Comunicato stampa-sergio-padovani

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10.12.201107.01.2012

Opening on DEC 10h=21.00

sourmilkvia trieste 5

menzago di sumirago(va)

www.sourmilk.it

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La Villa in stile floreale di Sourmilk sembrerebbe appassita; il gelo invernale ormai circonda il tempio sconsacrato dell’arte contem-poranea. L’atmosfera è lugubre e penosa. Ogni cosa sembrerebbe presagio di morte.Il buio ha inghiottito tutto, trascinando le nostre menti assopite e le nostre stanche membra in un luogo senza tempo. Il 10 Dicembre 2011 è il giorno della condanna a morte. O forse alla vita.Tutti attendono il boia; la ghigliottina luccica nella penombra delle stanze. I malcapitati prescelti, in fila ordinata davanti a noi, attendono la sentenza.Il boia non giunge. La tensione si fa spessa come una coltre di nebbia che tutto avvolge.Sguardi che sembrano implorare aiuto emergono come da un mare di morte dalle tele appese alle mura. Gli occhi terrorizzati delle vittime cercano i nostri in cerca di un cenno che salvi loro la vita.“Le vostre ombre assomigliano a ghigliottine”, si sente sussurrare.Ultimo di sette fratelli, Sergio Padovani nasce a Modena il 25 Aprile del 1972. E’ il giorno della Liberazione.Artista autodidatta del qui e dell’ora, il demiurgo modenese è un medium, un plasmatore di materia che sembra comporsi da sé sulle tele più che prender forma dalle sue mani, come se esse fossero solo il mezzo di comunicazione tra due dimensioni lontane.Sergio Padovani sembra attraversare i secoli, scavalcando luoghi e tempi di cui nessuno ha più ricordo vivo, ma memoria scritta e testimo-nianza di chi in quel tempo fu.Gli opposti si attraggono. Ma nelle buie stanze di Sourmilk essi sembrano distruggersi.

SERGIO PADOVANI (Modena-Italy,1972)

“LE VOSTRE OMBRE ASSOMIGLIANO A GHIGLIOTTINE”

[AUTHOR: ERIQUE LACORBEILLE

CURATOR: IRENE PERINO]

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La luce e l’ombra sono in perenne lotta; il bianco ed il nero si inseguono in una estenuante corsa che non ha fine; il bene e il male, se davvero esistono, qui si conoscono e si confrontano, al verificarsi di un appuntamento fissato secoli or sono, in un tempo lontano a noi sconosciuto.Da soli cinque anni Sergio Padovani plasma i suoi capolavori in cui la materia dà vita ad ombre vive come non mai. Le tele sembrano attendere una morte dolorosa e sofferta, nera ed avvolgente come il bitume di cui sono ricoperte. Ma guardando ad esse con Amore, l’oggetto della loro ricerca, capiremmo che non è la fine della loro Vita ciò che attendono.

Musicista per più di vent’anni, l’artista visionario e viaggiatore del tempo abbandonò all’improvviso la musica folgorato da una visione: Odilon Redon.

E’ sufficiente un semplice tratto a carboncino, debole e frammentato come la vita di un uomo, per fermare il Tempo. Nessun maestro e nessuna scuola tranne quella della Realtà, maestra severa e spietata, che Sergio Padovani osserva con scrupolosa scienti-ficità. Nessun bozzetto o disegno preparatore. Il Vero non ha bisogno di una struttura che ne regga la forma. Un gesto od un errore, spesso un imprevisto, danno forma al capolavoro dell’artista, rappresentazione fisica e tangibile di una im-magine che da tempo giaceva sopita nella sua mente. E’ come se la sua arte attingesse ad un archivio di ricordi universali, memorie di gioie e dolori dell’intera umanità.

“Ogni cosa è un crimine immobile” attira il nostro sguardo.

Un corpo sospeso che a prima vista sembra orrendamente mutilato, giace a pochi metri dal suolo, come fotografato nell’istante immediata-mente precedente alla fine di una interminabile caduta. E’ il declino dell’essere umano, l’inarrestabile discesa dell’umanità verso gli Inferi od il congelamento di un attimo di Quiete infinita?

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Dal buio appare una luce. Qualcosa sembra scintillare. E’ l’occhio della vittima, che ci scruta e ci osserva. Non è una supplica, non è una richiesta di aiuto. E’ una ricerca, un fermento, un’indagine dell’uomo. Quella creatura sospesa è viva. Ciò che la uccide lentamente è l’attesa della fine. A tenerla in vita è il desiderio di mettersi in gioco, la voglia e la sup-ponenza di sfidare il nostro giudizio, nella speranza immortale che sia quella a cui guardano la strada verso la Felicità.Quel corpo deforme ma non privo di eleganza, così simile agli studi di Francis Bacon, turba la nostra vista ed il nostro animo. E’ l’incompletezza che ci inorridisce. La totale assenza di armonia ci disgusta.Ma qualcosa in quella immagine ci seduce senza apparente motivo. E’ forse l’importanza che essa ci attribuisce eleggendoci a giudici im-placabili della sua vita?Chi o cosa è quel essere che si nasconde ne “La culla”? Perché si cela al nostro sguardo ma al tempo stesso sembra cercare la nostra attenzione? Invochiamo demoni ed angeli, come in un’antica cerimonia del 1600: la Goetia. Dalle atmosfere cupe che ricordano la pittura olocaustica siamo sca-gliati al tempo dell’esoterismo e della demonologia.“Amor Goetia pare” si manifesta ai nostri occhi in un’esplosione di bianco e di luce.L’atmosfera godereccia ed orgiastica ci scaglia con violenza alla fine del 1500, tra i personaggi immortalati da lo Spagnoletto intorno ad un ebbro Sileno.

Il ventre gonfio fa orgogliosa mostra di sé.

E’ un inno alla devianza e all’ingordigia o è un Ode al Furor amoroso? L’amore è un diavolo e ad esso bisogna vendere l’anima. Perchè l’amore è un sentimento contro natura che condanna due sconosciuti ad una dipendenza meschina e insalubre. Ed effimera.Ma intensa.

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E’ dunque questo che cercano i personaggi di Sergio Padovani, cre-atore di esseri condannati alla ricerca “Dell’amore e di altri demoni”, usando le parole di Gabriel Garcia Marquez.Uomini alla ricerca della Felicità, sfacciati e supponenti, pronti a rimet-tersi al nostro giudizio, implacabile e tagliente come una ghigliottina per ottenere quello che cercano.Unitevi a loro tra i corridoi di Sourmilk così simili ai giardini di Bosch. Vedrete le corti di Velasquez e scorgerete personaggi che abitarono le opere di Cranach e di Bruegel.

Dalle finestre vi sembrerà di sentire il rumore di una tempesta di Turner confondersi con le risate e le grida di un Baccanale.

Quello di Sergio Padovani è un viaggio alla scoperta dell’Uomo, da sempre e per sempre condannato alla ricerca della Felicità.

Il boia è giunto. La folla attende il vostro giudizio.Vivere o morire. A voi la scelta.

Irene Perino

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GALLERY SPACE:SOURMILK 122.6 m2 (61.3 mQ First floor + 61.3 mQ Groundfloor).

20.213.4

2.4

7.7

17.6Entrance

Kitsch’n’Room

ToiletteExpo & House Bar& Expo forUnderground Artists

Alternative& Rare Movie shop

Art-Bookshop

20.2Parasite Room/Exhibits

14.1

17.6

4.6Toilette

FluxusRoom/Exhibits

SurrealistRoomExhibits & Event place

Balcony

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”Sourmilk cinge le sue radici sul suolo italiano, con la mente e l’anima che senza vincoli

volgono lo sguardo verso l’arte contemporanea di tutto il globo.Provocatorio, anormale, dissacrante, insano,

chiamatelo come volete, il fine artistico declamato rimane lo stesso:

sbattere la realtà in faccia alla realtà, la quale è più surreale e sconcertante

dell’immaginazione stessa...”

”Sourmilk surrounds its roots in Italian soil, with the mind and soul that without constraints

turn their eyes to contemporary art from around the globe.

Provocative, unusual, irreverent, insane, call it what you want,

the goal remains the same artistic declaimed: beat the reality in the face of reality,

which is more surreal and disconcerting image...”

///////////

Clarissa Tempestini

Clarissa Tempestini

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Via Trieste ,5 Menzago di Sumirago (VA)

Italywww.sourmilk.it

Mobile: + 39 338 6312038

[DAVIDE D’ALBERTO]Administration and cine-book shop Manager

[email protected]

[ERIQUE LACORBEILLE]Art Gallery Director

[email protected]

[FABRIZIO GAGLIARDI]Communication and Image Director

[email protected]

COLLABORATORS:

[CLARISSA TEMPESTINI]Curator and Art gallery public relations

[email protected]

[LUCA ZANOVELLO]

[IRENE PERINO]Curator

[email protected]

[ILARIA FRIGERIO]Art gallery public relations [email protected]

[PRESS OFFICE]www.ma9promotion.com

[EVENTS AREA][email protected]

[GENERAL INFO][email protected]

Exhibit patners, thanks to:Enquire MagazineCeleste network

LobodilatticePulledup Magazine

Ziguline