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Esercitazioni recupero Lingua Italiana – Materiali a cura di V. Facchi La docente dichiara, sotto la propria responsabilità, che il presente materiale didattico è stato redatto in conformità alla disciplina in materia di diritti d’autore di cui all’art. 68, comma 3 Legge 633/1941 e successive modifiche. ~ 1 ~ LINGUA ITALIANA (13005) Chiavi esercizi con formato test Esercitazione di recupero 1 ESERCIZIO 1 – RIORDINO – TEST! Rimetta in ordine le parti del testo; la prima parte è già al suo posto. L’Ecomuseo come opportunità di incontro con il turista Premessa La sola parola “museo” evoca nella maggior parte delle persone quantomeno un’associazione con la parola “turista”. Sebbene un museo non sia ad esclusiva destinazione del turista, è innegabile che la maggior parte dei musei sia innanzitutto visitata da turisti, ovvero da persone che, disponendo di tempo libero, colgono, durante la permanenza in un luogo diverso da quello abituale, l’opportunità di una visita e di incontro con le testimonianze che vi sono contenute. 1 La presenza del turista su quel territorio, se è discreta e se è rispettosa dell’identità del luogo (cioè, se è responsabile), può altresì portare benefici non solo economici, ma anche in termini di stimoli e di sollecitazioni a far sì che quelle testimonianze siano sempre meglio conservate e valorizzate e a quelle esistenti se ne aggiungano altre, innescando un processo di approfondimento e di salvaguardia dell’identità culturale di un luogo. 5 Il turismo, dunque, è qualcosa che viene dopo, non indispensabile all’esistenza e allo sviluppo di un ecomuseo; se inteso come “turismo di massa”, assimilabile a quelle forme invasive che conosciamo nelle grandi destinazioni turistiche, sarebbe inoltre certamente dannoso. 3 A nostro avviso, è in questa prospettiva che si colloca il rapporto tra ecomusei e turismo ed è su questi e altri aspetti che ci soffermeremo nei punti a seguire. La realtà ecomuseale italiana è ancora agli inizi del proprio rapporto con il turismo (quanti turisti sanno cos’è un ecomuseo?) e distorsioni negative ancora non se ne vedono. È importante allora affrontare correttamente il rapporto fin dall’inizio. 6 Se l’ecomuseo è espressione del patrimonio culturale di un territorio, non si può tuttavia impedire che le testimonianze di tale patrimonio vengano incontrate e conosciute anche da chi è estraneo a quel territorio; anzi è certamente auspicabile, poiché è l’occasione per tutti di conoscere una realtà conosciuta a pochi, per capire, per ammirare, per entrare in rapporto con una realtà di un tempo e di un luogo diverso dal proprio. 4 Nel caso dell’ecomuseo il rapporto tra il patrimonio culturale e il visitatore è decisamente più labile. Come sottolinea ripetutamene Hugues de Varine, l’ecomuseo non nasce per essere visitato dal turista, ma come opportunità per la comunità locale di preservare il proprio patrimonio culturale e, attraverso questo processo, di riprendere coscienza della propria identità. 2 (Testo tratto e adattato da MACCHIAVELLI A., L’Ecomuseo come opportunità di incontro col turista, in GRASSENI C. (a cura di), 2010, Ecomuseologie. Pratiche e interpretazioni del patrimonio locale, Guaraldi, Rimini: 121-122)

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LINGUA ITALIANA (13005)

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Esercitazione di recupero 1

ESERCIZIO 1 – RIORDINO – TEST! Rimetta in ordine le parti del testo; la prima parte è già al suo posto. L’Ecomuseo come opportunità di incontro con il turista Premessa La sola parola “museo” evoca nella maggior parte delle persone quantomeno un’associazione con la parola “turista”. Sebbene un museo non sia ad esclusiva destinazione del turista, è innegabile che la maggior parte dei musei sia innanzitutto visitata da turisti, ovvero da persone che, disponendo di tempo libero, colgono, durante la permanenza in un luogo diverso da quello abituale, l’opportunità di una visita e di incontro con le testimonianze che vi sono contenute. 1 La presenza del turista su quel territorio, se è discreta e se è rispettosa dell’identità del luogo (cioè, se è responsabile), può altresì portare benefici non solo economici, ma anche in termini di stimoli e di sollecitazioni a far sì che quelle testimonianze siano sempre meglio conservate e valorizzate e a quelle esistenti se ne aggiungano altre, innescando un processo di approfondimento e di salvaguardia dell’identità culturale di un luogo. 5 Il turismo, dunque, è qualcosa che viene dopo, non indispensabile all’esistenza e allo sviluppo di un ecomuseo; se inteso come “turismo di massa”, assimilabile a quelle forme invasive che conosciamo nelle grandi destinazioni turistiche, sarebbe inoltre certamente dannoso. 3 A nostro avviso, è in questa prospettiva che si colloca il rapporto tra ecomusei e turismo ed è su questi e altri aspetti che ci soffermeremo nei punti a seguire. La realtà ecomuseale italiana è ancora agli inizi del proprio rapporto con il turismo (quanti turisti sanno cos’è un ecomuseo?) e distorsioni negative ancora non se ne vedono. È importante allora affrontare correttamente il rapporto fin dall’inizio. 6 Se l’ecomuseo è espressione del patrimonio culturale di un territorio, non si può tuttavia impedire che le testimonianze di tale patrimonio vengano incontrate e conosciute anche da chi è estraneo a quel territorio; anzi è certamente auspicabile, poiché è l’occasione per tutti di conoscere una realtà conosciuta a pochi, per capire, per ammirare, per entrare in rapporto con una realtà di un tempo e di un luogo diverso dal proprio. 4 Nel caso dell’ecomuseo il rapporto tra il patrimonio culturale e il visitatore è decisamente più labile. Come sottolinea ripetutamene Hugues de Varine, l’ecomuseo non nasce per essere visitato dal turista, ma come opportunità per la comunità locale di preservare il proprio patrimonio culturale e, attraverso questo processo, di riprendere coscienza della propria identità. 2 (Testo tratto e adattato da MACCHIAVELLI A., L’Ecomuseo come opportunità di incontro col turista, in GRASSENI C. (a cura di), 2010, Ecomuseologie. Pratiche e interpretazioni del patrimonio locale, Guaraldi, Rimini: 121-122)

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ESERCIZIO 2 – SCELTA NUCLEI INFORMATIVI – TEST! In appendice trova il testo riordinato. Lo rilegga e selezioni, tra le frasi che seguono, le sei che sintetizzano correttamente le informazioni principali del testo orginale. Attenzione! Deve selezionare sei frasi (non di più, non di meno). Per individuare le sei frasi principali corrette escluda le informazioni secondarie e quelle false o approssimative rispetto al contenuto originale. Se sono presenti versioni differenti della stessa informazione, scelga la più precisa.

1. Secondo l’autore, la rappresentazione mentale del concetto di museo è in genere connessa all’immagine del turista, poiché il museo è principalmente una meta di tipo turistico. OK

2. Nell’affermare che i musei sono visitati in prevalenza dai turisti, l’autore condanna la scarsa partecipazione dei membri di una comunità alla vita culturale del proprio territorio.

3. La presenza del turista in una località diversa dalla propria e la sua disponibilità di tempo lo inducono a visitare i musei presenti in tale località.

4. Prerogative dell’ecomuseo sono la tutela e la promozione della ricchezza culturale di una determinata area e della popolazione che la abita. OK

5. Nascendo da esigenze di affermazione della cultura e dell’identità della comunità di cui è espressione, l’ecomuseo guarda solo in un secondo momento al fattore turismo. OK

6. Il “turismo di massa” è dannoso per l’ecomuseo, poiché la presenza di molte persone su un territorio rischia di distruggerne l’equilibrio naturale.

7. L’autore ritiene che la fruizione dell’ecomuseo non debba essere appannaggio esclusivo della comunità che rappresenta, ma che anzi debba costituire uno spazio di incontro e scambio con realtà diverse. OK

8. Il ruolo del turismo nello sviluppo dell’istituzione ecomuseale non è giocato molto sul piano delle risorse economiche, bensì sul piano dell’innovazione che i turisti, in quanto portavoce di visioni esterne, possono promuovere nei luoghi che visitano.

9. Il turismo non invasivo è una componente centrale dell’ecomuseo, poiché arreca vantaggi economici e, provenendo dall’esterno, apporta nuove idee volte allo sviluppo dell’ecomuseo stesso. OK

10. Essendo l’ecomuseo una realtà nuova nel panorama culturale italiano, è possibile secondo l’autore impostare un connubio sano tra realtà ecomuseale e turismo. OK

11. L’Italia è, secondo l’autore, in una posizione di arretratezza nel settore turistico, poiché non ancora ben consapevole dell’esistenza e delle potenzialità della realtà ecomuseale.

12. A detta dell’autore, oggigiorno in Italia sono ancora pochi i turisti che conoscono la nozione di ecomuseo.

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Esercitazione di recupero 2

ESERCIZIO 1 – PARAGRAFATURA – TEST! Legga il testo e per ciascuno degli spazi vuoti indichi con una barra trasversale / se in quel punto è necessario iniziare un nuovo paragrafo. Se secondo Lei non occorre andare a capo scriva: no. ATTENZIONE: è necessario andare a capo tre volte. Dal testo all’ipertesto. Ogni testo è iper- Il prefisso “iper-”, ispirato agli spazi geometrici, vuole indicare una dimensione multipla rispetto alla classica linearità dove, per chi scrive come per chi legge, il percorso è unico, dall’inizio alla fine. ___/___ Sulla nozione di ipertesto son stati scritti interi volumi (e ipertesti) specialmente negli anni ’80, ma le opinioni divergono vistosamente: i più tradizionalisti tra gli intellettuali sostengono che l’ipertesto sia la rovina della scrittura, che poi la multimedialità finirà per completare. Il testo fatto a pezzi viene sentito come una rottura drammatica con un’intera e nobile tradizione culturale. ___/___ Al contrario, qui vorremmo sostenere che l’ipertesto è profondamente all’interno della tradizione della cultura scritta, anche quando le sue caratteristiche appaiono assai diverse da quelle del libro e che semmai questa “internità” è il suo vero limite. ___NO___ La rottura, se avviene e quando avviene, si situa più in là. Più avanti è il punto di crisi e questo andrebbe visto e affrontato con lucidità. ___/___ La stessa definizione di ipertesto coinvolge diversi piani. A livello logico un ipertesto è fatto di molti pezzi (o nodi) tra i quali vengono stabiliti dei percorsi (rami o link). In sostanza è l’analogo di una rete. Che i nodi siano fissi o dinamici, stabiliti una volta per tutte dall’autore oppure modificabili dal lettore qui non importa. Così come non interessa se il contenuto di un singolo nodo […] sia puramente testuale o fatto anche di immagini e suoni. ___NO___ Quello che conta dal punto di vista concettuale è che i materiali siano organizzati per unità relativamente autonome, ognuna dotata di una coerenza e però collegate l’una all’altra secondo qualche criterio. A livello pratico va aggiunto l’apporto dell’informatica. È solo grazie all’elaboratore elettronico che i legami diventano immediatamente attivabili dal lettore.

F. Carlini, Lo stile del Web, Einaudi, 1999 [Esercizio tratto e adattato da GATTA F., PUGLIESE R., 2002, Manuale di scrittura. Dalla lettera alla relazione scientifica, Bononia University Press, Bologna]

ESERCIZIO 3 – SCELTA RIASSUNTI – TEST! Legga i tre brevi riassunti che seguono. Sono tutti riferiti al testo Linguaggio burocratico e vita quotidiana (che trova in appendice), ma solo uno è corretto e adeguato per contenuto e forma: lo individui e spieghi perché gli altri non sono accettabili. RIASSUNTO 1 Come la burocrazia è caratterizzata da una connotazione negativa, perché è percepita legittimamente (commento) dal cittadino come un’ingerenza degli uffici nella sua vita privata, anche il linguaggio burocratico è considerato artificioso e complesso per due motivi. Anzitutto, la comunicazione burocratica, avvenendo tra interlocutori sconosciuti, richiede un innalzamento dello stile e una spersonalizzazione nell’architettura del discorso; in secondo luogo, il linguaggio burocratico riguarda

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quei campi del settore giuridico meno nobili delle leggi dello Stato, per le quali si ricorre al linguaggio legale, derivando (uso inappropriato del gerundio) che il primo è più trascurato del secondo. Nel 1993 è stato realizzato un progetto di riforma del linguaggio burocratico, culminato nel Codice di stile di Sabino Cassese, a cui hanno fatto seguito una serie di ulteriori progetti (concordanza a senso) di intervento sui testi amministrativi. RIASSUNTO 2 OK Il termine burocrazia ha assunto sin dalle sue origini un’accezione negativa, poiché associato all’immagine di un forte potere esercitato dagli uffici sulla vita del cittadino. Allo stesso modo, il linguaggio burocratico è considerato un codice inutilmente complesso per ragioni formali e contenutistiche. Da un lato, essendo rivolto ad un destinatario astratto, il linguaggio burocratico è caratterizzato da uno stile elevato e impersonale. Dall’altro, a differenza del linguaggio legale, che è nobilitato dal suo impiego nella stesura delle leggi dello Stato, il linguaggio burocratico riguarda norme di minore importanza, ed è pertanto meno curato e meno trasparente del linguaggio delle leggi. Il Codice di stile ideato da Sabino Cassese nel 1993 ha inaugurato una serie di studi volti alla ristrutturazione del linguaggio burocratico in termini di trasparenza linguistica e di coerenza giuridica. RIASSUNTO 3 Sin dalle origini la parola burocrazia ha indicato un apparato di uffici visti in modo negativo dal cittadino. Anche il linguaggio burocratico ha una connotazione negativa per il cittadino (lessico: ripetizione), essendo molto complesso, soprattutto per chi ha poca familiarità con gli uffici amministrativi. Le ragioni di questa complessità le si ritrovano (italiano neo-standard: frase con dislocazione a sinistra) nella lingua e nei contenuti del linguaggio burocratico. Innanzitutto, siccome gli enti non si rivolgono ad un destinatario preciso, il linguaggio della burocrazia è elevato e spersonalizzato, risultando quindi distaccato. Inoltre, il linguaggio burocratico è imparentato con quello legale, ma è meno importante e meno curato di quest’ultimo, perché è adoperato per scrivere norme minori, ed è perciò più approssimativo. È nel 1993 che il giurista Sabino Cassese ha avviato (italiano neo-standard: frase scissa) un progetto di riforma del linguaggio burocratico, seguito da altri lavori di intervento sul linguaggio della pubblica amministrazione.

ESERCIZIO 5 – GIUDIZI DI ACCETTABILITÀ – TEST! Per ciascuna delle frasi seguenti, dica se ritiene che la formulazione della frase sia accettabile (dal punto di vista della correttezza grammaticale) nel contesto di un discorso formale scritto. Per le frasi non accettabili, corregga l’errore grammaticale ed espliciti di che tipo di errore si tratta. 1. La critica ha messo  in rilievo un nuovo  legame tra Romanticismo ed  Illuminismo, cessando di 

considerare il primo come una reazione irrazionale al secondo. ACCETTABILE 

2. All’inizio  del  1800  lo  sviluppo  e  l’enfatizzazione  dell’idea  di  un’arte  e  di  una  letteratura romantica  avviene  in  concomitanza  con  complessi  cambiamenti  di  ordine  storico  e  sociale. NON ACCETTABILE → avvengono 

3. Prometeo  rappresenta  l’ansia  di  appropriarsi  dell’onnipotenza  divina,  nonché  l’audacia  e l’arroganza di chi non rispetta le regole. ACCETTABILE 

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4. È  necessaria  la  presenza  di  un  interlocutore  interessato  ad  ascoltarci,  perché  abbia  senso l’azione stessa del parlare. ACCETTABILE 

5. La distinzione di Wackenroder tra linguaggio verbale e linguaggio musicale prelude una visione romantica  della  musica  intesa  come  medium  attraverso  cui  si  manifesta  l’Assoluto.  NON ACCETTABILE → prelude a 

6. È opportuno osservare come all’interno delle diverse tipologie di turismo, oltre a quello “eno‐gastronomico”, il cibo e le bevande ricoprono una funzione di caratterizzazione dell’identità di una determinata regione. NON ACCETTABILE → ricoprano 

7. Il rischio dei libri di testo è la tendenza di condensare le informazioni tecnico‐scientifiche senza rinunciare  a  nulla,  seguendo  il  principio  pubblicitario  di  offrire  “di  tutto,  di  più”.  NON ACCETTABILE → a 

8. Normalmente ognuna delle  lingue  che  compongono un  repertorio  linguistico è, a  sua  volta, costituita da un insieme di varietà. ACCETTABILE 

9. La maggior parte delle sequenze di un film narrativo si chiama “scena”, termine di derivazione teatrale  indicante  le distinte  fasi dell’azione  che  accadono  in una determinata unità  spazio‐temporale. ACCETTABILE 

10. Oggigiorno,  in molti mercati  la marca rappresenta  il vero capitale su cui si basa le relazioni di fiducia  con  i  consumatori,  ma  anche  la  risorsa  meno  imitabile  dalla  concorrenza.  NON ACCETTABILE → si basano 

11. Uno studio effettuato su un centinaio di società ha dimostrato che sono maggiori i casi in cui il comportamento  aggressivo  è  sollecitato  nel  maschio  piuttosto  che  nella  femmina. ACCETTABILE 

12. Poiché  l’immagine che un  luogo dà di sé è  fondamentale, essa viene di solito sapientemente costruita  e  sfruttata  in  modo  tale  che  quel  luogo  può  entrare  nel  circuito  turistico contemporaneo. NON ACCETTABILE → possa 

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Esercitazione di recupero 3

ESERCIZIO 3 – PUNTEGGIATURA – TEST! Inserisca negli spazi i segni di punteggiatura mancanti [ . / ? / , / ; / : / - / ( / ) ] se necessari. Se secondo Lei non occorre mettere un segno di punteggiatura, metta il simbolo Ø. “Romanticismo” come parola programmatica La storia del termine “Romanticismo” (1) ___Ø___ prende avvio dal francese antico romanz con cui s’indicava qualsiasi discorso, orale o scritto, in lingua romanza (dall’avverbio romanice nell’espressione “romanice loqui”). Da romanz – parola originariamente indeclinabile – si crea il caso obliquo roman(t), e il termine passa a designare il genere narrativo (in versi e in prosa volgari) (2) ___Ø___ che oggi chiamiamo romanzo (tedesco Roman). Thomas Bailey usa la prima volta l’aggettivo “romantick” nel 1650 nel senso di romanzesco, inventato, avventuroso, fantasioso e irreale (3) ___,___ ovvero in senso negativo (4) ___.___ alle storie cavalleresche, recepite come ‘romantiche’, si aggiungono più tardi anche romanzi d’amore e dell’orrore, sì che il campo semantico si allarga a comprendere anche la connotazione del perturbante e dello straordinario, giungendo altresì a racchiudere una visione ‘sublime’ della natura (5) ___./:___ già nel secolo XVII l’espressione “romantisch” [romantico] si usa per la pittura dei paesaggi (con particolare riferimento alle opere di Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Salvator Rosa), ossia per definirne l’effetto esercitato sull’osservatore, tanto che, in parte, “romantico” e “pittoresco” verranno usati come sinonimi. Nella letteratura del secolo XVIII (6) ___,___ che contribuisce all’affermarsi del suo campo semantico, l’aggettivo “romantisch” (7) ___Ø___ è usato generalmente nel senso di romanzesco, cioè riguardante il genere narrativo del romanzo. Quando all’inizio si comincia ad usarlo, il termine ‘romantico’ rimanda sempre a diversi elementi (8) ___:___ a quello fiabesco e meraviglioso, originario e antico, alla dimensione popolare e infantile, a ciò che è insolito e lontano, medioevale-cavalleresco, ma anche a una componente notturna e oscura, spettrale, orrifica e spaventosa. (Testo tratto e adattato da SCHMITZ-EMANS M., 2008, Introduzione alla letteratura del Romanticismo tedesco, CLUEB, Bologna: 11)

ESERCIZIO 6 – SOCIOPRAGMATICA – TEST! Completi il testo scegliendo, tra le opzioni proposte, quella che Le sembra più adeguata. Storia e pensiero economico Il rapporto fra storia e teoria economica è stato dibattuto a più riprese. Lo è stato soprattutto con riguardo (1) alle / sulle / delle / per le ricadute che la teoria può avere per la storia economica. Il nesso inverso che va dalla storia alla teoria è stato meno approfondito. Le riflessioni che pure sono state proposte hanno più spesso assunto i tratti generalissimi dell’epistemologia. In questo libro le implicazioni della storia per la teoria vengono ricercate, per dir così, sul piano empirico. Si fa perno su nove insigni economisti del passato – Quesnay, Smith, Ricardo, Marx, Marshall, Pantaleoni, Schumpeter, Keynes e Sraffa – per accertare se nel loro pensiero teorico (2) sarebbe / sia / è / fu ravvisabile una dimensione, in qualche senso, «storica». Ci si chiede se un’attenzione per la storia abbia (3) influenzato / influito / giocato / pesato sul contributo

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analitico di questi protagonisti dell’economia politica. (4) La medesima / Identica / La stessa / Uguale domanda – come, con quali risultati, abbiano avuto presente la storia – è stata direttamente (5) rivolta / fatta / inoltrata / richiesta a tre fra i principali economisti teorici contemporanei: Milton Friedman, Luigi Pasinetti, Paul Samuelson. L’accertamento, (6) bensì / quindi / inoltre / infatti, è stato condotto sul pensiero vivo dei grandi economisti, sul merito del loro (7) apporto / ausilio / sostegno / servizio alla teoria economica. È risultato che la storia, economica ma non solo, ha reso alla teoria molteplici servigi. L’ha alimentata, posta in discussione, corroborata per più vie. Il senso di queste pagine introduttive è di inquadrare gli esiti dei saggi raccolti nel libro; desumere (8) dai saggi / da essi / dai quali / da ciò inferenze più generali; sottolineare che l’integrazione con la storia può aiutare la teoria economica a evitare le secche in cui oggi rischia di arenarsi. (Testo tratto e adattato da CIOCCA P., 2003, Clio, nella teoria economica, in CIOCCA P. (a cura di), Le vie nella storia dell’economia, Il Mulino, Bologna: 9)

ESERCIZIO 7 – ORTOGRAFIA – TEST! Scelga la forma corretta. 1. colluttorio – collutorio

2. un’uomo – un uomo

3. scorazzare – scorrazzare

4. un po’ – un pò

5. stò studiando – sto studiando

6. a parlare – ha parlare

7. conoscenza – conoscienza

8. che essi facciano – che essi faccino

9. qual’è? – qual è?

10. decellerare – decelerare

11. esterrefatto – esterefatto

12. aeroporto – areoporto

13. propio – proprio

14. egli da – egli dà

15. d’accordo - daccordo

16. cioè – cioé

17. coscienza – coscenza

18. correzzione – correzione

19. tutt’ora – tuttora

20. birichino – biricchino

21. evacuare – evacquare

22. freccie - frecce

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Esercitazione di recupero 4

ESERCIZIO 3 – SOCIOPRAGMATICA – TEST! Completi il testo scegliendo, tra le opzioni proposte, quella che Le sembra più adeguata. Il difficile inizio della lingua volgare in Italia Il primo grande capolavoro in volgare, la Commedia dantesca, irrompe sulla scena linguistica e culturale italiana in un momento nel quale il mondo della scrittura è ancora dominato dal latino, che continua a essere la lingua europea della comunicazione elevata, alimentando fra l’altro un vastissimo bacino di pratiche letterarie. A (1) questa / quella / una / tale supremazia non sono in grado di (2) opporsi / far fronte / mettersi contro / contrastare – nell’Italia politicamente frammentata dell’età comunale – idiomi locali alla ricerca di una propria identità e di un ruolo che vada oltre quello di un semplice strumento pratico per la comunicazione quotidiana in aree circoscritte. (3) Originato / Elaborato / Inventato / Nato con efficacia da personalità isolate o attive all’interno di più ampi filoni e centri di produzione scrittoria in volgare, qualche dialetto riesce ad assurgere (4) in / a / con / per dignità letteraria, primo fra tutti il siciliano illustre della scuola poetica fiorita negli ambienti della corte di Federico II di Svevia. Ma si tratta per lo più di fenomeni episodici ed effimeri, di laboratori dispersi di cultura volgare che non hanno la capacità di fondare una vasta e solida tradizione, anche perché la loro diffusione non supera i confini di (5) esigue / piccole / minuscole / minimali cerchie di intellettuali. Alla persistente vitalità della cultura latina si aggiunge poi il largo impiego che in Italia si fa, lungo tutto il Duecento, di altri volgari romanzi (6) forniti / provvisti / muniti / dotati già di prestigio letterario, come il francese antico e il provenzale: basti ricordare (7) che / perché / quando / come la redazione originale del libro più universalmente noto di tutta la letteratura italiana del secolo, il Milione di Marco Polo, fu scritta appunto in francese antico. È a partire da questa temperie storica, tendenzialmente poco favorevole alla formazione di una cultura volgare unitaria, che il magistero dantesco contribuisce a cambiare per sempre (8) il corso / la traiettoria / il percorso / la parabola della lingua e della letteratura italiana. (Testo tratto e adattato da TRIFONE P., 2007, Malalingua. L’italiano scorretto da Dante a oggi, Il Mulino, Bologna: 15)

ESERCIZIO 7 – CONNETTIVI – TEST! Completi il testo scegliendo tra le quattro opzioni proposte quella che Le sembra più corretta/adeguata/precisa. Mescolanza di codici nel sistema I prestiti, cioè l’adozione di elementi linguistici da una lingua in un’altra, sono la forma più semplice ed immediatamente visibile dell’avvenuto contatto fra due lingue, un contatto che si è ormai sedimentato nel sistema della lingua “ricevente”. (1) Affinché / Perché / Sebbene / Qualora la parola ‘prestito’ sia utilizzata per intendere fenomeni anche molto diversi fra loro e risulti (2) quindi / però / pure / anche spiacevolmente

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polisemica oltre che fuorviante, adotteremo qui una definizione piuttosto stretta del termine, e (3) dunque / così / anzi / cioè l’adozione di un segno linguistico da una lingua-modello a una lingua-replica. Sia il termine ‘prestito’ (4) e / come / che / nonché il termine ‘adozione’, tuttavia, non devono far pensare ad un passaggio automatico e passivo di materiale linguistico da una lingua all’altra: l’adozione consiste (5) piuttosto / ovvero / quindi / peraltro in un processo che coinvolge attivamente le strutture della lingua-replica, la quale assorbe in sé, facendolo proprio, il materiale linguistico preso dal modello di un’altra lingua. Alla fine del processo di adozione, (6) infatti / ovvero / inoltre / nondimeno, il prestito può dirsi un elemento facente parte a tutti gli effetti del sistema linguistico che adotta e la sua origine straniera resta di pertinenza dello studio dell’etimologia delle parole. L’esempio di prestito più tipico è il prestito lessicale, vale a dire l’adozione di lessemi – in particolare nomi – da una lingua ad un’altra: mouse è un esempio di prestito lessicale dall’inglese, soprano è un esempio del processo opposto. (Testo tratto e adattato da DAL NEGRO S., GUERINI F., 2007, Contatto – Dinamiche ed esiti del plurilinguismo, Aracne, Roma: 52-53)

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Esercitazione di recupero 5

ESERCIZIO 1 – PUNTEGGIATURA – TEST! Inserisca negli spazi i segni di punteggiatura mancanti [ . / ? / , / ; / : / - / ( / ) ] se necessari. Se secondo Lei non occorre mettere un segno di punteggiatura, metta il simbolo Ø. Il turismo rurale (e l’auto coscienza del turista) Il turismo rurale fin dall’inizio si pone come semplice evasione dalla città calda e caotica dell’estate che non permette un riposo adeguato: evasione che diventa tanto più necessaria ad ampi strati della popolazione (1) ___Ø___ da quando il fenomeno dell’industrializzazione causa uno spostamento ingente di contadini verso le grandi aree urbane dove la qualità della vita tende progressivamente ad abbassarsi (2) ___.___ dal secondo dopoguerra, perlomeno in Italia, il turismo rurale segue una moda altalenante (3) ___:___ negli anni Cinquanta e Sessanta diventa quasi d’obbligo in alternativa alla vacanza al mare e coinvolge numerose famiglie (4) ___;___ negli anni Settanta e Ottanta, invece, con la diffusione del benessere economico, il progresso dei mezzi di trasporto anche internazionali o intercontinentali (5) ___,___ l’affermarsi di una moda turistica esterofila, il turismo rurale attrae molto meno e in pochi osano infrangere il diktat di Giorgio Gaber (6) ___Ø___ «com’è bella la città» e rifugiarsi in un ambiente rurale dai più considerato solo «retrogrado» (7) ___.___ nel corso degli ultimi decenni, forse per imitazione di comportamenti anglo-sassoni o nord-europei (8) ___,___ forse perché tale pratica turistica risponde bene ad un atteggiamento «turistofobico» e alla ricerca di un turismo «autentico» – sebbene Pollice abbia espresso perplessità sull’autenticità del turismo rurale –, senz’altro per la diminuita sicurezza nei viaggi a largo raggio, la villeggiatura in campagna viene di nuovo riscoperta, sovente sotto il nome più à la page di «agriturismo». (Testo tratto e adattato da BAGNOLI L., 2008, Manuale di geografia del turismo. Dal grand tour ai sistemi turistici, UTET, Torino: 69-70)

ESERCIZIO 2 – GIUDIZI DI ACCETTABILITÀ – TEST! Per ciascuna delle frasi seguenti, dica se ritiene che la formulazione della frase sia accettabile (dal punto di vista della correttezza grammaticale) nel contesto di un discorso formale scritto. Per le frasi non accettabili, corregga l’errore grammaticale ed espliciti di che tipo di errore si tratta. 1. Per quanto riguarda l’Italia, una piccola e significativa percentuale di emigranti, in

prevalenza braccianti, partivano dalle regioni meridionali verso quelle settentrionali. NON ACCETTABILE → partiva

2. L’autore sostiene che sia nell’intellettuale sia nel comune spettatore c’è la convinzione di una subordinazione del film al romanzo. NON ACCETTABILE → ci sia

3. In Italia, i disoccupati, che a volte provenivano anche dal sud, erano attirati prevalentemente in Lombardia, Veneto e Piemonte, che offrivano lavoro soprattutto nell’edilizia. NON ACCETTABILE → da

4. Emblematico fu il caso della donna di colore Rosa Parks, la quale fu arrestata per essersi rifiutata di cedere ad un bianco il proprio posto sull’autobus. ACCETTABILE

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5. Negli Stati Uniti del dopoguerra, la questione dei neri rappresentava un problema in cui lo stesso governo americano non era in grado di gestire. NON ACCETTABILE → che

6. L’autore sottolinea come molti registi abbiano cercato di essere i più fedeli possibile al testo originale e di fare dei film una vera e propria rappresentazione visiva del libro. ACCETTABILE

7. Il mito dell’avventura del genere Western ha cambiato scenario, trasferendosi in racconti di violenza urbana, ambientata in città che divengono nell’immaginario filmico terra di frontiera esse stesse. NON ACCETTABILE → ambientati

8. Queste proteste diedero l’avvio di lotte pacifiste per i diritti civili negli anni Sessanta, sotto la guida del pastore battista Martin Luther King. NON ACCETTABILE → a

9. Non è da sottovalutare, tra le ragioni che favorirono la buona accoglienza nel mondo anglosassone della religione cristiana, il fatto che essa costituiva un elemento di prestigio nell’ambito politico germanico. NON ACCETTABILE → costituisse

10. Motivi di attrito furono da una parte il non riconoscimento dell’autorità di Roma da parte dei missionari irlandesi e dall’altra l’insofferenza della Chiesa di Roma di alcuni atteggiamenti del monachesimo irlandese. NON ACCETTABILE → nei confronti di

(Frasi tratte da esami DLI degli anni accademici precedenti)

ESERCIZIO 3 – ORTOGRAFIA – TEST! Scelga la forma corretta. 1. giacchè – giacché

2. scheggie – schegge

3. ecclatante – eclatante

4. razziale – raziale

ESERCIZIO 4 – CONNETTIVI – TEST! Completi il testo scegliendo tra le quattro opzioni proposte quella che Le sembra più corretta/adeguata/precisa. Un tabù universale: l’incesto Il tabù dell’incesto, (1) quindi / ovvero / e / nonché la regola che proibisce le relazioni sessuali e il matrimonio tra alcune categorie di parenti, è presente in tutte le società. La proibizione universale imposta dal tabù dell’incesto riguarda il rapporto sessuale e il matrimonio tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra fratello e sorella. Nessuna società ha permesso unioni del genere in tempi recenti. In passato, (2) comunque / infatti / tuttavia / dunque, alcune società ammettevano l’incesto, principalmente all’interno delle famiglie reali ed aristocratiche, (3) affinché / per quanto / fuorché / anche se esso restasse proibito al resto della popolazione. Gli inca e gli hawaiani, (4) di contro / invece / per esempio / per converso, ammettevano unioni coniugali nell’ambito della famiglia reale.

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È certo (5) quando / se / che / perché l’aristocrazia e la dinastia reale egizia ammettessero il matrimonio tra padre e figlia e tra fratello e sorella (Cleopatra sposò successivamente due suoi fratelli). La ragione è in parte religiosa – un membro della famiglia del faraone (il quale era considerato una divinità) non poteva sposare un essere umano «comune» – e in parte economica, (6) poiché / perciò / nonostante / se con il matrimonio all’interno della famiglia la proprietà restava indivisa. Tra il 30 a.C. e il 324 d.C. in Egitto l’incesto fu permesso non solo all’interno della famiglia reale; si stima che l’8% circa dei matrimoni nella popolazione comune fosse del tipo tra fratello e sorella. (Testo tratto e adattato da EMBER C. R., EMBER M., 2003, Antropologia culturale, Il Mulino, Bologna: 194)

ESERCIZIO 5 – SOCIOPRAGMATICA – TEST! Completi il testo scegliendo, tra le opzioni proposte, quella che Le sembra più adeguata. Il termine “Romanticismo”  Esiste  il “Romanticismo”? Questo  termine  (1)  rimanda /  suggerisce / porta /  reca  l’idea suggestiva  di  un’uniformità  tematica  e  stilistica  del  romantico  e  serve  a  fornire  un orientamento; ma, nella  sua  (2) pluralità  / quantità  / mole  / abbondanza di  significati, esso  costituisce  piuttosto  uno  dei  nodi  problematici  inerenti  (3)  coll’  /  dall’  /  all’  /  l’ indagine sul Romanticismo. Da un  lato  il termine Romanticismo è così polivalente da non consentirne  una  definizione  precisa,  dall’altro  esso  aveva  un  senso  programmatico  per molti  autori  che,  duecento  anni  fa,  e  anche  dopo,  lo  utilizzarono  per  (4)  redigere  / esplicitare / stilare / argomentare  la propria posizione estetica. Ai fondamenti teorici del Romanticismo (5) risalgono / appartengono / alludono / fan parte tuttavia anche testi in cui questa stessa espressione non compare, e che però possono essere letti – o furono letti –  come  scritti  programmatici  del  Romanticismo.  (6)  Controversa  /  Incerta  /  Dubbia  / Discutibile è anche  l’identificazione degli autori romantici. Ad esempio, Goethe e Schiller vengono (7) ascritti / contati / annoverati / posti, al di fuori della Germania, fra gli autori romantici, mentre in ambito tedesco sono considerati come rappresentanti del Classicismo tedesco, e per  lo più contrapposti ai romantici. Contemporanei dei romantici sono autori importanti come  Jean Paul, Friedrich Hölderlin e Heinrich von Kleist,  collocabili  solo  con riserva  tra  gli  autori  del  Romanticismo,  comunque  (8)  lo  /  ciò  /  quello  /  esso  si  voglia intendere.  (Testo tratto e adattato da SCHMITZ‐EMANS M., 2008, Introduzione alla letteratura del Romanticismo tedesco, CLUEB, Bologna: 11) 

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ESERCIZIO 6 – PARAGRAFATURA – TEST! Legga il testo e per ciascuno degli spazi vuoti indichi con una barra trasversale / se in quel punto è necessario iniziare un nuovo paragrafo. Se secondo Lei non occorre andare a capo scriva: no. ATTENZIONE: è necessario andare a capo tre volte. La dimensione picaresca nel Rinascimento inglese Il tema del viaggio, antico quanto l’Odissea e diffusissimo in tutte le culture, diviene nei secoli XVII e XVIII oggetto di uno specifico interesse letterario. Il genere picaresco (dallo spagnolo pícaro ‘briccone’), narrando le vicende di un furfante in giro per il mondo, incarna infatti, meglio di ogni altro, lo spirito di avventura e il pragmatismo dell’epoca. ___NO___ Il «viaggio» era quindi profondamente mutato in due secoli: da pellegrinaggio medievale, cioè da percorso religioso legato ad una idealità trascendente, si stava progressivamente trasformando in «avventura» marinara e mercantile. ___/___ Diari di bordo e appunti di viaggio preparano, già nel Cinquecento, il terreno da cui poi nasceranno le figure di esploratori e i colonizzatori emblematicamente sintetizzati nel famosissimo personaggio di Robinson Crusoe dell’autore inglese Daniel Defoe. Il romanzo realista registra con vero acume e con un progressivo coinvolgimento l’incontro con culture diverse e l’appropriazione di nuove terre e sancisce così la conquista di queste terre in termini non esclusivamente «fisici», ma anche economici e simbolici. I resoconti delle imprese marinare e mercantili rendono manifesta la dimensione utilitaristica del viaggio, e ciò spiega la crescente rilevanza di questo tema proprio nel momento in cui la letteratura stessa cessa di essere un sapere astratto o disinteressato e di essere edificante nel senso devozionale del termine (implicando invece una morale borghese). ___/___ Se già nei Racconti di Canterbury i pellegrini non erano più propriamente dei santi, e guardavano alla terra forse più che al cielo, la tendenza alla laicizzazione del viaggio si rafforza sempre più nei testi della «prima modernità» del Rinascimento inglese, ossia dell’inizio del 1600. ___NO___ Proprio in questo periodo, gli avventurieri arrivano a soppiantare i pellegrini nel ruolo di protagonisti del racconto, anche se fanno eccezione alcune ibride figure dei devoti avventurieri che raggiungono l’America. ___/___ A livello di costruzione del personaggio, assistiamo al passaggio dalla figura del santo a quella del mascalzone, e dalla figura del pellegrino a quella del criminale intraprendente. Il fenomeno è particolarmente evidente, oltre che nel romanzo picaresco, anche nel filone della cosiddetta «Rogue Literature», ossia in quella letteratura, spesso anonima, che vede come protagonisti e/o narratori avventurieri, pirati, ladri e delinquenti, insomma tutta una serie di personaggi «emergenti» dal sottobosco sociale. (Testo tratto e adattato da LOCATELLI A., 1997, Il doppio e il picaresco – Un caso paradigmatico nel rinascimento inglese con L’ameno racconto di Meum and Tuum di Henry Peacham JR, Jaca Book, Milano: 12-13)

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ESERCIZIO 7 – SCELTA RIASSUNTI – TEST! Legga i tre brevi riassunti che seguono. Sono tutti riferiti al testo La dimensione picaresca nel Rinascimento inglese (che trova in appendice), ma solo uno è corretto e adeguato per contenuto e forma: lo individui e spieghi perché gli altri non sono accettabili. RIASSUNTO 1 Nobile (commento) come la letteratura occidentale, il viaggio acquisisce una nuova luce agli occhi della letteratura del XVII e XVIII secolo. Il genere picaresco infatti porta alla ribalta il viaggio di mascalzoni e bricconi, che si trasforma così da cammino religioso in avventura terrena. Questo carattere terrestre (lessico) del viaggio è già presente nella letteratura del Cinquecento, che apre le porte (registro tendente al basso) al romanzo realista con i suoi esploratori e colonizzatori, contraddistinta (sintassi) da un carattere utilitaristico. Esso (rimando anaforico poco trasparente) traspare in modo evidente nella letteratura del primo Rinascimento inglese, ossia nei primi anni del 1600, trovando (uso inappropriato del gerundio) sia nel romanzo picaresco sia nella cosiddetta «Rogue Literature» non più pellegrini e santi, ma mascalzoni e furfanti provenienti dalla feccia (lessico) della società. RIASSUNTO 2 OK Nei secoli XVII e XVIII, il tema del viaggio viene affrontato in maniera nuova rispetto al passato grazie all’affermarsi del romanzo picaresco, che ne evidenzia l’aspetto laico-pragmatico, accantonando quello religioso-mistico. Ancor prima, nel 1500, racconti quali diari di bordo e appunti di viaggio trattano di personaggi che prefigurano i protagonisti dei romanzi realisti, esploratori alla ricerca di conquiste fisiche e simboliche. La dimensione laica che contrassegna nel Rinascimento inglese del primo Seicento la letteratura di viaggio – in particolare del romanzo picaresco e della cosiddetta «Rogue Literature» – è rintracciabile nella quasi totale uscita di scena di santi e pellegrini e nella comparsa di birbanti e mascalzoni, ossia di figure al limite della legalità. RIASSUNTO 3 Il viaggio va incontro ad alcuni importanti cambiamenti nel XVII e nel XVIII secolo. Infatti, in questo periodo si diffonde il racconto picaresco, in cui l’eroe non è più rappresentato dal pellegrino che compie un percorso religioso, ma dal furfante che compie (lessico: ripetizione) un cammino mondano. Tutto ciò lo si ravvisa (frase con dislocazione a sinistra) già nella letteratura di viaggio del XVI secolo, dove (sintassi) protagonisti anticipano quelli che saranno gli esploratori e i colonizzatori (frase scissa) del romanzo realista. È nel Rinascimento inglese dei primi anni del 1600 che arrivano nei racconti di viaggio (frase scissa) del romanzo picaresco e della quasi sconosciuta «Rogue Literature» una serie di avventurieri e delinquenti (concordanza a senso) [tratti dell’italiano neo-standard] che prendono il posto delle figure religiose dei santi e dei pellegrini.

ESERCIZIO 8 – RIORDINO – TEST! Rimetta in ordine le parti del testo; la prima parte è già al suo posto. Premessa L’approccio alla lingua italiana non può prescindere da una conoscenza, sia pure modesta, dei complessi ritmi di accrescimento del suo lessico, che attraverso i secoli ha conosciuto fasi successive di arricchimento, sia in senso positivo che negativo, o, se volgiamo, più latamente evolutivo. __1__

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Questo manualetto, che non ha la pretesa di rispondere a tutte le domande e di fugare qualsiasi dubbio, è pertanto strutturato in modo da evidenziare, all’interno di un’agile sintesi storica dei passaggi dal latino all’italiano, la presenza nel nostro lessico di parole accolte dal latino e dal greco. 3 Ci è perciò sembrato interessante proporre, a quanti si accingono a intraprenderne lo studio, uno strumento elementare di conoscenza che, presentando i principali fenomeni fonetico-morfologici e lessicali, renda conto in qualche maniera di come la lingua sia giunta sino a noi. 2 Ciò permette di parlare di penetrazione, per così dire, forzata, rispetto alla precedente importazione, mascherata in quanto manipolata e più difficilmente riconoscibile ad occhio nudo. 6 Oltre a ciò, si offrono elenchi ragionati di parole che documentato l’infiltrazione dei barbarismi (parole provenienti da lingue diverse da latino e greco). Se ne presenta una selezione sufficiente a far capire che la lingua italiana – come qualsiasi altra che non sia chiusa e relegata in un ristretto abito geografico di area isoalta – è stata, ed è tuttora, soggetta a flussi di incremento lessicale, per un processo che non si è mai interrotto, anche se ha conosciuto momenti di stasi; e che tale incremento è ancora in corso – in maniera differenziata rispetto al passato, ma non certo quantitativamente inferiore o poco rilevante. 4 La diversificazione del fenomeno sta nel fatto che in passato i barbarismi penetravano nell’italiano attraverso forme di adattamento alla grafia storica della lingua, mentre oggi essi penetrano e si attestano nell’uso come importazione diretta di parole straniere, sigle, acronimi nella loro forma originaria e per lo più senza adattamenti grafici. 5 (Testo tratto e adattato da BIANCHINI C., 1998, Italiano straniero. Piccolo repertorio storico dei barbarismi e dei significati che mutano nella lingua italiana, Edizioni Guerra: 11-12)

ESERCIZIO 9 – SCELTA NUCLEI INFORMATIVI – TEST! In appendice trova il testo Italiano straniero – Premessa riordinato. Lo rilegga e selezioni, tra le frasi che seguono, le sei che sintetizzano correttamente le informazioni principali del testo orginale. Attenzione! Deve selezionare sei frasi (non di più, non di meno). Per individuare le sei frasi principali corrette escluda le informazioni secondarie e quelle false o approssimative rispetto al contenuto originale. Se sono presenti versioni differenti della stessa informazione, scelga la più precisa. 1. L'avvicinarsi allo studio della lingua italiana necessita di

conoscenze relative al suo sviluppo lessicale. OK

2. L'arricchimento lessicale dell'italiano nel tempo è stato a volte positivo a volte negativo.

3. Se vogliamo conoscere l'italiano dobbiamo studiare il suo lessico.

4. Il volume si propone di spiegare come storicamente siamo arrivati all'italiano odierno.

5. Il volume qui introdotto si occupa dei maggiori fenomeni fonetico-morfologici e lessicali coinvolti nello sviluppo storico dal latino all'italiano. OK

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6. Il volume qui introdotto contiene una selezione di termini di origine greco-latina e di barbarismi penetrati nell'italiano. OK

7. Il volume mostra che i flussi di incremento lessicale sono sino ad oggi sempre continuati, seppur con intensità diverse. OK

8. I flussi di incremento lessicale sono tipici del contatto linguistico in aree ampie ma isolate.

9. L'incremento lessicale attuale non è inferiore né irrilevante, bensì differente rispetto al passato. OK

10. L'incremento lessicale attuale (benché differente rispetto al passato) è fenomeno rilevante.

11. Oggi la penetrazione di lessemi nell'italiano è per lo più forzata, ovvero priva degli adattamenti grafici tipici del passato.

12. In passato la penetrazione di lessemi nell'italiano era sempre mascherata, ovvero con adattamenti che manipolavano la forma grafica originaria rendendola meno riconoscibile. OK