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Politiche giovanili Workshop 15-18 aprile 2009 Firenze Partner tecnico Patrocinio di CONCLUSIONI

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le conclusioni del workshop

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Politiche giovanili Workshop 15-18 aprile 2009 Firenze

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CONCLUSIONI

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Politiche giovanili Workshop 15-18 aprile 2009 Firenze

L’obiettivo del workshop non era quello di produrre un documento finale strutturato,

ma dal lavoro delle quattro giornate emergono alcune indicazioni. Tali indicazioni sono

frutto del lavoro svolto nei singoli laboratori e sono state presentate alla tavola rotonda

finale. Altre indicazioni emergono inoltre dai risultati dell’assemblea finale (Philips).

LABORATORIO A: Il potere dei giovani nei processi di cittadinanza attiva tra

coinvolgimento e partecipazione:

In primo luogo emerge la necessità che nelle fasi di avvio dei processi di cittadinanza si

creino spazi in cui i giovani possano esprimere in prima persona bisogni e problemi in

relazione e in interazione con altri soggetti della comunità per favorire percorsi di

legittimazione reciproca; senza legittimazione reciproca non c’è infatti possibilità di

costruire processi e azioni di sviluppo della comunità locale.

E’ importante perciò costruire tra operatori, tecnici e politici percorsi per dare un

significato condiviso ai processi di partecipazione e cittadinanza; i processi di

negoziazione, di collaborazione, di amministrazione condivisa non nascono da sé, ma

chiedono strumenti, metodi, strategie politico-pedagogiche condivise.

In questo senso un primo passo è quello di superare la visione della partecipazione

come cessione di fette di potere da parte dei politici verso dei giovani (in una logica

distributiva del poterete: “più ne ho io, meno ne hai tu e viceversa”). Far sì piuttosto che i

processi permettano una visione generativa del potere (a somma maggiore di zero: “più ne

ho io e più ne hai tu”) come crescita di cittadinanza dei giovani nella relazione con i politici

e con gli altri soggetti della comunità.

LABORATORIO B: Metodi e strumenti per la promozione della partecipazione

giovanile nei percorsi di empowerment della comunità locale:

E’ necessario concepire le politiche giovanili come trasversalità alle politiche. Non è più

concepibile una definizione delle politiche giovanili come politiche sociali o culturali o…. I

processi di autonomia, di costruzione di cittadinanza richiedono trasversalità.

Dal laboratorio emerge la forte richiesta di promuovere momenti, forme, spazi di

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incontro/confronto sia su contenuti che su prassi. Tecnici e politici hanno bisogno di

fermarsi, raccontarsi, confrontarsi ed elaborare insieme.

Per le politiche giovanili, per i processi di costruzione di cittadinanza e autonomia, sono

necessarie partnership reali tra gli attori coinvolti: in queste si definiscono

corresponsabilità nella definizione di obiettivi, nelle forme e negli spazi a carattere

decisionale e di controllo.

E’ necessario sperimentare l'applicazione di strumenti (oltre lo spontaneismo) che

devono a loro volta essere legati alla promozione di processi che nutrono lo sviluppo di

comunità, che alimentano lo sviluppo di una cittadinanza che si prenda cura dei beni

comuni (materiali ed immateriali).

LABORATORIO C: Giovani, casa e lavoro: percorsi di promozione

dell’autonomia

1) La questione dell’autonomia: definizione ideali

Tra le possibili definizioni di autonomia, questa appare come quella più produttiva e

generativa: autonomia come relazionalità intraprendente capace di cogliere le opportunità

di un contesto e metterle tra loro in collegamento.

Il percorso verso l’autonomia, però, si deve misurare con alcuni fattori strutturali di

impedimento e rallentamento che di fatto produce una condizione per cui i giovani italiani

sono “pochi, lenti, in ritardo”.

2) Autonomia e domande generative

Il processo di definizione dell’autonomia può prendere spunto da “domande

generative” come modalità di attivazione di una rete di attori pubblici e privati. Attivare

una rete a partire da domande generative può permettere di superare le identità

autoreferenziali e la chiusura sulle rispettive attività e di definire possibili integrazioni a

partire dalla ricerca di risposte comuni.

Le “domande generative” sono domande che aiutano la ricerca, che consentono a tutti

di prendere visioni dei diversi aspetti della realtà, che producono una comune

rappresentazione dei problemi e delle opportunità.

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3) Modelli di intervento per l’autonomia

Possono essere attuati diversi “modelli di intervento” per promuovere l’autonomia. Tra

tutti questi modelli esistono alcuni “fondamenti” comuni, che ritroviamo nei diversi

percorsi di azioni e che rappresentano dei “nodi” da affrontare per progettare azioni per

l’autonomia:

a) La promozione attraverso il gruppo di una consapevolezza sul proprio percorso di

vita, tale da produrre “empowerment” su di esso.

b) Il ruolo dei servizi come accompagnamento e mediazione nei percorsi di vita (non

come domanda/offerta).

c) La necessità di incidere sui fattori chiave del contesto sociale locale: il gruppo

diventa fattore di trasformazione del contesto, superando il rischio di autoreferenzialità

dell’intervento.

d) La necessità di porre domande al livello istituzionale e politico rispetto al “modello

di autonomia” ricercato e promosso.

Rimangono aperti una serie di nodi critici di livello soprattutto operativo sui quali è

necessario sviluppare esperienza e approfondimento: 1. l’equilibrio e la necessità di

lavorare al contempo con i singoli e con i gruppi; l’autonomia è infatti questione personale,

ma fortemente legata al contesto, alla comunità; non è perciò riducibile ad una questione

individuale; 2. per sviluppare la prospettiva individuata è necessario sviluppare forti reti di

partnership, mettendo a sistema l’esistente (con una buona mappatura, senza

necessariamente creare nuovi servizi) in funzione dei bisogni individuali e collettivi

espressi; 3. necessita una maggiore consapevolezza del ruolo politico nei processi di

sviluppo di autonomia; 4. è necessario approfondire quali contenuti siano da sviluppare in

relazione all’autonomia, quali modalità e strumenti di aggancio nel territorio con i giovani

e quali modelli di comunicazione delle opportunità dei progetti.

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Riportiamo inoltre i 6 fattori prioritari individuati dall’assemblea finale per

promuovere lo sviluppo di cittadinanza attiva (CITT) e i processi di autonomia giovanile

(AG):

1. Definizione da parte dei giovani, in partnership con altri soggetti della comunità

(istituzioni, associazioni, imprese, servizi, …), delle principali strategie per lo

sviluppo dell’AG e della CITT.

2. Aiutare i giovani ad acquisire competenze per fare scelte consapevoli di autonomia

(sia a livello individuale sia a livello di gruppo).

3. Valutazione e controllo da parte dei giovani delle azioni attivate in riferimento

all’AG e alla CITT

4. Coinvolgere attivamente i giovani nell’organizzazione e/o gestione di azioni per la

promozione dell’AG e della CITT

5. Realizzare sistemi di coordinamento tra istituzioni e organismi del privato sociale

per l’AG

6. Attivare percorsi di supporto per i singoli giovani che cercano l’autonomia