Comfort ambientale. I parametri fisici del comfort ambientale e gli ...
Transcript of Comfort ambientale. I parametri fisici del comfort ambientale e gli ...
Gruppo di lavoro Prof. Arch. Giuliano Dall’O’ (Coordinatore) Ing. Elisa Bruni Arch. Ph.D. Annalisa Galante Arch. Angela Panza
INDICE
1 LE INTERAZIONI TERMICHE TRA UOMO E AMBIENTE . 2
1.1 La variazione dell’energia interna S ................................................ 3
1.2 L’attività metabolica M .................................................................. 3
1.3 La potenza meccanica scambiata con l’esterno ............................. 4
1.4 Il flusso termico scambiato per evaporazione ................................ 4
1.5 Il flusso termico e l’influenza dell’abbigliamento ........................... 5
2 METODI PER LA VALUTAZIONE DEL BENESSERE ......... 7
2.1 La temperatura operante ............................................................... 7
2.2 Il diagramma ASHRAE del benessere.............................................. 8
3 CRITERI DI VALUTAZIONE ........................................ 11
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
2
1 LE INTERAZIONI TERMICHE TRA UOMO E AMBIENTE Le interazioni tra l’uomo e l’ambiente sono dovute a meccanismi di scambio di calore e
di massa abbastanza complessi ed il benessere termico è definibile con un certo grado
di approssimazione in quanto le reazioni di ciascun individuo ad una determinata
sollecitazione esterna possono essere differenti. L’obiettivo è quello di definire dei
parametri climatici interni che siano in grado di soddisfare il maggior numero di persone.
L’ASHRAE Standard 55-92 (Thermal environmental conditions for human occupancy)
definisce il benessere termico come atteggiamento mentale di soddisfazione per
l’ambiente dal punto di vista termico. I fattori che interagiscono sono molteplici e legati
sia alle condizioni dell’ambiente che a quelle dell’individuo. I più importanti sono i
seguenti:
• temperatura, umidità e velocità dell’aria;
• temperatura delle pareti che delimitano l’ambiente interno;
• abbigliamento dell’individuo;
• attività svolta.
L’uomo, come tutti gli animali a sangue caldo, ha la capacità di mantenere la
temperatura interna del corpo pressoché costante, attraverso un meccanismo di
termoregolazione che garantisce l’equilibrio tra l’energia generata dal metabolismo e
quella dissipata.
Il sistema di termoregolazione, che ha sede nell’ipotalamo, quando si manifesta una
sensazione di caldo aumenta la temperatura superficiale corporea con un maggior
afflusso superficiale di sangue (vasodilatazione) e la sudorazione; quando si manifesta
una sensazione di freddo, diminuisce invece la temperatura superficiale
(vasocostrizione) fino a far comparire i brividi che sono una involontaria attività
muscolare che richiede una supplementare attività metabolica. Nel primo caso il flusso
di calore corpo/ambiente aumenta, nel secondo diminuisce.
La sensazione di benessere degli individui è una diretta conseguenza delle sollecitazioni
alle quali viene sottoposto il meccanismo di termoregolazione.
I complessi fenomeni di scambio tra il corpo umano e l’ambiente che lo circonda
possono essere riassunti da un’equazione del tipo:
S M P E R C= − ± ± ± ±( ) (1)
dove:
S è la variazione dell’energia interna del corpo nell’unità di tempo
M è la potenza termica dovuta all’attività metabolica
P è la potenza meccanica scambiata dal corpo con l’ambiente esterno
E è la potenza termica associata alla perdita d’acqua per evaporazione dal corpo
R è il flusso termico scambiato per irraggiamento tra corpo e ambiente
C è il flusso termico scambiato per convezione tra corpo e ambiente
C, R ed E sono quantità assunte positive se cedute dal corpo all’ambiente, P è assunto
positivo se il lavoro è fatto dal corpo, negativo se subito; M è sempre positivo.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
3 1.1 La variazione dell’energia interna S
Poiché il meccanismo di termoregolazione del corpo umano tende a mantenere
costante la temperatura corporea, si può assumere che, per una esposizione
sufficientemente lunga ad un ambiente non troppo caldo e non troppo freddo, con
attività svolta costante, non vi sia apprezzabile variazione di energia interna e, pertanto,
è lecito considerare
S ≅≅≅≅ 0.
1.2 L’attività metabolica M
L’entità del metabolismo è strettamente correlata allo stato di salute e al tipo di
alimentazione.
Viene definito basale il metabolismo corrispondente al fabbisogno calorico
strettamente necessario per il mantenimento delle funzioni vitali in condizioni di riposo
o di neutralità termica: con temperature ambientali di 29÷31 °C per individui nudi e di
25÷29°C per individui vestiti non si ha variazione della temperatura corporea e neppure
dell’attività evotraspiratoria.
In termini di nutrizione questo significa che l’individuo dovrà, per mantenere l’equilibrio
ponderale, apportare con gli alimenti un numero di calorie uguale al metabolismo
basale, che per un uomo adulto di media corporatura è pari a circa 1700 kcal/giorno.
Attività M/A
(W/m2)
M (*)
(W) met ηηηη
In riposo dormiente 43 77 0,7 0
In riposo coricato 46 84 0,8 0
In riposo seduto 58 104 1,0 0
In riposo in piedi 70 125 1,2 0
In cammino a 3,2 km/h 116 209 2,0 0
In cammino a 8 km/h 336 436 5,8 0
In salita 5% a 1,6 km/h 139 216 2,4 0,07
In salita 25% a 1,6 km/h 209 324 3,6 0,20
Lavoro di piccone e pala 232÷278 418÷501 4÷4,8 0,1÷0,2
Pulizie di casa 116÷197 209÷355 2,0÷3,4 0÷0,1
Scrivere a macchina 64 115 1,1 0
Disegnare 70 125 1,2 0
Ginnastica 174÷232 313÷418 3,0÷4,0 0÷0,1
Danza 139÷255 251÷459 2,4÷4,4 0
Lotta 505 908 8,7 0÷0,1 (*) Riferita ad A=1,8 m2
Tab. 1 Valori di metabolismo, e relativi livelli in met per diversi tipi di attività.
Al crescere dell’attività il valore del metabolismo aumenta a sua volta, passando, ad
esempio, da 43 W/m2 per l’individuo dormiente a 64 W/m2 per una dattilografa fino ad
arrivare a 505 W/m2 per i lottatori in combattimento.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
4 Per semplificare i problemi pratici è stata introdotta un’unità metabolica specifica, il
“met”, definito come l’energia trasformata per metabolismo per unità di tempo e di
superficie corporea da un individuo di corporatura media (superficie corporea
disperdente assunta pari a 1,8 m2).
Per un individuo seduto, in riposo, risulta che:
1 met = 58 W/m2
In Tabella 1 sono riportati i valori di metabolismo, e relativi livelli in “met”, per diversi
tipi di attività.
1.3 La potenza meccanica scambiata con l’esterno
Il termine P tiene conto del lavoro eseguito dall’individuo sull’ambiente esterno e non,
quindi, dell’intera sua attività.
Camminare in piano, ad esempio, non comporta una produzione di lavoro nel senso
fisico del termine e così, ad esempio, scrivere a macchina o disegnare.
Quando un individuo solleva un peso, invece, compie un lavoro esterno non nullo e una
parte dell’energia di metabolismo viene trasformata in energia potenziale nel campo
gravitazionale.
Si può definire, quindi, un rendimento meccanico per le diverse attività esplicabili da un
individuo:
η = P/M
Il termine P può assumere anche un valore negativo: si pensi ad esempio ad un individuo
che cammina in discesa. Nell’ultima colonna di Tabella 1 sono riportati i valori del
rendimento η per alcune attività.
1.4 Il flusso termico scambiato per evaporazione
Il termine E, flusso termico scambiato per evaporazione, è la somma di tre addendi.
Il primo, che indichiamo con Ed in accordo con le annotazioni di Fanger, rappresenta la
potenza termica dispersa per perspirazione, ossia per evaporazione insensibile
dell’acqua a livello cutaneo e respiratorio. L’aggettivo insensibile in questo caso significa
“che prescinde dai sensi” in quanto questo fenomeno, lento e continuo, avviene
indipendentemente dal lavoro muscolare e dalla temperatura esterna e non è
influenzabile da parte del sistema di regolazione del corpo umano.
Il secondo, che indichiamo con Esw, tiene conto della potenza termica dispersa per
traspirazione. La traspirazione costituisce uno dei dispositivi fondamentali della
termoregolazione. Quando la temperatura della pelle supera i 36°C (normalmente le
dita dei piedi sono a 27°C, braccia e gambe a 32°C, la fronte a 34÷35°C) le ghiandole
sudoripare vengono stimolate ed iniziano a secernere sudore; l’evaporazione consente
di dissipare una consistente quantità di calore, mantenendo praticamente costante la
temperatura della pelle.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
5 Il terzo, infine, Ere, rappresenta la potenza termica ceduta all’aria per evaporazione dalle
mucose dell’apparato respiratorio.
I termini Esw ed Ere sono influenzati dal valore dell’umidità dell’aria nell’ambiente, tanto
più l’umidità è elevata, tanto minore è il valore di Esw e di Ere.
In condizioni normali di benessere, tutto il sudore secreto evapora, mentre nelle
giornate umide e calde la pelle si ricopre di un velo di sudore che stenta ad evaporare,
soprattutto se l’aria circostante è ferma.
1.5 Il flusso termico e l’influenza dell’abbigliamento
Il termine R individua il calore ceduto o assorbito per irraggiamento dal corpo attraverso
gli abiti, così come il termine C individua quello scambiato per convenzione sempre
attraverso gli abiti, ma anche per mezzo della respirazione.
Il flusso R è determinato dalle temperature superficiali dei corpi che ci circondano
(pareti, soffitto, pavimento, ecc.): se hanno valori superiori o inferiori a quelli delle
superfici degli abiti o della pelle, accade che il calore assorbito o ceduto per
irraggiamento dal nostro corpo modifica il bilancio energetico e quindi entrano in azione
i sistemi di termoregolazione: quello già visto della sudorazione e l’altro, anch’esso di
grande importanza, della attività vasomotoria.
Il termine C, è invece influenzato dalle condizioni dell’aria che ci circonda ed in
particolare dalla temperatura e dalla velocità.
Il flusso termico tra ambiente e superficie del corpo (R + C) è influenzato dal tipo di
abbigliamento; per definire la resistenza termica globale tra la superficie della pelle e la
superficie esterna degli abiti, viene utilizzato un parametro adimensionale (clo), dato dal
rapporto tra la resistenza termica globale dell’abito considerato (rcl) e una resistenza
termica di riferimento pari a 0,155 m2K/W:
155,0
rI cl
cl = (2)
Per il corpo nudo Icl = 0 clo; i valori di rcl, e quindi di Icl, vengono ricavati
sperimentalmente, per vari tipi di abbigliamento (Tabella 2).
Gli studi sperimentali condotti da Fanger su un campione esteso di individui hanno
dimostrato che la temperatura superficiale corporea e il flusso termico associato alla
sudorazione, quando l’individuo si trova in condizioni di benessere, possono essere
correlati all’attività metabolica specifica; l’influenza di altre variabili, quali la
temperatura media radiante e l’abbigliamento, non è significativa.
Le sperimentazioni hanno permesso a Fanger di elaborare una equazione, detta
equazione del benessere, che si presta ad essere risolta rispetto a qualunque variabile
si voglia determinare per garantire condizioni di benessere termico in un ambiente.
Ad esempio, per un dato tipo di attività e un certo abbigliamento, è possibile valutare le
diverse combinazioni di condizioni ambientali (temperatura dell’aria, temperatura
media radiante, velocità dell’aria e umidità relativa) che corrispondono alle condizioni
di benessere e tra queste scegliere, ove esista, la più opportuna.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
6
Tipo di abbigliamento rcl
(m2°C/W)
Icl
(clo) fcl(*)
Tipo di
abbigliamento
Nudo 0 0 1,0 Nudo
Pantaloncini corti 0,016 0,1 1,0 Pantaloncini corti
Tipica tenuta tropicale 0,047 0,3 1,05 Tipica tenuta
tropicale
Abbigliamento leggero estivo 0,078 0,5 1,1 Abbigliamento
leggero estivo
Tenuta da lavoro leggera 0,11 0,7 1,1 Tenuta da lavoro
leggera
Abbigliamento invernale per
interni 0,16 1,0
1,15
Abbigliamento
invernale per
interni
Tenuta tradizionale europea
pesante per lavoro 0,23 1,5 1,2
Tenuta
tradizionale
europea pesante
per lavoro
Abbigliamento in uso nei paesi
a clima polare 0,46÷0,62 3÷4 1,4
Abbigliamento in
uso nei paesi a
clima polare (*) fcl = rapporto tra l’area della superficie del corpo abbigliato e l’area della superficie del corpo nudo
Tab. 2 Resistenza termica specifica per differenti tipi di abbigliamento.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
7 2 METODI PER LA VALUTAZIONE DEL BENESSERE Il metodo di Fanger consente di effettuare accurate valutazioni del benessere
ambientale nelle più diverse situazioni. In molti casi, tuttavia, i campi di variazione di
alcuni dei parametri che determinano il bilancio del corpo umano non possono
assumere valori arbitrari; questi vincoli semplificano quindi il procedimento progettuale.
2.1 La temperatura operante
Se la temperatura media radiante tmr non differisce molto dalla temperatura a bulbo
secco dell’aria, lo scambio radiativo R tra un individuo e l’ambiente che lo circonda può
essere linearizzato secondo l’equazione:
( )R A f h t tDu cl r cl mr= ⋅ ⋅ ⋅ − (3)
dove:
ADu superficie corporea (assunta pari a 1,8 m2)
fcl rapporto tra l’area coperta e quella scoperta (corpo nudo)
hr coefficiente di radiazione (W/m2 K)
tcl temperatura superficiale media del corpo abbigliato
tmr temperatura radiante media delle pareti, definibile, con buona approssimazione,
come la media pesata delle temperature superficiali interne
Lo scambio termico sensibile (R + C) tra corpo e ambiente si può esprimere attraverso la
seguente equazione:
( ) ( )R C A f h t t A f h t tDu cl r cl mr Du cl c cl a+ = ⋅ ⋅ ⋅ − + ⋅ ⋅ ⋅ − (4)
dove:
hc coefficiente di scambio per convezione (W/m2 K)
ta temperatura media dell’aria ambiente
Ponendo il coefficiente di adduzione h = hc + hr, la (4) diventa:
( )R C A f h t tDu cl cl o+ = ⋅ ⋅ ⋅ − (5)
dove to, esprimibile dalla relazione:
th t h t
h hor mr c a
r c
=++ (6)
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
8 prende il nome di temperatura operante, che risulta pertanto la media tra la
temperatura media radiante e la temperatura dell’aria, ciascuna pesata con il rispettivo
coefficiente di scambio termico.
Nei casi d’interesse per questa trattazione (bassa velocità dell’aria, temperature medie
radianti non molto elevate) risulta hc ≅ hr , per cui la (6) diventa:
tt t
omr a=
+2
(7)
La temperatura operante definita dalla (7) è un parametro di notevole interesse pratico
perché tiene conto di due variabili, la temperatura media radiante e la temperatura
dell’aria e può costituire un primo parametro di valutazione dell’ambiente dal punto di
vista del benessere, almeno per la stagione invernale.
2.2 Il diagramma ASHRAE del benessere
Nel caso di edifici destinati ad abitazione e ad ufficio, la definizione dei parametri che
consentono di configurare le condizioni di benessere diventa relativamente semplice
sulla base delle seguenti considerazioni:
• l’attività metabolica da prendere in considerazione è quella relativa al riposo (1 met)
oppure a lavoro moderato (1,2÷1,5 met);
• può essere assunto un tipo di abbigliamento standard come riferimento di prima
approssimazione;
• la velocità dell’aria può essere assunta ≤ 0,15÷0,2 m/s in quanto dovuta al
movimento delle persone, a fenomeni di convezione naturale e di immissione
dell’aria portata dalle bocchette dell’impianto di condizionamento;
• la temperatura media radiante si può ritenere molto prossima alla temperatura
dell’aria, purché non sia previsto un impianto a pannelli radianti.
Fissata l’attività metabolica, la velocità dell’aria e il tipo di abbigliamento, i parametri
che possono variare sono la temperatura e l’umidità; è possibile dunque tracciare su un
diagramma psicrometrico il luogo di punti rappresentativi delle condizioni di benessere.
Il diagramma del benessere proposto dall’ASHRAE (Standard 55-92) è riportato in Figura
1; esso è basato su indagini statistiche ed è relativo ad attività sedentaria (1 ÷ 1,2 met),
a velocità dell’aria inferiore a 0,17 m/s e ad un abbigliamento con valori compresi tra
0,5 e 0,7 clo. Viene definito come “ambiente termicamente accettabile” quello in cui
almeno l’88% di uomini e donne nordamericani, normalmente vestiti e svolgenti attività
sedentaria o quasi, si trovano in condizioni di benessere termico.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
9 Linee a ET* costante
Zona di benessere secondo ASHRAE
Zona di benessere secondo KSU
Comfort secondo Fanger
Comfort secondo Givoni
Fig. 1 Diagramma psicrometrico con diversi criteri di valutazione del benessere
Nel diagramma del benessere proposto dall’ASHRAE è indicata la scala della cosiddetta
“nuova temperatura effettiva” ET* che viene definita come la temperatura a bulbo secco
di una cavità nera col 50% di umidità relativa in cui un individuo scambia una quantità
di energia pari a quella nell’ambiente considerato. Il campo di accettabilità è definito da
temperature effettive ET* comprese tra 22 °C e 25,5 °C e da valori di pressione parziale
del vapor d’acqua compresi tra 4 e 14 mm Hg (che corrispondono, per le temperature
considerate, a valori di umidità relativa nell’intervallo 20÷65%).
Le linee a ET* costante sono state derivate analiticamente dall’equazione di bilancio e
sono luoghi di punti a ugual percentuale di superficie corporea interessata dal fenomeno
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
10 della traspirazione, corrispondenti anche a “uguale sforzo fisiologico del meccanismo di
termoregolazione”.
In Figura 1 è anche rappresentato il contorno della zona di benessere derivato da
indagini simili, svolte presso la Kansas State University, USA, in condizioni leggermente
diverse (1 met, abbigliamento con 0,4 ÷ 0,6 clo).
I valori di temperatura proposti dall’ASHRAE e dalla KSU non sono in accordo, per la
stagione invernale, con le abitudini e le normative italiane; gli studi nordamericani,
infatti, considerano che per tutta la durata dell’anno l’abbigliamento di chi sta in
ambienti climatizzati sia pressoché uguale e piuttosto leggero.
Ancora in figura 4.9 sono riportate le linee che rappresentano l’equazione di benessere
secondo Fanger con 1 met, v = 0,1 ÷ 0,15 m/s e tre tipi di abbigliamento. Nella stessa
figura, infine, è riportata anche la delimitazione della zona di comfort proposta da Givoni
nella sua carta bioclimatica.
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
11 3 CRITERI DI VALUTAZIONE Il gradimento delle condizioni ambientali da parte di un campione di persone può essere
espresso con il valore medio di una votazione espressa dal campione stesso e basata su
una scala di “sensazione termica”; l’ASHRAE propone la seguente scala:
+ 3 = molto caldo
+ 2 = caldo
+ 1 = leggermente caldo
0 = confortevole
- 1 = leggermente freddo
- 2 = freddo
- 3 = molto freddo
Basandosi sulla scala di proposta dall’ASHRAE, Fanger ha sviluppato una metodologia
per la valutazione della sensazione termica indicata come PMV (Predicted Mean Vote).
Secondo Fanger, la sensazione termica, ad un dato livello di attività, è funzione della
“sensazione termica” del corpo definita come la differenza tra la produzione interna di
calore per una data attività e la perdita di calore che avrebbe l’individuo se mantenesse
la temperatura della pelle e la traspirazione ai valori corrispondenti al benessere per
l’attività considerata.
La relazione proposta da Fanger per il calcolo del PMV è la seguente:
LMPMV ⋅+−= ]028,0)036,0exp(303,0[ (8)
dove L è il carico termico del corpo, definito come la differenza tra la produzione di
calore interna e le perdite termiche effettive verso l’ambiente esterno.
PMV
-2 -1 0 1 2 3-3
1
5
10
20
30
50
100PPD (%)
Fig. 2 Percentuale di persone non soddisfatte (PPD) in funzione del voto medio previsto
(PMV).
COMFORT E STRUMENTI DI MISURA – Sistemi per la valutazione del benessere ambientale
12 Può essere utile, a volte, conoscere a priori quale può essere l’effetto sull’utenza di
alcune scelte progettuali o gestionali, di un edificio o di un impianto, rispetto ad altre. In
questi casi può risultare più comodo, o di maggiore chiarezza, anziché ricorrere ad un
voto, valutare direttamente la percentuale di persone che in una data situazione
ambientale potrebbero esprimere, se richiesti, un apprezzamento negativo.
Sulla base degli esperimenti già citati, Fanger ha ricavato la relazione tra PMV e PPD
(Predicted Percentage of Dissatisfied) che definisce la percentuale di persone
insoddisfatte.
Dalla curva che visualizza la relazione che lega PMV a PPD, riportata in Figura 2, è
interessante osservare come PPD non si annulli nemmeno quando PMV è uguale a 0
(massimo comfort) in accordo al fatto che condizioni in grado di soddisfare l’equazione
del benessere possono, statisticamente, non essere di gradimento per alcun gruppo di
persone.