COMUNE DI SANTA TERESA DI RIVA - Sito Istituzionale · 3.1 Interventi strutturali: ristrutturazione...
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REGIONE SICILIANA
PROVINCIA DI MESSINA
COMUNE DI SANTA TERESA DI RIVA
AVVISO PUBBLICO PER L’ATTUAZIONE TERRITORIALE DEL PO FESR 2007-2013 CON RIFERIMENTO ALL’ASSE VI SVILUPPO URBANO SOSTENIBILE
PROGETTO PER IL RIPRISTINO FUNZIONALE DELL’EDIFICIO EX SCUOLA ELEMENTARE SITO NELLA FRAZ. MISSERIO AL FINE DI RECUPERARLO E
DESTINARLO ALLA FRUIZIONE ED AGGREGAZIONE
PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONI
RS.I RELAZIONE GENERALE RS.II RELAZIONE STRUTTURALE – TABULATO DI CALCOLO
RS.III VALIDAZIONE E AFFIDABILITA’ CODICE DI CALCOLO
RS.IV PIANO DI MANUTENZIONE
RS.V RELAZIONE IMPIANTI - SCHEMI ELETTRICI
ELABORATI ECONOMICI
EE.I ANALISI PREZZI
EE.II ELENCO PREZZI
EE.III COMPUTO METRICO
EE.IV INCIDENZA MANODOPERA
EE.V SCHEMA COMPETENZE TECNICHE
EE.VI QUADRO ECONOMICO
ELABORATI SICUREZZA
ES.I RELAZIONE P.S.C. E LAYOUT DI CANTIERE
ES.II STIMA DEI COSTI DELLA SICUREZZA
ES.III DIAGRAMMA DI GANT
PROGETTISTI PROGEN s.r.l. Arch. Mario La Guzza U.T.C.
VISTI ED APPROVAZIONI
Aprile 2014
RELAZIONE GENERALE
INDICE
1 PREMESSA ......................................................................................................... 3
2 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO E DELLO STATO DI FATTO ........................... 5
3 DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI ................................................................... 8
3.1 Interventi strutturali: ristrutturazione tetto di copertura .................................... 9 3.2 Interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche: verifica requisiti di
normativa per l'accessibilità ai vari ambienti, dotazione di un bagno destinato alle persone diversamente abili..................................................................... 11
3.3 Interventi per l’adeguamento alle norme per la sicurezza degli impianti: rifacimento impianto elettrico ed impianto idraulico ....................................... 13
3.4 Interventi di architettura bioclimatica ed interventi finalizzati all’efficienza energetica degli edifici ed all’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili per la produzione di calore ed elettricità. ............................................................. 14
3.4.1 Intervento di sostituzione degli infissi ................................................ 16
3.4.1.1 Calcolo trasmittanza infisso tipo esistente ...................................................... 18
3.4.1.2 Calcolo trasmittanza infisso post - intervento ................................................. 19
3.4.2 Intervento di isolamento termico dall’esterno mediante intonaco a “cappotto” .......................................................................................... 21
3.4.2.1 Calcolo trasmittanza pacchetto parete esistente ............................................ 22
3.4.2.2 Calcolo trasmittanza pacchetto parete post - intervento ................................ 23
3.4.3 Intervento di isolamento termico del tetto di copertura ...................... 25
3.4.3.1 Calcolo trasmittanza pacchetto tetto esistente ............................................... 25
3.4.3.2 Calcolo trasmittanza pacchetto tetto post - intervento .................................... 26
3.4.4 Intervento di installazione di un impianto termico a pompa di calore . 28
3.4.5 Intervento di installazione impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica ................................................................................. 30
3.4.5.1 Premessa ........................................................................................................ 30
3.4.5.2 Descrizione dell’impianto ................................................................................ 31
3.4.6 Intervento di installazione impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria; ....................................................................... 33
3.5 Interventi che prevedano misure per il risparmio idrico anche attraverso
l’adozione di sistemi per la raccolta e il riutilizzo delle acque reflue e delle acque di pioggia ............................................................................................ 35
3.5.1 Premessa .......................................................................................... 35
3.5.2 Strumenti per ridurre i consumi idrici e sensibilizzazione degli utenti possono essere ................................................................................. 35
3.5.1 Intervento di installazione impianto di recupero acque piovane ........ 35
4 CERTIFICAZIONE ENERGETICA DELL’ EDIFICIO ESISTENTE E
DELL’EDIFICIO IN SEGUITO AGLI INTERVENTI DI PROGETTTO ............... 39
4.1 Premessa ...................................................................................................... 39 4.2 Certificazione energetica dell’ edificio esistente – ANTE INTERVENTO ...... 39 4.3 Valutazione energetica nella condizione proposta – POST INTERVENTO .. 40 4.4 Confronto tra ante e post intervento .............................................................. 41
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“PROGETTO PER IL RIPRISTINO FUNZIONALE DELL’EDIFICIO EX SCUOLA ELEMENTARE SITO NELLA FRAZ. MISSERIO AL FINE DI RECUPERARLO E DESTINARLO ALLA FRUIZIONE ED AGGREGAZIONE”
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1 PREMESSA
Oggetto del seguente lavoro è la redazione del progetto esecutivo degli interventi da
realizzare presso l’edificio, ex scuola elementare, sito nella Fraz. Misserio del
comune di Santa Teresa Riva (ME), al fine di recuperarlo e destinarlo alla fruizione
ed aggregazione, inerenti il finanziamento per l’attuazione territoriale del PO FESR
2007-2013 con riferimento all’asse VI “Sviluppo Urbano Sostenibile”. L’operazione
s’inserisce in un ambito territoriale strutturalmente degradato in quanto privo di
servizi accessibili alla popolazione, e in particolar modo alle fasce più deboli quali
bambini ed anziani. L'abitato, che conta 468 abitanti, è posto a monte del capoluogo
comunale, a circa 8 km, a 295 metri sul livello del mare sito in un'exclave assieme
all'abitato di Fautarì. In tale territorio la creazione di infrastrutture in ambito sociale e
culturale contribuisce a migliorare la qualità della vita dei residenti, che si misura
tenendo conto di diverse variabili tra cui la fruizione di aree dedicate al gioco e al
divertimento dei bambini, di spazi di ritrovo e di aggregazione per gli anziani e la
facilità nell’accesso ai servizi pubblici del territorio.
Il territorio di riferimento si caratterizza, dal punto di vista socio - economico, per la
spiccata valenza turistica. Il turismo rappresenta, infatti, l’ossatura dell’economia
distrettuale ed è chiaro che il periodo di profonda crisi che esso sta attraversando,
porta in maniera decisiva ad un progressivo impoverimento dell’intero territorio,
costituendo le basi di una vera e propria emergenza sociale. Tale situazione porta ad
un indebolimento delle famiglie con l’aumento esponenziale di richieste di cura prima
affrontate all’interno delle stesse. Ciò vale per i minori (molti dei quali inseriti in
contesti socio-familiari multiproblematici), ma anche per i disabili non autosufficienti,
piuttosto che per i disabili psichici e gli anziani. L’alto livello di disoccupazione porta
all’esplosione di una serie di contraddizioni e bisogni sociali, prima mediati dai nuclei
familiari, innescando processi di emarginazione e di impoverimento con aumento di
richieste di interventi socio-assistenziali.
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Fig. 1 – Inquadramento aerofotografico del comune d’interesse (fonte Google Earth).
Fig. 2 – Inquadramento aerofotografico del sito d’interesse (fonte Google Earth).
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2 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO E DELLO STATO DI FATTO
L’immobile allo stato attuale si compone di un ingresso, di tre grandi vani e uno di
dimensioni più ridotte per le varie attività e dei servizi annessi, il tutto collegato da un
ampio corridoio. Tutti gli ambienti sono illuminati ed areati direttamente dall’esterno in
conformità a quanto previsto in materia. Da sottolineare che il cattivo funzionamento
dei pluviali e della gronda hanno influito ad ammalorare l’intonaco esterno, inoltre, il
cattivo stato di mantenimento della copertura, ha fatto si che all’interno dell’immobile
si verificassero delle infiltrazioni di acqua, con conseguente deterioramento delle
pareti interne. Le strutture lignee di copertura presentano evidenti segni di
deterioramento dovuti alle azioni atmosferiche.
Fig. 3 – Vista prospetto nord.
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Fig. 4 – Vista prospetto ovest.
Fig. 5 – Vista prospetto sud.
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Fig. 6 – Vista prospetto est.
Fig. 7 – Vista sottotetto.
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3 DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
Il progetto definitivo alla base del presente intervento, insieme ai vari sopralluoghi
effettuati, hanno consentito di individuare una serie di azioni necessarie a migliorare
la sicurezza e l’accessibilità dell’edificio, insieme ad un complesso di soluzioni
progettuali che consentano di realizzare all’interno dell’edificio le condizioni di
comfort contenendo il più possibile l’intervento impiantistico e i relativi consumi
d’energia primaria nel rispetto di un’architettura bioclimatica.
Premettendo inoltre che è interesse dell’Amministrazione, rendere la struttura
utilizzabile per svariate attività oltre che quella di attuale “delegazione comunale”,
nello specifico si è individuata la possibilità di trasformare gli ambienti disponibili in
luoghi di aggregazione, formazione e istruzione per le fasce deboli della popolazione
quali ad esempio bambini e anziani, si riassumono di seguito gli interventi previsti a
tal fine e suddivisi per tipologia di azione.
1. Interventi strutturali: ristrutturazione copertura;
2. Interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche: verifica requisiti di
normativa per l'accessibilità ai vari ambienti, dotazione di un bagno destinato
alle persone diversamente abili;
3. Interventi per l’adeguamento alle norme per la sicurezza degli impianti:
rifacimento impianto elettrico ed impianto idraulico;
4. Interventi di architettura bioclimatica ed interventi finalizzati all’efficienza
energetica degli edifici ed all’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili per la
produzione di calore ed elettricità:
o sostituzione infissi;
o isolamento termico dall’esterno mediante intonaco a “cappotto”;
o coibentazione tetto di copertura;
o installazione di un impianto termico a pompa di calore;
o installazione impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica;
o installazione impianto solare termico per la produzione di acqua calda
sanitaria;
5. Interventi che prevedano misure per il risparmio idrico anche attraverso
l’adozione di sistemi per la raccolta e il riutilizzo delle acque reflue e delle
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acque di pioggia:
o installazione impianto di recupero acque piovane.
Gli interventi sopra elencati vengono di seguito descritti singolarmente e trattati nello
specifico.
3.1 Interventi strutturali: ristrutturazione tetto di copertura
Il progetto definitivo a base gara prevede la di ristrutturazione della copertura,
partendo da un intervento di tipo strutturale.
Dal punto di vista strutturale si procederà all’esecuzione di opere riguardanti i singoli
elementi strutturali dell’edificio esistente con lo scopo di conseguire la riparazione
degli elementi degradati e di assicurare la riduzione delle carenze strutturali che
potranno in futuro influenzare sfavorevolmente il comportamento sismico dell’edificio
oggetto di intervento, raggiungendo un maggiore grado di sicurezza, senza
modificarne il comportamento globale.
La ristrutturazione sarà realizzata utilizzando per quanto possibile, interventi e
metodologie operative volte alla conservazione del fabbricato, e che favoriscano
l’uso di tecniche coerenti con la logica costruttiva del fabbricato esistente.
Gli interventi strutturali previsti nel suddetto immobile rientrano tra gli interventi di
riparazione e di intervento locale così come previsto dal punto 8.4 del D.M. 14
gennaio 2008 tramite la sostituzione degli elementi degradati ed interventi di
miglioramento sull’assemblaggio strutturale.
L'intervento in progetto consiste essenzialmente nella sostituzione di elementi
strutturali mantenendo la stessa tipologia, le stesse masse e le stesse orditure
dell’esistente in modo da non modificare il regime statico e la rigidezza.
Per gli interventi in progetto il succitato D.M. non richiede verifiche del livello di
sicurezza globale dell’edificio poiché non producono modifiche sostanziali nel
comportamento strutturale dell’edificio.
A seguito della restituzione geometrica delle parti strutturali che compongono
l’immobile e dei danni presenti nei singoli elementi si è proceduto all’ ipotesi
progettuale e ai conseguenti interventi.
Si è proceduto tramite la riparazione di diversi elementi e interventi locali, in
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particolare:
sostituzione del tetto esistente a falde attraverso la realizzazione di un sistema
di capriate e di un’orditura principale in acciaio sul quale poggerà un pannello
coibentato in lamiera grecata che costituirà il piano d’appoggio per il pacchetto
di copertura in tegole marsigliesi. Il tetto di copertura sarà realizzato al fine di
eliminare qualsiasi azione spingente sulla muratura e verrà collegato al
cordolo in c.a. sommitale;
realizzazione di cordolo sommitale in cemento armato;
realizzazione di cerchiatura in c.a. nel prospetto sud in prossimità di un vano
finestra che diventerà vano porta.
Per quanto sopra descritto gli interventi proposti non alterano il comportamento
strutturale globale dell’edificio, ne comportano un incremento di carichi originari
superiori al 10%.
Il nuovo tetto di copertura verrà realizzato mediante una struttura portante in acciaio
S355. Nella relazione di calcolo dettagliata allegata alla presente è stato fatto un
raffronto tra la situazione originaria e di progetto. Sarà realizzata un’orditura di
arcarecci aventi dimensioni ed interasse riportate negli allegati grafici, sulle quali
graverà un pannello tipologia Metecno o similari che costituirà un piano di appoggio
per il pacchetto di copertura. L’orditura di arcarecci poggerà su un sistema di capriate
e semicapriate che garantiranno la ricostruzione della geometria esistente del tetto a
padiglione. Le capriate e le semicapriate saranno collegate, mediante un sistema di
piastre e bulloni in acciaio, al cordolo in c.a. da realizzare e da ancorare saldamente
alla muratura perimetrale esistente anche tramite l’infissione e inghisaggio di
monconi in acciaio.
La nuova struttura rispetterà l’inclinazione e l’orientamento della struttura esistente,
sarà di conseguenza ininfluente il raffronto dei carichi da neve e da vento.
Per ulteriori dettagli si rimanda alla “”relazione di calcolo strutturale”, ai “Tabulati di
calcolo” ed essa allegati e ai relativi elaborati grafici.
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3.2 Interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche: verifica
requisiti di normativa per l'accessibilità ai vari ambienti, dotazione di un
bagno destinato alle persone diversamente abili
Applicazione degli accorgimenti tecnici per favorire il superamento e l’eliminazione delle
barriere architettoniche nell’edificio (legge 09-01-1989 n° 13)
L’intervento progettuale tiene conto che l’edificio con i servizi annessi, siano nella
totalità usufruibili da persone diversamente abili e pertanto è stata analizzata la
rispondenza alle disposizioni previste dalla L. n° 13 del 09/01/89, del D.M. n° 236 del
14/06/89 (attuativo della Legge in questione), del D.P.R. n° 503 del 24/07/1996
(edifici, spazi e servizi pubblici), per il superamento e l’eliminazione delle barriere
architettoniche.
In fase esecutiva, trattandosi di un edificio in unico livello in cui non sono presenti
collegamenti verticali, si è verificata la non presenza di dislivelli e di differenze di
quota presente tra il piano di calpestio dell’edificio e il piano di accesso, in modo che
i singoli ambienti possono essere raggiunti facilmente da qualsiasi persona.
Il requisito di accessibilità riguardo gli ACCESSI E PERCORSI ORIZZONTALI è
garantito da:
Porte: luce netta minima della porta di accesso dell’edificio è superiore a cm
80; quella delle altre porte deve essere di almeno cm 75, l'altezza della
maniglia è 90 cm da terra;
Corridoi, percorsi:
larghezza minima 100 cm e non presentano variazioni di livello;
e comunque gli ambienti sono atti a consentire l'inversione di marcia e la larghezza
del corridoio è tale da garantire il facile accesso, per una persona con sedia a
rotelle, alle unità ambientali da esso servite.
Relativamente ai SERVIZI IGIENICI:
sulla base del progetto definitivo si è predisposto un adeguato servizio igienico con
antibagno, attrezzato per essere fruibile per i portatori di handicap. Il suddetto
servizio ha dimensioni interne di 1,80x2,10 ml, munito di porta di larghezza pari a 90
cm, provvista di maniglione orizzontale posto ad un altezza massima di 80 cm per
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permettere di essere fruita. Al suo interno sono stati previsti il lavabo, il wc, oltre alla
presenza di maniglioni disposti sulle pareti e di un campanello d'emergenza posto in
prossimità della tazza.
Si precisa altresì che rispetto al progetto definitivo, i servizi igienici per utenti
normodotati, sono stati ripensati in una configurazione separata uomo – donna.
Per quanto non espressamente indicato, si rimanda agli elaborati grafici ed al
computo metrico allegati alla presente relazione.
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3.3 Interventi per l’adeguamento alle norme per la sicurezza degli impianti:
rifacimento impianto elettrico ed impianto idraulico
Vista la nuova destinazione d’uso dell’immobile è necessario prevedere una nuova
rivisitazione degli impianti nell’intento di restituire un edificio in grado di dare il
massimo confort agli utenti fruitori, nonché, di garantire la conformità degli stessi alle
norme vigenti.
Pertanto, sula base del progetto definitivo, si prevede:
Rifacimento di impianto elettrico garantendo quei requisiti necessari per la
destinazione d’uso dei singoli ambienti. Particolare attenzione sarà posta
sull’impianto di illuminazione che oltre a garantire la giusta illuminazione
prevede, l’utilizzo di lampade a risparmio energetico e a led al fine di
contenere i consumi elettrici.
Rifacimento di impianto idraulico: vista la nuova configurazione prevista in
fase di progetto esecutivo per i servizi igienici, e l'adozione di un sistema di
recupero dell'acqua piovana che presuppone un "doppio impianto" (impianto
idrico normale e impianto di riciclaggio) che permetta il prelievo differenziato in
relazione ai consumi e alla disponibilità delle riserve, l’impianto idraulico è
stato ripensato in modo adeguato alle suddette esigenze e nel rispetto della
normativa vigente.
Il tutto viene realizzato al fine di una ottimizzazione dei consumi che garantisce un
risparmio non indifferente ed un maggiore comfort per gli utenti dell’edificio.
L'impianto elettrico ed idraulico saranno progettati e realizzati a norma della legge
37/08.
Per quanto non espressamente indicato si rimanda agli elaborati grafici ed al
computo metrico allegati alla presente relazione.
Si fa presente inoltre, che è stato verificato che la distribuzione degli ambienti interni
risponde ai requisiti minimi sul rapporto aero illuminanti, infatti, le aperture esistenti
sono maggiori di 1/8 della superficie pavimentata di ogni singolo ambiente. Inoltre,
vista la configurazione dell’edificio, i servizi igienici saranno tutti dotati di aperture.
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3.4 Interventi di architettura bioclimatica ed interventi finalizzati all’efficienza
energetica degli edifici ed all’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili
per la produzione di calore ed elettricità.
L’approccio di progettazione bioclimatica prevede attenzione verso le “forze della
natura” per costruire e ristrutturare gli edifici che, in relazione al clima esterno,
realizzino le condizioni di comfort interne utilizzando anche apporti energetici gratuiti
e dimensionando conseguentemente gli impianti.
Essenzialmente una progettazione di bioarchitettura deve tenere conto dì due aspetti
fondamentali: la salubrità della costruzione e un vero risparmio energetico. Questo
ultimo aspetto è direttamente connesso con l’inquinamento esterno che produce la
costruzione: l’edificio dove si consuma troppo gas o, peggio ancora, gasolio per il
riscaldamento contribuisce in maniera rilevante a peggiorare la qualità dell’aria che
respiriamo.
Allargando la definizione e introducendo il concetto di sostenibilità, la ristrutturazione
sostenibile di un edificio deve avere analizzato anche aspetti legati al ciclo di vita dei
materiali da costruzione, cioè alle energie impiegate per la loro produzione, il
trasporto e lo smaltimento.
Col termine di architettura bioclimatica s’intende quindi un complesso di soluzioni
progettuali che consentano di realizzare all’interno degli edifici le condizioni di
comfort contenendo il più possibile l’intervento impiantistico e i relativi consumi
d’energia primaria.
L’approccio bioclimatico tende quindi ad affidare alla struttura dell'edificio, al suo
orientamento ed al contesto climatico circostante il compito di realizzare condizioni di
comfort interno, attuato captando o respingendo all’esterno contributi energetici solari
o sfruttando sapientemente il microclima locale.
Ad esempio l’utilizzo razionale di risorse ambientali rinnovabili (radiazione solare per
il riscaldamento degli ambienti e per l'illuminazione naturale; vento, evaporazione di
acqua o scambio termico con il terreno per il raffrescamento estivo, etc.) può
contribuire a ridurre il consumo dei combustibili fossili.
Si può ancora ricordare che oggi si richiedono anche livelli di comfort interno più
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elevati del recente passato, ad esempio oltre al tradizionale comfort
termoigrometrico, hanno oggi assunto importanza aspetti del comfort legati alle
sensazioni sonore e luminose, all’igrometria e alla qualità dell’aria. L’edificio dovrà
pertanto, nella sua collocazione, forma, funzioni e uso dei materiali, tendere a
realizzare un sistema tecnologico “energy saving” che assicuri un comfort interno il
più completo possibile. Ovviamente questo approccio presuppone un’impostazione
progettuale che consideri gli impianti parte integrante dell’edificio e non solo un
complemento da aggiungere a posteriori. Vi è la necessità di un approccio equilibrato
ed articolato, caratterizzato da una maggiore attenzione, già in sede di progettazione
architettonica, verso tutte quelle misure di controllo degli scambi energetici tese a
ridurre sprechi ingiustificati di energia primaria.
Per capire l’importanza degli interventi volti al risparmio energetico basta osservare
lo schema delle dispersioni termiche di un edificio di forma regolare posto in una
zona d’Italia di clima medio:
Fig. 8 – Schema dispersioni termiche di un edificio.
Come si vede dall’illustrazione sopra riportata, gli elementi che disperdono la
maggior quantità di calore sono le pareti esterne, le strutture di copertura e gli infissi
esterni. Gli interventi su questi tre elementi sono pertanto i più vantaggiosi da
eseguire per ottenere un effettivo risparmio sui consumi ed un miglior comfort di vita
all’interno degli ambienti. Ed è in questi termini che è stato progettato ed eseguito
l’intervento.
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3.4.1 Intervento di sostituzione degli infissi
Uno degli interventi relativi all’efficientamento energetico è quello di limitare la
trasmittanza delle superfici trasparenti degli infissi, quest’ultimi allo stato di fatto
costituiti da materiale povero quale struttura a taglio freddo in alluminio e vetro
singolo. La limitata dispersione termica nei periodi freddi sarà garantita dall’utilizzo di
un prodotto con caratteristiche di trasmittanza certificate che dovrà essere garantito
per una trasmittanza complessiva, considerando la Zona climatica B in cui ricade il
territorio comunale di Santa Teresa Riva, pari o inferiore a U=3,0 W/m2 K, come
imposto dalla tabella 4a dell’allegato C del D.lgs 192/2005 e s.m.i., di seguito
riportata.
Tabella 4a. Valori limite della Trasmittanza termica Uw delle chiusure trasparenti comprensive degli infissi in (W/m2K)
Zona Climatica Dall'1 gennaio 2006 U (W/m2K)
Dall’ 1 gennaio 2008 U (W/m2K)
Dall'1 gennaio 2010 U (W/m2K)
A 5,5 5,0 4,6
B 4,0 3,6 3,0
C 3,3 3,0 2,6
D 3,1 2,8 2,4
E 2,8 2,4 2,2
F 2,4 2,2 2,0
Tenuto conto che si tratta di ristrutturazione di edificio pubblico o ad uso pubblico, ai
sensi del comma 15 dell’art. 4 del D. P. R. 59/2009, tali valori limite sono ridotti del
10%, pertanto il valore limite è Uw=2,7 W/m2 K.
In riferimento ai limiti di trasmittanza degli infissi si riportano i valori da rispettare per
le per i vetri, come imposto dalla tabella 4a dell’allegato C del D.lgs 192/2005 e s.m.i.
Tabella 4b: Valori limite della Trasmittanza termica U dei vetri in (W/m2K)
Zona Climatica Dall'1 gennaio 2006 U (W/m2K)
Dall’1 gennaio 2008 U (W/m2K)
Dall’1 luglio 2010 U (W/m2K)
A 5,0 4,5 3,7
B 4,0 3,4 2,7
C 3,0 2,3 2,1
D 2,6 2,1 1,9
E 2,4 1,9 1,7
F 2,3 1,7 1,3
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“PROGETTO PER IL RIPRISTINO FUNZIONALE DELL’EDIFICIO EX SCUOLA ELEMENTARE SITO NELLA FRAZ. MISSERIO AL FINE DI RECUPERARLO E DESTINARLO ALLA FRUIZIONE ED AGGREGAZIONE”
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Tenuto conto che si tratta di ristrutturazione di edificio pubblico o ad uso pubblico, ai
sensi del comma 15 dell’art. 4 del D. P. R. 59/2009, tali valori limite sono ridotti del
10%, pertanto il valore limite è Ug=2,43 W/m2 K.
L’intervento di miglioramento pertanto, al fine di rispettare i limiti di cui sopra,
prevede la collocazione di infissi in alluminio a taglio termico (Fig. 9) con trasmittanza
termica Uf non inferiore a 3,5 W/m2 K calcolata secondo il procedimento previsto
dalla norma UNI EN 10077-1 e rispondenti ai requisiti riportati nella relativa voce di
computo metrico, con vetri termoacustici isolanti basso emissivi selettivi con
trasmittanza termica complessiva Ug=1,40 W/m2K e fattore solare non superiore a
0,5, al fine di ottenere una trasmittanza complessiva delle chiusure trasparenti
comprensive degli infissi non superiore a Uw=2,7 W/m2 K.
La funzione del vetro basso emissivo è quella di riflettere l'energia emessa dai corpi
scaldanti all'interno dell'edificio (elementi di riscaldamento, fonti di luce, persone)
evitando la dispersione termica verso l'ambiente esterno.
La trasparenza del basso emissivo consente sempre il passaggio della radiazione
solare che determina un guadagno termico dal punto di vista energetico oltre che un
aspetto perfettamente neutro.
Fig. 9 – Particolare infissi: a sinistra infisso in alluminio a taglio freddo TF, a destra infisso a taglio termico TT
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Si evidenzia che, secondo quanto imposto dal comma 19 dell’art. 4 del D. P. R.
59/2009, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di
contenere la temperatura interna degli ambienti, nel caso di edifici di nuova
costruzione e nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti, è resa obbligatoria la
presenza di sistemi schermanti esterni. Qualora se ne dimostri la non convenienza in
termini tecnico-economici, detti sistemi possono essere omessi in presenza di
superfici vetrate con fattore solare (UNI EN 410) minore o uguale a 0,5. Nel caso in
questione, la scelta è stata quella di optare per la posa in opere di vetrate selettive
(Fig. 10) o a controllo solare con fattore solare inferiore a 0,5 evitando l’obbligo di
sistemi schermanti esterni.
Fig. 10 – Comportamento vetro selettivo.
3.4.1.1 Calcolo trasmittanza infisso tipo esistente
L’infisso esistente è costituito da materiale povero quale struttura a taglio freddo in
alluminio e vetro singolo.
Di seguito si riporta la scheda struttura in esame, per un infisso tipo, ottenuta con il
software Termus dell’Acca, da cui si evince che alle condizioni attuali la trasmittanza
è pari a U= 6,760 W/m2 K e quindi superiore al limite di normativa.
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3.4.1.2 Calcolo trasmittanza infisso post - intervento
L’infisso post intervento è in alluminio a taglio termico con trasmittanza termica del
telaio Uf non inferiore a 3,5 W/m2 K calcolata secondo il procedimento previsto dalla
norma UNI EN 10077-1 e rispondente ai requisiti riportati nella relativa voce di
computo metrico, con vetri termoacustici isolanti basso emissivi selettivi con
trasmittanza termica complessiva Ug=1,40 W/m2K e fattore solare non superiore a
0,5, al fine di ottenere una trasmittanza complessiva non superiore a Uw=2,7 W/m2
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K. Di seguito si riporta la scheda struttura in esame, per un infisso tipo, ottenuta con
il software Termus dell’Acca, da cui si evince che la trasmittanza è pari a U= 2,391
W/m2 K e quindi inferiore al limite di normativa.
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3.4.2 Intervento di isolamento termico dall’esterno mediante intonaco a “cappotto”
Il clima meridionale comporta l’adozione di strutture esterne di colore bianco che
riflettono, di giorno, la radiazione solare e smaltiscono egualmente, di notte, come
radiazione infrarossa, il calore accumulato durante le ore diurne.
Nelle moderne tecnologie di costruzione degli edifici sempre maggior attenzione è
riservata alla riduzione della dispersione di calore attraverso le murature perimetrali.
Se all’inizio ciò era motivato da un risparmio in termini di gestione della
climatizzazione, con l’entrata in vigore della legge 9 gennaio 1991 n.10 e al D.P.R.
412/93, per l’edilizia civile, industriale ed agricola, vi sono delle precise norme da
rispettare per il contenimento dei consumi energetici.
Il progetto definitivo prevede soluzioni di isolamento termico dall’esterno mediante
sistema a “cappotto” delle pareti perimetrali in quanto, come mostrato
precedentemente in Fig.8, queste incidono per il 20-25% sulle dispersioni termiche di
un edificio.
L’isolamento dall’ESTERNO è la soluzione più efficace per isolare completamente un
edificio. È consigliato per ambienti riscaldati in continuo con interruzione notturna.
Durante il funzionamento dell’impianto si ha un notevole accumulo di calore nelle
pareti e il suo rilascio avviene verso l’interno nelle ore notturne, col riscaldamento
spento, migliorando notevolmente il comfort termico. Altra caratteristica positiva di
questa soluzione è la totale eliminazione di ponti termici causati dalle travi e dai solai.
Nel caso in questione sulle pareti esterne, che presentavano l’intonaco e la
tinteggiatura deteriorati, invece che demolire e realizzare un nuovo intonaco, è stato
previsto un sistema cosiddetto “a cappotto” per ridurre il parametro della trasmittanza
U delle pareti, sopra il quale non è necessario realizzare un nuovo intonaco. Questa
soluzione a parità di costo vivo, permette un risparmio energetico nella gestione
successiva del riscaldamento interno degli ambienti così isolati.
L’isolamento a cappotto consiste nell’incollare i pannelli di isolante sulla struttura
edilizia preesistente, facendo attenzione che il posizionamento delle lastre isolanti sia
fatto a giunti sfalsati, anche in corrispondenza degli spigoli, staccandosi da terra con
un profilo di partenza. Sui pannelli viene applicato il rasante e annegata la rete
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portaintonaco per effettuare la finitura. È importante che la posa in opera sia
effettuata da personale specializzato, scegliendo aziende che forniscono l’intero
“sistema a cappotto”, dove la scelta delle colle, del rasante è compatibile con il
materiale stesso.
Il fine dell’applicazione del pannello isolante sarà quello di limitare la trasmittanza del
pacchetto di parete a valori di trasmittanza complessiva, considerando la Zona
climatica B in cui ricade il territorio comunale di Santa Teresa Riva, pari o inferiore a
U=0,48 W/m2 K, come imposto dalla tabella 2.1 dell’allegato C del D.lgs 192/2005 e
s.m.i., di seguito riportata.
Tabella 2.1: Valori limite della Trasmittanza termica U delle strutture opache verticali in (W/m2K)
Zona Climatica Dall'1 gennaio 2006 U (W/m2K)
Dall'1 gennaio 2008 U (W/m2K)
Dall'1 gennaio 2010 U (W/m2K)
A 0,85 0,72 0,62
B 0,64 0,54 0,48
C 0,57 0,46 0,40
D 0,50 0,40 0,36
E 0,46 0,37 0,34
F 0,44 0,35 0,33
Tenuto conto inoltre che si tratta di ristrutturazione di edificio pubblico o ad uso
pubblico, ai sensi del comma 15 dell’art. 4 del D. P. R. 59/2009, tali valori limite sono
ridotti del 10%, pertanto il valore limite è U=0,4320 W/m2 K.
3.4.2.1 Calcolo trasmittanza pacchetto parete esistente
La parete esistente è costituita da una muratura in pietrame intonacata, per la
determinazione della trasmittanza, trattandosi di un edificio esistente, non potendo
effettuare una determinazione rigorosa di calcolo, si è fatta una valutazione
semplificata, facendo riferimento ai Prospetti UNI/TS 11300-1:2008. Di seguito si
riporta la scheda struttura in esame (Appendice "A" - UNI/TS 11300-1:2008
Prospetto: "Trasmittanza termica delle chiusure verticali opache" Descrizione:
"Muratura di pietrame intonacata"), ottenuta con il software Termus dell’Acca, da cui
si evince che alle condizioni attuali la trasmittanza è pari a U= 2,00 W/m2 K e quindi
superiore al limite di normativa.
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3.4.2.2 Calcolo trasmittanza pacchetto parete post - intervento
La soluzione di isolamento termico dall’esterno mediante sistema a “cappotto” delle
pareti perimetrali, dovrà essere realizzata mediante la posa in opera di un pannello
coibente in polistirene espanso sinterizzato addizionato con grafite, secondo quanto
riportato nella relativa voce di computo metrico. Inoltre, al fine di ottenere un valore di
trasmittanza termica complessiva inferiore al limite di normativa, il pannello dovrà
avere una conduttività termica non superiore a 0,031 W/m K secondo quanto
previsto da capitolato. Si riporta di seguito la scheda struttura relativa al calcolo della
trasmittanza per la parete post-intervento, eseguito con il software Termus dell’Acca,
dove si evince che la trasmittanza totale sarà pari a U= 0,326 W/m2 K e quindi
inferiore ai limiti di normativa pari a U= 0,4320 W/m2 K, pertanto la verifica risulterà
soddisfatta.
Si precisa che la parete esistente è stata in questo caso simulata con una
combinazione di spessori di “pietra basalto” e “ciottoli e pietre frantumate” per un
spessore complessivo pari alla parete esistente e di pari trasmittanza.
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3.4.3 Intervento di isolamento termico del tetto di copertura
Il progetto definitivo prevede soluzioni di isolamento termico del tetto di copertura,
con la posa in opera di isolamento sottotegola realizzato costituito da pannello
monolitico strutturale in alluminio coibentato con schiuma poliuretanica rigida a
cellule chiuse, con conduttività termica λ=0,025 W/(m K) e dello spessore 60 mm. Il
fine dell’applicazione del pannello isolante sarà quello di limitare la trasmittanza del
pacchetto di parete a valori di trasmittanza complessiva, considerando la Zona
climatica B in cui ricade il territorio comunale di Santa Teresa Riva, pari o inferiore a
U=0,38 W/m2 K, come imposto dalla tabella 3.1 dell’allegato C del D.lgs 192/2005 e
s.m.i., di seguito riportata.
Tabella 3.1: Valori limite della Trasmittanza termica U delle strutture opache orizzontali o inclinate di copertura in (W/m2K)
Zona Climatica Dall'1 gennaio 2006 U (W/m2K)
Dall'1 gennaio 2008 U (W/m2K)
Dall'1 gennaio 2010 U (W/m2K)
A 0,80 0,42 0,38
B 0,60 0,42 0,38
C 0,55 0,42 0,38
D 0,46 0,35 0,32
E 0,43 0,32 0,30
F 0,41 0,31 0,29
Tenuto conto inoltre che si tratta di ristrutturazione di edificio pubblico o ad uso
pubblico, ai sensi del comma 15 dell’art. 4 del D.P.R. 59/2009, tali valori limite sono
ridotti del 10%, pertanto il valore limite è U=0,342 W/m2 K.
3.4.3.1 Calcolo trasmittanza pacchetto tetto esistente
E’ stata svolta una valutazione della trasmittanza della struttura copertura esistente.
Trattandosi di un edificio esistente, non potendo effettuare una determinazione
rigorosa di calcolo, come previsto da normativa, si è fatta una valutazione
semplificata, facendo riferimento ai Prospetti UNI/TS 11300-1:2008. Di seguito si
riporta la scheda struttura in esame (Appendice "A" - UNI/TS 11300-1:2008,
Prospetto: "Trasmittanza termica delle coperture piane e a falde", Descrizione: "Tetto
in legno"), ottenuta con il software Termus dell’Acca, da cui si evince che alle
condizioni attuali la trasmittanza è pari a U= 1,80 W/m2 K e quindi superiore al limite
di normativa.
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3.4.3.2 Calcolo trasmittanza pacchetto tetto post - intervento
Il pannello coibente dovrà essere schiuma poliuretanica rigida a cellule chiuse, con
conduttività termica λ=0,025 W/(m K), secondo quanto riportato nella relativa voce di
computo metrico. Inoltre, al fine di ottenere un valore di trasmittanza termica
complessiva inferiore al limite di normativa, il pannello dovrà avere uno spessore non
inferiore a 120 mm.
Si riporta di seguito la scheda struttura relativa al calcolo della trasmittanza per la
copertura post-intervento, eseguito con il software Termus dell’Acca, dove si evince
che la trasmittanza totale sarà pari a U= 0,18 W/m2 K e quindi inferiore ai limiti di
normativa pari a U= 0,342 W/m2 K, pertanto la verifica risulterà soddisfatta.
Si precisa inoltre che ai sensi del comma 18 dell’art. 4 del D. P. R. 59/2009, al fine di
limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la
temperatura interna degli ambienti, relativamente a tutte le pareti opache orizzontali
ed inclinate, bisogna verificare che il valore del modulo della trasmittanza termica
periodica YIE, di cui al comma 4, dell'articolo 2, sia inferiore a 0,20 W/m2K. A tal fine,
infatti, nonostante il valore di U fosse verificato, lo spessore dell’isolante è stato
comunque incrementato al fine di rispettare le suddette condizioni.
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3.4.4 Intervento di installazione di un impianto termico a pompa di calore
Gli interventi ipotizzati, in assenza di impianto termico, non permettono l’immediata
fruizione dei locali. A tal fine, l’unica possibilità è quella di prevedere un impianto di
climatizzazione invernale ed estiva che soddisfi le esigenze termiche dell’edificio e
che nel contempo, al fine di perseguire le esigenze di contenimento energetico alla
base degli interventi di miglioramento, abbia un rendimento elevato che consenta il
raggiungimento di una classe energetica elevata.
Pertanto è stato ipotizzato l’inserimento di un impianto termico a pompa di calore.
L’efficienza di una pompa di calore, nel funzionamento per la produzione del freddo è
misurata dall’Indice di Efficienza Elettrica EER (Energy Efficiency Ratio), mentre nel
funzionamento per la produzione del caldo è misurata dal Coefficiente di Resa COP
(Coefficient Of Performance) che è il rapporto tra l’energia prodotta (calore ceduto
all’ambiente da riscaldare) e l’energia elettrica consumata per far funzionare la
macchina. Sia l’EER che il COP sono mediamente prossimi al valore 3. Questo
significa che per un kWh di energia elettrica consumato, la pompa di calore cederà
3kWh d’energia termica all’ambiente da riscaldare; uno di questi è fornito dall’energia
elettrica consumata e gli altri due sono prelevati dall’ambiente esterno.
Tenendo conto che l’energia prelevata dall’ambiente esterno è gratuita, e che
l’energia elettrica è prodotta, mediamente, con un rendimento del 36%, possiamo
dire che il rendimento complessivo della pompa di calore è di circa il 110%. Questo
valore è sensibilmente più alto dei migliori impianti a caldaia tradizionale che hanno
rendimenti intorno al 90%.
Il progetto definitivo prevede, per l’edificio in oggetto, l’installazione di un impianto del
tipo distribuito, scartando la possibilità di un impianto centralizzato.
In fase esecutiva, tenuto conto che si tratta di ristrutturazione di edificio pubblico o ad
uso pubblico, ai sensi del comma 15 dell’art. 4 del D.P.R. 59/2009, i predetti edifici
devono essere dotati di impianti centralizzati per la climatizzazione invernale ed
estiva; pertanto l’impianto è stato rivisto, prevedendo l’installazione di un sistema
centralizzato a pompa di calore reversibile ad alta efficienza ed alta temperatura,
della potenza complessiva di 38 kW.
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Il sistema centralizzato inoltre:
evita ingombri in facciata che inciderebbero sull’estetica dell’edificio
inficiandone il decoro architettonico;
minori costi di manutenzione ordinaria e straordinaria data la vita più lunga del
sistema centralizzato rispetto alle unità singole.
Fig. 11 – Schema funzionamento pompa di calore.
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3.4.5 Intervento di installazione impianto fotovoltaico per la produzione di energia
elettrica
Sulla base del progetto definitivo, è stata prevista l’installazione di un impianto
fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, sul tetto di copertura a falda
dell’edificio di cui in oggetto.
3.4.5.1 Premessa
La realizzazione di un impianto fotovoltaico, determina vantaggi quali la modularità, la
manutenzione ridotta data la mancanza di parti in movimento, la semplicità, e
soprattutto, un impatto ambientale estremamente basso; l’unico aspetto relativo a tale
circostanza, è rappresentato dall’occupazione di superficie, ma nel caso in questione
neanche questo rappresenta un limite, in quanto trattasi di un tetto, quindi di
superficie altrimenti inutilizzata.
I benefici ambientali derivanti dall’adozione di tali sistemi, risultano essere
proporzionali alla quantità di energia generata come alternativa a quella fornita in altri
modi da fonti convenzionali. Infatti, la produzione di 1kWh elettrico necessita
mediamente la combustione dell’equivalente di 2,56 kWh di combustibili fossili e
pertanto l’emissione in atmosfera di circa 0,53 kWh di CO2. Pertanto per ogni kWh di
energia elettrica prodotto da un sistema fotovoltaico si evita l’emissione di 0,53 kg di
CO2 e tale meccanismo risulta altrettanto vero per svariate altre sostanze inquinanti
generate dalla produzione con fonti convenzionali. Assumendo che la vita media di un
impianto fotovoltaico è di circa 30 anni, è immediato valutare la quantità di emissioni
inquinanti evitate da un kWp di moduli nel tempo.
Specifica di riferimento dell’idea e dell’attività progettuale è stata l’esigenza di
equilibrare gli aspetti tecnici dei componenti della tecnologia fotovoltaica con quelli
estetici della copertura dell’edificio, senza compromettere le caratteristiche funzionali
che garantiscono l’impermeabilità agli agenti atmosferici.
Per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica, è necessario
disporre di superfici esposte alla radiazione solare e non soggette ad ombre.
Mentre il progetto definitivo prevedeva un impianto di potenza pari a circa 3,5 kWp,
collocato sulla falda di tetto esposta a sud, in fase esecutiva l’impianto è stato
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ripensato al fine di aumentare la potenza elettrica realizzabile alla quota di 6,0 kWp.
Viste le limitate dimensioni della falda a sud, che non consentono il raggiungimento
della soglia di potenza maggiore, si è pensata una configurazione che prevede
l’installazione dei moduli in parte sulla falda est e in parte sulla falda ovest, in quanto
di dimensioni maggiori. C’è da dire che l’orientamento (Azimuth) ottimale, invece, è a
sud, ma sono accettabili anche sud-est o sud ovest. In tal caso la perdita di
rendimento non supera il 5% rispetto all’orientamento ottimale. Un pannello
totalmente rivolto a est o ad ovest, invece, perde a parità di inclinazione circa il 18%
del rendimento. Pertanto la perdita di rendimento che si avrebbe dall’orientamento
non ottimale dei moduli, viene comunque largamente compensata dall’incremento di
potenza realizzabile sfruttando le falde di dimensioni maggiori, orientate a est e ad
ovest.
3.4.5.2 Descrizione dell’impianto
Premesso che si è scelto di realizzare un impianto di tipo parzialmente integrato,
quindi un impianto fotovoltaico installato sulle strutture preesistenti senza la
sostituzione di elementi strutturali, e comunque in modo complanare alla superficie
del tetto su cui verrà fissato, il sistema risulta costituito da varie parti ognuna con una
funzione specifica.
Struttura di sostegno ai moduli fotovoltaici: è un sistema di fissaggio
completo che ha la funzione di ancorare e mantenere i moduli nella posizione
ottimale per la produzione di energia elettrica, in questo caso scelta obbligata
dalla geometria del tetto, quindi perfettamente complanari alla falda del tetto di
copertura. Il sistema è costituito da una struttura modulare e componibile, in
alluminio. I moduli sono fissati sui profili mediante morsetti di fissaggio, i profili
sono ancorati al tetto mediante staffe in acciaio regolabili che si inseriscono
sotto le tegole e permettono una installazione veloce e sicura contro le
infiltrazioni di acqua.
Campo fotovoltaico per la produzione di energia elettrica con tecnologia
fotovoltaica; è prevista l’installazione di un totale di 24 moduli da 250Wp, per
una potenza totale di 6,00 kWp, su una superficie attiva di circa 20 m2 per
falda, rispetto ad un’area disponibile di circa 120 m2 sulla falda ovest e 90 m2
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sulla falda ovest;
Inverter per la trasformazione, dell’energia elettrica prodotta, con parametri
tali da poter essere immessa in rete, rispondenti alle normative tecniche e di
sicurezza vigenti; è prevista l’installazione di n° 1 inverter di potenza 6.000 W,
in modo da permettere la consegna in BT monofase, così come previsto dalle
circolari dell’AEEG;
Quadro di misura dell’energia prodotta che ha la funzione di misurare
l’energia prodotta dal sistema per un successivo conteggio;
Cavi per la connessione elettrica dei moduli tra di loro e con le
apparecchiature elettriche; è previsto l’uso di cavi specifici per impianti
fotovoltaici, resistenti agli agenti atmosferici e rispondenti a tutte le normative
elettriche e meccaniche di riferimento.
L’intero sistema è stato progettato e realizzato in modo da assicurare le migliori
prestazioni, la migliore affidabilità e la costanza nel tempo delle prestazioni. Questa
strategia è stata pensata per ottimizzare la produzione dal punto di vista della
potenza realizzabile sulla superficie sfruttabile, nonostante la scelta obbligata di
azimut e tilt per i moduli al fine di renderli complanari e per quanto possibile integrare
l’installazione con la struttura esistente.
Inoltre, la potenza dell’impianto essendo inferiore ai 200 kW permette di usufruire del
regime di scambio sul posto che consente la compensazione tra il valore associabile
all’energia elettrica prodotta e immessa in rete e il valore associabile all’energia
elettrica prelevata e consumata in un periodo differente da quello in cui avviene la
produzione, garantendo così il rientro dell’investimento in tempi più brevi grazie al
risparmio derivante dai costi di bolletta elettrica.
Per i dati relativi al dimensionamento e per quanto non espressamente indicato, si
rimanda alla relazione tecnica specifica e agli elaborati grafici allegati alla presente.
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“PROGETTO PER IL RIPRISTINO FUNZIONALE DELL’EDIFICIO EX SCUOLA ELEMENTARE SITO NELLA FRAZ. MISSERIO AL FINE DI RECUPERARLO E DESTINARLO ALLA FRUIZIONE ED AGGREGAZIONE”
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DATA: Aprile 2014
3.4.6 Intervento di installazione impianto solare termico per la produzione di acqua
calda sanitaria;
Sulla base del progetto definitivo, in fase esecutiva è stata prevista l’installazione di
un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria.
Nello specifico, il sistema risulta costituito da:
Collettore solare: comunemente chiamato “pannello” permette di
trasformare la luce solare captata in calore, collocati sul tetto mediante un
sistema di fissaggio completo che ha la funzione di ancorare e mantenere i
moduli nella posizione ottimale per la produzione, in questo caso scelta
obbligata dalla geometria del tetto, quindi perfettamente complanari alla falda
del tetto di copertura. Il sistema è costituito da una struttura modulare e
componibile, in acciaio. I collettori sono fissati sui profili mediante morsetti di
fissaggio, i profili sono ancorati al tetto mediante staffe in acciaio regolabili
che si inseriscono sotto le tegole e permettono una installazione veloce e
sicura contro le infiltrazioni di acqua;
Stazione solare: permette di controllare i flussi del liquido solare, la
temperatura e la pressione del circuito;
Regolatore solare: (integrato nella stazione solare) controlla la temperatura
nel collettore e nel serbatoio regolando il trasferimento di calore;
Serbatoio o accumulo: qui l’acqua per gli usi sanitari viene riscaldata
attraverso uno scambiatore di calore collegato al circuito solare e mantenuta
in temperatura.
Viste le modeste esigenze dell’edificio, è stata prevista l’installazione di un sistema
dimensionato indicativamente per soddisfare una richiesta di acqua sanitaria fino a 3
persone, nello specifico costituito da:
n° 1 collettore solare con superficie lorda di 2,55 m2, da montare in posizione
in verticale sul tetto;
n° 1 bollitore per acqua calda sanitaria in acciaio S 235 JR, della capacità di
200 l, per montaggio a parete, con scambiatore di calore solare e smaltatura
diretta conforme a DIN 4753, con riscaldamento integrativo elettrico (2,2 kW).
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Isolamento con poliuretano espanso rigido PU e mantello esterno in lamiera
verniciato a polveri. Il bollitore verrà collocato a parete nei locali dell’edificio
adibiti a servizi igienici.
Si precisa inoltre, che si è scelto di installare un impianto a circolazione forzata, in cui
il liquido solare circola all’interno del pannello grazie ad una pompa ausiliaria. Perciò
non è necessario disporre il serbatoio sopra al collettore, riducendo notevolmente
l’impatto visivo derivante dalla presenza del serbatoio sopra il tetto. Inoltre il sistema
risulterà più efficiente perché una centralina regola i flussi del liquido solare attivando
in maniera precisa e ottimale il processo di scambio tra collettore e serbatoio. Per
quanto non sufficientemente espresso si rimanda agli elaborati grafici ed al computo
metrico, allegati alla presente relazione.
Fig. 12 – Schema impianto solare – termico per produzione ACS.
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3.5 Interventi che prevedano misure per il risparmio idrico anche attraverso
l’adozione di sistemi per la raccolta e il riutilizzo delle acque reflue e delle
acque di pioggia
3.5.1 Premessa
Le possibili tecniche o sistemi per ridurre i consumi idrici si possono riassumere in
modo sintetico ma non esaustivo in:
strumenti per ridurre i consumi idrici e sensibilizzazione degli utenti;
riuso dell’acqua piovana.
Di seguito si riporta descrizione sintetica degli interventi previsti, sulla base del
progetto definitivo, al fine di raggiungere gli obiettivi di cui sopra.
3.5.2 Strumenti per ridurre i consumi idrici e sensibilizzazione degli utenti possono
essere
Tecnologie per il risparmio dell’acqua potabile possono essere:
rubinetteria monocomando con leva a comando frenato;
rubinetti con aeratoli;
sciacquoni a doppio tasto.
Pertanto in fase esecutiva gli impianti e i materiali sono stati previsti con le
caratteristiche di cui sopra.
Questi accorgimenti permettono dì incidere fortemente anche sui consumi energetici,
in quanto, trattandosi per la maggior parte di sistemi concernenti l’impianto idrico-
sanitario, necessitano normalmente d’acqua calda, pertanto il risparmio in tal senso,
da un forte contributo anche agli obiettivi di Kyoto.
3.5.1 Intervento di installazione impianto di recupero acque piovane
L'utilizzo dell'acqua piovana costituisce un prezioso contributo alla riduzione degli
sprechi di acqua potabile, ne favorisce un consumo più attento e consapevole e
comporta un risparmio considerevole sui costi (fino al 50%).
I possibili utilizzi dell’acqua piovana recuperata nelle abitazioni sono:
irrigazione del verde;
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sciacquoni dei wc,
lavatrice e pulizie domestiche;
i vantaggi sono:
la gratuità dell’acqua, escludendo il costo dell’impianto
l'assenza di depositi calcarei nelle condutture
l'assenza di depositi calcarei sulle resistenze elettriche delle macchine
il risparmio di detersivi (fino al 50%) per la minor durezza dell'acqua
I vantaggi offerti dall’installazione di impianti di raccolta dell’acqua piovana inoltre,
non sono individuali, ma si estendono all’intero insediamento:
evitano i sovraccarichi della rete fognaria in caso di precipitazioni di forte
intensità;
aumentano l’efficienza dei depuratori, sottraendo al deflusso importanti quote
di liquido che, nel diluire i quantitativi di liquami da trattare, riducono l’efficacia
della fase biologica di depurazione.
In merito alla qualità dell’acqua raccolta, c’è da dire che le fonti di agenti
contaminanti dell’acqua raccolta possono essere:
sostanze presenti in atmosfera che si associano all'acqua nel corso della
pioggia (ad esempio le piogge acide);
sostanze rilasciate dai materiali che compongono i sistemi di raccolta e/o
stoccaggio delle acque (ad esempio piombo nelle converse, idrocarburi e
polimeri nelle guaine impermeabili, polveri e frammenti dalle tegole, coppi,
lastre, ecc.);
sostanze di natura organica e non, trasportate dal vento che si depositano
sulle coperture e/o sulle superfici destinate alla raccolta della pioggia (residui
di foglie, fango, ecc..);
parassiti, batteri e virus derivati dallo sterco di uccelli ed animali che hanno
accesso alla copertura e alle superfici di raccolta.
Escludendosi comunque l'uso potabile, gli studi condotti finora non hanno rilevato
problemi di sorta relativamente agli impieghi su elencati.
Il progetto definitivo prevede, per l’edificio in oggetto, l’installazione di un impianto di
recupero acque piovane. In fase esecutiva il sistema è stato rivisto e perfezionato al
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fine di migliorarne l’efficienza.
L'adozione di un impianto di recupero dell'acqua piovana presuppone la piena
efficienza del sistema di raccolta (composto da converse, canali di gronda,
bocchettoni, pluviali, pozzetti di drenaggio, caditoie, tubazioni di raccordo) e del
sistema di dispersione che, ove non sia costituito da corpi d'acqua o fognature
pubbliche, è realizzato da tubazioni drenanti o pozzi perdenti.
L'impianto per ottimizzare il recupero dell'acqua piovana è composto sostanzialmente
da due sottosistemi: quello di accumulo e quello di riutilizzo vero e proprio. Mentre il
primo possiede le caratteristiche di un comune impianto di scarico per tipologia dei
materiali e sistema di posa in opera, il secondo è a tutti gli effetti un impianto di tipo
idraulico che serve a prelevare l'acqua stoccata nei serbatoi e a distribuirla agli
apparecchi che la riutilizzano. Questi ultimi devono quindi essere allacciati ad un
"doppio impianto" (impianto idrico normale e impianto di riciclaggio) che permetta il
prelievo differenziato in relazione ai consumi e alla disponibilità delle riserve.
Per evitare pericoli di contaminazione, tubazioni e terminali dell'impianto di riciclaggio
devono essere marchiati in modo chiaro per poterli distinguere chiaramente in caso
di successive modifiche tecniche; nello stesso modo, su eventuali punti di prelievo
(rubinetti, ecc.), deve essere esposta in modo ben visibile la scritta "acqua non
potabile".
Fig. 13 – Schema di un impianto per il recupero dell'acqua piovana.
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L’impianto ha lo scopo di recuperare l’acqua piovana per riutilizzarla in determinate
utenze dell’edificio (WC, irrigazione, pulizie, ecc.). Esso è composto da un serbatoio
da interro, da un sistema filtrante e da una centralina di controllo.
L'acqua viene raccolta dalle grondaie e, tramite un condotto, convogliata verso il filtro
all'interno del serbatoio. Il filtro è collocato in posizione inclinata in modo tale che i
residui filtrati siano trascinati verso il condotto di scarico. Il filtro quindi ha la funzione
di separare l'acqua dalla sporcizia e incanalarla all'interno del serbatoio tramite una
tubazione (terminale decantatore) la cui parte finale è rivolta verso l'alto al fine di non
creare turbolenze e quindi non smuovere eventuali sedimenti giacenti sul fondo del
serbatoio.
ll sistema pertanto, sulla base del dimensionamento svolto in fase di progetto
definitivo, prevede la posa in opera di un serbatoio d’accumulo idrico prefabbricato
con struttura in conglomerato cementizio armato da lt. 6000, un kit sistema di
pressurizzazione con pompa autoadescante e centralina di comando per la gestione
del reintegro di acqua di rete in caso di non disponibilità di acqua nel serbatoio,
pozzetto filtro-foglie esterno, tubo ingresso anti-turbolenza, tubo troppo-pieno “anti-
intrusione” di piccoli animali. L’acqua raccolta all’interno del serbatoio, con l’ausilio
del modulo di pressurizzazione (pompa autoadescante) è resa disponibile per
l’eventuale irrigazione delle aree eterne a verde, per i servizi (cassette WC, ecc..) e
per i punti di prelievo di acqua non potabile.
Si ribadisce che i rubinetti o i punti di prelievo che erogano acqua non potabile
devono essere opportunamente identificati dall’indicazione “ACQUA NON
POTABILE” (norme UNI 806-2:2010 e UNI 5634:1997).
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4 CERTIFICAZIONE ENERGETICA DELL’ EDIFICIO ESISTENTE E
DELL’EDIFICIO IN SEGUITO AGLI INTERVENTI DI PROGETTTO
4.1 Premessa
La scelta della tipologia di intervento da adottare, fatta sulla base del progetto
definitivo, seguendo criteri di risparmio e produzione di energia, è stata svolta
valutando il rapporto costi-benefici tra un intervento di tipo tradizionale e un
intervento di tipo innovativo, con accorgimenti che nel tempo avrebbero prodotto un
comfort molto superiore e rilevanti risparmi e guadagni energetici.
La convenienza di eseguire un intervento volto al risparmio energetico in occasione
della ristrutturazione di un edificio è senz’altro visibile nel lungo periodo con i risparmi
che si realizzano sulle spese dovute ai consumi energetici dell’edificio stesso.
Facendo una simulazione in termini energetici degli effetti degli interventi sul
consumo dell’edificio in oggetto, si può vedere come esso varia in seguito agli
interventi adottati rispetto alla situazione di partenza.
4.2 Certificazione energetica dell’ edificio esistente – ANTE INTERVENTO
Per l’edificio esistente è stata redatta la certificazione energetica, tenuto conto
comunque che nello stato di fatto, l’edificio versa in assenza di un impianto termico.
Questo è stato possibile con l’ausilio del software Termus dell’Acca, certificato
secondo le UNI/TS 11300-1:2008 UNI/TS 11300-2:2008, UNI/TS 11300-4:2012 dal
Comitato Termotecnico Italiano (CTI) ai sensi del D.P.R. 59/2009 (Certificati n.1 del
06/07/2009 e n.25 del 15/06/2012), che permette il calcolo delle prestazioni
energetiche di un edificio, in assenza di impianto termico, considerando, ai sensi
della vigente normativa, che le condizioni di comfort invernale siano raggiunte
mediante l’utilizzo di apparecchi alimentati dalla rete elettrica. Nello specifico, per la
climatizzazione invernale, il software utilizzato, valuta dapprima il fabbisogno di
energia termica dell’edificio (UNI/TS 11300-1) e successivamente l’energia primaria,
presumendo che le condizioni di comfort invernale siano raggiunte mediante l’utilizzo
di apparecchi alimentati dalla rete elettrica. In tal caso il fabbisogno netto ideale di
energia termica per il riscaldamento, così come definito nella norma UNI/TS 11300-1,
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è corretto mediante il fattore di conversione dell’energia primaria in energia elettrica.
La simulazione termica dell’edificio nella condizione dello stato di fatto ha assegnato
all’edificio:
classe G;
Indice di Prestazione Energetica per la climatizzazione invernale (solo
involucro), EPi, invol= 23,386 kWh/m³anno;
Indice di Prestazione Energetica per la climatizzazione estiva (solo involucro)
EPe, invol= 15,098 kWh/m³anno;
Indice di Prestazione Energetica GLOBALE, EPgl= 50,841 kWh/m³anno;
Emissioni di CO2 per Riscaldamento (calcolo convenzionale)=11,693
kgCO2/m³ anno;
Fabbisogno di Energia Termica Utile per Riscaldamento, Qh= 33 413,74 kWh;
Fabbisogno Energetico Normalizzato, FEN= 287,327 kJ/m³GG.
In allegato si riporta “l’Attestato di Prestazione Energetica”.
4.3 Valutazione energetica nella condizione proposta – POST INTERVENTO
La simulazione termica dell’edificio nella condizione di intervento proposto, ha
assegnato all’edificio:
classe B;
Indice di Prestazione Energetica per la climatizzazione invernale (solo
involucro), EPi, invol= 6,182 kWh/m³anno;
Indice di Prestazione Energetica per la climatizzazione estiva (solo involucro)
EPe, invol= 9,871 kWh/m³anno;
Indice di Prestazione Energetica GLOBALE, EPgl= 7,037 kWh/m³anno;
Emissioni di CO2 per Riscaldamento (calcolo convenzionale)=1,525
kgCO2/m³anno;
Fabbisogno di Energia Termica Utile per Riscaldamento, Qh= 8896,60 kWh;
Fabbisogno Energetico Normalizzato, FEN= 37,465 kJ/m³GG.
In allegato si riporta “l’Attestato di Prestazione Energetica” e la “Relazione Tecnica
ex All.to E DD.LLgs. 192/05 e 311/06 - D.Lgs. 115/08 - D.P.R. 59/09 - D.Lgs. 28/11.
Rispondenza alle prescrizioni in materia di contenimento del consumo energetico”.
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4.4 Confronto tra ante e post intervento
La tabella seguente riassume i risultati ottenuti nelle valutazioni svolte nelle
condizioni ante e post intervento.
INDICE PROGETTO
POSTO A BASE GARA PROPOSTA
MIGLIORATIVA DIFFERENZE [%]
Classe G B
EPi, invol [kWh/m³anno]
23,386 6,182 17,204 [ - 74%]
EPe, invol [kWh/m³anno]
15,098 9,871 5,227 [ - 35%]
EPgl [kWh/m³anno]
50,841 7,037 43,804 [ - 86%]
Emissioni di CO2 [kgCO2/m³ anno]
11,693 1,525 10,168 [ - 87%]
Qh [kWh]
33 413,740 8896,600 24517,14 [ - 73%]
FEN [kJ/m³GG]
287,327 37,465 249,862 [ - 87%]
Così facendo, il sistema edificio, per come ipotizzato, dal punto di vista dell’involucro,
ha permesso il raggiungimento della classe energetica B con un indice di
prestazione energetica di 6,182 kWh/m3 anno.
Il consumo annuo di energia primaria, stimato a valle degli interventi, per il solo
riscaldamento si è ridotto del 73%, mentre l’immissione in atmosfera di CO2 passa da
circa 311,693 kg/m3 a poco meno di 1,525 kg/m3.
L’efficienza energetica così perseguita comporta una ripercussione anche dal punto
di vista ambientale, in quanto, riducendo il fabbisogno di energia necessario,
diminuisce la quantità di CO2 immessa in atmosfera.
Alla luce di quanto considerato si perviene quindi alla conclusione che attuando un
miglioramento dell’efficienza energetica secondo quanto proposto, si determina un
notevole risparmio sia dal punto di vista energetico sia per quanto riguarda
l’incidenza ambientale.
Per quanto non espressamente indicato, si rimanda ai certificati energetici ed alle
relazioni tecniche allegate alla presente.