Chitarra Come improvvisare sulle note reali – introduzione polyrhythm .org.pdf

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04/11/14 23:12 Chitarra | Come improvvisare sulle note reali – introduzione | polyrhythm .org Pagina 1 di 4 https://polyrhythmdotorg.wordpress.com/2013/12/04/chitarra-come-improvvisare-sulle-note-reali-introduzione/ Chitarra | Come improvvisare sulle note reali – introduzione Cos’è quella cosa, o quella caratteristica che distingue noi chitarristi jazz dagli altri musicisti? Semplice: solo noi siamo l’unica categoria di musicisti a non sapere quali note stiamo suonando (o almeno il 99% di noi). Sembra paradossale come concetto, ma è la verità. Molte volte ce la caviamo, chi più chi meno, grazie all’orecchio, ma in casi peggiori ci affidiamo esclusivamente all’uso dei box e delle posizioni. Per ovviare a questa “eresia”, ho deciso di scrivere una serie di articoli in merito, per cercare di risolvere questa malattia. Se anche tu sei un chitarrista a box, leggi questo articolo ed aiutaci a migliorare il mondo! ;) Piccola domanda: perchè dobbiamo cambiare il mondo, quando tutti i chitarristi, o quasi, improvvisano usando box e posizioni? Se la sono cavati benissimo così fin d’ora! Non hai tutti i torti. La chitarra è uno strumento incredibile da questo punto di vista. Ogni musicista dovrebbe imparare le 12 tonalità principali, più altre 12 della minore melodica, ed altre 12 della minore armonica. Di ognuna di queste poi dovrebbe imparare i relativi 6 modi rimanenti (escluso il primo che abbiamo già citato), più scale esatonali, diminuite, maggiori armoniche etc.. Quindi in totale risultano oltre 50 tipi di scale ed accordi. Sulla chitarra invece, come ben sai, hai un enorme vantaggio: imparato un accordo, o un modo, od una scala, basterà spostare tutto nella posizione desiderata, ed il gioco è fatto! Il problema di tutto ciò è che questa “fortuna” dovrebbe essere una possibilità in più nel modo di improvvisare, o una carta segreta da usare all’occorrenza. Ma al contrario la prigrizia dell’uomo-chitarrista ha fatto si che questa diventasse l’unico modo di suonare. Nella vita ogni azione è regolata dai nostri principi. In base a questi prendi inconsciamente determinate azioni che avranno le rispettive conseguenze. Come musicista potrai avere diversi obiettivi, a seconda di quelle che sono le tue passioni. Se modifichi i tuoi principi, cercando di proiettare i tuoi obiettivi

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Chitarra | Come improvvisare sulle note reali – introduzione

Cos’è quella cosa, o quella caratteristica che distingue noi chitarristi jazz dagli altrimusicisti? Semplice: solo noi siamo l’unica categoria di musicisti a non saperequali note stiamo suonando (o almeno il 99% di noi). Sembra paradossale comeconcetto, ma è la verità. Molte volte ce la caviamo, chi più chi meno, grazieall’orecchio, ma in casi peggiori ci affidiamo esclusivamente all’uso dei box edelle posizioni. Per ovviare a questa “eresia”, ho deciso di scrivere una serie diarticoli in merito, per cercare di risolvere questa malattia. Se anche tu sei unchitarrista a box, leggi questo articolo ed aiutaci a migliorare il mondo! ;)

Piccola domanda: perchè dobbiamo cambiare il mondo, quando tutti i chitarristi, oquasi, improvvisano usando box e posizioni? Se la sono cavati benissimo così find’ora!

Non hai tutti i torti. La chitarra è uno strumento incredibile da questo punto di vista.Ogni musicista dovrebbe imparare le 12 tonalità principali, più altre 12 della minoremelodica, ed altre 12 della minore armonica. Di ognuna di queste poi dovrebbeimparare i relativi 6 modi rimanenti (escluso il primo che abbiamo già citato), piùscale esatonali, diminuite, maggiori armoniche etc.. Quindi in totale risultano oltre 50tipi di scale ed accordi. Sulla chitarra invece, come ben sai, hai un enorme vantaggio:imparato un accordo, o un modo, od una scala, basterà spostare tutto nella posizionedesiderata, ed il gioco è fatto! Il problema di tutto ciò è che questa “fortuna” dovrebbeessere una possibilità in più nel modo di improvvisare, o una carta segreta dausare all’occorrenza. Ma al contrario la prigrizia dell’uomo-chitarrista ha fatto si chequesta diventasse l’unico modo di suonare.

Nella vita ogni azione è regolata dai nostri principi. In base a questi prendiinconsciamente determinate azioni che avranno le rispettive conseguenze.

Come musicista potrai avere diversi obiettivi, a seconda di quelle che sono le tuepassioni. Se modifichi i tuoi principi, cercando di proiettare i tuoi obiettivi

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sempre più in la, il tuo cervello metterà il pilota automatico modificando manmano gli eventi intorno a te, e facendo in modo che il tuo obiettivo si avveri. Se iltuo principio è imparare solo gli accordi da spiaggia perchè non hai bisogno d’altro,va bene, ma difficimente diventerai uno Jesse Van Ruller. Se punti a diventare unbravo chitarrista, allora comincerai a metterti d’impegno e a studiare sul serio. Ma sepunti ad essere il meglio del meglio, allora questo non basta.

Hai mai fatto un reale confronto tra i chitarristi ed i pianisti? o i sassofonisti? seandiamo a filtrare solo le note mettendole su pentagramma, noterai che c’è un abissotra di essi. Un abisso a livello armonico, a livello tecnico, a livello melodico (per nonparlare del timbro). Tutto ciò è legato a ciò che ho scritto nell’introduzione, e cioè alfatto che noi chitarristi non conosciamo le note che stiamo suonando.

E’ vero, abbiamo avuto leggende della chitarra che non sapevano un accidente di note,o addirittura di scale e box, ma questo perchè essi ri rivalevano dell’unica granderegola del musicista: puoi suonare ciò che vuoi, puoi ragionare come vuoi evedere la musica da mille punti di vista, ma conta solo il risultato finale diciò che produci con il tuo strumento. Eppure anche questi mostri, paragonati amostri del piano (Oscar Peterson per tecnica, o Bill Evans per armonia, giusto percitarne due su milioni), o del sassofono (Trane, Cannonball Adderley, etc etc),mostrano di rimanere lontani kilometri.

Ora visto che ci stiamo dilungando, arrivaimo al dunque. Non devi sottovalutare ilfatto che Il sistema tonale non è stato inventato a caso. Tutto il sistema dialterazioni (diesis e bemolli) ha un senso ben preciso, e solo noi chitarristi pensiamoche è la stessa cosa chiamare una nota do# o reb (tanto a noi..checcefrèga! ;) )

Capire a fondo i principi delle tonalità e del loro funzionamento, i moti delle voci, icollegamenti tra tonalità vicine e lontane fa, appunto, la differenza tra noi ed i verimusicisti. Le possibilità sono davvero infinite: il solo concetto di sapere in un instanteche una nota ne può intendere mille diverse, credimi, qualcosa dovrà pur significare.

ll processo è lungo (e doloroso), quindi pensaci bene prima di proseguire.Occorreranno diversi mesi, perchè dovrai cambiare completamente il tuo sistema di

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suonare ed improvvisare. Ma una volta acquisito, riuscirai anche ad implementaretutte le tue vecchie nozioni. Ricorda che questo sistema non ne esclude altri, anzi,è la somma di tutti i modi possibili di suonare. Nel dettaglio, ogni nota puòessere vista da tre punti di vista differenti:

1. Suono1. così come percepito (ascoltare un suono senza riflettere, così come lo

ascolta anche un non-musicista)2. relativo al grado della tonalità di riferimento (orecchio relativo,

ovvero capire che relazione ha in base alla tonalità)2. Nome

1. ascoltando il suono (orecchio assoluto, ovvero sapere il nome di unanota semplicemente ascoltandola)

2. teorico (sapere teoricamente che ruolo ha una nota nella tonalità diriferimento)

3. Posizione (sul proprio strumento: tasto della chitarra / diteggiatura sul saxetc..)

1. teorica (conoscere la determinata posizione di una nota, senza sapere ilsuono reale)

2. fisica (conoscerne il suono di una nota reale in una determinata posizione,senza conoscerne il nome)

Ognuno di noi chitarristi suona seguendo uno o più di questi punti di vista.Improvvisare sulle note reali sviluppa i punti 3-A e 3-B, e stimola i punti 1-B e 2-B.Orecchio relativo ed assoluto comunque possono essere sviluppati a parte (te lospiego in questo articolo)

Questa è solo l’introduzione alla serie di articoli che succederanno in questi giorni. Hodovuto spiegarti in qualche modo i motivi per cui puoi decidere di cominciare aragionare in questo modo, perchè è veramente raro che qualcuno ti consigli tutto ciò,e se non hai la motivazione giusta, puoi anche chiudere questa pagina e continuare asuonare come hai sempre fatto. Infondo è anche vero che ognuno di noi debba trovareil proprio percorso, e come già detto poc’anzi,è il risultato finale che conta.

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Ti lascio con un piccolo esercizio di riscaldamento che ti aiuteraè a cominciare con legiuste basi. Ripassa o impara tutte le dodici tonalità con le relativealterazioni (leggi sul Wikipedia. Clicca qui per scaricare uno schema in formatoexcel in cui dovrai inserire in ogni relativa cella, il numero di alterazioni di ogni modo(quanti diesis o quanti bemolli, metti uno slash (/) se non ne ha nessuno in chiave).All’interno troverai quattro celle riempite da me, per farti capire come funziona:

D ionico = ##D dorico = / (nessuna alterazione)E lidio = #####G eolio = bb

Se ti va, puoi anche cominciare a leggere alcuni articoli su come visualizzare le notereali sul manico della chitarra (prima parte, seconda parte e terza parte)

Beh adesso non hai più scuse…ti aspetto nella seconda parte! ;)