Comitato Rifiuti Zero Spoleto - Cittadinanzattiva Umbria ... · Comitato Rifiuti Zero Spoleto Sì,...
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Comitato
Rifiuti Zero
Spoleto Sì, alla raccolta
differenziata
No, ad nuovo inceneritore
in Umbria
Riunione Associativa
26.02.2011
Hotel dei Duchi, Spoleto
Firma Statuto soci fondatori
Tutti i soci fondatori del Comitato, che
hanno partecipato all’assemblea del 26
GENNAIO scorso, sono pregati di recarsi
presso i banchetti presenti in sala per la
firma dello Statuto.
Lo Statuto è disponibile sul sito:
rifiutizerospoleto.blogspot.com
Grazie a Tutti
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
rifiutizerospoleto.blogspot.com
2 Riunione Associativa del
26.02.2011
Gli Interventi di oggi Introduzione - Problemi Ecologici a Spoleto – M. Capoccia:
Letto fluido di Pollina;
Co-incenerimento dei rifiuti c/o Cementir;
Circolo Virtuoso dei Rifiuti;
Centrale a Biomasse Madonna di Lugo;
Norme e Leggi.
Ripartiamo da qua – L. Paolucci; Letto fluido di Pollina - R. Gentili;
Co-incenerimento dei rifiuti – L. Jacini; Norme e Leggi – F. Gentili; La nostra soluzione: Circolo Virtuoso dei Rifiuti – Paola
Giulivi; Chiusura.
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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3 Riunione Associativa del
26.02.2011
Introduzione Presentazione di:
Marco Capoccia
Riunione Associativa
26.02.2011
Hotel dei Duchi, Spoleto
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
5 Riunione Associativa del
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Pratica
Attività rivolta a operare, eseguire o effettuare concretamente qualcosa
Teoria
Insieme di norme e precetti che servono di guida alla pratica
Riunione Associativa del
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Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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Teoria
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Pratica
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Comitato Rifiuti Zero Spoleto
8
Teoria
Riunione Associativa del
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San Gimignano 7.700 abitanti
Pratica
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Pratica
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Spettacolo a cielo aperto
Riunione Associativa del
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Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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• La delega data ai politici non significa autonomia
incondizionata
• I gruppi di lavoro
• Area comunicazione
• Monitoraggio inceneritore di pollina
• Coincenerimento rifiuti nei cementifici
• Studio delle normative e leggi
• Circolo virtuosi dei rifiuti
• L’importanza della partecipazione
Pratica Perché Comitato Rifiuti Zero
•13 persone x 1 h al giorno = 390 ore al mese
•1000 persone x 1 h settimana = 4000 ore al mese
Comitato rifiuti zero
Riunione Associativa del
26.02.2011
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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• Mantenendo un assetto apartitico
• Sfruttando le leggi che tutelano i cittadini
• Organizzando incontri di formazione/informazione
• Coinvolgendo le associazioni spoletine
• Promuovendo il progetto rifiuti zero
• Iniziando la sottoscrizione delle adesioni
• Quota minima di 5 euro per i soci e 20 euro per fondatori
• Aiutando la campagna di sottoscrizione
• Aderendo ai vari gruppi di lavoro in base alle proprie
esperienze
Come agire
Pratica
Ripartiamo
da qua Presentazione di:
Luca Paolucci
Riunione Associativa
26.02.2011
Hotel dei Duchi, Spoleto
Scopo del Comitato
Informare e coinvolgere la cittadinanza
sui problemi ambientali afferenti Spoleto;
Non vuole imporsi come un ente tecnico
di riferimento, ma partecipare alle scelte
degli amministratori in quanto questo è
GARANTITO dal Decreto Legislativo
205/2010 e dovuto perché siamo padroni
del nostro territorio.
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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16 Riunione Associativa del
26.02.2011
Il colloquio con le istituzioni
Il comitato si mette a piena disposizione delle istituzioni per promuovere e incentivare tutte le attività legate alla salvaguardia del nostro territorio
MA
Chiediamo di partecipare alle scelte che ci riguardano
in quanto cittadini
Riunione Associativa del
26.02.2011
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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Giornale dell’Umbria 24/02/2011
Il colloquio con le istituzioni
I casi precedenti non possono che destarci preoccupazioni in quanto la cittadinanza non è stata resa partecipe in merito ad argomenti come:
L’inceneritore di Pollina;
Il rilascio dell’assoggettabilità per la co-combustione del CDR negli stabilimenti Cementir;
L’inceneritore di biomasse a Madonna di Lugo
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Il colloquio con le istituzioni
Riunione Associativa del
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Il colloquio con le istituzioni
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Corriere dell’Umbria 26/02/2011
Noi crediamo che:
Le principali competenze sono di chi ci abita e
di chi amministra!
Il colloquio con le istituzioni
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Giornale dell’Umbria 21/02/2011
• 95.000€ per Spoleto;
• 2.000.000€ per tutta l’Umbria.
Vogliamo accertarci di quanto
abbiamo inquinato?
Ecco i risultati:
Anteprima di un’emergenza
Il piano regionale dei rifiuti è stato recepito
secondo le direttive europee. In realtà nessuno
ha mai fatto nulla affinché venisse applicato.
Lo stesso assessore regionale Rometti non fa
che convincersi, e cercare di convincere, che
non sarà mai possibile attuarlo nei tempi
previsti.
E’ il momento di lavorare insieme! Ma non per
incenerire!
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22 Riunione Associativa del
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Anteprima di un’emergenza
Infatti:
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26.02.2011
Giornale dell’Umbria 21/02/2011
«Le discariche umbre sono prossime al completamento,
tanto che la giunta regionale prevede uno stato di
«criticità» tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012»
…
«Quasi 3 milioni di euro per la raccolta differenziata…gli
obiettivi del 50/55 % sul totale non verranno raggiunti prima
del 2014» MA IL PIANO REGIONALE PREVEDEVA GIA’ IL 65%
ENTRO IL 2012!
La soluzione proposta
Nuovo inceneritore nell’ATI,1 a servizio
delle ATI1 e ATI 3, riavvio, entro il 2012
dell’inceneritore di Terni
precedentemente era stato chiuso dalla
magistratura!
Estensione della Campagna per la
raccolta differenziata
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24 Riunione Associativa del
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Come si incenerisce?
Che cosa è il CDR?
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25
30,63
3,15
28,77
33
4,46
CDR
Carta e CartoneUmidoPlasticaMateriali VariMetalli, Vetri, Inerti
Il CDR è composto per il
70% da materiali
completamente
riciclabili!
Ripartiamo da qua! Non pensiamo più al rifiuto come a della
polvere da nascondere sotto al tappeto, il rifiuto non è una risorsa, la vera risorsa è saperlo trattare!
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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26 Riunione Associativa del
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Ripartiamo da qua! Collaboriamo tutti insieme affinché il
nostro territorio possa conservarsi intatto, fruibile e godibile nel tempo.
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27 Riunione Associativa del
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Ripartiamo da qua! Il Network Marketing delle buone pratiche
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28 Riunione Associativa del
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1 2
3
3
2 3
Se riduco, riuso e riciclo
faccio un po’ di bene per
me, e per gli altri;
Se siamo in due il
beneficio sarà doppio!
Se in tre, il triplo.
Quando saremo molti,
non potranno più dire
che non è servito!
Come tenerci in contatto
Blog:
Rifiutizerospoleto.blogspot.com Facebook:
Rifiuti Zero Spoleto Email:
Riunione Associativa del
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29
Rifiutizerospoleto.blogspot.com
Grazie per l’attenzione
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Inceneritore a
Letto Fluido di
Pollina in Loc. Ciliano
Presentazione di:
Roberto Gentili
Daniele Cuzzi
Riunione Associativa
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Hotel dei Duchi, Spoleto
Inceneritore di pollina in costruzione
Quando si PIANIFICA occorre tener conto della dimensione degli impianti da insediare al fine di contrastare il GIGANTISMO che esaspera i problemi e l’impatto ambientale.
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
1 Riunione Associativa del
26.02.2011
OGGI
NEL PROSSIMO FUTURO
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
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2 Riunione Associativa del
26.02.2011
“…Lo smaltimento della pollina sta diventando uno tra i principali problemi gestionali del settore avicolo a livello (locale e) nazionale…” (Ufficio Stampa Comune
di Spoleto - Ass. re F. Campana – 05/11/2010)
Così si giustificano i politici e i tecnici delle pubbliche amministrazioni
argomentando l’assoluta necessità degli inceneritori di pollina.
La “DIRETTIVA NITRATI” (91/676/CEE) che ha lo scopo
di limitare l’inquinamento delle acque con nitrati di
provenienza agricola e zootecnica pone dei limiti
allo spargimento della pollina.
Ciò non significa, come si vuole far
credere, che si impedisce lo
spandimento di pollina nei campi.
PERCHÉ LA NECESSITÀ DI UN INCENERITORE DI POLLINA ?
Si produce troppa materia fecale!
"Nel territorio della nostra regione sono presenti numerosi allevamenti avicunicoli, con conseguente ingente produzione di materia fecale. Considerate le caratteristiche e l'estensione del territorio umbro e le vigenti normative, le aree idonee allo spandimento si sono notevolmente ridotte,
accentuando le problematiche relative alla pollina stessa …” Vice Presidente
della Provincia di Perugia Alviano Rossi)
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
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3 Riunione Associativa del
26.02.2011
La POLLINA è un letame, un po’ difficile da trattare, è vero, ma come tale, da che mondo è mondo, va riportato sul terreno come FERTILIZZANTE e anche AMMENDANTE.
È la grande quantità, dovuta al GIGANTISMO degli allevamenti
avicoli di tipo intensivo, che fa diventare negativo ciò che nella giusta
concentrazione è positivo e porta all’esigenza di trovare metodi di
smaltimento diversi: biodigestori e inceneritori. Decreto Legislativo 29 luglio 2003, n. 267 "Attuazione delle direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE, per la protezione delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento"
0 = biologico (1 gallina per 10 metri quadrati su terreno all'aperto, con vegetazione) 1 = all'aperto (1 gallina per 2,5 metri quadrati su terreno all'aperto, con vegetazione) 2 = a terra (7 galline per 1 metro quadrato su terreno COPERTO di PAGLIA 0 SABBIA)
3 = IN GABBIA (25 GALLINE PER METRO QUADRATO IN POSATOI CHE OFFRONO 15 CM )
Sapevi che…?
A partire dal 01.01.2012 saranno vietate le gabbie di
batteria: si ridurrà drasticamente la possibilità di
ammassare galline e, di conseguenza, diminuirà
altrettanto drasticamente la disponibilità
di pollina.
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
4 Riunione Associativa del
26.02.2011
PERCHÉ MOLTI IMPRENDITORI OGGI COSTRUISCONO
INCENERITORI DI POLLINA ?
La “LEGGE COMUNITARIA 2009” (legge 4 giugno 2010, n. 96) entrata in vigore il
10.07.2010 con le modifiche apportate con l’art. 18 ad altri disposti normativi il legislatore
nazionale classifica la pollina come sottoprodotto, previa autorizzazione degli enti
competenti per territorio, se destinato alla combustione, peraltro solo qualora ciò avvenga
nell’ambito del medesimo ciclo produttivo.
L’effetto di tale norma fa si che gli impianti di incenerimento della pollina dove
costituiscono parte del medesimo ciclo produttivo (allevamento di polli) sono sottratti
alla disciplina dei rifiuti ed autorizzabili con le procedure di cui al D.Lgs. N. 387/2006.
La pollina non più rifiuto ma, come il sole e il vento, SOTTOPRODOTTO PER
L’ENERGIA RINNOVABILE, può godere della tariffa agevolata di € 0,28 a kWh per l’energia elettrica da essa derivata.
Ipotizzando una potenza dell’impianto di 950 kWp per 8.000 ore l’anno di funzionamento godendo della tariffa elettrica verde, al netto delle spese per l’ammortamento e la gestione, si ottiene un guadagno annuo superiore al 1.000.000,00 di Euro. Tre volte tanto il reddito netto ottenuto con 200.000 uova per giorno.
VALE PIÙ LA CACCA DELLE GALLINE DELLE LORO UOVA
È un grande business!
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
5 Riunione Associativa del
26.02.2011
L’INCENERITORE DI POLLINA A LETTO FLUIDO INQUINA E
NUOCE ALLA SALUTE DELL’UOMO?
La pollina è un pessimo combustibile, basso rendimento termico e pessima qualità dei fumi, in quanto composto non
omogeneo ( deiezioni disidratate di galline ovaiole, lettiere , piumaggio,, antibiotici (?), ecc.) e contenente una grande quantità di azoto ammoniacale, che con la combustione si trasforma in ossido di azoto Nox, che esce con i fumi e si trasforma in acido nitrico e ricade al suolo. La “tecnologia a letto fluido bollente”, principalmente, consente di massimizzare la resa energetica da combustione, come rileva lo studio condotto dal Dipartimento di Ingegneria Industriale della Facoltà d’ingegneria dell’Università di Perugia, e grazie a temperature uniformi, costanti e relativamente basse (T media 900°C) minimizzare, ma non
elimina, la formazione di ossidi di azoto NOx. Altre emissioni pericolose:
metalli quali rame e zinco; particolato fine primario, cioè le PM 10 e le PM 2,5; CO2 in quantità maggiore rispetto ai combustibili tradizionali; diossina, che può avere effetti cancerogeni entrando nel ciclo alimentare.
Si. Ha un impatto negativo sulla salute umana e
sul territorio in senso assoluto e relativo!
I sistemi di abbattimento degli inquinanti ( filtri) più sono avanzati e sicuri e più comportano alti costi di gestione e manutenzione degli impianti. Il monitoraggio in continua per le sostanze maggiormente tossiche come la diossina sono impossibili da effettuare , a
causa della accuratezza necessaria nei dosaggi e per i lunghi tempi necessari per l’elaborazione delle analisi. Il controllo avviene solo in maniera indiretta, basato, cioè, sulla costanza delle condizioni di combustione (temperatura). Inoltre” …i limiti di legge riguardano l’emissione giornaliera degli impianti, non l’accumulo nell’ambiente circostante delle sostanze tossiche, caratteristicamente molto persistenti e bioaccumulabili negli organismi. Ovvero, anche se giornalmente viene emessa una quantità inferiore ai limiti di legge, queste sostanze si accumulano nell’ambiente ed entrarano gradualmente nella catena alimentare. Le norme italiane ed europee aggiornano e riducono continuamente i limiti di emissione dei composti chimici prodotti dall’incenerimento e rilasciati in atmosfera…” (FOCUS WWF sugli inceneritori)
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
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6 Riunione Associativa del
26.02.2011
Discarica di S. Orsola Ambito Territoriale Integrato 3 Costituito da 22 comuni
Inceneritore Pollina
Gruppo Novelli
Cementificio Cementir
Inceneritore CdR (?)
La qualità dell’aria e del suolo è già pesantemente
compromessa dalla presenza di cementifici, di
discariche e di altri impianti industriali.
NON POSSONO ESSERE AMMESSI
NUOVI IMPIANTI A FORTE EMISSIONE.
FERMIAMO CHI VUOL TRASFORMARE GLI ALLEVAMENTI
INTENSIVI IN UN BUSINNESS DELL’INCENERIMENTO PER
POCHI A DISCAPITO DELLA SALUTE DEI PIÙ
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
7 Riunione Associativa del
26.02.2011
L’attività amministrativa, relativa al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione
dell’inceneritore di pollina, ha avuto un corretto svolgimento?
No, in quanto si è seguita la procedura per la realizzazione di un impianto di
produzione di elettricità da fonti rinnovabili e non quello per la realizzazione di un impianto di conferimento di rifiuti!
LA NORMATIVA ITALIANA ATTUALMENTE IN VIGORE L’ art. 18 della Legge n. 96/2010 “COMUNITARIA 2009”, entrata in
vigore dal 10/07/2010, introduce una modifica all’art. 2-bis
della Legge n. 205/2008 "Conversione in legge, con modificazioni,
del decreto-legge 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti
per il rilancio competitivo del settore agroalimentare" (recante
"Disposizioni in materia di biomasse combustibili relative alla vinaccia esausta ed al biogas nei processi di distillazione") che così
recita nell’attuale versione:
Le vinacce vergini nonche' le vinacce esauste ed i loro componenti,
bucce, vinaccioli e raspi, derivanti dai processi di vinificazione e di
distillazione, che subiscono esclusivamente trattamenti di tipo
meccanico fisico, compreso il lavaggio con acqua o l'essiccazione,
nonché la pollina previa autorizzazione degli enti competenti per territorio, destinati alla combustione nel medesimo ciclo produttivo
sono da considerare sottoprodotti soggetti alla disciplina di cui alla sezione 4 della parte II dell'allegato X alla parte quinta del decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
1. 10 luglio 2010 entrata in vigore della legge; 2. autorizzazione degli enti competenti per
territorio; 3. combustione nel medesimo ciclo
produttivo.
CRONOLOGIA DEI PIÙ SALIENTI ATTI AMMINISTRATIVI • 05 agosto 2009 domanda di autorizzazione alla Provincia di
Perugia per la “costruzione di un impianto di produzione di
elettricità da fonti rinnovabili” PROCEDURA SEMPLIFICATA di cui al
D.Lgs. n. 387/2003;
• Tale domanda è inizialmente rigettata in quanto l’attività
prospettata nel progetto doveva sottostare alla normativa in
materia di rifiuti stante il fatto che la pollina non risultava
menzionata nella sezione 4, allegato X della parte V del D.Lgs. n.
152/2006 ;
• Un parere dell’ufficio avvocatura della Regione Umbriadichiara
che la pollina è assimilabile alla biomassa e pertanto utilizzabile ai
fini energetici;
• 24 marzo 2010 la Provincia autorizza l’impianto (“La Provincia – ha
dichiarato Borislav Vujovic tecnico della Provincia di Perugia - è
un Ente che autorizza in base alle normative vigenti. L’impianto che vuole realizzare l’azienda spoletina dovrà rispettare una serie
prescrizioni che vanno tutte verso la salvaguardia dell’ambiente e
la tutela della salute umana. Per realizzare questo impianto
dovranno essere rispettati i valori di emissione richiamati dalle
tabelle dei rifiuti”);
• maggio – giugno 2010 il Comune di Spoleto assente la costruzione
dell’inceneritore;
• 19 agosto 2010 autorizzazione sismica rilasciata del Servizio
Controllo Costruzioni e Protezione Civile della Provincia di Perugia;
• 4 ottobre 2010 inizio dei lavori.
Un’ ultimo interrogativo: “Chi è il titolare dell’impianto di produzione di
energia elettrica, l’inceneritore appunto, la ditta SHAP CORP srl,
referente tecnico del progetto o la ditta OVITO del gruppo Novelli che
produce il combustibile, cioè la pollina
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
8 Riunione Associativa del
26.02.2011
INTERESSE DI POCHI SALUTE DI TANTI
Attraverso il meccanismo perverso degli incentivi sulla produzione di
energia elettrica da fonti rinnovabili, siamo noi cittadini che paghiamo
con le nostre tasse quello che ci nuoce.
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
9 Riunione Associativa del
26.02.2011
Possiamo intraprendere ancora azioni di salvaguardia ?
Si, non solo possiamo, DOBBIAMO!
• Denuncia penale alla Procura al fine di verificare la correttezza dell’iter
amministrativo promossa dal Comitato e dalle Associazioni Ambientaliste;
• Azione di classe (class action) per chiedere il risarcimento del deprezzamento
dei valori immobiliare delle case e dei terreni dovuto alla presenza dell’impianto;
• Ricorso al T.A.R. per chiedere l’annullamento del procedimento autorizzatorio
per violazione di legge ed eccesso di potere (manca l’adeguamento della
normativa regionale e si fa riferimento ad un mero pare legale);
• Costituzione di un comitato di controllo del funzionamento dell’impianto con
pieni poteri di accesso e verifica;
• Monitorare lo stato di avanzamento dei procedimenti giudiziari intrapresi da
alcune amministrazioni locali venete , quali il comune di Monselice (PD) e il
comune di Este (PD).
Inceneritore di pollina in costruzione in loc. Ciliano
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
Riunione Associativa del
26.02.2011
FINE
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
NO INCENERITORI
SI GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIFIUTI
RIDUCI RIUSA RICICLA
Co-
incenerimento
dei rifiuti Presentazione di:
Luigi Jacini
Riunione Associativa
26.02.2011
Hotel dei Duchi, Spoleto
CDR: COMUSTIBILE DERIVATO DA
RIFIUTI
LA CEMENTIR HA DECISO DI BRUCIARE IL
CDR-Q
CON IL COKE DI PETROLIO
HA CHIESTO L’AVVIO DELLA PROCEDURA DI ASSOGGETTABILITA’
PER L’OTTENIMENTO DELL’AUTORIZZAZIONE
IL 18 settembre 2009
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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43 Riunione Associativa del
26.02.2011
IL CDR-Q E’ UN COMBUSTIBILE SOLIDO TRITURATO, SECCO,
OTTENUTO DALLA SELEZIONE DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI E
RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI.
ANCHE SE CORRISPONDE ALLE NORME UNI 9903-1, NON
POSSIEDE LE STESSE CARATTERISTICHE DEI COMBUSTIBILI
PRIMARI. PUO’ SOSTITUIRE SOLO IN PARTE IL COKE DA
PETROLIO E LA SUA COMBUSTIONE PRESENTA RISCHI E
PERICOLI PER LA SALUTE UMANA E L’AMBIENTE.
LE NORME UNI 9903-1 STABILISCONO LA CLASSIFICAZIONE E
LE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DEI COMBUSTIBILI
SOLIDI RICAVATI DAI RIFIUTI.
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44 Riunione Associativa del
26.02.2011
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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45 Riunione Associativa del
26.02.2011
Il pet-coke e’ l’ultimo prodotto delle attività di trasformazione del petrolio e viene considerato lo
scarto dello scarto dell’oro nero. E’ la crosta che rimane nelle vasche di decantazione del
petrolio alla fine del processo di raffinazione, che viene grattata, macinata e messa sul mercato.
Contiene idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e metalli pesanti: cromo, vanadio, nichel oltre che
lo zolfo e per questo fino al 1995 era considerato un rifiuto pericoloso.
Poi, è stato “sdoganato”, e oggi viene preferito al carbone perché ha un potere calorifico più alto.
Il potere calorifico inferiore è di 33 MJ/Kg.
PER DECRETO LEGGE,
SIA IL PET-COKE CON MENO DEL 6% IN ZOLFO .
D.Lgs 2 febbraio 1997 n. 22
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46 Riunione Associativa del
26.02.2011
Campo di variabilità e valori medi delle principali caratteristiche di oltre 500 campioni di
petcoke di petrolio analizzati presso la Stazione sperimentale per i combustibili.
CARATTERISTICHE GENERALI min max media
Ceneri (% m/m) 0,20 5,0 1,16
Materie volatili (% m/m) 9,74 16,74 13,07
Carbonio (% m/m) 82,34 88,35 86,61
Idrogeno (% m/m) 2,98 4,04 3,63
Azoto (% m/m) 1,27 2,70 1,79
Zolfo (% m/m) 2,76 6,63 4,89
Cloro (m/m) <0,01 0,09 0,02
Vanadio (mg/Kg) 390,00 4.660,00 1.812,00
Nichel (mg/Kg) 0,1 3.000,00 -
Potere calorifico superiore (Kcal/Kg) 7.678 8.569 8.365
Potere calorifico superiore (MJ/Kg) 31,55 35,90 35,00
Potere calorifico inferiore (Kcal/Kg) 7.489 8.378 8.176
Potere calorifico inferiore (MJ/Kg) 31,35 35,10 34,25
47 Riunione Associativa del
26.02.2011
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Cosa è il coincenerimento?
Il co-incenerimento consiste nel bruciare
insieme pet-coke e CDR
SOMMO I COMBUSTIBILI E
SOMMO LE EMISSIONI E LE
CENERI!
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48 Riunione Associativa del
26.02.2011
RECUPERO ENERGIA E RISPARMIO DI COMBUSTIBILI FOSSILI
IL RISPARMIO E’ MOLTO MINORE DI QUELLO DICHIARATO, PERCHE’ LA SOSTITUZIONE CALORICA PUO’ ESSERE OTTENUTA AUMENTANDO IL FLUSSO DI COMBUSTUBILE.
E QUESTO CAUSA UN AUMENTO DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA.
OCCORRE SEMPRE LA MEDESIMA QUANTITA’ DI CALORE PER CUOCERE UN Kg. DI CLINKER, SIA CHE ESSO PROVENGA DAL CARBONIO DEL PET-KOKE O DAL CARBONIO DEL CDR-Q, PERCIO’, LA QUANTITA’ DI CO2 RISULTANTE DALLA COMBUSTIONE E’ PRESSOCHE’ LA STESSA, SIA CON IL CO-INCENERIMENTO, SIA CON IL SOLO COMBUSTIBILE FOSSILE.
(IL CLINKER E’ IL COMPONENTE BASE PER LA PRODUZIONE DEI CEMENTI, SI OTTIENE CON LA COTTURA DELLE MATERIE PRIME)
IL CDR-Q CONTIENE PIU’ SOSTANZE PERICOLOSE DEL PET-COKE, DOVUTE ALL’AGGIUNTA DI PLASTICA; DI CONTENITORI DEL LATTE, DEL VINO E DEI SUCCHI DI FRUTTA; DI GOMME SINTETICHE; DI RESINE E FIBRE SINTETICHE; DI PNEUMATICI FUORI USO, PER AUMENTARNE IL POTERE CALORIFICO.
IN REALTA’, I CEMENTIFICI ACCETTANO IL CDR-Q NON PERCHE’ RISPARMIANO COMBUSTIBILI FOSSILI, MA PER I GUADAGNI CONNESSI ALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI.
49 Riunione Associativa del
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LE EMISSIONE DELLE CEMENTERIE ANIDRIDE CARBONICA (CO2) E GAS ACIDI:
ACIDO CLORIDRICO (HCl); ACIDO FLUORIDRICO (HF);
ANIDRIDE SOLFOROSA (SO2); OSSIDI DI AZOTO (NOx). MICROINQUINANTI CANCEROGENI PER L’UOMO
CADMIO E I SUOI COMPOSTI (Cd); CANCEROGENO
TALLIO EI SUOI COMPOSTI (Ti);
MERCURIO E I SUOI COMPOSTI (Hg) ;
ANTIMONIO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME ANTIMONIO (Sb);
ARSENICO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (As); CANCEROGENO
PIOMBO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Pb);
CROMO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Cr); CANCEROGENO
COBALTO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Co);
RAME E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Cu);
MANGANESE E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Mn);
NICHEL E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Ni); CANCEROGENO
VANADIO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (V);
STAGNO E I SUOI COMPOSTI ESPRESSI COME (Sn).
DIOSSINE/FURANI (PCDD/F); CANCEROGENI
50 Riunione Associativa del
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Processi per la produzione di cementi
IL CLORO ENTRA NELL’IMPIANTO CON
IL POLVERINO DI PET-COKE
LE MATERIE PRIME
IL CDR-Q
LA CAPACITA’ DEL CALCARE DI ASSORBIRE
IL CLORO E’ LIMITATA E NON ASSOLUTA.
NELLA ZONA DI COTTURA IL CLORURO DI
CALCIO SI DISSOCIA IN OSSIDO DI CALCIO
ED ACIDO CLORIDRICO
CON LA COMBUSTIONE SI FORMANO LE POLVERI ULTRAFINI (PU), AL DI
SOTTO DEI 2,5 MICRON, PM 2,5.
NON ESISTONO FILTRI INDUSTRIALI CAPACI DI TRATTENERE IL
PARTICOLATO INFERIORE A 2,5 MICRON
E’ VERO CHE LE DIOSSINE
BRUCIANO A 1450°C, MA SI
RIFORMANO NELLA PARTE FREDDA
DELL’IMPIANTO!
1450°C
400°C
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E.P.A. ENVIROMENTAL PROTECTION AGENCY ENTE AMERICANO DI PROTEZIONE DELL’AMBIENTE
SECONDO L’E.P.A. I CEMENTIFICI USA SONO LA SECONDA FONTE DI
DIOSSINE E FURANI DEGLI USA (DOPO GLI INCENERITORI) GRAZIE ALLA SCELTA DI UTILIZZARLI PER BRUCIARE RIFIUTI INDUSTRIALI. L’E.P.A. HA, INOLTRE, STIMATO UNA EMISSIONE PARI A 0,29 NANOGRAMMI DI DIOSSINE EQUIVALENTI PER Kg. DI CLINKER PRODOTTI DAI CEMENTIFICI CHE NON UTILIZZANO RIFIUTI COME COMBUSTIBILI E DI 24,34 NANOGRAMMI/Kg. NEI CEMENTIFICI CHE LI UTILIZZANO, CIRCA 80 VOLTE DI PIU’.
L’ E.P.A. HA OBBLIGATO I CEMENTIERI A CONTRASSEGNARE I SACCHETTI DI CEMENTO OTTENUTO CON IL CDR , PERCHE’ I CEMENTI COSI’ OTTENUTI HANNO UNA COMPOSIZIONE NOTEVOLMENTE DIVERSA DA QUELLI PRODOTTI USANDO SOLTANTO COMBUSTIBILI TRADIZIONALI. NEI PRIMI VI E’ UN INNALZAMENTO NOTEVOLE DI CONCENTRAZIONI DI METALLI PESANTI, ANCHE SE NON VENGONO SUPERATI I LIMITI PREVISTI DALLE NORME UNI.
NON VI SONO ANCORA STUDI IDONEI RELATIVI ALLA QUALITA’ TECNICA E ALLA DURABILITA’ DEL CEMENTO PRODOTTO.
52 Riunione Associativa del
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La pericolosità delle polveri
Ultrafini PM<2,5
Hanno un diametro inferiore a quello del globulo rosso, 7 micron, e arrivano al sangue in 60 secondi!
Introducono l’insorgenza del cancro polmonare.
Rimangono disperse in atmosfera e possono percorrere molti kilometri. Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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53 Riunione Associativa del
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CONCLUSIONI
I cementifici sono impianti già molto inquinanti, l’utilizzo del cdr
peggiorerebbe la situazione.
I sistemi di filtraggio previsti non sono in grado di trattenere le polveri ultrafini
(<2.5)
La volontà di bruciare il cdr-q nei cementifici e’ la conseguenza
dell’incapacità di definire e chiudere il ciclo dei rifiuti.
La logica dell’incenerimento inibisce le soluzioni virtuose.
La salute dei cittadini è prioritaria.
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54 Riunione Associativa del
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La
Normativa
sui Rifiuti Presentazione di:
Fabrizio Gentili
Riunione Associativa
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Hotel dei Duchi, Spoleto
IL SISTEMA NORMATIVO e DELLE FONTI
DIRITTO COMUNITARIO E PRINCIPI FONDAMENTALI
DELL’UNIONE EUROPEA
LE NORME NAZIONALI – il principio della gerarchia
dei rifiuti
LE NORME REGIONALI – il piano regionale di
gestione dei rifiuti
LE NORME LOCALI – il piano d’ambito dei rifiuti
CRITICITA’
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Più ci si avvicina alla quotidianità e più ci si allontana da quei principi ed obiettivi che dovrebbero regolare l’intera materia e l’operato stesso dei nostri amministratori.
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IL QUADRO NORMATIVO
Organizzato secondo una gerarchia delle
fonti:
- NORME COMUNITARIE
- NORME NAZIONALI
- NORME REGIONALI
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Norme comunitarie
Regole chiave del quadro normativo :
fissare i criteri di definizione della pericolosità dei rifiuti;
stabilire un sistema obbligatorio di registrazione dei movimenti di rifiuti;
determinare le responsabilità delle varie fasi della gestione dei rifiuti;
definire un sistema autorizzatorio per la realizzazione degli impianti e delle fasi di gestione dei rifiuti;
controllare il flusso trans-frontaliero Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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Unione Europea
Gran parte dei rifiuti prodotti sono conferiti in discarica o inceneriti (le due modalità di gestione da sole rappresentano una quota pari a circa il 65% del totale dei rifiuti gestiti), con conseguenze ambientali gravi, specie nel caso di discariche non adeguatamente controllate, che sono causa anche di inquinamento atmosferico, degrado, del suolo, dispersione, di sostanze chimiche pericolose, nei corpi idrici superficiali e sotterranei, danni alla salute dell’uomo.
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Unione Europea Ogni cittadino europeo produce in media ogni anno
522 kg di rifiuti urbani, di cui in media il 41% è conferito in discarica.
L’unione europea si è impegnata per ridurre i rifiuti
attraverso iniziative che mirano a prevenirne la
produzione, limitare lo sfruttamento delle risorse
naturali, incentivare il passaggio a modelli di
produzione e consumo più sostenibili.
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Unione Europea
La Direttiva 2006/12/CE ribadisce il
principio che ogni regolamento in
materia di gestione dei rifiuti deve essenzialmente mirare alla protezione
della salute umana e dell’ambiente,
contro gli effetti nocivi della raccolta, del trasporto, del trattamento,
dell’ammasso e del deposito dei rifiuti.
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Unione Europea
La strategia dell’Unione Europea in materia
di TUTELA AMBIENTALE, di cui il sistema dei
rifiuti rappresenta un importante aspetto, si
ispira ai seguenti principi :
o principio “chi inquina paga”;
o principio di precauzione;
o principio dell’azione preventiva;
o principio di riduzione dell'inquinamento
alla fonte.
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Unione Europea
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Unione Europea
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NORME NAZIONALI Il Decreto Legislativo 152/2006
Testo Unico Ambiente rappresenta una
completa rivisitazione della normativa nazionale
e sostituisce il D.Lgs. 22/97(“Decreto Ronchi”).
Le norme in materia di gestione dei rifiuti e di
bonifica dei siti inquinati sono contenute nella
parte IV, dall’art. 177 all’art. 266, e costituiscono
un complesso organico di norme, tali da
rappresentare un vero e proprio CODICE DEI
RIFIUTI.
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66 Riunione Associativa del
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Il d.lgs. n. 205/2010 modifica la parte IV del Codice dell’ambiente in relazione a:
norme sulla gerarchia dei rifiuti
modalità di raccolta-recupero
nozione di rifiuto
responsabilità e sanzioni
PARTICOLARE IMPORTANZA ASSUME IL PRINCIPIO DELLA GERARCHIA DEI RIFIUTI
NORME NAZIONALI
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CRITERI DI PRIORITA’ NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI (ART. 179)
La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia:
a. prevenzione
b. preparazione per il riutilizzo
c. riciclaggio d. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia
e. smaltimento
LA GERARCHIA STABILISCE, IN GENERALE, UN ORDINE DI PRIORITA’ DI CIO’ CHE COSTITUISCE LA MIGLIORE OPZIONE.
NORME NAZIONALI
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68 Riunione Associativa del
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DEFINIZIONI RIFIUTO: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il
detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia
l'obbligo di disfarsi
PREVENZIONE: misure adottate prima che una
sostanza, un materiale o un prodotto diventi rifiuto
che riducono:
a) la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo
dei prodotti o l'estensione del loro ciclo di vita;
b) gli impatti negativi dei rifiuti prodotti
sull'ambiente e la salute umana;
c) il contenuto di sostanze pericolose in materiali e
prodotti
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69 Riunione Associativa del
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DEFINIZIONI PREPARAZIONE PER IL RIUTILIZZO: le operazioni di
controllo, pulizia, smontaggio e riparazione
attraverso cui prodotti o componenti di prodotti
diventati rifiuti sono preparati in modo da poter
essere reimpiegati senza altro pretrattamento
RIUTILIZZO: qualsiasi operazione attraverso la quale
prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano
stati concepiti
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DEFINIZIONI
RICICLAGGIO: qualsiasi operazione di recupero
attraverso cui i rifiuti sono trattati per ottenere
prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Include il
trattamento di materiale organico ma non il
recupero di energia né il ritrattamento per
ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o
in operazioni di riempimento
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71 Riunione Associativa del
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DEFINIZIONI RECUPERO: qualsiasi operazione il cui principale
risultato sia di permettere ai rifiuti di svolgere un
ruolo utile, sostituendo altri materiali che
sarebbero stati altrimenti utilizzati per assolvere
una particolare funzione o di prepararli ad
assolvere tale funzione, all'interno dell'impianto o
nell'economia in generale. L'allegato C della
parte IV del decreto riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero
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72 Riunione Associativa del
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DEFINIZIONI
SMALTIMENTO: qualsiasi operazione
diversa dal recupero anche quando
l’operazione ha come conseguenza
secondaria il recupero di sostanze o di
energia. L’Allegato B alla parte IV del
decreto riporta un elenco non esaustivo
delle operazioni di smaltimento
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73 Riunione Associativa del
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D.lgs. n. 205/2010 Art. 179 comma 6
Degno di particolare nota è questo comma
che prevede: “Nel rispetto della gerarchia
del trattamento dei rifiuti le misure dirette al
recupero dei rifiuti mediante la
preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio o
ogni altra operazione di recupero di materia
sono adottate con priorità rispetto all'uso dei
rifiuti come fonte di energia”.
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74 Riunione Associativa del
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E’ con tale complesso di norme,
che lo stato, le regioni, gli enti
locali e ogni soggetto coinvolto
nel ciclo dei rifiuti dovrà da ora
confrontarsi.
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75 Riunione Associativa del
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Principi normativi e vita
quotidiana:
una convivenza possibile?
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76 Riunione Associativa del
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Norme regionali e Piani
Regionali di gestione dei Rifiuti
In tema di rifiuti spetta alle regioni una triplice tipologia di funzioni:
Pianificatoria
Autorizzatoria
Di natura normativa, sia pure residuale rispetto a quella statale
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Norme regionali e Piani
Regionali di gestione dei Rifiuti
Compito principale delle regioni è la
predisposizione, l’adozione, e
l’aggiornamento, sentiti le province, i
comuni e le Autorità d’ambito, dei piani
regionali di gestione dei rifiuti.
Tale strumento costituisce il riferimento
pianificatorio per l'attuazione di sistemi di
gestione di rifiuti Comitato Rifiuti Zero Spoleto
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Piani Regionali di gestione dei
Rifiuti
Il Consiglio Regionale dell’Umbria, con Deliberazione
n. 300 del 5 Maggio 2009, ha approvato il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Ai sensi del
D.Lgs.152/2006 (comma 1, lettera a, dell'art.196).
Il percorso attuativo degli interventi di Piano si
svilupperà nel breve-medio termine in modo
tale da consentire la completa messa a regime
del sistema entro il 2013
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GLI INTERVENTI 1 immediato avvio delle pianificazioni d’ambito che possano consentire la puntuale definizione degli interventi da attuare (servizi ed impianti) per garantire il conseguimento degli obiettivi del Piano Regionale
potenziamento dei servizi di raccolta differenziata sul territorio
il potenziamento dell’impiantistica di compostaggio per la valorizzazione dei flussi di organico e verde da RD
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GLI INTERVENTI 2 consolidamento dell’impiantistica a
supporto delle raccolte differenziate delle
frazioni secche, anche attraverso
convenzionamenti con impianti esistenti
completamento dell’impiantistica di
pretrattamento
verifica delle possibilità di utilizzo delle
capacità impiantistiche esistenti con
riferimento alle necessità di trattamento
termico dell’area del ternano (ATI 4)
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GLI INTERVENTI 3
Il Piano Regionale individua nel trattamento
termico e nel recupero energetico dei rifiuti
urbani o di derivazione urbana una
componente non prevalente, ma
comunque significativa del complesso del
sistema integrato di gestione dei rifiuti
urbani.
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GLI INTERVENTI 4 In considerazione delle caratteristiche
del territorio umbro e dei flussi di rifiuti in gioco, si ritiene che lo sviluppo dell’impiantistica di trattamento termico in Regione debba essere opportunamente incentrato:
a) sulla realizzazione di un nuovo impianto a servizio degli ATI 1 2 e 3 (2013)
b) sull’utilizzazione dell’impiantistica di valorizzazione energetica già esistente per l’ATI 4.
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GLI INTERVENTI 5 avvio delle procedure per la
localizzazione del nuovo impianto di
trattamento termico
le discariche di Colognola (Gubbio), di
Pietramelina (Perugia) e di Sant’Orsola
(Spoleto) saranno pertanto portate a
completamento, senza ulteriori
ampliamenti in superficie e volume
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TEMPISTICA
o Raccolta differenziata intensiva estesa al 79% della popolazione entro il 2012
o Raccolta differenziata al 65% entro il 2012 o Entrata a regime inceneritore ATI 2 entro il 2013
o Chiusura discarica Gubbio, Perugia, Spoleto entro il 2012
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TEMPISTICA
E’ evidente che qualsiasi
scostamento temporale nel
conseguimento degli obiettivi dovrà
comportare la necessità di verificare il
mantenimento delle previsioni
pianificatorie in ordine ai
dimensionamenti impiantistici
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AMBITI OTTIMALI – ATI
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OBIETTIVI PIANO D’AMBITO Adozione Piano d’Ambito
Deliberazione del 20/10/10 n. 15
dell’Assemblea dell’A.T.I. 3 Umbria
obiettivi
1. ammodernamento impianto di Casone
2. ammodernamento e potenziamento
stazioni ecologiche
3. gestione vita residua e post mortem della
discarica di S.Orsola
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OBIETTIVI PIANO D’AMBITO obiettivi
4. realizzazione in proprio, presso depuratore di
Camposalese, dell’impianto di trattamento del
percolato della discarica di S.Orsola
5. realizzazione impianti per inerti di iniziativa
pubblica
6. RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO DEL 50%
ALMENO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA con la
riorganizzazione del servizio in tutti di 22 Comuni.
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CRITICITA’ il Piano Regionale di gestione dei Rifiuti,
risulta SUPERATO tenuto conto delle
disposizioni contenute nella Direttiva
98/2008/CE come recepite nel TUA
le strategie adottate dal Piano, in
particolare il ricorso al trattamento
termico e al recupero energetico
risultano incompatibili con le azioni
previste nel TUA
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CRITICITA’ gli obiettivi del piano risultano
irraggiungibili nel breve periodo,
contrariamente a quanto stimato
dall’Autorità Regionale
il piano sembra preordinato a creare
situazioni di emergenza al fine di
promuovere soluzioni transitorie, come
l’incenerimento nei cementifici
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CRITICITA’ Il problema dell’incremento della raccolta
differenziata per raggiungere gli obiettivi fissati
dal Piano Regionale è resa incerta dalla
sopraggiunta normativa (Legge n.122 del 2010)
che impone ai Gestori dei servizi pubblici gli stessi
limiti assunzionali degli EE.LL
Il Termovalorizzatore a servizio dei rifiuti della
provincia di Perugia è ancora al punto zero
quanto alla localizzazione. Ciò altera
drasticamente tutte le previsioni programmatiche del Piano Regionale dei rifiuti e per ricaduta dei Piani di Ambito degli ATI.
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CRITICITA’ il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, prevede
che la Giunta regionale adotta provvedimenti
volti ad assicurare lo smaltimento finale dei rifiuti,
ivi compreso il loro utilizzo in sostituzione dei
combustibili convenzionali attualmente utilizzati
negli impianti industriali esistenti e per il tempo
necessario ad attuare le previsioni del PdA
approvato ed è quindi concreto il pericolo
dell’utilizzo del cementificio di Spoleto per
l’incenerimento di rifiuti, sebbene tale pratica sia posta alla base e non al vertice della gerarchia
dei rifiuti.
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CRITICITA’ circa la sostenibilità ambientale di tale pratica, lo
stesso Piano Regionale, sottolinea, però, che “è
opportuno rilevare che le determinazioni relative
agli impatti della co-combustione di CDR in
cementificio sono caratterizzate da un livello di
incertezza significativamente superiore rispetto a tutti gli altri processi considerati nello studio. Le
risultanze dello studio condotto non possono
quindi essere considerate esaustive per
confermare l’opportunità, in termini ambientali, dello smaltimento di CDR in impianti di
produzione del cemento”.
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!!
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Sistema
Virtuoso dei
Rifiuti Presentazione di:
Paola Giulivi
Marco Capoccia
Giovanni Tardocchi
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Hotel dei Duchi, Spoleto
Quali obiettivi
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•Incentivare la raccolta differenziata
•Creare un sistema di riciclo riuso
•Coinvolgere i comuni dell’ ATI 3 e la V.U.S.
•Coinvolgere le istituzioni, le scuole e le associazioni di categoria
•Creare un centro di formazione/informazione per i cittadini
97 Riunione Associativa del
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Comitato Rifiuti Zero Spoleto
98
Perché
98 Riunione Associativa del
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2008 produzione di rifiuti
ATI 3 98.828 tonnellate
valore medio annuo di produzione per abitante 619 kg
SPOLETO 25.545 tonnellate
valore medio annuo di produzione per abitante 657 kg
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2 Riunione Associativa del
26.02.2011 99
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26.02.2011
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26.02.2011
Comitato Rifiuti Zero Spoleto
100
ATI 3 23.165 tonnellate
23,44% del totale dei rifiuti prodotti
SPOLETO 6.900 tonnellate
27,01% del totale dei rifiuti prodotti
2008 Raccolta differenziata
100 Riunione Associativa del
26.02.2011
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e….. il residuo? Per smaltire il rifiuto indifferenziato (quello del cassonetto grigio) occorre portarlo in discarica e pagare il costo di stoccaggio e smaltimento.
Le discariche, quei grandi buchi per terra che
rapidamente diventano piccole colline di rifiuti,
costano in tecniche e precauzioni se non si vuole
inquinare tutto l'ambiente circostante
RICORDIAMOCI CHE UNA DISCARICA …….
COSTA PER ANNI ANCHE QUANDO VIENE CHIUSA!!!!!!!
i "costi post mortem" sono dovuti agli indispensabili lavori di manutenzione
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Dobbiamo
necessariamente
cambiare sistema!!!!!
ormai la discarica di S. Orsola è
agli sgoccioli
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1. Ottimizzare la raccolta in funzione del
miglior riciclo delle materie
2. Iniziative di riduzione rifiuti
3. Riuso, riparazione e de-costruzione
4. Incentivi Economici
la raccolta differenziata è l’unico sistema in
grado di massimizzare la percentuale di rifiuti
destinati al riciclaggio e permette una riduzione
dell’uso di risorse vergini, rimettendo in circolo
materiali già utilizzati.
Ma dobbiamo anche minimizzare la
frazione residua con…
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Tutto questo è possibile!!!
In che modo?
Buone pratiche
Di Comuni Italiani
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105 Ruviano (Ce)
1800 abitanti
Raccolta differenziata 90%
Non è stata organizzata una raccolta porta a porta
le famiglie conferiscono carta, vetro, plastica ecc. direttamente
all’Isola ecologica dove è impegnato 1 solo operaio.
Il che permette ai cittadini di avere la più esigua imposta della
Campania.
nell’isola ecologica va solo il 50% dei rifiuti
il 40% è umido che viene raccolto nel dissipatore e poi portato al
depuratore da chi abita in centro; chi abita in campagna, lo trasforma
in fertilizzante. L’isola ecologica viene usata anche come isola di
scambio e baratto per gli ingombranti.
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Corchiano (Vt)
3.826 abitanti
raccolta differenziata
85%
E’ stato avviata in regime di
sperimentazione, una
“compostiera di comunità” per
l’autogestione dell’umido
organico e promosso tra le
famiglie il compostaggio
domestico, anche attraverso una
forma incentivante che prevede
dopo un anno la riduzione del
10% sulla tassa rifiuti
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Colorno (Pr) 8.096 abitanti
raccolta differenziata 70%
E’ stato avviato il progetto
Incentivi ai negozi
che attivano pratiche per la riduzione di rifiuti
ai condomini che si impegnano nel massimizzare la raccolta
differenziata
e alle famiglie che utilizzano i pannolini durevoli
Un contributo provinciale all’Istituto scolastico comprensivo
che collabora alle azioni di monitoraggio, controllo e
comunicazione
Recupero dei beni durevoli
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Capannori (Lu)
45.743 abitanti
Dal 7 giugno 2010
la raccolta "porta a porta“ 82%
Dal 2004 ad oggi diminuzione
dei rifiuti pro capite da 1,92 chilogrammi a
1,4 chilogrammi
rifiuti indifferenziati pro capite da 1,21 Kg a
0,4 kg
Sistema di raccolta: a domicilio, integrale, senza cassonetti. …………….
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stabilimenti per il compostaggio, piattaforme per la valorizzazione di materiali cartacei, ferrosi e non ferrosi, vetro e plastiche, per l’estrazione di materia da utilizzare in altri cicli di produzione.
centri per la decostruzione degli edifici, la riparazione ed il riutilizzo di beni durevoli come mobili, porte, infissi, legno, per poi inserirli nuovamente nel mercato, in appositi parchi dell’usato.
trattamento Meccanico Biologico per la selezione e il recupero del residuo
centro di ricerca internazionale “Zero Waste”.
uno sportello di consulenza per la riduzione dei rifiuti
sgravi in bolletta
compostiera di quartiere …………..
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…. e ancora azioni per prevenire i rifiuti
Acqua di rubinetto e stoviglie di ceramica nelle mense scolastiche e comunali
Promozione della rete dei detersivi alla spina (15 negozi di cui 1 dove alimentari e prodotti per l’igiene locali sono sfusi)
regolamento comunale che
impegna gli organizzatori di feste e
sagre a usare stoviglie lavabili o
al massimo compostabili e differenziare
tutti gli scarti prodotti
mercatini di baratto e riuso
sovvenzione del 50% alle famiglie che acquistano il kit di pannolini lavabili
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Una
soluzione reale e
possibile
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Vedelago (Tv)
Centro riciclo Vedelago srl
riesce a riciclare oltre 90% dei rifiuti
L’azienda ha un bilancio che si avvia a 6 mln di euro
50 dipendenti, 7 in ufficio il resto operai su due turni
Assenti inquinamento da rumori e odori (perchè la frazione
umida è separata all'origine)
Al centro vengono conferiti rifiuti da:
un centinaio di comuni
una dozzina di enti di gestione rifiuti
circa 300 aziende industriali e commerciali
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Vedelago (Tv)
Ha sviluppato convenzioni con tutti i
Consorzi di filiera:
• COREPLA per la plastica
• CNA per i metalli
• CIAL per l’alluminio
• COREVE per il vetro
• COMIECO per la carta
• RILEGNO per il legno
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Vedelago (Tv)
Questo progetto serve
giornalmente a:
oltre 1.000.000 di abitanti…..
…senza bruciare un
grammo di
immondizia
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Video
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Fondamentale è la
ricerca e la
formazione
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La Scuola Agraria del Parco
di Monza
è uno dei migliori istituti di ricerca al mondo
per la gestione dei rifiuti solidi urbani e per
l’organizzazione di piani per la raccolta
differenziata
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Capannori (Lu)
Centro di ricerca internazionale “Zero Waste”
l’obiettivo sviluppare iniziative per ridurre “a monte” l’utilizzo di materiali non riciclabili, in particolar modo negli imballaggi con la collaborazione del mondo accademico e della ricerca
Il “Caso studio” sul rifiuto residuo come le capsule del caffè
(In Italia ogni anno si consumano 1 miliardo di capsule usa e getta per realizzarne 1 kg occorrono 4 kg di acqua, 2 kg di petrolio e 22kw di energia elettrica) ha portato alla richiesta alla Lavazza di avviare un confronto per la 'riprogettazione' delle capsule di caffè 'usa e getta', che attualmente non sono riciclabili
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Il Centro di Ricerca “Rifiuti Zero”
dell’ATO TP 2 Belice Ambiente
Il Centro promuove specifiche campagne ed
iniziative rivolte al settore commerciale per ridurre
gli imballaggi in plastica e punta ad estendere il
ricorso a pannolini ed assorbenti riutilizzabili.
Si occupa anche di riprogettazione industriale di
prodotti ed imballaggi individuati come critici
all’interno del residuo successivo al porta a porta
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Parma
Il 10 gennaio scorso ha ospitato i creatori di 'Cradle to Cradle', “Dalla culla alla culla” un sistema innovativo, che si basa sull'eliminazione del concetto di 'rifiuto'.
Consulenze per aziende ed istituzioni in tutto
il mondo per aiutarli a progettare prodotti,
beni ed edifici in maniera veramente
eco-compatibile.
Ridurre il peso dell’imballo delle confezioni
sostituire gli imballi multi-materiale (impossibili o difficili da avviare al riciclo) con imballi mono-materiale facilmente riciclabili
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Quali vantaggi…..
sicuramente
la salute
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la teoria “Zero Waste” (rifiuti ZERO) affida l’ulteriore recupero del
materiale sfuggito alla raccolta differenziata al Trattamento
Meccanico Biologico, un sistema di selezione e recupero
del residuo che, separando la frazione umida dal secco,
impedisce l’invio in discarica di materiali inquinanti e tossici
(vernici, pile) e che producendo biogas e’ in grado di mantenere
l’impianto e produrre energia da vendere al gestore nazionale………….
Paul Connett ideatore
strategia “RIFIUTI ZERO”
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…….Essendo un trattamento a freddo, privo di combustione,
non emette nell’aria e nelle falde acquifere sostanze dannose
per l’organismo e per l’ambiente, come diossine, furani, mercurio,
piombo, cadmio, nanoparticelle come Pm10 e PM2.5, responsabili di:
•tumori
•linfomi
•leucemie
•malformazioni fetale
•Contaminazione delle coltivazioni entrando nella catena
alimentare
Paul Connett ideatore strategia
“RIFIUTI ZERO”
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Quali vantaggi
per l’economia
posti di lavoro
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Da uno studio di Michele Boato
docente di economia
“per servire con la raccolta “porta a porta” i 45 milioni di italiani che
ancora ne sono esclusi, servirebbe un investimento di circa un miliardo
di euro, che creerebbe circa 200.000 posti di lavoro (nella raccolta e nel riciclo)
gestire lo stesso numero di utenti, e la stessa quantità di rifiuti con inceneritori e
loro discariche di servizio costerebbe circa 15 miliardi di euro, che creerebbero
circa 3.000 occupati.
La ricaduta occupazionale del riciclo, rispetto all'incenerimento sarebbe di
200.000 occupati contro 200 ogni miliardo
di investimento, un rapporto di mille a uno.”
In tempi di disoccupazione …………. non sono cifre da sottovalutare!!!!
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Per costruire l’inceneritore in UMBRIA occorrono circa
120 MILIONI DI EURO quindi,
oltre ai danni alla salute…
……. danni economici!!!
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•Impianto semplice da realizzare
•Meno di un anno per funzionalità
•Posti di lavoro per almeno 50 persone
•In grado di lavorare su tutto il territorio
La nostra proposta richiede un
investimento
di circa 6 milioni di euro
(20 VOLTE INFERIORE ad un inceneritore)
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Cominciamo
da………………
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supporto al comitato “rifiuti zero Spoleto”
partecipazione attiva dei cittadini
partecipazione attiva del comune
preparazione di un progetto
coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado
partecipazione a manifestazioni sul tema inceneritori
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BIBLIOGRAFIA e IMMAGINI
Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti urbani ATI 3
(Deliberazione N. 15 dell’Assemblea dell’A.T.I. 3 Umbria del 20/10/10)
www.comune.capannori.lu.it
www.comune.corchiano.vt.it
www.comune .colorno.pr.it
www.comune.ruviano.ce.it
http://www.retidipace.it/baratto.htm
terrasiniblog.wordpress.com/page/6/Rimuovi frame
www.ecoistituto-italia.org
Strategia “RIFIUTI ZERO” di Paol Connett
Centro riciclo Vedelago http://www.centroriciclo.com
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