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Lo scorso 7 febbraio il Seveso è stato protagonista di uno spettacolare fenomeno cromatico. Dove scorre a cielo aperto, cioè tra Lentate a Cusano, si presentava di un intenso colore azzurro. In proposito si sono fatte le più varie supposizioni. I pescatori della vignetta di Gero Urso hanno per esempio sperato che si trattasse di un’invasione di pesci azzurri. Ma non era così. La causa, come al solito, era stata la rottura del tubo di scarico di una fabbrica di vernici. Menomale che l’impatto ambientale non è stato grave. Così, una volta tanto ci siamo goduti il Seveso come fosse la Scarioni e non come la solita fogna. FEBBRAIO 2018 bis Anno 25 - n. 262 Direttore : Luigi Allori. Redazione : Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Cora’, Riccardo Degregorio, Teresa Garofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori : Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria Piera Bremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove” : Andrea Bina. Pubblicità : Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione : Roberto Sala (tel. 3341791866). FURTI E TRUFFE Come pag. 6 difendersi ELEZIONI Una guida pag. 2 al voto VASCA AL PARCO Bresso ricorre pag. 3 in Cassazione PERIFERIE Va avanti il piano pag. 4 per la nostra zona VIA GIUDITTA PASTA Pericolo pag 4 per i pedoni FESTA DELLA DONNA Jane Austen pag. 9 e Rosa Genoni ISOLA Piazzale Archinto pag. 8 si rinnova Laura Boldrini a Niguarda: “Sciogliamo i gruppi fascisti” Non c’è soltanto il Danubio blu Anche il Seveso una volta tanto diventa celestiale Donne formidabili I n occasione della ricorrenza dell’8 marzo ci fa piacere ri- cordare che in questo ultimo periodo la nostra zona è stata onorata dalla presenza impe- gnata di tre donne formidabili, dimostrazione vivente di come il gentil sesso sia altrettanto ca- pace degli uomini ad affronta- re e risolvere i più impegnativi problemi sociopolitici. Prima di tutto è venuta a Niguarda Rosy Bindi, l’appassionata pre- sidente della Commissione Par- lamentare di inchiesta sul feno- meno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, per fare un bilancio della propria diffi- cile attività; per avvertire che la mafia non è più solo un perico- lo in certe zone dl Sud ma lo è anche nel Nord, anche vicino a casa nostra; e per sollecitare la partecipazione dei cittadini al- la lotta contro la mafia con idee e proposte concrete. Poi è venuta al Teatro degli Arcim- boldi la lucida 88enne Liliana Segre, appena nominata sena- trice a vita dal Presidente Mat- tarella per i suoi meriti antifa- scisti e antinazisti che l’hanno fatta segregare nel campo di stermino di Auschwitz, per par- lare nella Giornata della Me- moria con 2400 studenti del- le Medie e delle Superiori di tutta la Lombardia. “A voi, miei nipoti ideali - ha detto - voglio insegnare la pace, l’a- more, la libertà.” Infine è ar- rivata pochi giorni fa (vedi a pag. 2) sempre a Niguarda Laura Boldrini, battagliera presidente dalla Camera dei Deputati, la quale davanti al grande murales su Niguar- da Antifascista di via Majo- rana ha lanciato con fermez- za un appello a sciogliere i gruppi neofascisti, come im- pone la nostra Costi- tuzione nata dalla Resistenza. (disegno di Gero Urso) GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLA Redazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 64 del 8 febbraio 1997. Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi). (disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30) “Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online) 32.000 COPIE DISTRIBUITE pag. 3 Solo su zonanove.com • I disegni e i filmati dei partecipanti al corso di fumetti • Le foto della mostra “La macchina dei sogni” all’Hangar • Alternanza Scuola-lavoro: i testi degli articoli scritti dagli studenti del Cremona durante lo stage con “Zona Nove” • Piazzale Archinto: come lo vorrebbero i bambini • Lo Zodiaco di marzo di Anna Maria Indino • Direttore Sanitario: dr. Gabriella Cataldo Corà CENTRO ANTISTRESS: dolci momenti per rilassare mente e corpo CENTRO ESTETICO: per prendersi cura del tuo corpo ATTIVITÀ COLLETTIVA: PILATES - YOGA CORSI DI NUOTO PER BAMBINI E ADULTI FISIOTERAPIA ONDE D’URTO TECAR AGOPUNTURA Se vuoi aiutare il tuo giornale per i tuoi acquisti preferisci i nostri inserzionist i Per la vostra pubblicità su questo giornale telefonate a Flaviano Sandonà Tel/Fax/Segr. 02/39662281 Cell. 335.1348840 Laboratorio grafico SERVIZI SOLUZIONI GRAFICHE SU MISURA Progettazione grafica, impaginazione giornali, libri e riviste B iglietti da visita L ocandine Calendari personalizzati Opuscoli Cataloghi Volantini Via Val Maira 4 (Mi), tel. 02/39662281 e-mail:[email protected] (TP-Renato Sarli) RUGBY A 4 RUOTE Ragazzi pag. 12 con le palle!

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Lo scorso 7 febbraio il Seveso è stato protagonista di uno spettacolare fenomeno cromatico.Dove scorre a cielo aperto, cioè tra Lentate a Cusano, si presentava di un intenso colore azzurro.In proposito si sono fatte le più varie supposizioni. I pescatori della vignetta di Gero Ursohanno per esempio sperato che si trattasse di un’invasione di pesci azzurri. Ma non era così.La causa, come al solito, era stata la rottura del tubo di scarico di una fabbrica di vernici.Menomale che l’impatto ambientale non è stato grave. Così, una volta tanto ci siamo goduti

il Seveso come fosse la Scarioni e non come la solita fogna.

FEBBRAIO 2018 bisAnno 25 - n. 262

Direttore: Luigi Allori. Redazione: Clara Amodeo, Giovanni Beduschi (vignettista), Franco Bertoli, Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Primo Carpi, Valeria Casarotti, Roberta Coccoli, Beatrice Cora’, Riccardo Degregorio, TeresaGarofalo, Antonietta Gattuso, Sergio Ghittoni, Roberto Lana, Angelo Longhi, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Gero Urso. Collaboratori: Laura Albani, Valia Allori, Davide Casale, Stefano Bartolotta, Silvia Benna Rolandi, Maria PieraBremmi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Daniele Cazzaniga, Augusto Cominazzini, Luca Corbellari, Silvia Cravero, Ivan Crippa, Silvia Faggiano, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Luigi Luce, SergioMaestri, Valeria Malvicini, Franco Massaro, Giorgio Meliesi, Michele Michelino, Luigi Muzzi, Pamela Napoletano, Stefano Parisi, Antonio Pizzinato, Giovanni Poletti, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer,Vittorio Sardo, Fabrizio Ternelli, Dario Vercesi, Norman Zoia. Presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”: Andrea Bina. Pubblicità: Flaviano Sandonà (tel. 02/39662281). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).

FURTI E TRUFFE

Come pag. 6difendersi

ELEZIONI

Una guida pag. 2al voto

VASCA AL PARCO

Bresso ricorre pag. 3in Cassazione

PERIFERIE

Va avanti il piano pag. 4per la nostra zona

VIA GIUDITTA PASTA

Pericolo pag 4per i pedoni

FESTA DELLA DONNA

Jane Austen pag. 9e Rosa Genoni

ISOLA

Piazzale Archinto pag. 8si rinnova

Laura Boldrini a Niguarda: “Sciogliamo i gruppi fascisti”

Non c’è soltanto il Danubio blu

Anche il Seveso una volta tanto diventa celestialeDonne formidabili

In occasione della ricorrenzadell’8 marzo ci fa piacere ri-

cordare che in questo ultimoperiodo la nostra zona è stataonorata dalla presenza impe-gnata di tre donne formidabili,dimostrazione vivente di comeil gentil sesso sia altrettanto ca-pace degli uomini ad affronta-re e risolvere i più impegnativiproblemi sociopolitici. Primadi tutto è venuta a NiguardaRosy Bindi, l’appassionata pre-sidente della Commissione Par-lamentare di inchiesta sul feno-meno delle mafie e sulle altreassociazioni criminali, per fareun bilancio della propria diffi-cile attività; per avvertire che lamafia non è più solo un perico-lo in certe zone dl Sud ma lo èanche nel Nord, anche vicino acasa nostra; e per sollecitare lapartecipazione dei cittadini al-la lotta contro la mafia conidee e proposte concrete. Poi èvenuta al Teatro degli Arcim-boldi la lucida 88enne LilianaSegre, appena nominata sena-trice a vita dal Presidente Mat-tarella per i suoi meriti antifa-scisti e antinazisti che l’hannofatta segregare nel campo distermino di Auschwitz, per par-lare nella Giornata della Me-moria con 2400 studenti del-le Medie e delle Superiori ditutta la Lombardia. “A voi,miei nipoti ideali - ha detto -voglio insegnare la pace, l’a-more, la libertà.” Infine è ar-rivata pochi giorni fa (vedi apag. 2) sempre a NiguardaLaura Boldrini, battaglierapresidente dalla Camera deiDeputati, la quale davanti algrande murales su Niguar-da Antifascista di via Majo-rana ha lanciato con fermez-za un appello a sciogliere igruppi neofascisti, come im-pone la nostra Costi-tuzione nata dallaResistenza.

(disegno di Gero Urso)

GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA - PRATOCENTENARO - ISOLARedazione: via Val Maira 4 (Mi), tel./fax 02/39662281, e-mail: [email protected] - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 64 del 8 febbraio 1997.

Editore: Associazione Amici di “Zona Nove” - via Val Maira 4, Milano - Stampa: Litosud s.r.l. via A. Moro, 2, Pessano con Bornago (Mi).

(disegno di Sergio Bernasconi: Niguarda anni ‘30)

“Zona Nove” è su www.niguarda.eu (archivio) e su www.zonanove.com (giornale online)

32.000 COPIE DISTRIBUITE

pag. 3

Solo su zonanove.com• I disegni e i filmati dei partecipanti al corso di fumetti • Le foto della mostra “La macchinadei sogni” all’Hangar • Alternanza Scuola-lavoro: i testi degli articoli scritti dagli studenti

del Cremona durante lo stage con “Zona Nove” • Piazzale Archinto: come lo vorrebbero i bambini• Lo Zodiaco di marzo di Anna Maria Indino •

Direttore Sanitario: dr. Gabriella Cataldo

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RUGBY A 4 RUOTE

Ragazzi pag. 12con le palle!

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Tre alberi importanti

a cura di Beatrice Corà

CRONACA NERAa cura di Giorgio Meliesi

ATTUALITÀ

Scoperto un maxi deposito di bici rubatesul tetto di un capannone di viale Fulvio Testi

Laura Boldrini a Niguarda davanti al murale dei partigiani“Tutti i gruppi neofascisti vanno immediatamente sciolti”

Ecco come si vota per le elezioni del 4 marzoAngelo Longhi.

Un piccolo ulivo è stato pian-tato il 14 dicembre scorso neigiardini antistanti la Casadella Memoria e il BoscoVerticale (foto 1). L’iniziativadel Municipio 9 è in memoriadei caduti nell’adempimentodel loro dovere. L’ulivo provie-ne da Tzora, foresta israelia-na, dove, in settembre, sonostati piantati 27 alberi in me-moria dei giudici italiani vit-time della mafia e del terrori-smo. L’altro albero (un aran-cio) si trova in via Val Cis-mon 4 e rallegra con i suoifrutti di gennaio (foto 2).Infine, la quercia di largoRapallo che, assieme ad altrialberi, è stata potata a doveree con maestria per essere an-cora tra noi del quartiere e vi-vere ancora a lungo (foto 3)

3

1

2

“Sciogliere i movimenti fascisti”. Lo ha detto per la prima voltaun’alta carica dello Stato, la presidente della Camera Laura

Boldrini, che nel pomeriggio del 18 febbraio è stata a Niguarda, il luo-go dove è iniziata la battaglia di Liberazione contro il regime nazifa-scista. Di fronte all’imponente e bel murales (“Niguarda antifascista”)di via Majorana - dedicato dall’Anpi locale alla partigiana Gina Ga-leotti Bianchi (uccisa il 24 aprile 1945) e ridipinto dopo essere statopiù volte imbrattato con svastiche croci celtiche e scritte inneggiantia Forza Nuova - Boldrini non ha usato giri di parole: “I gruppi che siispirano al fascismo vanno sciolti. Non c’è posto per loro nel nostroPaese, nella nostra Repubblica che è antifascista”. In merito ha scritto “Repubblica”: “Non è la prima volta cheBoldrini prende posizione sul tema dei rigurgiti neofascisti:per questo la candidata di Liberi e Uguali è stata fatta ogget-to di attacchi personali, soprattutto sul web. Ma non si era maispinta a chiedere pubblicamente provvedimenti per lo sciogli-mento dei gruppi. “Ci tenevo a affermare questo concetto qui,nel luogo che rappresenta la forza della città di Milano nei con-fronti del fascismo”. (L.L.)

Due schede, una rosa per la Camera, l’altra gialla per ilSenato (per chi ha compiuto 25 anni). Non è possibile

votare in modo disgiunto. In Lombardia se ne aggiunge unaterza, verde, per l’elezione del consiglio regionale. Si vota do-menica 4 marzo dalle 7 alle 23.Andremo alle urne con il nuovo sistema elettorale (il Rosatellumbis), che prevede una quota di maggioritario e una di proporzionale.Alla Camera 232 seggi saranno ripartiti tramite collegi uninomina-li (un collegio=un seggio, in ogni collegio vince il candidato che pren-de più voti), mentre 386 seggi saranno suddivisi proporzionalmentefra i candidati della lista (o coalizione di liste) che avranno ottenutopiù voti, in ordine dal primo all’ultimo. I restanti 12 seggi apparten-gono alla circoscrizione estera. Al Senato 101 seggi saranno scelticon sistema maggioritario, 193 con proporzionale. Sei i seggi dellacircoscrizione estero, uno per la Valle D’Aosta, sei per il Trentino.• Come si vota per la Camera e il Senato Importante: il vo-to al candidato uninominale e il voto di lista sono collegati; nonè possibile votare in modo disgiunto, cioè votare una determi-nata lista e il candidato del maggioritario associato a un’altralista. In questo caso la scheda verrebbe annullata. Voto valido: 1) mettere la X solo sul candidato del collegio, il voto va au-tomaticamente anche alla lista corrispondente per la quotaproporzionale (non ci sono le preferenze).2) mettere la X su uno dei simboli di lista della coalizione, ilvoto va automaticamente anche al candidato del collegio

uninominale di quella coalizione.3) fare un segno su entrambi sia sul candidato che su unodei simboli di lista della coalizione. Non è possibile esprimere singole preferenze sui candidati di lista.• Come si vota per l’elezione del governatore e delconsiglio regionale lombardo È eletto il candidato gover-natore che ottiene più voti. Non è previsto alcun ballottag-gio, il territorio della regione è diviso in tanti collegi quantesono le province. In ogni collegio sono presenti i candidatigovernatori con la lista (o le liste coalizzate) dei candidaticonsiglieri regionali che li appoggiano. Accanto ai nomi deicandidati governatori sono racchiusi i simboli (o il simbolo)delle liste (o della lista) che li appoggiano. Voto valido:1) mettere la X sul solo candidato governatore (nel caso ilvoto non si estende alle liste collegate);2) mettere la X per il candidato governatore e una lista collegata. 3) mettere la X solo per una lista (ma il voto si estende ancheal candidato governatore collegato). Come per la elezione deisindaci, è possibile votare per un candidato governatore e peruna lista che appoggia un altro candidato governatore: si trat-ta del cosiddetto voto disgiunto, la scheda è valida.Ps. Se volete che il candidato governatore venga anche elet-to come consigliere dovete scriverlo tra le preferenze. Lepreferenze possono essere al massimo due. In questo casodevono essere miste, un uomo e una donna

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Un gigantesco deposito di biciclette rubate (tre le 300 e le400 comprendenti bici nuove, di poco valore, ma anche da

corsa e da cross) è stato scoperto il 7 febbraio sul tetto di un ca-pannone della fabbrica dismessa Trafo, sita in viale FulvioTesti in territorio di Cinisello Balsamo.A riportare la notizia è stato il sito internet di informazionemilanese “The Submarine”, che ha pubblicato anche due fotodel deposito non visibile da terra, scattate da un elicottero del-le forze dell’ordine.Il tetto del capannone della fabbrica, cui la proprietà aveva ab-battute le scale di accesso e quindi non facilmente accessibile,è stato usato dai ladri come deposito temporaneo grazie a unsistema di carrucole, in attesa di spostare o vendere le bici sulmercato nero. (Roberto Sarto)

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DEGRADO AMBIENTALE

Da quarantanniascolto la mia

collettività con passione

Se quello che ci apprestiamo a raccontare fosse successo in-vece che lo scorso 7 febbraio diciamo un secolo fa - quando

ancora il Seveso non era interrato - dal ponte di via Ornato ilfiume sarebbe apparso così, con le acque azzurre come sulloschermo di un film in technicolor. Invece, essendo oggi dallenostra parti il Seveso invisibile, quel giorno lo spettacolare fe-nomeno cromatico, veramente accaduto, era solo visibile neltratto di fiume a cielo aperto compreso tra Lentate e CusanoMilanino, così come qualche giorno prima si vedevano le stes-se acque colorate di rosso. La causa di tutto questo pirotecnicoeffetto? Hanno spiegato a Sud Seveso Servizi: “Dai tempestivisopralluoghi effettuati è stato possibile individuare la rotturadi una tubazione di una ditta produttrice di coloranti diSenna Comasco che ha provocato lo sversamento nel sistemafognario di un’ingente quantità di colorante reattivo (a baseblu) che, oltre a non poter essere trattata dal sistema di depu-razione esistente, comporta una spiccata percezione del coloreanche a diluizioni elevate. In ogni caso è stato possibile tam-ponare lo scarico eccezionale, limitando l’impatto ambientalesul corpo idrico superficiale”. (Luigi Luce)

Non c’è soltanto il Danubio bluAnche il Seveso una volta tanto diventa celestiale

Andrea Bina

Vasca al Parco NordBresso ricorrein Cassazione

Michele Cazzaniga

La vasca di lamina-zione delle acque

del Seveso prevista alParco Nord, su territo-rio del Comune di Mi-lano ma di fatto sottole case degli abitantidei condomini di viaPapa Giovanni XXIII a

Bresso, proprio non va giù all’Amministrazione Comuna-le di Bresso, sia dalla maggioranza che dalla minoranzasenza distinzione alcuna.Come anticipato sullo scorso numero del giornale siamoora in grado di dare l’ufficialità. Sul sito istituzionale delcomune bressese è apparso un comunicato:“Il Consiglio Comunale, in data 29 gennaio 2018, ha ap-provato all’unanimità l’ordine del giorno chiedendo alSindaco e alla Giunta di proseguire nella messa in campodi tutte le iniziative necessarie contro la realizzazionedella vasca di laminazione prevista dal Comune di Mila-no, in area confinante con il quartiere Papa Giovanni diBresso, per la tutela dei cittadini e in difesa del ParcoNord. Il Consiglio Comunale ha chiesto inoltre alla Giun-ta di autorizzare il Sindaco a ricorrere in Cassazione av-verso la sentenza Superiore delle Acque Pubbliche che harespinto il ricorso promosso dal Comune di Bresso controla Regione Lombardia, il Comune di Milano, l’Aipo, laPresidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero del-l’Ambiente avente ad oggetto la realizzazione delle va-sche di laminazione del torrente Seveso.”

Perché parliamo molto del Comune e poco del Municipio?Michele Cazzaniga

Il Seveso blu! Stentavamo a credere ai nostri occhi la matti-na del 7 febbraio scorso. Qualcuno di noi è anche daltonico e

quindi ha dato la colpa alla propria vista. Poi nel volgere diqualche ora le notizie ufficiali hanno fatto luce sul mistero etutto è rientrato nella “norma”. Norma che, è bene ribadirloper l’ennesima volta, si configura sotto forma di un corso d’ac-qua pesantemente inquinato, puzzolente e deturpato da centi-naia di scarichi abusivi. Stavolta però gli scarichi abusivi nonhanno alcuna responsabilità.Il Seveso è diventato blu per colpa di uno sversamento acciden-tale di un’azienda comasca. È stato infatti accertato che la colo-razione è imputabile alla rottura di un tubo che ha scaricato cir-ca 1000 litri di colorante blu utilizzato da un’azienda di SennaComasco operante nel settore della chimica per arti grafiche,stampa e fotografie. Il liquido si è riversato nella rete fognaria eda qui è giunto al depuratore di Carimate e poi, proseguendo ilsuo flusso nel Seveso nella provincia di Monza, è giunto fino aMilano. Va subito detto che i tecnici hanno da subito escluso ri-schi per la salute e la sicurezza dei cittadini. Questo ennesimoepisodio di inquinamento ha però riacceso la questione dellaqualità delle acque del fiume e della necessità di procedere auna profonda e inderogabile bonifica delle stesse.Emblematica la dichiarazione del Sindaco di Bresso Ugo Vec-chiarelli che, contestualmente alla richiesta inoltrata ad Arpaper fare verificare la qualità delle acque blu, ha ribadito su FB:“Il fiume blu. No, non stiamo parlando del Danubio, ma del Se-veso, che questa mattina ha cambiato improvvisamente colore.Ovviamente, non essendo in alta montagna e conoscendo moltobene la complessa storia dei continuo e reiterato inquinamentoda scarichi abusivi che da sempre tormenta lo scorrere del tor-rente, ci siamo subito attivati per segnalare e denunciare la co-sa agli organi competenti. È del tutto evidente che, come già piùvolte detto e scritto, non solo la vasca di laminazione nel ParcoNord non risolve il problema delle esondazione nei quartieri diMilano, ma appare evidente che prima di ogni altro intervento,vadano completamente eliminati gli scarichi abusivi, così comenoi Sindaci abbiamo sostenuto quando abbiamo sottoscritto “IlPatto per il Seveso”, il 18 febbraio 2017”.

Tanti cittadini ci scrivono perché parliamo poco del Municipio9 dedicando invece ampio spazio al Comune.

È vero, ma come mai? Provate a leggere gli articoli di quanto stafacendo Palazzo Marino e consultate il sito dell’Albo Pretorio do-ve sono pubblicate le delibere del Municipio 9. Certo non tutte leresponsabilità sono ascrivibili alla maggioranza che governa lanostra Istituzio-ne zonale. Parte di questo impasse è causata dal-la riforma del decentramento, che ha sì portato alla nascita deiMunicipi, ma che non è stata ancora attuata. Ma in questa si-tuazione, che coinvolge tutti i Mu-nicipi milanesi, il nostro ci pa-re si stia distinguendo in modo particolare. E non è un compli-mento. Un esempio di tutto ciò, recentissimo e su cui siamo par-ticolarmente sensibili visto che in passato è stato uno dei fiori al-l’occhiello di “Zona Nove”, ci è stato fornito dai dati recuperatisul portale del Municipio, da consiglieri di opposizione e dai cit-tadini che hanno seguito la vicenda sui social. Parliamo di quanto accaduto in occasione del Carnevale. IlComu-ne ha messo a disposizione di ciascun Municipio 7000euro per questa occasione. Anziché fare un bando come accadu-to in altri Muni-cipi, anche guidati dal centrodestra, la Giuntaguidata dal presidente Giuseppe Lardieri ha optato per l’asse-gnazione diretta di questo servizio. Risulterebbe che i primigiorni di febbraio - a ridosso del Carnevale - siano state invia-te tredici lettere ad altrettante associazioni con la richiesta diorganizzare i festeggiamenti nei diversi quartieri. Nessuna as-sociazione ha risposto, forse a causa delle tempistiche ridotte ecosì gli uffici del Municipio si sono visti costretti a individua-re all’ultimo secondo una società idonea. Risultato? Sono stati

spesi 5917 euro per due soli spettacoli in Bovisasca e Bruzzano.Niguarda, Pratocentenaro e Bicocca sono stati abbandonati aloro stessi. Forse che non fanno parte della zona 9 o sono abita-ti da cittadini di serie B? Bei tempi quando c’era la sfilata dicarri, organizzata da “Zona Nove”! Ma non è tutto. Qualcuno èandato a spulciare le ultime delibere di Giunta ed è rimasto sor-preso: 20.000 euro assegnati il 18 dicembre 2017 alla Bandad’Affori, che aveva presentato la domanda il 22 novembre! Una ri-chiesta anomala, se pensiamo alla cifra media dei contributi asse-gnati alle tante associazioni che da anni lavorano sul territorio.Soldi arrivati in Municipio solo in un secondo tempo, grazie a unemendamento presentato da Forza Italia in Consiglio Comunaledurante la discussione sul bilancio. Cifra significativa, se pensia-mo che in tutto il 2017 l’assessore alla Cultura e Ambiente del Mu-nicipio 9 ha avuto a disposizione circa 35 mila euro di contributida assegnare alle realtà del nostro territorio e l’assessore alloSport ha potuto disporre di circa 19 mila euro. Una delibera dispesa su cui peraltro, leggendo l’albo pretorio, si scopre che l’asses-sore all’Educazione e Politiche Sociali si è astenuta, a nostro avvi-so manifestando il dissenso rispetto a quanto approvato dagli al-tri tre componenti della Giunta.Due episodi, sui tanti che ci sono stati segnalati, che evidenzianouna gestione confusa del nostro Municipio. La cosa più grave, anostro avviso, è che l’Istituzione di via Guerzoni sta progressiva-mente rinunciando a dialogare con le tante realtà aggregative eassociative, isolandosi sempre più quasi fosse un fortino avulsodal mondo circostante. Ci stiamo sbagliando? Attendiamo le even-tuali repliche dei diretti interessati.

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A che punto siamo con le opere di riqualificazione della nostra zonapreviste dal piano comunale per le periferie milanesi?

Intervista esclusiva a Mirko Mazzali, delegato del Sindaco alle PeriferieAndrea Bina

Metrotramvia 7: prolungatafino al Quartiere Adriano

Michele Cazzaniga

Attenzione, pericolo per i pedoni!In via G. Pasta non c’è marciapiede

Giorgio Meliesi

Ex Item: una fabbrica dismessache va difesa dal degrado

Mirko Mazzali, oltre adessere il presidente del

Consiglio di Municipio 1, leiè anche il Delegato del Sin-daco alle Periferie. Ci spiegal’importanza del ruolo che leha assegnato il sindaco Bep-pe Sala e su quali tematichesi svolge principalmente lasua attività?La delega sulle periferie fa capodirettamente al sindaco; io sonoil suo delegato cioè colui che,per semplificare, lo aiuta inquella che ha definito una sua

“ossessione”. Vi è poi la direzione periferie che è l’organo tecni-co che fa capo alla direzione generale del Comune. Ovviamentedelle periferie si occupano anche quasi tutti gli assessori in re-lazione alle loro competenze.Riqualificare fisicamente e socialmente le periferie, pertroppi decenni dimenticate dalle Giunte di Palazzo Ma-rino, è quasi una missione. Perché? Quali risorse sonostate messe in campo? Perché va detto subito che senzafinanziamenti non si va lontano.Occuparsi di periferie vuole dire occuparsi della attuazione delpiano periferie, ma ovviamente non tralasciando tutte le proble-matiche di queste zone, che sono fra di loro molto diverse peresigenze e problematiche. Per esempio in Gallaratese abbiamo,divise da poche decine di metri, Via Bolla, luogo tristemente no-to per il degrado delle abitazioni Aler, e Via Appennini, con casenuove appena consegnate e luoghi di socialità. I soldi stanziati

per la parte di manutenzione straordinaria ammontano a più di300 milioni di euro, che è il più grosso intervento di una città ita-liana dal dopoguerra sulla questione periferie. Si tratta di inve-stimenti per manutenzione straordinaria di case Erp e per rea-lizzare il piano “zero case sfitte”, ristrutturando ed assegnandole case di edilizia popolare. Sappiamo che mettere mano sia alla riqualificazione eristrutturazione degli edifici pubblici, residenziali enon, delle aree pubbliche e delle strade sia ai progettidi socializzazione, inclusione e integrazione, richiedetempo e trasparenza nelle procedure. Molto spesso sen-tiamo dire che poco o nulla e stato fatto. Ci vuole spie-gare come stanno realmente le cose e quali risultati so-no già stati ottenuti?Chi dice che poco o nulla è stato fatto sbaglia. Certo nessuno hala bacchetta magica. Nell’investire soldi pubblici occorre rispet-tare criteri di trasparenza e di l’efficienza, quindi si deve passa-re attraverso appalti, procedure complesse che necessitano ditempi, ma c’è un cronoprogramma con luoghi e tempi, niente èlasciato al caso. Questo sulla parte “hardware”. Sulla parte co-siddetta “software”, cioè quella che concerne la coesione sociale,l’integrazione, tutto quello che ha come scopo il rendere più bel-li e vivibili i quartieri, si è concluso nei mesi scorsi il bando pe-riferie, di 540.000 euro, che ha dato l’opportunità ad associazio-ni e cittadini di sperimentare e attuare forme che contribuiran-no a cercare di cambiare le periferie.Veniamo nello specifico alla nostra zona: cosa è già statoapprovato e quando vedrà la luce? Noi a titolo esemplifi-cativo nei mesi scorsi abbiamo citato alcuni grossi pro-getti riguardanti la riqualificazione di quartieri popola-ri, costruzione di nuovi edifici scolastici e importanti li-

nee di trasporto pubblico. Siamo convinti che però ci siamolto altro che bolle in pentola.Per quanto riguarda il Municipio 9, che come saprete è uno dei 5ambiti prioritari del Piano Periferia, l’intervento più importante èquello di manutenzione straordinaria della case Erp di Via Villa-ni-Giuffrè, che partirà in questi giorni, intervento atteso da anni.Chi è stato in quegli stabili è perfettamente a conoscenza dellanecessità di interventi di manutenzione straordinaria che riguar-dano la parte esterna degli immobili, i tetti, ma anche le cantinela parte dei box. Si è concluso il bando per la riqualificazione de-gli impianti sportivi di Via Murat, si sono conclusi i lavori per ilTeatro dei bambini di Via Bovio, questo solo per ricordare alcuniinterventi. Nel vostro Municipio c’è poi il progetto per la riqualifi-cazione della ex caserma Mameli che, quando sarà attuato, daràimpulso a quella zona con l'apertura di spazi per il quartiere. Mal’attività c.d. ordinaria degli assessori nel vostro Municipio e an-che negli altri è comunque proseguita, con tutti quegli interventiche anche negli anni passati hanno contribuito a cercare di mi-gliorare la vivibilità di quelle zone.Realisticamente alla fine del mandato della Giunta Salaquanto saranno diverse le periferie della nostra metropoli?Come cambieranno le periferia alla fine del mandato e se il la-voro fatto sarà stato buono ce lo diranno gli elettori e la genteche vi abita. Quello che si può già dire comunque è che averemesso quei quartieri al centro dell’attività del Sindaco ha fattosì che più soggetti, istituzionali e privati, iniziassero ad occupar-sene come priorità. Questo ha significato elaborazione di idee, diprogetti e messa a disposizione di fondi. Vuol dire intercettarefondi Europei, fondi governativi, fondi di fondazioni private, per-ché le buone idee nella pubblica amministrazione camminanosulle gambe delle disponibilità economiche.

Non riguarda direttamente i nostri quar-tieri quanto deciso a metà febbraio dal-

le Giunta Sala ma i benefici di questi inve-stimenti li sentiremo anche noi.Ad ogni chilometro di trasporto pubblico lo-cale messo a disposizione dei cittadini e deipendolari corrisponde un’autovettura inmeno che soffoca le nostre strade, con l’e-norme sollievo dei nostri polmoni.Dopo un lungo e complesso iter è stato ap-provato il progetto definitivo, realizzato daMm spa, per il prolungamento della metro-tramvia 7 da Precotto ad Anassagora-Quar-tiere Adriano-Lotto 2 il cui importo stimatoè di circa 15.820.000 euro e la cui entrata inesercizio è fissata per il 2021.Oltre al prolungamento della linea 7 i lavo-

ri approvati prevedono la realizzazione diuna pista ciclabile, la sistemazione degli in-croci di via Tremelloni con via Anassagora,via Ponte Nuovo e la realizzazione di unanello stradale per migliorare la circolazio-ne complessiva. Contemporaneamente ver-rà effettuata la bonifica del terreni sotto-stanti ove previsto.Quanto abbiamo esposto sopra si inseriscenel più ampio intervento di riqualificazioneurbana del Quartiere Adriano finanziatodal Governo con 18 milioni di euro dei qua-li 7,9 destinati al prolungamento della lineasu ferro costituendo così la metà dei costi.Mentre l’altra metà è finanziata dal Comu-ne di Milano che si occupa interamente an-che delle necessarie bonifiche.

L’allarme era già stato dato nel maggio del2012, in occasione della venuta dell’alloraPapa Benedetto XVI al Parco Nord: c’era dasgomberare e ripulire una ex fabbrica proprioall’interno del Parco Nord, ormai occupata daanni da barboni, poveri e senza casa.Stiamo parlando della ex Item, produttrice unavolta di impalcature tubolari e lamiere, e ormaiabbandonata e fatiscente. Si trova nel cuore delParco nei pressi del velodromo e di un laghet-to, a pochi passi dal benzinaio di Via Clerici, alconfine con Bresso.È della primavera di due anni fa l’incendio do-loso divampato nell’area (vedi foto sotto), perdomare il quale i vigili del fuoco avevano dovu-to rimuovere i lucchetti d’accesso, lasciando poii cancelli aperti. Ora, per entrare basta sposta-

re una lamiera, ci si trova in uno spazio apertoche appare come una discarica: agli angoli sonoammassati giacigli, stracci e vecchi mobili, conevidenti tracce di bivacchi. Ma ora forse si muo-ve qualcosa.Il Comune di Bresso ha infatti richiesto un so-pralluogo presso la struttura da parte delComando della Polizia Locale. Così il 9 gennaioscorso, i vigili hanno documentato diversi var-chi aperti nella recinzione lungo il perimetro,rifiuti, lastre in amianto, e alcuni poveracci inbivacco, che sono stati allontanati. Dopodiché ilsindaco di Bresso ha predisposto un’ordinanzacomunale, ora al vaglio della Prefettura di Mi-lano, da notificare alla proprietà per la messain sicurezza della struttura e per garantire lasua pulizia. (Roberta Coccoli)

La via Giuditta Pasta collega Bruzzano a Ni-guarda ed è percorsa quotidianamente da

molti pedoni che, a piedi o in bicicletta, e maga-ri con bambini al seguito, sono diretti al ParcoNord, alle scuole di Niguarda, alla metropolita-na di Affori, ai campi sportivi, all’Interello.Potrebbe essere una bella passeggiata nel ver-de ma non è così perché la strada, a doppio sen-so, è quasi del tutto priva di marciapiedi, percui chi la percorre è a diretto e pericoloso con-

tatto con auto, moto e persino camion, che fral’altro spesso non rispettano i limiti di velo-cità. Il Municipio 9 ha per questo approvatonei giorni scorsi una delibera in cui si proponela posa di dissuasori di velocità lungo la stra-da, la realizzazione di marciapiedi, e la messain funzione di telecamere che consentano diindividuare eventuali pirati della strada equanti abbandonano macerie e rifiuti ai mar-gini della carreggiata.

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All’Isola buona e bella vita per Piazzale Carlo ArchintoStretto tra bisogno di sicurezza e movida, il quartiere punta sul rinnovamento

Intervista a Vanessa Senesi, consigliera del Municipio 9, isolana, testimone attiva della richiesta di ristrutturazione fatta all’inizio del 2016.

Primo Carpi

LA ONA IN CORSO D’OPERA/2

Ainizio mese, l’assessore all’Arredo Urbano, Pierfrancesco Maran,ha consegnato al Municipio 9 la proposta per riqualificare Piazzale

Archinto, una delle due piazze del quartiere Isola. L’altra, come è noto,è piazza Minniti. Si apre ora l’iter delle presentazioni del progetto aicittadini. Già se ne è avuto un anticipo lunedì 19 in Municipio con unasessione della Commissione Territorio, condivisa da tanti cittadini, e il7 marzo, alle 21, presso il Salone 1 Maggio di via Sebenico, ci sarà un’as-semblea pubblica promossa da Comitato Isola e Associazione GenitoriConfalonieri dove saranno presenti l’assessore Maran e il presidentedel Municipio 9 Giuseppe Lardieri. La Giunta ha comunque mantenu-to un impegno dello scorso mandato con il precedente Consiglio di Zonache aveva denunciato il progressivo degrado del piazzale, ad alta fre-quenza diurna di cittadini e di bambini della vicina scuola Dal Vermedurante il giorno, ma poi invaso da una movida notturna spesso irri-spettosa di ambiente e di residenti. Al tempo stesso quella dell’assesso-re è azione coerente con la politica abitativa del Comune che vuole fa-re, delle piazze riqualificate, luogo centrale dei quartieri e punti di par-tenza per la rinascita di intere zone.Piazzale Carlo Archinto (architetto vissuto a Milano a cavallo tra il1600 ed i 1700 e noto per lo splendido palazzo omonimo di via Olmetto)sorge a fine Ottocento sui resti del cimitero della Mojazza, l’antichissi-mo cimitero fuori le mura cancellato dalle riforme napoleoniche.Posto al centro del quartiere, rettangolare e alberato, presenta due lar-ghi marciapiedi ai lati con accenni di aiuole con cordolo alzato di cin-quanta centimetri. Al centro è solcato da una strada a doppia corsia cheprosegue la vie Pollaiuolo e Carmagnola. Ai lati della carreggiabile sitrovano ora i parcheggi a pettine. Nel progetto presentato dall’assessore Maran (vedi foto) l’idea di base,è “incrementare di molto la fruibilità pedonale, la riduzione della stra-da ad unica corsia a senso unico spostata di lato, il collegamento con laviabilità a Zona 30 prevista nel quartiere, la realizzazione di un ampiodissuasore rialzato davanti alla scuola. Inoltre, nuova pavimentazionein pietra, aiuole meglio distribuite, area verde allargata fino a 700 me-

tri quadri, oltre ad un’area giochi di 150 metri quadri. 15 panchine”. Sul percorso che ha guidato la scorsa consigliatura di Zona 9 a pro-posito di piazzale Archinto, abbiamo intervistato Vanessa Senesi,isolana, consigliera di Municipio e allora presidente della Commis-sione Cultura, anima assieme alla commissione Ambiente e Terri-torio, della delibera del Consiglio che a inizio 2016 chiedeva alComune “di proporre un progetto di riqualificazione della piazza edi avviare parallelamente un processo di sensibilizzazione con icommerciati per la sua vivibilità e pulizia”. Vanessa Senesi premette che “Piazzale Archinto ben rappresenta lospecchio di quello che vive oggi questo quartiere”. La piazza ha infatti

un’anima più dimessa durante le ore diurne, vissuta dagli abitanti edalle famiglie, e la sua vicinanza alla scuola primaria di via DalVerme la rende luogo privilegiato di incontro e gioco dei bambini. Lasera essa diventa invece luogo di movida, si riempie di giovani prove-nienti anche da fuori città. E la convivenza tra queste due realtà nonè sempre ottimale, soprattutto in questi ultimi anni. L’attuale confor-mazione della piazza prevede, tra l’altro, un uso promiscuo tra la zo-na verde e la piccola zona giochi, che si è dimostrato negli anni a dirpoco scarsamente vivibile, mettendo a rischio addirittura la sicurez-za dei bambini. Zona giochi, area verde, resto della piazza, sono diven-tati ricettacolo di sporcizia, vetri e rifiuti vari, a causa dell’inciviltà dialcuni avventori nelle ore notturne.“Negli ultimi anni - continua Senesi - molti genitori, famiglie, abi-tanti e realtà del quartiere hanno fatto presente queste criticità.La piazza tra l’altro è stata spesso sede di feste e manifestazioniludiche e sportive organizzate con passione dai volontari dell’As-sociazioni Genitori Confalonieri.Grazie all’Associazione Genitori nel 2016 abbiamo promosso un con-corso in cui i bambini della scuola primaria hanno creato bellissimi car-telli in cui chiedevano più rispetto per un luogo che sentivano “loro” eche volevano più pulito e sicuro (vedi zonanove.com). Grazie al lavo-ro congiunto tra Commissione Cultura e Commissione Ambiente eTerritorio, arriva la delibera del Cdz di inizio 2016.”Vedremo ora cosa pensano i cittadini del progetto presentatodall’Assessorato e il parere del Municipio, “Io mi auguro, - aggiungeSenesi - che la piazza riqualificata possa essere ‘dedicata’ a bambini eragazzi, pensando per esempio ad un ampliamento della zona giochiattualmente prevista in fase di progetto. L’intervento urbanistico comeè ovvio, non esaurisce i problemi di vivibilità e sicurezza. Vanno ricer-cate soluzioni di concerto con l’Amministrazione di reciproca conviven-za tra abitanti, fruitori della movida serale e gestori dei locali presentinella piazza, potenziati controlli della Polizia Locale nel quartiere inorario serale e affrontato il problema strutturale dei parcheggi”.

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SICURE A

I reati diminuiscono ma non si può abbassare la guardiaSpecie riguardo ai furti in appartamento e alle truffe agli anziani

I consigli del maresciallo Raffaele Vitale, comandante della Stazione dei Carabinieri di viale Fulvio Testi 119.

Amianto: finalmente una sentenza a favore delle vittimeCondannati i dirigenti della Centrale Enel di Chivasso

Assieme al Maresciallo Raffaele Vitale, comandante della Sta-zione dei Carabinieri Milano-Greco di viale Fulvio Testi, fac-

ciamo un bilancio dell’andamento della criminalità nella nostrazona, in modo da dare consigli appropriati su come ci si può inogni caso difendere dalla delinquenza.Per capire quale sia realmente la situazione prima di tutto pren-diamo atto dei dati forniti lo scorso ottobre dal dipartimento perla Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, riferiti ai delittidenunciati nel 2016. A livello nazionale rispetto al 2015 si regi-stra un calo dei reati del 7,4%. Diminuiscono quasi tutte le tipo-logie di illeciti - scippi, borseggi, effrazioni - ad eccezione delletruffe e delle frodi informatiche (che crescono del 4,5%) e dei casidi usura (+9%). Similmente la provincia di Milano registra nel2016 un calo di reati del 3% rispetto al 2015.E anche la nostra zona nel 2016 possiamo dire che abbia segui-to questa tendenza, anche se non ci sono dati precisi se si eccet-tua la nostra tabellina mensile “Il Termometro della Criminali-tà”, concordata con la stessa Stazione dei Carabinieri del Mare-sciallo Raffaele Vitale.Nonostante tale diminuzione dei reati, però, sembra che anche nel-la nostra zona i cittadini avvertano un senso di insicurezza. Negliultimi mesi la nostra zona è stata segnata da crimini violenti com-messi all’interno dei parchi. Molti cittadini ci segnalano ormai daoltre 10 anni il degrado in viale Fulvio Testi e in viale Sarca dovu-to all’esercizio indisturbato della prostituzione: dalle 22 alle 5 delmattino si registrano schiamazzi, fermate brusche di veicoli, colpidi clacson e litigi ad alta voce. Alla mattina sul marciapiede resta-no preservativi, fazzoletti, lattine e vetri rotti.

Come si cerca di gestire questa situazione? Con l’aiuto del Ma-resciallo Vitale esaminiamo il problema della sicurezza degli an-ziani nei nostri quartieri.Nella nostra zona non sono rari alcuni fenomeni criminaliparticolarmente odiosi come i furti in appartamento e letruffe a danno degli anziani. Cosa si può fare per aumentareil “senso della sicurezza” a vantaggio di tutti?Accade spesso che in previsione di un furto in appartamento i ladri

effettuino dei sopralluoghi e che si siano già introdotti all’internodel condominio senza che nessuno, pur avendo notato delle perso-ne “sospette” (spesso ci viene riferito in sede di denuncia), ne ab-bia segnalato la presenza.Ebbene, in tali situazioni si può fare una scelta ovvero chiedere al-la persona estranea: “Posso esserle d’aiuto?” Oppure si puù chia-mare il 112 segnalando la cosa. In un caso o nell’altro, al male in-tenzionato si darà il segnale che non è passato inosservato e checi si è accorti di lui. Inoltre si può comunicare ai condomini attra-verso un avviso affisso in bacheca che sono state notate delle per-sone sospette ovvero che si è verificato un furto in modo tale daaumentare il livello di attenzione. In ogni caso accendere le luci incasa all’imbrunire o lasciarle accese quando si esce di casa, pre-stare maggiore attenzione nei week end e nei periodi vacanzieri,chiamare il 112 se si sente suonare un allarme.Come invece si può fare per prevenire le truffe a dannodegli anziani?Per quanto riguarda invece le truffe in danno delle persone anziane(truffa del falso nipote, del falso avvocato, del falso Carabiniere) i consi-gli sono non far entrare nessun estraneo in casa, non dare informazio-ni personali a nessuno, non consegnare denaro/oggetti a nessuno, ma-nifestare l’intenzione e/o contattare il 112 in caso di sospetti, condivide-re quanto è accaduto con gli altri condomini. In definitiva credo che permigliorare concretamente la sicurezza e non solo la sua “percezione”,sia fondamentale “fare presidio”, che è di sicuro un compito delle Forzedell’Ordine, ma che parte innanzitutto da ogni cittadino perché senzale segnalazioni dei cittadini, la prevenzione e la repressione dei criminidiventano ulteriormente complesse. (Lorenzo Meyer)

Finalmente una sentenza importante, in controtendenza ri-spetto alle ultime sul tema amianto della magistratura mila-

nese e non solo, che avrà ripercussioni anche sui processi ancoraaperti al Tribunale di Milano.Le tesi delle difese dei manageri imputati, che ultimamente hanno por-tato a molte assoluzioni, erano state finora accolte dai giudici, diventan-do “verità giuridiche”. Tali tesi sostenevano non esserci relazione fra do-se e latenza (la latenza si riduce in ragione dell’aumento della dose) esoprattutto che non è possibile individuare il momento in cui viene in-dotto il mesotelioma (teoria dell’induzione). In altri termini, se non siconosce il momento d’inizio del mesotelioma non si può risalire alla re-sponsabilità; quindi secondo il principio che occorre giudicare al di so-pra di ogni ragionevole dubbio, si deve assolvere.Il 31 gennaio, invece, la sentenza della Cassazione (Sezione IIIPenale) riguardante i casi degli ex operai deceduti presso la

Centrale Enel di Chivasso, stabilisce una “verità giuridica” chesi avvicina molto a quella storica.Questa sentenza definitiva conferma, come vedremo subito, quello chele vittime, le loro associazioni e il mondo scientifico senza conflitto d’in-teressi da sempre sostengono sull’induzione. Finalmente l’induzione èstata letta correttamente alla luce del sapere scientifico condiviso e al-la luce della causalità. In questi giorni gli avvocati dei Comitati e delleAssociazioni stanno depositando in tutti i Tribunali della RepubblicaItaliana tale sentenza, che servirà nei procedimenti penali in corso perle morti da amianto per mesotelioma e tumori polmonari.In sintesi la Corte di Cassazione conferma la sentenza di Appello econdanna i dirigenti per la morte da mesotelioma degli operai diChivasso. Secondo la Suprema Corte “va, infatti, sottolineato che ilsuperamento, alla stregua della letteratura scientifica ormai conso-lidata, della teoria della cd. dose killer non può che comportare, sul

piano logico, l’adesione all’ipotesi scientifica, avente fondamentoepidemiologico, secondo cui l’aumento della esposizione produce ef-fetti nel periodo di induzione e di latenza.” La Corte di Cassazione, ripercorrendo quanto deciso in Appello, diceche “sotto un primo profilo, è stato osservato come secondo una legge dicopertura scientifica, di natura probabilistica, al protrarsi della esposi-zione ad amianto consegua l’aumento del rischio di mesotelioma o dialtri tumori polmonari, nel senso che nei confronti di un cospicuo nu-mero di soggetti tale esposizione determina una anticipazione del mo-mento dell’insorgenza della malattia (e, dunque, della morte), accele-randone la progressione e portando più rapidamente all’avvio del pe-riodo di latenza (teoria dell’effetto acceleratore, accolta in occasione del-la III Consensus Conference di Helsinki del 2015). In altre parole, an-che il mesotelioma pleurico, così come altre patologie asbesto correlate,sarebbe un’affezione dose-dipendente“. (Michele Michelino)

La Memoria, L’Isola, Don BussaPrimo Carpi

Carnevale a Niguarda

La tomba di Don Bussa al Sacro Volto arricchita con unalapide con dedica del Cardinal Martini.

Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, l’Isola che sa ricor-dare (L’Isola che c’è sempre) si è recata a rendere omag-gio alla tomba di Don Eugenio Bussa nella navata sini-stra del Sacro Volto. Presente una delegazione di AnpiIsola, l’Associazione Ex Allievi di Don Bussa con il suopresidente, Armando Forno, il presidente del Municipiodi Zona 9, Giuseppe Lardieri. “Nella sua colonia di Serina, nel bergamasco, questo sacer-dote milanese nascose molti figli di famiglie destinate alladeportazione”. Così lo ricorda l’Associazione dei suoi “ragaz-zi”. Una verità venuta alla luce casualmente e riconosciutanel 1990 con una delibera ufficiale e un albero nella forestadi Yatir, in Israele, dove sono ricordati i “Giusti fra gli appar-tenenti alle nazioni del mondo”. L’occasione per inaugurare ufficialmente anche una lapideposta in testa alla lastra commemorativa, come un cuscino,dopo la nuova sistemazione della navata a fine dicembrescorso. Riporta la commossa citazione-omaggio del CardinalMartini in occasione del ritorno della salma di Don Eugenionel suo Sacro Volto, il 12 aprile 1981, poco più di tre anni do-po la sua scomparsa avvenuta il 29 gennaio 1977.

Sabato 17 febbraio il Carnevale Ambrosiano aNiguarda è stato festeggiato per le vie del quar-

tiere grazie all’Ascoart (Associazione Commerciantie Artigiani). Una bellissima conferma del lavoro chesta svolgendo questa Associazione. Sabato ci sonostati almeno 368 bambini (dal numero dei cartellinitimbrati dei negozi a cui avevano fatto visita) e più

di mille persone, in giro a rallegrare le vie con colorie coriandoli. Grazie anche a chi ha permesso di uti-lizzare lo spazio di via Val di Ledro, dove i bambiniarrivavano per consumare la merenda offerta. Com-plimenti! La buona riuscita dell’iniziativa è un in-centivo per continuare. (Marco Domaneschi,membro del Comitato di Quartiere).

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GLI APPUNTAMENTI DEL MESEa cura di Grazia Morelli

Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente l’uscita del giornale.

l GIOVEDÌ 1 MARZO

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 21, Prosa, Father and son, con ClaudioBisio.

Teatro dellaCooperativaVia Hermada 14

Alle 21, Il matto 3, scritto, diretto e interpre-tato da Massimiliano Loizzi. Fino all’11/3.

l VENERDÌ 2 MARZO

Centro Culturaledella CooperativaVia Hermada

Alle 21, Dürer: tra Faust e Leonardo. Arte,scienza e alchimia, incontro con la storicadell’arte Anna Torterolo in preparazionealla visita della mostra di lunedì 26 mar-zo a Palazzo Reale.

l SABATO 3 MARZO

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.30, Cinestesia - ll cinema muto suo-nato dal vivo, Il Fantasma dell’Opera (1925).

l LUNEDÌ 5 MARZO

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.10, Corso di danze popolari (tut-ti i lunedì)

l MARTEDÌ 6 MARZO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)Viale Fulvio Testi

Alle 17, Il cinema d'autore di Franco Brusati,Il disordine, Italia/Francia, 1962, b/n, 95’. ConSamy Frey, Louis Jourdan.

l GIOVEDÌ 8 MARZO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)Viale Fulvio Testi

Alle 17, Il cinema d'autore di Franco Brusati,Dimenticare Venezia, Italia/Francia, 1979,102’, con Erland Josephson, MariangelaMelato.

l VENERDÌ 9 MARZO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)Viale Fulvio Testi

Alle 15, Il cinema d'autore di Franco Brusati,Il buon soldato, Italia/Francia, 1982,103’, conMariangela Melato, Gérard Darier. Alle 17, Itulipani di Haarlem, Italia/Francia, 1970,95’, con Carole André, Frank Grimes.

Centro Culturaledella CooperativaVia Hermada

Alle 21, Marzo 1848: Milano insorge controgli Austriaci. 18-22 marzo: le cinque giornatedi Milano, con Giovanni Galli.

l SABATO 10 MARZO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)Viale Fulvio Testi

Alle 15, Il cinema d’autore di Franco Brusati,Pane e cioccolata, Italia, 1973, 115’, con NinoManfredi, Anna Karina. Alle 17,15, Tenderly,Italia/Uk, 1968, 97’, con Virna Lisi, GeorgeSegal.

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.30, Rock Progressivo, Bent Knee,Animal Land european tour.

l DOMENICA 11 MARZO

Museo Interattivodel Cinema (Mic)Viale Fulvio Testi

Alle 17.15, Il cinema d’autore di FrancoBrusati, Pane e cioccolata, Italia, 1973, 115’,con Nino Manfredi, Anna Karina. Alle 19.15,Lo zio indegno, Italia, 1989, 100’, conGiancarlo Giannini, Vittorio Gassman.

l MARTEDÌ 13 MARZO

Teatro dellaCooperativaVia Hermada 14

Alle 21, Caracreatura, testo e regia PinoRoveredo, con Maria Grazia Plos e StefanoPettenella, interprete in video RiccardoMaranzana. Fino al 18/3.

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 21, Musica leggera, Umberto Tozzi,Quarant'anni che Ti Amo tour.

l GIOVEDÌ 15 MARZO

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 21, Musical,Billy Elliot il Musical.

l LUNEDÌ 19 MARZO

Teatro degliArcimboldiViale dell’Innovazione

Alle 21, Evanescence, Synthesis Live Tour.

l MARTEDÌ 20 MARZO

Teatro dellaCooperativaVia Hermada 14

Alle 21, Propaganda, di Chiara Boscaro eMarco Di Stefano, con Valeria SaraCostantin, Giovanni Gioia, Marco Pezza,Andrea Pinna, Valentina Scuderi. Fino al25/3.

Immagini di Franco Massaro

Visti e fotografatiScilla della Siberia azzurra Scilla della Siberia albina

mediocre discreto bello imperdibile

FILMS IN ONAa cura di Silvia Cravero

Visti nelle sale di Skyline, Multisala Bicocca e cinema Rondinella

La forma dell’ora• THE POST ( )Regia: Steven Spielberg. Cast: Matthew Rhys, TomHanks, Tracy Letts, Meryl Streep. Anno: 2018. Origine: Usa. Genere: giorna-lismo d’inchiesta. Il film racconta i retroscena della pubblicazione dei“Quaderni del Pentagono”, avvenuta agli inizi degli anni settanta sul“Washington Post”. L’occultamento dei documenti top secret sulle strategiee i rapporti del governo degli Stati Uniti con il Vietnam tra gli anni quaran-ta e sessanta innesca una battaglia senza precedenti in nome della traspa-renza e della libertà di stampa. La pubblicazione dei cosiddetti PentagonPapers diviene manifesto della ferma rivendicazione del diritto di cronacada parte dell’editrice del giornale Kay Graham (Meryl Streep) e del più de-terminato tra i suoi redattori Ben Bradlee (Tom Hanks). Nonostante i me-schini tentativi del governo di contenere la fuga di informazioni riservate, imedia diffondono la notizia schierandosi dalla parte dei cittadini. •LA FORMA DELL’ACQUA ( )Regia: Guillermo Del Toro. Cast:Doug Jones, Michael Stuhlbarg, Michael Shannon. Anno: 2018. Origine:Usa. Genere: commedia fantastica. Il visionario Guillermo del Toro raccon-ta una fiaba gotica ricca di suggestioni fantasy, ambientata nel pieno dellaGuerra Fredda americana (siamo nel 1963) e incentrata su una giovaneeroina senza voce. A causa del suo mutismo, l’addetta alle pulizie Elisa sisente intrappolata in un mondo di silenzio e solitudine, specchiandosi neglisguardi degli altri si vede come un essere incompleto e difettoso, così vive laroutine quotidiana senza grosse ambizioni o aspettative. Incaricate di ripu-lire un laboratorio segreto, Elisa e la collega Zelda si imbattono per caso inun pericoloso esperimento governativo: una creatura squamosa dall’aspet-to umanoide, tenuta in una vasca sigillata piena d’acqua. Elisa si avvicinasempre di più al “mostro”, costruendo con lui una tenera complicità che faràseriamente preoccupare i suoi superiori.• L’ORA PIÙ BUIA ( ) Regia: Joe Wright. Cast: Ben Mendel-sohn, Lily James, Samuel West, Gary Oldman, Kristin Scott Thomas,Stephen Dillane, Ronald Pickup. Anno: 2018. Origine: Regno Unito. Genere:storico-biografico. Un’avvincente storia vera che inizia alla vigilia dellaSeconda Guerra Mondiale e che vede Winston Churchill (il nominato agliOscar Gary Oldman), pochi giorni dopo la sua elezione a Primo Ministrodella Gran Bretagna, affrontare una delle sfide più turbolente della sua car-riera: l’armistizio con la Germania nazista, oppure resistere per poter com-battere per gli ideali, la libertà e l'autonomia di una nazione. Mentre le inar-restabili forze naziste si propagano per l’Europa occidentale e la minacciadi un’invasione si rivela imminente, con un pubblico impreparato, un rescettico e il suo stesso partito che trama contro di lui, Churchill deve farfronte alla sua ora più buia, unire una nazione e tentare di cambiare il cor-so della storia mondiale. • CHIAMAMI COL TUO NOME ( ) Regia: Luca Guadagnino).Cast: Michael Stuhlbarg, Armie Hammer, Amira Casar, Victoire Du Bois,Timothée Chalamet, Esther Garrel. Anno: 2017. Origine: Italia- Usa. Ge-ne-re: sentimentale. Il film è una struggente storia d’amore e amicizia, sullosfondo della bassa padana durante la calda estate del 1983. Nonostante lasua giovane età, il diciassettenne americano Elio Perlman, si dimostra unmusicista colto e sensibile, più maturo e preparato dei suoi coetanei.Passando, il suo tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere, eflirtare con la sua amica Marzia. Figlio di un eminente professore univer-sitario specializzato in cultura greco-romana che ogni anno ospita uno stu-dente straniero impegnato nella stesura della tesi di post dottorato, Elio at-tende nella villa XVII secolo di famiglia l’arrivo di un nuovo allievo di suopadre. A risalire il vialetto per trascorrere le vacanze estive nella tenutaPerlman è il giovane Oliver, un ventiquattrenne statunitense bello e affa-scinante. I suoi modi disinvolti colpiscono immediatamente l’adolescenteimpacciato, che comincia ad affacciarsi all’amore. Gli incontri tra i due gio-vani sono permeati da un’intensità unica e palpabile: tra lunghe passeggia-te, nuotate e discussioni, nel corso di un’estate che cambierà per sempre leloro vite, facendo nascere tra loro un desiderio travolgente e irrefrenabile.

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Addio, California!testo e illustrazione di Gero Urso

OPINIONI

Pietro BussolatiE adesso la Lombardia!

La Lombardia che abitiamo oggi è una regione a due velocità,che ha visto in questi anni allargare la forbice tra chi ha accesso a servizidi mobilità e trasporto efficienti, competitivi e sostenibili con chi, invece,

è costretto ad aspettare treni vecchi e perennemente in ritardo.

Pietro Bussolati

Sara ValmaggiAlla Camera per la sanità

“Riguardo alla gestione dei malati cronici devono essere i professionistiche conoscono i pazienti a stilare piani di cura individualizzati, non soggetti

privati estranei”. “Occorre un piano nazionale delle liste d’attesaper garantire a tutti l’accesso ai servizi in tempi ragionevoli”.

Roberto Sarto

Sara Valmaggi sta portando a conclusione la pro-pria esperienza di consigliere della Regione

Lombardia, e oggi si presenta nel nostro collegiouninominale della Camera sempre per il Pd. Èdunque utile fare un bilancio del suo mandato inRegione e dei risultati conseguiti.Il suo lavoro è stato sopratutto incentrato sudue temi a lei cari: sanità e politiche sociali.Ho presentato 49 progetti di legge, tra cui quelloche avrebbe permesso una vera riforma del servi-zio sanitario, con un investimento, reale e vicino aicittadini, sui servizi sociosanitari; 141 interrogazio-ni, molte delle quali sui servizi sanitari del nordMilano; 83 mozioni e 138 ordini del giorno, in temadi prevenzione, sostegno alla non autosufficienza,lotta alle dipendenze. Mi sono battuta, inoltre, pergarantire una giusta presenza di figure femminilinelle istituzioni regionali e per finanziare adegua-tamente la legge contro la violenza sulle donne. Misono infine adoperata per migliorare una legge diriforma della sanità, inefficace e incoerente, che stacreando gravi disservizi nel sistema.Non possiamo non chiederle un pareresulla novità introdotta dalla Giunta Ma-roni per quanto riguarda la gestione deimalati cronici.Il progetto di presa in carico è da rivedere radical-mente. Va riformulato e deve vedere protagonisti imedici di base, anche dando loro incentivi per costi-tuirsi in cooperative di gestori. Devono essere i pro-fessionisti che conoscono i pazienti a stilare piani dicura individualizzati, non soggetti privati estranei.E veniamo a questa nuova sfida politica: can-didarsi nel nostro collegio uninominale dellaCamera. Gli avversari da superare sono dirango. Non sarà una sfida facile.Questo è il territorio in cui sono nata, dove vivo, che

ben conosco, So quindi di aver bisogno di soste-gno diretto per favorire sviluppo, lavoro e qua-lità ambientale. Al mio radicamento territoriale,si aggiungono le competenze che ho maturato daamministratrice e consigliere ragionale, e che ri-tengo possano essere elementi di valore perrafforzare il consenso fra i cittadini.Su quali materie si dedicherà maggiormentese gli elettori del collegio la dovessero pre-miare con il seggio in Parlamento?Prima di tutto la tutela della salute: l’aumento delfondo sanitario nazionale, un piano nazionale del-le lista d’attesa per garantire a tutti l’accesso aiservizi in tempi ragionevoli. Centrale, inoltre, raf-forzare la prevenzione, innanzitutto con una cam-pagna pro vaccini, sostenere le persone più fragi-li, incrementando il fondo per la non autosuffi-cienza, prevedere incentivi fiscali per le famiglieche hanno bisogno di assistenza domiciliare,estendere il diritto d’inclusione, sostenere i centriche soccorrono le donne vittime di violenza. Il mioimpegno sarà, inoltre, diretto a sostenere la crea-zione di posti di lavoro a tempo indeterminato e araddoppiare le risorse per nuove linee metropoli-tane e per lo sviluppo dei parchi urbani.Dica in dieci righe perchè votare Pd e darefiducia al candidato Sara Valmaggi.Il Pd, come hanno dimostrato gli ultimi 5 anni diGoverno, è l’unico partito responsabile e affidabilein grado di governare il paese e di fermare una de-stra dilagante che ogni giorno fa sempre più pau-ra.Da parte mia chiedo fiducia perché, come credopossa testimoniare la mia storia, metto il mio farepolitica al servizio dei cittadini. Se sarò eletta sarò,come sempre, orecchio e voce del mio territorio e al-fiere del diritto di tutti alla salute, al lavoro, all’i-struzione e alle pari opportunità.

Una Lombardia incapace di tenere il passo conle necessità e le aspirazioni dei cittadini che

ogni giorno si impegnano ad andare più veloce.Una Lombardia che oggi deve fare meglio. Lo slogan scelto da Giorgio Gori, rispettoso deirisultati finora raggiunti, racconta la determina-zione nel voler intervenire per restituire smaltoalla Lombardia e invertire i trend che oggi regi-strano una regione pressoché immobile, incapa-ce di progredire, che frustra competenze e poten-zialità dei lombardi.Ci sono realtà imprenditoriali, scientifiche, cultura-li e di terzo settore che chiedono di essere valoriz-zate, di essere messe nelle condizioni di fare meglioper le proprie comunità.Ho sempre creduto che la sfida politica più impor-tante sia quella di coniugare inclusione e svilup-po, e questo è ciò che ho fatto in questi anni comesegretario metropolitano del Pd di Milano. Mi so-no impegnato perché il Pd fosse, prima ancora cheun partito, uno strumento democratico e traspa-rente di partecipazione alla vita politica: dal vo-lontariato intergenerazionale delle magliettegialle alle elezioni amministrative che hanno por-tato a vincere Beppe Sala, a partire dalle Prima-rie, abbiamo messo insieme idee e forze virtuose,coniugato innovazione e tradizione. Per ottenerequesti risultati ho lavorato affinché ogni singolapersona si trovasse nelle condizioni di mettere incircolo le proprie competenze e il proprio valore,trovando la giusta ispirazione nell’operosità diMilano, una città capace di generare sviluppo egarantire protezione ai suoi cittadini, una metro-poli che oggi guarda al futuro, senza lasciare in-dietro nessuno. E questa è esattamente la visioneche manca a Regione Lombardia, che ha disatte-so ogni promessa e manifestato incapacità nel di-

mostrare di saper migliorare in modo tangibile lavita dei cittadini, in termini di lavoro, salute, sicu-rezza, tutele, ambiente e diritti.Adesso è il momento di alzare lo sguardo e ridur-re lo scarto che ci separa dalle grandi regioni eu-ropee, per raggiungere nuovi obiettivi e riconosce-re ulteriori diritti a chi è nato qui, a chi ha sceltola Lombardia per studiare o lavorare. Le istituzio-ni lombarde sono oggi, e da troppo tempo, simbo-lo e concentrazione di potere al servizio di pochi,inadeguate a proiettarci nel futuro. Un futuro che dipende, per esempio, dalla lottaall’inquinamento, connessa a salute, trasporti,sostenibilità e lavoro, e che non può derivare da-gli interventi tampone che hanno caratterizzatole giunte Maroni e Formigoni.Un futuro da restituire ai 239mila giovani cheoggi non studiano e non lavorano in Lombardia.Tanti, anzi troppi, che raccontano l’incapacità diquesta regione di combattere dispersione scola-stica e disoccupazione giovanile. Il lavoro è la no-stra ossessione e, con l’istruzione, rappresenta ilperno di una strategia per proteggere i cittadinie offrire loro nuove opportunità. L’impegno percontrastare finti stage e contratti non rispettosidella dignità dei lavoratori, così come quello perun’equa retribuzione alle donne, sono battagliegiuste per le quali mi impegnerò. Un futuro dove l’innovazione può essere stru-mento per offrire benefici e servizi a tante perso-ne che oggi ne sono escluse.In questa sfida decisiva per la Lombardia sostengoGiorgio Gori, persona di grande competenza, con-cretezza e affidabilità, perché sono queste le carat-teristiche di cui abbiamo bisogno per voltare final-mente pagina. Adesso la Lombardia è il mio impe-gno che prosegue per fare meglio.

Avolte, trovarsi per caso in un postoimpensabile ti accende la voglia di in-

dagare e contare quante volte hai lascia-to correre perdendo occasioni interessan-ti, come questa che vado a raccontare.Al numero civico di via Luigi Ornato 122a Milano, precisamente a Niguarda, c’è laCalifornia, tipica e antica trattoria aprezzo fisso, buona cucina, buon vino inun ambiente dal sapore familiare.I proprietari sono due fratelli gemelli,Mario e Luigi, che da soli servono ai tavo-li, cucinano le loro specialità gastronomi-che e incassano il prezzo fisso di tredicieuro a testa, qualunque cosa si ordini amezzogiorno o alla sera.Peccato che la chiusura del locale sia or-mai un fatto certo, come abbiamo scrittosu “Zona Nove” di gennaio. Così finirà labella storia nata a Milano con continuorimpianto nell’anima dei nostalgici.California, oltre alla fermata tranviariadedicata del tram numero 4, gode infattidi una leggenda straordinaria a causadelle storie che si raccontano su moltipersonaggi d’avventura che in passato visi sono fermati.Buffalo Bill è stato tra tutti il più popola-re e il più mitico. Venne alla Californiaquando, con il suo il suo Circo itineranteWild West Show, nel 1906 fu per la secon-da volta a Milano, dopo essere stato intournée nelle principali città americaneed europee ed essendosi esibito, con cen-tinaia di attori, cowboys e autentici india-ni, a Napoli, Roma, Bologna, Firenze, Cit-tà del Vaticano e appunto Milano. Sullasua presenza alla California di Niguardasi raccontano diversi aneddoti. Per esem-pio, sembra ci sia stata una storia d’amo-re tra una ragazza niguardese e un arti-

sta del circo Wild West Show a dimostra-zione di come gli americani si trovasserobene dalle nostre parti.Ma altrove a volte non fu così. Per esem-pio. l’otto marzo 1890 a Roma un butterodel Duca Caetani Augusto Imperiali vin-se una sfida contro Buffalo Bill nella ga-ra per domare un vivace puledro marem-mano tenendo con la destra le redini econ la sinistra il cappello.Ma chi era Buffalo Bill? Il miraggio dellasua vita era costituito da un carisma na-turale che si sviluppava giorno dopo gior-no. Buffalo Bill, di cui il vero nome eraWilliam Frederick Cody, nasce a Le Clair(Iowa) il 26. febbraio 1846 da Isaah Codye Mary Ann Laycock, e muore a Denvernel Colorado il 10 gennaio 1917. Nel 1860diventa corriere del Pony Express. Nel1864 si arruola nell’esercito dell’Unione econosce la futura moglie Louisa Fredericiche sposerà il 6 marzo 1866. A ventunoanni diventa cacciatore di bisonti perrifornire di carne fresca gli operai dellaferrovia in costruzione, abbattendo circa4.000 capi con un fucile Springfield cal.50 delle guerre indiane. A ventisei anni siesibisce come attore. A trentacinque, finoal 1917, lavora nel circo. Nel 1866 fa l’e-sploratore per il VII° Cavalleggeri del ge-nerale Custer, Nel 1872 inizia la sua atti-vità teatrale. Nel 1880 nasce il Wild WestShow, in cui lavora assieme a tanti im-portanti indiani: Capo Joseph dei NezPercé - Capo Three Eagles - Toro Seduto -Crazy Horse Capo Sioux - Capo WhiteBull - Red Cloud (Nuvola Rossa) e AlceNero (Black Elk), che sarà beatificatoperché da buon cattolico diventerà SanNicola Alce Nero, il primo Santo dei nati-vi americani.

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In occasione della festa dellaDonna è bello ricordare una

speciale ragazza di campagna,Jane Austen, di cui l’anno scorso èstato il bicentenario dalla morte(un morbo sconosciuto la colpì asoli 42 anni). Nata in un piccolovillaggio della contea britannica

dell’Hampshire (dove l’anno scorso è stata ricordata dagli inglesi in una se-rie di eventi come la loro più famosa “figlia”), il padre (un pastore anglica-no) l’avviò agli studi di due lingue straniere che lui amava molto, l’italianoe il francese. Jane studiò a Oxford e già a 11 anni sentiva fortemente la vo-cazione di scrivere. Prima dei 18 anni aveva già prodotto tre raccolte di bre-vi racconti. Prestissimo elaborò “Ragione e Sentimento”, mentre il suo ca-polavoro, “Orgoglio e Pregiudizio”, apparve nel 1813, il terzo romanzo“Mansfield Park” nel 1814 e il quarto, “Emma”, nel 1815. Poi, nel 1816, siammalò e morì, l’anno dopo, a Winchester. Qualcuno scrisse di lei: “L’artista

8 MARZO-FESTA DELLA DONNA

a cura di Luigi Luce

Jane Austen, la bella letteratura al femminileBeatrice Corà

Rosa Genoni, la sartina valtellinese che inventò la Moda Made in ItalyA Milano una mostra rende omaggio a una donna che con il suo talento ha reso grande la nostra città.

Valeria Casarotti-Teresa Garofalo

Da “piscinina” a rivoluziona-ria creatrice della moda ita-

liana, da docente della primacattedra di Storia del Costumea paladina dei diritti delle don-ne lavoratrici e dei minori, daneutralista della prima ora aconvinta sostenitrice della pace:

questa è stata Rosa Genoni, una donna audace, volitiva e generosa ca-pace di imporsi nei vari ambiti sociali nei quali si trovò a operare. Nata da una modesta famiglia nel 1867 a Tirano, in Valtellina, primo-genita di 18 figli, riuscì con il proprio ingegno e la propria abilità a ot-tenere fama e grandi riconoscimenti. Nel 1895 entra alla MaisonHaardt di corso Vittorio Emanuele, la più importante Casa di Modamilanese, divenendone ben presto la direttrice e inizia a creare mo-delli che affrancati dall’imperante gusto francese dell’epoca trovanole loro radici nella cultura e nell’arte italiana.La fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento sono anni di trasformazioniradicali in ogni campo, nell’arte, nell’economia, nella scienza. Rosa coglie lospirito rivoluzionario di quegli anni e inventa una moda che rispecchia inuovi tempi non dimenticando il passato. I suoi abiti infatti si ispirano al-le opere dei grandi artisti della pittura e della scultura del nostro Rinasci-mento, Mantegna, Botticelli, Raffaello, Tiziano ma anche all’arte dell’anti-co Egitto e dei mosaici bizantini. Di questi capolavori coglie un particolaree da lì riparte per realizzare modelli assolutamente originali. Non più cor-petti con stecche rigide che imprigionano e condizionano, ma abiti leggeri emorbidi, panneggi aerei che scivolano sul corpo segnandone con delicatez-za le forme e regalando alla donna una nuova libertà.L’amore per la natura inoltre porta Rosa a utilizzare per la decorazione de-gli abiti splendidi ricami naturalistici tridimensionali che rispondono a unduplice obiettivo: impreziosire le creazioni e rilanciare l’artigianato femmi-

8 marzo

8 marzo

più perfetta tra le donne... morì quando si stava abituando al successo”. I suoi sono romanzi “corali” e i suoi personaggi sono sempre donne, gio-vani donne che vivono in un tempo in cui non viene compresa la ric-chezza umana del genio femminile e che lottano per farsi spazio nelmondo. Autrice molto moderna, a distanza di due secoli, ancora il cine-ma e la grande letteratura l’accolgono col merito artistico che merita.Virginia Woolf aveva scritto di lei: “Qualunque cosa lei scriva è compiu-ta e perfettamente calibrata e il suo genio è libero!”.Anche se, ancor oggi, il peso del rapporto letterario è spostato a favore delmondo maschile, con Jane Austen (nei primi dell’800) e con moltissimealtre scrittrici straniere e italiane (Oriana Fallaci, Dacia Maraini, ElsaMorante, Sibilla Aleramo, Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratu-ra nel 1926...) possiamo dire di essere orgogliose e felici di ricordarle pro-prio in questa epoca che, purtroppo, dà ancora poca importanza al geniofemminile non solo in campo letterario, ma in tanti altri campi senza di-menticare il daffare quotidiano di ogni donna che lavora, ama e vive condifficoltà la disparità tra uomo e donna!

nile dando un forte impulso all’economia del paese. Con otto splendidi abi-ti creati secondo questa sua visione della moda nel 1906 parteciperà a pro-prie spese all’Expo di Milano e per la sua innovativa proposta dalla giuriainternazionale otterrà il Gran Premio per la sezione Arti Decorative.Firmerà modelli per i vip dell’epoca, da Sarah Bernhardt a Eleonora Duse,dalla Casa Savoia a Anna Kuliscioff, da Lyda Borelli a D’Annunzio. Al lavoro di stilista Rosa affianca l’impegno didattico, il suo incarico di do-cente presso l’Umanitaria dura per più di 25 anni fino il 1933 quando pre-ferirà dimettersi pur di non dover giurare fedeltà al fascismo. Sensibile ai

problemi sociali nel 1914 con la Società Umanitaria e molte volontarie al-lestisce presso la stazione centrale un posto di accoglienza e ristoro per iprofughi italiani provenienti dal Belgio neutrale invaso dalle truppe te-desche. È scoppiata la prima guerra mondiale e la sua posizione è di neu-tralità. Nello stesso anno con il marito ed esponenti socialisti fonda consede nella sua casa la “Pro Umanitate”, un’associazione attraverso laquale organizzerà incontri, dibattiti e raccoglierà firme a favore dellaneutralità. Con 1187 delegate di dodici nazioni nel 1915 Rosa partecipa,unica rappresentante italiana, al Primo Congresso Internazionale Fem-minile dell’Aja con l’obiettivo di promuovere la pace e creare un organi-smo femminile internazionale, cosa che avverrà nel 1919 a Zurigo con lanascita della WilpfI, Lega femminile Internazionale per la Pace e Libertàancora oggi operante e presente in tutti i continenti.Di grande lungimiranza il progetto da lei voluto e realizzato dal 1925 al1928 per le detenute del carcere milanese di San Vittore, un gabinetto oste-trico attrezzato adeguatamente, un asilo nido per i piccoli in carcere con lemadri, un laboratorio di sartoria per insegnare alle donne un mestiere che,una volta scontata la pena, consentisse loro di mantenersi. Instancabile e vulcanica Rosa non si ferma mai; approfondisce le sue co-noscenze sulle arti delle antiche civiltà, su varie prestigiose riviste pub-blica articoli sulla moda, sull’emancipazione femminile e sul valore dellapace, partecipa a dibattiti e a conferenze, organizza nella sua casa diMilano incontri e congressi per la Wilpf che le costeranno controlli e con-fische di documenti da parte della Questura. Pioniera in molti campi, ge-niale, coerente e coraggiosa, Rosa Genoni è “una delle 14 donne che han-no fatto grande Milano” come si legge al Famedio del Monumentale doveriposa dal 1954. E proprio quest’anno, il 2018 proclamato dal ParlamentoEuropeo “Anno europeo del patrimonio culturale”, a lei Milano ha dedica-to una mostra straordinaria visitabile fino al 17 marzo presso l’Archiviodi Stato in via Senato 10. Una splendida occasione per ricordare una del-le tante donne di valore troppo spesso dimenticate.

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EVENTI CULTURALI/2

a cura di Luigi Luce

Billy Elliot il musical, al Teatro Arcimboldi dal 15 al 25 marzo

Il Centro Culturale della Cooperativatra Dürer e le Cinque Giornate

Al Blue Note un grande trio jazz

In marzo al Teatro della Cooperativa… Hangar: “la macchina dei sogni” dorme

Dopo l’enorme successo di pubblico e critica delle precedenti sta-gioni, Billy Elliot Il Musical, prodotto dalla PeepArrow Enter-

tainment e da Il Sistina, si presenta con sempre maggiore entusia-smo. Dal 15 al 25 marzo sarà al Teatro Arcimboldi ed ancora unavolta il pubblico godrà il privilegio di un musical dal respiro inter-nazionale, che vanta le musiche pluripremiate composte da EltonJohn e un cast di incredibili talenti italiani: Luca Biagini nel ruolodel padre Jackie Elliot; Sabrina Marciano in quello di Mrs. Wilkin-son (la maestra di danza che scopre il grande talento di Billy);Cristina Noci nel ruolo della nonna, Donato Altomare ed ElisabettaTulli, il fratello Tony e la mamma di Billy.Nel cast anche 30 straordinari performer coreografati da Ro-berto Croce. La direzione musicale è del Maestro EmanueleFriello, le scene sono di Teresa Caruso, i costumi di Cecilia Be-tona, l’impianto luci di Umile Vanieri.“Io non ho bisogno della mia adolescenza. Ho bisogno di ballare!”: ègià racchiusa in questa frase la potenza della storia di Billy, il ragaz-

zo che per amore della danza sfida anche l’ottusità di un padre e unfratello che vorrebbero diventasse pugile. A far da sfondo alla sua av-ventura, che ha nutrito sogni e speranze di intere generazioni di ta-lenti, l’Inghilterra delle miniere che chiudono e dei lavoratori in rivol-ta, ma anche il mondo della danza, fatto di poesia e di faticose ore diprove. Come in ogni grande storia, ad accendere le emozioni ci pen-sano grandi valori come l’amore, la determinazione, la voglia di far-cela, ma anche l’amicizia tra adolescenti, che riesce a far superareogni discriminazione di orientamento sessuale. Basato sull’omonimo film di Stephen Daldry del 2000, BillyElliot The Musical ha debuttato nel West End (Victoria PalaceTheatre, Londra) nel 2005 ed è stato nominato per nove Lau-rence Olivier Awards - il massimo riconoscimento europeo per iMusical - vincendone ben quattro. L’incredibile successo conse-guito ha fatto sì che lo spettacolo approdasse anche a Broadwaynel 2008 dove ha vinto dieci Tony Awards - gli Oscar del Musical- e dieci Drama Desk Awards. (Monica Landro)

Una visione crudemente realistica della nostrasocietà e della gestione politica del nostro paese

è quella che emerge nei primi due spettacoli che ilTeatro della Cooperativa mette in scena nel mese dimarzo. Dolorose e amare le tematiche affrontate, ildisagio, la fragilità dei giovani, la solitudine dei sin-goli di fronte all’indifferenza della società civile, l’usodistorto del potere, una malattia cronica che ha av-velenato e ancora avvelena il nostro paese spingen-dolo verso derive pericolose. Tematiche quanto maiattuali che costringono a interrogarci, riflettere eguardare profondamente in noi stessi. Tratto da un romanzo di Pino Roveredo, “Cara-creatura”è in scena dal 13 al 18 marzo. Diretto dal-lo stesso Roveredo il testo è uno struggente monolo-go di Marina, una madre che assiste disperata allacaduta del figlio nel gorgo della droga. Un viaggionegli inferi anche per lei, simbolo di tutte le mamme-coraggio che lottano da sole per salvare i propri figli.Quella che ci presenta la Confraternita del Chiantidal 20 al 25 marzo è invece una radiografia del fan-go che inquina ogni settore del nostro paese, la poli-tica, lo Stato, la sinistra, la destra, i cattolici, i comu-nisti, i servizi segreti, le mafie a partire dal 1981quando si scoprirono le liste della P2. Con la consu-lenza storica di Renato Seregni e del giudice Giulia-no Turone, che con Gherardo Colombo indagò sul ca-so Sindona, i giovani attori gettano un ponte inquie-tante tra ieri e oggi, tra una storia drammatica che

sembrava finita e i mali che ancora perdurano nellanostra attuale società. Non è uno spettacolo ma“Giovanna detta anche Primavera” - dice il gio-vanissimo Valentino Mannias autore, regista e in-terprete - è una storia che ci raccontava la nonna af-finché sposassimo la persona giusta. Diplomatopresso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi diMilano, Valentino Mannias, vincitore nel 2015 delpremio Hystrio, con parole, musica e danza dal 26 al30 marzo racconta una storia d’amore, una fiabafrutto della tradizione orale della terra sarda. Ospitedel Teatro Franco Parenti dal 13 al 18 marzo ritor-na “Hermada. Strada privata” una produzionedel Teatro della Cooperativa con testo e regia di Re-nato Sarti. Protagonisti due monti, l’Hermada e ilSan Michele che durante il primo conflitto mondia-le, di cui quest’anno ricorre il centenario, furono mu-ti e attoniti spettatori delle stragi di soldati italiani eaustriaci vittime della follia umana, la guerra. Questi proposti dal Teatro della Cooperativa sono te-sti decisamente impegnativi scritti, diretti e inter-pretati da giovani, entusiasti e appassionati artistiai quali Renato Sarti offre la possibilità di mostrareil proprio talento e farsi conoscere. Quindi, non per-diamo l’occasione per assistere a spettacoli di valore,affolliamo il teatro, sosteniamo i giovani e il nostrocoraggioso Teatro della Cooperativa, il cui nome havarcato ormai da tempo i confini del nostro quartie-re. (Valeria Casarotti - Teresa Garofalo

Ecco il programma del Centro Culturale dellaCooperativa per il mese di marzo.

• L’inaugurazione della mostra a Palazzo Realededicata ad Albrecht Durer segna il ritorno alCentro Culturale della storica dell’arte AnnaTorterolo per la presentazione la mostra diDürer: tra Faust e Leonardo. Arte, scienzae alchimia. Albrecht Dürer (1471-1528) era bel-lo, intelligente e decisamente simpatico. Entròcome una tempesta di curiosità filosofica e di an-ticonformismo nella rigida tradizione dell’artetedesca. Benché pittore e quindi legato alle stretteregole delle corporazioni artigianali, sentì nell’a-ria le novità dell’Umanesimo di Erasmo e sispinse fino in Italia dove avrebbe potuto accede-re ai tesori della Classicità e frequentare la nuo-va classe intellettuale di indagatori del Vero edel Bene che si stava formando. Seppe quindivalorizzare l’eredità del grande Medioevo ger-manico confrontandolo con l'universo del Saperelatino e i suoi dipinti, come le sue lettere ed isuoi disegni, le sue incisioni, i suoi acquerellicommuovono ancora perché ancora vibrano dicoraggio e di amore per la vita, indagata in ogni

Un trio jazz di grande livello quello compo-sto da Scott Colley, contrabbassista di

grande fama internazionale, Benjamin Kop-pel, pluripremiato sassofonista francese e En-rico Pieranunzi, pianista, compositore e arran-giatore con alle spalle collaborazioni impor-tanti con musicisti del calibro di Chet Baker,Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, soloper citarne alcuni.Una performance di una sola serata alBlueNote dove l’estro e le notevoli qualità tec-niche ed artistiche del trio hanno catturato unpubblico di appassionati sempre attenti a pro-poste come questa. (foto di Stefano Parisi)

Installazioni, video, collage, sculture, fotomontaggie performance sono i mezzi espressivi che EvaKot’átková, nata a Praga nel 1982, usa per realizza-re le sue opere che invadono lo spazio di HangarBicocca con l’affascinante personale “The DreamMachine is Asleep” (La macchina dei sogni è addor-mentata). È un’ambientazione complessa quella checi accoglie a cui si accede attraverso un tunnel, un“esofago” buio per giungere alla parte centrale chel’artista vede come un apparato digestivo, allegoriadel mondo che alterna momenti di tranquillità a mo-menti di aggressività. Il corpo umano è visto comemacchina che necessita di revisioni, di momenti diriposo ed è il sonno che ci trasporta in un mondo oni-rico in cui il mondo esterno e quello interno si met-tono in relazione creando mondi paralleli, intimi odisorientanti. È mediante i sogni che il corpo può li-berarsi di stati d’ansia, disagi e difficoltà provocatida una vita stressante o monotona, ma gli adultispesso hanno difficoltà a sognare e possono esserestimolati dalle storie create dall’immaginazione deipiù piccoli. Salendo su un gigantesco letto i visitato-ri possono sdraiarsi ed ascoltare storie e sogni ripre-si dall’archivio di visioni fornite dai bambini. Lungoil percorso della visita si incontra una serie di 7 enor-mi teste metalliche, maschere che suggeriscono di-versi stati emotivi legati a fattori psicologici o fisicicome insonnia, ansia, allucinazioni, superlavoro,gabbie che a volte possono proteggere la dimensione

intima di un individuo, altre volte ne condizionanol’esistenza. È una riflessione che l’artista fa sulla so-cietà contemporanea che con le sue convenzioni, leregole istituzionali, i sistemi educativi influisce pro-fondamente sul comportamento del singolo. Lo stes-so messaggio lo ritroviamo nei libri “Diaries 2018”,installazioni alte 2 metri che raccolgono collage, og-getti di stoffa, metallo, vetro, carta, legno, fotomon-taggi e che affrontano il rapporto tra l’individuo e ilmondo esterno. Nelle sue opere l’artista utilizzaspesso la narrazione scritta e orale e contempora-neamente riflette su come questa possa essere unpotente strumento istituzionale e politico per model-lare e orientare il pensiero. Nello spazio visionarioincontriamo altre curiose installazioni come quellain cui un improbabile parrucchiere ci propone un ta-glio di capelli in cambio dell’ascolto di storie scrittedalla stessa artista, un teatro di marionette o di og-getti parlanti, attraverso i quali Eva Kot’átková ri-badisce l’idea di quanto l’uomo sia condizionato e im-possibilitato a esprimersi liberamente. Un viaggiosurreale nella società contemporanea questa mo-stra, un labirinto da cui possiamo uscire solo conl’immaginazione riappropriandoci della nostra in-fanzia. (Valeria Casarotti - Teresa Garofalo)The Dream Machine is Asleep - HangarBicocca, via Chiese 2 - fino al 22 luglio - da gio-vedì a domenica ore 10-22 ingresso gratuito -Tel. 02 66111573 - hangarbicocca.org

dettaglio, nel suo straordinario mistero. Scien-ziato ed alchimista, religioso e forse eretico, Dü-rer, come il contemporaneo Leonardo, influenzòl’arte del suo tempo ma anche quella dei secoli avenire. La presentazione di A. Torterolo, brillan-tissima come sempre, esplorerà a fondo Dürer ela sua epoca facendone per noi “uno di famiglia”.L’incontro che si terrà venerdì 2 marzo èin preparazione alla visita di lunedì 26 aPalazzo Reale.Prenotazioni: 02/66114499.• Venerdì 9 marzo un incontro per ricordare le5 Giornate di Milano (18-22 marzo 1848):un’insurrezione per mezzo della quale i cittadinidi Milano si liberarono dal dominio austriaco. Permolti anni il segnale che ricordava questa dataera l’esposizione delle bandierine sui tram dellanostra città, ma questo non succede più da tempo.Se tornassimo invece ai libri di scuola scoprirem-mo nei nomi delle nostre vie, i nomi di tutti i pro-tagonisti di quelle giornate: Correnti, Arese, Can-tù, Rosales, Stampa Soncino, Anfossi, Sottocorno etanti altri, indistintamente dal loro ceto sociale.Le 5 Giornate di Milano furono uno dei maggioriepisodi della storia risorgimentale italiana delXIX secolo oltre che dei moti liberal-nazionali eu-ropei del ’48-’49. Il 18 marzo di quell’anno, fu ilprimo episodio a testimonianza dell’efficacia diun’iniziativa popolare, guidata da uomini consa-pevoli degli obiettivi della lotta. L’incontro “1848:Milano insorge contro gli austriaci”, relatore Gio-vanni Galli, sarà accompagnato da una serie diimmagini dei momenti storici che hanno portatoall’insurrezione milanese e al suo svolgimento. Lapresentazione si chiuderà con “quel che resta” aMilano delle 5 Giornate, senza dimenticare che,non a caso, la Medaglia d’oro al valor militare fuattribuita alla nostra città il 18 marzo 1948, a 100anni dall’inizio dell’insurrezione.

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EVENTI CULTURALI/3

a cura di Luigi Luce

“Spazio Sala Bina” e “Auser Bicocca”: due progetti culturali per i nostri quartieri

Al Centro di Studi Graficisi parla di tecnologie rivoluzionarie

Artico: un viaggio interattivoverso il Polo Nord

Abbiamo il piacere d’informare sui programmi di due impor-tanti realtà operanti sul nostro territorio: lo Spazio Sala G.

Bina e Auser Bicocca di viale Suzzani.• Spazio Sala Bina Nel corso del 2017hanno usufruito dello spazio circa 400persone, partecipando alle 60 iniziativeche hanno spaziato dalle presentazioni dilibri con gli autori, alle feste e cene, dal ci-neforum agli incontri culturali e politici.Ecco il programma per la prossima pri-mavera ad oggi previsto, suscettibile di in-

tegrazioni in base alle richieste e al gradimento dei frequentatori.- Mercoledì 14 marzo, ore 17: Fai più bello il tuo balcone, consigli prati-ci per coltivare con successo piante e fiori.- Sabato 24 marzo “Incontro con l’Autore”: presentazione del li-

bro “Il nome del figlio: Saveria Antiochia, una madre contro lamafia” con l’autrice Jole Garuti.- Rassegna cinematografica, a cura di Auser Volontariato Bicocca,“Piccole Grandi commedie italiane”, ogni mercoledì alle 15: 21/3 “MyName is Tanino”, di P. Vìrzì; 28/3 “La sedia della felicità”, di C. Mazza-curati; 11/4, “Le mani libere del destino”, di R Jacobino.- Tutti i lunedì dalle 10 lezione di Tai Chi con insegnante qualificata.

• Auser Bicocca Come lo scorso annoAuser Bicocca ha organizzato i seguenticorsi di attività motoria presso la pale-stra della Parrocchia Gesù Divin Lavo-ratore in piazza San Giuseppe:- Ginnastica dolce: lunedì e giovedì dalle9.30 alle 10.30; martedì e venerdì dalle 9alle 10 e dalle 10 alle 11.

- Tai Chi: lunedì dalle 10.45 alle 12.15.- Yoga: martedì dalle 18.15 alle 19.15 (in via Empoli 9, presso laCooperativa Abitare); venerdì dalle 19.30 alle 21.

Tra le varie inizia-tive organizzate

dalla “nostra” Univer-sità Bicocca in occa-sione delle celebra-zioni per il suo ven-tennale particolar-mente interessante èArtico, la mostra ideatae realizzata dal Con-siglio nazionale delle

ricerche (Cnr), che è dedicata non solo allescuole ma anche al territorio.Si tratta di un fantastico viaggio virtuale allascoperta della regione artica, delle sue pecu-liarità geografiche e dei fenomeni che vi sipossono osservare.In questa piacevole avventura saremo guidati daesperti che attraverso installazioni fisiche e mul-timediali, esperimenti interattivi, apparecchiatu-re scientifiche, documenti, oggetti e immagini ciaiuteranno ad esplorare questo mondo, sconosciu-to ai più, e ad approfondire le sue meraviglie. Sulle superfici molto vaste coperte dai ghiacci, co-me è appunto quella del Polo Nord, il riscalda-mento globale del nostro pianeta influisce pesan-temente, così che i ghiacciai terrestri che si sciol-gono e il permafrost che si scongela, causando unaumento di aree vegetate o della tundra, provoca-no profondi cambiamenti sulla vita degli animalie sull’intero ecosistema.

Tutto questo ha ricadute importanti in terminieconomici, sociali e geopolitici, creando problema-tiche che coinvolgono tutti i paesi e tutti i popolidella terra e che perciò vale la pena di conoscere.“In che cosa consiste esattamente il buco dell’ozo-no? Che cosa provoca il fenomeno dell’aurora bo-reale? Perché si vede il sole di mezzanotte?” Nelnostro viaggio potremo avere risposte a questema anche ad altre domande, dubbi o curiosità.Si tratta di una mostra di grande valenza edu-cativa, nata per sensibilizzare grandi e piccolisu temi scientifici ed ecologici di grande attua-lità. Per le scuole primarie, a partire dal terzoanno, e per quelle secondarie di primo e secon-do grado l’Università in collaborazione con ilConsiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) haattivato due laboratori didattici dedicati a speci-fici argomenti e l’Istituto per le Tecnologie Di-dattiche del Cnr ha realizzato il sito web arti-co.itd.cnr.it che oltre a illustrare i contenutidella mostra propone alle scuole attività edesperimenti da svolgere in classe. (TeresaGarofalo)Allestita nella Galleria dell’Aula Magna alpiano terra dell’Edificio U6 in piazza del-l’Ateneo Nuovo, l’esposizione è aperta anche alpubblico come per le scuole gratuitamente e suprenotazione.Per conoscere date, giorni e orari delle visiteguidate e per prenotarsi inviare una e-mail [email protected].

Nel lontano giugno 1945, in quel clima di eufo-ria e voglia di fare che segue alla guerra e alla

Liberazione, un gruppo di amici e colleghi dà vitaall’Associazione Culturale Studi Grafici (Acsg) conl’obiettivo di approfondire e aggiornarsi sui temidella professione grafica. Oggi l’Associazione è di-venuta un importante polo di riferimento per la di-vulgazione e la cultura delle arti grafiche e in-for-matiche e questo anche grazie alla sua biblioteca,attualmente in fase di digitalizzazione, che racco-glie pregevoli volumi, riviste, monografie ed enci-clopedie a disposizione di tutti.Per il Centro di Studi Grafici tanti sono stati neglianni i premi e i riconoscimenti, tra questi la meda-glia d’oro donata dal Comune di Milano nel 1963“per la multiforme attività culturale svolta nel con-testo sociale e il contributo all’istruzione professiona-le grafica”. Un altro prestigioso riconoscimento è sta-to nel 2010 l’assegnazione del “Pollicione d’Oro per laCultura” istituito dal Centro Salesiano di Arese(Scuola Grafica G. Pellitteri).L’Acsg, che ha la sua sede in via Benigno Crespi 30,si occupa in modo particolare dei giovani, ne pro-muove lo studio e l’aggiornamento coniugando pra-tica e teoria, stabilisce e mantiene rapporti conscuole, aziende ed enti la cui attività abbia attinen-za con il mondo di riferimento. Tra le iniziative digrande rilevanza rivolte agli studenti delle scuolegrafiche e dei licei artistici deve annoverarsi il con-corso nazionale “Calendario dell’anno” - PremioGiuseppe Musumeci - che vede una qualificata

partecipazione. Il tema per il calendario 2019 sarà“Leonardo da Vinci” di cui quest’anno ricorre il cin-quecentenario della morte.Impegno costante e irrinunciabile del Centro è laprogrammazione di work-shop, attivati il sabatomattina, e di incontri, che da sempre si tengonoil martedì, con esperti del settore, docenti, proget-tisti, tecnici, imprenditori, stampatori. Tra gli ap-puntamenti previsti nei prossimi mesi molto at-teso è l’incontro con Stefano Torregrossa, desi-gner freelance da oltre 15 anni, docente, maniacodi caratteri e tipografia che martedì 13 marzo, al-le ore 19, relazionerà su “Typography, 2020. Fontvariations e Open Type 1.8: il futuro dei caratte-ri digitali”. È la nuova tecnologia che promette dicambiare radicalmente il modo con cui si proget-tano, gestiscono e utilizzano i font sia nei proget-ti digitali sia in quelli cartacei. Annunciata giànel 2016 all’annuale conferenza Atypl di Varsa-via, Open Type 1.8 è considerata da Microsoft,Google, Apple e Adobe come la più grande no-vità tecnologica in ambito tipografico degli ulti-mi 20 anni, una vera e propria rivoluzione checoinvolgerà type designer, graphic designer,fonderie digitali e utenti finali. Il 10 aprile ItaloVignoli parlerà su “Software libero e open sour-ce a costo zero per la grafica” mentre il temadell’incontro di martedì 22 maggio sarà “Unaserata introduttiva verso Print4All”. Argo-menti tutti di grande interesse per gli addettiai lavori e non solo. (Teresa Garofalo)

Riceviamo da Auser Bicocca la nota seguente:In data 21 gennaio u.s. abbiamo nuovamente scritto una mail aPresidente Commissione Sport del Municipio 9, sollecitandouna risposta riguardo alla nostra situazione perché, dopo l’in-contro di marzo 2017 e una mail di maggio dello stesso anno,non abbiamo avuto più alcun riscontro da parte dell’Istituzionedi zona. Ci spiace notare che lo spazio multifunzionale munici-pale di via Empoli, da noi usato e valorizzato fino al maggio2017, risulti ora ampiamente sottoutilizzato.

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SCUOLA IN ONA E DINTORNI

a cura di Antonietta Gattuso

Alternanza Scuola-LavoroGemellaggio Cremona/”Zona Nove”

Antonietta Gattuso

Ragazzi con le pallequelli del rugby a quattro ruote

Priscilla Losco

“Nel cuore dell’Istituto Pertini”Assieme a Terence Russo allo stage di Alternanza Scuola-Lavoro

all’Ospedale di Niguarda.

Antonietta Gattuso

La redazione di “Zona Nove” ha ospitato dieci ra-gazzi del terzo anno del liceo scientifico Luigi

Cremona (Francesco Belloni, Filippo Cerfeda, Ele-na Defendenti, Hany Hamam, Nicole Medalla, Pie-tro Occhipinti, Francesco Padulazzi, Christian Pon-tin, Francesca Reccagni, Vittoria Viscione), dal 31gennaio all’8 febbraio, per il Progetto AlternanzaScuola-Lavoro, in uno stage di 56 ore sul giornali-smo tenuto dal direttore Luigi Allori, in collabora-zione con Andrea Bina, Maria Piera Bremmi, An-tonella Loconsolo, Angelo Longhi, Donata Marte-gani e Antonietta Gattuso.Per il terzo anno consecutivo “Zona Nove” ha aper-to le porte alle scuole che hanno chiesto di far se-guire ai propri studenti il tirocinio sul giornalismo.Il Progetto Alternanza Scuola-Lavoro, che quandoè svolto bene è una delle innovazioni più significa-tive della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola), èobbligatorio per tutti gli studenti degli ultimi treanni delle scuole superiori. Attraverso l’esperienzapratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisitea scuola e a testare sul campo le attitudini deglistudenti, per arricchirne la formazione e aiutare adorientarne il percorso di studio. Negli otto giornipassati in redazione, oltre al corso teorico per illu-strare il mestiere del giornalista, i ragazzi si sono

dedicati alla stesura di vari articoli, come se faces-sero parte della redazione di “Zona Nove”, grazie aisuggerimenti del direttore che li ha seguiti passopasso al fine di realizzare diverse interviste ai piùimportanti personaggi niguardesi. (i testi degliarticoli si possono leggere su zonanove.com)Si sono tenuti incontri con Clara Amodeo, giovanegiornalista e collaboratrice di “Zona Nove”; AndreaBina, attuale presidente dell’Associazione Amici di“Zona Nove”; Maria Piera Bremmi, responsabiledel Centro Culturale della Cooperativa; AntonellaLoconsolo, presidente della Commissione Educa-zione del Consiglio di Zona 9 nei cinque anni scor-si; Angelo Longhi, presidente dell’Anpi di Niguar-da; Stefano Morara, presidente dell’associazioneCivitas Virtus; Giovanni Poletti, autore del saggio“Milano, città Metropolitana”.Gli incontri con i relatori si sono tenuti a volte pres-so la sede della redazione di via Val Maira 4, men-tre per la maggior parte del tempo i ragazzi sonostati ospitati dal Centro Culturale di via Hermada14 e dalla Sala Ghiglione di via Val di Ledro 23.L’esperienza è stata positiva: aver conosciuto genteimpegnata quotidianamente, in modo volontario eper pura passione, in ciò che crede, è stato stimo-lante e costruttivo per tutti.

In via Thomas Mann, presso la palestra dellascuola media “Sandro Pertini”, il lunedì e il ve-nerdì sera si allena una squadra di rugby fuoridal comune. Si tratta della squadra di Wheel-chair Rugby Polisportiva Milanese 1979 SportDisabili. Wheelchair significa sedia a rotelle, edè questa la particolarità degli atleti: sono ragaz-zi disabili. La maggior parte di essi, tetraplegici,non possono muovere gambe e mani. Questo è ilprimo sport creato appositamente per personecon handicap ad almeno tre arti.Nicolò Passilongo, il capitano, è sempre stato ap-passionato di rugby e quando ha scoperto l’esi-stenza di questo sport anche per persone conuna disabilità come la sua ha deciso di creare lasquadra e nel 2014 si é appoggiato alla Polispor-tiva Milanese Sport Disabili Onlus. Ad accompa-gnare Nicolò dall’inizio di questa sfida ci so-no anche i suoi zii: Antonio, che é l’allenatore, eGiuseppe, sempre presente durante gli allena-menti e a dare una mano nelle trasferte.Negli anni la squadra é cresciuta molto, da soli3 ragazzi che si allenavano con poca esperienzaoggi sono 11 atleti tesserati e una volontaria del-l’associazione che é diventata arbitro ufficiale. Adicembre 2017 la squadra si è classificata terzanel primo campionato di Wheelchair rugby ita-liano che si è svolto a Padova.Si gioca 4 contro 4 e a ogni giocatore corrispondeun punteggio che va da 0.5 a 3.5 in base alle suecapacità fisiche e la squadra per giocare deve to-

talizzare un punteggio di 8.0. La palla non è ova-le come quelle classiche utilizzate nel rugby, marotonda per agevolare la presa dei ragazzi chehanno più difficoltà.Le carrozzine sportive sono più grandi di quellemanuali ma i ragazzi sanno farle sfrecciare e iplaccaggi sono veri scontri, a volte così violenti dafarle ribaltare, Ma é vietato spaventarsi. Sono ra-gazzi con un’elevata disabilità fisica ma non sispaventano facilmente. Come tutti i grandi atletiquando cadono si rialzano. Gli allenamenti inizia-no con un normale riscaldamento, ma al posto dicorrere ci si spinge. Continuano con percorsi dislalom o esercizi faticosi come il cosiddetto “suici-dio”, chiamato così per i grandi sforzi a cui impo-ne il fisico: L’ultima parte dell’allenamento vieneinfine dedicata alla partitella.Questi ragazzi hanno speso energie anche peravere nuove carrozzine poiché la maggior partedi quelle da loro possedute erano ormai troppovecchie. Ma i costi sono elevati. Una carrozzinasportiva può raggiungere i 5.000 € così hannopartecipato a più dimostrazioni sportive e oltrealle solite mete hanno centrato il cuore di per-sone che hanno creduto in loro e sono riuscitiad avere quattro nuove carrozzine grazie alledonazioni. Vedere un loro allenamento o unapartita è qualcosa che vale la pena fare. Si ve-de tutta la fatica e il sudore che questi ragazziimpiegano per ottenere risultati sempre piùgratificanti in questo sport dal fair play unico.

Ha scritto Terence Russo (*) ai ragazzi dell’Isti-tuto Pertini: “Quando ti prendi cura di una

malattia puoi vincere o perdere, quando ti prendicura di una persona vincerai per sempre”. Mi ven-gono in mente queste parole del famoso medicoPatch Adams per comunicare a tutti voi quantosia importante ciò che succede nelle scuoledell’Istituto Sandro Pertini di Via Thomas Mann,compresa la scuola dell’ospedale Niguarda, che ioho frequentato a lungo, per i miei numerosi ricove-ri. Dopo tanti anni, torno in Pediatria per svolge-re lo stage di Alternanza Scuola-Lavoro. Qui misento a casa e mi ricorderò sempre dei momentispensierati vissuti durante la mia sofferenza. At-traverso la scuola in ospedale ho avuto modo discrivere libri di poesie, racconti e ho scoperto cosìuna della mie grandi passioni: la scrittura.Tornato nella scuola di Pediatria, ho trovato un gior-nalino ”Noi del Pertini” nato durante l’anno scolasti-co 2017/2018 per coinvolgere tutte le componentidell’istituto. Al suo interno si trovano reportage digrande attualità sui social network e i videogame,ma anche recensioni di libri, film e poesie, articoli suattività didattiche particolarmente significative esport. L’ho letto e ho scoperto che questo giornalinod’ora in poi sarà la voce di tutti i bellissimi progettiattuati ogni anno nelle diverse sedi di questo istituto:Scuola dell’Infanzia Munari, Scuole Primarie Perti-ni e Pirelli, Scuole Secondarie di primo grado “Fal-cone Borsellino”, “Verga ad indirizzo musicale” e laScuola in pediatria dell’Ospedale Niguarda. Vorreiringraziare tutti i docenti e i ragazzi di queste scuoleche condividono da anni con noi pazienti dellaPediatria i bellissimi progetti di lettura animata, ali-mentazione e sport, musica e poesia, ma vorrei ricor-dare a tutti noi che è proprio questo spirito di solida-

rietà, unito alla condivisione, ad aiutarci a crescere,a superare le difficoltà e a sperare in un futuro mi-gliore. Ringrazio tanto la dirigente, dott.ssa MariaStefania Turco, per aver accolto la mia richiesta dicollaborazione con la Pediatria, per tutte le interes-santi iniziative che sostiene. Dopo il verbo “amare” il verbo “aiutare” è il più bellodel mondo! (Anonimo). Un caro saluto a tutti.

(*) Terence Russo - come spiega lsabetta Tura-no, responsabile del progetto di scrittura crea-tiva in ospedale - ha 18 anni, frequenta il 3° an-no di Scienze Umane presso il Liceo Russell.Ha trascorso lunghi periodi di degenza nel re-parto di Pediatria dell’ospedale Niguarda acausa di vari interventi chirurgici. Sin da bam-bino, ha manifestato una grande curiosità epassione per ciò che riguarda le relazioni uma-ne, il suo mondo circostante con il desiderio diesprimere ogni sua sensazione ed emozione in“poesia”. Terence voleva dedicare un componi-mento poetico ad ogni persona che lo aveva aiu-tato, sia in ospedale, sia a scuola o nei vari luo-ghi della sua infanzia e adolescenza.La sua passione per la scrittura è nata tra le pare-ti della Pediatria, dove le parole, senza consapevo-lezza, rappresentavano per Terence bambino il po-tere della magia e di una catarsi che forse nessunadulto sarebbe mai riuscito a vivere. Con la poesiaè cresciuto, ha pubblicato dei giornalini e ha anchevinto un premio (Poesiàmoci 2016). Come lui stes-so sostiene, “la scrittura aiuta a creare nuove realtàe mondi sempre nuovi e mi lega all’altra passionepiù importante della mia vita: aiutare gli altri, farcapire a chi sta vivendo momenti difficili, che po-trà farcela, come ce l’ho fatta io”.

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BELLEZZA IN ONA

a cura di Franco Massaro

Primavera siberiana

Eproseguiamo con la Primavera in arrivo! Ma la Siberia non è lon-tana, è a un… soffio di vento, di vento freddo, adatto a rinforzare

il proverbio che definisce Febbraio piccolo e cattivo! In ogni caso, men-tre osserviamo i Gattici fioriti al Lago Niguarda, siamo pronti ad am-mirare anche le Giunchiglie che si sposano con le Primule multicolo-ri nelle fiorerie, nelle serre, nei vivai e nelle nostre case. ([email protected])

Imeno giovani dei nostri lettori ricorde-ranno sicuramente �Cestmír Vycpá-lek, l’allenatore che portò la Juventus avincere due scudetti consecutivi (1971-72 e 1972-73), guidandola anche nella fi-nale di Coppa Campioni 1973 (persa cononore contro la splendida Ajax di Jo-hann Cruijff per 0-1) e nell’Interconti-nentale giocata a Roma contro l’Inde-pendiente. Quasi tutti sanno che Vycpálek, primogiocatore straniero a indossare la ma-glia bianconera nel secondo dopoguerra,come in una sorta di nemesi era lo ziomaterno di Zeman, uno che - al contra-rio - con la Juve non ha mai avuto buonirapporti. Ma forse in pochi sono a cono-scenza che Cesto (questo, il suo sopran-nome) può entrare a pieno titolo nellaGiornata della Memoria, perché anchelui provò l’esperienza di essere rinchiusoin uno dei primi, nonché “modello”, ditutti i campi di concentramento ideatidai nazisti: quello di Dachau, situato aqualche chilometro da Monaco diBaviera (ancora visitabile).Nato a Praga nel 1921, Cestmír fin dapiccolo aveva avuto un grande tifoso:suo padre, che aveva intravisto in luile doti del campione. E la profezia siera avverata, perché a soli diciassetteanni si trovava già nella rosa dellasquadra che aveva sempre amato, ilprestigioso Slavia Praga. Era una di-screta mezzala dotata di tiro potente,classe e buona visione di gioco. Giocava a testa alta, Vycpálek, e aqueste doti tecniche abbinava una carattere deciso. Quello che gliavrebbe permesso di sopravvivere nel lager voluto da Himmler giànel 1933, poco dopo la presa del potere da parte di Hitler. Nell’ottobre 1944, infatti, Cestmír venne fermato dai tede-schi e poi costretto a passare sotto la famigerata scritta“Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi) che introduce-va in tutti i campi di concentramento. Strappato allasua vita da calciatore, Cesto si trovò così gettato inun inferno che, come avrebbe dichiarato in segui-to, lo trasformò in “uno scheletro vivente conuna casacca a righe, che stringeva il filo spina-

to”. Era uno dei duecentomila scia-gurati che gli storici hanno calcolatofurono internati nel lager di Dachau.Più di quarantamila non sarebberopiù tornati dalle loro famiglie: Cesto,invece, ce la fece. Traendone unagrande lezione: “Solo chi c’è entratopuò sapere quanto sia stato difficile,quasi miracoloso uscirne. In quelcampo, Hitler rinchiudeva i nemicidella sua follia: ebrei, antinazisti, cit-tadini degli stati invasi dalla croceuncinata. Ed io sono cecoslovacco diPraga, dunque un nemico. Vi passaiotto mesi di sofferenze inaudite, diprivazioni enormi; una buccia di pa-tata, ogni due giorni, mi pareva untesoro inestimabile. Solo chi è passa-to attraverso queste esperienze, ripe-to, può capire che valore ha la vita enon impressionarsi più di nulla”.Molte volte le storie legate alla Gior-nata della Memoria hanno un esitotragico. Quella di Vycpálek, no. Ed èanche per questo che l’abbiamo scelta.Perché per lui, dopo l’incubo, era in at-tesa una vita pieni di sogni sportivirealizzati. Con due città italiane che loavrebbero avuto per sempre nel lorocuore. Innanzitutto, la Torino bianco-nera. In cui giunse, come giocatore, nel1946, per restarvi un solo anno. E dovetornò nel 1970 come allenatore dellegiovanili, sostituendo poi ArmandoPicchi - prematuramente scomparso -

e conquistando due titoli sul filo di lana, il secondo per l’inaspet-tato harakiri del Milan nella fatal Verona. Quindi, Palermo. Della cui squadra fu il simbolo, diventandoneprima il capitano (il primo straniero in serie A) e poi pure l’allena-tore che la riportò in serie A nel 1959. E dove lui scelse di viverecon i suoi cari (una volta abbandonata per sempre la Cecoslo-vacchia nei tristi giorni della repressione sovietica del 1968).E di morire, il 5 maggio 2002, mentre la sua Juve, battendoper 2-0 l’Udinese, si aggiudicava il 26°titolo.Proprio la città siciliana ha deciso di ricordarlo per sem-pre, dedicando il piazzale antistante lo stadio Barberaa lui, Cestmír Vycpálek. Sopravvissuto a Dachau.

La Giornata della Memoria nel calcioSeconda parte: Vycpàlek, da Dachau allo scudetto

a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi

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“I risultati economici positivi ci sono, ma per trasformarli in condizionidi vita migliori è necessario non interrompere il percorso riformatore”

Franco Mirabelli (senatore della Repubblica del Pd)

Buon compleanno naturopatia! Un gradevole omaggio per voi lettoriPaola Chilò

Cari lettori, ad oggi sono 6 anni che congrande piacere ed entusiasmo, vi infor-mo sui diversi aspetti psico/somaticidei disturbi più comuni e sulle possibi-lità di recupero della salute attraversol’uso di una sana e consapevole alimen-tazione, associando ad essa fitocom-plessi ed estratti di erbe o floriterapiciper integrare al meglio l’azione miratadi prevenzione e sostenere il percorsoed il cammino verso la guarigione.

Qualunque obiettivo sia da raggiungere… il viaggio viene vissu-to insieme, con grande empatia e supporto psicologico in modofluido e sereno, a partire dal dimagrimento, alla risoluzione di

coliti, gastriti, candidosi, cistiti recidive, stati di ipertensione, di-slipidemie, sindromi metaboliche, intolleranze ed altre situazio-ni, nelle quali un nuovo percorso naturale e alimentare può in-tervenire con successo. Ho avuto il privilegio di tenervi compagnia ogni mese, offrendo-vi un po’ di chiarezza su alcuni aspetti del mondo naturale e ri-guardo al potere trasformativo che abita ciascuno di noi.Ovviamente continuerò nel mio intento, ed è per questo che de-sidero offrire la possibilità a chi mi legge di usufruire di una se-duta di analisi e valutazione nutrizionale scontata del 25 % sulcosto effettivo della mia consulenza, compreso il test delle intol-leranze. Ritengo che l’omaggio riservato ai lettori di “ZonaNove” sia il giusto riconoscimento a chi crede nel cambiamentoe nella possibilità di stare in salute e perché no, anche in linea,

grazie ai rimedi naturali e a un’adeguato stile di vita che coin-volge più piani personali e conduce a un aumento della consa-pevolezza e della propria autostima. Non indugiate quindi achiamarmi esplicitando che siete lettori di “Zona Nove”, vi acco-glierò con gioia in un nuovo processo che nascerà e si concretiz-zerà solo per voi. Garantendo questo omaggio per tutto il mesedi marzo ed aprile, non mi resta che salutarvi e ringraziarvi perla costante attenzione che dimostrate ogni volta. A presto!

Paola Chilò, Naturopata esperta in riequilibrio alimentare/in-tolleranze con orientamento psicosomatico - Per informazioni oappuntamenti: Tel. 3396055882 - Studio Naturopatia in via Terruggia1, 20162 Milano - e-mail [email protected] - sito: www.paolachi-lonaturopata.it

NATURA E SALUTE

La crisi economica insieme alla globaliz-zazione, che hanno prodotto l’una l’im-

poverimento di una parte degli italiani el’altra il venir meno di tanti strumenti checonsentivano nei vecchi stati nazionali dipoter condizionare i processi economici esociali, hanno provocato preoccupazione eincertezza per il futuro. Ci si sente tutti piùprecari e meno protetti al di là del redditoo della posizione lavorativa. Per questo e inquesto senso il tema della sicurezza è di-ventato sempre più centrale. Non sono au-

mentati i reati in questi anni, anzi, ma è aumentata la paura delfuturo, la diffidenza verso il cambiamento e, spesso, la preoccupa-zione di ritrovarsi soli e indifesinell’affrontare i problemi. Di fron-te a questo quadro il dibattito della campagna elettorale rendeevidente l’esistenza di due risposte, da parte della politica, fonda-mentalmente diverse e quasi incompatibili, che descrivono oggi ilvero discrimine tra due campi.Da una parte c’è chi cavalca quelle paure, spesso enfatizzandole, perracimolare un po' di consenso e, contemporaneamente, non manca diindicare il colpevole, il capro espiatorio, che è sempre quello un po' piùdebole e povero di quanti vivono condizioni di precarietà e quindi so-no più esposti alle preoccupazioni per il proprio presente e per il pro-

prio futuro. Nessuno in buona fede può pensare che le difficoltà ditante famiglie siano colpa di una immigrazione che nasce dalla dispe-razione di interi popoli. Ma è facile, soprattutto se non si governa laquestione, trovare lì il nemico da evocare e indicare in una impossi-bile cancellazione della immigrazione la soluzione di tutti i mali delmondo. In realtà chi sceglie tale scorciatoia non ha soluzioni concre-te, specula sul disagio e alimenta rancore e mina la convivenza. Nonc’è nessuna idea di futuro, nessuna idea di una politica capace di pro-teggere, solo la volontà di costruire consenso sulle paure.L’alternativa a questo sta in una politica che si assume la respon-sabilità di affrontare i problemi nella loro concretezza, tutti i pro-blemi: dal governo dell'immigrazione, ad un controllo sempre piùefficace del territorio, dal lavoro al sostegno economico a chi loperde, dalla lotta alle povertà, al bisogno di combattere la solitu-dine in una società che invecchia. Agitare i problemi, nonostantesiano veri, non da soluzioni. Parole d'ordine come “rimpatriare600 mila clandestini” (in Italia ce ne sono meno di 500mila) o“metteremo l'esercito in strada” valgono il tempo della campagnaelettorale. Sono strade improponibili e annunciate da chi, quandoha governato, ha fatto il contrario, tagliando risorse economichealle forze dell’ordine e riducendo il personale, da chi a Milano, conAler, ha ridotto troppi quartieri popolari al degrado per poi prote-stare. Soprattutto sono strade che evocano una situazione emer-genziale che ci fa sentire ancora più insicuri.

La strada dell’assunzione della responsabilità di dare più protezio-ne, in ogni senso, ai cittadini è l’unica strada che guarda al futuro.Certo è una strada non breve e non semplice, i grandi problemi at-tuali non si risolvono dall'oggi al domani e chi lo lascia credere è unimbroglione e soprattutto un irresponsabile. Ma è la strada che inquesta legislatura abbiamo iniziato a percorrere con i governiRenzi e Gentiloni. In questa direzione vanno la prima legge nazio-nale contro la povertà, quella sul reddito di inclusione, l'istituzionedella Naspi che garantisce a tutti i lavoratori, anche gli autonomi,un reddito e un accompagnamento se perdono il lavoro, i bandi perle periferie che hanno finanziato progetti sociali e la stessa costru-zione di scuole e centri aggregativi, la legge sulla dispersione scola-stica. Ma allo stesso tempo, nella convinzione che serva interveniresu più fronti per garantire sicurezza ai cittadini, dopo anni abbia-mo investito sulle forze dell’ordine incrementando di 3 miliardi glistanziamenti, aumentando sia gli stipendi degli agenti sia riapren-do le assunzioni e costruito con la Libia e altri Paesi le condizioniper combattere i trafficanti di schiavi, riducendo così lo scorso annodel 40% gli sbarchi e raddoppiando i rimpatri (dati incontestabiliche i teorici dell’invasione cercano di nascondere).Certo molto c’è ancora da fare e se i benefici dei risultati economicipositivi non si sono ancora trasformati in condizioni di vita miglioriper tanti che ancora faticano, perchè sia possibile che succeda servenon interrompere questo percorso.

FILO DIRETTO CON LE ISTITUZIONI E LE PROFESSIONI

DAL SENATO DELLA REPUBBLICA

Digital Week anche a Villa LittaIl consorzio Digicoop presenta la propria piattaforma digitale

Dal 15 al 18 marzo il digitale sarà di scenaa Milano per la prima edizione della

Digital Week, che si presenta con il marchioYesMilano, una manifestazione che animeràl’intera città con dibattiti, seminari, eventi, la-boratori e corsi di formazione. L’evento è promosso dal Comune di Milano,è realizzato da Cariplo Factory, in collabo-razione con IAB - Interactive AdvertisingBu-reau e Hublab, avrà come quartier ge-nerale BASE in via Bergognone 34 e mo-strerà ai cittadini i protagonisti della tra-sformazione digitale della città. La Digital Week toccherà anche il Municipio 9:infatti giovedì 15 marzo, alle 11.30, il consorzioDigicoop, in collaborazione con la BibliotecaAffori, presenterà nel Salone delle Feste diVilla Litta, in viale Affori 21, la propria piat-taforma digitale Gutenberg 5.0.Digicoop è un grande laboratorio cooperati-vo digitale composto da aree di lavoro inter-connesse con una piattaforma e relativi ser-vizi in costante aggiornamento. Verrà mo-strato: come è possibile inviare, da dispositi-vo mobile, servizi o contenuti in tempo rea-le sulla piattaforma di modo che possano es-

sere valutati dalla Redazione per l’imme-diata pubblicazione su web o sui social me-dia; come gestire gli account dei membridella direzione, della redazione e dei colla-boratori, per un efficiente flusso di lavoro edi catalogazione dei contenuti; come rende-re dinamico un prodotto statico (pdf) conl’aggiunta di contenuti multimediali e lasua pubblicazione su web (desktop) o App;come avvisare gli utenti dell’uscita di unanuova edizione (utile per la pubblicazione dimensili o speciali); gli sfogliatori per web oper App nei vari sistemi operativi; come ge-stire banche dati, ad esempio per gestioneabbonamenti, in abbinamento a un sito di e-commerce integrato; verrà illustrato il fun-zionamento del sistema di videoconferenza.Presenta l’evento Francesco Adduci, presiden-te di Abc Milano Soc. Coop.; seguiranno gli in-terventi di Lidia Gattini, presidente Digicoop,di Roberto Calari, presidente di CulTurMediaLegacoop Nazionale, di Idanna Matteotti, re-sponsabile cultura Legacoop Lombardia, diRenato Truce, direttore generale di Mandra-gola Editrice, che illustrerà il funzionamentodella piattaforma digitale.

Un corso di fumetto in redazioneBeatrice Corà

Al corso di fumetto,tenuto presso la

sede di “Zona Nove”(via Val Maira, 4), han-no partecipato 7 ra-gazzi/e tra gli 8 e i 14anni. Cinque lezioni diun’ora e mezza ciascu-na da gennaio a feb-braio, finché il vignet-tista/insegnante Gio-vanni Beduschi, il 10febbraio non li ha pre-miati. Lui, amico deigrandi fumettisti Stai-no, Peroni, Cavandoli,Biassoni, Careghi e, damolti anni su “Zona Nove”, a pag. 2, con il suo“Strizza la notizia”, che ci fa sorridere con satira,ironia e maestria. Ero presente alla premiazionee ho potuto constatare, con l’attenzione dovuta,

quanto hanno realizza-to con vivacità e unacerta sicurezza nel ri-trarre, per l’occasione,il nostro direttore Lui-gi Allori che ha fatto illoro “modello” d’ecce-zione. L’entusiasmo èstato notevole, sia perchi lavorava con lamatita che per tutti ipresenti, genitori, re-dattori e il presidentedella “AssociazioneAmici di Zona Nove”,Andrea Bina. Senza dubbio il corso

avrà un seguito più avanti, ma ora si darà spa-zio ad altre iniziative culturali (vedi a pag. 2 delnovembre 2017). Non si finisce mai di appren-dere… e fa bene a qualsiasi età!

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PERCHÉ I CORTEIPER MACERATA?

Anche a Milano tanti cittadini delIX municipio (ex zona 9) hannopartecipato alla manifestazioneantirazzista e antifascista nel lun-go corteo che si è svolto sabato 10febbraio per le vie della città. I fattisono noti: un nazista dichiarato, excandidato della Lega, a Macerata il3 febbraio ha sparato a 6 persone, 6africani. Saluto romano, avvoltonella bandiera italiana, all’arrestoha gridato “Viva l’Italia”. I nazifa-scisti di Forza Nuova si sono subitomobilitati a difendere l’autore dellasparatoria esponendo uno striscio-ne in cui c’era scritto: “Pieno soste-gno a Luca Traini”. In molti, sia adestra che a sinistra, dopo aver “de-precato” l’accaduto, hanno comun-que ripetuto che “l’immigrazione èun problema”, ma è proprio vero? Èarrivato il momento di fare chia-rezza su alcuni slogan che sentia-mo ripetere sempre più spesso, intelevisione, sui mass-media e an-che nei bar di Niguarda quandoandiamo a prendere un caffè. “Gliimmigrati ci rubano il lavoro”: bal-le spaziali, il lavoro ce l’hanno ruba-to i nostri padroni “italianissimi”che, tra i primi al mondo, per mas-simizzare i loro profitti hanno delo-calizzato la produzione, chiudendole fabbriche e portandole nei paesipoveri, guadagnandoci così due vol-te. Paghe da fame all’estero e inItalia e cancellazione di ogni dirittoconquistato dai lavoratori nel no-stro paese, col ricatto del licenzia-mento. “Dobbiamo difendere i no-stri valori”: ma quali sono questi

valori? Prima di tutto il valore as-soluto è, da decenni, “il mercato”. Innome del mercato sono stati taglia-ti sanità, scuola, assistenza e lapossibilità di avere un futuro datutti i giovani, italiani e non, conmisure come il Job Act. E quando cisi ribella, com’è avvenuto a Rosar-no nel 2010, dove i raccoglitori diarance e pomodori vivono tuttorain condizioni di schiavitù, ecco il so-lito “folle” che spara e uccide. Disfruttamento non muoiono solo gli“immigrati”, perché i padroni nonsono razzisti, sfruttano allo stessomodo bianchi e neri. Nel 2015 e nel2017 due donne italiane, braccian-ti nelle campagne di Andria e diTaranto, sono morte - letteralmen-te - di sfinimento. “Prima di tuttogli italiani”: noi e loro, ma chi sonoquesti “noi” e questi “loro”? Con chicondividiamo le nostre condizionidi vita e di lavoro, di precariato, didisoccupazione, di sfruttamento,con i “nostri” padroni italiani o congli altri lavoratori, di qualsiasi colo-re e provenienza siano? Dietro lefrasi di politici, padroni che si lan-ciano contro gli immigrati al grido“Prima gli italiani”, si nascondel’interesse economico di chi sfruttain modo sempre più intensivo siagli operai italiani che quelli “stra-nieri”. Chi sono i nostri veri nemi-ci? “Viva l’Italia”, ha gridato il nazi-sta: quale Italia, quella degli indu-striali e dei banchieri, per salvare iquali i soldi ci sono sempre? Quel-l’Italia che spende 64 milioni di eu-ro al giorno per le forze armate, perpartecipare in prima fila alle guer-re che portano fame e morte nei

SUBITO VIALE POZZANGHERE

Cosa si può fare per far interveni-re gli addetti alla sistemazionedella pavimentazione stradale invia Monterotondo 1, che basta unpo’ di pioggia per ridurla come sipuò vedere nella foto 2?Lettera firmata (febbraio)

BUROCRAZIAA SCUOLA

Sono il nonno di una bimba di treanni iscritta alla materna di viaCesari. Premetto che anche la so-rella frequenta la seconda elemen-tare della stessa scuola. E venia-mo ai fatti. Lo scorso anno nel me-se di giugno la nostra famiglia si ètrasferita nel Comune di Bresso eultimamente in occasione dellareiscrizione ha ricevuto una comu-nicazione che la bambina nonavrebbe più potuto rimanere inquell’asilo comunale. La sorella in-vece essendo iscritta alla scuolastatale rimane presso la scuola divia Cesari. Ora, dato che entrambii genitori lavorano, la gestione del-le bimbe, come in molti casi, è affi-data ai noi nonni che risiediamo aNiguarda e quindi la consegna e lapresa di entrambe è gestita da noi.La bambina, dopo un primo e dif-ficile inserimento, si è ben ambien-tata nella scuola materna sia conle maestre che con i compagni.Farla “migrare” significherebbefarle perdere queste certezze e ri-cominciare tutto da capo. Pur-troppo, per ovviare alla impossibi-lità di farla rimanere dove ha ini-ziato, saremo costretti a iscriverla

a una materna privata vicino allascuola della sorella, questo perpoterle portare e ad andare a ri-prenderle. Ma non sarebbe piùintelligente che venisse invecedata facoltà ai genitori di poterscegliere se farla finire il ciclo nel-la scuola dove ha iniziato? Natu-ralmente i genitori hanno posto ilproblema alla direzione dellascuola di via Cesari ma non c’èstato verso. Ho scritto anche al-l’assessore per le politiche dell’in-fanzia e di aiuto alle famiglie e so-no in attesa di un cenno di riscon-tro. Penso che quando si fanno deiprovvedimenti serva meno buro-crazia e più senso pratico. Nonno Alessandro (febbraio)

UN TRISTESPETTACOLO

Anche stanotte tornando dal ci-nema ho dovuto assistere allospettacolo delle prostitute semi-nude in viale Fulvio Testi agli in-croci di via La Farina (dove c’è lachiesa) e via San Glicerio. Lo“spettacolo” dura da anni. Eser-citare la prostituzione non saràreato ma l’oltraggio al pudorepenso lo sia ancora e queste (oquesti, difficile capire) sono tuttestraniere sicuramente senza per-messo di soggiorno, quindi motivoper farle sloggiare ci sarebbe.Non so se mi facciano più schifo, opena, loro e gli avventori che miritrovo anche a consumare nellamia via, persino sotto il lampione.Che grande umiliazione per l’u-manità questo triste spettacolo. Lettera firmata (febbraio)

paesi da cui gli “immigrati” sono co-stretti a fuggire e lauti profitti a pe-trolieri, industrie degli armamenti?Anche fra “italiani” esistono op-pressi e oppressori, sfruttati esfruttatori. Infine oggi si dice spes-so che “non esistono più destra e si-nistra”. Ma i fatti come quello diMacerata dimostrano che la batta-glia contro il fascismo non è cosadel passato: così come alla sua na-scita servì agli agrari emiliani perreprimere le lotte degli operai e deicontadini, anche oggi il fascismo èfinanziato e usato contro i lavorato-ri di qualsiasi colore e nazionalità,

dagli sfruttatori che hanno interes-se a dividere i lavoratori e gli esse-ri umani per mantenere lo sfrutta-mento dell’uomo sull’uomo.Michele Michelino (febbraio)

CHE SUCCEDEIN CASERMA?

Nella Caserma Mameli di vialeSuzzani, da tempo in stato di ab-bandono (vedi sotto la foto 1 con isegni di cedimento dei tetti) è incorso un’operazione di “pulizia”che in realtà non è potatura, madistruzione degli alberi. Perché?Franca Viganò Meda (febbraio)

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La trasformazione architettonica di questoquartiere ha riguardato anche i muri delle

case e le serrande dei negozi facendo diventarel’ex Ligera una galleria artistica. Partendo dailavori del progetto “EscoAdIsola” che hanno ri-qualificato ed abbellito il tunnel che collega laStazione da Porta Garibaldi a Via Pepe e inol-

trandovi all’interno del quartiere non troveretevia o piazza che non abbia il suo murale. ViaCarmagnola, Cola Montano, Borsieri, DellaPergola, Pollaiuolo, Piazza Minniti, PiazzaArchinto sono divenute le sale di questo museo acielo aperto oramai inserite nei tour organizzati.Vale la pena fare un giro, oltretutto gratuito!

I colori dell’Isola/1Amedeo, prigioniero in casa

ona francaa cura di Sandra Saita

Reporter di onaa cura di Franco Bertoli

Care lettrici, cari lettori, chilegge la mia rubrica sa che

prendo a cuore i personaggi e lestorie che racconto. Mi dichiarouna battagliera che difende imeno fortunati e ripropongo leloro storie perché non venganodimenticate. Zona Franca nondimentica per esempio “La bat-taglia infinita di Amedeo”.Scrivevo: “Più di una volta hoparlato del problema della ca-sa di via Val Cismon.Ci sono ritornata domenica 24settembre del 2017 perché, at-traverso una “merenda con iltiramisù” fatta nei giardinetti,dovevo conoscere la battagliadi Amedeo Corelli, della mogliePatrizia e della figlia Marika. Amedeo, classe 1962, disabile al100% e la moglie anch’essa invalida che racconta...“Nel 2007 Amedeo scopre di essere affetto da unararissima malattia genetica neurodegenerativa: laCorea di Huntington che porta a un lento ma ine-sorabile declino psicofisico, una Sla al rallentatore.

Non si chiedono miracoli, solo unmontascale: viviamo prigionieriin questa casa senza ascensore,io e mia figlia dobbiamo darci ilcambio ad uscire. Questa non èvita! Da Mm è arrivata una pro-posta che però suona come unabeffa: un trasloco al piano rialza-to in un alloggio di mq. 40”.Sembra una barzelletta! Conti-nua Patrizia: “In questo momen-to parlo anche a nome di tutti glianziani che hanno difficoltà acamminare e in questi palazzi cene sono tanti, sempre chiusi incasa. Per scendere o salire abbia-mo uno strumento cingolato chefunziona a batteria avuto in do-tazione dall’Ats”. Dalla Mm han-no risposto: “La proposta è un ap-partamento di mq. 45”.

Tutto questo è inaccettabile, assurdo e contro idiritti di un disabile. Per legge spetta loro unappartamento di almeno 75 mq, con ascensoreanche esterno: la famiglia è composta da 3 per-sone di cui 2 invalidi.

A quando la nuova Psichiatria?

Finché avrò voce non dimentico, ma ultimamentepenso che ci abbiano veramente dimenticati. Nel

dicembre 2012, Zona Franca scriveva una lettera diNatale per la Psichiatria del Niguarda: “Questa è lastoria dei reparti di psichiatria di Ni-guarda.Conservo un articolo del Corriere della Sera del lon-tano 28 gennaio 1992. Erano gli anni in cui la stam-pa era di casa in questi reparti: ‘Quel reparto è un la-ger’, scriveva il Corriere. Ma poi viene inaugurato ilreparto Grossoni. Ogni camera è dotata di due letti,servizi, aria condizionata, con un grande salone: èuno dei reparti più belli dell’ospedale. I pazienti pos-sono andare in giardino perché il Grossoni, all’inter-no, ne possiede uno grande. Questo spazio verde èimportante per loro, i malati. Nelle belle giornateprendono il sole, guardano il cielo quando è pieno dinuvole, osservano gli uccellini quando cercano il ci-bo. Tutto questo, anche se sei chiuso poi in reparto,permette di sentirsi uomini “liberi”. L’ospedale, doponove anni, entra in una grande fase di ristruttura-zione. Nasce il grande Blocco Nord e si comincia arealizzare il Blocco Sud. Che fine faranno i malati dipsichiatria? La risposta viene data dal dr. Pasquale

Cannatelli, nel marzo 2010. Non appena partirannoi lavori di costruzione della piastra nord che compor-terebbe l’abbattimento del padiglione oncologicoFalck e della Psichiatria, la struttura verrà trasferi-ta per circa un anno nell’edificio Cardiologia, in atte-sa che venga ristrutturata la sede definitiva, ovverol’edificio che attualmente ospita il reparto MalattieInfettive (a fianco del Pronto Soccorso).Anno 2012: siamo provvisori al primo piano (vec-chia Cardiologia), le camere sono accoglienti,ogni camera ha due letti, c’è l’aria condizionata.Ma, ai pazienti, manca la parte più importante:lo spazio verde per sentirsi ‘liberi’ (se sei un Tsonon puoi uscire). Provvisoriamente, al piano ter-ra, hanno messo per un paio di mesi un cartello:‘Camera Mortuaria’. Perché questa mia letteradi Natale? Perché a Natale si può chiedere sotto-voce di soddisfare ‘un’desiderio che ci sta a cuo-re’. In questi lunghi anni sono cambiati i prima-ri, tanti medici ed infermieri, anche i dirigentisanitari sono nuovi. Questa lettera è per loro eper tutte le autorità competenti.”Febbraio 2018: stiamo ancora aspettando!