Cheilite Desquamativa Angolare

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 CHEILITE DESQUAMATIVA ANGOLARE Edoardo Bernko pf * Piero Polcino* * Vanna Broia** * *Spec. in Odontostomatol ogia.-Vicenza –Roma **Spec. in Pediatria, dirigente ambulatorio di dermatologia pediatrica A.O Rummo- Benevento ****Spec.in Odontostomatologia. Parma–Roma  Autore di riferime nto Edoardo Ber nkopf Via Garofoli no 1 36100 Vic enza [email protected] Secondo la classificazione ed i criteri diagnostici della Dermatite Atopica di Hanifin-Raika (1980) e la più recente (2000)e completa lista dei suddetti criteri propostas dall’ Associazione Italiana Eczema Atopico (A.E.I.A.), la Cheilite Desquamativa Angolare (CDA) va appunto annoverata tra i segni clinici minori della Dermatite Atopica. La lesione della commissura labiale è solitamente simmetrica e di tipo eczematoso- ragadiforme. E’ facilitata da umidità locale continua e successiva macerazione ( Toccature con la lingua e/o salicazione). La terapia è cortisonica locale associata ad emolliente, ed in caso di sovrapposizione batterica e/o micotica, si avvale di antibiotici e/o antimicotici locali. Poco considerato risulta il ruolo patogenetico che nella CDA può essere sostenuto dalla bocca e dall’occlusione dentaria che il paziente può presentare. Infatti, se la malocclusio ne dentaria sostiene una retrusione o una laterodeviazione della mandibola, anche di lieve entità, può provocare un atteggiamento lievemente anomalo delle guance e delle labbra: queste ultime, in particolare, possono non combaciare perfettamente e lasciar fuoriuscire dall’angolo della commissura labiale un impercettibile quantità di saliva, che, specie nelle stagioni fredde, macera la pelle e sostiene la lesione dermatologica. In questi casi una terapia medica, non rimuovendo la causa, difficilmente ottiene un successo duraturo. L’eventuale presenza dei segni di una disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare, spesso correlati alla malposizion e mandibolare, aiuterebbe la diagnosi, ma è abbastanza rara in età pediatrica. Altri sintomi clinici, come otiti ricorrenti, cefalea di tipo tensivo, rinosinusiti e ostruzioni nasali croniche, vengono interpretati come patologie primarie, peraltro abbastanza frequenti nel bambini. Spesso anche que sti sintomi sono legati in re altà alle disfunz ioni che si possono accompagnare alla malocclusione, come l’ipofunzione tubarica, la tensione cronica dei muscoli elevatori della mandibola, lo schema respiratorio orale con ipoventilazio ne nasale.

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CHEILITE DESQUAMATIVA ANGOLARE

Edoardo Bernkopf * Piero Polcino** Vanna Broia***

*Spec. in Odontostomatologia.-Vicenza–Roma **Spec. in Pediatria,dirigente ambulatorio di dermatologia pediatrica A.O Rummo- Benevento****Spec.in Odontostomatologia. Parma–Roma

Autore di riferimento Edoardo Bernkopf Via Garofolino 1 36100 Vicenza

[email protected]

Secondo la classificazione ed i criteri diagnostici della Dermatite Atopicadi Hanifin-Raika (1980) e la più recente (2000)e completa lista deisuddetti criteri propostas dall’ Associazione Italiana Eczema Atopico(A.E.I.A.), la Cheilite Desquamativa Angolare (CDA) va appuntoannoverata tra i segni clinici minori della Dermatite Atopica. La lesionedella commissura labiale è solitamente simmetrica e di tipo eczematoso-ragadiforme. E’ facilitata da umidità locale continua e successivamacerazione ( Toccature con la lingua e/o salicazione). La terapia ècortisonica locale associata ad emolliente, ed in caso di sovrapposizionebatterica e/o micotica, si avvale di antibiotici e/o antimicotici locali.Poco considerato risulta il ruolo patogenetico che nella CDA può esseresostenuto dalla bocca e dall’occlusione dentaria che il paziente puòpresentare. Infatti, se la malocclusione dentaria sostiene una retrusione ouna laterodeviazione della mandibola, anche di lieve entità, puòprovocare un atteggiamento lievemente anomalo delle guance e dellelabbra: queste ultime, in particolare, possono non combaciareperfettamente e lasciar fuoriuscire dall’angolo della commissura labialeun impercettibile quantità di saliva, che, specie nelle stagioni fredde,macera la pelle e sostiene la lesione dermatologica. In questi casi unaterapia medica, non rimuovendo la causa, difficilmente ottiene unsuccesso duraturo. L’eventuale presenza dei segni di una disfunzione

dell’articolazione temporo-mandibolare, spesso correlati allamalposizione mandibolare, aiuterebbe la diagnosi, ma è abbastanza rarain età pediatrica. Altri sintomi clinici, come otiti ricorrenti, cefalea di tipotensivo, rinosinusiti e ostruzioni nasali croniche, vengono interpretaticome patologie primarie, peraltro abbastanza frequenti nel bambini.Spesso anche questi sintomi sono legati in realtà alle disfunzioni che sipossono accompagnare alla malocclusione, come l’ipofunzione tubarica,la tensione cronica dei muscoli elevatori della mandibola, lo schemarespiratorio orale con ipoventilazione nasale.

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Case report. J.B. è una ragazzina che è giunta alla nostra osservazioneall’età di 13 anni.Presentava una ragade all’angolo della bocca (FIG 1-4), che regrediva,ma non completamente, solo per uno o due mesi all’anno: per il temporestante le deturpava il viso e le creava notevoli complessi.

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Fig. 1-2- 4 : viso, particolare della cheilite angolare e occlusione dentariaprima del trattamento

Fig. 3 applicazione della placca di riposizionamento mandibolare.Fig5 Guarigione della cheilite angolareFig. 7 Trattamento ortodonticoFig. 8 Caso concluso. N.B. durante i 2 anni di trattamento ortodontico enei successivi 4 di folow-up la ragade non si è più ripresentata. Nonsono più ricomparsi , se non in mdo assolutamente sporadico,nemmeno i sintomi respiratori e cefalalgici.

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Altro suo problema era una cefalea riferita come “forte” (in una scala:lieve, media, forte, fortissima, micidiale), che la affliggeva da parecchimesi tutti i giorni.

Lamentava anche una rinorrea continua, descritta comeraffreddore cronico, che perdurava anche nei mesi estivi. La pazienteera stata vista e trattata in tutti i reparti della Clinica dove il padre lavoracome infermiere.Tutti gli specialisti avevano escluso problemi di propriapertinenza all’infuori dell’Allergologo (le prove allergiche avevano rivelatouna positività all’acaro) e, ovviamente, del Dermatologo, che avevano

tentato varie terapie mediche della ragade (compreso il cortisone topico),ma senza alcun risultato.La positività allergologica per l’acaro, la anomala manifestazione cutaneae la cronica rinorrea orientavano dunque verso un problema di atopia e dicefalea con “ screzio allergico”, più per esclusione di tutte le altre causeche per reale convinzione degli stessi curanti. La cheilite dell’angolodella bocca, peraltro, non regrediva nemmeno con terapia cortisonica.La giovane paziente veniva visitata con particolare attenzione alla suasituazione occlusale (FIG 2) : come quasi sempre succede, questi aspettinon erano stati considerati.La terapia occlusale, con placca di riposizionamneto mandibolare prima(FIG 3), e apparecchio ortodontico fisso poi (FIG.7-8), risolveva ilproblema dermatologico (fig5-6), la cefalea e la rinorrea, sintomi regreditifin dal primo controllo a 15 giorni e sostanzialmente mai piùripresentatisi. Il follow-up è attualmente di quasi 6 anni senza ricadute.Le lieve deviazione del morso era sufficiente a causare un costantesquilibrio muscolare, che sosteneva la cefalea con meccanismo tensivo.La rinorrea era invece interpretabile come effetto di una respirazione ditipo orale, che impediva una corretta ventilazione nasale. La componenteallergica, pur presente e documentata, a posteriori non era si è rivelata insé sufficiente a spiegare il quadro clinico con l’abituale inquadramentonell’atopia, giacché anche la sintomatologia respiratoria ècompletamente regredita dopo il trattamento occlusale ed il ripristino di

un corretto schema respiratorio nasale.