CHI SIAMO. CARISMA MERICIANO : SINGOLARITA’ E …“abbandonare” il mondo e vivere al...

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SANT’ANGELA E SANT’ORSOLA Centro Internazionale di Studi CHI SIAMO. CARISMA MERICIANO : SINGOLARITA’ E ATTUALITA’ CATERINA DALMASSO Relazione tenuta alla Compagnia di Brescia il 20 febbraio 2014 Vi ringrazio dell’invito a queste vostre giornate di formazione, che diventano condivisione e crescita anche per me. Grazie per avermi fatto partecipe delle vostro impegno di fedeltà e di rinnovamento… Ho letto con attenzione quanto mi avete mandato in preparazione a questi incontri di formazione, soprattutto la sollecitazione a tener vivo il carisma mericiano, impegno di noi tutte… Ma vi confesso di trovarmi in grande difficoltà. Cosa posso dire io sul carisma che non sia già stato detto? Si tratta forse di scoprire l’acqua calda? Non dirò certo nulla di nuovo… ma mi consola il titolo che avete voluto dare alla giornata di oggi: “CHI SIAMO”. In questo “chi siamo” mi sento pienamente dentro anch’io. Sono figlia di Sant’Angela come voi, sono commossa e ammirata come voi dell’intuizione geniale e unica della nostra fondatrice… sto cercando ogni giorno, come voi, di tirar fuori dal pozzo di casa nostra cose nuove e cose antiche… E così eccomi qui semplicemente a condividere qualcosa. Voi avete posto queste giornate dopo l’anno della fede, nel dono del vostro nuovo Direttorio, sollecitate dal vostro Vescovo Luciano a fare proposte sulla scia del carisma mericiano per le donne del nostre tempo. Mi inserisco volentieri in questo contesto aggiungendo anche la gioia dell’attesa per l’anno della vita consacrata -2015- che segnerà anche il 480° di fondazione della Compagnia di sant’Orsola. Felici coincidenze da vivere insieme con impegno e riconoscenza. Parto da qualche considerazione generale sul carisma, per calare poi il nostro specifico perché diventi stile di vita. Carisma come dono La parola carisma deriva dal greco e significa grazia, dono. “Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santoche, direttamente o indirettamente, hanno un’utilità ecclesiale, ordinati come sono all’edificazione della Chiesa, al bene degli uomini e alle necessità del mondo”. (Cat. Chiesa Cattolica, 799) Bellissima e completa questa definizione… basterebbe come meditazione per oggi… qui possiamo già leggere tutto il carisma mericiano. Ma proseguiamo. Questa definizione fa eco alla Parola di Dio:“A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”. (1 Cor 12,7) Il fine dei carismi è la carità. È più santo chi ama di più. Avere i più grandi carismi e non vivere nella carità, non serve a nulla: “… se non avessi la carità non sarei nulla… nulla mi servirebbe… La carità non avrà mai fine”. (cfr 1 Cor 13)

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CHI SIAMO. CARISMA MERICIANO : SINGOLARITA’ E ATTUALITA’

CATERINA DALMASSO

Relazione tenuta alla Compagnia di Brescia il 20 febbraio 2014 Vi rin g r azio dell’in v ito a queste vost re giornate di for m azione, che di ve nt a no condi visione e cresci t a a nc he per me. Gr azie per a v e r m i fa t to pa rtecipe delle vost ro i mpeg no di fedelt à e di r i n no v a m e nto… Ho letto con at tenzione qua nto mi a vete m a nd ato in prepa r azione a questi incont ri di for m azione, soprat t u t t o la sollecit azione a tene r v i vo il ca ris m a me ricia no, i mpegno di noi t ut te… Ma vi confesso di t ro v a r m i in g r a nde difficolt à . Cosa posso dire io sul ca ris m a c he non sia già st a to detto? Si t r a t t a forse di scopri re l’acq u a ca lda? Non dirò certo n ulla di n uo vo… m a mi consola il t itolo che a vet e v ol uto da re alla giorn at a di oggi: “CHI SIAMO”. In questo “c h i sia mo ” mi sento piena me nte dent ro anc h’io. Sono figlia di Sa nt ’A n gela co me voi, sono co m mossa e a m m i r a t a co me voi dell’in t uizione genia le e unica della nost r a fondat rice… sto cerc a ndo ogni giorno, co me voi, di tir a r fuori dal pozzo di casa nost r a cose n uo ve e cose antic he… E così ecco mi qui se mplice mente a condi v i dere qualcosa. Voi a vete posto queste giorn ate dopo l’an no della fede, nel dono del v ost ro n uo vo Diret torio, sollecit a te dal vost ro Vesco vo Lucia no a fare proposte sulla scia del ca ris m a me ricia n o per le donne del nost re te mpo. Mi inserisco volen tieri in questo con testo ag gi u n gendo an c he la gioi a dell’a t tesa per l’an no della vi t a consac r at a -20 1 5- che segne r à anc h e il 4 8 0° di fondazione della Co mpa g n ia di sa nt ’O rsola . Felici coincidenze da v i v e re insie me con im peg no e riconoscenza. Parto da qualc he consider azione gener a le sul ca ris m a, per cala re poi il nost ro specifico perc hé di ve n t i st ile di vi t a . Caris m a come dono

La pa rola carisma deri v a dal g reco e significa g r azia , dono. “St r aordin a ri o se mplici e u m ili , i ca rism i sono gr azie dello Spiri to Sa ntoc he, diret t a me nte o indiret t a m e n te , ha n no u n’ut ilit à ecclesiale, ordin ati co me sono all’edificazione della Chiesa, al bene degli uo mi ni e alle necessit à del mondo” . (Cat . C hiesa Cat tolic a , 7 9 9 ) Bellissi m a e co mplet a quest a definizione… basterebbe co me m edit azione per oggi… qui possia mo già legge re t ut to il ca ris m a m e ricia no. Ma proseg ui a mo. Q uest a definizione fa eco alla Pa rola di Dio:“ A ciasc u no è dat a u n a m a nifest azione pa rt icola re dello Spiri to per il bene co m u n e ”. ( 1 Co r 1 2 , 7 ) Il fine dei ca ris mi è la ca ri t à . È più santo chi a m a di più . A v e re i pi ù g r a ndi ca ris mi e non vi v e re nella ca ri t à , non ser ve a n ulla: “… se non a vessi la ca ri t à non sa rei n ulla… n ulla mi ser v i rebbe… La ca ri t à non a v r à m ai fine”. (cf r 1 Cor 1 3 )

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La ca ri t à - il ca ris m a dei ca ris mi! - è il v ero distinti vo dei crist ia n i . Ma solo qua ndo bril la sul serio la si riconosce: "Da questo t ut t i sapr a n no che siete miei discepoli. se a v rete a mo re gli uni gli a l t ri ” . (G v 1 3 , 3 5 ) . Il caris m a crea iden ti t à…

"Il ca ris m a è co me u n no me, co me l'identit à di u n a persona , abb r a ccia ogni aspetto della vi t a , ag isce nel cuore , colora i desideri , ispir a le scelte"(don A rt u ro Bellini) In passato il ca ris m a ve ni v a consider at o co me dono dello Spirito v i n colato a un a fa m i glia ben precisa , oggi in vece sia mo in v it a ti a fare del ca ris m a u n a lett u r a pi ù apert a , ecclesiale e uni ve rsa le. Esso è u n dono dello Spiri to che h a per confini il mondo intero. Pert a n to con cora g gio dobbia mo co m u nic a rlo, proporlo, condi v iderlo, t r as metterlo con gioia . Così il ca ris m a di Sa nt ’A n gela è u n dono pe r la Chiesa e per il mondo intero. La vicin a nza f ra v a ri ca ris mi port a con sé il desiderio di approfondire il proprio. I ca ris mi non si mescolano fr a di loro, m a si ar mo nizzano e si a r ricc hiscono vicende vol me nte . Il caris m a è scoprire la perla preziosa dal la Parola di Dio

Fabio Cia rdi , esperto nello st udio dei caris mi, così si espri me: “I fondatori e le fondat rici , pu r nel desiderio di vi v e re t ut to il Va n gelo, gene r a l me nte sono colpit i da pa rticola ri passi e v a n gelici, e su di essi h a n no posto le basi per le loro opere e con essi le ha n no ani m a te . È quest a la co mponente fonda me nt a le del loro ca ris m a ”.Pensia mo a qua nto biblica è st a t a A n gela Merici , qu a n ti riferi me nt i diret t i o indiretti alla Pa rola di Dio nei suoi scrit t i . Tocca ora a noi scopri re i n Sa nt’A n gela la perla preziosa del suo ca ris m a , u n ca ris m a squisit a me nte e v a n gelico. «È st a to lo Spiri to Sa nto ad illu m i n a re di lu ce n uo v a la Pa rola di Dio a i fondatori e alle fondat rici. Da essa è sgorg ato ogni ca ris m a e di essa ogni Regola v uole essere espressione»(Ripa rt i re da Cristo, 2 4 ) . Il caris m a della secolari t à

Proprio a noi è ric hiest a l’i m m e rsione nella storia e nel mondo, nell a v i t a ordin a ri a , nelle condizioni co m u n i dell’esistenza u m a n a . È da suppor re che A n gela Merici, donn a biblica , si sia i mb at t u t a nella fr ase e v a n gelica: Non prego c he tu l i tolga dal mondo…(G v 1 7 , 1 5 )q u a ndo diede inizio alla Co mpa g nia di Sa nt’O rsola Era il periodo storico in cui la C hiesa dov e v a “sal v a g u a rd a rsi” da l mo ndo, consider ato ca usa di perdizione. Era il periodo in c ui c hi intende v a consac r a rsi a Dio do ve v a “ abb a ndon a re ” il mondo e vi ve re al “sic u ro” f ra le m u r a di u n con v e nto. Era il periodo in cui la donna do ve v a essere g uidat a , spesso co m a nd at a , dagli uo mi ni , siano pu re essi Ecclesiastici. In quella storia ci v ile e religiosa A n gela Merici, docile allo Spiri to Sa nto, fonda la Co mpa g nia di Sant’O rsola . Offre così alle donne u n n uo vo st a to di vi t a (né il m at ri monio, né il mon astero di cla usu r a) : quello della consac r azione a Dio, scelt a liber a m e nte e vissut a da “spose del Figlio di Dio”, aperte alla mate r nit à dello spiri to, contin u a ndo a ri m a ne re nel mondo, in fa m i glia o nel proprio a m biente di la vo ro; non legate ad un’a t t i v it à co m u ne, m a ne m m e no isola te, perc hé me m b ri di u n a fa m i glia spiri t u a le.

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Ai te mpi di An gela Merici cert a me nte non si pa rl a v a di “secola ri t à ” , co me la intendia mo e ne disc utia mo noi oggi, m a fa i mp ressione pensa re che nel 1 5 0 0 u n a don n a laica abbia a v u to l’in t uizione di u n a istit uzione di consac r ate secola ri. Fa ancor a pi ù i mp ressione, leggendo gli scrit t i di Sa n t’A n gela , v edere c he quest a stessa ist it uzione non l’abbia volut a sogget t a all’a utori t à di qualc he Ecclesiastico. Il Go ve r no, eletto de moc r a tic a me nte, è affidato alle stesse donne appa rtenent i alla Co mpa g nia .

SIN G O L ARITÀ

A ngela vi ve i l caris m a della tot ale consacrazione a Dio nel mondo…

Se e ve ro, co me è ve ro, c he lo Spiri to Sa nti , ve ro artefice dell a fecondit à della vi t a della Chiesa, ha suscit a to in essa il ca ris m a dell a consac r azione secola re , è alt re t t a nto ve r o che Sa nt’A n gela è st a t a molto obbediente allo Spiri to Santo. Così, grazie a lei, è nat a nell a C hiesa un a n uo v a fiorit u r a , u n’istit uzione del t ut to n uo v a… u n a m i r abile for m a di vi t a… Per questo, antesig n a n a di quest a v oc azione, ufficial me nt e riconosci ut a dalla Chiesa nel 1 9 4 7 , è proprio la Co mpa g nia di Sa nt’Orsola . Il docu me nto Vit a consec r at a al n. 1 r icorda: “Con la professione dei consigli e v a n gelici i t r a t t i ca r at te ristici di Gesù — ve r gine , po ve ro ed obbediente — acquist a no un a t ipica e per m a ne nte « visibilit à» in m ezzo al mondo, e lo sgu a rdo dei fedeli è ric hia m a to ve rso quel m istero del Reg no di Dio che già opera nella storia , m a attende la s u a piena a t t u azione nei cieli” .Se questo v a le per ogni for m a di vi t a consac r at a , t a nto più v a le per la laici t à consac r at a . Lo st udio della storia , la conoscenza più docu me n t at a della vi t a e degli scri t t i, l’approfondi mento dell’in t uizione orig in a le e orig in a ri a di Sant’ A n gela Merici ci ha ricondotte g r ad u al me nte a r i appropria r ci, con se mp re m a g gior forza e con v i nzione, in questi u l t i m i decenni , del ca ris m a delle orig in i. In questo ca ris m a , assolut a me nte fonda me nt a le appa re il filo rosso della secola ri t à , c he pu re non è m ai ven uto meno nella consape volezza delle Co mpa g nie e dei suoi me m b ri . Q uesto ci fa contin u a m e nte sussul t a re di gioia per l’in t uizione di A n gela Merici, per la fedelt à al ca ris m a n egli an ni , per t ant a stori a di bene e di santit à nelle Co mpa g nie e ci h a sollecit a te, a nc he con la re v isione dei nost ri doc u me nti costit ut i v i , ad essere at tente al contesto storico at t u a le, aperte al fut u ro, r ic hi a m a ndo, al conte mpo, origini e t r adizioni. La nost r a fondat rice, A n gela Merici, h a v issuto lei stessa un a vi t a del t ut to secola re: nasce e cresce in u n a fa m i glia nor m ale di cinque figli. Tr ascor re la sua infanzia , la sua adolescenza e pa rte della s u a g io vi nezza nella libert à dei ca mpi e nello sfaccenda re quotidiano della cascin a . In fa mi glia si legge v a no le vi te dei Sant i e A n gela sa r à spint a a da rsi ben presto ad un a vi t a sobria , spiri t u a le, conte mplat i v a . Per le sue di ve rse esperienze, t ute secola ri , conosce la vi t a se mplice e la vi t a a gia t a , la sua vi t a si ca r at te rizzerà in un a missione di conforto e di consiglio alla r g a t a a t a nte persone c he far a n no ricorso a lei, alla s u a saggezza, alle sue preg hiere , alla su a azione pacificat rice. La vi t a di preg hie r a , l’ascesi, i sac r a m e n t i, i pelleg rin a g gi , la g uider a n no nella sua at t i v i t à quotidian a , nelle sue relazioni e poi

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nella fondazione della Co mpa g ni a . Non è ent r at a in con ve nto, non h a cost r uito con ve nt i e per ri u ni re le pri me co mp a g ne, che a r ri v a v a no ciasc u n a dalle proprie abitazioni, le baster a n no due st anzet te vicino alla Chiesa pa r rocc hia le in S. Afr a o l’oratorio di u n a nobile donn a in Piazza Duo mo a Brescia . Così visse An gela Merici , così se mplice mente vogliono vi v e re le sue figlie. Caris m a straordin a rio e ordi n a rio… il caris m a del l a

sponsali t à… La sponsalit à…h a se mp re ca r at te rizzato il ca ris m a me ricia no, del resto cosa c’è di più st r aordin a rio dell’a mo re nella categori a sponsale? Ma l’a mo re è a nc he molto ordin a rio, quotidia no… “Nel cli m a di rin no v a m e nto della Chiesa del suo te mpo, An gela vi v e in sé eccezional me nte il mistero della C hiesa ' sposa'" e 'sente' e 'accoglie' Cristo co me lo Sposo, e risponde a Cristo co me al "dolce e benig ne Sposo Gesù".(Padre V alentino Macca) Ma il ca ris m a della sponsalit à non è forse per t ut t a la Chiesa? Ho presente co me risponde v a Elisa Ta rolli a quest a obiezione: “Il dono fu dato alla C hiesa t ut t a . Ma le sue Figlie a v rebbero costit u ito quell a porzione di Chiesa cui sa rebbe st a to assegn ato il m a ndato specifico - il ca ris m a - di far me mo ria alla Chiesa stessa del suo essere Sposa del Cristo”. Quest a è la "st upenda dign it à"… cui sia mo st a t e c hia m a te:dignit à che è quella di spose del Figlio di Dio, spose di Colui c he si è fat to nost ro "A m a tore". La sponsalit à… è present at a da subito, nel proe mio della Regola co m e u n dono da v v e ro singola re da conoscere , da accogliere , di cu i rendere g r azie…per poter a agi re di conseg ue nza: “Essendo voi state così elette ad essere vere e intatte spose del Figliol di Dio”. (R pr, 7 ) L’icona “Sposa-Sposo” è ele mento port a nte della Bibbia , lascia to forse t roppo in o mb r a in questi an ni , dalla rif lessione spirit u a le. E in ul t i m a an alisi… allo sposo bisogna piace re: “Pos san o quanto più possibile piacere a Gesù Cristo, loro sposo ” . (T 4, 3) Così, da spose restia mo nel mondo, m a com e? Nel mondo di Dio Il mondo, le cose create… a volte se mb r a no il fine, la met a , se mb r a no bast a re e soddisfa re ogni desiderio, m a Sa n t’A n gela ci ric hia m a : sia mo di Dio: “In Dio ogni bene, fuori di Dio poveri del tutto, con Dio abbiam o tutto… Mettere ogni bene, am ore e piacere… in Dio solo e nella sua benevola ed ineffabile provvidenza…”(cfr R 1 0) Riport a il pensiero e v a n gelico: “Non preocc up ate vi per la vost r a v i t a , di quello che m a n ge rete o ber rete, né per il vost ro corpo, di quello che indosserete; la vi t a forse non v a le più del cibo e il corpo pi ù del vestito? …il Padre vost ro celeste, infa t t i, sa c he ne a vete bisogno. Cerc ate in vece , a nzit ut to, il regno di Dio e la sua gi ustizia , e t ut te queste cose vi sa r a n no date in a g gi u n t a . Non affa n n ate v i du nque pe r il do m a n i, perc hé il do m a n i a v r à già le sue inquiet udin i. A ciasc u n g iorno bast a la su a pena ” .(cf r Mt 6, 2 5 e ss) Q u a ndo la preocc upazione e l’affanno sopr a g gi u n gono… presentia moli al Signore “… Non vi affannate riguardo ad alcuno dei vostri bisogni temporali, perché Dio, e lui soltanto, sa, può e vuole provvedervi, lui che non vuole se non il solo bene e gaudio vostro”. (cf r R 1 0 Nel mondo come Cristo…

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Cristo è st a to ser vo e San t’ A n gela ce lo in dica co me il nost ro Maest ro dal qua le i mpa r a re il ser v izio: “Imparate dal Signore nostro, il quale m entre era in questo mondo, vi fu com e servo, obbedendo al Padre eterno fino alla morte”… (cf rRc 1) Il suo riferi me nto, co me se mp re è biblico: “Io sto in mezzo a voi co me colui che ser v e ”. (Lc 2 2 , 2 7 ) “C hi u nque s'inn alza sa r à abbassato; m a c hi si abbassa sa r à inn alzato” (Lc 1 8 , 1 4 ) Del resto la nost r a vi t a è co me quella di Cristo, co me ci ricorda il Cozzano: «Questa forma di vita che il Figlio di Dio ha portato in terra dal seno del suo eterno Padre, ed egli ha vissuta, e i suoi apostoli e tanti altri della primitiva chiesa… Questa stessa vita, per mezzo della sua fedel ancella ha ripiantato adesso e durerà fino alla fine del m ondo,finchè il mondo durerà, cosicchè il fine si conformerà col principio e si congiungerà”. ..

Nel mondo con il carisma di Sant’Angela… Come tante scintille fra le tenebre del mondo. O Regola divinissima e puramente celeste. C’era bisogno certamente di una potente e forte virtù, in questa epoca difficile, per seminare piante di verginità per le spine del mondo.(Cozzano) Caris m a dell’azione e della conte mp lazione

Alc u ni scri t t i del Cozzano, e un a Dedica al lettore, che precede la Regola di San t’ A n gela , ci riconducono all’in cisi vi t à di quest a consac r azione secola re vissut a dalle pri me co mp a g ne dell a Fondat rice: “Sono com e piante di verginità per le spine del mondo. Stando nel mondo, partecipi della vita attiva, gustano della vita contemplativa e in maniera mirabile uniscono l’azione alla contemplazione; l’altezza della contemplazione non distoglie dall’azione, né l’attività impedisce il gusto delle cose celesti. Non recano disturbo e incom odo ad alcuna creatura, i padri e le madri non si affliggono per la separazione delle loro figlie, sono sicuri sulla loro castità, si rallegrano della loro santità, si correggono per il loro buon esempio. Non si preoccupano di doti o di altre cose simili, non edifican o m onasteri; le contrade si con solano, la città si nobilita. Non intendono rinnovare alcuna cosa, solam ente intendono rinnovare se stesse e altri, con il loro esempio, con esortazioni circa i valori e i costumi”. Caris m a della semplici t à

Vi v e re se mplice mente alla giorn at a , è lo st ile c he sug ge ri v a il Cozzano, ripensa ndo e riproponendo il pensiero e la vi t a di An gela e delle sue pri me co mpa g ne. Certo non bast a vi v e re nel mondo per dirc i secola ri . Q u a nt i crist ia n i sono fin t roppo coin volti nelle vicende del mondo, nella din a m ic a delle real t à te mpora li, m a non v i vono la testi monia nza e v a n gelica . Vi v e re se mplice me nte alla giorn at a , co m e ricorda v a Benedetto X VI a lla conferenza mondiale degli I.S. il 3 febbr a io 200 7: “ A voi non è c hiesto di ist it u i re pa rt icola ri for me di vi t a , di i mpegno apostolico, di in ter v e nt i sociali, se non quelli che possono nascere nelle relazioni personali, fonti di ricc hezza profetica . Co me il lie v i to che fa fer me nt a re t ut t a la fa ri n a (cf rMt 1 3 , 3 3 ), così sia la vost r a v i t a , a v ol te silenziosa e nascost a , m a se mp re proposit i v a e incora g gia nte , capace di gene r a re sper a nza .

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Sentite v i chia m a ti in ca usa da ogni dolore, da ogni ingi ustizia, così co me da ogni ricerc a di ve ri t à , di bellezza e di bont à , non perc hé abbiate la soluzione di t ut t i i proble mi, m a perc hé ogni circost a nza in cui l’uo mo vi v e e m uore costit u isce per voi l’occasione di testi monia re l’opera sal vif ica di Dio. È quest a la vost r a missione. La v ost r a consac r azione e videnzia , da u n la t o, la pa rt icola re g r azia che v i vie ne dallo Spiri to per la realizzazione della voc azione, dall’alt ro, v i i mpeg n a ad un a tot ale docilit à di men te, di cuore e di volont à a l proget to di Dio Padre ri ve la to in Cristo Gesù , alla c ui sequela radica le siete st a ti c hia m a ti ” . Vi v e re se mplice mente alla giorn at a con t a nt a g r ati t udine per il percorso di fedelt à me ricia no co me ci r icorda v a g ià Paolo VI in u n Cong resso gener a le dei superiori dell a Co mp a g nia nel 1 9 6 6: “Noi sia mo con v i n ti che la Co mp a g nia di S. A n gela , se sa rispondere da v v e ro a u n a su a nati v a , insit a , v oc azione, è moder nissi m a e di g r a nde att u a lit à . Anc he perc h é a v ete u n t itolo che le alt re For m azioni c h e la Chiesa v a gener a ndo, v o glio dire gli Istit uti secola ri, non possono v a n t a re un’esistenza a nte lit ter a m quale voi potete v a n t a re. Siete più a n tic he di t ut te a a v ete indo vi n ato un a for m ul a c he la Chiesa h a fa t to propria qualc he secolo dopo la sua in v e nzione e voi l’a vete vi ssut a e colla ud at a quest a for m u l a ”. Il caris m a di “Compagni a”…caris m a di relazione

Dobbia mo essere don ne di relazione, capaci di personalizzare i r apporti: “Vi supplico di volere tener conto e d’aver scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole, una per una, non solamente i loro nomi, ma anche la loro condizione e la loro natura, ogni loro situazione e tutto il loro essere”. (T 2 , 1- 3) La solit udine è oggi un a sit u azione esistenziale, un a cost ant e r adicat a nella vi t a odier n a , anc he se vissu t a in vie affolla te e piene di t r affico, nelle met ropolit a ne , nelle fabbric he , nei super me r c at i , nei g r a ndi caseggiati… Le persone chiedono di aiut a rle a t r asfor m a re quest a solit udine in spazi di accoglienza per ri met te rsi in sintonia con Dio, con se stessi, con gli al t r i . Sa nt ’A n gela propone la bellezza dell’incont ro fra sorelle, in Co mp a g nia: “Vogliate spesso andare a trovare… le vostre care figlie e sorelle; e salutarle, vedere com e stanno, confortarle, animarle a perseverare nella vita intrapresa”. (Rc 5 , 1- 2 ) Vi v i a mo f ra di noi l’appa rtene nza ad u n a bella fa mi glia spiri t u a le… m ad ri , spose, figlie, sorelle: “Insieme pos san o vedersi com e care sorelle e così, ragionando insieme spiritualm ente, possan o rallegrarsi, e con solarsi insieme, cosa che sarà loro di non poco giovamento”. (T 8 , 3- 6) Caris m a ecclesiale

La nost r a è u n a Regola riconosciut a dalla C hiesa Fina l me nte dobbia mo sapere che quest a Regola è buon a e v a l ida i n qua nto si present a r a gione vole e secondo i consigli e l’indirizzo dell a Sa nt a C hiesa , per questo già riconosci ut a dal nost ro Vesco vo, Pastore nost ro, e poi ancor a confer m a t a dal So m m o Pontefice.(Cozzano) A n c he i nost ri codici costit uzionali sono stat i appro v a ti dalla Chiesa , c he riconosce Sant’ A n gela fondat rice, ant esign a n a per u n ca m m i no di sa nti t à e di consac r azione pien a f ra le str ade del mondo..

Caris m a da vi ve re nella testi monia n za e nella missione…

Una testi monia nza del fa re, dell’essere

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Fate, m uo vete v i , credete, sforzate v i , sperate , g ridate a lui col vost ro c uore… (cf r . Rc pr, 1 7 ) Nel fra t te mpo, fa te quel che do vete fa re…(T 1 1 , 2 6 ) In qual u nque luogo si t ro v i no diano buon ese mpio. Siano per t ut ti u n profu mo di vi r t ù… Cerc hi no di met tere pace e concordia do ve si t ro ve r a n no… (cf r . Rc 5) Fare int a nto noi… Q uel c he volete che gli alt ri faccia no, fatelo voi per pri m a…o al meno inco mi nciate a prat ica rlo insie me… Fate in modo che , per il vost ro ese mpio, si m uo v a no e si incora g gi no al v i ve re vi r t uoso… Voglia te v i confor m a re in ogni at to di onest à e v irt ù a voi con v e niente e possibile… (cf r . Rc 6) Una missione di sal vezza… Signore… volentieri (se lo potessi) da rei il mio san g ue per apri re l a cecit à delle menti… di quelle creat u re ch e non t i conoscono… (cf r R 5 , 3 4 )

ATTUALITÀ Caris m a a t t u a le…

Sa nt’A n gela è vissut a nel 1 5 0 0, m a il suo ca ris m a è qua nto m a i a t t u a le . Ho vol uto rec uper a re alc u ne espressioni di due donne dei nost ri te mpi: Chia r a Lubic h e Madeleine Delbrêl ve le propongo e scopri rete l’eco del pensiero me ricia no: Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo. Vorrei dire di più: perdersi nella folla, per informarla del divino, come s’inzuppa un frusto di pane nel vino.

Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie.

Chiara Lubich

La pa rola di Dio non la si port a in capo al mo ndo in un a v a l ig ia: la si h a in sé, la si port a in sé. Non la si ripone in u n a n golo di noi stessi, nella me mo ria , co me sul r ipia no di un a r m adio. La si lascia a r ri v a re fino al fondo di sé, fino a questo ca rdine su cui r uot a tu t to ciò che sia mo . …Vi sono persone c he Dio prende e met te da pa rte . Ve ne sono alt re c he lascia nella m assa e non «rit i r a dal mo ndo». Sono persone che fanno un la vo ro co m u ne, che ha n no un a co m u ne fa mi glia o è co m u ne gente non sposat a…

(La santità dell a gente comune)

Poiché le tue parole, mio Dio, non son fatte per rimanere inerti nei nostri libri, ma per possederci e per correre il mondo in noi…

Fa’ che… come “fiammelle nelle stoppie”, corriamo per le vie della città, e fiancheggiamo le onde della folla, contagiosi di beatitudine,

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contagiosi della gioia... (da: “Gioie venute dal monte”)

La vi t a è fat t a per esplodere, per a nda re più lont a no, per fa rsi dono. Q u a ndo la si conser v a per sé, la si soffoca . Una vit a che si dà , perc hé il mondo non sia co me pri m a , fa mi r a coli. (Madeleine Delbrêl)

Cara t teristiche del caris m a mericia n o

Pro vo a ripre ndere alc u ne ca r a t terist ic h e del ca ris m a me ricia no… quelle che mi se mb r a no a ncor a a t t u a li ogg i: •• Il desiderio del bene, del bello, del grande…Il desiderio del bene, del bello, del grande… “C hia m a te a t al gloria di vi t a , da essere spose del Figlio di Dio e da di ve nt a re regine in cielo”. (R pr, 1 7 ) Credo non possa esistere, per ogni don n a, un desiderio più g r a n de e più bello. L’uo mo, sosten gono gli st udiosi, è fonda me nt a l me nte essere di desiderio… E se noi confrontia mo la categoria del desiderio in Sa nt’ A n gel a , ci t ro v i a mo di fronte a g r a ndi prospettiv e .In fondo ogni desiderio u m a no, co me ogni do m a nda, port a con sé il desiderio di Dio e di ciò c he Dio desider a per l’uo mo. Og ni consac r at a de ve desider a re ciò che è deg no di essere desider ato. In questo modo pot r à fa r nascere nel cuor e dell’uo mo la nost alg ia di Dio, del suo volto misterioso. Per Sant’ A n gela il volto di Dio è lu m i nosissi mo. L’uo mo è fat to per Dio e il suo cuore è inquieto finc hé non r a g gi u n ge Dio. T ut ti gli alt r i sono obiet t i vi pa rziali e non assoluti.

•• La dignità…La dignità… Og gi i v a lori proposti e sosten u ti , a nc he se non se mp re a t t u at i , sono a fa vo re della dignit à della person a u m a n a e del riconosci mento della dignit à della donn a. Per noi si t r a t t a ancor a di “conoscere che cosa co mport a quest a elezione, e che n uov a e st upenda dig nit à essa sia ”. (R pr, 8) La dig nit à di ogni persona esige apprezza mento e v a lorizzazione, c u r a e at tenzione, il t ut to nell’a mo re: “Dov e te anc he pensa re co me le do vete apprezzare; perc hé qua nto più le apprezzerete, t a nto più le a me rete: qua nto più le a me rete, t anto più c u r a e at tenzione a v rete per loro”. (Rc pr, 9- 1 0)

•• Il servizio… come stile di vi ta…Il servizio… come stile di vi ta… La sposa ser ve… lo Sposo, gli a mici dello Sposo, la fa m i glia dello Sposo… Og gi il volont a ri a to, co me ser v izio, è in forte crescit a , anc he se, spesso quest a esperienza , è vissut a , co m e t ut te le alt re, co me u n “f r a m m e nto” all’in ter no della propria esistenza . Eppu re ha ancor a t ut t a la sua v a lenza un a vi t a che di ve nt i ser v izio cost ante e quotidia no, u mile e gioioso. Proprio in questo contesto la figlia di Sant ’ A n gela è chia m a t a a ser v i re su a di v i n a Maest à, ad obbedire a Dio e a ogni c reat u r a per a mo re di Dio.

•• La maternitàLa maternità

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Ciasc u no sente la nost alg ia delle fig u re della m ad re, del pad re, dei fra telli e delle sorelle. La fe m m i nilit à , oggi riscopert a , port a con sé il mistero e la fecondit à della m a te r nit à e Sa nt’ A n gela c he propone alle sue figlie un a ve r a fa mi glia r acco m a nd a di: “essere ve re e cordia li m ad ri di così nobile fa mi glia ”… e, ancor a , di essere riconoscenti per il dono dell a m a t e r nit à spiri t u a le: “Consider ate la g r a nde gr azia e la fort u n a v ost r a , e cioè c he Dio si sia deg n ato di far v i m ad ri di t ante ve r gi ni ” . (cf r T pr) •• La quotidianità… e la santitàLa quotidianità… e la santità Og gi sia mo in u n’epoca esperienziale… si dà v a lore a do ve vi v e l’uo mo, alle sue relazioni. In questo mondo, in questo te mpo, qui ed ora , sia mo c hi a m a te a vi v e re e ad opera re ; da persone di fede, capaci di g u a rda re olt re la falsa e videnza, e da persone che credono a ll’a mo re e lo m a nifest ano nella l ibert à e nella gioia di vi v e re per Cristo e per i f ra telli. La nost r a è la spiri t u a lit à del quotidiano con forti v a lori di fondo, è c hia m a t a alla sa nti t à . Si t r a t t a di vi v e re e propor re la misu r a alt a della v i t a ordin a ri a , di essere ancor a contem pl ati v e nelle faccende… •• La libertà di scegliere… e di fare…La libertà di scegliere… e di fare… Una scelt a liber a , gioiosa e insie me responsabile… che nel mondo di oggi non è ancora se mp re così ga r a nt i t a . Ma per noi, per chi si a v v i cin a al ca ris m a di Sa nt ’ A n gela non ci sono dubbi: “De ve a ve r e la fer m a intenzione di ser v i re Dio in t ale sort a di vi t a , de ve ent r a r e liet a me n te e di propria volon t à ”. (R 1 , 2- 4) A n gela v a lorizza, anzi esalt a la libert à della donn a che liber a m e nte e con gioia de ve scegliere il progetto per la propria vi t a , m a solleci t a a nc he la sua responsabilit à nel perse ve r a re e prog redire fino all a fine, nell’abb r accia re i mezzi e le v ie a ciò necessa rie, ne l m a n te ne rci a t tente, con c uore g r a nde e pieno di desiderio”.(R pr) Og gi si insiste molto sul la vo r a re in positi v o, sul v a lorizzare le risorse personali, sulla libert à anc he nel fare il proprio do ve re, e Sa nt’A n gela non è di un’al t r a idea: “E soprat t u t to g u a rdate v i da l v oler fa r fa re per forza , perc hé Dio ha dato il libero arbit rio ad ogn u no, e non v uole forza re nessuno, m a sola me nte di most r a , in v i t a e consiglia ” . (T 3, 8- 1 1 ) •• La libertà di sentirs i amati e di amare…La libertà di sentirs i amati e di amare… Co me non pensa re i m m ediat a me nte alla propost a di Sant ’ A n gel a c he v uole la tot alit à dell’a mo re, la vi t a per l’A m a tore? E la ve r gi nit à è un g r a nde bene: “O g n u n a v o glia conser v a re la sac r a v e r gi n it à , non già facendo voto per esort azione u m a n a , m a facendo v olont a ri a me nte sac rificio a Dio del proprio cuore . Perc hé l a v e r gi n it à… è sorella di t ut t i gli ang eli, è vi t toria sopra l a conc upiscenza, regin a delle vi rt ù e sig nor a di t ut ti i beni ”. (R 9, 1- 5) Nell’a mo re e nella ca ri t à sia mo libere di fare t ut to quello c he v o glia mo. E Sant’ A n gela ci ricorda la f ra se di Sant’ A gostino: “ Abbi a mo re e ca ri t à , e poi fa’ ciò che t i piace”. (T 1 , 6 ) Certo l’anelito alla libert à , che ha in sé g r a ndi v a lori, de ve essere declin ato u nit a me nte alla responsabilit à . Co me non rega la re la nost r a l ibert à? “Rice v i il mio libero a rbit rio, ogni a tto della mi a volont à , la quale da sé, infett a co m’è dal peccato, non sa discer ne re il bene dal m ale”. (R 5 , 3 8-3 9)

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•• L’affettività ben indir izzata…L’affettività ben indir izzata… Og gi sia mo di fronte a t a nte f ra gilit à , a nc he in ca mpo affett i vo . Co me non fa re nost r a la preg hie r a di San t’ A n gela: “E rendi sicu ri i m iei affett i e i miei sensi, così c he non de vi ino né a dest r a né a sinist r a…”. (R 5 , 1 8) •• La fiducia e la speranzaLa fiducia e la speranza Og ni persona, per realizzarsi in pienezza, ha bisogno di fiduci a e di spera nza . Forse pot re m mo reg ala re u n po’ di quest a fiduci a e di quest a sper a nza se noi stesse possia mo escla m a re: “Sig nore mio, u nica v i t a e spera nza mi a ”. (R 5, 3 5 ) La spera nza per noi è fondat a su u n a certezza, quella di essere a m a t e e sosten ute dal Sig nore. In un’epoca di poc he certezza, di molte pa u re… ecco la fiducia della Madre An g ela: “Inolt re ten g a no per certissi mo questo: c he m ai sa r a n no abba n donate nelle loro necessit à . Dio pro v v eder à loro mi r abil me nte ”. (Rc 5 , 3 1 ) Q uesto è il suo in v ito per vi v e re f ra le cose di qua g gi ù con lo sg u a rdo ri volto a quelle di lassù: “St ate contente, e abbiate vi v a fede e spera nza ”. (Rc 9, 2 6 ) •• La piacevolezza e l ’affabilità…La piacevolezza e l ’affabilità… Int r ap rendenti e vi ril i ci v uole Sa nt’A n gela , in un a squisit a fe m m i nilit à che esal t a la piace volezza e l’affabilit à: “La fortezza e il v e ro conforto dello Spiri to Santo siano in t ut te voi, affinc hé possiate sostenere ed eseg ui re vi ril me nte e fedel mente l’i mp resa che a v ete s u di voi” . (Rcpr, 3-4) Vi ril i per lo sforzo e l’i mpeg no… affabili e piace voli con le sorelle: “Ot te r rete di più con l’affett uosit à e l’affabilit à che con la du rezza e g li aspri ri mp ro ve ri ” . (Rc 2, 3) “ Voglia te in t ut to essere affabili” . (T 3 , 3 ) “Do vete fa re ed usa re ogni possibile piace volezza”. (T 3 , 7 ) La piace volezza e l’affabilit à v a n no insie me con l’u m il t à : “Sopr at t u t to sia no u m ili ed affabili” . (Rc 5 , 1 7 ) Se sia mo affabili sare mo a nc he capaci di consola re… qua nt i, e sono se mp re molti , ha n no bisogno di essere accolt i e consolati: “ A nc he se , a lle volte, a v r a n no qualc he t ribolazione o affan no, t ut t a v i a passera n no presto e si volger a n no in alleg rezza e in ga udio. E poi il pati re di questo mondo è un niente di front e a quei beni c he ci sono in pa r adiso”. (Rc 5 , 2 9- 3 0) •• Dare senso alla vita…Dare senso alla vita… Og gi abbia mo lo st ile del “t ut to e subito” che gener a alla fine insoddisfazione; del “qui e ora ” c he spesso perde la di me nsione del “ te mpo” co me “passato” nel quale affondano le nost re r adici e co m e “f ut u ro” ve rso c ui proiett a rsi . Il proget to proposto da Sa nt’A n gela è un proget to a mbizioso e, nell a v i t a , ric hiede vi g ila nza: “in qua n to l’i m presa è di t ale i mport a nz a c he non pot rebbe essercene un a di i mport a nza m a g giore ”.(R pr, 1 5 ) Si t r a t t a di scri ve re , con la nost r a vi t a , u n a pagin a di spera nza , da conseg n a re a t ut ti , special me nte ai gio v a n i.

•• Dare tempo al tempo…Dare tempo al tempo…

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Ci è chiesto di vi v e re con cal m a il te mpo e le sit u azioni… “Lascia t e fare a Dio, il quale far à cose mi r abili a suo te mpo e qua ndo gli piacer à ” . (Rc 8 , 9) In u n a societ à co mplessa di c ul t u re , di personalit à , di religioni … ci v uole rispetto, dialogo, “pazienza e ca ri t à; special me nte con queste due vi r t ù si ro mpe la test a al dia volo”. (Rc 5 , 1 8) •• L’obbedienza come grande luce…L’obbedienza come grande luce… Le persone de vono orient a rsi, ha n no bisog no di gr a ndi orizzonti, da scopri re però insie me ad alt ri… Oggi si pa rl a molto di confronto, di la vo ro di squad r a , di équipe, di ve rif ica… e noi possia mo scopri re i n posit i vo t ut to il v a lore dell’obbedienza: “Infatti l’obbedienza è nell’uo mo co me u n a g r a nde luce, c he rende buon a ed accett a ogni sua azione”. (R 8, 4) •• La semplicità e la povertà…La semplicità e la povertà… Og gi le sit u azioni e me r genti di po ve rt à nel mondo sono ancor a molto forti , oggi la sobriet à e la se mplici t à di vit a sono v a lori preziosi. A n c he qui Sant’ A n gela è donn a posit i v a e rea lizzat a , felice di essere e di possedere il suo Sig nore: “E in Dio ha ogni suo bene, e fuori di Dio si v ede po ve ro del t ut to, e proprio un niente, ment re con Dio ha t ut to” . (R 1 0 , 6) •• L’unitàL’unità Og gi si insiste sull’u n it à , è u n v a lore e u n risorsa , anc he se spesso così difficile da realizzare . Ci v uole qualcosa che ci unisce, un a propost a seria di vi t a c he ai ut i a crescere uniti insie me ve rso il m e glio… ed ecco il pensiero di An gela Merici: “ Voglia no essere u nite e concordi t ut te insie me, essendo t ut te di u n volere , tenendosi sotto l’obbedienza della Regola , perc hé st a t ut to qui” . (Rc 5 , 2 0) E nell’u l t i mo ricordo ancor a u n accorato appello: “Consider ate du nque qua nto è i mport a nte t ale u nione e concordia . Allora desider atela , cerc atela , abb r accia tela , conser v a t ela con t ut te le vost re forze”. (Rc 9 , 1 0- 1 4) Per noi l’u nit à è ga r a nzia di essere nella g r azia del Signore e di r i t ro v a r ci se mp re sulla st r ada gi ust a: “Né alt ro segno vi sa r à che si sia in g r azia del Sig nore c he l’a m a rsi e l’essere unite insie me… Ecco c he l’a m a rsi e l’anda r d’accordo insiem e è seg no certo che si ca m m i n a per la v i a b uon a e g r adit a a Dio”. (T 1 0 , 1 0 . 1 2 ) •• La dinamicità e la novità…La dinamicità e la novità… Og gi i mezzi di co m u nicazioni , l’in ter net , i cellu la ri , i v ideo “t ut to” , g li aerei… ci rendono t ut t i più dina m ici , a v ol te anc he un po’ agit a ti . Ma Sa nt’A n gela , nel suo te mpo, ha sapu to e vol uto spost a rsi… lo di most r a no i suoi in n u m e re voli v i a g gi , m a soprat t u t to lo confer m a la sua r acco m a ndazione: “Fate, m uo v ete v i , credete, sforzate v i , sperate , g ridate a lui col cuore vost ro, e senza dubbio ved rete cose m i r abili, dirigendo t ut to a lode e gloria della su a m aest à e al bene delle an i me ” .(Rc pr, 1 7- 1 8) Sa nt’A n gela non ci v uole st a tic he, ne m m e no nelle nor me e nelle regole, m a se mp re capaci di vi v e re il te m po presente: “E se, secondo i te mpi e i bisogni , accadesse di da re nuo v i ordini , o di fare di ve rsa me nte qu alc he cosa , fatelo pr u dente me nte e con b uo n g i udizio”. (T 1 1 , 2)

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Caris m a da vi ve re con fedelt à

“ A nzit ut to è ric hiest a la fedelt à al ca ris m a fondazionale e al conseg uente pat ri monio spiri t u a le di ciascu n Istit uto. Proprio in t ale fedelt à all'ispirazione dei fondatori e delle fondat rici, dono dello Spirito Santo, si riscoprono più facilm e n te e si ri v i vono pi ù fer v ida me nte gli ele ment i essenziali della vi t a consac r at a ”.( Vit a consec r at a , 3 6) Ca m m i n a ndo con fedelt à in quest a for m a di vi t a , pa rtecipere mo atti v a m e nte all’a v v e nto del Regno e portere mo la forza rin no v a t rice del Va n gelo negli a m bien ti do ve Dio ci h a c hia m a te . Caris m a da accogliere con riconoscenz a “I ca ris mi de vono essere accolt i con riconoscenza non solt a nto da c hi l i rice ve , m a anc he da t ut ti i me m b ri della C hiesa .Infat ti sono u n a me r a v i g liosa ricc hezza di g r azia per la v i t a li t à apostolic a e pe r la sant it à di t ut to il Corpo di Cristo…”. (Cat . Chiesa Cat tolic a , 8 00)Tocca a noi, figlie di Sa nt’ A n gela , accogliere con gioia e g r a t i t udine il ca ris m a me ricia no c he lo Spiri to San to contin u a m e nte rin no v a in fedelt à alle ori gi ni e alle at tese dell a C hiesa . Nel nostro caris m a con alcune icone bibliche di riferi me n to •• La sposa e lo sposo del cantico dei cantic i...La sposa e lo sposo del cantico dei cantic i... “ u n a voce! Il mio dilet to! Eccolo viene .. .Or a pa rla il mio dilet to e mi dice: <Alzati a m ic a mi a , mi a bella , e vien i!Perc hè ecco l’in ve r no è passato, è cessat a la pioggia , se n’è anda t a; i fiori sono appa rsi nei ca mpi, il te mpo del can to è torn ato.. . Alzati a m ic a mi a , mi a bella e v ie n i .. . ” (Ca nt ico dei Cant ici, 2) Seg ui re lo Sposo, ascolt a re la sua voce, godere della sua presenza , g ioire dei suoi doni. .. la vi t a con Lui sa r à me r a v i g liosa .. . le st r ade di ve nte r a n no per noi fiori te e last ricate di finissi mo oro e t r ascor re re mo quest a nost r a bre v issi m a v i t a consolat a me n te. . . •• La gioia dello sposo per la sposa...La gioia dello sposo per la sposa... “Co me u n gio v a ne sposa un a ve r gi ne , così t i sposerà il t uo arc hitet to. Co me gioisce lo sposo per la sposa, così il t u o Dio gioir à per te!” (Is 5 4) Lo sposo ci sceglie, contin u a a sceglierci ogni giorno, noi sia mo la su a g ioia. . . Lui è fedele appassionat a me nte e ad olt r a nza . •• Il banchetto di nozze...Il banchetto di nozze... “ Vi pa re possibile che gli in v it a t i a un ban c het to di nozze se ne stia no t rist i me nt re lo sposo è con loro? Ma ve r r à il te mpo in cui lo Sposso sar à port ato vi a da loro: allora fa r a n no dig iu no”. (Mt. 9 , 1 5 ) La testi monia nza che ne deri v a è quella della gioia, della serenit à , del senti rsi a m a t a . . . . del vi v e re liet a , se m pre piena di ca ri t à , di fede , di spera nza in Dio. •• Le nozze di Cana...Le nozze di Cana... Fate t ut to quello che v i dir à . . . E’ Gesù lo Sposo... occor re fa re quello che dice Lui , quello c he v uole Lui e Lui . .. me r a v i g lier à t ut t i gli in v it a t i. . .

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•• Lo sposo per Lo sposo per sempre...sempre... “ Ti fa rò mi a sposa per se mp re . .. e t u conoscer a i il Signore ” (Os 2)

Un caris m a da diffondere E il desiderio della Madre A n gela . . . è che si diffonda questo ca ris m a… c he si conosca la me r a v i g l ia di quest a vi t a … O se Dio ri ve lasse anc he solt anto la millesi m a pa rte dell a m e r a v i g l ia , dello splendore n uo vo di quest a vi a di vi t a , ri usci rebbe ad in n a mo r a re t ut to il mondo e capiterebbe c he perfino i sassi si st upi rebbero di t al bellezza. O gr azia n uo v a , o gr a nde gloria dei te mp i nost ri , n uo v a fia m m a di v e ri t à . Felice chi sapr à riconoscerla . Pochi sa r a n no quelli c he apprezzera n n o tale gioia, perc hè sono se mp re ra ri coloro ai quali è dato il ve ro lu me del sapere , special me nte in questo te mpo cor rot tissimo. Ma quelli pochissi m i sar a n no pu re beatissi mi. … Non si voglia pensa re che in quest a Regola si obblig hi qu alc u no sotto pena di pecc ato, perc hé non si ri t ro v a no in essa leg gi e obblig hi , m a consigli d’a mo re . Og n u no si esort a , ogn u no si in v it a alla glori a e alla bellezza di quest a v i t a , m a non si i mpone a nessu no alc u n obbligo. Era u n desiderio vi vo che procede v a pu r a m e n te dallo Spirito Sa nto, Spirito infuoc ato c he le face v a g rida re: Piacesse a Dio che t ut to il mo ndo si rit ro v asse all’o mb r a di quest a Regola . Non si voglia no escludere, così co me seg u aci e adere nti anc he alt re persone, le quali pot r a n no se vor r a n no, osser v a re quest a Regola , se non in t ut to, al meno in pa rte, così co m e a loro se mb re r à e co m e pot r a n no fa re , e fa r a n no bene ad osser v a r l a . Per questo qui si in v it a , qui si racco m a nda con g r a nde desiderio ogni c reat u r a: uo mi ni , donne, g r a ndi, piccoli, g io v a ni , vecc hi… vedo ve e v e r gi n i , sposati e non, peccatori penti t i, ogni creat u r a che vogl i a indirizzare i suoi passi ve rso il cielo. Q u a nt i più sa r a n no a seg ui rla , t a n to m a g giore felicit à si r a g gi u n ge r à e t a nto più Gesù Cristo, Sign ore nost ro, sa r à in mezzo a noi e t anto più si m a nifester à la sua v i rt ù e la sua potenza .

(Cozzano)

Per vi vere e proporre un cari sma bisogna esserne affascin a t i… Lui , il Cristo ci ha affascin ato e contin u a ad affascin a r ci… e noi oggi , coerenti con la nost r a vocazione, voglia mo essere fedeli alle nost re r adici, alla genia lit à profetic a di A n gela Merici. Speri me nt ia mo anc he qualc he difficolt à nelle nost re Co mpa g nie: se osser v i a mo i n u me ri , se g u a rdia mo all’et à a v a nzat a delle appa rte nent i, non possia mo ca nt a r v i t toria Eppu re se mb r a c he quello che può tener lont a no i gio v a ni oggi dalla v i t a consac r at a , si a soprat t u t to la m a n c a nza di chia r a identit à di noi che la st ia mo v i v e ndo. Il ca ris m a non è un a pia de vozione… è un g r a nde dono… il ca ris m a m e ricia no è un dono rice v u to, da conser v a re e da t r as met tere . Ma… il Figlio dell’uo mo qua ndo ve r r à t r o ve r à ancor a la fede sull a ter r a?

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SANT’ANGELA E SANT’ORSOLA Centro Internazionale di Studi

E Sant’ A n gela t ro ve r à a ncor a oggi nelle sue figlie… la n uo v a e m i r abile dignit à , la spera nza e il fer vo re? “E gu a rdate v i , g u a rdate v i dico, dal perdere il fer vo re, perc hé ogni pro messa c he vi faccio a col mo di misu r a sa r à m a n ten ut a ”.(T 1 1 , 2 3- 2 4) Dobbia mo essere coeren ti noi… dobbiamo essere orgogliose dell a nost r a chia m a t a , sia mo le eredi di un gra nde ca ris m a , sia mo c hia m a te ancor a ad essere profetic he, non super ate , non vecc hie, non t rist i, non rassegn ate… Questi ult i m i at teggia me nt i non li ho t ro v a t i scri tt i da nessun a pa rte in Sa nt’A n gela . Credo allora che la pri m a ve rific a v ada riferit a al nost ro stile di vi t a , personale e di Co mp a g nia , alla nost r a adesione oggi a quel ca ris m a lascia toci in dono e c he lo Spiri to Santo contin u a m e nte rin no v a . Il ca ris m a me ricia no esiste nella misu r a in c ui noi lo vi v i a mo e, solo a queste condizioni , lo possia mo raccont a r e, condi videre e met tere a disposizione. Sa nt’A n gela a v r à qualcosa da dire ancor a oggi, se a v r à qualcosa d a dire a noi, proprio a noi. Per proporre il caris m a di San t’ A ngela… bisogn a conti n ua re i l ca m m i no… bisogn a con ti n ua re a sogna re… “Il ca m m i no non c’è, m a ca m m i n a n do insie me l’apri re mo ”.(J. Mach ado, poet a br asilia no) Ma noi sappia mo che il ca m m i no in ve ce c’è, la st r ada è st a t a t r accia t a da A n gela Merici… e noi contin u ere mo ad apri rla se mp re di più , facendo tesoro di qua nto lei ci h a lascia to in dono…co me vi a lu n go la quale ca m m i n a re e c he è st a t a com post a per il nost ro bene.

IL C A RI S MA I N VI SI O NE… L A S C AL A… La visione di Sant ’ A n gela… un sogno, u n a rea l t à , u n’esperienz a u m a n a , sopra n n a t u r a le? Visione di chi e di che cosa… Visione c he parl a , c he lascia in t ui re? È nat u r a le pensa re al sogno di Giacobbe (cfrG n 2 8 , 1 0- 2 2) “…E sognò di vedere un a scala che poggia v a sulla ter r a , ment re la sua ci m a r a g gi u n ge v a il cielo; ed ecco: gli an geli di Dio sali v a no e scende v a no per essa. Ed ecco: il Sig nore gli st a v a da v a n ti e disse: «Io sono il Signore , il Dio di Ab r a mo, t uo padr e, e il Dio d' Isacco. La ter r a sulla quale t u sei coricato la da rò a te e al t uo se me…Sa r a n no benedette in te e nella t u a discendenza t u t te le fa mi glie della ter r a . Ed ecco c he io sono con te e t i custodirò dov u nque a nd r a i e poi t i fa rò ri tor n a re in questo paese, perc hé non ti abb a ndonerò se pri m a no n a v rò fa tto t ut to quello c he t i ho detto”. I co m me nt atori biblici ci sug ge riscono a lc u ne interp ret azioni di questo sogno… e io cerco di scorge r v i alcu ne t r acce proprie anc he della v isione me ricia n a: • Un ponte fra cielo e terra: I padri della chiesa, ha n no visto nella visione della scal a l’in ca r n azione del Verbo, quale ponte get t a to t r a cielo e ter r a … e tutte le grazie del lo Spirito Santo discendono come per gradini fino a noi • Dio scende, raggiunge noi…

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Giacobbe scopre Dio, scopre cioè che Dio, non è solo in cielo, ma anche in terra, non è solo aldilà, ma anche al di qua, non è solo lontano, ma anche vicino, non è solo altrove rispetto a dove siamo noi, ma è proprio lì dove siamo noi, è sulla nostra strada. • Il cielo e la terra si ricongiungono Il cielo e la terra sono, sì, lontani, ma non separati; sono,sì, diversi, ma si intrecciano. Il movimento è doppio: dalla terra al cielo, dal cielo alla terra. Scoprire Dio significa entrare in questo doppio movimento: non solo salire dalla terra in cielo, ma anche scendere dal cielo sulla terra. • La voce di Dio Nel sogno di Giacobbe non c’è solo la scala con gli angeli. Al di sopradella scala c’è Dio che gli parla, che gli promette prosperità… terra e discendenza… ma soprattutto gli promette la sua presenza : «Io sarò con te e tiguarderò dovunque tu andrai»Ma se Dio è sempre con noi vuol dire che non solo gli angeli, ma Dio stesso scenderà quella scala, si farà uno di noi e ci porterà la salvezza. Nella scala di Giacobbe Dio è rappresentato in alto da un grande sole… mentre in quella di Sant’Angela, quella luce si confonde nel cielo. Ma a me quello che piace nella visione del Brudazzo, così come ci è presentata, è proprio lei, Sant’Angela, inginocchiata sulla nuda terra, con lo sguardo rivolto verso la scala: è la mistica unione della terra con il cielo Fra l’altro sembrano di più le vergini che salgono rispetto a quelle che scendono, qualcuna in lontananza comunque arri va… e qualcuna non sa come fare se scendere, stare, ritornare… Anche da un punto di vist a psicologico, lo st a re su un a scala i mplica u n a condizione pro v v isoria , di t r a nsito. Su u n a scala non si st a: o si sale o si scende. Pot re m mo a llor a cerc a re il nost ro posto nella scala… In queste celesti scale… terra e cielo non sono più distanti, gli angeli di Dio ci visitano, messaggeri di un annuncio da parte di Dio: c’è un messaggio proprio per te, c’è un messaggio da trasformare in progetto di vita per te e per gli altri! Dio ha cura di te e abita i tuoi sogni, abita le tue paure, abita le tue lacrime e le tue speranze. Non è lontano il cielo, perché Dio è qui, abita in terra, sei tu la sua casa, il luogo sacro della sua presenza… guarda sempre in alto, scorgi il messaggio e poi v ai tranquillo… il Signore è con te. Ripensando a Sant’Angela e alla sua visione… la ritroviamo tanto celeste, quanto umana, come ci ricorda

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ancora il Cozzano: “E sia così celeste di spirito e cammini sempre con Dio, che però sia anche, per quanto possibile, conforme, nella sua conversazione, alla comune lodabile usanza, che prosegua secondo la legge, i consigli e i costumi, così divini, come umani, non facendo oltre ciò, cosa alcuna, né nel vestire, né nei gesti o in altri atti, cosa singolare e fuori del comune costume e che dia motivo al prossimo di dire e brontolare...”. Con questa immagine della scala, a me tanto cara, continuiamo il cammino, ben sapendo che il carisma di Sant’Angela è mantenuto in vita dal comune Amatore: “Tenete questo per certo: che questa Compagnia è stata piantata direttamente dalla sua santa mano, e lui non abbandonerà mai questa Compagnia fin che il mondo durerà… Credetelo, non dubitate, abbiate ferma fede che sarà così”. (T 11) Il nostro sogno, la nostra visione, la nostra fiducia… non dovrà venir meno e… beate noi se veramente ce ne prenderemo cura…e faremo, nel frattempo quello che dovremo fare… E le strade, per sé spinose e sassose, diventeranno per noifiorite e lastricate di finissimo oro … Ci auguriamo reciprocamente una buona visione e una buona fioritura!