Ciao! Mi chiamo Donatello , ma tu puoi Ho tre fratelli ... · Ho tre fratelli: Leonarf...
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Ciao! Mi chiamo Donatello, ma tu puoi
chiamarmi Donni.
Ho tre fratelli: Leonardo, Rafaello e
Michelangelo. Ma, cosa forse più importante,
sono una tartaruga ninja! Sì, hai capito bene:
sono una tartaruga parlante specializzata nel
ninjatsu, l’antica tecnica di lotta giapponese.
Non sono nato così, in realtà: all’inizio
ero una semplice tartarughina come ce ne
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sono tante. Poi, quindici anni fa, una sostanza
mutagena di origine aliena ha trasformato me
e i miei fratelli in ciò che siamo oggi.
Per tutto questo tempo abbiamo vissuto
in un rifugio nelle fogne di New York,
nascondendoci alla vista degli umani insieme
al nostro Maestro Splinter, un ratto gigante
mutato proprio come noi, che ci ha cresciuti
e addestrati come dei guerrieri ninja.
Quando fnalmente il Maestro ci lasciò
uscire per la prima volta in superfcie,
cominciarono i guai: i miei fratelli e io
assistemmo al rapimento di una ragazzina e
di suo padre da parte di quattro tizi misteriosi.
Io, che mi ero innamorato a prima vista
della ragazza, spinsi i miei fratelli a intervenire.
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Ma siccome non eravamo abituati a
combattere come una squadra, fnimmo solo
per ostacolarci a vicenda.
Inoltre, scoprimmo con nostra enorme
sorpresa che i misteriosi rapitori si chiamavano
Kraang e, a quanto pareva, avevano a che fare
con la sostanza responsabile della nostra
mutazione.
A quel punto non potevamo certo far
fnta di niente! Quindi, tornati al rifugio,
implorammo Splinter di lasciarci uscire di
nuovo per salvare gli umani rapiti. Il Maestro
ci diede il permesso, a patto che seguissimo
un leader, cioè Leonardo, e un piano.
Fu così che, con l’astuzia, riuscimmo a
introdurci senza essere visti nel covo dei
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Kraang, una specie di fortezza protetta da alte
mura e decine di guardie.
Eravamo fduciosi di poter salvare la mia
fdanzata e suo padre, uno scienziato... proprio
come me! Okay, a dire il vero lei non era
proprio la mia fdanzata... non ancora, almeno.
Ero certo che appena lei avesse saputo il
mio nome e mi avesse conosciuto meglio,
sarebbe caduta tra le mie braccia. Me lo
sentivo: eravamo fatti l’uno per l’altra!
Al momento, però, i miei fratelli e io ci
limitavamo a restare nascosti nell’ombra e a
studiare la situazione. Ora, io ho una certa
familiarità con la tecnologia d’invenzione
umana, ma quello che vidi dentro il covo dei
Kraang... be’... mi lasciò senza parole! Si
trattava evidentemente di altissima tecnologia
di origine... aliena.
Quando nell’area che sorvegliavamo
rimasero solo due guardie, Leonardo e Rafaello
si lanciarono dalle travi sopra le quali eravamo
nascosti e si scagliarono sui nemici. Quindi
Leo fece cenno a Miki e a me di raggiungerli.
Visti da vicino, i macchinari erano ancora
più strabilianti.
«Wow!» dissi a Raf. «Non avevo mai visto
niente del genere. Hanno usato una lega di
metallo che... non so neanche riconoscere!»
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«Davvero?» disse lui con quel tono
canzonatorio che assume tutte le volte che parlo
di qualcosa di tecnologico. «Una lega di metallo
che non sai riconoscere? Ma è incredibile!»
Non lo sopporto proprio quando fa così!
«Senti, vuoi parlare di metalli con me?»
lo sfdai a muso duro. «Accomodati pure!»
«A dire il vero, non vorrei neppure avere
una conversazione con te» replicò freddo Raf.
«Ragazzi!» ci interruppe Leonardo, un
poco scocciato. «C’è qualcosa che vi sfugge?
Siamo nel covo del nemico, ricordate?»
Leo aveva ragione. Splinter ci aveva
insegnato che i ninja si muovono nell’ombra
e in silenzio. Ma non c’era tempo di pensare
alle regole: un gruppo di guardie era in arrivo.
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Sfruttando il fattore sorpresa, riuscimmo
a sbarazzarci di loro. Quindi ci intrufolammo
nella stanza accanto dove potemmo osservare
da vicino quelle strane creature.
Per la miseria! Miki, che
aveva già avuto un incontro
ravvicinato con uno di loro,
aveva detto la verità! I Kraang
non erano esseri umani: non
indossavano degli abiti... a
dire il vero neanche la
pelle! L’aspetto umano
era un travestimento,
sotto cui si
celavano...
dei robot!