Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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Esperienze dei laboratori diimpresa attivati presso gli istituti scolastici superiori della Campania. Libro edito nel 2007 da SBR

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“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi …

chi non rischia e cambia colore di vestiti, chi non parla a chi non conosce …

chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “I” piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti …

muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce …

evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto

di respirare …”

(Pablo Neruda)

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INDICE

1. Premessa pag. 4

2. Introduzione pag. 6

3. Il progetto IGS - Imprese di Giovani Studenti pag.10

4. Hanno detto di noi pag.14

5. ...uh ...e mmò? pag.26

6. Sotto la lente: IGS visto da un professore pag.31

7. Giovani Manager tra i banchi pag.34

8. Sotto la lente: da partecipanti a trainer pag.38

9. Accadde all'ombra del Vesuvio pag.44

10. Sotto la lente: giudici pag.49

11. La fabbrica dei campioni pag.50

12. Sotto la lente: studenti particolari pag.56

13. Dopo la scuola, che impresa! pag.60

14. Essere trainer di un laboratorio di impresa pag.63

15. Fiera locale pag.67

16. Sponsorizzazioni pag.71

17. Fiera Competitiva regionale: Paestum pag.76

18. La Premiazione pag.80

19. Best IGS 2007 pag.97

20. Lo staff é al completo! pag.104

21. Ringraziamenti pag.110

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1. Premessa

Non sarei qui a scrivere queste poche righe se un puro caso non mi avesse portato, nel lontano

1998, a leggere un trafiletto su un giornale, edito da IG spa – Società per l'Imprenditorialità

Giovanile, a cui ero abbonato, che parlava di un'esperienza di learning by doing che stava per

iniziare e che coinvolgeva per il primo anno studenti di scuole superiori e Università.

Ebbene, quel trafiletto ha segnato la mia vita. Così come tutte le persone che vi erano dietro.

Parlo di Carlo Borgomeo, allora Presidente di IG spa che ricordo ancora alla Mostra d'Oltremare,

che durante la fiera provinciale IG Students, dopo averlo invitato al nostro stand e mostrato il nostro

prodotto (una guida audio utilizzata a Palazzo Reale di Napoli) si complimentò a suo modo: doppio

schiaffetto sulla guancia. Ne fui orgoglioso. Non solo per il risultato (lo schiaffetto), ma per

l'attenzione, la curiosità e il tempo che aveva dedicato nell'ascoltare ciò che avevamo realizzato.

Parlo di Eduardo Marotti, Direttore Generale della allora Divisione No Profit di IG spa poi divenuta

Fondazione IG Students, che ho sempre ammirato perchè – a mio parere – e non solo di allora

studente universitario, era stato in grado di strutturare un'inedita organizzazione formativa senza

precedenti in Italia, inventandosi un modello di formazione unico: IG Students.

Parlo di Gianfranco Orciuoli e, prima ancora – solo perchè l'ho conosciuta prima – di Marilù

(Marialuisa Vacca) da cui ho tratto degli insegnamenti che non potreste neppure immaginare, e

senza i quali oggi non sarei (e lo dico sul serio) qui a scrivere.

Potrei continuare a parlare di tutte le persone che nell'allora IG Students mi hanno regalato

insegnamenti, emozioni e soddisfazioni, per darvi solo un'idea: per ogni anno che ho trascorso in Ig

Students, un libro del genere non sarebbe bastato.

Mi soffermo però a ringraziare quelli senza i quali oggi IGS Campania non sarebbe mai esistita.

Ovvero lo staff e gli assistenti, che quotidianamente dimostrano un legame a ciò che fanno e al

progetto senza confronti, contribuendo col loro costante operato e dedizione alla crescita del

programma e quindi alla crescita ed alla formazione di migliaia di studenti.

C'è un filo conduttore che lega tutte le storie che questo libro racconta, un filo conduttore che si può

solamente intravedere, immaginare, e che, per chi non l'ha vissuto, non potrà mai comprendere

appieno. Parlo delle emozioni che un programma formativo del genere riesce a regalare. Quelle per

cui il programma stesso si regge in piedi, quelle che spingono oltre a qualsiasi immaginazione. Ecco

il valore aggiunto di ciò che facciamo: suscitiamo emozioni e questo è ciò che rende unico questo

programma. E' questo ciò che ci permette di chiedere un contributo ad un istituto scolastico –

considerate le condizioni in cui versa – per farcelo finanziare. Solo chi l'ha vissuto può proporlo,

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può animare, incuriosire, convincere un docente, un dirigente, un responsabile, un'istituzione, uno

sponsor a finanziarlo. Solo l'emozione può farlo...semplicemente questo.

Ecco perchè comprendo e mi emoziono quando leggo ciò che Cristina in questi mesi ha raccolto.

Perchè nonostante trascorrano gli anni, nonostante le risorse siano completamente diverse, la forza,

l'essenza stessa del programma resta. E' viva...ed ogni anno...costantemente si ripete. Questo è il più

grande orgoglio: sapere che il proprio lavoro non è fine a se stesso, ma arricchisce. Arricchisce gli

altri: gli studenti, i docenti, i dirigenti, e in una visione più ampia arricchisce la società stessa in cui

viviamo...si perchè è un donare continuo a chi sa di meno. Ricordo quando ad un incontro mi fu

chiesto quale fosse la ricaduta su coloro che partecipano a questo programma formativo, non ci misi

molto a rispondere che non conoscevo le ricadute nei primi due anni, ma sicuramente conoscevo

quella successiva: quegli stessi studenti, una volta giunti all'università, ci chiedono di partecipare

come Trainer. Ci chiedono di essere dall'altra parte, di essere “educatori”, di “mettersi in gioco”, di

essere un riferimento per gli studenti-imprenditori. Il che non è un semplice accompagnarli nella

realizzazione della loro idea imprenditoriale. E' molto di più.

Sempre un articolo, questa volta de Il Sole 24 ore, invitava le aziende a cercare su internet e

scoprire cosa si dicesse di loro. Ebbene io l'ho fatto, e con grande stupore ho scoperto le mille storie

dell'anno scolastico appena concluso. Per questo è nato questo libro. Perchè il materiale – ovvero le

storie – c'erano già, andavano solo raccolte ed integrate con le altre, quelle di cui, durante l'anno, ci

era giunta voce, e che solo una mano emozionante (ed emozionata) come quella di Cristina poteva

mettere assieme.

Roberto

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2. Introduzione

A diciassette anni ero una ragazza curiosa del mondo, mi brillava negli occhi quella voglia di

apprendere e fare che ancora oggi mi caratterizza… portavo avanti con successo gli studi al liceo

classico, facevo sport, avevo una comitiva numerosa… ma ero una di quelle persone timide,

introverse, insicure che all’interno del gruppo non si sbilanciano mai, che ascoltano piuttosto che

parlare, che hanno idee e opinioni proprie, ma che ancora non hanno capito come farle rispettare se

il proprio interlocutore è qualcuno che fa la voce grossa e non ti fa sentire a tuo agio…

Ricordo quando Marilù venne in classe a spiegarci il progetto: noi la IV L del Liceo Sannazaro

saremmo diventate un’impresa! Per quei professori che non hanno mai condiviso il nesso di questo

progetto con il nostro percorso di studi, vorrei leggessero questa storia per capire quanto in

quell’anno è stato determinante…

Quando il nostro Tutor (così era chiamato all'epoca il Trainer), Alfonso, ci spiegò i ruoli, guardavo

la cartellina dell’Amministratore Delegato e volevo intensamente che fosse mia, una voce dentro

me diceva che quella era la mia strada, la mia vocazione e che dovevo assecondarla…

È stato un percorso tutto in salita: il laboratorio Vi.r.i.m. era composto da sei ragazze toste, con dei

caratteri da primedonne molto ben delineati, e io sfortunatamente non ero tra loro, non abbiamo mai

capito la differenza tra un rapporto di lavoro e un rapporto di amicizia ed è per questo che le

incomprensioni erano il pane quotidiano. Oggi questa differenza è la prima cosa che spiego ai

ragazzi quando vado in classe, perché ho sentito quanto brucia sulla propria pelle non accorgersene

in tempo…

Ma racconto anche la scarica di adrenalina quando passavano i giudici allo stand alla Mostra

d’Oltremare e chiedevano “Chi è l’Amministratore Delegato?” e dal gruppo sbucavo io; mi vibra la

voce quando racconto di quella presentazione fatta davanti a centinaia di persone a Città della

Scienza e provata allo sfinimento perché fosse perfetta; mi si illuminano gli occhi quando racconto

la sera che ci hanno detto che avevamo passato le selezioni ed eravamo arrivati alla competizione

regionale, ed è ancora un pugno nello stomaco ripensare che non siamo stati noi a passare alla

competizione nazionale che quell’anno si teneva a Capri…

Quando ho dovuto scegliere il mio percorso universitario questa esperienza ha avuto un ruolo

cruciale: la mia voglia di comunicare era emersa in maniera straripante, gestire le persone,

rappresentare un’azienda, capirne i meccanismi era quello che avrei voluto fare per i successivi

cinque anni.

Ho iniziato il mio percorso di trainer all’ultimo anno dell’università, quando mi barcamenavo tra

uno stage, gli ultimi esami e una tesi in “Formazione e politiche delle Risorse Umane”. Ho iniziato

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quest’avventura con delle amiche, che rappresentano dei punti fermi di quest’Associazione e della

mia vita.

Nessuno mi toglierà dalla mente quel primo giorno al liceo Urbani di S. Giorgio a Cremano con

quello che sarebbe stato il mio primo laboratorio di impresa, i 3½ base, ho ancora scritto sul

cellulare il messaggio di Laura dopo la fiera locale “Ho ripercorso mentalmente tutta la giornata…

mi pare che non ti ho ringraziato per l’aiuto e l’entusiasmo che ci hai dato…GRAZIE! ’notte…”.

Abbiamo vinto il premio come miglior team, e quando Gianfranco stava per dire il vincitore

confesso dentro di me la diciassettenne che ero stata scongiurava “Dì Vi.r.i.m., dì Vi.r.i.m. …”, ho

vinto di nuovo con i 3½ base…ho rivissuto con loro i miei diciassette anni, ma con la maturità e il

carattere che allora mi mancavano e che mi avevano fatto sbagliare alcune volte e sentire

inadeguata.

Dal primo anno ho seguito altri tre laboratori come trainer, e ne ho fatti crescere diciassette come

assistente, posso ricordare quasi tutti i nomi e le storie dei ragazzi: incontrarli sorridenti che si

avvicinano per salutarmi e spiegarmi tutto ciò che stanno facendo ora... è impagabile come

sensazione…

Quando Roberto mi ha chiesto di scrivere questo libro, gliene sono stata grata per la possibilità di

raccontare la mia e molte altre storie, piccole e grandi, a lieto fine o che lasciano l’amaro in bocca…

nulla doveva essere dimenticato, nulla doveva andare perduto…

Invito il lettore a non pensare a priori che questo libro sia stucchevole e denso di sentimentalismi:

ho provato a raccontare le storie con obiettività per quanto ne fossi in grado, e ho chiesto ai

protagonisti di darmi una mano anche se i loro giudizi erano forti e controcorrente.

È un libro a più voci, proprio perché la mia voce fosse soltanto il filo conduttore, volevo che

ognuno fosse libero di esprimersi liberamente nei modi e nei contenuti e soprattutto volevo che non

fosse la celebrazione di nessuno in particolare ma il riconoscimento ai tanti che hanno vissuto un

anno di avventure e che hanno gettato le fondamenta per quelli a venire.

Proprio per questo l’introduzione è divisa a metà con Rossella, in questo punto si interrompe la mia

storia ed inizia la sua…

Cristina

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Mi è stato chiesto un contributo per questo libro, come la persona con più “anni di servizio”.

In effetti la mia esperienza con questo percorso è iniziata tempo fa quando esisteva la Fondazione Ig

students e ancora oggi continua.

Sono tante le cose da raccontare, gli aneddoti da ricordare, tanti i cambiamenti vissuti in questi

anni…

Tutto cambia, scorre e si modifica…proprio per questo motivo mi piacerebbe esprimere e

condividere ciò che è sempre lì….

In queste poche righe mi piacerebbe raccontare non l’esperienza accumulata, gli aneddoti di cui

questo libro è pieno, ma l’esperienza di vita e cogliere l’occasione per ringraziare quanti hanno reso

quest’esperienza unica…

Mi fu chiesto di partecipare ad un percorso che prevedeva la creazione di laboratori d’impresa nelle

scuole superiori, io sarei stata il tutor, la guida…

Accettai subito, senza immaginare cosa mi aspettava…

Era il 1999, avevo vent’anni, tutor più giovane fra i partecipanti in Italia, Non sapevo che gli

studenti che avrei seguito erano miei coetanei, ragazze vivaci con un caratterino, delle vere

“diavolette”, ma con tanta voglia di fare…

Per la prima volta nella classe dell’istituto D’Este di Castellammare ebbi tanta paura, paura di non

essere in grado, di non riuscire, di non essere all’altezza… per questo motivo iniziai a studiare

economia, ragioneria, volevo colmare le lacune che una studentessa di legge poteva avere, chiedevo

aiuto ai tutor più esperti di me, preparavo e studiavo gli incontri con giorni di anticipo, mi sentivo

pronta sicura, convinta ma puntualmente mi ritrovavo impreparata: c’era sempre da gestire un

imprevisto… quando mi trovavo gli studenti fuori al cancello della scuola chiusa, una ragazza in

lacrime per una storia finita, la rabbia per patti non rispettati… pensandoci dopo tanto tempo, sono

state questi imprevisti a rendere vivo, movimentato, dinamico questo lungo percorso fatto di salite,

curve, discussioni, voci alte, sorrisi e tante soddisfazioni…

Il mio laboratorio quell’anno non vinse nulla, ma “Le diavole del commercio” ancora in tanti le

ricordano….

Ne è passato di tempo da allora e anch’io sono cresciuta, maturata, cambiata….ne ho seguiti altri di

laboratori, ragazzi, storie…

Quella sensazione di paura che c’era allora non c’è più, ho imparato che non tutto è programmabile,

ho imparato che si può sempre migliorare, ho imparato che si può convivere bene anche sapendo di

avere dei difetti (ma solo qualcuno, eh ;o)).

Ogni anno guardo gli studenti con ammirazione per le cose che realizzano, gli sforzi che fanno per

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arrivare alla fiera nel modo migliore, i litigi per le scelte non condivise, le telefonate per

organizzarsi; e ancora tanto altro…amicizie, amori che nascono e l’inconsapevolezza che man

mano che si va avanti qualcosa cambia dentro di loro, dentro di noi…

Per tutto questo vorrei ringraziare alcune persone che sono testimoni e fautori di tante emozioni…

Grazie a Gianfranco, che scegliendomi nel lontano 1998, inconsapevolmente ha dato il via a questo

lungo cammino…

Grazie a Roberto che (alla sua età sogna più di un bambino…) ha permesso che tutto ciò si

realizzasse, prendesse forma e vita! Siamo con te nelle piccole e grandi cose perché amiamo

sognare proprio come te!

Ringrazio gli assistenti per il lavoro che fanno ogni giorno…

Ringrazio Cristina e Diana….per la collaborazione nel lavoro e per tanto altro!!

Ringrazio i trainer, che scelgono di vivere quest’avventura con noi e a cui speriamo di dare sempre

il massimo!

Ma il grazie più grande e sincero va a tutti quei ragazzi, che ogni anno ci fanno sognare e che, anche

se non lo sanno ci insegnano così tanto!

Ci sono delle cose che non puoi raccontare, ti sembra impossibile trasmettere l’intensità delle

emozioni che hai provato, parlarne semplicemente imprigiona e sminuisce i tuoi battiti, certe cose

devi avere la fortuna di poterle vivere e custodirle, nient’altro…solo quando ci sarai dentro potrai

dire cosa si provava!!

Ancora mi chiedo cosa mi porta a essere ancora qui, continuare e ad avere oggi, più voglia e

convinzione di voler fare questo.

Sapere di far parte di qualcosa che permette di sognare. . .

Rossella

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3. Il progetto IGS -Imprese di Giovani Studenti

L’impresa è un luogo aperto e stimolante, dove innovazione, autonomia e responsabilità trovano la

giusta sintesi e per questo è una valida palestra di formazione per tutti quei ragazzi che vogliono

crescere. Con il nostro progetto di educazione all’imprenditorialità cerchiamo di favorire lo scambio

e la contaminazione di esperienze tra scuola, università e impresa, per far emergere vere e proprie

riserve di creatività, motivazioni, ambizione e attitudini necessarie ad avviare un’attività in proprio.

Il progetto Imprese di Giovani Studenti ha lo scopo di rendere gli studenti protagonisti del proprio

processo di apprendimento, sviluppando in loro coinvolgimento e motivazione al fine di esprimere

liberamente le proprie vocazioni, attitudini e potenzialità per compiere scelte più consapevoli.

Destinatari

Allievi del quarto anno degli istituti medi superiori suddivisi in laboratori d’impresa composti da

minimo di otto ad un massimo di quindici studenti.

Obiettivi

Obiettivi didattici:

Apprendere i principi di funzionamento di un’impresa;

Comprendere le dinamiche economiche e sociali che si sviluppano al suo interno;

Applicare le competenze formative in contesti non standardizzati sperimentando didattiche

alternative;

Integrare il sapere con il saper fare e il saper essere al fine di orientare la scelta professionale

e formativa futura;

Promuovere la cultura d’impresa.

Obiettivi trasversali:

Imparare a lavorare in gruppo;

Acquisizione competenze relazionali comunicative e organizzative;

Sviluppare capacità di problem solving;

Far emergere vocazioni, sviluppare potenzialità, valorizzare le inclinazioni personali;

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Responsabilizzare gli allievi.

Metodologia

Il Programma sfrutta la metodologia del learning by doing (imparare facendo) e si realizza

attraverso la creazione e la gestione di laboratori d’impresa in ambiente scolastico.

Gli studenti beneficiari, sotto la supervisione di un Trainer IGS (uno per laboratorio d’impresa) e

con il supporto di un docente interno danno vita a una vera e propria impresa, raccogliendo un

capitale sociale, assumendo le cariche sociali, realizzando e vendendo prodotti o servizi reali.

Le quote del capitale sociale possono essere sottoscritte anche da terzi, i laboratori d’impresa sono

imprese a tutti gli effetti che operano in ambiente scolastico.

Momento fondamentale dell'esperienza formativa è rappresentato dalle fiere. Le fiere IGS sono

eventi in cui i laboratori d'impresa presentano il loro progetto imprenditoriale, vendono i loro

prodotti, sono valutati per le attività svolte. L'Associazione IGS Campania ne cura l'organizzazione

e il coordinamento tra gli istituti.

È previsto un ulteriore evento, successivo alla fiera regionale, nell’ambito del quale vengono

proclamati vincitori i migliori laboratori d'impresa.

Collegamenti col territorio

Il programma formativo, nell'edizione 2006/2007, ha ottenuto a vario titolo (contributo, patrocinio,

convenzioni, ecc.) il sostegno da:

Enti pubblici e istituzioni:

- Comune di Napoli;

- Provincia di Napoli – Assessorato Sport e Giovani;

- Provincia di Salerno – Assessorato Politiche del lavoro, Centri per l'impiego,

Informagiovani.

- Ufficio Scolastico Regionale – Campania;

- Confindustria Salerno;

- Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” - Facoltà di Scienze della

formazione;

- Università degli Studi di Napoli “Federico II” - Facoltà di Sociologia;

- Università degli Studi di Salerno – Facoltà di Economia;

- Dipartimento di Studi e Ricerche Aziendali – Università di Salerno;

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Partner privati:

- Manpower

- IW Bank

- Decò supermercati

- Circumvesuviana srl

- Acqua Acetosella

- ArcoIgnis

- Consorzio Produttori del Gragnano

Lo scorso anno scolastico hanno partecipato al programma formativo IGS i seguenti istituti:

ITI BARSANTI – Pomigliano d’Arco

I.A. BOCCIONI – Napoli

I.S. CAMPANELLA – Napoli

L. MAG. CANTONE – Pomigliano d’Arco

L. SC. COPERNICO – Napoli

I.S. DE SANCTIS – Napoli

IPC TUR. D’ESTE – Napoli

ITC DIAZ – Napoli

ITI FERMI – Napoli

IPIA FERRARI – Castellammare di Stabia

I.S FONSECA – Napoli

ITC GALIANI – Napoli

IPIA GALILEI – Torre Annunziata

L. CL. L. SC. IMBRIANI – Pomigliano d’Arco

ITI MAJORANA – Somma Vesuviana

IPIA MARCONI – Giugliano in Campania

ITI MEDI – San Giorgio a Cremano

ITC MOSCATI – S. Antimo

I.A. MUNARI – Acerra

IPIA NIGLIO – Frattamaggiore

IPC NITTI – Portici

L. SC. NOBEL – Torre del greco

I.S. PACIOLI – S. Anastasia

ITC PAGANO – Napoli

IPSAR PETRONIO – Pozzuoli

ITI RIGHI – Napoli

IPSAR ROSSINI – Napoli

IITC SCOTELLARO – San Giorgio a Cremano

L. SC. SEGRE’ – Marano di Napoli

ITCG SERENI – Afragola

ITC SERRA – Napoli

L. SC. SEVERI – Castellammare di Stabia

ITC STURZO – Castellammare di Stabia

ITC TORRENTE – Casoria

L. SC. TORRICELLI – Somma Vesuviana

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ITC VESEVUS – Boscoreale

I.S. VITRUVIO – Castellammare di Stabia

IPSAR VIVIANI – Castellammare di Stabia

ITI VOLTA – Napoli

I.M. ALFANO I – Salerno

ITI GALILEI – Salerno

L. CL. DE SANCTIS – Salerno

L. SC. CACCIOPPOLI – Scafati

I numeri di IGS Campania…

70 istituti secondari superiori coinvolti

160 laboratori d’impresa attivati

1500 studenti di istituti secondari superiori

200 giovani studenti universitari o laureati

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4. Hanno detto di noi…

In questa sezione il materiale presentato seguirà un ordine molto casuale, o forse un disordine molto

ordinato. Scopo di questo capitolo non è ricostruire storie, ma lasciare che i protagonisti parlino da

sé senza costruzioni formali, senza ingabbiature o censure.

Questo è il capitolo più “anarchico” del libro, i contenuti sono stati ripresi da interviste, blog, e-mail

e servono a dare ad un lettore impreparato sul progetto IGS alcune informazioni, ma soprattutto a

scaricargli addosso tutte quelle emozioni che solo la libertà di forma e pensiero sono in grado di

concepire.

Autori di queste righe sono ragazzi, trainer, docenti, figure istituzionali, membri dello staff. Un

grazie va a tutte quelle persone che non ci hanno mai lesinato tempo e la condivisione di

un’emozione, di un sogno, di un progetto.

Questi sono i vostri, i nostri, interventi.

Giorgio Mottola, Responsabile regionale del Progetto di Alternanza Scuola- Lavoro

dell’Ufficio Scolastico Regionale .

«L’IGS è inserito come attività extra scolastica, io però sono del parere di integrare questo progetto

in ambito curriculare, a scuola non si può pensare di fare una cosa al mattino e una sostanzialmente

differente al pomeriggio, le due azioni devono essere strettamente collegate. Ciò che un insegnate

spiega di mattina può essere perfettamente rimodulato in azione pratica, in qualcosa di più

concreto, nelle attività extra-curriculari. Se faccio matematica al mattino poso scegliere degli

elementi da approfondire nel pomeriggio con il laboratorio d’impresa.

Ho scoperto questo progetto un anno fa, sono venuto alle vostre manifestazioni in varie occasioni in

più sono stato alla giornata di formazione a Paestum, e ne penso a tal punto bene che è stato inserito

nel portale dell’Alternanza dell’Ufficio Scolastico Regionale che raggruppa le esperienze più

significative, gode del nostro supporto nelle manifestazioni ed ha anche ottenuto il nostro

patrocinio.

Non penso che l’Istituzione- Scuola privilegi esclusivamente attività culturali, nella Regione

Campania ci sono 110 percorsi di Alternanza Scuola- Lavoro, 78 Imprese Formative Simulate e

molte altre attività di integrazione tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Tutti questi dati non

sono comprensivi dei numeri fatti dall’IGS, sommandoli riteniamo di essere i primi in Italia per

Intervista effettuata dallo staff IGS Campania

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azioni intraprese di integrazione.

Sul piano formativo, il learning by doing, “l’imparare facendo” adottato dal progetto, è alla base di

ogni metodologia innovativa, è dal 1919 che si insegna questo nelle scuole, ma noi l’abbiamo

riscoperto dopo cinquant’anni come spesso accade…L’IGS dovrebbe inserire un imparare facendo

collegato al mondo aziendale, bisogna verificare gli insegnamenti nelle aziende, come quando i

ragazzi si interfacciano presentando le proprie brochure ad un’agenzia di comunicazione.

Ho suggerito all'Associazione, per farsi conoscere di più, di creare con il supporto delle scuole, una

rete tra gli istituti coinvolti, seguendo un protocollo che le consentirà di porsi nei confronti

dell’Ufficio Scolastico Regionale, della Regione e delle altre Istituzioni, come un ente che produce

qualcosa, non più come un privato, così si sortiranno ben maggiori risultati».

Dai blog dei trainer e degli studenti

09 novembre

GRAZIE TOTO...e IGS CAMPANIA

volevo condividere con voi la gioia che provo da ieri sera in quanto ho superato la selezione per un

"Trainer di laboratorio d'impresa" organizzato dalla mia università e da Confindustria di Salerno.

Da martedì, quando inizierò il periodo formazione, seguirò un corso di 70 ore dove sarò formato

come trainer dopodiché andrò in qualche scuola a seguire un gruppo di ragazzi che hanno aderito a

questo progetto "IGS Campania" e ad insegnare loro come si costituisce un laboratorio d'impresa.

Li guiderò fino ad inizio giugno con un incontro a settimana e dovremo costituire una piccola

impresa all'interno della scuola e dovremo anche creare un prodotto che poi metteremo in

commercio. A fine progetto ci sarà una fiera durante la quale ogni laboratorio presenterà il suo

prodotto e verrà giudicato. Sono davvero contento per questa cosa, e sono contento che il mio

migliore amico condivida questa gioia con me.

Sono contento anche perché da quando ero piccolo mi è sempre piaciuto insegnare e anche se

questa sarà una piccola parte all'interno della scuola, fino a giugno sarò comunque un loro

insegnante. Questo progetto sarà importante anche un domani da segnalare nel mio curriculum

vitae.

Vabbé...adesso saluto tutti e vi assicuro che tornerò molto presto a scrivere

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domenica, 28 gennaio 2007

Sono tornata...

giovedì nonostante avessi ancora la febbre sono andata ad "I.G.S. Campania" il corso ke sto

frequentando x l'imprenditoria giovanile. Sono molto contenta di cm'è andata questa prima lezione

in quanto al contrario di come avviene di solito nn mi sono fatta prendere dalla mia timidezza e

sono stata al contrario molto estroversa infatti credo ke mercoledì mi proporrò cm presidente del

CDA anke se già ho le mie ansie ke mi assalgono...sarò in grado di gestire tt il laboratorio

d'impresa??saprò farmi "rispettare"??...spero ke qst nn prendano tt il posto nella mia testa...a fine

lezione ci hanno dato cm "compito" di pensare a 3 prodotti ke potremo produrre io ne ho 1 in testa

ma nn sn neanke sicura di ciò xkè nn me ne proponete voi qualcuno????...

Commenti, impressioni, suggestioni dalle fiere

3 aprile

Finalmente dopo settimane e settimane di lavoro, alti e bassi è arrivata la prima fiera del progetto

IGS Campania (Imprese Giovani Studenti).

Infatti oggi 3 Aprile 2007 presso la succursale della nostra scuola I.P.S.S.A.R. "G. Rossini" di

Napoli abbiamo messo nero su bianco mettendo finalmente sul mercato i nostri orologi con le

raffigurazioni di Maradona, Hello Kitty e il personaggio simbolo di Napoli: Pulcinella.

Questi orologi, da piano o da parete, sono andati quasi tutti a ruba e come prima fiera credo non ci

si possa per niente lamentare. Anche lo stand era molto carino con il nostro logo e il nostro nome da

sfondo ci ha accompagnato in questa emozionante giornata ricca di divertimento e di lavoro,

ovviamente.

Per incentivare la vendita abbiamo offerto dolci e pasticcini a prezzi modici, iniziativa questa molto

gradita che ha amplificato l'acquisto del nostro prodotto facendo "sballare" la nostra cassa con

introiti favolosi!

Beh adesso ci aspetta ancora l'ultima fiera d'istituto, quella locale e quella regionale cercando non di

ripetere ma addirittura di stracciare il buon risultato ottenuto oggi.

Con questo vi salutiamo la vostra bellissima Next stop...Naples!!!!!

Ciao e grazie di cuore dalla vostra trainer!

Come tutte le belle cose anche quest'esperienza finisce qui, purtroppo prima del tempo, le colpe?

Boh ancora vaga libero il colpevole, ma credo che in fondo la colpa sia un po' di tutti...forse sono io

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la prima incriminata, dovevo cercare certamente di coinvolgervi di più, forse del prof. che non ha

mai creduto in voi e nelle vostre capacità, forse del preside che a causa del prof. ha pensato di voi

senza conoscervi a delle persone capaci solo di crear risse, o forse è colpa vostra che in effetti non

avete dato sempre il massimo??? ma certo ognuno è un caso!!! quindi è bene fare una breve

autovalutazione!!! forse ora è anche inutile dare la colpa a qualcuno, ognuno è responsabile delle

proprie azioni non esiste un vero colpevole, certo dare la colpa a qualcuno ci rende liberi ma

condannare altri non è bello e ci rende dittatori, quindi ad ognuno le proprie colpe, senza puntare il

dito a meno che non lo si punti su se stessi!!!

Cmq qualora riusciate a trovare una risposta alla nostra separazione e al fallimento della nostra

impresa fatemi sapere!

Per ora la situazione tra l'altro ancora non conclusa del tutto, mi rende triste ed amareggiata...in

questi mesi ho creduto veramente in voi anche in chi ha partecipato minimamente al progetto o a

chi ha ritenuto giusto abbandonare in corso d'opera, ma nonostante tutto, non ci crederete, mi sono

affezionata tantissimo ad ognuno di voi, e vi ringrazio x le risate e tutti i giovedì che mi avete

dovuta sopportare...auguro a tutti voi un avvenire ricco di opportunità non fallimentari come questa

certamente, e un in bocca al lupo per il proseguimento agli studi...grazie di cuore!!!

P.s. spero conserviate quest' esperienza positivamente e che in fondo abbiate imparato che i rapporti

umani, il lavoro di squadra e il raggiungimento di un fine comune sono necessari a noi tutti per

vivere meglio e in armonia!

24 aprile

ke bella la fiera igs

era da tempo ke nn scrivevo sul blog e adesso sto per farlo per raccontarvi del bellissimo progetto a

cui sto partecipando. grazie all’igs campania abbiamo formato un’azienda che produce software per

il web ke divertimento a vendere le azioni a ricoprire i vari ruoli io sn il responsabile

amministrativo cmq il 23 e il 24 aprile abbiamo presentato il nostro sito in una fiera. 2 giornate

eccezionali tutti eleganti formali troppo ‘o mostr!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! cm potete

notare dalle foto una professionalità mai vista!!!!!!!!!!! la nostra simpaticissima trainer stefy. ci

siamo fatti un book fotografico solo cn lei!!!!!!!!! poi dopo qst fiera ne faremo un’altra a paestum il

16 & il 17 maggio già mi immagino se qua c siamo divertiti a paestum c divertiremo il doppio ha

ha!!!!!!!!!!!! e in più dormiamo pure là ke bello. Raga’ vi lascio guardatevi le foto e lasciate

commenti ciao & kiss kiss dal vostro alex!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Page 18: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

18

Il 23 e il 24 Aprile si è svolta presso la stazione della Cirumvesuviana del centro direzionale la fiera

locale, dove si sono messe a confronto tutte le scuole della zona nord di Napoli.

Questa fiera ha portato in tutto il nostro gruppo un po’ di timore in quanto avevamo paura di non

rendere quanto fino ad ora avevamo fatto. Invece questo evento ci ha regalato tantissime sorprese:

innanzitutto abbiamo allestito uno stand davvero bello tanto che tutti i giudici sono rimasti molto

entusiasti; poi i prodotti sono andati quasi tutti a ruba e anche li c'è stato lo stupore dei giudici che si

sono complimentati tantissimo.

Insomma anche questa è andata e non poteva finire meglio.

Ora ci aspetta la fiera di Paestum dove ci giocheremo il tutto x tutto e non dobbiamo mollare perché

se continuiamo cosi possiamo davvero chiudere col botto!!!!!

La Next stop...Naples vi saluta!e augura alle altre scuole un in bocca al lupo!

24 aprile

MiTiKa fIeRa..23-24/4/2007

Grande ragààà..Grande fiera ChOcOEnJoY...Grandeee......siamo i mijoriiii....abbiamo battuto tutti

gli inkassi delle altre imprese...ben 370 euro..in 2 giorni...miticiiii...ma un ringraziamento

speciale...va alla nostra trainer...fantastika, eccezionale, magnifika, ecc (se no nn finisko +)

CHIARAAA..graziee...ke sta dando il mejo di se stessa..o mejo ..sta dando tutto se stessa...(a

differenza di altri trainer ke nn fanno un bipp..) graziè kiarèè ti vojo beneeeee.....ma un grazie anke

al nostro fantasiko staff...eccezionali ragà...kontinuiamo kosi e a paestum skassiamo malamentt....

cià belle rikordate ke le altre imprese ce fann nu baff...siamo i mejoooo...

17 maggio

..PaEsTuM..(ChOcOEnJoY..)...

Ebbene si... è giunto il momento ke tutti aspettavamo..(la 4 ra...dell impresa

ChOcOEnJoY..)..quello della fiera a Paestum.....era tanto aspettato nn xkè era l ultimo gg in cui

facevamo le fiere...anzi...ormai era il nostro spasso...ci divertivamo ma nello stess tempo

guadagnavamo...ma era tnt aspettato xkè era un modo x stare tutti insieme...24 ore su 24..mangiare,

dormire, skerzare...ecc..ma anke x preparare il nostro magnifiko stand..allestirlo nei mijori dei

modi...x poter vincere...uno punta sempre in alto no??...ma qualsiasi siano i risultati...l'importante è

partecipare...(anke se nn vorrei illudermi...da kome hanno parlato i giudici di noi...stiamo andando

trp bene....maaaa...shhhh ...nn ci illudiamo)..cmq ...volevo parlare un pò di qst korso ke abbiamo

intrapreso nel mese di febbraio ( febbraio vero??)..l'IGS (imprese giovani studenti)..bhe cn qst

korso ho kapit mooolte kose...ma la kosa fondamentale...è ke ho konosciuto una persona fantastika,

Page 19: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

19

eccezionale davvero..un amika , una mamma, una sorella, e tutto...x me ...è tutto.....(ti skrivo qst

parole..kn le lakrime agli occhi..)..nn l ho fatto prima sl xkè facevo anke del male a

te...mostrandomi debole...nn pensavo di legarmi kosi tanto a te...invece...è stato il kontrario...e nn

hai proprio idea di qnt sn stra felice...di aver trovato te...sei una persona davvero adorabile...da nn

lasciare mai...e quello ke io farò..o mejo NOI faremo...NN TI LASCEREMO MAIIIIII...ormai sei

entrata nel mio cuore...e nn ne uscirai +... Kiarèèè (la trainer del laboratorio N.d.r.) nn kambiare

maiiiii

Infine voglio ringraziare lo splendido gruppo ChOcOEnJoY..(Alessandro, Nello, Miky, kekko, sery,

vera, vale, maryanna, genny, sasy, antonio, e umby...) grazie...x avermi fatto trascorrere dei bei

giorni..vi vojo beneee...

Sent: Friday, May 18, 2007 11:31 AM

Subject: [Trainer_na] commenti, impressioni ecc..

cari trainer,

si è appena conclusa la tre giorni che ha visto coinvolti centinaia e centinaia di studenti.

sono molto contento di come è andata, e il merito è senz'altro vostro, che avete sofferto e gioito per

tanti mesi con i vostri ragazzi.

E' vivo il ricordo degli stand allestiti, delle presentazioni, dei BP a cui si lavorava anche la notte, ma

anche dei bagni in piscina dei sorrisi e delle lacrime di tanti piccoli manager (i vostri piccoli

manager...).

ci farebbe piacere se ora, questo famigerato strumento della mailing list, non fosse sfruttato per

comunicazioni o vademecum, ma per lasciare a caldo impressioni vostre e dei

vostri piccoli allievi.

a presto,

Mauro

Carissimi Mauro e tutti voi dello staff IGS,

sono Alessandra Massa, trainer del laboratorio d'impresa presso l'I.T.I "Medi" di San Giorgio a

Cremano...I giorni trascorsi al Villaggio Oasis sono stati secondo me i più belli...Tutte le fatiche,

l'impegno messo per il progetto sono stati finalmente ripagati...La mia soddisfazione più grande è

stata ricevere tanti complimenti e vedere che il mio sapere sono riuscita a trasmetterlo ai ragazzi...Li

ho visti crescere di giorno in giorno e nonostante fossero stanchi dei miei richiami, dei numerosi

Page 20: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

20

incontri per l'organizzazione del progetto, li ho visti felici di essere lì con me, di essere soddisfatti

del lavoro che hanno fatto...

Tra i ragazzi e me c'è stato sempre un rapporto che andava al di là del professionale...Mi sono molto

legata a loro e non sono riuscita a trattenere le lacrime al pensiero che questa esperienza è giunta al

termine e che probabilmente non li rivedrò più così spesso...

L'unico mio rimpianto è quello di non aver trascorso appieno questi due giorni di Fiera Competitiva

con i miei ragazzi, perchè non hanno pernottato al Villaggio...Mi sono mancati molto...

Peccato che due giorni passano molto in fretta...Se potessi ripeterei la stessa esperienza che se pur

stressante per noi trainer, è stata allo stesso tempo molto divertente tra i bagni in piscina e lo

scatenarsi in pista...

Grazie di tutto...

Alessandra

carissimi mauro,diana,roberto,cristina,emanuela,mimmo

e gli altri collaboratori igs...

vi ringrazio per la bella esperienza fatta sia professionalmente che umanamente...con i miei ragazzi

ho avuto un fantastico rapporto ed il loro applauso nei miei riguardi alla fine della presentazione di

ieri mi ha fatto molto piacere perchè è stato la ricompensa per quello che ho cercato di trasmettere

loro in 5 mesi,tra urla richiami ma anche tante battute e sorrisi...è stato sempre il nostro marchio

quello di impegnarci divertendoci...questo motto in questi due giorni per loro è stato solo

divertimento ma è stato il giusto premio per chi ha partecipato fino alla fine dando il massimo!!!!

questi due giorni sono stati belli seppur stressanti ed è un peccato che non era presente tutta la

classe...ieri sera quando siamo arrivati a san giorgio i ragazzi mi hanno chiesto:"ma domani vieni lo

stesso visto che il venerdì ormai fai sempre due ore da 5 mesi??"beh è stato strano stamane non

andarci a scuola...

saluti a tutti marco fiengo

dimenticavo sono nascot02 hihihihihi

Grazie IGS!

Ci vorrebbero pagine e pagine per ricordare ogni aspetto piacevole dell'esperienza, ma sarebbe

inutile... penso che questa esperienza, come per me, sia stata positiva per molti se non tutti coloro

che sono giunti alla fine del percorso, e penso che ognuno di voi che leggete sappia di cosa sto

parlando anche se dico solo "grazie".

Page 21: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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Parlo della gioia che il portare a compimento un lavoro così complesso può dare, del divertimento

che il contatto con i ragazzi delle scuole superiori senz'altro regala, di quel senso di nostalgia già

oggi...e di quelle parole che magari ora pensi, e che quando si "soffriva" per portare o far portare a

termine un lavoro non avresti pensato di dire in futuro: <<mannaggia, è già finita...>>

E' un'esperienza che non dimenticherò, grazie IGS! :-)

Giovanni,

Trainer Liceo Imbriani (Pomigliano)

carrissimi roberto, mauro, diana e tutto lo staff di igs campania,

sono maurizio assalto, trainer dell' laboratorio nagalilei04 di torre annunziata....volevo ringraziarvi

per i fastastici giorni ke c avete fatto trascorrere a paestum ma nn solo...le miei ragazze sono

contentissime per la grande opportunità ke gli avete offerto per dimostrare tutto il loro valore.

All'inizio, quando abbiamo iniziato, erano tutti un pò scettici sul raggiungimento degli obiettivi

prefissati..poi man mano, grazie al duro lavoro e al loro impegno costante, si è iniziato a intravedere

la meta..siamo contentissimi, perkè abbiamo ricevuto un sacco di complimenti e questo è per noi

motivo di grande gioia!!!

Grazie a tutti di tutto.....

Maurizio

non ci sono parole...è stata una bellissima esperienza!l'esito finale conta ben poco...hanno già vinto

tutti xkè sono riusciti a portare a termine il progetto!io sono molto orgogliosa del mio

laboratorio...mi hanno dato tante soddisfazioni!!!un pò meno soddisfatta di te mauro....:):)scherzo

ovviamente!!!tu, diana, roberto e gli altri siete stati sempre disponibili e gentili!!grazie mille!!!

bhè...che dire...forse sarà anche scontato però devo ammettere che è stata una bellissima

esperienza!Credo sia stata soprattutto una crescita personale sia nostra che dei nostri ragazzi. A

Paestum ci si è incontrati, abbiamo fatto conoscenza e senza pensare più alla competizione ce

l'abbiamo messa tutta per divertirci e trascorrere due giorni fantastici. E' stato un peccato che siano

stati pochi i giorni, però credo che siano stati vissuti nel pieno e questo è l'importante. Penso che

tutti quanti ricorderemo questo soggiorno e lo porteremo sempre tra i nostri ricordi più belli. Questo

è un buon motivo per ringraziare tutti i responsabili dell'IGS iniziando da Roberto per arrivare poi a

Diana, a Mauro e a tutti i responsabili di zona (una menzione particolare va a Emanuela la mia

Page 22: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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responsabile e Cristina che ho conosciuto meglio rispetto ad altri), perchè sono stati sempre pronti

ad aiutarci nel momento del bisogno, a risolvere i nostri grattacapi e quelli dei ragazzi; ma

soprattutto perchè ci hanno dato la possibilità di poter trascorrere questi due giorni indimenticabili.

Al di là della competizione e della vittoria finale credo che i vincitori siamo ognuno di noi trainer,

ogni nostro laboratorio perchè l'impegno che c'è stato fino ad ora ha permesso il raggiungimento di

questo traguardo importante della fiera residenziale .I complimenti quindi vanno anche ai nostri

ragazzi che, anche se a modo loro, si sono impegnati.

GRAZIE a tutti...in bocca al lupo a tutti noi per la gara...e arrivederci a presto!

Mirko.

P.S.

Perdonatemi ma devo fare un ringraziamento particolare: in primis al mio laboratorio, M.E.D.A.C.

Spa del Marconi di Giugliano, perchè anche se mi hanno fatto un po' soffrire mi hanno dato tante

soddisfazioni; volevo poi ringraziare i ragazzi dei laboratori del Torrente di Casoria per aver

trascorso assieme due giorni fantastici iniziati con il viaggio da Napoli nello stesso pullman

(abbiamo fatto il gemellaggio Torrente-Marconi), per poi continuare a Paestum in piscina e nelle

stanze e per finire con il viaggio di ritorno sempre nello stesso pullman. Ovviamente un

ringraziamento speciale va anche ai loro trainer Giuseppe (per avermi sopportato in stanza ), Dalila

(per avermi sopportato nel pullman al ritorno) e Luana (per avermi adottato a tavola durante i pranzi

e la cena, facendomi da mamma); ed infine un saluto particolare ai trainer che ho conosciuto

meglio: Raffaella, Paola, Maurizia, Valentina, Celeste, Angela De Cesare, Annalisa Minopoli,

Salvatore, Sirio Grossi....se ho dimenticato qualcuno spero non se la prenda !Un abbraccio a tutti

voi....Ciao!

19/05/2007

FIERA RESIDENZIALE 16-17 MAGGIO(Paestum, Villaggio Oasis)

Eccoci di ritorno da Paestum, dove la nostra piccola impresa ha partecipato all'ultima fiera. Il

laboratorio è stato sottoposto al giudizio di 5 giudici..speriamo adesso di essere anche noi tra i

protagonisti dell'evento della premiazione che si terrà a Piazza Lauro a Sorrento la mattina del 26

Maggio.

Al di là della competizione questi due giorni a Paestum sono stati davvero fantastici, soprattutto

perchè hanno permesso la crescita personale di ogni ragazzo/a di tutti i laboratori e poi anche perchè

hanno fatto divertire tutti quanti, trainer e ragazzi.

Page 23: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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Volevo ringraziare le mie ragazze per avermi dato la possibilità di portare a termine questo progetto

nel migliore dei modi, raggiungendo i miei e i loro obiettivi riuscendo a chiudere il bilancio della

nostra piccola impresa con una positivtà inaspettata. Grazie...e adesso IN BOCCA AL LUPO per

sabato, quando conosceremo i vincitori dell'IGS.

Ciao...il trainer Mirko.

19 maggio

unforgettable experience(ESPERIENZA INDIMENTICABILE)

Ciao a tutti...il 16e17 maggio sn stata a Paestum cn la mia classe in un villaggio (OASIS)

stupendo!!! x la fiera finale del progetto dell'igs...la storia dei copriselloni..eccc..a parte il luogo

anke le persone ke abbiamo conosciuto erano molto simpatike!!! UN ENORME GRAZIE VA

ALLE MIE AMICHE D'AVVENTURA...le piccole responsabili dell'impresa POIEO!!!

Valeria

teso!!!!in questo progetto abbiamo messo davvero l'anima!!e tutte le nostre energie per

mesi....abbiamo fatto l'impossibile per la nostra piccola impresa...e lo rifarei altre mille

volte!!davvero un esperienza indimenticabile.....grazie anke a te!kiss

tvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb

20 maggio 10.43

22 maggio ...conclusione!!!!!!!!!!!

ciao!!!!!!!!!!!

ormai..scrivo alla fine di qst nostra avventura......devo ammettere è stata mlt faticosa ma davvero

costruttiva..stiamo ad un passo dalla premiazione...sabato infatti a sorrento..andremo x vedere se il

nostro prodotto alla fine ..è piaciuto così tanto o no!!!!!!!!!

..siamo stati a paestum x la fiera finale...e c siamo davvero divertiti..e sinceramente ..c abbiamo

tanto creduto nel nostro prodotto!!!!!!!!!!!!!!!

speriamo ke ..ce la fareo sabato!!!!!!!!!!!!!!!

un bacio..a tt del g4!!!!!!!

e un saluto speciale a giampaolo..ke c è stato vicino ci ha sopportato x tt qst tempo!!!!!!!!

Caro Roberto,

sia chiaro, sono io che ringrazio te par avermi dato l'opportunità di emozionarmi ancora!

Se penso a quello che hai fatto con il solo aiuto e l'entusiasmo dei tuoi collaboratori e con quattro

Page 24: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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soldi, .........non ho parole e sono convinto che, tra i due, il genio sei tu!

I miei consigli (spesso non richiesti!) sono dettati solo dalla passione e da un affetto sincero ed

epidermico verso chi, come te (poco più di un ragazzo) ha saputo tesaurizzare un'esperienza per me

unica e di valore sommo per la collettività. Noi due, quando pure lavoravamo insieme, non abbiamo

mai avuto rapporti (questa è una mia responsabilità) e, quindi, ciò che provo oggi nei tuoi confronti

non può essere "inquinato" da rapporti di lavoro o da sudditanze o rivalità di sorta ma è scaturito

dalla semplice osservazione (oggi) del tuo valore e della bella persona che sei.

Dunque l'interrogativo è: si può fare di più e meglio? La risposta, che conosci, è SI! Dunque (scusa

la ripetizione) proprio tu hai il dovere, anche morale, di farlo.

Lo devi innanzitutto ai tuoi collaboratori che "ci credono" ma soprattutto agli "autori" delle mail che

mi hai inviato e che, credimi, mi hanno fatto piangere ancora una volta (e pensare che dicono che

sul lavoro sono un "duro"!).

Però sai bene, caro Roberto, che questo che fai non è un "lavoro" perchè dentro c'è troppa anima,

troppo cuore, troppa pancia. Io credo di aver maturato in questi anni (ormai 10 da quando "inventai"

IG students) la convinzione che si tratti piuttosto di un "privilegio" per il quale si guadagnano anche

dei soldi! Un privilegio per crescere e migliorare in modo determinante la vita di tanti ragazzi (e di

noi più grandi), innescando un processo a catena dove il bene (inteso in senso lato) si autoalimenta

e si propaga proprio come una contaminazione per certi versi incontrollabile (effetti dell'anima, del

cuore e della pancia di cui sopra!).

Un abbraccio forte ed ancora complimenti a te ed a ciascuno di voi tutti per quello che fate e per ciò

che siete. Vi auguro davvero e di cuore una buona vita perchè ve la meritate tutta.

Eduardo Marotti

egr. dott.Orciuoli, egr. Dott. Dentale,

come mi auguro abbiate già appreso per il tramite del vostro collaboratore Domenico, in

rappresentanza del Liceo Nobel di Torre del Greco sono lieto di invitarvi alla presentazione del

laboratorio Eighteen realizzato nel corso del progetto IGS Campania 2006/2007 e vincitore del

primo premio dell'edizione di quest'anno che si terrà presso l'auditorium della nostra scuola venerdì

1 giugno dalle ore 12 alle ore 13.30.

La vostra presenza è per noi particolarmente gradita, soprattutto perché intendiamo invitare alla

presentazione le classi che l'anno prossimo potrebbero partecipare alla nuova edizione del progetto,

con l'intenzione appunto di mostrare loro, anche attraverso le vostre parole, l'importanza e il

significato di questo progetto e l'entusiasmo con cui quest'anno esso è stato accolto dai ragazzi del

laboratorio eighteen della nostra scuola.

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In attesa di un vostro gentile riscontro, vi invio i miei migliori saluti

prof. francesco postiglione

Sent: Tuesday, May 29, 2007 9:18 PM

Subject: invito presentazione laboratorio eighteen presso Liceo Nobel

Page 26: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

26

5. ...uh ...e mmò?1

“Nel mondo nulla di grande

è stato fatto senza passione”.

(Hegel)

In principio era il verbo...

Era il lontano 1999 quando per la prima volta conobbi il mondo IG, fu grazie a mia cugina

Valentina, giovane Responsabile Vendite dell'impresa Free Time, la piccola realtà imprenditoriale

nata nell'ITC PAGANO di Napoli, che commercializzava orologi serigrafati.

All'epoca avevo circa sedici anni e, a onor del vero, più che sentirmi lusingata inizialmente mi sentii

una “vittima”. Quel “suo gioco” mi aveva portato via 5.000 lire! Con grande sagacia e un

contagioso entusiasmo mi aveva spinto a diventare azionista (proprio io che le azioni non capivo

neanche cosa fossero).

Più che sulla finalità istruttiva o educativa del “progetto IGS” mi convinse facendo leva su

motivazioni “più basse”: il vil denaro! Sostenendo che a fronte di un investimento iniziale di sole

5.000 lire, a fine anno avrei potuto guadagnarne almeno altre 5.000 o addirittura 10.000: lei il gioco

lo conosceva bene!

...e IGS fu....

....passarono ben sei anni prima che quella sigla mi si ripresentasse; prima che, un po' per caso e un

po' per gioco, prendessi parte ad una presentazione dei percorsi formativi organizzati dall'IGS per i

giovani universitari. Lo ricordo come se fosse ieri...la presentazione si tenne in una fredda mattina

di novembre, s-fortuna volle, nell'aula T del 5 piano dell'Univeristà degli Studi “Suor Orsola

Benincasa”, un'angusta stanzetta teatro, purtroppo, di molti esami finiti male...azz cominciamo

proprio bene (prima le 5.000 lire... adesso l'aula T). Alla presentazione seguì, circa una settimana

dopo, un colloquio motivazionale, al quale mi presentai benchè non avessi ancora le idee chiare su

cosa stessi andando “precisamente” a fare; al colloquio...l'esito. Srotolando un quadratino di carta,

grande non più di 5/6 cm, lessi: COMPLIMENTI: ce l'hai fatta!!!.......mi si strinse la gola, mi si

bloccò il respiro, il cuore andò per aria....uh ...e mmò?

Un miscuglio di emozioni si rincorrevano, l'eccitazione lasciava il posto al terrore: in che razza di

guaio mi ero andata a ficcare? E soprattutto: come uscirne? Benchè mi sentissi lusingata di aver

superato la selezione, di essere stata scelta, non riuscivo ad allontanare l'angoscia, la paura di non

1 A cura di Emanuela, Assistente Napoli Nord

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esserne in grado, il timore che non fosse l'esperienza adatta a me! Io, una ragazza riservata e

introversa, che di marketing e di economia non ne capiva niente: come sarei riuscita a gestire una

classe di ragazzi poco più piccoli di me? Come sarei riuscita a far nascere dal nulla un'impresa?

Dopo pochi giorni mi fu assegnata la scuola: il Liceo Scientifico “N. Copernico” di Fuorigrotta! Il

primo ingresso in aula fu meno traumatico del previsto, circa 7/8 ragazzi (mediamente interessati),

al secondo incontro le cose cominciarono a precipitare: eravamo io e il Prof. Longobardi!...e i 7/8

ragazzi che fine avevano fatto? Mi sentivo come “Davide contro Golia”! L'idea di aver fallito alla

seconda lezione mi terrorizzava, così cominciai a girare classe per classe, rispiegando il progetto e

raccogliendo adesioni. Una volta coinvolte circa 15 persone demmo inizio alla più avvincente

avventura che abbia mai vissuto. Erano ragazzi e ragazze di classi diverse, sezioni diverse,

estrazioni sociali diverse....ma una volta usciti dalla scuola non esisteva più la 3B, la 5G, la 4F....

loro erano il “Copernico” e volevano vincere! In poco tempo divenni la loro sorella maggiore, la

loro confidente, la loro amica. Loro si fidavano di me, credevano in me e soprattutto contavano su

di me...e io avrei dovuto fare qualsiasi cosa per non deluderli! Per me non esisteva più l'IGS, ma

solo loro! Erano i miei ragazzi e io la loro trainer! Volete sapere come andò quell'anno? La K-Pack

,questo il nome dell'impresa, vinse il premio per la “Miglior Presentazione”, grazie ad un video

ideato e realizzato interamente dai ragazzi.

A distanza di 2 anni quando li incontro per strada, all'università, ancora impazzisco per loro che

hanno saputo regalarmi un anno che non potrò mai dimenticare. E forse se oggi lavoro all'IGS come

responsabile Napoli-Nord un po' è anche merito loro!

... facciamo un passo indietro...

Sono passati circa nove anni da quel lontano 1999, tante cose sono cambiate: sono cambiata io, i

ragazzi, i docenti, ma quello che non è cambiato è l'entusiasmo, quello che vedo negli occhi dei

ragazzi quando partono le loro avventure imprenditoriali, lo stesso che vidi ben 9 anni fa negli occhi

di mia cugina, che solo ora ringrazio (nonostante si sia dimenticata di me al momento della

divisione degli utili) per avermi reso, inconsapevolmente, parte di un sogno!

Durante la mia esperienza di Responsabile Napoli-Nord per l'IGS, ho visto e seguito tante classi,

tanti giovani talenti e tanti ragazzi normali, ma ho sperimentato che “a fare la differenza” non sono

i talenti bensì i ragazzi normali “di buona volontà”! In questi 2 anni ho imparato una cosa: spesso

“quando non corrono i cavalli allora trottano gli asinelli”... e certe volte VINCONO!!!

“Niente è più pericoloso di un'idea quando si ha un'idea sola” (Émile-Auguste Chartier "Alain")

.... Lo sanno bene i ragazzi del Liceo Scientifico N. Copernico di Napoli che con la loro tenacia e

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caparbietà hanno trasformato la loro semplice business idea (orologi serigrafati) in un cavallo di

battaglia vincente. Ed è così che il laboratorio d'impresa A tiemp a tiemp si è aggiudicato il premio

“Migliore impresa della zona Napoli-nord edizione 2006/2007”! Sorridi nel ricordarli mentre

trasportano il loro gigantesco albero di cartone (pezzo forte del loro stand) da un mezzo pubblico

all'altro scatenando le ire dei malcapitati passeggeri...ma a loro poco importa...dopo tutto il fine

giustifica i mezzi...e se è in gioco la vittoria del “Copernico” allora ogni mezzo è lecito! Scavando

nei ricordi ecco che riaffiora alla mente l'immagine di quegli scapestrati che scorrazzano con il

monopattino tra gli stand della fiera al Centro Direzionale inseguiti dall'assistente di zona che li

minaccia con ogni sorta di punizione...si potrebbero scrivere pagine e pagine sugli aneddoti che

hanno caratterizzato l'esperienza imprenditoriale di una squadra che, vincitrice per ben due anni

consecutivi, lascia dietro di se un'eredità difficile da gestire per coloro che gli succederanno.

L'edizione IGS 2006/2007 annovera tra i suoi illustri protagonisti i piccoli imprenditori dell'Ipsar

Rossini di Bagnoli che si fanno onore con le loro 2 imprese Next stop...Naples e On The Road

commercializzando gadget turistici e pacchetti viaggio. Visitando gli stand non puoi non notare le

piccole irrefrenabili cowboy dell' On the Road, promotrici e protagoniste del gemellaggio

Petronio/Rossini, sempre pronte a disertare il loro punto vendita per fare acquisti dai piccoli

colleghi dell'impresa Biv ca t'pass. Le riconosceresti ovunque con quei grossi cappelloni, le camicie

a quadri e gli stivali, preoccupate (a onor del vero) più di fare conquiste che di fare profitto!

Diversi i loro diretti concorrenti della “Next stop...Naples”, e se nell'entrare in classe, il primo

giorno, ti scontri con la loro diffidenza, impari poi a conoscerli e ti sorprendi nel vedere quanto

questi saggi imprenditori riescano ad arricchirti giorno dopo giorno! Il loro entusiasmo contagioso,

la loro propositività, la grinta e la voglia di vincere distinguono ogni loro gesto e pervadono ogni

loro scelta imprenditoriale! ...e anche se la tanto attesa proclamazione non li vede premiati...poco

importa...la vittoria è accorgersi (attraverso le loro parole) quanto questo progetto, rispetto al primo

ingresso in aula, li abbia cambiati!

Esperienza irripetibile è quella vissuta dai ragazzi dell’Ipsar Petronio di Monteruscello che ha visto

coinvolti tutti, dai docenti al personale ATA, dal Dirigente Scolastico agli applicati di segreteria. Le

2 imprese Choco Enjoy e Biv ca t’pass hanno trascinato con il loro contagioso entusiasmo l’intero

istituto in un’esperienza che, nonostante non si sia conclusa con una meritata vittoria, è rimasta nei

cuori degli studenti. Mitiche le prof.sse Elisabetta Cioffi e Mariateresa Urso che hanno saputo

costantemente motivare e spronare i loro piccoli imprenditori coadiuvate da due caparbi trainer

Chiara e Domenico. Ed ecco il primo gruppo in cucina alle prese con il cioccolato e gli

stampini...provare e riprovare fino a che i cioccolatini non siano perfetti...superbi. Coinvolti ed

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eccitati fino all'inverosimile, una tacita politica si diffondeva tra loro: poco importa se salta

l'interrogazione, se si ritarda di un'ora l'ingresso in aula, perché stanchi, dopo aver passato una notte

sul business plan...tanto quello che conta è l'impresa....la nostra impresa!

Meno profondi e più dediti ai divertimenti i piccoli Biv ca t'pass, distintisi come coloro che durante

la fiera al Centro Direzionale disseminavano il panico tra gli stand. Ed ecco che li vedi divertirsi nel

tirarsi reciprocamente limoni e chicchi di caffè (ingredienti base dei loro liquori)... e quando capisci

che, invece di vendere i loro prodotti, li regalano a tutti... sorridi nel renderti conto che, se è vero

che l'obiettivo di ogni impresa è fare profitto, allora loro dell'impresa non hanno capito proprio

niente!...un premio sicuramente l'avrebbero dovuto meritare : quello per la simpatia!

Cosa dire poi dell’Ipsia Marconi passata alla storia dell’IGS come la “Scuola Gold” sede di ben 8

micro imprese che hanno trascinato il “settore moda” in quest’avventura…così i lunedì pomeriggio

le piccole aule delle strutture di Giugliano e della succursale a Qualiano si trasformavano in

laboratori tessili di ben 8 micro industrie. Passando tra i banchi potevamo incontrare giovani

Direttori Marketing alle prese con ricerche di mercato e sponsorizzazioni, Amministratori Delegati

che provavano imbarazzanti discorsi e Responsabili Finanziari impegnati nel cercare di far

“quadrare i conti”…cosa dire del bel Mirko, della stravagante Maurizia Rosa, della caparbia

Fabiana e della dolce Teresa, del silenzioso Sirio…senza il loro contributo la “Scuola Gold” non

sarebbe mai potuta diventare l'icona dell'alta moda Napoli-nord!

Impeccabili, sempre ben vestiti, distinti e sorridenti, passeggiando tra gli stand della fiera al Centro

Direzionale non puoi non notarli, sono loro: i piccoli manager dell’IPIA Niglio di Frattamaggiore,

azionisti-fondatori dell’impresa Elios Project e di uno dei prodotti più originali dell’edizione

2006/2007. Tra i favoriti nella corsa per la vittoria, queste giovani menti riscuotevano il consenso

generale, oltre che per la loro simpatia soprattutto perché ideatori di una lampada da giardino ad

energia solare, utilizzabile per segnalare dei gradini o comunque un percorso in giardino…forse

siete stati doppiamente bravi perché tutti vi ricorderanno anche in mancanza del premio!!!

ITC Moscati... è proprio il caso di dire :- “quando il trainer fa la differenza!”

Era il 26 gennaio quando i giovani di Sant'Antimo conobbero l'IGS Campania. Ore 8 del

mattino...presentazione in IV C...roba da non credere ai propri occhi! Mai visti ragazzi più entusiasti

e determinati, 140 euro di azioni raccolte in meno di 50 minuti, non esisteva docente o membro del

personale ATA che non fosse stato “costretto” ad investire nella loro azienda: Le quattro C. Scene

di panico nei corridoi... non era difficile scorgere ragazzi in fuga nel cercare invano di sottrarsi

all'insistenza dei piccoli imprenditori, troppo preoccupati di raccogliere il capitale sociale per

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accorgersi di aver messo in subbuglio un'intera scuola. Ma tutta questa esuberanza era placata dalla

loro timida e terrorizzata trainer...

Situazione completamente opposta in IV F ...alla presentazione delle 11:30 a fatica si distinguevano

i volti svegli da quelli dormienti, mi domandavo se nei loro confronti non fosse accanimento

terapeutico... all'ennesimo sbadiglio la rassegnazione cominciò a prendere il sopravvento... la

piccola trainer Imma aveva gli occhi lucidi e a fatica tratteneva le lacrime, ma più che commozione

a prevalere in lei era vera e propria disperazione!!! A cinque mesi di distanza la situazione era

totalmente capovolta: Diamond (IV F) era divenuta una squadra invincibile grazie all'enorme

impegno e caparbietà di Imma, mentre Le quattro C, si è ritirata a due settimane dalla competizione

finale per problemi interni…

Dura è stata la sfida che ha dovuto affrontare la trainer Barbara al L. S. Emilio Segrè, di Marano.

Al suo primo incontro con il laboratorio d’impresa si è trovata di fronte ad un solo studente passato

alla storia come “OnlyFabio”: unico e solo! Lui Responsabile Finanziario, lui l’Amministratore

Delegato nonché Responsabile Marketing, di Produzione, Segretario e quant’altro! Solo,

unicamente e costantemente lui!... e allora come fare? Acciuffarli nei corridoi, rincorrerli nei bagni,

seguirli in palestra…. tutto pur di coinvolgere altri studenti! Tutto pur di formare una squadra

vincente! Così, dopo gli appelli del prof Toraldo, le sollecitazioni del prof Gatti (coinvolto quasi

più dei suoi studenti), gli stabilimenti della piccola impresa, Speedy darts , cominciano ad affollarsi.

Dalle tante idee bizzarre prende vita uno dei più originali prodotti realizzati dai ragazzi: un “tiro al

bersaglio” con le foto dei docenti! …ed eccoli…sembra di rivederli ancora…in fiera al Centro

Direzionale…a lanciare freccette contro i volti dei loro docenti imprigionati in cerchi di legno...un

gioco che impiega davvero molto poco a diventare popolare tra i piccoli scalmanati fieristi!

Ed è l’ITC A. Torrente di Casoria ad aggiudicarsi il secondo posto dell’edizione IGS 2006/2007,

con il laboratorio d’impresa Fashion Mobile, che insieme a Guy's World e Polidea allietava i grigi

pomeriggi del Torrente. Queste tre società che producevano rispettivamente porta cellulari,

portatutto da stanzetta e accessori in polistirolo, erano disposte lungo il grande corridoio al piano

terra dell'edificio scolastico...Tra tentativi di spionaggio, casi di boicottaggio, le tre piccole imprese

procedevano a ritmo serrato con il solo obiettivo di vincere! Estenuanti ricerche di mercato, analisi

di fattibilità sul prodotto, campagne pubblicitarie curate fin nei minimi dettagli, presentazioni video,

business plan multimediali...niente era lasciato al caso, ogni mossa era studiata fin nei minimi

particolari...il risultato? Scontato! Una meritatissima vittoria!

Page 31: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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6. Sotto la lente: IGS visto da un professore

Professoressa Patrizia Tondo, docente di Economia aziendale, Vitruvio Castellammare di

Stabia .

«Sono da vent’anni nel mondo della scuola e dalla mia esperienza questo è uno dei progetti che

coinvolge di più i ragazzi. Questo è un progetto che sentono loro, ogni prodotto è una piccola parte

del ragazzo, come se fosse una propria creatura da far crescere con amore, con attenzione, con

premura, per questo sono disposti a sacrificare anche qualcosa di personale per portare avanti le

proprie idee, la propria attività. Il coinvolgimento emotivo trova in più un forte riscontro a livello

didattico perché si supera l’impianto teorico della lezione frontale e lo studente inizia ad avere delle

basi per continuare a lavorare tradizionalmente in classe e poter vivere all’ultimo anno nell’area

professionalizzante anche un’esperienza di stage in azienda.

È molto stimolante per un docente riuscire a cogliere i progressi che i ragazzi compiono anche in

maniera inconsapevole in questo percorso, ed imparare tutte le sfumature dei loro caratteri che in

aula non sempre emergono.

Attraverso le responsabilità assunte con il laboratorio di impresa e con l’ausilio e il coinvolgimento

del trainer il ragazzo impara ad organizzarsi in maniera più autonoma e ad assumersi incarichi che

in altri contesti non avrebbe portato a termine. La funzione del trainer e del docente è in questo caso

quella di portar fuori maieuticamente quel ricco patrimonio interiore del singolo e metterlo in

relazione con l’altro.

Per chi come me che insegna economia pur provenendo da una formazione superiore classica, vede

come determinante un’apertura da parte dei licei alla cultura di impresa, proprio per colmare alcune

lacune che i ragazzi hanno nel loro percorso tradizionale di studi e per cementare una fascinazione

naturale che alcuni hanno verso l’economia pur non percependo nella sostanza le sue applicazioni.

Dare ai ragazzi che frequentano il liceo l’opportunità di sperimentarsi in un percorso così composito

e di essere protagonisti della loro crescita significa coltivare in maniera attiva dei nuovi talenti che

un domani potrebbero trasformarsi in manager lungimiranti e consapevoli».

Intervista a cura dello staff IGS Campania

Page 32: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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Professoressa Antonella Pompeo, docente di Tecnica turistica, Vitruvio Castellammare di

Stabia .

«La scuola partecipa a questo progetto già da un paio di anni, i ragazzi, facendo un percorso di studi

che abbraccia l’economia e l’approccio al cliente- turista, sono stati coinvolti sia dal punto di vista

didattico che da quello esperenziale perché hanno creato un prodotto ma soprattutto hanno dovuto

immetterlo sul mercato che hanno dovuto conoscere. La metodologia del learning by doing è

l’unica vincente e la mia scuola la applica in molti progetti.

La figura del trainer a capo del laboratorio di impresa è vincente perché come età è vicina a quella

dei ragazzi, per cui ha delle didattiche che noi professori che abbiamo qualche anno in più magari

abbiamo dimenticato. Il mio consiglio è di collaborare, perché a volte il trainer fa un percorso e si

dimentica di coinvolgere il docente che però deve avere il filo diretto per comunicare con i ragazzi.

L’esperienza IGS è stata positiva, ne sottolineo l’aspetto socializzante, ho visto legare i ragazzi di

più fuori, di quanto non lo facciano in classe, rapportarsi con gli altri, ragazzi più chiusi hanno

vissuto un momento di apertura. È la socializzazione la carta vincente».

In questo capitolo del libro ho deciso di inserire una mail del professor Postiglione, docente del

laboratorio di impresa 8 Teen di Torre del Greco, per tutti noi che l’abbiamo conosciuto e

apprezzato durante la fiera di Paestum resterà una persona dall’entusiasmo coinvolgente e

dall’amore verso i suoi studenti e il suo lavoro, spero che in molti si possano riconoscere nelle sue

parole…

Egr. dott. Marotti,

potrà non crederci, ma il suo libro (“Imprese da ragazzi” a cura di Eduardo Marotti e Luciano

Ziarelli edito da RAI Eri,ndr) ho finito di leggerlo alle ore 19 del giorno in cui me l'ha regalato,

ovvero venerdì 1 giugno.

Quel libro, da cui ho tutta l'intenzione di trarne, come anticipato, un articolo da mandare al Denaro,

mi ha ridato forza e energia per continuare il mio lavoro che spesso si trova di fronte a tanti fattori

demotivanti. Forza ed energia che ho messo sin qui nei miei 7 anni di insegnamento e che, grazie

anche a quel libro, ho capito di avere ancora dentro per molto, molto tempo ancora.

Lei venerdì mattina mi ha chiamato "rivoluzionario". Non ho avuto il tempo di raccontarle che la

sua definizione mi ha fatto subito venire in mente la battuta di un film recente (che le consiglio: I

Cento Chiodi di Ermanno Olmi) in cui il protagonista viene interrogato dai carabinieri che gli

Intervista a cura dello staff IGS Campania

Page 33: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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chiedono: "Ha mai partecipato ad attività sovversive?" - "Certo, risponde lui, faccio il docente".

Ebbene sì, mi sento un po' rivoluzionario. Come lo è lei, certo più di me, che ha rivoluzionato tanto

e che continua a farlo tutt'oggi. Speriamo di essere tutti, io, lei, Orciuoli, Dentale, e gli altri

sovversivi, gli artefici della rivoluzione culturale di cui l'Italia ha tanto bisogno.

Volevo ringraziarla per averlo ricordato a me stesso, per avermi fatto sentire, nel mio infinito

piccolo, parte di questa grande "cospirazione di energie".

grazie per quello che in questi dieci anni ha messo in piedi. A nome di tutti i sovversivi

d'Italia...

francesco postiglione

Sent: Sunday, June 03, 2007 8:16 PM

Subject: impressioni sul libro

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7. Giovani Manager tra i banchi

I primi giovani imprenditori ad in iniziare quest’anno l’avventura IGS a Napoli sono stati i ragazzi

del De Sanctis.

Paola e Raffaella non hanno rivestito solo il ruolo di trainer dei laboratori Angel Star e Gli artigiani

della pelle, ma sono state confidenti, amiche, prime lavoratrici del laboratorio, trasmettendo oltre a

nozioni di economia e marketing, il vero spirito di lavorare in gruppo, motivando senza mai

scoraggiarsi i ragazzi anche nelle difficoltà e nei momenti di conflitto. Per questo, pensando a questi

due laboratori di impresa, vengono sì in mente i divertentissimi scooby-doo e le riuscitissime

cinture in cuoio, ma soprattutto le storie e i volti di chi ha partecipato a quest’esperienza: i

comportamenti disarmanti e l’ilarità senza limiti di Vincenzone, l’energia e la grinta di andare

avanti contro ogni avversità e ogni oppositore di Rita, la cui voglia di esserci, di fare un salto di

qualità potrebbero essere un insegnamento per tanti «Quest’esperienza ci ha offerto degli spunti per

crescere, per pensare al domani…io sono stata Amministratore Delegato di questa impresa, non

credo che in futuro questo sarà il mio lavoro, però ho capito che mi piace il mondo del commercio,

anche se non so in quale settore perché oggigiorno è molto vasto. È stata l’IGS a farmi conoscere

questo sistema perchè prima ne ero proprio all’oscuro, era un mondo che non conoscevo».

Al Galiani la competizione è stata sentita fin dal primo momento, i due laboratori d’impresa formati

dal professor Amato e guidati da Susanna e Marzia hanno iniziato a darsi del filo da torcere sullo

stesso terreno. New Style ha prodotto bracciali, collane, orecchini con perle e perline e Picture Farm

ha invece optato per portachiavi e bracciali con perle e ciondoli. La fiera d’istituto ha premiato

l’intraprendenza, la vastità e la qualità dei prodotti offerti, nonché la sponsorizzazione dell’ANM

reperita da Picture Farm, ma è servita a Rosa, Daniele, Toni, Giovanni & Co. per sfoderare

maggiore grinta ed investire maggior tempo e passione nel proprio lavoro, per arrivare in fiera

locale e non dover temere alcun confronto.

Serena è tornata nella sua vecchia scuola a fare la trainer, così al Pagano tra tanti volti conosciuti ha

trovato la preside, Liliana Talarico, sempre impegnata in mille attività per dare un valore aggiunto

agli anni di formazione dei suoi studenti. Il laboratorio 6-teen con il motto “Cera una volta…” alla

fiera d’istituto ha ottenuto la completa attenzione degli studenti e dei professori e anche i guadagni

sono stati considerevoli. Candele che sembravano flute di champagne, boccali di birra, piatti di

patatine, fiori, realizzati in modo da non essere dannosi per la salute e con sole essenze naturali,

hanno avuto anche un packaging ad hoc per massimizzarne l’impatto espositivo e sono stati

proposti come un ritorno alla fantasia e all’unicità del lavoro artigianale.

Page 35: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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All’Isabella d’Este la meraviglia è stata grande quando dopo che i ragazzi hanno deciso con i loro

trainer il prodotto sono passati all’operatività. I laboratori di taglio e cucito della scuola si sono

trasformati in un ordinato e professionale atelier, sui banconi tra cartamodelli, metri, aghi, filo,

stoffe sono stati delineati i primi modelli: le ragazze di 3Altra Moda, sotto le direttive della

Responsabile di Produzione Lulù hanno disegnato e cucito gonne in jeans con volant di seta

colorata, mentre il team Fashion Style ha puntato su top e borse in tessuto.

I ritmi di lavoro sono stati così frenetici e i ruoli a tal punto intercambiabili che Salvatore, dopo

essere stato infaticabile insegnante e procacciatore di sponsor ha seriamente rischiato di fare da

testimonial, in minigonna, alla società durante la fiera d’istituto e la professoressa De Pasquale non

ha mai negato il suo tempo e la sua disponibilità ai ragazzi, finendo di sovente dietro la macchina da

cucire per mostrar ai ragazzi della Fashion Style piccoli dettagli di stile.

In ritardo ai nastri di partenza, le agguerritissime ragazze di Envidia, hanno bruciato tutte le tappe

per partecipare alla fiera locale. Da future creatrici di tendenza hanno realizzato accessori di moda

fondendo l’eleganza delle perle e delle pietre dure con l’originalità e i colori caldi degli sbarazzini

ciondoli creati in cernit. Così se Alessandra, Viviana, Federica e Serena hanno supervisionato la

fase produttiva, Paola ha supportato il mio lavoro di trainer in tutte le attività di coordinamento e

organizzazione, dimostrando un entusiasmo, una maturità e una propensione al lavoro che

purtroppo non è stata in grado di valorizzare nel suo percorso di studi quest’anno.

Può uno scricciolo di trainer tener testa a otto “ruspanti” ragazzi? Claudia ce l’ha fatta. Li ha

stregati tutti con il suo incredibile sorriso e con l’entusiasmo che mette in ogni iniziativa. Così se

sotto il profilo tecnico Benito, Pasquale, Giovanni & co. della Metal Fermi dell’istituto Fermi

hanno trovato nel professor La Penta un insostituibile maestro, Claudia ha sfoderato le armi del

marketing per valorizzare l’esposizione del carrello elevatore (ribattezzato “Lello il Carrello” da

Pasquale e dalla sottoscritta…). Lo stand si è trasformato in un’officina con pannelli in polistirolo e

riproduzione di attrezzi di cartone appesi alle pareti e tutti i responsabili di funzione eccetto

l’Amministratore Delegato hanno vestito le uniformi blu degli operai.

«Teckno Dream è stato letteralmente il nostro sogno… che potessimo prima o poi approdare a

qualcosa di tecnologico!!!», così mi confessa ironizzando Augusto raccontandomi la loro travagliata

esperienza. Il secondo laboratorio del Fermi ha avuto un cammino un po’ impervio a causa

dell’avvicendarsi dei trainer e delle analisi di fattibilità con esito negativo che hanno portato a

scartare le prime idee di prodotto provocando un naturale sconforto. Quando li ho incontrati a

scuola a marzo sono stati finalmente orgogliosi di mostrarmi lo schiaccia rifiuti, nato da un input

del professor Marchitto, e corredato da disegni fatti in CAD…meccanici al servizio dell’ambiente!

Page 36: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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L’esperienza al Fonseca è iniziata sotto i migliori auspici. La scuola aveva vinto uno dei premi della

scorsa edizione del progetto ed i ragazzi partecipanti non volevano sfigurare rispetto ai

predecessori. La lezione successiva al brainstorming sul prodotto, Giuliano, che è l’unico ragazzo

del laboratorio, propone di realizzare una rivista mensile incentrata su tutto ciò che può interessare

ai ragazzi e che Napoli offre: concerti, presentazione di libri e cd, prime teatrali, locali di tendenza,

manifestazioni sportive… con l’entrata del trainer ufficiale, Marco, nasce il giornale “Break” e il

laboratorio viene battezzato Tutte donne tranne me. I ragazzi si misurano subito con la complessità

di realizzare un prodotto editoriale e la gestione difficile dei tempi sarà la causa della loro assenza

alla fiera locale, ma anche lo stimolo per arrivare preparati all’appuntamento di Paestum e Afrodite,

Santina, Sara, Bruna e tutte le altre hanno davvero dimostrato di che pasta sono fatti!

Segreti industriali e guerriglia di marketing. I più giovani imprenditori di quest’anno, al

Campanella, supportati dalle professoresse Lettieri e Marino, si sono dimostrati tutt’altro che degli

sprovveduti.

Le ragazze di Another Day hanno puntato sulla coerenza con il loro percorso di studi e hanno

supportato una casa famiglia del Rione Sanità nell’accoglienza di bambini appartenenti a situazioni

sociali disagiate. A questo scopo hanno prodotto dei bijoux in perle con ciondoli di Hello Kitty ed il

ricavato delle vendite è stato finalizzato all’acquisto del materiale ricreativo per i bambini.

Marina e Ornella hanno veramente “trainato” il laboratorio Butterfly, il loro impegno non si è

limitato a trovare i fornitori per gli infradito e la tipografia per la stampa del logo, ma hanno

continuamente punzecchiato, a modo loro, i membri più pigri del team per incentivare il loro

impegno e la loro partecipazione e anche con i clienti il loro spirito affarista non è passato

inosservato; che dire di Francesco? la sua timidezza, i suoi sorrisi, un modo inconfondibile di

fare…poi Oleh e Giselle, silenziosi osservatori….

Vincenzo (al quadrato), Antonio, Giovanni, Alessandro, Mario, Luca…insomma ecco a voi la

formazione dei Solutions for web. In tempi da record all’ITI Volta hanno assorbito il progetto e lo

hanno rielaborato ponendolo al servizio delle loro competenze, il tutto grazie all’infinito entusiasmo

e al coinvolgimento totale della professoressa Maria Sandra Cortese che ha dato ai ragazzi tutti gli

strumenti per realizzare un software di gestione per le aziende e li ha sempre supportati in modo che

non scontassero l’eccessivo ritardo con il quale avevano preso parte al progetto. Incontrastata leader

del gruppo è stata Stefania, non una semplice trainer ma vero jolly a servizio del gruppo: abile

cacciatrice di azionisti, infaticabile conquistatrice di e-point, consulente marketing, autista,

un’amica attenta e disponibile, più di una sorella maggiore… insomma non c’era da meravigliarsi

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che confondendosi camaleonticamente tra i suoi ragazzi nessuno la scambiasse per trainer!

All’ITC Diaz mi sono sperimentata per la seconda volta come trainer, così inevitabilmente il

racconto non sarà imparziale.

Sono davvero orgogliosa dei ragazzi di Megalo, soprattutto perché hanno avuto la maturità di capire

che sarebbero dovuti diventare presto autonomi poiché il mio impegno di Assistente di zona, non

mi avrebbe consentito di dedicare loro tutte le energie di cui necessitavano e che non avrei loro

lesinato. Il professor Miranda ha avuto immediatamente ragione nel dire che di quest’esperienza ne

avrebbero beneficiato soprattutto coloro che negli studi si dimostravano più svogliati. E così un

grazie va a Francesco che è riuscito a riabilitare gli sfottò sulla sua maglietta Megalo e a dar nome

al laboratorio, nonché essere il promotore del kit sportivo, la sacca con gli accessori più richiesti da

coloro che praticano sport. Lavinia invece ha percorso tutta Napoli senza risparmiarsi alla ricerca

dei fornitori che offrivano un miglior rapporto qualità/prezzo. Poi ci sono Cinzia, eccezionale A.D.,

Sabrina, Elena, Diana... ragazzi, vi citerei tutti è solo per questioni di spazio che non lo faccio, ma

sappiate che al di là dei nostri piccoli momenti di tensione, sono stata un po' rigida nel pretendere il

massimo da voi, ma questo perché vi ho sempre ritenuti all'altezza di grandi traguardi.

Gli imprenditori di Power P si son dimostrati “tosti” fin da subito, così come determinato e vero

leader è stato Luca, l' A.D. della società, poche parole e direttive chiare per tutti, d'altronde in

questo gruppo bastava un'occhiata per capirsi. Così Tani, Fabio, Paolo, Ciro e gli altri si dedicano

alla produzione di cappelli con applicazioni e vedere quante ordinazioni hanno ricevuto nella fiera

d'istituto basta per capire che a Miano c'è qualcuno di molto forte a dettar tendenza.

L'idea del coprisellino per scooter sembrava frutto di una buona indagine di mercato, il nome 7 in

condotta era accattivante, il feeling tra i partecipanti era buono, insomma il team del Serra

sembrava destinato ad un percorso senza grandi avversità, e invece... saranno stati i costi esosi di

produzione che hanno inciso sul prezzo finale, o un calo di interesse e motivazione dei partecipanti,

o forse semplicemente noi dell' IGS avremmo dovuto prospettar loro nuovi stimoli e tracciare di più

il loro percorso, fatto sta che dopo la fugace apparizione alla fiera locale il laboratorio ha deciso di

concludere la propria esperienza. Cari ragazzi, ci dispiace, per quello che avremmo potuto fare e

non abbiamo fatto, perché siete stati gli unici a non tentare il tutto per tutto per dimostrarci il vostro

vero carattere...

Questo capitolo si conclude con una storia di un insuccesso, la scelta non è stata casuale serve a

ricordare a tutti, a noi in primis, che certi investimenti per andare a buon fine richiedono

coinvolgimento, passione, attenzione costante e una voglia infinita di sperimentarsi sempre e di

mettersi in discussione continuamente...

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8. Sotto la lente: da partecipanti a trainer

Non potremmo mai sapere cosa ci riserva il domani. Quali sorprese, quali gioie ci travolgeranno

nella nostra vita.

Le cose che ho imparato da quest’avventura sono tante, ma su di una voglio fermarmi in particolare:

il cerchio si chiude sempre, nulla avviene per caso, ed ognuna delle scelte che facciamo

quotidianamente è una strada che ci porterà in un punto ben preciso.

La mia classe, la IV E, era sempre stata una delle migliori dell’istituto, un Liceo Scientifico della

zona Vesuviana. Forse fu questo che spinse i docenti a scegliere noi, insieme alla sezione D, come

possibili destinatari della proposta di Ig Students.

“ Formare una S.P.A.? ….ma se nemmeno so cosa significhi….”: furono questi più o meno i

pensieri che mi passarono per la testa quando mi parlarono del progetto Ig Students. Certo, il diritto

e l’economia non erano esattamente materie inserite nel nostro curriculum! Però, mi dissi, perché

non approfittare di questa occasione? Perché chiudere la porta a nuove conoscenze? E poi, sapere

cos’è un’impresa e cosa faranno mai questi Amministratori Delegati che si sentono sempre alla TV

non può farmi altro che bene…

Non potevo sapere che, di li a qualche mese, in TV ci sarei finito anche io…e proprio da A.D.!!!

Il gruppo si formò rapidamente, ed era un gruppo interclasse tra noi e la sez. D. Per me che non

conoscevo assolutamente nessuno al Liceo, pur frequentandolo da 4 anni, era un’esperienza

totalmente nuova, che mi avrebbe aiutato anche nella socializzazione: venivo da un'altra città e

anche se era trascorso tutto quel tempo non avevo ancora superato il trauma del trasferimento, ed

ero riuscito a creare nella mia scuola una rete di relazioni appena sufficiente per essere considerato

dai più un “mezzo sconosciuto”.

Lavorare in team è forse una delle cose più importanti che mi sono entrate in testa.

Quando non sei solo a portare avanti un progetto, qualsiasi esso sia, hai più forza da un lato, ma

dall’altro ti rendi conto che solo se anche gli altri hanno lavorato bene i tuoi sforzi vengono

premiati. Tutti fanno parte di una grande macchina ed il lavoro di ognuno è un piccolo ingranaggio:

se si blocca, anche gli altri sono costretti a fermarsi. Un’arma a doppio taglio? Forse, ma non se si

lavora con persone straordinarie; e vi assicuro che di persone così ce ne sono ovunque, non tante,

ma ci sono, anche nel nostro malandato Mezzogiorno.

Ed è proprio grazie al lavoro che ho affrontato durante la mia esperienza da membro del C.D.A.

della Pelagus S.p.A. lab. (così si chiamava la nostra Società) che ho incontrato la persona che più

stimo ancora oggi, dopo dieci anni ormai. Siamo più che amici, direi quasi fratelli, il che per me che

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sono figlio unico è una gran bella cosa. E la nostra amicizia è iniziata proprio lì, in quel piccolo

laboratorio che avanzava a passi incerti verso una splendida avventura.

Fui eletto all’unanimità Amministratore Delegato, più che altro perché conoscevano la mia pagella

e sapevano che ero un ragazzo che si impegna. Appena fiutarono che quello era il ruolo di maggiore

peso e responsabilità, non esitarono a rifilarmelo: accettai con onore!

Quel laboratorio, un po’ per la mia posizione, un po’ perché furono scelte le mie proposte sia per il

nome che per la tipologia di prodotto, lo sentivo come mio. Però la realtà restava quella: la società

era di tutti noi, ed era il nostro lavoro, il lavoro di tutti, a portarla avanti.

La nostra idea imprenditoriale era abbastanza valida e relativamente semplice: si trattava di un

coprisella impermeabile per moto o scooter, richiudibile in una apposita custodia con chiusura

lampo. Ne curammo tutte le fasi, dalla realizzazione di un prototipo a quella “in serie”.

Conducemmo ricerche di mercato per valutare la grandezza media delle sedute dei vari modelli di

due ruote, per la scelta del tessuto da utilizzare e per la realizzazione pratica, per la quale ci

affidammo ad una sarta. Scegliemmo insieme la confezione, il cartellino…studiammo il marketing,

insomma. Durante tutte queste attività ebbi modo di conoscere i miei amici/colleghi, capire chi

valeva e chi no, confrontarsi e divertirmi insieme a loro.

Ma questo era solo l’inizio: tra speranze ed illusioni, arrivò la prima fiera.

Circolava voce che il nostro laboratorio fosse uno dei migliori, anche per merito di un prodotto

particolarmente interessante.

La nostra palestra si trasformò in una splendida area fieristica e fu molto stimolante apprezzare gli

sforzi degli altri laboratori, da altri istituti, altri paesi. Le mie conoscenze a livello umano

continuavano ad ampliarsi ed il laboratorio mi prendeva sempre di più. Tuttavia non fu quella la

fiera più bella, perché arrivò forse troppo presto e ci colse impreparati.

Ricordo ancora i preparativi prima della fiera provinciale. Fino alla sera prima mi cimentai io stesso

nella costruzione di una piattaforma espositiva girevole, mentre gli altri si occuparono di un video

dimostrativo di come il nostro coprisella salvasse la parte posteriore dei calzoni dei centauri in caso

di pioggia!

Quanto impegno in quei momenti: mi sentivo come una piccola formica operaia…ma tanto fu

l’impegno quanta la soddisfazione dei giorni successivi!

In fiera c’era un quantitativo di ragazzi pari più o meno a quello di tre istituti messi insieme, e girare

in tenuta sociale con tanto di cartellino dedicato mi dava un non so che di orgoglio. Avemmo modo

di ammirare i lavori di altri ragazzi che, come noi, si erano impegnati alla grande. Ogni gruppo era

fantastico di per sé, perchè senza saperlo quei ragazzi avevano fatto qualcosa di straordinario.

Avevano scavalcato il muro, erano andati oltre quello che la più prestigiosa delle Scuole può offrire.

Ragazzi dalla città come dalla periferia; dai quartieri alti così come da quelli più a rischio: tutti

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erano riusciti a creare un gruppo, un prodotto, uno stand. Tutti avevano affrontato un’esperienza

reale di vita, senza la noia che magari a volte un libro può dare. Tutti avevano creduto nella loro

idea, in ciò che facevano in quella che non sembrava nemmeno più una simulazione, tanto ci aveva

preso. Tutti avevano fatto quello che gli adulti dovrebbero fare ogni giorno: credere in se stessi, in

ciò che si fa, nelle persone che ci stanno accanto. Credere che con l’impegno e l’unione di tutti si

possono oltrepassare tutti i problemi che attanagliano la nostra società.

Pensieri in cui solo un adolescente può credere? Forse…ma a me sembra tutt’oggi che l’atmosfera

che si respirava in fiera fosse molto più sana di quella che respiro quando passeggio per le strade del

mio paese…

Ricordo che quell’anno ero affetto da febbre leggera ma continua, e fu proprio uno di quei giorni

nei quali mi sentivo particolarmente debilitato che dovetti andare a scuola, ad ogni costo.

Nonostante i paternali di una madre apprensiva feci venire il barbiere a casa, mi vestii di tutto

punto: non potevo rinunciare ad un occasione così clamorosa!

Le telecamere mi aspettavano in un’aula al primo piano, dove c’erano altri due ragazzi come me

che fremevano per quello che sarebbe successo di li a poco. Non ce lo dissero, ma credo che quei

tre fossero i migliori laboratori della zona.

Non ho fatto registrare a casa il servizio andato in onda su RaiTre, e forse ho sbagliato. Magari mi

sarei potuto rivedere quando sarei stato adulto. Ma poi ho capito che non ce n’era bisogno, in fin dei

conti. Quell’intervista, quei pochi secondi, vivono nella mia mente come la più fedele delle

riproduzioni digitali. Insomma, se non mi accadrà più nulla di così eccezionale nella mia vita,

almeno potrò dire di essere apparso in TV, almeno per una volta, anche se non ne avrò le prove.

IGS mi ha dato anche questo.

Dopo sei anni ero rimasto più o meno lo stesso di allora. Qualche chilo in meno, certo, ma chi mi

vide non esitò nel riconoscermi. Roberto mi guardava con occhi meravigliati e curiosi, mentre mi

salutava. Che ci facevo io nella sede di IGS? Forse non sapeva che tra le persone che erano state

contattate per diventare trainer quell’anno c’ero anche io, che nel frattempo mi ero laureato. Per

questo ero stato scelto da un database, un foglio dove sono scritti tanti nomi come il mio. Ma per

come vedo io le cose il mio nome quel giorno deve aver brillato agli occhi di chi stava scorrendo

quella lista. Deve aver urlato “…eccomi, sono qui, scegli me…” e come sempre succede per le cose

che non vediamo, deve aver colto nel segno.

Quando ricevetti la telefonata di Rossella, che mi proponeva la possibilità di diventare trainer, ebbi

tanto a cui pensare. In primo luogo, quanto tempo avrei sottratto all’impegno di sempre, alla mia

impegnativa carriera universitaria? Sarei riuscito a conciliare le due cose?

Dopo averci pensato a lungo, decisi di contattare il mio vecchio trainer, Massimiliano. Feci

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parecchie telefonate per avere il suo numero. Volevo che mi consigliasse, che mi dicesse se in

effetti l’impegno fosse sostenibile. Ma adesso posso dire con serenità che forse avevo già deciso: il

fatto stesso di cercare il mio ex-trainer con tanto impegno era sintomo del fatto che la cosa mi

interessava eccome.

Quella telefonata fu proprio come volevo che fosse. Il mio vecchi amico (questo diventano i trainer

alla fine, dei veri e propri amici) mi rassicurò sulla bontà dell’impegno e sul suo non eccessivo peso

in termini quantitativi. Massimiliano aprì le porte della mia esperienza da Trainer IGS.

Il gruppo che mi fu affidato era molto numeroso. Venti ragazzi, molti dei quali vivaci! Come avrei

fatto io, che non avevo esperienze del tipo, a farli stare buoni? Non potevo sapere che non ne avrei

avuto bisogno!

Presto i ragazzi iniziarono a trattarmi come uno di loro (entro certi limiti, ovviamente). Mi ricordo

che già dopo il primo incontro mi invitarono a giocare con loro a nascondino nel cortile della

scuola. Per me fu molto importante, significava entrare nel loro gruppo.

Col tempo la situazione non ha fatto che migliorare.

Quei ragazzi mi hanno cambiato la vita. Sul serio.

È difficile entrare in una comunità nuova. Lo è ancora di più in una comunità ostica come la nostra,

ancora di più per un adolescente cresciuto in modo certamente diverso, certamente distante. Chi è

nato e cresciuto qui di certo non mi capirà quando dico che la nostra società è difficile, ostica. Ma vi

assicuro che è così.

Per me fu così quando undici anni or sono mi sono trasferito qui direttamente dal cuore della

Pianura Padana. Mi sembrava tutto a dir poco un casino.

Quella difficoltà l’ho affrontata con le cattive, l’ho fatta a pezzi e non mi sono lasciato andare. Ho

scavalcato gli ostacoli che mi si paravano innanzi, mi sono adattato, ho cercato di prendere quello

che di buono c’era e scartare il male. Il problema era che avevo raccolto molte meno cose buone

rispetto a quelle cattive che avevo gettato via.

Quell’esperienza difficile ha lasciato in me alcuni segni indelebili, alcune convinzioni che nessuno

sarebbe riuscito a cancellare. Nessuno, tranne i miei ragazzi.

Non vi nego che su alcuni di loro, quando è iniziata la nostra avventura, non avrei scommesso un

soldo falso. Eppure, sono riusciti in qualcosa che credevo impossibile. Mi hanno fatto cambiare

punto di vista.

Quella che doveva essere un’esperienza formativa, si è trasformata in una esperienza di vita!

Come hanno fatto?

Beh, sono stati semplicemente se stessi: hanno lavorato tutti insieme, si sono impegnati, hanno fatto

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le cose perbene in pochissimo tempo.

Tanto da farci arrivare sul podio!

Quando sono salito sul palco per la premiazione, come potete immaginare, il cuore mi batteva forte.

Che miracolo avevamo fatto! C’eravamo riusciti! Però…Il punto è che ad un certo punto scesi da

quel palco. Tutte le persone scomparvero intorno a me, il tempo si fermò in mezzo a quella

confusione. Tornarono nella mia mente tutti i ricordi di quando a partecipare ero io. Tutto

l’impegno, la gioia di fare qualcosa. La consapevolezza maturata con gli anni di quanto

quell’esperienza fosse stata utile, mi avesse insegnato tutte le belle cose che ho scritto finora. Mi

trovai ancora nel mio liceo, a casa dei miei amici a preparare lo stand, il filmino, la piattaforma

girevole. Mi rividi alla TV su RaiTre. Poi, ripercorsi tutte le emozioni vissute da trainer, la gioia di

vedere ragazzi veramente di cuore che si impegnano anche se magari vivono in realtà di disagio.

Ragazzi che mi volevano bene.

Quando tornai sul palco, ancora in mezzo alla confusione, non era più la stessa cosa di prima: era

come se fossi tornato un ragazzo come loro, un liceale; però con una consapevolezza in più, quella

consapevolezza dell’importanza di quell’avventura sul campo professionale e sociale. Capivo, a

differenza dei ragazzi che sul palco non ci erano saliti, che erano tutti vincitori. Che tutti erano

riusciti a mettersi insieme, a lavorare in team, a fare un gruppo, a produrre qualcosa di buono ma

soprattutto a credere in quello che si faceva. Tutti ci erano riusciti, non solo i miei ragazzi che erano

stati premiati.

Ci ero riuscito anche io quando ero Amministratore Delegato.

Ecco perché per me vedere quei ragazzi felici, credere in qualcosa, in questa società che per me era

da buttare, era una vittoria. Per tutti. Ecco perché i miei ragazzi, insieme a tutti quelli che ho visto

lavorare, mi hanno cambiato. Mi hanno insegnato che anche nelle situazioni più difficili ci sono

persone straordinarie; poche, ma ce ne sono.

All’inizio vi ho detto che nulla è per caso, che il cerchio si chiude sempre.

Vi siete chiesti il perché?

Ecco, quest’anno farò parte dello staff di IGS Campania. Sono entrato in maniera stabile

nell’organizzazione. Una proposta di lavoro, che ai nostri tempi e nella nostra società è oro colato,

proprio per me. Sì, per me che non credevo a quasi nulla più. Voi che avreste fatto? Io non ci ho

pensato due volte.

E allora, come faccio a non pensare che il destino esiste? Che la vita è un cerchio? Che viviamo nel

buio ma una logica in quel buio c’è!

Ho fatto delle scelte, certo le ho fatte per la mia volontà, e prese una per una queste scelte non

vogliono dire nulla. Ma se mi guardo alle spalle e considero dove mi hanno portato queste scelte, mi

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rendo conto che quelle forse non erano casuali. Forse il destino mi voleva portare fin qua, perché

quelle scelte mi hanno portato a percorrere una strada che sembrava già spianata. E che di sicuro

ancora non ho percorso tutta…

Giovanni Paolo Romano

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9. Accadde all'ombra del Vesuvio

In questa zona sono nati tredici laboratori d’impresa. Alcuni di questi, sono partiti nei tempi

stabiliti, altri invece, hanno dovuto fare una vera e propria corsa contro il tempo.

Al liceo classico/scientifico Imbriani di Pomigliano d’Arco si sono costituiti due laboratori di

impresa: Money for nothing e Sfraghis, i quali hanno avuto come trainer Giovanni e Pasquale. Non

poche difficoltà hanno dovuto superare le due squadre per poter portare a termine i loro progetti,

basti pensare alle difficoltà per reperire gli spazi scolastici per gli incontri settimanali e per la fiera

d’istituto. Eppure questi due laboratori sono riusciti a vendere alla grande i loro prodotti. Giovanni

ha instaurato con il suo team un vero rapporto di rispetto e complicità, nondimeno Pasquale, che

addirittura è diventato un amico fidato per i suoi giovani imprenditori.

All’ITI Barsanti di Pomigliano d’Arco, le due angeliche trainer Enza e Miriam si sono disperate con

i loro laboratori. I ragazzi erano scalmanati e un po’ svogliati. Ma con il passare del tempo le cose

sono cambiate, i due team hanno capito l’importanza del progetto, ci hanno creduto e hanno

realizzato dei prodotti che non sono rimasti inosservati. Il gruppo di Enza, Insieme dal progetto al

prodotto, ha realizzato delle dame davvero carine, che hanno anche allietato la fiera provinciale di

Pomigliano, infatti i ragazzi pur di dimostrare la qualità dei loro prodotti, hanno invitato le persone

a giocare. E cosa dire invece della formidabile idea della serra che ha avuto il team di Miriam,

Engineers of the future. Il prototipo mostrato alle fiere era fantastico, i ragazzi ci hanno creduto così

tanto nella loro business idea che hanno investito più soldi di quanti ne hanno reperiti.

Alla fine anche i più ostili nei confronti di tale progetto hanno fatto il possibile per poter arrivare

alla competizione finale di Paestum.

Non siamo riusciti a portarli alla fiera finale, eppure avevano tutte le carte in regola per poterci

essere. Q.b.s., Nestech, Smilelab, i tre laboratori del Cantone di Pomigliano d’Arco hanno concluso

la loro esperienza prima degli altri, con il rammarico dei loro trainer, Linda, Marina e Alessandro. Il

problema non era il poco interesse al progetto, o lo scarso risultato ottenuto durante le fiere, anzi,

quei porta cellulari fatti a mano, dai ragazzi di Linda, sono andati veramente a ruba, per non parlare

dell’iniziativa di vendere dolci e bevande per racimolare un po’ di soldini in più. Anche il cd

multimediale di una ludoteca, realizzato dal gruppo di Alessandro ha un suo perché. I suoi ragazzi

hanno avuto un’idea veramente geniale per pubblicizzare il loro prodotto/servizio. Invece di

A cura di Mariangela, Assistente Napoli Est

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preparare il classico volantino, hanno girato uno spot con il cellulare e lo inviavano a tutti coloro

che avevano il bluetooth.

Quanta inventiva e creatività riescono ad avere i ragazzi se lasciati liberi di esprimersi. Sapete quale

è stato il problema di questi laboratori? Qualcuno dall’alto gli ha tappato le ali, solo perché ad

occuparsi di tale progetto erano dei docenti tenuti un po’ sotto tiro. È stato un vero peccato.

Le ragazze dell'Istituto Pacioli con i loro fantastici porta foto, con un bellissimo stand, con la loro

capacità di vendita, sono riuscite ad avere il favore di tutti. Dalla giuria, allo staff dell’IGS, tutti

parlavano di loro. Sono state davvero brave, hanno persino realizzato delle vendite da record.

Insomma un vero e proprio successo, dovuto anche al supporto datogli dalla loro prof. Petrucci, e

dalla trainer Stefania.

Se qualcuno non se ne fosse accorto però, al Pacioli vi era anche un altro laboratorio, che dopo

diversi cambi di guardia, ha trovato in Francesco la persona, che con la grinta del gruppo è riuscito

a compiere il miracolo. Ormai tutti erano sicuri che questo gruppo non sarebbe riuscito ad arrivare a

Paestum. Ma quando si dice “volere è potere”. Ebbene si, questi giovani imprenditori hanno voluto

a tutti i costi raggiungere il traguardo, e alla fine ce l’hanno fatta. È stato davvero emozionante

vederli preparare la fiera d’istituto a pochi giorni da quella finale, avevano un entusiasmo e una

grinta che pochi possiedono. La loro esperienza può insegnarci tanto: non dobbiamo mai

abbatterci, dobbiamo sempre lottare per ciò in cui crediamo, anche quando sembra che ormai non ci

sia più nulla da fare. Non mi resta che dire : bravi ragazzi!

E cosa dire di loro, ogni parola potrebbe sembrare scontata, perché tengo in maniera particolare a

questo gruppo, al mio gruppo. Sto parlando dei ragazzi dell’ITI Majorana di Somma vesuviana, The

future creations. Ancora custodisco gelosamente la lettera che mi hanno scritto. Sono stata la loro

trainer, li ho accompagnati in tutto il percorso insieme alla colonna portante di quella scuola, il prof

Andrea Napolitano. Forse il loro prodotto poteva sembrare banale, un portachiavi sonoro, ma dietro

quei semplici gadget c’è stato tanto lavoro e tanti problemi da risolvere. Con le cose elettroniche è

così, dopo delle ore passate a costruire circuiti, succedeva spesso che andavano in corto. Ma sono

stati i momenti difficili a renderli una squadra unita e forte. A pochi giorni dalla fiera finale erano li

che lavoravano ai circuiti, nell’officina di uno di loro, per ore ed ore. Sono stati dei veri

procacciatori d’affari, hanno fatto sottoscrivere tantissime azioni, e hanno trovato molti sponsor. Di

sicuro il senso pratico non gli mancava. Sono riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi finanziari nei

tempi stabiliti, grazie alla ricca raccolta di fondi che hanno fatto. Per non parlare della raccolta dei

punti cartacei e degli e-point. A tal proposito mi ricordo che mi dicevano sempre: “ Mariangela ci

sogniamo anche la notte che ci dici mi raccomando raccogliete i punti, sta diventando un’ossessione

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questa cosa”. Però quando arrivavano gli aggiornamenti e vedevano che erano uno dei pochi

laboratori ad aver accumulato più punti erano contenti.

Alle fiere sembravano dei veri e propri imprenditori, tutti in giacca e camicia, pronti a rispondere

alle domande dei giudici. Non dimenticherò, la precisione di Fabio nel portare avanti il suo ruolo di

responsabile finanziario, la grinta e il modo di fare di Gennaro che è stato un amministratore

delegato modello, la capacità di Emanuele di insegnare a tutti come produrre i circuiti. A mio

avviso sono stati una squadra fortissima. È stata una vittoria sentirsi dire, che nonostante non

abbiano vinto alcun premio, erano felici, e che se avessero potuto, avrebbero ripetuto l’esperienza.

Perché è proprio questo lo spirito con cui bisogna fare le cose.

E arrivano loro, uno dei laboratori più chic della zona, sto parlando dl Shining chic creato dai

giovani imprenditori del liceo Torricelli di Somma Vesuviana. I loro gioielli erano davvero molto

graziosi, lo stand colorato e decorato come pochi, i ragazzi sono stati attenti a tutti i particolari. Il

loro trainer è stato Francesco, una persona che loro stessi hanno definito amabile. Li ha

accompagnati passo passo verso il traguardo, e quello che si è creato fra di loro è stato vero e

proprio feeling. Indimenticabile è stata la presentazione che hanno fatto alla fiera finale di Paestum.

Hanno messo su un vero e proprio telegiornale nominato T-GS. Ci hanno fatto sorridere, sono stati

molto ironici e, tutti ma proprio tutti i componenti del gruppo avevano una dialettica da fare invidia.

Sono stati i primi in assoluto a preparare la fiera d’istituto, sto parlano del laboratorio Teste Matte

dell’ITG Sereni di Afragola. Anche per loro avrei tante cose da dire perché sono stati il secondo

laboratorio che ho seguito direttamente, cercherò di essere il più possibile obiettiva. Inizialmente è

stata dura con loro, soprattutto con i maschi, perchè non credevano assolutamente in ciò che stavano

facendo. Poi dopo il successo di vendite e consensi ottenuti alla fiera d’istituto le cose sono

cambiate. Quasi tutti i ragazzi della scuola indossavano il loro prodotto: la sacca matta. Anche i più

scansafatiche si sono rimboccati le maniche. Se ci fosse stato un premio per il laboratorio che aveva

totalizzato più punti cartacei ed e-point, lo avrebbero vinto loro. Hanno capito perfettamente il

meccanismo e lo hanno messo in pratica. Naturalmente va detto che il Preside ha messo a

disposizione per loro ogni cosa che gli potesse servire, la sala computer, l’ausilio del tecnico di

laboratorio per poter realizzare i volantini, la stampa degli stessi. Insomma se una scuola accetta di

fare un progetto è cosi che ci si deve comportare, e non mettere i bastoni tra le ruote ai ragazzi come

succede spesso. La professoressa Lucivero poi, è stata sempre presente, come una mamma, che si

preoccupa per i suoi figli, infatti alle fiere non si è allontanata un attimo dai ragazzi, anche lei

inizialmente titubante, si è appassionata al progetto. E cosa dire ancora, in realtà tante cose, ma non

basterebbero pagine intere per descrivere i mesi che abbiamo trascorso insieme. Un’ultima cosa

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però va detta. Quando ci siamo riuniti per fare la liquidazione della società, i ragazzi mi hanno

detto: “ Questi soldi li diamo in beneficenza, così la nostra esperienza avrà ancora più senso”. Mi

hanno emozionato, sono fiera ed orgogliosa di loro.

I ragazzi del laboratorio G4 dell'Istituto Artistico Munari di Acerra hanno avuto pochissimo tempo

per organizzarsi e per svolgere tutte le attività, perché è stato quasi uno degli ultimi laboratori a

partire, eppure ce l’hanno fatta. Capitanati da Giovanni Paolo, un trainer entusiasta dell’esperienza,

perché quando era tra i banchi di scuola anche lui ha partecipato, come i suoi ragazzi a questo

progetto. Ha trasmesso loro la grinta, la voglia e la passione di impegnarsi per un obiettivo comune.

Il loro prodotto chiamato Pulsera, è stata una delle idee più originali e utile per i giovani ragazzi. Un

bracciale personalizzato, dipinto a mano, che oltre alla bellezza aveva una sua utilità. All’interno

era inserita una pendrive , che tutti noi usiamo e ci portiamo dietro ovunque. Nonostante abbiano

avuto poco tempo, non hanno lasciato nulla al caso, sono riusciti a curare ogni singolo particolare.

Lo stand era davvero professionale, con quelle colonnine con i faretti, fatte a mano da loro. Il

legame che hanno instaurato i ragazzi con Giovanni Paolo è stato davvero forte, non dimenticherò

mai le cose che avevano scritto nella lettera indirizzata al loro leader.

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10. Sotto la lente: giudici

Coinvolgente. Appassionante. Emozionante.

Ho un ricordo vividissimo dei giorni trascorsi con gli studenti all’Università di Salerno e a Paestum.

Ricordo che custodisco con grande gelosia per la ricchezza professionale ed emotiva che mi ha

regalato. L’entusiasmo dei ragazzi trascinava chiunque e bastava poco per capire che l’impegno

profuso era autentico, che lo spirito di competizione tra gli stand era, in fondo, costruito su di una

sottile complicità che sprizzava nell’aria. Ogni idea imprenditoriale trapelava un vissuto diverso,

lasciando il sapore di sensazioni sempre nuove, fresche, suggestive. Ovviamente, non tutte

creativamente concepite, non tutte correttamente implementate, non tutte concretamente

realizzabili. Del resto, come in ogni classe che si rispetti, c’è sempre il “secchione” e lo

“scansafatiche”...Sì, anch’io ne ho trovato qualcuno...ma il vero significato del progetto penso sia

stato afferrato a piene mani: per noi si chiama team building, empowerment, learning by doing; per

loro semplicemente esperienza avvincente che lascia il segno...ma forse, al momento, è meglio così.

Lasciamo che questi ragazzi, per ora, imparino meno “consapevolmente” come si fa un business

plan, come si articola un piano di marketing, come si redige un bilancio di esercizio. Naturalmente,

condizione indispensabile è uno “staff” attento e professionale, che delinea con grande attenzione e

dedizione il percorso da seguire. Dall’altra parte della barricata, infatti, nulla può essere lasciato al

caso.

Questa dell’IGS Campania è sicuramente una storia affascinante da narrare. L’attività di

formazione, in tutte le sue sfaccettature, conduce sempre ad un arricchimento reciproco.

La mia esperienza professionale, in qualità di docente universitario, mi consente di sostenere con

forza che il contatto e il confronto continuo con gli studenti in generale, oltre le tradizionali e

scontate frasi di circostanza, rappresenta fonte inestimabile per la creazione di nuova conoscenza,

umana e tecnica.

Una vera e propria “fiera di emozioni” da assaporare, condividere, raccontare.

Carmen Gallucci, Docente di Marketing dei Servizi e delle Attività Immateriali presso

l’Università di Salerno.

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11. La fabbrica dei campion

Ho ereditato una zona molto fertile quest'anno, patria nelle edizioni scorse di grandi vincitori e che

neanche quest'anno ha tradito le aspettative....

All’ITC Scotellaro, a San Giorgio a Cremano, sono stati avviati 3 laboratori d’impresa, i quali

hanno raggiunto splendidi risultati soprattutto grazie all’impegno e al notevole coinvolgimento

dimostrato dai trainer.

Marco Fiengo “capitano” della squadra forte come il laboratorio Carpe Diem, ha guidato i ragazzi

nella creazione di carinissimi bracciali in pelle, disponibili in vari colori e pensati in versione

uomo/donna; il tutto ovviamente, confezionato in meravigliose scatole. Cura per i dettagli sembra

essere stata la parola d’ordine per questi grintosi fuoriclasse, che hanno pensato bene di contattare

circa 20 fornitori per i ganci e le pietre da applicare ai loro prodotti, prima di scegliere quelli giusti,

quelli che fanno la differenza. D’altronde, si sa, è il particolare a fare la differenza.

Certo, ce n’è voluta di grinta per Angela De Cesare, trainer del laboratorio Soul & Moon, una

squadra all’inizio troppo vivace e con poco voglia di fare, di mettersi in gioco. Eppure un po’ alla

volta questi ragazzi, con grande stupore di tutti hanno affrontato egregiamente la loro partita....Essi

si sono dedicati alla creazione di portamonete decorati con i colori delle squadre di calcio per i

supertifosi, o paillettes, in una versione decisamente più romantica ed elegante. Alla fiera d’istituto,

l’impatto espositivo dei loro prodotti è stato davvero sorprendente, grazie alla preparazione colorata

e particolare dello stand. Bravi Ragazzi!!!

Ultimo laboratorio in casa Scotellaro è Future Enterprise, dove la squadra vantava come valido

C.T. Valeria Esposito. Questa volta il prodotto era rappresentato da completi intimi in abbinamento

ad orecchini. Originale, vero? Beh, già questo vale come un bel rigore segnato, ma avreste dovuto

vedere i giocatori (stranamente in numero 17)!!! Lo spirito di squadra non è mai venuto meno e

ognuno nel suo piccolo ha contribuito alla realizzazione di questo campionato speciale, piacevole,

da ricordare.

Ai ragazzi del liceo Scientifico Nobel di Torre del Greco tanti tanti complimenti!!! Innanzitutto,

perché con la loro impresa 8 Teen, guidata dal trainer Giuseppe Cimmino, si sono piazzati al 1°

posto nella fase di competizione regionale. In secondo luogo, perché questi ragazzi non hanno

creato un prodotto, bensì un messaggio che colpisce per il suo stretto rapporto con l’attualità: “I’m

not you” è quello che gridano con forza contro l’omologazione durante la presentazione del loro

A cura di Domenico, Assistente Napoli Sud

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laboratorio. E’ quello che scelgono di far stampare come marchio su magliette, cappellini,

accendini, perché questo messaggio oggi più che mai è necessario arrivi ovunque...

Un’idea che lascia completamente SENZA PAROLE!!!

E cosa dire del modo scelto per confezionare? Il responsabile di produzione e Marketing mi ha

informato del fatto che essi hanno utilizzato delle normali scatole di latta, di quelle che contengono

pomodori, poi opportunamente riverniciate. E i pomodori? Sono stati generosamente offerti ad una

chiesa di Torre del Greco.

Una volta, mi trovavo a scuola per incontrare il docente di coordinamento, la prof.ssa Pina Di

Donna.

Dopo aver concluso i miei impegni per quella giornata, pensai di andare a salutare i ragazzi,

approfittando del fatto che essi avevano l’incontro del Programma formativo IGS con il trainer

Giuseppe Cimino. Raggiunsi l’aula al secondo piano e al mio arrivo, essendomi trovato di fronte un

ragazzo che mai prima di allora avevo visto, mi presentai dicendo:” Salve sono Mimmo, assistente

dell’IGS Campania”. Al che lui rispose, stringendo la mano e mostrandosi calmo, quasi

professionale: “Buongiorno sono Vincenzo Spina, amministratore delegato dell’8 Teen”. Inutile

spiegare quanto la cosa mi colpì soprattutto per la sua naturalezza. Da allora compresi che il gioco

delle parti aveva avuto inizio: quel giovane avendo scelto per sé un ruolo, si sforzava di ricoprirlo

nel modo migliore, ricorrendo anche all’occorrenza ad una certa dose di seriosa formalità.

Ricordo ancora la commozione di quei ragazzi nel ritirare la targa della vittoria e ancora adesso

provo stupore di fronte alla loro sensazionale impresa.

Provo stupore all’idea che questi studenti abbiano sfruttato un’esperienza extrascolastica per far

sentire la propria voce, per dire no a tutti quelli che si vestono e si esprimono allo stesso modo,

senza bisogno alcuno di differenziarsi. Basta con l’omologazione, con lo stile unico, che non lascia

spazio per essere se stessi, per manifestare la propria individualità...beh, il mondo giovanile è

proprio pieno di sorprese!!!

All’ITI Medi di San Giorgio a Cremano si sono formati due laboratori: L.I.O.N. Software e Soundel.

I ragazzi del LION Software guidati dal trainer Alessandra Massa hanno realizzato un software che

permette alle scuole di archiviare progetti in modo più efficiente e corretto. I ragazzi si sono

impegnati molto, hanno realizzato un stand bellissimo. Ricordo ancora Marcello, l’Amministratore

Delegato, emozionatissimo nel presentare la loro idea imprenditoriale.

Soundel laboratorio guidato dalla bravissima MariaTeresa Cautiero ha creato casse stereo artigianali

dal design originale e innovativo. E’ difficile tener testa a 17 ragazzi eppure Mariateresa c’è l’ha

messa proprio tutta e si è dimostrata all’altezza del suo ruolo. Davvero geniale è stata la trovata

delle locandine affisse dappertutto per spiegare l’idea. Complimenti ragazzi!!!

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Mi dispiace che questi 2 laboratori non abbiano ricevuto premi perché il loro impegno meritava

tanto eppure sono convinto che nell’ambito di questo progetto siano un po' tutti vincitori, perché

ognuno mette alla prova se stesso: trovare azionisti, creare un prodotto, presentarlo e lavorare alla

preparazione della fiera. Tutto questo è già una vittoria.

Quest’anno da trainer mi è capitato di seguire due laboratori d’impresa: JeansArt e Incanto dell’

IPIA Ferrari di Castellamare di Stabia.

Jeans Art ha realizzato borse e accessori in jeans, ben curati nei particolari, dai colori accesi e

vivaci con prevalenza del fucsia.

I ragazzi si sono molto impegnati in questo progetto. Non potrò facilmente dimenticare le tante ore

trascorse dai ragazzi creando borse ed uno stand davvero particolare, colorato e pieno di euforia.

Incanto era formato inizialmente da ragazze che non avevano voglia di far nulla. Ricordo ancora la

prima volta che sono andato in classe: “Noi questo progetto non lo vogliamo fare” hanno detto con

tono deciso alcune di loro ma.......Ho iniziato a fare le mie riunioni nel caos più totale e in un clima

di totale disinteresse. Posso assicurare che le ragazze sono arrivate alla fiera locale molto motivate,

avendo realizzato 50 candele profumate, uno stand molto curato e dando importanza al loro

abbigliamento.

Mi è difficile descrivere a parole la soddisfazione che ho provato di fronte ai loro risultati....ma a

volte i giovani hanno davvero la capacità di sorprendere!!!

All’istituto Nitti di Portici si sono formati due laboratori: Liberty, Trés Jolie.

Liberty, guidato da Raffaella Alfieri, hanno creato cappelli, decorati con pailettes

colorate....carinissimi!!!

Très Jolie, guidato da Simona Castiello, ha partecipato solo alla fiera d’istituto e quella locale, no

alla regionale, realizzando collane e orecchini abbinati.

Mushroom Team è il nome del laboratorio d’impresa che si è formato al Liceo Scientifico

Caccioppoli di Scafati, guidato da Luca Empireo.

Dopo tanta fatica spesa nella presentazione e nell’opera di convincimento si è giunti alla

costituzione di questo laboratorio sorto dall’unione di due laboratori allo scopo di raggiungere il

numero minimo di partecipanti.

L’impresa ha realizzato un marchio raffigurante un fungo esploso dai mille colori davvero molto

carino. Questo marchio poi è stato riportato su magliette e adesivi. I miei complimenti vanno al

trainer Luca che ha seguito i ragazzi in tutto, con la sua precisione e la sua grande voglia di

trasmettere loro le competenze didattiche e a lavorare sulle capacità individuali che potevano venir

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fuori. Mi ha colpito molto il lavoro di questi giovani che in segno di riconoscenza e ringraziamento,

mi hanno regalato uno splendido adesivo raffigurante…..il fungo esploso.

L’ho subito attaccato alla mia vespa per ricordare così dei ragazzi fantastici.

Rincorrere Francesco per raccogliere la sua testimonianza sui laboratori della sua zona è stato il mio

passatempo delle ultime settimane. Dato il suo interesse per l’anima più commerciale del progetto

gli ho promesso che la nostra chiacchierata verterà su capitale sociale, ricavi, sponsorizzazioni,

piuttosto che su emozioni, ricerche di marketing, aneddoti personali. Sotto questo punto di vista non

sbaglia un colpo, è di una precisione imbarazzante nell’elencare quanti e quali sponsorizzazioni

hanno effettuato i ragazzi dei suoi laboratori e come hanno sfruttato il circuito di negozi

convenzionati dall’IGS per finanziare la partecipazione alle fiere.

« Partiamo dall’ITC Vesevus di Boscoreale. Il primo laboratorio Wake up art è partito in ritardo e

ha dovuto lavorare trecento volte più degli altri per raggiungere gli stessi risultati. La situazione

disagevole in partenza è stata aggravata dal fatto che una parte della classe è stata molto ostile al

progetto, però dopo un po’ alcuni degli elementi pigri si sono rimboccati le maniche e le cose hanno

iniziato a funzionare. Hanno girato e girato in cerca di fornitori con un rapporto qualità/prezzo che

andasse a loro vantaggio (è una ragioneria se queste cose non le capiscono loro…) finché a Pompei

hanno trovato un produttore di zainetti a cui hanno “strappato” anche la stampa di frasi e disegni

allo stesso prezzo. Che commerciali! Ci hanno saputo così fare che adesso un paio di zainetti sono

finiti addirittura in America! Complimenti anche a Gabriele, un trainer presente ed assiduo.

All'Ipia Galilei di Torre Annunziata i laboratori nati si sono distinti sia per la produzione di cinte,

gioielli e cravatte artigianali, sia per la simpatia dei trainer Gaspare, Maurizio e Marco!

Al Liceo scientifico Severi di Castellammare di Stabia due singolari esperienze di autonomia e

lavoro di squadra. Il team di Cinventiamo, produttore di scacciapensieri si è rafforzato dopo i

conflitti e l’apatia del trainer, poi esonerato, ed è riuscito ad andare avanti da sé, un vero learning by

doing che li ha portati in fiera a Sorrento a fare una professionalissima spiegazione in inglese ad un

ragazzone americano che alla fine ha sottoscritto ben 5 euro di azioni e si è fatto fare una foto

ricordo insieme ai simpaticissimi ragazzi. Bravo Brian, insuperabili i ragazzi.

Dell’impresa Polidea oltre a riconoscere i meriti dei ragazzi, voglio esaltare la lungimiranza e

l’avanguardia della professoressa Longobardi, la quale ha inculcato ai ragazzi quella tensione al

miglioramento continuo che si porteranno dentro a lungo e che sapranno far fruttare in tanti contesti

se saranno furbi…

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Dopo un po’ di malumore e scontri con il corpo docente anche i ragazzi dell’ITC Sturzo di

Castellammare di Stabia possono dire di aver fatto una buona esperienza. Superato lo scetticismo

iniziale dei clienti sulla composizione chimica del body blink, il detergente per il corpo con i

brillantini prodotto da Polvere di stelle, l’eleganza delle boccette ha conquistato i consumatori. Un

gruppo che deve ringraziare la precisione e le abilità economiche della trainer Laura, d’altronde

dietro un buon laboratorio c’è sempre un buon trainer!

Dell'IPSAR Viviani la prima cosa da ricordare sono le professoresse Varone e Savarese. Oltre

l'impeccabile organizzazione, loro due non si sono mai risparmiate e se si doveva lavorare un'ora in

più per il progetto loro erano capaci di dare il doppio, il triplo della disponibilità! Il laboratorio

Arrangiammoce ha sfruttato le conoscenze acquisite tra i banchi per trasferirle all'impresa, così i

ragazzi hanno preso delle ricette della nostra tradizione culinaria e ne hanno inventate altre per poi

racchiuderle in un ricettario decorato con la pasta.

Tutt'altra strada ha seguito il gruppo di L'isola che non c'è, stanchi di cimentarsi solo come cuochi i

ragazzi hanno realizzato orecchini e accessori lavorati all'uncinetto. La strategia di marketing è stata

poi minuziosa:i partecipanti indossavano tutti la maglietta con il logo e lo stand era realizzato con

motivi marinareschi: cime sul tetto, uno scafo, un forziere, conchiglie, il tutto su uno sfondo

azzurro. Altro punto a favore: l'enorme spirito imprenditoriale che li ha spinti a crearsi altre

occasioni di vendita oltre alle fiere IGS e ad esporre e commercializzare i loro prodotti su banchetti

improvvisati nella villa comunale di Castellammare.

All’IPIA Ferrari di Castellammare, anche quest’anno sono partiti molti laboratori, due dei quali

gestiti egregiamente da Mimmo, JeansArt e Incanto.

Grande passione e coinvolgimento hanno dimostrato i professori Anastasio e Iaccarino, che hanno

lavorato gomito a gomito con i ragazzi di New Metal per la realizzazione di trottole di ferro.

Ultimo, ma solo per la partenza, il laboratorio Marakaibo. Le ragazze sono state spumeggianti,

solari ed intraprendenti e parte del loro successo va riconosciuto a Davide che le ha aiutate, spinte,

stimolate facendo recuperare senza traumi il tempo perduto. È stato lui ad inculcare alle ragazze il

concetto che il lavoro artigianale che avevano fatto nell'intrecciare a mano le borse di paglia non

andava svilito applicando prezzi da mercatino cinese, ma il loro doveva trasformarsi in un marchio

di tutto rispetto e valorizzato anche sotto il profilo economico. Vedere il loro stand a Sorrento e il

modo di porsi verso i giudici e clienti ha dimostrato che questa strategia, forse un po' azzardata per

un laboratorio, si è dimostrata vincente!

I cinque laboratori dell'IS Vitruvio di Castellammare sono partiti contemporaneamente, ma

differente è stato il talento, la passione e l'esito. Summer passion e New generation si sono fermati

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dopo la fiera locale, il primo aveva come core business la produzione di una linea mare di cappelli e

costumi e, pur avendo ottenuto degli ottimi risultati in termini di fatturato dopo la fiera organizzata

dalla scuola presso l'istituto dei Salesiani, dove un gruppo di turisti americani aveva azzerato le

scorte dei prodotti, la mancanza di coesione e di equità nel lavorare ha determinato lo scioglimento

della società.

Destino analogo quello di New generation in cui per la mancanza di motivazione del gruppo si

ritrovavano a produrre piccoli bijoux con simil swarovski solo tre ragazze, che stanche di lavorare

anche per gli altri hanno abbandonato il progetto.

La storia di V- style by United Girls è quello di un successo di gruppo, in cui più che la produzione

è sempre contato lo spirito con cui la si effettuava, così si son trovate ad avere uno stand tipo

mercatino delle pulci ma ad essersi divertite tanto!

Emanuela Spiga è stata un'ottima trainer per il laboratorio Funny clocks. I ragazzi disegnavano su

delle forme di legno che venivano opportunamente tagliate da un artigiano e a cui oltre i colori

applicavano un orologio. Ottimo gruppo e grandi procacciatori di sponsorizzazioni, il tutto sotto la

supervisione della professoressa Tondo.

Infine, le “mie diavolette”, le ragazze di New art, a cui ho fatto orgogliosamente da trainer. Loro

hanno ideato una linea di oggetti in plexiglass: portachiavi, portafoto, fiori colorati per allestimento

ambienti, elementi di arredo che si illuminano al buio, il tutto grazie al generoso apporto del padre

di una delle ragazze che aveva un’attività proprio di questo tipo. Un gruppo stacanovista,

organizzato, autonomo, con i due responsabili finanziari ligi al proprio dovere e puntuali nei

pagamenti… lavoravano addirittura su Messenger!

Un gruppo di cui vado orgoglioso: tre sponsorizzazioni di Acqua Acetosella e sei sponsorizzazioni

classiche, ognuna dell’ammontare di 70-80 euro… degne discepole del loro trainer!!!»

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12. Sotto la lente: studenti particolari

Maria Grazia

La pReMiAzIoNe... -.- ...O MeJo La DeLuSiOnE...

..Ahhhh..mamma mia raga...nn riesko a nn pensare...qst progetto dell igs campania...qnt è stato un

pakko...una delusione proprio...tutto già programmato..tutti già sapevano ke kosa avevano vinto..e

a ke posto stavano....xkè??...xkè da oggi in poi ...in qst vita di merda...senza konoscenze nn vai

avanti....bravo o super brav ke sei...nn vai avantiiii....lo vojamo kapire??..ormai ce ne dobbiamo

fare una ragione...ke dire...sn sl delusa di tutto...xkè almeno uno dei tanti premi...lo meritavamo

davvero...ma nn è xkè ci siam fatti i film in testa...ma solo xkè tutti i giudici ...nn potevano fare a

meno di farci i complimenti ...TUTTIII...ore e ore rinchiusi in quella skuola...a fa i ciokkolatini, le

konfezioni...ecc..perdendoci le ore di scuola...e adesso ke ci troviamo come ringraziamento

materiale (xkè affettivo ce ne è anke tnt)..??...un bel nulla...anzi no...le interrogazioni da fare

ankor...bhe cmq...di tutta qst esperienza vissuta...ho rikavato mooolte kose....kose x me mooolto

importanti...kome l amicizia di 12 persone..prima si parlavamo...ridevamo...ma nn kome

adesso....ora siamo trp legati tra di noi......ma anke xkè abbiamo konosciuto la nostra

trainer...KIARETTA...e x qst 2 motivi ringrazio l IGS...grazieee...Ragààà adesso almeno

konsolatevi kn il nostro spott.......trp pariante....

P.S

Ragàà anke se nn abbiamo vinto nulla...resteremo sempre i mejj..... anke se...(fallittt....)...ihihi..

P.S2

Kiarèèè sappi ke di tutto qst nn è kolpa tua èèè...nn ti fare problemi...ti vojamo sempre bene...tnt x

noi vale sempre la frase...L IMPORTANTE è PARTECIPARE......

Ciaooo...

Ho letto questo sfogo tra i tanti blog che parlano, nel bene e nel male, di IGS e mi ha colpito la

forza, l’irruenza delle parole di cui è capace solo chi crede profondamente in quello che fa. Così

sono voluta andare a fondo e cercare questa persona, provare a ricostruire il suo percorso,

appropriarmi delle sue idee e delle sue emozioni. Ho scoperto che si chiama Maria Grazia, che ha

partecipato al laboratorio Choco Enjoy dell’IPSAR Petronio di Pozzuoli. Ho chiesto alla sua

Trainer, Chiara, di parlarmi di lei affinché la sua storia non vada dimenticata e in tanti si possano

rispecchiare negli alti e bassi che regala quest’avventura.

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«Maria Grazia è sicuramente la studentessa migliore del mio laboratorio. Il primo giorno che l’ho

vista era seduta su una cattedra fuori dalla sala riunioni del suo istituto (IPSAR Petronio di

Pozzuoli) e rideva insieme ai suoi compagni di classe. Appena si sono accorti della mia presenza,

tutti mi hanno guardato dall’alto in basso e con un po’ di diffidenza come x dire: “e mò che vuole

questa? (hai presente come si fa con i professori nuovi?)”. Lei invece mi ha sorriso... Maria Grazia è

la persona che più ha creduto nel percorso IGS e ci ha creduto da subito, lei dice perché le ispiravo

fiducia ma io credo che sia frutto della sua intelligenza! Ha compiuto 20 anni la settimana scorsa, ha

perso un anno a scuola e studiare non è esattamente il suo hobby preferito. È allegra, solare,

simpatica e divertente. I suoi amici amano scherzare con lei perché sanno che non è permalosa, sa

ascoltare ed è molto disponibile. Non ti nega mai un sorriso ma se qualcosa non va glielo leggi in

faccia. È stata una risorsa importante nel laboratorio dove ricopriva il ruolo di responsabile vendite.

I ragazzi del gruppo all’inizio erano poco uniti, non avevano neanche il numero di telefono l’uno

dell’altro e molti non rivolgevano la parola ad altri. Lei era l’unica che andava d’accordo con tutti e

questo ha fatto un po’ da collante. La sua voglia di fare ha spinto gli altri a dare di più, è un leader

nascosto! Come avrai capito è una persona che mi ha colpito molto forse perché in lei mi rivedo,

forse perché la sua situazione familiare l’ha fatta crescere prima del dovuto e l’ha resa una persona

molto matura. Durante il corso si è fatta in quattro, qualunque cosa le dicessi la faceva subito e bene

senza battere ciglio, in più mi leggeva nel pensiero e anticipava le mie mosse. È stata davvero

brava. È sua l’idea di fare uno stand tutto bianco (colore che indica l’igiene) e oro (colore che indica

eleganza e qualità). È stata fondamentale nei momenti di difficoltà, ha un ottima capacità di

risoluzione dei problemi ed il lavoro non la spaventa. L’intervento che hai letto è uno dei tanti

sull’IGS che ha fatto nel suo blog ed è stato scritto subito dopo la premiazione quando è tornata a

casa delusa e sconfitta. Ci ha creduto così tanto da illudersi un po’ troppo. In questo ha contribuito

la loro prof che voleva assolutamente vincere. Ovviamente il giorno dopo non pensava più quelle

cose, era un momento di sfogo.

Se le chiedi cosa pensa dell’IGS ora ti direbbe che è stata sicuramente un esperienza bellissima che

ha unito molto la sua classe».

Paolo & Antonio

Questa è una storia che ha inizio un anno fa, la notte tra l’1 e il 2 giugno 2006. Fiera competitiva a

Pacognano, ronda notturna mia, di Mauro, Serena, Valerio e Rosa per verificare che i partecipanti

all’apice dell’entusiasmo del progetto non facessero troppi danni…

Rincorrendo tra camere e corridoi gli studenti impegnati a fare ogni genere di scherzi, notiamo fuori

una stanza due ragazzi come in attesa, pensiamo che qualcosa non vada, che chissà quale

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macchinazione stessero tramando… invece erano semplicemente un po’ preoccupati per la

presentazione che avrebbero dovuto fare l’indomani (o almeno questo ci hanno sempre fatto

credere…), così io e Serena armate di buona pazienza abbiamo tracciato con loro alle quattro del

mattino la mappa concettuale del loro lavoro.

In quello stesso istante Paolo e Antonio erano stati “adottati”, e per noi sarebbero sempre rimasti gli

Strani.

«Abbiamo aderito ad una parte propedeutica del progetto partecipando all’ultimo secondo alla

fiera residenziale -racconta Paolo- senza ricambi per il giorno dopo, ci era stato proposto dal

professore di economia aziendale come attività extra scolastica e noi ci siamo fiondati!!! Abbiamo

realizzato un business plan per l’ipotetica apertura di un cine- teatro per migliorare la zona in cui

viviamo, Boscoreale, un progetto di riqualificazione urbana. C’era la voglia di far bene, di mettersi

in gioco davanti a tante persone…». E lottando contro il tempo, con una presentazione scritta e

provata in mattinata, si sono presentati davanti ai giudici con Paolo in versione relatore e Antonio in

versione valletta, emozione a parte (voce tremante e microfonate sulle gengive…) è stato uno

spettacolo incredibile!

Anno scolastico 2006-2007, Paolo e Antonio finalmente riescono ad avere un vero laboratorio, il

Wake up art, di cui il primo è il Responsabile finanziario/ factotum e il secondo l’Amministratore

Delegato. Business idea: zainetti personalizzati con frasi “trasgressive” per attirare i ragazzi

all’acquisto. Che loro due siano il cuore del laboratorio lo si capisce dai contatti presi con i fornitori

e dal numero di azioni che in due riescono a far sottoscrivere, inoltre un po’ il gruppo se lo

trascinano di peso in quest’avventura forse proprio perché già sanno l’ebbrezza che può dare e che

loro vogliono rivivere.

Dei due ragazzi di Boscoreale inizia a girare voce, così anche Roberto pensa di coinvolgerli come

testimoni nelle presentazioni che vengono realizzate all’ITC Vesevus, e alla fiera locale a Sorrento,

si raduna un piccolo fans club quando i giudici vanno a fare il resoconto delle attività del

laboratorio proprio per vedere con curiosità e un pizzico di apprensione i due come se la cavano.

Come dimenticare che per attirare i numerosi turisti stranieri che scendono alla fermata della

circumvesuviana a Sorrento si cimentano in una esilarante performance di vendita in inglese? Ora ci

sono ben due zainetti della Wake up art in giro per il mondo!

Alla fiera finale di Paestum purtroppo la coppia si scioglie: Antonio è a casa con la febbre e con un

rammarico enorme per non essere presente ad un appuntamento per il quale tanto aveva lavorato e

che aspettava con impazienza. Così Paolo, viene nuovamente “adottato”, non che ne avesse

bisogno, ma certe persone catalizzano su se stesse in maniera naturale l’attenzione, si crea una vera

Intervista a cura dello staff IGS Campania

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e propria famiglia attorno a lui, così io, Davide e Salvatore lo trasciniamo in ogni situazione e lo

aiutiamo laddove è possibile, dallo stand alla correzione del business plan in notturna.

Così arriva il momento della presentazione, i famosi cinque minuti, Paolo appare sereno, il discorso

è stato preparato e provato, ma lui non smette di riguardarselo e migliorarlo, è un perfezionista e sa

che in quei pochi minuti lui rappresenta il suo gruppo e non vuole farlo sfigurare, se ci fosse

Antonio sarebbe un’irresistibile show come al solito e invece stavolta a salire sul palco sarà da solo,

con il suo trainer Gabriele a far scorrere per lui le slides della presentazione.

Per me che ho visto Paolo crescere in quest’anno è un’emozione indescrivibile, racchiude tutti i

perché amo questo lavoro, vedere la sua passione, la sua grinta, la sua leadership naturale, l’umiltà

verso chi lo circonda, la maturità, quella voglia insaziabile di farcela da sé, di imparare cose nuove,

di migliorare, di puntare in alto per superare i propri limiti…

La presentazione è andata senza intoppi e dopo aver preso i meritati applausi Paolo si è concesso

quel tuffo in piscina che tanto aveva sognato in due giorni… e si è tirato in acqua anche me e

Salvatore!

Roberto dice sempre che un ragazzo che ha partecipato a IGS glielo leggi nello sguardo, in quel

guizzo che ha negli occhi, in una marcia in più che sfodera in ogni occasione… Antonio e Paolo,

state in allerta, dopo questi due anni come partecipanti in cui vi siete fatti ampiamente notare,

Roberto sta già architettando per voi un futuro da trainer… la storia è solo all’inizio…

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13. Dopo la scuola, che impresa!

Quando chiedo a Serena di raccontarmi la sua esperienza come assistente IGS a Salerno, coadiuvata

da Mauro, non mi manda a quel paese come avevo temuto viste le circostanze: è una calda notte di

metà agosto e stiamo preparandoci per uscire. Si sistema un po’ sulla sdraio in giardino e inizia quei

racconti che ho sentito tante volte.

Più di una volta abbiamo ripetuto che la forza dell’IGS Campania è data dalle idee geniali di

Roberto e dall’innamoramento verso il progetto di chi ci lavora.

Noi siamo entrate a far parte di questo gruppo quando eravamo all’ultimo anno dell’università, così

tra un esame di marketing e uno di diritto ci siamo confrontate sulla nostra esperienza da trainer

trascorrendo ore a telefono a parlare del rapporto con gli studenti, dell’ansia pre-fiera, delle strategie

di marketing e quando è arrivata la “chiamata” di Roberto ci siamo gettate piene di entusiasmo in

quest’avventura, con lo spirito dei diciassette anni e la maturità di chi ne ha qualcuno in più...

«… il primo nome che mi viene in mente è quello di Enzo Graziano, del laboratorio Archimede

S.p.a del Galilei. Era una delle prime presentazioni del progetto che facevo a Salerno e quell’aula

magna era gremita di ragazzi vocianti che avrebbero fatto venire ansia anche al più esperto dei

conferenzieri. Ad un certo punto si alza lui e con fare un po’ autoritario e anche un po’ brusco

zittisce tutti e mi fa continuare a parlare in quella stanza che al momento era diventata

silenziosissima. Fin da subito ho capito che sarebbe stato il trascinatore del gruppo. Si è dato subito

da fare e in una settimana ha raccolto ben 148 euro di capitale sociale. Ma di questo laboratorio non

è l’unico nome che devo fare. Pablo Arturo è stato il primo trainer che hanno avuto i ragazzi, un

tipo presente innamorato del progetto, che aveva con i ragazzi un “polso gentile”…poi è arrivato

Alessandro Daniele, un ex Ig students, uno di quelli che l’esperienza dell’impresa giovanile ce l’ha

nel sangue e che trascina i ragazzi con la sua simpatia. Il professor Giuseppe Tozzi è stata presenza

impareggiabile, uno di quei professori talmente tanto coinvolti ed entusiasti da presentarsi alla

prima riunione del consiglio di amministrazione della società con il nome di battesimo e di dare un

contributo nella scelta di ciò che sarebbe diventato l’oggetto da produrre: l’antifurto da borsa,

protagonista di una serie di sketch che ha fatto la sua fortuna!

… È dagli sguardi della gente che si può capire quello che resterà di quest’esperienza. Questo è

quello che mi viene in mente ripensando al percorso del laboratorio Piperita del liceo De Sanctis.

Questo gruppo a maggioranza femminile ha fatto dello spirito di iniziativa, della ricerca del senso

estetico e dell’imparare dai propri errori la chiave di lettura del proprio successo. I ragazzi hanno

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accolto fin da subito la filosofia IGS e hanno ricercato nei bisogni da soddisfare del loro target il

punto di partenza, che in un primo momento li ha fatti approdare ad un manuale d’amore che

racchiudesse le esperienze sessuali dei propri coetanei e servisse a fugare dubbi e dare

rassicurazioni. L’idea però è naufragata perché a detta dei ragazzi era troppo complicato far

confluire idee e sensibilità diverse. Così, con un’ottima analisi delle opportunità imprenditoriali,

hanno optato per la commercializzazione di gioielli realizzati da un’artigiana di loro conoscenza a

cui hanno accostato un packaging realizzato riciclando stoffa preziosa.

Questi ragazzi hanno così ovviato ad una reale difficoltà, propria di chi proviene da un liceo, a

confrontarsi con la materiale produzione e si sono dedicati ad analizzare e sviluppare le quattro leve

del marketing per raggiungere un buon traguardo fugando così le critiche provenute in corso

d’opera.

… la professoressa Genova ha appoggiato e sostenuto il progetto IGS all’Alfano memore

dell’esperienza fatta anni prima con l’Ig Students durante la quale aveva guidato le sorelle

dell’attuale gruppo di imprenditrici in quello che sarebbe poi diventato il loro lavoro “da grandi”:

un’agenzia di animazione, non vincitrice allora di un premio solo perché non ne erano predisposti

per la categoria servizi.

Feeling è un laboratorio che produce ciondoli con bucce di agrumi, che oltre a realizzare un

prodotto sfizioso con un buon rapporto qualità prezzo ha preservato i partecipanti dal raffreddore

per un anno e mezzo! Oltre ad una strenua focalizzazione sugli obiettivi, il buon esito è da ricercare

nel contributo dato da Valeria, la loro trainer, che è stata un’ottima guida, non è venuta mai meno, è

stata un forte punto di riferimento, un sostegno pur senza mai sostituirsi a loro, unendo dolcezza,

determinazione e presenza. Armonia, pura contentezza nel lavoro, divertimento questi sono i

concetti chiave della loro esperienza.

Il secondo laboratorio costituitosi presso l'Alfano ha fatto il percorso sempre un po’ in salita, questo

perché la verve era differente: ci sono stati frequenti scontri e i partecipanti si demoralizzavano

molto facilmente perché a loro dire non avevano mai fatto abbastanza. Ci sono voluti tutto

l’impegno e l’entusiasmo della professoressa Genova e di Amelia per rinvigorire i ragazzi e per

valorizzare la loro business idea, i braccialetti realizzati con le spille, che pur ha venduto molto

doveva far fronte a costi di produzione elevati. L’unico rimpianto è che non abbiano tentato di

credere di più in se stessi, di “mettere a rischio” la solidità del loro business per ricercare quella

scintilla, quella creatività che avrebbe fatto la differenza.

Malgrado i laboratori che non sono partiti e quelli che hanno interrotto bruscamente la loro

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esperienza ho trovato un buon ambiente a Salerno, un terreno fertile, i ragazzi sono stati molto

seguiti perché ci sono stati professori lungimiranti che hanno creduto che il progetto IGS potesse

realmente aiutarli a migliorare».

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14. Essere trainer di un laboratorio di impresa

Quella con IGS Campania è stata un’esperienza che ricorderò sempre con molto affetto e che

rimarrà unica nel suo genere.

Il III posto che il Laboratorio “Another Day” ha conquistato il 26 Maggio 2007 durante la giornata

di premiazione che si è tenuta a Sorrento, sarebbe stato un risultato difficilmente raggiungibile

senza il supporto e la presenza di alcune persone.

In queste poche righe voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, in modi diversi, a questo

successo.

Ricordo ancora il giorno in cui io e la mia amica Stefania andammo a fare il colloquio per entrare a

far parte di questa associazione: dopo poco più di una settimana eravamo diventate due trainer di

laboratorio in competizione tra loro per raggiungere lo stesso obiettivo.

In teoria doveva essere così…..in pratica la presenza e il supporto della mia amica di una vita è stata

essenziale per la realizzazione di questo progetto e la nostra amicizia si è solo ulteriormente

consolidata.

Il mio primo “GRAZIE” va a te Stefy!

All’inizio credo di avere sottovalutato l’impegno che avrei dovuto metterci e le difficoltà che avrei

incontrato.

Quando entrai nell’aula del “Tommaso Campanella” per conoscere le alunne che dovevo seguire

durante il percorso mi apparve subito chiaro che non sarebbe stato un gioco.

Mi sono sentita subito responsabile di quelle dieci giovani donne, un po’ ribelli ma con un cuore

grande e generoso, che mi guardavano come se avessi la risposta giusta ad ogni loro domanda.

In cinque mesi ho visto il loro entusiasmo crescere sempre più.

Partecipando a questo progetto avrebbero ottenuto dei crediti formativi a fine anno scolastico ma,

con il tempo, mi sono resa conta che lo stavano portando avanti perché era il loro progetto: ci

credevano e, proprio come me nei loro confronti, le ragazze si sentivano responsabili dei bambini

della Casafamiglia e dell’impegno preso.

Non è andato sempre tutto liscio…Durante un incontro ricordo che mi arrabbiai tanto con loro

perché a pochi giorni dalla fiera eravamo indietro con il lavoro e nel gruppo si stava perdendo

quella coesione che l’aveva caratterizzato fin dall’inizio e che credo abbia rappresentato la forza del

laboratorio.

In quella occasione hanno manifestato grande affetto nei miei confronti e in pochi giorni, lavorando

duro, abbiamo ritrovato la voglia di fare e di fare bene.

Continuiamo ancora oggi a sentirci: l’età che stanno vivendo non è facile ed è per questo che se

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dovessero avere problemi o semplicemente volessero parlare un po’ sanno che possono contare su

di me.

Il mio secondo “GRAZIE” va dunque alle “mie” ragazze…la mitica III sociale dell’Istituto

Tommaso Campanella.

Credo che a nome di tutti i trainer conosciuti possa dire che la nostra forza sia stata rappresentata

dalle persone che ci hanno seguito costantemente in ogni tappa di quest’avventura.

“GRAZIE” a Roberto per averci dato quest’opportunità.

“GRAZIE” a Mauro e Diana per la preparazione dimostrata e la loro disponibilità.

Ultimo “GRAZIE”, ma estremamente sincero e sentito, a tutti i responsabili di zona e in particolare

alla mia: Cristina.

La passione e l’amore con cui svolge costantemente il suo lavoro è un grande esempio per me; un

giorno spero di avere la fortuna di trovare un lavoro che mi piace e mi soddisfi e portarlo avanti

proprio come fa lei.

Gli alunni delle scuole superiori sono i destinatari di questo progetto ma i benefici che ne derivano

arricchiscono tutti coloro che ne fanno parte, nessuno escluso! Grazie di cuore,

Claudia Liberti

Siamo giunti alla fine del percorso formativo Trainer di laboratorio di impresa, gestito e

organizzato dall’Associazione IGS Campania.

A me è stato affidato un gruppo di otto ragazze dell’IPIA di Giugliano “Guglielmo Marconi”.

Il primo incontro in aula non è stato dei migliori, in quanto subentrata ad un’altra persona non sono

stata ben accettata dalle ragazze, anche se con il passare del tempo e delle ore a nostra disposizione

sono riuscita ad ottenere la loro stima e il loro interesse verso il progetto che dovevamo portare a

termine.

Durante le ore trascorse insieme ci sono stati momenti di sconforto che poi con la grinta dimostrata

dalle mie ragazze e con il mio aiuto siamo riuscite a superare, ci sono stati molte volte dei conflitti,

delle incomprensioni tra chi collaborava e chi no, però tenendo un po’ il pugno fermo, ma essendo

anche a volte accondiscendente sono riuscita a far loro capire molte cose e a portarle al

raggiungimento del progetto.

Prima di tutto il territorio poco favorevole a sponsorizzare il laboratorio, dovuto alla diffidenza

delle persone; in secondo luogo le ragazze si sono lamentate della poca informazione fornita dalla

scuola sull’importanza e sul perché partecipare a tale progetto.

Le partecipanti alla società sono state molto creative, attive, dinamiche, realiste e concrete

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soprattutto nel pensare al target di riferimento e a come pubblicizzare il loro prodotto.

Il momento della vendita avvenuto sia nelle diverse fiere che al di fuori di esse è stata l’occasione

più bella e divertente che abbiamo vissuto, non solo perché le ragazze hanno realmente visto come i

loro sforzi sono stati premiati, ma soprattutto hanno capito il valore di lavorare insieme per

raggiungere un obiettivo comune.

Questo percorso ha fatto crescere non solo le ragazze, ma soprattutto me, mettendomi in gioco e

cercando di apprendere soprattutto da loro.

Alla fine l’esperienza mi ha aiutato a crescere, a sviluppare determinate capacità di gestione,

organizzazione e mi ha dato l’opportunità di capire anche alcune cose di economia che forse prima

non mi erano tanto chiare.

Rossella Sgariglia

La mia esperienza da trainer di laboratorio d’impresa è stata presso l’istituto IPIA Marconi di

Giugliano, sezione di Qualiano, indirizzo moda.

Mi ero laureata da due settimane quando entrai per la prima volta nel mio laboratorio d’impresa,

una classe composta da dieci ragazze.

Il primo impatto fu un po’ imbarazzante…..ragazze che vedevano di fronte a loro una nuova

“insegnante” di pochi anni più grande…che fare? chiamarmi professoressa, Fabiana, darmi del tu,

del lei o del voi…ma subito si creò un feeling e sempre con rispetto entrammo in una confidenza

quasi amichevole.

I primi incontri furono proiettati sulle mie spiegazioni circa l’azienda, le nozioni base, ma

soprattutto le feci capire che grazie al laboratorio d’impresa, per la prima volta realizzavano un

prodotto per loro. Così dopo varie proposte decisero che la loro business idea sarebbe stata completi

intimi in lycra, decorati artigianalmente con uso di tempera per tessuti e applicazioni secondo i gusti

delle “mie” ragazze e in base ai gusti del target di riferimento. Infatti dopo indagini di mercato,

decidemmo che il nostro prodotto doveva essere indirizzato a donne dai 14 ai 40 anni.

Ma come chiamare quest’azienda appena nata? Ne furono dette di sigle, nomi…ma alla fine tutte

concordammo quando Maria semplicemente disse “Le nostre mani”, quale nome più adatto!!!!

Così iniziò la loro raccolta di capitale sociale e con gli azionisti racimolammo 350 euro. Era giunto

il momento di cominciare a lavorare nel vero senso della parola. Dopo varie ipotesi su dove andare

a comprare la materia prima, magliette, slip, colori, brillantini, pailettes…Un lunedì, loro giorno di

rotazione, andammo al mercato a fare la prima “spesa”. Naturalmente con me vennero Veronica, la

responsabile finanziaria, Flavia amministratrice delegata ed Elena, responsabile marketing; anche se

successivamente tutte le ragazze a rotazione, fecero quest’esperienza.

Nel frattempo io continuavo a ricevere formazione, seguendo i vari moduli formativi a cura di IGS

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Campania, andando a fare una full immersion di 2 giorni a Pacognano insieme ad altri trainer come

me. E se devo dire la verità, da laureata in economia aziendale, mi sono resa conto che essere

trainer di laboratorio d’impresa ti fa avvicinare realmente ad un’esperienza pratica d’azienda, più di

tanti esami di economia…

Le mie ragazze, così le chiamerò sempre, cominciarono a produrre, perché la prima fiera d’istituto

si avvicinava. Quindi deciso come allestire il nostro “negozio”, eravamo pronte; in quei due giorni

vendettero quasi tutto ciò che avevano realizzato, guadagnando abbastanza. Riprese così il ciclo di

produzione, perché ci aspettavano altre due fiere, la locale e la regionale.

La prima si svolse come quella d’istituto: eravamo nel Centro Direzionale per due giorni allestendo

lo stand come un vero e proprio negozio.

La fiera regionale invece fu più un divertimento che altro….certo lavorammo anche lì tanto ma tra

un bagno e l’altro in piscina. Ci trovavamo in questa stupenda struttura, un villaggio turistico a

Paestum, era maggio e faceva già caldo e quindi le mie ragazze passavano dal loro impegno

d’imprenditrici al divertimento.

Ma preparare la fiera regionale fu un impegno maggiore rispetto alle prime; dovemmo realizzare il

bilancio finale e la presentazione. Quest’ultima consisteva in un filmato, una sfilata presso una

struttura balneare dove la mie ragazze, una più bella dell’altra, indossavano i loro completi intimi.

Inoltre per partecipare, senza gravare sul laboratorio, a queste fiere “Le nostre mani”, doveva

raggiungere anche un obiettivo economico; quindi cercando sponsor, affiliando pizzerie ed infine

producendo maglie per una squadra di hip hop, tutte parteciparono alla fiera finale.

Ma si sa le cose belle prima o poi finiscono e così finita la fiera regionale e sciolta la società

nell’ultimo incontro del laboratorio d’impresa “Le nostre mani”, è rimasto un ricordo, ma posso

ancora confermare che oltre a qualche completo intimo regalatomi, io mi porto dentro

quest’esperienza e soprattutto l’entusiasmo delle mie ragazze durante questo percorso.

Non mi resta che ringraziare l’IGS Campania per quest’opportunità, Mauro che mi ha contattato

proponendomela, e tutte le mie ragazze che mi hanno resa orgogliosa di loro.

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15. Fiera locale

La fiera non è l’emozione di un giorno, è uno stato d’animo legato ad un evento che coltivi dentro

di te e condividi con il tuo gruppo almeno un mese prima che ciò accada. È una data cerchiata in

rosso sul calendario, come la partenza per un viaggio, che implica preparazione, attesa,

inquietudine, curiosità.

Le settimane prima della fiera sono le più stressanti, ci sono i prodotti da ultimare, le confezioni

ordinate dal fornitore che registrano l’ennesimo ritardo e che quindi vanno sostituite, riunioni

improvvisate ovunque, per strada, a casa di qualcuno, al tavolo di un pub, al telefono, nell’ora di

religione… è un’ossessione, e se i tuoi amici più stretti fanno anche parte del gruppo di lavoro

diventa praticamente l’unico argomento di conversazione.

La macchina del marketing è in piena attività: i volantini vengono riveduti e corretti perché il logo

deve avere la massima visibilità, l’impresa deve risultare attrattiva e il contenuto deve incitare il

cliente a visitare lo stand. Lo stand. Tre pareti a disposizione per scatenare la propria creatività, per

dare fondo alla fantasia. Un luogo che attragga, stupisca, colpisca, resti nella memoria tra centinaia

di altri. Nove metri da allestire e uno scrivania diventano l’oggetto dei più sfrenati brainstorming.

Provate ad immaginare questa scena:

«- E se lo facessimo fucsia?

- No, è kitch, meglio azzurro Napoli!

- No, è un colore comune… lasciamoli senza fiato, ci vuole un colore forte, deciso,

rappresentativo di noi, dell’impresa.

- Beh, allora usiamo i colori aziendali: stoffa rossa per le pareti e gialla per la scrivania più

mettiamo il nostro logo in bella mostra al centro, e le sacche esposte come in un vero negozio

sportivo, e magari ai lati per rafforzare l’idea mettiamo dei poster di sportivi famosi….

- Che idea! Sulla scrivania mettiamo tutti gli oggetti che compongono il kit: corde per saltare,

fasce per capelli, cappellini, polsiere…

- E noi come ci vestiamo?

- Casual.

- Maddai! Così puoi andarci a scuola, in questi due giorni non sei più Francesco, sei il

Responsabile finanziario. La giacca è d’obbligo!

- Ok, ma sotto posso mettere la maglietta che da il nome all’impresa? Così quando verranno i

giudici li facciamo ridere un po’…

- E dai! È andata!»

La sera prima della fiera il tempo sembra inafferrabile, domattina ci saranno occhiaie per tutti, ma

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ora ciò che conta è finire il cartellone con i prezzi, colorare le insegne da disporre in punti strategici,

preparare l’ultimo dolce da offrire agli avventori, imbustare i prodotti, mettere gli adesivi… e poi a

dormire proprio non ci si riesce tanto è forte l’adrenalina!

Appuntamento alle ore 8 presso la stazione della Circumvesuviana per l’allestimento dello stand.

Quest’anno le fiere locali IGS si sono svolte presso le fermate della Circumvesuviana del Centro

Direzionale, Pomigliano d’Arco, S. Agnello, Meta, Sorrento e presso l’Università di Salerno per i

laboratori di Salerno, dal 23 al 28 aprile.

I primi ragazzi ad arrivare con bustoni di prodotti ed elementi decorativi dello stand al seguito

sostano un attimo imbambolati quando vedono le file di stand, forse aprono davvero gli occhi in

quel momento, quando si rendono conto di quante persone sono coinvolte nello stesso percorso e

quindi il sonno cede il passo alla frenesia. Scatta la corsa alla ricerca dello stand con il nome del

proprio laboratorio e, trovatolo, dagli zaini escono le armi del mestiere: metro, forbici, scotch,

punesse, colla, palloncini, fiori, fiocchi, carta crespa colorata…

In ogni gruppo ci sono sempre un paio di ragazzi che vivono con sufficienza qualsiasi progetto,

quelli che se proprio non fanno di tutto per farti impazzire, in classe vegetano in ultima fila per due

ore e non riesci a cavargli di bocca un parere in nessun modo… queste stesse presone in fiera hanno

una trasformazione, li vedi arrampicarsi sulle sedie per fissare i cartelloni con le punesse, sbucare

nello stand del vicino per chiedere in prestito il nastro adesivo, percorrere a più riprese l’intera

superficie della fiera per individuare i luoghi strategici dove posizionare i cartelloni e le frecce

adesive per arrivare alla propria impresa, fare “spionaggio industriale”…

Confusi in quest’orda vociante ci sono i trainer.

Per quanti si sono lasciati assorbire da questo percorso, quest’esperienza resterà memorabile; per

chi ha deciso di “sporcarsi le mani” e rompersi le unghie per lavorare in mezzo ai ragazzi, questi

momenti valgono più dei crediti formativi che assegnerà alla fine l’Università; per tutti coloro che si

sono mischiati, hanno saputo ascoltare, consigliare, condividere, questo percorso darà molte più

conoscenze e competenze di quelle riportate in un attestato di partecipazione.

Lo sai anche se nessuno si avvicina per dirtelo: Claudia ha tagliato e colorato il polistirolo per

trasformare lo stand dei suoi ragazzi in un’officina meccanica; Salvatore ha supervisionato le

cuciture di ogni gonna e ha realizzato il power point di presentazione delle piccole imprenditrici;

Stefania ha provato con il suo team fino a tardi sul messenger le risposte da dare ai giudici; Serena

ha sciolto le essenze e la cera insieme ai ragazzi per realizzare le candele; Claudia ha collezionato

molte più ore insieme al laboratorio di quelle che segnerà sul registro; Paola nell’ultimo periodo ha

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imparato anche lei a fare gli scooby- doo, non le sono venuti benissimo, però…

Molti dei trainer si sono conosciuti e hanno iniziato a fare gruppo alla formazione residenziale di

Pacognano o di Paestum, altri sono amici di una vita che si sono presentati alle selezioni insieme

per condividere un altro progetto comune, alcuni si incontravano settimanalmente per andare a

scuola a seguire i rispettivi laboratori e poi hanno scoperto che era piacevole fermarsi a bere un

caffé e chiacchierare un po’, pochi non hanno fatto altro che battibeccare in occasione di ogni

incontro di formazione… eccezioni a parte, ora sono pronti a divertirsi e darsi man forte in questi

due giorni perché condividono lo stesso intenso obiettivo.

Alle ore 10 è indetta la conferenza stampa.

COMUNICATO STAMPA

GIOVANI IMPRENDITORI SBARCANO IN CIRCUMVESUVIANA

100 laboratori d'impresa espongono i loro prodotti nelle stazioni delle Circumvesuviana. Coinvolti 45 istituti scolastici superiori della Regione Campania con circa 1.500 studenti partecipanti

al programma formativo IGS – Imprese Giovani Studenti

Alla conferenza stampa sono presenti esponenti di enti, istituzioni e organizzazioni che a vario

titolo hanno sostenuto le attività del programma formativo oltre a tantissimi ragazzi, protagonisti

dei discorsi degli interventi.

« Il nostro Paese ha bisogno di dare più spazio ai giovani, di diffondere la cultura del merito, far

crescere nelle giovani generazioni motivazioni, ambizione e attitudini necessarie ad avviare

un’attività in proprio. Dobbiamo scommettere sui giovani, coltivare il talento, premiare il merito.

Tutti quei progetti, come questo, che rappresentano per loro una palestra per crescere godranno

sempre presso la mia scuola di un’apertura all’implementazione» dice tra gli applausi dei suoi

ragazzi il preside dell’ITC Diaz di Napoli.

Dopo la conferenza stampa l’attenzione si sposta agli stand, anche la troupe televisiva di Canale 21

dopo l’intervista a Roberto fa un giro nell’area e molti ragazzi provano a convincere il cameraman

ad inquadrare anche il proprio stand e a filmare loro stessi intenti a portare a termine una vendita.

La fiera locale è la prima occasione in cui gli studenti- imprenditori si confrontano con l’esterno.

Superata la situazione confortevole della scuola, dell’appoggio dei professori, degli acquisti pilotati

degli amici, ora la concorrenza si fa sentire e non solo perché si restringono le possibilità di vendere

ma soprattutto perché ci si imbatte con il lavoro fatto dagli altri che può portare a sensazioni di

inadeguatezza o spingere ad un’emulazione che equivale ad una crescita, ad un miglioramento, ad

un ripensamento del lavoro e dell’impegno profuso.

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Completato l’allestimento dello stand inizia la fase di vendita, e l’area si trasforma in un souk: i

ragazzi più spavaldi ed estroversi provano ad intercettare i viaggiatori appena scesi dai treni della

Circumvesuviana e a trascinarli, tra ammiccamenti e promesse, a visitare il proprio stand… e

soprattutto a comprare! Anche i meno intraprendenti si lanciano alla ricerca dei clienti e così accade

un episodio curiosissimo, gli imprenditori di Megalo tra i tanti passanti del Centro Direzionale

fermano il dottor Mottola dell’Ufficio Scolastico Regionale venuto a visitare la fiera e tentano di

vendergli il kit sportivo; positivamente sorpreso lui invia un sms a Roberto «Vada allo stand

dell’ITC Diaz e ne lodi le grandi capacità commerciali, in quanto i ragazzi si sono spinti oltre l’area

della fiera per intercettare i clienti». Per loro è stato davvero un riconoscimento da raccontare!

Il momento che i ragazzi vivono con maggior ansia è l’arrivo dei giudici. Riescono ad andare a tal

punto in paranoia che chiunque si avvicini allo stand munito di cartellina e con fare vagamente

investigativo scatena le seguenti reazioni: sorrisi tiratissimi, gentilezza affettata, sudori freddi,

balbettamento cronico, gomitate al vicino per mantenere lo schieramento tipo Nazionale di calcio al

momento dell’inno… poi compreso che magari era l’assistente di un’altra zona che stava facendo

dei controlli tirano un sospiro di sollievo… almeno fino all’arrivo del vero giudice e scatta

l’interrogazione «Nome dell’impresa? Codice? Costo unitario de prodotto? Ricavo marginale? Mi

mostrate il packaging? Quali attività di marketing avete adottato? Vendite stimate? E il break even

point?». Chi riesce a non cadere in apnea dall’emozione o a balbettare risposte sconclusionate, dopo

si sentirà soddisfatto della propria performance e riceverà pacche sulla spalla di approvazione da

parte dei colleghi, in caso contrario con aria smarrita domanderà «Quanti giudici devono ancora

passare?».

Questi due giorni trascorrono così segnati da speranze, invidie, ripicche, infatuazioni e momenti

lieti, nascono e muoiono amicizie, storie d’amore, alleanze di varia natura. E quando gli stand sono

definitivamente vuoti e tutti con un po’ di amarezza sono pronti ad andare via, ecco un nuovo

guizzo negli occhi e un ultimo saluto «Inizia il countdown per Paestum, ci si vede lì…».

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16. Sponsorizzazioni

Il programma formativo Imprese di Giovani Studenti si sostiene anche grazie all’autofinanziamento

dei partecipanti, e dei laboratori d'impresa che, in occasione delle fiere, vanno a coprire i costi

diretti sostenuti (stand, alloggio). Se da una parte vi sono delle esigenze oggettive affinchè ci sia un

contributo dei diretti partecipanti, dall'altra si associa una valenza formativa ed educativa, rendendo

quanto più reale possibile l'esperienza e soprattutto permettere agli studenti – mediante degli

strumenti di fund raising messi a disposizione – di reperire autonomamente e semplicemente le

risorse necessarie per partecipare gratuitamente alle diverse fasi del programma “mettendosi in

gioco”. L’Associazione IGS Campania ha sempre spinto gli studenti a capire come funziona il

mondo dell’impresa e per mettersi alla prova in un contesto ai più sconosciuto.

Di seguito riportiamo la lista degli sponsor dei laboratori d'impresa, lista realizzata secondo un

criterio alfabetico.

Ringraziamo in egual misura tutti coloro che hanno avuto la sensibilità di finanziare i laboratori

d'impresa con donazioni da quelle simboliche a quelle più cospicue, investendo così nella

formazione delle nuove generazioni.

Alimentari Verde A., S.Antimo (NA)

Amici di Iovino Maria, Gragnano (NA)

Andra s.r.l., Gragnano (NA)

Anema e pizza, Pomigliano d’Arco (NA)

ANM, Napoli

Ansaba s.r.l., Napoli

Ar industrie alimentari s.p.a., Angri (SA)

Armonie, Pomigliano d’Arco (NA)

Arsian, Castellammare di Stabia (NA)

Associazione culturale -Bruttini ridere, Napoli

Autocarrozzeria F.lli Vicedomini Di Pietro s.p.a., Castellammare di Stabia (NA)

Axa store calzature, Giugliano in campania (NA)

Az.ufficio di D'Amato Carmela, Castellammare di Stabia (NA)

Bar Il Portico, S.Giorgio a Cremano (NA)

Bar Tasso, Sorrento (NA)

Bar tavola calda La sannitica, Afragola (NA)

Bar Vernillo, Somma Vesuviana (NA)

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Bouvette Giannino, Somma Vesuviana (NA)

C.M.I. s.a.s. Di Luigi Palma & C., Qualiano (NA)

Caffè D'annunzio s.a.s., Castellammare di Stabia (NA)

Capriccio di gola, Salerno (NA)

Capriccio s.r.l., Pomigliano d'Arco (NA)

Carrozzeria Patriciello, Afragola (NA)

Cartolibreria Il cucciolo, Castellammare di Stabia (NA)

Centri ottici Ranieri, Marigliano (NA)

Centro carni Castaldo s.a.s., Acerra (NA)

Ciao moda, Castellammare di Stabia (NA)

Ciao pizza di Esposito Gennaro, Napoli

Cica market, Castellammare di Stabia (NA)

Ciccio O'Ciccione, Gragnano (NA)

Contatto, Castellammare di Stabia (NA)

Cover band 10%, Sorrento (NA)

Cozzolino store, Boscoreale (NA)

Crea moda di Zurolo Gregorio, Castellammare di Stabia (NA)

Criter – pizzeria da Gennaro, Napoli

Cuomocasa s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

Da Domenico Mascolo, Gragnano (NA)

Di Nardo & Co. s.r.l., Giugliano (NA)

Di Somma gioielli, Castellammare di Stabia (NA)

Di stile in stile, S.Antonio Abate (NA)

Ditta Fraioli Franco, Sorrento (NA)

Elios artis, Gragnano (NA)

Emmetre s.r.l., S.Giorgio a Cremano (NA)

English inn, Sorrento (NA)

Eurotel s.a.s., S.Antonio Abate (NA)

Ev. Security s.n.c., Napoli

F.G. Elettronica s.a.s., S.Antonio Abate (NA)

Fantasy, Vico Equense (NA)

Fin presto s.p.a., Roma (RM)

Finesse, Gragnano (NA)

Forza Vitale, Gragnano (NA)

Geda, Mariglianella (NA)

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Ghiros di Corfù, Portici (NA)

Gioielleria A.Ferrentino, Castellammare di Stabia (NA)

Gradisca s.a.s., Portici (NA)

Hathor, Salerno

Helianthus, Napoli

Horeca s.n.c., Brusciano (NA)

I profumi della penisola, Gragnano (NA)

Iela s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

Iemme s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

IID Imperatore, Arzano (NA)

Il Bambino s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

Il Giocattolo, S.Giorgio a Cremano (NA)

Informedia s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

Interni d'autore, Gragnano(NA)

Jonathan, Portici (NA)

JPD Boutique, Milano

L'incanto di F. Somma, S.M. La carità (NA)

La lanterna, Somma Vesuviana (NA)

La maison chic di A. Vitale, Pianura (NA)

La regina s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

La Rinascita s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

La rosa blu, Castellammare di Stabia (NA)

La spiripizza, S.Giorgio a Cremano (NA)

Le due amelie s.a.s., S.Giuseppe vesuviano (NA)

Le Fer, Castellammare di Stabia (NA)

Lean s.r.l. Market più, Casoria (NA)

Libreria Loffredo, Napoli

Linea scuola, Castellammare di Stabia (NA)

Lo stuzzichino, Gragnano (NA)

M & l di Punzo Michele e Co., S.Giorgio a Cremano (NA)

Macelleria Oscialone, Piano di Sorrento (NA)

Mati mati, Castellammare di Stabia (NA)

Mei s.a.s., Gragnano (NA)

Mister pizza s.a.s. di Dentale Caterina, Castellammare di Stabia (NA)

Nemesi, Somma Vesuviana (NA)

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NewMediaPlan s.r.l., Carnate (NA)

Non solo moda di Maio A., Castellammare di Stabia (NA)

Ottica B. Somma, Castellammare di Stabia (NA)

Ottica Napoletano, Pomigliano d'Arco (NA)

Otton Fer, S.Antonio Abate(NA)

Outlet Moda dion, Castellammare di Stabia (NA)

Paferò, Boscotrecase (NA)

Panificio de Palmo, Sorrento (NA)

Pasticceria La delizia, S.M. La carità (NA)

Pavidas di Parmendola C., Castellammare di Stabia (NA)

Pit stop, Somma Vesuviana (NA)

Pizza villane, Qualiano (NA)

Pizzeria da Lello, Portici (NA)

Pizzeria e tradizione, Portici (NA)

Pizzeria Eremo, S. Maria del pozzo (NA)

Pizzeria Malafronte, Gragnano (NA)

Point cafè, Napoli

Primo emporio, Castellammare di Stabia (NA)

Programauto, S. Maria la Carità (NA)

Punto giovani, Gragnano (NA)

Quaglia, Castellammare di Stabia (NA)

Quanta s.p.a., Milano

Quattro passi, Castellammare di Stabia (NA)

Rag. Giuseppe Magnacca s.r.l. Commerciale, Napoli

Relax & Co., Piano di Sorrento (NA)

Rinascita giovanile, Gragnano (NA)

Ristorante Biasella, Scafati (NA)

Ristorante-pizzeria Pulcinella, Napoli

Rosa caffè, Pompei (NA)

Rose and crown – Anfa's pub, S. Sebastiano al Vesuvio (NA)

San Marco supermercato s.r.l., Castellammare di Stabia (NA)

Serenella, Salerno

Sorrentino Antonietta , Scafati

Star point, Castellammare di Stabia (NA)

Studio estetico”Mondo donna”, Castellammare di Stabia (NA)

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Sviluppo e servizi di V. Palombo, S. Giorgio a Cremano (NA)

The Ciardy's di Napolitano S., Marigliano (NA)

The legenda cafè, Pomigliano d'arco (NA)

Thunder pub, S. Giuseppe Vesuviano (NA)

Vestir bene s.r.l., Gragnano (NA)

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17. Fiera Competitiva regionale: Paestum

La competizione finale è come correre i cento metri alle Olimpiadi, quando gli atleti in una

performance di pochi secondi mettono in gioco la preparazione, i sacrifici, la scrupolosità di anni di

allenamenti.

È solo con il confronto/scontro con gli altri che mettiamo in gioco la parte più profonda di noi

stessi, la più passionale, la più appassionata.

15- 16- 17 maggio 2007. Villaggio Oasis, Paestum.

Già alle 8 vedi arrivare i primi giovani imprenditori. Ti danno l’idea di gruppi pronti alla

migrazione: valigie necessarie per una settimana, un albero, lo scafo di una piccola barca, lampade,

materassi, pezzi di automobili, computer… se poco più in là della reception non ci fossero gli stand

sarebbero giustificati i dubbi sulle loro intenzioni…

Le ragazze di Another Day vengono in divisa con tanto di scarpe e cappello intonati, le si potrà

riconoscere ovunque vagando per il villaggio, queste “puffe” (ma solo per l’altezza!) dal sorriso

contagioso. Oltre allo stile casual che impera, ne sfilano molti in completo, giacca e cravatta per i

ragazzi, linguette e tacchi per le ragazze, viene da lodarli solo perché dato il caldo afoso in molti si

sarebbero buttati in piscina (e a dire il vero molti, prima o poi, ci sono davvero finiti…).

L’organizzazione è stringata, tutti i laboratori vengono suddivisi in due gruppi: il primo giorno al

mattino mentre il gruppo A allestisce lo stand e riceve le domande dei giudici, il gruppo B carica le

presentazioni in power point e fa le prove in sala conferenze. Al pomeriggio tutte le attività sono

invertite, mentre il secondo giorno tutti i laboratori sosterranno la loro presentazione.

Sono solo 72 ore, ma come per i ragazzi rappresentano per noi dello staff il banco di prova di un

anno di lavoro. Così mentre Mauro e Mariangela si occupano dell’accettazione, Emanuela e

Mimmo curano l’aspetto tecnico delle presentazioni e della raccolta delle relazioni finali, Francesco

supervisiona gli stand, Roberto e Diana risolvono gli inconvenienti che malgrado la scrupolosa

organizzazione non mancano, io accompagno i giudici a fare le loro valutazioni.

Malgrado la competizione sia sentita, l’atmosfera è distesa: i ragazzi che già si sono conosciuti in

occasione delle fiere locali ora si rincontrano, fraternizzano, si scambiano opinioni sulla severità dei

giudici o sulle domande fatte, acquistano a prezzi stracciati i prodotti dei concorrenti, o li barattano

con i propri, intrecciano legami… e non tutti di genere commerciale!

C’è chi approfitta della pausa per un tuffo in piscina, e chi malgrado proprio non volesse farsi il

bagno, in acqua ci è finito comunque! Ragazzi o trainer non fa differenza, davanti agli scherzi

nessuno si tira indietro!

Approfittando dell’atmosfera goliardica Alessandro Daniele si lancia in un’irriverente reportage

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fotografico che trova tutti complici, dai ragazzi negli stand che si lasciano andare ad inusuali scatti,

ai trainer più divertenti che bighellonano per la struttura improvvisando sketch, fino alle più alte

cariche dell’IGS. Il risultato? Ne è venuto fuori un montaggio esilarante (come il regista …) molto

apprezzato su Youtube!

La sera appena il tempo di farsi una doccia e mettersi in tiro, che tutti sono in anfiteatro dove

Vincenzo e Antonio del Volta ci fanno ballare e divertire come navigati dj.

Le notti delle fiere durano fino al mattino, tra scherzi, chiacchiere a bordo piscina, party

improvvisati nelle camere a base di nutella e brioscine, musica e balli improvvisati nel parcheggio,

a colazione tutti sembriamo zombie, tra occhiali scuri e quintali di correttore per coprire le occhiaie,

e chi ancora intontito si è trascinato in sala in pigiama per non perdere la classica zuppa di latte.

Mentre arriva il gruppo che pernotterà il 16, tutti i ragazzi sono in sala conferenze aspettando il

proprio turno per la presentazione.

Chi si aspetta che questi giovani imprenditori siano degli sprovveduti o che stiano semplicemente

giocando, deve ricredersi davanti alle presentazioni, realizzate con stili e strumenti differenti, che

sono tutte indice di un percorso. C’è chi ha optato per una sequenza di foto e musica intervallate da

poche frasi per esprimere emozionalmente quest’esperienza; chi ha preparato un sito web per

valorizzare il servizio erogato ed il team; chi ha pensato e filmato una serie di situazioni in cui

compare il proprio prodotto ed il motto; chi riprendendo lo schema del business plan ha realizzato

delle slides miranti a sottolineare i punti di forza della propria società; chi ha improvvisato un

telegiornale per parlare di sé ed intervistare i vertici della propria organizzazione; infine chi è

arrivato ad inscenare uno scippo per sottolineare le virtù della propria invenzione.

Problemi tecnici a parte, si poteva immaginare cosa provassero i ragazzi, semplicemente

incrociandone gli sguardi: gioia, ansia, imbarazzo, inquietudine, orgoglio, panico, entusiasmo… per

molti era la prima volta davanti ad un microfono, e sicuramente parlare davanti ad una platea così

ampia ed esigente fa un certo effetto, così ecco ragazzi ripassare il discorso in solitudine o farsi

ascoltare da trainer e compagni, fogli stropicciati, slides colorate, camminare avanti e dietro sui

propri passi, gesticolare freneticamente, aggiustarsi nervosamente la giacca, aspettare con

impazienza il proprio turno e poi… papere e non, c’è un applauso per tutti anche per chi è

incespicato tra tutti gli “Ehmmm” “Cioè…” “Voglio dire…”, e non è riuscito ad andare oltre il

nome del proprio laboratorio. C’è un senso di condivisione e solidarietà molto forte in questi

momenti, terminati i cinque minuti a disposizione e posato il microfono c’è un misto di liberazione,

calo di tensione e consapevolezza che ormai tutto è finito, e vorresti risalire su quel palco, con tutti

quegli occhi puntati su di te, i bisbigli, le mani che ti sudano, semplicemente per l’adrenalina che ti

regala quel momento brevissimo che se non vivi in prima persona non puoi sapere cosa significa

davvero.

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Ricordo una frase letta in una delle presentazioni, che riesce a comunicare queste sensazioni:

«Un’esperienza di crescita per me e per voi… spero che la fiducia che avete acquisito in voi stessi

possa accompagnarvi sempre, ogni giorno! NON MOLLATE MAI! La vostra trainer, Raffaella».

Questi tre giorni sono andati così, c’è stato un turn over di volti, nomi, storie, ma le emozioni, le

sensazioni, quel senso di pienezza, di positività, di spensieratezza che avvolge quest’esperienza è il

medesimo.

Mentre scrivevo queste righe è capitato il più classico dei fenomeni di serendipity, mi sono

imbattuta in un articolo pubblicato su La Repubblica, che condensa e aggiunge valore alle mie

riflessioni e a quanto scritto dal professor Postiglione in una mail riportata in precedenza:

« Per loro questi sono i giorni più belli dell’anno, forse i più belli mai vissuti… stare tutti insieme

lontani da casa, dagli sguardi dei genitori, dai divieti e dalle solite opprimenti abitudini è

meraviglioso… Ciò che conta è mettersi alla prova in un ambiente diverso, divertirsi tanto ma

anche emozionarsi nelle notti che partono goliardiche e continuano in mille discorsi seri, decisivi

come sono i discorsi a sedici anni. Ciò che conta è capire se si regge la pressione del gruppo, se si

riesce a dimostrare di valere qualcosa di più di quanto si vede in classe. Capire quanto costa

diventare se stessi.

I tre giorni a Venezia passano in un lampo, ma restano dentro a ogni ragazzo come una stagione

d´amore e morte. Ogni minuto accade qualcosa di importante, che segna e trasforma.

Il professore di lettere lo sa, lo ha già visto tante volte. Vede un amore che nasce su un vaporetto,

lui che s´avvicina a lei, lei che sorride, e tutto è come sempre e tutto è nuovo, come sempre. Vede

chi intuisce il proprio fallimento, fatto di paura e gregariato. Vede chi si perde per le calli, perché

vuole perdersi, andare avanti da solo. Vede chi osserva un quadro con occhi diversi, e per la prima

volta, e con un certo sgomento, scopre la bellezza. E qualcuno, sul far della sera, gli rivolge

domande che non stanno nel programma scolastico: lei com´era alla mia età, professore, che si

aspettava dalla vita, che cercava? Come mai, professore, io mi sento tanto solo?

È una tre giorni di verità e strappi profondi. Anche il vecchio professore di lettere si sente fragile: è

riuscito a contenere ribellioni e ubriachezze moleste, ma tutta quella giovinezza lo turba. Anche lui

si fa domande che non stanno né in cielo né in terra, ma che lo agitano. Quand´è che ho smesso di

credere a me stesso, a quello che faccio, agli anni che passano di corsa. Quand´è che sono

invecchiato?

Un giorno riguarderanno quelle foto, e diranno com´ero giovane e stupido, com´ero stanco, come

tutto mi aspettava al varco, come sono stati decisivi quei giorni, quella gita fuori dal mondo».

Chiuso l’ultimo alloggio, consegnata l’ultima chiave, partito l’ultimo autobus, il villaggio si svuota

Lodoli M., “Noi, i ragazzi in gita scolastica”, La Repubblica, domenica 14 ottobre 2007.

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e restano attorno ad un tavolo solo gli organizzatori e i giudici con una pila di fogli di valutazioni e

considerazioni su quanto hanno visto e vissuto.

Ognuno di loro ha una sensibilità, un ricordo, un ragionamento, un guizzo di entusiasmo che li fa

propendere verso un tal laboratorio o un tal altro. Così mentre decidono chi premiare si sente come

loop «… è che sono bravi tutti… tutti si sono impegnati, ognuno rispetto alle sue possibilità… il

livello qualitativo è notevole…».

Poi, numeri alla mano, decisi a premiare l’eccellenza, ecco che concordano sui nomi dei vincitori

dell’edizione 2006/2007.

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18. La Premiazione

Il 26 maggio è una classica giornata di inizio estate, alle otto il sole è già alto e dai finestrini del

treno della Circumvesuviana diretto a Sorrento lo spettacolo è da mozzare il fiato, i colori sono così

forti, vivi che catalizzano la mia attenzione.

Alla fermata di Torre Annunziata però sale un gruppo di ragazzi e li inizio ad esaminare, hanno tra i

16 e i 18 anni e, benché abbiano come i loro coetanei sul treno uno zaino da cui si intravede un telo

mare, indossano un completo scuro con cravatta…«Vediamo se oggi si riesce a portare a casa

qualche premio, poi saluti e baci generali e diritti al mare!!!».Non ci sono più dubbi, anche loro

come me sono diretti alla premiazione dell’IGS Campania che quest’anno si terrà a piazza Lauro a

Sorrento in concomitanza alla Festa dei Giovani in cui le presentazioni saranno annunciate tra le

varie performance artistiche.

Quando arrivo benché sia presto molti sono già lì, hanno fatto rimandare gli ultimi compiti in calsse

dell’anno e le interrogazioni finali per esserci, hanno i volti più distesi dell’ultima volta che li ho

visti perché i loro laboratori di impresa sono in liquidazione e i giochi sono ormai fatti, l’unico

sentimento evidente che li anima è la curiosità con cui si guardano quasi volessero scoprire prima

del tempo chi sarà a salire sul palco, a ricevere le lodi dei giudici e gli applausi degli avversari.

Quando Giampaolo è salito sul palco ad accompagnare il suo gruppo che ritirava il premio ha fatto

un discorso che nessuno di noi poteva ignorare: in quel momento avevamo già vinto tutti, ed è vero

che salire sul palco sarebbe stato meraviglioso, però a pensarci bene essere arrivati in fondo a

quest’avventura è una vittoria che non può limitarsi ad una targa: è stato un anno di duro lavoro per

tutti, per i trainer, per i docenti, per gli studenti; un anno di sogni, idee, emozioni indescrivibili,

litigate furibonde ed empatia, momenti di sconforto e picchi di creatività, abilità nel fronteggiare le

emergenze e non perdere mai la calma, la motivazione, la concentrazione, l’entusiasmo di dare il

meglio di sé.

Così quando salgono sul palco i premiati, tutti coloro che stanno vivendo con serenità questo

momento applaudono senza risparmiarsi e gioiscono dell’altrui vittoria, perché la competizione è

avvincente e stimolante solo se non viene caricata di eccessive aspettative e viene percepita per

quello che realmente è: gioco, confronto, momento di crescita.

Però dei premiati alla fine ci sono stati e a loro va riconosciuto ogni onore e merito, così nelle

prossime pagine sono stati raccolti i loro racconti, la loro esperienza, le istantanee di un’avventura.

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METAL FERMI (ITI Fermi, Napoli) - Miglior impresa Napoli centro

“Claudia, secondo te vinceremo un premio?” Domenico mi guarda ansioso aspettando una risposta;

“Non lo so, Domenico, ma spero tanto di si. Comunque lo scopriremo tra poco: già stanno salendo

sul palco i primi laboratori vincitori”. “In fondo meriteremmo proprio di vincere, non è vero?”,

senza neanche voltarmi riconosco Benito più dal tono della domanda che dalla voce. Benito, che

dietro la sua spavalderia e dentro l’elegantissima giacca blu indossata per l’occasione nasconde tutta

la sua apprensione…Mi volto e incontro gli occhi di Nicola, Fortunato, Domenico, Antonio, Gianni

e Pasquale: la mia classe. “Ragazzi la decisione spetta alla giuria, ma se dipendesse da me vi avrei

già premiati tutti…

Il lungo corridoio della scuola fa da eco ai miei passi incerti. Tra poco entrerò in aula e conoscerò la

classe alla quale sono stata assegnata. Claudia ricordati: alza la voce, sii chiara e non dimenticare di

fare un bel sorriso, che rimane sempre la migliore forma di comunicazione.

“Buongiorno ragazzi, io sono Claudia e vi accompagnerò per tutto l’anno nello sviluppo del

progetto di cui avremo ampio modo di parlare”. Tanti occhi curiosi mi guardano… “non riuscirò

mai ad arrivare alla fine dell’ora…” Ma quando i ragazzi incominciano a tempestarmi di domande

mi accorgo di essere veramente a mio agio con loro e il tempo vola…

E’ incominciata proprio così la mia avventura come trainer del laboratorio “Metal Fermi”. A quella

prima giornata ne sono seguite tante altre in compagnia della IV meccanici dell’“Enrico Fermi” di

Napoli e del mitico carrello elevatore, la business idea del laboratorio.

Più passavano i giorni, più i ragazzi diventavano un vero e proprio team. Motivati, attenti,

collaborativi, i miei ragazzi oltre a lavorare al carrello nelle ore curriculari, nel pomeriggio erano

spesso in giro ora per trovare azionisti, ora per cercare qualche sponsorizzazione. Certo, i momenti

difficili ci sono stati ma, da vero team, dopo uno scambio di opinioni (non sempre concordanti), si

arrivava sempre ad una soluzione. Io ero sempre lì, con loro, vicino ma non troppo. Anche i ragazzi,

però, mi sono stati vicino in un periodo particolarmente frenetico. A marzo mi sono laureata e mi

hanno proposto di assistere alla discussione della tesi lasciandomi stupita e molto orgogliosa del

fatto che i ragazzi si fossero affezionati a me in così poco tempo…quando qualcuno ha aggiunto:

“Si, così sai a quante persone possiamo far sottoscrivere le azioni!”. Quasi scoppiavo dal ridere!

Poi c’è stato il momento delle fiere: bisognava preparare lo stand, mettere a punto il prodotto ed

un’infinità di altre cose perché ci sarebbero state le prime valutazioni dei giudici…il tempo

sembrava non bastasse mai, così spesso i ragazzi erano a casa mia per finire un cartellone o

semplicemente per un consiglio.

Finalmente si arriva alla fiera finale a Paestum e lì i ragazzi mi hanno sorpresa nuovamente. Li ho

trovati con un pc portatile a ripetere la presentazione del loro laboratorio che avrebbero dovuto

mostrare alla giuria l’indomani, mentre altri ragazzi in costume da bagno, li prendevano in giro

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perché non erano in piscina, ma davanti ad un computer a ripassare. Sono stata orgogliosa di loro

per l’impegno e la volontà di portare avanti con successo il progetto ed anche, personalmente, per il

tipo di rapporto instaurato con la classe e per il lavoro svolto bene anche grazie al costante aiuto del

prof. La Penta e del dirigente scolastico Firera.

Ed ora è arrivato il fatidico momento della premiazione. C’è molta confusione ma noi stiamo con le

orecchie tese. “Miglior prodotto...”, “speriamo sia per noi: il carrello elevatore è piaciuto così tanto

alla giuria!”. Nicola guarda speranzoso il giurato che parla al microfono per poi distogliere lo

sguardo deluso quando sente che il laboratorio vincitore non è il “Metal Fermi”. “Miglior

laboratorio Napoli centro…Metal Fermi!”. Dopo un attimo di stupore i ragazzi si abbracciano, mi

abbracciano e corrono sul palco. Io, è superfluo dirlo, sono davvero contenta e quando ringraziano

la loro “piccola grande trainer” mi strappano l’ennesimo sorriso.

Claudia Cadavero, trainer

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ISPA (I.S. Pacioli – Sant'Anastasia) -Miglior impresa provincia est di Napoli-

Ho vissuto una bella esperienza con l’IGS Campania, stressante, ma piena di soddisfazioni!!

Mi è stata data la possibilità di iniziare una bella avventura, con ragazzi sedicenni pieni di idee e

voglia di fare.

L’iter scolastico un po’ tortuoso infatti ha fatto slittare lo start up.

Il laboratorio d’impresa è stato costituito il 14 marzo e dopo soli due mesi ci sarebbe stata la Fiera

competitiva finale.

In pochi incontri i ragazzi avrebbero dovuto dar vita a ciò che a tutti gli effetti sarebbe stata la loro

impresa, i piccoli imprenditori avrebbero dovuto pensare prima di tutto al nome dell’impresa, poi al

prodotto, al nome del prodotto, a dividersi i vari ruoli, al prezzo, alla vendita ed al business plan.

I più si sarebbero scoraggiati, ma non i ragazzi del Pacioli di Sant’Anastasia.

Il Laboratorio d’impresa, che da lì a breve si sarebbe chiamato “ISPA”, già iniziava a scalciare dal

grembo partenopeo, aveva voglia di produrre, e allora che fare?

Bisognava rimboccarsi le maniche, vedersi più volte a settimana, ciò naturalmente ha comportato

disguidi con alcuni docenti che avevano l’imminenza delle interrogazioni, come biasimarli eravamo

alla fine dell’anno!

Quindi per superare questa difficoltà, bisognava vedersi fuori l’orario curriculare, soprattutto non

c’era da perder tempo, era fondamentale avere la mente lucida ed essere proattivi!

I ragazzi da subito hanno pensato a differenti prodotti ma dopo un’attenta analisi sulla fattibilità,

hanno optato per l’album fotografico ecologico dal nome “Flash Fashion”.

Hanno mostrato un’acuta sensibilità verso la tematica ambientale infatti l’album era fatto con

materiale riciclato.

L’entusiasmo dei ragazzi ha raggiunto l’apice nelle fiere, dall’esterno si percepiva la loro unione, la

loro gioia, si stavano divertendo e stavano imparando a mettersi in gioco, hanno mostrato tanta

passione nel rapporto con i clienti, tanta creatività nell’abbellire lo stand e nella cura verso la

confezione del prodotto.

La loro forza: il lavoro di squadra.

Hanno fatto tesoro dei consigli della sottoscritta e della docente, molto presente, ha creduto subito

nella bontà del progetto ed è stata parte attiva fin dall’inizio, ciò mi ha agevolato soprattutto nel

rapporto con altri docenti a volte ostili.

Vorrei concludere sottolineando la bontà del progetto formativo IGS, che permette la gestione di

vere e proprie imprese da parte di giovani studenti-imprenditori, di far emergere vocazioni, di

accrescere il capitale intellettuale degli studenti che prendono parte al progetto e sviluppare così

competenze trasversali. Stefania Ruggiero, trainer

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PIPERITA(L. Cl. De Sanctis – Salerno)

-Miglior impresa provincia di Salerno-

Il nostro laboratorio d’impresa, “Piperita”, con sede presso il Liceo Classico Statale “Francesco De

Sanctis” a Salerno, ha come centro del proprio business una linea di gioielli artigianali: anelli,

bracciali e orecchini. La scelta è stata effettuata dopo numerose ricerche e indagini di mercato, che

ci hanno fatto capire come il pubblico femminile sia particolarmente allettato dall’idea di possedere

gioielli di tendenza, unici e originali, abbinabili a qualsiasi look e personalità.

Per finanziarci, abbiamo creato un ampio sistema di sponsorizzazioni, non solo di tipo tradizionale,

tra le quali annoveriamo, Carmen Pellicceria, Gabetti, Imperia Cappellania, Eurobooking s.r.l.; ma

vi sono anche sponsor che ci forniscono i loro prodotti che vanno, in tal modo ad arricchire la

nostra offerta commerciale. Le imprese che appoggiano il nostro operato in questo modo sono:

Metoda s.p.a. e la Simonis s.r.l., che ci mette a disposizione deliziosi gadget.

Abbiamo insieme deliberato di esternalizzare la funzione di produzione per mantenere alto lo

Libera riadattazione dal Business Plan dell’impresa

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standard qualitativo del nostro prodotto, infatti la manifattura artigianale garantisce particolarità ed

un’assoluta originalità, dovuti anche alla minuziosa scelta dei materiali (madreperla, perle di fiume,

pietre dure…), di cui ci occupiamo assieme al personale esterno, addetto alla produzione.

Come attività promozionali, abbiamo attuato come principale strategia, l’indossare noi stessi i

gioielli, pubblicità nelle comitive d’amicizia, volantinaggio nella nostra scuola e creazione di un

sito internet, bibite e dolci offerti alla nostra clientela allo scopo di attirarla durante le fiere,

distribuzione di gadget omaggio di uno dei nostri sponsor, 15% di sconto su ogni completo

(bracciale, orecchini e anello). La nostra linea di prodotti è stata venduta, anche tramite alcuni

esercizi commerciali, come il negozio di abbigliamento Imperia Cappellania e il centro estetico

Hathor.

Abbiamo inoltre arricchito la nostra offerta con un esclusivo packaging, la cui peculiarità è

l’utilizzo di stoffa non del tutto comune e, soprattutto, di qualità: raso di colori sgargianti ed

abbinati a quelli delle stoffe, logo dell’azienda nonché il certificato che garantisce la manifattura

artigianale del nostro prodotto.

Crediamo, infine, che il nostro laboratorio si distingua per la cura dei dettagli, notevole spirito di

squadra e per un vivace senso autocritico.

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A TIEMP’ A TIEMP’ (L.S. Copernico – Napoli) -Miglior impresa provincia nord di Napoli-

L’idea imprenditoriale del laboratorio d’impresa A Tiemp’ a Tiemp’ del Liceo scientifico Copernico

di Napoli consiste nella produzione di orologi a parete.

Il punto di forza di tale idea è nella valorizzazione del lavoro artigianale e nella promozione di un

atteggiamento più attento e consapevole nei confronti dell’ambiente.

Come mercato target si è scelto il segmento della popolazione tra i 12 e i 22 anni, questo perchè la

maggior parte dei giovani d’oggi sono esteti ed originali nel loro modo di essere e presentarsi,

anche nelle loro camerette ritroviamo questa tendenza alla personalizzazione e alla singolarità.

I nostri orologi rispondono proprio a tale bisogno in quanto ogni pezzo ha forme e decorazioni

diverse ed è perciò unico.

Il prodotto è realizzato interamente in modo artigianale dai membri dello staff. I fogli di

compensato vengono tagliati e levigati creando le forme scelte. Il compensato dopo essere stato

forato e assottigliato nella parte posteriore per incollare il meccanismo dell’orologio, viene decorato

con acrilici, decoupage e brillantini.

Oltre all’attenzione per il prodotto con grande creatività abbiamo pensato alle attività di marketing

per valorizzare la nostra impresa:

Il nostro logo è costituito da una clessidra e due “T” stilizzate.

La scelta di creare nello stand un giardino non vuole solo mostrare che la nostra materia

prima è il legno ma vuole anche promuovere un atteggiamento più attento nei confronti

della natura che nel nostro piccolo abbiamo adottato utilizzando gli scarti di legno delle

altre imprese.

Abbiamo realizzato un video per la presentazione finale in cui simulavano tutte situazioni in

cui protagonista era il tempo.

Questo è il secondo anno che partecipiamo al progetto, e per il secondo anno con esito

sorprendente! Siamo stati sempre riconoscibili all’interno degli eventi organizzati da IGS, per il

nostro stile e la nostra simpatia… trascinare un albero enorme in Circumvesuviana per

l’allestimento del nostro stand ha suscitato l’ilarità di tutti… si ricorderanno di noi ancora per lungo

tempo…

Libera riadattazione dal Business Plan dell’impresa

Page 87: Che impresa, l'impresa Cristina Felice Civitillo Roberto Dentale

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PIETRE RAME E FANTASIA (I.S. Vesevus – Boscoreale) -Miglior impresa provincia sud di

Napoli-

«Pietre rame e fantasia dell’ITC Vesevus di Boscoreale ha avuto un po’ di alti e bassi anche a

causa del mancato feeling con il primo trainer, poi l’entusiasmo e l’esperienza di Mauro hanno

cambiato le sorti di un gruppo che dalla sua aveva una buona business idea: produrre gioielli in

pietra lavica e creare uno stand ai cui lati ci fossero lingue come di fuoco per simulare la lava del

Vesuvio. Magnifico il professor Gervetti, che per il secondo anno ha creduto nel progetto e ha

sempre esortato i ragazzi ad eccellere».

Dal racconto di Francesco Vivo, Assistente zona Sud.

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ARCHIMEDE (ITI Galilei – Salerno)

-Miglior comunicazione di impresa-

L’azienda ARCHIMEDE del Galileo Galilei di Salerno nasce con lo scopo di valorizzare le

competenze didattiche apprese in questi anni; infatti i componenti dell’azienda frequentano

l’Istituto Tecnico che come tale ha un obiettivo primario: divulgare nozioni per l’elaborazione di

nuovi prodotti tecnologici. A tal proposito si è realizzato un semplice ma efficace antifurto

adattabile ad una vasta gamma di borse, come ad esempio una borsa per trasportare il computer

portatile. L’idea nasce per cautelare coloro che viaggiano spesso in mezzi pubblici e che devono

difendersi da malintenzionati che per la realtà campana è un’esigenza diffusa.

Nel momento in cui abbiamo deciso di intraprendere questo percorso ci è stato spiegato che

dovevamo creare un’azienda, con un proprio nome e un proprio prodotto da poter immettere sul

mercato, aiutandoci con la collaborazione di un personale interno suddiviso per competenze

specifiche. Quante volte in tv sentiamo parlare di aziende, di amministratore delegato, responsabile

finanziario, responsabile marketing ecc…Ne abbiamo sentito parlare ma non abbiamo mai pensato

di poter un giorno, alla nostra età svolgere questi diversi ruoli. I primi incontri sono serviti a

stabilire il lavoro da svolgere e il modo in cui farlo e alla divisione dei ruoli, in seguito ci hanno

affidato un trainer che ci ha guidati passo dopo passo. A questo punto restava la scelta del nome. E’

stato questo uno dei momenti più impegnativi, la difficoltà nel trovare un nome su cui tutti fossimo

d’accordo e che accomunasse un po’ tutti è da qui che è nata l’azienda Archimede S.p.A. La nostra

Azienda come quelle vere, ha dovuto affrontare diversi problemi che potremo dire di “carenza del

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personale”, infatti dai sei componenti iniziali siamo “sopravvissuti” solo in tre ma tutto ciò non ci

ha spaventato ma unito di più anche se il carico di lavoro è aumentato.

Il prodotto, “battezzato” con il nome/slogan “24H of comforts” è un pratico antifurto per borse che

suona se viene forzato da esterni, dunque il bisogno individuato da soddisfare è stato quello di

sicurezza, poiché attraverso la dotazione di un antifurto per borsa, garantiamo al cliente/fruitore la

possibilità di rimanere indenne da tentativi di furto che specialmente sui mezzi pubblici si

presentano con un’elevata frequenza.

L’attività promozionale che si è realizzata per far conoscere il prodotto è stato uno sketch

improvvisato di una durata di 30 secondi in cui si evidenza il pericolo dei borseggiatori in un

pullman e la vera funzionalità del nostro prodotto.

La scenetta è stata proposta nello stand della fiera locale tenutasi a Fisciano il 3 e 4 maggio 2007,

anche con la collaborazione di ragazzi degli stand vicini e/o l’interazione con semplici passanti.

Questo piccolo filmato è diventato un volantino digitale, registrando il tutto con un cellulare e fatto

girare con tecnologia bluetooth presso il pubblico, in modo tale da non sostenere costi superflui,

migliorare la nostra visibilità e salvaguardare l’ambiente.

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MAGIC TEAM (IPIA Galilei – Torre Annunziata) -Originalità del prodotto-

Un gruppo di ragazzi, vent'anni, tanti pensieri, impegni ma nessuno che riguardasse la scuola, lo

studio, un progetto….

All'inizio di quest'avventura tante sono state le difficoltà nel relazionarmi con loro, troppo vivaci,

troppo sopra le righe, ho subito pensato che sarebbe stata per me un'“impresa” riuscire ad

entusiasmare quei ragazzi a creare un laboratorio, a creare un prodotto che unisse e coinvolgesse

quei ragazzi dell’IPIA Galilei di Torre Annunziata.

E invece ricordo ancora con stupore e piacere quando uno di loro disse: “a me piace ‘sto progetto,

lo voglio fare!!!”

Quel ragazzo è diventato l’amministratore delegato dell’azienda, è riuscito a coinvolgere i suoi

compagni e, in pochi, sono andati avanti, fino alla fine.

Non è stato facile scegliere il prodotto, ragionare su quale fra i tanti pensati potesse essere

effettivamente realizzato, raccogliere il capitale sociale né trovare sponsor; scrivere il business plan,

ma alla fine ci sono riusciti, ci siamo riusciti…

Non credevano potessero vincere qualcosa, perché non credevano nelle loro capacità, non

credevano che l'entusiasmo e l'interesse potessero portarli lontano…sono sempre stati etichettati

come gli “scansafatiche” e un po' ci credevano…

Dopo tanti sforzi e un premio vinto mi piacerebbe dire: bravo a chi si è impegnato nella ricerca

degli sponsor, bravo a chi ha dato sempre soluzione pratiche, bravo a chi ha coinvolto e tenuto unito

il gruppo, bravo a chi si è impegnato nella realizzazione del prodotto, bravo a chi voleva essere lì e

non altrove…

Bravi ragazzi, sono fiera di voi!!!

Rossella, trainer del laboratorio Magic Team

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G4 (Ist. Arte Munari – Acerra)

- Terzo classificato competizione Regionale-

La nostra impresa nasce nel Marzo del 2007 presso l’Istituto d’Arte Munari di Acerra in attuazione

del progetto di imprenditoria giovanile IGS, organizzato dall’Associazione IGS Campania.

Il nostro gruppo, formato da ben 20 ragazzi, si è subito messo al lavoro per recuperare una partenza

già inficiata dal ritardo.

Dai primi Consigli di Amministrazione abbiamo definito la nostra Idea Imprenditoriale ed insieme

con essa la nostra MISSION. La scelta del prodotto finale, effettuata dopo il vaglio di varie ipotesi,

scartate da subito per la loro scarsa differenziazione rispetto a prodotti già in commercio, è ricaduta

su un prodotto innovativo e tecnologico: PULSERA. Si tratta di una memoria USB inserita in un

bracciale. Il bracciale è costituito da due strisce di tessuto o pelle all’interno delle quali viene

inserito lo stick di memoria. L’assemblaggio avviene artigianalmente con l’utilizzo di colla

professionale ad alta tenuta ed atossica. La chiusura del bracciale avviene sfruttando l’incastro dello

stesso involucro della memory stick. Nel caso di decorazioni sul bracciale, che sono offerte a

richiesta del cliente, sono utilizzati colori acrilici o pennarelli da tessuto a seconda del livello di

definizione richiesto dal motivo. Il colore viene fissato e reso impermeabile grazie ad uno strato

Libera riadattazione dal Business Plan dell’impresa

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finale trasparente ed isolante, per rendere la decorazione duratura nel tempo e superficialmente

lucida.

Dalle prime indagini di fattibilità abbiamo scartato, a causa delle barriere tecniche che abbiamo

trovato, la lavorazione della gomma o del caucciù, e siamo arrivati così alla produzione di un primo

prototipo in pelle.

Abbiamo parlato della nostra MISSION: ebbene, essa consiste nella soddisfazione di due bisogni

che abbiamo ritenuto importanti per i consumatori:

- la capacità di memorizzare dati di qualsiasi tipo

- la portabilità degli stessi

Il segmento di mercato che abbiamo deciso di servire è stato quello dei giovani, ed infatti tutto il

nostro percorso è stato scandito da questa scelta. Abbiamo cercato di offrire un prodotto giovanile,

personalizzabile in colori e scritte, e soprattutto dal costo contenuto: tenendo conto da un lato del

livello dei prezzi che le nostre imprese concorrenti hanno, e dall’altro la limitata disponibilità

economica che un teenager può avere.

Per questo abbiamo puntato molto sulla economia di produzione, andando alla ricerca sul mercato

di una pen drive piccola ma economica, e organizzando direttamente nella nostra struttura

imprenditoriale l’assemblaggio con i bracciali che abbiamo acquisito in outsourcing da un artigiano

della zona.

La nostra attività si è dunque stabilizzata su un prodotto nel quale abbiamo creduto sin dall’inizio,

perché fondamentalmente è risultato:

- innovativo

- non presente sul mercato locale (tenuto conto dei nostri vincoli geografici)

- utile in una società multimediale come la nostra

- bello da vedere e da indossare

Quindi ci siamo resi conto subito che questa idea era davvero valida e da seguire!

Commento finale: il progetto è stato molto interessante da un punto di vista didattico – personale, ci

ha permesso di entrare nella mentalità manageriale di un'impresa, fondarla e dirigerla ci ha

consentito di capire le varie problematiche che si possono incontrare nel lavoro in azienda e di

trovare soluzioni ad esse.

Siamo riusciti ad affrontare tutti i punti del progetto. Assimilare le regole fondamentali di un

impresa è risultato piuttosto semplice sia nel capirle che nel metterle in pratica.

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ANOTHER DAY (Istituto Magistrale Campanella – Napoli) -Terzo classificato competizione

Regionale-

Il laboratorio d’impresa “Another Day” ha destinato i fondi raccolti con la vendita azionaria

alla realizzazione di un “servizio” di valore sociale: l’aiuto ad una Casa Famiglia privata

frequentata da bambini e adolescenti nelle ore pomeridiane post-scolastiche, attraverso la

produzione di piccoli oggetti di bigiotteria artigianale eseguiti con il nostro aiuto.

La finalità è quella di vendere ad un prezzo accessibile tali oggetti durante eventi e\o fiere

organizzate.

L’impresa “Another Day” è stata fondata il 12 Febbraio 2007 da dieci soci, tutti studenti

dell’Istituto “Tommaso Campanella” di Napoli.

Abbiamo preso contatti con un Centro d’accoglienza situato nei pressi del nostro Istituto scolastico,

illustrato la nostra iniziativa alla responsabile ed ottenuto il permesso di usufruire della struttura per

lavorare con i bambini.

Il Centro di Solidarietà situato in Vico Castrucci a Napoli è diventato la nostra sede operativa.

Con il capitale sociale raccolto abbiamo comprato il materiale necessario per la produzione di

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piccoli lavoretti di bigiotteria (orecchini, collanine, braccialetti, frontini per capelli…).

Una volta a settimana, dopo scuola, abbiamo raggiunto i bambini alla Casa Famiglia e abbiamo

lavorato con loro.

Nello scegliere il prodotto abbiamo considerato il fatto che lavorassimo con dei bambini anche

molto piccoli e ciò ci ha portato ad escludere sia l’uso di prodotti eventualmente nocivi, sia l’uso di

tecniche di difficile comprensione per loro.

I bambini hanno sempre lavorato sotto il nostro controllo e mai da soli.

Non è stato possibile calcolare in anticipo la produzione sia dal punto di vista quantitativo che

qualitativo visto che gli oggetti sono stati realizzati a mano (quindi con tempi lunghi) e in più da

bambini la cui attenzione non è facile né da conquistare né da mantenere.

La produzione degli oggetti realizzati mira ad un target prettamente femminile.

Se però consideriamo il vero obiettivo della nostra società, e cioè agevolare, nel nostro piccolo, la

nobile attività di una struttura per bambini, è facile constatare che non esiste più un target specifico

a cui mirare perché tutti, indistintamente, diventano nostri potenziali acquirenti.

La scelta di mantenere un prezzo basso e non fisso si basa sia sulla constatazione dell’imperfezione

dei manufatti (data l’età dei piccoli esecutori), sia sullo scopo dell’iniziativa che è quello di

incrementare la somma raccolta.

Il materiale per la nostra produzione è costituito da perline e nastri colorate, fili di rame, gancetti

per le chiusure di braccialetti, collanine e orecchini.

Trovare i fornitori è stato semplice; ci siamo infatti servite di mercerie nei pressi della nostra scuola.

La spesa per acquistare i materiali è stata di 40 Euro per due mesi di lavoro.

Il ricavo ammonta a 140 Euro, per cui, sottratte le spese, restano 100 Euro di guadagno che vanno

alla Casa Famiglia.

Nei due giorni che abbiamo trascorso a Paestum (15\16 maggio 2007), il nostro progetto è stato

esaminato e valutato da una giuria di giudici che, unanimemente, durante la giornata di premiazione

che si è tenuta a Sorrento dopo una settimana, ha premiato la nostra iniziativa.

L’Another Day ha infatti ottenuto il 3° posto come migliore laboratorio a livello regionale.

Claudia Liberti, trainer

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FASHION MOBILE (ITC Torrente- Casoria)-Secondo classificato competizione Regionale-

La Fashion Mobile è stata costituita nel gennaio 2007 presso l’ITC Torrente di Casoria allo scopo

di sviluppare, produrre, commercializzare una linea di accessori per cellulari, con un ottimo

rapporto qualità / prezzo. Il prodotto di base è un simpatico sacchetto in jeans che ha la funzione di

un portacellulare. La creazione del nostro prodotto è basata sulla lavorazione di tessuti, in

particolare quelli in jeans, l’obiettivo è una creazione artigianale di ogni singolo pezzo, con

l’applicazione di gadgets che rendono il prodotto fuori dal comune.

Al fine di captare al meglio i gusti dei nostri potenziali consumatori abbiamo realizzato un’indagine

di mercato per la definizione del potenziale di mercato dei prodotti da noi proposti con particolare

riferimento alla concorrenza, ai gusti del cliente e alla modalità di creazione del valore per i clienti

stessi. Indagine di mercato realizzata dalla “Fashion Mobile” SPA in data 23/02/07 su un campione

di 30 soggetti circa. Riportiamo di seguito le domande rivolte al nostro target per sintetizzare il

nostro lavoro.

Quando esci dove riponi il tuo cellulare?

Hai un porta cellulare? Se si quanto l’hai pagato?

Ne compreresti uno personalizzato? (con le iniziali del tuo nome o con la tua foto)

Libera riadattazione dal Business Plan dell’impresa

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Quanto saresti disposto a spendere?

Di che tessuto lo preferisci?

Lo vorresti da mettere al collo?

Lo vorresti da mettere nei passanti della cinta?

Con quali accessori lo compreresti?

Che consiglio daresti a un laboratorio che produce porta cellulari?

Se costasse circa 3,00 € ne compreresti più di uno?

Dal risultato di questa indagine abbiamo rilevato che solo 5/30 del campione non ha un porta

cellulare però la stragrande maggioranza ne comprerebbe uno personalizzato e sarebbe disposto a

spendere circa 5,00 €.

Inizia l’attività di promozione! Con l’obiettivo di incentivare le vendite, e far conoscere al target di

riferimento il nostro prodotto, abbiamo ideato un'offerta sulla vendita: ogni due portacellulari a 5.00

€ anziché 6.00 € con l’abbinamento di un omaggio.

La nostra impresa non intende fermarsi dato il buon esito del percorso, infatti abbiamo in

programma lo sviluppo di una linea completa di prodotti in jeans destinati a soddisfare le esigenze

del mercato giovanile. A tal fine sono in corso di progettazione degli ulteriori prodotti che la

Fashion Mobile intenderà mettere sul mercato: borse, e astucci in jeans.

Al prossimo traguardo!

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19. Best IGS 2007

8 TEEN (L.S. Nobel – Torre del Greco)

È notte fonda,

dopo una lunga giornata, mi ritrovo seduto alla mia scrivania, a mettere un po’ di ordine tra le mille

scartoffie…tra un appunto e un libro ecco che mi compare sotto mano una cartellina... sopra c’è una

scritta “I’M NOT YOU”.

Subito un turbine di emozioni invadono il mio animo, un mix di “vertiginosa allegria” mi travolge e

sul viso mi si stampa un mega sorriso.

Ricordo tutto ma proprio tutto come se fosse stato ieri…

Ero in facoltà e lessi in bacheca che erano aperte le selezioni per diventare trainer di un laboratorio

di impresa!!!

Mah è che sarà mai??! Vediamo un po’ di che si tratta!!

Superate le selezioni inizia il percorso di formazione per i trainer e si delineano subito due figure

fondamentali che mi hanno seguito durante tutto il percorso:

“San Mauro” e “Santa Diana” le persone più pazienti, pacate ed organizzate nonostante me “tutor”

indisciplinato e scansafatiche.

Successivamente conosco il grande “Santone” Mimmo responsabile di zona, dai poteri taumaturgici

… infatti non so come ma è riuscito a seguirmi quotidianamente con continui stimoli e spunti.

Ma ora inizia il bello …

Cominciamo dal principio… mi affidano il liceo scientifico “Nobel” di Torre del Greco.

E’ il mio primo giorno qui con i ragazzi siamo nell’auditorium del liceo.

Che strano ritrovarmi a scuola: l’università è completamente diversa!

Eccomi … sono tutti lì ad aspettarmi , mi sento un po' “emozionato” e anche impacciato: ho

pensato di presentarmi in giacca e cravatta, è un incontro importante quello di oggi!

Sono di fronte a loro, tutti mi guardano, comincio, mi presento…. Sono circa una ventina … per

fortuna mi mettono subito a mio agio, e sembra quasi che il nodo della cravatta si sia allentato.

Comincio ad esporre loro il progetto, ma mi guardano tutti con gli occhi sbarrati (secondo me

pensano che sia pazzo!!).

Siamo intorno al tavolone dell’auditorium, cerco di ricordarmi i nomi di tutti ma è impossibile x

ora, sono troppi ….

“RAGAZZI! La cosa fondamentale per un’impresa è il nome, quindi entro oggi dobbiamo

“battezzarci”. Ho momentaneamente messo da parte tutte le nozioni tecniche, il marketing, le

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tattiche gestionali etc…non voglio che si annoino, voglio che si aprano subito le danze e venga

fuori tutto il loro entusiasmo.

In effetti le danze si aprirono e in poche settimane l’impresa cominciò a prendere forma: il nome

18teen , uscì fuori quasi subito pensato da quei 17 teenagers e il loro trainer che erano partiti

insieme pur non sapendo che mentre le danze continuavano e l’impresa prendeva vita si sarebbero

ritrovati in poco meno di 10…

Dieci ma tutti con un grande carisma e grande creatività. I “miei ragazzi” vengono tutti da classi

diverse e, cosa più importante sono tutti diversi ... dopo un po' sono emerse anche le loro personalità

e siamo riusciti ad affidare ad ognuno il ruolo adatto da svolgere nell’impresa.

Che bello li ricordo tutti “i miei ragazzi” con grande affetto e fortissima stima, oltre a lavorare

intensamente per la riuscita del progetto posso confermarvi che ci siamo davvero tanto ma tanto

divertiti, perché i nostri incontri erano davvero speciali, è vero abbiamo affrontato tante difficoltà,

ad esempio un capitale sociale iniziale di soli 150 euro, problemi nel reperire il materiale e tanti ma

tanti altri, ma come sempre siamo riusciti ad affrontare con successo ogni situazione e tutto perché

eravamo un gruppo… un gruppo unito con l’intento di creare un'azienda vera ed un prodotto

efficace.

La cosa più bella erano i brainstorming dei “miei ragazzi” erano sempre tanto variegati, forse

qualche volta anche troppo! E spesso le idee non riuscivano ad essere contenute sulla lavagna…

“Oggi discutiamo del prodotto”.

Angela- “avevo pensato ai bottoni, raga', io amo i bottoni, potremmo puntare tutto sui bottoni….”

Stefano- “no, che bottoni e bottoni , meglio un kit da palestra useremo questo come prodotto …”

Roberto- “macchè palestra!!! Bisogna secondo me puntare su un target più ampio!”

Dopo ore ed ore di riunioni ed incontri clandestini anche fuori l'orario scolastico ecco che nasce il

nome del marchio “I’ M NOT YOU” …. “Io non sono te”, più che di un semplice marchio vuole

essere un vero e proprio stile di vita, cucito addosso a chi vuole distaccarsi dalla massa urlando la

propria personalità unica e irripetibile.

Subito si mette in moto “la macchina organizzativa”

E sulle note di “Don’t stop me now” dei Queen inizia la nostra “grande impresa! ”

“Allora ragazzi c’è da organizzare un po’ di cose … gamma prodotti, packaging, stand, etichette,

materiale grafico”

Vincenzo- “Peppe io ho un amico bravissimo nella realizzazione di lavori di grafica, possiamo

affidarci a lui…!!”

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Lella- “io invece posso occuparmi delle etichette… che ne pensate se sulle etichette

rappresentassimo delle immagini che raffigurino le opposizioni per esempio converse e scarpe con

il tacco o tre ruote e suv?”

Nello- “... e allo stand ci penso io dobbiamo ricreare un ambiente da street art utilizziamo tutti

oggetti di fortuna: portiere d’auto, copertoni, monitor e pittiamoli con bombolette e ricreiamo un

ambiente da strada”.

Nino- “il packaging è mio … facciamo così compriamo dei barattoli di pelati, così il contenuto lo

offriamo in beneficenza alla mensa della chiesa di Sant'Antonio e le latte opportunamente dipinte le

utilizziamo come packaging”

Raffaele- “io mi mobilito per cercare chi può offrirci T-shirt, cappelli ed accendini al miglior

prezzo... oggi vado in tipografia e vedo a che stanno le stampe”

Claudio- “ragazzi il PR lo faccio io inizio a far girare voce nella scuola del nostro marchio, così

inizio a far creare un alone di mistero/curiosità intorno al nostro lavoro”.

E’ tutto pronto … la prima fiera è un successone … vendiamo tutti i prodotti, prendiamo tante

prenotazioni e tutti sono entusiasti del nuovo “stile di vita” tra gli alunni e i docenti non si fa altro

che parlare di “ I’ M NOT YOU”.

La più grande soddisfazione però è nella seconda fiera … nella circumvesuviana di Sorrento... è

stupendo vedere persone perfettamente estranee che si innamorano del marchio … capiscono il

messaggio ed acquistano i prodotti.

Terza fiera Paestum, come sempre siamo gli ultimi nell’allestimento dello stand.

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Iniziano a girare i giudici, incalzano le domande degli stessi ai “miei ragazzi”, per capire e prendere

informazioni su tutta l'organizzazione dell’azienda … non sapevamo cosa sarebbe successo di qui a

poco.

Arriva il giorno della premiazione, i giudici dal palco iniziano ad assegnare a tutte le scuole

vincitrici un premio... ma noi non ci siamo … quasi tutti i premi vengono assegnati … ma dentro di

noi c’è sempre quella speranza ….

Arriva il momento del primo premio: “Il primo premio come migliore azienda in tutta la Campania

va a…. ai ragazzi del liceo Nobel!!”

Un boato stravolge la piazzetta di Sorrento e noi vincitori ci rechiamo sul palco pronti a ritirare il

premio.

Beh, descrivere con parole quelle emozioni sarebbe troppo riduttivo …

Per farvi capire non so se avete mai provato quella forte sensazione di benessere e gioia che vi fa

lievitare da terra …

beh, proprio quella e tutto questo, grazie ai miei mitici ragazzi,

al buon Roberto, padre di questo grande progetto,

a tutti i ragazzi dell’Igs, tra cui la buona Cristina che aspetta da una vita queste righe, che da dietro

le quinte dirigono questa sinfonica orchestra,

e alla prof.ssa Di Donna e al Prof Postiglione, che con grande passione hanno seguito tutte le tappe

di questa grande vittoria.

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Concludo queste poche righe con un invito, un po’ strano per i lettori di un libro … ma ci provo …

Cliccate su questo link http://it.youtube.com/watch?v=t_i_S7TqK98

e vedrete un breve video, solo cosi potrete immergervi in pieno e capire quanto sia stata ricca e

intensa questa grande “esperienza di vita.”

Ci sono “imprese” che rendono gli uomini immortali ….. Noi ci abbiamo provato…

ed oggi … ci siamo riusciti

grazie a tutti

Giuseppe Cimmino, trainer

Focus sull’impresa

L’ intenzione era quella di creare una linea d’abbigliamento per un target che va dai 14 ai 35 anni,

questi soggetti devono avere voglia di cambiare, di non omologarsi ed essere favorevoli ad una

nuova linea di abbigliamento non conformista.

Il core business della nostra impresa è stata la realizzazione di cappellini, accendini, magliette, i

quali per essere adatti al target prescelto devono presentare un aspetto innovativo ma allo stesso

tempo legato agli standard della moda: il nostro potenziale cliente ha bisogno di qualcosa di

diverso, di nuovo, di fresco, ha bisogno di innovazione e di cambiamento. Ecco perché nasce la

nostra impresa e di conseguenza il nostro logo “I’m not you”: per cercare di soddisfare questo

bisogno nel migliore dei modi.

Il packaging è stato creato per dare valore aggiunto al nostro prodotto: è rappresentato da barattoli

di conserve dipinti con il nostro logo all’interno dei quali è stato messo il nostro prodotto.

Per promuovere il nostro prodotto abbiamo utilizzato volantini ed adesivi affinché il nostro logo

fosse conosciuto il più possibile, lo stand in occasione delle fiere non doveva pertanto passare

inosservato per cui c’erano portiere di auto, pezzi di computer, materassi, bidoni, il tutto decorato

con graffiti da veri writers.

Ecco a voi il team vincitore:

Libera riadattazione dal Business Plan dell’impresa

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Vincenzo Spina (Amministratore Delegato)

scelto a seguito delle sue attitudini organizzative e logistiche, presiede con energia e autorità il

C.d.A., affiancando brillantemente nelle proprie mansioni il trainer Giuseppe Cimmino, e

collaborando dinamicamente con tutti i membri del C.d.A. .

Claudio Merlino - Raffaele Magliulo (Responsabili di Produzione)

Hanno saputo rendere reali le idee emerse dal C.d.A., non mancano loro capacita organizzative,

ordine e puntigliosità. Grazie al loro lavoro il progetto del marchio è diventato realtà.

Angela Vitello –Antonella Di Donato (Responsabili Marketing)

Con la loro creatività e intelligenza hanno ideato prodotti e packaging, si devono a loro le indagini

di mercato e le scelte formali del logo. Il loro ferrato lavoro di coppia ha contribuito non poco alla

riuscita del progetto.

Aniello D’Antonio – Gaetano Giannoccoli (Responsabili Finanziari)

Ordine e rigorosità. Le parole d’ordine che rappresentano i due contabili dell’Impresa. Piccoli

commercialisti in erba, hanno registrato con rigore tutti i movimenti finanziari dell’azienda, a loro si

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deve tutta l’organizzazione finanziaria dell’Impresa.

Roberto Finelli – Stefano Ascione (Responsabili Vendite)

Rappresentano l’immagine dell’Impresa nei contatti col pubblico. A loro è toccata la direzione nelle

fiere fatte fino ad ora, notevole è l’affiatamento col gruppo finanziario. La loro capacità nelle

pubbliche relazioni è stato un importante catalizzatore di tutta la fase commerciale.

Al termine di questo racconto, mi fa piacere ricordare un altro merito di questi ragazzi e del loro

lungimirante trainer: l’8 giugno 2007 il logo “I’m not you” è stato ufficialmente registrato presso la

Camera di Commercio di Napoli… ragazzi, davvero in bocca al lupo per il prosieguo della vostra

avventura!

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20. Lo Staff è al completo!

Ecco uno sguardo sul progetto da chi da qualche anno ne ha fatto un lavoro, una passione, un

divertimento.

MAURO, Responsabile progetto IGS

Io e i laboratori d’impresa …

1996, Mauro Esposito, 4°A liceo scientifico “Copernico”, Napoli.

Nella lista delle attività proposte agli studenti tra il corso di bridge e quello di teatro spunta

un’attività: “simulazione d’impresa”.

Non sapevo cosa fosse l’economia, ma la parola MANAGEMENT mi era stranamente familiare.

Decido così di parteciparvi.

Il gioco consisteva nel simulare un’impresa che produceva camice, e noi aspiranti imprenditori

dovevamo fare tutte le scelte strategiche (prodotto, prezzo, quantità prodotte ecc …) affinché la

nostra azienda andasse meglio delle altre.

Ricordo che arrivammo alle selezioni provinciali, dove fummo battuti da un liceo classico.

Pensai: “ forse l’economia non è poi così lontana da me …”

Quel gioco … un seme!

1999, Mauro Esposito, II anno di Economia Aziendale, Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Spesso mi sono domandato: “chissà quanto la mia scelta universitaria si stata condizionata da quel

gioco … forse se non l’avessi fatto ora sarei un’aspirante chimico …”.

Passeggiavo per i corridoi dell’università nello spacco tra i corsi e mi soffermai a leggere un

manifesto: “ IG Students ricerca tutor, per un’esperienza di gestione di laboratori d’impresa in

ambiente scolastico”.

Subito la mente si mise in moto:

Stavo preparando Economia e gestione delle imprese

Se mi divertii come studente a simulare un’impresa, figuriamoci a gestirne una vera.

Che bello! Partecipai subito alle selezioni.

Ahi me, sul bigliettino che mi diedero alla porta c’era scritto “ritenta”, come il gratta e vinci.

2004, Mauro Esposito, II anno fuori corso, Economia Aziendale, Università degli Studi di Napoli

“Federico II”.

2 esami alla laurea. Mi reco in dipartimento per discutere sulla tesi. “Gestione Risorse Umane”

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l’argomento. Uscendo dall’aula di ricevimento un manifesto catturò la mia attenzione. Non si

chiamava IG Students, ma raccontava di laboratori di impresa, di fiere, di gestione di uomini e di

idee.

Dissi tra me e me: “magari questa è la volta buona”.

Mi assegnarono un laboratorio ad Ercolano. Non mi pesava fare quella trasferta da Pianura perché

quella era la “mia impresa”, quelli erano “i miei ragazzi”.

La fiera finale si tenne ad Ischia. Al momento della proclamazione quando uno dei giudici disse:

“vince il premio come miglior business plan il laboratorio d’impresa IRIDE”, un brivido percorse la

mia schiena. Ripensavo a tutte le ore passate a lavorare a quel progetto, alle incomprensioni che

sorgevano, alle difficoltà incontrate. Pensavo anche alle risate che ci siamo fatti e ai piccoli e grandi

successi ottenuti. In quel laboratorio ognuno aveva investito una parte di sé. Quei ragazzi non erano

più una classe, ma un gruppo affiatato che condivideva obiettivi, strategie ed ora anche il risultato.

Ero veramente orgoglioso.

Nel frattempo mi ero laureato e cominciai a fare colloqui e ad inviare CV ovunque, ma i laboratori

d’impresa erano scritti nella mia storia …

2007, Mauro Esposito, dottore in Economia Aziendale, responsabile del programma formativo IGS.

Da tre anni promuovo nelle scuole di qualunque indirizzo la metodologia del laboratorio d’impresa

come percorso di crescita umano e professionale.

Da tre anni vedo nascere centinaia di studenti – imprenditori, con idee di impresa più o meno

valide, più o meno interessanti, più o meno rivoluzionarie.

Da tre anni continuo ad emozionarmi come quando simulai l’impresa di camicie o come quando

seguii i miei ragazzi nella loro avventura imprenditoriale, solo che ora è tutto moltiplicato per 240

(240 = numero di laboratori che quest’anno nasceranno nelle scuole della regione Campania).

DIANA, Responsabile Formazione

“L'essenziale è invisibile agli occhi” ( Antoine de Saint-Exupéry)

“Chi riceve un'idea da me, ricava conoscenza senza diminuire la mia; come chi accende la sua

candela con la mia, riceve luce senza lasciarmi al buio” (T. Jefferson)

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Il principio: una volantino

Era il mese di ottobre anno 2004 ed io stavo cominciando il III anno di Scienze della

Comunicazione. Andando all'università, in Circumvesuviana lessi un volantino in cui si ricercavano

studenti di Economia e Scienze della Comunicazione per un qualcosa che non si riusciva a

comprendere fino in fondo, ma sicuramente era collegato alla scuola superiore e all’impresa. Sul

volantino c’era un mail a cui poter chiedere informazioni, ed io un po’ per curiosità, un po’ perché il

mondo della scuola mi aveva sempre attratto, un po’ perché ricercavano persone che studiavano

comunicazione, decisi di contattare l’associazione che proponeva questa attività. Dopo pochi giorni

arrivò la risposta in cui mi isi nvitava ad un incontro di presentazione all’ITI Elia di Castellammare

di Stabia.

Quel pomeriggio fu per me fatale… ascoltai il racconto sulla creazione e gestione dei laboratori

d’impresa, del trainer che guidava un gruppo di studenti del IV anno nella realizzazione dell’idea

imprenditoriale, che tutto questo non era un gioco né una simulazione, ma un’esperienza reale in

ambiente protetto, e poi le fiere, l’applicazione di quello che stavo studiando, l’approfondimento

dell’economia… fui subito affascinata dal progetto e dall’entusiasmo che chi stava lì a presentare

mi aveva trasmesso. In quel momento non avrei mai pensato che da lì a poco sarei stata io dall’altra

parte a presentare quel che sarebbe diventato il percorso formativo Trainer di Imprese Giovani

Studenti e a trasmettere entusiasmo a tanti altri giovani… in quel preciso momento pensai solo che

ci stavo, che lo volevo fare, che seppure ero già tanto impegnata tra l’università, le attività in

parrocchia e in diocesi, io desideravo diventare Trainer di un laboratorio d’impresa.

Dopo quel primo incontro non passarono molti giorni, che fui richiamata per andare all’ITC Tilgher

di Ercolano, dove erano in partenza 6 laboratori. L’aula magna del Tilgher era piena di alunni e dei

loro docenti. Noi Trainer eravamo seduti tutti su una stessa fila, non ci conoscevamo ancora, ma ci

sentivamo accumunati dalle stesse emozioni e piccole paure… “Cosa ci aspetterà? I ragazzi si

interesseranno al progetto? Noi saremo capaci di guidarli in tutte le fasi del progetto?”

In quella giornata ci fu solo la presentazione ai ragazzi ed io poi fui destinata ad una altra scuola,

l’ITC Scotellaro di San Giorgio a Cremano, praticamente a 20 metri da casa mia… per cui penso

che passerò alla storia come il Trainer con il laboratorio più vicino a casa! Finalmente era arrivato il

momento: incontrare i ragazzi del laboratorio d’impresa che avrei seguito per tutto l’anno! La classe

era quasi tutta femminile, c’erano solo 3 ragazzi. Mi presentai e feci presentare ognuno di loro,

cercando di capire le loro passioni, le loro capacità e la motivazione a partecipare al progetto. In

questa esperienza per me bellissima, un grande ruolo l’ha avuto la docente di collegamento, la

prof.ssa Storchi, una bravissima insegnante, un’economista competente nella propria materia, una

donna saggia. I ragazzi la rispettavano e la temevano anche un pò, come penso sia giusto accada nei

confronti di un’insegnate che non incute paura, ma fa il suo lavoro con professionalità.

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Con i ragazzi si instaurò subito un rapporto di reciproca fiducia e stima, io cercavo di sfruttare al

massimo le 2 ore settimanali che avevamo a scuola e spronarli a lavorare anche un po’ a casa. Una

delle fasi più complicate fu la scelta della business idea da concretizzare, ma tra tante idee alla fine

ne prevalse una: creare delle saponette decorate di forme, colori e profumi diversi da arredamento

per il bagno… sì… eccola… l’idea c’era, le competenze anche (la mamma dell’A.D. aveva un

negozio di decorazioni), i potenziali clienti erano stati individuati, la concorrenza non era spietata,

su ogni pezzo c’era un buon mark up … dal nostro studio di fattibilità emergeva che la nostra

business idea era profittevole… ecco quindi che nacque la Parfum Soap (con grande soddisfazione

delle ragazze e non molta convinzione da parte dei ragazzi!). Scegliere i ruoli, fare la ricerca di

mercato, redigere il business plan, far sottoscrivere le azioni, comprare le materie prime,

comprendere quale era il processo di produzione migliore, preparare la presentazione multimediale,

ideare l’allestimento dello stand in fiera… ognuno di questo momento è stato una rivelazione,

perché i ragazzi si sono impegnati tanto e, seppur tra mille difficoltà, in alcuni momenti mi hanno

veramente stupito! Ricordo un giorno che andai a supervisionare la produzione, come location era

stata fissata la casa dell’A.D., si utilizzava un fornetto per sciogliere la glicerina, poi si

aggiungevano i colori, le essenze e le decorazioni, si sceglieva la forma e poi il tutto andava in

frigo, quando era solidificata la saponetta veniva confezionata nel packaging… quel giorno c’erano

tutti, anche i maschi che, tra una lamentela e l’altra, volevano provare anche loro a realizzare una

saponetta… tutto questo processo lo aveva realizzato da soli, avevano assunto su di sé delle

responsabilità e stavano lavorando insieme, ognuno con il proprio ruolo e le proprie mansioni, per

raggiungere degli obiettivi… fu in quel preciso istante che capii che il progetto “laboratorio

d’impresa” funzionava, che era un progetto valido che raggiungeva le mete che si prefissava:

orientare gli studenti, far comprendere loro le proprie attitudini e i propri limiti. Tanto che quando

mi fu chiesto di seguire un secondo laboratorio, sempre presso l’ITC Scotellaro, accolsi con piacere

la proposta e così nacque Teste Matte!

Durante l'anno ci furono alcuni momenti di formazione per i Trainer e in questi ebbi modo di

conoscere gli altri trainer... tra cui un ragazzo che seguiva 3 laboratori d'impresa ad Ercolano e

abitava a Pianura, si stava laureando in Economia... nelle pause sorseggiavamo diversi caffè

insieme e ci confrontavamo su come procedevano i nostri laboratori d'impresa... non avrei mai

immaginato che da lì a poco avremmo condiviso una scrivania, lacrime, gioia e sudore nella sede di

IGS Campania!

In media res

Dopo poco arrivò un’altra proposta. Ricordo bene che eravamo nell’atrio dell’ITC Scotellaro

quando Roberto mi chiese di collaborare nel progetto diventando la coordinatrice dell’area che

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andava da Napoli ad Ercolano. Mi sarei dovuta occupare di coordinare i tariner di una quindicina di

laboratori e collaborare nella realizzazione delle Fiere con un'altra Trainer di Castellammare di

Stabia che avrebbe coordinato l'area stabiese (la mitica Donatella!). Mi diede qualche giorno per

pensarci su. La proposta mi interessava e decisi di... buttarmi a capofitto in questa esperienza!

Nell'anno 2004/05 ho vissuto delle esperienze bellissime, delle “mission impossible” che poi con la

mano di Roberto diventavano “possible”... la Fiera alle Terme di Castellammare di Stabia, la Fiera

ad Ischia, il project mannaggiament, i giudici, la premiazione....

Ma l'esperienza non si è conclusa in quell'anno... dopo poco mi ritrovai a condividere la scrivania

con Mauro... Da lì è stato un continuo crescendo, che mi ha dato l'opportunità di accrescere le mie

conoscenze e competenze, di crescere professionalmente, di vivere tantissime emozioni... i

laboratori d'impresa, la fase di ricerca, selezione formazione dei Trainer, la formazione residenziale,

la Fiera al Palaveliero, la Fiera a Pacognano.

Poi è arrivato il momento del cambiamento, a.s. 2006/07: la strutturazione del Percorso formativo

Trainer di Laboratorio d'impresa, l'ingresso nel team IGS degli Assistenti che coordinano le scuole

di una zona territoriale e i laboratori d'impresa che in essa si formano, il numero dei laboratori

d'impresa attivati si raddoppia, con il coinvolgimento della provincia di Salerno... io mi sono

occupata sempre più della formazione dei Trainer... ricordo benissimo alcuni colloqui di selezione,

quello di Claudia che si è rivelata un trainer in gambissima con il suo laboratorio d'impresa e il

carrello elevatore, quello di Mirko, che ha saputo guidare fino alla fine un gruppetto di ragazze che

a volte lo faceva disperare, quello di Giuseppe, che poi avrebbe tenuto in gran segreto la business

idea del suo laboratorio d'impresa... che è stato poi il vincitore dell'edizione 2006/07 con I'm not

you... un marchio, un brand ma soprattutto una filosofia di vita....

Continua...

A volte penso se non avessi letto quel volantino in Circumvesuviana, se non fossi andata

all'incontro di presentazione, se non avessi iniziato a lavorare in associazione... forse sarei andata a

Roma a fare la specialistica, forse avrei iniziato a fare pratica in un'agenzia di comunicazione o in

un ufficio stampa... forse non sarei semplicemente quello che sono oggi...

La cosa bella è che ogni anno si rivive la stessa emozione nell'osservare i ragazzi che creano sempre

qualcosa di nuovo, di magico, quei ragazzi che vengono da realtà più disagiate che sembrano

condannati a non fare nulla di buono nella vita e invece realizzano un bellissimo progetto, quei

ragazzi che ti sconvolgono per la passione che ci mettono, per l'impegno, la creatività, la capacità di

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vendere, quei ragazzi in giacca e cravatta che ti fanno pensare “ecco i manager di domani”, quei

ragazzi che fanno disperare il Trainer e poi arrivano in fiera con tutti i prodotti pronti realizzati fino

a notte tarda... per questi ragazzi, per tutti coloro che hanno l'opportunità di partecipare a questo

Programma Formativo, non bisognerà mai far spegnere questo progetto... c'è bisogno e ci sarà

sempre bisogno di persone che ci credono, che sono pronte a lavorare duro, di docenti che si fanno

promotori, di studenti universitari pronti a mettersi in gioco, a non stare semplicemente con la testa

sui libri ma anche a guardarsi intorno, ad aprirsi a questa importante esperienza formativa fuori

dalle mura dell'Università...

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21. Ringraziamenti

Infine i ringraziamenti:

GRAZIE a tutti coloro che sono arrivati a leggere tutto il libro fino a queste pagine: questo è un

regalo che ci siamo fatti per ricordare a noi stessi da dove siamo partiti e il percorso che abbiamo

compiuto, per non perdere mai la voglia di prenderci un po' in giro, metterci in discussione,

accogliere nuove sfide. È soprattutto però lo spunto per ringraziare quanti ci hanno regalato un anno

irripetibile, mai monotono e ricco di aneddoti.

GRAZIE ai ragazzi di tutti i laboratori di impresa per la loro tenacia, per la loro passione, per gli

scivoloni e per essersi rimessi in piedi senza timore di provarci ancora;

GRAZIE a tutti i trainer, alle Stefanie, alle Claudie, agli Alessandri, ai Salvatori per aver sposato il

progetto, per i sacrifici che hanno fatto sempre con un sorriso sulle labbra, per l'empatia che hanno

saputo creare e preservare con i ragazzi e con i docenti;

GRAZIE ai professori, a chi si è fermato sempre un'ora in più del dovuto per aiutare i ragazzi, a chi

era seduto ad un tavolo insieme a loro e non dietro una cattedra, a chi è stato complice e motivatore

ed in fiera era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andare via;

GRAZIE a tutte le persone che sono state presenti a vario titolo quest'anno, anche a chi ha fatto solo

un piccolo pezzo di strada camminando con noi;

GRAZIE a Tiziana per tutte le volte che ha fatto tardi davanti ad un computer e a una calcolatrice

per farci svolgere il nostro lavoro nel modo più preciso possibile;

GRAZIE a quanti ci hanno sopportati quest'anno: alle famiglie, agli amici, ai fidanzati, solo loro

sanno quanti ritardi abbiamo accumulato, quanti appuntamenti saltati, quante volte parlavamo solo

di lavoro;

GRAZIE infine a Nora per la pazienza che più di tutti ha avuto, per i sorrisi e l'appoggio che non ci

ha fatto mai mancare. Stavolta il sorriso più bello ce lo regalerai tu.

Inizia una nuova avventura. Per tutti.