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Arthur Conan Doyle  La seco nda macc hia (The Adventure of the Second Stain) Mi ero ri promesso c h e " I l mist ero del l 'abbazi a Gr an ge" sareb be stat a l'ult ima delle im pre se del mio ami co Sh erl oc k Hol mes, di cui avrei riferi to a l pubbl i co. Questa mia riso lu zione non er a dovut a a una mancanza di materiale dal momento che ho appunti su centinaia di casi che non ho mai menzi onat o, e neanc h e er a stata causat a da una qualc he diminuzi one dell'i nteres se dei miei lettori nei confronti della singola re person alità e deg li straordinari met odi di quest 'uomo ecc ezi ona le. La sola rag io ne st ava nell a avversione che Holmes mostrava nei confronti della pubblicazione a puntate delle sue es perienze. Fin ché era ancora i n atti vi t à professi onale, l'annot azi one dei successi gl i era d i u na qual che ut il ità pratica, ma da qua ndo si era definitivamente ritirato da Lond ra e si era dedicato allo studio e all 'apicoltura ne ll e co lline del Sussex, la fa ma gl i era di ve nt at a odiosa, e aveva pe re nt or ia me nt e ch ie st o che i suo i deside ri su qu est o pu nt o fossero osse rva ti alla lette ra. Fu solo dop o che gl i dissi che av ev o pro mes so ch e "I l mistero delle due macchie" sarebbe stato pubblicato solo quando sarebbero maturati i temp i, e sottolinea ndo che era molto appropr iato che quest a lun ga se ri e di ep isodi fosse cu lmin at a con il pi ù impo rt an te ca so in te rnaz io na le che era ma i stat o chi ama to a riso lvere, che all a fine riusc ii a ottenere il suo consenso perch é u n prudente raccont o dell'inci dent e potesse essere presen tat o al pubblico. Se nel rac con tar e la stor ia sem bro es se re in qualche modo vago in alcuni particolari, il pubblico capirà subito che c'è una buona ragi one per il mio riserbo. Fu du nq ue in un anno, addiri tt ura in un de ce nnio ch e re st erà ig no to, che un martedì mattina d'autunno ci ritrovammo due ospiti di fama europea fra i muri della nostra umile stanza in Baker Street. Uno, austero, dal naso all'insù, lo sg ua rd o d' aq ui la , e au to re vo le n o n er a nien t' al tr i c h e l'illustr e Lo r d Bellinger, due vol t e pri mo mi nist ro i nglese. L'al tro, scuro, b e n deli ne ato e d elegante, an co ra lo nt ano dalla me zz 'età, e dotato d i tu tt e le bellezze del co rp o e de lla ment e, er a il molto on ore vole Tr el aw ne y Ho pe ,

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Arthur Conan Doyle

 La seconda macchia

(The Adventure of the Second Stain)

Mi ero ripromesso che "Il mistero dell'abbazia Grange" sarebbe statal'ultima delle imprese del mio amico Sherlock Holmes, di cui avrei riferitoal pubblico. Questa mia risoluzione non era dovuta a una mancanza dimateriale dal momento che ho appunti su centinaia di casi che non ho mai

menzionato, e neanche era stata causata da una qualche diminuzionedell'interesse dei miei lettori nei confronti della singolare personalità e deglistraordinari metodi di quest'uomo eccezionale. La sola ragione stava nellaavversione che Holmes mostrava nei confronti della pubblicazione a puntatedelle sue esperienze. Finché era ancora in attività professionale,l'annotazione dei successi gli era di una qualche utilità pratica, ma daquando si era definitivamente ritirato da Londra e si era dedicato allo studioe all'apicoltura nelle colline del Sussex, la fama gli era diventata odiosa, e

aveva perentoriamente chiesto che i suoi desideri su questo punto fosseroosservati alla lettera. Fu solo dopo che gli dissi che avevo promesso che "Ilmistero delle due macchie" sarebbe stato pubblicato solo quando sarebberomaturati i tempi, e sottolineando che era molto appropriato che questa lungaserie di episodi fosse culminata con il più importante caso internazionaleche era mai stato chiamato a risolvere, che alla fine riuscii a ottenere il suoconsenso perché un prudente racconto dell'incidente potesse essere

presentato al pubblico. Se nel raccontare la storia sembro essere in qualchemodo vago in alcuni particolari, il pubblico capirà subito che c'è una buonaragione per il mio riserbo.

Fu dunque in un anno, addirittura in un decennio che resterà ignoto,che un martedì mattina d'autunno ci ritrovammo due ospiti di fama europeafra i muri della nostra umile stanza in Baker Street. Uno, austero, dal nasoall'insù, lo sguardo d'aquila, e autorevole non era nient'altri che l'illustreLord Bellinger, due volte primo ministro inglese. L'altro, scuro, ben

delineato ed elegante, ancora lontano dalla mezz'età, e dotato di tutte lebellezze del corpo e della mente, era il molto onorevole Trelawney Hope,

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ministro degli affari europei, e lo statista più in ascesa nel paese. Sedevanofianco a fianco sul nostro divano pieno di giornali, ed era facile capire dailoro volti stremati e inquieti che era un affare della massima importanza cheli aveva condotti da noi. Le sottili mani segnate dalle vene blu del primo

ministro stringevano il manico d'avorio del suo ombrello e il suo magro eaustero volto guardava tristemente prima Holmes e poi me. Il ministro degliaffari europei si toccava nervosamente i baffi e giocherellava irrequieto conla catenella dell’orologio.

- Quando scoprii la mia perdita, Holmes, il che fu alle otto distamattina, informai immediatamente il primo ministro. È su suo consiglioche siamo venuti entrambi da voi.

- Avete informato la polizia?

- No, Holmes - disse il primo ministro, con quei modi veloci e decisiper i quali era famoso. - Non li abbiamo avvertiti, e neanche possiamoavvertirli. Informare la polizia vuol dire, a lungo andare, informare ilpubblico. E questo è ciò che desideriamo particolarmente evitare.

- E perché, Sir?- Perché il documento in questione è di un’importanza così immensa

che la sua pubblicazione potrebbe molto facilmente, potrei quasi direprobabilmente, portare a complicazioni a livello europeo della più grandeimportanza. Non esagero se dico che la pace o la guerra potrebberodipendere dalla sua divulgazione. Se il recupero non può essere effettuatonella massima segretezza, allora è inutile che venga recuperato, perché tuttociò che quelli che l'hanno preso vogliono è renderlo pubblico.

- Capisco. Ora, signor Trelawney Hope, vi sarei molto obbligato sevoleste riferirmi esattamente le circostanze nelle quali questo documento èscomparso.

- Lo farò in poche parole, Holmes. La lettera, perché si trattava di unalettera da un sovrano straniero, arrivò sei giorni fa. Era di un'importanzatale che non l'ho mai lasciata nella mia cassaforte, ma l'ho portata a casa inWhitehall Terrace tutte le sere, e l’ho tenuta nella mia camera da letto in uncofanetto chiuso a chiave. Era lì la notte scorsa. Di questo ne sono certo.Ho proprio aperto la scatola mentre mi stavo vestendo per la cena e ho vistoil documento dentro. Stamattina non c'era più. Il cofanetto era rimastoaccanto al bicchiere sul mio comodino tutta la notte. Ho il sonno leggero e

anche mia moglie. Siamo entrambi pronti a giurare che nessuno sarebbepotuto entrare nella stanza durante la notte. Eppure ripeto che il documento

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non c'è più.- A che ora avete cenato?- Alle sette e mezzo.- E a che ora siete andato a letto?

- Mia moglie era andata a teatro. La aspettai alzato. Erano le undici emezzo quando andammo in camera.- Allora per quattro ore il cofanetto è rimasto incustodito?- A nessuno è permesso entrare in quella stanza tranne che alla

governante la mattina, e al mio maggiordomo, o alla domestica di miamoglie, durante il resto della giornata. D'altra parte, nessuno di loro avrebbepotuto sapere che c'era qualcosa di più prezioso dei normali incartamentiministeriali nel mio cofanetto.

- Chi sapeva dell’esistenza di quella lettera?- Nessuno in casa.- Sicuramente vostra moglie lo sapeva?- No, Holmes. Non avevo detto niente a mia moglie finché non mi è

sparita stamattina.Il primo ministro fece un cenno di approvazione col capo. - Conosco

da molto tempo, Sir, il vostro alto senso del dovere pubblico - disse. - Sonosicuro che nel caso di un segreto di questa importanza si eleverebbe al disopra dei più intimi legami domestici.

Il ministro degli affari europei chinò il capo.- Voi non fate che rendermi giustizia, Sir. Fino a stamattina non avevo

detto nemmeno una parola a mia moglie di questa storia.- Non potrebbe aver intuito?- No, Holmes, non potrebbe aver intuito, e nessun altro avrebbe

potuto intuire.

- Avete perso altri documenti prima d'ora?- No, Holmes.- Chi sapeva dell’esistenza di questa lettera in Inghilterra?- Tutti i membri del governo sono stati informati ieri, ma il vincolo di

segretezza che accompagna tutte le riunioni del governo fu accresciutodall'avvertimento solenne che fu dato dal primo ministro. Buon dio, epensare che nel giro di poche ore lo avrei perso io stesso! - Il suo voltoattraente si distorse in una smorfia di disperazione e si tirò i capelli con le

mani. Per un attimo avemmo la percezione dell’uomo naturale, impulsivo,ardente, acutamente emotivo. Subito dopo la maschera aristocratica, così

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come la voce moderata, tornarono al loro posto. - Oltre ai membri delgoverno, ci sono due, forse tre, ufficiali ministeriali che sanno della lettera.Nessun altro in Inghilterra, Holmes, ve lo assicuro.

- Ma all'estero?

- Credo che all'estero nessun altro oltre a colui che l'ha scritta, l'abbiavista. Sono sicuro che i suoi ministri, che sono i normali canali ufficiali nonsono stati impiegati.

Holmes si fermò a pensare un po'.- Ora, Sir, dovrò chiedervi in particolare cosa è questo documento, e

perché la sua sparizione dovrebbe avere delle conseguenze così importanti.I due uomini di stato si scambiarono un'occhiata veloce e il primo

ministro aggrottò le sopracciglia arruffate.

- Holmes, la busta è di quelle lunghe e strette di un azzurrino chiaro.C'è un sigillo di ceralacca rossa con un leone accucciato. È indirizzata, conuna calligrafia marcata a...

- Temo, Sir - disse Holmes - che, per quanto interessanti ed essenzialipossano essere questi dettagli, vorrei che si arrivasse al nocciolo. Cosa eraquesta lettera?

- Questo è un segreto di stato della più grande importanza, e temo chenon potrò rivelarvelo, e neanche penso sia necessario. Se con l'aiuto deipoteri che si dice voi abbiate riuscirete a trovare la busta come la descrivo,con il suo contenuto, avrete servito bene il vostro paese, e avreteguadagnato una qualsiasi ricompensa che sia in nostro potere di accordarvi.

Sherlock Holmes si alzò sorridendo.- Siete due fra gli uomini più impegnati del paese - disse e nel mio

piccolo anch'io ho molte faccende da sbrigare. Mi dispiace moltissimo nonpotervi aiutare in quest'affare, e continuare a parlare sarebbe solo una

perdita di tempo.Il primo ministro balzò in piedi con quello sguardo veloce e fiero neisuoi occhi incavati, che aveva intimidito un governo. Non sono abituato,Holmes - iniziò, ma controllò la sua rabbia e si rimise a sedere. Per unminuto e più, sedemmo tutti in silenzio. Poi il vecchio statista scrollò lespalle.

- Dobbiamo accettare i vostri termini Holmes. Avete sicuramenteragione, ed è impensabile da parte nostra aspettarsi che voi vi muoviate se

non vi diamo la nostra più completa fiducia.- Sono d'accordo - disse il giovane statista.

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- Allora ve lo dirò, facendo affidamento al vostro onore e a quello delvostro collega, il dottor Watson. Potrei anche fare appello al vostropatriottismo, perché non potrei immaginare una sventura peggiore per ilpaese se questa faccenda si dovesse sapere.

- Potete stare sicuro.- Dunque, la lettera è di un certo sovrano straniero che è statoinfastidito da alcuni recenti sviluppi coloniali del nostro paese. È stataanche scritta affrettatamente e sotto la sua completa responsabilità. Dellericerche hanno mostrato che i suoi ministri non ne sapevano niente. Allostesso tempo, è stata stesa in maniera così poco felice, e alcune frasi sono dicarattere così provocatorio che la sua divulgazione porterebbe sicuramentea un pericolosissimo stato d'animo in questo paese. Ci sarebbe un tale

fermento, Holmes, che non esito a dire che entro una settimana dalladivulgazione di quella lettera, questa nazione sarebbe coinvolta in unagrossa guerra.

Holmes scrisse un nome su un foglietto e lo porse al primo ministro.- Esattamente. È stato lui. Ed è questa lettera, questa lettera che

potrebbe significare la spesa di migliaia di milioni e la vita di centinaia dimigliaia di uomini, che è stata persa in modo inspiegabile.

- Avete informato colui che l’ha spedita?- Sì, Holmes, è stato inviato un telegramma cifrato.- Forse lui desidera la divulgazione della lettera.- No, Holmes, abbiamo buoni motivi per credere che lui abbia già

capito di aver agito in modo sconsiderato e avventato. Sarebbe un colpomaggiore per lui e per la sua nazione che non per noi, se questa letteradovesse venir fuori.

- Se è così, chi avrebbe interesse a renderla pubblica? Perché qualcuno

dovrebbe volerla rubare o pubblicare?- Adesso, Holmes, mi portate nella sfera dell'alta politicainternazionale. Ma se considerate la situazione europea non avrete difficoltàa scoprirne il motivo. Tutta Europa è un accampamento militare. C'è unadoppia alleanza che crea un buon equilibrio militare. La Gran Bretagna ha inmano i piatti della bilancia. Se dovessimo entrare in guerra controun’alleanza, l'altra si assicurerebbe la supremazia, che entri o no nelconflitto. Mi seguite?

- Molto chiaro. Sarebbe allora interesse dei nemici di questo capo distato assicurarsi questa lettera e renderla pubblica, in modo da creare una

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rottura tra il suo paese e il nostro.- Sì, Holmes.- E a chi sarebbe spedito questo documento se cadesse nelle mani di

un nemico?

- A una qualsiasi delle grandi Cancellerie d'Europa. Probabilmente inquesto istante ci si sta dirigendo il più velocemente possibile.Il signor Trelawney Hope lasciò cadere il capo contro il petto e

gemette forte. Il primo ministro gentilmente gli posò una mano sulla spalla.- Siete stato sfortunato, amico mio. Nessuno ve ne dà la colpa. Avete

preso tutte le precauzioni che potevate prendere. Ora, Holmes, conoscetetutti i fatti. Che linea di condotta volete prendere?

Holmes scosse il capo, afflitto.

- Voi credete, Sir, che se questo documento non verrà recuperato, cisarà la guerra?

- Lo credo molto probabile.- Allora, Sir, preparatevi alla guerra.- Sono parole pesanti, Holmes.- Considerate i fatti. È impensabile che sia stata presa dopo le undici e

mezzo di notte, visto che mi pare di aver capito che il signor Hope e lamoglie rimasero entrambi nella stanza dopo quell'ora fino a quando ci siaccorse della sparizione. Allora, deve essere stata presa ieri sera tra le sette emezzo e le undici e mezzo, probabilmente più intorno alle sette e mezzo,visto che chiunque l'abbia presa evidentemente sapeva che fosse lì e volevaassicurarsela il più presto possibile. Ora, Sir, se un documento di questaimportanza è stato preso a quell'ora dove può essere adesso? Nessuno hadei motivi per tenerselo. È stato passato rapidamente a quelli che ne hannobisogno. Che possibilità abbiamo noi ora di raggiungerlo o almeno di

rintracciarlo? È oltre le nostre possibilità.Il primo ministro si alzò dal divano. - Ciò che dite è perfettamentelogico, Holmes. Credo che la faccenda in effetti, non sia più in mano nostra. 

- Presupponiamo, tanto per discutere, che il documento sia stato presodalla domestica o dal maggiordomo.

- Sono entrambi dei vecchi e provati servitori.- Da quanto ho capito, la sua stanza è al secondo piano, non si entra da

fuori e da dentro nessuno salirebbe senza essere notato. Allora deve esserequalcuno della casa che l’ha presa. A chi la porterebbe il ladro? A una delle

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diverse spie internazionali e agenti segreti, i cui nomi mi sono abbastanzafamiliari. Ce ne sono tre che potrebbero essere definiti i maestri nelle loroprofessioni. Inizierò la mia ricerca andando in giro e scoprendo se ognunodi loro è al proprio posto. Se ne manca uno, specialmente se è scomparso

dalla notte scorsa, avremo qualche indicazione su dove è andato ildocumento.- Perché ne dovrebbe mancare uno? - chiese il ministro degli affari

esteri. - Molto probabilmente porterebbe la lettera a un'ambasciata a Londra. 

- Penso proprio di no. Questi agenti lavorano indipendentemente, e leloro relazioni con le ambasciate spesso sono tese.

Il primo ministro fece un cenno di consenso col capo.

- Penso che abbiate ragione, Holmes. La spia porterebbe un bene cosìprezioso al quartier generale con le sue stesse mani. Trovo che la vostralinea d'azione sia eccellente. Nel mentre, Hope, noi non possiamo trascuraretutti i nostri altri impegni a causa di questa sventura. Se ci dovessero esseredegli ulteriori sviluppi nel corso della giornata, ci metteremo in contattocon voi, e voi senza dubbio ci terrete al corrente dei risultati delle vostrericerche.

I due statisti si inchinarono e uscirono austeramente dalla stanza.Una volta che i nostri due illustri visitatori se ne furono andati,

Holmes si accese la pipa in silenzio e stette seduto per un po', perso inpensieri profondi. Io avevo aperto il giornale del mattino e mi ero immersonella lettura di un articolo su un crimine sensazionale che era avvenuto aLondra la notte prima, quando il mio amico lanciò un'esclamazione, balzòin piedi, e poggiò la pipa sulla cappa del camino.

- Sì - disse - non c'è maniera migliore per iniziare. La situazione è

disperata, ma non è senza speranza. È possibile che chi l'ha presa non l'abbiaancora passata, se potessimo essere sicuri di chi è stato fra loro. Dopo tutto,per questa gente è una questione di soldi, e io ho la tesoreria britannica allemie spalle. Se è sul mercato, la comprerò, anche se significherà un penny inpiù sulla tassa sul reddito. È ragionevole che questo tizio la tenga pervedere che offerte arrivano da questa parte, prima di provare la fortunadall’altra. Ci sono tre persone capaci di fare un gioco così audace: ci sonoOberstein, La Rothiere, e Eduardo Lucas. Voglio vederli tutti e tre.

Diedi un’occhiata al mio giornale. - Quell’Eduardo Lucas vive inGodolphin Street?

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- Sì.- Non lo vedrete.- Perché no?- È stato assassinato a casa sua la notte scorsa.

Il mio amico mi aveva così spesso meravigliato nel corso delle nostreavventure che fu con un senso di esultanza che mi accorsi che lo avevocompletamente sbalordito. Mi fissò stupito, e poi mi strappò il giornaledalle mani. Questo era il paragrafo che stavo leggendo quando lui si eraalzato dalla sedia:

OMICIDIO A WESTMINSTERUn crimine di carattere misterioso è stato commesso la scorsa notte

al 16 di Godolphin Street, una delle vecchie e appartate file di case deldiciottesimo secolo che si trovano tra il fiume e l'Abbazia quasi all'ombradell'alta Torre del parlamento. Questa piccola ma raffinata abitazione èstata occupata per alcuni anni dal signor Eduardo Lucas, moltoconosciuto nei circoli di società sia per la sua affascinante personalità,sia per la sua reputazione di essere uno dei migliori tenori dilettanti del paese. Il signor Lucas è  un uomo celibe di trentaquattro anni, e la suaservitù consiste nella signora Pringle, l'anziana governante, e in Mitton,il suo maggiordomo. La prima va a letto presto e dorme all ultimo pianodella casa. Il maggiordomo quella sera era andato a trovare un amico a Hammersmith. Dalle dieci in poi il signor Lucas aveva la casa tutta per sé. Cosa sia successo in quel periodo di tempo non si sa ancora, ma alledodici meno un quarto l'agente Barrett, che passava da Godolphin Street,osservava che la porta del numero 16  era socchiusa. Bussava senzaricevere risposta, e, intravedendo una luce nella stanza che dava sul

davanti, entrava nell'ingresso e bussava di nuovo, ma senza risposta. Allora apriva la porta ed entrava. La stanza era in uno stato di disordinetotale, i mobili erano tutti da una parte, e una sedia era appoggiata sul proprio schienale al centro. Accanto a questa sedia giaceva lo sfortunatoabitante della casa che ancora stringeva una delle gambe. Era stato pugnalato al cuore e deve essere morto istantaneamente. Il coltello concui il crimine era stato commesso era un coltello indiano ricurvo, presoda una collezione di armi orientali che abbellisce una delle pareti. Non

sembra che il movente dell'omicidio sia stata la rapina, perché non c'èstato nessun tentativo di asportazione dei beni di valore dalla stanza. Il

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signor Eduardo Lucas era così noto e popolare che questa sua violenta emisteriosa fine risveglierà dolorosa apprensione e intenso cordoglio inuna larga cerchia di amici.

- Ebbene, Watson, cosa ne dite? - chiese Holmes, dopo una lungapausa.- È una straordinaria coincidenza.- Una coincidenza! Ecco uno dei tre uomini che abbiamo appena

menzionato come possibili attori in questo dramma, e muore violentementeproprio in quelle ore in cui noi sappiamo che si sta svolgendo larappresentazione. Le probabilità che non si possa trattare di una coincidenzasono enormi. Nessuna cifra potrebbe esprimerle. No, mio caro Watson, i

due eventi sono collegati, devono essere collegati. Sta a noi trovare ilcollegamento.

- Ma ora la polizia sa tutto.- Assolutamente no. Sa tutto ciò che ha visto a Godolphin Street. Non

sa, e non saprà, di Whitehall Terrace. Solo noi siamo a conoscenza dientrambi gli eventi, e solo noi possiamo tracciare una relazione tra loro. C'èsolo un punto evidente che mi avrebbe, comunque, fatto sospettare diLucas. Godolphin Street, a Westminster, è solo a pochi minuti da WhitehallTerrace. Gli altri agenti segreti che ho nominato vivono all'estremo WestEnd. Quindi era più facile per Lucas che non per gli altri, stabilire uncollegamento o ricevere un messaggio dall'abitazione del ministro degliaffari europei; una piccola cosa, eppure quando gli eventi sono compressinello spazio di poche ore, si potrebbe rivelare essenziale. Salve, cosa c'è?

La signora Hudson era apparsa con un biglietto da visita su unvassoio. Holmes gli diede un'occhiata, alzò le sopracciglia e me lo porse.

- Chiedete a Lady Hilda Trelawney Hope se vorrà essere così gentileda salire - disse.Un momento più tardi il nostro modesto appartamento, che si era già

distinto in mattinata, fu ulteriormente onorato dall'arrivo della donna piùbella di Londra. Avevo sentito parlare della bellezza della figlia più giovanedel duca di Belminster, ma nessuna sua descrizione, e nessuna fotografia inbianco e nero, mi avevano preparato all’impercettibile e delicato fascino e albel colorito di questo volto di rara bellezza. Eppure, come vedemmo in quel

mattino d'autunno, non era la sua bellezza la prima cosa che avrebbe colpitoun osservatore. Le guance erano adorabili ma pallide dall’emozione, gli

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occhi erano lucidi ma era la lucidità della febbre, quella bocca emotiva eratesa e serrata nello sforzo di controllarsi. Paura, non bellezza, era la primacosa che balzò all’occhio quando il nostro gentile ospite si fermò un attimosulla soglia.

- Mio marito è stato qui, signor Holmes?- Sì, signora, è stato qui.- Signor Holmes, vi imploro di non dirgli che sono venuta qui. -

Holmes si inchinò freddamente e fece cenno alla signora di accomodarsi.- Voi, signora mi mettete in una posizione delicata. Vi prego di

sedervi e di dirmi cosa desiderate, ma temo di non poter fare una promessaincondizionata.

Lei attraversò la stanza e si sedette con le spalle alla finestra. Era una

presenza regale: alta, graziosa e profondamente femminile.- Signor Holmes - disse, le sue mani, nei guanti bianchi, si aprivano e

si stringevano mentre parlava - vi parlerò apertamente nella speranza che avostra volta mi parlerete apertamente. C'è completa fiducia tra me e miomarito in tutti i campi tranne uno: la politica. Su questo ha le labbrasigillate. Non mi dice niente. Ora, sono a conoscenza di un deplorevoleevento avvenuto nella nostra casa la notte scorsa. So che è scomparso undocumento. Ma siccome si tratta di politica, mio marito si rifiuta diparlarne. Voi siete l'unico, tranne questi politici, a conoscere la verità deifatti. Vi prego quindi, signor Holmes, di dirmi esattamente cosa è successoe cosa succederà. Ditemi tutto signor Holmes. Dimenticate gli interessi delvostro cliente, perché vi assicuro che, se solo se ne avvedesse, i suoiinteressi ne gioverebbero molto di più se mi desse completa fiducia. Cosa èquel documento che è stato rubato?

- Signora, mi chiedete una cosa davvero impossibile. Lei gemette e si

copri il volto con le mani.- Dovete capire, signora. Se vostro marito pensa che sia meglio tenerviall'oscuro in questa faccenda, posso io decidere, che sono venuto aconoscenza della verità dei fatti solo sotto la promessa del segretoprofessionale, di dirvi ciò che lui ha preferito tacere? Non è correttochiederlo a me. È a lui che dovete chiederlo.

- Gliel'ho chiesto. Vengo da voi come ultima speranza. Ma senza chemi diciate niente di definito, signor Holmes, mi fareste un gran favore se mi

chiariste un punto.- Di cosa si tratta, signora?

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- La carriera politica di mio marito risentirà di questo incidente?- Ebbene, signora, a meno che non si aggiusti potrebbe sicuramente

avere degli effetti spiacevoli.- Ah! - Inspirò di colpo come uno i cui dubbi vengono chiariti.

- Un’ultima domanda, signor Holmes. Da una frase che mio marito siè lasciato sfuggire quando è rimasto colpito da questa sventura, ho capitoche terribili conseguenze per tutti potrebbero scaturire dalla perdita diquesto documento.

- Se lo ha detto, io certo non posso negarlo.- Di che natura sono?- No, signora, mi chiedete di nuovo più di quanto io non possa

rispondervi.

- Allora non vi farò perdere altro tempo. Non posso darvi torto, signorHolmes, per esservi rifiutato di parlare più apertamente, e voi da partevostra, sono sicura che non penserete male di me perché desidero, anchecontro la sua volontà, dividere le preoccupazioni di mio marito: Vi pregonuovamente di non dir nulla della mia visita.

Ci guardò ancora dalla porta ed ebbi un’ultima immagine di quelgrazioso volto tormentato, degli occhi spaventati, e delle labbra tese. Unattimo dopo se n'era andata.

- Bene, Watson, il gentil sesso è il vostro campo - disse Holmes, conun sorriso, una volta che il fruscio delle gonne era terminato dietro la portadi casa che si chiudeva. - Qual era il gioco della gentil signora? Cosa volevaveramente?

- Di sicuro le sue affermazioni erano chiare e le sue preoccupazionimolto sincere.

- Uhrn! Pensate al suo aspetto Watson: le sue maniere, la sua

eccitazione contenuta, la sua agitazione, la sua tenacità nel fare le domande.Ricordate che viene da una classe sociale che non mostra le emozioni.- Sicuramente era molto agitata.- Pensate anche alla strana serietà con la quale ci ha assicurato che

sarebbe stato meglio per il marito che lei sapesse tutto. Cosa intendeva? Eavrete anche notato, Watson, come si è spostata per avere la luce alle spalle.Non voleva che potessimo leggerle l'espressione sul volto.

- Sì , ha scelto proprio quella sedia nella stanza.

- Eppure le ragioni delle donne sono imperscrutabili. Vi ricordate diquella donna a Margate che sospettavo per lo stesso motivo. Niente cipria

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sul naso: si dimostrò essere la soluzione esatta. Come si fa a costruire sullesabbie mobili? La loro azione più banale potrebbe significare una quantitàdi cose, e una condotta straordinaria potrebbe dipendere da una forcina o dauna molletta per capelli. Arrivederci, Watson.

- Ve ne andate?- Sì , passerò la mattinata a Godolphin Street con i nostri amici dellapolizia. La soluzione è legata a Eduardo Lucas, anche se devo ammettereche non ho la minima idea di quale forma possa avere. È un erroremadornale fare ipotesi in anticipo. State all'erta mio caro Watson, eaccogliete qualsiasi nuovo visitatore. Vi raggiungerò a pranzo se posso.

Per tutta quella giornata, per la seguente e quella dopo Holmes restòin uno stato d'animo che i suoi amici definirebbero taciturno, e altri

imbronciato. Entrava e usciva di casa di corsa, fumava incessantemente,suonava dei brani col violino, sprofondava in fantasticherie, divoravasandwich fuori dei pasti, e a mala pena rispondeva alle domande fortuite chegli ponevo. Era evidente che la sua ricerca non gli stava andando bene. Nonparlava del caso, e fu dai giornali che appresi i particolari dell’inchiesta, el'arresto e il successivo rilascio di John Mitton, il maggiordomo delloscomparso. Il verdetto del pubblico ufficiale incaricato dell’inchiesta fuovviamente "omicidio volontario", ma i dettagli erano ancora sconosciuti.Non si trovava il movente. La stanza era piena di beni preziosi, ma nienteera stato preso. Le carte del morto non erano state toccate. Furonoesaminate con attenzione, e mostrarono che Lucas era un acuto studioso dipolitica internazionale, un instancabile pettegolo, un eccellente linguista, eun accanito scrittore di lettere. Era stato in termini intimi con i maggioripolitici di diversi paesi. Ma non fu scoperto niente di sensazionale fra idocumenti che riempivano i cassetti. Per quanto riguarda le sue relazioni

femminili, sembrava essere promiscuo ma superficiale. Aveva molteconoscenze ma poche amiche, e nessuna che amasse. Le, sue abitudini eranoregolari, la sua condotta innocua. La sua morte era un assoluto mistero eprobabilmente tale sarebbe rimasto. Quanto all'arresto di John Mitton, ilmaggiordomo, fu un gesto di disperazione in alternativa all'immobilitàcompleta. Ma non gli si poteva imputare nulla. Era andato a trovare degliamici a i Hammersmith quella notte. L'alibi reggeva. È vero che era partitoda casa a un'ora che gli avrebbe permesso di arrivare a Westminster prima di

quando fu scoperto il delitto, ma si era spiegato dicendo che avevacamminato per un pezzo, e la cosa sembrava abbastanza credibile visto che

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era una bella serata. Era arrivato alle dodici e sembrava realmente stravoltodall’inaspettata tragedia. Era sempre stato in buoni rapporti col suopadrone. Diversi averi del defunto, in particolare un piccolo astuccio dirasoi, erano stati trovati fra le cose del maggiordomo, ma lui spiegò che

erano dei regali dello scomparso, e la governante confermò la suaaffermazione. Mitton era al servizio di Lucas da tre anni. Era evidente cheLucas non portava Mitton con sé sul continente. A volte andava a Parigi pertre mesi di fila, ma Mitton rimaneva a badare alla casa di Godolphin Street.Quanto alla governante, lei non aveva sentito nulla la notte del delitto. Se ilpadrone aveva avuto delle visite, gli aveva aperto da solo.

Così per tre mattine il mistero restò insoluto, da quanto leggevo suigiornali. Se Holmes ne sapeva di più, se lo teneva per sé, ma, visto che mi

disse che l'ispettore Lestrade gli aveva confidato tutto sul caso, sapevo cheera a conoscenza di ogni sviluppo. Il quarto giorno apparve un lungotelegramma da Parigi che sembrava risolvere la questione.

 La polizia parigina (diceva il Daily Telegraph) ha appena fatto unascoperta che getta luce sul tragico destino del signor Eduardo Lucas, cheincontrò una morte violenta lunedì scorso nella sua casa di GodolphinStreet, a Westminster. I nostri lettori ricorderanno che il gentiluomoscomparso fu trovato pugnalato nella sua stanza, e che alcuni sospetticaddero sul maggiordomo, ma che furono sollevati dal suo alibi. Ieri unasignora, conosciuta col nome di M.me Henri Fournaye, che abita in unavilletta in rue Austerlitz, è stata denunciata alle autorità dalla sua servitù perché pazza. Un esame ha mostrato in effetti che aveva sviluppato una pericolosa e permanente forma di pazzia. Nel corso delle indagini la polizia ha scoperto che M. me Henri Fournaye era tornata da un viaggio

a Londra appena martedì scorso, e c'è motivo di collegarla al crimine diWestminster. Un confronto di fotografie ha dimostrato che M. HenriFournaye e Eduardo Lucas erano in realtà la stessa persona, e che loscomparso aveva per qualche motivo una doppia vita a Londra e aParigi. M. me Fournaye, che è creola di origine, è di natura estremamenteeccitabile, aveva sofferto nel passato di attacchi di gelosia che avevanosconfinato nella pazzia. Si pensa che sia stato durante uno di questiattacchi che abbia commesso il terribile crimine che ha sollevato tanto

scalpore a Londra. Non si conoscono ancora i suoi spostamenti di lunedì notte, ma si sa che una donna che risponde alla sua descrizione ha

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attratto l'attenzione dei passanti alla stazione di Charing Cross martedì mattina, per il suo aspetto incolto e per la violenza delle sue maniere. È  probabile quindi, o che il crimine sia stato commesso durante un attaccodi pazzia, o che il suo effetto immediato sia stato di sconvolgere la mente

della povera donna. Per il momento la signora non è in grado di darenessuna versione coerente dei fatti, e i dottori non hanno speranze diristabilire il suo equilibrio mentale. Si è a conoscenza del fatto che unadonna, che avrebbe potuto essere M. me Fournaye, è stata vista per alcune ore lunedì notte, mentre osservava la casa in Godolphin Street.

- Che ne pensate, Holmes? - Gli avevo letto l'articolo ad alta voce,mentre terminava la colazione.

- Mio caro Watson - disse mentre si alzava da tavola e passeggiava sue giù per la stanza - voi siete molto paziente, ma se non vi ho detto nulla inquesti ultimi tre giorni, è perché non c'è nulla da dire. Neanche questoresoconto da Parigi ci aiuta molto.

- Di certo ci dice come è morto quell’uomo.- La morte di quell'uomo è un semplice incidente, un episodio futile,

in confronto al nostro vero compito che è di trovare questo documento edevitare una catastrofe europea. Solo una cosa importante è successa negliultimi tre giorni, ed è che non è successo niente. Mi arrivano rapporti dalgoverno quasi ogni ora, ed è sicuro che in nessuna parte d'Europa ci sonosegni di problemi. Ora se questa lettera è disponibile, no, non  può esseredisponibile, ma se non lo è, dove può essere? Chi ce l’ha? Perché la tiene?Questa è la domanda che mi martella in testa. È stata davvero unacoincidenza che Lucas sia stato ucciso la notte in cui è sparita la lettera? Gliè mai arrivata quella lettera? Se sì, perché non è fra le sue carte? Forse la

moglie pazza se l'è portata via? Se sì, è a casa sua a Parigi? Come potreicercarla senza che la polizia francese si insospettisca? È un caso, mio caroWatson, in cui la legge è pericolosa quanto i criminali. Nessuno ci puòaiutare eppure gli interessi in gioco sono colossali. Se dovessi trovare lasoluzione, sarebbe certamente il successo che corona la mia carriera. Ah!notizie dal fronte! - Diede un'occhiata veloce al messaggio che gli venivaporto. - Ah! Sembra che Lestrade abbia trovato qualcosa di interessante.Mettetevi il cappello, Watson, e facciamoci una passeggiata fino a

Westminster.Era la mia prima visita sulla scena del crimine. Una casa alta, tetra,

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stretta, formale e solida come il secolo in cui era nata. La forma massicciadi Lestrade ci guardò da una finestra sul davanti e ci salutò caldamentequando un grosso agente ci aprì la porta e ci fece entrare. La stanza nellaquale entrammo era quella in cui era stato commesso il delitto, ma non ne

rimaneva nessuna traccia salvo un'orribile, irregolare macchia sul tappeto.Era un piccolo tappeto quadrato al centro della stanza, e copriva una partedella grande distesa di un bellissimo parquet di vecchio stile a blocchiquadrati, estremamente lucidi. Sopra il caminetto c'era una magnificacollezione di armi, una delle quali era stata usata quella tragica notte.Vicino alla finestra c'era una sontuosa scrivania e tutti i particolaridell'appartamento, i quadri, i tappeti, e i tendaggi, tutti sottolineavano ungusto voluttuoso al limite dell'effeminatezza.

- Avete visto le notizie da Parigi? - chiese Lestrade. Holmes fececenno di sì.

- Sembra che stavolta i nostri amici francesi ce l'abbiano fatta. Senzadubbio è come dicono loro. Ha bussato alla porta, visita a sorpresaimmagino, visto che lui teneva la sua vita in compartimenti stagni. Lui la faentrare non poteva mica lasciarla per strada. Lei gli dice che lo ha seguito,lo rimprovera. Una cosa tira l'altra, e poi con quel coltello a portata di manol'epilogo arriva in fretta. Non è stato fatto tutto in un attimo pero, perchéqueste sedie erano tutte laggiù, e lui ne aveva una in mano come se avessecercato di tenerla a bada. È tutto chiaro come se fossimo stati lì a vedere.

Holmes inarcò le sopracciglia.- Eppure mi avete fatto chiamare.- Ah, sì, quella è un'altra storia, una sciocchezza, di quelle che

interessano a voi, strana, sapete, si potrebbe definire curiosa. Non ha nientea che fare con i fatti principali, non può averne, a giudicare dalle apparenze.

- Di che cosa si tratta dunque?- Be', sapete, dopo un crimine di questo genere siamo sempre attenti alasciare le cose com'erano. Niente è stato toccato. C'è un agente di guardiagiorno e notte. Stamattina, mentre l'uomo veniva sepolto e le indagini,almeno per questa stanza, erano terminate, abbiamo pensato di mettere unpo' d'ordine. Questo tappeto, vedete, non è fissato: è solo steso sulpavimento. Ci è capitato di sollevarlo. E abbiamo trovato...

- Sì? Avete trovato...

Il volto di Holmes si fece più ansioso.- Be', sono sicuro che non lo indovinereste nemmeno tra cent'anni

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cosa abbiamo trovato. Vedete quella macchia sul tappeto? Be', ne deveessere filtrato un bel po', non credete?

- Senza dubbio.- Bene, sarete sorpreso di sapere che non c'è nessuna macchia sul

parquet al di sotto.- Nessuna macchia! Ma ci deve...- Sì, sarebbe logico. Ma rimane il fatto che non c'è.Afferrò l'angolo del tappeto e, girandolo, mostrò che era come aveva

dètto.- Ma il sotto è macchiato come il sopra. Deve aver lasciato una

macchia!Lestrade ridacchiava compiaciuto per aver confuso il famoso esperto.

- Ora, le mostrerò la spiegazione. C'è una seconda macchia, ma noncorrisponde all'altra. Guardate voi stesso. - Mentre parlava, girò un'altraparte del tappeto, e lì, infatti, c'era una grossa macchia rossa sul quadratodel parquet, verso la porta in vecchio stile. - Cosa ne dite, Holmes?

- Ma sì, è abbastanza semplice: le due macchie corrispondevano, ma iltappeto è stato girato. Visto che è quadrato e che non è fissato a terra, èstato facile.

- La polizia non ha bisogno di voi, Holmes, per dire che il tappetodeve essere stato girato: è chiaro, visto che le macchie risultano una sopral'altra se lo giriamo da questa parte. Ma quello che voglio sapere è, chi haspostato il tappeto, e perché?

Capivo dal volto irrigidito di Holmes che fremeva di un’eccitazioneinteriore.

- Ascoltate Lestrade - disse - il responsabile del posto è stato semprel'agente che c'è nell'ingresso?

- Sì.- Ebbene, ascoltate il mio consiglio. Lo interroghi attentamente. Nonfatelo davanti a noi. Vi aspetteremo qui. Portatelo nell’altra stanza. Quasisicuramente vi confesserà tutto lui. Chiedetegli come ha osato far entrarequalcuno e lasciarlo solo in questa stanza. Non chiedetegli se lo ha fatto.Datelo per scontato. Ditegli che voi sapete che qualcuno è stato quì.Incalzatelo. Ditegli che una confessione completa è la sua unica via disalvezza. Fate esattamente come vi dico!

- Perbacco, se ne sa qualcosa, mi dovrà delle spiegazioni! gridòLestrade. Si precipitò nell’ingresso e qualche attimo più tardi la sua vociona

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rimbombava nell’altra stanza.- Ora, Watson, ora! - gridò Holmes con frenetica impazienza. Tutta la

forza demoniaca di quell'uomo, mascherata dietro modi languidi esplose inun parossismo di energia. Scostò il tappeto, e in un attimo fu in ginocchio a

cercare di scalzare ogni quadrato di legno. Uno si scostò quando lui infilò leunghie nella fessura sul bordo. Si aprì come il coperchio di una scatola. Unapiccola intercapedine si trovava sotto il pavimento. Holmes vi rinfilò lamano impaziente e la ritiro con un amaro ringhio di rabbia e delusione. Eravuota.

- Presto, Watson, presto! Rimettetela a posto! - Il coperchio di legnofu rimesso al suo posto e avevamo appena steso il tappeto al suo postoquando si sentì la voce di Lestrade nell'ingresso. Trovò Holmes appoggiato

languidamente al camino, rassegnato e paziente, che si sforzava dinascondere i suoi irrefrenabili sbadigli.

- Mi spiace di avervi fatto aspettare, Holmes. Vedo che siete annoiatoa morte da tutta questa faccenda. Ebbene, ha confessato, tutto a posto.Entrate, MacPherson. Raccontate a questi gentiluomini della vostraingiustificabile condotta.

Il grosso agente, agitato e penitente, sgusciò nella stanza.- Non intendevo arrecare alcun danno, signore, davvero. La giovane

donna è venuta alla porta ieri sera, disse che aveva sbagliato casa. Poiiniziammo a parlare. Ci si sente soli quando si è di servizio qui tutto ilgiorno.

- Ebbene, cos'è successo?- Voleva vedere dov'era successo il crimine, lo aveva letto sui

giornali, disse. Era una donna onorabile che parlava con gentilezza,signorile, e non ci vidi nulla di male a lasciarle dare un'occhiata. Quando

vide quella macchia sul tappeto, cadde a terra e sembrava morta. Corsi sulretro a prendere dell'acqua, ma non riuscii a farla rinvenire. Allora andaidietro l'angolo all’ Ivy Plant per prenderle un brandy, e quando glielo portai,la donna si era già ripresa e se n'era andata: si vergognava di sé, suppongo, eaveva paura di vedermi di nuovo.

- E cosa ci dite del tappeto che è stato spostato?- Dunque, signore, quello era un po' in disordine quando tornai.

Vedete, lei ci cadde sopra e il tappeto è su un pavimento lucido con niente

che lo tenga fermo. Dopo lo stesi per bene.- Che sia di lezione per voi, per farvi capire che non mi si può

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ingannare, agente MacPherson - disse Lestrade, con dignità. - Senza dubbiopensavate che la vostra inosservanza delle regole non sarebbe mai statascoperta, eppure una semplice occhiata a quel tappeto mi è bastata perconvincermi che qualcuno era entrato in questa stanza. È una fortuna per

voi, amico mio, che non manca nulla, o vi trovereste a Queer Street. Midispiace avervi chiamato per una tale sciocchezza, Holmes, ma pensavo chela faccenda della seconda macchia che non corrispondeva, vi avrebbeinteressato.

- Certo, era molto interessante. Questa donna è stata qui solo unavolta, agente?

- Sì, signore, solo una volta.- Chi è?

- Non ne conosco il nome, signore. Voleva presentarsi per unannuncio per una dattilografa ed è venuta al numero sbagliato, una giovanedonna molto amabile e raffinata, signore.

- Alta? Bella?- Sì, signore, era una donna alta. Penso anche che si sarebbe potuta

definire bella. Magari anche molto bella. "Oh, agente, lasciatemi dareun'occhiata!" disse. Aveva delle maniere graziose e adulatorie, si potrebbedire, e pensavo non ci fosse nulla di male a lasciarle dare un'occhiata dallaporta.

- Com'era vestita?- In modo sobrio, signore: una mantella fino ai piedi.- Che ora era?- Si stava appena facendo buio. Stavano, accendendo i lampioni

quando ritornai col brandy.- Molto bene - disse Holmes. - Venite, Watson, penso che abbiamo un

lavoro più importante da fare altrove.Quando lasciammo la casa, Lestrade rimase nella stanza, mentrel'agente pentito ci apriva la porta per farci uscire. Holmes si voltò sullasoglia e mostrò qualcosa che aveva in mano. L'agente guardò attentamente.

- Buon Dio, signore! - gridò, con lo stupore dipinto sul volto. Holmesportò il dito alle labbra, rimise la mano nel taschino, e scoppiò a riderequando ci incamminammo. - Eccellente - disse. - Venite, Watson amicomio, si alza il sipario sull’ultimo atto. Sarete sollevato nel sentire che non ci

sarà una guerra, che il molto onorevole Trelawney Hope non avrà unabattuta d'arresto nella sua brillante carriera, che il sovrano indiscreto non

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riceverà nessuna punizione per la sua indiscrezione, che il primo ministronon avrà a che fare con una complicazione a livello europeo, e che con unpo' di tatto e un po' di manipolazione da parte nostra, nessuno si troverà unbriciolo peggio per ciò che avrebbe potuto essere un tremendo incidente.

Mi riempii di ammirazione per quest'uomo straordinario.- L'avete risolto! - gridai.- Non proprio, Watson. Ci sono dei punti che restano sempre oscuri.

Ma abbiamo abbastanza e sarebbe solo colpa nostra se non riuscissimo acapire il resto. Ora andremo dritti a Whitehall Terrace per giungere al puntodella questione.

Quando arrivammo alla residenza del ministro degli affari europei, fudi Lady Hilda Trelawney Hope che Sherlock Holmes domandò. Fummo fatti

entrare nel soggiorno.- Signor Holmes! - disse la signora, col volto rosso per lo sdegno. -

Questo è sicuramente molto scorretto e meschino da parte vostra.Desideravo, come vi avevo spiegato, tenere segreta la mia visita, affinchémio marito non pensi che mi voglio intromettere nei suoi affari. Ciònonostante voi mi compromettete venendo qui e mostrando così che c'è unqualche rapporto tra di noi.

- Sfortunatamente, signora, non avevo alcuna alternativa. Sono statoincaricato di ritrovare questo documento d'immensa importanza. Vi devodunque chiedere, signora, di essere tanto gentile da consegnarmelo.

La signora balzò in piedi, arrossendo in un attimo. Gli occhi lebrillavano, barcollò, pensai che stesse per svenire. Poi con un grande sforzosi riprese dallo shock, e immenso stupore e indignazione cacciaronoqualsiasi altra espressione dal suo volto.

- Voi... voi mi insultate, signor Holmes.

- Su, su signora, è inutile. Datemi la lettera.Lei si lanciò a prendere il campanello.- Il maggiordomo vi accompagnerà fuori.- Non suonate Lady Hilda. Se lo fate, i miei enormi sforzi per evitare

uno scandalo si riveleranno inutili. Datemi la lettera e tutto si aggiusterà. Selavorerete con me, riuscirò a sistemare tutto. Se lavorerete contro di me,dovrò esporla.

Lei lo fissò con aria grandiosa di sfida, una figura regale, gli occhi

immobili su di lui come se potesse leggergli l'anima. La mano era sulcampanello, ma si era trattenuta dal suonarlo.

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- Voi cercate di spaventarmi. Non è una cosa molto signorile, signorHolmes, venire qui a intimidire una donna. Dite di sapere qualcosa. Cosasapete?

- Vi prego di sedervi, signora. Vi fareste male se doveste cadere. Non

parlerò finché non vi sarete seduta. Grazie.- Vi do cinque minuti, signor Holmes.- Uno basterà, Lady Hilda. So della vostra visita a Eduardo Lucas, so

che gli avete consegnato il documento, del vostro ingegnoso ritorno inquella stanza ieri sera, e della maniera in cui avete preso la lettera dalnascondiglio sotto il tappeto.

Lei lo fissò con un volto cinereo e deglutì due volte prima di riuscirea parlare.

- Siete pazzo, signor Holmes... siete pazzo! - gridò alla fine.Lui tirò fuori da una tasca un cartoncino. Era il ritratto di una donna.- Me lo sono portato dietro perché pensavo mi potesse essere utile -

disse. - Il poliziotto l’ha riconosciuto.Lei rantolò e la testa si riversò all'indietro.- Su, Lady Hilda. Voi avete la lettera. La faccenda si può ancora

aggiustare. Io non ho intenzione di arrecarvi danno. Il mio compito terminaquando avrò riconsegnato la lettera persa a vostro marito. Seguite il mioconsiglio e siate franca con me. È la vostra unica speranza.

Il suo coraggio era ammirevole. Perfino adesso non accettava lasconfitta.

- Ve lo dico nuovamente, signor Holmes, voi state fantasticando.Holmes si alzò dalla sedia.- Mi dispiace per voi, Lady Hilda. Ho fatto tutto ciò che potevo fare

per voi. Ma vedo che è stato tutto invano. Suonò il campanello. Il

maggiordomo entrò. - Il signor Trelawney Hope è in casa?- Sarà a casa a un quarto all’una.Holmes diede un'occhiata all'orologio.- Ancora un quarto d'ora - disse. - Molto bene aspetterò.Il maggiordomo non aveva quasi nemmeno chiuso la porta che Lady

Hilda era già in ginocchio ai piedi di Holmes, con le braccia aperte, ilgrazioso volto rivolto all’insù e bagnato dalle lacrime.

- Oh, risparmiatemi signor Holmes! Risparmiatemi! - lo pregava. - Per

l'amor del cielo non diteglielo! Lo amo così tanto! Non vorrei portarglinemmeno un'ombra nella sua vita, e questo spezzerebbe il suo nobile cuore.

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 Holmes fece rialzare la signora. - Sono contento, signora, che

all'ultimo momento vi siate messa a ragionare! Non c'è un attimo daperdere. Dov'è la lettera?

Lei si lanciò verso una scrivania, ne apri la serratura e tirò fuori unalunga busta azzurra.- Eccola, signor Holmes. Volesse il cielo che non l'avessi mai vista!- Come possiamo rimetterla al suo posto? - mormorò Holmes. -

Presto, presto, dobbiamo pensare a qualcosa! Dov'è il cofanetto?- È ancora in camera da letto.- Che colpo di fortuna! Presto, signora, portatelo qui!Un attimo dopo lei riapparve con una scatola rossa piatta in mano.

- Come l'avete aperta prima? Avete un duplicato della chiave? Sì,certo che ce l'avete. Apritela!

Lady Hilda tirò fuori una chiavina dal seno. La scatola si apri. Eracolma di carte. Holmes mise la busta blu in mezzo, fra le pagine di un altrodocumento. La scatola venne richiusa a chiave, e riportata alla camera daletto.

- Ora siamo pronti per riceverlo - disse Holmes. - Abbiamo ancoradieci minuti. Farò di tutto per proteggervi, Lady Hilda. In cambiotrascorrerete il tempo che ci resta a raccontarmi francamente il significato diquesta incredibile faccenda.

- Signor Holmes, vi dirò tutto - pianse la signora. - Oh, signorHolmes, mi taglierei la mano destra piuttosto che dargli un attimo didolore! Non c'è una donna in tutta Londra che ami il proprio marito comeme, eppure se sapesse come ho agito, come sono stata costretta a agire, nonmi perdonerebbe mai, perché il suo onore è così alto che non potrebbe

dimenticare o perdonare una mancanza in un altro. Aiutatemi, signorHolmes! La mia felicità, la sua felicità, le nostre stesse vite sono in gioco!- Presto, signora, non ci resta molto tempo!- C'era una mia lettera, signor Holmes, una lettera indiscreta scritta

prima del mio matrimonio, una lettera sciocca, una lettera di un’impulsivaragazza innamorata. Non era nulla di male, ma lui l'avrebbe consideratadelittuosa. Se lui avesse letto quella lettera la sua fiducia sarebbe statadistrutta per sempre. La scrissi anni fa, e pensavo che la faccenda fosse

ormai dimenticata. Poi, alla fine, quest'uomo, Lucas, mi fece sapere che eranelle sue mani, e che l'avrebbe data a mio marito. Lo supplicai. Disse che

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me l'avrebbe consegnata se gli avessi portato un certo documento che midisse si trovava nel cofanetto di mio marito. Aveva qualcuno nell'ufficioche gli aveva parlato dell'esistenza di questa lettera. Mi assicurò che la cosanon avrebbe arrecato alcun danno a mio marito. Mettetevi nei miei panni,

signor Holmes! Cosa dovevo fare?- Confidarvi con vostro marito.- Non potevo, signor Holmes, non potevo! Da una parte c'era la rovina

sicura, dall'altra, per quanto terribile mi potesse apparire, il dover prenderequesto documento di mio marito, io non ne potevo capire le conseguenzepolitiche, ma ne capivo le conseguenze nel nostro amore. E così lo feci,signor Holmes! Presi un calco della chiave. Quest'uomo, Lucas, mi forni ilduplicato. Aprii il suo cofanetto, presi la lettera e la portai a Godolphin

Street.- Cosa successe lì, signora?- Bussai alla porta come convenuto. Lucas apri. Lo seguii nella sua

stanza, lasciando la porta d'ingresso socchiusa dietro di me, perché avevopaura a restare sola con quell’uomo. Ricordo che c'era una donna fuori,quando entrai. Il nostro affare si concluse presto. Lui aveva la mia letterasulla scrivania e io gli consegnai il documento. Lui mi diede la lettera. Inquel momento ci fu un rumore alla porta. Si sentirono dei passinell'ingresso. Lucas alzò velocemente il tappeto e gettò il documento in unqualche nascondiglio, e poi lo ricoprì.

"Cosa successe dopo è un incubo. Mi ricordo un viso scuro edelirante, una voce di donna che urlava in francese, "La mia attesa non èstata vana. Alla fine ti ho sorpreso con lei!" Ci fu una lotta selvaggia. Io lovidi con una sedia in mano, mentre nelle mani di lei brillava un pugnale.Scappai da quell'orribile luogo, scappai da quella casa, e solo la mattina

dopo lessi sui giornali del terribile epilogo. Quella notte ero felice perchéavevo la mia lettera, e ancora non sapevo cosa mi avrebbe riservato ilfuturo.

"Fu la mattina seguente che capii che avevo solo scambiato un guaiocon un altro. L'angoscia di mio marito per la perdita del suo documento micolpi al cuore. Riuscii a mala pena a trattenermi dal gettarmi ai suoi piedi edirgli cosa avevo fatto. Ma di nuovo, avrebbe voluto dire confessare ilpassato. Venni da voi quella mattina per capire l'intera portata della mia

trasgressione. Dall'istante in cui lo compresi, tutta la mia mente fu rivolta aun solo pensiero: recuperare il documento di mio marito. Doveva essere

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ancora dove lo aveva messo Lucas, perché era stato nascosto prima chequella terribile donna entrasse nella stanza. Se non fosse stato per lei, nonavrei mai conosciuto la locazione del nascondiglio. Ma come avrei fatto aentrare nella stanza? Per due giorni tenni d'occhio la casa, ma la porta non

veniva mai lasciata aperta. Allora ieri sera feci un ultimo tentativo. Cosafeci e come ci riuscii, già lo sapete. Ripresi la lettera e pensai didistruggerla, visto che non vedevo alcun modo di restituirla senzaconfessare la mia colpa a mio marito. Cielo, sento dei passi sulla scala!"

Il ministro degli affari europei irrompette con eccitazione nella stanza. 

- Qualche notizia, Holmes, qualche notizia? - gridò.- Ho delle speranze.

- Ah, sia ringraziato il cielo! - Il suo volto si illuminò. Il primoministro sarà a pranzo con me. Potreste parlargli delle vostre speranze? Hadei nervi d'acciaio, eppure so che non ha quasi dormito da quando èaccaduto questo terribile evento. Jacobs, potreste chiedere al primo ministrodi salire? Quanto a te, cara, temo che si tratti di politica. Ti raggiungeremotra qualche minuto in sala da pranzo.

Le maniere del primo ministro erano controllate, ma potevo vedere dalluccichio nei suoi occhi e dal modo in cui contorceva le mani secche, cheprovava la stessa eccitazione del suo giovane collega.

- Ho sentito che avete qualcosa da dirci, Holmes.- Per quanto i risultati siano negativi - rispose il mio amico - ho

cercato in tutti i posti in cui poteva essere, e sono sicuro che non c'è nessunpericolo da temere.

- Ma non è abbastanza, Holmes. Non possiamo vivere per sempre suun vulcano. Dobbiamo avere qualcosa di definito.

- Ho delle speranze di riaverla. Ecco perché sono qui. Più ci penso,più sono convinto che la lettera non ha mai lasciato questa casa.- Holmes!- Se non fosse così, sarebbe già stata divulgata.- Ma chi la dovrebbe aver presa per tenerla in casa?- Non credo che l'abbia presa qualcuno.- E allora come ha fatto a lasciare il cofanetto?- Non credo che abbia mai lasciato il cofanetto.

- Holmes, questo scherzo è proprio inopportuno. Vi assicuro che halasciato il cofanetto.

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- Gli avete dato un'occhiata da martedì mattina?- No. Era inutile.- Forse non l'avete vista.- Impossibile, vi dico.

- Ma io non ne sono convinto. So che succede. Presumo che ci sianoaltri documenti nel cofanetto. Ebbene, potrebbe essersi mischiata a essi.- Era in cima.- Qualcuno potrebbe aver agitato la scatola e averle fatto cambiare

posto.- No, no, tirai tutto fuori.- Basta poco per appurarlo, Hope - disse il primo ministro.- Fate portare il cofanetto.

Il ministro suonò il campanello.- Jacobs, portate giù il mio cofanetto. Questa è una ridicola perdita di

tempo, ma, se non ne siete soddisfatto, lo farò. Grazie, Jacobs, metteteloqui. Ho sempre tenuto la chiave sulla catenella dell’orologio. Ecco, idocumenti, vedete. Lettera da Lord Merrow, resoconto da Sir CharlesHardy, memorandum da Belgrado, appunto sulle tasse russo-tedesche sulgrano, lettera da Madrid, messaggio da Lord Flowers... Buon dio! Cos'è!Lord Bellinger! Lord Bellinger!

Il primo ministro gli strappò la lettera blu dalla mano.- Sì, è questa, e la lettera è intatta. Hope, mi congratulo con voi.- Grazie! Grazie! Che peso dal cuore. Ma è inconcepibile, impossibile.

Holmes, siete un mago, uno stregone! Come sapevate che era lì?- Perché non era in nessun altro posto.- Non posso credere ai miei occhi! - Corse, fuori di sé, alla porta. -

Dov'è mia moglie'! Devo dirle che è tutto a posto. Hilda! Hilda! - sentimmo

la sua voce sulle scale.Il primo ministro guardò Holmes con gli occhi che luccicavano.- Ditemi, Holmes - disse - c'è qualcos'altro oltre a quello che si vede.

Com'è tornata nel cofanetto?Holmes si girò sorridendo, per evitare l'acuto esame di quegli occhi.- Anche noi abbiamo i nostri segreti diplomatici - disse, e prendendo il

cappello, si volse verso la porta.