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COMUNE DI
SESTO SAN GIOVANNI
MARZO 2015
RENZO PIANO BUILDING WORKSHOPRPBW
AREE EX FALCK E SCALO FERROVIARIO
PROPOSTA VARIANTE AL PII
(APPROVATO CON DELIBERA N.142 DEL 30/04/2012)
Sede legale: Piazza E. Duse, 2 - 20122 Milano
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Unità locale: V.le Italia, 572 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
Unità locale: V.le Italia, 572 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
Titolo:
Codice elaborato:
Tavola:
Nome file:
Fase del processo: VARIANTE PII
Livello Progettazione: - Revisione : 4
Redazione: DRN
5a.12
5a.12_VA1-SSGX-DRN-MM-1-002-4
VA1-SSGX-DRN-MM-1-002-4
SISTEMA ENERGIA-AMBIENTE - Relazione Tecnica
DEERNS Italia Tel : +39 02 36167888
Via Guglielmo Silva 36 E-mail : [email protected]
20149 Milano Sito web : www.deerns.com
MILANOSESTO
AREE EX FALCK E SCALO FERROVIARIO
PROPOSTA VARIANTE AL P.I.I. VIGENTE
Sistema Energia-Ambiente
Relazione Tecnica
COMMESSA 131008
CODICE DOCUMENTO 5a.12_VA1-SSGX-DRN-MM-1-002-4
REVISIONE 4 REDATTO GC
DATA 01/10/2014 APPROVATO GD
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4 Marzo 2015 GC Variante PII -Aggiornamento
3 Ottobre 2014 GC Variante PII -Aggiornamento
2 Luglio 2013 GC Variante PII -Aggiornamento
1 Gennaio 2013 GC Variante PII
Rev Data Autore Descrizione
Indice delle revisioni
Aree Ex Falck e Scalo Ferroviario Proposta Variante al P.I.I. vigente
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Indice
1 INTRODUZIONE ....................................................................................................................... 4
1.1 Scopo della relazione ................................................................................................................ 4
1.2 Sviluppo edificatorio .................................................................................................................. 4
2 OBBIETTIVI .............................................................................................................................. 6
3 ANALISI DEI FABBISOGNI ..................................................................................................... 7
3.1 Analisi climatica ......................................................................................................................... 7
3.2 Provvedimenti per ridurre i fabbisogni ...................................................................................... 9
3.3 Fabbisogni di progetto ............................................................................................................. 20
3.4 Classe energetica degli edifici ................................................................................................ 23
4 SISTEMA ENERGIA ............................................................................................................... 26
4.1 Principi generali ....................................................................................................................... 26
4.2 Rete di riscaldamento urbano ................................................................................................. 29
4.3 Ipotesi alternative .................................................................................................................... 32
4.4 Apparecchiature termofrigorifere delle sottocentrali di edificio ............................................... 34
5 PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI ....................................................... 35
5.1 Definizioni ................................................................................................................................ 35
5.2 Valutazione delle possibili fonti rinnovabili .............................................................................. 35
5.3 Punti di ricarica e rifornimento per veicoli ad alimentazione elettrica ..................................... 39
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1 INTRODUZIONE
1.1 Scopo della relazione
Oggetto della presente relazione è la descrizione dei sistemi previsti per il soddisfacimento delle fabbisogni energetici correlati agli interventi di sviluppo e di valorizzazione delle aree "Ex Falck e Scalo Ferroviario" (Ambiti ATs1 e ATs2 del vigente PGT del Comune di a Sesto San Giovanni). Si precisa che quanto previsto nel presente elaborato costituisce previsione progettuale di massima, potendo, dunque, i relativi contenuti formare oggetto di precisazioni, variazioni, ottimizzazioni e modificazioni di fase di realizzazione degli interventi edilizi previsti nello strumento di pianificazione attuativa cui il presente elaborato accede.
In particolare, il presente elaborato accede a proposta di variante al vigente Programma Integrato di Intervento (definitivamente approvato con deliberazioni della Giunta Comunale di Sesto San Giovanni n. 142 del 30.4.2012 e n. 198 del 24.7.2012), finalizzata al recepimento, a valere su quota parte delle aree oggetto del suddetto PII, delle previsioni localizzative e realizzative della "Città della Salute e della Ricerca" e degli interventi correlati e connessi alla nuova polarità ospedaliera.
Premesso quanto sopra, in seno al presente elaborato si è proceduto, dapprima, alla definizione degli obiettivi energetico ambientali; conseguentemente sono stati determinati i fabbisogni energetici secondo i criteri di progetto previsti dalle normative vigenti, per poi procedere ad analizzare sinteticamente i provvedimenti per la riduzione dei correlati consumi.
A partire da una previsione dei fabbisogni adeguatamente ridotti, si è poi passati ad analizzare le strategie di risparmio energetico relative alla produzione e alla distribuzione dell’energia.
1.2 Sviluppo edificatorio
Il progetto di riqualificazione e di generazione del compendio "Ex Falck e Scalo Ferroviario", oggetto dell'odierna proposta di variante al vigente PII, si articola – così come meglio descritto negli elaborati urbanistici del progetto - in un mix di funzioni (private, pubbliche e di interesse pubblico e generale) tra loro coordinate e connesse, costituite da:
Edilizia residenziale libera – “Case alte”;
Edilizia residenziale libera – “Case basse”;
Edilizia residenziale convenzionata;
Funzioni di produzione beni e servizi – Attività terziarie;
Funzioni di produzione beni e servizi – Attività industriali e artigianali;
Funzioni di produzione beni e servizi – Attività ricettive;
Funzioni di produzione beni e servizi – Attività commerciali al dettaglio di grande struttura di vendita organizzata in forma unitaria, attivabile - secondo quanto previsto dal Documento di Piano del vigente PGT comunale - in tutte le tipologie distributive previste dal paragrafo 4.2.1 della DGRL n. VIII/5054 del 4.7.20007 e s.m.i. (oggi paragrafo 2, lettera f, della DGRL n. X/1193 del 20.12.2013 e s.m.i.);
Funzioni di produzione beni e servizi – Attività commerciali al dettaglio, articolata in medie strutture di vendita;
Funzione di produzione beni e servizi - Attività commerciali al dettaglio, articolata in esercizi di vicinato e medie strutture di vendita con dimensionamento compreso tra 251 m2 e 500 m2;
Altre funzioni di produzione beni e servizi.
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Oltre alle funzioni private sopra elencate, la proposta di variante al vigente PII prevede, altresì, i seguenti interventi pubblici e di interesse pubblico e/o generale:
Edilizia residenziale sociale;
Attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale (scuole, poliambulatorio, RSA, centro anziani, ecc..).
Data la dimensione del progetto, la realizzazione dell'insieme degli interventi contemplati nell'odierna proposta di variante al vigente PII avverrà - analogamente a quanto previsto per il Programma Integrato di Intervento vigente - mediante attivazione di specifiche Unità di Coordinamento Progettuale (UCP), cui corrisponderà l'apprestamento - sempre in correlazione alle singole UCP - delle infrastrutture e delle reti di distribuzione dell’energia.
La dimensione del progetto, il mix di funzioni e la realizzazione dell'insieme degli interventi per Unità di Coordinamento Progettuale (UCP) sono gli elementi specifici che, unitamente agli obiettivi generali, sono confluiti nella determinazione della scelta delle strategie energetiche.
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2 OBBIETTIVI
Il sistema energia si propone il raggiungimento dei seguenti obbiettivi:
ottenere elevati livelli di confort e sicurezza;
rendere minimo l’impatto dei sistemi edificio/impianto sul sito, con la riduzione dei fabbisogni energetici nei singoli edifici; ciò anche al fine di ottenere il riconoscimento della premialità di PGT relativa alla “Qualità energetica”, secondo quanto previsto dall'Allegato D alle NTA di PII così come implementato per effetto dell’odierna proposta di variante al Programma Integrato di Intervento vigente;
realizzare un sistema idoneo a sfruttare la richiesta contemporanea, in differenti edifici del sito, di energia termica e frigorifera;
utilizzare i sistemi più efficienti, per ridurre i consumi energetici da combustibili fossili e le relative emissioni inquinanti (CO2, NOX), in modo tale da ottenere il riconoscimento della premialità di PGT relativa alla “Qualità energetica”, secondo quanto previsto dall'Allegato D alle NTA di PII così come implementato per effetto dell’odierna proposta di variante al Programma Integrato di Intervento vigente;
utilizzare le risorse presenti in sito come l’acqua di falda, la rete di riscaldamento urbano, l’energia solare;
sviluppare soluzioni energetiche flessibili: dal singolo edificio, alle centrali di produzione, alla distribuzione;
graduare le realizzazioni in correlazione allo sviluppo delle capacità edificatorie previste in progetto.
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3 ANALISI DEI FABBISOGNI
3.1 Analisi climatica
Per affrontare in modo adeguato la progettazione energetica degli edifici di prevista realizzazione in sito, gli elementi di partenza sono rappresentati dai dati climatici, che consentono di pervenire, da un lato a una corretta progettazione, con conseguimento di condizioni ottimali di comfort, dall’altro di garantire, ove possibile, l’utilizzo delle risorse rinnovabili.
3.1.1 Temperature e umidità
In primo luogo sono stati individuati gli andamenti delle temperature e umidità relative all’aria e le relative frequenze temporali.
Questi dati consentono, unitamente agli altri dati di progetto, di determinare i carichi termici e frigoriferi per le diverse destinazioni d’uso previste nel progetto.
Fig. 3.1.1 Analisi dell’andamento delle temperature esterne e dell’umidità relativa.
3.1.2 Radiazione solare
Un ulteriore aspetto dell’analisi climatica è costituito dall’analisi dell’energia solare incidente.
I dati principali sono:
Radiazione solare di picco 930 W/m2 ;
Radiazione solare annuale 1.253 kWh/m2;
Radiazione solare media giornaliera 3,4 kWh/m2.
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Lo studio dell’energia solare incidente nelle diverse stagioni e per i diversi orientamenti degli edifici consente di valutare gli apporti gratuiti d’inverno e la necessità di schermare la radiazione solare d’estate.
3.1.3 Analisi del vento
E’ stato eseguito uno studio dei principali parametri relativi all’energia del vento.
Dai diagrammi sotto riportati si può notare come la direzione prevalente sia nord - sud e che le velocità più frequenti sono comprese tra 1 e 2 m/s.
L’analisi del vento, sia come direzione che come intensità nei diversi periodi dell’anno, consente di valutare il possibile apporto in termini di ventilazione naturale.
Fig. 3.1.3 Analisi del vento. Intensità, direzione e frequenza.
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3.2 Provvedimenti per ridurre i fabbisogni
I provvedimenti per ridurre i fabbisogni degli edifici si possono suddividere nelle categorie di seguito elencate.
Provvedimenti passivi;
Provvedimenti attivi.
Sono state definite le caratteristiche dell’involucro; per i vetri, per le pareti opache e per i solai saranno utilizzate soluzioni idonee a ridurre i valori di trasmittanza rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente.
La criticità climatica dell’area padana, evidenziata nei capitoli precedenti, porta alle seguenti considerazioni:
una climatizzazione passiva degli ambienti interni è senza dubbio auspicata, ma non sufficiente a far fronte al surriscaldamento intenso di tutto il periodo estivo;
la morfologia del territorio è tale per cui non si può fare affidamento sui venti naturali come supporto alla strategia passiva.
Una soluzione, pertanto, può essere quella di puntare sui sistemi di raffrescamento naturale basati sulla ventilazione indotta.
3.2.1 Provvedimenti passivi
Con il termine tecniche passive si intendono tutte le strategie idonee a ridurre i fabbisogni energetici degli edifici, attuabili intervenendo sull’involucro e sui sistemi non impiantistici; tra queste tecniche si segnalano quelle riportate di seguito.
Aumento dell’isolamento termico delle pareti e dei solai.
In tal senso, verrà ottimizzato il livello di isolamento termico, al fine di poter controllare meglio le condizioni microclimatiche interne. Questa strategia è valida sia per controllare le dispersioni di calore dall’interno, nel caso invernale, sia per limitare l’ingresso di calore dall’esterno, nel caso estivo. Il parametro che definisce la capacità d’isolamento termico di un materiale è la trasmittanza termica [W/m2]: minore è la trasmittanza e maggiore è lo smorzamento prodotto sulle condizioni termiche esterne. A parità di materiale isolante, la trasmittanza dipende dallo spessore dell’isolamento termico.
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Aumento della massa.
L’inerzia termica dovuta alla massa di un materiale utilizzato nella chiusura esterna di un edificio è il fattore che determina la potenzialità nella regolazione dello smorzamento delle oscillazioni di temperatura, ritardando i picchi e riducendo l’ampiezza media dell’onda termica. Il comportamento di un edificio o di un alloggio in termini di modulazione dei guadagni termici in condizioni non stazionarie può essere definito attraverso un parametro detto fattore d’inerzia. Con l’espressione modulazione dei guadagni termici s’intende la capacità di regolare le modalità di filtrazione degli stimoli esterni rispetto alle condizioni climatiche interne. Si tratta, in altre parole, della capacità di smorzamento nel tempo da parte dell’involucro edilizio della variazione dei parametri termici dell’ambiente esterno. La tendenza del progetto prevede l’accostamento sinergico di materiali con qualità specifiche in termini di modulazione e d’isolamento termico nella partizione esterna multistrato. Negli edifici in cui la parete esterna risulta prevalentemente vetrata, viene attribuito un ruolo massivo alle strutture orizzontali. La massa delle strutture orizzontali funziona da accumulo termico e scambia calore per irraggiamento con gli ambienti interni, sia durante la stagione invernale, sia durante quella estiva.
Riduzione della trasmittanza e del fattore solare dei vetri.
Le finestre permettono la penetrazione laterale della luce e della radiazione solare diretta, la vista e la ventilazione naturale. Vetri ad alte prestazioni energetiche, come i vetri basso-emissivi o vetri “selettivi”, rispondono in modo soddisfacente a esigenze di termoisolazione, di trasparenza e d’omogeneità di comportamento; la tecnologia garantisce caratteristiche ottiche e termiche di buon livello, assicurando che i sottilissimi singoli strati dei basso emissivi possano essere applicati in modo omogeneo su grandi superfici di vetro. Il deposito basso emissivo regola la trasmittanza e la riflettanza del vetro. Le caratteristiche di trasmittanza termica, di fattore solare e di trasmittanza luminosa saranno ottimizzate in relazione alle diverse destinazioni d’uso degli edifici e alle diverse esigenze delle utenze.
Facciate ventilate.
Le facciate ventilate si distinguono in due tipologie, facciate vetrate ventilate e facciate opache ventilate. Nelle facciate vetrate ventilate la parete vetrata è costituita da due sistemi distinti: una facciata esterna in vetro con opportune griglie di ventilazione e una interna con elevate caratteristiche di isolamento termico; nell’intercapedine fra le due superfici circola aria esterna, favorita da un effetto
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camino innescato dal calore irradiato dalla vetrata interna. Questo tipo di facciate fornisce ottime prestazioni anche in condizioni climatiche variabili. Nel periodo invernale la presenza di uno schermo esterno concorre ad aumentare la resistenza termica effettiva, particolarmente se le aperture di ventilazione sono regolabili. Nel periodo estivo la differenza di temperatura tra esterno e interno provoca un flusso d’aria con conseguente diminuzione della quantità di calore in ingresso nell’edificio. La facciata opaca ventilata è realizzata con isolamento termico esterno alla parete e con rivestimento di finitura che realizza una intercapedine ventilata tra il rivestimento esterno e il coibente. La ventilazione attraverso la facciata mitiga le temperature a ridosso dell’isolante aumentando le prestazioni energetiche di facciata. Tale sistema ottimizza i guadagni termici per la climatizzazione passiva. In relazione alle tipologie edilizie e alle soluzioni architettoniche sarà valutata la possibilità di utilizzare sistemi con facciate ventilate.
Schermi solari.
L’ombreggiamento regola l’intensità di luce diurna, protegge dall’abbagliamento e dalle radiazioni ultraviolette e protegge le superfici dal surriscaldamento. I vetri, in relazione alle diverse destinazioni d’uso e tipologie architettoniche, saranno accoppiati a una grande varietà di elementi di controllo che possono essere ascritti a tre grandi categorie prevalenti, quali schermature esterne all’involucro, schermature integrate all’involucro e schermature interne all’involucro.
Serre solari.
Lo spazio destinato a serre solari, nel progetto, è uno spazio parzialmente o totalmente incluso dai muri degli edifici e delimitato da pareti trasparenti. Si configura come un giardino d’inverno che sfrutta l’evotraspirazione della vegetazione come sistema di controllo delle condizioni climatiche e consente di distribuire la luce agli ambienti interni, controllando maggiormente l’ambiente esterno. La serra è simile a un involucro esterno che media, seleziona e filtra l’illuminazione, la temperatura e la ventilazione naturali. Le serre solari sono previste apribili per evitare fenomeni di surriscaldamento estivo.
Tetti verdi.
Se posato su una copertura, il sistema a verde pensile consente un maggiore isolamento termico dell'edificio, grazie alla presenza delle vegetazione e ai prodotti costituenti lo strato di drenaggio, soprattutto se si tratta di materiali espansi dall'alto effetto coibente. L'utilizzo di una copertura vegetale consente di ottenere dei vantaggi rispetto alla costruzione di una tipica copertura pavimentata o coperta di ghiaia. L'impiego di una copertura a verde, piuttosto che la realizzazione di un tetto tradizionale, migliora le condizioni climatiche all'interno dell'edificio e apporta benefici all'intero contesto ambientale. In linea generale, il pacchetto dei tetti verdi è composto da: un foglio impermeabilizzante antiradice; un telo divisorio e protettivo del manto di tenuta; uno strato drenante; uno strato filtrante, in genere in tessuto non tessuto, che impedisce il passaggio delle particelle fini di substrato trasportate dall'acqua ovviando ai problemi di intasamento degli scarichi che possono crearsi; un substrato, miscela speciale di materiali inerti (perlite, ardesia espansa, argilla, eccetera) e sostanze organiche (terricci); vegetazione.
Ventilazione naturale.
Con ventilazione naturale si indica il flusso d’aria entrante o uscente attraverso aperture appositamente predisposte nell’involucro dell’edificio. Nella condizione in cui gli impianti di ventilazione artificiale siano spenti o assenti (vale a dire nel caso di ventilazione passiva) e in assenza di vento, queste differenze di pressione si attuano imponendo una differenza di temperatura che causa un flusso ascendente d’aria calda che esce, mentre l’aria più fresca entra e rappresentano la sola forza di attivazione dei flussi d’aria. Questa situazione rappresenta la condizione climatica estiva più usuale in un clima caldo e afoso come quello della pianura Padana.
L’utilizzo della ventilazione naturale durante il periodo d’insolazione ha tre fini:
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il controllo del surriscaldamento dell’edificio, attraverso il raffrescamento dell’aria interna e delle strutture;
il mantenimento di un buon livello della qualità dell’aria interna;
la movimentazione dell’aria interna con l’effetto di raffrescamento diretto sul corpo umano (attraverso i moti convettivi ed evaporativi).
Questi tre obiettivi, però, non sempre si riescono a raggiungere, in quanto, proprio per la sua intrinseca natura, la ventilazione naturale degli edifici è fortemente legata alle condizioni climatiche esterne. Infatti, per quanto riguarda il controllo del surriscaldamento, l’ingresso di un flusso d’aria esterno ha efficacia solo se la temperatura dell’aria in ingresso è minore di quella interna. In caso contrario, si avrebbe l’effetto di un sovrariscaldamento degli ambienti, piuttosto che una riduzione del carico termico. Per questo motivo, il controllo della temperatura e dell’umidità dell’aria in ingresso gioca un ruolo fondamentale nelle scelte progettuali e rappresenta un aspetto assolutamente non marginale nel successo o meno dell’attivazione della ventilazione passiva. Lo studio sull’utilizzo di tale strategia sarà condotto attraverso simulazioni dinamiche dell’involucro con il supporto di software 3D.
3.2.2 Provvedimenti attivi
Sono i provvedimenti relativi ai sistemi impiantistici degli edifici, tra i quali si possono considerare a titolo indicativo quelli di seguito elencati.
Sistemi di riscaldamento/climatizzazione con fluidi a ridotto salto termico rispetto alla temperatura ambiente.
Per la climatizzazione degli ambienti uffici e similari saranno utilizzati sistemi di riscaldamento a bassa temperatura e sarà valutata la possibilità di utilizzare sistemi di climatizzazione a effetto misto radiante-convettivo. Per gli edifici a uso residenziale, il riscaldamento e il raffrescamento saranno garantiti da pannelli radianti annegati nel massetto sottopavimento. Utilizzando i sistemi radianti si ottiene lo stesso livello di temperatura operante, ovvero lo stesso livello di comfort, con temperature dell’aria inferiori, il che consente un risparmio energetico sia durante la stagione invernale, sia durante quella estiva.
Utilizzo di corpi illuminanti a elevata efficienza.
Esiste una grande varietà di corpi illuminanti di efficienza molto maggiore rispetto a quella di alcuni anni fa. Nel contesto delle destinazioni d’uso a uffici e ad attività terziarie sarà posta particolare attenzione alla scelta di corpi illuminanti energeticamente efficienti.
Dimensionamento ottimizzato degli scambiatori di calore.
Gli scambiatori di calore saranno ottimizzati al fine di ridurre la differenza di temperatura tra lato primario e lato secondario al fine di aumentare l’efficienza energetica della distribuzione dei fluidi.
Dimensionamento ottimizzato delle batterie calde e fredde delle unità di trattamento aria.
Per le batterie calde e fredde delle unità di trattamento aria vale quanto detto per gli scambiatori di calore.
Dimensionamento ottimizzato di tubazioni e canali.
Dimensionando opportunamente tubazioni e canali si ottengono notevoli riduzioni dell’energia necessaria per la ventilazione e per il pompaggio.
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Dimensionamento ottimizzato dell’isolamento termico di tubazioni e canali.
Le tubazioni e i canali che trasportano energia termica e frigorifera saranno isolati con spessori maggiorati per ridurre le perdite energetiche lungo il percorso e aumentare quindi l’efficienza della distribuzione.
Regolazioni individuali con programmi a tempo personalizzati.
La regolazione individuale consente di impostare in modo ottimale i livelli di temperatura richiesti dalle singole persone e dalle singole unità abitative e uffici.
Sistemi di contabilizzazione delle energie erogate.
I sistemi di contabilizzazione associati alla regolazione individuale programmabile possono consentire notevoli risparmi energetici.
Recuperatori di calore ad alta efficienza sull’aria espulsa.
I recuperatori di calore ad alta efficienza sull’aria espulsa realizzati con doppio recuperatore di calore possono consentire, soprattutto per quanto riguarda il settore terziario, consistenti risparmi energetici. Nelle figure che seguono sono illustrate schematicamente le unità di trattamento aria con recuperatori di calore sia all’ingresso che all’uscita dell’aria primaria.
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Free-cooling.
Un attento esame della variabilità nel tempo dei carichi termici e la conoscenza delle caratteristiche di funzionamento del sistema edificio-impianto possono suggerire l’adozione di sistemi e di metodi di risparmio energetico alternativi a quelli che adottano i recuperatori di calore sull’aria espulsa. Negli impianti di condizionamento a tutta aria, per esempio, vi sono alcuni periodi dell’anno in cui le condizioni di temperatura dell’aria esterna sono particolarmente favorevoli per cui l’aria esterna può essere impiegata per far fronte ai carichi termici in ambiente. Perché ciò possa essere realizzato, è necessario che l’impianto sia dotato di un ventilatore di ricircolo ed espulsione avente una portata pari alla massima portata di aria esterna, che la griglia di ripresa e il canale dell’aria esterna siano proporzionati per una portata pari a quella totale del condizionatore servito e che sia possibile, con un gioco di serrande coniugate e motorizzate, variare con continuità i quantitativi di aria esterna, di aria espulsa e di aria ricircolata. Con questo sistema, la quantità di aria esterna, man mano che la temperatura esterna sale, può aumentare in maniera tale da mantenere costante la temperatura di immissione pari al valore occorrente per compensare i carichi: generalmente 13÷14°C. Fino a quando, quindi, l’aria esterna è a temperatura inferiore o eguale a questi valori può essere utilizzata tenendo escluso il gruppo frigorifero. In una tale favorevole situazione si parla di free-cooling e in tal caso può non essere utilizzato il recuperatore.
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Controllo schermi solari.
Sarà valutata l’ipotesi di utilizzo del controllo automatico degli schermi solari in funzione delle destinazioni d’uso, degli orientamenti, delle dimensioni delle superfici vetrate e delle tipologie delle stesse.
Controllo illuminazione e luce naturale.
Sarà valutato il controllo automatico dell’illuminazione associato al controllo della luce naturale.
Utilizzo di pompe e ventilatori ad alta efficienza comandati da inverter.
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Building management system.
Saranno valutati e ottimizzati sistemi di supervisione e controllo degli impianti (BMS -Building Automation Systems) sia per il controllo dell’edificio (termoregolazione, controllo dei dispositivi di protezione dalle radiazioni solari, controllo dell’illuminazione naturale, controllo dei sistemi di ventilazione e recupero) sia per il controllo / gestione del sistema energia ( gruppi frigoriferi e pompe di calore, scambiatori di calore, sistemi di pompaggio). I livelli di automazione e di integrazione saranno ottimizzati in funzione delle diverse destinazioni d’uso degli edifici in progetto.
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Pannelli solari.
Per ridurre ulteriormente i fabbisogni elettrici dei singoli edifici residenziali si possono utilizzare le celle fotovoltaiche che potranno essere adeguatamente integrate nell’edificio (BIPV, acronimo di Building Integrated PhotoVoltaics, ovvero Sistemi fotovoltaici ad alta integrazione architettonica).
Il sistema fotovoltaico sarà collegato alla rete (grid connected) tramite inverter.
Non è quindi previsto il sistema di accumulo, poiché l'energia prodotta durante le ore di insolazione viene immessa nella rete. Viceversa, nelle ore notturne, il carico locale viene alimentato dalla rete tramite un contatore bidirezionale.
I sistemi solari di tipo fotovoltaico sono preferibili rispetto a sistemi di tipo termico; infatti, nei sistemi fotovoltaici, la totalità dell’energia producibile viene utilizzata, in quanto viene immessa in rete, mentre nei sistemi termici la massima produzione di energia termica avviene in estate, quando si ha il minimo di fabbisogno e quando sono presenti forme di recupero termico gratuito da sistemi di refrigerazione, e non risulta quindi possibile utilizzare tutta l’energia termica producibile.
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3.3 Fabbisogni di progetto
Sulla base delle potenze specifiche suddivise per destinazioni d’uso, dei profili di carico per singole destinazioni d’uso e delle relative superfici (SLP), sono stati calcolati i profili di carico globali per il riscaldamento e per il raffreddamento.
Con i provvedimenti per contenere i fabbisogni prima elencati, si possono ridurre i fabbisogni legislativamente e normativamente previsti, e ottenere, quindi, i fabbisogni specifici di progetto, che risultano ridotti in maniera tale da ottenere il riconoscimento dei livelli più elevati della premialità “Qualità energetica”, secondo quanto previsto dall'Allegato D alle NTA di PII, così come implementato per effetto dell’odierna proposta di variante al Programma Integrato di Intervento vigente.
Sulla base delle potenze specifiche ridotte, suddivise per destinazioni d’uso, delle superfici (SLP) relative e dei profili di carico, suddivisi per destinazione d’uso, sono stati calcolati i carichi globali sia per il riscaldamento (comprensivo di acqua calda sanitaria), sia per la climatizzazione estiva.
Fig. 3.3.1 Fabbisogni specifici
Destinazioni d'usoCarico
frigorifero ambiente
Potenza frigorifera aria
esterna
Carico frigorifero
totale
Dispersioni termiche
Potenza termica aria
esterna
Potenza termica
riscaldamento
Potenza termica ACS
Carico termico totale
[ W / m2 ] [ W / m2 ] [ W / m2 ] [ W / m2 ] [ W / m2 ] [ W / m2 ] [ W / m2 ] [ W / m2 ]
Edilizia residenziale libera "Case Alte"
ERL-A 29,4 18,3 48 26,0 4,8 31 28 59
Edilizia residenziale libera "Case Basse"
ERL 21,4 18,3 40 18 4,8 23 22 45
Residenza Convenzionata ERC 21,4 18,3 40 19 4,8 24 22 46
Residenza Sociale ERC-IG 21,4 18,3 40 20 4,8 25 22 47
Industria & Artigianato P 40,3 30,9 72 27 17,0 44 7 51
Terziario T 45,3 30,9 77 28 17,0 45 5 50
Ricettivo R 37,2 30,7 68 23 17,0 40 42 82
CommercioGrande distribuzione
C-A 60,4 36,3 97 27 19,9 47 13 60
Commercio &Funzioni Complementari
C-B & C-C-B & FPBS
50,4 36,3 87 27 19,9 47 13 60
Istruzione ISTR 26,1 0,0 27 27 31,8 59 26 85
Servizi alla persona e opere di interesse pubblico
SPIP 44,3 30,9 76 27 17,0 44 7 51
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Fig. 3.3.2 Fabbisogni totali
Destinazioni d'uso
Potenza termica per
riscaldamento
Potenza termica per
ACS
Potenza frigorifera per climatizzazion
e
Potenza termica da
smaltire circuito idronico
Portata massima
circuito idronico alle
utenze - senza
raffreddatori evaporativi
Portata massima
circuito idronico alle
utenze - conraffreddatori evaporativi
Portata massima
acqua di falda -
senzaraffreddatori
evaporativi
Portata massima
acqua di falda - con
raffreddatori evaporativi
Portata massima
acqua di falda - invernale
Potenza termica
ottenibile da PdC-circuito
idronico
kW kW kW kW l / s l / s l / s l / s l / s kW
Edilizia residenziale libera "Case Alte"
ERL-A 900 800 1.400 1.650 49 33 27 18 11 300
Edilizia residenziale libera "Case Basse"
ERL 10.400 9.900 18.100 21.390 639 426 355 237 146 3.500
Residenza Convenzionata ERC 2.900 2.600 4.800 5.670 169 113 94 63 39 900
Residenza Sociale ERC-IG 1.200 1.000 1.900 2.250 67 45 37 25 16 400
Industria & Artigianato P 3.900 600 6.500 7.680 229 153 127 85 52 1.200
Terziario T 3.300 400 5.600 6.620 198 132 110 73 74 1.800
Ricettivo R 2.200 2.300 3.700 4.370 130 87 72 48 30 700
CommercioGrande distribuzione
C-GDO 3.500 1.000 7.300 8.630 258 172 143 96 60 1.400
Commercio &Funzioni Complementari
C - FPBS 5.100 1.400 9.500 11.230 335 224 186 124 45 1.100
Istruzione ISTR 800 300 400 470 14 9 8 5 3 100
Servizi alla persona e opere di interesse pubblico
SPIP 2.900 500 5.100 6.030 180 120 100 67 11 300
0,55
35.365 41.795 1.248 832 693 462 365 8.775
Fattore contemporaneità globale per riscaldamento e ACS
Fattore contemporaneità globale per climatizzazione
Valori massimi contemporanei
0,75
43.425
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
0 6 12 18 24
Po
ten
za t
erm
ica
me
dia
ora
ria
(kW
)
Ore
Andamento delle potenze termiche medie orarie per i giorni tipo mensili
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
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Fig. 3.3.3 Potenze termiche per climatizzazione e acqua calda sanitaria
Fig. 3.3.4 Potenze frigorifere per climatizzazione
Fig. 3.3.5 Fabbisogni termici e frigoriferi medi giornalieri
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
0 6 12 18 24
Po
ten
za f
rig
ori
fera
med
ia o
rari
a (
kW)
Ore
Andamento delle potenze frigorifere medie orarie per i giorni tipo mensili
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
700.000
800.000
gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
Fab
bis
og
no
fri
go
rife
ro g
iorn
alie
ro m
edio
men
sile
(kW
h)
Mesi
Fabbisogni termici e frigoriferi medi giornalieri
Fabbisogni frigoriferii Fabbisogni termici
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3.4 Classe energetica degli edifici
Il fabbisogno limite di energia primaria per il riscaldamento è correlato alla classificazione energetica invernale secondo quanto illustrato nei diagrammi riportati nelle figure 3.4.1 e 3.4.2, rispettivamente, quali esempi, per le residenze e per il terziario.
Considerando i valori dei rapporti S / V presumibili per gli edifici del complesso (compresi tra 0,3 e 0,4) come livello minimo ammissibile allo stato della normativa ad oggi vigente, si ipotizza (anche se le verifiche, in primis, di coerenza normativa dovranno essere effettuate nella fase di progettazione di dettaglio) la classe B per le residenze e la classe C per gli altri edifici.
In considerazione delle premialità previste nelle NTA del PII, relative alla riduzione dell’Eph ((3 punti di premialità per ogni punto percentuale di riduzione di Eph per “Case alte”, edifici non residenziali, edilizia convenzionata, e 1,5 punti per tutte le altre residenze al punteggio massimo di premialità di 150 corrisponde un aumento del 10 % della SLP costruibile); obbiettivo del proponente è quindi, ai fini di quanto precede, la realizzazione di edifici con valori di Eph limite inferiori ai limiti normativi vigenti; in questi casi potranno essere ottenute certificazioni in classe A per le residenze e in classe B per gli uffici.
Relativamente alla certificazione estiva, la attuale metodologia di valutazione prevista dalle normative regionali è riferita al solo involucro, e non risulta significativa per la definizione di parametri di consumo; nelle NTA, infatti, come parametro di riferimento è assunto il valore di consumo valutato secondo la norma ASHRAE 90.1-2007 (Appendice G); anche in questo caso sono previste premialità relative alla riduzione dei consumi energetici per raffrescamento dell’edificio di calcolo rispetto ai consumi energetici per raffrescamento dell’edificio di riferimento secondo le procedure di calcolo della norma ASHRAE 90.1-2007 (modalità di punteggio analoghe all’Eph).
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Fig. 3.4.1 Correlazione EpH limite – classe energetica per Residenze
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Fig. 3.4.2 Correlazione EpH limite – classe energetica per Terziario
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4 SISTEMA ENERGIA
4.1 Principi generali
Per il soddisfacimento del carico termico è prevista la estensione della rete esistente di riscaldamento urbano, gestita dalla relativa Società Concessionaria, che alimenterà tutti gli edifici dell’area di intervento.
In sede di sviluppo del Programma Integrato di Intervento è stata prospettata, dalla Società Concessionaria di cui sopra, la possibilità di realizzare, ad integrazione del sistema di riscaldamento urbano, una rete in circuito chiuso a bassa entalpia, alimentata termicamente dall’acqua di falda proveniente dalla bonifica ed eventualmente dai cascami termici a bassa temperatura della centrale di cogenerazione Edison.
La eventuale rete a bassa entalpia renderebbe disponibile energia per l’alimentazione di pompe di calore acqua-acqua, installate negli edifici, per la produzione di energia termica per riscaldamento, a integrazione dell’energia fornita dal sistema di riscaldamento urbano; in questa configurazione il carico frigorifero delle utenze viene coperto dalle pompe di calore funzionanti come gruppi refrigeratori, il calore di condensazione viene smaltito attraverso il circuito idraulico a bassa entalpia.
Il calore di condensazione potrà essere reso disponibile ad altre utenze che abbiano in quel momento una richiesta di calore; il calore non utilizzato viene smaltito tramite scambio termico con acqua di falda, prima del suo scarico nel Lambro; è inoltre previsto un sistema di smaltimento calore attraverso raffreddatori evaporativi, di integrazione e riserva, quando la portata dell’acqua di falda non risultasse sufficiente oppure non fosse possibile scaricare acqua in Lambro in condizioni di piena.
Per ottimizzare l’uso dell’acqua di falda di bonifica è stata valutata la possibilità di realizzare un accumulo della stessa, realizzato dalla Società Concessionaria del servizio di teleriscaldamento o dalla società Amiacque (gestore dell’impianto di presa e trattamento dell’acqua di falda di bonifica) in modo da poter utilizzare nel periodo diurno l’acqua pompata durante la notte.
Il dimensionamento dell’accumulo sarà tale da consentire di immagazzinare l’energia prelevata durante le ore notturne per potere essere utilizzata durante quelle diurne. Il volume utile necessario è stimabile in circa 18.000 m3.
Con questi accumuli si può sfruttare l’energia dai pozzi e dalle sonde per tutte le ventiquattro ore della giornata e si può scambiare il calore tra evaporatori e condensatori, consentendo in tal modo un notevole risparmio di energia e una riduzione della necessità di dissipazione.
Di seguito è riportato il possibile schema di principio dell’anello idronico.
Pur con tale possibilità di incremento della portata di punta grazie all’accumulo, la portata massima richiesta di acqua di falda nel periodo di picco estivo è superiore alla disponibilità fornita dalla rete dei pozzi. Si è quindi considerato, per ottimizzare i costi, di non ipotizzare l’estensione della rete dell’anello idronico nelle aree destinate a residenza all’estremità nord di Viale Italia.
Ciò premesso, si dà atto che, in parallelo allo sviluppo edificatorio contemplato dal PII, è prevista la realizzazione - a valere su quota parte delle aree ricomprese all'interno del perimetro del medesimo Programma Integrato di Intervento, già oggetto di intervenuta cessione gratuita all'Amministrazione comunale di Sesto San Giovanni - della “Città Della Salute e della Ricerca”. Dal punto di vista energetico, il nuovo complesso sanitario sarà dotato di una propria centrale termofrigorifera basata su unità di cogenerazione e caldaie di integrazione e riserva. Il progetto (così come descritto nel correlato studio di fattibilità) prevede anche la possibilità di utilizzare una pompa di calore, alimentata dalla rete idronica a bassa entalpia. Per lo smaltimento del calore di condensazione dei gruppi refrigeratori a servizio della "Città della Salute e della Ricerca" è prevista l'installazione di raffreddatori evaporativi. Le ipotesi progettuali concernenti la "Città della Salute e della Ricerca" sono pienamente compatibili con i fabbisogni energetici derivanti dalle previsioni edificatorie contemplate dal PII e dall'odierna
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proposta di variante; infatti, in fase estiva, non vi è scarico di calore sull’anello idronico da parte della centrale termofrigorifera della nuova polarità ospedaliera, mentre, in inverno, il prelievo di calore dall’anello idronico da parte della "Città della Salute e della Ricerca" (CdSR) non andrà a mettere in crisi il sistema di riscaldamento del PII, che vede nella rete di riscaldamento urbano la sua fonte di base.
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Fig. 4.1.1 Schema di principio anello idronico
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4.2 Rete di riscaldamento urbano
La rete di riscaldamento urbano di Sesto San Giovanni origina dalla centrale a2a ospitata nel perimetro della centrale Edison e la tubazione principale di alimentazione della rete attraversa l’area del PII correndo lungo Viale Italia, nelle due direzioni in uscita dalla centrale.
La centrale di cogenerazione rende disponibile una potenza termica massima di circa 120 MW e rappresenta attualmente la fonte quasi esclusiva di alimentazione della rete di riscaldamento urbano, e fino al 2010 era di in grado di sopportare anche le punte di carico termico; solo a partire da questa data è stata messa in esercizio una caldaia di integrazione per sopperire le punte estreme di fabbisogno (vedere diagramma seguente, tratto da una presentazione a2a del 2010).
Fig. 4.2.1 Diagramma carico termico giornaliero giorni di punta
I sistemi di generazione calore di un sistema di riscaldamento urbano vengono ottimizzati in funzione della curva di richiesta di potenza.
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Fig. 4.2.2 Curva durata fabbisogni rete riscaldamento urbano
I sistemi di generazione calore a servizio di una rete di riscaldamento urbano sono ottimizzati in base alle distribuzioni temporali dei fabbisogni.
La rete di riscaldamento urbano di Sesto San Giovanni presenta una curva di durata rappresentata nel diagramma 4.2.2 (tratta dalla presentazione a2a citata); le punte di carico termico presentano durate estremamente ridotte, ed è quindi giustificato il fatto che il sistema di cogenerazione sia dimensionato per valori più ridotti (il 70% della potenza massima nominale copre circa il 90% delle richieste di energia).
Il sistema presenta quindi ampi margini di sviluppo per lo sfruttamento ottimale del sistema; di seguito è riportato lo stralcio del piano di sviluppo del sistema di riscaldamento urbano, estratto dalla presentazione a2a prima citata.
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Fig. 4.2.3 Piano di sviluppo rete riscaldamento urbano Sesto San Giovanni
Il piano di sviluppo della rete di riscaldamento urbano consente di poter affermare che i fabbisogni termici legati allo sviluppo edificatorio del PII "Aree Ex Falck e Scalo Ferroviario" potranno essere totalmente soddisfatti dall’aumento di capacità del sistema di riscaldamento urbano.
Prevedendo una alimentazione dal sistema di riscaldamento urbano non risultano, ai sensi del DLGS 28/2011, obblighi relativi all’utilizzo di fonti rinnovabili per la copertura dei fabbisogni di climatizzazione.
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4.3 Ipotesi alternative
Le recenti determinazioni degli enti competentisembrano portare ad una revisionedel progetto di bonifica della falda così come elaborato da CAP Holding su incarico del Comune di Sesto San Giovanni, rendendo così necessario valutare ipotesi energetiche alternative che non siano basate sullo sviluppo della rete a bassa entalpia, ovvero sulla disponibilità di acqua di falda nei termini e nelle quantità previste dal progetto di bonifica.
La mancata realizzazione del progetto di bonifica della falda non comporta affatto la rinuncia all’utilizzo dell’acqua di falda come fonte energetica; infatti le procedure autorizzative, stabilite dall’ente competente per il rilascio di Concessioni per piccole derivazioni di acque sotterranee, prevedono espressamente la possibilità di uso dell’acqua di falda per scambio termico in impianti a pompa di calore. Tali procedure prevedono, per le acque “termicamente usate” sia la possibilità di restituzione in corso d’acqua superficiale sia lo scarico in falda.
Vi sono ormai numerosi esempi di impianti di questo tipo in funzione nella città di Milano e anche nel comune di Sesto San Giovanni vi è l’esempio importante delle “Residenze Campari”, dove è stato realizzato un impianto a pompa di calore con sorgente acqua di falda che viene reimmessa in falda a valle dell’uso termico.
Tra varie ipotesi possibili che possono essere sviluppate in alternativa all’utilizzo dell’anello idronico, può essere, pertanto, considerata a titolo indicativo la possibilità di soddisfare una parte dei bisogni termofrigoriferi con impianti con pompe di calore con fonte acqua di falda, realizzati per fasi e relativamente indipendenti per ogni lotto fondiario, con sistemi di presa e resa in falda.
Lo schema di principio dell’impianto è illustrato, nelle sue linee essenziali, nella figura 4.3.1, l’acqua di falda fornisce o riceve calore dall’impianto termofrigorifero tramite uno scambiatore di calore e viene reimmessa in falda; è prevista la possibilità di utilizzo dell’acqua di falda “termicamente usata” per irrigazione delle aree verdi o, previo trattamento di disinfezione, per l’alimentazione delle cassette dei WC.
Fig. 4.3.1 Schema di principio impianto acqua di falda.
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Sono previsti sistemi essenzialmente indipendenti per ogni lotto fondiario, con la possibilità di integrazione tra i vari lotti; un esempiuo di localizzazione dei pozzi e di possibili interconnessioni fra i lotti è rappresentato nelle figure Fig. 4.3.2 e 4.3.3.
Fig. 4.3.2 Esempio di lotto fondiario- pianta.
Fig. 4.3.3 Esempio di lotto fondiario – sezione schematica.
Per ogni lotto dovranno essere effettuate indagini specifiche per accertare lo stato idrochimico delle acque, prevedendo eventualmente opportuni impianti di trattamento; dovranno inoltre essere verificate le possibili interferenze mediante modellazione quantitativa e qualitativa (pennacchio termico).
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4.4 Apparecchiature termofrigorifere delle sottocentrali di edificio
In ogni lotto per la produzione frigorifera sono previste apparecchiature con condensazione ad acqua o ad aria, in relazione alla disponibilità di acqua di falda e alla possibilità di installare sistemi di raffreddamento in circuito chiuso di tipo evaporativo.
I valori obbiettivo di prestazione per le apparecchiature termofrigorifere sono tali da rientrare nella classificazione ad alta efficienza secondo DM 7 aprile 2008 e sono di seguito riportati.
Pompe di calore acqua - acqua – COP ; >=5,1 kWt / kWe
(acqua “sorgente” 10 °C - acqua calda 30/35 °C)
Pompe di calore aria - acqua – COP ; >=4,1 kWt / kWe
(aria 7 °C BS (6°C BU) - acqua calda 30/35 °C)
Gruppi refrigeratori condensati ad acqua – EER ; >=4,5 kWf / kWe
(acqua di condensazione 35/30 °C - acqua refrigerata 7/12 °C)
Gruppi refrigeratori condensati ad aria – EER ; >=3,0 kWf / kWe
(aria di condensazione 35°C - acqua refrigerata 7/12 °C)
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5 PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI
5.1 Definizioni
Il Decreto Legislativo 3 marzo 2011 , n. 28 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. (11G0067)” contiene la definizione seguente,
«energia da fonti rinnovabili»: energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas.
Ad ulteriore chiarimento, dando per scontate le definizioni di energia eolica, solare o idraulica, nel decreto sono inoltre riportate le definizioni di ogni categoria di energia da fonti rinnovabili:
«energia aerotermica»: energia accumulata nell'aria ambiente sotto forma di calore
«energia geotermica»: energia immagazzinata sotto forma di calore nella crosta terrestre
«energia idrotermica»: energia immagazzinata nelle acque superficiali sotto forma di calore
«biomassa»: la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l'acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché' la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani
5.2 Valutazione delle possibili fonti rinnovabili
5.2.1 Energia eolica
E’ stato eseguito uno studio dei principali parametri relativi all’energia del vento, i risultati dell’analisi sono illustrati nella seguente figura 5.2.1.
Dai diagrammi si può notare come la direzione prevalente sia nord - sud e che le velocità più frequenti sono comprese tra 1 e 2 m/s.
Tale valore di velocità non risulta adeguato per l’installazione di areogeneratori; come peraltro risulta evidente dalla mappa di producibilità derivata dall’”atlante eolico” realizzato a cura di Ricerca sul Sistema Energetico – RSE S.p.A. (Gruppo GSE SpA), illustrata in figura 5.2.2; nell’area oggetto dell’intervento la producibilità elettrica è inferiore a 500 ore/anno di funzionamento alla potenza nominale.
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Fig.5.2.1 Analisi del vento. Intensità, direzione e frequenza.
Fig.5.2.2 Mappe di producibilità eolica.
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5.2.2 Energia solare
Un ulteriore aspetto dell’analisi climatica è l’analisi dell’energia solare incidente.
I dati principali del sito, relativi all’energia solare incidente sono:
Radiazione solare di picco 930 W/m2;
Radiazione solare annuale 1253 kWh/m2;
Radiazione solare media giornaliera 3,4 kWh/m2.
Sulla base di questi dati saranno valutate le possibili produzioni di energia elettrica da pannelli fotovoltaici.
Considerando la presenza di una rete di teleriscaldamento, non si ritiene opportuno l’utilizzo di sistemi solari termici.
I pannelli fotovoltaici saranno posizionati sulla copertura dei tetti degli edifici; che potranno essere parzialmente occupati da impianti fotovoltaici.
Il requisito minimo normativo che sarà vigente per le prime edificazioni prevede la installazione di una potenza elettrica di 0,02 kW / m2 di impronta a terra dell’edificio.
Considerando i valori di resa specifica dei pannelli e la necessità di spazi di manutenzione per gli stessi si può stimare una resa specifica per superficie di tetto occupata di circa 0,1 kW / m2.
Questo porta a un utilizzo di spazi di copertura per impianti fotovoltaici pari a circa il 20% dell’impronta a terra degli edifici.
Tale valore risulta già significativamente elevato e viene assunto come base per la stima di produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica.
Il progetto prevede attualmente circa 130.000 m2 di impronta a terra degli edifici.
La quota minima di potenza elettrica prodotta da fonte fotovoltaica risulta quindi di circa 2.600 kW.
Le norme tecniche di attuazione del PII prevedono una premialità legata alla riduzione delle emissioni di CO2 da elettricità (3 punti di premialità per ogni punto percentuale di riduzione delle emissioni complessive di CO2, al punteggio massimo di premialità di 150 corrisponde un aumento del 10 % della SLP costruibile); per ottenere tale premialità sarà necessario incrementare la quota di energia prodotta da impianto fotovoltaico.
5.2.3 Energia aerotermica
Sono stati valutati gli andamenti statistici medi delle temperature e delle umidità relative del sito, i cui risultati sono sinteticamente illustrati nella seguente figura 5.2.3.
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Fig. 5.2.3 Analisi dell’andamento delle temperature esterne e dell’umidità relativa.
La stagione invernale è caratterizzata da temperature inferiori allo zero o prossime allo zero per un numero rilevante di ore, con umidità relative relativamente elevate.
Queste condizioni non risultano vantaggiose per il funzionamento di sistemi a pompa di calore con sorgente aria, in quanto il funzionamento invernale è caratterizzato da bassi rendimenti e frequenti sbrinamenti delle batterie di scambio con aria esterna.
Considerando la presenza del teleriscaldamento, non si ritiene opportuno l’utilizzo di sistemi a pompa di calore con sorgente aria.
5.2.4 Energia geotermica / idrotermica
Premesso che per il soddisfacimento del carico termico del sito è prevista la estensione della rete esistente di riscaldamento urbano, gestita dalla relativa Società Concessionaria, che alimenterà tutti gli edifici dell’area di intervento, in sede di sviluppo del progetto di intervento è stata prospettata dalla Società Concessionaria la possibilità di realizzare una rete in circuito chiuso a bassa entalpia, alimentata termicamente dall’acqua di falda (proveniente dalla bonifica o direttamente emunta per scopi energetici).
Un sistema con pompe di calore basato su sorgente acqua di falda risulta energeticamente ed economicamente competitivo con un sistema di teleriscaldamento basato su impianto di cogenerazione, come quello di Sesto San Giovanni.
La disponibilità presumibile di acqua di falda è di circa 415 l/s complessivi per il sito.
Si può stimare un prelievo di energia termica di circa 20.000 MWh / anno
Aree Ex Falck e Scalo Ferroviario Proposta Variante al P.I.I. vigente
Sistema Energia-Ambiente - Relazione Tecnica
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5.2.5 Energia idraulica
Nel sito non vi è presenza di corsi d’acqua con salto idraulico sfruttabile per produzione di energia elettrica.
5.2.6 Energia da biomasse
Le biomasse vegetali che interessano una possibile destinazione energetica sono costituite da:
Residui delle coltivazioni erbacee (paglia, stocchi, ecc.)
Residui delle coltivazioni erbacee (potature)
Legname da bosco ceduo
Residui legnosi del taglio delle fustaie
Coltivazioni dedicate
In relazione alle dimensioni e alle destinazioni d’uso delle aree a verde previste nel PII, si ritiene che il possibile recupero di biomasse abbia una incidenza sostanzialmente trascurabile sui fabbisogni complessivi di energia del sito.
5.3 Punti di ricarica e rifornimento per veicoli ad alimentazione elettrica
Al fine di favorire l’utilizzo di energia rinnovabile e ridurre il livello di inquinanti nell’aria verrà incoraggiato l’utilizzo di veicoli non alimentati con combustibili fossili predisponendo opportuni punti di ricarica per veicoli elettrici.
Figura 5.3.1 Esempio di colonnina di ricarica per auto elettriche