Conflitti attualmente in corso nel Mondo - iccasella.gov.it · LE GUERRE NEL MONDO Come abbiamo...
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LE GUERRE NEL MONDO
Come abbiamo precedentemente studiato, una delle cause principali della enorme immigrazione
verso l’Europa ad opera di persone provenienti dagli altri continenti è da addebitare alle guerre
presenti in questi territori.
Vi sono Paesi in cui le guerre sono ormai parte integrante della quotidianità e, purtroppo, sembra
che non tendano ad esaurirsi. Da sempre l’uomo ha affrontato determinate situazioni ricorrendo alla
violenza invece che al confronto pacifico e civile, ma, a differenza del passato, oramai per mezzo
della globalizzazione è più facile per chi abita anche molto distante dalle zone di conflitto poter
documentarsi e venire a conoscenza di queste drammatiche situazioni.
Uno scontro nasce per diverse ragioni, che siano economiche, politiche o religiose e,
inevitabilmente, la guerra non ha mai risparmiato gli innocenti o chi solo non voleva avere niente a
che fare con essa.
Vi sono due diversi tipi di conflitto: la GUERRA CIVILE e la GUERRA SEPARATISTA.
La prima è caratterizzata dal fatto che ad affrontarsi sono gruppi di persone originari dello stesso
Stato, i quali sono in lotta soprattutto per questioni politiche o, talvolta, religiose.
La guerra separatista, invece, nasce dall'esigenza di una parte della popolazione dello Stato di
separarsi da esso e formare un'entità autonoma, poiché si sentono appartenere ad una etnia e a
tradizioni differenti.
• Come è possibile che esista la guerra separatista se in teoria le persone di una stessa nazione
dovrebbero avere una cultura e una lingua identica o comunque simile?
○ È possibile perché negli stati africani e asiatici, i confini attuali di molte nazioni sono stati
tracciati col Congresso di Berlino (1884) o durante la Prima guerra mondiale (Accordo Sykes-Picot)
e tali demarcazioni sono il frutto delle decisioni di alcune fra le nazioni più importanti al Mondo:
Inghilterra, Francia e America.
Tuttavia non bisogna limitare le cause delle guerre solo ed esclusivamente a tali avvenimenti storici,
ma anche alle situazioni inerenti al Colonialismo e alle importanti risorse presenti in quasi tutti i
Paesi in conflitto. Anche in questo caso, a rifornire i combattenti delle armi necessari sono molti
stati occidentali, così come spesso dietro alle origini o al voler protrarre a lungo i conflitti ci sono le
multinazionali che alimentano tali guerre per potersi accaparrare le materie prime fondamentali
presenti in questi territori.
Inoltre, numerosi sono i conflitti in cui solo una minoranza della popolazione di un determinato
Stato è coinvolta. Ad esempio nelle nazioni in cui i trafficanti di droga controllano intere regioni o
cittadine e dove, dunque, i governi devono intervenire militarmente. In questo caso non si può
parlare di guerra civile o separatista, bensì di CONFLITTO INTERNO ad uno Stato.
Ad ogni modo, i conflitti e le guerre in corso sono numerosi, soprattutto in Asia, America del Sud e
Africa.
Da segnalare, per quel che riguarda l’Europa, anche la guerra civile che si sta svolgendo in Ucraina
e la lotta della Cecenia per ottenere l’indipendenza dalla Russia.
Dalla prossima pagina, troverete una panoramica generale delle principali guerre che fino a qualche
anno fa, o ancora oggi, erano e sono presenti sul Pianeta, suddivise per continenti, prendendo in
considerazione solo quelle extraeuropee.
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AFRICA
Algeria
Intorno alla seconda metà degli anni '90 sanguinose stragi commesse dagli estremisti islamici si
contrapponevano a violente controffensive da parte dell'esercito dello Stato. Dopo 100.000 morti
(150.000 secondo altre versioni) la guerra non è ancora conclusa.
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Capitale: KINSHASA
Forma di governo: REPUBBLICA
Abitanti. 62.635.000 circa
Moneta: FRANCO-CONGOLESE
Lingua ufficiale: FRANCESE
Religioni principali: CATTOLICESIMO e PROTESTANTESIMO
Confini: nord con Sudan e Rep. Centroafricana,
nord est con Uganda,
est con Ruanda, Burundi e Tanzania,
sud est: Zambia e Angola,
ovest: Congo
Una "Guerra Mondiale Africana", come è stata definita, che vede combattersi sul territorio
congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per una ragione molto semplice: IL
CONTROLLO DEI RICCHI GIACIMENTI DI DIAMANTI, ORO E
COLTAN DEL CONGO ORIENTALE. Almeno 350mila le vittime dirette di questo
conflitto, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto
(secondo altre fonti sarebbero circa 500 mila uccisi nei combattimenti, circa 3
milioni morti per le carestie provocate dal conflitto). Questa guerra ha visto
inizialmente contrapporsi due etnie: gli HUTU e i TUTSI. Iniziata nel 1997, questa guerra civile ha sconvolto il Mondo, in quanto l’odio etnico ha portato al
massacro di migliaia di persone, compresi donne e bambini indifesi. Infatti, gli appartenenti ad uno
dei due schieramenti, se raggiungevano un villaggio in cui vivevano persone appartenenti all’altro
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gruppo li sterminavano senza pietà, anche a colpi di machete. È stata per l’appunto definita guerra
africana mondiale perché molti stati di tale continente ne sono rimasti coinvolti. Più precisamente
avevamo Uganda e Ruanda assieme ai Tutsi e Angola, Namibia e Zimbabwe con gli Hutu.
Quindi, ricapitolando:
TUTSI (Uganda, Ruanda) Vs HUTU (Angola, Namibia, Zimbabwe).
Dal 2002 i TUTSI, a loro volta, si sono divisi in due gruppi rivali e tutto ciò ha ulteriormente
generato confusione in questa terra martoriata, cioè devastata dai conflitti.
Quindi, dal 2002, abbiamo:
TUTSI (Uganda) Vs TUTSI (Ruanda)
Negli ultimi anni, dopo i vari incontri per cercare un compromesso fra le varie parti coinvolte, si è
riuscito ad ottenere il ritiro degli eserciti stranieri. Tuttavia persistono scontri in molti territori,
anche perché le nazioni che si sono ritirate dal Congo in realtà continuano a sostenere militarmente i
vari gruppi che ancora sono in lotta fra loro, ovvero. Ciò avviene soprattutto nella parte orientale
del Paese, dove le forze governative si scontrano con gruppi di ribelli armati e accusati dalla
comunità internazionale di crimini di guerra e di pesanti violenze e abusi ai danni della popolazione
civile. Il gruppo M23 (prevalentemente di etnia tutsi e sostenuto dal Ruanda) è responsabile di
torture, stupri e rapimenti, oltre che dell'utilizzazione di BAMBINI SOLDATO.
Ad ogni modo, quando si parla di etnie HUTU e TUTSI la memoria corre tristemente e
orrendamente all’anno 1994, quando in RUANDA fu compiuto un orrendo massacro da parte degli
Hutu nei confronti dei Tutsi, che causò fra le 800.000 e 1.000.000 di vittime (secondo altre stime
circa 500.00), molte delle quali donne e bambini.
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COSTA D'AVORIO
Capitale: YAMOUSSOUKRO
Moneta: FRANCO
Lingua: Francese
Religioni principali: CATTOLICESIMO e ISLAM
Confini: Nord con Mali, Burkina
Nord ovest: Guinea
Ovest: Liberia
Est: Ghana
Sud: bagnata dal Golfo di Guinea
Nel 1993 è scoppiata una tremenda guerra civile per questioni politiche. a seguito della scomparsa
del Presidente della Repubblica, Huophouet-Boigny , CAPACE DI RIMANERE AL POTERE
DAL 1960, ANNO IN CUI LA COSTA D’AVORIO HA OTTENUTO L’INDIPENDENZA
ALL’ANNO DELLA SUA MORTE.
L'errore più grande commesso da Huophouet-Boigny, fu quello di non riuscire a scegliersi un
successore. Da quel momento in avanti, infatti, è scoppiata una tremenda guerra civile per questioni
politiche. Forti contrasti si registrano, inoltre, tra le popolazioni settentrionali, a maggioranza
musulmana, e per buona parte di sangue misto, e le comunità meridionali in gran parte cristiane.
Un fenomeno drammatico della Costa d’Avorio, ma presente in molti altri Stati africani è stato ed è
quello dei cosiddetti BAMBINI SOLDATO, ovvero minori anche sotto i 7 anni che sono stati
reclutati per combattere o compiere crimini tremendi contro persone appartenenti ad altri gruppi
etnici, religiosi o politici.
Tale fenomeno si è allargato non solo ai bambini di sesso maschile, ma anche alle femmine. Un
articolo apparso su “Il fatto quotidiano”, è emblematico al riguardo: “… Una sanguinosa guerra
civile ha infiammato la Costa d’Avorio fino al 2011 e ancora oggi gli ultimi focolai non sono
ancora spenti. Come dietro ai tumori per i rifiuti tossici ci sono gli interessi di grandi
multinazionali quali la Trafigura, dietro alla guerra ci sono quelli geopolitici ed economici delle
grandi potenze occidentali, come nel caso della Costa d’Avorio, quelli neocoloniali della Francia,
interessata a garantirsi il proseguo del monopolio sullo sfruttamento delle risorse del paese.
È difficile quantificare il numero di bambini-soldato impegnati in questa guerra. Ancor più difficile
è quantificare quello delle bambine-soldato. Ma siamo nell’ordine delle decine di
migliaia. Bambine-soldato, non soltanto schiave sessuali dei miliziani (cioè militari) delle varie
fazioni, ma combattenti vere e proprie armate di machete e Kalashnikov che hanno ucciso e sono
state uccise. Arruolatesi per sfuggire alla fame o perché rapite e costrette a compiere crimini
orribili nei loro stessi villaggi: ammazzare genitori, parenti o, per le bambine, uccidere una donna
incinta allo scopo di assicurarsi che non avrebbero più potuto fare ritorno e che quindi non
avrebbero tentato di fuggire dai loro carnefici. Trasformate in carnefici a loro volta. Traumatizzate
dalle loro stesse azioni, rifiutate dalle loro famiglie e dalle loro comunità che le temono e le
disprezzano. Una volta posate le armi queste ragazze sono divenute il rifiuto tossico della guerra,
sversandosi nella discarica già colma della prostituzione”.
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ERITREA-ETIOPIA
ERITREA ETIOPIA
Capitale: ASMARA Capitale: ADIS ABEBA
Abitanti. 4.577.000 Abitanti: 77.127.000
Moneta: NAFKA Moneta: BIRR
Lingua. ARABO, Lingue:AMHARICO,
TIGRINO, italiano inglese, italiano,
religioni: ISLAM e somalo, tigrino
CRISTIANO-ORTOD. religioni: ISLAM e
Confini: CRISTIANO-ORTOD.
nord: Egitto, ma Confini: nord Eritrea
anche bagnata dal ovest: Sudan
Mar Rosso nord est: Eritrea
Ovest: Sudan sud ovest: Uganda
sud ovest: Sudan sud: Kenya
sud est: Somalia est: Somalia
Sud: Etiopia
Nord est: Bagnata
Dal Mar Rosso
Dopo una guerra trentennale (1962-1991), l’Eritrea ottiene finalmente la propria indipendenza
dall’Etiopia nel 1993, SENZA PERÒ STABILIRE CONFINI CHIARI E
DEFINITIVI. Dopo un rapido peggioramento dei rapporti tra i due Paesi, nel 1998 le truppe di
Asmara (capitale, città più popolata e il principale centro industriale, economico e
culturale dell'Eritrea) decidono di varcare il confine, dando inizio a una guerra a tutto campo
(1998-2000). Dopo 2 anni di conflitto e decine di migliaia di vittime (più di 70.000), Etiopia ed
Eritrea cessano le ostilità e si affidano all’Onu, ma i due Paesi sono ancora ben lontani dall’aver
trovato un accordo.
Nella zona non si registra la presenza di particolari risorse naturali che possano giustificare una
guerra. A pesare sul conflitto sono principalmente ragioni di prestigio e rivalità. Purtroppo, come
avviene spesso, le guerre si alimentano per via degli enormi interessi economici che vi sono dietro.
In Eritrea, addirittura il 20% del Prodotto Interno Lordo (cioè della ricchezza di uno Stato) è
destinato alle spese e agli investimenti militari per la propria difesa. A beneficiarne, ovviamente,
sono gli Stati occidentali che hanno sfruttato la situazione per fare i loro sporchi affari con questa
Nazione. Infatti, il governo eritreo riceve armi da Russia, Ucraina, Repubblica Ceca, Bulgaria e
Cina, ma anche da Gran Bretagna e dagli Usa, che, però, forniscono di armi anche l’Etiopia!!...
La guerra vera e propria si è conclusa con la firma della tregua del 2000 e una Commissione
Indipendente è stata incaricata di tracciare il confine tra i due paesi. L'assegnazione della zona
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contesa all'Eritrea ha però suscitato le proteste del governo etiope, che si è rimangiato l'impegno
preso inizialmente dai due paesi di accettare le conclusioni della Commissione.
L’Eritrea ha limitato le operazioni di numerose agenzie umanitarie (cioè le organizzazioni che si
occupano di tutelare le vittime del conflitto) costringendone alcune a lasciare il Paese. A pagare il
prezzo più alto di questo confronto è la popolazione civile, costretta a vivere in una situazione
precaria anche dal punto di vista economico, ulteriormente peggiorata dallo stato di guerra.
SOMALIA
Capitale: MOGADISHIO
Abitanti: 9.150.000
Moneta: SCELLINO SOMALO
Lingue: ARABO e SOMALI (ufficiali),
italiano, inglese
religioni: ISLAM
Confini:
nord: Bagnata dal Golfo di Aden
nord ovest: Eritrea e Gibuti
ovest: Gibuti e Etiopia
sud ovest: Kenya
sud: Kenya
Dopo l'uscita di scenda del presidente SIAD BARRE,
nel 1991, è iniziata una violentissima guerra di potere tra i vari clan del Paese, guidati dai cosiddetti
"signori della guerra”, che ha provocato fino ad oggi più di mezzo milione di morti.
Il nuovo governo sta cercando di prendere il controllo delle città chiave del Paese, cadute nelle mani
delle milizie (gruppi armati) di AL-SHABAAB, un’organizzazione militare e politica formata da
estremisti islamici e affiliata (cioè seguace, simpatizzante) all’Isis che tuttora ha il controllo sulla
parte meridionale della Somalia. Recentemente i terroristi hanno intensificato gli attacchi contro la
popolazione civile, anche nella capitale Mogadiscio. Molte organizzazioni internazionali
denunciano feroci violazioni dei diritti umani. Stupri, torture e violenze sono all'ordine del giorno in
Somalia.
Inoltre, nel maggio del 1991, allo scoppio della guerra civile, le regioni settentrionali del Paese
hanno deciso di proclamare l'indipendenza e di creare lo stato del SOMALILAND, una ex-colonia
inglese unita nel 1960 al resto della Somalia precedentemente sotto il controllo italiano. Il
Somaliland non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale, soprattutto l’ONU, ma è uno
stato a tutti gli effetti con istituzioni che funzionano ed elezioni regolari.
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Libia
A partire dal 2011, per via degli effetti della cosiddetta PRIMAVERA ARABA, è scoppiata una
tremenda guerra civile che ha visto contrapposti i seguaci di MUAMMAR GHEDDAFI e i suoi
oppositori. Dopo dieci mesi di terribili battaglie che hanno insanguinato il Paese, per mezzo
dell’appoggio degli stati occidentali, in particolar modo la Francia, Gheddafi è stato ucciso.
Tuttavia, la situazione non è tornata alla serenità, ma la Libia si è divisa in due differenti territori:
TRIPOLITANIA (con il Governo stanziato nella città CIRENAICA (con il governo stanziato
di TRIPOLI e dalla forte connotazione nella città di TOBRUCK
islamica) e riconosciuto dalla comunità
internazionale)
Oltre all’ISIS che ha conquistato alcune parti del territorio libico.
NIGERIA
Capitale: ABUJIA
Forma di governo: REPUBBLICA
FEDERALE
Abitanti: 143.100.000
Moneta: DAIRA
Lingua: INGLESE (ufficiale) e
dialetti sudanesi
religioni: MUSULMANA e
CRISTIANA
Confini: nord con Niger
Nord est: Ciad
Est: Camerun
Ovest: Benin
Sud: bagnata dal Golfo di
Guinea
STATO PIÙ POPOLOSO DELL’AFRICA
La Nigeria è divisa in oltre 250 gruppi etnici-linguistici diversi. Le religioni principali sono il
Cattolicesimo e l'Islam, ma anche molte religioni tradizionali dell'Africa. QUESTE DIFFERENZE RELIGIOSE SONO ALLA BASE DEI CONFLITTI SVILUPPATISI IN QUESTO PAESE.
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Gli scontri principali si sono verificati tra le popolazioni musulmane del nord e quelle cristiane del
sud.
Ad ogni modo, per cercare di semplificare, possiamo dividere gli scontri in due gruppi principali:
BOKO HARAM Vs ESERCITO NIGERIANO (sono islamici integralisti
simpatizzanti dell’Isis,
che vergognosamente hanno
compiuto attacchi anche contro
scuole elementari)
In questo conflitto armato tutte le parti stanno violando i diritti fondamentali, ovvero LE
VIOLENZE E LA MANCANZA DI RISPETTO DI QUALSIASI FORMA DI LIBERTÀ
AVVENGONO DA ENTRAMBE LE PARTI IN LOTTA.
Data l'apparente incapacità e assenza di volontà delle autorità nigeriane di indagare su questi
crimini e punire i responsabili, Amnesty International ha chiesto alla Commissione africana e
all’ONU di assistere la Nigeria nelle indagini su azioni che potrebbero costituire crimini di guerra e
crimini contro l'umanità a carico sia di Boko Haram sia delle forze di sicurezza nel nord-est del
paese.
La zona più colpita da questo scontro è quella del nord est.
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SUDAN SUD SUDAN
Capitale: KHARTUM Capitale: GIUBA
Abitanti: 30.894.000 Abitanti: 12.657.941
Lingue: ARABO, Lingue: INGLESE (uffic.),
INGLESE arabo, nilo-sahariane
Moneta: STERLINA SUDANESE Moneta: STERLINA
Religione: MUSULMANA SUD SUDANESE
Confini: nord: Egitto, Libia Religione: Cristiana
est: Niger,sud est: Rep Centroafricana Confini: nord: Sudan
sud: Sud Sudan, sud est: Etiopia nord ovest: Sudan
est: Eritrea ovest: Rep. Centroafr.
Sud: Kenya e R.D.Congo
Est: Etiopia
Nord est: Eritrea
La guerra civile in Sudan è durata per più di vent’anni. Una delle aree più colpite è stata quella del
DARFUR, un'area grande quasi due volte l'Italia. Secondo l'Organizzazione Mondiale della
Sanità dal marzo 2003, al 2006, sono morte circa 70.000 persone.
Nel luglio 2011 la parte meridionale del Paese ha ottenuto l’indipendenza ed è nata una nuova
nazione: il SUD SUDAN. Tuttavia, nemmeno due anni dopo, nel dicembre 2013, anche in
questo Stato (a tutti gli effetti il più “giovane” del Mondo), è scoppiata un’altra guerra civile che
tutt’oggi insanguina le strade di questa nazione.
Ecco, in un recente articolo di giornale (luglio 2015), qual è la situazione attuale nel Sud Sudan:
“ … Negli ultimi mesi i combattimenti si sono intensificati e minacciato la principale fonte di
reddito del governo: il petrolio… A crescere all'impazzata sono invece i prezzi dei beni alimentari,
raddoppiati o triplicati come minimo, così come si registra un ''picco di rapine e saccheggi nelle
case delle persone'', ha detto il ministro per la Sicurezza nazionale Obutu Mamur Mete. Inoltre le
uniche persone sicure di ottenere la busta paga (cioè lo stipendio) sono membri delle forze di
sicurezza e i dipendenti dei ministeri. I pochi posti disponibili sono spesso a breve termine. I
continui blackout elettrici, lo scarseggiare di acqua potabile e la mancanza di servizi igienici
colpiscono anche la capitale Juba. Difficile la situazione nelle scuole, dove gli insegnanti vengono
pagati la metà rispetto agli addetti alla sicurezza e per questo molti hanno rinunciato all'impiego di
educatore per entrare nell'esercito o nella polizia.”
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UGANDA Capitale: KAMPALA
Abitanti: 28.247.000
Moneta: SCELLINO UGANDESE
Lingue: INGLESE, SWAHILI (ufficiali)
luganda
Religioni: CATTOLICESIMO, ANGLICANESIMO
e ISLAM
Confini: nord: Sud Sudan
Nord est: Kenya
Sud: Tanzania e Ruanda
Ovest: Repubblica democr. Congo
In Uganda la guerra civile ha devastato la popolazione. In particolar modo L'LRA è la forza ribelle
che terrorizza le province del nord dell'Uganda fin dal 1987, abitate dagli Acholi, ai confini con il
Sudan. Ed è proprio in Sudan che gli Olum ("erba" così vengono chiamati in lingua Acholi) hanno
le loro basi e da lì partono molti dei loro attacchi. Tuttavia per molto tempo è stato devastante un
altro fenomeno: l’AIDS. Infatti, ancora nel 2006, una commissione di esperti di varie
organizzazioni internazionali ha messo in evidenza che “ se non si interverrà con urgenza per
fermare l'epidemia maledetta, l'Uganda si convertirà in un inferno in terra e sarà più difficile contare
i morti che le persone che rimarranno vive”.
Così veniva descritta, sempre in un articolo, la vita quotidiana in tale Stato fino a qualche anno fa: “
… Camminando nei villaggi, l'odore acre dei morti di aids ed alcuni corpi mutilati ulteriormente
dai cani non lascia altro che pensare alla morte. Si vedono morti anche in uno dei pochi ricoveri
gestito da suore cattoliche, che senza alcun aiuto ufficiale (cioè senza alcun aiuto da parte dello
Stato) e noncuranti se le vittime siano cristiane, indù o musulmane, si incaricano di ricevere
bambini, giovani ed anziani nell'unica struttura sanitaria della zona…”.
La popolazione civile ugandese vive nel terrore anche per la tremenda dittatura imposta dal
Governo di tale nazione. Come in altri paesi africani, anche in Uganda esiste una forte presenza dei
terroristi di AL-SHABAAB (come già scritto in precedenza un gruppo militare e politico
simpatizzante e seguace dell’Isis), che prendono di mira le comunità cristiane. Recentemente un
attentato in un villaggio ha fatto più di 50 vittime.
Anche qui, tanto per cambiare, i vari gruppi in lotta hanno ottenuto le armi dai seguenti Stati:
Stati Uniti, Sudafrica, Cina, Russia, Bulgaria, Polonia e dal Sudan.
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ASIA FILIPPINE
Capitale: MANILA
Forma di governo: REPUBBLICA
Abitanti: 88.575.000
Moneta: PESO FILIPPINO
Lingue: PILIPINO e INGLESE (ufficiali)
spagnolo (molto diffuso)
francese
religioni: CATTOLICA con minoranze
musulmane e protestanti
Confini: isola interamente circondata
dal mare
Dal 1971 i musulmani di Mindanao hanno iniziato una lotta armata per separare una parte dell’isola
dal resto dello Stato. La guerra separatista tra l'esercito dello Stato e i gruppi islamici ha causato
fino ad oggi, secondo alcune stime, più di 150 mila morti.
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AFGHANISTAN
Capitale: CABUL
Abitanti: 29.000.000
Forma di Governo. REPUBBLICA PRESIDENZIALE
Moneta: NUOVO AFGHANI
Lingue: DARI e PASHTO
Religione: ISLAMICA
Confini: nord: Turkmenistan e Uzbekistan
Nord est: Tagikistan
Est e sud est: Pakistan
Sud: Pakistan
Ovest: Iran
È in questo Stato che i TALEBANI (gruppo estremista islamico fra i più famosi al Mondo) dava
ospitalità ad OSAMA BIN LANDEN e a parte del suo gruppo, AL QUAEDA, che
organizzarono e attuarono l’attentato terroristico più famoso della storia più recente: l’abbattimento
delle Twin Towers a New York, avvenuto il giorno 11/09/2001.
Per questo motivo, Una coalizione internazionale capeggiata dagli Usa ha dichiarato guerra a tali
gruppi terroristici. Tuttavia non sono riusciti ad eliminare questo fenomeno dall’Afghanistan,
territorio inospitale e pieno di grotte e nascondigli da dove è assai difficile stanare i ribelli. Si può
dire che la guerra mossa a questi gruppi afghani ricordi in qualche modo quella contro il Vietnam
Del Nord (ricordate?) e che non ha portato al risultato sperato e voluto. L’unica cosa certa è che tale
nazione versa in un caos dal quale difficilmente riuscirà ad uscire in tempi rapidi.
L’attuale Presidente degli Usa, BARAK OBAMA, ha annunciato il ritiro delle truppe
dall’Afghanistan, che, in teoria, sarebbe dovuto terminare entro la fine del 2014. In questo
momento, primi mesi del 2016, continuano gli scontri tra le forze governative e i talebani, che
colpiscono attraverso attentati che fanno vittime soprattutto fra i civili. L'Afghanistan di oggi è
ancora molto lontano dal trovare la pace e i morti aumentano giorno dopo giorno.
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IRAQ
Capitale: BAGHDAD
Abitanti: 29.000.000
Forma di governo: REPUBBLICA
Moneta: DINAR IRACHENO
Lingua: ARABO (ufficiale), curdo
Religione: MUSULMANA SUNNITA
Confini: nord: Armenia, Azerbaigian, Turchia
Nord ovest: Siria
Est: Giordania
Sud: Arabia Saudita e Kuwait
Est: Iran
A seguito dell’abbattimento delle Torri gemelle a New York, l’11 settembre 2001, l’allora Presidente degli Usa
George Bush Jr
ha dichiarato guerra a questa nazione (2003), sostenendo la teoria degli STATI CANAGLIA (ovvero
nazioni che aiutavano i terroristi islamici dando appoggio a questi gruppi sui loro territori) e
che SADDAM HUSSEIN, l’allora presidente e feroce dittatore iracheno, fosse in possesso di armi di distruzioni
di massa che avrebbero messo a repentaglio la sicurezza dell’intero continente asiatico. Tuttavia NON SI È MAI
TROVATO TRACCIA DI TALI ARMI DI DISTRUZIONI ed è apparso chiaro a tutti che L’UNICO MOTIVO
PER IL QUALE BUSH VOLLE ATTACCARE L’IRAQ ERA QUELLO DI POTER INSEDIARE SU TALE
STATO UN GOVERNO AMICO DEGLI USA.
• Per quale motivo?
○ Perché l’Iraq è un Paese RICCO DI GIACIMENTI DI “ORO NERO”, cioè di PETROLIO.
Tale guerra ha mietuto inevitabilmente un numero consistente di vittime o persone orrendamente
mutilate e una volta terminato il conflitto, con la vittoria delle truppe inglesi e americane, e
condannato a morte Saddam Hussein, la situazione non è affatto migliorata. I vari governi che si
sono succeduti hanno dimostrato di essere troppo INSTABILI e facilmente corruttibili, mentre sono
andate crescendo gli atti di terrorismo all’interno dello Stato iracheno. Ed è proprio qui che a partire
dal giugno 2014 un gruppo di estremisti musulmani attivo in Siria e in Iraq ha proclamato la nascita
dello STATO ISLAMICO DELL'IRAQ E DEL LEVANTE, ISIL, un califfato che aveva a capo il
comandante Abu Bakr al-Baghdadi e che tutti noi conosciamo come ISIS.
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SIRIA
Capitale: Damasco
Abitanti: 18.796.000
Forma di governo: REPUBBLICA PRESIDENZIALE
Moneta: LIRA SIRIANA
Religione: MUSULMANA SCIITI
Lingue: ARABO (ufficiale),
aramaico, armeno e circasso
Confini: nord: Turchia
Ovest: Libano e Israele
Sud: Giordania
Sud est: Iraq
Est: Iraq, Azerbaigian e Armenia
Una tremenda guerra civile, scoppiata all’indomani della rivoluzione cosiddetta della
PRIMAVERA ARABA (2011) e che vede contrapposti da una parte l’esercito sotto il
controllo del presidente BASHAR HASSAD e dall’altra i gruppi che si oppongono a questo
dittatore e che sono stati aiutati dall’ISIS, che infatti controlla parte di questa nazione.
( Approfondimenti sulla Siria, oltre che su Egitto, Libia e Tunisia verranno affrontate
successivamente quando verrà approfondita la cosiddetta PRIMAVERA ARABA) .
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LA QUESTIONE ISRAELO-PALESTINESE
Un lungo conflitto, che affonda le sue radici nel dopoguerra, il 14 maggio del 1948, quando nacque
lo Stato di Israele (nel quale vivono milioni di ebrei), dopo la decisione dell’ONU di dividere la
regione della Palestina (in Asia) in due parti: uno Stato arabo (a netta prevalenza di musulmani) e in
uno Stato ebraico. Dopo oltre mezzo secolo continuano ad esserci guerre fra questi due popoli che
hanno purtroppo causato migliaia di vittime.
ISRAELE Capitale: GERUSALEMME
Forma di governo: REPUBBLICA
Abitanti. 7.117.000
Moneta: SCICLO
Religione: EBRAISMO
Lingue: EBRAICO e ARABO
Confini: nord: Libano
Est: Cisgiordania (territori dello Stato
di Palestina)
e Giordania
nord est: Siria
sud ovest: Egitto
sud: bagnato dal Mar Rosso
PALESTINA Capitale: RAMALLAH
Forma di governo: Comitato dell’AUTORITÀ
NAZIONALE PALESTINESE
Abitanti: 3.762.000
Moneta: non esiste un’unica moneta ufficiale
Religione: MUSULMANA SUNNITA
Lingua: ARABO
Confini: interamente circondata da Israele,
tranne che a est dove confina con la
Giordania e a ovest dove, nella
Tristemente famosa
STRISCIA DI GAZA è bagnata dal Mediterraneo
e confina, per un breve tratto, con l’Egitto
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AMERICA COLOMBIA
Capitale: BOGOTÀ
Abitanti: 43.926.000
Moneta: PESO COLOMBIANO
Religione: CATTOLICA
Lingue: SPAGNOLO
Confini: nord: Bagnata dal Mar delle Antille
Nord est: Venezuela
Est e sud est: Brasile
Sud: Perù
Sud ovest: Equador
Ovest. Bagnata dall’Oceano Pacifico
Da quasi quarant'anni la Colombia è sconvolta da una sanguinosa guerra civile tra governo,
paramilitari e gruppi ribelli. All'origine di questo conflitto (300.000 morti secondo alcune stime) vi
è una ENORME DIFFERENZA FRA I POCHI RICCHI E I TANTI POVERI. Addirittura la metà
della popolazione VIVE SOTTO LA SOGLIA DELLA POVERTÀ.
La Colombia è la nazione che produce l’80% della cocaina che viene poi immessa nei mercati
mondiali. Oltre quindi agli scontri fra i gruppi di ribelli (che comunque si finanziano con il mercato
della cocaina) e il governo regolarmente in carica, la Colombia è uno stato tristemente famoso per i
cosiddetti CARTELLI DELLA DROGA, gruppi di criminali (assimilabili alle nostre mafia e
camorra) che per molti anni hanno spadroneggiato (e ancora lo fanno) in buona parte del territorio
in scontri armati con le forze di polizia. Tristemente famoso negli anni ’80 era il cartello di
MEDELLIN e personaggio simbolo dei NARCOTRAFFICANTI (TRAFFICANTI DI DROGA) fu
il boss PABLO ESCOBAR, ucciso nel 1993.
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Questo breve excursus nelle guerre presenti, o del recentissimo passato, nel
Mondo è stato solo una scelta che non ha alcuna presunzione di voler essere
esaustiva nei confronti di un tema così vasto e difficilissimo da poter
affrontare e conoscere.
Infatti, purtroppo, MOLTI ALTRI SONO I CONFLITTI ANCORA IN CORSO IN
TUTTO IL PIANETA.
Nei dati aggiornati al 2014 si è calcolato che fra guerre, guerre civili, guerre
separatiste, scontri di altra natura (Governi contro ribelli, Governi contro
gruppi di narcotrafficanti, gruppi di guerriglieri opposti fra loro, ecc.) il
numero di conflitti nel Mondo era di ben
Quattrocentoventiquattro!!!
Considerando che gli Stati nel Mondo riconosciuti o non, dovrebbero essere meno di 200…
questo significa che ci sono addirittura il DOPPIO e passa di conflitti!! E se aggiungiamo che
la stragrande maggioranza di essi sono in Africa (il cui numero totale di Stati è di 54 )
la cosa fa maggiormente riflettere…
Secondo il sito guerrenelmondo.it, aggiornato quotidianamente, in questo momento dei
cinquantaquattro Stati africani ben ventisette risultano interessati da ostilità, mentre sono oltre 180
le milizie-guerrigliere coinvolte. Di questi conflitti – a eccezione di quelli che interessano il
Maghreb (Nord Africa occidentale), geograficamente più vicino e rilevante, e di qualche sporadica
notizia sui media – conosciamo poco, o nulla. Eppure molti dei conflitti che dilaniano la Nigeria, il
Darfur, la Somalia e la Repubblica Democratica del Congo si protraggono da decenni e sono ormai
costati la vita a centinaia di migliaia di persone.
Per concludere, ecco uno stralcio di articolo recuperato da internet che riassume in modo esemplare
quanto queste guerre non facciano notizia nel Mondo occidentale:
“ Questi sono i conflitti che Medici Senza Frontiere definisce «le crisi umanitarie “invisibili”, le
crisi che rimangono nell’ombra, tranne che in un racconto in dieci anni, oppure quelle che nella
rappresentazione mediatica non esistono affatto […]. Sono conflitti che non fanno notizia, che non
trovano spazio su giornali e tg: secondo uno studio dell’associazione, in dieci anni (dal 2004 al
2014) i telegiornali italiani – la principale fonte di informazione di otto cittadini su dieci – hanno
dedicato in totale 1596 servizi ai conflitti che si svolgono in territorio africano, pari al 7% della
copertura totale della voce “guerre e terrorismo”. Lo Stato di cui si è parlato di più è
la Nigeria, che ancora oggi spunta abbastanza spesso tra le pagine dei giornali e sui tg (anche se
in misura minore) in relazione alle stragi compiute dai miliziani dei Boko Haram. Il conflitto
permanente che «da oltre vent’anni infiamma» la Repubblica Democratica del Congo , ha ricevuto
molta meno attenzione: i servizi sono stati poco meno di cinquanta in dieci anni, e le telecamere dei
telegiornali sono state puntate sul Paese principalmente in occasione del blocco delle adozioni che
ha interessato numerose famiglie italiane. C’è un conflitto, però, che è stato completamente
dimenticato: è quello della Repubblica Centrafricana. La guerra in questo territorio poverissimo
sperduto nel cuore del continente nero è davvero invisibile, ma, dall’inizio delle ostilità nel 2012, è
già costata la vita ad almeno cinquemila persone, la maggior parte dei quali bambini. Le
organizzazioni umanitarie parlano di centinaia di migliaia di profughi e denunciano l’utilizzo
massiccio di bambini soldato e alla fine del 2014 si è iniziato a parlare di “genocidio”. Di tutto
questo, però, sui nostri schermi non c’è stata traccia.”