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Commercio internazionale
2° parte
L’arrivo dell’euro
Nel 1972 si creò un sistema di cambi
semifissi ovvero il serpente monetario.
Il ritorno ad un sistema di cambi flessibili
determinò seri problemi di instabilità dei
tassi di cambio dannosi per la ripresa e lo
sviluppo economico.
L’arrivo dell’euro
Il punto di partenza dello SME era l’ECU
(European Currency Unit), unità di conto
europea.
Era costituito da un paniere di monete
europee a ciascuna delle quali era
assegnato un peso in base alla diversa
importanza economica dei singoli paesi.
L’arrivo dell’euro
L’ECU rappresentava un punto di
riferimento comune per i singoli paesi.
Infatti, ogni moneta aveva definito la
propria parità centrale all’ECU e rispetto
alle altre monete europee.
Definite le parità centrali i paesi membri
erano tenuti a difenderle entro un margine
di oscillazione.
L’arrivo dell’euro
Per le monete forti si ammettevano
variazioni del tasso di cambio al massimo
del 2,25% mentre per le monete più deboli
la banda di oscillazione era più ampia. Nel
1993 la banda di oscillazione è stata
portata al 15%.
L’arrivo dell’euro
È essenziale che le politiche
economiche dei diversi paesi, in modo
particolare la politica monetaria e la
gestione del tasso di interesse, siano
sostanzialmente simili affinché un sistema
di cambi fissi possa mantenersi nel
tempo.
L’arrivo dell’euro
Gli Stati europei fra il 1992 ed il 1993,
hanno deciso di rendere ancora più stretta
la convergenza fra le singole valute fino al
punto di adottare una moneta unica,
l’euro.
L’arrivo dell’euro
Ad Amsterdam del 16 giugno 1997, nel
corso del vertice europeo, venne
approvato il nuovo accordo di cambio.
Il suo scopo è di evitare che le monete
non partecipanti all’euro possano
deprezzarsi svantaggiando indirettamente
le altre economie.
L’accordo ha stabilito che a partire dal
1999:
•La fissazione di tassi di cambio delle
monete non partecipanti rispetto
all’euro;
•È necessario un accordo;
•La banca Centrale garantisce il
sostegno alle monete oggetto di
manovre speculative.
L’arrivo dell’euro
I rapporti fra euro e altre valute occorre
distinguere fra:
•monete degli Stati non appartenenti
alla UE;
•monete degli Stati che, nonostante
appartenenti alla UE non
partecipano all’euro.
L’arrivo dell’euro
La bilancia dei pagamenti
Le transazioni commerciali e finanziarie
esistenti fra un dato paese e il resto del
mondo vengono registrate dalla bilancia
dei pagamenti.
Essa è un rendiconto economico-
contabile che annota l’insieme delle
transazioni economiche tra i residenti in
un paese e i non residenti, definiti
generalmente con il termine resto del
mondo.
La bilancia dei pagamenti
Residente è colui che esercita la propria
attività economica principale sul territorio,
è residente anche il cittadino americano
che lavora in Italia.
Non residente chi, al di là della propria
cittadinanza, svolge l’attività economica
principale in altri paesi.
La bilancia dei pagamenti
Il saldo della bilancia dei pagamenti è la
differenza, positiva o negativa, tra i
pagamenti in entrata e quelli in uscita da
un paese.
La moneta di un paese non è accettata
all’estero.
La bilancia dei pagamenti
I pagamenti internazionali si fanno con
la moneta internazionale.
Una transazione che determina un
afflusso di valuta estera costituisce un
credito o una voce in attivo della bilancia
dei pagamenti e viene registrata con
segno positivo.
La bilancia dei pagamenti
Una transazione che comporta una
uscita di valuta estera rappresenta un
debito o una voce in passivo della bilancia
dei pagamenti e viene quindi registrata
con segno negativo.
La bilancia dei pagamenti
La struttura della bilancia dei pagamenti
dei paesi che fanno parte della UE, è
cambiata a partire dal 1999, anno in cui è
partita l’ultima fase dell’unione economica
e monetaria.
Le componenti della bilancia dei
pagamenti sono:
•Il conto corrente;
•Il conto capitale;
•Il conto finanziario;
•Errori ed omissioni.
La bilancia dei pagamenti
La bilancia dei pagamenti
Il conto corrente è il blocco della bilancia
dei pagamenti in cui vengono registrate le
transazioni tra operatori residenti e non
residenti di natura non finanziaria.
Il conto corrente a sua volta si suddivide
in:
•Merci;
•Servizi;
•Redditi;
•Trasferimenti unilaterali correnti.
La bilancia dei pagamenti
La bilancia dei pagamenti
Se il saldo del conto corrente risulta
positivo significa che l’economia del
paese in questione è florida.
Se il saldo negativo del conto corrente
indica la debolezza dell’apparato
produttivo del paese considerato.
La bilancia dei pagamenti
I trasferimenti unilaterali in conto
capitale includono i trasferimenti di
proprietà di beni capitali, i fondi collegati
all’acquisto o alla vendita di beni capitali e
la remissione di debiti.
La bilancia dei pagamenti
Le attività intangibili sono i brevetti, i
diritti d’autore e l’avviamento
commerciale. Nel conto capitale vengono
registrate le variazioni nella proprietà di
tali attività.
La bilancia dei pagamenti
Un saldo attivo del conto capitale è
indice della buona profittabilità degli
investimenti nel paese considerato.
Al contrario nel caso in cui il saldo risulti
passivo.
Nel conto finanziario vengono registrati i
movimenti di capitali distinti in:
•Investimenti diretti;
•Investimenti di portafoglio;
•Derivati;
•Altri investimenti;
•Variazione delle riserve ufficiali.
La bilancia dei pagamenti
La bilancia dei pagamenti
L’andamento dei mercati finanziari è
strettamente legato all’andamento
dell’economia di un paese.
La voce errori ed omissioni è una voce
residua che si riferisce ad errori e ad
imprecisioni dovute al cambio tra la
moneta dei diversi paesi.
La bilancia dei pagamenti
Dal punto di vista contabile, la bilancia
dei pagamenti presenta un saldo pari a
zero, poiché ogni qual volta vi sono
squilibri tra conto corrente e conto capitale
questi danno luogo a variazioni delle
riserve ufficiali di pari ammontare.
La bilancia dei pagamenti
Dal punto di vista economico è però
importante tenere sotto controllo questi
squilibri, poiché, le informazioni contenute
nella bilancia dei pagamenti sono molto
importanti per le autorità di governo e di
politica monetaria.
La bilancia dei pagamenti
Squilibri temporanei della bilancia dei
pagamenti sono del tutto normali per un
paese.
L’andamento della bilancia dei
pagamenti può essere anche messo in
relazione al processo di sviluppo di un
paese.
La bilancia dei pagamenti
Quando l’economia del paese inizia a
decollare la bilancia delle partite correnti,
di solito, comincia a registrare un attivo
mentre il movimento dei capitali può
registrare ancora un lieve squilibrio.
La bilancia dei pagamenti
Quando il paese raggiunge un buon
livello di sviluppo, i saldi attivi di parte
corrente si fanno sempre più cospicui e si
registrano anche afflussi di capitali degli
investitori attratti dalle nuove possibilità
offerte dal paese ormai sviluppato.
L’economia aperta
In una economia aperta la curva IS
graficamente è del tutto simile a quella
vista in precedenza ma ora essa tiene
conto anche delle esportazioni e delle
importazioni dei beni.
L’economia aperta
Le esportazioni X aumentano la
produzione di un paese.
Le importazioni M condizionano la
produzione e il reddito nazionale.
L’economia aperta
La quota di reddito destinata all’acquisto
di beni e servizi importati dall’estero, che
possiamo indicare con m è
concettualmente uguale, in tutto e per
tutto, al coefficiente c che definisce la
propensione marginale alò consumo.
L’economia aperta
La produzione e il reddito di equilibrio
sono pari a:
Y= C + I + G + X – M
L’economia aperta
La differenza tra importazioni ed
esportazioni rappresenta il saldo di parte
corrente della bilancia dei pagamenti e
viene anche definita di esportazioni nette:
Bilancia commerciale (XM)=
Esportazioni – Importazioni = X – M
L’economia aperta
Se il volume delle esportazioni è
superiore a quello delle importazioni
(X>M) la bilancia commerciale è in avanzo
(XM >0).
Se le esportazioni sono inferiori rispetto
alle importazioni (X< M) la bilancia
commerciale è in disavanzo (XM<0).
L’economia aperta
La bilancia dei pagamenti nel suo
complesso, BP, è la somma algebrica tra il
saldo della bilancia commerciale XM e il
saldo conto capitale e il saldo conto
finanziario, K, e quindi possiamo scrivere:
BP = XM – K
L’economia aperta
In condizioni di equilibrio le due
componenti si compensano perfettamente
e quindi abbiamo che BNP = 0.
Se il reddito aumenta, a parità di
interesse, le famiglie aumentano la loro
domanda di importazioni in relazione al
coefficiente m che definisce la loro
propensione marginale alle importazioni.
L’economia aperta
Se le esportazioni, però, non variano, un
aumento delle importazioni determina un
passivo della parte commerciale della
bilancia dei pagamenti.
Lezione XXIV
L’economia aperta
Se anche il tasso di interesse non varia
questo squilibrio delle partite correnti non
verrà neppure compensato da un
maggiore afflusso di capitali e quindi la
bilancia dei pagamenti, nel suo
complesso, registra un disavanzo (BP <
0).
L’economia aperta
Tutti i punti a destra della retta BP
identificano un passivo della bilancia dei
pagamenti.
I punti che si collocano a sinistra della
curva BP determinano un avanzo della
bilancia dei pagamenti (BP>0).
L’economia aperta
Per determinare l’equilibrio economico
di una economia aperta, quindi, al
tradizionale schema IS-LM si deve
semplicemente sovrapporre la curva che
rappresenta l’equilibrio dei conti con
l’estero.
L’economia aperta
Quando la curva IS e la curva LM si
incontrano, ci troviamo in una condizione
di equilibrio la quale, però descrive una
condizione di equilibrio interno del sistema
economico.
L’economia aperta
Tutti i punti al di sotto della curva BP
descrivono una condizione di disavanzo
della bilancia dei pagamenti.
Se la Banca Centrale non interviene
modificando l’offerta, il risultato è uno
spostamento verso sinistra della curva LM
fino a quando questa va ad incontrare la
retta BP.
L’economia aperta
Le conseguenze non sono però
irrilevanti per l’economia poiché
l’equilibrio, sia interno che esterno, è stato
raggiunto al prezzo di una recessione,
infatti il prodotto nazionale è diminuito e il
tasso di interesse è aumentato.
L’economia aperta
Il rischio di conseguenze non desiderate
si verificherebbe anche nel caso in cui
l’incontro tra curva IS e curva LM, e quindi
il punto di equilibrio iniziale, si fosse
trovato a sinistra della retta BP.
L’economia aperta
Ciò avrebbe determinato anche un
aumento della liquidità in circolazione nel
sistema, la curva LM si sarebbe spostata
verso destra e con essa anche l’equilibrio
macroeconomico interno ed esterno.
Regime di cambi fissi
La situazione in cui vi possono essere
conflitti nell’uso degli strumenti di politica
economica necessari a raggiungere
contemporaneamente l’equilibrio interno
ed esterno viene definita dilemma di
politica economica.
Regime di cambi fissi
Figura n.83
Regime di cambi fissi
La curva BP rappresenta l’equilibrio
esterno con la bilancia dei pagamenti in
pareggio mentre la retta verticale Ῠ
corrisponde al livello di produzione di
piena occupazione che assumiamo come
condizione di equilibrio interno.
Regime di cambi fissi
I 4 punti indicati nella figura n.83
rappresentano 4 situazioni in cui né
l’equilibrio interno né quello esterno sono
assicurati.
Regime di cambi fissi
In corrispondenza del punto A il pese si
trova in una situazione in cui la bilancia
dei pagamenti è in avanzo mentre il livello
di produzione è al di sotto del suo
equilibrio di pieno impiego. In questo caso
la situazione non è particolarmente difficile
da risolvere.
Regime di cambi fissi
Il punto C rappresenta una situazione
esattamente opposta ad A.
La bilancia dei pagamenti è in disavanzo
e il sistema economico è in una
condizione di sovraoccupazione.
Regime di cambi fissi
Politiche fiscali e monetarie entrambe
restrittive possono permettere al sistema
economico di spostarsi verso E di
equilibrio interno ed esterno.
Nei punti B e D si manifesta, invece, un
dilemma di politica economica.
Regime di cambi fissi
Considerando il punto D, in cui il
sistema economico si trova in una
condizione di disavanzo della bilancia dei
pagamenti ma contemporaneamente di
produzione al di sotto del livello di pieno
impiego con la presenza quindi di
disoccupazione.
Regime di cambi fissi
Il dilemma può essere risolto,
semplicemente utilizzando due diverse
politiche per realizzare i due diversi
obiettivi.
Però, non sempre questa regola può
garantire il risultato voluto.
Regime di cambi fissi
Se la politica monetaria è uno strumento
abbastanza flessibile che produce
rapidamente i suoi risultati, per una
politica fiscale questo non sempre accade
nel senso che vi possono essere ritardi di
varia natura.
Regime di cambi fissi
Inoltre, se l’uso congiunto di più
strumenti di politica economica permette
di raggiungere l’equilibrio della bilancia dei
pagamenti, è anche vero che contribuisce
a modificarne la composizione.
Regime di cambi fissi
Le considerazioni fin qui fatte, hanno
effetti molto importanti dal punto di vista
delle scelte e delle efficacia della politica
economica.
Regime di cambi fissi
La situazione è più complessa quando
particolari circostanze all’interno di un
paese comportano scelte di politica
economica che trasmettono i loro effetti
anche sugli altri paesi.
Regime di cambi flessibili
Quando i tassi di cambio sono flessibili
la competitività di un paese, e quindi
l’ammontare delle sue esportazioni, può
modificarsi anche quando non vi sono
variazioni nei prezzi relativi fra i diversi
paesi, ma semplicemente per effetto delle
modificazioni subite dal tasso di cambio.
Regime di cambi flessibili
La produzione aumenta e con essa
aumentano anche i tassi di interesse.
Affluiscono capitali dall’estero attratti dai
più elevati tasso di interesse e quindi la
domanda di euro cresce ma questo
determina una pressione sul tasso di
cambio, provocando un apprezzamento.
Regime di cambi flessibili
Se il cambio si rivaluta, i prodotti
stranieri diventano relativamente più
convenienti rispetto ai prodotti nazionali.
Se i paesi non intervengono in alcun
modo e lasciano fluttuare liberamente il
tasso di cambio, la bilancia dei pagamenti
sarà sempre in equilibrio.
Regime di cambi flessibili
Una seconda considerazione si riferisce
al ricorso alla politica fiscale e monetaria
per condizionare i flussi di scambio di beni
e di capitali con gli altri paesi.
In particolare, una politica monetaria
espansiva equivale a svalutare il tasso di
cambio e permette di aumentare le
esportazioni e quindi la produzione di
equilibrio.
Regime di cambi flessibili
Regime di cambi flessibili
Se i tassi di interesse sono più bassi ci
sarà un deflusso di capitali verso l’estero
poiché gli investitori sposteranno i loro
investimenti in paesi che offrono
remunerazioni maggiori.
Regime di cambi flessibili
Una politica monetaria espansiva
determina indirettamente una
svalutazione, migliorando da un lato il
saldo delle partite correnti e dall’altro la
produzione di equilibrio e quindi
l’occupazione.
Regime di cambi flessibili
Il disavanzo di parte corrente viene
compensato da un afflusso di capitali ma
la produzione di equilibrio non è
aumentata, infatti, vi è stata solo una
variazione della composizione della
domanda.