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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: dott. Franco Adessa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e Fax 030 3700003 www.chiesaviva.com Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com&Print (Brescia) contiene I. R. www.chiesaviva.com e-mail: [email protected] «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesa viva ANNO XLIX - N° 482 MAGGIO 2015 Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia. Abbonamento annuo: ordinario Euro 40, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3,5, arretrata Euro 4 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: dott. Franco AdessaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e Fax 030 3700003www.chiesaviva.comAutor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com&Print (Brescia)contiene I. R.www.chiesaviva.com e-mail: [email protected]

«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

Chiesaviva ANNO XLIX - N° 482MAGGIO 2015

Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia.

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I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

Il santuarIooscurato

terreno e, prendendo ra-dici, crescerà e vivrà e lasua fragranza sarà la deli-zia del mio Santissimo Fi-glio e lo scudo contro l’iradivina. Senza verginità,sarebbe necessario che so-pra questi Paesi cadesse ilfuoco del Cielo, per puri-ficarli. (...)Ahimé, che dolore! Vi sa-ranno anime incaute chevolontariamente si gette-ranno tra i suoi artigli. Al-tri, ritornati al mondo, di-venteranno gli strumentidel Diavolo per la perditadelle anime.La quarta ragione dellospegnimento della lucedel Santuario è che, attra-verso l’acquisizione delcontrollo su tutte le classisociali, la Sètta Massoni-ca, sarà così astuta da pe-

netrare nel cuore delle famiglie per corrompere per-sino i bambini, e il Diavolo si farà gloria di nutrirsi,con perfidia, della squisita delicatezza del cuore deibambini.Durante questi tempi sfortunati, il male assalirà l’in-nocenza infantile e, in questo modo, le vocazioni alsacerdozio saranno perdute, e questo sarà un verodisastro. (...)In questa epoca, il Clero Secolare abbandonerà i suoi

Con gli occhi fissi sulTabernacolo, MadreMariana, alle 3 del

mattino del 2 febbraio1634, pregava Nostro Si-gnore comunicandoGlitutto il suo amore per Lui.Terminata la preghiera, el-la vide la lampada delSantuario davanti a Gesù-Sacramento spegnersi im-provvisamente lasciandol’altare maggiore nel buiopiù completo. Poi, ad untratto, vide una luce cele-stiale illuminare tutta lachiesa. La Regina del Cie-lo apparve e, accesa lalampada del Tabernacolo,si avvicinò a Lei presen-tandosi come Maria delBuon Successo e spiegan-dole il significato e le ra-gioni dell’oscuramentodel Santuario.Tra queste disse: «La terza ragione dello spegnimen-to della luce del Santuario è che lo spirito di impuritàche saturerà l’atmosfera in quei tempi, come un ocea-no ripugnante, inonderà le strade, le piazze e i luoghipubblici con un’incredibile libertà.Non vi saranno quasi più anime vergini nel mondo.Il fiore delicato della verginità, timido e minacciatodi completa estinzione, risplenderà molto da lontano.Prendendo rifugio nei Conventi, vi troverà un buon

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ideali, perché i sacerdoti diventeranno negligenti neiloro sacri doveri. Persa la bussola divina, essi si al-lontaneranno dalla strada tracciata da Dio per il mi-nistero sacerdotale e saranno attaccati ai beni ed allericchezze, che essi si sforzeranno illecitamente di ot-tenere. Quanto soffrirà la Chiesa durante questa not-te buia! (...) Per dissipare questa nube nera, che impedisce allaChiesa di beneficiare del giorno limpido della libertà,vi sarà una guerra spaventosa e tremenda (...). Quellanotte sarà la più orribile, perché sembrerà che, uma-namente parlando, il male abbia trionfato.Questo, allora, segnerà l’arrivo della mia ora, quandoIo, in modo sorprendente, detronizzerò l’orgogliosoSatana schiacciandolo sotto il mio piede e incatenan-dolo negli abissi infernali, libe-rando, così, finalmente la Chie-sa e la Nazione dalla sua crude-le tirannia».

Il 2 novembre 1634, dopo averricevuto la Comunione, MadreMariana ebbe una visione diGesù Cristo. Egli era tutto unaferita, soprattutto il Suo SacroCuore che era ricoperto di pic-cole ma strazianti spine che lotormentavano con un’indescri-vibile crudeltà. Egli versava co-piose lacrime, accompagnate dalamenti e sospiri. Egli le disse: «… Tu vedi comequeste piccole spine mi ferisco-no crudelmente. Sappi che essesono i peccati dei miei Preti –secolari e religiosi – che Ioprendo dal mondo e conduconei Conventi. Io li colmo di undiluvio di grazie spirituali, dan-do loro anche prolungate ma-lattie in modo che essi possanodivenire come Me. Ma, ingrati e senza cuore, essisi lamentano della Mia amore-vole Provvidenza. Essi pensanoche Io sia crudele verso di loroe, ritirandosi con indifferenza,essi Mi lasciano solo. Lo spirito di tali anime avvizzi-sce come un fiore bruciato, sec-candosi e diventando incapacedi emettere la sua fragranza, nel giardino di Mia Ma-dre Immacolata al quale tali anime erano chiamate. Con questo comportamento ingrato, essi conficcanoqueste sottili spine nel Mio Cuore, ferendolo crudel-mente, che è tutto amore e affetto per le Mie animescelte. Allo stesso tempo, essi vanificano i grandi pia-ni che Io avevo per loro, per questa ragione: Io li met-

to alla prova, in questo modo, perché la Croce e latribolazione sono il patrimonio del giusto, qui sullaterra. (...)Tempo verrà che la dottrina verrà diffusa tra i dotti egl’ignoranti, accessibile ai Preti e ai Religiosi e persi-no alla gente comune. Saranno scritti molti libri, ma la pratica delle virtù aquesta dottrina si troveranno solo in poche anime,perché i santi diventeranno una rarità. Precisamente per questa ragione: i Miei Preti e Reli-giosi cadranno in una fatale indifferenza. La lorofreddezza estinguerà il fuoco dell’amore divino, af-fliggendo il Mio Cuore amoroso con queste piccolespine che tu vedi. Per questa ragione, Io desidero checi siano anime, qui, nelle quali Io possa riposare dalla

Mia fatica e delle quali Io possacompiacermi. Le loro vite af-flitte ed espiatorie sono le ma-ni carezzevoli e compassiona-te che rimuovono queste sotti-li spine dal Mio Cuore e chevi applicano il balsamo neces-sario.Ahimè! Se t i fosse dato dicomprendere la mia intensasofferenza interiore che Mi haaccompagnato dall’Incarna-zione nel purissimo grembodella Mia Vergine Madre finoal momento in cui la Mia ani-ma ha lasciato il Corpo, lace-rato dai chiodi sulla Croce!E questa sofferenza è causatadalla mancata corrispondenzaal diluvio di grazie con lequali Io inondo i Miei Preti eReligiosi e, conseguentemen-te, dai peccati che essi commet-tono!Sappi, inoltre, che la GiustiziaDivina manda terribili castighisu intere Nazioni non solo per ipeccati della gente, ma soprat-tutto per i peccati dei Sacerdotie dei Religiosi, perché questi ul-timi sono chiamati, dalla perfe-zione del loro stato, ad essere ilsale della terra, i Maestri dellaverità, coloro che trattengonol’Ira Divina. Deviando dalla lo-ro sublime missione, essi si de-

gradano a un punto tale che, agli occhi di Dio, sonoproprio loro ad accelerare il rigore dei castighi, per-ché separandosi da Me, finiscono per vivere solo unavita superficiale dell’anima e, mantenersi lontano daMe, non è degno dei Miei ministri. Con la loro fred-dezza e mancanza di fiducia essi agiscono come seper loro Io fossi un estraneo.

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San Michele Arcangelo.

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Egr. Ing. Adessa, sonoDe Filippo di cui hagentilmente pubblicato

la lettera nel numero di gen-naio 2015. Sono almeno sette anni, checerco la verità sulla situazio-ne ecclesiale, perché implicanientemeno la salvezza eternadi milioni di anime, compresala mia. L’input di questo percorso melo diede, nel 2007, l’incontrosu Internet con “Chiesa vi-va” e col compianto donLuigi Villa di cui, strada fa-cendo, ho acquistato e lettosvariate pubblicazioni. Ho an-che scaricato e archiviato tuttii numeri della rivista che nor-malmente consulto e che mol-to mi ha permesso e permettedi capire. Non pretendo di avere sco-perto, come si suol dire,l’America, ma mi pare di aver trovato finalmente il ban-dolo della matassa, che – com’è sotto gli occhi di tutti – ètalmente e diabolicamente ingarbugliata, che quasi nes-suno credo sia in grado di scioglierla in modo chiaro,definitivo e inconfutabile. Vuoi per mancanza di quella lu-ce che solo la Fede semplice (non sempliciotta) e genuina

di sempre può dare e che qua-si tutti, (inclusi i tradizionali-sti e/o sedevacantisti d’ogniordine e grado) ormai hannoperduto (o forse non hannomai avuto), vuoi perché èumanamente impossibile ri-comporre un dramma di ta-le portata.Chi crede o crederebbe oggia una storia così incredibil-mente mostruosa? Pratica-mente nessuno. Dipende – credo – da chi neviene a conoscenza, divul-garla il più possibile, perché,quando Nostro Signore lasvelerà URBI ET ORBI, cene sarà per tutti e per i più –lo dico con profonda tristezza– sarà, ahinoi, troppo tardi. Grazie ai seguenti siti, facenticapo ad un unico produttore:® StGemma.com Web Pro-

ductions Inc. 2013. All rights reserved.http://www.thepopeinred.com/index.htm http://www.papalrestoration.com/http://www.todayscatholicworld.com/index.htmhttp://www.tcwblog.com/182861438

ho capito che il bandolo di questa matassa è il Conclave

GrEGorIo XVIIil Papa

nascosto e prigionierodi Raffaele De Filippo

Il card. Giusepe Siri fu eletto Papa nel Conclave dell’ottobre 1958,ma dovette ritirarsi sotto la pressione di terribili minacce.Furono valide queste dimissioni? Sembra proprio di no!

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da cui uscì l’antipapa Roncalli. Probabilmente, anchequello che elesse Montini, ma credo si possa dire che lasvolta decisiva sia avvenuta nel 1958. Lo slittamentoverso il baratro soprattutto spirituale (ancora in pienosvolgimento, dopo quasi ses-sant’anni), non è che la logicaconseguenza di ciò che accaddela sera del 26 ottobre 1958.

A cominciare da “The Pope inred”, essi mostrano, con doviziadi particolari, citazioni profeti-che, testimonianze e documenta-zione varia che, nel Conclave diquell’anno, fu eletto valida-mente il Cardinale SIRI e chequesti aveva accettato e assun-to il nome di GREGORIOXVII. Il primo e inconfutabile segno aconferma di ciò fu l’evidentefumata bianca che durò bencinque minuti seguita, dopomezz’ora d’inspiegabile an-gosciosa attesa (durante laquale, soprattutto l’apparatovaticano non sapeva più che pe-sci pigliare), da una fumatanera.A elezione avvenuta, infatti, ilCardinale Siri pare fosse sta-to costretto con pesanti mi-nacce [riportate dal pure lui as-sassinato (nel 1999), MalachiMartin in qualche suo inter-vento scritto o radiofonico] delB’nai B’rith alla rinuncia,per poi essere sostituito con RONCALLI, annunciatoda una terza e definitiva fumata bianca.Le faccio subito notare un particolare molto significativomesso in evidenza da un giovane e brillante studioso ameri-cano, Mario Derksen, il quale scrive che la Massoneria,per essere sicura di mettere sul Soglio di Pietro un veroe proprio antipapa, cioè un individuo completamenteprivo dell’assistenza del Cielo (che essa odia con luciferi-na risolutezza e agghiacciante determinazione) e quindi intotale, lucido e consapevole potere di Satana, suo dio, halasciato (credo si possa anche dire: voluto) che fosse elettoun vero papa (Siri), per poi sostituirlo, grazie anche auna Gerarchia infiltrata (da almeno un secolo, forse) daiPoteri occulti, con un loro uomo: il rosacroce RONCALLI,che essa aveva già predisposto con cura, per poi farlo scenderein campo al momento opportuno, col nome, per giunta, di unprecedente antipapa (Giovanni XXIII) di fine XIV secolo(http//www.dailycatholic.org/issue/04Nov/nov18mdi.htm). Se infatti, pur con manovre degne della peggior mafia, fos-se stato eletto al primo colpo, Roncalli sarebbe diventato, atutti gli effetti, un Papa valido e quindi sostenuto da quelloSpirito Santo che gli avrebbe anche impedito di fare i disa-

stri ispirati e voluti dalla Massoneria e che, ormai, sonosotto gli occhi, se non di tutti, di chi almeno non si è anco-ra del tutto bevuto il cervello. Per esprimere una similesovrumana lucida astuzia occorre essere in comunica-

zione diretta con Lucifero.

Elezioni canoniche, 1917. Ap-pendice, p. 107 – Modalitàdell’elezione di un Sovrano Pon-tefice: «La persona appenaeletta, anche se non ancora sa-cerdote, acquisisce la pienagiurisdizione sulla Chiesa uni-versale immediatamente colsuo consenso e diventa il Vica-rio di Cristo in terra»(https://archive.org/details/cano-nicalelectio00gall)

Codice di diritto canonico,1917. Can. 188 – La rinunciafatta per timore grave, ingiu-stamente incusso, per dolo oper errore sostanziale, oppurecon simonia, È NULLA PERIL DIRITTO STESSO.

Autorità della ChiesaThose who are received into theecclesiastical hierarchy are notchosen by the people, or by se-cular authority, but are placed inthe degrees of power of ordersby sacred ordination. In the su-preme pontificate the personlawfully elected, and freely ac-cepting the election, receives the

power of iurisdiction by divine right. All others receive ju-risdiction by canonical mission (c. 109) (Text: “A Dictio-nary Of Canon Law” Second, Revised Edition, 1919 Im-primatur).[Quelli che sono ricevuti nella gerarchia ecclesiastica nonsono scelti dal popolo, o da autorità secolari, ma posti neigradi di potere degli ordini dall’ordinazione sacra. Nel su-premo pontificato, la persona legittimamente eletta, eche ha liberamente accettato l’elezione, riceve il poteredi giurisdizione dal diritto divino. Tutti gli altri ricevonola giurisdizione dalla missione canonica (c. 109)].Pertanto, davanti a Nostro Signore che lo scelse e lo volle,l’arcivescovo di Genova diventò il Suo legittimo Vicarioe rimase tale fino alla morte (1989), ritenuta da moltiun omicidio per overdose di Digitalis, farmaco per ilcuore che il cardinale assumeva abitualmente. Quasi certamente i Poteri occulti avevano intuito, se nonaddirittura scoperto, dopo l’incontro (1988) del Prelatocon Padre Khoat, qualcosa dell’azione che il loro prigio-niero, nonostante tutto, aveva segretamente intrapreso.Gregorio XVII, essendo cosciente di essere l’unico e ve-ro Papa, ha cercato di sopravvivere per ben 31 anni

Il 21 ottobre 1958 al posto del card. Siri, fu eletto Papa il rosacroce card. Angelo Roncalli che prese il nome di

Giovanni XXIII, lo stesso dell’Antipapa di fine secolo XIV.

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(riuscendovi evidentemente per pura grazia di Dio), ondetenere accesa la fiammella del Papato e svolgere il man-dato ricevuto da Dio, pur tra gigantesche difficoltà indottedalla sua condizione di ostaggio e dalle conseguenti deva-stanti ripercussioni sul suo sistema psicofisico. La prima volta che conobbi – non molto tempo fa – questavicenda, credevo che il Cardinale avesse ceduto a un com-promesso o addirittura a un atto di viltà. Oggi, sono con-vinto che il suo comportamento sia stato tutto l’opposto.In una sorta di equilibrismo vertiginoso e terrificante cheneanche un genio del brividocome Hitchcock avrebbe po-tuto concepire, Siri, per ben31 anni, ha dovuto fare, co-me si suol dire, buon viso acattivo gioco, non solo neiconfronti dei suoi nemici di-chiarati, ma anche e soprat-tutto dei suoi traditori. Credo sia impossibile imma-ginare un incubo peggiore. Solo Nostro Signore ne havissuto uno simile e – inquanto Dio incarnato – certa-mente maggiore: la presenzae vicinanza di Giuda Isca-riota, (di cui leggeva perfetta-mente il cuore e conoscevatutto), senza che nulla trape-lasse onde evitare che gli al-tri apostoli sospettassero delTraditore e, nella loro ancorgreve umanità, lo uccidesserocaricando così le loro coscien-ze di un omicidio che, sempreper la loro embrionale spiri-tualità, li avrebbe forse spinti,se non alla disperazione, cer-tamente a un crollo psicologi-co quasi insuperabile. Se Gregorio XVII si fossemesso in frontale scontrocon il Potere delle Tenebre,che lo teneva in ostaggio dal 26 ottobre 1958 e lo obbli-gava ad apparire agli occhi del pubblico come l’Arcive-scovo di Genova di sempre, che partecipa regolarmenteal Concilio e ne accetta in qualche modo le decisioni eche, infine, accoglie addirittura gli antipapi in visita pa-storale, senza mai far trapelare nulla del suo gigante-sco dramma interiore, sarebbe stato certamente as-sassinato, come lui stesso confidò al vietnamita PadreKhoat che lo invitava a recarsi in America con lui: «Lo-ro mi possono uccidere in ogni momento».A quel punto, non avremmo più parlato di “Chiesa eclissa-ta”, ma di “Chiesa completamente defunta”. Ipotesi que-sta, impensabile, giacché “Le porte degli inferi non pre-varranno”.Il martirio che la Provvidenza gli chiedeva era ben più atro-ce: rimanere in vita, soffrire e offrire il suo inimmagina-

bile Calvario (31 anni di totale solitudine in balìa di carce-rieri tanto spietati quanto insospettabili!) per la sopravvi-venza della Chiesa. Poco prima della sua morte, la stessaProvvidenza gli inviò, nel giugno 1988, questo sacerdotevietnamita, già da qualche tempo sulle sue tracce, col qua-le poté predisporre un organismo atto a garantire (incaso d’improvvisa e imprevista morte, che poi ci fu) la le-gittima successione sulla cattedra di Pietro. Nel 1991,due anni dopo la morte di Gregorio XVII, ci fu, infatti, unconclave segreto, in cui i cardinali (creati da Siri nel bre-

ve periodo di vita che Dio gliconcesse dopo l’incontro conP. Khoat) elessero il suo suc-cessore Gregorio XVIII, cheè lecito credere sia vivo daqualche parte, probabilmentein America, in attesa che glieventi maturino (o precipiti-no?).

Domanda più che lecita: Per-ché i Poteri occulti non han-no ucciso Siri poco dopol’elezione di Roncalli? Sareb-be stata la soluzione più sem-plice e “pulita”, soprattuttoper dei macellai senza scrupo-li come loro. Chi avrebbe sol-levato dubbi o sospetti su uninfarto che colpisce una per-sona già sofferente di cuore? Risposta a mio avviso plausi-bile: Non l’hanno fatto per-ché un Siri ancor vivo e ve-geto rappresentava, come senon bastasse, una specie dimarchio di garanzia impres-so sul loro infame e purtrop-po riuscito disegno, che – valla pena ricordare – è stato co-munque permesso da Dio(vedi Fatima) a causa e casti-go di un mondo divenuto

peggiore di quello pre diluviano.

Padre Khoat: «Sì, Papa Gregorio XVII ammise di fron-te a me che “Egli era Papa Gregorio XVII”. Questa suaconferma mi fu espressa a Roma nell’incontro del 14giugno 1988».

Anne-Catherine Emmerich: «Vedo il Santo Padre ingrande angoscia. Egli vive in un palazzo diverso daquello di prima e vi ammette solo un numero limitato diamici a lui vicini. Temo che il Santo Padre soffrirà mol-te altre prove prima di morire. Vedo che la falsa chiesadelle tenebre sta facendo progressi, e vedo la tremendainfluenza che essa ha sulla gente». (10 agosto 1820) Julie-Marie Jahnney: «Armi di recente invenzione (ve-rosimilmente le camere di videosorveglianza attorno al Pa-

lazzo arcivescovile) lo sorveglieranno, notte e giorno losorveglieranno nella sua prigione» (13 marzo 1878).

Madonna di Fatima: «Avete visto l’Inferno, dove cado-no le anime dei poveri peccatori... Se gli uomini non ces-sano di offenderLo, Dio punirà il mondo con la guerra,la fame e la PERSECUZIONE DELLA CHIESA EDEL SANTO PADRE».(http://www.tcwblog.com/182861438/1362851//posting/fa-tima-foretold-sede-impediti-persecution-of -true-popes).

Giacinta Marto ebbe la visione di almeno uno dei “Papiimpediti” della Chiesa sotterranea: «Povero Santo Padre,dobbiamo pregare tantissimo per lui».

Madonna de La SaletteMaximin Giraud, dalla lettera del 3 luglio 1851 scritta da-vanti al suo Vescovo e destinata al Papa Pio IX: «Primache tutto questo accada, ci saranno grandi disordininella Chiesa e ovunque. Il Santo Padre (Gregorio XVII)sarà perseguitato. Il suo successore (Gregorio XVIII)sarà un pontefice che nessuno si aspetterà».(http://www.tcwblog.com/182861438/1163310/posting/la-salette-s-maxunm-s-secret-to-pius-ix-hidden-papacy).

San Pio X: «Ho visto uno dei miei successori, con lostesso mio nome, (Giuseppe) che si allontana da Roma... morirà di una morte crudele» «Ho visto i Russi (mas-soni = comunisti) a Genova». (Città di cui Gregorio XVIIfu figlio, ma soprattutto Arcivescovo).

Il marchese De La FranquerieNel 1939, il marchese De La Francquerie divenne Came-riere segreto di Sua Santità Pio XII e il Signore, attraversola stigmatizzata bretone, Marie-Julie Jahenny, gli affidòtutti gli scritti della mistica, prima che arrivassero i tede-schi. Nel maggio 1985, ben consapevole degli orrori dei“modernisti” al potere e delle molteplici profezie di Marie-Julie, riguardanti IL PAPA NASCOSTO E PRIGIONIE-RO, ebbe, a Genova, un importante incontro col cardinaleSiri (assieme ad altri due cattolici francesi), nel quale glichiese di confermare, o smentire, le voci che circolavanoda qualche tempo in Europa, secondo le quali era stato elet-to papa in un passato conclave. Siri fece chiaramente ca-pire, pur tra sospiri, pause e fors’anche qualche lacri-ma, che altroché se fu eletto papa. Questo intervento delMarchese, riportato da “Les Amis du Christ-Roi” diLouis-Hubert Remy, uno dei partecipanti al colloquio e,subito dopo, dai media americani, fu il catalizzatore chemise Padre Khoat Van Tran e il suo team, poco più di treanni dopo, nel 1988, sulle tracce del vero e legittimo Pa-pa. (http://www.marie-julie-jahenny.fr/le-marquis-de-la-franquerie.htm)Si capisce perché la Madonna a La Salette parla di “Chiesaeclissata” e non di “Chiesa sparita”. La Sede di Pietro èstata ed è tuttora vacante, ma Pietro non ha mai cessatodi esistere, perché “Le porte degli inferi mai prevarran-no su di essa”. Vorrei concludere con un accostamento che calza fino a un

certo punto, ma che, credo, renda l’idea. Così come lasemplice esistenza del popolo ebraico è una bestemmiaperché testimonia, dopo quasi duemila anni, il suo rinne-gamento flagrante e persistente del Figlio di Dio, (incar-natosi in quello stesso popolo), analogamente, l’esistenzaoggi dei Tradizionalisti (totalmente privi di giurisdizionee quindi portatori di rimedi peggiori del male), testimoniauna paradossale e insospettata mancanza di Fede, giac-ché, ogni cattolico che si rispetti dovrebbe (se non lo fa nonè cattolico e se non lo capisce lo è ancor meno) rigettaretutto ciò che non fa capo a un Sovrano (e legittimo) Pon-tefice e, in sua misteriosa e temporanea assenza, moltipli-care preghiere, sacrifici e quant’altro per meritarne, attirar-ne, accelerarne la manifestazione. Ogni altro atteggiamento è l’ennesima sfida a Dio (rive-stita di ultra farisaico devozionismo) che, come tale, faesultare di gioia il Suo e nostro irriducibile Nemico.

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Il “sEsso” In cattEDrauna inziativa liberticida

clutare le altre “esperte” (i)anche sui marciapiedi e neilocali da bordello? E i “gay”avrebbero anch’essi il dirittodi salire in … cattedra?).Comunque, la “ministressa”DC è più che mai convintadel suo procedere. «Devodire – ha confidato – chedel testo approvato inCommissione, sottoscrive-rei dal primo all’ultimo ar-ticolo. Certo, potrà esserciqualche affinamento, ma lecoordinate di fondo sonoottime. Il testo non è asso-lutamente contrario con ilmio essere cattolica (!!). Iprincìpi sono saldamenteancorati ai valori (!!) costi-tuzionali: si punta alla col-laborazione tra Scuola eFamiglia, promuovendo

anche opere di sensibilizzazione dei genitori, e si faparticolare attenzione all’aggiornamento degli inse-gnanti…».Come vedete, c’è da stupirsi! Su quale base di cultura cat-tolica si fonda questa ministressa “cattolica” (!!), ma ditutto sapore massonico? Dopo aver proclamato, infatti, chel’educazione al sesso non è in contrasto con i suoi valoricristiani, e dopo aver sottolineato addirittura che «all’ini-zio degli anni Ottanta, pure un documento della Confe-renza Episcopale Italiana era in sintonia con lo spiritodella legge», la poco on. Jervolino proclama che l’educa-

S embra che la Signoraon. (?) Rosa RussoJervolino, ministressa

democristiana e cattoliconadi faccia, sia più che mai de-cisa a portare nelle scuoledella Repubblica Italiana,iniziando dagli “asili infan-tili” e fino all’Università, i“corsi di educazione ses-suale”, obbligatori per tutti.Naturalmente, da gestire “inmodo scientifico”!Ma il suo dire, oltre che con-fuso, è scivoloso: «Il crite-rio – infatti Ella dice – èquello della indisciplina-rietà, che mi sembra il piùidoneo. Ogni docente trat-terà l’argomento dal puntodi vista della materia cheinsegna, ma non si escludo-no approfondimenti con lapresenza di esperti esterni. Però la responsabilità di-dattica rimarrà pienamente nelle mani del collegio deidocenti».Parole che puzzano di “case chiuse”! Parole, cioè, perico-lose, che si prestano a vari equivoci. Ad esempio: “come”e “dove” verranno reclutati questi “esperti esterni” perattuare gli opportuni “approfondimenti”? Ci vorrà, peresse, un titolo di studio? (e quale?). Dovranno essere cono-sciuti come “esperti”? (Ma allora, Moana Pozzi e “Ciccio-lina” possono candidarsi! Solo che esse non potranno mol-tiplicarsi in tutte le scuole d’Italia, per cui si dovrebbe re-

del sac. dott. Luigi Villa

Pubblichiamo l’articolo col quale Padre Luigi Villa, nell’autunno del 1992, rilanciò la battaglia di “Chiesa viva” contro l’“educazione sessuale” nelle scuole.

«CHI NON CONDANNA IL MALE, COMANDA CHE SI FACCIA»(Leonardo da Vinci)

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zione sessuale deve essere «saldamente ancorata ai valo-ri laici (!!) e della Costituzione, come il rispetto dell’al-tro, il diritto alla salute, l’educazione alla non violen-za».E della salvezza dell’anima, Si-gnor Ministro? Cioè: i pupi, iragazzi, i giovani, verrannoeruditi alla “laica” o alla “cat-tolica”?Questa domanda non mi sem-bra che sia secondaria. Per noi“cattolici”, infatti, l’educazionealla purezza è di valore assolu-to; mentre per i “laici” è comeun “tabù” da insabbiare.Lo dimostra anche il “fatto” del-la crescente esclusione del “sa-cerdote” dalla scuola (vedi perl’ora di religione!), a favoredell’esperto laico, o del profes-sore di scienze, dato che la mini-stressa ha dichiarato che l’edu-cazione sessuale deve esserecondotta “in modo scientifico”!

COMPLESSO DI INFERIORITÀ

Sì, c’è proprio da domandarsianche se la on. (?) Jervolino sof-fra di un complesso di inferioritàverso le “culture”, quelle chesarebbero più evolute, solo per-ché stanno più al Nord, e chestraripano di “corsi” e di “pro-grammi” scolastici su tutti i ter-reni protestanti e atei, comequelli della Germania, della Scandinavia, delle terre ingle-si e degli Stati Uniti. E ci sarebbe anche da domandarsi seil suo coraggio di buttarsi in questa lizza le venga anchedal fatto che docenti ed esperti “cattolici” – clero compre-so! – sono rimasti acritici, davanti al problema, proprio pernon essere tacciati di “retrogradi”, di “moralisti bigot-ti”, o addirittura di “complessati sessuali”!Se fosse così, vorremmo far sapere a questa ministressadella DC che negli Stati Uniti, ad esempio, è sorto, da an-ni, un “movimento” di opinione pubblica, formato dagenitori e da pedagogisti, che contestano vivamentequesti “corsi” di “educazione sessuale” (che, negliUSA, sono stati obbligatori fin dal 1974!) e portano“statistiche” più che allarmanti, dimostranti che i detti“corsi” non solo non hanno contenuto, per esempio, le gra-vidanze tra le minorenni, ma le hanno anzi moltiplicate adismisura!Nel 1974, per esempio, le ragazzine che restarono incinte,erano poco più di mezzo milione, mentre dopo quei “cor-si” (nel 1986, ad esempio!) erano molto al di sopra delmilione e mezzo! Non solo, ma, tra i giovani, si erano

anche moltiplicati i reati sessuali, gli stupri, e l’omoses-sualità si era più che quintuplicata!..Rifletta questa nostra ministressa DC su quella sua utopi-ca illusione (satanica!) che, una volta “spiegato” – in

“modo scientifico”! – i meccani-smi genitali, ci sarà un’Italia piùserena e felice!Ma dov’è il suo “cristianesi-mo”, Signora Jervolino, seignora che le “passioni” ser-peggiano nel corpo umano, ba-cato dal “peccato originale”?E Lei lo vorrebbe ridurre a unsemplice romanticismo?… Edove andrebbe a finire il “pu-dore”, questa siepe provviden-ziale proprio per la sessualità,voluta dal Creatore come un“mezzo” per un “fine”, qualedeve essere l’incontro stabile,fedele e fecondo, legato al mi-stero della vita?Detto questo, mi pare più chedoveroso opporsi a questa suadecisione di introdurre nellescuole l’«educazione sessuale»,perché questo “mistero”, cherinvia al “sacro” e, quindi, al“divino”, non può essere resobanale, né può essere dissoltoin una “informazione raziona-lista” al di fuori di quella reli-giosa. L’amore – e il sesso ne èsolo il segno fisico! – resta, nel-la sua essenza profonda, un“mistero” che non può esseretrattato come una qualunque“materia scolastica”, o una

qualsiasi tecnica da imparare. Ignorare questo, on. (?) Jervolino, significa proprio ignora-re l’uomo!

L’ATTUALE LEGISLATURA… UNA SVOLTA?

Ricordiamo ancora la campagna elettorale svoltasi per leultime elezioni nazionali del 4 aprile 1992, perché fu, so-pratutto, caratterizzata da due “novità”:

1) l’appoggio al Partito, o al candidato di fiducia da par-te dell’elettorato fu vincolato da una precisa condizio-ne: che ci si impegnasse a mantenere le promesseelettorali, quasi sempre disattese in passato; e che se ilcandidato o il Partito eludessero ancora l’impegno pre-so, l’elettorato avrebbe preso una posizione pubblicacontro di lui (o di esso), ritirandogli il mandato e avver-tendo gli elettori a non più rieleggerlo. (Fu una speciedi “spada di Damocle”!).

10 “Chiesa viva” *** Maggio 2015

C ari lettori, vogliamo tornare al tristo argomento“Benigni/Dieci Comandamenti” non per rivanga-re un tossico terreno su cui già altri hanno, in mo-

do magistrale e puntuale, detto e scritto. La nostra saràuna brevissima e amara riflessione che dimostra comee quanto l’attuale pontificato stia deviando dal proprioofficio per correre dietro, o in parallelo, col mondo del-la vanità e della superficialità, di quel mondo massme-diatico in cui più che i contenuti valgono la visibilità el’ascolto massivo.Il bravissimo Giacomo Fedele ha, sulle colonne di questosito – Ciao Roberto, sono Francesco – condotto opportu-ne e acute riflessioni su quella telefonata che, a detta an-che degli organi di informazione e di talune voci dei sacripalazzi, è intercorsa tra il comico e Papa Bergoglio. Rimandiamo volentieri i lettori a rileggerla perché rivelaed espone in maniera specchiata il comparaggio che,dal Vaticano II ad oggi, si è stabilito fra la Santa Sede eBeliar, fra gli uomini di Chiesa e l’avversario.Chiamarlo “dialogo” non è altro che ingannare la cattoli-cità dandole ad intendere che, così, si fa opera di evange-lizzazione. Ma siccome le chiese si svuotano, ci chiedia-mo quali siano i prodigiosi frutti di questo balletto.Ma torniamo al caso citato.La stampa mondiale ha concesso ampio risalto a questa te-lefonata disegnando, ancor più, un Francesco che escedall’ovile per andare a riprendere la pecorella smarrita. Unritratto oleografico a cui, nonostante la frequenza riprodut-tiva, non ci stiamo abituando, un ritratto che dà, invece, lamisura di quanto smodata ferva, in questo papa, l’an-sia del protagonismo mondano, del primo piano equanto banale e pericoloso si dimostri in ogni suo in-tervento dottrinario. L’ultima, i lettori, lo ricordano, èstata la cappellata con cui – mercoledì, 17 dicembre2014, udienza generale – ha indicato Nazareth qualeluogo natìo di nostro Signore Gesù.

Orbene, con questa telefonata il pontefice si è congratulato– facendo eco agli elogi del cardinal Bertone e di mons.Fisichella – per aver, il giullare, parlato (o “sparlato”) diDio davanti a milioni di telespettatori, ma ha taciuto, pursapendolo, che per tanta opera esegetica il guitto s’è bu-scato – obolo dei contribuenti – un pacco di milioni.Papa Bergoglio, il papa che ignora Bethleem, non potevacerto conoscere una luminosa vicenda di San Tommaso diAquino – il pilastro su cui ancora, nonostante la gerarchìamodernista, si regge l’intera costruzione della certezza teo-logica – una vicenda che ben si attaglia all’argomento.Ed allora, nella speranza che la Sua Santità possa e voglialeggersi questa nostra nota, gliela raccontiamo, a beneficioanche dei lettori.Riporta, Guglielmo da Tocco (1250/1323) – Historia bea-ti Thomae de Aquino – una testimonianza di san Bonaven-tura il quale riferisce che, ultimato il Trattato sull’Eucari-stìa, fra’ Tommaso lo depose davanti al Crocifisso per rice-vere dal Signore un segno. Sùbito, sentitosi sollevare daterra, udì le seguenti parole: «Bene scripsisti de me Tho-ma. Quam ergo mercedem accipies?» – Hai scritto mol-to bene di Me, o Tommaso. Quale mercede desideri riceve-re? – Tommaso rispose: «Non aliam, nisi Te Domine» –nient’altro che Te o Signore.

2) l’argomento principale, trattato dai “programmi” diPartito, fu proprio quello della “famiglia”. E questo fucertamente per captarsi la benevolenza dell’elettorato. DuePartiti, sopratutto, presero degli espliciti impegni in questosenso:a) quello della “Democrazia Cristiana” che, nel suo Con-gresso pre-elettorale, promise mari e monti per la nuovalegislatura, quali: l’alleggerimento del peso fiscale; la lottaai fattori che disgregano la famiglia, come la “droga” e“l’immoralità pubblica”…b) quello del “Movimento Sociale Italiano” che ripre-sentò la sua “legge-quadro sulla famiglia” del 6 luglio1990, proponendo una organica riforma giuridica a tuteladi essa.Quindi, da parte Nostra, proponiamo di denunciare ai no-stri lettori i tradimenti politici in tale direzione, appuntoperché si stanno portando avanti alcune gravissime ini-ziative, volute dai “laici” e dalle “Sinistre”, ai dannidella famiglia e della morale pubblica.E cioè: disegni di legge per la “educazione sessuale nellescuole”; “eutanasia”; riconoscimento delle “famiglie difatto” (una rottura gravissima, quindi, della famiglia tradi-zionale monogamica!); “prelievi selvaggi degli organi”per i “trapianti”. Ora, queste iniziative concrete, oltre alla già varata “cultu-ra della morte”, ci vedrà mobilitati a denunciare omissio-ni e tradimenti, denunciando quelle forze politiche che,specie in campo cattolico, sosterranno tali inique leggiche espropriano le famiglie del loro ruolo educativo,dando il monopolio assoluto allo “Stato laico” nel cam-po dell’educazione, come vuole proprio la Massoneria,e come già avvenne sotto i regimi comunisti, i cui falli-menti, comunque, sono ormai sotto gli occhi di tutti!Ribelliamoci, dunque a questa voluta “legge” della “edu-cazione sessuale” nelle scuole di uno Stato che vuoletrattare i nostri bimbi, i nostri ragazzi, e i nostri giova-ni da animali, invece che da uomini figli di Dio!

«Massimamente pericoloso è poi quel naturalismo che, ainostri tempi, invade il campo dell’educazione in argomentodelicatissimo qual è quello dell’onestà dei costumi. Assaidiffuso è l’errore di coloro che, con pericolosa pretensione econ brutta parola, promuovono una così detta “educazionesessuale”, falsamente stimando di poter premunire i giovanicontro i pericoli del senso con mezzi puramente naturali,quali una temeraria iniziazione ed istruzione preventiva pertutti indistintamente, e anche pubblicamente e, peggio ancora,esporli per tempo alle occasioni, per assuefarli, come essidicono, e quasi indurirne l’animo contro quei pericoli.Costoro errano gravemente non volendo riconoscere la nativafragilità umana e la legge, di cui parla l’Apostolo, ripugnantealla legge della mente, e misconoscendo anche l’esperienzastessa dei fatti, onde consta che, soprattutto nei giovani, lecolpe contro i buoni costumi non sono tanto effetto dell’ig-noranza intellettuale quanto principalmente dell’infermavolontà, esposta alle occasioni e non sostenuta dai mezzi del-la Grazia.

(Pio XI Enciclica “Divini Illius Magistri” 31 gennaio 1929)

“Chiesa viva” *** Maggio 2015 11

Capito? Non ha chiesto i diritti d’autore.Il santo e sommo teologo, estromesso dai moderni semi-narî, in uno dei quattro opuscoli in cui erano state raccolte58 sue omelìe, aveva già commentato, in particolare, i dueprecetti della carità e i dieci comandamenti (in Duopraecepta caritatis et in decem legis praecepta expositio),così come, nella Summa, aveva lungamente spiegato ilconcetto e l’applicazione della legge divina (S. Th I/IIaeq. 98 – 99 – 100) “ad majorem Dei gloriam”.Altro che il benigno toscanello!Capito, cari lettori?Avete chiara la caratura culturale, pastorale e magisterialedi papa Bergoglio?

Un papa che da una parte – come è nel suo stile – sisbraccia e si spende per una Chiesa povera e per unacultura della povertà, che si complimenta con unastuto saltimbanco che, per le bischere osservazionietiche e bibliche eruttate durante uno spettacolo te-levisivo, è stato pagato a vagonate di milioni di eurie, dall’altra, ignora completamente la scienza divinae l’esempio straordinario di un santo, lui sì povero,figlio della Chiesa cattolica, quel San Tommasod’Aquino che non ebbe dubbî nello scegliere la veraricchezza: Cristo Gesù.

Per concludere.Abbiamo detto che la cultura scolasticae tomista è da tempo messa ai margini,se non esclusa, nei seminarî e nei corsidi istruzione superiore religiosa.Ebbene, vogliamo – per chi non lo sap-pia – far sapere da chi e quando è par-tita questa opera di “rivoluzione cul-turale”.Riferisce il venerato Don Luigi Villa –allegandone il documento autentico –che negli anni immediatamente prece-denti al Concilio Vaticano II, la mas-soneria aveva infiltrato nei postichiave, quali i seminarî – come dimo-strò la lista pubblicata in OP/1978,contenente i nomi in codice e con lamatricola di affiliazione di numerosiecclesiastici – vescovi e preti di obbe-dienza con i quali si iniziò a demolirela tradizionale “ratio studiorum”,quella appunto tomista, con cui veni-vano educati i futuri sacerdoti.

In una lettera, FRAMA così si esprimeva, garantendol’avvìo del disegno disgregatore ai danni della Chiesa.

«23 maggio 1961Illustre e venerabile Gran Maestro: con molta gioiaho ricevuto, tramite il Fr. MAPA, il vostro delicato in-carico: organizzare silenziosamente in tutto il Pie-monte e nella Lombardia come disgregare gli studi ela disciplina nei Seminari.Non Vi nascondo che il compito è immane e mi occor-rono molti collaboratori specialmente presso il corpodocente e che Voi mi dovreste segnalare perché io liavvicini quanto prima insieme alla tattica.Mi riservo comunicazioni più precise dopo un incon-tro e un abboccamento personale con MAPA.Intanto vogliate gradire il mio devoto saluto.

FramaAl Ven. G. Maestro del G.O. ( a mano)»

cHE PEna, santItÀdel Prof. Luciano Pranzetti

Per informazione:1. MAPA è la sigla di Mons. Pasquale Macchi – tessera 23/4/58, ma-tricola 54632 – minutante di Segreteria di Stato, segretario di PapaPaolo VI.2. FRAMA è la sigla di Mons. Francesco Marchisano – tessera4/2/61, matricola 4536/3 – Sottosegretario Congregazione Studi.

Francesco “vescovo di Roma”

12 “Chiesa viva” *** Maggio 2015

Comunione sulla mano?

no!È sacrIlEGIo!

Il “sacrIlEGIo” DElla “comunIonE sulla mano”

Nel dare e nel ricevere la Santa Comunione, spesso, dall’Ostia si staccano dei frammenti

che cadono e vanno dispersi per terra, venendo poi calpestati o spazzati via

e pertanto INEVITABILMENTE PROFANATI!E poiché non si tratta di disgrazia,

ma di un atto che è volutamente causato,perché conosciuto e previsto,

QuEsto DIVEnta

un VEro E ProPrIo “sacrIlEGIo”!

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mE

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14 “Chiesa viva” *** Maggio 2015

I NEMICI DI PADRE PIO

L’Osservatore Romano del 3-4 giugno1963 dava la notizia della morte diGiovanni XIII, sopravvenuta il lunedì3 giugno alle ore 19,49.Franco Bellegrandi scrive: «Per lamia carica e per la mia pluriennale at-tività di articolista sulle pagine de“L’Osservatore Romano” avevo vissu-to, dietro la facciata, giorno dopo gior-no, tutto il pontificato di Angelo Giu-seppe Roncalli. Pontificato sorpren-dente, sbalorditivo e oggi, possiamoaggiungere fatale, per la sopravvi-venza della Chiesa e per i destinidell’umanità. (...) Nel corso di quelsuo pontificato breve di poco menocinque anni, ma tanto esplosivo dasconvolgere venti secoli della Chiesa,avevo parlo con cardinali e vescoviesterrefatti davanti a fulminee decisio-ni papali, ero stato testimone delladisperazione di vegliardi e veneran-di uomini della Chiesa che previ-dero quella suprema espressione della volontà rifor-matrice di Giovanni XXIII che fu il Concilio Ecume-nico Vaticano Secondo, l’inizio della disintegrazionedi quel blocco monolitico che era stata la Chiesa finoa Pio XII. (...) Quando il cardinale Domenico Tardi-ni, Segretario di Stato ... venne a conoscenza dell’in-tenzione di Giovanni XXIII di indire un Concilio, dabuon romano senza peli sulla lingua se ne uscì con al-cuni suoi intimi che considerava il Papa “tempora-neamente impazzito”.Il Concilio Ecumenico si era rivelato subito uno stru-

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

Il segretodella “tomba vuota”

di Padre Pio

mento dirompente su cui puntual-mente si innestò la dinamitemarxista.Basti ricordare che, dopo la promulga-zione dell’’enciclica “Pacem in ter-ris”, in cui Papa Roncalli proclamache: “... può e deve esserci coopera-zione tra i cattolici e i regimi comu-nisti sul piano sociale e politico...”,nelle elezioni italiane del 28 aprile1963, i comunisti d’un balzo, guada-gnarono un milioni di voti rispettoalle elezioni politiche di cinque anniprima. (...).Il Segretario generale del Partito co-munista italiano, Palmiro Togliatti, inun’intervista del 26 agosto 1963, tral’altro disse. «... Non si tratta solo diuna pace immediata, ma di una supe-riore comprensione umana, di un avvi-cinamento reciproco che troveremo.Sul piano immediato, poi, il fenomenogiovanneo è stato quello di avercreato un cattolicesimo responsabiledella politica. Sono le premesse per

una trasformazione del mondo...».Anatoli Krasikov, della rivista sovietica “Nauka i Reli-ghia”, il 14 agosto 1963, affermò: «... Il Concilio Ecume-nico, che riapre i suoi lavori il 29 settembre, ha già mo-strato che nelle gerarchie ecclesiastiche esiste una fortetendenza che rifiuta i vecchi metodi di Pio XII...»1.Certamente l’avvicinamento al comunismo allontanò unamassa considerevole di credenti che non riconoscevano piùla Chiesa post-conciliare la loro Chiesa.«Ho nella memoria e nel cuore le parole che il cardinaleMindszenty mi disse a Vienna il 18 ottobre 1974. Avevo

4747

Padre Pio con le stigmate.

a cura del dott. F. A.

“Chiesa viva” *** Maggio 2015 15

chiesto al Primate d’Ungheria,per due volte inchiodato sulla crocedel suo martirio, dal feroce furore,prima, degli sbirri marxisti e dallafredda spietatezza, poi, di papaMontini, qual era la “vera Chie-sa”. Quella ufficiale che adessonel mondo, fraternizza con l’atei-smo marxista, o quella abbando-nata da Roma perché rimasta fe-dele alla Tradizione. Il vecchiopresule magiaro mi aveva senza in-dugio risposto: “QUELLA AB-BANDONATA DA ROMA”.Sarà storicamente provato quantoprezioso sia stato al comunismo,per la sua affermazione nel mondo,il Vaticano di Giovanni XXIII edi Paolo VI.Il vescovo francese Marcel Lefeb-vre, a chi gli chiedeva cosa pensas-se dei rapporti tra Vaticano e i pae-si comunisti, sul quotidiano “Vita”del 27 febbraio 1977, rispose: “Ba-sta giudicare i risultati ottenuti,cioè l’avanzata comunista su tutti i fronti del mondo in-tero. Il Vaticano meriterà la gratitudine dei sovietici per lostraordinario aiuto che apporta alla loro vittoria. Vedremoforse presto come si manifesterà la riconoscenza dei co-munisti”.Il Concilio, dunque, aveva sbriciolato, in una inimma-ginabile deflagrazione, la compattezza dell’intero cor-po ecclesiale e scatenato disorientamento, contestazionee ostilità fra le genti»2. Ma certe verità profonde erano contenute nell’archiviopersonale del cardinale francese Eugenio Tisserant,«Decano del Sacro collegio, Bibliotecario e Archivista diSanta Romana Chiesa, rispettato e temuto in Vaticano per-ché si distingueva fra i cardinali per una personalità “tuttad’un pezzo”. Il suo archivio, vasto e continuamente ag-giornato contenente documenti di grande valore storico espesso di delicatezza esplosiva, messo insieme con compe-tenza e metodo, in quasi mezzo secolo di attività al servi-zio della Santa Sede. Conosceva, quindi, uno per uno, i ne-mici di Pio XII e del “pacellismo”. In quell’archivo, era documentato, per esempio, il “credo”marxista dell’allora Mons. Giovanbattista Montini, So-stituto alla segreteria di Stato di Pio XII. Nel 1945, Monti-ni si era legato in amicizia con il segretario del partito co-munista italiano, Palmiro Togliatti, appena rientrato inItalia dall’Unione Sovietica. (...) In quest’archivio finironoi rapporti segreti dell’arcivescovo di Riga a Pio XII, neiquali sono descritti, con dovizia di documentazione, i con-tatti che Giovanbattista Montini ebbe, all’insaputa del Pa-pa, con emissari dell’Unione Sovietica e degli Stati sa-telliti, e gli esiti scottanti dell’inchiesta segreta che Pio XIIaveva affidato a un ufficiale dei servizi segreti francesi.Costui era riuscito ad impossessarsi di una raccolta di let-tere attribuite a Montini che segnalavano alla K.G.B. i no-

mi e i movimenti dei sacerdoti, ingran parte gesuiti, che in quegli an-ni esercitavano clandestinamente illoro ministero tra le popolazionidei paesi comunisti oppresse dallapersecuzione religiosa»3. E così Montini finì a Milano. «Felice non era Montini, anzi ap-pariva come smarrito a un amico, ilcamaldolese padre Anselmo Giab-bani, che lo incontrò in quei giorni.“Il suo volto – testimoniò il frate –era cambiato, perfino il tono dellavoce era diverso e i gesti menoespressivi”. (...) Il monsignore ave-va già attirato l’attenzione del Pro-segretario del Sant’Uffizio, card.Ottaviani, un capofila insieme aGedda, di quanti accusavanoMontini di trescare con Fanfani edi aspirare a una Democraziacristiana autonoma dal Vaticano.Si andava oltre, volendo far credereche il Monsignore avesse perfinoassistito a certe messe nere. Fu

Padre Lombardi a darne notizia al Papa»4.«Al vertice Vaticano si sapeva che, morto Pio XII, nelprossimo Conclave sarebbe stato eletto papa il patriar-ca di Venezia Roncalli che, a sua volta, avrebbe “porta-to” sul Soglio di Pietro Giovanni Battista Montini. Da Milano, il vescovo bresciano dagli occhi di civetta,soprannominato a Roma “Amleto” o il “gatto”, tirava lefila di un giuoco colossale col prezioso ausilio di un grup-po di potenti prelati fra cui si distinguevano i cardinali LeoJosef Suenens, belga, Bernard Jan Alfrink, olandese, e iltedesco Agostino Bea, con l’appoggio sotterraneo delmarxismo internazionale. Quel giuoco colossale, cheavrebbe capovolto i contenuti e gli aspetti della Chiesa,dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero con tutti i suoiequilibri, aveva bisogno, per cominciare a muoversi e asvilupparsi, di un formidabile “ariete” di sfondamento.Questo “ariete” che batté con violenza irresistibile controle muraglie bimillenarie della Chiesa, frantumandone l’in-violata compattezza, fu Angelo Giuseppe Roncalli.Dietro a lui, avrebbe fatto irruzione, nella cittadella con-quistata, la furia del “nuovo corso”. Tutto era predispostoda tempo con precisione perché il cardinale di Sotto ilMonte diventasse il papa di rottura. Il Collegio Cardinali-zio fu tanto ben guidato e orientato che oggi, a distanza dianni da quel Conclave, si è data persino una versione piùattendibile al piccolo mistero delle tre “fumate”, bian-ca, nera e poi ancora bianca, che uscirono, a breve di-stanza una dall’altra»5.

1 Cfr. Franco Bellegradi, “Nichita Roncalli - Contro vita di un papa”, EI-LES , Roma 2009, pp. 13-15.2 Idem, pp. 15-16.3 Idem, pp. 18-19.4 Idem, p. 20.5 Idem, pp. 25-26.

Giovanni XXIII.

16 “Chiesa viva” *** Maggio 2015

scendants of the Norman Nobilityin England”) ed e l’istituzione chepiù ha resistito nel divenire deisecoli. Il grande scrittore VictorHugo accademico e pari di Francia,ebbe a scrivere: «La Nobiltà ingle-se é l’istituzione che più si man-tenne nel senso assoluto della pa-rola. Non ci fu feudalità più illu-stre, più terribile, più dinamica.Questa feudalità, bisogna confes-sarlo, fu utile in certe epoche stori-che. Il fenomeno della signoria de-ve studiarsi attentamente (proprio)in Inghilterra».

“VELLE EST POSSE” era ilmotto di don Rodrigo de Figueroaduca di Tovar e Grand e di Spagna.La nobiltà deve meditare su questoprincipio stimolante, capace nonsolo di ridare fiducia a questo isti-tuto, ma soprattutto di comprende-re ed avere l’assoluta certezza chela missione della nobiltà per-marrà nella società fino alla con-

sumazione dei secoli, perché è consustanziale al dirittonaturale ed a quello divino.La nobiltà deve mantenersi vigorosa ora come sempre,perché ad essa secondo il diritto naturale, la storia e la S.Provvidenza, è demandato l’alto compito di amministrare ipopoli. L’Aristocrazia deve costituire un ordine permanen-te e storico. È necessario sempre più, nei nostri tempi, do-ve il potere, distrutte le “èlites” naturali, per la logoran-te azione destabilizzatrice svolta attraverso quasi due seco-li di egualitarismo e smaccata demagogia, cerca di sosti-tuirvi una nuova classe di tecnocrati dalla ristrettacomputerizzata mentalità, talmente limitata nei fini enelle idee politico-sociali, dal pensare che il rimedio di tut-ti i mali risieda nel dare a tutti un televisore (allo scopo diabbruttire il genere umano levandogli pressoché ogni libe-

L a genealogia é un perpetuoesempio stimolante. Sulla“Rivista Araldica” (Anno

LVIII-1960 ), nel mio studio “I 26secoli della scienza araldica”, ri-cordavo come Acusilao di Beozia(VI secolo a. C. ), fosse da conside-rare come il primo genealogista.Sono quindi ventisette secoli cheil valore della nobiltà, il concettoereditario é posto a fondamentodella dinamica sociale.Il vocabolo “nobile” ha etimo lati-no dalla forma arcaica “gnobilis”,che poi darà il verbo “nosco”, si-gnificando conoscibile, riconosci-bile, noto, conosciuto. Successivamente, nella lingua s’in-dicò con questo termine il nobile“iure sanguinis”, come particolareappellativo di una famiglia, nellaquale molti membri avevano rico-perto le tre cariche più elevate e piùonorifiche (consolato, pretura, que-stura) di conseguenza possedevanolo “ius imaginum”. Lo “ius ima-ginum” consisteva nel diritto riservato solo ai discendentidi coloro che avevano espletato le più alte magistrature, ditenere maschere di cera al naturale degli avi; conservate inappositi armadietti posti nell’atrio e affissi alle pareti. “Nobilitas nihil aliud est quam claritas splendorquemaiorum, honor virtutis premium”. La nobiltà é la chia-rezza del nome “Nobilitas est noscibilitas”. Non ci fu popolo o nazione, fino dai più remoti tempi, chenon avesse in alto onore l’istituto nobiliare “ordo nobili-tatis”. Egizi, Fenici, Persiani, Medi, Macedoni, Greci, Ro-mani, Cartaginesi, per non ricordare ancora gli Incas, gliAztechi, i Galli, i Giapponesi, i Franchi, i Longobardi, iNormanni, i Goti, Germani, traevano dalla nobiltà i lorocapi militari e religiosi. In Inghilterra, la nobiltà discende,per la maggior parte, dai conquistatori Normanni (“the de-

LA NOBILTÀLA NOBILTÀTRADIZIONE IMPERITURATRADIZIONE IMPERITURA

del conte cav. gr. cr. Prof. Sergio Luigi Sergiacomi de Aicardi (Presidente del “World Institute of Historical Regions”)

Stemma dei Sergiacomi de Aicardi il cui motto è: “In Domino confido”.

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“Chiesa viva” *** Maggio 2015 17

ro pensiero!). E scatole americanizzate di alimenti in con-serva, per alimentarsi. Infatti, tutto questo deriva dalla concezione utilitaristicadell’“homo novus”, privo di ogni contenuto umanistico,filosofico, storico e religioso, con i suoi cervelli elettroni-ci, con l’apologia dei viaggi spaziali, con la riduzione me-schina dell’umanità in una serie di schede perforate, finoall’abiezione della droga, per l’affannosa ricerca di unmondo diverso.

“TORNIAMO ALL’ANTICOE SARÀ UN PROGRESSO”!Ogni istituzione è più perfettase troverà linfa d’azione nellatradizione. L’aristocrazia deveessere storica ed in quanto taleha delle immense riserve diumanità atte ad educare i propridiscendenti all’indipendenza digiudizio, ad una visione organi-ca delle cose, attraverso deonto-logia di ricerca, applicabile adogni ramo dello scibile, dall’uo-mo per l’uomo, con l’uomo, nelsupremo ideale del Figliodell’uomo che è Cristo N.S. Nobiltà ed aristocrazia sonorigorosamente sinonimi, chemanifestano la stessa istituzionenelle sue doti peculiari: la noto-rietà ed il potere.L’aristocrazia non é l’orgogliooppressore, ma il potere cri-stiano, paternalistico e frater-no, che si esercita con l’amoree si manifesta con grande su-periorità d’animo e di mente.La nobiltà è una sorta di sovra-nità ed è la principale collabo-ratrice del potere sovrano; unafunzione elevatissima che haistituito Dio sulla massa popo-lare per rendere servizio a tuttie particolarmente ai poveri, aideboli ed ai bisognosi.L’aristocrazia è come uno specchio nel quale si devonoguardare gli altri, una scuola vivificatrice di idee e di sanicostumi, stimolante di ogni forma propedeutica e pedago-gica della vita. Se la nobiltà ha resistito attraverso le diverse rivoluzionisociali, più o meno trasformata e rinnovata nella sua costi-tuzione, è stato perché le sue fondamenta si sono semprebasate sulla famiglia, che non sia soggetta alla morte. Sull’eguaglianza naturale si contrappone un diritto pari-menti naturale: la diseguaglianza delle vocazioni, dellecondizioni, delle qualità morali, dei valori, delle predile-zioni, delle grandi imprese e dei servizi resi, che costitui-scono una minoranza molto selezionata presente in tutti ipopoli del mondo.

Sulle rovine di un vecchio torrione, su di un palazzo ormaideserto, su di una casa patrizia abbandonata, uno stemmaquasi distrutto dal tempo, quantunque ricoperto da edere edortiche, non è un simbolo del perduto potere, ma una portaaperta sulla voce dei secoli che parla alle generazioni pre-senti, con cipiglio, e dice: non abbiamo tenuto questi titolie questi blasoni per vanità sociale, ma li abbiamo conqui-stati affinché le nostre imprese siano ricordate nei secoli.

Perché questi blasoni sono ilsegno incancellabile dell’abne-gazione, dei sacrifici eroici,delle virtù gloriose dei nobilicavalieri che – perpetuamente –fanno sentire il loro storico sti-molo di vita ai loro discendenti. Questa storia é evocata dai bla-soni, dalle pietre sepolcrali, daicastelli, dalle Cattedrali, dalleAbbazie, dai monumenti ed inqueste ore critiche e di grandepericolo per umanità afferma:date l’esempio, mantenete al-to il vostro patrimonio spiri-tuale, morale e tradizionaledella nobiltà. Il nobile deve essere attivo, nel-la forza ultrasecolare del suosangue bellicoso contro ogniingiustizia. In una battagliamorale che non deve conosceretregua. “De bello lucem”, ci ri-corda il passo evangelico chedice: «lo non sono venuto aportare la pace, ma la guer-ra» contro il male, perché co-me proclamò San Paolo da Tar-so “Solo la verità ci renderà li-beri”. “La libertà (infatti) oppri-me, la legge libera”, come dice-va l’Accademico di FranciaJean Lecordaire. Il principio elettivo é essenzial-mente corruttore, del quale lademocrazia é la sua naturalerappresentazione; l’aristocrazia,

al contrario, è il segno carismatico dell’efficacia e dell’ef-ficienza dell’“élite” attraverso le gerarchie. Giustamente il Bernanos affermava: «È follia confidarenel numero la conservazione della libertà, perché é piùfacile e meno costoso comprare all’ingrosso che al mi-nuto e l’elettore (oggi) si compra all’ingrosso». Lo stes-so conte Joseph de Maistre scriveva: «Cento popolani diGinevra sopra ciò che conviene o non conviene alla loropatria mi farebbero meno impressione della sola casa Bri-gnole». Il culto degli antenati non é certamente frutto della menta-lità moderna, ma dei principi più ancestrali dell’umanitàintera. Il Vangelo secondo San Matteo si apre con la ge-nealogia di Gesù Cristo, articolandosi in quarantadue

Questa immagine, diffusa dal Grande Oriente di Francia, sintetizzal’Uomo Nuovo nato dalla Rivoluzione francese. L’uomo, con la caz-zuola da muratore e il grembiale, è chiaramente il “libero muratore”,o “massone”. Egli è appoggiato ad una colonna sulla quale è incisa la“Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino” che sostituiscee due tavole dei “Dieci Comandamenti” dati da Dio a Mosè. Poggiato su questa “Dichiarazione”, che costituisce il fondamentodello Stato ateo, l’Uomo Nuovo schiaccia ed uccide il prete, butta aterra la tiara e le corone. In alto, campeggia il trinomio della Masso-neria: “Liberté, Egalité, Fraternité”.

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generazioni, che confermano come il Salvatore fosse prin-cipe reale, derivato da una autentica aristocrazia “iuresanguinis”. La Chiesa stessa è un’aristocrazia, istituzionalizzata inmonarchia assoluta teocratica ed elettiva. Elezione que-sta per il solo Sovrano Pontefice riservata, dal 1179, al S.Collegio dei Cardinali. Escludendo questa elezione, tuttosi risolve in una assunzione vocata progressiva, alle variedignità ecclesiastiche ed ordinazioni, da parte del superio-re gerarchico e via via fino al vescovado, arcivescovado,patriarcato e cardinalato, pertinenti questi ultimi alla solapersona del Santo Padre. L’aristocrazia è un regime di produzione, mentre la de-mocrazia é un regime di consu-mismo, di allegre spese statali.Se ci furono nella storia delle re-pubbliche prospere, sempre furo-no governate dall’aristocraziaeretta in oligarchia: Roma, Car-tagine, Venezia e Genova. Distrutta la nobiltà di sangue, ilprincipio ereditario e dinastico,attraverso le false idee rivoluzio-narie e libertarie, lo stesso prin-cipio della distinzione individua-le decade avvilito nella c.d. ci-viltà di massa, nel gruppo socia-le eterogeneo, nell’assembleari-smo acefalo e disgregatore. L’Europa fu grande, temuta e ri-spettata al di qua e al di la deimari mentre venne governata dalprincipio aristocratico e monar-chico di diritto ereditario e divi-no. La democrazia ha acceleratopaurosamente l’agonia dell’Eu-ropa. Democrazia, male univer-sale, che ha corrotto le menti ed icuori dalla rivoluzione francesead oggi, in nome di una libertà,che é divenuta smaccata licen-za, arbitrio, ateismo, scristia-nizzazione, disordine, corru-zione. Sui mali della democrazia dege-nerata in pericolosa demagogia,Aristofane ne “I Cavalieri” ci of-fre un affresco di drammatica epiditticità: così il grandecommediografo greco, apostrofa un salumiere che ambiscea diventare un uomo politico: «Sai tritare, condire, insac-care la carne più scarta. Dunque condisci la plebe con lu-singhe ed insaccala. Hai tutto: un bel ruggito, la nascitaignobile, l’animo plebeo: sei un vero uomo di Stato!».La democrazia prospera animata dalla volontà assolu-ta di tutto livellare, pianificare, umiliare, ridurre albasso, giungendo alla più meschina mediocrità genera-le (codici fiscali, tasse esose, finanza giudaico-massonica).La storiografia settaria e rivoluzionaria ha fabbricato unaleggenda sulle monarchie europee, sulla nobiltà, sul clero

e sulla S.R. Chiesa, completamente falsa e blasfema, perattirare i popoli e volgerli all’odio verso gli unici istitutiche potevano proteggerli e difenderli dalle nuove oligar-chie politiche-finanziarie volte alla costruzione della c.d.civiltà industriale ed atomica. «È quasi impossibile con-vertire Satana e così comunisti e massoni che lo adora-no» (Cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Pra-ga, 2013)Ben poco abbiamo da puntualizzare a questo proposito senon una semplice osservazione: la civiltà nobiliare edaristocratica ha resistito nei millenni, quella industrialepoco più di un secolo ... lasciamo il giudizio ai Lettori!1

Un paese senza gerarchie naturali, leggasi nobiltà e clero,è come una casa senza scale, unpopolo che non rispetterà la sto-ria, la tradizione, il diritto e laS.R. Chiesa, sarà un povero im-becille, privo di memoria. La no-biltà ha resistito per due secoliagli attacchi più violenti: Voltai-re, Rousseau, Robespierre, larivoluzione francese, le leggispoliatrici e vessatorie, il disor-dine istituzionale e giuridico,la soppressione di ogni privile-gio, la virulenza settaria dicerti libelli e giornali, i grandicataclismi sociali, l’assassinio ela morte, non l’hanno piegatae cancellata, nel suo indistrut-tibile valore storico. Dio solo é grande e sempiterno;che Esso possa illuminare ilcammino dell’aristocrazia e del-la nobiltà perché possa continua-re a svolgere la sua missione tra-scendente, necessaria e suscita-trice di vita, fino alla consuma-zione dei secoli, attraverso i suoifigli di oggi e di domani, semprefieri della tradizione dei Padri,sempre certi del dovere di difen-dere Cristo e la S.R. Chiesa. «SI DEUS PRO NOBIS QUISCONTRA NOS».

(fine)

1 Il Sacro Romano Impero (800-1806) si articolava in “1789” Stati so-vrani. I Principi Grandi Elettori (secondo la “Bolla d’Oro” di Carlo IVdi Boemia, S.R. Imperatore) erano: i Principi-Arcivescovi di Treviri,di Magonza e di Colonia; il Re di Boemia (Asburgo); il Duca di Sas-sonia; il Margravio del Brandeburgo (Hoenzollern); Il Ringravio, e dal1648, anche il Duca di Baviera (Wittelsbach). La stessa moneta veni-va un tempo battuta con valore reale (oro e argento). Al presente, la carta-moneta (carta straccia) a corso forzoso. Le ban-che centrali (Federal Reserve, BCE, ecc.) sono istituzioni private! Lostesso debito pubblico è una creazione fittizia della finanza giudaico-massonica per impoverire e schiavizzare i popoli (c.d. sovrani!) conl’aggiunta di illegittime esose tasse. La U.E. con cinquantamila impie-gati, ed il contributo che versa l’Italia ammonta a 27 miliardi di euro!

Garcia Moreno, Presidente cattolico della Repubblica dell’Equa-dor, dopo aver rimesso in piedi la Nazione e dopo averla consacrataal Sacro Cuore di Gesù, fu fatto assassinare dalla Massoneria.

C ome nel capolavoro diCervantes, si ha l’impres-sione che le cose siano

fuori sintonia. Il direttore d’orche-stra legge uno spartito e i suonatoriun altro, con una confusione totalenell’esecuzione. Gli attori hannoimparato le battute di una comme-dia diversa da quella rappresentata;entrano ed escono fuori tempo eluogo, incespicano in una sceneg-giatura sconosciuta, e invano si ri-volgono al suggeritore per aiuto.1

Non si può che convenire. La dif-fusissima ignoranza di cose reli-giose, morali, giuridiche e politi-che impedisce anche il più tenuecambio nella direzione giusta.Dal che non segue che conoscenzae intelligenza da sole possano ri-baltare la situazione: ci vuolel’azione. La quale però, in assenzadelle due, è destinata al fallimento.Furore non implica violenza, nétanto meno spargimento di sangue.Implica una forza irresistibile daapplicare ai punti deboli del ne-mico per indurlo, prima, alla ragio-ne, e poi, ad un’azione legittima,feconda e benevola.La tesi è che un popolo consapevole, unito e ordinatoha in sé le qualità per produrre gli effetti ventilati, an-che a corto termine.Ma non si arriva ad un popolo senza passare per le personein carne ed ossa che lo compongono. Ognuna di esse habisogno di consapevolezza, unità e ordine personale, pri-ma di farne uso in unità sociale.Ci si rende conto sempre di più di essere in guerra, masi hanno idee poco chiare circa l’identità del nemico, lesue strategie e le sue tattiche. Per conoscerlo, occorreprima liberarsi di una confusione artatamente mantenutatra Governo e Stato. Vediamola.

NEMICO NUMERO UNO: LO STATO

La confusione tra Governo e Statooggi imperante è di data relativa-mente recente. Il Governo è unistituto naturale, cioè necessariosempre e dovunque un gruppo dipersone si prefiggano uno scopocomune; lo Stato è un istituto ar-tificiale, con noi dal 1648, annodel Trattato di Westphalia chemise fine alle guerre di religione inEuropa. L’aggettivo “sovrano” che qualifi-ca il nome di Stato, ha una doppiaconnotazione: una, giuridica, chene afferma l’indipendenza da altriStati; l’altra, politica, che fa delloStato una macchina liberticidainarrestabile.A postulare codesta sovranità poli-tica fu il francese Jean Bodin(1530-1596), che non fece misterodi quel che intendeva: un istitutosenza rivali all’interno.Lo Stato, quindi, cominciando afingere di ausiliare il governo re-gio, non perse tempo a muovereuna guerra senza quartiere pri-

ma alle libertà concrete delle corporazioni di arti e me-stieri, poi a quella della Chiesa tentando di ridurla a partedi sé stesso, poi ai sovrani regnanti, dei quali si liberòcon tattiche più o meno confessabili, poi ai municipi e al-tri corpi intermedi tra sé e l’individuo e, da due secoli inqua, ALLA FAMIGLIA, ULTIMO BASTIONE DI RE-SISTENZA ALLE SUE PRETESE.«Non è l’euro, è il fisco impazzito che sta rovinando ilpaese», mi disse un ex vigile urbano di Milano. «Le multe

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PIANODI BATTAGLIA

del Prof. Silvano Borruso

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1 Malcolm Muggeridge (1903-1990), “Tread Softly”, p. 165.

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che facevo io 20 anni fa si aggira-vano sulle 5mila lire; i loro equiva-lenti oggi ammontano a 850mila li-re» cioè un aumento (anche se no-minale) del 17mila per cento. Lacosa mi venne corroborata a Udine:“Tre GdF in borghese entrano in unesercizio e comprano cianfrusaglie.L’esercente emette gli scontriniIVA. Prima di uscire, uno acchiap-pa una bottiglia di acqua mineraledicendo: ‘Prendo anche questa’, elascia una moneta di 1€ sul bancosenza dar tempo all’esercente di fa-re lo scontrino”. Rientrano i tre do-po cinque minuti e lo multano per162 €. 16mila per cento!In Internet trovo (non presi nota asuo tempo perchè anteriore ai fattisu riportati) che la Guardia di Fi-nanza non accerta più. Si prefig-ge invece una somma annuale daconvogliare all’erario e la estorcecome può attaccando vittime iso-late e indifese. La tassazione sel-vaggia è solo una tra le misure liberticide. Eccone un cam-pionario:

1. Il monopolio dell’educazione, rifilato come “progres-so”, ma in realtà una macchina senz’anima che riduce lesue vittime a una massa amorfa e incretinita. 300 anni fa,nel 1708, Alfonso de’ Liguori veniva ammesso alla Fa-coltà di Legge di Napoli appena dodicenne.2 Oggi i suoicoetanei di ambo i sessi si odono, nei pressi di qualunquescuola, grugnire, ululare o cinguettare senza il minimosembiante di razionalità. La noia suscitata dall’ascoltarelezioni senza capo né coda viene scaricata a casa abboffan-dosi di televisione, film ed altri mezzi di distrazione dimassa che fanno da effetto moltiplicatore di balordaggine.2. Manco a dirlo, codesti mezzi di comunicazione di mas-sa sono anch’essi o monopolio di Stato o di poderosi in-teressi creati in combutta con esso.3. L’inganno della “sovranità popolare”, bagarinato sot-to il nome fraudolento di “democrazia rappresentativa”.Il re è sempre più nudo: quanto più si vota, tante più li-bertà si perdono per non recuperarle più. Valga comeesempio l’istituzione del passaporto, che nel 2014 ha com-piuto 100 anni. Prima non ve n’era bisogno. La guerra co-siddetta “Grande” lo rese “temporaneamente” obbligato-rio. Ogni commento è superfluo.4. La disintegrazione della famiglia, che oggi si avvicinaal capolinea, avvenne lungo tre direttrici: la prima fu pri-varla della protezione delle corporazioni, che espulse ilcapofamiglia da casa dove prima lavorava per andarsi acercare un lavoro dipendente altrove. L’adulterio facile,la bevuta e il gioco, e l’inganno del marxismo con laconcomitante scristianizzazione la completarono. La seconda fu la schiavizzazione della donna rifilata co-me “emancipazione” in varie tappe: scuola obbligatoria,

co-educazione, suffragio universa-le, indipendenza economica, e oggiil reclutamento nelle forze armate,con il concomitante abbandono deidoveri domestici, seguito a ruotadalla delinquenza giovanile, fem-minicidio e raffinatezze varie. E la terza fu l’eliminazione dellavita campestre, costringendo lafamiglia, prima non ricca ma liberae sovrana, ad ammucchiarsi in unadi quelle conigliere disegnate da“architazzi” al soldo dell’usura chedecorano (se è la parola giusta) leperiferie delle grandi città.3

5. Le misure di cui sopra sono sta-te coronate (si fa per dire) dall’isti-tuzionalizzazione di quelle quattropratiche che una volta apparivanonei catechismi come “peccati chegridano vendetta verso il cielo”:l’omicidio – e per giunta degli in-nocenti –; la sodomia; l’oppres-sione degli indifesi e il sottopaga-re chi lavora.

Prima di pianificare una contro-strategia e contro-tattiche,occorre apprezzare l’esistenza, le strategie e le tattiche diun secondo nemico con le cui insidie lo Stato è in combut-ta non solo contro il popolo, ma anche contro il Governo.

NEMICO NUMERO DUE:L’USURA

Il 20 novembre 2014 scorso, la Camera dei Comuni delParlamento britannico ospitava un dibattito storico suuna questione che non veniva dibattuta da 170 anni: lacreazione bancaria del denaro. Alcuni interventi sono al-tamente significativi:«La questione non è ben capita dal pubblico… e neanchedai deputati. Sospetto che molti sarebbero pronti ad am-mettere che la stregoneria della quale stiamo parlando è diuna complessità tale che pochi la capiscono come si de-ve».4

«Ci troviamo in una crisi di debito di proporzioni storiche,perché troppo a lungo le banche hanno creato denaro sottoforma di debito con pochissimi controlli effettivi sul lorooperato. I rischi di un tale operato sono stati imposti alcontribuente con il potere coercitivo dello Stato.Il denaro non è neutrale. Ridistribuisce il reddito reale da-gli ultimi ai primi arrivati, tutto considerato dai poveri airicchi. Codesta ridistribuzione è la chiave per capire gli ef-fetti di denaro nuovo sulla società. È la causa prima diquasi tutti i conflitti che girano attorno alla produzione didenaro e alle relazioni tra creditori e debitori».5

«Questa assemblea e il governo sono ossessionati dal de-naro e dall’economia, ma non dibattiamo mai la creazio-ne di denaro o di credito. Dovremmo farlo, perché nel

2 Era pratica normale anche in paesi protestanti. David Hume entrava in quel-la di Edinburgo alla stessa età.3 Indimenticabile lo shock subìto nel vedere “Il Virgolone” di Bologna, purainspirazione PCI per sovietizzare le masse con lo spionaggio di quartiere

come dettava la politica URSS di allora. 4 Deputato Zac Goldsmith.5 Deputato Steve Baker.

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considerare la situazione economica presente e il modusoperandi delle banche e dell’economia, abbiamo l’elefantenella stanza. È tempo di pensare non fuori dalla scatola mafuori dalle banche; è tempo di occuparsi della creazionedi credito e di denaro».6

Ci devono essere ragioni perché il deputato Goldsmithchiami il modus operandi della finanza “stregoneria” (wi-zardry).Il sistema bancario infatti fauso di incantesimi da lungadata. Il primo incantesimo consi-ste nel far credere che unamoneta debba possedere unmisterioso “valore intrinse-co”, quindi o fatta di metalloprezioso o “supportata” dauna certa quantità dello stes-so giacente nei sotterranei diuna banca7. Questa idea sta alla base del-la “crematistica”, cioè dellacredenza che essere riccovuol dire possedere denaro,considerato come merce oltreche mezzo di scambio.8

Da qui nasce l’usura come iltributo che chi ha bisogno didenaro come mezzo di scambio deve pagare a chi lo teso-reggia come “riserva di valore”.9Chi non assimili gli ultimi tre paragrafi, non vada oltre fi-no a riuscirvi. Il secondo incantesimo viene chiamato “riserva frazio-naria”, in atto dal 1609 data della fondazione del Bancodi Amsterdam. Su di una base minima di contante, la ban-ca emette dodici, quindici volte quello che chiama “credi-to”, in realtà una serie di stregonerie analizzate sotto.I banchieri stregoni chiamano i loro incantesimi “presti-ti”. In un prestito reale il prestante si priva di quello chepresta; in un “prestito” bancario, la banca non si priva dialcunché. Il banchiere si informa prima della ricchezzareale (edifici, terre, fabbriche, beni mobili di un certo valo-re) posseduta dal “prestatario”, e se questa lo soddisfa,“concede” il prestito, cioè autorizza l’incauto “prestata-rio” a emettere denaro nuovo ogni volta che firma asse-gni fino alla somma convenuta.Qui l’usura viene ribattezzata “interesse”. A che titolo labanca domanda interesse per un’autorizzazione a stamparedenaro? Non lo ha mai chiarito nessuno. Ma è una do-manda pertinente: non esistendo un vero prestito, non esi-ste né danno emergente né lucro cessante. Si tratta di unpuro abracadabra che ipnotizza il “prestatario” a do-ver “restituire” una somma mai presa in prestito più uninteresse che però non è autorizzato a creare firmando as-segni. Gli interessi deve ottenerli o lavorando di più, oestraendoli dalla concorrenza, o indebitandosi ulteriormen-te. Il che matematicamente garantisce che un certo nu-mero di “prestatari” debba andare in bancarotta conmonotona regolarità.Informandosi, come poc’anzi detto, del valore dei beni digaranzia (in inglese collateral) il banchiere in realtà stimase e quando può appropriarsene, con uno dei tre stratagem-mi seguenti:

1. Negando credito nel momento in cui il “prestatario” neha più bisogno;

2. Domandando, senza preavviso, la “restituzione” anti-cipata della somma prestata;

3. Emettendo ingiunzioni di pagamento di sommenon pattuite, pertanto arbitrarie, protetto da una“legge” che impone al “prestatario” la scelta tra pa-gare e poi contestare il pagamento, o non pagare e

vedersi pignorati benimobili e immobili.

Non abbiamo toccato il fon-do. Se e quando il “prestata-rio” riesce a “ripagare”tanto il capitale quanto gliinteressi, le somme, createdal nulla al tempo del “pre-stito”, spariscono nel nullaal tempo del loro “pagamen-to”.Avete letto bene: spariscono,sepolte in conti non correntiper non uscirne più. Ma lasomma che sparisce rap-presenta ricchezza reale,per giunta eccedente quella“presa in prestito”. Un tale meccanismo non fache inasprire la mancanza

cronica di contante, promossa dalla combutta banche-Stato, le prime per imporre le stregonerie del “credito”, eil secondo, per sbarazzarsi di uomini liberi come gli ar-tigiani e gli agricoltori a conduzione diretta. Le quantità distrutte nel ripagare debiti privati non sonotrascurabili, ma neanche sono ingenti. Sono ingenti invecequelle distrutte nel ripagare il cosiddetto “debito pub-blico”, imposto dallo stesso sistema ai governi e pagatesempre come prima rateazione (detta ampollosamentetranche) al tempo del bilancio preventivo (oggi budget inomaggio all’anglosassonismo imperante).Dovrebbe essere evidente dal discorso che precede per-ché i governi di oggi non governano: obbediscono ordinida chi detiene il potere di creare e distruggere denaro.Scelga il lettore i pertinenti aggettivi qualificativi di code-sto modus operandi. Qui notiamo solo che contro un taledoppio nemico, una strategia puramente difensiva con-durrebbe alla sconfitta.10 Oltre alla consapevolezza, è as-solutamente necessario acquistare unità, a livello persona-le prima che a quello sociale.

(continua)

6 Deputato Austin Mitchell.7 Il 30 novembre 2014 gli svizzeri, chiamati in referendum, hanno mostrato diaver mangiato la foglia, bocciando con un sonoro 78% il tentativo di far com-prare alla Banca Centrale varie centinaia di tonnellate del metallo giallo soloper fargli raccogliere polvere nei suoi sotterranei.8 Immortalato da Walt Disney come Paperon de’ Paperoni.9 La definizione è di Gesell (1862-1930).10 Ci si è cominciati ad agitare per ricuperare la legislazione del Glass-Stea-gall Act, che dal 1933 al 1999 impedì alle banche di affari di immischiarsinegli assunti di quelle commerciali. Si tratta di una misura macroeconomicanella direzione giusta, ma che non intacca minimamente il modus operandisopradescritto a danno di chi ingenuamente crede che “fare un mutuo” sia divantaggio ad entrambe le parti contraenti.

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del Cardinale José Maria Caro y Rodriguezex Arcivescovo di Santiago - Cile

conoscere la massoneria

ODIO FURIBONDO CONTRO CRISTO

Un grido di guerra contro Gesù Cristo lo si trova, ad esem-pio, «al 19° grado “Cavaliere Scozzese di S. Andrea”, delRito Scozzese Antico ed Accettato, riassunto in queste paro-le: “Guerra alla Croce di Gesù Cristo! Adotta il culto diLucifero, del fuoco e della carne”».In certe logge del 30° grado “Cavaliere Kadosh” R.S.A.A.,che secondo Ragon, è il “NON PLUS ULTRA” dell’altafilosofia massonica, l’iniziato deve calpestare un Crocifis-so, sentendosi dire: “Calpesta questa immagine della su-perstizione...”»1.In un altro rituale, «esiste un “segno dell’orrore” consistentenel ruotare la testa verso sinistra , guadando verso terra esollevare le braccia un po’ ver so destra, “Così, dopo averrinunciato nel 13° grado alla divinità del Redentore, conquesto atto egli calpesta con i suoi piedi lo strumento del-la Redenzione, mostrando orrore e disprezzo... e nellostesso tempo in cui essi insegnano all’iniziato di denigrarela croce, lo invitano ad adorare la Natura ... Si raggiungepersino il punto di mostrargli il Baphomet, l’infame idolo,adorato dai Cavalieri Templari e, prima di loro, daglignostici»2.Nel Carbonarismo, nei suoi primi sette gradi, si parla moltodi Cristianità, ma nei tre ultimi gradi, viene dichiarata laguerra alla religione e alla società. Nei gradi di Maestro,Nostro Signore Gesù Cristo è accusato di essersi oppostoall’equaglianza degli uomini, col dichiararsi Figlio diDio. Al settimo grado, l’iniziato dichiara guerra a tutte ereligioni e ai governi legittimi»3.In altri riti, come quelli di Mizraim, l’adepto negli ultimigradi, abbraccia il culto del sole; viene praticato lo spiri-tualismo e sono raccomandati gli spiriti immondi e non glialtri4.Ce n’è abbastanza per vedere la sincerità della Massoneriaquando, nei suoi Statuti, proclama si non occuparsi di reli-gione e di rispettare le scelte religiose dei sui membri.Il Fratello Gonnand, parlando ad un banchetto di chiusuradella Convenzione del 1886, disse: «Ci fu un tempo in cui laMassoneria dovette dichiarare che essa non si occupava direligione e politica. Era questa ipocrisia? No! Piuttosto iodico che noi eravamo obbligati, sotto la pressione delle Leg-gi e del timore dell’azione della polizia, a dissimularel’unica cosa che solo dobbiamo fare».Per meglio combattere il Cattolicesimo, la Massoneria hainventato la distinzione tra Clericalismo e Cattolicesimo,

fingendo rispetto per il Cattolicesimo e combattendo ogniforma di Clericalismo, che sarebbe l’intervento del Cleroin politica. Alla chiusura del banchetto dell’Assemblea Ge-nerale del Grande Oriente di Francia del 1886, il FratelloChassaing disse: “Noi desideriamo la fusione delle potenzeMassoniche in una federazione generale che, meglio dellenostre forze attuali disorganizzate, possa combattere e con-quistare il Clericalismo e la Reazione”.“Questa distinzione – afferma Copin Albancelli – fu inven-tata precisamente al tempo in cui, nella Camera dei Deputa-ti, vi erano 300 Massoni ed un solo prete, ma l’abito talaresi vedeva, mentre i grembiulini, invece no”. Degna di nota la dichiarazione fatta dal Fratello Courdava-na, professore di Lettere a Douai, che nel 1888 e 1889, ten-ne conferenze nelle Logge della provincia di Parigi. In unadi queste conferenze disse: “La distinzione tra Cattolicesi-mo e Clericalismo è semplicemente una posizione ufficia-le, sottilmente adatta per l’uso del pubblico. Ma qui, nellaLoggia diciamolo ad alta voce, per amor di verità: Cattoli-cesimo e Clericalismo sono una e una cosa sola”5.

Card. José Maria Caro y Rodriguez,Primo Cardinale di Santiago, Cile (1939-1958).

1 Dom Paul Benoit, “La Franc Maconnerie”, I, pp. 292-293.2 Idem, I, pp. 285-287. Vedi anche: Ed. Em. Eckert, La Franc-Maconne-rie dan sa Veritable Signification, I, pp. 335-337. Anche: EncyclopediaUniversal Illustrada, de Espasa, Masonry, p. 731.3 Dom Paul Benoit, “La Franc Maconnerie”, I, pp. 312-326.4 Idem, I, pp. 326-330.5 Copin Albancelli, “La Cospiration Juive contre le Monde Chre-tien,”, pp. 145-147.

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EDUCAZIONE SESSUALE:tappa massonica verso l’annientamento dell’uomo

Carlo Alberto Agnoli

«Chi avrà scandalizzato uno di questipiccoli che credono in Me, sarebbemeglio per lui che gli fosse appesa alcollo una macina da mulino e fossesommerso nel profondo del mare»!(Mt. 18,6). Così ha detto Gesù. La ex neo-ministro della PubblicaIstruzione (?!), Rosa Russo Jervolino,invece, aveva osato dire: «Abbiamogià atteso troppo. L’educazione ses-suale deve entrare a pieno titolonelle scuole di ogni ordine e grado,dalla materna alla secondaria superi-ore. La legge, già approvata dallaCamera alla fine della scorsa legis-latura, non può più attendere» (cfr.“La Stampa” del 9.7.1992).Questa frase è stata detta da una don-na, eletta nelle file della D.C.! Per ques-ta “signora” (!!), l’introduzione metodicadella corruzione dei giovani (perché diquesto, in realtà, si tratta!) sarebbe tra ibisogni più urgenti della scuola italiana,che, tra l’altro, è conosciutissima perl’eff icienza delle strutture, per lapreparazione dei docenti e per l’alto (sifa per dire!) livello culturale!La Jervolino, dunque, appartiene a quelPartito politico che, dopo aver dimen-ticato che l’aborto è un crimine inac-cettabile (la “legge abortista”, infatti, fusottoscritta dal Presidente della Re-pubblica, Leone, dal Presidente delConsiglio, Andreotti, e da altri quat-tro Ministri democristiani, tra cuil’Anselmi, allora ministro della san-ità!), e dopo aver accettato la legge sul“divorzio”, (firmata dall’on. Colombo,allora Presidente del Consiglio), oracalpesta anche quelle parole terribili diNostro Signore contro coloro che re-cano scandalo alle anime dei fanciulli.Come non ricordare, allora, le paroledel filosofo cattolico Del Noce quandoaffermava che la D.C. è stata lo stru-mento della Massoneria americanaper scristianizzare l’Italia?

Sac. Luigi Villa

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».(S. Tommaso d’Aquino)

In Libreria

Vi prego di ricordarci sempre nelle vostrepreghiere come noi lo facciamo nelle nostre,qui, per voi!Io mi considero l’umile operaia di Padre Vil-la, qui in America.In Gesù e Maria

(Kathleen Heckenkamp – USA)

***

Egregio Signore,La ringraziamo di cuore per il “Chiesa viva”di gennaio. Tutti gli articoli sono di grandequalità ed attualità. Ci siamo accorti che nonconosciamo gli autori dei primi anni di appa-rizione della rivista, per esempio gli articolidi quell'epoca di don Luigi Villa e del dott.Dietrich von Hildebrand. Speriamo molto chene pubblicherà altri nel corso dell’anno assie-me con autori contemporanei.Grazie. Che Dio La benedica con tutta la suafamiglia.

(A.M. Rotzinger-Fleury)

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Dott. Adessa,La ringrazio per tutto ciò che Lei mi invia pertenermi informato. Uniti in preghiera

(Fr. Joseph Gauci)

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Caro Franco,Grazie. Io penso a te e ti includo nelle miepreghiere perché non ti succeda mai nulla.Che Dio ti benedica

(Ingrid – USA)

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Caro Adessa,La ringrazio per la copia della Rivista “Chie-sa viva”. È stato molto gentile a pensare a me. La pre-go di rimanere in contatto.Cordialmente

(Marielena Montesino de Stuart)

RAGAZZE e SIGNORINEin cerca vocazionale, se desiderate diventare

Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia –

per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,potete mettervi in contatto, scrivendo o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia - Tel. e Fax: 030 3700003

(2 febbraio 2015 - Da Quito il giorno dellaCandelora Festa della Madonna del BuonSuccesso).

Cari tutti,Vi auguriamo un giorno di FESTA VERA-MENTE BENEDETTO!!! Qui, è un giornospeciale e pregate che noi tutti – e voi tutti –possiamo ricevere le più belle benedizioni dalCielo per continuare l'opera che Dio sembraaver scelto per tutti noi ... che è quella dicombattere insieme alla Madonna del BuonSuccesso che è “il nostro generale”, come ciaveva detto Padre Villa!Tu - ancor più di me - sai che lavoro difficileè questo, perché stai combattendo questa bat-taglia da molto più tempo di me ... ma co-munque, la Madonna mi ha portato a tutti voie La ringrazio ogni giorno per questo!Tramite te, e naturalmente il nostro caro ama-to Padre Villa di recente memoria, abbiamoacquisito un modo preciso per combatterequesta battaglia e non si può dire come questoci abbia aiutato qui!Ho pregato e supplicato per anni la Madonnadi mandarci un Sacerdote ad aprirci la stradaper farla conoscere e Padre Villa è stata laSua risposta! Ella non avrebbe mai potutodarci un prete migliore per indicarci e aprircila strada! Mai avremmo potuto immaginareche questo Prete era vivo e combatteva e e damoltissimi anni!. Ed era persino nascosto nel-la città di Brescia!!!E mai avrei creduto, se qualcuno mi avessedetto 20 o 30 anni fa, che noi avremmo potu-to fare questo lavoro. Che benedizione sietestati don Villa e tutti voi per noi!Grazie per averci consentito di aiutare PadreVilla. Grazie per averci permesso di far visitaa lui e a voi!Grazie per la vostra gentilezza e la pazienzache ci avete riservato!Noi amiamo tutti voi! e io, soprattutto, vi so-no immensamente grata per sempre per que-sto lavoro, per questa missione. È stato ungrande onore per noi svolgere questo lavoro!E io sono stata davvero indegna in questo aiu-to, ma nel mio cuore so che qualcuno dovevafarlo!

Lettere alla Direzione

Per richieste:

Editrice Civiltà

Via G. Galilei 121 - 25123 [email protected]

2 Il Santuario oscurato

4 Gregorio XVII il Papa nascosto e prigionierodi Raffaele De Filippo

8 Il “sesso in cattedra” Una iniziativa liberticidadel sac. Luigi Villa

11 Che pena, Santitàdel Prof. L. Pranzetti

12 Documenta Facta

14 Il segreto della tomba vuota di Padre Pio (47)a cura di F. A.

16 La Nobiltà tradizione imperitura (3)del Prof. S. L. Sergiacomi

19 Piano di battaglia (1)del Prof. S. Borruso

22 Conoscere la Massoneria

23 Lettere alla Direzione - In Libreria

24 Conoscere il Comunismo

MAGGIO 2015

SOMMARIO N. 482

il

Santuario

oScurato

SCHEMI DI PREDICAZIONE

Epistole e VangeliAnno B

di mons. Nicolino Sarale

(Dalla XI Domenica durante l’annoalla XV Domenica durante l’anno)

LA GUERRA MONDIALELA RIVOLUZIONE LIBERALEE QUELLA BOLSCEVICA

Già dal 25 luglio, l’Imperatore FrancescoGiuseppe aveva autorizzato l’attuazione del“Piano Balcani” detto “B”, che prevedevala guerra solo contro la Serbia e il Monte-negro.Il 28 luglio, iniziò la mobilitazione. Il ritar-do consentì alle truppe, la cui licenza agricolaper il raccolto scadeva in quel fine settimana,di raggiungere le unità di appartenenzadell’esercito permanente, prima dell’afflussodei richiamati. Questi erano destinati al com-pletamento e poi al raggiungimento delleGrandi Unità, previste per un attacco decisivoe risolutivo per la guerra nei Balcani, destina-to a concludere in pochi giorni, prima di af-frontare la Russia sul confine nord-orientaledell’impero.L’esigenza di mantenere il conflitto a livellolocale trovava fondamento sulla pressione po-litica della Germania sulla Russia sufficientea dissuadere i russi da un intervento militarepan-slavo a sostegno della Serbia e sui tempidi mobilitazione lunghi dell’esercito russo inconsiderazione dell’enorme vastità e scarsitàdi comunicazioni ferroviarie del territorio rus-so. Pertanto in aggiunta alle forze del Minimal-gruppe Balkan, il Capo di Stato Maggiore au-striaco, Gen. Conrad von Hotzendorf, di-spose l’impiego con il conseguente invio del-lo “scaglione B”, Corpi d’Armata (circa 26Divisioni). Si formarono centinaia di treni,con 7000 vagoni, che si avviarono, in succes-sione, sull’intera rete ferroviaria, per portareal fronte serbo truppe e rifornimenti.Ma il 31 luglio (solo tre giorni dopo) tuttocambiò!.. e in modo tragico per l’imperoasburgico!.. La mobilitazione generale russafu seguita da quella tedesca con le immediatedichiarazioni di guerra a catena. Le immedia-te operazioni tedesche contro la Francia, at-traverso il Belgio, con l’attuazione del “pianoSchlieffen”, che prevedeva l’invasione delterritorio francese del nord da parte di ungrosso Gruppo di Armate che, con una mano-vra avvolgente verso sud, ad ovest di Parigi,avrebbe accerchiato tutto lo schieramentodell’Armeé Francaise, determinandone in cir-ca 3-4 settimane la e la conseguente uscitadella Francia dal conflitto. La gravissima con-seguenza per l’Austria che, sconfitta Unghe-ria, come esigenza primaria, doveva impegna-re le forse armate contro l’esercito russo sulfronte nord-orientale della Galizia.All’interno dell’alleanza austro-tedesca, tuttosi era rovesciato, una guerra locale nei Bal-cani si era trasformata in un conflitto mor-tale tra gli imperi centrali e la Triplice In-tesa (Russia, Francia e Gran Bretagna).

Francesco Giuseppe ordinò la mobilitazionegenerale rendendo completamente operativolo “scaglione A” dell’esercito per schierarlosul fronte orientale, la guerra contro la Russiafu dichiarata dopo 5 giorni. Nel contempo,tutte le decisioni operative si erano rivelatetragicamente sbagliate. Lo “scaglione B” giàin viaggio verso la frontiera serba, doveva es-sere ritirato per l’impiego a oriente contro laRussia, perché lo “scaglione A” era assoluta-mente insufficiente per fronteggiarla minac-cia russa.Inizia, così, il primo “disastro” generalmen-te sconosciuto per l’esercito austro-ungarico. I treni in viaggio verso il sud della penisolabalcanica, su una rete a binario unico, senzagrandi nodi ferroviari, non possono esserefermati, pena la paralisi generale dei trasportie la dispersione delle truppe; e quindi doveva-no prima arrivare a destinazione. Soltanto al-lora avrebbero potuto tornare indietro perproseguire per il fronte russo portando le stes-se truppe precedentemente inviate verso laSerbia!.. I primi contingenti raggiunsero inmodo discontinuo la Galizia dopo il 10 set-tembre, con un ritardo di circa 20 giorni sulleprevisioni, arrivando sulla linea del fronte so-lo quando le prime battaglie erano già conclu-se con il successo dei russi.Il disastro della mobilitazione austriaca sicompletò col fallimento dell’offensiva con-tro la Serbia, scatenata il 12 agosto, su ini-ziativa del Gen. Potiorek (già governatoremilitare della Bosnia) con il “Minimalgrup-pe Balkan” (2a Armata più tre Corpi d’Ar-mata trattenuti dal trasferimento in Galizia)conclusasi dopo 12 giorni!..Sul fronte russo, il 15 agosto fu avviataun’operazione ricognitiva-preparatoria “inforze”, su un fronte di 400 Km e una profon-dità di circa 150 Km, con l’impiego di 10 Di-visioni di cavalleria. I numerosi scontri con lefanterie russe, trincerate con il sostegno delleartiglierie, causarono la morte di migliaia di

a cura del Gen. Enrico Borgenni

conoscere il comunismouomini e cavalli, oltre la metà dei cavalleg-geri austriaci tra i quali, vi fu anche il figliodel Capo di Stato Maggiore Imperiale, il Ten.dei Dragoni, Herbert Conrad von Hotzen-dorf. Anche la quasi totalità degli aerei, im-piegati nelle ricognizioni, furono abbattuti.A metà settembre, dopo appena un mese diguerra, gran parte della Galizia era caduta inmano russa e mezzo milione di uomini, degli800.000 dell’intero esercito austro-ungaricodisponibili all’inizio delle ostilità, erano per-duti (250.000 uccisi o feriti, oltre 100.000prigionieri e 120.000 lasciati a presidio dellacittà-fortezza di Przemysl, non più impiegabi-li e che si sarebbero poi arresi ai russi, nelmarzo 1915). La ritirata generale verso ovest, sotto pioggetorrenziali

(continua)

Vladimir Uljanov (Lenin).

24 “Chiesa viva” *** Maggio 2015