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Cinquantennale Cinquantennale 3.000 COPIE OMAGGIO NUMERO UNICO DELL’ASSOCIAZIONE S. GEMILIANO PER I SUOI CINQUANT’ANNI D’ATTIVITA’ - AGOSTO 2014 Dieci anni fa, quando accettai l’invito della Associazione Folkloristica e Culturale San Gemiliano di far parte, insieme all’amico fraterno Flavio Marinelli, del comitato organizzatore per la cele- brazione del quaran- tennale, non pensavo certamente nè all’impegno assai faticoso che costò realizzare quell’evento nè, tanto meno, a quello che stava per accadermi: che mi sarei ritrovato di lì a breve a dovermi accollare il tribolato onere (oltre l’onore) di guidare la stessa Associazione per tutto il successivo decen- nio. Ed eccoci qui, ora, in questo 2014, a festeggiare i cinquanta anni! Con la gioia di aver mantenuto fede all’antico impegno della mia prima età gio- vanile di salvaguardare, innovando e rinnovando (come amava ripetere il grande Marcello Serra ), le tradizioni popolari di Sestu nel più ampio contesto dell’amata terra di Sadegna. E’ stata una profumata corona di dieci rose, ciascuna con colore diverso, ma con tante spine pungenti ! E’ bello ricordare di aver vissuto intensamente la vita associativa anno dopo anno, con i piccoli impegni quotidiani e le più diverse iniziative: i Quaderni Ses- tesi, le Rassegne Regionali e Internazionali del Folklore, la scuola di ballo gratuita per adulti ed anziani prima e per bambini ed adolescenti successivamente, le serate culturali di presentazione di libri ed autori, compreso l’indimenticabile amico Enrico Pili, di tradizioni poetiche e musicali, le serate celebrative e/o alla memoria di personaggi importanti del nostro vissuto e gli spettacoli di beneficenza. Come dimen- ticare quella organizzata in occasione dei suoi primi ... ottanta anni in onore del nostro grande amico M° Luigi Lai, musico e suonatore eccelso di launeddas? E’ doloroso, invece, dover ricordare le tante persone care che in questi dieci anni ci hanno lasciato. Come i nostri indimenticabili Mario Sanna, Adalgisa Loi, Salvatore Spiga noto “Maurissiu”, Mondo Vercellino, Peppuccio Farris, Cinzia Meloni e gli amici importanti come i fratelli Sergio e Tonio Trois, Mimmia Sanna, Giovanni Lilliu. A ciascuno di loro vada il pensiero riconoscente per quanto e tanto ci hanno dato con amore. Vi è anche l’ama- rezza di non essere riusciti a raggiungere più ambi- ziosi traguardi, a diventare maggiormente polo di aggregazione per tanti gio- vani e per tante iniziative socio culturali.Pesa,inoltre, la dolorosa amarezza di aver dovuto affrontare diffi- coltà, ostacoli e pericoli imprevisti, quasi tutti fortunatamente superati, ma che, indubbiamente, hanno determinato rallen- tamenti nelle attività e stati d’animo certamente non positivi. E’ oggi però sicuramente importante poter dire di avere davanti a se un orizzonte, un futuro per le nuove generazioni che hanno imparato ad amare la propria Terra, le proprie radici, i più pro- fondi valori del nostro vivere, del nostro essere Sardi. Per questo due anni fa, ad Alicante, in occa- sione della XIV Settimana Europea della Cultura e della Gioventù, in previ- sione della celebrazione nel 2014 del nostro cinquan- tennale, abbiamo voluto farci carico, in accordo con l’amminstrazione comu- nale, di organizzare la XV edizione dell’impor- tante manifestazione, portandoci a Sestu la simbolica bandiera europea. Questo nostro Cinquantennale vogliamo celebrarlo il più degna- mente possibile proprio con questo grande evento, che sarà occasione per legare un prestigioso passato ad un presente brioso e vivace che sa guardare ancora al futuro, affidando le nostre sorti ai giovani ed ai bambini, nelle cui mani conse- gnamo volentieri il nostro testimone. Facciamoci, dunque, i migliori Au- guri...di cuore! E perchè no, a cent’ an- nus, a chent’annos, a cent’anni ...... ! Il Presidente Camillo Pili Un pilastro della nostra comunità Avevo quattro anni quando nacque l’Asso- ciazione folcloristica e Culturale San Gemiliano. Questo non secondario aspetto anagrafico mi ha impedito di assistere alla sua fondazione, e tuttavia la vita dellíAssociazione ha attraversato la mia vita, come quella di tutti i sestesi “veraci”. E’ stata una presenza amichevole e costante: nelle tante serate estive in occasione di questa o quella festa; nei racconti e nelle foto delle località di tutto il mondo nelle quali hanno portato la cultura di Sestu e della Sardegna; nella piacevole (ma non per questo meno intensa) fatica di dare ospitalità alle centinaia di gruppi che Sestu ha accolto in questi primi cinquant’an- ni; nella memoria delle persone che nel frattempo ci hanno lasciato, cari amici e amiche il cui sorriso si lega inscin- dibilmente al gruppo stesso. Insomma, pos- sono anche non esserci legami formali con esso, ma è difficile non provare una sensazione di appar- tenenza: il gruppo San Gemiliano è un pilastro dell’intera comunità. Non potremmo nemmeno pen- sare una Sestu senza di esso. Ecco perchè provo gratitudine nei confronti Sestu, oggi, città d’Europa Il XV° “Festival Inter- nazionale della Gioventù e del Folklore”, che si terrà nella nostra cittadina nei primi giorni di agosto, rappresenta un avve- nimento di rilevante importanza non solo per la nostra comunità ma per l’intero panorama della cultura delle tradizioni popolari nazionali. La manifestazione registra la partecipazione di numerose rappresentanze di varie nazioni europee e a loro e ai popoli che rappresentano voglio porgere il più caloroso saluto a nome mio perso- nale e di tutti i cittadini. Il Festival è un’ottima occasione per proiettare la nostra cittadina in uno scenario europeo. Per testimoniare la nostra grande e profonda tradizione culturale, che unita a quella degli ospiti contribuisce a rinsaldare i valori di pace e di volontà di progresso dei popoli del nostro continente. E in un momento di difficoltà dei valori che stanno a base dell’Unione Europea, la proposta culturale oggi offerta a Sestu dai rappresentanti dei popoli europei. E’ il modo più appropriato per non interrompere il cammino intrapreso da oltre cinquant’anni, rivalutando i pilastri che stanno a base del futuro comune: l’uomo e la sua cultura. Tutto questo avviene grazie all’impegno dell’As- sociazione Folkloristica e Culturale San Gemiliano di Sestu che quest’anno celebra il cinquantesimo anniversario della sua costituzione. In tutti questi anni l’associazione ha svolto un’intensa attività nel campo della tradizione popolare e della cultura in genere. Tale impegno l’ha resa apprezzata prota- gonista non solo in Sardegna, ma anche in Italia e in campo inter- nazionale, dove registra grandi riconoscimenti non solo per il fascino della proposta culturale ma anche per il grande livello di professionalità conse- guito in questi anni, che rende il giusto merito al patrimonio delle tradizioni dell’intera Sardegna. Per questi motivi, all’associa- zione va l’augurio di un buono e soddisfacente pro- sieguo di attività e rinnovo il più caldo “beni benius” ai concittadini europei. Il Sindaco Dr. Aldo Pili ...Dieci anni fà 2004 Cinquantanni vissuti intensamente di chi con tenacia e capar- bietà, attraversando momenti entusiasmanti ma affrontando anche momenti difficili, ha reso grande questa realtà e ha lottato per mantenerla viva e attiva. Senza clamore, da cinquant’anni lavora per perpetuare le nostre tradizioni culturali, aggregando e formando giovani, famiglie, e da un po' di tempo anche meno giovani, che con entu- siasmo uniscono il diletto del ballare all’utile del mantenere il corpo in esercizio. E ha dimostrato di saper fare cose di grande rilievo, come di- mostra la stessa mani- festazione di quest’anno, la XV settimana europea della Gioventù e della Cultura, che porterà a Sestu 200 persone da sette Paesi europei. E’ solo l’ul- tima di una serie lunghis- sima di iniziative che contribuiscono a portare fama positiva alla nostra cittadina, un nuovo tas- sello del grande lavoro di questo primo mezzo secolo di storia dell’Associa- zione. Michele Cossa Consigliere Regionale

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CinquantennaleCinquantennale3.000 COPIE OMAGGIO

NUMERO UNICO DELL’ASSOCIAZIONE S. GEMILIANO PER I SUOI CINQUANT’ANNI D’ATTIVITA’ - AGOSTO 2014

Dieci anni fa, quandoaccettai l’invito dellaAssociazione Folkloristicae Culturale San Gemilianodi far parte, insiemeall’amico fraterno FlavioMarinelli, del comitatoorganizzatore per la cele-brazione del quaran-tennale, non pensavocertamente nè all’impegnoassai faticoso che costòrealizzare quell’evento nè,tanto meno, a quello chestava per accadermi: chemi sarei ritrovato di lì abreve a dovermi accollareil tribolato onere (oltrel’onore) di guidare lastessa Associazione pertutto il successivo decen-nio. Ed eccoci qui, ora, inquesto 2014, a festeggiarei cinquanta anni! Con lagioia di aver mantenutofede all’antico impegnodella mia prima età gio-vanile di salvaguardare,innovando e rinnovando(come amava ripetere ilgrande Marcello Serra ),le tradizioni popolari diSestu nel più ampiocontesto dell’amata terradi Sadegna. E’ stata unaprofumata corona di diecirose, ciascuna con colorediverso, ma con tantespine pungenti ! E’ belloricordare di aver vissutointensamente la vitaassociativa anno dopoanno, con i piccoli impegniquotidiani e le più diverseiniziative: i Quaderni Ses-tesi, le Rassegne Regionalie Internazionali delFolklore, la scuola di ballogratuita per adulti edanziani prima e perbambini ed adolescentisuccessivamente, le serateculturali di presentazionedi libri ed autori, compresol’indimenticabile amicoEnrico Pili, di tradizionipoetiche e musicali, leserate celebrative e/o allamemoria di personaggiimportanti del nostrovissuto e gli spettacoli dibeneficenza. Come dimen-ticare quella organizzata

in occasione dei suoi primi... ottanta anni in onoredel nostro grande amicoM° Luigi Lai, musico esuonatore eccelso dilauneddas? E’ doloroso,invece, dover ricordare letante persone care che inquesti dieci anni ci hannolasciato. Come i nostriindimenticabili MarioSanna, Adalgisa Loi,Salvatore Spiga noto“Maurissiu”, MondoVercellino, PeppuccioFarris, Cinzia Meloni e gliamici importanti come ifratelli Sergio e TonioTrois, Mimmia Sanna,Giovanni Lilliu. A ciascunodi loro vada il pensieroriconoscente per quanto etanto ci hanno dato conamore. Vi è anche l’ama-rezza di non essere riuscitia raggiungere più ambi-ziosi traguardi, a diventaremaggiormente polo diaggregazione per tanti gio-vani e per tante iniziativesocio culturali.Pesa,inoltre,la dolorosa amarezza diaver dovuto affrontare diffi-coltà, ostacoli e pericoliimprevisti, quasi tuttifortunatamente superati,ma che, indubbiamente,hanno determinato rallen-tamenti nelle attività estati d’animo certamentenon positivi. E’ oggi peròsicuramente importantepoter dire di avere davantia se un orizzonte, un futuroper le nuove generazioniche hanno imparato adamare la propria Terra, leproprie radici, i più pro-fondi valori del nostrovivere, del nostro essereSardi. Per questo due annifa, ad Alicante, in occa-sione della XIV SettimanaEuropea della Cultura edella Gioventù, in previ-sione della celebrazione nel2014 del nostro cinquan-tennale, abbiamo volutofarci carico, in accordo conl’amminstrazione comu-nale, di organizzare la XVediz ione de l l ’ impor-tante manifestazione,

portandoci a Sestu las imbol ica bandieraeuropea. Questo nostroCinquantennale vogliamocelebrarlo il più degna-mente possibile propriocon questo grande evento,che sarà occasione perlegare un prestigiosopassato ad un presentebrioso e vivace che saguardare ancora al futuro,affidando le nostre sortiai giovani ed ai bambini,nelle cui mani conse-gnamo volentieri il nostrotestimone. Facciamoci,dunque, i migliori Au-guri...di cuore!E perchè no, a cent’ an-nus, a chent’annos, acent’anni ...... !

Il PresidenteCamillo Pili

Un pilastro della nostra comunitàAvevo quattro anniquando nacque l’Asso-ciazione folcloristica eCulturale San Gemiliano.Questo non secondarioaspetto anagrafico mi haimpedito di assistere allasua fondazione, e tuttaviala vita dellíAssociazioneha attraversato la miavita, come quella di tuttii sestesi “veraci”. E’ statauna presenza amichevolee costante: nelle tanteserate estive in occasione

di questa o quella festa;nei racconti e nelle fotodelle località di tutto ilmondo nelle quali hannoportato la cultura di Sestue della Sardegna; nellapiacevole (ma non perquesto meno intensa)fatica di dare ospitalitàalle centinaia di gruppiche Sestu ha accolto inquesti primi cinquant’an-ni; nella memoria dellepersone che nel frattempoci hanno lasciato, cari

amici e amiche il cuisorriso si lega inscin-dibilmente al gruppostesso. Insomma, pos-sono anche non essercilegami formali con esso,ma è difficile non provareuna sensazione di appar-tenenza: il gruppo SanGemiliano è un pilastrodell’intera comunità. Nonpotremmo nemmeno pen-sare una Sestu senza diesso. Ecco perchè provogratitudine nei confronti

Sestu, oggi, città d’Europa

Il XV° “Festival Inter-nazionale della Gioventùe del Folklore”, che si terrànella nostra cittadina neiprimi giorni di agosto,rappresenta un avve-nimento di rilevanteimportanza non solo perla nostra comunità ma perl’intero panorama dellacultura delle tradizionipopolari nazionali.La manifestazione registrala partecipazione dinumerose rappresentanzedi varie nazioni europee ea loro e ai popoli cherappresentano voglioporgere il più calorososaluto a nome mio perso-nale e di tutti i cittadini.Il Festival è un’ottimaoccasione per proiettare lanostra cittadina in unoscenario europeo. Pertestimoniare la nostragrande e p ro fondatradizione culturale, cheunita a quella degli ospiticontribuisce a rinsaldare

i valori di pace e di volontàdi progresso dei popoli delnostro continente.E in un momento didifficoltà dei valori chestanno a base dell’UnioneEuropea, la propostaculturale oggi offerta aSestu dai rappresentantidei popoli europei. E’ ilmodo più appropriato pernon interrompere i lcammino intrapreso daoltre c inquant’anni ,rivalutando i pilastri chestanno a base del futurocomune: l’uomo e la suacultura.Tutto questo avvienegrazie all’impegno dell’As-sociazione Folkloristica eCulturale San Gemilianodi Sestu che quest’annocelebra il cinquantesimoanniversario della suacostituzione. In tutti questianni l’associazione hasvolto un’intensa attivitànel campo della tradizionepopolare e della cultura in

genere. Tale impegno l’haresa apprezzata prota-gonista non solo inSardegna, ma anche inItalia e in campo inter-nazionale, dove registragrandi riconoscimenti nonsolo per il fascino dellaproposta culturale maanche per il grande livellodi professionalità conse-guito in questi anni, cherende il giusto merito alpatrimonio delle tradizionidell’intera Sardegna. Perquesti motivi, all’associa-zione va l’augurio di unbuono e soddisfacente pro-sieguo di attività e rinnovoil più caldo “beni benius”ai concittadini europei.

Il Sindaco Dr. Aldo Pili

...Dieci anni fà 2004Cinquantanni vissuti intensamente

di chi con tenacia e capar-bietà, attraversandomomenti entusiasmantima affrontando anchemomenti difficili, ha resogrande questa realtà e halottato per mantenerlaviva e attiva. Senzaclamore, da cinquant’annilavora per perpetuare lenostre tradizioni culturali,aggregando e formandogiovani, famiglie, e da unpo' di tempo anche menogiovani, che con entu-

siasmo uniscono il dilettodel ballare all’utile delmantenere il corpo inesercizio. E ha dimostratodi saper fare cose digrande rilievo, come di-mostra la stessa mani-festazione di quest’anno,la XV settimana europeadella Gioventù e dellaCultura, che porterà aSestu 200 persone da settePaesi europei. E’ solo l’ul-tima di una serie lunghis-sima di iniziative che

contribuiscono a portarefama positiva alla nostracittadina, un nuovo tas-sello del grande lavoro diquesto primo mezzo secolodi storia dell’Associa-zione.

Michele CossaConsigliere Regionale

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2 CinquantennaleCinquantennale2Saluti augurali di Mons. Onofrio Serra parroco San Giorgio di Sestu

Gli auguri dell’AVIS

E’ con grande piacereche formulo i miei piùsentiti auguri all’Asso-ciazione San Gemilianodi Sestu in occasione del50° anniversario difondazione, che anchecon l’AVIS ha avutooccasioni di brillante egraditissima colla-borazione. E’sicura-mente un bellissimo eimportante traguardoche por ta con setantissimi bei ricordi etantissime manifesta-zioni, in campo locale,regionale, nazionale,realizzate con il coin-volgimento di tanti socie l’impegno di numero-sissimi dirigenti edamici. Credo soprattuttoche questo importanteanniversario debba por-tare con se la testimo-nianza per un impegnopassato e anche per quel-lo futuro. Un impegnoche dovrà avere, cosìcome l’ha avuto certa-mente in tutti gli anni di

monio, che avete co-struito in questi anni,non appartiene solo avoi, ma a tutta laComunità di cui sieteespressione. Con questosentimento invio a voitutti i più sentiti augurimiei e dell’AVIS.

Antonello CartaPRESIDENTE AVIS REGIONE

SARDEGNA

attività, la consa-pevolezza che l’emeritaassociazione porta,nella sua quotidianaattività, un enormebagaglio di storia, diesperienze, di affetti, divita quotidiana di unaintera Comunità dipersone. Il Comune e laComunità di Sestu sonoper gran parte della lorovita dentro l’Associa-zione “San Gemiliano”e sono certo che conti-nueranno ad esserloancora per lunghi edoperosi anni di attività,che accresceranno ulte-riormente il patrimoniodi questa meritoriaassociazione. Questacontinuerà certamentead interpretare al mas-simo livello il proprioimpegno, così come hafatto in tutti questi anni,con la consapevolezzascusate se mi permettodi accomunarvi in unconcetto che vale ancheper l’AVIS, che il patri-

Il comune sentimentoche si prova nei con-fronti dell’Associazio-ne culturale e folclo-rica intitolata a SanGemiliano, è quello diuna profonda grati-tudine per il ruolo fon-damentale che ha svoltonel preservare e divul-gare al contempo le

espressioni popolaridella comunità sestesee dunque della nostraisola più in generale.Il cammino culturale esociale dello storicosodalizio, nell’attra-versare mezzo secolodella “piccola storia” diSestu, ha contribuitofortemente a mantenere

viva e attiva la memo-ria popolare, riscoprirela pratica del ballorituale comunitario er i c o s t ru i r e pa r t edell’apparato vesti-mentario locale. Avereil privilegio di condi-videre l’amicizia e lestesse passioni da circaventicinque anni, mi

permette di testimo-niare direttamentequanto sia stato, ed ètutt’oggi importante, ilruolo dell’AssociazioneSan Gemiliano anchenei confronti dellenuove generazioni.Infatti, proprio at-traverso l’attività cul-turale del gruppo, mol-ti giovani del paese,hanno aperto preziosiorizzonti di repertori epratiche tradizionali diun passato non troppolontano. Seguo conmolta ammirazione ilrispetto “religioso”nell’interpretazione deiballi rituali e delledanze di corteggia-mento. Introduzionisempre ben misurate,di figure e schemi co-reografici che ci ripor-tano, in modo orga-nizzato, alle estem-poranee interpretazionidei danzatori dellasocietà tradizionale.Tra i balli popolariinterpretati dal gruppoSan Gemiliano, uninteressante esempiodi articolazione delpassaggio dalla piazzaal palcoscenico loritrovo proprio nel“ballu ‘e ogai”, dove si

può cogliere piena-mente tutta la forzadell’espressione spon-tanea racchiusa nellaetnocoreutica popolare,in una sequenza coreo-grafica innovativa chelascia emergere, senzastravolgerne il senso piùprofondo. L’abilità deidanzatori, la grazia ecompostezza delle don-ne si manifesta piena-mente in una inter-pretazione rigorosa cheallo stesso tempo èdiretta fruizione, vero eproprio connubio fratradizione e spettacolo,desiderio di mostrareabilità di ciascuno nelrispetto di quei ritmi,tempi, passi, figure,evoluzioni e intenzionidi una pratica rituale,patrimonio autentico ditutta la comunità diSestu. In questi cin-quant’anni di impe-gno culturale, il gruppofolk ha saputo coin-volgere, rappresentare efar rispecchiare conorgoglio la popolazionesestese nelle innu-merevoli attività cul-turali, rassegne folklocali o negli importantiimpegni dei festivalinternazionali. L ’antica

collaborazione artisticacol maestro di launed-das Luigi Lai, segna unpiacevolissimo tratto diamicizia sincera e unampio desiderio di per-correre sentieri musi-cali autentici, ricon-ducibili alle radici piùprofonde espresse neisecoli, dalle genti diSardegna. In questostorico anniversariosono custoditi tuttiquei tratti identitariindirizzati verso gliscrigni della memoriadi quel patrimonio po-polare comune che faprovare a ciascuno dinoi il piacere di poterdire: questo è anche il“mio” gruppo folclori-stico, questa è la miatradizione.

Ottavio NiedduLa partecipazione di Ottavio Nieddu

Regionale SardegnaProvinciale CagliariComunale CagliariComunale Sestu

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33CinquantennaleCinquantennale

25° ANNIVERSARIODI FONDAZIONE

DELLA PRO LOCODI SESTU

1985 - 2010

25 anni sono ormaipassati dal giorno incui 14 amici, appar-tenenti al mondoculturale ed impren-ditoriale del nostropaese e con a capoFrancesco Zedda,decisero di dare validitàlegale all’AssociazioneTuristica Pro Loco diSestu; 25 anni distoria, d’idee e di azioniper e con la città. Eproprio per ricordare esoprattutto festeggiareil suo 25° anniversariola Pro Loco di Sestu haprogrammato per l’11dicembre 2010 lacelebrazione. E’ statal’occasione per ricor-dare Francesco Zeddagià Presidente e sociofondatore della ProLoco di Sestu; MosèSpiga già Vice Presi-dente della Pro Loco diSestu e Adriano FaccinPresidente Onorario

della Pro Loco di Sestu.La ricorrenza ha avutoinizio con la celeb-razione della SantaMessa celebrata daMonsignor OnofrioSerra e accompagnatadal coro del GruppoFolk I Nuraghi diSestu. Al termine dellamessa i familiari diMosè e Adriano hannoscoperto le targhe chela Pro Loco di Sestu hafatto realizzare dedi-candole ai loro cari; perFrancesco e Mosè unatarga all’interno deilocali con la seguentemotivazione: SalaFrancesco Zedda eMosè Spiga animatoriculturali dell’ Associa-zione Pro Loco diSestu; mentre perAdriano Faccin unatarga posta all’esternodei locali con seguentemotivazione: “TeatroAdriano Faccin - Bene-fattore e PresidenteOnorario della ProLoco di Sestu”.Successivamente ilPresidente della ProLoco di Sestu, Mario

Ziulu, ha ripercorso i25 anni di storia dellaPro Loco, citando glieventi e le azioni piùrilevanti che hannovisto l’ Associazioneprotagonista: dallamostra “Su traballu ded’ognia dì” allestita neilocali della Pro Locoalle molteplici Mostredel Prodotto RegionaleAgroalimentare allestitenella piazza 1° Maggio;dal Presepe Monumen-tale Biblico allestito neilocali della Pro Loco al“Festival della Pro Loco- raduno regionale eno-gastronomico dellesagre paesane” giuntoalla settima edizione.Per commemorare gliamici scomparsi Fran-cesco, Mosè e Adriano,la Pro Loco ha forte-mente voluto coin-volgere persone illustriquali Camillo Pili, Fran-cesco Serci e DionisioPinna. Vogliamo ripren-dere alcuni frasi citateda Francesco Serci suAdriano Faccin (perso-na meno conosciutaalla stragrande mag-

gioranza dei Sestesi).Persona, Adriano, diindubbia generosità;attivo e solidale verso ipiù bisognosi; spiritolibero in aderenzaquotidiana ai propriideali; partecipazionealla vita pubblicasestese in qualità diiscritto e dirigentelocale del PartitoSocialista (anni 70 -80), in maniera assolu-tamente disinteressatae fattiva; pensava ailocali che adesso ospi-tano la Pro Loco, dadestinare ad uso “piùnobile” che non fossequello del far soldi,presagendo quasi ladestinazione che poiavrebbe avuto e cheattualmente ha.L’evento molto “par-tecipato” si è arricchitoper le esibizioni delGruppo Folk dellaAssociazione CulturaleSan Gemiliano di Sestu,riscuotendo il plauso ditutti i presenti. L’oc-casione è stata propiziaper assegnare alcuniattestati di bene-

“Una tappa importante della nostra storia”merenza a Ferru Tere-sa, Ferru Delia, SpigaBonaria e NonnisFede r i ca c on l aseguente motivazione:“In qualità di colla-boratrici sostenevanocon dedizione, passionee particolare impegnole attività della ProLoco di Sestu”.Al termine, offerto dallaPro Loco e dai nume-rosi collaboratori di cuila nostra Associazionesi avvale, e che ringra-zio, su cumbidu.Un particolare ringra-ziamento a MonsignorOnofrio Serra, aifamiliari (numerosi)degli indimenticabiliFrancesco, Mosè eAdriano; al SindacoDottor Aldo Pi l i ,all ’Assessore allaC u l t u r a R o b e r t oBullita, ai ConsiglieriFabio Pisu e Paolo Cauper la loro attenta eincondizionata dispo-nibilità; a DionisioPinna della Coopera-tiva Sociale di Sestu eFrancesco Serci per illoro contributo; al

Gruppo Folk I Nuraghie al suo PresidentePierpaolo Angioni;all’Associazione Cul-turale Folkloristica SanGemiliano di Sestu e alsuo Presidente CamilloPili per il suo contri-buto; ai numerosissimisoci e collaboratori chein questi 25 anni sisono donati per la lorocittà; ai soci fondatori:Ferru Adalberto, FarrisEfisio Luigi, FarrisLuigi, Piras Gian-franco, Ardu Alessan-dro, Marinelli Flavio,Marras Antonio, CauGiuseppe, Zedda Fran-cesco, Bullita Enrico,Esu Ottavia, ManunzaMario, Cadeddu Annae Saba Giovanni.

A cura dellaAssociazione Pro Loco

e del suo PresidenteMario Ziulu

Ballando e cantando iltempo è passato! Sonotanti gli anni trascorsitra fatiche gioie e sod-disfazioni. Mille e milleprove per affrontarealtre tante esibizioni emostrare agli altri,attraverso il folklore, lemie origini: già le mieorigini sarde! La Sar-degna, una roccia inmezzo al mare dove imiei antenati spez-zavano la quotidianità

“Sestese, sarda, cittadina del mondo”

con canti e balli unicial mondo, per linguapassi di danza emusiche intonate construmenti umili e sem-plici, ma al contempocomplicati nell'uso. Ioringrazio di aver avutola possibilità di esserenel "mio piccolo" am-basciatrice nel mondodi questa etnia delquale sono orgogliosa.Ho avuto il privilegiodi confrontarmi e cono-

scere tante splendide esimpatiche persone conle quali sono cresciuta,ed altre di diversenazionalità arricchendoulteriormente attra-verso loro il mio baga-glio culturale. Ho ricor-di piacevoli e divertentidi tante notti in biancoper non perdere nep-pure un minuto di unabella giornata in com-pagnia. Tutto ciò mi haaiutato nel sentirmi

cittadina del mondo,"un bel sentire davvero"!“Io piccola indigenadell’isola che c’è”sonoancora qui: per cantaree ballare insieme a tuttivoi.

Grazieall'Associazione Folk

San Gemiliano.

Rosalinda Dessì

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44 CinquantennaleCinquantennale

“Per sempre giovani”

Il 24 gennaio diquest’anno moriva aManhattan (NewYork)Pete Seeger, cantante,collettore della canzonefolk e cantautore che haguidato un revival delfolk americano e hatrascorso una lungacarriera difendendo lamusica folk sia comepatrimonio vitale checome catalizzatore peril cambiamento sociale.Aveva 94 anni. Per PeteSeeger, musica popolaree senso di comunitàerano inseparabili, edove vide una comu-nità, ha visto la possi-bilità di azione politica.Con la sua voce PeteSeeger ha cantato per ilmovimento operaionegli anni ‘40 e ‘50, hapartecipato a marce peri diritti civili , a radunicontro la guerra nelVietnam negli anni ‘60,

per cause ambientali econtro le guerre ingenere negli anni ‘70e oltre. "We ShallOvercome", che PeteSeeger ha adattato davecchi “spirituals”,divenne l’inno per lelotte per i diritti civili.Pete Seeger è stato un mentore per la gene-razione dei cantantifolk più giovani neglianni '50 e '60, tra iquali Bob Dylan.Decenni più tardi,BruceSpringsteen ha attintodal repertorio di musicatradizionale di PeteSeeger, definendolocome "...un archiviovivente della musica ecoscienza dell' Ame-rica”. Anche in Sarde-gna la musica tradizio-nale, nelle sue espres-sioni assai vive e varie-gate, non è mai rimastasterile folklore. Gran-

dissimi artisti e perso-naggi , che si vedevanocome parte di una tradi-zione popolare conti-nua, da riproporre cos-tantemente, levigataed adattata ai tempi,fra continuità della tra-dizione e innovazione,in un quadro fluido e incontinuo divenire che siintreccia con gli altrielementi che entranoin gioco nella defi-nizione e rappresen-tazione dell'identità deisardi, la hanno saputorendere sempre attualee sentita.Tra questioccupa un ruolo dipreminenza senzadubbio Maria Carta,che, voglio ricordarloanche io, con il GruppoFolk di ballo SanGemiliano di Sestu haavuto rapporti digrande amicizia estima. Negli anni della

sua lunga carriera haripercorso i moltepliciaspetti della musicatradizionale sarda,spesso aggiornandolicon arrangiamenti mo-derni e personali ed èriuscita a portare consuccesso la musica folksarda in manifestazionia livello nazionale einternazionale (soprat-tutto in Francia e negliStati Uniti). A MariaCarta affianco il gran-dissimo Andrea Parodiper “...il grande ba-gaglio di cultura sardache ha sapientementedivulgato in giro per ilmondo” (Piero Pelù) e“... la cui voce harappresentato la sel-vaggia bellezza miste-riosa della Sardegna”(Noà). C’è un filo con-duttore in tutto questo?Io penso che la rispostasia contenuta tutta in

una canzone cele-berrima di Bob Dylan,“ Forever young” (Persempre giovane ), dellaquale, guarda caso,proprio il grande Seegerne ha riproposto intempi recenti una inter-pretazione molto toc-cante, che io vi invitocaldamente ad ascol-tare e vedere accedendoal sito YOU TUBE,digitando poi sem-plicemente: Pete Seeger- Forever Young. Vogliochiudere questo miocontributo al gior-nalino citando l’ultimaparte di questa can-zone, nella sua tradu-zione italiana, (non so-no in grado , purtroppo,di farla in un sardocorretto!!!!!):

“Possano le tue maniessere sempre occupate

Possa il tuo piede

essere sempre svelto

Possa tu avere delleforti fondamenta

Quando i venti delcambiamento soffiano

Possa il tuo cuoreessere sempre gioioso

Possa la tua canzoneessere sempre cantata

Possa tu restare persempre giovane

Per sempre giovane persempre giovane

Possa tu restare persempre giovane”

Cesarino Piga(Ho scritto l’articolo,per la precisione, non

il brano dellacanzone!!)

Già Presidentedell’Associazione

Da decenni il dibattitosui temi dell’identità,dell’appartenenza, dellasardità, conosce mo-menti alterni: di grandefertilità, quando asso-ciazioni, riviste cultu-rali, intellettuali parti-colarmente sensibili af-frontano questi argo-menti con passione eimpegno; di stasi, senon proprio di regres-sione, quando vengonomeno questi fermenti eprevalgono posizioni dinegazione e di deni-grazione, come se discu-tere di ciò che si è, diciò che si vorrebbe e sipotrebbe essere, fosseuna perdita di tempo.Roba per gente da poco.Roba da poveri igno-ranti. E’ però nei mo-menti di stanca, quandole strumentalizzazionie gli opportunismi pre-valgono sulla passionee sulla ricerca di do-mande e di risposte in-telligenti (per soddis-fare interessi spessomeschini o impedire chela storia del presente edel domani si nutradella storia antica checi ha formato e portatoad essere quel chesiamo), che diventaancor più necessarioalimentare quel dibat-tito, con caparbietà, confermezza, con dignità.Andare a capire infatticosa c’è dietro il nostroessere popolo, dietro“quel” popolo, con lesue piccole e grandi

“miserie”, con le suepiccole e grandi virtù,non è un mero esercizionarcisistico per arrivarea dire che siamo “belli”e nessuno è più “bello”di noi. E’ vero semmaiil contrario: serve pro-prio a definire dei con-cetti che altrimenti di-ventano parole vuote,vuoti contenuti espres-sione del nulla. D’altrocanto nella storia diognuno, sia esso indi-viduo o comunità, visono delle radici allequali è necessario tor-nare, alle quali bisognaattingere per nutrirsi dinuova linfa, di nuovavitalità. Altrimenti è unvivere fossilizzato, pa-ralizzato, senza alcunaprospettiva. Quando sidice che bisogna tor-nare “a su connotu”,non si intende espri-mere sentimenti dinostalgia e di rimpiantoverso un qualcosa chenon può essere più eche consideriamo per-duto per sempre; è in-vero un passaggio in-dispensabile per ritro-vare quelle radici, indis-pensabile per poter an-dare alla ricerca “de suchi no est connotu”,alla ricerca di ciò chenon si conosce, diquell’ignoto che sempreè visto con timore mache tuttavia dobbiamoavere il coraggio di an-dare a “vedere” perchèquesta è la sorte degliuomini. Rimanere fermi

a crogiolarsi nell’il-lusione di essere chissàche, nell’illusione chetutto ciò che ci riguardaè meglio di qualunquealtra cosa, è un non vi-vere, è un non esserci,diventa nei fatti unacondizione patologica,una forma di autismoin cui ci si chiude in sestessi, in cui l’unicomondo è il propriopiccolo mondo, l’unicarealtà possibile, nonriuscendo a vedere chela realtà è fatta anchedi altro, di altri popoli,di altre culture, di altresofferenze, di altre con-quiste. Rischiando, co-me si dice in molti vil-laggi della Sardegna, distare sulla terra soltan-to perchè c’è posto. Soloil confronto con gli altripopoli, con altre culture,con altre sofferenze, conaltre conquiste, con ciòche è “altro” può con-sentirci di scoprire e dicapire che cosa siamoveramente, senza la pre-tesa di essere i “mi-gliori”, perchè nessunoè migliore o peggiore:semplicemente è. E noi,semplicemente, “sia-mo”. E’ quel confrontoche ci permette di avereun’identità, di “essere”,perchè l’identità nascedal confronto con l’al-tro, dal riconoscimentoda parte dell’altro:questo e soltanto ques-to, l’alternativa è l’i-solamento, la soli-tudine. Condizioni che,

vissute nelle forme chela gente di Sardegnaconosce molto bene,non portano certo a unacrescita, che è insiemeculturale ed economica,non portano a unosviluppo, ma costrin-gono a vivere all’infinitoun tempo immobile. Untempo povero. MariaCarta disse una voltaalla gente di Siligo, ilsuo paese: “Non ero iosoltanto che avevobisogno di andare alavorare, di andare alavare, erano tanti comeme che avevano biso-gno. Soltanto che ques-to bisogno non mi bas-tava, non volevo restarecon i piedi a mollo,volevo uscire, volevoandare a conoscerecos’era il mondo oltreSiligo, dall’altra partedi Siligo cosa c’era e atutti volevo dire: fateloanche voi, non ci bastastare zitti, fermarci unmomento, non dob-biamo fermarci, dob-biamo esistere, dob-biamo far sapere aglialtri che esistiamo, cheviviamo e dobbiamovivere. Non vergogna-tevi di star male: fatelosapere, perchè soltantofacendolo sapere chestiamo male gli altri siaccorgono che vivia-mo!”. Parole accoratedi una donna che conla sua voce, con i cantidella sua terra, ha fattoda colonna sonora aipassi dei tantissimi

sardi oggi sparsi per ilmondo, i tanti che innome di questo bisognosono andati incontroall’ignoto, incontro adincognite che pian pia-no si sono sciolte fa-cendo capire che “oltre”Siligo, dall’altra partedel mare, c’è tanto davedere, c’è tanto dascoprire. C’è tanto dadare. Proprio così: tantoda dare! E’ lì che hasenso e significato riper-correre all’indietro isentieri costruiti dainostri Padri, perchèpartendo da lì, da “suconnotu”, possiamoproiettarci verso ildomani e dare ciò chedi bello e buono abbia-mo a un mondo che staimparando a conos-cerci e ad apprezzarciper quello che siamo.Nella nostra semplicità,nella nostra dignità.Verrebbe da dire: nellanostra “sardignità”.Ecco che allora assu-mono un valore grandei nostri canti, le nostrepoesie, le nostre danze,la nostra creatività, chenon è altro se non l’es-pressione di un sen-timento, di un modo diessere “dentro” che nas-ce dalla sofferenza,dalla solitudine, daldolore di pagine sporchedi odio e di sangue maanche dalle vibrazioniche danno il viverecomunitario, i cantiintrecciati insieme, iballi in piazza i giorni

della festa, dove millesperanze si incontranoe si sostengono, allaricerca di una esistenzache non abbia più ilcolore della rasse-gnazione, il colore deltempo perduto, maquello del tempo davivere, del tempo cheverrà e che conterrà igermogli di quei semiche molti vorrebberosoffocare nelle zolledella nostra storia peri loro perfidi calcoli, peri loro piccoli torna-conti, ma che tanti ognigiorno continuano acoltivare, con pa-zienza, con amore, get-tando in quelle zollealtri semi che potrannogermogliare soltanto selo sguardo non rimanefisso all’indietro ma sivolge in avanti, concoraggio, senza paura.Allora sì che quel pas-sato avrà un senso eun significato, allora sìche potrà esserci unfuturo fatto di coseantiche e di tante altrecose nuove e belle.

Gavino Maieli

“Dal passato, il futuro della sardità”

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Leggevo l’altro giorno sul nostro principale quotidiano “L’Unione Sarda” della candidatura di Cagliari a Capitale della Culturae delle varie iniziative in atto per promuoverla. Nessuno però ha ricordato e citato chi per primo ha avuto un’idea del genere:il dottor Giovanni Maria Sanna, per gli amici Mimmia Sanna, Funzionario regionale, Direttore dell’ex ESIT e per lunghi anniilluminato Commissario delle Aziende di Soggiorno di Cagliari e di Sassari.Erano tempi in cui il turismo incominciava timidamente a diventare “industria”, le tradizioni, il folklore, l’etnografia ed ingenere la “cultura della nostra identità” veniva rivendicata come humus delle nostre radici, elemento importante e caratterizzantedella nostra sardità, da non considerare più “inferiore” e o “minore” rispetto a quella “elitaria e snob” ufficiale dominante.Mimmia Sanna ne intuì subito l’enorme potenziale e, nello svolgimento dei suoi compiti di funzionario, ne prese subito ladifesa con l’impegno di dare ad essa la dignità ed il lustro di merito. “La Sardegna”, diceva Mimmia, “E’ una delle terre piùbelle del mondo. Ma oltre all’incanto delle sue coste, del suo clima, del suo entroterra da favola, possiede un altro immensopatrimonio: il folklore, il più bello del mondo, inteso come cultura di popolo, con l’infinità di costumi diversi da paese a paese,le musiche, i canti, gli strumenti musicali, le launeddas, strumento magico tra i più antichi dell’umanità! Tutto questo èricchezza e, debitamente valorizzato, deve diventare e tradursi come volano e spinta propulsiva per un progresso economicodella Sardegna.”“Cagliari capitale del Mediterraneo” era uno dei suoi slogans insistenti. Purtroppo una voce nel deserto, riempito, da unaclasse politica miope e poco lungimirante, da cattedrali idrovore di energie e risorse preziose, che ben sappiamo come sono

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55CinquantennaleCinquantennale

Dieci anni fa, in occa-sione del quaran-tennale della nostraAssociazione, tra lepagine di un giornalecome questo, chenuovamente editiamoper noi e per la citta-dinanza sestese, ave-vamo ricordato lafigura di un grandeamico, Francesco Zed-da, a tutt’oggi semprepresente con rimpiantonei nostri cuori. Altrotempo è passato e,oggi, abbiamo pur-troppo il dovere, conprofonda malinconia,di doverne ricordaretanti altri. I primi checi vengono in mentesono Sergio e TonioTrois, figli di Cos-tantino, tipografi estampatori di una dellepiù antiche attivitàcagliaritane del settore.Da un iniziale rapportodi lavoro ( quasi tutti inos t r i dep l ian ts ,manifesti, locandine,inviti ed in genere tuttii nostri lavori di stam-pa sono opera loro ), siè passati ad un legamedi vicinanza e di pro-fonda amicizia.Diven-nero soci dell’Asso-ciazione e furono sem-pre pronti e disponibilia venirci incontro edaiutarci in tutti modi.R i c o r d i a m o c o nnostalgia certi momenticonviviali, dove la lorosimpatia e giovialità citrascinava e ci inco-raggiava. Oggi che nonci sono più hannolasciato il simbolicotestimone ai figli.Costantino ed Elisa-betta continuano conla stessa disponibilità

a starci vicino. Non c’èpiù neanche PeppuccioFarris, socio fondatoree nostro economo-cassiere per lunghianni. Serietà, com-petenza e dedizionehanno sempre con-traddistinto e carat-terizzato la sua vitanel l ’Associazione.Sempre elegante esignorile nel ballo e neir a p p o r t i u m a n i ,spiritoso ed ironico,umile e faceto, dotatodi una rara virtù:l’autoironia! Nonos-tante una vita contras-segnata da problemiseri di salute primadell’amato genitore epoi di se stesso, af-frontata con viriledignità ed un sorrisoindimenticabile, comeuna sua battuta inoccasione di un felicem a t r i m o n i o i nfamiglia: “biada issu”!Sei stato un grande,tutto da scoprire pertanti di noi. E daricordare per semprecon immenso affetto,unitamente all’umile egrande ballerino euomo come NataleZanda, molto similenel carattere e stile divita. A si biri, tott’e isdus, torrendi a baddai,currendi e in tundu!!Veniamo, infine, a quelpilastro fondamentalesenza il quale non sisarebbe potuto man-tenere in piedi il nostromonumento: MarioSanna. Socio fondatoreindispensabile e deter-minante, elegante esuperbo ballerino,maestro di danza,storico e irripetibile

“Che persone speciali! ... da ricordare”

Capo gruppo per cosìtanti anni, dirigente ePresidente. Caratterespigoloso, ma pas-sionale e trascinante,ingegnoso e geniale,socializzante e inna-morato della Sardegna,da buon logudorese.Centinaia di giovani edecine di famiglie diSestu in lui hannoavuto un punto diriferimento sicuro perla conoscenza delletradizioni popolari ditutta la Sardegna,insieme all’amico “dec o s t e r a ” M o n d oVercellino, eccelso edirripetibile suonatore diorganetto diatonico,anche lu i p i e t rad’angolo del nostromagnifico edif iciovivente. La sua pas-sione per il ballo è statacoinvolgente per lafamiglia della moglie,Bonarina Zanda, e perla sua stessa famiglia,soprattutto per i figliGiampaolo e Luisa,diventati a loro voltaprovetti ballerini. Unsestese acquisito, cheha portato Sestu intutta la Sardegna equesta a Sestu, cos-truendo un impastoeccellente di sardità.Ora che non ci sei più,caro Mario, ci mancanoi tuoi brontolii, le tuepassioni, le tue lezioni,il tuo amore ritmico edelegante per le nostredanze. Per tutto quelloche sei stato per noi, tiringraziamo, Mario! Apasso di danza ......

Flavio Marinelli

Tonio Trois

Mario Sanna

“Un ricordo ed un grazie particolare a chi non c’è più”

“ Don Mocci, Loi Adalgisa, Sanna Mario, Spiga Salvatore (noto Maurissiu), Ferru Elia, Serra Vincenzo (noto Bissenticu),

Argiolas Valeriano, Picciau Peppino, Spiga Elisa, Argiolas Tilde, Lussu Dr. Giuseppe, Zanda Gesuino, Zanda Natale,

Zedda Francesco, Farris Giuseppe (noto Peppuccio), Spiga Mosè, Orrù Luciano, Meloni Cinzia”.

“Bande Mario, Furcas Mario, Vercellino Mondo”.

“Trois Sergio, Trois Tonio, Sanna Giovanni Maria (noto Mimmia), Serra Marcello,Carta Maria, Lilliu Giovanni”.

Sergio Trois

Peppuccio Farris

Ricordo di un amico vero, di un Sardo eccellente: Mimmia Sanna

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2014

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andate a finire. Nativo di Buddusò ed elettivo di Bitti, Mimmia si sentiva cittadino della Sardegna intera, tanto l’amava profondamente. Persona schietta, nondisdegnava di entrare in polemica con chi che sia, se doveva difendere convinzioni e idee. Come non ricordare la decisa svolta alla organizzazione della Sagra diS. Efisio data da Commissario Straordinario dell’Azienda di Soggiorno di Cagliari, quando decise quella profonda trasformazione per riportarla a quella che eraoriginariamente: un voto religioso. “ La sagra di S. Efisio”, sosteneva, “E’ nata religiosa. E’ la più grande processione religiosa del mondo e, come tale, deveconservare le sue origini”. Niente più canti e musiche che non abbiano carattere religioso. Niente più costumi contaminati dalle mode, ma una dimostrazione difede nella compostezza dei sardi in preghiera. Ripropose “s’arramudura”, l’antico rito religioso ancora in un uso in tanti centri dell’Isola, consistente nell’allestire,al passaggio del Santo, un profumato e multicolore tappeto di petali di fiori ( ...e di piccoli e teneri rami dal verde fogliame). Oggi sui giornali si legge spesso diproposte e iniziative presso l’UNESCO per far diventare la Sagra di S. Efisio “Patrimonio dell’Umanità”. Ci auguriamo che ciò avvenga al più presto, senza peròdimenticare che il primo a sostenere l’idea, rendendola più grande e più bella, fu proprio Mimmia Sanna!Si. Possiamo ben dirlo e possiamo testimoniare: Mimmia Sanna fu lungimirante e precursore, coraggioso paladino e strenuo difensore dell’identità e di quella“cultura popolare sarda” che molti considerano ancora “minore”, ma che minore non è affatto. “Minores” sono loro! Ed in questo fu anche un “purista”, nel sensoche avversava ibridi e contaminazioni provenienti da mode e influenze della società di oggi. Non era raro perciò sentirlo rimproverare e polemizzare con associazionifolkloristiche gruppi di ballo. Anche se, tuttavia, li difendeva, quando affermava “Le associazioni e gruppi folk, ormai sorte (anche troppe) in ogni paese dellaSardegna, hanno l’indiscutibile merito di essere l’asse portante del folklore sardo, che altrimenti sarebbe lentamente e definitivamente scomparso”. Su questo loricordiamo ancora battagliero, partecipante attivo alla celebrazione del “quarantennale” della benemerita Associazione Folkloristica e Culturale San Gemilianodi Sestu, cui riconosceva allora la compostezza e sacralità religiosa nell’esecuzione del ballo sardo, come confidava soddisfatto ed ammirato a me ed al comuneamico Camillo Pili. Per tutto questo, e per molti altri meriti che certamente in questo momento dimentichiamo, per cui chiediamo scusa, noi dell’AssociazioneSan Gemiliano di Sestu, in occasione dei nostri cinquant’anni di fondazione, abbiamo voluto ricordarlo e, a nostro modo, dirgli ancora ... grazie!

Flavio Marinelli

88 CinquantennaleCinquantennale

“Sono cinquanta: buon lavoro”

Chissà se il popolosardo riuscirà mai adavere una sua linguascritta “comune”,premessa indispen-sabile perchè possa (lalingua) essere inse-gnata alle nuove gene-razioni in un’epoca digrande sofferenza perle cosiddette lingueminori orali, parlateper t rasmiss ionediretta da minoranzeche devono fare i conticon i nuovi mezzi dicomunicazione dimassa, divenuti indis-pensabili (e pervasivi)nella comunicazione inun mondo sempre piùglobalizzato. La stessaosservazione puòessere sostenuta per ilballo sardo (e le ori-ginali forme del cantoe della musica dellaSardegna). Da rito col-lettivo di una comunitàtradizionale, nel mo-mento in cui era chia-mato a confrontarsicon i balli “civili” im-portati da fuori, ris-ch iava d i esseresopra f fa t to da l la“modernità”; è statoin qualche modo difesoe mantenuto creandoluoghi “specializzati”( l e a s s o c i a z i o n ifolkloristiche) che sonodivenute nel temposinonimo di resistenzaculturale al nuovo cheavanzava inesora-bilmente.La lungastoria del Gruppo FolkSan Gemil iano èfondamentalmente unatto d’amore per Sestue il suo passato. Nongià per rimpiangerlocome una mitica e fa-sulla età dell’oro,quanto per affermareuna continuità con leproprie radici senza lequali non saremmoquello che siamo. Nonsolo però luogo permantenere viva lamemoria di usi, cos-

tumi, suoni, danze,feste, riti collettivi; maanche momento diaggregazione e dicrescita personale perle centinaia e centinaiadi giovani che hannopartecipato alla vita delsodalizio. Una scuoladi formazione all’inter-culturalità e, per certiversi, alla mondialità.Incontrare giovani ditutto il mondo (italiani,europei, africani, asia-tici, latino-americani)condividendo con loromomenti di vita co-mune per i tanti inter-scambi promossi neglianni, sicuramente hafavorito aperture men-tali altrimenti impen-sabili. Dopo mezzosecolo di vita, essen-dosi affermato nelpanorama del folkloresardo come uno deigruppi più prestigiosi,l’associazione è chia-mata ad un compitoancora più arduo: con-tribuire a far conoscereo rafforzare nei giovaniche ne fanno (faranno)parte la cultura dellaloro terra.Un’ope-razione non facile inquesto tempo di grandicambiament i , manecessaria perchè ilrischio di perdere lap r o p r i a i d e n t i t àculturale è quanto maiforte. Senza mai rinun-ciare ad un sano spiritocritico, per cercare diessere sempre più fedelialla migliore tradizionenel campo specifico delfolklore (nell’abbi-gliamento, nelle coreo-grafie, nei balli dellevarie zone dell’isola),l’associazione saprà,ne siamo certi, conti-nuare a lavorare perchènel nostro Comune l’in-teresse per la sarditànon venga mai meno.

Dionisio Pinna

“ L’abbigliamento popolare Sestese”Nel nostro paesel’abbigliamento popo-lare femminile era com-posto dalla gonna apiccole pieghe rosse eblu “sa gunnedda debordau”, la camicia erabianca di lino e cotonecon colletto e polsiniricamati, resa aderentealla vita con “su cossu”d i s t o f f a a n c h epregiata. “Su mucadoride pitturra” era il fazzo-letto che venne impostoper moderare ampiescollature. La parteanteriore della gonnaveniva completata da“su davantali”, in setaoperata o di altre stoffe,mentre per le faccendequotidiane era in uso“su pann’e annanti”.Completavano l’abbi-gliamento i giacchinidi diversa foggia in-dossati nelle varie

occasioni. I capelli ve-nivano raccolti con “suturbanti” completatocon fazzoletti ripiegatia triangolo. Integranol’abbigliamento lecollane di corallo e “isarracadas, is broscias,is cannacas”.Elemen-to di distinzione tra leclassi era “su bistiri debroccau” realizzato convelluti, broccati e altrestoffe pregiate.I con-tadini e i pastori usa-vano stoffe resistentiquali orbace, pelli;mentre i velluti e ibroccati erano riservatialle classi più abbienti.Sul capo la tipica“berritta” in pannonero, aderente alla tes-ta grazie a un fazzo-letto di vari colori. Lacamicia in cotone olino, finemente rica-mata, chiusa al collo

grazie a due bottonid’oro e argento. Ilcorpetto in panno neroo di broccato e vellutocon doppia fila di bot-toni. Sopra i mutan-doni b ianchi “ iscrazzonis de arroda”un gonnellino in pannonero stretto in vita dauna cintura di cuoio odi tessuto.“Is crazzas”in panno nero strin-gevano i mutandoni

alle ginocchia. I pas-tori usavano “sa best’epeddi” di pelliccia lun-ga o corta mentre aulteriore distinzione iricchi usavano “susereniccu” confe -zionato con panno pre-giato velluto o nappina.Testo e ricerche a curadi Nazareno Orrù eNico l e t ta Ledda

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99CinquantennaleCinquantennale

Ottant’annus sonaus

Launeddas, sonadas cun su coru,

Un annu dopu s’atru, unu rosariu,

Inciustas de sudori, famini e disigius,

Giogu giogau po ti podi pagai sa vida,

Intragnas sinnadas de custu cantu antigu.

Launeddas, accordadas po pregai e po baddai,

Aspettendi gratzias de sa Terra tua,

Imparendi is fillus a sighiri sa sonada.

Ottant’anni suonati

Launeddas, suonate con il cuore,

Un anno dopo l’altro, un rosario,

Inumidite di sudore, fame e desideri,

Gioco giocato per poterti pagare la vita,

Intestini nati per vibrare di questo antico canto.

Launeddas, accordate per pregare e per ballare,

Aspettando la riconoscenza della Tua Terra,

Insegnando ai figli di perpetuarne il suo suonare.

Sestu 25 luglio 2012

LUIGI LAI Maestro emerito di Launeddas

Mattutino di una danza dolce

S’è spalancato il mondo, ed il corallo,e le rose di fuoco ed i granitirintoccano armonie segrete, grandi:le acque risvegliano questi tuonie le radici di un albero ormai mortoche si spargono e si sciolgono nel ballocercando vita e festa.E si bruciano le menzogne, ad una ad una,e il tempo di una volta quando ancorale nebbie erano il pasto e le colombecieli non conoscevano. E nè pace.

In sentieri d’alloro io salgoper bussare alla cima delle lotte.Di pane ho bisogno e di chitarree dei cavalli fuggiti senza suonia seminare in mare una promessa.Ed i mandorli in fiore.Io salgo, e con mesecolari mendicanti di carezze,gente di questi borghi, gente mia:figli d’ombre e di vergogne antiche.No, non fermarti! Laggiù,laggiù dove onde ed infinitosi incantano e si specchianoin un filo di gloria,laggiù, laddove è luce il panee felici son le nuvole, ubriachedi gioie immense, di angeli selvaggi,ci incontreremo come bandierein un brivido di brezza,stelle nere come il peccato,querce tenaci come la bestemmia.Per rubare il bagliore dell’aurora.

Il mattino in spruzzi di allegriasi spacca come una melagrana.Il grano è da mietere, e le filastroccheattendono nuove note: ai piedi del cielovoglio dimenticarlii veleni delle foglie moribonde.

Gavino Maieli

Manzanile de una dansa dulche

S’est abertu su mundu, e su coraddu,e sas rosas de fogu e sos granitosrepiccan armonias segretas, mannas:sas abbas ndíischidan custos tronose sas raighinas de un’alvure già mortachi s’isparghen e s’isolven in su dilluchirchende vida e festa.E si brujan sas faulas, a una a una,e su tempus de prima cando ancorasas neulas fin s’aunzu e sas columbaschelos non connoschian. E ne pasu.

In caminos de laru so’ pighendepro zoccare a sa chima de sos chertos.De pane hapo bisonzu e de chiterrase de sos caddos fuidos chena sonosa semenare in mare una prommissa.E sas mendulas in fiore.So’ pighende, e cun megusseculares pedidores de carignos,zente de-i custas biddas, zente mia:fizos d’umbras e de zantaras antigas.No, non ti frimmes! Addae,addae inue undas e chentaless’ispantan e s’ispijanin d’unu filu ‘e gloria,addae, ue est lughe su panee biadas sun sas nues, imbreagasde dillirios, de anghelos arestes,nos hamus attoppare che bandelasin díunu astuddu ‘e frina,istellas nieddas che-i su peccadu,chercos corriattos che-i su frastimu.Pro furare su lugore a s’avreschida.

Su manzanu in istiddios de allegrias’ispaccat che melagrenada.Su trigu est de messare, e sas andirasisettan notas noas: a pès de chelulas cherzo ismentigaresas luas de sas fozas moribundas.

Launeddas

Sonus de cannas ...Una, duas, tres ... ...Sonus de cannas ...Po pregai e po cantai,po baddai, e fintzas po gherrai !Sonus de cannas de ascurtaiin s’oru ‘e Cresia, in Santu Millanu ...Sonus de cannas in cuccuru ‘e monti,po intendi e po cumprendi,po biri e castiai attesu,serrai is ogus e arrui in su bisu.Sonus de cannas in Arcuentu,a Punt’e Sebera e Mont’e Ortigu,in su Limbara o a Genna’e su entu.Sonus de cannas lassaus a curri,in s’aria de Terra, de Mari, de Celu ... ... ...Sonus de cannas gosaus a longuin d’unu passu a firmu, o moviu in sa danza,in d’unu cantu chi sciolli s’anima,suspirau, tzerriau, anninniau ...Sonus de cannas po t’affottiaiin su camminu e in sa gherra ’e sa vida.Sonus de cannas a is peis de Deus,mudu, preghendi sa luxi e sa bona sorti.Sonus de cannas ...Una, duas, tres ... ...

16.11.2012

Camillo Pili

“...Musica e poesia....”

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Ci tento a fare il poeta

Fermati ... ...Zitto, fermati ad ascoltare!Il vento ...che muove Terra, Cielo e Mare ...Frugando la Terracosa tutto non fa suonare!Tra le foglie delle piante,delle canne,degli arbusti ...nei sentieri dei monti,i passi che portano alle vette,dei bacini d’acqua e dei torrenti ...Oscurando il Cielo,cambiando la sua faccia,in un’ora e in un solo momento,urlando un aiuto,solletticando le nuvole e la luce!Sommovendo il Mare ...da sopra a sotto,risciacquando pietre e sabbie,schiarendo e oscurandole acque verdi e nere ...... che parlano al cuore ...

Camillo Pili 27 giugno 2014

1010 CinquantennaleCinquantennale

Provu a fai su poeta

Fimadiri ... ...Cittiu, firmadi’ a ‘ascuttai!Su ‘entu ...chi movit Terra, Celu e Mari ...Scruculiendi sa Terraita tottu non sonada!Tra is follas de is mattas,de is cannas,de is matulladas ...mein is camineras de monti,is baus de is cuccurus,de is lacus e de is arrius ...Intrullendi su Celu,furriendiddi sa cara,in pagu ora e momentus,tzerriendi aggitoriu,chighiritendi is nuis e sa luxi!Trumbullendi su Mari ...de susu a fundu,sciacullitendi perdas e arenas,incrarendi e scurighendiis acquas birdis e nieddas ...... chi chistionanta a su coru ...

“Veglia di compleanno”

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Organizza

Con il patrocinio del Comune di SESTU

- Gavino Maieli, Direttore delle Riviste “S’Ischiglia” e “Nur”

- Vittoriano Pili, Cultore di espressioni diverse in Lingua Sarda

- Carlo Pillai, Studioso e scrittore di Lingua e Poesia Sarda

- Luciana Onnis, Fondazione Faustino Onnis Selargius

Con la partecipazione di:

Venerdi 27 Giugno - ore 20,00CASA OFELIA MARRAS - Via Parrocchia - SESTU

COMUNE DI SESTUAssessorati Cultura e Turismo

SESTU

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ZIONE FOLK CULTU

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LE

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G E M I L I A N

O

Anno di Fondazione 1964

Regione Autonoma della SardegnaPresidenza del Consiglio Regionale

Assessorato Regionale P.I.

“Una serata per conoscere e per non dimenticarepoesia e poetica in Sardegna:

in musica, in canto, in rima, in versi e in ballo

...pensando al suo Cinquantennale

L’Associazione Folkloristica Culturale S. Gemiliano...

ASS.NE TURISTICAPRO LOCO

Sestu

Così potevamo leggere nella locandina attaccata al vetro del bar a fine Giugno in paese e, a dirla tutta, la cosa sembrava parecchio interessante. “Ma dai -mi disse Gianni - E’ la solita serata di pseudo professoroni so-tutto-io, la solita palla”. “Più che altro - ribattè Franco col suo solito risolino beffardo dasimpatica canaglia - sarà noiosa perchè pivelle non ce ne sono... minimo solo gente seria e vecchia... e musica antica... e se ci vanno sono vestite in costume,che o se la tirano o non possono lasciarsi andare... e poi alcuni di questi mi sembra di conoscerli, si creint meda”. “La scorsa volta ci sono andato e allafine c’era roba da mangiare e da bere, lo fanno sempre...” - gettai l’esca. “Vino o birra?” “Vino bianco e nero e roba tipo salame, prosciutto, formaggio edolci”. “Boh... vediamo..” “Ita vediamo, andiamo verso la fine, dai retta a me, mai che me lo perdo il cumbido... e poi a fine serata le ballerine se lo tolgonoil gesso...” Fu cosÏ che non sfumò la mia idea di andarci in cricca, sapevo che sarebbe stato inutile cercare di convincerli parlando di poesia.Arrivò il venerdì, andai al Comune, ci eravamo dati appuntamento lì per le sette e mezza: una birra, una sigaretta e via, come facciamo sempre, quella voltadirezione casa di Tzia Ofelia. Franco e Gianni erano già lì, in piedi vicino alla nostra panchina... che cosa è successo? - pensai vedendoli. “Mi sa che andiamo”,disse Gianni ammiccando verso il compare. Mancavano venti minuti: Bacco e Venere esistono ancora. Entrammo nel vecchio cortile valicando il grandeportone di legno, c’era già gente che aspettava di prender posto nella sala conferenze, in fondo a destra, non erano tanti, ma si vedeva un certo movimentoe sembravano socievoli. Ormai le otto erano passate, decisero di iniziare. Occupammo una fila a mezza sala, le file di sedie erano da tre, sembrava fattoapposta per noi. Il Presidente del gruppo folk San Gemiliano, Camillo Pili, un tipo simpatico coi baffetti e un bel sorriso, salutò i convenuti e presentò irelatori, poi lesse una poesia scritta da lui la mattina, ispirata al tema della conferenza, parlava del suono che arriva da ciò che ci sta intorno, dalle fogliedi un albero o dal cammino di un’onda, tutto ha suono e musica e poesia, basta trovare il silenzio dal rumore e ascoltare. Ci mise a nostro agio, il ghiaccioera rotto e bene direi. Poi prese la parola il fratello, Vittoriano (”lo sapevo io - borbottò Gianni seduto alla mia destra -, tutto in famiglia, la solita mafia”),parlò degli emigrati sardi degli anni sessanta, gli anni della nascita del gruppo folk, e poi lesse un racconto di un francese del 1800, tradotto da lui, ladescrizione di un ballo tondo a launeddas della zona di Pirri, mi pare, una scena ricca di particolari, quasi una foto o un film girato da uno che di cinepresae tecnica della comunicazione ne sa. Anche Vittoriano era molto simpatico, era serio, ma “alla fidata ne tzaccava battute” - come mi disse qualche giornodopo Franco (quella sera seduto all’altra estremità della nostra fila di tres scannus, con un occhio al tavolo intarsiato dei relatori e l’altro, invisibile a tuttitranne che chi conosceva la sua missione, alle ragazze sedute in fondo alla sala) - e a volte gli scappava il sorriso... e nel frattempo che le nostre orecchieascoltavano cose nuove che ci diceva, i nostri occhi e i nostri corpi erano ancora in mezzo a quei ballerini ancestrali di duecento anni fa. Quando il microfonopassò alla postazione di Gavino Maieli, senza abbandonare il XIX secolo lasciammo il ballo e la musica e cademmo come d’incanto nel grembo della poesia.Il direttore dei due periodici di cultura della terra dei nuraghi ci prese affabilmente per mano e con lui ripercorremmo le vie dei versificatori sardi della finedel 1800 e del 1900, sentieri magici, misteriosi, affascinanti... come il suono della più piccola delle campanelle appese al collo delle pecore, sa ischiglia.Dopo averci svelato il significato di quel nome, lesse due belle poesie senza svelarci l’autore, ma capimmo alla fine - tranne Gianni, ovvio - che erano sue:logudorese sketu. Altri applausi sonori, la serata era calda. Carlo Pillai, con un dialetto campidanese molto attuale e chiaro e un caratteristico fare vivace,schietto, spontaneo, espressivo e accattivante e i suoi occhialini sul naso, approfondì il tema della serata, presentando ai nostri orecchi, nei quali il tintinniodi un gregge transumante risuonava ancora dolce e selvatico come il miele di corbezzolo, le varie e numerose occasioni della poesia e del canto sardo: equesto e quello e poi il lavoro, i goccius, le cantadas... lesse pure versi di Dante, su babbu Dante, sapeva tante cose e sapeva dirle, tant’è che Gianni immobilecon le braccia conserte e le gambe incrociate sotto il sedile sbottò: “Questo di cose ne sa molte davvero, è un attore!”, mentre Franco guardava oltre le vetrateche davano sullo stretto cortile transennato di canne alla nostra destra sperando che qualche gonnella passasse diretta verso la sala. Prese la parola LucianaOnnis, figlia del famoso poeta Faustino. Fu breve e gentile. Ardì leggere per la prima volta in pubblico un componimento del padre... e ricevette calorosiconsensi, poi chiamò a sè un tipo eccentrico seduto in prima fila, un tipo col cappello bianco, gli occhiali giganti e i pantaloni gialli larghi larghi. Questi inpiedi accanto al muro cominciò a leggere poesie di Faustino Onnis, era bravissimo, rimanemmo a bocca aperta. Ci dissero che era l’attore Ottavio Congiu.A sorpresa Camillo chiese a Ottavio di leggere una poesia di Vittorio dedicata al gruppo folk San Gemiliano scritta tanti e tanti anni fa: su gioghista. Cifece ridere, era una poesiabarzelletta! Ottavio raccontò un’altra barzelletta simile a quella, su lioni, la serata aveva improvvisamente preso una piega ilare,“tropu togu - disse Franco - dai che si mangia!”. E come una premonizione che inattesa si avvera, fummo invitati a uscire nel loggiato per un graditissimoristoro sotto le stelle, tra simpaticissimi poeti, professoroni e intellettuali, mancavano soltanto ballerine con e senza gesso, costumi e un solitario, magicosuonatore di launeddas.

m. f. p.

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“ Settimana Europea della Cultura e della Gioventù”

Nel 1986 l’Austriaco Gunter Volk intuì, sviluppò e diede vita ad una idea originale: La SettimanaEuropea della Cultura e della Gioventù. Fu così che in quell’anno per la prima volta riunì nella Cittàdi Kaufering, in Germania, per una settimana, dieci gruppi Folcloristici provenienti da diverse cittàe Nazioni d’Europa. In quella prima edizione della Settimana Europea della Cultura e della Gioventùsi concordò di celebrare a cadenza biennale questo Festival Internazionale nelle distinte città e Nazionipartecipanti con il fine di mantenere ferma l’idea di un “Europa Unita” attraverso il ripetersi dimanifestazioni che testimoniassero la musica e la danza delle diverse tradizioni popolari europee.Iniziò così l’avventura di far condividere, mostrare e diffondere in tutta Europa la ricchezza e lavarietà del Folclore di ogni singolo Paese partecipante. L’Associazione Folcloristica e Culturale SanGemiliano di Sestu ebbe modo di condividere l’iniziativa fin dal suo nascere, partecipando a tutte lequattordici edizioni del Festival succedutesi dal 1986 in poi ed organizzando a Sestu la celebrazionedella III Edizione nel lontano 1990.

Cronistoria delle edizioni celebrate dal 1986

I - 1986 - Città di Kaufering - Germania

II - 1988 - Città di Biesheim - Rhenania Alliance - Francia

III - 1990 - Città di Sestu - Sardegna - Italia

IV - 1992 - Città di Villandro - Sud Tirolo

V - 1994 - Città di Pecs - Ungheria

VII - 1998 - Città di Biesheim - Rhenania Alliance - Francia

VIII - 2000 - Città di Riga - Lettonia

IX - 2002 - Città di Ennis - Irlanda

X - 2004 - Città di Timisoara - Romania

XI - 2006 - Città di Villandro - Sud Tirolo

XII - 2008 - Città di Klaipeda - Lituania

XIII - 2010 - Città di Pecs - Ungheria

XIV - 2012 - Città di Alicante - Spagna

“ GRUPPI PARTECIPANTI”

1) SPAGNA: GRUPO DE DANZAS POSTIQUET (Città di Alicante) 2) LITUANIA: GRUPPO “VETRA” - ( Città Klaipeda)

3) ROMANIA: GRUPPO “BANATER ROZMAREIN” (città di Timisoara) 4) SUDTIROLO: GRUPPO: Volkstanzgruppe Villandersî (città di Villandro)

5) IRLANDA: GRUPPO “THE MILESIANS TRADITIONAL GROUP” (città di Ennis) 6) FRANCIA: GRUPPO “RHENANIA ALLIANCE” - (città di Biesheim)

7) UNGHERIA: GRUPPO: LEOWEIY TANCEGYUTTES - (città di PECS)

“ XV^ Festival SESTU dal 5 al 10 Agosto”

PROGRAMMA

09028 SESTUVIA CAGLIARI, 22Tel. 070 261254Specializzazioni:Pulitura pelli rennacon personale altamentequalificatoRitiro e Consegnaa domicilio

5 Agosto, Sestu, ore 21,00, Piazza della musica anteprima Festival con: Sud Tirol - Spagna - Sestu. - 6 Agosto, ore 18,00, Municipio, presentazione

“Settimana Europea” - ore 20,00, processione Sant.mo Salvatore, ore 22,00, piazza Salvo D’Aquisto, esibizione di tutti i gruppi partecipanti.

7 Agosto, giornata di fraternizzazione comunitaria. - 8 Agosto, Selargius, ore 21,30,Teatro Civico, manifestazione di tutti i gruppi partecipanti.

9 Agosto, Macomer, Arti e Sapori, sfilata, ore 22,00 spettacolo “Settimana Europea” - 10 Agosto, San Gemiliano, ore 18,30, Santa Messa comunitaria,

ore 21,30, gran finale “Settimana Europea” - 11 Agosto, Commiato e partenze.

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