Cimitero Delle Fontanelle

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Cimitero delle Fontanelle 1 Cimitero delle Fontanelle Coordinate: 40.858842°N 14.238764°E [1] Cimitero delle Fontanelle L'ingresso alle cave Tipo civile Confessione religiosa cattolica Stato attuale non più in uso Ubicazione Stato  Italia Città Napoli Luogo Rione Sanità Costruzione Data apertura 1656 Data chiusura 1969 Data riapertura 2006 Area 3.000 m 2 , [2] 30.000 m 2 (cavità) Note Museo dal 2006 Cimitero delle Fontanelle Crocevia tra le gallerie tufacee Tipo Ossario Data fondazione 2006 Indirizzo Via Fontanelle, Napoli, Campania, Italia « Restai colpito dallo spettacolo che si offriva ai miei occhi. [...] In due larghe gallerie, alte una dozzina e lunghe un centinaio di metri, vi erano allineati migliaia e migliaia di crani e di ossa, illuminati da migliaia di candele. Le ossa sono tutte ben ordinate per tipo e ammassate in precise forme geometriche tranne alcuni crani che sono racchiusi in bacheche di legno o di marmo. »

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Cimitero Delle Fontanelle

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Page 1: Cimitero Delle Fontanelle

Cimitero delle Fontanelle 1

Cimitero delle FontanelleCoordinate: 40.858842°N 14.238764°E [1]

Cimitero delle Fontanelle

L'ingresso alle caveTipo civile

Confessione religiosa cattolica

Stato attuale non più in uso

Ubicazione

Stato  Italia

Città Napoli

Luogo Rione Sanità

Costruzione

Data apertura 1656

Data chiusura 1969

Data riapertura 2006

Area 3.000 m2,[2] 30.000 m2 (cavità)

Note Museo dal 2006

Cimitero delle Fontanelle

Crocevia tra le gallerie tufaceeTipo Ossario

Data fondazione 2006

Indirizzo Via Fontanelle, Napoli, Campania, Italia

« Restai colpito dallo spettacolo che si offriva ai miei occhi. [...] In due larghe gallerie, alte una dozzina e lunghe uncentinaio di metri, vi erano allineati migliaia e migliaia di crani e di ossa, illuminati da migliaia di candele. Le ossa sonotutte ben ordinate per tipo e ammassate in precise forme geometriche tranne alcuni crani che sono racchiusi in bacheche dilegno o di marmo. »

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Cimitero delle Fontanelle 2

(Roger Peyrefitte[3])

Il Cimitero delle Fontanelle (in napoletano 'O Campusanto d' 'e Funtanelle) è un antico cimitero del rione Sanità,quartiere della città di Napoli.Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d'acqua, il cimitero accoglie 40.000 resti[4] dipersone, vittime dell'epidemia di peste nel 1656 e di colera del 1836.Il cimitero è molto noto anche perché vi si svolgeva un particolare rito, detto delle «anime pezzentelle», cheprevedeva l'adozione e la sistemazione di un cranio (detta «capuzzella»),[5] al quale corrispondeva un'animaabbandonata («pezzentella» quindi)[5] in cambio di protezione.

Cenni storiciL'antico ossario si sviluppa per circa 3.000 m2,[2] mentre le dimensioni della cavità sono stimate attorno ai 30.000m3.Si trova nel cuore del rione Sanità, uno dei quartieri di Napoli più ricchi di storia e tradizioni, appena fuori dalla cittàgreco – romana, nella zona scelta per la necropoli pagana e più tardi per i cimiteri cristiani. Il sito conserva daalmeno quattro secoli i resti di chi non poteva permettersi una degna sepoltura e, soprattutto, delle vittime dellegrandi epidemie che hanno più volte colpito la città.[6]

In quest'area, situata tra il Vallone dei Girolamini a monte[] e quello dei Vergini a valle, erano dislocate numerosecave di tufo, utilizzate fino al 1600, per reperire il materiale, il tufo, appunto, per costruire la città.Lo spazio delle cave di tufo fu usato a partire dal 1656,[7][8] anno della peste, che provocò almeno trecentomilamorti,[7][9] fino all'epidemia di colera del 1836.A tali resti si aggiunsero nel tempo anche le ossa provenienti dalle cosiddette "terresante" (le sepolture ipogee dellechiese che furono bonificate dopo l'arrivo dei francesi di Gioacchino Murat) e da altri scavi.

Altro crocevia tra le gallerie.

Il canonico ed etnologo Andrea de Jorio, nel 1851 direttore del ritiro diSan Raffaele a Materdei, racconta che verso la fine del Settecento tuttiquelli che avevano i mezzi lasciavano disposizioni per farsi seppellirenelle chiese. Qui però spesso non vi era più spazio sufficiente;accadeva, allora, che i becchini, dopo aver finto di aderire alle richiestee aver effettuato la sepoltura, a notte fonda, posto il morto in un sacco,se lo caricassero su una spalla e andassero a riporlo in una delle tantecave di tufo.[7]

Tuttavia, in seguito alla improvvisa inondazione di una di questegallerie, i resti vennero trascinati all'aperto trascinando le ossa per le

strade[10]. Allora le ossa furono ricomposte nelle grotte, furono costruiti un muro ed un altare ed il luogo restòdestinato ad ossario della città.

Alcuni messaggi rinvenuti nei teschi[5][11]

Nelle capuzzelle sono stati rinvenuti diversi messaggi; qui ne vengono riportati due.« Anima bella venitemi in sogno e fatemi sapere come vi chiamate. Fatemi la grazia di farmi uscire la mia serie dellacartella Nazionale. Anima bella fatemi questa grazia, a buon rendere... »

« Napoli 3/4/1944 La famiglia dell'Aviere Lista Ciro trovandosi senza notizie di suo figlio da pochi giorni dopo l'Armistizioe quindi sono otto mesi ed essendo devota di voi aspetta con tanta fede da voi la bella grazia. »

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Cimitero delle Fontanelle 3

Secondo una credenza popolare uno studioso avrebbe contato, alla fine dell'Ottocento, circa otto milioni[7] di ossa dicadaveri rigorosamente anonimi. Oggi si possono contare 40.000 resti, ma si dice che sotto l'attuale piano dicalpestio vi siano compresse ossa per almeno quattro metri di profondità, ordinatamente disposte, all'epoca, dabecchini specializzati. Nel marzo 1872 il cimitero fu aperto al pubblico e affidato dal Comune al canonico GaetanoBarbati, ritenuto erroneamente[12] parroco di Materdei.[13] L'azione di Barbati e del Cardinale Sisto Riario Sforzapermise l'istituzione di un'Opera di suffragio ai defunti «...adibendo a chiesa provvisoria la prima cava, sgombrataall'uopo dagli ossami con gran concorso di popolo ...».[5] Il 13 maggio 1877 fu celebrata nel cimitero una primacelebrazione religiosa presieduta dal Cardinale Sforza, il quale prese parte anche alla processione che seguì il dettorito di pietà ed espiazione.Negli anni sessanta, gli anni del Concilio Vaticano II, il parroco della chiesa delle Fontanelle Don VincenzoScancamarra preoccupato per il feticismo insito nel culto delle anime pezzentelle[14] chiese consiglio all'arcivescovodi Napoli, il cardinale Corrado Ursi, sul problema. Il 29 luglio 1969[] un decreto del Tribunale Ecclesiastico per laCausa dei Santi proibì il culto individuale delle capuzzelle, oggetto di una fede pagana, consentendo che fossecelebrata una messa al mese per le anime del Purgatorio e che fosse eseguita una processione al suo interno ogni 2novembre, giorno della Commemorazione dei Defunti[]. Non fu la decisione delle istituzioni religiose, ma ilprogressivo oblio devozionale a far scivolare il cimitero nel dimenticatoio. Per anni in stato di abbandono, fu messoin sicurezza e riordinato nel marzo del 2002, ma mai riaperto al pubblico se non per pochi giorni l'anno, specie inoccasione del Maggio dei Monumenti napoletano.Il 23 maggio 2010 una pacifica occupazione degli abitanti del rione ha convinto l'Amministrazione Comunale ariaprirlo. Da quel giorno il Cimitero è realmente di nuovo accessibile.[15]

Cenni geograficiIl toponimo Sanità, secondo il canonico Gennaro Aspreno Galante, ricondurrebbe sia ai molti miracoli che siottenevano sulle tombe dei santi sepolti sia alla salubrità del luogo.[16] Il quartiere che si estende tra via Foria e lacollina di Capodimonte ha sempre avuto dei segni distintivi nell'orografia come nell'urbanistica, nella storia comenella cultura.Il nome delle Fontanelle deriva dalla presenza di abbondanti sorgenti e fonti d'acqua in questa parte delle città[4],fonti che del resto Napoli ha sempre posseduto anche all'interno delle mura.

Descrizione del sito

L'utilizzo cimiteriale

Crani ammassati sulla parete di fondo dellagalleria centrale.

Il cimitero è scavato nella roccia tufacea gialla della collina diMaterdei. È formato da tre grandi gallerie a sezione trapezoidale,[17] indirezione N-S, con un'altezza variabile tra i 10 e i 15 m e lunghe uncentinaio di metri collegate da corridoi laterali. Queste gallerie, per laloro maestosa grandezza, sono chiamate navate come quelle di unabasilica. Ogni navata ha ai propri lati delle corsie dove sonoammucchiati teschi, tibie e femori e ha un proprio nome: la navatasinistra è detta navata dei preti perché in essa sono depositati i restiprovenienti dalle terresante di chiese e congreghe; la navata centrale èdetta navata degli appestati perché accoglie le ossa di quanti perirono acausa delle terribili epidemie che colpirono la città (la peste su tutte, inspecial modo quella del 1656); infine la navata destra è detta navata

dei pezzentielli perché in essa furono poste le misere ossa della gente povera.

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Cimitero delle Fontanelle 4

L'ingresso principale è attraverso una cavità sulla destra della piccola chiesa di Maria Santissima del Carmine,[4]

costruita sullo scorcio del XIX secolo a ridosso delle cave di tufo. Già alla fine del Settecento si registrò una primasommaria sistemazione dei resti e si assistette al concretizzarsi di numerose stuoie e sudari di ossa.I resti anonimi si moltiplicarono col passare degli anni ed è qui che confluirono, oltre alle ossa trasferite dalleterresante, anche i corpi dei morti nelle epidemie. Alla fine dell'Ottocento alcuni devoti, guidati da padre GaetanoBarbati, disposero in ordinate cataste le migliaia di ossa umane ritrovate nel cimitero.[13]

Da allora è sorta una spontanea e significativa devozione popolare per questi defunti, nei quali i fedeli identificano leanime purganti bisognose di cura ed attenzione. Alcuni teschi furono quindi "adottati" da devoti che li allocarono inapposite teche di legno, identificandoli anche con un nome e con una storia, che affermavano essere svelati loro insogno. Per lunghi anni, il cimitero è stato teatro di questa religiosità popolare fatta di riti e pratiche del tuttoparticolari.Si vuole che qui riposino anche i resti del poeta Giacomo Leopardi, morto durante il colera del 1836.[18] In realtà ilpoeta fu inumato prima nella cripta, poi nell'atrio della chiesa di San Vitale fino a quano nel 1939 fu spostato alParco Vergiliano anche se sui resti di Leopardi esiste tuttora un caso.In esso furono collocate le ossa ritrovate nel corso della sistemazione di via Toledo degli anni 1852-1853, risalentialla peste del 1656. Ed ancora, nel 1934, vi furono collocate le ossa ritrovate durante i lavori di sistemazione di viaActon, non lontano dal Maschio Angioino,[19] e quelle provenienti dalla cripta della chiesa di San GiuseppeMaggiore demolita nello stesso anno, come ricordano due lapidi ben visibili nella prima ala destra del cimitero.

La chiesa interna

Il Presepe e il Crocifisso.

Alla fine dell'Ottocento, dinanzi all'ingresso principale della cava,viene eretta la Chiesa di Maria Santissima del Carmine. Il tempiosostituisce la cappella ricavata all'interno della cava, regolarmenteutilizzata per le celebrazioni liturgiche fino agli anni ottanta (anche sealcune celebrazioni sono state svolte recentemente).

La chiesa interna è accessibile dalla prima ala a sinistra ed èlongitudinalmente appartenente in toto alla navata sinistra. Alla destradell'ingresso, in una specie di atrio dominato dall'abside della nuovachiesa, è collocata la riproduzione della grotta di Lourdes, dove sitrovano la statua dell'Immacolata e di Bernadette.[20]

All'interno, a sinistra si trovano due bare con gli unici scheletri ben visibili dentro il "cimitero", entrambi vestiti.Sono le spoglie di una coppia di nobili: Filippo Carafa,[21] conte di Cerreto, dei duchi di Maddaloni, morto adottantaquattro anni nel 1793 e sua moglie, donna Margherita, morta a cinquantaquattro anni.[22] Quest'ultima, il cuicranio si è preservato mummificato, presenta la bocca aperta e da qui proviene la diceria che sarebbe morta soffocatada uno gnocco.[23]

A destra vi è la cappella con la statua di Cristo deposto che ricalca molto sommariamente il Cristo velato diGiuseppe Sanmartino. Sulla sinistra dell'altare maggiore, su cui campeggia il Crocifisso sagomato, è presente un altofinestrone e un presepe sistemato nella prima metà del Novecento, con Maria e Giuseppe a grandezza naturale. Sottoil finestrone, infine, ci sono le prime due bare che raccolgono i resti di ossa (forse di bambini).

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La navata dei preti

La statua acefala del Monacone San VincenzoFerrer

Proseguendo nella prima navata subito a sinistra è stata realizzata lacappella che ricorda il canonico Gaetano Barbati, che organizzò leprime squadre di fedeli per la sistemazione dei resti, inoltre fecescrivere la lapide sulla facciata della chiesa, come monito di pietàcristiana per i posteri.Ai piedi della statua di Gaetano Barbati vi è una bara in cui sonodeposti i resti di due scheletri posti l'uno accanto all'altro e la credenzapopolare li identifica come i due sposi.

La galleria in direzione verso il Tribunale.

Proseguendo, in una cavità sempre a sinistra, illuminata da unimpossibile raggio di luce, si innalza l'inquietante figura delMonacone: l'impressionante statua di San Vincenzo Ferrer col tipicoabito domenicano bianco-nero e decapitata, sulla quale una manoignota ha posto un teschio in luogo della testa[24] che fu rimosso dopo ilavori di risistemazione del cimitero.

Nel fondo si trova l'antro forse più noto, definito il Tribunale per lapresenza di tre croci con una base di teschi. Qui, secondo quanto siracconta da almeno un secolo, si riunivano i vertici della camorraantica per i famosi giuramenti di sangue e gli altri riti di affiliazione e,

anche, per emettere le condanne a morte.

La corsia alla destra del tribunale ospita il teschio più famoso, ovvero quello del Capitano. Sulla sua figura aleggianovarie leggende e ad essa è legata anche quella dei suddetti sposi, situati nella bara sotto la statua del canonicoBarbati.[25]

Non lontano vi è il Calvario, chiamato così perché il Golgota - il monte dove spirò Gesù - in aramaico significateschio. Attualmente la sistemazione non è più quella originaria per via di un'alluvione, che determinò la copertura difango di quasi tutti i teschi.

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La navata degli appestati

La grande cappella-ossoteca della navata centralecon il Cristo risorto.

Continuando nella navata centrale, quella degli appestati, ogni lato èoccupato da cataste di teschi che, in base all'ennesima leggenda,sarebbero stati ordinati secondo la condizione sociale dei defunti. Sullasinistra, nel mezzo d'un ambiente di grande impatto visivo edemozionale, quello che si potrebbe definire l'ossoteca, una grandecappella piena di tibie e femori, al cui centro si erge un Cristo risorto.

Dopo il Calvario sulla sinistra si possono osservare i teschi adottati ecustoditi in teche di marmo apprestate da chi poteva permetterselo, consu scritto: Per Grazia ricevuta, nome, cognome e l'anno di adozionedel devoto; chi invece non aveva possibilità custodiva il teschioadottato in una scatola. Poteva andar bene anche una scatola di biscotti.

Nell'ultimo antro ci sono gli scolatoi, dove i morti venivano appoggiati per far colare i liquidi. Sulle pareti sonoancora ben visibili le grappiate utilizzate dai cavamonti per scendere nella cavità e poter estrarre e lavorare il tufo.

Capuzzelle famose

La leggenda del Capitano

Il cranio del Capitano, attorno al quale ruotanodiverse leggende.

La prima versione ci racconta che una giovane promessa sposa eramolto devota al teschio del capitano, e che si recava spesso a pregarlo ea chiedergli grazie. Una volta il fidanzato di lei, scettico e forse un po'geloso delle attenzioni che la sua futura moglie dedicava a quelteschio, volle accompagnarla e portandosi dietro un bastone di bambù,lo usò per conficcarlo nell'occhio del teschio (da qui l'aition dell'orbitanera), mentre, deridendolo, lo invitava a partecipare al loro prossimomatrimonio.[25][26]

Il giorno delle nozze apparve tra gli ospiti un uomo vestito dacarabiniere. Incuriosito da tale presenza, lo sposo chiese chi fosse equesti gli rispose che proprio lui lo aveva invitato, accecandogli unocchio; detto ciò si spogliò mostrandosi per quel che era, uno scheletro. I due sposi e altri invitati morirono sulcolpo.[25][26]

L'altra versione raccolta da Roberto De Simone, mette in scena una leggenda nera popolare: un giovane camorrista,donnaiolo e spergiuro, aveva osato profanare il cimitero delle Fontanelle, ivi facendo l'amore con una ragazza. A untratto sentì la voce del capitano che lo rimproverava ed egli, ridendosene, rispose di non aver paura di un morto. Allenuove imprecazioni del capitano, il temerario giovane lo aveva sfidato a presentarsi di persona, giurandoironicamente di aspettarlo il giorno del suo matrimonio (e intanto giurando in cuor suo di non sposarsi mai). Però ilgiovane, dimentico del giuramento, dopo qualche tempo si sposò. Al banchetto di nozze si presentò tra gli invitati unpersonaggio vestito di nero che nessuno conosceva e che spiccava per la sua figura severa e taciturna.[27]

Alla fine del pranzo, invitato a dichiarare la sua identità, rispose di avere un dono per gli sposi, ma di volerlomostrare solo a loro. Gli sposi lo ricevettero nella camera attigua, ma quando il giovane riconobbe il capitano fu soloquestione di un attimo. Il capitano tese loro le mani e dal suo contatto infuocato gli sposi caddero morti all'istante.[27]

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Cimitero delle Fontanelle 7

Il cranio di donna Concetta, sempre lucido, tantoche una leggenda narra che ciò è dovuto al

"sudore delle anime del Purgatorio".

Donna Concetta: 'a capa che suda

Un'altra capuzzella "di spicco" nel cimitero delle Fontanelle è quella didonna Concetta, più nota come 'a capa che suda.[5]

La particolarità di tale teschio, posto all'interno di una teca, è la sualucidatura: mentre gli altri crani sono ricoperti di polvere, quest'ultimoè infatti sempre ben lucidato, forse perché raccoglie meglio l'umiditàdel luogo sotterraneo che è stata sempre interpretata come sudore: "Sedomandate ai devoti vi diranno che quell'umidità è sudore delle animedel Purgatorio".[5]

Gli umori che si depositano su questi resti sono ritenuti dai fedeliacqua purificatrice, emanazione dell'aldilà in quanto rappresentazionedelle fatiche e delle sofferenze cui sono sottoposte le anime.[5]

Secondo la tradizione, anche donna Concetta si presta a esaudire dellegrazie; per verificare se ciò avverrà, basta toccarla e verificare se lapropria mano si bagna.[28]

Il culto delle anime pezzentelle

« Questo guazzabuglio di fede e di errore, di misticismo e di sensualità, questo culto esterno così pagano, questa idolatria, vispaventano? Vi dolete di queste cose, degne dei selvaggi? E chi ha fatto nulla per la coscienza del popolo napoletano? Qualiammaestramenti, quali parole, quali esempi, si è pensato di dare a questa gente così espansiva, così facile a conquidere, cosìnaturalmente entusiasta? In verità, dalla miseria profonda della sua vita reale, essa non ha avuto altro conforto che nelleillusioni della propria fantasia: e altro rifugio che in Dio »

(Matilde Serao[29])

Un teschio in una bara. Porta l'incisione: "PerGrazia ricevuta. Angelo e Enza"

Preghiere per anime in pena[5][30]

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All'interno del cimitero, quando ancora si adottavano le capuzzelle, si era soliti recitare caratteristiche "giaculatorie elitanie" per le anime in pena. Qui ne viene riportata una:« Anime sante, anime purganti,Io son sola e vuie siete tanteAndate avanti al mio Signoree raccontateci tutti i miei doloriPrima che s'oscura questa santa giornatada Dio voglio essere consolata.Pietoso mio Dio col sangue Tuo redentoa tutte le anime del Purgatorio salutammelle a tutti i momenti,Eterno Riposo »

Le capuzzelle e l'arte contemporanea[31]

Il culto delle capuzzelle ha ispirato anche numerosi artisti.Questo è il caso di Rebecca Horn che, nel 2002, ha installato nella centrale piazza Plebiscito (già da anni protagonistadi vari eventi di arte contemporanea) 333 teschi in ghisa, sovrastati da tante aureole illuminate.L'installazione, intitolata Spiriti di madreperla, è stata una delle più riuscite nell'ambito del rinascimento della città.

Le ossa anonime, accatastate nelle caverne lontano dal suolo consacrato, sono diventate per la gente della città leanime abbandonate, cosiddette anime pezzentelle, un ponte tra l'aldilà e la terra, un mezzo di comunicazione tra imondi dei morti e i mondi dei vivi, segno di speranza nella possibilità di un aiuto reciproco tra poveri che scavalca lasoglia della morte: poveri sono infatti i morti, per il semplice fatto di essere morti e dimenticati, e poveri i vivi chevanno a chieder loro soccorso e fortuna.Al teschio, spesso, era associato un nome, una storia, un ruolo. Ancora negli anni settanta c'era l'abitudine di sostaredi notte ai cancelli del cimitero per aspettare le ombre mandate dal teschio di don Francesco, un cabalista spagnolo, arivelare i numeri da giocare al lotto.[24][32]

Di seguito viene riportata una testimonianza del signor Francesco P., detto don Ciccio:[32]

« Chi invece dai morti sperava di avere un aiuto per i numeri giusti al lotto, chi [...] faceva le nottate nell'attesa di qualchesegno particolare da interpretare attraverso la smorfia ... »

Spesso il napoletano, più che altro donne, si recava sul posto, adottava un teschio particolare che l'anima le avevaindicato nel sogno. Da questo punto in poi il cranio diventava parte della famiglia del devoto.[24]

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Cimitero delle Fontanelle 9

Crani riordinati.

Al camposanto delle Fontanelle, il comportamento rituale si esprimevain un preciso cerimoniale: il cranio veniva pulito e lucidato, e poggiatosu dei fazzoletti ricamati lo si adornava con lumini e dei fiori. Ilfazzoletto era il primo passo nell'adozione di una particolare anima daparte di un devoto e rappresentava il principio affinché la collettivitàadottasse il teschio. Al fazzoletto si aggiungeva il rosario, messo alcollo del teschio per formare un cerchio; in seguito il fazzoletto venivasostituito da un cuscino, spesso ornato di ricami e merletti. A ciòseguiva l'apparizione in sogno dell'anima prescelta, la quale richiedevapreghiere e suffragi.

I fedeli sceglievano chi pregare e a chi offrire i lumini nelle loro visite costanti e regolari. Solo allora il mortoappariva in sogno e si faceva riconoscere.

In sogno comunque la richiesta delle anime è sempre la stessa: tutte hanno bisogno di refrisco, cioè di refrigerio:[] lafrase ricorrente nelle preghiere rivolte alle anime purganti era infatti la seguente: «A refrische 'e ll'anime d'opriatorio».[33]

Altri crani ammassati lungo una parete.

Si pregava l'anima per alleviare le sue sofferenze in purgatorio,creando un vero e proprio rapporto di reciprocità, in cambio di unagrazia o dei numeri da giocare al lotto.[24] Se le grazie venivanoconcesse, il teschio veniva onorato con un tipo di sepoltura più degno:una scatola, una cassetta, una specie di tabernacolo, secondo lepossibilità dell'adottante.[24] Ma se il sabato i numeri non uscivano o sele richieste non erano esaudite, il teschio veniva abbandonato a sestesso e sostituito con un altro:[24] la scelta possibile era vasta. Se ilteschio era particolarmente generoso si ricorreva addirittura a metterloin sicurezza, chiudendo la cassetta con un lucchetto.

I teschi, inoltre, non venivano mai ricoperti con delle lapidi, perché fossero liberi di comparire in sogno, di notte.Secondo la tradizione popolare infatti l'anima del Purgatorio rivelava in sogno la sua identità e la sua vita. Il devotoritornava allora sul luogo di culto, raccontava il sogno, e se l'anima del teschio era particolarmente benevola, siconcedeva a tutti di pregare lo stesso teschio determinando così una sorta di santificazione popolare.Utili erano tutti i tipi di segni che potevano venire alle anime. Un primissimo segno era il sudore, cioè la condensa daumidità.[24] Se ciò si verificava era segno di grazia ricevuta. Se il teschio non sudava, questo veniva interpretatocome una sofferenza dell'anima abbandonata e cattivo presagio. In questo caso si chiedeva soccorso a Gesù e,soprattutto, alla Madonna. Ancora oggi un teschio particolarissimo riguardo a questo fenomeno è quello di donnaConcetta, insolitamente e costantemente lucido.[5]

L'unico mezzo di comunicazione tra i vivi e i morti era il sogno:[24] dai sogni spesso nascono così variepersonificazioni delle anime pezzentelle, ed ecco moltiplicarsi le diverse figure di giovinette morte subito prima delmatrimonio, di uomini morti in guerra o comunque in circostanze drammatiche e singolari.Il culto fu particolarmente vivo negli anni del secondo conflitto mondiale e del primo dopoguerra: la guerra avevadiviso famiglie, allontanato parenti, provocato morti, disgrazie, distruzioni, miseria. Non potendo aspettarsi aiuto daivivi, il popolo lo chiedeva ai morti, e l'evocazione delle anime purganti diventa insieme la concreta rappresentazionedella memoria e la speranza di sottrarsi miracolosamente all'infelicità e alla miseria.

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Cimitero delle Fontanelle 10

Note

Annotazioni[1] http:/ / tools. wmflabs. org/ geohack/ geohack. php?pagename=Cimitero_delle_Fontanelle& language=it& params=40. 858842_N_14.

238764_E_[2][2] .[3][3] .[4][4] .[5][5] .[6][6] .[7][7] .[8][8] .[9][9] .[10] Il fenomeno - ricorrente in occasione di alluvioni o anche solo temporali particolarmente violenti e protratti - era noto come "la lava dei

Vergini": per l'inadeguatezza del sistema fognante e la forte pendenza del sito, in quei casi l'acqua, colma di detriti di ogni specie, "correvatrascinando tutto quello che incontrava da via Fontanelle e da via Sanità, dalla zona di San Gennaro dei Poveri, dalle pendici diCapodimonte e da quelle di Materdei, spazzava piazza Vergini e si buttava su via Foria raggiungendo piazza Carlo III e piazza Garibaldi" (fonte (http:/ / www. napoli. com/ viewarticolo. php?articolo=10083)). La gente del luogo dava l'allarme al grido di " ‘a lava! ‘a lava!, ", e dopoaver chiuso in fretta e furia botteghe, porte e finestre ai piani bassi, si salvava riparando ai piani alti delle case.

[11][11] Il contenuto del primo messaggio qui citato è riportato anche in .[13][13] .[18][18] .[19][19] .[20][20] .[21] . Presente su Google Libri (http:/ / books. google. it/ books?id=jtkDP8rmavsC& pg=PT269& dq=cimitero+ delle+ fontanelle& hl=it&

sa=X& ei=asiwUbiKAoa5O7TCgOAK& ved=0CEMQ6AEwAw#v=onepage& q=carafa& f=false).[22][22] .[23][23] .[24][24] .[25][25] .[26][26] .[27][27] .[28][28] .[29] . Presente su Google Libri (http:/ / books. google. it/ books?id=sBxii-1VK5YC& pg=PT45& dq=Questo+ guazzabuglio+ di+ fede+ e+ di+

errore,+ di+ misticismo+ e+ di+ sensualità,+ questo+ culto+ esterno+ così+ pagano,+ questa+ idolatria,+ vi+ spaventano?+ Vi+ dolete+di+ queste+ cose,+ degne+ dei+ selvaggi?+ E+ chi+ ha+ fatto+ nulla+ per+ la+ coscienza+ del+ popolo+ napoletano?+ Quali+ammaestramenti,+ quali+ parole,+ quali+ esempi,+ si+ è+ pensato+ di+ dare+ a+ questa+ gente+ così+ espansiva,+ così+ facile+ a+conquidere,+ così+ naturalmente+ entusiasta?+ In+ verità,+ dalla+ miseria+ profonda+ della+ sua+ vita+ reale,+ essa+ non+ ha+ avuto+altro+ conforto+ che+ nelle+ illusioni+ della+ propria+ fantasia:+ e+ altro+ rifugio+ che+ in+ Dio& hl=it& sa=X&ei=vvOuUebRB-eP7AbxqIGQCw& ved=0CDUQuwUwAA).

[30][30] .[32][32] .[33][33] .

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Cimitero delle Fontanelle 11

Fonti

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Voci correlate•• Catacombe di Napoli•• Cimiteri del mondo•• Napoli

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• Commons (http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altrifile sul Cimitero delle Fontanelle (http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/Category:Cimitero_delle_Fontanelle?uselang=it)

Collegamenti esterni• Lo speciale di La Repubblica a cura di Beniamino Daniele e Brunella Rispoli (http:/ / tv. repubblica. it/ edizione/

napoli/ alla-scoperta-dell-anima-lugubre-di-napoli/ 47505?video)• Lo speciale di La Repubblica a cura di Beniamino Daniele e Brunella Rispoli su Youtube (http:/ / www. youtube.

com/ watch?v=6zqRP0yBGLI)

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Fonti e autori delle voci 12

Fonti e autori delle vociCimitero delle Fontanelle  Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=60584086  Autori:: 0ne, Two, Three, ANGELUS, Aedo89, AnjaManix, Baku, Chrysochloa, Cittadelmonte,CityClass, DSK, ElGatoLopezz, Eumolpo, F.chiodo, Ferdinando Scala, Finizio, Flapane, GIUNCO, Gacio, Gaecola, Guido Gonzato, IlSistemone, Inviaggio, Italo da b, Jacklab72, JacopoWerther, Juninhox, Kurio, Lalupa, Lingtft, Llorenzi, Ludeco, Nuceria5, Peppo, Phalaris, Roccocivitelli, Sailko, Snowdog, Superzen, Tenebroso, Tener, Turgon, Vituzzu, 43 Modifiche anonime

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