Chiaroscuro 6

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ChiaroScuro Giornale scolastico Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”

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Ch i a r oScu r o

Giornale scolasticoLiceo Artistico Statale “Enzo Rossi”

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Voce agli studenti pag.2

Proposte pag.

Spazio aperto pag.

Variazioni pag.

Diverso da chi pag.

Stanze dell’arte pag.

Angoli di memoria pag.

I n d i c e

pag.1 Editoriale

Titolo: ChiaroScuroNumero: 6 Progetto 2011-2012

Data: luglio 2012

Presidente: Mariagrazia Dardanelli

Direttore responsabile: Silvia Coletti

Direttore di redazione: Andrea BonavogliaRedazione collaboratori: Simonetta Pinna, Giancarla Goracci, Giovanna Nosarti, Giorgio Calabria, Annalisa Vecchiarelli, Silvia Coletti, Maira

Fucci, Mariagrazia Dardanelli, classe IB e IF, Cecilia Senni IID, Sharon Mosto IID, Valeria Tascione IID, Chiara Antonini IID, Giuditta Salsa ID,

Eleonora Proietti ID, Sonia Cecchetti (ex alunna), Marco Buzzi, Marta Vaccaro IIG, Edoardo Martino IIG, Ilaria Timpani IF, Beatrice Scarpa IIE,

Veronica De Laurentis (ex alunna), Fey Di Patrizi IIE, Ilaria Palomba IIIP, Elena Bonamoneta IIIG, Martina Palmieri IIIG, Silvia Salvitti IIE, Valeria

Venza, Rossella Venuto, Angela Giudiceandrea, Filippo Manfredi IID, Vanessa Croce IID, Martina Tofani IID, Chaira Ricci IID, Chiara Papacci IID,Claudia Vendetti IF, Serena Ungaretti IID, Desirè Ricitano IID, Elisena Amatori ID, Virginia Minati IF, Flavia De Santis IF, Anna Vulpis

ID, Mitia Burini ID, Giulia Ferrarrini ID, Miriana Ferioli ID, Piozzi Paola, Elisa Bevilacqua IID.

Ideazione, progettazione e impaginazione: Silvia Coletti

Immagini, disegni e fotografie : Andrea Bonavoglia, Silvia Coletti, Maira Fucci, Alessandro Reale, Simonetta Pinna,Sergio Camilloni, Gabriella

Piccirilli, Cardarello Silvia IIIA, Samira Carletti (ex alunna), Zaccagni Silvia IIIA,Arancio Maria IIA, Agostinelli Emanuela IIIA, Poggi Anna IIA,Piozzi Paola, classe VL (ex alunne), Moroni Sonia IIA, Candio Ylenia IIIA.

Immagine di copertina: “Insieme uniti, insieme vincenti”, lavoro per i 150° dell’Unità d’Italia di Camilla Corradi IA,Ludovica Muraca IA,Simona

Scimia IA,tecnica colori acrilici stesi a pennello in campitura piatta, sezione discipline pittoriche, docenti Simonetta Pinna

Editore: Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”

Curatore grafico di immagini: Andrea Bonavoglia, Silvia Coletti, Maira FucciStampa: Tipolitografia Spedim, Via Serrante 137, Monte Compatri

Loghi Sponsor: Liceo Artistico Statale “Enzo Rossi”, Photoclub Controluce, ArteFutura

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Editoriale - Filastrocche di Mariagrazia Dardanelli a cura di Teresa Coratella

Mariagrazia Dardanellimentre firma dediche

Questo libro per bambini e ragazzi ha l’impegno sociale di educare fin da piccoli. Le Filastroccheideate e scritte dall’autrice Mariagrazia Dardanelli lasciano una valente impronta formativa. Le illusrrazionidel libro sono state realizzate dagli studenti delle scuola romane di ogni ordine e grado: dalla scuoladell’infanzia all’università. Nomi di Istituti prestigiosi hanno contribuito alla realizzazione: la Rome Universityof Fine Arts - Rufa, la scuola internazionale di Comics e lo stesso liceo d’arte “Enzo Rossi”. Questo lavorofrutto della generosità di ragazzi volontari contribuisce ala ricerca sulle malattie genetiche promossa daTelethon.

Una goccia di rugiada

Una goccia di rugiadaera scesa lentamente

su una foglia addormentata.

Nel tepore del mattinogià brillava dei colori

di un riflesso cristallino.

mentre la giovane fogliasi stirava allegra al sole

per la sua gradita sveglia.

Samira CarlettiLiceo d’Arte Statale “Enzo Rossi”

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Voce agli studenti

Lavoro di Zaccagni Silvia 3A150 dell’unità d’Italia - tecnica tempera su carta

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

Art.1 - L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Laboratorio di dattico di fotografia con la 1B al Museo Macro a cura di Maira FucciLo studio della relazione fra spazio e iddentità

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MASCHERAa cura di Annalisa Vecchiarelli

“Tutto ciò che è profondo ama la maschera, ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera”. ArthurSchopenhauer

Ognuno di noi porta con sé una valigia di maschere… Non si deve pensare ad una maschera di carnevale,ma ad una maschera che cambia a seconda delle situazioni. Questa si mostra differente in base a chi siha davanti, con amici, genitori, professori, datori di lavoro, il ragazzo o la ragazza che ti piace, e conestranei, con ognuno di questi ci si presenta diversamente rispetto a come si è. Quindi uomini, donne eanche bambini portano tante maschere, ma non per nascondersi, ma perché si ha paura di far vederequello che siamo veramente con pregi e difetti compresi. Queste ci fanno sentire accettati dagli altri. Oraperò poniamoci una domanda:CHI SIAMO VERAMENTE??Cecilia Senni II D

Nella vita non si può dire tutto alle persone, come agli amici o a quelli incontrati per caso, bisogna saperalcune volte tenerci le nostre cose personali custodite nel nostro cuore. Ed è per questo che a volteusiamo una maschera, anche perché ci sono persone invidiose, gelose o addirittura quelli che vogliono ilpeggio per te e allora tu per non lasciargliela vinta devi indossare una maschera, ed è lì che tu vincerai.Mentre in altri casi indossi una maschera per dimostrare quello che non sei, oppure per non far vedereche stai soffrendo.Nella vita ho indossato una maschera ma solo per non dimostrare il mio stato d’animo, la mia sofferenza.Lo facevo per far del bene alle persone a me molto care, ma poi ho scoperto che non serve a niente,perché chi ti conosce veramente vede tutto, anche se cerchi di nasconderlo in tutti i modi. Penso inveceche colui che indossa una maschera per dimostrare quello che non è, come pers esempio chi vuoledimostrare la sua grandezza, il suo coraggio, la sua sicurezza è in realtà tutto l’opposto. Secondo me

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Voce agli studenti

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sbaglia di grosso, perché penso che le persone come gli amici ci dovrebbero voler bene per quello chesiamo veramente e non dovrebbero amare la nostra maschera.Il mio presente lo vivo senza una maschera, preferisco affrontare la realtà, anche se a volte la realtà nonpiace o fa star male.So che la vita è difficile e quando affrontiamo la prima sofferenza, quella più grande di tutte, dobbiamoprovare ad alzarci più forti di prima, anche se ci sembra impossibile.Sharon Mosto II D

Il mio presente lo vivo in maniera abbastanza serena, con momenti tristi e momenti felici. Io penso chenella nostra vita la maschera non serva, per lo meno alla mia età, voglio pensare che la vita sia semplicitàe chiarezza in tutto, sia nei sentimenti che nell’amicizia. Mi accorgo che negli adulti invece la mascheraserva soprattutto in casi e situazioni, ad esempio quando si ha un dolore e si deve far finta di nasconderloperché gli altri non capirebbero, e in questo caso si mette la maschera del sorriso e si va avanti. A me èsuccesso parecchie volte di aver “indossato una maschera” soprattutto in brutte situazioni.Io penso di avere uno spirito molto profondo, perché mi soffermo molto a pensare soprattutto quandosento in televisione delle brutte notizie, ad esempio il terremoto in Giappone, dove migliaia di personehanno perso la famiglia e la propria casa. Ecco, secondo me quelle persone non dovrebbero usare lamaschera perché quella situazione potrebbe capitare a chiunque di noi.Valeria Tascione II D

Ciascuno di noi possiede una maschera. Indossarla rende tutto più semplice: aiuta a nascondere lapropria “identità” e a renderla irriconoscibile e viene usata per difenderci dalla realtà. Dietro di essa sinasconde la verità, ci si sente protetti, se ne porta al giorno una diversa, in base all’occasione. Ad esempio,su Internet nessuno conosce nessuno. Noi con un semplice nickname o avatar creiamo un’identità: ci sipuò “creare” un io del tutto diverso, migliore di quello che si è. Indossare la maschera può avere quindi uneffetto positivo, ossia usarla nella vita quotidiana per proteggerci, perché mostrare realmente se stessi avolte può essere molto doloroso: c’è sempre il rischio di non venire accettati e di essere consideratidiversi dagli altri per quello che siamo e pensiamo; ma comporta anche un effetto negativo, ovvero quellodi non mostrarci realmente come siamo. Io personalmente preferisco non usare la maschera, anche se avolte può essere molto utile. Ammetto di averne fatto “uso” ma penso che le persone non debbano avertimore di quello che pensa la gente e mostrare a tutti quello che realmente siamo e pensiamo.Chiara Antonini II D

Io personalmente non ho mai indossato una maschera, ma ho visto delle persone che conoscevo cheusavano maschere. Le usavano perché si vergognavano di se stesse, del loro carattere “debole”, volevanodiventare le più grandi, le “mejo”, volevano sembrare forti senza tristezza. Ma la tristezza l’avevano, eraindossare ogni giorno la stessa maschera. Si sentivano obbligate a tenere quelle maschere perché cosìnascondevano i loro difetti e problemi, ma erano costrette dalla loro coscienza, dalla loro paura. E se poiun giorno la loro paura dovesse complicare la vita di ogni giorno? Ma in realtà, dal primo giorno cheavevano indossato una maschera, la loro vita era diventata una complicazione. Io non riesco a capireperché la vita deve essere complicata. Perché non può essere normale? E perché alcuni non indossanodelle maschere? Io penso che queste maschere siano gli unici e veri problemi dell’uomo, anche se qualchevolta, a fin di bene, potrebbe essere utile una maschera.Giuditta Salza I D

Tutti noi nella vita indossiamo una maschera, o almeno abbiamo provato a indossarla. Alcune personeindossano una maschera in modo positivo, magari per cambiare il proprio aspetto interiore, altri la

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Voce agli studenti

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indossano per nascondere la propria identità. Non esiste una persona che almeno una volta non abbianascosto la propria identità e che non abbia mai usato una maschera. Usiamo una maschera per proteggercidal mondo o da persone estranee, la usiamo, come ho già detto prima, per nasconderci. Esistono personeche non riescono a fare a meno di indossare una maschera. Secondo me è come una specie di droga,quando la usi spesso o quasi sempre non la si riesce a lasciare più. Ci sono, invece, altre persone cheprovano a indossarne una, ma alla fine questa maschera “cala giù”, se ne va. Tutto questo, forse, perchénon si è in grado di indossarla, perché troppo fragili. Nella vita di tutti i giorni indossiamo una maschera,quando si è a scuola, al lavoro, con gli amici… e a volte anche con i genitori!Io non riesco ad indossare una vera maschera, perché sono una persona con un carattere buono, simpaticoma allo stesso tempo fragile. Per questo non avrei il coraggio di nascondere la mia identità, perché so dinon poter indossarne una perché poi avrei paura non ritrovare più me stessa.Eleonora Proietti I D

Laboratorio di dattico di fotografia con la 1F al Museo Macro a cura di Maira FucciLo studio di Periovsky

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Propos t e

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Lavoro di Arancio Maria 2A150 dell’unità d’Italia - tecnica penna e pastelli

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

Art.2 - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svlge la sua personalità.

S

Posso esserci.di Sonia Cecchetti

E c’era solo il ticchettio della sveglia accanto al mioorecchio,ed i pensieri lenti nella dolce attesa del sonno,anestesia del corpo e pace della mente.Ma so che il cuore non avrà nè pace ne giustizianeanche nell’incoscienza,so che invocherò il tuo nome,ancora,e ancora,e ancora.Così ogni notte. E queste lacrime, le trattengo alzando lo sguardo alsoffitto, le tengo dentro, strette e incatenate e diventanoparte di questa parete di roccia e ghiaccio che sono,da qui non passa più amore, non mi scalfisce, bensìmi mangia dentro,

cresce, e tu, sempre come un faro,tu sei la luce che ho intravisto ogni notte in sogno.E mi illumini,m’invadi di luce e non posso nascondermi,ti seguo ogni volta che vado alla deriva.Ti prego abbi pietà di me, del cuore che haicongelato nel tuo inverno interiore,per poi scaldarlo con lacrime di sincero dolore,e mentre le tue mani spostano i miei capelli colorcremisi dietro l’orecchio sento la carezza,sento che sposti il dolore via dall’anima,e sorrido. Per ogni istante, per ogni dolce sospiro e candidacarezza,per ogni inferno vissuto,per ogni urlo di dolore, perogni graffio,per quel dannato ti amo che non so più dire senzascavare nelle cicatrici di questo mio essere fragile,abbracciami e impediscimi desiderare la caduta

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più di ogni altra cosa,sii il paracadute ,sii l’erba sulla quale atterrerò coi miei piedi nudi,sempre freddi come dici tu.Riempimi le narici del tuo odore, gli occhi della tua luce,la bocca del tuo nome,la mia pelle del tuo sapore,riempi le orecchie di silenzi in cui dici che mi ami.Fammi capire che sbaglio cazzo e che io posso.Posso esserci.

Lavoro sezione pittorica

Just a dream....di Sonia CecchettiAprire gli occhi e trovarsi davanti un soffitto che nonè il tuo è, più o meno, come cadere dal letto.Ho ascoltato un respiro estraneo al mio, l’hoassaporato e sentito dentro l’intimo. Irregolare comele mie mestruazioni. Lievemente grattato. Sembravadi ascoltare uno di quei vecchi dischi in vinile , dalsuono distorto e quasi fastidioso. Fantastico. Invece di alzarmi subito mi sono stesa su un fiancoe t’ho osservato. Non ci potevo credere, tu eri li, conme in quel letto.Ero fuori di me dalla felicità.Era una situazione assurda , ieri quando mi sonoaddormentata, da sola, m’era parso chiaro che tunon saresti mai ritornato a me, eppure ora eccotiqui, addormentato e sereno come non sei stato mai. Oh, questo è senz’altro uno scherzo del destino. Iol’avevo accettato sai? Che te n’eri andato. Prima o poi lo accetti come si accetta il fatto direspirare e sentirsi sempre soffocare.

Come mangiare e non sentire mai il sapore, riescia mandare giù solo una brodaglia fatta di ricordi erimorsi per poi vomitare rabbia. Ho paura di toccarti, di scoprire che ci sei davvero.Sarebbe dura ricominciare a sentire. Apri gli occhi, i tuoi splendidi occhi. Senzaguardarmi mi prendi la mano. Dio, quel calore così familiare mi fa’ esplodere unsorriso sul volto che non sembra mai da me. Non mi appartiene. Aprire gli occhi e trovarsi davanti un soffitto che è iltuo ti fa’ capire che questa è la realtà.La realtà in cui ti giri su un fianco e trovi un postovuoto, realizzando che tu non verrai da me ed iofarò lo stesso.Non ci incontreremo neanche a metà di una stradache non esiste , nè ci adopereremo per costruirneuna. Tu non mi appartieni.

Lavoro sezione fotografi a e moda

Propos t e

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Spazio aperto

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Lavoro di Agostinelli Emanuela 3A150 dell’unità d’Italia - tecnica china colorata

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

Art.3 - Tutti i cittadini hannno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, snza distinzionedi sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

La forma dell’animadel docente Marco Buzzi

Il concorso di poesia e prosa di cui qui esibiamo le opere vincitrici è creatura più che decennale di questoistituto. Da quando lo ho preso in mano io, nel 2004, ho tuttavia teso a centralizzare un aspetto prima solomarginale e casuale. Ho teso a mettere cioè al centro il concetto di forma, a fare sì che l’anima non silimitasse a sgorgare così come viene, ma fosse costretta a concretizzarsi in una forma precisa - temi,titoli, criteri formali, plagi coscienti ispirati ad altre opere – di modo che anche la scrittura potesse diventare,come la pittura, il mosaico, la scultura, ‘laboratoriale’, tecnica dell’anima, e non pura e sempliceespressione, ‘sfogo’ del cuore e della fantasia.Un’altra linea portante è stata quella del colloquio tra tutte le arti, idea che ha generato la proposta dipoesie e racconti ispirati ad opere visive (quadri, foto, sculture), e che dall’anno scorso si è rovesciataparallelamente nella sezione sulle foto ispirate alle stesse tematiche delle poesie e dei racconti. Puntologico d’arrivo e ulteriore sintesi di linguaggi è poi la performance legata alla premiazione di fine anno,dove alla lettura teatrale della prof.ssa Goracci si affiancano la musica e, dall’anno scorso, la proiezionedelle foto vincitrici e delle opere visive ispiratrici di poesie e racconti. Infine, anche la pubblicazione suquesto giornale fa parte del concerto : è come concludere il tutto con quell’arte dell’identità che è la storiacome arte della memoria, la memoria come identità dell’ISA 2.

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Su per le scale caddi nel sole

Marta VaccaroClasse 2 G – ottobre 2010Categoria A 2

Salendo e scendendoè lontano ciò che si desidera.Percorrendo solide scale,verso la forte luce del soleraggiungiamo i nostri sognipiù grandi.

Conta essere se stessi.

La nostra esistenzasi fermase durante il percorsoci lasciamo accecaredalla luce del sole,cadendo nell’ombra del buio

Su per le scale caddi nel sole

Edoardo MartinoClasse 2 GCategoria A 2

Mentre salivo su per le scalem’illuminai d’immenso.Caddiin una luce paragonabilesolo a quella del sole.Una luce che mi scruta dall’esternoche mi divorama allo stesso tempo mi rende felice.Questa è la luce della libertà !

Ascoltando oltre il muroIlaria TimpaniClasse 1 FRacconto a tema

Era una giornata nuvolosa. Il cielo era d’un grigioche prometteva un temporale. Ero nell’aula 23. Lepareti erano dipinte con delle mani colorate, e quae là spuntava qualche personaggio dei cartonianimati che qualcuno si era divertito a disegnarecredendo fosse una decorazione. Dalle finestre sipoteva osservare il traffico mattutino: le luci delsemaforo che si alternavano per far passare i

Concorso di poesia giugno 2011Premiazione e presentazione dei vincitori

presieduta dal dirigente scolastico MariagraziaDardanelli e dal docente Marco Buzzi

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pedoni. Stavo ascoltando la professoressa declamare una parte della Divina Commedia di DanteAlighieri:”Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita.”Durante tale spiegazione, nell’aula accanto, c’erano i nostri compagni di 2 B che stavano componendoun brano insieme al loro professore di musica. Improvvisamente si sentì un forte rumore, ma talmenteforte che sentii una fitta al cuore. Seguirono dei suoni di pianoforte, violino, clavicembalo. In quell’istantescese un acquazzone. Tutti ci girammo verso la finestra e osservammo la pioggia scendere giù dal cieloe bagnare i vetri delle finestre. Nell’aula accanto continuavano a suonare. Mi sentivo molto emozionata:provai una strana sensazione nell’ascoltare la melodia suonata dai miei compagni, osservando nellostesso tempo il ticchettio noioso delle gocce di pioggia. Improvvisamente il suono della pelodia si allietò,e tutto quel trambusto di rumori svanì nel nulla: la pioggia cessò di scendere. Si sentiva solo il suono deiflauti, una musica molto rilassante. Nel cielo apparve l’arcobaleno: si vedevano tutti i colori. Ci sedemmoognuno al proprio posto, e la professoressa terminò la sua spiegazione, e ci assegnò i compiti per ilgiorno dopo. Non finì nemmeno di scrivere sul registro che la campanella suonò. Quelle ore di italianoerano volate. Non mi ero mai emozionata come quel giorno. Mi erano scese anche le lacrime dall’emozione.I miei compagni mi deridevano, ma io affrontai tutto ciò con indifferenza. Non capita tutti i giorni di provaredelle forti emozioni. Il nostro pianeta oggi è talmente inquinato da non farci più distinguere i rumori dellanatura. A volte è bello osservare la pioggia, e scoprire nuove emozioni, perché alcune di esse si provanouna volta sola, e sono indimenticabili.

L’ebbrezza di volaredi Beatrice ScarpaClasse 2 EPoesia su immagine

L’ebbrezza di volare, equilibrio posto su di unrasoioLa tua vita, la tua anima, i tuoi sentimenti ripostiin una sottile lama d’acciaio,

Il mondo scorre, la gente parla, tutto continuama per te, angelo danzante, il corpo è solo.Non una parola, non un gesto si insinua.Liberare la mente e spiccare il volo !

Pochi secondi, non di piùMa per te tutto è fermoUna farfalla, un uccello, qualunque cosa battadue liberatorie aliE in quel momento voliNulla può rompere il ghiaccio, lo schermoCi sono solo il mondo e tu

Gioia felicitàTristezza risentimentoAmore libertàIn ogni tuo sentimento questa è la tua via, il tuomiraggioQuesto è il pattinaggio.

Tu viaggi con il pensieroIl ghiaccio, ponte per un mondo non veroFatto di pensieri e sensazioniLa vita nelle tue emozioni

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Non smetterò di avere paura dei giornidi Veronica de LaurentisClasse 5 P – giugno 2011Poesia a tema‘Non smetterò di avere paura dei giorni’

Goccia sulla tela bianca,bianca sarà la tua pellee il tuo respiro.Cercherò come un ciecoun solo sguardo.E il buiodi me sovranosu te veglianel tuo ultimo respiro.Il mio cammino saràsempre più irreale.Diverrò un giocoliere perditempo …ma non smetterò di aver paura,paura dei giorni che devono arrivare

Fey Di PatriziClasse 2EPoesia su criterio formaleCalligramma

Correre.Sempre più forte.Lascio tutto quello in cui mi imbatto alle spalle.Sento la forza del vento sul mio viso.In quel momento sono invincibile,nessuno mi può fermare.E’ più facile saltare,è più facile spostarsi,è più facile sorridere,ridere.

Concorso di poesia giugno 2011Premiazione dei vincitori della classe 5P

da parte del dirigente scolastico Mariagrazia Dardanelli

Un senso di vuotosi aggrappa sullo stomacoquel senso di vuotoche spinge la tua voce verso l’alto,e in quel momento tutto è fermo,tutto è in silenzio.

Ci sono solo ioe la sfrenata vogliadi continuare a vivere.

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Veronica De LaurentisClasse 5Sezione Eccellenze‘Ombre dietro le cose, nel mio sguardo, in me /ombre ombre / esplodono’

Ombre dietro le cose, nel mio sguardo, in meombre ombreesplodono …Il seme del male non crescerà dentro me,il seme del dolore diverrà Rosa dentro me.

Odio, rancorepaura, ribellionedonne che sanno perdonaredonne in ginocchio davanti a un altare.

Occhi profondi parlano di pauraSì !paura di uomini senza gloriache usano me, donna.Donna di amore, di dolore, di passioneDonna del domani, di un domani forse migliore.

Quel pensiero mi assale, un colpo freddo al cuore.Lui ora è lì.Tensione, esplosione,lacrime di rugiada sull’amore.

Abbandonata al mio crudele destinomuoio dentro mesul mio viso non più il sorrisospento dall’acceso dolore,il freddo sostituisce il vecchio calore,il ricordo deve essere rimosso.

Per lei sarà diversoIn ogni mio gesto vedrà amore.Sarò la sua guida,e non la sua prigione.

Ilaria PalombaClasse 3 P - giugno 2011Poesia su immagine

Notte stellata è un drappo celeste,un tessuto cardato che d’oro si veste,impensabile osare calcare quel mantoinaccessibile e immenso motivo di vanto.

Disteso e abbagliante nel suo vasto percorsocome un cavallo bizzarro aizzato sul dorsoche non smette di correre con quel calpestioaffranto e proteso verso un languido addio.

Vorresti tentare di domare la corsasfrenata e confusa di stelle… Una morsa.Mentre sfugge il puledro dall’occhio indolentedi chi osserva la volta del cielo fremente.

ErosElena BonamonetaClasse 3 Ggiugno 2011Poesia su immagine

Io che son d’amore la tempesta,io che son musica di corda e freccia di rosso;io che ho le ali e silenzioso e svelto la disfatta procuroanche se son sicuro che nessuno maise ne avvede con ragione.Per mio gusto e diletto guardo l’umano viveresconvolto da una spina di rosa e un bacio d’estate,da un vento di fuoco e una calma di lampo.Io che con coperta di sogni avvolgo l’anima.Con una freccia d’amore e un arco di lunadesto i sensi dormienti.Io che son Eros e null’altro aggiungo !

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Martina PalmieriClasse 3 P – giugno 2011Racconto a tema‘Non credevo di essere così’

Avevo circa cinque anni quando è nata la mia passione per l’arte, vedendo mio fratello fare il ritratto a miamadre. A sette anni avevo già il cavalletto con la tela, dove disegnavo per ore e ore. Mi ricordo che facevoritratti, paesaggi, e spesso mi divertivo a dipingere insieme a mio fratello. Anche lui, come me, aveva lapassione di disegnare tutto ciò che è visibile, ma soprattutto le sensazioni che provava nel vedere ilmondo che lo circondava. Lui, Marco, era più grande di me solo di un anno; sapeva disegnare e dipingeremolto meglio di me, ma io non mi scoraggiavo, e cercavo di fare del mio meglio. Volevo diventare comemio fratello, volevo ‘essere’ mio fratello. Mi incantavo ad osservarlo mentre dipingeva con la sua tavolozzacolma di colori, i pennelli fra le dita e la maglietta sporca di colore. Cercavo di imitarlo in tutti i modi, malui era sempre più bravo di me. Visto che ci separava solo un anno, mia madre pensò di metterci nellastessa classe, così che ognuno potesse badare all’altro. Le elementari e le medie quindi le abbiamopassate sempre insieme, nella stessa classe, sempre vicini, ma i nostri interessi pian piano cambiavano,così da diventare diversi. Marco voleva diventare grafico pubblicitario, mentre io avevo intenzione difrequentare il liceo artistico. Sapevo che lui aveva fatto una scelta non consona alle sue capacità. Dovevaprendere il liceo anche lui. Tornava sempre da scuola con la sua cartellina 50x70 piena di grafici, macchieindefinibili, numeri sparsi. Io invece ero contento di aver scelto la mia scuola, perché avevamo moltematerie riguardanti l’arte: progettazione, tecniche murali, educazione visiva, e molto altro. Mio fratelloperò venne bocciato al terzo, e cominciò a non andare più a scuola. Così all’ultimo anno non venneammesso all’esame di maturità. Io, al contrario, venni promosso a pieni voti, e decisi di frequentarel’accademia. Mio fratello, stanco dei rimproveri dei nostri genitori, a 20 anni se ne andò di casa, e non lovidi più.Passavo il mio tempo a dipingere con gli acrilici, ma non riuscivo a non pensare a Marco. Mi mancava, evolevo ritrovarlo. Un giorno suonò alla porta un uomo alto, con il viso macchiato di colore e una cartellina50 x 70 piena di fogli. Lo riconobbi subito. Era lui, mio fratello. Ero felicissimo del suo ritorno, e nonvedevo l’ora di osservare i suoi lavori, contenuti nell’usurata cartellina. La aprii. C’erano numerosi progetti.Mi si illuminarono gli occhi. Marco aveva eseguito degli schizzi da poter poi realizzare su carta e tela, ocon qualsiasi altra tecnica. Mi raccontò il suo “viaggio” alla scoperta dell’arte, ma a me tornavano inmente i suoi progetti contenuti nella cartellina. In questi anni mi ero esercitato solamente a copiare dipintidi altri artisti, come Michelangelo, Durer, Giotto, Leonardo e molti altri, senza però mai creare un mioprogetto, una mia opera, vale a dire realizzare una mia idea.Così chiesi a mio fratello di trasferirsi da me con tutti i suoi lavori, e se avesse intenzione di dare vita anuove ‘opere’. Io nel frattempo avevo trovato una commissione: creare una composizione perl’inaugurazione della mostra “Nuovi Talenti” del museo della mia città. Ci lavorai per intere settimane,senza trovare una buona idea. Non riuscivo neanche a disegnare; volevo finire il prima possibile, ma nonero in grado di creare. Ero sempre stato quello che copiava: da mio fratello prima, dai grandi del passatopoi.Mi venne un lampo di genio: prendere un progetto di Marco, ed eseguirlo su tela, per poi consegnarlo alcommittente. Dovevo impadronirmi dei suoi progetti; avrei potuto prenderli non appena Marco fosseuscito per la sua solita passeggiata creativa.Appena chiuse la porta entrai in camera sua ed afferrai la cartellina. Sfogliai concitatamente quella miriadedi disegni, finchè non sentii un tuffo al cuore: avevo trovato il progetto tanto ambito. Corsi nella mia stanza,e cominciai a realizzarlo. Dopo alcune ore avevo finito, e Marco rientrando non si era accorto di nulla. Latela che avevo appena finito di dipingere si stava asciugando nella mia stanza, e Marco, per la sua naturariservata, non vi sarebbe mai entrato senza il mio permesso. L’indomani consegnai il progetto al museo,e furono tutti entusiasti: era proprio l’idea che stavano cercando. Mi chiesero così di portare loro altre mieidee, ed io accettai immediatamente. Ma io non avevo idee, e così entravo furtivamente nella camera diMarco, e attingevo ai suoi progetti. Nel frattempo il direttore del museo aveva deciso di esporre i mieilavori, perché era tanto che non vedeva progetti così freschi e innovativi. Non potevo credere a quello chemi stava accadendo ! Per anni avevo cercato in tutti i modi di farmi notare nell’ambiente dell’arte, e ora ilmio sogno si stava avverando. Per due mesi lavorai ininterrottamente notte e giorno, sfruttando gli schizzi

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che avevo preso a mio fratello. Finalmente il giornotanto atteso arrivò. L’esposizione delle mie opereebbe un enorme successo. Per intere settimane lafolla si accalcò ansiosa di ammirare ‘lo spiritoinnovativo’ che caratterizzava lo stile di questogiovane artista. E questo era solo il commento deigiornali !Una sera, tornando a casa, non trovai mio fratello.Pensavo che fosse uscito per il suo solito giro,finchè, entrando in camera mia, trovai su una telabianca posta sul cavalletto, un biglietto su cui c’erascritto: “ Ho visto i TUOI disegni dei MIEI progetti.Ora quello che ti resta è ciò che sai creare: una telavuota.”Rimasi immobile. Le parole non le vedevo più. Lesentivo solo risuonare nelle mie orecchie,pronunciate dalla voce amareggiata di Marco. Miguardai nello specchio dell’armadio, e nonriconobbi il riflesso di quel volto: avevo ingannatomio fratello, e ora lo avevo perso per sempre ! Noncredevo di essere così.

Concorso di poesia giugno 2011Premiazione di Martina Palmieri

Silvia SalvittiClasse 2 E – giugno 2011Racconto su criterio formale‘Narrato dal punto di vista di un bambino’

Cara maestra Tina, ti chiedo scusa da ora, perché questo non è proprio il tema che hai chiesto tu. Midispiace, ma non riesco proprio a scegliere un solo fatto che ho sentito al telegiornale che mi haimpressionato… Stanno accadendo così tanti fatti nel mondo che non so proprio cosa scrivere ! Peresempio, c’è stato quel forte terremoto in Giappone, ancora più forte di quello che c’è stato in Abruzzo,dove vivono la nonna e il nonno. Guardando le immagini sembrava un film, soprattutto perché oltre alterremoto le isol giapponesi sono state travolte da un mare nero, che ha distrutto tante case, ucciso moltepersone etc etc. Non ci credevo tanto che fosse accaduto davvero quando l’ho visto. Però la mamma miha detto che purtroppo è proprio successo davvero ! Anche la centrale nucleare, oltre alle emergenze, stadando un sacco di problemi laggiù. La maestra di matematica e scienze ci ha spiegato che per colpadelle radiazioni le persone in Giappone, tra le altre cose, non potranno più mangiare le verdure coltivatelì, per esempio. Come faranno senza ?E se la mettono anche in Italia una centrale nucleare così, e arrivaun altro terremoto forte ? Che succederebbe ? Neanche noi potremo più mangiare le verdure, come iGiapponesi ? E non si potrà neanche più lavorare il grano per fare la pasta ? Questo vorrebbe dire che lanonna non potrebbe più prepararmi il passato di verdure del venerdì ! Non voglio. A me piace mangiare ilsuo passato il venerdì per pranzo ! E ai bambini del Giappone le nonne glielo preparavano ? Gli piaceva? Saranno tristi di non poterlo mangiare più ? Sicuramente saranno più tristi i bambini della Libia però…Lì è scoppiata la guerra, una guerra vera ! Ci sono bombe, fucili, militari e tutto quanto ! Le personeinnocenti che vivono lì cercano di scappare in tutti i modi, anche a costo di rischiare la vita in mare. Intelevisione ho visto un barcone così pieno di persone che mi sono chiesta come mai non affondasse !Vengono tutti in Italia perché siamo il paese più vicino, immediatamente sopra il loro. Anche se siamovicini però a me la distanza tra il nostro paese e il loro sembra grandissima… Non sono mai riuscita avedere l’Africa dalla spiaggia ! Non avranno paura durante tutto quel tragitto in mare aperto ? Io avreipaura di cadere dalla barca e affogare, o di essere mangiata da qualche squalo ! penso che la mia paurapiù grande però sarebbe quella di perdermi. Molti bambini infatti vengono mandati qui da soli ! Perché le

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loro mamme non se li tengono vicini ? Non sentono la loro mancanza ? I signori e le signore che abitanoin Sicilia, soprattutto a Lampedusa, sono molto arrabbiati, perché gli “immigrati”, si chiamano così, sonodavvero tanti, e la situazione è per loro “insostenibile”, hanno detto. Se potessi scegliere io cosa fare pertutte queste persone, li metterei in tante case vicine, in modo che possano stare insieme, e sentirsi a loroagio tra di loro, come se fossero nel loro paese, così da non sentirne più la mancanza ! Non vorrei che, secontinuassero ad arrivare in così tanti e tutti nella stessa regione, finisse come nel pensiero buffo che hofatto l’altro giorno ascoltando queste notizie. Potrebbe affondare la Sicilia ? Per fortuna la mamma mi haspiegato che non potrebbe mai succedere ! Quando ho sentito un signore con un gran sorriso parlare altelegiornale mi sono sentita un po’ meglio: ha detto che entro 60 giorni manderà tutti questi immigrati nelloro paese, nei casi possibili, oppure in nuove sistemazioni. Meno male ! Si è anche comprato una casaa Lampedusa ! Anche se a dire il vero non capisco molto perché… Vuole prestarla ad alcune delle personeche sono sbarcate lì ? Ieri mia sorella maggiore mi ha detto che se voglio aiutare gli stranieri vuol dire chesono una comunista. Io le ho risposto che non lo ero di certo, perché il suo tono sembrava una presa ingiro. Ma in realtà non so bene cosa sia un “comunista”. Quando ho chiesto spiegazioni a papà, lui mi hadetto che non ne esistono più, che sono esistiti tanti anni fa, come si dice dei personaggi delle favole.Sono forse delle creature mitologiche ? Chissà che un giorno alla televisione non ne annuncino laricomparsa, e che io non possa scrivere un tema al riguardo.

ELENCO PREMIATI CONC POESIA - GIUGNO 20112 E – 3G Rossella VENUTO // 1 F Valeria VENZA // 2 G BUZZI3 P Angela GIUDICEANDREA - 5 P Giovanna NOSARTI

1° I PREMIO ASSOLUTO BIENNIO Primo della categoria F 1 – Racconto su criterio formale ‘Narrato dal punto di vista di un bambino’ Silvia SALVITTI - Classe 2 E

2° I premio assoluto triennio Primo della categoria E 1 – Racconto a tema ‘Non credevo di essere così’ Martina PALMIERI - Classe 3 P

3° II premio assoluto triennio

Primo della categoria C – ‘Poesia su immagine’Elena BONAMONETA - Classe 3 G

4° III premio assoluto triennio – Pari meritoSecondo della categoria C – ‘Poesia su immagine’Ilaria PALOMBA - Classe 3 P

5° III premio assoluto triennio – Pari meritoPrimo della categoria A 6 ‘Poesia tematica’- sez. Eccellenze’

‘Ombre dietro le cose, nel mio sguardo, in me / ombre ombre / esplodono ‘ Veronica De Laurentis - Classe 5 P

6° II premio assoluto BIENNIO Primo della categoria B 4 - ‘Poesia su criterio formale’ ‘Calligramma’ Fey Di Patrizi - Classe 2 E

7° III premio assoluto BIENNIO Terzo della categoria C – ‘Poesia su immagine Beatrice Scarpa - Classe 2 E

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8° PRIMO della categoria A 5 - ‘Poesia tematica’ ‘ Non smetterò di aver paura dei giorni’ Veronica De Laurentis - Classe 5 P

9° PRIMO della categoria E 3 ‘Racconto a tema’ ‘Ascoltando oltre il muro ‘ Ilaria TIMPANI - Classe 1 F

10° PRIMO PARI MERITO della categoria A 2 ‘Poesia tematica’ ‘ Su per le scale, caddi nel sole ‘ Edoardo MARTINO - Classe 2 G

11° PRIMO PARI MERITO della categoria A 2 ‘Poesia tematica’ ‘ Su per le scale, caddi nel sole ‘ Marta Vaccaro Calsse 2G

Concorso di poesia giugno 2011Lettura il docente GianCarla Goracci

sullo sfondo eil docente Marco Buzzi

Concorso di poesia giugno 2011il docente Giovanna Nosarti

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CONCORSO POESIA E FOTOa cura del docente Maira Fucci

TIPOLOGIA H1 volavo e mi hai vistoTIPOLOGIA H4 pensa, resta un attimo soltanto, con la testa fra le maniTIPOLOGIA H5 non smetterò di avere paura dei giorniTIPOLOGIA H6 ombre dietro le cose, nel mio sguardo, in me, ombre ombre, esplodonoTIPOLOGIA L1 foto polarizzata o a forte contrastoTIPOLOGIA L2 foto su piano inclinato con perdita d’equilibrioTIPOLOGIA L3 forte primo piano ingrandito

Concorso poesia e foto giugno 2011Tipologia H1

Concorso poesia e foto giugno 2011Tipologia H4

Concorso poesia e foto giugno 2011Tipologia H5

Concorso poesia e foto giugno 2011 - Tipologia H6

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Concorso poesia e foto giugno 2011Tipologia L1

Concorso poesia e foto giugno 2011Tipologia L2

Concorso poesia e foto giugno 2011Tipologia L3

Concorso poesia e foto giugno 2011I Docenti Marco Buzzi e Maira Fucci

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Lavoro di Cardarello Silvia 3A150 dell’unità d’Italia - tecnica pennarelli puntinato

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

Pensieri ... e parole

Immaginazione

Una volta aver provato l’ebbrezza del volo, quando sarai ancora coi piedi per terra, continuerai a guardareil cielo. Leonardo da Vinci

Per me il distacco dalla realtà avviene quando inizio a fissare senza sosta un punto qualunque nellospazio intorno a me e da quel punto in poi ogni tipo di suono per me diventa impercettibile e i mieipensieri si azzerano e la mia fantasia prende il volo, sotto forma di un cielo nuvoloso. Il modo preciso perricollegarmi è richiamarmi a voce alta o scuotermi. Per me la realtà è solo un orrendo concetto, è perquesto che mi scollego molto spesso.Filippo Manfredi II D

Art.4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoroe promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

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Io sono una sognatrice, come Peter Pan, come d’altronde qualsiasi persona, perché in fondo tutti sentonoil bisogno di evadere dalla realtà, di immaginare una vita alternativa in cui si può stare meglio, in cui si èpadroni di decidere e cambiare l’andamento dei fatti. Tutti sentono questo bisogno, dai più piccoli ai piùgrandi.Mi capita spesso di ricorrere alla mia immaginazione ogni volta che litigo con qualcuno, oppure quandovorrei che molte cose fossero diverse, o ancora meglio non fossero proprio mai accadute, queste sono levolte in cui desidero evadere dalla realtà, dalla dura realtà.Penso che l’immaginazione sia una cosa stupenda, un modo di sognare ad occhi aperti, una realtàalternativa, dove sei libero da tutto e tutti, senza limiti, l’immaginazione è l’infinito.Claudia Vendetti I F

Quando soffro, e sembra andare tutto male, mi sembra di ritrovarmi in una bolla di vetro dove possoisolarmi da tutto e tutti.Si viaggia con la mente in una fantasia parallela, in un concetto di tridimensionalità. Ci sono desideri epensieri profondi, più di quello che possa pensare la gente, ma che fanno parte di noi stessi.Non si pensano solo cose belle ma anche cose brutte, ci si immedesima sia in persone che stanno, travirgolette, meglio di noi, ma anche in persone che stanno peggio, che non hanno uno dei cinque sensifondamentali della vita o persone a cui viene strappato qualcuno di così importante, che in un certo sensofa parte di noi.Quando mi dicono: “Devi stare con i piedi per terra”…, a me dispiace, perché io spicco il volo,metaforicamente, perché volo con la mente e non con il corpo.Gli uccelli hanno questo bellissimo dono, ma essendo animali non capiscono cosa hanno.Il cielo è il limite da raggiungere, vorrei toccare le nuvole, che durante il giorno creano delle immagini buffee fantastiche.Vanessa Croce II D

La frase che disse Leonardo da Vinci è molto profonda e io in quello che dice mi rispecchio un po’,perché quando mi metto le cuffiette per sentire la musica esco dalla realtà e mi immagino di cantare io lecanzoni perché da grande vorrei essere una cantante, allora mi immagino di essere su un palco e dicantare davanti alla mia famiglia, alle persone che conosco e ad altre persone e mi sento molto bene;però quando non ascolto la musica tutto cambia, perché so che non era la realtà e quindi vorrei metteresempre le cuffiette per immaginare di essere una famosa popstar.La realtà mi spaventa perché quello che sogno non è realtà ma solo fantasia di un ragazza normale. Larealtà a volte è brutta perché non è come vorresti, però e anche bella perché ho delle amiche e la miafamiglia che mi vogliono molto bene. Ma io mi rispecchio più nella fantasia che nella realtà.Martina Tofani II D

Per un attimo vorrei distaccarmi da questa realtà. Immaginando un mondo più pacifico e tollerante, privodi falsità e interessi personali. Un mondo senza distinzioni fra popoli, culture diverse. Una realtà cheguarda più all’apparire che non all’essere. Sempre in TV si vedono le immagini di gente disperata checerca la salvezza e la libertà del nostro paese, a rischio della propria vita, un esempio può essere ora lasituazione degli immigrati che abbandonano il loro paese.

Sarebbe bello anche un mondo senza guerra, senza feriti. Quando sentiamo attraverso la radio, latelevisione, di soldati che partono per le guerre e qualche volta alcuni purtroppo non ritornano lasciando leloro famiglia, i loro amici, in poche parole LA LORO VITA. Facciamo un altro esempio, spostando il temasulle discriminazioni in base al colore della pelle, tra bianco e nero. Ecco, mi sono distaccata per un

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attimo dalla realtà e quella realtà che mi sono immaginata è fatta senza guerre, senza distinzioni. Fatta dipace. Quella realtà che spero cambi nel migliore dei modi.Chiara Ricci II D

Su questo tema ne ho da dire… Per quanto riguarda “scappare dalla realtà” sono la persona adatta.Praticamente io cerco sempre di volare via da questa realtà che molto spesso, diciamo quasi sempre,non riesco ad accettare. Mi è capitato spesso di stare male, specialmente per delle persone che non selo meritavano, e cercare un rifugio in me stessa che potesse consolarmi. Cercavo quasi sempre di capirese in realtà fosse stata mia la colpa di tutto e quindi poter riaggiustare l’amicizia chiedendo scusa. Lafantasia credo che sia la miglior cosa in cui potersi rifugiare, però non bisogna esagerare perchéfantasticando troppo si comincia a credere che tutto giri intorno alla tua idea. Il modo in cui mi distacco?Quando sono triste per questa realtà “crudele” non parlo più con nessuno e tengo sempre il muso, rispondomale… insomma una vera ignorante! Poi però, dopo aver capito il problema di tutta questa realtà, checomunque molte volte viene creata da me, riprendo i contatti e mi scuso con le persone a cui ho rispostomale o che non ho proprio calcolato. Insomma, quando “scappo via” riesco sempre a ritrovare la mia verame stessa…!Chiara Papacci II D

La fantasia è una cosa molto bella che ci porta a sognare e a fantasticare su quel mondo lontano chepurtroppo non sempre può essere reale nel momento che viviamo. Nella vita di tutti i giorni sentiamo pertelevisione quelle cose brutte che accadono e quindi queste cose mi fanno stare molto male.Usando la fantasia viviamo le cose che più ci piacciono e ci fanno stare bene, con la fantasia sogniamodi vivere in un mondo dove tutto è tranquillo e ci piace, non ci sono violenze, cattiverie e guerre.Purtroppo nella realtà il mondo in cui viviamo è molto pesante, per esempio noi ragazzi vorremmo vivereserenamente e non stare con la paura che la cattiveria degli altri ci faccia del male.

Foto di Maira Fucci - Museo Macro

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E’ per questa dura realtà che la fantasia ci aiuta a voltare lontano, dove la vita si dipinge di rosa e tuttodiventa un mondo fantastico dove tutti siamo felici donando pace e amore.Credo che se non potessimo fantasticare la vita sarebbe spenta e solo piena di tristezza e pensieri.Serena Ungaretti II D

Mi piacerebbe volare con la fantasia distaccandomi dalla realtà in cui vivo, verso un posto dove nonesiste la violenza o la guerra, ma questo è possibile solo con l’immaginazione. Poi, però, bisogna tornarecoi piedi per terra e mi rendo conto che la realtà è ben diversa. Spero che un giorno possa cambiarequalcosa nel mondo in cui viviamo, ma è necessario il contributo di tutti.Ciò, purtroppo, non avverrà mai, perciò l’unico modo per cambiare le cose è volare con la fantasia.Desirée Ricitano II D

A volte mi capita di soffermarmi su un pensiero o un avvenimento e pensare a come la situazione potrebbevariare se aggiungo o tolgo qualche elemento. Oppure immaginarmi una realtà diversa dove le regole ledecido io e dove do sfogo alla mia fantasia, alcune volte quando ho finito di leggere un libro mi immaginocome il protagonista del racconto e immagino di usare i suoi poteri come se fossero miei per cambiar larealtà.Oppure delle volte mi capite di non pensare a niente, però mi isolo dal mondo che mi circonda, come sefossi in una bolla d’acqua, però poi c’è sempre qualcuno o qualcosa che mi riporta indietro, fa scoppiarela pellicola che mi separa dalla realtà.Le volte che mi capitano queste cose è perché sono triste, oppure perché ho litigato con mamma oqualche amica, e come se quel mondo alternativo fosse la soluzione a tutti i miei problemi.Elisena Amatori I D

L’immaginazione è la facoltà creativa presente negli uomini. Per me è forse l’unica maniera che unapersona ha di andare avanti, di evadere dalla realtà e sognare. Ognuno di noi ha un momento tutto suo,nel quale nessuno può intromettersi. Alla fine i sogni sono l’unica cosa su cui puoi contare. Bisognatenerseli stretti; un giorno rimarranno solo questi. Molti pensano che sognare sia solo un modo per scapparedalla realtà perché si ha paura. Ma non è così: anche i più forti lo fanno. Io sono molto sognatrice: amofarlo perché, se non lo si fa, non si ha più alcuna ragione di vivere. In fondo è necessario, anche se poi siintravvede la realtà. Sento il desiderio di evadere da quest’ultima quando mi sento estranea al mondo,quando nessuno mi capisce. Fantastico sul fatto di poter scappare in qualche strano posto, da sola; solacon i miei pensieri. La maggior parte delle volte immagino di essere l’unica, anche se intorno a me c’èuna folla di persone.Il fatto di immaginare è come ritrovarsi a casa, al sicuro. “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro.Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”.Virginia Minati I F

“I sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor…” Credo non esista frase più vera perché ognuno di noi tentadi inseguire i propri sogni, anche se con moltissime difficoltà… ma non è questo il bello? Lottare perquello in cui si crede, avere degli ideali…Non c’è un momento preciso in cui noi evadiamo dalla realtà. Può capitare in qualsiasi occasione: quandodormiamo, quando ci affacciamo alla finestra, quando guardiamo un film o quando leggiamo e il bello èquando ci abbandoniamo a questi sogni e fantastichiamo su cose spesso impossibili.

Sono convinta che un sogno può essere chiamato tale solo quando è nostro perché se lo racconti aqualcuno allora sai che non si avvererà, forse è superstizione oppure semplice mancanza di fiducia nelprossimo, ma le persone prendono ciò che è tuo e lo trasformano in loro e tu rimani vuota, ed è per questo

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Stanze dell’arteDiverso da chi

che abitualmente non racconto i miei sogni, ma io sogno sempre. Non importa dove mi trovo, con chisono e che ora sia, i sogni sono ciò che ci caratterizza che ci dona la forza di andare avanti ogni giorno edi credere sempre in qualcosa di positivo.Tantissimi poeti e scrittori parlano dei sogni nei loro discorsi,credo perché i sogni sono il nostro tutto, la nostra stella polare.Paulo Coelho ha scritto: “Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni”. Edio lotterò per i miei sogni!Flavia De Santis I F

A me piace molto fantasticare e immaginare la mia vita in altri modi. Spesso lo faccio a scuola, magariguardo fuori dalla finestra e immagino di poter volare. Poi, per addormentarmi, immagino sempre tantecose di ogni genere. Una volta ho persino immaginato come sarebbe la mia vita se morissero i mieigenitori o i miei fratelli! Poi mi fermo e penso di essere davvero strana a pensare queste cose. Altre volte,dopo aver visto dei film o dei cartoni, mi metto nei panni del protagonista e immagino come sarebbevivere mille avventure in altri mondi e con gente particolare. A volte immagino pure di tornare piccola e digodermi la vita di quando avevo sei o sette anni. Altre volte ripenso a cosa è successo durante la giornata,magari mi hanno fatto domande a cui non ho saputo rispondere e immagino le risposte coraggiose cheavrei potuto dire.Dicendo queste cose si potrebbe pensare che non mi piaccia la mia vita, ma a me piace. E’ solo chevorrei essere più libera, stare nella natura sconfinata e poter viaggiare in tutto il mondo. Io però mi immaginoun mondo magico, dove prevale la natura e con tanti animali, anche quelli mitologici. Ma un mondo cosìnon esiste ed io preferisco immaginare e sognare.Anna Vulpis I D

Io sono una persona che vive d’immaginazione, di fantasia, e senza questa io credo che non riuscireineanche a vivere; per me la fantasia, come la libertà, è la cosa più importante e bella che possa esisterein ognuno di noi, perché ci permette di volare, di sognare e di essere persone più felici. In ognuno di noici dovrebbe essere almeno un pizzico di fantasia, quel tanto che basta a farci un’idea del “nostro” mondo,quel mondo che tanto desideriamo a tal punto da farlo diventare nostro.La fantasia ci permette anche di essere tante persone, persone che forse nella realtà di tutti i giorni nonpotremmo mai essere, ma con la fantasia non solo potremmo essere una di queste persone, ma anchepersone infinite in infiniti momenti e in luoghi magici mai visti prima, luoghi dove gli animali parlano e sonofinalmente liberi e giocano con noi umani; persone libere che vivono anch’esse di sogni che un giornoprima o poi realizzeranno; in foreste incantate piene di creature strane, buone o cattive, e tante prove dasuperare per arrivare felici alla meta e vivere in libertà.Io alcune volte, quando sono stufa di questo mondo, mi chiudo nel “mio” mondo, di cui non mi stancheròmai. Il mio mondo è un mondo che nessuno può neanche minimamente immaginare, solo chi lo vive comeme può capire cos’è. Il mio mondo è un misto di tutto, e io stessa devo ancora finire di scoprirlo tutto, cosache credo che non riuscirò mai a fare perché crescerà sempre, con luoghi magici, amici veri con cuiconfidarsi a affrontare tante avventura come pirati e cose fantastiche e infinite. Ma ad un certo punto sideve tornare al mondo reale, il mondo di tutti i giorni, il mondo in cui ci tocca crescere e imparare semprecose nuove ma che non mi permette di essere libera fino in fondo come vorrei essere.Mitia Burini I D

Delle volte quando leggo la fantasia prende il sopravvento e mi ritrovo nel libro a vivere le scene, cosìscappo dalla realtà; ma succede che a volte, quando sono arrabbiata o delusa, inizio a pensare e ancheda un pensiero semplice arrivo a fare dei film nella mia mente. La fantasia è una cosa molto bella che tiaiuta a distrarti da pensieri brutti, ma poi a volte succede che quando torni alla realtà rimani deluso con un

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vuoto dentro, perché era solo fantasia. Quando “tisvegli” ti ritrovi lì in una stanza, invece di essere inun bosco o al mare, quindi per me la fantasia è bellama fa illudere troppo e quando torni dal “viaggio”potresti stare più male di prima.Giulia Ferrarini I D

Ognuno di noi nella propria vita incontra periodi chenon vorrebbe mai vivere, quei periodi in cui i nostripensieri vanno a rivolgersi solo alle situazioni brutteche stanno accadendo e l’unico modo per sentirsimeglio sta nel navigare con la fantasia.Con la fantasia ci si allontana dalla realtà per sentirsimeglio in quei pochi istanti di immaginazione, mapoi si torna alla vita di sempre, con i vari problemida affrontare, sempre più duri, con cui una personadiventa sempre più forte, più coraggiosa. Sono,forse, le persone più dure ad avere piùimmaginazione, perché hanno trovato i momenti perstare serene con se stesse, così da avere anche lacalma necessaria per affrontare ciò che viene loroincontro.Io, ad esempio, cerco di fuggire dalla realtàpensando a come sarebbe bello poter viaggiare neltempo, tornare indietro ed evitare tutti gli sbagli fatti.Miriana Ferioli I D

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Particolare del giardino dell’istituto scolastico

Progetto IDEE - Open Day giugno 2011Integrazione, Diritti ed Educazione contro l’Esclusione(UPI, Provincia di Roma, Save the children, Ministero dell’Interno Dipartimento per le Libertà Civili el’Immigrazione)

Da gennaio a giugno 2011 la classe 2E del Liceo Artstico Statale Roma 2 è stata scelta dal DirigenteScolastico per lavorare su un progetto pilota “Progetto IDEE”. L’obiettivo era quello di promuoverel’inserimento e l’inclusione di minori provenienti da Paesi Terzi, con particolare attenzione a quelli arrivatirecentemente in Italia, frequentanti l’ istituti scolastici secondari superiori non solo di Roma e Provinciama anche delle Province dell’Aquila e Milano, favorendo processi di socializzazione interculturale, contrastoai pregiudizi, informazione, supporto legale e accompagnamento alla genitorialità, a partire dalla scuolacome luogo di riferimento e mediante un approccio metodologico innovativo e l’utilizzo di strumentiinformativi e multimediali. Infatti grazie all’intervento pronto, preparato ed efficace dei rappresentanti diSave the children, in particolare di Carlotta Bellomi (coordinatrice del progetto), Federico Caporale(formatore), Aldo Di Domenico (illustratore), Margherita Senni (formatore) con i loro laboratori didattici, inostri alunni hanno fatto l’esperienza insieme alle docenti Annalisa Vecchiarelli e Silvia Coletti di:· favorire l’integrazione dei minori stranieri a partire dalla scuola, intesa come ambito privilegiato perpromuovere inclusione e coesione sociale nell’intera società· valorizzare percorsi integrati di accoglienza e di inserimento degli alunni extracomunitari e delleloro famiglie che tengano conto dei diversi aspetti legati all’inclusione (approccio olistico)

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· promuovere consapevolezza dei diritti e dellenuove dinamiche relazionali fondate su questi efavorire una riflessione sull’attuazione del principio dinon discriminazione e sui processi di inclusionesociale dei minori sia all’interno della scuola sia neidiversi contesti di riferimento.Tutto questo è stato finalizzato per favorire una pienaintegrazione delle famiglie di recente immigrazionenel contesto sociale di riferimento mediante supportoin materia di questioni legate al loro soggiorno in Italia.Inoltre è stata attivato uno sportello di informazionenon solo per i docenti della classe 2E, ma anche unorientamento e consulenza legale e psicologica conl’avvocato Emanuele Argento e la pscicologa Carlaper famiglie e operatori scolastici, su problematichelegate al soggiorno delle famiglie straniere, in ambitoamministrativo/burocratico e di tutela giurisdizionaledei diritti e relativamente, ad esempio, a questioniquali normativa in materia di immigrazione ecittadinanza, rinnovo del permesso di soggiorno,legalizzazione dei titoli di studio.Gli alunni hanno mostrato grande interesse e maturitànell’affrontare il progetto oltre che sensibilità verso letematiche dello stesso. Il 7 giugno presso PalazzoValentini tutti i partecipanti insieme alle autorità dirappresentanza hanno scambiato le impressioni, leesperienze e le emozioni. E’ stata realizzata unamaglietta dalla nostra scuola con le docenti MairaFucci e Patrizia Corona.Un progetto che tutti abbiamo ritenuto utile, attuale,formativo e necessario.

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Giornata Open Day - Intervento dirigentescolastico Mariagrazia Dardanelli

Giornata Open Day - Interventoalunni classe 2E

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Stanze dell’arte

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Lavoro di Poggi Anna 2A150 dell’unità d’Italia - tecnica pastello su carta

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

Relazione sposa spiritosa

di Violet C. 5LLa professoressa di progettazione Piozzi Paola, della classe 5L2, Corso Michelangelo, indirizzo moda ecostume, all’inizio dell’anno scolastico 2011-2012 ha commissionato alle sue alunne il primo tema su cuiambientare la creazione di abiti scultura particolari: “La Sposa Spiritosa”.Tale tema ha contribuito, come esercitazione iniziale, a far riprendere la mano alle ragazze, dopo l’estate,per disegnare silhouette e per allenare di nuovo la fantasia a “sfornare” idee pazzesche, diverse ecoinvolgenti.Uguale il tema, ma l’interpretazione data da ogni ragazza è unica e speciale.Diversi schizzi di abiti sono stati fatti, pieni di particolari e colori.

Antichi, pomposi, disegnati, velati, stile “Halloween”, con quel tocco di trasgressività che negli anni passatirigidamente non era stato concessa. Sulle tavole sono stati messi dei più belli, tra quelli scelti dalla

Art.9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

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Stanze dell’arte

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professoressa e dalle ragazze stesse, di cui il parere è contato per la scelta del figurino definitivo dasviluppare nei suoi diversi colori e nelle diverse varianti.Un tema d’esercizio diverso volto a stimolare, per la prima volta, le ragazze a divertirsi disegnando ecolorando a progettazione.

Sposa spiritosa dell’alunna Carletti Sposa spiritosa dell’alunna Cunzo

Sposa spiritosa dell’alunna Morichetti Sposa spiritosa dell’alunna Paciotti

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Stanze dell’arte

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Sposa spiritosa dell’alunna Pandolfi Sposa spiritosa dell’alunna Petrozzi

Sposa spiritosa dell’alunna Piras Sposa spiritosa dell’alunna Urbani

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Angoli di memoria

Lavoro di Moroni Sonia 2A150 dell’unità d’Italia - tecnica acrilico su carta

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

Art.11 - L’Italia ripudua la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popolie come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

INSIEME UNITIINSIEME VINCENTI

Traccia 1Un primo passo per favorire la consapevolezza della propria identità nazionale, sociale e civile è unariflessione seria sulla storia d’Italia, che aiuta i giovani ad approfondire tutto ciò che ci accomuna intermini di storia, d’arte e di cultura: fattori pregnanti di un unità d’Italia che era presente già prima chevenisse realizzata l’unità nazionale. Nell’impostazione grafica della composizione abbiamo volutocomunicare un senso di ordine geometrico e spaziale, come sovente era nelle opere dell’antichità, creandoun senso di solennità.

La StoriaAlla fine di 150anni di unità nazionale, così pieni di eventi e cambiamenti importanti si offre il fianco atentazioni celebrative, all’esprimere giudizi e a volgersi indietro magari con nostalgia. “ Gli occhi- scrivevatempo fa un poetico e raffinato commentatore - li abbiamo sotto la fronte perché siamo fatti per guardareavanti”. I Bersaglieri guardano avanti, ma si guardano anche negli occhi, si fanno coraggio, si danno

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Angoli di memoriasperanza. Centocinquant’anni d’Italia sono una lunga carrellata di testimonianze, di fatti, di opere dallequali possiamo scoprire una storia a portata di mano, intrisa di emozioni genuine. Un viaggio della memoria,lungo e sofferto, il cammino compiuto dalla gente del nostro paese per passare dalla nascita,dall’adolescenza, alla maturità della nostra Italia. Noi siamo studenti di una scuola d’arte, godiamo eamiamo le bellezze della nostra penisola, le ricerchiamo nelle scelte grafico operative. Oggi vogliamorappresentare il monumento al bersagliere posto di fronte a Porta Pia nella nostra bellissima capitale.Abbiamo tentato di esprimere la sensazione di eccitazione di quegli uomini coraggiosi che hannofortemente voluto completare con la presa di Roma l’unità nazionale. Nei libri di storia abbiamo studiatoche nel 1865 la frattura tra il nuovo stato italiano e il papato era insanabile e papa Pio IX condannava inmodo assoluto i principi fondatori dello stato come incompatibili con la vita cristiana, primo fra tutti quellodella laicità dello stato voluto da Cavour e dai liberali moderati.Abbiamo letto che:

· nel1867 Garibaldi marciò alla volta della capitale con un corpo di volontari, ma, il 3 novembre fufermato a Mentana dalle truppe francesi e costretto a ritirarsi;

· che fu necessario pazientare e soffrire per attendere la sconfitta dei francesi che finalmente venne aSedan nella guerra franco-prussiana.

Il ritiro dei francesi da Roma indusse il governo italiano a non ritenersi più vincolato dalla Convenzione disettembre e, visto inutile ogni altro tentativo di accordo pacifico con il papato Lanza ordinò di entrare nelterritorio pontificio . Così il 20 settembre 1870 le truppe italiane con un reggimento di bersaglieri entrarononella città attraverso la breccia di Porta Pia. Poche giorni dopo , il 2 ottobre, un plebiscito decideval’annessione al regno d’Italia , ponendo fine al potere temporale dei papi. Una storia avvincente come unromanzo, ma vera, fatta di gente comune, soldati e speranze.

Accidenti se è solenne la conquista di Roma !Nell’impostazione grafica della nostra composizione abbiamo voluto comunicare un senso di ordine eaggregazione geometrico spaziale, come sovente era nelle opere dell’antichità che riuscivano per talemotivo a creare un senso di solennità. Abbiamo utilizzato un disegno semplice e una campitura piatta eomogenea con i colori acrilici privilegiando l’impianto compositivo e la forza espressiva del tricoloredella bandiera italiana, segno di identità e comunione di intenti come spesso ribadisce il Presidentedella Repubblica nei discorsi ufficiali che suscitano anche in noi ragazzi un sentimento di orgoglio epartecipazione. Il monumento al centro della composizione è stato disegnato utilizzando una foto, semprecon la campitura piatta e pennellate morbide e poi arricchito di particolari per renderlo più vivo eimmediatamente riconoscibile allo sguardo. Il senso di profondità è stato ottenuto ponendo i soggetti sudiversi piani nello spazio bidimensionale del foglio. La difficoltà del lavoro in gruppo è stata presto risoltadalla volontà di dare ciascuno il meglio per ottenere un risultato comune, qualcuno aveva più idee, qualcunaltro una maggiore precisione nel disegno o nell’uso delle tecniche pittoriche, tutti insieme per prepararequesto testo semplice che speriamo riesca a spiegare le ragioni delle nostre scelte artistiche.

Imparare è un’arte formativaLa nostra formazione si sviluppa a partire dal basso, ossia educando i nostri sensi: la memoria,l’immaginazione, l’intelletto, la volontà. In quale modo? Attraverso questo lavoro abbiamo esercitato lacapacità di individuare e riorganizzare un lavoro precedentemente impostato, progettato attraverso lostudio della storia, ma anche del nostro sentire questa storia e non un’altra. Anche la vista e l’udito si sonoapplicati cercando attraverso le simmetrie geometriche il movimento, la spinta dei bersaglieri alla conquista.Con questo lavoro abbiamo voluto porre l’accento sulle parole o sui concetti fondamentali dell’Unità D’Italia:sulla conquista, ma anche sull’identità, sull’unità, sulla condivisione e la forza dell’identificazione di sé

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Angoli di memorianell’altro. Non basta conoscere, bisogna amare ciò che si conosce e farne un abito. Come l’abito deibersaglieri, inconfondibile e che quasi richiama le sensazioni di un percorso sofferto, ma vincitore, cosìnoi ci siamo sentiti partecipi dell’Unità. La posizione non statica, ma dinamica dell’immagine apporta unsenso di coinvolgimento e un’attenzione maggiore da parte di chi osserva. All’esercizio didattico èsubentrata la nostra formazione. Per un alunno formarsi significa, e qui sta il fulcro della questione inmerito, farlo crescere con ciò che è già preesistente per sua natura e struttura individuale, ossia con lasua identità storica. Elemento comune è la conoscenza e la possibilità di acquisire una nuova nozione,attraverso la memoria storica che viene rappresentata. Importante è la chiarezza dell’esposizione di concettiattraverso il lavoro svolto. È stata un’attività importante che ci ha educato a : rispettare uno spazio, ilnostro paese, nel quale sono state spese le energie individuali e sociali dei bersaglieri e non solo; sviluppare,formare ed imparare ad esprimere al meglio l’onestà intellettuale che significa sviluppare ed esprimereun’azione sociale tesa al bene comune.

La memoria storicaCi siamo resi consapevoli che la memoria storica è un’azione mentale importante per noi è legata allanostra consapevolezza civica. Questa affermazione trova riscontro nel modo in cui per esempio noiabbiamo pensato a come si è realizzata l’Unità d’Italia. Possiamo notare che il contenuto della storia èdeterminato in base alla consapevolezza delle aspettative nei confronti della realizzazione di evento grandecome la presa di Porta Pia o il grado di familiarità relativo alla sua conoscenza. Molte sono le esperienzeche già quest’anno ci hanno coinvolti come alunni nel nostro Istituto: abbiamo vissuto e vinto in memoriadi questo tema molti concorsi. Di conseguenza, si è ottenuto un risultato “ottimale” utilizzando la memoriastorica al meglio, cioè attraverso un simbolo nel simbolo: il bersagliere con la sue caratteristiche. Perrifarci all’esempio della presa di Porta Pia, dopo aver fatto uno studio approfondito dell’evento, deipersonaggi, della storia tutta, abbiamo adattato ed integrato all’interno di questo contesto il lavoro comea rappresentare una realtà che abita ancora oggi in noi e che giorno dopo giorno come cittadini italianidobbiamo continuare a costruire, attraverso il rinnovo continuo della memoria storica.

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Angoli di memoriaSCHEDA TECNICA

LAVORO SVOLTO DA:Camilla Corradi IA nata a Roma il 22/03/1994Ludovica Muraca IA nata a Roma il 02/02/1996Simona Scimia IA nata a Roma il 04/02/1995con la partecipazione del docente: Simonetta Pinna

SUPPORTO: Cartoncino bianco idoneo per pittura ad acqua;

TECNICA: Colori Acrilici stesi a pennello in campitura piatta

DESCRIZIONE DELL’OPERA: “INSIEME UNITI, INSIEME VINCENTI”La scelta del soggetto è stata effettuata osservando una serie di immagini fotografiche del monumentoromano di Porta Pia. L’immagine selezionata è stata scansionata e quindi ridimensionata e riprodottapiù volte su tre file, in posizione normale e ribaltata sull’asse verticale, fino a campire l’area di fondo deldipinto in modo da ottenere l’ effetto simmetria delle figure. Successivamente si è inserita la figura centraledel bersagliere la cui sagoma è stata arricchita con alcuni particolari disegnati in bianco su fondo nero.All’osservazione risultano evidenti:: - il cielo azzurro da cui emerge la figura dell’eroe bersagliere; - lepiume tricolore dei cappelli sulle piccole figure dei soldati che si presentano con sfumature tonali deicolori della nostra bandiera; - l’effetto volutamente dinamico ma armonico della composizione.

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V a r i a z i o n iArt.12 - La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso,

a tre bande verticali di eguali dimensioni

Lavoro di Candio Ylenia 3A150 dell’unità d’Italia - tecnica acrilico su carta

docente Simonetta Pinna - sezione discipline pittoriche

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Pensieri...e parole di Annalisa VecchiarelliIroniaIl nostro amore è come una rosa rossa rossissima e una spina un poco lunghissima! Cheri je t’aime, cherije t’ador come la pasta col pomodoro! The Mask

Al giorno d’oggi è molto difficile trovare un po’ d’ironia in amore. In genere noi usiamo molti aggettivisull’amore come passionale, romantico, travolgente oppure geloso, struggente ma quasi mai ironico. E’molto difficile che in una coppia si trovi l’ironia, la capacità di ridere, magari dei propri difetti accanto alproprio partner.Personalmente l’ho sempre cercata questa qualità in un rapporto con un ragazzo, perché penso che ci sisenta più a proprio agio e più liberi, sapendo che anche la persona che si ama scherza sui propri e suoituoi difetti e che li accetta così come sono. Inoltre è anche più piacevole stare con un ragazzo ironico edivertente!Nel film The Mask il protagonista gioca tutto sull’ironia, conquistando così l’amore della persona amata.Infine credo che dovremmo proprio prendere esempio da lui.Elisa Bevilacqua II D

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