CONFRONTO MARZO 2011

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trovato un sostegno nel- le tabelle pubblicate sul sito del ministero del Tesoro (www.tesoro.it/ ministero/commissioni/ copaff ). Il quadro che ne emerge, per i nostri piccoli Comuni è, a dire poco, preoccupante. (tabelle a pag. 3) bilità di meglio control- lare come si spendono i soldi. Così a naso mi pare di poter dire che, come è stato formulato il fede- ralismo municipale, le affermazioni di princi- pio a sostegno di questa riforma, sono delle “balle”. Il mio scetticismo ha Siamo forse alla vigilia di una svolta nei rappor- ti tra il Governo e i Co- muni. In questi giorni si sta parlando di federali- smo municipale, spac- ciandolo come la solu- zione di tutti i mali. Fi- nalmente, dicono, ci saranno più risorse per i Comuni virtuosi e i cit- tadini avranno la possi- FEDERALISMO: una scure sui piccoli comuni di Aldo Bruna A cura del Partito Democratico — Circolo di Cortemilia e Valli www.issuu.com/confronto www.issuu.com/confronto www.issuu.com/confronto www.issuu.com/confronto e.mail: [email protected] Via Cavour n. 7 - Cortemilia Anno XI- n. 1 - marzo 2011 Il 17 marzo 2011 cadono i 150 anni dalla prima seduta del Parla- mento italiano, tenutasi appunto il 17 marzo 1861 a Palazzo Carigna- no, a Torino. Da allora, almeno a cadenza cinquantennale, si festeg- gia l’avvenimento. Ancora oggi, entrando a Torino, troviamo Italia 61, l’area espositiva di Torino che nel 1961 raccolse oltre quattro milioni di visitatori. A tutti gli studenti dell’epoca vennero distri- buite pubblicazioni sul centenario e tutti si sentirono un po’ più ita- liani. Oggi i nostri malgovernanti sono riusciti a rovinare le celebrazioni con il tormentone festa sì -festa no; il ministro leghista Calderoli ha parlato di follia costituzionale e che fosse per lui toglierebbe anche la festa del primo maggio. Non gli risponderemo come quell’elettore leghista che, intervistato sulla Rai, al cronista ha detto “Per forza, Calderoli non lavora nemmeno gli altri giorni”, perché abbiamo ri- spetto di tutti i lavori, anche del lavoro dei politici. Ci sentiamo di dire, però, che ci sarebbe piaciuto arrivare a questa festa più uniti, ci sarebbe piaciuto che tutti ci fossimo sentiti fiera- mente italiani, orgogliosi delle belle pagine di storia che gli Italia- ni hanno saputo scrivere, delle bellezze del nostro Paese; non già perché italiano sia meglio di fran- cese o di tunisino o di bengalese, ma perché solo amando profonda- mente il proprio Paese si può pen- sare più al bene comune che al proprio interesse, si possono capi- re le ragioni di chi abbandona il proprio Paese per migrare in terra straniera, ci si può sentire vera- mente cittadini del mondo. SANITA’ E SONDAGGI pag. 2 FEDERALISMO per i piccoli Comuni - di Aldo Bruna pag. 3 Ricordando Carlo Dotta - di Lalo Bruna pag. 4 Un Cortemiliese DOC di Ginetto Pellerino pag. 5 Che tipo di unità di Giovanni Destefanis pag. 6 Il ritorno di Veltroni di Ginetto Pellerino pag. 7 FESTA DE L’UNITA DI ITALIA - IL PROGRAMMA pag. 8 Sommario: le due chiese di San Michele e San Pantaleo, i due campa- nili con il suono festoso delle campane; vedi la Pieve, l’ex Convento, i ruderi del Ca- stello, la torre, le vie, le piaz- ze, i portici. Le nostre colli- ne, la nostra campagna, i negozi, gli esercizi pubblici, le persone anziane, i giovani. E allora capisci quanto sia grande il tuo amore per la tua Cortemilia così lonta- na”. E ancora. “E che amas- si tanto il mio paese l’ho provato quando, di ritorno dalla prigionia, in una notte buia dell’estate del 1945, mi trovai a pedalare in sella a una scassata bicicletta, sen- za fanale, da Acqui a Corte- milia. Leggo dal mio vecchio diario: Pedalo a più non posso, arrivo a Terzo e sba- glio strada, devo tornare indietro, poi supero in un baleno Bistagno; tra Bista- (Continua a pagina 4) sto quando, poco più che ventenne, era stato portato in un campo di concentramento tedesco, vittima innocente anche lui, come tanti milioni di giovani, della follia e della malva- gità di Hitler e di Mus- solini. Leg- giamo. “Ho inizia- to ad amare c o n tutte le m i e forze Cortemilia quando, ancora tropo giovane, mi trovai, mio malgrado lontano dalla pa- tria, prigioniero di guerra in un campo di concentramento nel nord della Germania. Il suono lontano di una campa- na, la risata di un bimbo, l’abbraccio di due innamo- rati ti ricordano il tuo paese: Caratteristica peculiare del maestro Carlo Dotta, di tutta la sua attività pubblica e am- ministrativa (ben documenta- ta nella bella mostra allestita nei locali del convento e che altri, più autorevoli di me, rimarcheranno certamente nei loro interventi), culmina- ta nel 1964 con l’elezione a sindaco, è stata senza dubbio il suo amore per Cortemilia, amore che – ce lo dice lui stesso nel suo bel libro “Curtmija ed na vota” del 1994 – era iniziato assai pre- Ricordando CARLO DOTTA di Lalo Bruna FESTA DE L’UNITA’ di ITALIA 17-19 MARZO 2011 Programma completo in ultima pagina CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO CONFRONTO

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A CURA DEL PD DI CORTEMILIA

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Page 1: CONFRONTO MARZO 2011

trovato un sostegno nel-

le tabelle pubblicate sul

sito del ministero del

Tesoro (www.tesoro.it/

ministero/commissioni/

copaff). Il quadro che

ne emerge, per i nostri

piccoli Comuni è, a dire

poco, preoccupante.

(tabelle a pag. 3)

bilità di meglio control-

lare come si spendono i

soldi.

Così a naso mi pare di

poter dire che, come è

stato formulato il fede-

ralismo municipale, le

affermazioni di princi-

pio a sostegno di questa

riforma, sono delle

“balle”.

Il mio scetticismo ha

Siamo forse alla vigilia

di una svolta nei rappor-

ti tra il Governo e i Co-

muni. In questi giorni si

sta parlando di federali-

smo municipale, spac-

ciandolo come la solu-

zione di tutti i mali. Fi-

nalmente, dicono, ci

saranno più risorse per i

Comuni virtuosi e i cit-

tadini avranno la possi-

FEDERALISMO: una scure sui piccoli comuni di Aldo Bruna

A cura del Partito

Democratico — Circolo

di Cortemilia e Valli

www.issuu.com/confronto www.issuu.com/confronto www.issuu.com/confronto www.issuu.com/confronto e.mail: [email protected]

Via Cavour n. 7 - Cortemilia Anno XI- n. 1 - marzo 2011

Il 17 marzo 2011 cadono i 150

anni dalla prima seduta del Parla-

mento italiano, tenutasi appunto il

17 marzo 1861 a Palazzo Carigna-

no, a Torino. Da allora, almeno a

cadenza cinquantennale, si festeg-

gia l’avvenimento. Ancora oggi,

entrando a Torino, troviamo Italia

61, l’area espositiva di Torino che

nel 1961 raccolse oltre quattro

milioni di visitatori. A tutti gli

studenti dell’epoca vennero distri-

buite pubblicazioni sul centenario

e tutti si sentirono un po’ più ita-

liani.

Oggi i nostri malgovernanti sono

riusciti a rovinare le celebrazioni

con il tormentone festa sì -festa

no; il ministro leghista Calderoli

ha parlato di follia costituzionale e

che fosse per lui toglierebbe anche

la festa del primo maggio. Non gli

risponderemo come quell’elettore

leghista che, intervistato sulla Rai,

al cronista ha detto “Per forza,

Calderoli non lavora nemmeno gli

altri giorni”, perché abbiamo ri-

spetto di tutti i lavori, anche del

lavoro dei politici.

Ci sentiamo di dire, però, che ci

sarebbe piaciuto arrivare a questa

festa più uniti, ci sarebbe piaciuto

che tutti ci fossimo sentiti fiera-

mente italiani, orgogliosi delle

belle pagine di storia che gli Italia-

ni hanno saputo scrivere, delle

bellezze del nostro Paese; non già

perché italiano sia meglio di fran-

cese o di tunisino o di bengalese,

ma perché solo amando profonda-

mente il proprio Paese si può pen-

sare più al bene comune che al

proprio interesse, si possono capi-

re le ragioni di chi abbandona il

proprio Paese per migrare in terra

straniera, ci si può sentire vera-

mente cittadini del mondo.

SANITA’ E SONDAGGI pag. 2

FEDERALISMO per i piccoli Comuni - di Aldo Bruna

pag. 3

Ricordando Carlo Dotta - di Lalo Bruna

pag. 4

Un Cortemiliese DOC di Ginetto Pellerino

pag. 5

Che tipo di unità di Giovanni Destefanis

pag. 6

Il ritorno di Veltroni di Ginetto Pellerino

pag. 7

FESTA DE L’UNITA DI ITALIA - IL PROGRAMMA

pag. 8

Sommario:

le due chiese di San Michele

e San Pantaleo, i due campa-

nili con il suono festoso delle

campane; vedi la Pieve, l’ex

Convento, i ruderi del Ca-

stello, la torre, le vie, le piaz-

ze, i portici. Le nostre colli-

ne, la nostra campagna, i

negozi, gli esercizi pubblici,

le persone anziane, i giovani.

E allora capisci quanto sia

grande il tuo amore per la

tua Cortemilia così lonta-

na”. E ancora. “E che amas-

si tanto il mio paese l’ho

provato quando, di ritorno

dalla prigionia, in una notte

buia dell’estate del 1945, mi

trovai a pedalare in sella a

una scassata bicicletta, sen-

za fanale, da Acqui a Corte-

milia. Leggo dal mio vecchio

diario: Pedalo a più non

posso, arrivo a Terzo e sba-

glio strada, devo tornare

indietro, poi supero in un

baleno Bistagno; tra Bista-

(Continua a pagina 4)

sto quando, poco più che

ventenne, era stato portato in

un campo di concentramento

tedesco, vittima innocente

anche lui, come tanti milioni

di giovani, della follia e della

malva-

gità di

Hit ler

e di

M u s -

solini.

L e g -

giamo.

“ H o

inizia-

to ad

amare

c o n

tutte le

m i e

f o r z e

Cortemilia quando, ancora

tropo giovane, mi trovai, mio

malgrado lontano dalla pa-

tria, prigioniero di guerra in

un campo di concentramento

nel nord della Germania. Il

suono lontano di una campa-

na, la risata di un bimbo,

l’abbraccio di due innamo-

rati ti ricordano il tuo paese:

Caratteristica peculiare del

maestro Carlo Dotta, di tutta

la sua attività pubblica e am-

ministrativa (ben documenta-

ta nella bella mostra allestita

nei locali del convento e che

altri, più autorevoli di me,

rimarcheranno certamente

nei loro interventi), culmina-

ta nel 1964 con l’elezione a

sindaco, è stata senza dubbio

il suo amore per Cortemilia,

amore che – ce lo dice lui

stesso nel suo bel libro

“Curtmija ed na vota” del

1994 – era iniziato assai pre-

Ricordando CARLO DOTTA di Lalo Bruna

FESTA DE

L’UNITA’

di ITALIA

17-19 MARZO 2011

Programma completo

in ultima pagina

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Page 2: CONFRONTO MARZO 2011

CONFRONTO Pagina 2

SANITA’: non r ingraziamo Cota

no, che sarà il nostro ospedale

di riferimento, su una strada

percorribile non diciamo in

pochi minuti ma nemmeno in

un ora (come è attualmente),

perché di fronte a certe malat-

tie o traumi il tempo può essere

fondamentale.

Cota, allora, oltre agli ospedali

pensi anche alle strade per rag-

giungerli.

Un recente sondaggio commis-

sionato dalla Regione Piemon-

te ha messo in evidenza come i

cittadini preferiscono essere

curati in un buon ospedale,

anche non vicino a casa, piutto-

sto che in un cattivo ospedale

vicino a casa. A parte

l’ovvietà, vorremmo però che

gli ammalati della valle Bormi-

da e dell’Alta Langa potessero

disporre sempre più di efficien-

ti servizi ambulatoriali in loco;

la tendenza sembra invece piut-

tosto quella di tagliare. Ad

esempio, sono stati completa-

mente tagliati i fondi per le

persone non autosufficienti: un

provvedimento che penalizzerà

in particolare la nostra zona

dove la popolazione anziana è

particolarmente numerosa.

Anche lo scorporo degli ospe-

dali dalle ASL rischia di otte-

nere un effetto contrario rispet-

to a quanto sperato.

Per questi motivi non diciamo

grazie a Cota.

“...sono stati completamente tagliati i fondi per la non-auto -sufficienza”

La Regione Piemonte ha deciso

di riformare la sanità con

l’intento di risparmiare soldi

(ci riuscirà sicuramente perché

per il 2011 ha deciso un taglio

di oltre 100 milioni di euro) e

offrire migliori servizi ai citta-

dini (il che è tutto da verifica-

re).

La Lega Nord ha immediata-

mente riempito i cartelloni con

mega-manifesti in cui campeg-

gia la scritta “grazie Cota”.

Noi non ringraziamo o, alme-

no, non ancora.

Vorremmo prima di tutto, che

anche i cittadini di Cortemilia e

dell’Alta Langa, in particolare

gli ammalati, potessero rag-

giungere l’ospedale di Verdu-

SONDAGGI

Non sappiamo se ci saranno le

elezioni politiche a breve o se

la legislatura continuerà ancora

per due anni. Gli istituti di

sondaggi stanno comunque

lavorando a pieno regime. Ab-

biamo allora provato a fare una

sintesi dei sondaggi, prenden-

do i dati di sette Istituti (EMG,

PARTITO PERCENT. MEDIA

POPOLO delle LIBERTA’ 29,1%

PARTITO DEMOCRATICO 26,0%

LEGA NORD 10,6%

SINISTRA ECOL. e LIBERTA’ 7,9%

UNIONE DI CENTRO 6,1%

ITALIA DEI VALORI 5,9%

FUTURO E LIBERTA’ 5,4%

DIGIS, CFI, FULLRESE-

ARCH, IPSOS, DEMOPOLIS,

TECNE’, dati pubblicati sul

sito della Presidenza del Con-

siglio), che hanno effettuato le

rilevazioni tra il 27 gennaio ed

il 14 febbraio 2011. Se si an-

dasse a votare oggi, la situazio-

ne potrebbe essere la seguente:

Si può constatare come la si-

tuazione sia altamente incerta,

con il polo PDL-Lega Nord al

39,7% (ma un anno fa veleg-

giava intorno al 50%) e il polo

di centro sinistra (PD-IDV-

SEL) al 39,8%. Il Centro, che

potrebbe fare da arbitro, viag-

gia intorno all’11,5%. Natu-

ralmente questi sono solo son-

daggi e molto dipenderà dalle

alleanze che si costruiranno; è

chiaro comunque che, ormai

da tempo, il PDL sta perdendo

consensi e, in queste ultimissi-

me settimane, sembra perdere

qualche colpo anche la Lega

Nord. Staremo a vedere.

E’ stata inaugurata

venerdì 18 febbraio

la nuova sede della

Camera del Lavoro

in via Dante Ali-

ghieri. La sede è

aperta tutti i venerdì

mattina dalle 8.30

alle 11.30 ed offre

consulenza in mate-

ria pensionistica e

tributaria (mod.

RED, 730, certifica-

zione ISEE, rapporti

con INPS ecc.).

La redazione di

CONFRONTO formula i migliori auguri.

Page 3: CONFRONTO MARZO 2011

CONFRONTO Pagina 3

CATTIVERIE di Riccardo Ferrero

Finalmente una grande notizia. Il capo del governo ha recentemente organizzato nella sua splendida villa una cena invitando un

grande luminare della medicina per informarsi sulle scoperte delle cellule staminali, un geologo e un meteorologo, per prevenire

catastrofi ambientali e desertificazione del territorio, un ingegnere ambientale per sfruttare le fonti rinnovabili e anche una gran

bella professoressa per un parere sulla riforma universitaria.

Non mancavano giovani neolaureati ricchi di masters e riconoscimenti.

Alla fine della cena il capo del governo della Costa d’Avorio si è rilassato raccontando una barzelletta dove si dice che nel 5°

paese più industrializzato al mondo si svolgono famose cene di un Presidente del Consiglio con grandi pensatori come Lele Mo-

ra e Emilio Fede attorniati da giovani donne che mettono in mostra tutta la chirurgia estetica e pettoruta e dove si pratica il bunga

-bunga.

Allora, qual è il terzo mondo? Io ho un dubbio: il vero terzo mondo è quello dove la pelle è più chiara.

Queste sono le nude cifre.

Si dice poi che verrà

costituito un fondo di

solidarietà che dovrebbe

mettere a posto le

macroscopiche differenze,

con una compartecipazione

all’IVA spesa nelle singole

Regioni. In altre parole lo

Stato incassa l’IVA e parte

di questa verrà devoluta

alle Regioni che, a loro

volta, la riverseranno ai

singoli comuni per ridurre

le differenze (a questo

punto non si capisce

perché si parli di

federalismo: se è lo Stato

che la incassa e poi la

devolve il federalismo

centra come i cavoli a

merenda).

Piuttosto il disegno che si

intravede, dietro a queste

misure e non solo da oggi,

è la volontà di arrivare alla

chiusura dei piccoli

comuni. Scelta giusta o

sbagliata? Non sono in

grado di fornire una

risposta soddisfacente.

Sarebbe comunque il caso

di cominciarne a discutere,

in particolare i sindaci. E’

il caso di aspettare che sia

lo Stato centrale a

decretare la soppressione

dei piccoli comuni? Non

sarebbe forse il caso di

a vv i a r e u n a s e r i a

riflessione sulla necessità

di a r r ivare ad un

accorpamento tra alcuni

Comuni? Le decisioni di

altri, giuste o sbagliate che

siano, è meglio anticiparle

piuttosto che subirle. ■

(segue da pagina 1)

FEDERALISMO: la scure sui piccoli comuni di Aldo Bruna

Page 4: CONFRONTO MARZO 2011

CONFRONTO Pagina 4

RICORDANDO CARLO DOTTA di Lalo Bruna

divertendo non poco lo scritto-

re cuneese Nuto Revelli, ospite

una volta di una di queste

“nostre feste”, che ricorderà

più volte l’episodio in alcune

sue interviste. Memorabile la

pubblicità che si allestì, in po-

chi giorni, nell’estate del 1976,

per un liquore allora assai in

voga, la “Grappa Julia”. Tutte

le 7-8 famiglie di Bruceto era-

no impegnate, in quei giorni, a

mietere il grano. Però, quando

il loro Sindaco gli chiese se

potevano dargli una mano per

non perdere questa occasione,

tutti i mietitori abbandonarono

i loro attrezzi nei campi e, per

due giorni, non pensarono ad

altro. La festa e la pubblicità

riuscirono benissimo, e grande

fu la soddisfazione (sia pure

accompagnata da un po’ di

delusione perché invece di

Cortemilia-Bruceto, si parlava

di Langhe d’Alba) quando luo-

ghi e persone di Bruceto, in

particolare Dario Rolando con

due attori professionisti, appar-

vero sui più importanti periodi-

ci italiani (Famiglia Cristiana,

Panorama, L’Espresso, Oggi e

altri).

O, ancora, il suo costante inte-

ressamento e incoraggiamento

per le vicende pallonistiche

della nostra squadra, specie nei

momenti più tristi, come quan-

do – era l’estate del 2002 – la

rete dello sferisterio fu abbattu-

ta da un temporale di inaudita

violenza. Fu il primo, Dotta (e

non ebbe molti epigoni…)

a contribuire materialmen-

te, perché l’attività potes-

se continuare: “Cortemilia

– disse – non può rimane-

re senza pallone elastico”.

Ma l’episodio che ricordo

con maggiore nostalgia

(e , se mi è consentito, con

legittimo orgoglio) è la

nascita, nel 1970, dei gio-

chi della gioventù di atle-

tica leggera, che il Sinda-

co Dotta, nonostante i suoi

mille altri impegni, certa-

mente più importanti, vol-

le con forza.

Conoscendo la mia pas-

sione per l’atletica, mi

chiamò a collaborare, inve-

stendomi subito, anzi, nono-

stante avessi soltanto 21 anni,

di un ruolo di primo piano.

Quei “giochi” – e quelli suc-

cessivi fino al 1980 – furono

davvero un esempio di ottima

organizzazione e portarono

anche a risultati sportivi im-

portanti. Io feci la mia parte

ma il vero motore di tutta

l’attività era il nostro Sindaco

che riuscì, con la sua autore-

volezza, a coinvolgere tutto il

paese, in particolare commer-

cianti e imprenditori, nella

realizzazione di queste impor-

tanti giornate di sport giova-

nile.

E quando, nel vecchio campo

-scuola di Cuneo, il nome di

Cortemilia echeggiava con

sorprendente frequenza a te-

stimoniare gli ottimi risultati

dei nostri piccoli atleti, la

gioia, vorrei dire la commo-

zione, del Sindaco Dotta era-

no veramente palpabili. Per

lui, sentire che Cortemilia –

così lontano da tutto, così

isolata e troppo spesso colpe-

volmente dimenticata e umi-

liata – era in grado, almeno

nello sport, di recitare un ruo-

lo da protagonista, di rivaleg-

giare spesso superandole, con

realtà importanti come Cune-

o, Alba, Bra, Mondovì, Saluz-

zo…, era davvero motivo di

soddisfazione, di orgoglio, di

felicità.

gno e Monastero vado a sbatte-

re contro i resti di un ponte

distrutto dalla guerra, ma ci

vuole altro per fermarmi (…).

Sono le due del mattino e la

notte è sempre più buia. Supe-

rata Vesime, intravedo il ponte

di Perletto, e qui cominciano a

cadere le prime lacrime, che ai

Dui Stradun diventeranno così

fitte da impedirmi quasi di pro-

seguire. Ora sono al Pruz, re-

gione Sampò, ed ecco il lungo

vialone: ma, oh povero me! Il

mio cuore ha un sobbalzo, pare

che debba scoppiare da un mo-

mento all’altro, sembra proprio

che mi voglia lasciare, ed è

proprio così, perché er me

cheur ul’è za an ter pais, ul’è a

Curtmija! Ah Curtmija! Curtmi-

ja!”

Altri – ripeto – ricorderanno i

grandi meriti del Dotta ammini-

stratore che, senza tanti procla-

mi (che differenza con i nostri

attuali, a tutti i livelli, “governi

del fare”!), ha fatto, lui sì, dav-

vero tanto per Cortemilia. Io, al

contrario, attingendo qualche

episodio dai miei ricordi perso-

nali (mi onorava, nonostante la

non piccola differenza di età,

della sua stima e della sua ami-

cizia, e così ebbi diverse occa-

sioni di dargli una mano nel suo

lavoro), parlerò di un Dotta

forse “minore”, senz’altro meno

conosciuto, ma nel quale, non

meno che nell’amministratore

capace di grandi opere, l’amore

per Cortemilia, pienamente

corrisposto dalla quasi totalità

dei suoi concittadini, risplende-

va intensamente.

E voglio ricordare, allora, in

una veloce carrellata, le tante

feste organizzate – sempre con

lo scopo principale di far cono-

scere Cortemilia – nella frazio-

ne campestre di Bruceto, dove

io insegnai per un anno nel

1976 (forse l’anno più bello

della mia vita), e dove il sinda-

co Dotta era veramente adorato,

tanto che una sua foto aveva

preso il posto nella piccola

scuola locale, del ritratto del

Presidente della Repubblica

Giovanni Leone, stupendo e

(Continua da pagina 1)

“una sua foto aveva preso il posto del ritratto del Presidente

della Repubblica”

Page 5: CONFRONTO MARZO 2011

CONFRONTO Pagina 5

Non è stato facile individuare, tra le centinaia di fotografie e di articoli di giornale presenti nel suo archivio personale, quelli che

potessero meglio di altri testimoniare la personalità, l’impegno ed il profondo intreccio con la sua Cortemilia di quello che pos-

siamo definire il Sindaco per antonomasia. Carlo Dotta è stato infatti alla guida del nostro paese dal 1964 al 1980, è stato il Sin-

daco che ha governato Cortemilia per maggior tempo caratterizzando il suo mandato amministrativo con una particolare atten-

zione per la crescita economica e culturale di Cortemilia. Carlo Dotta è stato però anche molto altro, a partire dalla sua esperien-

za in un campo di concentramento in Germania, alla sua attività di maestro elementare che ha educato centinaia di giovani langa-

roli, dal suo impegno nel Moto Club Cortemiliese (che guidò dal 1953 al 1958) e nella Pro Loco (è con lui e Piero Delprato che

nasce la Sagra della Nocciola) a quello di Presidente dell’Ospedale Santo Spirito.

La mostra cerca di raccontare tutto questo, con gli articoli di giornale che partono dal 1962 (una “mitica” sfida tra tifosi Toro-

Juve svoltasi al campo sportivo di Cortemilia) per arrivare fino al 1990, l’anno in cui le primarie di Cortemilia lo confermarono

ancora come uno tra gli uomini più amati ed apprezzati dai suoi concittadini.

Molte fotografie, invece, risalgono anche ad anni precedenti: si può vedere il Vice Presidente del Consiglio Saragat inaugurare la

Sagra della Nocciola nel 1955 o l’elezione di Miss Centauro del 1956, l’enologo Luigi Veronelli nel 1959 in una cena langarola

presentata a Palazzo Serbelloni a Milano; molte sono le foto di classe, a partire dall’anno scolastico 1950-1951 a Torre Bormida

per arrivare alla fine degli anni ’70 nell’ultima sua classe prima del pensionamento.

La mostra non può certo restituire l’umanità di Carlo Dotta, la sua simpatia, il suo far sentire tutti a proprio agio e, in qualche

misura, importanti, ma leggendo gli articoli di giornale e guardando le fotografie sarà possibile almeno vedere l’uomo pubblico

ed attraversare con lui trent’anni di vita di Cortemilia.

UN CORTEMILIESE DOC

di Ginetto Pellerino

gioie della liberazione e del

ritorno a Cortemilia sono

raccontate nel libro "Ricordi

di guerra e di prigionia dei

due Dotta di Cortemilia",

scritto insieme ad un altro

cortemiliese, il suo omonimo

Carlo Dotta, anch'egli rin-

chiuso in un lager nazista.

I primi anni di insegnamento

lo vedono a Cravanzana, Ber-

golo, Torre Bormida, tutti

paesi dell'Alta Langa.

Nel 1949 sposa Argentina

Berutti e nel 1951 nasce il

loro figlio, Carlomaria. Negli

anni '50 ottiene il trasferimen-

to a Cortemilia e comincia la

grande avventura sociale e

politica.

Fonda la Pro-Loco con Piero

Delprato e, con lui nel 1952,

inventa e organizza la prima

Sagra della Nocciola; fonda il

Moto Club e, negli anni '60

diventa Presidente dell'Ospe-

dale Santo Spirito che sta

vivendo un momento diffici-

le; si getta a capofitto nell'im-

presa di salvarlo e ce la fa

grazie agli aiuti del Vescovo di

Alba e ad una serie di iniziative

benefiche.

Nel 1964 diventa sindaco e lo

rimane fino al 1980. Sono gli

anni della grande crescita eco-

nomica di Cortemilia con

l’insediamento delle fabbriche

Miroglio, della promozione

turistica e culturale e delle pri-

me manifestazioni contro l'in-

quinamento Acna.

Carlo Dotta è il protagonista

assoluto di queste iniziative;

fonda il gruppo Avis e diventa

Assessore della Comunità

Montana Alta Langa sfio-

rando anche il seggio

senatoriale nelle fila del

Psdi, il partito del Presi-

dente Saragat. Sarà un

altro Presidente, Sandro

Pertini, nel 1980, a confe-

rirgli l'onorificenza di

Cavaliere Ufficiale, a cui

seguirà nel 1982 il Pre-

mio Fedeltà all'Alta Lan-

ga con medaglia d'oro

assegnatogli dal Comune di

Bergolo e dalla Comunità mon-

tana Alta Langa.

Tutte le imprese del "piccolo

grande uomo" sono raccontate

nel suo libro "Curtmija ed na

vota, cun er so dialet", un volu-

me che narra anche le storie e i

personaggi di Cortemilia e

spiega aneddoti e curiosità di

un dialetto unico, ibrido, dove

trionfano le “z”, tipico delle

zone di confine tra Piemonte e

Liguria.

Nel 2003 la Confraternita della

nocciola “tonda gentile di Lan-

ga” istituisce il premio “Un

Cortemiliese Doc” con cui si

vuole segnalare e ringraziare

un cittadino di Cortemilia di-

stintosi per impegno, capacità,

professionalità e passione per il

proprio paese e il proprio terri-

torio.

Il riconoscimento viene asse-

gnato a Carlo Dotta, il maestro,

il sindaco, morto nei giorni

scorsi all’età di 87 anni. Per

oltre mezzo secolo ha avuto un

ruolo di primo piano nella vita

pubblica cortemiliese.

Nel ricordarlo, pubblichiamo

le motivazioni del premio:

<Di sé ha sempre detto di

essere un piccolo sindaco

scherzando sulla sua statura

ma per Cortemilia è stato il

sindaco per eccellenza. La

prima edizione del premio

"Un Cortemiliese D.O.C.",

ideato e organizzato dalla

Confraternita della Nocciola

Tonda Gentile di Langa, non

poteva che fornire la giusta

riconoscenza ad un uomo che

ha dedicato molti anni della

sua vita a Cortemilia: Carlo

Dotta, il maestro, il sindaco.

Nato nel 1922 e conseguito il

diploma all'Istituto Magistrale

di Alba, parte per la guerra.

Nel 1943 viene rinchiuso nei

campi di concentramento in

Germania dove rimane fino

all'aprile del '45. Le paure e le

sofferenze della prigionia, le

“Per oltre

mezzo secolo ha avuto un ruolo di

primo piano nella vita

cortemiliese”

LA MOSTRA

al

CONVENTO

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CONFRONTO Pagina 6

del parcheggio sotterraneo in

piazza della Vittoria e la

ristrutturazione dello storico

Palazzo di Città. Era molto

conosciuto anche nel basso

Piemonte, dove si era sposa-

to, a Bergolo nel 1965, con

Olga Pellerino.

Inoltre, in rappresentanza del

comune di Cairo e della pro-

vincia di Savona, aveva pre-

so parte a incontri e manife-

stazioni nel periodo della

lotta all’Acna, a cavallo tra

gli anni ’80 e ’90.

La presentazione del libro è

curata dalla figlia Stefania

Chebello e dall’editrice An-

CHE T I PO D I UN I TA’ ? d i G i o v a n n i D e s t e f a n i s

famoso e celebrato dell insurre-

zione promossa da Carlo Pisa-

cane in Campania , la

“spedizione di Sapri”, dove la

popolazione non solo non insor-

se ma massacrò il Pisacane e

numerosi suoi seguaci. In segui-

to, come è noto, Garibaldi ed

altri, pur non abbandonando di

fatto l'idea repubblicana, si ade-

guarono all'ipotesi, poi vincen-

te, di uno stato monarchico.

Altri pensatori come Vincenzo

Gioberti e Antonio Rosmini,

preti, elaborarono proposte di

tipo federalista sotto la direzio-

ne del papa, il primo in nome di

un “primato morale e civile

degli italiani” consistente in-

nanzitutto nella comune fede e

cultura cattolica. Lo stesso papa

Pio IX all'atto della sua elezione

aveva mostrato aperture a rifor-

me di tipo liberale e concesso

addirittura una Costituzione,

per poi richiudersi in un conser-

vatorismo sempre più rigido ed

intransigente dopo le vicende

della Repubblica Romana del

48. Altra ipotesi federalista fu

quella di un altro intellettuale e

filosofo, Carlo Cattaneo. Ani-

mato da profondi interessi uma-

nitari, laico e liberale, fu colpito

durante la sua formazione dal

sistema federale svizzero che ha

aspetti sociali, storici e culturali

molto specifici e caratterizzati

da una sostanziale omogeneità

economica. Il suo pensiero fe-

derativo (non un vero e proprio

progetto) aveva peraltro anche

basi sociologiche, di origine

illuministica, relative ad una

“federazione di intelligenze”

libere e spontanee e all'ugua-

glianza delle condizioni econo-

miche e culturali di partenza,

posizione peraltro assimilabile a

certe utopie sociali di stampo

anglosassone. Come è noto alla

fine prevalse il “semplice” mo-

dello monarchico, sostenuto

dalla “realpolitik” di Cavour,

uno stato accentratore e, per

quanto liberale, molto chiuso a

qualsiasi forma di autonomia

locale, compresa quella dei

comuni, rigidamente sottoposti

al controllo dei prefetti, e nel

contempo attento invece a sal-

vaguardare gli interessi della

borghesia. Nella normativa ori-

ginale dello Statuto Albertino il

suffragio elettorale era di tipo

censitario, con l'elettorato attivo

e passivo riservato a chi avesse

compiuto i 25 anni, sapesse

leggere e scrivere e pagasse 40

lire di “censo”. Magistrati, pro-

fessori, ufficiali erano ammessi

al voto anche se non arrivavano

alle 40 lire. I deputati, eletti in

collegi uninominali, erano 224.

La maggioranza della popola-

zione - 22.182.000 al 31 dicem-

bre 1861- era di fatto esclusa

dalla partecipazione alla vita

politica.

“...Mazzini fu, tra tutti, il più attento

alle condizioni di vita delle classi

disagiate…”

Nel periodo precedente l'unifi-

cazione ed anche a processo già

avviato fu molto intenso, in

Italia e non solo, il dibattito tra

intellettuali, filosofi, studiosi di

materie politiche ed economi-

che, membri della borghesia ma

a n c h e d e l l ' a r i s t o c r a z i a

“illuminata” ossia progressista,

sull'assetto istituzionale da dare

al paese. Vi parteciparono per-

sonalità di spicco, tutti di matri-

ce “liberale”, termine che all'e-

poca indicava il pensiero ispira-

to ai principi fondamentali della

libertà e dell'uguaglianza pro-

clamati dalla Rivoluzione Fran-

cese, pensiero che poi venne

elaborato e sviluppato in misure

più o meno radicali nella for-

mulazione dell'idea di ciò che

l'Italia Unita avrebbe dovuto

essere. Giuseppe Mazzini fu

uno dei principali teorici di uno

stato repubblicano e democrati-

co, tra tutti il più attento alle

condizioni di vita delle classi

più disagiate, il “proletariato”

italiano fatto di masse di conta-

dini in condizioni semiservili e

di operai in numero sempre

crescente e senza alcuna tutela

nei distretti industriali del cen-

tro nord. L'ipotesi repubblicana

a cui aderì anche Garibaldi e

diversi altri animò frequenti

moti insurrezionali, tutti falliti

perchè il popolo non comprese,

fu indifferente e talora persino

duramente ostile, come nel caso

politico amministrativo nel

1971, quando diventa capo-

gruppo consiliare del partito

socialista italiano. Dal ’75

all’80 è vicesindaco e nell’83

diventa sindaco.

Nel 1985 viene rieletto nuova-

mente primo cittadino in una

giunta a guida Pci-Psi e, con-

temporaneamente, riveste la

carica di consigliere provincia-

le di Savona come capogruppo

del PSI.

Nel 1991 viene nominato pre-

sidente dello IACP savonese.

Nel 1999 e nel 2004 sarà nuo-

vamente sindaco, questa volta

col centro-destra. Tra le opere

più importanti, la costruzione

Giovedì 24 marzo, alle 21, nel-

la sala consigliare del munici-

pio di Cortemilia, verrà presen-

tato il libro “Mio Padre”, dedi-

cato a Osvaldo Chebello, per

diverse legislature sindaco di

Cairo Montenotte, scomparso

nel 2006.

Il volume è stato scritto dalla

figlia Stefania Chebello.

E’ un filo diretto tra padre e

figlia, un’ intensa testimonianza

della vita di uno degli ammini-

s t r a t o r i p i ù a m a t i

nell’entroterra ligure, eletto per

quattro volte alla carica di pri-

mo cittadino.

Osvaldo Chebello, classe 1941,

muove i primi passi nel mondo

na Gentili. Interverranno

Ginetto Pellerino e gli ex

sindaci di Cortemilia e Tor-

re Bormida Carlo Bemer e

Cesare Canonica.

Si presenta il libro su CHEBELLO

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CONFRONTO Pagina 7

L I N G O T TO 2 : i l r i t o r n o d i V e l t r o n i di Ginetto Pellerino

ha saputo fare proposte strategi-

che per il paese, accantonare le

divisioni che sono il male oscuro

dei democratici e ridare slancio

mediatico a un partito in crisi

(non è un caso se dopo il 22 gen-

naio il Pd è risalito nei sondag-

gi). Alcune affermazioni sono

state forti ma veritiere come

quelle che il Pd <non può essere

il partito che dà sempre e co-

munque ragione alla Cgil, ai

magistrati, che difende i garantiti

e dimentica le ragioni della parti-

te Iva e della Cisl>.

Quelle sui problemi drammatici

dell’Italia sono state più crude

del solito: <La voragine del de-

bito pubblico potrebbe mangiarsi

il Welfare. L’Italia faccia come

la Germania, in modo da ridurre

il volume del debito all’80 per

cento e per farlo, si chieda una

patrimoniale di tre anni a quel

decimo di italiani che possiedo-

no il cinquanta per cento delle

ricchezze del paese>.

L’appassionata difesa dei preca-

ri, in stragrande maggioranza

giovani: <I precari, difesi a paro-

le dalla sinistra, vivono

nell’apartheid e dunque si punti

a una grande riforma, al bersa-

glio grosso, con la nascita

di un diritto unico del

lavoro che faccia finire la

vergognosa divisione tra

lavoratori, sempre più

pochi, con contratto a

tempo indeterminato e

un’enorme massa di altri

di serie B, C e D>.

L’attenzione verso le

partite iva e la proposta

della “no-tax area fami-

gliare” cara al cattolico

Forum delle Famiglie :

<Il nostro sistema fiscale

è organizzato intorno alle

due sole tradizionali com-

ponenti: lavoratori dipen-

denti e autonomi. E’ ora che

irrompa per ragioni di giustizia e

di equità il nuovo soggetto dei

lavoratori delle partire Iva, tanta

parte del tessuto produttivo ita-

liano. Inoltre,c’è bisogno del

pieno riconoscimento della fami-

glia come soggetto fiscale. Il

modo più concreto e corretto per

farlo è raccogliere la proposta

avanzata dal Forum delle asso-

ciazioni familiari e che va sotto

il nome di “no-tax area familia-

re”. Dal prelievo Irpef verrebbe

detratta una quota esente per

ciascun membro della famiglia,

una proposta giusta e realista

perché può essere adottata pro-

gressivamente, a partire dal

basso, e non presuppone una

immediata modifica di tutto il

sistema fiscale>.

Importanti le proposte politiche

venute dal Lingotto 2:

<Liberarsi dalla tentazione di

un populismo di sinistra. Il

populismo di Berlusconi si

batte con il riformismo>;

<Dobb i amo a f f r anca rc i

dall’illusione di costruire schie-

ramenti eterogenei solo contro

gli avversari per poi non riusci-

re a governare>;

<Bisogna avere il coraggio

dell’innovazione. Il motto dei

democratici deve essere non

difendere ma cambiare. Per

essere il polo di attrazione dei

moderati, la ricetta è il corag-

gio di cambiare su fisco, lavo-

ro, Welfare. Così le alleanze

verranno>.

Proprio sulle alleanze, dove ha

proposto un nuovo governo con

tutte le forze politiche di oppo-

sizione per vincere e poi, supe-

rata la fase di transizione, o-

gnuno per la sua strada, Veltro-

ni ha mostrato tutta la sua capa-

cità strategica.

Il Pd dopo il 22 gennaio è più

unito e, guarda caso, l’alleanza

di tutte le opposizioni, tipo

Comitato di Liberazione Nazio-

nale, è la più gettonata di questi

giorni.

Altro che minoranza del parti-

to, al Lingotto 2 è tornato il

leader che in tanti aspettavamo.

Politicamente parlando ho un

debole per Walter Veltroni. Di lui

mi piacciono la capacità di co-

municare emozioni e di scaldare i

cuori di chi ascolta, l’onestà intel-

lettuale e il coraggio di innovare,

la coerenza delle idee e il rispet-

to che ha sempre mostrato verso

tutti, avversari politici compresi.

Proprio da questi ultimi e anche

da qualche invidioso compagno

di partito è stato definito con

i r o n i a l ’ i n v e n t o r e d e l

“buonismo”, di un modo di far

politica eccessivamente corretto,

come se comportarsi bene e ri-

spettare le istituzioni fosse una

colpa.

Veltroni è un “buono”, certo ( se

per “buono” si intende sentimen-

tale, tollerante, benevolo anche

verso gli avversari), ma di quelli

“tosti” che sanno tirare fuori le

unghie quando serve e lo ha di-

mostrato in più occasioni, da

parlamentare, da ministro

(rinunciò sempre alla scorta), e da

sindaco di Roma, oggi molto

rimpianto.

Mi ha stupito, nell’estate 2009, l’

improvvisa decisione di lasciare

la guida del Partito Democratico,

la sua creatura politica nata meno

di due anni prima e condotta alle

elezioni politiche dell’aprile 2008

(impossibili da vincere dopo il

“karakiri” dell’Unione prodiana)

al 34%.

Per chi ha creduto nel suo pro-

getto riformatore le dimissioni da

segretario nazionale e la politica

di basso profilo adottata

nell’ultimo anno sono stati moti-

vo di delusione.

Di recente, il fatto che sia tornato

ad occuparsi delle vicende del Pd,

che ha bisogno come il pane di

lui, ha ridato slancio ed energia a

chi crede come me nella sua pro-

posta riformatrice.

Per questi motivi ho deciso di

partecipare sabato 22 gennaio al

Lingotto 2, l’incontro che Veltro-

ni e la sua corrente MoDem

(Movimento Democratico) hanno

indetto nell’ex stabilimento Fiat

di Torino, lo stesso luogo che nel

luglio 2007 aveva visto nascere,

sempre per opera dell’ex sindaco

di Roma, il progetto PD.

Anche in quest’occasione come

già nel 2007 Veltroni non ha tra-

dito le mie aspettative. In poco

più di un’ora di discorso “sodo”

“si punti a una grande riforma, con la nascita di un diritto

unico del lavoro che faccia finire la vergognosa divisione tra lavoratori”

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