Comunicazioni · immateriali e dei servizi è l’innovazione, un ... bole nel rating stilato dal...

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Redazione Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. post. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004) art.1, comma 1 - DCB - Roma Arretrati: euro 6,0 - Abb. annuo 60,00 euro (per 22 numeri); allʼestero 120,00 euro . Tel. 06-68.41.221 [email protected] IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY A pag.17 A pag.17 ANNO II N.28 31 LUGLIO / 13 AGOSTO 2006 3,50 euro FINMECCANICA AL FARNBOROUGH di Londra l’azienda ha fatto le cose in grande. L’Ad Guarguaglini ha annunciato le strategie per gli anni a venire. Cina e Giappone gli obiettivi. A pagina 15 SAT EXPÒ LE NOVITÀ della XIII edizione anticipate dal Presidente Paolo Dalla Chiara. Il Salone internazionale delle Tlc avanzate a Vicenza dal 28 al 30 settembre. A pagina 18 NORTEL Corriere Corriere Comunicazioni Comunicazioni delle delle LA COMPAGNIA ha stretto un’alleanza con Microsoft per lo sviluppo di progetti e tec- nologie congiunti per il mer- cato aziendale. Di Giuseppe (Ad) spiega le nuove sfide. A pagina 17 IL PAGINONE EDITORIALE L a decisione di Telecom Italia di fondere in una sola “one company” le società che gestiscono le telecomunicazioni fisse e quelle mobili ha creato le premesse per un drastico rimescolamento delle carta sul mer- cato della telefonia in Italia. Fissa e mobile. Dalle premesse (la fusione Tim-Telecom e la progressiva unificazione delle attività ge- stionali e commerciali della telefonia fissa e mobile) si è passati ai fatti. Il lancio commer- ciale di Unico, offerta fisso-mobile unificata, e le tariffe che abbinano chiamate fisso-mo- bile segnano lʼinizio di una nuova era anche se lʼAuthority per le Comunicazioni ne ha stoppato la partenza di Unico in attesa di vederci più chiaro. Sinora avevamo due mercati del tutto se- parati ed indipendenti. Tali lo sono stati sin dallʼinizio visto che la gestione della rete fis- sa di Telecom Italia e di quella mobile di Tim viaggiavano su binari che non si incrociava- no. Ancora si ricordano le guerre nemmeno tanto sotterranee tra Francesco Chirichigno, allora a capo di Telecom Italia, e Vito Gam- berale, numero uno di Tim, sulle politiche tariffarie della telefonia cellulare e sulle strategie di integrazione con lʼabortito Fido. Nessuno è mai riuscito a mettere cappello sullʼaltro e le strategie commerciali (in tutte le loro articolazioni) sono rimaste distinte. Sostanzialmente separate, e comunque as- sai poco significative per il valore delle quote di mercato in campo, sono le attività di Wind ed Infostrada. Tanto che Sawiris sembra as- sai poco interessato alla parte fissa, al punto da alimentare voci di possibile cessione. Il dado nello stagno lʼha dunque gettato Telecom Italia creando, se non un nuovo mercato, due mercati strettamente sinergici. Nessuno dei competitor potrà fare molta strada se non sarà in grado presentare of- ferte competitive a questo livello. È evidente il vantaggio di Telecom Italia che parte con 23 milioni di clienti fissi lascito dellʼex monopolio. Le sinergie potenziali con Tim sono enormi. La semplificazione tariffaria e delle bollette va incontro alle esigenze del consumatore. Ma bisogna assolutamente garantire la fair competition. Unico non può essere lʼunico. Unico, ma non lʼunico GILDO CAMPESATO DI ALBERTO TRIPI, PRESIDENTE FEDERCOMIN N el dibattito che si è aperto in queste ultime settimane, è entrata con forza la parola “modernità” che è diventata il filo con- duttore di autorevoli interventi. La moderniz- zazione del Paese è stato il tema centrale dell’ultima Assemblea di Confindustria ed è presente nelle Considerazioni Finali del Go- vernatore della Banca d’Italia, che per la pri- ma volta nella storia dell’Istituto, ha dedicato parole significative all’innovazione tecnolo- gica. Modernità è sinonimo di innovazione, flessibilità, servizio, apertura agli scambi e alla concorrenza internazionale. Sono questi i valori di riferimento per un’economia che vuole tenere il passo con i Paesi più avanzati, ed è questa la chiave per uscire definitiva- mente dall’equivoca contrapposizione tra L’ICT traina le politiche di sviluppo: industrie manifatturiere e dei servizi sono sinergiche un’economia manifatturiera e un’economia dei beni e dei servizi immateriali. Questa dia- lettica appare sempre più arcaica perché i due universi che disegnano la geografia economi- ca del nostro Paese, non sono antagonistici ma complementari, e solo la loro profonda integrazione può orientare una robusta poli- tica di sviluppo. L’anello che lega il mondo dell’industria tradizionale con quello dei beni immateriali e dei servizi è l’innovazione, un fattore che da “straordinario” deve diventare “ordinario” perché attraversa ormai in modo orizzontale tutti i settori dell’economia e della società. A rendere l’innovazione un normale fattore di crescita sono le tecnologie che con Convergenza per la modernità la loro forza scardinante entrano nella vita del- le imprese, della Pubblica Amministrazione, e in tutti i versanti della vita sociale. La strada della modernità appare quindi un percorso in cui l’impiego intelligente delle innovazioni e delle tecnologie diventa decisivo per la cre- scita del Paese. In questa fase di maturità cul- turale e di nuova consapevolezza politica, il “modello” della modernità italiana deve saper coniugare almeno tre fattori: la specificità del tessuto industriale, la versatilità delle tecno- logie digitali, la crescita esponenziale dei ser- vizi innovativi. Alla base di questo modello si trova la realtà dell’apparato industriale dove il 90% è rappresentato da piccole e medie imprese (sotto i 50 dipendenti) che solo attra- verso infrastrutture e servizi di rete possono resistere alla competizione internazionale. Accanto a loro – e a loro sostegno – troviamo circa 110mila imprese che operano nel campo dell’ICT e oltre 650mila imprese del terziario avanzato. L’incidenza di questo macrosettore dei servizi innovativi sull’economia italiana è cresciuta fino ad arrivare nel 2005 a rap- presentare il 13% dell’occupazione totale e il 25% del valore aggiunto prodotto. Rispetto a cinque anni fa il mondo dei servizi innova- tivi ha visto crescere del 25% il numero delle imprese registrate contro una media nazionale pari ad appena il 7%. E’ questa la geografia economica dell’Italia, un paese... Segue a pag.18 Fra le preoccupazioni del presidente di Telecom Italia non ci sono soltanto le alleanze strategiche con Murdoch, lo scan- dalo delle intercettazioni telefoniche, la battaglia con gruppi editoriali concorrenti. C’è anche il problema delle regole. Dopo Unico, quali controlli l’Agcom imporrà sulla gestione della rete e sul lancio di nuovi servizi? Il presidente Calabrò: “Le regole non vanno in ferie, occorre un passo avanti nella separazione fra servizi regolati e non regolati”. Martinelli (Vodafone): “Ci vogliono paletti”. Sulla tv l’Agcom sta con Gentiloni: Calabrò denuncia la posizione di “dominanza congiunta di Rai e Media- set”, e il ministro fa partire una cabina di regia per uscire dal duopolio. Campesato, Fiordalisi, Chiti, Anastasio alle pagine 3, 4 e 5 Tronchetti nella rete di Calabrò Dopo il lancio di Unico si prospetta una stagione di controlli su gestione rete e nuovi servizi LʼAgcom invita TI ad assumere impegni vincolanti sullʼapertura alla concorrenza Il riuso del software non decolla nella Pa Le amministrazioni pubbliche non si sono organizzate e il mercato sembra poco interessato al business. A pagina 8 Avviso ai lettori, arrivederci a settembre La prossima uscita del Corriere delle Comunicazioni è fissata allʼ11 settembre Buone vacanze a tutti i lettori. Bologna al primo posto con il portale comunale Iper- bole nel rating stilato dal IX rapporto Censis sulle Città digitali. Dall’analisi spicca una Pa sempre più online e un e-gov più diffuso, ma un’offerta non ancora sempre all’altezza della domanda. Il ministro per le Riforme e le innovazioni nella Pa Luigi Nicolais: “Un rapporto utile. Le imprese hanno un sistema di valutazione automatico, cioè il mercato. La Pa ora deve imparare che il proprio metro di valutazione è il cittadino”. Alle pagine 12 e 13 Città digitali il record è di Bologna I progressi dell’e-gov nel rapporto Censis

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Redazione Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. post. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004) art.1, comma 1 - DCB - RomaArretrati: euro 6,0 - Abb. annuo 60,00 euro (per 22 numeri); allʼestero 120,00 euro . Tel. 06-68.41.221 [email protected]

IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY

A pag.17 A pag.17

ANNO II N.28 31 LUGLIO / 13 AGOSTO 2006 3,50 euro

FINMECCANICAAL FARNBOROUGH di Londra l’azienda ha fatto le cose in grande. L’Ad Guarguaglini ha annunciato le strategie per gli anni a venire. Cina e Giappone gli obiettivi. A pagina 15

SAT EXPÒLE NOVITÀ della XIII edizione anticipate dal Presidente Paolo Dalla Chiara.Il Salone internazionale delle Tlc avanzate a Vicenza dal 28 al 30 settembre.

A pagina 18

NORTEL

CorriereCorriere ComunicazioniComunicazionidelledelle

LA COMPAGNIA ha stretto un’alleanza con Microsoft per lo sviluppo di progetti e tec-nologie congiunti per il mer-cato aziendale. Di Giuseppe (Ad) spiega le nuove sfide. A pagina 17

IL PAGINONE

EDITORIALE

La decisione di Telecom Italia di fondere in una sola “one company” le società

che gestiscono le telecomunicazioni fisse e quelle mobili ha creato le premesse per un drastico rimescolamento delle carta sul mer-cato della telefonia in Italia. Fissa e mobile. Dalle premesse (la fusione Tim-Telecom e la progressiva unificazione delle attività ge-stionali e commerciali della telefonia fissa e mobile) si è passati ai fatti. Il lancio commer-ciale di Unico, offerta fisso-mobile unificata, e le tariffe che abbinano chiamate fisso-mo-bile segnano lʼinizio di una nuova era anche se lʼAuthority per le Comunicazioni ne ha stoppato la partenza di Unico in attesa di vederci più chiaro.

Sinora avevamo due mercati del tutto se-parati ed indipendenti. Tali lo sono stati sin dallʼinizio visto che la gestione della rete fis-sa di Telecom Italia e di quella mobile di Tim viaggiavano su binari che non si incrociava-no. Ancora si ricordano le guerre nemmeno tanto sotterranee tra Francesco Chirichigno, allora a capo di Telecom Italia, e Vito Gam-berale, numero uno di Tim, sulle politiche tariffarie della telefonia cellulare e sulle strategie di integrazione con lʼabortito Fido. Nessuno è mai riuscito a mettere cappello sullʼaltro e le strategie commerciali (in tutte le loro articolazioni) sono rimaste distinte.

Sostanzialmente separate, e comunque as-sai poco significative per il valore delle quote di mercato in campo, sono le attività di Wind ed Infostrada. Tanto che Sawiris sembra as-sai poco interessato alla parte fissa, al punto da alimentare voci di possibile cessione.

Il dado nello stagno lʼha dunque gettato Telecom Italia creando, se non un nuovo mercato, due mercati strettamente sinergici. Nessuno dei competitor potrà fare molta strada se non sarà in grado presentare of-ferte competitive a questo livello. È evidente il vantaggio di Telecom Italia che parte con 23 milioni di clienti fissi lascito dellʼex monopolio. Le sinergie potenziali con Tim sono enormi. La semplificazione tariffaria e delle bollette va incontro alle esigenze del consumatore. Ma bisogna assolutamente garantire la fair competition. Unico non può essere lʼunico.

Unico,ma non lʼunico

GILDO CAMPESATO

DI ALBERTO TRIPI, PRESIDENTE FEDERCOMIN

Nel dibattito che si è aperto in queste ultime settimane, è entrata con forza la

parola “modernità” che è diventata il filo con-duttore di autorevoli interventi. La moderniz-zazione del Paese è stato il tema centrale dell’ultima Assemblea di Confindustria ed è presente nelle Considerazioni Finali del Go-vernatore della Banca d’Italia, che per la pri-ma volta nella storia dell’Istituto, ha dedicato parole significative all’innovazione tecnolo-gica. Modernità è sinonimo di innovazione, flessibilità, servizio, apertura agli scambi e alla concorrenza internazionale. Sono questi i valori di riferimento per un’economia che vuole tenere il passo con i Paesi più avanzati, ed è questa la chiave per uscire definitiva-mente dall’equivoca contrapposizione tra

L’ICT traina le politiche di sviluppo: industrie manifatturiere e dei servizi sono sinergicheun’economia manifatturiera e un’economia dei beni e dei servizi immateriali. Questa dia-lettica appare sempre più arcaica perché i due universi che disegnano la geografia economi-ca del nostro Paese, non sono antagonistici ma complementari, e solo la loro profonda integrazione può orientare una robusta poli-tica di sviluppo. L’anello che lega il mondo dell’industria tradizionale con quello dei beni immateriali e dei servizi è l’innovazione, un fattore che da “straordinario” deve diventare “ordinario” perché attraversa ormai in modo orizzontale tutti i settori dell’economia e della società. A rendere l’innovazione un normale fattore di crescita sono le tecnologie che con

Convergenza per la modernitàla loro forza scardinante entrano nella vita del-le imprese, della Pubblica Amministrazione, e in tutti i versanti della vita sociale. La strada della modernità appare quindi un percorso in cui l’impiego intelligente delle innovazioni e delle tecnologie diventa decisivo per la cre-scita del Paese. In questa fase di maturità cul-turale e di nuova consapevolezza politica, il “modello” della modernità italiana deve saper coniugare almeno tre fattori: la specificità del tessuto industriale, la versatilità delle tecno-logie digitali, la crescita esponenziale dei ser-vizi innovativi. Alla base di questo modello si trova la realtà dell’apparato industriale dove il 90% è rappresentato da piccole e medie

imprese (sotto i 50 dipendenti) che solo attra-verso infrastrutture e servizi di rete possono resistere alla competizione internazionale. Accanto a loro – e a loro sostegno – troviamo circa 110mila imprese che operano nel campo dell’ICT e oltre 650mila imprese del terziario avanzato. L’incidenza di questo macrosettore dei servizi innovativi sull’economia italiana è cresciuta fino ad arrivare nel 2005 a rap-presentare il 13% dell’occupazione totale e il 25% del valore aggiunto prodotto. Rispetto a cinque anni fa il mondo dei servizi innova-tivi ha visto crescere del 25% il numero delle imprese registrate contro una media nazionale pari ad appena il 7%. E’ questa la geografia economica dell’Italia, un paese...

Segue a pag.18

Fra le preoccupazioni del presidente di Telecom Italia non ci sono soltanto le alleanze strategiche con Murdoch, lo scan-dalo delle intercettazioni telefoniche, la battaglia con gruppi editoriali concorrenti. C’è anche il problema delle regole. Dopo Unico, quali controlli l’Agcom imporrà sulla gestione della rete e sul lancio di nuovi servizi? Il presidente Calabrò: “Le regole non vanno in ferie, occorre un passo avanti nella separazione fra servizi regolati e non regolati”. Martinelli (Vodafone): “Ci vogliono paletti”. Sulla tv l’Agcom sta con Gentiloni: Calabrò denuncia la posizione di “dominanza congiunta di Rai e Media-set”, e il ministro fa partire una cabina di regia per uscire dal duopolio.

Campesato, Fiordalisi, Chiti, Anastasio alle pagine 3, 4 e 5

Tronchetti nella rete di CalabròDopo il lancio di Unico si prospetta una stagione di controlli su gestione rete e nuovi servizi

LʼAgcom invita TI ad assumere impegni vincolanti sullʼapertura alla concorrenza

Il riuso del softwarenon decolla nella PaLe amministrazioni pubbliche non si sono organizzatee il mercato sembra poco interessato al business.

A pagina 8

Avviso ai lettori,arrivederci a settembreLa prossima uscita del Corriere delle Comunicazioni è fissata allʼ11 settembreBuone vacanze a tutti i lettori.

Bologna al primo posto con il portale comunale Iper-bole nel rating stilato dal IX rapporto Censis sulle Città digitali. Dall’analisi spicca una Pa sempre più online e un e-gov più diffuso, ma un’offerta non ancora sempre all’altezza della domanda. Il ministro per le Riforme e le innovazioni nella Pa Luigi Nicolais: “Un rapporto utile. Le imprese hanno un sistema di valutazione automatico, cioè il mercato. La Pa ora deve imparare che il proprio metro di valutazione è il cittadino”.

Alle pagine 12 e 13

Città digitaliil record

è di BolognaI progressi dell’e-govnel rapporto Censis