andato male forse « propter pecctüa mea ». La lettera offre molti particolart interessanü, ma per noi e importante in modo speciale la constatazione, ehe ii prete Guglielmo era latore anehe di una lettera dell Doge alle autoritä di Verona e ehe .Tebaldino di Bonifacio viene nominato come prime fra gli amici de! monastero a Verona.

_Ritornando agli atti della normale amministrazione dcl monastero in Ronco vediamo nel 1214 affacciarsi un problema particolare ehe sorgeva dal fatto ehe due fratelli, tali Walfar­ dino e Giaeobino, rfigli de! fu 1Marchesino di Rotofredo, vole­ vano vendere una pezza di terra da loro tenuta in locazione

(') Guglielmo era incaricalo per gli , affari dcl monastcro anche negli a ltri possess! di S. Zaccaria fuori dell'ambilo ristretto di Venezia. Vcdi App. I, doc. XIII, nota I. ·

;•) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI. Edito App. I, doc. XIII. (3) Sulla questione cronologica vedi I'esposizione per una datazione della

lettera nelJ'edizione citata nella nota antccedente.

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dal monastero. Secondo le clausole del contratto essi doveva­ no offrire prima della vendita i loro diritti al monastero per un eventuate acquisto, ma il prete Guglielmo come procuratore de! monastero non sapeva decidersi, se cornprare questi diritti o no, come risulta dalle discussioni del 1214 giugno 12 e 13 ('), alle quall partecipa come testimonio anche Tebaldino di Bonifacio, il noto Iaurore degli interessi del monastero. La faccenda fu portata dinanzi al podestä Peccorario di Verona, il quale il 15 giugno 1214 (2) decise, ehe tutti i locatari doves­ sero offrire i loro diritti al monastero prima della vendita. Cosi Tebaldino di Bonifacio, ehe aveva rappresentato il mo­ nastero nella causa, ottenne un netto successo. Interessante e il fatto, ehe questo problema fu deciso dalla ordinaria am­ ministrazione comunale di Verona, non da quella dei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziani, Iatto, ehe potrebbe indicare una certa riduzione della attivitä di questo organo dei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziani, ma potrebbe darsi - abbiamo pochi documenti di quel periodo :-- ehe la cosa Fosse stata trattata da essi prima di arrivare al podestä per la decisione definitiva. In ogni modo le due persone so­ prannominate, Walfardino e Giacobino, vendevano ii 3 di­ cembre 1214 (3) per 325 libbre i diritti sulla pezza di terra, ehe Il loro padre aveva avuto in locazione dal monastero ('), a S .. Zaccaria d'accordo con le Joro mogli, ehe approvano la ven­ dita con l'atto de! 4 dicembre 1214 ('). Di nuovo qui si nota la presenza di Tebaldino di Bonifacio come testimonio. La quietanza definitiva delta somma stipulata e del 26 gennaio 1215 ("). Nello stesso tempo vediamo ehe il monastero ripren, de altre due pezze di terra, date prima in locazione a due persone di Ronco per la somma di 334 libbre, come risulta dal documento de! 26 gennaio 1215 C).

(') Orig. S. Zaccaria, Perg. D. XXI e due copie del sec. XV ibid., Cart. B. II, Calast. Honco, T. I pag. 86-8i e T. II fol. 40.

'Z) Orig. S. Zaccaria, Perg. D. XXI; due copie del sec. XV ibid., Cart. B. II,· Calast. Ronco. T. I pag, f(i e T. II fol. 40' e traduzioni ilaliane ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B e B U.

(•) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI e due copie del sec. XV ibid., B. JI, Ca!ast. Ronco, T. I pag. 80-S'! e T. II fol. 41-41' e lraduzioni ilaliane ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B e B II.

t•) Vedi sopra ii documenlo de! 1195 die. 31 a pag. 34. :0) II documento e aggiuoto a quollo del 3 dicembre 1214 cilato nella

nota 3- · · · · x,, ibid C I (•) Orio. S. Zaccaria. Perg. B. XXI; due copre del sec. . J 1 ., ar . B. II," Cata~. Ronco. T. I paz. 94-% e lraduzioni il.ilianl' ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B e B II (con la data dellanno 12a5 !).

(') Orig. Zaccaria, Perg. ß. XXI; due copie d<>I sec. XV ibid., Cart. B.

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42.

Le streite relazioni di arnicizia e collaborazione esistenti tra .S. Zaccaria e ii veronese Tebaldino di Bonifacio appaiono anche dal fatto, ehe egli - certamente come una specie di prernio per i suoi servigi - nel Iebbraio 1215 (') ricevette dail monastero un prestito considerevole di 815 libbre e 41 denari, Conscio dei suoi meriti verso ii monastero, Tebaldino non credeva necessario di dover affrettare fa restituzione di questi denari, promessa per ia 29 giugno 1215. Passavano gli anni e finalmente il monastero dovette procedere contro di lui legal­ rnente per riavere la somma prestata. Anette questa causa ftni innanzi ai gludici per le cause fra Veronesi e Veneziani, i qua­ H, nelle persone <lei giudici ;Afediagonella, Pacino di Chiavica e Giacornino di Rogerio, decisero la lite I' 11 novernbre 11227 (2) con: ila condanna di Tebaldino di Bonifacio al pagamento di 200 libbre, resto della somma ricevuta in prestito. Questa senten­ za, alla quale segue I' 11 giugno 1228 C) la nomina di un procuratore da parte de~ monastero per l'esecuzione, e nello stesso momento I'ultimo documenta, ehe ci e stato tramandato riguardo l'attivitä di questo organo per le cause tra Veronesi e Veneziani. Tale constatazione forse non significa, ehe questo ufflcio sia venuto rneno poco dopo, anche perche nol lo tro­ viamo ancora nominate negl] Statuti veronesi del 1228 (·), ma di fatto intorno ad esso non ci sono conservatl altri documenti. f: probabile ehe I'ufflcio dei giudici per le cause tra Veronesi e Veneziant sia stato rimpiazzato dalle normali. procedure comunali. ·

Seguono anni e decenni di grandissima impcrtanza per · la storia veronese : la ste1la di Ezzelino brilla e svanisce, senza ehe noi possiamo dire gran ehe sui possedirnenti del mona­ stero di S. Zaccaria in Ronco in questo periodo. Un atto di donazione a S. Zaccaria de! 1° giugno 1245 C) e l'unico docu­ mento riguardante quei beni per tutto ii tempo di Ezzellino.

II, Calast. Ronco, T. I pag. 82-SG e T. II fol. 42-43' e traduzioni italiane ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B. Le pezze di tcrra erano state prima messe alJ'asta da parte de! comune di Verona (vedi gli atti de! 1215 gennaio 14-15-20 e 26), conservale insieme a,ll'atto di vcndila.

(l) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI. II documcnto datato sccondo lo stile vencziano porta ta data_ 1214 fcbbraio. .

(•) Edito neJl'App. I, doc. XIV. (•) Orig. S. Zaccaria, Perg. B. XXI; copia de! .sec. XV ibid., Cart.

B. II, Catast. Ronco, T. I pag. 90-91; copia de! sec. XVII ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. B fol. 118-119'.

, :•) Vedi B. CA1'lPAONOLA, Liber Juris CiDilis Urbis Veronae (Verona 1728) pag. 24.

(5) Copia de! sec. XV S. Zaccaria, Cart. B. II, Calast- Ronco, T. 1 Pllg, 91-9?.

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Qualche cosa di piu sappiamo nei prirni anni dopo la morte di Ezzelino da Romano (1259), quando la potenza degli Sea ligeri comincia a rafforzarsi sempre di piü. Questa volta ii monastero di S. Zaccaria non doveva tener fronte al comune di Verona o a quello di Ronco od ama famiglia comitale, ma al vicario de! vescovo di Verona, ii quale aveva decretato degli oneri sulla proprietä del monastero in Ronco, ehe al mona­ stero sembravano ingiustificati. Cost ii 22 maggio 1262 (') la badessa di S. Zaccaria nomina un procuratore per protestare contro queste rnisure e per fare appello, se necessario, al papa. Infatti, ii papa Urbano IV, con la lettera del 1° febbraio 1263 (2), incaricava l'abate di S. Giustina di Padova e l'arci­ prete del capitolo della Cattedrale di Padova di decidere su queste Iamentele de! monastero. I due lncaricari invitavano con una lettera - Ga quale Iu consegnata ii 5 aprile ·1263 (3) - ii vicario del vescovo di Verona a presentarsi dinanzi a foro nel termine di 20 giorni. In conseguenza di questo invito ii vicario si decise a nominare ii 21 aprile 1263 (4) un procuratore per rappresentarlo dinanzi ai due incaricati de! papa. Non ci sono conservati altri documenti, ma la lettera de! cardinale Simone det 13 luglio 1264 C), ii qua1e da l'incarico a Pietro Corner, primicerio di S. Marco di Venezia, di decidere sulle Iamentele del monastero di S. Zaccaria contro gli arcipreti delle congregazioni de! clero intrinseco ed estrinseco di Verona per esazioni illecite_ - lettera c_onsegnata a1 primicerio ii 22 luglio 1264 ("} - dirnostra ehe 11 rnonastero continua a difen­ dersi decisamente contro tutto quello ehe ritcneva abuso degli

· enti ecclesiastici veronesi. Dopo un periodo di tranquillltä, ehe dura per oltre un

seco1o e mezzo, a partire dalla seconda meta de! secolo XV si hanno nuovi process! e discussioni, ehe costringevano di nuovo ii monastero a cornbattere aspramente intorno ai suoi

(') Orig. ;;. Zacrnrin, Perg. II. X\! r Ulll' copie dr-l sec. XV ihid., Ca, L ß. II, Cat ast. n,,nco, T. I png. \J~-93 e T. II f,11. :i:;. .

(2) Lottcra nrigi1v,lr papale mn ncauto rli bolla S. Znr-cm-ia. Prra:. B. X\I: due, copic d.rl src. XV ih(rL, Car]. B. II, Catast. !lonco. T. I pag. \l3 c T. II r,,I. 3:i: copra de! sec, x, II ibi d., Carl. n. IX, Jlonco Proc., Proc. A fol. 23. Ed ito da F. COR"-L1t:s, Eerlesiue Fene!ne T. XI cit., pair. 3~1.

:3) Orig. S. Zaccaria, Pcrg , B, XXI. , (<) Copin notarite drl l~f.3 april» 2~ S. Z:u·c.iria, f>prg. B. X\I; copin ,H

sec. XV ibid., Cart. B. II. Catnsl. Ronco. T. I pag. 97; copia del sec. XVII illid., Carl. R. IX. Ronco Proc .. Proc. B r,,L 12n.1~1·.

("} Insrrilo nell'atlo del 12G4 luglio n (vcrli nola seguente:,. (6) Orig. S. Zaccaria, Per11. n. ·xxr; due copie drl Sl'C. XV ibid., C~rl.

B. n, Calasl. Ronco, T. I pag. 93.!).I e T. II fol. 3,,'; copia drl s,'c. XYII ibid., t:arl. ll. IX, Ronco Proc., Proc. ß fol. .1?2-12?'.

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diritti. Queste ricerche, tuttavia esorbitano da! compito, ehe ci siamo prefisso.

Abbiarno visto, nell'esame dello sviluppo della proprietä e dei diritti del monastero di S. Zaccaria di Venezia. in Ronco attraverso i secoli XI-Xlll, quali gravi difflcoltä trovava un ente eccllesiastico nel crearsi e mantenere dei possedimenti in

. territorio straniero in particolare di fronte a,11 'accrescersi delle autoritä locali e del comune dominante. Nel caso di S. Zac­ caria non mancava l'appoggio da parte delle · autoritä vene­ ziane politiche attraverso ['Jntervento del Doge e da parte di quelle ecolesiastiche, ma d'aHra parte stava ii fronte unico tra famiglia comitale, le autoritä ecclesiastiche di Verona, ii co­ mune di Verona ed ii comune di Ronco decisi ad impedire ogni inftltrazione veneziana, ehe avrebbe potuto avere una importanza politica, come rappresentava senza dubbio ii pos­ sesso dell'irnportante castello di Ronco. Ogni qualvolta, quan­ do il monastero, approfittando di periodi di debolezza della famiglia comitale, avanzava le sue pretese, doveva ritirarsi di fronte alla opposizione veronese, anche quando giuridica­

. mente !a sua posizione era mattaccabfle e sancita da sentenze dei giudici per le cause fra Veronesi e Veneziani, istituzione assai interessante, ehe abbiamo potuto studiare nella sua opera sotto i diversi aspetti. Cost alla fine ii monastero - ehe certa­ mente non aveva rnai pensato a sccpi milltari o politici nei suol tentativi di prendere in possesso ii castello di Ronco - doveva accontentarsi con I'assegnazione di una proprietä fondiaria senza diritt! ,giurisdizionali importanti, ma ehe assicurava una entrata annuale in favore de! monastero. Un pagina finora sconosciuta nella storia delle relazioni fra Verona e Venezia

. nel IMedioevo e stata aperta con questo studio, pagina, non priva d'interesse sotto molti aspetti, perche illustra diversi problemi complicati nelle relazioni Ira le due citfä in quei se­ coli cosi gloriosi per ,la vita comunale Haliana.

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_\PPENDICE I.

Uocmnenti rl

I.

Alberto (o p p ure Uberto ) da Ronco ftylw de] Ju coni e Uber­ to prv111,.ette di paqare ol monastero di :i. Zaccaria di Venezia u n. cc rl o fitto - 1()1:,.J sett. JJ.

I. Orig. Venezia, Arch. di Stat o, .1/a-ni Morie, S. Zacca- 1·i<1, l'ertj. B. X X (A). Co pia del sec. X V II ibid., Cart. JJ. LX, Ronco I'roc., Prue. B [ol, JV-11' (ll').

11. Copi« d el sec, X V ·il,irl .. C,Jl"t .. R. 11. Caioetico ,ii Ro11- co, T. 1 1mg. 24-2/j (C1

). Corrio: t!d 81'C. xv ibid., Cort. n. j I Ocaastico di /lonco T. I I fol. 18-18' (C2

). Copta del sec. X~'// .u«, Cart. B. IX, Hrmcv L'roe., r-«: B fol. 8-fJ' (JJ').

Come Lase ver l'nli,i,m,, nieue presa A. inteorat a ne,: p111n­ ti ilh-gg1/)1:/i da B'. 1110/tre n11-go110 notate tutt e le vari"anf.i della scco nd a. ve1-s1une del d ocu mcnt.o aitraoerso C' e c•.

S.N. (I) In .nomi ne <lu,rni,11i Dei ct e rn i. An n i ab i nca.r na., cione (2) dom i ni nost-r-i Iesu Christi m i.l lcsiauo octuagesimo ter­ cio rcgnante quarto Hei n rico Dei g rat.ia rege hie in lta.lia sel_)­ t imo u nrie .. cirno kalen dis octubris (3) ind.icione (4) septima (f>). ~lonasterio heat.issimi Sanct.i Zacha rie sito in finihus Venecia­ rum (6) at locus, ubi dic.t.u r Hivus Alt.us, ubi nunc preseuti tempore domina (7) Stephania (8), que ec_iallll (9). Ursiola. (lq) dicitur, aba,t1ssa (11) esse v1detur et ub1 multe 1-es a bon1s homin.:bus delegate sunt. Ego in Christi ,nomi,ne Albertus (12) de loco Runco (13) fili1us quondam überti oornitis, qui profossus sum ex nacione (14) rnea lP-g<' vivere .~alicha (15). nrescntilius prl"Sens dixi promitto et spondoo me e~o qui supra Albert.us (16) de su prad:cto ( I 7) loco ( 1-'l) Runco (19) una cum J1ere<lilms ac p_roh~redi-\ms, me\s seu prole (20) -perpetua e~ o_bligo me ~~ eos tihi .StRm C,and1ano (21) avocato (22) prro1c.i,1 onona.stern ad <landurn ad partr-m nrerli<'ti (23) mona!'.ter:i Sa.ncti Zacharie, i,d rst (2-t) iamdide Stephan:-e (2'>) ahatisse (26) et ad eius (27)

------ (.) ;o.:el!"App,,nuicc I sono p11ub\icati i uo1c11nwnti pii1 irnpnrl:inli riguar­

danli i hrni tl1 ~- Z;,rcnna, ehr non sono anrora f'd1li. CQmr cntrrio p,1r l'e· c.Ji,.ionc vierte sc,....lto 11 s1slrma d~lla puhbliccn:ione. Üf'l t()sto nrff"rlor.i dai dQC11· 11wnti Sf'nza rmrnd;imrnti. Se c·c un 0ns;rin:ilr, \·1rnP. preso it t,~sto tll'll'ori~inalr, ~rnza int.licare le Yarwnli rli rvrnt,,ali cl)pif'. Sr! vi sono conservati divcrsi or1!.!1tH1ll, vitnP preso l'ori.ain:ilc t:"hf' orrr~ 11 tr~lo rnii;diorc, ma vcng:ono rrg:i­ slrale anchc l11\tc le varianti. Se manca !'origin.ik c noi aJ,biamo ~oltanln rtC'lle r.opie. si prcnde crinw hase per l"erlizione ii 1,.s\o migliore indicando Je nrianli d,,11e altre copic piiJ impnrlan!i. Erron manif Psli d"1 n<ilaio lanlo n•'g\J ,)ri_!!rnali q11nnto n~llr cnpic w:-ngono intlir:ili con '.~).

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suocesorea (28) vel {29) parti congregaoionis (30). ipsius mona­ steri.i, iusta teetamentum, quod fecit domdnus (31) Milo (32) enarchio in supll'laiscrilpt,o, monaeter io, quod (33) V'OS habetis, ut omni tempore sic firmurn et stabile (34) permaneat, qualiter hie suhter -dooi,gn,avero, id est secundum idlaan quartaan (35) par­ tern (316,). diviaionem {37) rerum in .predicto monaster-io per su­ pradictwm testamentum derelictarum, quam detiners visus sum, ·~d oensum dandum in predicto monasterio Sanct~ Zachar.ie usqua In perpesuum ad predictaan dominam ,Stepharu.am {38) aba.tis­ sam (39) vel iSteni üandi,ano avocato (40) suo et congregaoio,

. ni (411) vel eorurn succesoribus (42) vel missis, ut ver unumquern; que annum debeaanus habere persolutum i,n missa, .Saincti. Mar­ tini< per me vel per meos he redes vel p rohe.rodes seu et (43) prole usqus :illl perpetuum aut per nostros misses ad predictum monaster-ium et eims congrregacionem (44) ,Sa,ncti Zacharie de f rurnento anodios (4!5) deeem et octo et star-ios novem (46) et d,e -v,ino modios ,(47) deoem et octo et starios ,novem (48) a.d bonam mensur,am modii, veronensi.s. Et insupe,r exinde (49) persolve­ re ,(50) debeamus pe•r si,n,g,ulos a,nn,os ad ipsum terminum de­ n,arios bono,s verone:n,se,s so,hdos (51) tre,s et denarios novem (52) quaüte,r ,pro tempore concureri,nt. E.t ipsum fictum dare et re,d_ dere d,ebeamus ,predictus Alhertu,s (53) aut su,:, heredes a,ut pro­ heredes seu ,(.54) et prole in p•e,rpetuum (55) aut n,ostri {56) missi ad p·artem supms9ripti monasteri'i et congregacionem (57) San­ cti Zaoharie .ti,bi iamdicte (58) Stepha,nie (59) Ursiole (60) a,ba_ ti,sse (61) et ve,stri,s suocesoribus (62) aut vestris miissis (63). Et ip,sum fictum dare e,t pevsolvere debe.amus (64), sicut supra le­ gi,tur, s1ne, omn,i, fraude (?,5) et malo dolo _vel (66) ·i'nge~io _i11 l,oco -et fundo Runco (67) lusta fl~men Atasis _(SS) pr?Pe ,11ps1us .ripam. Et si hoc, quod supra fogitu:r, non ,aidmp-le,yerllin~s (69), tune obligo me et moos hen:,edes .ac prohe,redes ,seu rprole 'l:n per­ petmum (70) componere (71') 1p,e,r unum que:mque annum. secun­ dum quod ,nos (72) subt,rax;erimus (73), pe,na (74) auri obtimi (75) libra.s de,oom (7•6), medietatem ka~are (77) domini (7~) regis et medietaiJem in ,p,redicto monasteno et ems cong1,egac1onem (79) . S.ancti Za,charie. E,t insup·er me obligo, si ,pre,dictum fictum no,n ad!inplever,imus (80), ego et mei heiredes ac proheredes seu et rprol,e in perpetuum (81), sicut supra legitur, su,stinere peJiam, que legi,tur i1n supradicto t,estame.nto, quod fecit Milo (82) mar­ chio, quod vos habetis. Qaidem et ad (83) hanc oonfi,rmandam ,p,mmi.ssionis ca.rtulam ,a,coepi ego qui supra Albertus (84) a te 1amdicto ,St,e,ni C'andi.aino avocato ;supraooripte dom~ne Stepha­ ni-e (85) Ursi,o]e, (86) ,abatisse (87) a pa.rte iamdfoti mon,aste1i,i et -ei,us corng-regacioni,s (88) exinde (89) launechilt ,(90) crosi­ .nam (91), unam, ut hec me.a ·promissio, ut supra legitur, in su­ ip,ra,scr.ipto mona,ster1io . ..et ei,us congr~gacioµie (92) fi,r:ma. p,emrp.a­ llleat atque pe11sistat incrnnvulsa oonst1pulac1one (93) subnixa s1,ne omni contraidiccione {9•4) hominurn, et ;pergamenam (95) cum atra_ mant,arioi {96) de te.rra (97) .J.evavit (98) me p.aginarn Ube,rtus notarius et tradiditam (99) scri:here rogatus, in qua hie su,bter oonfi,rmat testes (100) et eum, qui obtulit ad r:oborandum. Actum in civitate 'Ta.rvi,sii non longe ab eclesia (101) Sa,ncti Petri. In

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pr<>sencia (10-2) Li,t.aldi ducis ( 103) Ieliciter, Signum ma.nu (104) suprascriptus Albert us (105), qui hanc

ohligacionem (106) scribi (107) rogavit et supraeci-ipturn (108) launechilt acoepit, ut supra legitur.

Signum (109) manu ( +) Iteginpreto, Wezeli testes, Signum manu ( +) Dominicus, Badoarus, Odo testes. + Adaan iudex interfui. + Ego Pecili iudex hie testis sum. + Ego Ubertus notarius supradictus rog at.us, ut hec scri­

he rem, post t.rad itaru complevi.

1.l) .\la.11ca ,,, C1 c C1. - ~:.?) t:1 ~ ci_ int:J.r11alionc. - c3) In ,,t undccimo eorreuo µrobab1l11w111c dt1llt1 slessa mano d1 quatuord.-cimo. c1 ha nndecimo die cxcunlc mense st.·ph·111br1s co" und-cimo corrct_to di terciouecrmo. (.;2 ha decimo die cxeunle mcnsc septembrrs. - ;4j C1 indicnone. C• Inditione. - (ii) c• Vil•. - :6) c1 e c• Venetiaruru. - (7) C2 demure. - 18) C1 Stefania. - (9) c• etiam, ~ ;JO) c• e C' Lirsoiola._ - _(11\ C1 e c• abbuussa. - (12) c• e c• Lbertus. - (13) Vopo loco segue m l1 e C• qui dicitur; C• ha Honcho. - (14) c• e c• 1wl1011,•- - '.I[•) C_• sa lica. - (it)J 111 .-l .\lu,·rt11s corrr.lto rrc,bab1lmenle dalla ,1e.sa mano ä1 Ubertus, C1 e C.' lwn110 Lberlns. - (17) Jn c1 e c• ma11ca ,uvn•uido. - (lti) Jn C1 • C2 Mgne qui rlicilur. - (19) c1 e C• Boncho. - (20) c• e C2 pro laude ('). - 1~t) Jn ( 1 _ c C2 111a11ea Candiano. - :22) c2 ad· vocato. - (~3) 111 c1 e c• mn11ea preuicti. - (24) 111 c;, e C• m1111ea id est. ,­ (~,,i ("l e c• Ste/aJLic. - t2ti) c• c n ahhallssc. - (·!7) C• e c• earum, - (1~! ci c c• succ .. sso_rcs. (t!l) Jn C1, e C2 manea vel. ~ '.30) C1 e C • con· grc·iiat!UIIIS, - (:JI) (_,2 don_,pnus. - (3c) c•. "•llo. - (33) c• e C• quern. - (~4) c• e ("? slalulle; _'- (3aJ Jn A non legg,b,le, B1 ha una lacuna. Cl· e C• ha11110 q11arlarn. - _(3b) Jn A .. non _lcgri,blle, H1 ha u'.,a lacuna. C• ha parkm, parola eh•·. lll'tnca_ ,n C1. ----: ,J7)_ (;l ,_1_1\"ISSIOlll·lll. - (:kl) c• e c• Slefaniam. ,_ (:J!l) (,, (" al>bal,ssam. - ,-IU) ( 1 e <.• n,,:,,·at1. - Ill) c• e C• congrei;at,oni.­ (-tt) c1 c c2 suc:u·:--~11nh11!-. - (-1:-t) lll ( 1 .e (_l mu11ca rt. - '.44) C:1 e (;:l congrc­ gali,Jnt·m. - (4,1) ( 1 e C2 rnol11as. - (4h) ln A de<:1·m {wo non'm au rasura, prvbnb,lmc11te d'!_lla. str.s-<11 mano. C1 e C• hanno in luoyo di quesle parole la ci(ra X\ V. - (41) C1 e l2 modias. - (-1~) Jn A tli,c~111 [1110 no,cm su rasura, probabilmenlc dallu ,tessa mnno C1 e C2 hn11no 1n l11oga d1 qu,sle parole la ci[ra \\\-'. - (49) In __ C1 e C2 ma11ca ,•x,ndr. - (~U) C1 e C• solvere. - (,1) ('I e c2 soldos. ~ .a~)_ Jn .l lre8 /1110 110,cm "' rasura, probabilmente ualla slt'S-S/1 ma110. II' ha \Ill I'( ,lt·ni,J11,1s "''"'Ill. (."I e ('2 ha11no in luoyo di quesle parole q!l111que. - (;;3) C• e _ C• t.:hert1is, - :ri-i) ,!n C.:' e C• dopo S<'ll ,;ey11c et - (JJ) L2 ppl'lu1~11.1. - C~h) _C1 c C•_ ,111. - ,a7) C• congrega­ lionem c• congregntione. (~) 111 .4. t1b1 1amd1rtc non legg1bile, il kslo complc°1<1co da 1.11, _ <'he ha_ t,hi iamJicta:·- C1 e C2 hflnno libi pred1cla domina. _ (;,!)J c1 Slepharua, C• ,-,1dania. (60) C1 e c2 l'r,1ola. - (61) Cl e C• ab· bali.sa. - (ti!) c1 e C2 suc,:,.•ssor1b11s. - (ß.1) <'1 e <:• in 1110!70 di ve,slru; mis~1s hauno ad vestros missos. - ·:61) C• e C>_ d,•hd. - (1,;,; Ill ,I. fraude non legqi· bile ,l 1e,to vune cpmrlelalo da B1, C1, C2, ehe hrznno fraude. - ;G6) Jn C' ; cz man ca doto vel. -: (ti7) C• 11,mcho. - (lj,'ll c• Ates,•. - _ (69) C1 e c2 adinplc-ve.ro. - (70) 111 C1 e C2 1111111ca110 Ir. paro ~ da el mcos /ino perpc­ luum. - (71) C• e C2 conron~1·e. - (i~) C1 e C" _nu•. - (i3) C1 e C• subtr._1xrro. _ ci4) Jn .l non J~!IO',b1le; 1n !31 u11,~ lacuna. Cl e C2 hanno p~na. - }a) C_1 e c• optinll. - (1u) (.1 e C• X. - (17) t• e C1 chamcre. - (18) C2 dompm. _ (i9J c• congr<'galionrm, C2 co11gn·gal11,ne. - (80) C• e C2 pcrsol\'ero. - (81) In c1 e C• manca110 le parole ego ,,t /1no a pcrp..tuum. - (8i) C~ e C• M,llo. - ;83) Jn Cl e ,C• maurn ad. - :~4) C1 e C'' Lbcrtus. - (85) Cl SIP. phania, c• :,tdan1e. --: (ilti) C1 e C2 l!rsi,!la. - (Si)_ c1 e. C2 nbbalissa. -: (f!l!) c• e c• congr~gal10111s. - (89) C• r C2 prima d, eundc /,anno Sancl1 zacharir. - (()(\) - c1 e C2 -la1n,'ch1lt. --: (!)I)_ C• e c•. cros~inam. - (9'2) _ C1 e c;2 cong1·Pgatio1l<'. - '.93) C1 e C• const1p11lal10nr. - ,91) C1 e C• contratl1t1one. _ (Ki) C• e C• bngamrna. - (%) C• allramrnta1_-,o. --: (~7) _c:1 lera. - (AA)_ C1

e c• /eoaoi. - (9\l) C' e C• trnd,tam. - (lllll) C1 e (.2 trsl1bus. - (101) C1 e c• in lU:Ogo di non longc ab _eclrsia h11nuo rn domo rp1sc,1pi. - ;1021 c1 _e _c• prescntia. - :11\3) C• e C•_ ,n luoao _ d,. l.1tald1 _,111c1s ha11110 _qua_rt1 H_r.,m 1C1 r~g,~. - (101) (:I e ,c• m,rn,bu,. - (Illa) t I " ( ' I l,.•,-111s, - (I•~,) t l C ( 2 ouli·

- 43---,,

48

gutioncru. (llli) c1 e U Iieri. - /lOS) c1 e P suprnscrrptu. - (1091 Ir, Cl e C.:2 la /in~ det documcnto i,u w,a forma assolulamerit~ dwersa da .-1.:

Signum ruanibus Allam, Isnardus cl Adalus iudices et testes. ~,gnum urauibus Iohann--s da Vidore, L bertus, Rusticullus testes. Ego Lbertus uotarius rug.dus, qui haue obligauonem scrrpsi et post Ira-

ditam cumptcvi. Ego Hi-uricu» ül'i gralia rr-x suuscrip si. Adum iuur-x inlurIui suhscrip sr. Ego ltc-adalu s iutl"x i11lr:rf11i suu-cripsi. Egu Isuuruus iud.-x subscrip si.

II.

Sauro, Conte di S, lionijuciu, promette di pctgare al mo­ nasiero di S. Zaccaria. di Venezia il fit to per le sue t erre in Huncu, ehe f uruno de] cont e Bonifacio, - 1173 giuyno 2U.

Culiu del sec, XV, Vf'.11.r.zia, Arcluoin di Stato, ,llani .I/or­ te, S. Zaccaria, Cart. B. 11, Uatastico di Ronco, 1'. I pag. SS (C').

Copia dei sec. XV il,id., Cart. B. II, Catastico di Ronco, 1'. 11 Jul. 21' (C2

).

Come base per l'ediziu11e 1:e11gono prese C1 c c•. Die mercu.rii, qu] fuit Xl Ius kalcndas iuli i. In civitate

Verona in domo Wihe rt.i n i de Carcere Verone notestaris, In presenoia Marini Michaelia, Iohannis de Ando, Alberti Surdi Rodulfi de Nogarolio, Rodu lfi de Gusilcngo et Venturello (1)' Zenonis Zufcti, Landi, Viviani et Iacobini notariorum et alio~ .rum m~ltorum. Ib-ique coram supriascripto Wihertino de Ca.r­ cere Verone potestate et Bonozenone de Lamberto atque Wi<lone Rubeo illius Wihertini assessori-uus .Saums oomes Sanoti Boni­ facii ad sancta Dei evangelia iuravit solvere totum fictum il-­ lius porcionis terre, quam ipse hahet in Roncho, que fuit con­ da:m comi.tis Bonifacii, semper omni anno in festo Sancti Mar­ tini, secundum quod ceperit, sine mnni fraude rnisso vel rnis­ sis monasterii (2) Sancti Zacharie ve] ad tc1,minum vel ter­ minos, quos hahuerit a misso ve] a missis illius monasterii. Et hoc sacramentum f~it coram .saoerdote Iohanne, qui ibi erat ['ro suprascrip_to monasterio. Anno a nativitate domini nostri Iesu Christ? M° C0LXXIIJo (3) supra&ripto die indictione VI.

Ego, Conrndus notarius palatmus intcrfui et rogatus scri­ psi.

(I) c1 y,,11!11relv. - ;?) Jn C2 111u11ca mouaskrii. - :31 Cl millesimo CLXXIII.

III.

ll yiudi1·e leo11arilo, Tel,a/dino di- Hnrico di Specia e Balduinello di Buza, eletti per le cause tra Veronesi e Vene­ ziani:, JirFsfano it giuramento. - 1193 sett. 17.

Copin dd 11!'1/i mar,o Ven.Pzia, Arch. di Stato, Mani iJlor­ te, S. Zaccaria, Perg. B. XXI (1).

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49

Prima viene copiato il testo dell'accordo tra Guglielmo da Ossa, podesta di Verona, e Enrico Dandolo, doge di Venezia (2), fiuo a iussimus comrpuni ri. Dopo quest a segue:

Et viros bone opinionis cives nostros, scilicet dominum Loonardum iurisperitum et dominurn Tebaldiuum Henrici de Specia et dominum Balduinellum de Buca, electos a rnagistro Dominico Clugens, canonico nuncio domini ducis Venecia ad causas inter Veronenses et Venet.icos diffiniendas , fecimus iura­ re in presencia predicti d. nunoii domini ducis, ut ordinem istum observet ( !) de hinc ad proxisnum festum Sancte Marie mensis augusti, et secundum quod in capitulari supra, quod iuraverunt, continetur. Actum est hoc in Verona in domo Fol­ co.li.ni Osbergeri i, quam dominus W. (3) Verone potestas tene­ bat. In presencia Oorrodi.n] de Manasse consu lis negociatorum, · Lacobini, Riprandi notariorum, Coradin] de Oliverio Veritatis et aliorum. Die veneris XIII! exeunte septembr is a~no a na­ t.ivita.ta domini M.OXCIII indictione XI.

Cap itulare. luro, quod bona fide sbud iosus ero ad audien­ da. ornn ia placita. que ante me venerint inter Veronenses et

· Ven-etioos. Et de omni placito, uncle legem dixero, dicarn se­ cundum ordinem et pact,um inventum per dominum H. (4) Dandulum ducem Venecie et dooninum W. (5) de Osa potesta­ tem Ve,rone. Et ubi ordo ii.He· vel pactum mihi, defooeri.t, dicam. secundwm usu,m, si ·usum siero ( !). Et uhi usus ,m;h~ de.fece,rit, dwarn secundum mewm consciemciwm. Et nuHam personam iinde

. iuvabo nee nooobo in fra.ude et per fraudem nullu:m placi,tu:m ,dilatabo. Nullum quogue servidum i:nde toUa.m n,oo faoi.aim tolli, ,ex:.oepto wporto, si m1chi missum fuerit ve,l datum, a quirnque soliidi.s et infra. Et si scier10, quod aliquis per me aliter servi­ ciimm tulerit, faciam irllud ireddi,, . si _potero, si,ne fraude. Quod si dO!Ill[nus dux Vemecie et dominus W. (6) '.l)o,testas Verone s.eu dux et potestas vel consules, qui per tempor,a e,runt, aliquid de ordine vel pacto muta1·e volu,erint, ego, sooundum qtiod ab eis statutum f.u.erit .. iudioabo. E-t 011:nnibus, qui de ,a,Jiquo duxerint conquerendum, si p:reoeptum voluerirnt, daho ;preoeptum viatori, ut ei preci1piat, de quo fuerit querela perlata. Et post senten­ ci.rum datam preoipiaJll viatori.bus, ut iintromi,ttant de bonis oorum, qui iudioati erunt, ad .solve.ndum i:!lius, cui iudicati erunt. Et si- mihi dixeri.nt, quod rebellem ,i,nvernerint, dicam (7) potestati vel consu libus Verone. In hi,s Ollilniibus ero studiosus, excepto .in iudicando honünre de membro 1),erdendo ve.l frusta,ndo · aut buLando. Hcec omnia adtendaim ·bona fid.e si,n,e~ foaude de hinc ad kalendas ianururii proximas et inde i!Il antea ad ¥oJ.untatem dOIIl1ini duci,s Vemooie.

(I) lnoltre esislono due traduzioni in ltaliano ibid., Cart. B. lX, Ronca Proc. Proc. B e B TI. - :2) £dito da Carlo Cipolla. Note di Storia Veronese Ylll, Tratt~ti commerciali e politici del sec. XTI inediti o imperfettamente not1, N. Arch. Ve11 .. Tom. XV (l'ene:ia 1898), 316-318, dove questo accordo port~ _la data del 119.1 nit. 4. - (3) = \Vilielmus. - (4) = H<:'nri.cum. - '.5) =. WJJ1elm11m. - ;6) = \Vili~hnu~. - (7) La copia ha dicant, ii senso •ichiede dtcam.

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50

Hoc exerip lum sumpt.um per mauum Pascalis Mauro sub­ diaconi ecclesie beati Marci percurrente anno domini MC no­ nagesimo sex to mense «uarcn indictione quartadecima, Rivoalto.

IV.

I l yiudice Leonardo col coneenso del suo collega Balduinel­ lo, eletti per le cause tra Veronesi e V eneziani, condanna Zor­ J,w1110 ju Gimrduu: di Grasso da Ilonco al p,zgamento di 6 1/2 moggia di f rumen to e di 89 solidi al monastero di S. Zaccaria di ~ rnezta, - 119~ die. 1. • Urig. Vent-zir,, Arch. di Statu, ,Uani .llorte, S. Zaccaria, f',,rv. B. XXX.Vill.

Copia del sec. X V ibid., Cart. B. I I, Catastiea di Ronco, T I pag. .u.ss.

Copia. del sec. X.V ibid., Cart. B. II, Catastico di Ronco, 'l'. 11 Jul. 12'. . .

Co11ia dd .~ec. XVII itnd., Cart. n. IX, Ronco />roe., l'ru,•. H. fol. 2/.

r:ome base per l'edizione uiene nreso l'oriqinale.

S.N'. Die iovis prirnQ intrante dcce,mhre. In domo, qurum dominus Wilielmus Verone potestas per cornu ne tenebat, ubi p lacit a ficbant. In present.ia Girardi vi ato r is Verone. Canpe­ !lre et Cene de Canova. lbique domirius Leonardus iudex ele­ et us ad rat.ionem faciendam inter Veronenses et Venecianos presente et consent.iente domino Baldunello simi.li ter electo ad rat ionem faciendam inter Veronenses et Venecianos dixit: Per -illas rat.iones, quas visas et aud itas habemus, condemp•namus dominum ~ordaninum filium quondam domini Girardini de Grasso de Runcho domino -presbitero Johanni pro domina ab­ batissa Sancti, Cacharie <le ,Veneciis in sex modiis et dimidio frumenLi a.cl modium veronen!Wm et in triginta et novem solidos denariorum veronensium. Actum est suprascri,pto loco. Anno a nativitate domini millesimo centes:rno nonagesimo qua.rto in­ dictione duodecima.

,S.N. Ego Ardit.io domini inperatori.s Fre-der.:ci notarius ro.~at11s interfui et scripsi.

V.

ll giu,lice leo,uirdo, Tebaldi110 di Bo11ifario e Brild1tintllo ,Ji Buza, efrtti 71P;r le cause. tra Vero11P;si e Venfziani, condanna.- 1rn In rrin.fe.,.0,1 .llabilia alla 71erditrz dei s1toi diritti ml caste.llo e .ml/a curia di Ronco in /rivore rlel mowistero di S. Zaccaria di Vn1nin. - 1195 marzQ 8.

Orir,. Ve11ezin. Arch. r/1 Stato, Jlnni .llorte, S. Zarcaria, l'ff!J. JJ. XXXVIII.

Copi,i del sec. XV iT,irl., Cart. B. ll. Carastiro di Ronco, T. I pag. WH.

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51

Copia del sec. XV ibid., Cart. B. 11, Cataetico di Ronco, . 1'. 11 fol. 25'-26. 1., ,,

Copia. del sec. X,VIJ. ibid., Cart. JJ. IX, Ronco Proc., Proc. B. fol. 32-33'.

· Come base per l'edizione uiene preso I'oriqinale.

S.N. In Christi nomine. Anno ab eius nativitate mi llesimo centeeimo nonogeaimo quinto indictione terciadecioia die mer­ cur.ii octavo intrante mense marcii, In eivitate Verone in ec­ clesia 1Sancte Marie Antique. In presentia domini Benedicti Fa­ letri ecelesie ,Sancti Maroi, de V•eineciis peimicerii, magisöri Do­ minici. Clugensis canonici, domini Oonraqii:ii ~e Ylasio, domi­ ni, Guif redirri de Runco, Johannis de iSp ici.arris, Castellani de Soavo, Iaeobini d~ ma~rstro Bonifacio, 'Yiviani de Porta. S~~­ cbi Ei.rmi , N icola.i de .ttunco, Bonifacin], de Botono causidici, Alberti ,Suvdi, Bonifacini Malerbe, Manfredini, de Garxendo­ n io Sola~ani de W arnerio Bruno, Isnar dimi notar ii, Johannis de 'Plumatio, Stevani de Benfato Musio, Gi rarddni de Granel­ lo Na.imer ini. Br iani eius frabris, Br-iarri de Otone Plegasel la, Ugonis de Wi,done, Davidis d!3 Gatone, Ronool in i de Durisana, Berbrami de Braga, Rainaldi ·de Runco et aliorum plurium. Ibique cor am domino Leonardo _iudtce ,et _To~a}dino .de. Boni­ facio et Ba1dumollo Bu~e constituti<s ad 1ust101am :faic1endam inter Veronense,s et Yeneti,anos de lite, que vertebatur inter dominum presbiterum Iohannem ioonomum si:ndicum et actorem seu procurato1·em domine Gaxote Dei gratia abbatisse monaste­ rii Sancti Qacharie de Venetiis ex una parte nee non et inter dominam Mabiliam commitissam filiam quondam comitis Bo­ nifacii, de Verona ex altera,' in qua lite predictus presbit,er Iohannes pro _suprascr~1rto mona_s1:-erio Sancti Qacll~rie dioe­ bat quod pred1c~a com1t1ssa ~abiha ~abebat 1:t habu1t terram in Ronco a pred1cto monasteno Sanct1 Qac-har1e, de qua dabat et dare tenebatur irumdicto monasterio INIII staria et terciam p.artem unius starii de, :frumento et VII solidos et IIII0r de­ narios veronenses omni anno in festo 1Sancti Martini,, tali pacto quod, si ipsa o~itiss~ Mabilia omi:ii ~nno nop. solver,et ,supra: scriptum fictum 1amd1cto monasteno 1,n pred1cto :festo Sa.nct1 Martini, quo_d debebat ~mmitte!e tot.am. suam part.em castri Ronci ,et curie cum ommbus sm,s. rat1ombus et pertmentiis et omnes eius . rationes, secundum quad Milo marchio in suo te­ stamento ordi:navit, di~bat quoque idem presbi,te,r Iohannes, ideo. quia prodicta, comLtissa Mabiha totu~ fict)J.m, sicut debe­ bat non ,attenderat, secundum quod super1us dictum est, quod ips~ ammiserat omnem suam rationern, quam habebat in castro et curia Ronai. ert ,1n omn~hus suis pertinentii,s, hirs et a,li:is plu­ ribus rationibus et allegationi,bus dicti'S et · a.lleigatis pr,edictus d01111inus Tobaldinus de Bonifacio, domino Leonardo et Baldu,ic neUo presentibus et consentientfüus, talem inde sentenci.am de­ dit sic dioons: Per i,llas rationos, quas visas et auditas habe­ mus, et per instrumenta et testamentrnm marchioni,s Milonis, et qui.a mi,simus nuncimn nostrum pro ea comit~ssa M,a,hi,lia, u~ deheret esse h,eri a.nt,e, nos, et non venit nee ahus pro ea, qul

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52

earn defenderet, et per sacramentum, quod predietus presbiter Johannes fecit, qui dixit per suum sacramentum. quod insa co­ mitissa Mabilia nee ,alius pro ea predietum totum fictum sol­ v~r::tt supraecr ipto monastor-io Sancti Qacharie y(!l eius n1.1;n?1ö, ddcimus et dudicaenus ipsaan comrmtassaan Mabil iaan amrmsissa totam suam partem et rabionem, qua.m habet et habuit in ea­ stro et curia Rone]. cum omnibus suis pertinenti is, et quod pre­ dicta eius para et omnes eius rationes sint predictd, anonasteri'i Sancti Qoohruri,e -de Venecia et 11n eo venira debeant,

H. N. E,go Robertus saeri palaoif notardus .item postea a F. (1) irnperators, investitus rogatus huic sentencie interfui et scr ipsi .

. (1) = Frederico.

VI.

. Alberto Sordo ed altri membri della famigli~. comitale e ra.p presenton.ti del com.u.ne di Ronco promettono ai rappresen­ ta,,ti del numastero di S. Zaccaria di Venezia '.di oseeroare l'ac- · cordo inserito sulla permuta. territoriale in Ronco. Il prete Gio­ vanni, procuratore di S. Zaccaria, e l'ietro Mickiel, avvocato del monastero, /anno la stes.•;a, promessa. - 1W5 niaggio 15 e 16.

Urig. Venezia, Arch. di ,Ytato, 1lfani Morte, S. Zaccaria, l'erg. B. XX (A').

Orig. tbid. (A2).

Uopia del. sec. XV ibid.," Cart. B. II, Catastieo di Ronco 1'. I pa.g. 41-48 (1).

Come base pe7: l'edi~ione viene presa A'. Inolt1·e vengono notate tutte le va1-ia,nti di .A•. Qualcke /rase ju gia edita da G. B. BUJ;JJ;Coltimi, JY otizie stm-iche deUe cliiese di Verona, L. V, 1 (Verona 1761) pag. 187 nota.

,S.N. In Christi nomine. Anno ab· eius nativitate imillesiimo c~mtesimo :nonoge.siuno quinto indictione terciadecima die lune quintodecimo intrante mense IIlladii. In civitate Verone in do­ mo Widoni,s de Falsurgo, qua,m potestas Verone tenebat. In presentia dOllllini ,Benedicti Faletri: ecclesfo -Sancti Marci de Ve­ n~ci!,s prfa~1icerii,_ mag~s~r,i Domintoi Clug~n;Si,s car:ionici>- _d(?­ nun,1, Petn Qean1 co,m1;tl,s Arbens1s, domm1 OtavLani "lUlll'I­ ni, domini Iacobi 1Sesinoli, Petri Qeni, Marini Iacobi, lohan­ nis Longi·, Thomai ·FaJ.etri, Petri Agai de Vene,ciis, Oonradini de Ylasio, Iohamnis de l:3pici,anis, Iacobini de Ripeclara. domini. Leonardi, cwu,sidici. e,t rverone consulum (2} iu.sticie, Viviani,, Iacobi,n,ir de magistro Bonifacio causi:dici, Iacobini Ca.Quelle, Vi­ vi'ani de 1Sancto Rustioo notarii-, Cbnradini de Manases, Crexen­ tini ·Orexentionum, Tobaldi:n.i, de Bonifacio, Baldufo,elli Bu(le, Fini ma.ssari.i oomuni,s v~rone, Pelliparii, T'rintinelli de Marire­ scoto, Be,rtrami:ni de PreQooco T,arduci (3), Ugolini de Cupa, Ugolini (4), Gandulfi.nil de oiavega, Bonaventure de Vivaldo, ·

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Mileti de Ribaldo Brixiano, Boniacursis de Car90ri.bus (5), lohannis Athelardi et aliorum plurium. Ibique coram domino Uber-to Viceoomirte Placentino (6) potestate Verone .oom,i.inus All>ertus Surdus pro se et pro fi liis quondam oomibis (7) •ß:auri, videlicet Bonifacio et Wi nelmo, quorum tutor erat, et dorni­ nus Er<;olinus pro se, Brianus frater Paniscampi, Bonsegno­ rus de Poneello N aimerinus de Uberto Ro-dulfi, Dalismanus de Bonivartis, iacobinus de Liacario, Runcolinus Durisane, Bonifacius Pacus, Iohannes de Plumacio, Girardus cum Gau­ da, Albericus Surdus, Sohinippue, Bonifacinus Malerba, Man­ fredinus de Garxendonio, Feder icus filius quondam domini Gi­ rardinri, ·Tonseratus, dominus Brianus, Ugulotus (8), Odoli nus Baldu9i, Vilanus de Alberico et (9) Manfrediuus Gastaldioee (10) Widotue de Albertono, Bellonus omnes de Runco et Bocoasius (H) de lohanne Rubeo, Markesinus Rotofredi. Petrus de Penta (12), dominus Wifredin.u.s causidicus canonicus ecclesi.e Runei et Bonusacursi,us potestas Runci .PTO s,e et communi (13) Runci in pena duarrnm milium Iibrarum veronensis monete pe.r stimulat.io­ nem promiserunt domino presbitero Ioha:nn.i. yconomo et sin­ dico procuratori et actori domine Gaxote abbatisse monasterti ecclesie .Sancti Qacharie de Veneciis et collegii eiusdem loci et domino Petro Michaeli advocat,ori 'Predicti mona.sterii vice et . nomine dicte domi,ne Caxote abbatisse et collegii eiusdean loci ohserv&re et attendere et terram in Runco dare ad proprium monasterio <Bancti Qacharie (14) de Veneoiis cum omni! hono,re et ratione et iure cum pascui,s silvi.s et 'Piscationihus sooun­ dum quod unus ex dominis illius terre habet et habue~it suas terras, .se,cundum quod continetur in cartula facta per manum mei Roberti notarii. Et si ita non attenderint, quod eis emen­ da;bunt nomine pene (15) duo milia (16) lihrarum dena,riorum veronensium. Pena vero solut,a in 'Pacto stare debent. In qua cartula predicta scripta per manum Roberti notarii sic con- tinetur:

In nomine patris et filii et spiritus sancti amen. Talis est corncordiia inter homines ,de Runco, qui ha.bent terraim in Run­ co (17) :beati Qacharie, et ahbatissam (18) et eius sorores, scili­ cet q,uod abbatissa monasterii Sancti Qaohari.e. et sue sorore.1:1 debent dare ad proprium illud toturn, quod habet mona,sterium S.ancti, Qacharire (19) in Runco et in eius curia et :pe·rtinentia vel quod per illud rmonaisterium ibi tenetur, e,xcepto eo, q,uod pr,e­ dictum monasterium habet ibi per ermptionerrn, quam fooit domi­ ria abbatissa -a domino Manfredino de Orasso vel ab aliis. Et versa vice homines de Runco debent dare tantam terra,m in Runco et eius curia seu pertinentia dicta rmonasterio Sancti Qacharie ad· proprium, unde monasterium predictum possit ha,bere et habeat ,nonaginta modios et mina.Jia duo boni et Iialis frumenti ad rmodiurm veronensem presentis temporis. · Et · hoc taliter p.rospiciendum est, quia terra, que dabitur rnonasterio, -talis et tanta esse <lebet in exsti,matione (20) bonorum hOIIIlirnurm, oui iurabunt ex.stimare terram bona fide sine fraude et malo dolo et ingenio remoto odio et amOTe, que posset (21) looari arhi­ trio :predictol'um ex.stimatoJ\um centum et LXXX modiis et <limi-

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dio frumenti. Et que terra Iocahitur perpetuo illis, qui fuerint habitatores in Runoo et qui a.lligabunt se soluturos per se et suos heredes ex i1psis dexendentes liberos non servos singulis annis in festo Sancti Bartholome; mensis augusti in perpetuum in Runco, ,wbi :pla,cuerit nunciis monasterii S.aneti Qacharie (2:2), nonaginta modios fr umenti et minaha duo ad medium vero­ nensem presentis temporis bonum et Iiale ; debet esse humen- · tum et (23) in curia Runci ortum. Et promittent conductores, quod non «iabunt ius suuan ecclesie neque alieui loco religioso nee mi liti nee servo nee alie . cuilibet persons, que non sit idonea ad fictum persolveridurn Et si vendere voluerint, p rinnum nun­ ciare debent nuncio dornin., ahbatisse predicti monasterii in Runco. Et si ipsa abbatissa ernere voluerit, ei debet dare pro decirna parte p recii minus. quam ab alia persona habere po­ tuerit, minus XII denariorum veronensium pro uno quoque Campo. Et si emere noluerit infra tres menses, postquam ei nuneiatum ifuerit, dent. i,us suum cui voluerint suprascriptis e-xceptis, secundum quod superius dictum est. Et si idonee per- · sone deheret fieri datio, ille, qui dare voluerit., refutabit prius ius ,surnrn in manu nuncii suprascrip.ti monasterii et ille, cui fiet datio, recipiet investituram ab ipso nuncio monasterii datis XII denariis veronensibus pro investitura ,pro campo. Et con­ venient co.nductores, si contra fieret et predicta non observa­ rentur, quod debeant amittere ius suwm ita, ut libere pertineat ,ad monasteri.um cum omni hono:re. Emptio et datio dehet fieri hinc ad kale,ndas ianuarii. Et in festo ,Sancti Martini proximo venturo debet solvi p-redictum fictum nonaginta modiorum et duorum minalium frumenti. Datio autem a pa.rte monasterii Baincti Qaoharie (24) eius, quod ha.bet monasterium in Runco ut suprascriptum est, <lebet fi-eri ad proprium illis personis: quas dioet dominus Ubertus potestas Verone vel quas dioent (25) ,d<lll1li,nus Leonardus, Tobaldinus de Bonifacio et Bal.duineUus Bu<;e. Et datio debet fieri sane et_pure intervenientilbus his, que fuer.int idonea ( !) in utraque dat10ne.

Et versa vice dictus presbiter Iohannes ycononrns et sin­ dicus et· procurator domine Caxote abbatisse monasterii Sancti Qacharie (26) et oolle.gii -eiwsdem mo,nasterii et domi,nus Petrus Michael a,dvocator dicti monasterii pro ,oodem monasterio et collegio eiusdem (27) monasteri,i per süp.ulacionem ipromisere su­ pra.scripto Alberto :Surdo sua vice et vice filiorum comitis Sauri · et omnibus predictis hominibus de Runco, qui sibi ~rorniserant, et dicto Bonoaoursiio potest.ati Runci sua vice et vice comunis Runci et singulorum hominum, ·qui habent terra;m in Runco, in pena. duarwm millium· (28) Iibrarum dena.riorum ve1'1Qnensium, quod facient dorninam Caxotam abbatissam et collegium supra­ ,sor,ipti mona,sterii et OIIIln,es necessarias rpersonas,. que eru,nt uti­ les, attendere et dare terram Runci ad proprmm. secundum quod iidoneum fuerit, sa,ne et pure omnibus iUis p.ersonis .. quibus dominus Ubertus potestas Verone et dominus Leonardus et Te­ baldinus et .Ba.lduinellus preoererint secundum quod contine­ tur in cartula scripta per manum R~berti notarii, ut superius legitur. et si ita ,non att-enderint, quod eis em<'ndabunt duas mil-

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55 Iia Iibrarum dena riorurn verouenaium. Pena vero soluta, in pa­ cto stare debent,

Item postea die ma rt is XVI intrante madio, Iuxsta eocle-· si am Sancte Mai:ie in Runco. In p resent ia domini Petri Qea.­ ni (29), domini Otaviani, domini, Wifredini, domini ALberti Surdi et domini Bria.ni et al ior um. Ibique dominus Zordaninus de Runco per stipulacionem promisit domino presbitero Iohan­ n i et domino Petro advooatori sup raecript] mon aste ri] ita eis attendere et observare, ut dominus Albertus Surdus pro se eis promiser at. Et ipsi versa vice i~a ei Qordanino attendere pro­ rmsere (30), ut prormserant domino Alberto Surdo, sub predicta pena II mi llium librarum,

S.N. Ego Iiobe rtus saeri pa lacii notarius it-€1m postea a F. (31) impcratore investitus predictis interfui et rogatus scripsi.

(I) foolrre e.<islono due traduzioni in ila/iano ibid., Cart. B. IX, Ronco Proe., !'roe. H e l:J II - 1~) A• sulum '.!). - (3) A• Tardur.ii. - (4) In A• man­ ca Lgolini. - (;,) .42 Carceribus. - :6) Manr.a ,n A•. - (7) A• commilis. ,_ (8) A• t.gototus. - (U) .Hanca in .4 1• - llfl) .Uanra in A•. - (11) A• Buccasius. - '.I~) ,\2 Punta. - /13) A2 comuni. - (14) A2 Zacharie. - ;15) Manca in A•. - (Ifi) .4 • duas rn i lfia . - (17) In A I manca in Runco. - (18) A• abbatissa, - (I~) A• Zacha rie. ~ (~0) A• extimalione. - '.21) A• possit. - (22) A• Za­ charie. - (23) \lri_nl'a in A•. - '.24) ,\2 Zacharie. - (25) .1• dical. -- (26) A• ZJcharie. - (27) .\2 e1usdem _due volte. -- (28) A• milium. - ;29) A• Zeani. - (3fl) Jn A• ser,11e ul prom,sere. - (31) = Frederico.

VII.

Albtrtu ,',urdo ed altri membri delta famigl-ia comitale e r11 /J/Jrt:.8e11/r111ti del comune di Honco cedono a Casota, badessa del nw,wstero di S. Za.-ccaria. rli Venezia, 840 campi in. Ronco.

I 195 die. 2, .'J, 5, 9, 12, 22. Cop-in del sec. XV Venezia, Arch. di Stnfo, il/an,i Jforte,

S. Zaccar1~1, Cart. B. I l, Catastico di Ronco T. I. pag. 43-48 (I).

In Christi nornine. Anno ab eius nativitate rni!lesimo cen­ tesimo nonagesiano quinto indictione Xlll die sabbati secundo intrante mensi.s deoemhris. In civit.ate Verone in palatio oomuni. In presentia d?Jlli~i Ben~d.ic_ti Fal~tri. ecclesie Sa!1~ti Mar<?i primicerii, rnag1stn Dom1mc1 Clug1ens1 ( !) ca.nomc1, presb1- teri Johannis ecdesie rnonasterii Sancti Za.charie de 1Venetiis, domini Petr~ Michaelis advocatoris suprascripti mon86Wrii, domini Petri Faletri de Ve-netiis. dornini Conradini de Ilasio, Iacobi.ni de Ri-paclara. Johannis _de Spiciai:iis iudicum et V:e-ro­ ne consulum, domini .Rartholom{'I de P.alatio consuhs n~goo1ato­ rum Verone, domini \Vaschi <le Ilasio, Ganbarini de .Botolono, Bonifacini de Roncho causidicol"um, Viviani. Roberti, Baste no­ tariorum et Davitheli viatoris Verone et aliorum multorum. Ibi­ que coram domino Uberw Vioecomite Placentino Verone potesta­ w ~t Bal<luinel!o Bu1,e et Tebaldino de Bonifacio ad rationem fa_ ciendam int~r Veronenscs et Venetianos constitutis dominus Al-

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bertus Surdus p ro se et eomit] Bonifacio filio quondam comit is ,Sauri, cuius tutor erat, tutorio nomine, Zordaninus filius quon­ dam domini Giranlini <le Grasso, Erzol iuus eius Irater, Federi, cus pro se et Tomasino fratre filii iamdicti Girardini, Bonifa<:i­ nus .M.alerba pro se et Grasseto suo fratre, qui Feder icus iurud i­ ctus -dixit ee ma.iorem XVIII annorurn esse et lege Longobardo­ rum vive-re per auctori tatem domiu i Ubert i potesiatis Verone - ed altre persone, Im. i (fuali presbiter Aichardus et map;ister Iohannes et dominus Wif red inus canon iet eeclesie .Sancte Marie de Honcho pro ipsa ecolesia, e Bonaou rsus de lfostacio 'J)otesta.s Runchi pro comuni Ronchi ed altre perBOTI,{:, d,i Ronco - unus quisqus omn is predictorum in manu domine Caxote abbatisss monasterii Ba.ncti Zacharia de Venetiis vice et nomins predict.i monasterii pr~ntilms _euis sororibus eiusdem monaster i] mo; nachabus, vi.del iee t riom ina Emerent iana, dom i na Ce lest.i.na, do­ eni.na Cala ndr ia, domina Irnia, feee runt fürnm et reffutatione,m qatam cessione,m, secundum quod hie inferi,us scriptum eßt. si_ Jicet:

fo nomine patris et filii et spiritus sancti amen. Do et transfero a<l proprium cum omni honore totam terradll, qua,m habeo in tota consignatione et quicquid iuris habeo i-n terra, que est consi11:nata per dominum Brianum et eius socios domi­ num Manfredinum de Gra.soondonio, Adaominum causidicum, Iohannfflll de Plumacio, Bellem..11,num. Odolinum Balducii et U­ goloturn. tibi domine ·8axote abbatisse monasterii .S-ancti Za­ charie <le Venetii:$ rncipieuti pro ipso monasterio. Et inde de omni eo, quod ibi habere et -possidere visus sum, facio tibi pro suprascripto ononasterio datMn finem refutat1onem ~ssionem. Et promitto per me et meos heredes deJendere et expedire tibi Caxote abbat1sse predicte pro iamdicto monasterio id, quod do et dictum est supra, ab omni homine cum ratione. Et, si inde quid evictum f.ueorit de iure. ,promi.t-to dupla.m evicti'Onis nomi­ ine. Et omn,i iuri et exooptioni et lcgum beneficio ecclesiastico publico et privato michi super hoc competenti renuncio.

Et omni.a. ea, gue dicta sunt, facimus ego et alii, qui in predicta terra aliqutd iuris ha.bent, pcrmutationis et transact,i0_ nis titulo. Quo invioem debes dare tu domina Casota abbatissa. pro prcdicto monastcrio Sancti Zacharie et transferre et data..111 et finem et cessionem facere de t-0to eo, quod monasterium San­ cti Zacharie, cui preesse videris, habet in Ronco et eius curia et pertinentia et de toto eo, quod ibi per i.psum monll.8terium t,e_ netur, eo e-xcepto, quod suprascriptum monasterium habet ibi per e,mptionem, quam fecisti tu dornina Caxota a.bbati&cia a do­ mino Manfredino de Grasso vel ab aliis. Que terra debet esse CCC et XL c11J11pi terre, tantum 'Viis et fossatis in his non com­ putatis, incipiendo ab hora. que dicitur Vaonus, et veniendo a.cl X•L caimpi. Et si minus COC et XL camporum eßt, <lebet oomp.leri de meliori te>rra. Et si plus est. debet remanere im hominibus Ronci, et in electione domine a-bbatisse vel sui nun­ cii, si ibi plus inveniatur. Et 11er earn domi-nam Gaxotam ab­ batissam se possidere manifestaverunt, que dixit. QUOd oolebat, ut ipsi de oe~ro plus possiderent, qui responderunt et dixe-

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runt: Noluruus. Et. predicti CCC et XL campi sunt nositi in curia et perbinentia Runci in d uabus · peciis: Prima peci a i aeef in loco, ubi dicitur Va,onus, - segue la descri'tzione deU'ubicazione esatta -. Secunda pecia iaoet in loco, ubi dicitur Rizolla et

. Vazille. et Oapud Vi,ci et Cssareclo et Lnsu lla et Bundoll a et :Traver~ai _et . Puncipello et Munello, - segue la deecrizsone dell'ul:ncazwne esatta -.

Sequono simili dichiarazioni di albr» persone ai rap pre­ «entanti del monastero di S. Zaccaria colle date del 3 die., 5 dic., 9 die., 12 die. e 22 wie. 1195, fra i qU-Oli sono nomifl,Q,ti

"Riprando, abbate di S. Pietro di ,Villanova, e Odorico Visconti (9 die.), Achille Visconti (12 dic.) e Tomasino Ju Q,t'rardino di Grasso (22 die.) .

. Segue l'attu del 22 die. 1195 (vedi document o n. X).

:I) Inoltre esistono quatlro tradu:ioni in italiaiu» ibid., Carl. B. /X, J1011co Proc., Proc. ß e II l/.

VIII.

Alberto Sordo ed altr-i membri della, fam{glia comitale pro­ mettono a Casota, badeesa del monastero di S. Zaccaria d,i Ve­ nezia di non . promuooere causa contro il monastero in occa- sione' dell'accordo territoriale di Ronco. - 1195 die. 22. .

Orig. Venezia Arch. di Stato; Mani M orte, S. Za-ccaria, Perg. B. X!.¥ (A').

Urig. scritto da altro notaio ibid. (A2).

Gopia del sec. XV ibid., Cart. B. II, Gatastico di Ronco T. I pa_q. 55-57 (.1). . .

Gome base per l'edizione viene presa A'. Inoltre vengooo notate tutte le varianti di A. 2•

S.N. In Christi nomine. Anno ab eius nativitate millesi: ,mo centesimo nonogesimo (2) quinto indictione terciadecima (3) ,die ve-neris decimo (4) e,xeunte mense decembTis. In civitate :Ve­ rone in :p.alatio oommuni (5). In presentia doani1ni Iaoobini de Ripeclaria (6) _ iudicis et Verone cornsulis, domini MiJani (7), Waschi (8), Nioo~ai, iGMTiharin~ de Botl:olono c~usidicorum. do­ mini Bartholomei (9) de Palatio consuhs negoc1atorum (,10) 'iVe­ rone Iacobi.ni Ca<;uelle (11), Viviani notariorum (1~). magi­ stri 'Dominici C~ugen,s_is canoni~i,_ dOIIllb1i _Petri Faleth.i:i (,I3), domini Petri Mwhaehs et M,anm de Mohno de Venecns (14), domini Vakelle de Mantua causidici et domini Tebaldini de Bonifacio (16) et B,alduinelli (lti) Bu<;e iudicum ellectorum (17) ad iusticiam (,18) faciendaim (19) inter Verone:nses et Venetos et aliorum multorum. Ibique ooram domino Uiberto Vicooom­ mite (20) Plaoontino potestate V,erone (2·1) dominus Albertus. Surdus pro so et ,pro (22) oommit.e (2ß) Bonid'ado (24) fi­ lio quondam comitis 1Sauri, cui.us tutor er,at, tutorio _nomine, dominus Albertus de Arculis (25) filius quondam domini Bar._

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tholomei (26) pro se et dominus Qordaninus (27), dominus Er­ ~]i.nus et dominus Fredericus (28) et Tbomasinus (29). fra_tres n li i quondam domini Girardin] de Grasso (30) et Bon ifaci nua l\Ialcrba pro se et Grasseto (31) eius fratre fi li i domini Man­ fredini de Gra-sso (32) in ma nu domine Caxote abbatisse mo­ nasterii Sancti Qacharie de Yeneciis (33) presentibus suis so­ roribus, videl icet domina Emerentiana (34). domina Celestina, domina Calandria, domima Imi lla (35} monachabus iamdictj mo, nasterii1 auctoritate predicti (36) domini Ubert; Vioeoo:rmnitis Placentini potestatis Verone (37) refutaverunt, dederunt oesse­ runt et finem feoerunt atque promiserunt (38) eitlem domine Caxote abbabisse, quod in perpetuurn nullam litem vel eont.ro, versiam movebunt eidem abbatisse Caxote (~) et suis succes­ so ribus p ro p redicto monasterio Sancte Cacharfe occasions (40) dat.ionis et refutacionis (41) ad p ropri um, quarn ipsa domi na Caxot.a abba.tissa faciet (42) domino Uberto Vioecomiti Plaoen­ tino potestat i Verone et Bonoaour-sio (,13) de Ostacio (44) pote­ stati Runci (45) recipientibus viice et nomine communis (46) Runci (47) et omnium hvmi·num, qui habent terra.s in Run­ co (48) vel .aliquod ius in Runoo (49) et ei'lls pertinentia tota, nomine permutacionis (50) et tra-nsactionis. Et prc-dietam fi..nem refutacionem (51) et oontractum transactionis sive permutacio­ nis (52). qua,m predicta Gaxota abhatissa faciet (5ß) domino U.berto Yicecomiti Pl.acentino potestati Verone (54) et Bonoacur_ sio (55) ,potestati Runci (56), recipientihus, prout dictum est supra fir1mum et fir.mam in ,perpetuum tenebunt et ratum et ratam; haht~bunt; et hoc salvo in omnihus e,t per omni.a hono-re et iurisdi<:tione et <listrictu eorum predictorurm. videlicet filii quondam comitis ·Sauri, Arberti .Suridi.. Al,berti <le Aroulis (5i), Maierbe et fratris et Qoi'Cla-ni,ni (58) e,t fratrum. si quod hahe-nt .in terra et pert.inenti,a et curia Runci (59). Et de hoc domina Caxota abbatissa iamdicti monas.terii vel sue successores et iid<'m monasterium ali9.u~ modo no~ _te!leatur. . . . .

. S.N. Ego Vw1anus dom11n1 1mperatons Fredenci not.arius suprascr~ptis (60) interfui et ma.nu mea subJ!!Crlpsi (61).

S.N. Ego lacobinus sacri Jl·alatii tahell10 his omnibus in­ terfui et manu mea. subscri'Psi (62).

1S.~. E.p;o Rohntus sacri palacii notarius ite-lll postea a (63) F. (64) im~rat-0re investit~s rogatus interfui et scr-ipsi (ß5}.

(I) lnollre esisfono qunllro tradv.zioni in italiano ibid., Cart. B. IX, Ronco Proc., Proc. Be R ll. - '2) A2 nonagcsimo. - (3) .42 XITI. - (4) A• X. - (5) A2 Comuni. - (6) A• Rtpaclara. - (i) A2 ~lillani. - (8) A• Waski. - :9) A• nartolomei. - 110) .4• nrgotiatorum. - (11) 1n .42 manca farohini Ca· ~11rllr. - (12) In A• dopo Viyiani si legge in pill Roberti, - :13) A• Falerii. - (14) A• Vene.tiiR. - (15) A• Bontfalto. - (Ill) .42 Balc!tu. - (17) A2 elccto­ rnrn. - (18) A• i11stitiam. - (19) .42 faliendam. - '.20) A2 Vicecomitr. - :~I) A• Verone potrsta!e. - (22) Manen in A•. -: (23) A• comitr. -. ;:.>-I) A• Bonifatio. - (2:i) .4'• Arrolis. - (2/i) A2 BarlolomPJ. ·- (27) .4 2 J<irdanmus. - (28) .4• Frdrrir11~. - (29) A• Tomasin11s. - (30) .4• Graso. - (31) A• GrnSl'!O. - (:l~) A• Graso. - (33) A2 Vencliis, - (34) .42 Emrrintiana. - '.3.5) A2 lrnPia .. - :36) Manca in A•. - (37) .4• ha Placrntini Verone pot~sla!is. - 1:JR) .42 pro­ misser11n!. - !3~) A• Caxote abhatisse. - (40) .4• orasstonP. - <.41) A• rPfuta­ tionis. - /4?) ,.12 fa!ir!. .- ;43) }" Bonac.nrso. - 144). 1• Hoslalto. - 1f5) .4• Ronki. - (·1fi) A• comunß. - (-1,) .4• Ronk,. - (JR) cl- Ronco. - !-In) .·1- Ron-

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co - (~,O) A2 pcrmutalionis. - (jl) A2 rr-Iulutioneru. - ;5~) A• permulationis. - (ri:l) .4.2 Iatir-t. - '.a>4) ,l2 Verone potestati. - (,la>) A• Bonacursu. - (56) A' Ronki. - (ä7) A• Arcolis. - ;5S) A• Iordanini. - (;19) A• Ronki. - (60) Man· r.a in A2• - (61) In A• segue ~I nl hoc in libro comunis Verone scriberetur do· minus Ubertus Placentinus Vicecomes Verone potestas precepit. - (6~) In A• in luogo di his - subscripsi trn,,iamo interfui et hoc inslrumcntum scripsi. Inol­ tre in A2 la /irma del nolaio r.iaenmino viene dopo q11ella di Roberto. - '.63) Manca in· A 1. - '.f>I) Frederico, - '.w) .4.2 in luoyo di rogutus - scripsi ha his omnibus interfui et manu mca subscripsi,

IX.

Casot«, badcssa dci mouast ero di S. Zaccaria di Venezia, cede ad Uberto Vw~i,onti da Piacenza; podesta di Verona, e al podesta di Ronco nel 1W1ne de! comune di Ronco tutti i suoi diritti m Ronco in eambro di·S40 cam.pi, - 1195 die. 22.

Cop/a dei sec. XV Venezia, Arch. di Stato, .Mani Murte, S. Zaccaria, Cart. B. II, Catastrco di Ronco 1'. I pag .. 50..55 (I).

E dito in pa rte da Biancolini. X otizie etoricke delle eh ie: se di Verona, L. V, 1 (V er1>11-0. 1761) pag. 186-187, ma d(L altra Jonte ( oggi perduta).

In Christi nomine. Anno ab eius nativitate ani lleairno cen-' tesimo nonagesimo qui nto inditione XIIIa die veneris decimo exeunte rnense deoemb r is. In civitate Verone in curte nalaci.i comunis Verone in cornuni contione Verone ad sonum cam-pane coadunati ( !}. In presentia domini Iohannis de Bonamena de Placentia. iudicis domini Uberti Vicecomitis Placentini potesta­ t-is Verone, domini Ioha.nnis de Spicianis, domi,ni Iachobini de Ri'Peclaria. iudicum, domini Alberti Surdi. domini Achileis Vi­ ce,oolllitis consulwm Verone, domini Ba.1,tholomei. de Palatio con­ sulis negotiatorum Verone. domini. Milani et domini Tebaldini de Bonifacio et Balduinelli Buze iudicum electorum ad iusti­ cia.m facienda,m inter •Veronenscs et Venetianos, domini Gan­ barini de Botholono. Waschi de Ilasio, ~icolai de Roncho, do· mini Vakelle de Mantua causidicorum, magistri Dominici Clu­ gicnsis <:ai:ionici, d~nnini Petri _l!aletri, d<?mini Petri Mic~3:eli~. et Martm1 de Molmo de Venetns, Iachob1ni Chazuelle, V1v1ant de Sancto Rustico eL lnsulani notarii, Gerardi, fohannis, Scudd­ lete viatorum Verone, domini Ma.nfredini de domino Garxendo­ nio, domini Briani, Ba.rtholomei eius filii. domini Errolini et domini Zordanini, Fredcrici et Thomasini filiorum quondam do­ mini Girardini de Grasso, Bonifa.cini Maierbe, d01mini Alberti <le Arculis, Tonserati. Alberti Surdi, Girardini de Bernardo B~rio, Petri de Ponta, Mil011is eius filii, Balduci, domini A<lamitni causid-ici Je Runco et Marchesi-ni- de Rot-0fredo et aliorum ,multorum. Ibique domina Casota abbatissa omonasterii Sancti Zacharie de Venetiis presentibus su1s soror:hus, videli­ oet domina Emerentiana, -droni·na. Oe,lestina, domina Galandria et domina Imilia. monachabus predicti monasterii ,Sa.ncti Za­ charie, et consentientibus et parabolam dantibus pro ia,mdicto monasterio Sancti Zaeharie, et dominus Petrus Faletrus procu­ ratcn· domi111i Petri Micha,elis advooatoris prenomi1nati monaste­ rii :pro eo in manibus domini Uberti Vicecomitis Placentini, ipote-

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statis Verone et Bonecursij de Ostacio jiotestatis Runci vioe et nornins comunis Runci et omnium hominum, qui habent terras vel aliquod ius in Runco et eius peruinentia tota, fecerunt finem refutaoionem datam et cessionem et investituram ad pro­ prium de omni e9, quod monasterium Sancti Zacharie habehat in Runco et eius pertinentia tota, seeundum quod in quodaan :br,evi i!:bi in eadem oontione lecto per dominum Conradinuen Ylaeiensem iudicem et Verone consulem contimebatur. In quo brevi continebatur, ut hie inferius Iegit.ur, videlicet :

Ego Oasota abbatissa monasterii .Sanct.i Zacharie de Ve­ netiis refuto et do ad prop rium vobis domino Uberto Viceoo­ miti Placentino potestati Verone et Bonacursio potestati Runci .recipientibus vice et nomine comunis Runci et omuium homi­ num et ecclesiarum, qui habeut terras vel aliquod ius in Ron­ oho et ei.us pertinentia tota, nomine ,permutationis et transac­ honis ad proprium, quicquid unquam habeo vel michi habere perbinet tam iure instrumentormn quarn a.liquo modo in Run- 00 et eius curia seu pertinentia tota vel quod per dictum llllo­ nasterium ibi tenetur, cum omni integritate et plenitudine ra­ tionis, exc:epto terras michi consignatas et datas pro solvendo ficto, nonaginta modio1~um et duorum minalium frumenti annua­ tim, silicet trecentos et quadra,ginta campos, ~ui positi sunt in curia, Runci in duabus peciis in loco; qui dicitur Vaonus et Rizolla et VaziUe et Ca.put Vi,ci et GasaTeclo, Insulla, Bondolla, Traversai, Puncipellus et Munellus, et exoepto eo, quod p,re­ dictum monasterium habet in Roncho per e,mptionem, quam fe­ ci ego C'asota abbatissa a Manfredin-0 de Grasso vel ab aliis, scilicet brai,dum unum in loco, qui dicitur Cruzara, de campis XVI et aliud braidum ihi prope de ca,mpis VII in loco, qui dicitur Gazo, et de campis II de Prato P~scherio in Runci ( J) et casamentum unum prope fl.umen Athes1s ad ]atus Uberti de Rodulfo. R.efuto quoque generaliter et do vobis totum illud,­ quod ad ipsum monasterium · in ipso loco Runci et eius curia et perti:nentia tota pertinet tarn in terris guam in silvis et in aquis seu nemoribus et in aliis, exoeptis his. que supra se po­ sita sunt, que in me et in predicto monastei;:.io Sancti Zacharie et omnibus, que in perpetu~ michi_ succedent, remanere de-

- be,nt, cum omni honore et rat1one et 1,ure cum pascuis silvis et piscationibus, secundum quod unus ex dominis illius terre ha­ het et Jiahueriit suas teri·as. Et pro vobis vice omnium predicto­ rum omnia supra,scripta me possidere confiteor et amplius pro vobis posside.re nolo, semper his exceptatis, que sunt superius comprehensa. Et .per stipulationem promitt-0 per me et eas, que michi suocedent, p1,efatam permutationem seu dationem firmam et ratam in perpetuum teuere. Et si per eas, que ante lllle de­ cess,erunt, vel per me datio aliqua vel .factum aliquod auparue­ rit vel per me deinceps fiet aut per eas, que i:n perpetuum mi­ chi suoced,ent, u·nde ,dampnum substineat iudicio iudicum cla­ ref.acto aliquis predictorum, da,mpnrnm illud me in duplum soluturam promito. Renuncio quoque omni iuri auxilio et be­ neficio omnium instrumentorum privilegiorum et sententiarum datarum contra Zordaninum de Girardino de Grasso et contra

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corn1t1ssa.m Mabi liaru et contra Grassetum de Maufredino de Grasso et contra Manfred inuru de Gra.scndonio seu et aliarum cartarum, quas habeo vel habe re -potero ad Runeum et eius cu­ riaro pertinent.em, quantum ad dat am, quam vobis Iacio, con­ tinent, ut nunquam per me vel per cas, que michi suocedent, per ipsas quioqu.a.m vendicare valea.m vel a l iquo rnodo ulo tern­ pore iuri monasterii oµitulentur. In eo vcro, quod spectant ad terra.m supe ri us exceptatam ad me pert.inentem, omni modo ro­ bur firrnitat.is obtineant, Pro qua supradicta datione et perrnu­ tatione seu transactione profiteor me ab hominibus Runci re­ eepisse trecentos quadraginta campos supradictos in Runco et eius curte, sicut superius dictum est.

Et iamdicta domina Casota abbatissa dixi t, quod hec per· mutatio et transactio et hie eont.ractus fiebat et erat cum melio­ rat.ione prenominati monaster ii Sancti Zacharie de Venetiis.

Ego Paternianus de Putheo subd iaconus et inclit.i- ac glo­ r iosi domini Henr ici Danduli Venetiarurn . Dalrnat.ie at que Chroatre ducis cancellanus iussu prefati domini ducis subscr ip- t ionem hanc k>ei.

Ego Henricus Dandolo Dei p;ratia Venetiarurn Dalmatie atque Chroatie dux subscribo et suµrascriptam dationcm con- fi=~ •

Eg ( !) lohannes ·Signolus Dei p:ratia Sancte Gradensis ec- clesie patriarcha et Dalmatie primas subscrioo et suprascripta.m dationem confirtmo.

Ego Petrus llichad advocator monasterii Sancti Zacharie subscrilio et suprascri ptam dationern confirmo.

Ego :Milanus iudex µrocuratorum Verone manu rnea sub- scripsi. Seguoito le sottoscrizioni e conferme delle monache (13 ve- late, 14 mm 1,ela_te e 16 senz<L specifica). .

Ego P-atern1anus de Putbeo subdiaconus et prescripti do­ mini ducis cancdlarius rogatu predictarum omnium domina­ rum 11refati monasterii Sancti Zacharie verbo illis a supre.­ scripta domina Casota abl>aLissa dato et a sinp;ulis crucis si­ guaculo rnanu propri.a prius facto pro ipsis subscriptiones pre­ scriptas ipsarum nomine factas feci et scripsi.

Ego Iohannes Spitianorum iudex et Verone consul supra­ scripto contractui interfui et manu mea subscripsi.

Ego Tebaldinus de Honifac:io Verone consul et iudex con­ stitutus inter Veronenses et Venetianos suprascripto contractui interfui et omnibus suprascriptis manu mea subscri-psi.

Ep;o Fionisto Ianne Vicedomino testis subscripsi. Ego Marinus :\lichael Vicedomino testis sub~cripsi. Ego Robert us s11Cri palacii notari us itt•m poste a a Federi­

co iurperatore investitus predicto contra<:tui et omnibus pre­ dictis subscriptionibus exce-ptis subscriptionihus Fionisti la-nne et )Iarini Michaelis ,Vicedrnninis interfui et predictum con­ tractum scripsi et complevi atque roboravi.

(I) Jno//re es,.,10110 q11nl/ro tra,it,:ioni in i/11/:,,110 ibi•l., Carl. R. IX Ronco l'r,,e .. l'ro,:. B e El 11.

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X.

Uberto Visconti da L'iacensa, podesu; di Veruna, conferma. l'accordo territoriale tra la jamiglia comitale, il comune di Nonco e il mouastero di S. Zacr,aria di Venezia. - 1195 die. 22.

l'opia dei sec. XV Venezia, Arch. di ::itato, J/ani .J/orte, S. Zaccaria, Cart ; B, I I, <..:atasttco di Ronco 1'. I paq. 48·49 (1).

Corüin-uasione degli atti 11115 die. 2-22 ( uedi documento n. V II). ,

loom postea eodern die vener is iX exeunte mense decernbris. In curte pa.laci] comu nis ·,Verone in comun] concious ad sonum canpane, In present-ia -domi n] Johann is de Bonamena iudicis domini Ubert.i Yicecomitis Placentini potestatis Verone, Iohan­ nis .Spiti..anorum, Iaeobini de Ripacla.ra i ud iourn, Alberti Surdi Aehileis Vicecoonittis oonsu lurn Verone, domini Bartholomei de Palacio consul is negociato.ruan Verone, domini Tebaldini de Bo­ nifacio et Balduinelli Buze iudicum electorum ad iusticiam fa. ciendarn inter Veronenses et Venetia nos, domin] Mil lani Gam­ bar ini de Bortholono, Wschi ( !) de llasio, Nicolai de ltoucho, domini Vakelle de Mantua causidicorum, rnag ist.r] Dominici C'lugiensis canonici. domini Petri .Falerii. domini · Petri Mi.­ chael is et Marini de Molino de Venet iis, Viviani, Rooorti no­ tar-iorum, Isolani note r i i, Girardi, ,Scuthelete viatorum Verone et domini Manfredini de 'Ürasendonio, Briani de Rancho. domi­ ni lord.anini, Erzolini. Federici, Tomasini fiJiorum quondam dom~ni Gi rardini de Grasso. Bonifaci,ni M aJerbe. All>erti. de Ercholis, Ton.serati,, Aloorici Surdi, Bartholomei de domino Briano, Gira.rdini de Bernardo Bakero. Petri de Ponta. Milo­ nis eius filii, Balduci. Adaminj ca-usidici, llarehesini de He­ tefrodo et a-liorum multorum plurium, lbique dominus U­ bertus Vicecomes Placentinus Verone notestas ad confirmandaim supra.scripta.m finem ref.utationem datam e_t cessionem pro comu. ni Verone promissit domine Caxote abbatzsse monasterii Sancti Zacharie de Venetiis per stipulationem se firmum et ratum ha­ here, secundum quod ·continebatur et seriptum erat in quoda.m brevi ihidc,m in concione Verone electo ( !) per dominum Co-­ radinum llasiensa ( !) iud,icem et Verone consulem. in oho bre· ,·i ita oontinebatur. secundum quod hie inferius ]e9:itur. vide­ licd:

Ego Gbertus Vicecomes Plaeentinus ,Verone notest-as pro comuni Verone confirmo data.m et refutationem et <-essionem. quaim fecerunt Albertus ,Surdus et ali·i de CCG et XL ca,nl))is terre ex causa transactionis et -permutationis domine Caxote ahbatisse monasterii Sancti Zacha.rie de Venetiis in Roncho. secundum quod consip;nata et determinata est. secundum quod scriptwm >l'6t per ,manum Iacobini ·Cazolle et Viviani de Sancto Rustico et Roberti nota.riornrn, et totam predictam consigna· tionem GCC et XL camporurn. Et decerno nredict.1,m terram .plcno iure esse et esse dt>here monastnii Sancti Zacharie de

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Ve11etiis. Et. absolvo <lominam Caxotam abhat.issam ab omni petitione actione, que competit vel compctere notest cuicumque de predicta tera vel in predicta consigati-0ne. Et i npono silen­ tium omnibus agere valentibus ( !) contra domi nam Caxotaan abbatissam et contra. rnonasterium Sancti Zaeharie, Et prcmitto vice comunis Verone per i psum cornune in perpetuum si lentium inponendum esse agere volentibus et actionem eis dcnegan-dam, quicumque vel l it age re pro quolibet iure, et quod possct ei oom­ petere in predicts ter ra consignata, salvo iure dccimacionis, videlicet ut µer has datas oermutationis seu transactionis nichil de i.u re d€eimationis eorurn, ad quos decime pertinent, dirni- nuatur.

SPgue l'offu de]. 11fJ5. dir. 31 (v1:1li doeu.men.to n. XI).

(I) Jnoltre e.i.,10110 quattro tra,J11:io11i i11 itali,ino ibi,J., (qrt. B. IX, Ronco Proc., Proc. R e ß II.

XI.

Trbaldino di Bonifacio e Balduinello di Buza, giud-ici per le cause tra V erouesi e Veneziani, decidona, ehe le vie e Jossati n ella pezza di t erra di 3-'iO campi consepnat o: al monastero di 8. Zaccaria di Venezia deinma o p partenere al monas tero, - 1195 cl<ic. 81.

Cupia dPl -~l'C • .YV Venrzia, Arch. di Stato, .llani Jforte, S. Zarr11r£a, Cart. B. ll, Cntastico di H1mr:o T. I paf/. 411-50 (1).

Conf.11111azw11e drll'atto rid 1195 d ic. 2,? ( vrdi ·dorume11to /1. .I).

!win postea anno a nativitate dwuini millesimo C<'ntesimo nonagesimo sexto indictione XIII! die dominioo ultimo exeun· te mense <lec.cmbris (2). In predicto palaeio comunis Verone. I.n presencia domini Conradini de Ilasio, Alberti Surdi oon­ sulum Verone, ma.gistri Dominiici Clugiensis ca,nonid. domini Petri Falerri et Marini de Molino de Venetiis, Boniacurs~ de 0- stacio, Girardi de Bernardo, Iohanni-s de Plumacio et aliorum multorum. Ibiqti.e coram domino Uberto Viceoomite Placenti-no Verone potesta~ dominus Tebaldinus de Bonifacio preeente do· mino Ba.lduinello lluze, iudiccs elcdi ad iustitiam faciendam inter Veronenses et Venctianos, diX!it et precepit, ut de ( !) omnes vie et fossati et plant-umina, qui et que sunt in predicta consignatione COC et XL camporum. sint et pertineant cum a-ecessionibus et ingressibus suis ad prenom.inatum monasterium Sancti Za.charie, excepto si qua via est ibi .regalis. que debeat esse expedita ad eun-dum omnibus hominibus. Et hoc nresente domina Caxota abbat-issa et predictis suis sororibus urecPnit.

Ego Vivianus domini imperatoris Frederici notar~us inter­ fui et ma.nu mea ·suhscripsi. Et ut hoc in libro oomun1s Verooe scr,iberetur, dominus Uhertus Placentinus Vi~cmnrs Verone po­ testas pre<',epit.

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Ego Hobert us sacr i pa laci i not arius item nostea a Federi­ eo imperat-0re investitus his omnibus interfui et ma nu rnca subseripai, Et dominus Ubertus 1Vicccomes Placent.inus potestas Verone michi p receprt, ut vice sua in hoc instrumcnto subscr i­ berem, que subsoript.io talis est:

Ego Ubertus Vicecornes Plucent inus potestas Verone sub­ scribo et nred icta confirmo.

Ego Iachobinus sacri pa laci i tabell io interfui et hoc in­ st rument um scripsi.

~I) l noltre esisun,» quattro tradu ziom in itnli ano ibid., Cart. H. IX. Ronco Proe., Proc . n c H JI. - (2) (Jue ... ta rlaln corrienousl» al f/l0rr10 31 die. 1195, se­ conrlo l'11,-.;o 1:ero11rsc:, c-he i niz un:a 1'011110 eol :!J dircmbre,

XII.

..ll,,11,ni alrita n.ti. di Ronco t rusmei t o no a Gerardino di Ber­ nardo, podesta di Ronco, i'ordine da parte deU'imperatore, dei consoii e dei procuratori d el comune di Verona, di -non fare eer­ ti lauori nella co nt rada Vaona in Ronco. - 1196 qiuo no 2.

Co pia rid sf'<'. XV Venezia, A-reit. di Stat.o, Jfani .:.lforte, S Zaccaria, Cart. n. 11. Catnsf.ico di Ho11co 1'. l na q. 59 (l).

Die II i n t ra n te iu n io. In ca pa nea ( ~) Hunci in ho ra, que dicitu r Vaono. In presentia Torelli .. Manfredini. Widoti fra­ tres ( !), Spinalelii, Ponterolli, Dodi de Scufone. Tonsi, Mi­ t-0li, Condarelli, Otollini fratris Pota de Galli. l\lei, David de Folco, Zenelli Molinari, Pacis, Grifi, Otolini. Tinentis, Ven­ tu re de llocassio, Ubertini de Clamento, Zavar.isi. Alberti de Aschero, FJoravanti, Uberti de Muto, Otolini qui stat cum Odo, Albertini, Monice, Riveri, Magari. Winici. Martini filii Zenoni'S, Roberti. Bumbe, Aledosi, Ze.nelli, Bertonis (2) et alio­ rum multorum. lbique Odus de Porfilolo et Petrus de Ponta, qui sunt de hurgo Ronci. d Villanellus et Balducius filii olim Alberti omnes isti ex part-e domini imperatoris et ex parte consul:bus ( !) Verone et procuratoribus ( !) et pro omnibus illis

. promissionibus et securitatibus, quas :inter suprascriptum com­ mune Ronci et dominarn abbatissam Sancti Zacharie de Vene­ tia erant, interdixerunt Gcrardino de Bernardo potestati Ron­ ci vioe i,psius communi·s Honci, ut ipse ,non inci<l.eret nee fa­ ceret incidere aliqucm suum saliccm vel arborc-m nee alique,m suum pestillum nee explanaret nee faceret explanare aliquem suum fossatum nee devastarct nee faccret devastare aliquam suam rem !11ec aliquam rationem. quam haheN>nt i-n quada.m ho­ ra, que dicitur Vaonus. Et d:xere suprascripti. videlicet' Odo ( !) et Pet-ro ( !) et Vi1lanellus et Bal.ducius eius (3). SU/P'rascripto Gerardino ,de Ber.naroo vice su,prascripti communi..c:i Ronci, ut, si haberet aliqua,m ratione,m in suprascri-pta ·hora Vaonis (4), foret Verone coram consulibus ad cognoscenda.m suam rationem,

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quam intendebant habere. Actum est hoc in loco sunrascr ipto. Anno domini 11'' C0 nonagesimo sexto indictione XllII.

Ego Basta domini imperatoris Heinriei notarius his in­ tcdui et rogat.is scripsi,

(I) lnoltre cs,.,te u11p truduiiouc i11 iinli ano ibid, Cart. B. lX, 1/011co Proe., Proc. B. - (~) La forma dei nomi dei lc•limo11i 11011 permette sempre di disiin­ guere, se si Lralla di persoue presenLi o di indica:ioni di palernita. - :3) Dopo cius ma11ca Irater. - (4> Dopo \ aotus una v cancellata.

xnr. ll pret.c <l( uylit:l11w) rifcriece a/la l/adcssa: C( alandria )

sull'esit o della sua missume in Verona e lionco, - Senza da­ ta (1).

Lct tera o rujina]« Venezia, Arch. di Stato, Mani Jlorte, ::i. Zaccaria, I'erq, B. X X I

Heve1·ende in Christo domine C. (2) Dei gratia monasterii Sancti Zacharie abat issa ( !) et domine Solismere ceterarurn­ que ( !) sororum ( !) ornnium ( !) presbiter W. (3) salutem. Qu ia forte oredid's.tis,. a ( !) negocia ( !), que aput Veronam et Ro-ncum habelJatis,_ me ut.i lem fore _e~, 9uod vobis p laceret, perfice ra posse. credo. qura idcirco me mieistis, set, ut vobis videtur; i.n hoc <le­ ceptae est1s. lnde est, quod valde doleo, quod ci.mplcre non pot-ui et ,multociens operam dedi, set forsitan propter peccata me~ dominus adimplere noluit, quia literas ve.stras et dominii ducis consulibus .mercat-0rurn et potestati presentavi, et, quod in eis continebatur. s~ facturos. promiser~nt, set potestas nee precibus domini T0Laldrn1 nee alaorum am1oorum vestrorum faoere vo­ .Iuit, donec ab exercitu reverteretur. ·Sunt enim quidam, qui frumentum vestrum propter excusacionem exercitus non dode­ runt nee eciam hoc in anno dare credunt, quia dicunt se non habere, nee aliquid habere videntu1•, ut fertur. un<le possit re­ cuperari. Nee ~i.am de aliis negocii..s v~tris. qne valde imine­ hant et iminent, -pre~er quod superius dictum est, faoere 'POtui. Et terram, quam V1lan11s et IohannP-s hahchant et AJhertiinus de Gotiri et Aeintus et Berrus et Baldoinus. ad illud fictum, quod soliti erant dare, locare non possum, nisi £ere (4) quar­ tarn dimittere ~-olo partem vel ad[ ... lum (5) locare. ldcirco vobis notificare curavi. ut in his et al-iis. que Jiteris et verbis

. insitum r ... 1 (6). consilium habere dd>eatis et. quid inde sit faciendum. nc diffcratis et mihi, quod vohis plaoet me facien­ dum, rcscrib<>re del>eatis.

(1) II lipo de/la saillura e quello dei primi der.enni de! sec. Xlll. Col presbiler \\·. deL documenro I da jdenli{icare preshiler ,Vilielmus, ii quale era prn,·ur,,tnre ,1e11rrnlc ,Ji ~- Zaccaria 11rl p<'riodo 1202-120~1. per la pt'ima rnlta come tale nom1na/o nel documenta dcl 1?02 110c. !i tOria. Padooa. Arch. Com., Cnr,,o,.. ::-01•/Jresse. ·'· Zac,•aria .\111::0 Ill. I/us/a 11'1). nw ,/ quale si trora an·

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doe piu larcl, ,:omc incnricato del tnonastero (cedi p. t. gli originali del 1216 mayr,io Jj c 1218 maygio .11 ibid.). Pel'cio la let/era e diretla alla bades.sa Ca­ ln nsl rui (IIY'.1-/220), "'"' ulla bade ... ,a CaMla (1li5-l/98). Per la data,io11e delta lellera po8s1an10 dare cosl la dalw dcl I 19~ come terminus post quern e quella del 12:!0 come ti-rm inus ante quern. Prcbnbiimente pero la Id/era c del periodo ddla altivilä nrincinale di r.u,1liclmo (l:!02-120[/\. - (~) = l~landria. - :3) ~ Wi+ichnus. - (4) Corre/lo da ·c,.rti-. - (il) La prima parte della parola e 1/ley- 11ibile. - (1,) 1;11a parola illeayibile, probahi/menlc CM scrillo est.

XIV .

.lfezzayunella, Faeiuo di Cluaoica e Giacomino di Rogerio, arlrit r: e g1 udic: per le cause tra V eneztan.i e V eronesi, cotulan- 1111110 Tebaldino di, Speeia al pagamentu di 200 libbre al mona­ ste ro di ::,. Zaccaria di Venezia, - 1227 nov. 11.

Lnserit a nel documento originale del 1228 giugno 11 Ve­ ncz iu, Arch, di Stato, 1Uani .I/orte, S. Zaccaria, Perg. B. XXI. (B)_

Copia d el sec. XV, inseriio nello etesso documento, ibid. l_',Jl't. JJ. 11, Catasiico di lioneo T. 1 p_ag. 90-91.

c:opla del sec. xr (fW?n inserit ov, tbid, _pag. 116-117 (1), Come base per l ed-1zione 1,•iene 11resa B.

In eterni Dei nomi.ne amen. Anno eiusdem nativitatis miJJe,_ simo ducentesimo vi.gesimo septimo .iindictione quintadecirn& die undecimo intrante mensis nove.mbri11. In ,palacio coonuni11 Verone. In presentia domini Petri ~no de Veneci.is, Alberti notarii, All>erti de Granello, Ikrtrannni de Pergrumo, Vercii de Ronco et aliorum. Dominus Mediagonella et dominus Facinus de C1a­ vica atque dominus Iacobinus de Rogerio de Verona arhitri iudicesque ad cognoscendum racionem inter Venetos et Veronen­ ses talem protulerunt sentenciam sic dicentes: In nomiue do­ mini a.men. Nos Mediagonella et Facinus de C!avica atque la­ col>~nus de Roger-io arbitri iudices ad oognosendum ( !) ra-0ionem inter Venetos et Veronenses ad peticionem lohannis Gastaldio­ nis de Veneciis procuratoris domi,ne abbatisse ,Sancti Qacharie de Vencciis nomine et vice ipsi.us abbatiSSe et monasterio ( !) petendo et agendo condempnavimus (2) dominum Tebaldinum de 1Speda confitenti ( !) et volenti ( !) in ducentis libris dena­ riorum ve,netorum ;parvorum da11dis et solvendis d?cte do­ mine ahba.tisse ,Sancti 9acha-rie hi.nc ad octavam e:pi,phanie proxime venture nominat1rm pro residuo debiti librarum octin­ gentarum quindecim et denariorum quadra_ginta uno venetorum, ut continetur in instrumento facto per manurn Michaelis Bo-· nifacii presbiteri et plebani Sancte ::\Iarie J uhianici et notarii atque subsccipto per Dominicum Ourrinum Vicedominum (3), de quibus tenebatur dictus dominus 'l.'ebal,dinus eitlem domine ab_ batisse et monasterio ,dirctas libras ducenta..s venetorum parvor,um, ut ipse donün-us Tebald~nus coram nobis asse:rebat. Quod si, ut dictum est, ipse dominus Tehaldi,nus non solveret et non adten­ deret, condempnamus ipsum in p.ena dupli dictarum Jihrarum ducentarum venetorum parvorum,

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Ego Gabriel scribanus sacri palacii notarius bis nredictis interfui et iussu dictorum iudicum haue sentenciam scripsi et roboravi.

;l) Inoltra esiste un,1 tradu:ionc in ital1ano ibid., Cart. IX, Ronco Proc., Proc. B. - (2) In B la sillaba Yi su rasuM. - (3) Si Ira/la dcl documenlo del 1215 [ebbr, (vedi sopra pag. 42 nota li.

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..\PPE~DIOE II .

• 1/l.Jrcri genl'alogici della /111nigliri dei conti di Ff'rnna-S. Jl,mij,,cio-Nonr.o. (*)

.-\.LBERO GE\'\E:\LOGICO I. co. Enrico + av. 10&5 ----------- ------- co. Enrico

viv. 105:i +av. 1068

--------------­ Enrico t av. 1068

Uberto da Ronco + av. l055

m. Berta fu co. Arduino

co. Bonifacio viv. 1095 +av. 1109 m. Richilde

co. Uberto viv, 1055 +av. 10i3 -------- co. En1·ico +av. 1130

Alberto+ 1135 co. e march. m. Waldrada

~la la fre<lo viv. 1109

Grasso viv. 11X-lf44 (I) m. lmilla (1)

I

Enrico ViV. 1•144 (I)

I I

Bonifacio vescovo di Belluno

viv. 1136-1144 (I) Gira rdo Grasso

VIV. IIH (l)"ll48 (2)

I Gira rdin., di Gra~!'IO (3) v iv, 1169(5) - 1183(6) +av. 119-t (8)

Girardo di S. Pietro in Godi viv. Il:Jö-1,148 (2) m. Adeleita. (l) -~------

Zordanino (l l) viv. 1104 (12) - l 195 (15)

Freder ico ( 11) viv. 1195 (13)

Erzolino (ll) viv. 1195 (13)

Tomasi no (I l) viv. 11!)5(13)

:Manfredino di Grasso (4) viv. 118-1 (7) + av, 1195 (9)

m. Vi Jana viv. I 183 (JO)

Bonid"acino ~lalerba (11) viv.1183(11)

- I 195 (15)

Grassero (II) VIV. J 195 (15)

c·) Cii a lbr-r] ~t:n,·;tlo~ici , •·nc .. ,1.. J.d, q ui sof lnnto in f•111113 abbrr\i:at., p,·1 111q11aJr;nc i pcn~1111;1,c~i nonuuati 11,-J ln vnro, Prr la nr111ta p rrte f1110 <Ill anno. li;$ti i Jali p,1'-.:.1111,> C'SS••rc prPsi sr,nz·oltro U.1I ~,111,·0111, Per la genca­ /roy1r, il e: ~011/i ,J, Sn,i1~011,/0~10 crt. (col!n rorre1.io11e u, :tlcU111 erruri !1pol(r~fic1). 111,·11fr1· pr-r ii rosto Je! s-c. XII I n~11ll,1II s11110 nc~1al1 J,11 document i ri,1(11ar­ d.mt. Ronco. E' pnesil>il,· dir aun uocumenu dcl(li ard11vi veroucsl possano d,11,, .111co1a quolch,: ni,,!!aiorr illu-.tr;1zi1111('. Pt:r Jlll:-tnlt1 ,·1,•nc data Q111 11n3 1nd1c:l11q11" ~un1111c111a, d,,~ c d.1 c1111-.1d1-r:in· l')f{)\'\J!l(111.1.

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ALnERO GEXE.HOGICO II.

co. Manf rcdo viv. 1095 + av. 1105

rn. Gisla f. co. Bosone -- __,,., _ Manfr~do (Malt-0leto) viv. 1105 +av. 1136 ---------------- Alberto Sordo Folcoino viv. 1136 viv. 1136 + av, 1169 (16)

Bosone ( Mal regolato)

viv. 1136 + 1142

Uberto abb. Villanova viv. 1140-1145

co. Bonifacio viv. 1152 + 1170 <n . I ----- . ------ ------ --------------- ---­

Alberti no Bartolomeo ' (Alberto) viv. 1169 (21) Sordo ( 17) + av. 1195 (24) viv. 1169 (19) ( 1)

-i 1198 c20> I ;_ _ co. Sauro (IS) viv. 1172 (2-2) + 1189 (23)

co. Mabilia viv. 1195 (23)

Alberto da Areola viv. 1195 (26)

Bonifacio viv. U95 (27)_

!

Guglielmo viv. 1'1% (27)

+ probab ilmente 1195 (28) - ii rarno principale

de i conti di S. Bonifacio de] sec. X I II

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ALBEiRO.GENEAWGICO III. co. Uberto (29) + av, 1055

co. Bonifacio viv. 1055-1082

co. Enrico viv. 1055

Alberto (Uberto) da Ronco viv. 1055-1083

;l) Tutti questi dali si dcsuurono dai ducumenl i dcl 22 e 22 maggio 1144 ncll'Archivio Segreto Vaticano, Archivio della Caucellerla della Nunziatura. Veneta, Fondo di S. Giorgio in Braida n. 216, 219, 220 (nella numerazioue generale n. 6939, 6942, lj943). - (2) Vedi Kaua, ltal. Pont. \'II. 1· cit. pag. 238-239 e 303-304. - :3) II documento del 1169 nov. 13 (vedi sopra pag, 18) parla di Girardinus litius domini Girardi. - ;4) 11 docurnento del 1195 marzo 6 .vedi sopra pag. 26) par la di Maniredinu« de domino Grasso. Naturalmente Manfredino in Iuogo di figlio di Girardo Grasso potrebbe essere un liglio di Grasso. - (5) Vedi il documenlo cilato nella nola (3). - (6) Documenlo de! 1183 maggio 9 (vedi sopra rpag. 20). - (7) Vedi ii doc.imento citato nellu nota prececlente. - ;s) Documento de! 1194 die. l (vedi App. I n. IV). - (9) II docu­ mento dill 1195 marzo 17 (vedi sopra ,pag. 27) parla di quondam. - (10) Vedi ii documento citato nella nota (6). - (ll) Vedi le indicazioni de! documento de! 1195 die. 22 (vedi App. I n. VIII). - ~12) Vedi ii documento citato nella nota ;8). - '.13\ Vedi ii documenta cituto nella nota (11). - (14) Documenta del 1183 marzo 15 {vedi sopra pag. 20). - (15) Vedi ii docnmento citato nel­ la nota (11) - ;16) II documento de! 1169 nov. 18 (vedi sopra pag. 18) lo chiama condam. - ;17) Senza dubbio le indicazioni dei documenti, ehe parlano di Alber­ lino Sordo e Alberto Sardo, si riferiscono alla stessa persona. - (18) II conte Sauro puö essere anche un fratello ~i Bonifacio. Non conosciamo la sua pa­ ternitä con certezza. In ogni modo era erede di Bonifacio (vcdi sopra ii docu­ mento de\ 1173 giugno 20, App. I n. II) e suo successore come conte. - (19) Vcdi ii documento citato nella nota (Iß), - (20) Documenta de! 1198 ott. 24 ;Orig. Padova Arch. Com., Arch. Diplomatico n. 515). - (21) Vedi ii documento citato notla n'ota ;16). - (22) Orig. de! 1172 die. 1 (S. Zaccaria, Perg. B. XXIX). - (23) Vedi ii documenta de! 1195 marzo 8 (App. I n. V). - (24) Ne! documento de! 119:i die. 22 (App. I n. VIII) si parla di Jui come quondam. - (25) Anna les Sanctae Trinitatis, Mon. Germ. Hist., SS. XVIIII (Hannover 1866) pag. 5. - ;26) Vedi ii documenlo citato nella nota (24). - ,27) Docurnento de! 1195 maggio 15 (App. I n. VI). - (28) In ogni modo non viene pii1 nominato negli atti del dicembre 1195, _folio 11ursto sintomatico. - (29) Probabilmente un fratdlo del conic Enrico, morto prima dd lfö5 (vedi sopra).