Che cosa è il clown? (Gallot-Lavallée) in Appunti sulle politiche sociali

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"Che cosa è il clown?" (Gallot-Lavallée) segnalato sul numero 2_2012 di Appunti sulle politiche sociali

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appunti sulle politiche sociali - in questo numero...

Bimestrale del Gruppo Solidarietà. Nuova serie - Anno 24(XXIV), n. 2(197) ,marzo-aprile 2012, chiuso il giorno 19 marzo 2012.Direttore responsabile: Riccardo Ceccarelli. Redazione: Giuseppe Alberti,Cinzia Alberti, Sibilla Giaccaglia, Gloria Gagliardini, Fabio RagainiComposizione: Paolo UrbaniStampa: Unione Tipografica Jesina, Jesi (AN)Direzione e Amm.ne: Via Fornace, 23 60030 Moie di Maiolati Sp. (AN)Tel. e Fax 0731.703327- e-mail: [email protected] annuo Euro 20,00 (25 per enti pubblici) intestato a GruppoSolidarietà, Via Calcinaro, 12 - 60031 Castelplanio (AN) - c.c.p. 10878601Aut.ne del Tribunale di Ancona n. 13 del 10/04/1989 - una copia Euro 3,50 (5per enti pubblici). Gli articoli non firmati sono redazionali.Iscritto al Registro nazionale della stampa n.5624 del 5/2/97Interamente stampato su carta riciclata. Gli articoli della rivista possono essere ripresi da altre riviste, citando la fonte,ma non possono essere pubblicati su Internet

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Welfare, protezione sociale e scenario culturale:alcuni spunti da cui ripartire 1

Disabilità, età, reddito e servizi 5

Il punto sulla contribuzione degli utenti nei servizi socialie sociosanitari 8

Invecchiamento e disabilità. intellettiva: analisi e prospettive 13

Persone con disabilità. Percorsi di inclusione 17

OPG. Dieci domande sulla nuova legge 20

Petizione nazionale per il finanziamento dei Lea.Continua la raccolta di firme 22

Segnalazioni librarie 25

Il numero si apre con il contributo di Cecilia Marchisioe Natascia Curto nel quale si riprendono alcuni temidi attualità riferiti a welfare e crescita. Troppo spessosi sostiene che sia necessaria la crescita per potersipermettere un buon welfare; al contrario, il welfareè un investimento che non deve dipendere dallacrescita ma che le è funzionale. Un welfare finalizzatoal benessere non solo dei più fragili, ma di tutte lepersone e quindi realmente ed efficacementeinclusivo. Sugli aspetti legati ad universalità eselettività si sofferma anche la riflessione di FabioRagaini, nella quale si prende in esame il temadell’accesso ai servizi, soffermandosi in particolare subisogno e reddito del richiedente la prestazione. Suicriteri di contribuzione al costo dei servizi sociali esociosanitari fa il punto Massimiliano Gioncada. Vieneanalizzata l’attuale normativa, la giurisprudenza inmerito ed i cambiamenti che potrebbero essereapportati dal governo nei prossimi mesi, secondoquanto previsto nella legge 214-2011, che prevedela modifica della normativa Isee. Lucio Cottini,continua la riflessione iniziata nel precedente numerodella rivista approfondendo il tema: disabilità

intellettiva ed invecchiamento, evidenziando comeil contesto socio-educativo e riabilitativo italiano haancora poca familiarità con le prassi abilitativebasate sul costrutto di qualità della vita. AndreaCanevaro nell’introduzione alla nuova pubblicazionedel Gruppo Solidarietà, Persone con disabilita.Prospettive inclusive, ci ricorda che l’educazioneinclusiva deve attingere dal passato, ma deveinnovare senza nostalgie di un passato che nontornerà. Ha il dovere di essere appassionata di futuro,incontrando e lavorando con tutti coloro che sonoappassionati di futuro. Franco Rotelli, pone alcuniinterrogativi sulla formulazione della norma (legge 9/2012) che ha previsto la definitiva chiusura degliOspedali Psichiatrici giudiziari entro il marzo 2013.Infine, Francesco Santanera, informa sugli sviluppidella petizione nazionale per il finanziamento dei LEA.

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politiche sociali

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- AA.VV., Handicap intellettivo grave e servizi:quali risposte dopo la scuola dell’obbligo?, p.112,

- AA.VV., Handicap e scuola: l’integrazionepossibile, p. 128,

- AA.VV., Curare e prendersi cura: la prioritàdelle cure domiciliari, p. 96,

- AA.VV., Dove va il volontariato? p. 96,

- AA.VV., Handicap, servizi qualità della vita? p.96,

- AA.VV., Handicap grave, autonomia e vitaindipendente, p. 96,

- AA.VV., Dalla riforma dei servizi sociali ai livelliessenziali di assistenza, p. 112,

- AA.VV., I soggetti deboli nelle politiche socialidella regione Marche, p. 112

- AA.VV., Disabilità. Dalla scuola al lavoro, p. 112

Versamento Intestato a: Gruppo Solidarietà, ViaCalcinaro 15, 60031 Castelplanio (AN), ccp 10878601.

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(ricordarsi di inviare l’indirizzo).

Gruppo Solidarietà, La programmazione per-duta. I servizi sociosanitari nella regione Mar-che, prefazione di Nerina Dirindin,Castelplanio 2011, p. 112, euro 11.50.

Il cuore della pubblicazione, riguarda la programma-zione sociosanitaria nella regione Marche; affrontare iltema della programmazione significa, infatti, valutarel’organizzazione dei servizi e le politiche che li sottendono.Significa verificare le modalità con le quali si risponde alleesigenze delle persone. Le modalità con cui si garanti-scono i diritti. L’interesse per la regolamentazione deiservizi trae origine dalle richieste e dalle domande che lepersone ci pongono. Per rispondere abbiamo avuto eabbiamo necessità di capire cosa è codificato, cosa nonlo è. E poi di indagare sui perché. Perché ad esempio nonsono fissati gli standard; perché non è regolamentata laqualifica professionale; perché non è determinata latariffa, e molto altro ancora, come si può capire leggen-do i contributi che costituiscono il volume. La prospettivadalla quale si analizza lo stato della programmazioneregionale, come si può evincere dalla lettura del testo, èquella di una organizzazione di volontariato che hacercato di mettere al centro del proprio operare, leesigenze delle persone che ha incontrato e a partire daqueste leggere e valutare le politiche. Le domande checi siamo posti sono le domande che la pubblicazionepone al principale suo interlocutore: la regione Marche.Domande che continuiamo a sperare possano trovarerisposta in atti amministrativi che siano capaci di rispon-dere con compiutezza alle esigenze delle persone. E’questa la motivazione che anima questa pubblicazione

(Dalla introduzione del Gruppo Solidarietà).

Offerta speciale.Il presente volume viene offerto insieme a

- I dimenticati. Politiche e servizi per i soggettideboli nelle Marche, 2010, p. 112, Euro 11.00

- Quelli che non contano. Soggetti deboli e poli-

tiche sociali nelle Marche, 2007, p. 112, Euro11.00

- I soggetti deboli nelle politiche sociali della

regione Marche, 2003, p. 112, Euro 9.00.

al prezzo speciale 20.00 euro (per spese di spedi-zione incluse)

Per ricevere il volume: Gruppo Solidarietà, ViaFornace 23, 60030 Moie di Maiolati (AN). Tel. e fax0731.703327, e-mail: [email protected] Per ordinaredirettamente il volume versamento su ccp n.10878601 intestato a: Gruppo Solidarietà, 60031

Castelplanio (AN). www.grusol.it/pubblica.asp

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APPUNTI 1971MARZO-APRILE 2012

WELFARE, PROTEZIONE SOCIALE ESCENARIO CULTURALE: ALCUNI

SPUNTI DA CUI RIPARTIRECECILIA MARCHISIO - RICERCATORE, DOCENTE DI PEDAGOGIA SPECIALE, UNIVERSITÀ

DI TORINO. NATASCIA CURTO - EDUCATRICE, DOTTORATO IN SCIENZE PSICOLOGI-CHE, ANTROPOLOGICHE E DELL’EDUCAZIONE, UNIVERSITÀ DI TORINO

Il rapporto tra welfare e crescitadeve essere rivisto. Troppo spes-so si sostiene che sia necessariala crescita per potersi permette-re un buon welfare; al contrario,il welfare è un investimento chenon deve dipendere dalla cre-scita ma che le è funzionale. Unwelfare finalizzato al benesserenon solo dei più fragili, ma di tut-te le persone e quindi realmen-te ed efficacemente inclusivo

Nell’ultimo periodo il welfare è spesso alcentro del dibattito pubblico. I termini in cui sene parla rispecchiano, a parere di chi scrive,una deriva culturale che rischia di ridurre ildibattito ad una corsa per ottenere (o mante-nere) i propri diritti di cittadinanza e di protezio-ne sociale. Si intravede, alla base di questicontrasti, un equivoco forte su che cosa signi-fichi avere diritto; c’è uno scenario concet-tuale rigido che tralascia elementi fondamen-tali.

I commentatori spesso si trovano a discuteremuovendosi in uno sfondo che immagina, nelprossimo futuro, una scelta obbligatoria daparte dello Stato, chiamato a fare una selezio-ne tra le persone che avranno ancora dirittoalla protezione sociale e le persone che nonl’avranno più. Parzialmente ciò si sta già com-piendo, ma questo non toglie che la rigiditàdello sfondo concettuale proposto lasci pocospazio ad un discorso che restituisca la com-plessità del rapporto tra welfare e sostenibilità.

PROTEZIONE SOCIALE UNIVERSALE

Una delle chiavi di questo scenario è laconfusione su natura e presupposti della pro-tezione sociale universale. Vediamone alcunielementi.

Poiché parlare di “avere realmente diritto”potrebbe suonare senza troppo senso (si può

invece avere diritto “per finta”?) ed in contra-sto con una tradizione giuridica di garanziecostituzionali (ed ancora prima, con una tradi-zione di stampo illuminista) si parla piuttosto di“reale necessità”. Diritto e necessità sembra-no diventati, nel discorso pubblico, sinonimi.Lo scenario della reale necessità è stato co-struito negli ultimi anni con un mix di semplifi-cazioni, gogne mediatiche, ipervisibilità e ditapuntate. Si è creato così uno sfondo in cui lasocietà pare divisa sostanzialmente in quattrocategorie: quelli che non hanno bisogno (eche quindi non hanno interesse che vi sianodei diritti garantiti), quelli che hanno davverobisogno, quelli che avrebbero bisogno mapossono arrangiarsi altrimenti e quelli che nonhanno bisogno ma fingono colpevolmente.

Questo insieme di elementi determina lanatura del dibattito, che si riduce sempre dipiù all’affermazione, da parte di un gruppo odell’altro, di far parte dei “realmente bisogno-si”, e quindi di avere diritto ai diritti.

Lo scenario della reale necessità è creatoda alcuni equivoci che fanno da sfondo aldibattito pubblico, cristallizzando il riferimentoculturale: sono assunti come la logicacompensativa dei servizi, l’asimmetria nellaprotezione sociale (che viene rappresentatasempre di più come qualcosa che qualcunopaga perché la riceva qualcun altro), l’impli-

Errata corrige

Nel numero precedente è saltata la nota 1, nell’articolo di Nerina Dirindin, Riforma assistenziale.Le osservazioni al disegno di legge del Governo, nella quale si specificava che il testo riportaval’intervento tenuto dall’autrice, l’8 novembre 2011, in occasione dell’audizione della Cameradei deputati sul disegno di legge 4566, “Delega al governo per la riforma assistenziale”. Ce nescusiamo con l’autrice e con i lettori.

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APPUNTI 1972MARZO-APRILE 2012

cito che i diritti siano qualcosa che si “merita”,fino ad alcuni luoghi comuni che si diffondo-no. Primo luogo comune, una rappresentazio-ne distorta dell’Europa come unsovraorganismo di controllo meramente eco-nomico - privo di elementi culturali - le cuirichieste riguardano fondamentalmente ridu-zione della spesa a qualunque costo sociale.Secondo luogo comune, in questa Europacosì rappresentata, l’Italia sarebbe sempreall’ultimo posto, indipendentemente dal cam-po e dell’argomento. Terzo luogo comune,che lo smantellamento dell’universalismo siaqualcosa di completamente condiviso e ine-

vitabile.In un saggio del 2003, il sociologo Robert

Castel (20031) approfondisce l’insicurezza so-ciale. Essere protetto, secondo Castel, signifi-ca essere al riparo dalle peripezie che rischia-no di degradare lo statuto sociale dell’indivi-duo. Questa visione si è sviluppata in Europanel corso del XX secolo, che ha visto il conti-nente teatro delle due guerre mondiali. L’espe-rienza della guerra, come recentemente ri-preso da Dirindin e Maciocco (20122), ha con-tribuito a rendere insito nella coscienza collet-tiva il fatto che chiunque, a causa di eventi

L’ambigua valorizzazione del non profit

Un aspetto rivelatore della impasse delle politiche per l’assistenza è una sorta di redistribuzione deicompiti, spesso non teorizzata ma di fatto applicata, tra pubblico e privato, in cui le responsabilitàdel pubblico tendono a limitarsi all’erogazione economica per la sopravvivenza, come risposta abisogni estremi, lasciando alla beneficenza privata tutto il resto. Una divisione di compiti senzaprospettive comuni e vera integrazione. Anche in questo siamo tornati indietro, con una riduzionedi quella che è stata un’elaborazione strategica di respiro, anche in ordine all’interazione trapubblico e privato, che portava a stimolanti processi di integrazione, con una forte disponibilità allacontaminazione reciproca, in un’ottica di tutela dei diritti di cittadinanza. Le persone di cui il pubbliconon si fa carico vengono abbandonate alla beneficenza e le associazioni caritative se ne fannocarico, ma tutto ciò che viene camuffato come una valorizzazione del non profit, anche se realtàsiamo spesso di fronte a una delega in bianco al non profit, in un genere di responsabilità che ilpubblico non intende più assumersi. Tutto ciò comporta un grave deterioramento in termini di atteseconcrete, ma soprattutto di tutela dei diritti delle persone in difficoltà. Oggi assistiamo a un affievolirsidel senso dell’intervento sociale, sociosanitario e del senso della presenza attiva del Terzo settorestesso, giustificata enfaticamente sulla base di un’idea ambigua di sussidiarietà che mascheral’abbandono dei poveri, di coloro che sono segnati di fragilità. In realtà, tale enfasi maschera ancheun grave abbandono dello stesso non profit, proprio perché si è in assenza di una prospettiva diconvergenza, coprogettazione e distribuzione di compiti fra organizzazioni, in ragione degli obiettivida raggiungere insieme. Il contrario, appunto, di un delega contrabbandata come sussidiarietà.Intravedo un’analogia tra questa delega al non profit e il ricorso alla famiglia spesso proclamata“prima risorsa del welfare”, senza tener conto da vicino delle fatiche che l’assediano. In fondo, inItalia non abbiamo mai avuto una seria politica per le famiglie viste nel loro differenziarsi. Ci siamolimitati a far leva sul cosiddetto “familismo italiano”, scaricando sulla famiglia gran parte del supportoal bisogno assistenziale. Basti pensare alla cura degli anziani o dei bambini, ma non solo. Qualcosadi analogo si sta riproponendo anche rispetto al non profit che, non meno della famiglia, deve ormaicercarsi le risorse come e dove vuole, dove riesce, chiedendo sostegno al fund raising o alleFondazioni, laddove ci siano. Non credo di avere uno sguardo fazioso. Basta osservare quel che èsuccesso per accorgerci del massacro delle politiche sociali, fin dall’abbandono delle misure chela Legge 328 aveva lasciato in eredità, per svilupparle in percorsi successivi. Tali misure sono state deltutto ignorate, salvo parlare del reddito di “ultima istanza”, senza di fatto inserirlo mai nell’agendapolitica. Quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi anni sono i tagli di tutti i fondi sociali e oggi,nonostante i tanti discorsi sul federalismo e poi sulle politiche anticrisi, il taglio brutale dei finanziamentia regioni ed enti locali. Se questo non significa massacrare le politiche sociali . . .

Emanuele Ranci Ortigosa, in Animazione sociale, n. 11/2011

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APPUNTI 1973MARZO-APRILE 2012

straordinari, possa diventare povero o mala-to. La guerra ha condizionato le scelte deipaesi europei del XX e XXI secolo - a comincia-re dall’enorme lavoro di costruzione dell’UEfinalizzato prevalentemente a garantire quel-la crescita economica che solo la pace per-mette - e ne ha influenzato grandementeanche il clima culturale, storicamente favore-vole all’universalismo dei diritti.

Il fatto che un sistema che garantiscal’universalismo dei diritti sia un elemento cheriguarda tutta la collettività - e non solo unaiuto per i più poveri - è un elemento culturaleche ha radici antiche, ancora precedenti alladichiarazione dei diritti dell’uomo e del citta-dino del 1789. Allo stesso modo, il concetto diservizio pubblico fa parte della cultura euro-pea così come la consapevolezza di tutti ibenefici sociali che derivano dalla costruzio-ne di servizi pubblici. I servizi pubblici, infatti,costituiscono una parte importante della co-siddetta “proprietà sociale” (che ha la funzio-ne di proteggere dal decadimento sociale edeconomico) ed agiscono mettendo a dispo-sizione del più gran numero di persone beniessenziali che non possono essere presi in ca-rico dagli interessi privati. Il fatto che vi sianodei servizi accessibili a tutti costituisce un fatto-re essenziale di coesione tra i diversi segmentidella società (Castel, 2003).

GLI ESITI DELL’INSICUREZZA SOCIALE

Il concetto di coesione sociale è la chiave di

volta per vivere in una società complessacome la nostra, garantendo crescita econo-mica, sociale e sicurezza civile. L’insicurezzasociale non genera solo povertà3, ma agisceanche come un principio di demoralizzazione,di dissociazione sociale, di impoverimento lar-gamente inteso. La dissociazione sociale por-ta a sfiducia, mina la possibilità delle personedi cogliere l’altro come parte della propriacomunità, spinge a percepire l’altra personacome qualcuno con cui mi devo contenderelo spazio, un diritto, un beneficio. Intendere ladissociazione sociale come un fenomeno ine-vitabile (parte dello scenario in cui dobbiamomuoverci) è legato ad una rappresentazionedell’individuo come unicamente interessatoalla sua utilità personale. Le persone in realtàagiscono come soggetti sociali, hanno valoried obiettivi più ampi e di vasta portata cheincludono la comprensione per gli altri, unimpegno verso norme etiche, il senso dellagiustizia, la gratuità. L’insicurezza sociale, lamancata garanzia di protezione sociale pertutti, alimentando la dissociazione sociale, eli-mina la coesione e peggiora le condizioni ditutti, non solo di chi è più fragile, alimentandofratture sociali che si insinuano sia orizzontal-mente che verticalmente.

Orizzontalmente, è molto difficile in questomomento lavorare culturalmente per la ga-ranzia dei diritti per tutti. Ormai si è diffusa larappresentazione dei diritti come, direbberogli economisti, un bene scarso con allocazione

AA.VV., I dimenticati. Politiche e servizi per i soggetti deboli nelle Marche, Castelplanio 2010,p. 112, euro 11.50.

Il volontariato in Italia, mano mano che si è sviluppato, oltre al ruolo di anticipazione di risposte abisogni emergenti e di integrazione dei servizi esistenti sia pubblici che privati, è andato assumendoanche un ruolo politico di stimolazione delle politiche sociali, di controllo di base delle istituzioni e ditutela dei diritti dei cittadini nei servizi sociali. Questa pubblicazione è un esempio di questovolontariato di advocacy. Lo studio presenta una puntuale analisi critica della programmazionesociale della Regione Marche, e con metodo preciso e documentato mette in evidenza le lacunedella programmazione regionale. Un testo utile ai pubblici amministratori onesti, che possonomancare ai loro doveri anche per impreparazione e non sufficiente competenza; può essere utile aglioperatori sociali per far rispettare, per quanto sta in loro, i diritti degli utenti; può essere utile aisindacati, che non devono tutelare solo i diritti degli operatori, ma anche dei cittadini; è utile a tuttiper valutare in modo oggettivo l’operato dei propri amministratori, che scelgono con il loro voto(dalla prefazione di Giovanni Nervo).

Per ricevere il volume: Gruppo Solidarietà, Via Fornace 23, 60030 Moie di Maiolati (AN). Tel. e fax0731.703327, e-mail: [email protected] Per ordinare direttamente il volume versamento su ccp n.10878601 intestato a: Gruppo Solidarietà, 60031 Castelplanio (AN). www.grusol.it/pubblica.asp

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APPUNTI 1974MARZO-APRILE 2012

Note

1 Castel R., L’insicurezza sociale. Che significa essere protetti? Einaudi Torino 2004 (ed or. 2003)2 Dirindin N, Maciocco G, Assalto all’universalismo, www.saluteinternazionale.info3 Che la povertà sia un costrutto multicomponente è un concetto ormai condiviso: non è solo una insufficienza di beni o

denaro, ma riguarda anche la sfera emotiva, relazionale, di accesso ai servizi, sociale, di istruzione. Parallelamente laricchezza non è solo disponibilità di denaro.

alternativa. Fraintendimento che deriva, aparere di chi scrive, da un pasticcio concet-tuale radicato nel nostro paese che confondei diritti con i benefici e i privilegi e che si traducein uno stile personalistico, con ampie deriveclientelari, di rapporto con le istituzioni. In talevisione io ottengo qualcosa che ho la perce-zione mi spetti non perché sono un cittadino alpari degli altri, ma perché qualcuno che ha inmano i privilegi ha deciso di elargirmene uno.Se le cose stanno così, allora un favore fatto ame probabilmente è un favore in meno fattoa un altro. Corollario di questo stile è l’idea chesi debba lavorare per i diritti di “un gruppo allavolta”.

DIRITTI SOLO PER I MERITEVOLI?

Allora, ad esempio, si chiedono i diritti per lepersone con disabilità frammentandole in seg-menti di gravità, nella convinzione che sechiederemo per pochi sarà più probabile ot-tenere. Ciò rispecchia una forma di rassegna-zione al fatto che un diritto abbia l’identicanatura di un favore, che sarà concesso se nonsarà di troppo fastidio. Tale frammentazione èin realtà funzionale all’ottenimento di nessundiritto, in quanto i diritti hanno il loro sensoproprio nel fatto di essere uguali per tutti, men-tre lo spuntare un privilegio per un gruppettonon arricchisce la collettività e non porta consé i benefici collettivi descritti sopra.

Verticalmente, vi è un piano concettuale incui diminuisce la consapevolezza che i dirittinon sono qualcosa che viene “dato” da chiha di più a chi ha di meno. La garanzia dellaprotezione sociale riguarda tutti i cittadini: nonci sono dei cittadini che la stanno pagandoad altri. Sembra ci sia invece una divisione trachi da’(paga) e chi riceve (se merita: “riceve”se non merita “scrocca”).

La rappresentazione sembra fin troppo sem-plicistica, ma è proprio quella dominante inquesto momento: è uno schema che si replicain centinaia di messaggi ridondanti. Io nordpago te sud, che benefici (scrocchi, perché il

sud per definizione non merita quasi mai...). Iolavoratore, pago te invalido, io giovane pagote vecchio, io italiano pago te straniero, iolibero pago te detenuto: è sempre lo stessoschema, replicato con tanti diversi attori. Loschema ha poi un corollario: se io pago e tubenefici, allora voglio essere sicuro che “te lomeriti”. Il fatto che nella nostra cultura si siadiffusa l’idea che i diritti si possano meritare èsintomo di quella confusione concettuale dicui si parlava prima e che fa buon gioco perrappresentare il welfare come qualcosa difacilmente smantellabile: se si spoglia la pro-tezione sociale di tutto il valore aggiunto, se siignora la coesione sociale, il capitale sociale,la sicurezza, l’uguaglianza, allora il welfare siriduce ad un insieme di prestazioni che verran-no elargite a chi si dimostrerà più meritevole.

In questa situazione, la tendenza sembraquella di dover scegliere la linea didemarcazione più “equa” possibile per ta-gliare le persone tra quelli che hanno diritto aduna protezione sociale e quelli che non cel’hanno. Tale modo di intendere la questioneè opposto alla concezione universalistica deidiritti, che viene sempre più sacrificata in nomedell’economia (intesa come quadratura dibilancio).

Quello di cui si necessita, a parere di chiscrive, è uno spostamento del discorso pubbli-co, che riprenda le fila dell’eredità culturalecomune all’Unione Europea e che torni amettere a fuoco il senso di un sistema di prote-zione sociale universalistico. Occorre rivedereculturalmente il rapporto tra welfare e cresci-ta: oggi spesso si sostiene che sia necessaria lacrescita per potersi permettere un buonwelfare; al contrario, il welfare è un investi-mento che non deve dipendere dalla cresci-ta ma che le è funzionale. Un welfare finalizza-to al benessere non solo dei più fragili, ma ditutte le persone e quindi realmente ed effica-cemente inclusivo, capace di liberare le risor-se sostenendo il capitale sociale.

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APPUNTI 1975MARZO-APRILE 2012

DISABILITÀ, ETÀ,REDDITO E SERVIZI

FABIO RAGAINI

GRUPPO SOLIDARIETÀ

Le interessanti riflessioni e lostimolante dibattito compar-so sul sito www.superando.itsui temi della “gravità” (gra-ve/gravissimo) e dell’acces-so ai servizi sulla base delledisponibilità economichedegli utenti, spingono a ri-prendere alcuni di questitemi nella consapevolezzadella grandissima varietà disituazioni a livello nazionale ri-guardante l’offerta dei servi-zi territoriali.

Mi soffermerò su alcuni aspetti specifici ri-guardanti le problematiche connesse all’etàdelle persone con disabilità e alla questionedell’accesso e della compartecipazione alcosto dei servizi. Lo farò in maniera schematicasperando che ciò non vada a discapito dellachiarezza.

ETÀ E DISABILITA

Come sappiamo una delle questioni con lequali negli ultimi anni sempre più spesso lenostre organizzazioni si confrontano è quellodella problematica connessa all’età nellafruizione dei servizi domiciliari, diurni e residen-ziali1. Spesso i regolamenti comunali o lenormative regionali prevedono che al com-piere dei 65 anni la persona disabile diventaanziana2 e conseguentemente non può piùrientrare (o restare) all’interno della rete deiservizi per la disabilità. La problematica è di

particolare rilevanza per la residenzialità. Unaquestione che si è affacciata, a causa dell’al-lungamento della vita, negli ultimi anni per lepersone con disabilità intellettiva; riguarda,però, in maniera significativa persone congravi disabilità motorie (malattie genetiche,esiti di gravi traumi). Interessa, inoltre, anche iservizi domiciliari. Ci si trova di fronte ad diversiproblemi: a) passaggio dall’area disabilità al-l’area anziani con la richiesta di cambiamen-to di servizio; b) connotazione sempre più as-sistenziale (anche nella disabilità intellettiva)degli interventi; c) diverse regole di erogazionee di compartecipazione al costo dei servizi3.

DISABILITÀ E REDDITO

Prima di accennare ad alcuneproblematiche riguardanti la modificadell’Isee prevista dall’articolo 5 della legge214/20114 (il cosiddetto decreto “salva Italia”),

Identità bloccata e rapporto duale

L’identità bloccata si associa sovente al rapporto duale. Sovente riteniamo che unapersona che vive una diversità, una persona speciale, abbia bisogno di un rapportoesclusivo con una persona a suo modo anche speciale. E’ in questo senso che va, moltevolte, il così detto sostegno scolastico. E’ sintomatico che due parlamentari italiani,Francesco Bevilacqua e Antonio Gentile, abbiano proposto una legge, sembra compo-sta da un solo articolo, per avviare l’affidamento ai privati del “sostegno” come se talefunzione potesse essere con disinvoltura sottratta al ruolo di un insegnante. L’insegnatedi sostegno forse lamenta la propria condizione di marginale rispetto agli altri insegnanti.Ma nello stesso tempo rinforza il rapporto duale, vivendo la realizzazione del suo ruoloquasi unicamente in questo tipo di rapporto. La possibile evoluzione, che permettereb-be di avviare una coevoluzione, potrebbe essere quella di diventare figura di riferimento.Vale la pena, avendo chiarito il senso di questa figura, di sottolineare le differenze rispettoal rapporto duale.

Andrea Canevaro, in Difficoltà di apprendimento, n. 1/2011 (ottobre 2011)

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APPUNTI 1976MARZO-APRILE 2012

ritengo importante riprendere la questionedella selettività all’accesso in base al reddito(si veda in proposito sempre suwww.superando.it, le riflessioni e l’esperienzadi Glauco Perani). Se infatti, in genere quandosi rispetta la vigente normativa (e non è scon-tato) la problematica dell’accesso non inve-ste soggetti con grave disabilità intellettivache dispongono della sola, misera, pensionedi invalidità e dell’indennità di accompagna-mento, il problema è particolarmente rilevan-te in soggetti anche con grave disabiltàmotoria che dispongono di reddito, anchebasso, da lavoro o pensionistico. In moltissimicasi – si tratta in genere di servizi domiciliari siaattraverso l’assistenza domiciliare o gli assegnidi cura – si è in presenza di una forte selettivitànell’accesso al servizio ed anche valori Iseebassi incontrano ostacoli sia per la fruizioneche per la compartecipazione (con richiestedi contribuzione orarie che si avvicinano alcosto di una prestazione acquistabile sul mer-cato). La questione è di estrema delicatezza.La discriminante ai fini dell’accesso non è ilbisogno ma la condizione economica5.

Peraltro, tale situazione non è per nulla nuo-va (accentuata forse ora dalla crisi e dallacontrazione delle risorse sociali degli enti localiderivanti dai tagli ai fondi sociali del governoBerlusconi)6; è da sempre quella con cui fanno

i conti gli anziani non autosufficienti quandofanno richiesta del servizio di assistenzadomiciliare. Nella maggior parte dei casi è laloro condizione economica e quella delle lorofamiglie a determinarne l’accesso. Tanto chespesso non viene fatta domanda per il servizio,conosciute le regole di erogazione.

Accade spesso di assistere ad interventi chenon sembrano tanto sostenere una condizio-ne di non autosufficienza, ma - paradossal-mente - di indigenza e non autosufficienza7. Equando la condizione economica espelledalla fruizione degli interventi, i problemi siprivatizzano con la definitiva scomparsa deiservizi dalla vita di queste persone e delle lorofamiglie. La presa in carico, già così difficile arealizzarsi, sparisce definitivamente dall’oriz-zonte di queste persone e dei loro nuclei fami-liari.

UNIVERSALISMO E SELETTIVITÀ

Il nodo non si può eludere. Se nella sanità enell’istruzione si è in presenza di universalismo,nell’assistenza bisogna fare i conti con l’artico-lo 38 della Costituzione: Ogni cittadino inabileal lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari pervivere ha diritto al mantenimento e all’assi-stenza sociale. Come è noto la legge 328 nonha sancito nuovi diritti e se per alcuni servizisociosanitari ci si può appellare ai LEA (dpcm

Bibbia, cultura e scuola

I libri pubblicati dalla casa editrice Claudiana fanno parte della nuova collana Bibbia,cultura, scuola: una proposta per fare in modo che la Bibbia diventi interlocutore neldibattito culturale contemporaneo, come strumento di educazione interculturale al finedi costruire un futuro comune di democrazia globalizzata. Nel volume Bibbia e intercultura,viene analizzata, a partire dal testo biblico, la metafora dell’esodo e della diaspora, percomprendere le contemporanee migrazioni e dare un senso diverso all’esperienza dellamobilità e dei flussi internazionali attuali, analizzando la condizione antropologica e lospaesamento del migrante, per superare pregiudizi dell’immaginario sociale e promuo-vere nuove chiavi di interpretazione, politica, culturale e pedagogica. Bibbia, cultura,scuola, propone di far entrare il sacro testo nelle scuole, per far riscoprire alle nuovegenerazioni di italiani, la propria identità e radici, valorizzandoli nella prospettiva di unanuova cultura e di una nuova società, aperte all’incontro di altre radici ed identità e almovimento di accoglienza e conoscenza verso l’altro.

Davide Zoletto, Bibbia e intercultura, Torino 2011, pp. 83, 8.50 euro; Brunetto Salvarani,Aluisi Tosolini, Bibbia, cultura, scuola, Torino 2011, pp. 141, 10.00 euro.

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APPUNTI 1977MARZO-APRILE 2012

Note1 Vedi anche “Nel contenitore della non autosufficienza”, in http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2618.2 Vedi anche la riflessione della Ledha e della Caritas Ambrosiana (2008), “Quando la persona disabile diventa anziana”;

in http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=1829.3 Seppur la vigente normativa preveda che per disabili gravi e anziani non autosufficienti la contribuzione al costo del servizio

debba essere considerata sul solo reddito dell’assistito. In www.grusol.it è presente ampia documentazione al riguardo.4 In http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2724.5 Vedi sullo specifico le riflessioni di Cristiano Gori, sempre in www.superando.it, in merito alla possibilità che la concessione

dell’indennità di accompagnamento sia subordinata al reddito, Limiti reddituali per ricevere l’indennità di accompagna-mento?

6 Vedi proposito la riflessione di Nerina Dirindin nel numero 1/2012 di “Appunti sulle politiche sociali”, sui temi della riformaassistenziale proposta dal precedente governo, http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2751.

7 Ad esempio fa riflettere che nella regione Marche, l’assegno di cura (200 euro/mese) rivolto agli anziani non autosufficientiche ha come criterio di accesso reddito e percezione della indennità di accompagnamento, venga erogato ad unapiccolissima parte dei soggetti aventi i requisiti (nel 2009 il 20%) e valori Isee di 4.000/5.000 euro. Pare evidente che in questicasi il sostegno sembrerebbe riguardare più la scarsità di reddito che la non autosufficienza.

8 Vedi in proposito la petizione promossa dalla Fondazione Promozione Sociale di Torino per il finanziamento dei LEA, http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=2619 .

9 Sulla questione, www.superando.it, oltre all’articolo di Perani sopra citato, vedi anche: Vita Indipendente e ISEE: il nuovocontesto del welfare, a cura di Enil Italia nel quale si analizza la normativa sulla partecipazione al costo dei servizi in relazionealle indicazioni Costituzionali (art. 2-3-24-31-97).

10 Per la situazione delle Marche, vedi “La programmazione perduta: i servizi domiciliari e di aiuto alla persona nelle Marche”,in http://www.grusol.it/apriSociale.asp?id=598; per quanto riguarda i cosiddetti assegni di cura invece il reddito non è unodei requisiti per l’accesso negli interventi per la disabilità; lo è per gli anziani non autosufficienti. Ad oggi - ma sembra laRegione voglia modificarlo - il reddito dell’utente non viene considerato ai fini dell’accesso alla vita indipendente. Perapprofondire: I servizi territoriali per la disabilità nella programmazione della regione Marche, http://www.grusol.it/apriSociale.asp?id=446 e Per patologia o per bisogno? A proposito di recenti provvedimenti della regione Marche, http://www.grusol.it/apriSociale.asp?id=623.

29.11.2011) ai fini della loro esigibilità, rimane ilnodo della partecipazione dell’utente (se haredditi deve compartecipare) alla quota so-ciale (servizi sociosanitari diurni e residenziali)8.Ma, questione ancora più rilevante, i Lea nonriguardano interventi di natura sociale comead esempio l’assistenza domiciliare (anche seper quanto riguarda l’assistenza tutelare i Leaprevedono una compartecipazione al 50%tra sanità e sociale) o gli assegni di cura asostegno della domiciliarità9. E peraltro se lagran parte delle Regioni hanno definito, attra-verso i percorsi di autorizzazione, le regole difunzionamento dei servizi diurni e residenziali,molto poco è stato disciplinato in termini diservizi domiciliari10.

Un cenno infine ad un punto della riformadell’Isee. Abbiamo fatto precedentemente

riferimento alla normativa vigente in tema dicompartecipazione al costo dei servizi e allemodifiche che verranno introdotte in applica-zione alla legge 214/2011. Rispetto al temadella contribuzione sembra di capire l’inten-zione di andare ad una modifica del decreto130-2000 nella parte che prevede per gli an-ziani non autosufficienti una contribuzione sulreddito individuale diversificando questa si-tuazione da quella della grave disabilità (fa-miliare per gli anziani, individuale per i disabiligravi). Se così fosse, quando dunque il disabilegrave diventa, ultrasessantacinquenne nonsolo incontrerebbe i problemi che abbiamoavuto modo di accennare sopra in termini diservizi, ma ne troverebbe un altro di notevoleconsistenza. E’ forse il caso di non sottovaluta-re la questione.

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APPUNTI 1978MARZO-APRILE 2012

I criteri di contribuzione degliutenti nei servizi, è uno dei temiche ha determinato negli ultimianni forti tensioni tra Comuni,utenti ed associazioni. Conflittiche hanno determinato semprepiù frequenti ricorsi alla magistra-tura. Si aggiunga che la revisio-ne dell’Isee è prevista anchenella legge “Salva Italia”. Fac-ciamo il punto sul tema conMassimiliano Gioncada autore(vedi box) di una recente pub-blicazione sul tema

IL PUNTO SULLA CONTRIBUZIONE DEGLI

UTENTI NEI SERVIZI SOCIALI ESOCIOSANITARI

MASSIMILIANO GIONCADA

CONSULENTE GIURIDICO E FORMATORE

Vogliamo provare a fare il punto sulla que-stione dei criteri di contribuzione al costo deiservizi sociali e socio sanitari di Persone congrave disabilità e/o ultrasessantacinquenninon autosufficienti, a più di dieci anni dal-l’emanazione della normativa (d.lgs. n. 109/1998, come modificato dal d.lgs. n. 130/2000)e sulla base della giurisprudenza di questiultimi anni?

Volendo, per mera comodità, indicare nelcaso deciso dal Giudice amministrativo sicilia-no, con la sentenza T.A.R. Sicilia, Catania, sez.IV, 11 gennaio 2007, n. 42, lo spartiacque tra ilsostanziale silenzio sul punto (si contavano,infatti, sporadiche pronunce) e il diluviogiurisprudenziale che ne è successivamentesortito, e ragionando in termini di ampio respi-ro, senza soffermarsi su dettagli tecnico-giuri-dici che in questa sede è superfluo disaminarenel dettaglio, appare immediatamente, agliocchi dello studioso e del pratico, come, inforza delle numerose pronunce, cautelari e dimerito, rilasciate soprattutto dal Giudice am-ministrativo, la questione abbia assunto con-torni più definiti, pur nelle differenze che carat-terizzano i filoni giurisprudenziali interpretatividi cui dirò oltre.

Ai nostri fini specifici, dal punto di vistanormativo, dalla data dell’entrata in vigoredel d.lgs. n. 109/1998 ad oggi, si registrano, alivello nazionale, essenzialmente tre novità dirilievo: l’entrata in vigore della l. n. 328/2000(che all’art. 25 rinvia espressamente al d.lgs. n.109/1998 per la verifica della capacità eco-nomica a fini compartecipativi), l’emanazio-ne del d.lgs. n. 130/2000 (che ha introdotto nelcorpo del d.lgs. n. 109/1998 il famigerato art. 3co. 2-ter) e l’abrogazione della l. n. 1580/1931(in tema di rivalsa per le spese di spedalità emanicomiali), intervenuta nell’anno 2008. Si-curamente testi normativi di spessore e rilievo,

ma si noti che le novità di grande respiro sondatate anno 2000.....

Quindi è quantomeno da quella data che lePubbliche Amministrazioni si sarebbero dovu-te conformare al disposto legislativo, adottan-do le opportune disposizioni attuative di rangoregolamentare.

Su tutto questo, poi, nel 2001 è intervenuta lamodifica del Titolo V della Costituzione, conprevisione di un nuovo riparto di competenzetra il livello centrale e quello periferico: rileva ainostri fini la riconduzione della materia “assi-stenza sociale” tra quelle di esclusiva compe-tenza regionale (vedi l’art. 117 co. 4) e il man-tenimento a livello statale delle competenzeesclusive in ordine alla determinazione deilivelli essenziali delle prestazioni concernenti idiritti civili e sociali che devono essere garantitisu tutto il territorio nazionale (così l’art. 117 co.2 lett. m).

Ci si è chiesti se dopo l’entrata in vigore delcitato “nuovo” Titolo V, il tema della compar-tecipazione al costo dell’Utenza non fossetraslato dall’esclusiva competenza statale aquella regionale.

Alcuni tentativi in questo senso son stati fatti,anche molto recentemente (vedi, su tutti, l’in-troduzione sperimentale del c.d. Fattore Fami-glia Lombardo – FFL), pur se permangonomolti dubbi che ciò sia legittimo; ne è prova ilfatto che è pendente avanti la Corte Costitu-zionale un giudizio per vagliare la conformitàalla Carta Fondamentale della L.R. Toscana n.66/2008, nella parte in cui prevede ilcoinvolgimento dei parenti in linea retta entroil primo grado in sede di compartecipazioneal costo per i ricoveri di personeultrasessantacinquenni non autosufficienti instruttura residenziale.

E su tutto ciò pende altresì la volontà riforma-trice dell’attuale Governo della quale discu-

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APPUNTI 1979MARZO-APRILE 2012

teremo oltre.Quel che si deve considerare, in verità, è il

fatto che per motivi vari, alcuni asseritamentepiù nobili di altri, né le Regioni né tantomeno leAmministrazioni locali hanno “entusiasticamen-te” aderito al testo normativo di cui al d.lgs. n.109/1998: a fronte di un disposto apparente-mente chiaro, le discipline locali son rimasteancorate a contenuti normativi obsoleti ovve-ro, semplicemente, inesistenti.

Ne sono un esempio evidente le previsioni,tuttora contenute in numerosi Regolamenticomunali, del coinvolgimento economico, afini compartecipativi, dei c.d. “tenuti agli ali-menti”, mentre è noto che, per quanto riguar-da la contribuzione dell’Utenza per l’inseri-mento in una struttura residenziale, nessunanorma primaria consente di addebitare aifamiliari entro il primo grado, e men che menoai c.d. tenuti agli alimenti, una parte della rettamensile dovuta per il ricovero dell’anziano odisabile.

E questo accade non solo e non tanto nellezone meno “floride e avanzate” del Paese,ma anche, ad esempio, nella “civilissima”Emilia Romagna, dove si insiste nel vendere unmodello di virtuosità unica nel panorama na-zionale, quando invece, osservando le coseda vicino, si contano vistose crepe nell’assettodi base. È facile esser virtuosi poggiandosi suun sistema che impone il pagamento a chinon vi è tenuto.... ma quanto è legittimo edetico tutto ciò?

A parziale giustificazione della posizione as-sunta dalle Pubbliche Amministrazioni, e chedeve comunque esser riconosciuta, ricordoche fino a poco tempo fa non è stata chiarala questione circa l’immediata applicabilità,o meno, della norma di cui all’art. 3 co. 2-terdel d.lgs. n. 109/1998, stante la mancata ema-nazione del d.P.C.M. colà citato, che avrebbedovuto delinearne chiaramente i contorniapplicativi. Ciò ha indotto gli interpreti a dubi-tare dell’effettiva immediata applicabilitàdella norma in parola, con conseguente “at-tesa” su posizioni statiche e “classiche”.

In questo, la recente floridissima giurispru-denza amministrativa di prime cure, pur nelladistinzione dei tre filoni in cui essa si è parzial-mente divisa (quello fiorentino, quello milane-se-cagliaritano e quello bresciano), cui nel2011 si è aggiunta quella del Consiglio diStato, ha contribuito a far chiarezza, doven-dosi ormai ritenere, sussistendone i requisitisoggettivi e oggettivi, che la valorizzazione

della capacità economica del singolo fruitorela prestazione, e non della famiglia, rappre-senti un criterio immediatamente applicabile,pur in assenza del citato decreto attuativo.

Ma anche questo non è servito granché: purnella consapevolezza dell’ampiezza del-l’estensione soggettiva del giudicato ammini-strativo, quando ha ad oggetto atti di naturagenerale, come ad esempio i Regolamenticomunali, le singole Amministrazioni locali sonrimaste sostanzialmente inerti, rannicchiate sustesse, nichilisticamente speranzose che nes-sun altro (o nessuno) radicasse un ricorso con-tro di esse, ovvero sperando in un interventonormativo salvifico che, dal livello regionale ostatale, mettesse “a posto le cose”, ovvia-mente nel senso desiderato.

Questo comportamento non è certo virtuo-so ed è da censurare, perché scientemente siè scelto di penalizzare il Cittadino, violando isuoi diritti, ma vi è da fare un’amara conside-razione: è solo dall’intervento del Giudice chesi è ottenuta chiarezza sulla normativa, in pre-senza di una (gravemente) colpevole inerziadei Legislatori statale e regionale sul punto.Siamo forse trasmigrati, di fatto, in un sistemadi common law? Anche questo è uno deisegni della decadenza che ha investito larghistrati del ceto politico di alto lignaggio?

Una questione che sembra molto importan-te, contenuta nei recenti provvedimenti delConsiglio di Stato, riguarda il fatto che la nor-ma di cui all’art. 3 co. 2-ter del d.lgs. n. 109/1998 e, in generale, i precetti di cui al d.lgs. n.109/1998, rappresentano un livello essenzialedelle prestazioni che non può essere modifi-cato né dal Legislatore regionale né tantomenodagli Enti locali.

Questo è un punto fondamentale, e ha rap-presentato una svolta non solo nelle conside-razioni che a livello di diritto costituzionale sipossono inferire, ma anche nelle contestazio-ni giudiziali e atti difensivi prodotte nei varigiudizi.

In effetti l’ordinanza Cons. St., sez. V, 14 set-tembre 2009, n. 4582 ha una portata che si èrivelata decisiva per le statuizioni normative eregolamentari locali (e per tutta l’attivitàforense successiva): ha affermato il Collegioche i precetti recati nel d.lgs. n. 109/1998 sonopreordinati al mantenimento di livelli essenzialidelle prestazioni concernenti i diritti civili esociali che debbono essere garantiti su tutto ilterritorio nazionale ai sensi e per gli effetti

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APPUNTI 19710MARZO-APRILE 2012

dell’art. 117 co. 2 lett. m) della Costituzioneitaliana.

Tale considerazione è stata riproposta dalmedesimo Giudice in altre successive pronun-ce e ripresa in numerose statuizioni dei Tribu-nali Amministrativi Regionali.

Corretta o meno che la si voglia considera-re, essa rappresenta un dictum con il quale,inevitabilmente, bisogna fare i conti: è inutile,infatti, che l’interprete (locale) si agiti lamen-tando la erroneità di questo assunto, perchéquesta è attività cui sono chiamati i Professori,che danno il loro autorevole contributo allostudio e all’evoluzione dell’ordinamento giuri-dico tutto.

Ecco che allora bisogna fare i conti con larealtà per come essa si presenta, e chiedersi:“quali conseguenze derivano da quel ricono-scimento?”.

Le risposte sono molte e complesse. Valga-no le seguenti immediate considerazioni: se iprecetti di cui al d.lgs. n. 109/1998 sonopreordinati al mantenimento di prefati livelliessenziali, e dunque rientrano nell’esclusivacompetenza statale, è facile inferire che aiLegislatori regionali non è dato alcun potere dimodificare, in peggio per il Cittadino, le previ-sioni di cui al medesimo decreto e all’art. 3 co.2-ter in particolare. A ciò accede naturalmen-te il fatto che se detta potestà non è data alLegislatore regionale, men che meno puòessere riconosciuta in un Regolamento comu-nale o locale. Dove finirebbe, viceversa, ilrispetto della gerarchia delle fonti? Si creereb-bero disparità enormi ed evidenti.

I criteri di contribuzione degli utenti nei servi-zi, è uno dei temi che ha determinato negliultimi anni forti tensioni tra Comuni, utenti edassociazioni. Conflitti che hanno determinatosempre più frequenti ricorsi alla magistratura.Si aggiunga che la revisione dell’Isee è previ-sta anche nella legge “Salva Italia”. Faccia-mo il punto sul tema con MassimilianoGioncada autore (vedi box) di una recentepubblicazione sul tema

Perché, nonostante il quadro normativo de-lineato, Regioni e Comuni continuano ad agi-re, soprattutto dopo la mole dei provvedimentigiudiziari, come se le norme in proposito nonfossero chiare?

Questa è una domanda che dovrebbe es-ser rivolta a quei soggetti. Conoscendo “dal-l’interno” l’Amministrazione, posso dire che lemotivazioni sono varie, e non tutte accettabili.

Si sostiene ad esempio che il recente tagliodei Fondi nazionali (Politiche Sociali e NonAutosufficienza) non consenta politiche espan-sive e fors’anche nemmeno di mantenimentodella qualità e quantità dei servizi erogatisinora. Ora, nessuno contesta l’oggettività delladiminuzione delle risorse distribuite dal livellocentrale, ma vi è da osservare che la norma-tiva prevedeva certe regole sin dall’anno 2000,e che non è certamente dal 2012 né dal 2011che è nota l’esistenza e applicabilità dell’ISEEdi prestazione e il divieto di coinvolgimentoeconomico dei “tenuti agli alimenti”. Perchénon si è agito per tempo? Certo, ora le risorsesi son fatte rare, ma sono anni (almeno 11?....)che molte Amministrazioni locali incassanosoldi dalle Famiglie che non potrebbero incas-sare….

Altra motivazione riposa, come anzidetto,nella speranza che nessuno contestigiudizialmente un certo assetto storicodell’allocazione delle risorse tra Amministra-zione e Utenza: in buona sostanza, “finchéregge il sistema...”. Oppure ancora si è cerca-to di mantenere lo status quo in attesa di unariforma organica (nazionale o regionale chefosse), cui informare immediatamente i propriRegolamenti puntuali. Da ultimo, ma residuale,la convinzione che tutto quanto affermato dalGiudice sia sbagliato, e che la Legge debbaessere interpretata in altro modo.

Quindi, perché modificare unaregolamentazione che, nonostante quel chedicono i Tribunali Amministrativi nazionali e ilConsiglio di Stato, si è convinti esser corretta?Detta ultima posizione è, ovviamente, la piùottusa e risibile, e non merita nemmeno diessere confutata, in particolare quando dettiinterpreti si arrogano la capacità di saper/poter interpretare la normativa come, e me-glio, di quanto abbia fatto il Consiglio di Stato,cioè l’organo di vertice amministrativo–istitu-zionale della Giustizia amministrativa italiana.

Quali, a suo avviso, le prospettive e leproblematiche che possono aprirsi con revi-sione dell’ISEE contenuta nell’art. 5 del d.l. 6dicembre 2011, n. 201 così come sostituitodalla l. 22 dicembre 2011, n. 214, in sede diconversione (decreto salva Italia)? Che nesarà dei c.d. “redditi fiscalmente esenti”?

Il Governo Monti si è formalmente impegna-to a rivedere i contenuti, l’estensione e l’appli-cazione/applicabilità del “nuovo” ISEE. Lo sirinviene, testualmente, nell’art. 5 del citato

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APPUNTI 19711MARZO-APRILE 2012

decreto legge.Questi prevede l’emanazione, entro il 31

maggio 2012, ma si hanno notizie di un’acce-lerazione in proposito, di un decreto del Presi-dente del Consiglio dei ministri con il qualerivedere le modalità di determinazione e icampi di applicazione dell’ISEE, al fine di adot-tare una definizione di reddito disponibile cheincluda la percezione di somme esenti daimposizione fiscale, e che tenga conto dellequote di patrimonio e di reddito dei diversicomponenti della famiglia nonché dei pesidei carichi familiari, in particolare dei figli suc-cessivi al secondo e di persone disabili a cari-co.

Gli osservatori più attenti noteranno che sot-to il profilo del “pensiero giurisprudenziale” ciavviciniamo al filone interpretativo del Giudi-ce Amministrativo bresciano, mentre a livellonormativo ci si avvicina al modello trentinodell’ICEF.

Altra rilevante previsione è l’individuazionedelle agevolazioni fiscali e tariffarie nonché leprovvidenze di natura assistenziale che, adecorrere dal 1º gennaio 2013, non possonoessere più riconosciute ai soggetti in possessodi un ISEE superiore alla soglia individuata conil decreto stesso.

Ciò significa che, in prospettiva, acquisiran-no maggiore rilevanza gli elementi di ricchez-za patrimoniale della famiglia, oltreché lapercezione di somme (anche se) esenti daimposizione fiscale. Chiaro che acquista par-ticolare rilevanza la soglia che il Governo devefissare, giacché detta attività individua lospartiacque tra “chi” ha diritto a certeagevolazioni e “chi” questo diritto non l’avrà,o non l’avrà più.

Vi è da sperare che detta soglia tenga effet-tivamente conto del carico assistenziale(rectius: economico), che grava sulle famiglieall’interno della quali è presente una Persona

Le rette nei servizi per persone con disabilità e anziane

Se un ospite o i suoi parenti non pagano la retta di un servizio residenziale, quali potrebberoessere le reazioni dell’Ente gestore? Tutto semplice, sembra, ma se a non pagare è ilComune? O l’ASL?  Quale ISEE deve utilizzare l’Amministrazione comunale per modulare lacompartecipazione dell’utenza anziana e disabile al costo dei servizi fruiti? Ma poi, si deveproprio usare l’ISEE? Esiste ancora la rivalsa dei Comuni verso i tenuti agli alimenti?  Èlegittimo il Regolamento comunale che prevede che alla spesa per i servizi fruiti concorranoanche i parenti in linea retta entro il primo grado? Quante questioni su questi temi…  Allesuindicate domande, e a tante altre, gli autori hanno cercato di dare una rispostaorganica.  Ecco la particolarità di questo testo: un’opera di vasto respiro, che illustra le basianche teoriche delle questioni di cui si tratta, senza scadere nella genericità. L’attività degliautori, infatti, strettamente connessa e contigua a quella delle Amministrazioni locali, haconsentito loro di coniugare un rigore scientifico limpido con la concretezza che caratte-rizza l’agire quotidiano dei Servizi sociali e sanitari. Particolarmente accurata e vasta, poi,la banca dati giurisprudenziale dalla quale essi hanno attinto e che informa la loro attività:sentenze, ordinanze del Giudice amministrativo e non solo, sono riportate e/o citate neltesto “prendendo per mano” il lettore, consentendogli di orientarsi in un profluviogiurisprudenziale non sempre chiaro e coordinato. I destinatari del volume sono gli opera-tori dei servizi sociali e gli assistenti sociali, i funzionari amministrativi, i segretari comunali e ilegali degli Enti, oltre, ovviamente, alle figure dirigenziali. Massimiliano Gioncada, consulente giuridico e formatore per numerose amministrazionipubbliche e private. Francesco Trebeschi, avvocato in Brescia. Paolo Achille Mirri, avvoca-to in Cremona.

M. Gioncada, P. Mirri, F. Trebeschi, Le rette nei servizi per persone con disabilità e anziane.La compartecipazione al costo dei servizi residenziali, diurni e domiciliari, Maggioli 2012,p. 417, Euro 42.00.  

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APPUNTI 19712MARZO-APRILE 2012

con disabilità, giacché, a prescindere daaspetti e dinamiche affettive, è noto comedette Persone rappresentano, purtroppo, unfattori d’impoverimento delle medesime.

Una seria individuazione della predetta so-glia, potrebbe mantenere (garantire) leagevolazioni tariffarie per alcuni livelli di reddi-to (evidentemente quelli più bassi), e risultarepiù sfavorevole per altri (redditi medi, famigliemonocomponenti, ecc.).

La riforma in discussione è di sicuro interesse,sia per i Cittadini/Utenti, sia per le Amministra-zioni locali, con ovvie, contrapposte, aspetta-tive.

I primi auspicano, ovviamente, una previsio-ne di soglia comunque non troppo elevata, alfine di prevedere un’esclusione alleagevolazioni applicabile solo ai redditi medi omedio-alti, le seconde auspicano una sogliafissata ad un livello modesto, al fine diricomprendere il maggior numero di Utentichiamati alla compartecipazione alla spesa,e quindi ottenere introiti bastanti a continuarea garantire il livello quali/quantitativo attualedei Servizi resi.

Nulla si dice circa la valorizzazione dellacapacità economica del singolo fruitore laprestazione ex art. 3 co. 2-ter del d.lgs. n. 109/1998.

Si può ritenere che la riforma in itinere, seattuata nel senso del suindicato art. 5, condur-rà ad un sostanziale svuotamento (rectius:abrogazione) del d.lgs. n. 109/1998 così percome è disegnato attualmente, ovvero nellasostituzione delle attuali norme che lo com-pongono con altre, che nulla hanno a chevedere (la computabilità delle indennità assi-stenziali esenti IRPEF ne è un esempio lampan-te), con le previgenti.

Sembra, ancora, che si terrà in maggioreconsiderazione la ricchezza, latamente inte-sa, della famiglia, considerata nella suainterezza e individuata, probabilmente, condecreti attuativi sostitutivi di quelli attualmen-te vigenti.

Resta in disparte una questione spinosissima:la regolamentazione della compartecipazio-ne delle Persone con grave disabilità saràancora identica a quella delle Personeultrasessantacinquenni non autosufficienti, cosìcome è attualmente previsto nell’art. 3 co. 2-ter del d.lgs. n. 109/1998, o vi sarà unadivaricazione delle due discipline?

Le ragioni dei fautori di questa divaricazionesi fondano sul fatto che è evidente che unaPersona che nasce con una disabilità gravenon è purtroppo in condizione né di lavorarené di produrre reddito, mentrel’ultrasessantacinquenne non autosufficientepotrebbe, prima di aver acquisito questainvalidante dimensione, aver lavorato perdecenni, anche a ottimo livello, e aver pro-dotto e distribuito alla famiglia redditi anchesignificativi.

Al contrario, chi auspica il mantenimento diun regime (di favore) identico evidenzia chel’attenzione deve focalizzarsi sui bisogni attua-li e non sulla storia pregressa. Irrilevante dun-que sarebbe una valutazione del passato,atteso che si rischia di agire ora in base a criterilegati a una condizione che, in realtà, non èpiù.

Sul punto, si colgono alcuni movimenti, nonsempre concordi, in capo alle varie Associa-zioni.

Resta da capire se il Governo vorrà affronta-re la questione, e in che modo, ma questo,credo, lo vedremo molto presto.

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APPUNTI 19713MARZO-APRILE 2012

I l contesto socio-educativo eriabilitativo italiano ha ancora pocafamiliarità con le prassi abilitativebasate sul costrutto di qualità dellavita. Di conseguenza, ciò che spes-so si verifica nei genitori e negli ope-ratori è uno “slittamento deglistandard” e una conseguente ridu-zione delle aspettative. In realtà, ilminor bisogno di sostegno è una ri-duzione nelle attese di vita autono-ma nei loro confronti e questo, chia-ramente, non aiuta la ricerca di rispo-ste adeguate a livello educativo

INVECCHIAMENTO E DISABILITÀ

INTELLETTIVA: ANALISI E PROSPETTIVE

LUCIO COTTINI

DOCENTE DI PEDAGOGIA SPECIALE, UNIVERSITÀ DI UDINE

La riflessione che segue analizza le ripercus-sioni connesse all’avanzamento d’età dellepersone con disabilità intellettiva e conautismo. In particolare prendo in considera-zione:1) i principali riscontri che derivano dall’analisi

della letteratura sull’invecchiamento dellepersone con disabilità;

2) alcune criticità, contraddizioni e apparentiparadossi connessi alle ricerche sviluppatein questo ambito;

3) le prospettive che si aprono per le personecon disabilità che avanzano con gli anni,con particolare attenzione per il ruolo chedeve rivestire l’intervento educativo e so-ciale per il mantenimento di livelli elevati diqualità della vita.

OPPORTUNITÀ E VULNERABILITÀ

In un lavoro un po’ datato, ma molto signifi-cativo, Devenny e i suoi colleghi definisconol’età avanzata come un periodo di “opportu-nità e vulnerabilità”. Infatti, malgrado esistanonumerosi studi, riferiti soprattutto alla disabilitàintellettiva, i quali mettono in evidenza pro-cessi di decadimento abbastanza generaliz-zato, si deve sottolineare come questo nonpossa essere considerato un eventoincontrovertibile. Contrariamente a quelloche ritengono alcuni ricercatori, infatti, è statodimostrato che anche in età adulta e anzianasono possibili significative acquisizioni di abili-tà o, perlomeno, un deterioramento moltocontenuto delle stesse, a patto che il livellocognitivo non sia troppo compromesso e checi siano delle condizioni di vita adeguate estimolanti. Per rendere maggiormente con-crete e documentate queste affermazioni,faccio alcuni accenni ai principali lavori di-sponibili in letteratura, limitandomi all’analisi

delle funzioni cognitive, percettivo-motorie eaffettivo relazionali, senza prendere in consi-derazione le ripercussioni di tipo clinico asso-ciate all’avanzamento d’età, che esulanochiaramente dai ristretti ambiti di questo lavo-ro, oltre che dalle competenze di chi scrive.

Per quanto concerne la capacità percettiva,mi sembra significativo il lavoro di SavioloNegrin e Trevisan (1990), i quali hanno condot-to uno studio su un gruppo di persone affetteda sindrome di Down di età compresa fra 14 e43 anni, con lo scopo di verificare un eventua-le declino nelle abilità di discriminazione visi-va. I risultati hanno mostrato, fino a 25 anni, unleggero aumento delle abilità percettivo-visi-ve in tutte le sue componenti e, in seguito, unprogressivo deterioramento delle prestazioni,ad eccezione di quelle relative al coordina-mento visuo-motorio. Questo riscontro è statoattribuito al fatto che i soggetti svolgevanoattività in laboratori professionali, che stimola-vano le abilità visuo-motorie.

Anche la funzione motoria va incontro aprocessi di decadimento con l’aumentaredell’età. Ad essere intaccate sono sia le abili-tà grosso-motorie e di autonomia funzionale(camminare, correre, saltare, ecc.), che quel-le fini-motorie e coordinative (coordinazionesegmentaria e intersegmentaria, equilibrio,coordinazione oculo-manuale, coordinazio-ne delle mani, ecc.). Oltre ciò, si verificanosignificativi rallentamenti nella rapidità di ri-sposta motoria conseguente alla presentazio-ne di stimoli da discriminare.

Un aspetto interessante che sta assumendosempre più spazio riguarda il benessere fisicodelle persone, assunto come condizione per ilmantenimento di un buon stato di salute ge-nerale. A questo proposito è stato messo inevidenza come gli adulti disabilità intellettivae, in particolare, con sindrome di Down, con-

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APPUNTI 19714MARZO-APRILE 2012

tinuino a presentare percentuali elevate dicomportamento sedentario e livelli estrema-mente bassi di benessere fisic. Questa situazio-ne aumenta la probabilità che, maturandonegli anni, le persone con sindrome di Downabbiano maggiori difficoltà a mantenere laloro capacità di lavorare, svagarsi e dedicarsiad attività di cura di sé. Non si tratta, però, diuna condizione immodificabile. Rimmer ecollaboratori (2004) hanno valutato, a questoproposito, l’efficacia di un training basato sul-l’esercizio fisico su 52 adulti con sindrome diDown. Il programma di allenamento era com-posto da esercizi cardiovascolari (30 minuti) eesercizi di forza (15 minuti) svolti per 12 settima-ne (3 giorni a settimana per 45 minuti a sessio-ne). I risultati hanno evidenziato un migliora-mento significativo dei soggetti in confrontoad un gruppo di controllo non coinvolto nelprogramma, relativamente al benesserecardiovascolare e alla forza e resistenza mu-scolare. Le persone hanno presentato ancheuna leggera, ma significativa, riduzione delpeso corporeo.

Le ripercussioni dell’avanzamento d’età sul-la funzionalità cognitiva sono state indagateda numerose ricerche sperimentali. In parti-colare, l’attenzione è stata concentrata sullamemoria, sul linguaggio e sulla comunicazio-ne, sul problem solving e sulle funzioni esecuti-ve. Va messo in risalto come esista un sostan-ziale accordo fra tutti i ricercatori nell’indivi-duare un peggioramento sensibile di questecapacità con il progredire dell’età nelle per-sone con disabilità intellettiva; decadimentoche si manifesta con un anticipo considerevo-le in confronto a quanto si verifica nell’invec-chiamento tipico (verso i 40-45 anni). Riassun-tivo, a questo proposito, un lavoro di Krinsky-McHale e colleghi (2002), i quali hanno esami-nato persone adulte con disabilità intellettivadeterminato da cause diverse (alcuni consindrome di Down, altri con patologie differen-ti) per quanto riguarda gli indicatori precoci didecadimento generale. Il parametro che èrisultato maggiormente significativo è stata lamemoria esplicita. Difficoltà a livello di questofondamentale processo cognitivo solitamen-te anticipano di uno o più anni l’insorgenza diquadri di decadimento con presenza di sinto-mi di demenza. I deficit di memoria preesistentipossono essere accentuati dal naturale decli-no nel funzionamento mnemonico presentegeneralmente negli anziani. Un anziano connormali funzioni intellettive mantiene altreabilità di supporto alla memoria (per esempio:

la capacità di ragionare, abitudine ad anno-tare le cose). Un anziano affetto da disabilitàintellettiva potrebbe non aver mai sviluppatosimili capacità e pertanto avere un minorenumero di abilità funzionali su cui fare affida-mento.

LA SFERA AFFETTIVO EMOZIONALE

Le persone con disabilità intellettiva cheavanzano con gli anni possono manifestareanche un incrementato livello diproblematiche nella sfera affettivo-emozio-nale. Queste situazioni sfociano spesso in pe-ricolosi sintomi di natura psicopatologica, iquali sono sovente sottovalutati e non consi-derati separatamente da diagnosi di demen-za. E’ il caso, ad esempio, della depressione,che negli adulti con sindrome di Down puòraggiungere livelli di incidenza elevata, com-prese fra il 6 e l’11%, risultando di fatto piùelevati di quelli manifestate da persone condisabilità intellettiva determinata da altre cau-se. Un altro elemento centrale che viene indi-viduato come uno degli indicatori precoci delprocesso di decadimento è costituito dallacomparsa o dall’aumento di comportamentiproblematici. Questi possono essere rappre-sentati da situazioni di aggressività eterodiretta,da autolesionismo e da stereotipie di variotipo, che chiaramente condizionano in ma-niera pesante le possibilità di adattamento ela qualità di vita delle persone.

Così come avviene nella sfera cognitiva, gliindividui con disabilità intellettiva manifesta-no al crescere dell’età un abbassamento del-la capacità di vivere in maniera adattata nelproprio contesto sociale, che diviene progres-sivamente più evidente e che caratterizzanegativamente l’età adulta ed anziana(Janicki e Jacobson, 1986; Roeden e Zitman,1995). Appare significativo sottolineare, però,come le situazioni siano molto diverse in rela-zione alle condizioni di vita: le problematiche,infatti, sono molto più accentuate per le per-sone istituzionalizzate in grossi istituti, in con-fronto ad altre che continuano a vivere infamiglia o in contesti residenziali di piccoledimensioni, nei quali si mantiene ricco il tessu-to di scambi affettivi e relazionali, con possibi-lità di dedicarsi anche ad attività stimolantidal punto di vista cognitivo.

Per concludere vanno segnalati numerosistudi nei quali la sintomatologia tipica dellamalattia di Alzheimer è stata confrontata con

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APPUNTI 19715MARZO-APRILE 2012

i segni di decadimento cognitivo fatti registra-re dalle persone con sindrome di Down di etàsuperiore ai 40 anni circa. Vari riscontri sem-brano accreditare l’esistenza di una patolo-gia degenerativa, per numerose persone consindrome di Down di età avanzata, simile aquella caratteristica del morbo di Alzheimer,giustificandola anche dal punto di vista gene-tico. Risulta, infatti, che il gene che codifica laproteina beta amiloide, responsabile delleplacche neurofibrillari presenti nel morbo diAlzheimer, sia situato nel braccio lungo delcromosoma 21. Altri studi su questo aspettoinvitano, invece, alla massima prudenza e allanecessità di approfondire le ricerche, in quan-to i risultati non si prestano a interpretazioniunivoche e non appaiono incontrovertibili.

Sintetizzando la letteratura esistente, si puòsicuramente confermare un processo di dete-rioramento cognitivo legato all’avanzamen-to d’età nelle persone con disabilità intelletti-va, anche se lo stesso non appare assoluto euniformemente distribuito su tutte le funzioni.Le abilità maggiormente soggette a deterio-ramento sembrano essere le seguenti:- la rapidità di risposta;- la discriminazione visiva e uditiva;- la memoria esplicita;- la capacità linguistica;- i processi di controllo esecutivo;- la capacità adattiva, intesa come possibili-

tà di vivere in maniera adattata nell’am-biente sociale di appartenenza.

Va messo in risalto, inoltre, che variabili comela gravità del deficit, la vita in contesti familiario in istituzioni assistenziali, le esperienze con-dotte sembrano influenzare in maniera criticail processo di decadimento. Su quest’ultimoaspetto appaiono significative anche alcuneesperienze che stiamo conducendo da varianni all’interno di un servizio per persone condisabilità intellettiva di età avanzata, che sem-brano dimostrare la possibilità di preservarebuoni livelli di funzionalità come conseguenzadi vita in ambienti stimolanti e di predisposizionedi programmi educativi specifici.

CRITICITÀ E APPARENTI PARADOSSI

L’ampia ricerca, solo accennata nel para-grafo precedente, presenta ad una analisiattenta alcune zone d’ombra di spessore nontrascurabile, in relazione soprattutto alle pro-cedure metodologiche che sono state adot-tate. Nello specifico:

- si rileva una grande diversità degli strumentidi valutazione utilizzati, per cui i risultati deidiversi autori sono difficilmente confrontabili;

- sono state privilegiate soprattutto ricerchedi tipo trasversale, nelle quali è forte il rischiodi variabilità dei gruppi. Al contrario, la mo-dalità elettiva di studio in questo settore ècostituita dalla predisposizione di ricerchelongitudinali;

- sono stati poco indagati gli effetti di pro-grammi educativi e non sono state conside-rate le variabili legate agli operatori cheinteragiscono, magari per molto tempo, conle persone disabili che invecchiano.

Mi sembra significativo segnalare anche unapparente paradosso con il quale ci siamoconfrontati qualche tempo fa. In collabora-zione con alcuni colleghi mi sono trovato acurare la standardizzazione italiana di unascala per la valutazione del bisogno di soste-gno delle persone con disabilità. Si tratta diuno strumento, denominato Support IntensityScale che consente di determinare di quantosupporto hanno necessità le persone condisabilità per partecipare pienamente alla vitacomunitaria. Il paradigma di riferimento dalquale gli autori hanno preso spunto per lacostruzione della scheda si rifà alla Classifica-zione Internazionale del Funzionamento, dellaDisabilità e della Salute (ICF, 1999) e al Sistemadi Diagnosi, Classificazione e programmazio-ne dei Sostegni proposto dall’AmericanAssociation on Mental Retardation (AAMR)nella sua ultima versione (la decima, 2002), iquali tendono ad enfatizzare il concetto dipartecipazione della persona alle attività delproprio contesto di vita. Certamente la possi-bilità di partecipare dipende dalle compe-tenze dell’individuo, ma necessita anche diun’adeguata predisposizione di sostegni. LaSIS serve appunto per appurare il bisogno disostegni, al fine di consentire la progettazionedi azioni di supporto.

Per effettuare la standardizzazione italiana,la scala SIS è stata proposta ad educatori egenitori di 1052 persone con disabilità, di etàcompresa fra i 16 ed i 79 anni. Il fatto sorpren-dente e apparentemente paradossale con ilquale ci siamo trovati a fare i conti analizzan-do i dati è stato quello di appurare una diminu-zione dei bisogni di sostegno con l’avanza-mento d’età. Questo riscontro non era pre-sente nel campione americano e risultavachiaramente inatteso in relazione a quanto

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APPUNTI 19716MARZO-APRILE 2012

testimoniato in letteratura circa il decadimen-to prestativo connesso all’avanzamento d’età,che dovrebbe chiaramente determinare unincremento dei bisogni di sostegno.

Come spiegare allora il dato rilevato? Unavariabile che a nostro avviso può aver inciso,anche se non è stato possibile controllarla infase di analisi dei dati, riguarda le aspettativedei genitori e degli educatori intervistati. Inaltre parole, il contesto socio-educativo eriabilitativo italiano ha ancora poca familiari-tà con i concetti e, soprattutto, con le prassiabilitative basate sul costrutto di qualità dellavita. Di conseguenza, ciò che spesso si verificanei genitori e negli operatori è uno “slittamentodegli standard” e una conseguente riduzionedelle aspettative. In altre parole, di fronte allapersona anziana con disabilità intellettiva, acausa dei suoi deficit cognitivi ecomportamentali, si abbassano le aspettati-ve relative alla sua integrazione sociale e allasua vita autonoma. Pertanto, anche ridottilivelli in queste dimensioni vengono conside-rati accettabili. Di qui allora il dato paradossa-le, per cui tali persone sembrerebbero menobisognose di sostegni rispetto ai giovani. Inrealtà, il minor bisogno di sostegno è unariduzione nelle attese di vita autonoma neiloro confronti e questo, chiaramente, non aiu-ta la ricerca di risposte adeguate a livelloeducativo (abilitativo).

SOSTEGNI E QUALITÀ DI VITA

Facendo riferimento a quanto detto nei puntiprecedenti, cerco ora di individuare quelliche possono essere considerati gli obiettivi diriferimento che dovrebbero caratterizzare ogniazione di aiuto e supporto rivolta a individuicon disabilità che invecchiano. Si tratta, inaltre parole, di delineare le linee portanti del-

l’intervento, che deve necessariamente ca-ratterizzarsi come multiprospettico, con unacomponente clinica, una psicopedagogicaed una sociale. In concreto, vi è la necessitàdi prevedere attività di vario tipo, che investa-no il livello medico, quello più propriamenteabilitativo e quello relativo al sostegno allafamiglia e all’attenzione alle condizioni di vita.

Volendo sintetizzare al massimo queste lineeoperative, si possono individuare, a mio avvi-so, alcune azioni principali:- prevedere un sofisticato sistema di valuta-

zione, che possa essere proposto con inter-valli definiti e monitorare l’evoluzione di ognipersona con disabilità che avanza con glianni;

- porre grande attenzione alle condizioni divita;

- preparare ad un’esistenza il più possibileindipendente, con possibilità diautodeterminazione in alcune situazioni;

- mantenere vivi i contatti sociali e, quandopossibile, l’impegno in attività significative;

- prevedere modelli di lavoro finalizzati almantenimento delle abilità cognitive;

- sollecitare al massimo l’impiego funzionaledel tempo libero;

- stimolare adeguati stili di vita relativamentealla gestione di sé, all’alimentazione e allaattività fisico-motoria;

- curare la formazione delle figure di suppor-to, ponendo grande attenzione anche alleloro competenze personali emetodologiche, oltre che alle conoscenzespecifiche.

La prospettiva di rimanere giovane non èconsentita a nessuno, ma tutti devono esseresupportati e messi nella condizione di poterinvecchiare bene.

Per approfondire

- Contardi A. (2004). Verso l’autonomia. Roma: Carocci.

- Cottini L. (2008). Disabilità mentale e avanzamento d’età: prospettive per una vita di qualità.Milano: Franco Angeli.

- Cottini L. (2009). La famiglia e l’invecchiamento della persona con disabilità. In M. Pavone(a cura di), Famiglia e progetto di vita, Erickson Trento, 103-124.

- Cottini L. (2010). L’autismo non è solo infantile. Autismo e Disturbi dello Sviluppo, 8, 1, 65-99.

- Goussot A. (2009). Il disabile adulto. Rimini: Maggioli.

- Schalock R., Verdugo Alonso M.A. (2002). Handbook on quality of life for human servicepractitioners. Trad it. Manuale di qualità della vita. Modelli e pratiche d’intervento. Brescia:Vannini, 2006.

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APPUNTI 19717MARZO-APRILE 2012

L’educazione inclusiva vuole in-novare riferendosi a un individuosociale. Questa narrazione ri-guarda la scuola, il lavoro, i ser-vizi. L’educazione inclusiva deveattingere dal passato, compre-sa la sua origine dovuta ad unamore ancillare. Ma deve inno-vare senza nostalgie di un pas-sato che non tornerà. Ha il do-vere di essere appassionata difuturo, incontrando e lavorandocon tutti coloro che sono appas-sionati di futuro.

PERSONE CON DISABILITÀ.PERCORSI DI INCLUSIONE1

ANDREA CANEVARO

DOCENTE DI PEDAGOGIA UNIVERSITÀ DI BOLOGNA, SEDE DI RIMINI

Prendiamo la parola autodeterminazionecome indicatore stradale del percorso di chilegge questo libro.

Le parole sono importanti. Noi veniamo almondo e troviamo parole già in servizio attivo,con i loro significati già diffusi. Dobbiamo assu-merle, così come le troviamo. E adattarle,riempiendole di significato, secondo le nostreintenzioni. Che a loro volta non dovrebberotrascurare chi riceve le nostre parole. La paro-la autodeterminazione come viene ricevuta?Difficile pensare che vi sia una sola risposta. Sedovesse essere una, sarebbe “dipende…”. Sedovesse essere ascoltata da Victor, il ragazzoselvaggio che alla fine del ‘700 fu trovatoabbandonato nei boschi dell’Aveyron (Suddella Francia) e affidato poi all’educazioneda parte di Itard, e se Victor capisse quellaparola, potremmo immaginarne la gioia. Chesi manifesterebbe in una corsa verso i boschi el’acqua di un fiume. Riprenderebbe la sualibertà. Ne sarebbe felice. Ma forse tornereb-be dal Dottor Itard e dalla sua GovernanteMadame Guérin. Scoprirebbe che la parolaautodeterminazione non indica una libertàsenza confini, ma una necessità di combinarele nostre esigenze e quelle di chi è attorno anoi. E se al tempo di Victor il sauvage, Itard eMadame Guérin quell’ “attorno a noi” avevaun certo significato, oggi ne ha un altro, edomani ne avrà un altro ancora.

Le parole hanno una storia, e assumono ilsignificato che i contesti storici e culturali pro-muovono, permettono, impediscono. Ma leparole possono essere collocate, da chi ne fauso, sullo sfondo, o contesto, giusto o ritenutotale. Le parole possono richiamare al centrodella scena un contesto e anche compiere il

forse meritorio servizio di presentare - far pre-sente - scenari che le risse e lespettacolarizzazioni hanno oscurato.

Le parole di questo libro si collocano su tresfondi, o contesti:

- le leggi- le esperienze- le ricerche.Precisiamole, sia pure in breve meglio.

LE LEGGI, LE ESPERIENZE, LE RICERCHE

Le leggi possono diventare una rete in cuiimpigliarsi e non uscirne più. O possono essereun riferimento che permette di procedere consicurezza. Le leggi possono essere nello stessotempo difensive e propositive. Possono difen-dere le scelte inclusive, sostenendole con laforza del diritto. E possono farci capire chel’orizzonte si sposta e bisogna guardare lonta-no. Ci sono leggi che danno garanzie circa lagestione dei progetti inclusivi. E ci sono leggiche hanno la forza di essere fondanti e capacidi aprire il futuro: ci aiutano a rappresentare ivalori fondamentali nel futuro del mondo. Lanostra Costituzione è limpida: Art.3 - principiodi uguaglianza formale - “tutti i cittadini hannopari dignità sociale e sono eguali davanti allalegge, senza distinzione di sesso, razza, lingua,religione, opinioni politiche, condizioni perso-nali e sociali” - principio di uguaglianza so-stanziale - “è compito della Repubblica ri-muovere gli ostacoli di ordine economico esociale, che, limitando di fatto la libertà el’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pie-no sviluppo della persona umana e l’effettivapartecipazione di tutti i lavoratori all’organiz-zazione politica, economica e sociale del

1 Si tratta dell’introduzione all’ultima pubblicazione del Gruppo Solidarietà, Persone con disabilità. Percorsi di inclusione,2012, p. 112, Euro 12.00

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APPUNTI 19718MARZO-APRILE 2012

Paese”. Ma le leggi devono essere esigibili ecredibili. Questo è un compito che il libro haassunto pienamente.

Ci vogliono le esperienze. Che devono con-frontarsi con le ricerche. Esperienze e ricercanon vanno sempre d’accordo. E’ cercare di

mettere d’accordo chi vive sulla strada eanche della strada, e chi vive al piano nobiledel palazzo. Il dottor Itard e Madame Guérinhanno bisogno uno dell’altra, e viceversa.Itard è la ricerca: costruisce un lavoro dalaboratorio, pone obiettivi, misura, fa ipotesi everifica… Madame Guérin ha la cura della

Novità editoriale

Gruppo Solidarietà (a cura di), Persone con disabilità. Percorsi di inclusione,prefazione di Andrea Canevaro, Castelplanio 2012, p. 112, euro 12.00.

L’educazione inclusiva vuole innovare riferendosi a un individuo sociale. Innovare perché tutto è cambiato dal trionfo, da una narrazione che ha cancellato la società imponendo l’individuo. Questa narrazione riguarda la scuola (i genitori assediano il singolo insegnante per essere sicuri che il proprio erede abbia tutto il programma completo e senza ostacoli dati da agenti atmosferici che costringono a stare a casa qualche giorno per neve e ghiaccio, come dovuti alla presenza di chi ha bisogni speciali…), il lavoro (inutile invocare il mondo del lavoro di anni fa. Il lavoro è fatto di contratti individuali che non alimentano solidarietà ma competizioni individuali, progetti individuali, ecc.), i servizi (raggiungere la risposta attraverso amicizie, spettacolarizzazioni della propria condizione attraverso giornali e mezzi televisivi, in un crescendo che va dal giornale locale alla trasmissione televisiva su un canale nazionale…). L’educazione inclusiva deve attingere dal passato, compresa la sua origine dovuta ad un amore ancillare. Ma deve innovare senza nostalgie di un passato che non tornerà. Ha il dovere di essere appassionata di futuro, incontrando e lavorando con tutti coloro che sono appassionati di futuro. Questo vuol dire progetto. Nel progettare, l’autodeterminazione del singolo sta nell’autodeterminazione dello stesso progetto. L’integrazione, nella prospettiva inclusiva, non vuole conservare nel presente chi ha Bisogni Speciali. Vuole che sia nel futuro comune (Dalla introduzione di Andrea Canevaro). Contributi di: Andrea Canevaro, Lucio Cottini, Fausto Giancaterina, Alain Goussot,Marisa Faloppa, Giampiero Griffo, Vanna Iori, Vittorio Ondedei , Mario Paolini, Antonio Saccardo.

Sugli stessi temi vedi anche • AA.VV., Handicap intellettivo grave e servizi: quali risposte dopo la scuola

dell’obbligo?, 1997, pag. 112, € 7,75 • AA.VV., Handicap e scuola: l’integrazione possibile, 1998, pag. 128, € 8,78 • AA.VV., Handicap servizi qualità della vita, 2001, pag. 96, € 6,71 • AA.VV., Handicap grave, autonomia e vita indipendente, 2002, pag. 96, € 6,71 • AA.VV., Disabilità. Dalla scuola al lavoro, 2006 pag. 112, € 10,00 • AA.VV., La cura della vita nella disabilità e malattia cronica, 2008, pag. 112, €

11,00

Per ricevere il volume: Gruppo Solidarietà, Via Fornace 23, 60030 Moie di Maiolati (AN). Tel. e fax 0731.703327, e-mail: [email protected] Per ordinare direttamente il volume versamento su ccp n. 10878601 intestato a: Gruppo Solidarietà, 60031 Castelplanio (AN). Per visionare le pubblicazioni del Gruppo Solidarietà -www.grusol.it/pubblica.asp

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APPUNTI 19719MARZO-APRILE 2012

casa, della cucina, delle pulizie, che sono ilsuo laboratorio. Victor reagisce come può alleproposte di Itard. Fa lui delle proposte, prendedelle iniziative, in relazione con la casa, lacucina, le pulizie. Con il laboratorio di MadameGuérin.

Chi legge questo libro non incontra Victor ilsauvage, Itard e Madame Guérin. Evocare iloro nomi non è però fuori luogo. Vediamoperché. Sono gli antenati da cui discendia-mo. Deriviamo da una coabitazione fra ricer-ca ed esperienza. Da lì, da questacoabitazione, è nata l’educazione inclusiva.Che, come frutto della coabitazione di unSignore, o Padrone (ricerca) e di una Gover-nante, o Donna di servizio (esperienza), nonpuò dichiarare con tranquilla disinvoltura lapropria discendenza. Insomma: non è unanobile origine, ma il frutto di un amore ancillare.Che sia proprio questo a permettere un pro-cesso di autodeterminazione per nulla bana-le, e forse anche carico di elementi utili pertanti. Ricordiamo che il dirittoall’autodeterminazione è il riconoscimentodella capacità di scelta autonoma ed indi-pendente dell’individuo. Le caratteristichedell’educazione inclusiva – nella parte dimondo in cui ci è dato vivere – rendono piùforte, urgente e significativo il desiderio diautodeterminazione. L’urgenza fa correre ri-schi: mettersi sotto la protezione delle leggi;vantarsi di essere esperienza; lo stesso, mariferendosi a ricerca.

Sono rischi comprensibili.L’autodeterminazione può farci capire me-

glio. Perché quella parola, per essere distintadall’individualismo, va sorretta da leggi, espe-rienza, ricerca. L’educazione inclusiva deveaffermarsi, innovando, in una società disfattain tanti individui, che, appunto, non si ricono-scono in una società. E il fatto che siano indivi-dui in maggioranza falliti – precari, fragili, sen-za progetti – unisce a volte in indignazioniprecarie, fragili, senza progetti. L’educazioneinclusiva deve agire in una cultura che è per-corsa dalla proposta di scommettere, indivi-

dualmente, per risolvere ogni problema vin-cendo, a un quiz, a una lotteria, al totocalcio.Potrai realizzare la tua autodeterminazione sevinci. E dunque gioca.

NEL COMUNE FUTURO

L’educazione inclusiva vuole innovare rife-rendosi a un individuo sociale. Innovare per-ché tutto è cambiato dal trionfo, direbbe ilsociologo Franco Cassano, da una narrazioneche ha cancellato la società imponendo l’in-dividuo. Questa narrazione riguarda la scuola(i genitori assediano il singolo insegnante peressere sicuri che il proprio erede abbia tutto ilprogramma completo e senza ostacoli datida agenti atmosferici che costringono a starea casa qualche giorno per neve e ghiaccio,come dovuti alla presenza di chi ha bisognispeciali…), il lavoro (inutile invocare il mondodel lavoro di anni fa. Il lavoro è fatto di contrat-ti individuali che non alimentano solidarietàma competizioni individuali, progetti indivi-duali, ecc.), i servizi (raggiungere la rispostaattraverso amicizie, spettacolarizzazioni dellapropria condizione attraverso giornali e mezzitelevisivi, in un crescendo che va dal giornalelocale alla trasmissione televisiva su un canalenazionale…).

L’educazione inclusiva deve attingere dalpassato, compresa la sua origine dovuta adun amore ancillare. Ma deve innovare senzanostalgie di un passato che non tornerà. Ha ildovere di essere appassionata di futuro, in-contrando e lavorando con tutti coloro chesono appassionati di futuro.

Questo vuol dire progetto. Nel progettare,l’autodeterminazione del singolo stanell’autodeterminazione dello stesso proget-to.

L’integrazione, nella prospettiva inclusiva,non vuole conservare nel presente chi haBisogni Speciali. Vuole che sia nel futuro co-mune.

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APPUNTI 19720MARZO-APRILE 2012

La legge 9/2012 ha previsto ladefinitiva chiusura degli Ospe-dali Psichiatrici giudiziari entroil marzo 2013. Il contenutodella norma ha aperto unampio dibattito sulla possibili-tà che dalla chiusura degliOPG possano nascere deimicro Opg in ogni regione. Ledomande che di seguito ripor-tiamo affrontano i temi del di-battito in coso1.

OPG.DIECI DOMANDE SULLA

NUOVA LEGGEFRANCO ROTELLI

CONFERENZA PERMANENTE PER LA SALUTE MENATALE NEL MONDO F. BASAGLIA

A proposito di diritti universali1. Qual è la proposta d’immediata e possibi-

le applicazione per far cessare l’abuso dellaproroga della misura di sicurezza che, con ilfalso concetto di pericolosità sociale e d’inca-pacità totale di intendere e volere, costituisceil pilastro dell’attuale e scandalosa realtà?

A proposito di crisi economica, buon uso

delle risorse e regole della pubblica ammini-strazione

2. La legge prevede 120milioni di euro per il2012 per la costruzione di strutture sostitutiveagli attuali OPG: è realmente fattibile?

3. Se davvero si volessero fare queste struttu-re e prendiamo atto dei tempi medi di costru-zione o ristrutturazione (progettazione prelimi-nare, definitiva, esecutiva, indizione e aggiu-dicazione di gare di appalto, ecc.), il nostrosistema pubblico arriverà a realizzarle in alme-no cinque anni: nel frattempo che cosa sipensa di fare? Forse l’avvalimento di struttureprivate? e, in questo caso: in affitto solo quan-to alla logistica o in gestione appaltata ‘globalservice’, criminologo incluso?

4. La legge prevede inoltre, sempre per il2012, 36milioni per la gestione di queste struttu-re: dove e a chi andranno quindi questi soldi?

A proposito di normative d’applicazione e

rispetto di diritti riconosciuti dalle leggi italianevigenti

5. Il Ministero della Salute dovrà stabilire irequisiti per le nuove strutture: ci saranno vetriantiproiettili, telecamere ovunque, strumentidi contenzione, porte blindate, recinzioni ester-ne oppure qualcosa di tutto ciò sarà espressa-mente vietato?

6. Come saranno queste strutture: da 20 letti,come proposto inizialmente, o da 40 comedichiarato successivamente oppure “all’ita-liana”?

7. Supponendo che si tratti di strutture da 40letti: quante se ne prevedono in tutta Italia?20, 40, 80?

8. L’internato è in misura di sicurezzadetentiva: chi risponde se scappa?

9. Le strutture previste sono definite “sanita-rie”: da chi dipenderanno?

Se dipenderanno dall’amministrazionepenitenziaria: quale normativa impedirà cheaccolgano anche i “periziandi”, i “detenuti inosservazione”, i “soggetti disturbatori”, iborderline, tossicodipendenti, ecc., come damanicomiale memoria?

Se dipenderanno dal sistema sanitario/Di-partimenti di Salute Mentale: quale normativaimpedirà l’invio di “infermi di mente resistentialle cure” o recidivi di piccoli reati o semplice-mente in TSO? …sempre da manicomialememoria.

A proposito di logica e di buon governo10. Non si chiameranno più OPG ma non si sa

qual è il nome di queste strutture. Se non èrimossa nemmeno una delle cause dell’attua-le situazione: perché il rimedio dovrebbe esse-re credibile?

E’ evidente che ci auguriamo che i rilevantistanziamenti iscritti in legge (domande 2, 3 e 4)siano immediatamente utilizzati a coprirebudget individuali – gestiti dai DSM – finalizzatialla dimissione, riabilitazione e re-inclusionenei territori di origine delle persone attualmen-te internate.

Se poi questi interventi fossero coordinati da

1 Un apporto determinante per arrivare alla chiusura degli Opg è stato dato dal lavoro del Comitato Stopogp. Inwww.stopopg.it si trova ogni approfondimento in proposito. Il presente testo viene ripreso dal sito della Campagna.

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APPUNTI 19721MARZO-APRILE 2012

un apposito ufficio, nel corso dei diciotto mesiprevisti dalla proposta di legge per ilsuperamento degli attuali OPG probabilmen-te si scoprirebbe che non c’è un gran bisogno

di “mini-opg”; e se nel frattempo si ponesserocorrettivi ai codici (penale e di procedurapenale) si scoprirebbe, infine, che dei nuovimini-opg non c’è alcun bisogno.

La democrazia del profitto e il valore della Bellezza

La creazione di élite competenti in tecnologie e affari ha sottovalutato l’importanzadi educare alle scienze umane e alle arti per evitare l’ottusità morale che, eliminandoi valori creati dalle scienze umane, ha soppresso uno degli aspetti principali dellademocrazia, quello della partecipazione critica dei cittadini alle scelte politiche. Ècosì che l’”uomo dimenticato” si allontana sempre più dalla politica costellata diluoghi comuni e di interessi lobbystici, con governanti che impongono modelli eschemi di attività sociali, con presunzione e arroganza ora vergognosamentescandalosa, ora sobria, ma sempre aliena dal considerare al centro della democra-zia the forgotten man. Eppure le disuguaglianze sempre più gravi create dallacultura dell’economia finanziaria invece che dalla cultura delle scienze umane,delle arti (non del mercato dell’arte) e del pensiero critico, non vengono rimossesecondo una ricetta che già in altri momenti di crisi avevano convinto dei grandiilluministi come Condorcet. Questi era del parere che, per risolvere le inuguaglianzecreate dalla libertà dei commerci, fosse necessario garantire la parità di istruzione deicittadini. Egli stesso, poi, fin da allora, sottolineava che è la ricchezza che domina lapolitica e che dunque la politica in realtà è appannaggio dei ricchi. L’invito diMartha Nussbaum a investire oltre che nelle competenze tecniche e scientificheanche, e ora soprattutto, in quelle umanistiche e artistiche, che potrebbero sparireperché non producono profitto, rimane inascoltato. Ciò comporta il rischio disoffocare, nella mancata coscienza dei diritti umani e di quelli dei cittadini a scegliersiliberamente il loro governo, anche la grande tradizione della democrazia europeae dei diritti umani che fanno parte della sua storia. Cioè quei diritti sociali dell’uomostorico europeo alla salute, alla dignità del lavoro e all’abitazione, all’uguaglianzadei punti di partenza, insomma a tutto il processo di welfare che finora ha in qualchemodo fatto sì che nei Paesi europei la pur dilagante povertà sia meno grave chealtrove. Risultano allora inquietanti le dichiarazioni di chi è ai vertici delle istituzionieuropee, che hanno accompagnato la crisi e che pretenderebbero ora di risolverla,che il welfare europeo è finito. Non è invece tempo di investire nella democrazia, nelpensiero critico e nella cultura della bellezza delle arti, grande patrimonio europeoe in modo particolare italiano? Sarà forse questa una strada per riproporre all’uomodimenticato che anche la Bellezza, come nei miti dell’antica Grecia, produce ordinee giustizia, cioè elimina le disuguaglianze. La giustizia di Afrodite nella ricostruzione delmito greco fatta da James Hillman può essere un viatico da non trascurare poiché,come egli conclude, “quando Lei trionfa in tutta la sua sublimità, allora la sconfinataconfusa chiarezza del cosmo stesso è in perfetto ordine, e anche la giustizia trionfa”. 

Guido Rossi, da Il Sole 24 Ore, 11 marzo 2012 

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APPUNTI 19722MARZO-APRILE 2012

PETIZIONE NAZIONALE PER IL FINANZIAMENTO DEI LEA.CONTINUA LA RACCOLTA DI FIRME

FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE, TORINO

Il 1° marzo 2012 sono state consegnate alla Camera dei Deputati e al Senato, nonché ai Ministridella sanità Renato Balduzzi e del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero le prime 11.455firme di cittadini elettori e le 40 adesioni finora sottoscritte da personalità e da organizzazionipubbliche e private (l’elenco insieme ad ogni informazione riguardante la petizione è consultabilenel sito della Fondazione, www.fondazionepromozionesociale.it), riguardanti la Petizionepopolare nazionale per il finanziamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria, il cui testo e le relative note giuridiche sono stati riportati nel n. 6/2011 di questa rivista.

L’URGENZA DEL FINANZIAMENTO

Detto finanziamento è non solo urgente ma anche indispensabile per eliminare le difficoltàche vengono frapposte all’attuazione dei diritti, già attualmente pienamente e immediata-mente esigibili da parte delle persone non autosufficienti (anziani malati cronici non autosufficienti,pazienti sofferenti a causa del morbo di Alzheimer o di altre forme di demenza senile, soggetticon handicap intellettivo in situazione di gravità) ai sensi del decreto del Presidente del Consigliodei Ministri del 21 novembre 2001, le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge289/2002.

In particolare in base alle norme sui Lea, le Regioni, le Asl ed i Comuni devono assicurare la

Guide dei lavoratori: aggiornati su diritti, tutele, aspettative

Due guide pubblicate dalla casa editrice Lavoro, che fanno il punto sui sistemi e ilquadro normativo che regolano i rapporti di lavoro, alla luce dei più recenti interventilegislativi in materia; strumenti utili per i lavoratori per conoscere diritti, tutele,prospettive. La guida dei lavoratori 2012 offre una panoramica completa su regolee problematiche del mondo del lavoro di oggi, approfondendo, tra le altre, questetematiche: i servizi per l’impiego, incentivi all’occupazione, il rapporto di lavoro deglistranieri, tutela del lavoro e delle donne, i contratti di lavoro (le diverse forme diflessibilità), le prestazioni economiche familiari, le cause di sospensione, la tutela dellasalute, i trattamenti di fine rapporto, il diritto alla pensione. Il secondo volume, Laguida dei lavoratori pubblici 2012, è dedicato ai dipendenti pubblici: le procedureselettive tramite concorso pubblico e altre forme di assunzione, l’inquadramento, laretribuzione, la sospensione del rapporto di lavoro, mobilità, trasferimento ed esuberi,i trattamenti pensionistici, le forme di risoluzione del rapporto di lavoro.

L. Ricciardi, M. Conclave, M. Lai, V. Picchio La guida dei lavoratori 2012, Roma 2011,pp. 333, 12.00 euro; Carmine Russo (a cura di), La guida dei lavoratori pubblici 2012,Roma 2011, pp. 219, 12.00 euro

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APPUNTI 19723MARZO-APRILE 2012

frequenza dei centri diurni ai soggetti aventi limitata o nulla autonomia a causa della gravedisabilità cognitiva da cui sono colpiti.

A questo proposito si ricorda che nella sentenza n. 785/2011 del 9 marzo 2011, depositata inCancelleria il 24 marzo, la Sezione prima del Tar della Lombardia ha condannato il Comune diDresano a risarcire nella misura di euro 2.200 il danno esistenziale subito dalla minore R. S. «inquanto l’illegittimo comportamento del Comune ha determinato uno slittamento della data diinizio del servizio [frequenza di un centro diurno per soggetti con grave handicap intellettivo] dasettembre a novembre 2009». Inoltre nella sentenza viene precisato che «ove i genitori avesserodimostrato che, nel periodo di colpevole ritardo dell’Amministrazione comunale, essi abbianoprovveduto direttamente e a proprie spese ad assicurare un servizio equivalente alla propriafiglia minore, i relativi costi avrebbero rappresentato l’ammontare del danno patrimonialerisarcibile in loro favore».

Inoltre, in base agli stessi Lea, i succitati soggetti hanno il diritto pienamente e immediatamen-te esigibile all’accoglienza residenziale presso comunità alloggio di tipo para-familiare (8-10posti al massimo, compresi 2 per le emergenze) oppure, nelle situazioni socialmente piùarretrate, al ricovero in istituto.

Per quanto riguarda gli adulti e gli anziani affetti da patologie invalidanti e da nonautosufficienza, i Lea assicurano il diritto alle cure sanitarie durante la fase acuta e a quellesocio-sanitarie nel periodo della cronicità.

Durante il ricovero socio-sanitario presso le Rsa, Residenze sanitarie assistenziali o strutture

Per conoscere i migranti. Letteratura della migrazione

I volumi sono pubblicati dalla casa editrice Compagnia delle Lettereche pubblica opere in italiano di scrittori migranti; stranieri quindi chescelgono lo strumento letterario per farsi conoscere nel paese che liospita, per arricchirlo con la propria cultura di origine, e porre le radiciper un società futura capace di valorizzare la diversità e il meticciato,curiosa di incontrare l’altro. Verrà domani e avrà i tuoi occhi raccoglieun’antologia di racconti di alcuni immigrati che vivono nelle cittàitaliane; stralci di quotidianità che viviamo attraverso le voci deiprotagonisti, tra le difficoltà della clandestinità e precarietà e lavoglia di mettere radici, di condividere il presente e il futuro, senzadimenticare il passato. Normalità e stravaganza, realtà ed immagi-nazione, si confondono nel volume Storie di extracomunitaria follia,che tratteggia con ironia – amara – la caotica ed attraente atmosfe-ra del mondo degli immigrati, fatto di suoni, colori, odori, ricordi,soprusi, tra l’indifferenza e il rifiuto di quanti hanno paura delladiversità. Guida Migrante. Itinerari di Turismo Responsabile si proponecome strumento per affrontare il viaggio in modo responsabile (chepuò essere di piacere, per lavoro o migrazione) con uno sguardonuovo, attento alle dimensioni di altri popoli e culture; l’essenza dei 20itinerari proposti è l’attenzione all’incontro con l’altro, per interpretarel’altrove e l’estraneità e, a partire da queste, svelare se stessi.

AA.VV., Verrà domani e avrà i tuoi occhi, Roma, pp. 133, 12.00 euro;Dias Clauileia Lemes, Storie di extracomunitaria follia, Roma, pp. 147,12.00 euro; Chiurazzi Rosina – Palladino Maria Paola, Vietti Francesco,Guida Migrante. Itinerari di Turismo Responsabile, Roma, pp. 332,18.00 euro.

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APPUNTI 19724MARZO-APRILE 2012

La Petizione popolare nazionale per il finanziamento dei Lea è promossa dalle seguentiorganizzazioni: Fondazione promozione sociale onlus (Torino); Adina, Associazione per ladifesa dei diritti delle persone non autosufficienti onlus (Firenze); Associazione senza limiti(Milano); CartaCanta onlus, Associazione tutela diritti persone non autosufficienti (Par-ma); Comunità Progetto Sud onlus (Lamezia Terme, Cz); Csa, Coordinamento sanità eassistenza fra i movimenti di base (Torino); Gruppo Solidarietà (Moie di Maiolati, An);Medicina Democratica onlus (Milano); Mtd onlus, Movimento per la tutela dei diritti dellepersone diversamente abili e quelle non autosufficienti (Pavia); Opinio Populi (Lecco).Riviste: Appunti; Controcittà; Prospettive assistenziali.

Partecipano come enti copromotori: il Movimento Handicap (Verona); l’Associazione“In nome dei diritti” (Scandicci, Fi); l’Associazione Nichelino Domani (Nichelino, To);l’Associazione l’Arcobaleno per una vita indipendente e autonoma (Asti); l’AvulssOrbassano onlus (Orbassano, To); il Tribunale della salute (Bologna); Codici (Roma).

Collaborano alla raccolta delle firme le seguenti organizzazioni: Angsa Novara Onlus,Angsa Piemonte onlus (Torino); Anaste Piemonte (Torino); Anffas (Sezione di Bologna);Aniep (Bologna); Arap (Roma); Associazione Airdown (Moncalieri,  To); AssociazioneAlzheimer Piemonte (Torino); Associazione Amici parkinsoniani onlus (Torino); Associazio-ne Avulss Orbassano onlus (Orbassano, To); Associazione culturale Gruppo Senza sede(Trino, Vc); Associazione Diapsi Piemonte (Torino) ; Associazione Famiglie Sma onlus(Roma); Associazione Familiari Alzheimer Pordenone onlus  (Pordenone); AssociazioneGenitori per la tutela dell’handicap (Pomigliano d’Arco, Na); Associazione L’altra Ladispoli(Roma); Associazione nazionale emodializzati (Torino); Associazione nazionale mutilati einvalidi civili (Sezione di Torino); Associazione sostegno autismo (Giovinazzo, Ba); Comi-tato genitori ragazzi disabili Ulss 9 (Treviso); Comitato parenti ospiti Iga onlus (Udine);Consorzio Sol.Co. (Catania); Consulta handicap XV Municipio (Roma); Coordinamentofamiglie con disabili (Valdisotto, So); Coordinamento H per i diritti delle persone condisabilità nella Regione Siciliana onlus (Palermo); Diritti senza barriere (Bologna); Federavonazionale (Milano); Fish Piemonte (Torino); Forum del Volontariato (Torino); Gesco Sociale(Napoli); Il Mosaico, Associazione di persone diversamente abili  (Giussano, Mi); Movi-mento “5 Stelle” (Sezione di Palermo); Movimento dei cittadini per i diritti del malato “AltoVicentino” (Zanè, Vi); Sindacato Sfida (San Nicandro Garganico, Fg); Unione italianaciechi e ipovedenti (Sezione di Torino).

Coloro, persone singole o associazioni o gruppi, che intendono collaborare allaraccolta delle firme e delle adesioni possono rivolgersi alla Segreteria affidata allaFondazione promozione sociale onlus - Via Artisti 36 - 10124 Torino - Tel. 011-8124469, fax011-8122595, e-mail: [email protected]  www.fondazionepromozionesociale.it. Moduli per la raccolta sono presenti anche presola sede del Gruppo Solidarietà, Via Fornace, 23 - 60030 Moie di Maiolati Sp. (AN), tel./fax0731703327; e-mail [email protected].

analoghe, l’Asl di residenza del malato cronico deve corrispondere la quota sanitaria il cuiimporto non può essere inferiore al 50% dell’ammontare dell’intera retta.

A carico del ricoverato è la quota alberghiera, che deve essere versata nell’ambito dellerisorse personali del degente (reddito e beni, dedotte le relative franchigie) senza alcun onereper i congiunti conviventi o non conviventi.

Una procedura semplice per ottenere il ricovero in Rsa, che deve essere assicurato in tutti i casiin cui,  per qualsiasi motivo,  non sono praticabili le cure domiciliari (ad esempio per indisponibilitàdei congiunti), riguarda l’opposizione alle dimissioni da ospedali e da case di cura privateconvenzionate delle persone non autosufficienti. Le relative modalità sono precisate sul sitowww.grusol.it

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APPUNTI 19725MARZO-APRILE 2012

segnalazioni librarie Iscra Bini

Gloria GagliardiniDaniela Giaccaglia

Sibilla GiaccagliaMartina Sabbatini

antropologiaFusaschi Michela, Quando il corpo è delle altre,Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 157, Euro 15,00.Quando c’è un dialogo fra donne si crea una dimensio-ne particolare di confronto, in particolare quando ciòavviene fra donne di culture differenti e su argomentistrettamente femminili quali le mutilazioni genitali fem-minili. L’autrice del libro, antropologa, paragona dueculture che dalle sue ricerche appaiono meno distantidi quanto si potrebbe pensare: che differenza c’è fra lachirurgia estetica intima, sempre più in voga in Occi-dente e le cosiddette mutilazioni genitali femminili?

Guenzi Pier Davide, Sesso/genere, Cittadella, Assisi2011, pp. 108, Euro 9,80.La differenza tra maschile e femminile basata su indicibiologici non è più sufficiente alla comprensione dell’in-dividuo, che è la risultante inevitabile anche di un fatto-re culturale e sociale che rientra nella categoria piùuniversale di ‘genere’. L’autore, docente di TeologiaMorale, riprende le attuali teorie a confronto con unalettura antropologica dei testi biblici, per una trattazionedei nodi etici fino all’attuale dibattito pubblico.

Hann Chris, Hart Keith, Antropologia economica,Einaudi, Torino 2011, pp. 250, Euro 19,00.Il volume ricostruisce le diverse fasi di sviluppo dell’antro-pologia economica (origine, principi teorici e metodi)evidenziando l’importanza di questa disciplina negliultimi decenni. Lo studio antropologico dell’economia sipropone come strumento di comprensione dei profondisconvolgimenti dell’economia su scala globale (in par-ticolare il capitalismo) e le ripercussioni sulle condizioni eil benessere dell’umanità.

Maher Vanessa (a cura di), Antropologia e dirittiumani nel mondo contemporaneo, Rosenberg &Sellier, Torino 2011, pp. 197, Euro 22,00.Il saggio propone una lettura dei diritti umani in chiaveantropologica: una riflessione che nasce dall’esigenzadi coniugare i risultati degli studi sul campo, con leproblematiche connesse al cambiamento della socie-tà contemporanea, dei rapporti di potere, i pregiudizi ele mancate tutele. Confrontandosi anche con altrediscipline (diritto, sociologia…), l’antropologia rivendi-ca i diritti delle persone e dei gruppi sociali, in particolarele minoranze (indigeni, immigrati…).

Paternoster Alfredo, Introduzione alla filosofia dellamente, Laterza & Figli, Roma 2010, pp. 241, Euro20,00.Il libro approfondisce gli sviluppi della filosofia dellamente, analizzano il dibattito tra le teorie che identifica-no la mente in modo materialistico, come prodottomeccanico dell’attività celebrale e quelle che conside-rano mente e corpo come entità separate. In particola-re, questa seconda edizione aggiornata, analizza leimplicazioni delle scoperte delle neuroscienze e degliesperimenti delle scienze cognitive per l’interpretazione

del problema della coscienza e dei fenomeni mentali.

Sini Carlo, Del viver bene, Jaca Book, Milano 2011,pp. 171, Euro 16,00.Una lettura filosofica e antropologica dei rischi e limitidell’attuale sistema economico e di mercato; la riduzio-ne allo logica della mercificazione ha messo in crisi ledinamiche sociali e relazionali degli individui. Non sitratta però di una catastrofica condanna; ci sono altreforme economiche e politiche, già sperimentate in di-versi popoli, che dimostrano che c’è un’alternativa, perrecuperare una divisione equa e solidale del benecomune.

Zaltieri Cristina, L’invenzione del corpo, Negretto,Castel D’ario 2010, pp. 171, Euro 13,00.Il saggio ridisegna origine ed evoluzione del concetto dicorpo; per primo Platone parlerà di organismo nella suaopera Timeo, influenzando i pensatori successivi che siinterrogheranno su questo problema (dalla civiltà gre-ca fino a quella moderna). Capire la genealogia delconcetto platonico di corpo, diventa occasione perinterpretare le conseguenze della visione attuale delcorpo, come strumento efficiente e canonizzato

anzianiCastellarin Giuseppe, Salviamo la memoria, Il SegnoDei Gabrielli, Negarine Di S. Pietro Cariano 2011, pp.206, Euro 14,00.Coltivare la memoria significa riconoscere il senso diappartenenza e la coscienza di sé, perché nelle proprieradici si riscopre il valore delle propria identità e sidiventa pronti all’incontro con l’altro. In questa cornicesono proposti i racconti del libro; racconti delle vecchiegenerazioni, di nonni che ricordano il loro passato, checi fanno comprendere l’importanza di riscoprire i valoriessenziali della nostra popolazione.

Peruzzi Paolo (a cura di), Non autosufficienza eterritorio, Maggioli, Santarcangelo Di Romagna 2011,pp. 202, Euro 22,00.Nel volume viene descritto il Progetto Casa di Michele,realizzato nell’aretino, finalizzato a sperimentare unatipologia innovativa di servizio residenziale per anzianinon autosufficienti, capace di razionalizzare l’impiegodelle risorse e di assumere il connotato della familiarità.L’obiettivo è analizzare risposte innovative del welfarelocale alla domanda di ospitalità temporanea ricondu-cibile a situazioni di acuzie e ad offrire sollievo ai caregiver.

bioeticaLavazza Andrea, Sartori Giuseppe (a cura di),Neuroetica, Il Mulino, Bologna 2011, pp. 253, Euro22,00.Che cosa si occupa la neuroetica? Partendo dallescoperte delle scienze cognitive e delle neuroscienze,questa disciplina si interroga sulle implicazioni filosoficheed etiche dell’utilizzo delle conoscenze sul funziona-mento del sistema mentale, e la possibilità di modificare

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APPUNTI 19726MARZO-APRILE 2012

dei comportamenti intervenendo sul cervello. Il libroanalizza le possibili ricadute, in termini filosofici, maanche pratici, di diritto e giustizia, e di politiche sociali,del libero arbitrio e sulla natura umana.

carcereRuggiero Vincenzo, Il delitto, la legge, la pena,Gruppo Abele, Torino 2011, pp. 271, Euro 16,00.La funzione retributiva della pena presuppone un pattofondativo basato sulla reciprocità. Ma perché dovreb-be pagare un presunto debito chi, di regola, rimaneescluso da questo patto? L’abolizionismo, cioè la dottri-na per la quale andrebbe abolita la giustizia criminale,fornisce un approccio che permette di giungere adefinizioni di criminalità diverse da quelle convenzionalie comunque di riflettere sui fondamenti teorici del dirittodi punire e della pena del carcere.

Sarsini Monica (a cura di), Alice nel paese delledomandine, Le Lettere, Firenze 2012, pp. 223, Euro16,50.Le donne che si raccontano in questo volume sonorinchiuse nel carcere di Sollicciano: storie di persone“nascoste dalla società perbene come esseri sbagliati,eppure ricchi di emozioni, voglia di fare, bisogno disognare”. E soprattutto queste donne hanno parole dadire, come testimoniano questa antologia di frammenti,raccolti in occasione di un corso di scrittura all’internodel carcere.

chiesaBrueggemann Walter, Viaggio verso il bene comune,Claudiana, Torino 2011, pp. 133, Euro 12,00.La crisi più preoccupante che ci sta minacciando èquella del bene comune, di quel senso di solidarietàsociale. Il libro propone un viaggio attraverso le Scritture,la narrazione dell’Esodo, gli oracoli di Geremia e i testi diIsaia alla ricerca del bene comune che Dio desidera peril mondo. Un invito alla chiesa e agli uomini di fede:“essere d’aiuto nel recuperare l’energia necessaria perdire la verità e la speranza”.

De Sanctis Alberto, La fede ribelle, La Meridiana,Molfetta 2011, pp. 183, Euro 16,50.L’autore, attraverso alcuni saggi, vuole “fornire un ana-lisi del fattore religioso come critica del totalitarismo edell’autoritarismo. Nella prima parte si mette in discus-sione un potere che vorrebbe diventare un idolo daadorare e nella seconda parte si vuole recuperare unafede vera, fondata sulla solidarietà e fraternità, rigettan-do il dogma che porta in secondo piano l’umanità.

Ferdinandi Salvatore, Quarant’anni di Caritas,Dehoniane, Bologna 2011, pp. 198, Euro 13,00.La dimensione fondamentale in cui opera la CaritasItaliana è educare alla carità. Il volume presenta quan-to la Caritas ha maturato e realizzato in quarant’anni dilavoro ponendo l’attenzione sul metodo e gli strumentioperativi utilizzati: ascoltare, osservare e discernere at-traverso i centri di ascolto, l’osservatorio delle povertà edelle risorse e il laboratorio per la promozione delleCaritas parrocchiali.

Grun Anselm, Ciò che alimenta l’amore, Queriniana,Brescia 2011, pp. 220, Euro 16,50.Che cosa alimenta l’amore? Come possono continuare

ad alimentarsi le relazioni che vivono la quotidianitàdella vita? La spiritualità può indicare una strada che ciconduce lungo il cammino quotidiano dell’amore: essainfatti ci permette di ridimensionare gli sforzi che com-piamo per ottenere relazioni, di amore e di amicizia egestire le possibili delusioni. Il testo è arricchito dallapresenza di esercizi e rituali.

Vanier Jean, Segni, San Paolo, Cinisello Balsamo2011, pp. 158, Euro 15,00.Un viaggio alla ricerca dell’incontro con la tenerezza el’amore di Dio attraverso sette parole: Umiliazioni,educazioni, trasformazioni, autorità, comunità, vulnera-bilità e misteri; sette conversazioni per riflettere sullanostra vita, su noi stessi e sul nostro rapporto con Dio. Nelvolume sono stati inseriti segni, curve che vogliono ricor-dare al lettore che attraverso il nostro corpo e il suoascolto in silenzio, possiamo ritrovarci e continuare asperare.

ecologiaAA.VV., L’imperatore OGM è senza vestiti, LibreriaEditrice Fiorentina, Firenze 2011, pp. 116, Euro 12,00.Viene pubblicata una sintesi del rapporto dei cittadinidel mondo, con approfondimenti di esperti e studiosiche denunciano falsità e mistificazioni di sostenitori del-l’utilizzo degli OGM, svelando l’illusione della favola deimiracolosi benefici della tecnologia e dell’ingegneriagenetica: crescita coltivazione, contrasto delle pianteinfestanti, cibo sufficiente per tutti.

economiaMazzalai Andrea, Icebergfinanza, Il Margine, Trento2010, pp. 191, Euro 16,00.Andrea Mazzalai decide di aprire nel 2007 un blog“Icebergfinanza”, per aiutare a conoscere i fattori cheavrebbero portato alla più grande crisi finanziaria degliultimi decenni. Il volume, propone una ricostruzionestorica delle “tempeste” e delle follie finanziarie : dallabolla dei tulipani delle Fiandre, alla crisi del ’29, analizzail cilco economico, gli inganni della finanza creativa ,lespeculazioni, i cicli di consumo, la globalizzazione.

educazioneIannaccone Nicola, Maggi Ulderico, I consigli deiragazzi, La Meridiana, Molfetta 2012, pp. 119, Euro15,00.Dentro ai parametri psicopedagogici, il manuale si ponecome strumenti teorico e pratico per raccontare espe-rienze di Consigli per ragazzi sperimentati in vari comuniitaliani. Nella prima parte si tracciano le linee teorichepsicologiche che sostengono la formazione dell’identi-tà di ragazzi a questo processo e una parte pedagogicaformativa, contributi sulle esperienze fatte e metodologiedi lavoro sviluppate.

Intravaia Salvo, L’Italia che va a scuola, Laterza &Figli, Roma 2012, pp. 203, Euro 12,00.La scuola è fucina dei cittadini del futuro. In che condi-zioni versa quella italiana? Tra riforme recenti e realtàquotidiana, l’autore tratteggia una panoramica dellasituazione attuale facendo ordire a partire dai ruoli chevi gravitano intorno: docenti, alunni, dirigenti scolastici,precari, spese, ma anche risorse per il nostro futuro.

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APPUNTI 19727MARZO-APRILE 2012

Melazzini Carla, Insegnare al principe di Danimarca,Sellerio, Palermo 2011, pp. 258, Euro 14,00.L’autrice racconta la sua esperienza decennale pressouna scuola della periferia di Napoli, frequentata daadolescenti che non hanno conseguito la licenza me-dia (il progetto Chance). Insegnanti, educatori, psicolo-gi, in collaborazione con i genitori, hanno realizzato unpercorso educativo e di vita per dare una possibilità aigiovani di questi quartieri difficili, condannati altrimentiall’esclusione dal sistema di istruzione secondaria eall’emarginazione.

Nalon Barbara, Orientamento e riflessioni didattichenella scuola secondaria superiore, Cleup, Padova2010, pp. 174, Euro 14,00.Il testo approfondisce il significato dei percorsi di orien-tamento a scuola, sia per l’individuazione delle proprierisorse e responsabilizzazione degli alunni, sia nel pas-saggio dal sistema di istruzione a quello lavorativo. Ven-gono descritti modelli teorici (in particolare quello auto-biografico ispirato a Bruner) e proposti i risultati di unaricerca realizzata presso un istituto superiore, finalizzataalla valutazione dell’aiuto della scuola nelle scelte delfuturo degli allievi.

Wolf Notker, Rosanna Enrica, L’arte di dirigere lepersone, Dehoniane, Bologna 2010, pp. 203, Euro16,90.Partendo dalla sua esperienza di abate, l’autore spiegacome è possibile dirigere un gruppo di persone (unacomunità, monastica, un partito politico, una classescolastica, una famiglia) sperimentando un’autorità chenon è fine a se stessa, ma che è ”responsabilità, premu-ra, servizio”, cura al fine di accompagnare ad acquisireautonomia e libertà.

famigliaChiaravallotti Sonia, Spadaro Giuseppe, L’interessedel minore nella mediazione familiare, Giuffre’,Milano 2012, pp. 272, Euro 30,00.Il testo, alla luce della legge sull’affido condiviso, affron-ta le potenzialità e le applicazioni della mediazionefamiliare. L’approccio scelto dagli autori consiste nel-l’avvicinare mediazione e diritto, abbattendo le diffi-denze del mondo legale, e mostrare i vantaggi di questostrumento che ha come obiettivo il superamento dellaconflittualità dei coniugi nell’interesse del figlio.

Cosmo Maria Pia (a cura di), L’alchimia adottiva, LaMeridiana, Molfetta 2011, pp. 173, Euro 18,00.Un libro sull’adozione scritto da operatori che si occupa-no di adozione e che, attingendo alla loro esperienzaprofessionale, descrivono le diverse fasi e vissuti emotividell’iter adottivo. Viene analizzata la componente dellasofferenza, con la quale i professionisti devono confron-tarsi (dei genitori in attesa, del bambino, la difficoltàdell’incontro) e sono proposte indicazionimetodologiche, soprattutto nel lavoro di gruppo, pertrasformarla in relazioni significative.

Graulich Markus, Pudumai Doss (a cura di), Minori efamiglia, Las, Roma 2012, pp. 141, Euro 9,00.Il volume presenta gli atti di un convegno organizzatodall’ Università Pontificia Salesiana di Roma sul tema deidiritti dei minori e della famiglia. I contributi si interroganosul ruolo dell’educazione per la promozione dei diritti

umani, sui diritti dei minori nella legislazione della Chiesacattolica, nel processo canonico e nel tribunale deiminori, sul dibattito sull’identità di genere e sui nuovi diritti(sessualità, procreazione).

Infrasca Roberto, Eclisse del padre, ScientificheMagi, Roma 2011, pp. 225, Euro 18,00.Roberta Infransca, psicologo e psicoterapeuta, presen-ta una particolare ma rigorosa analisi delle conseguen-ze individuali e sociali dovute alla nuova figura paterna,fatta non più di autorevolezza ma di amicalità. Parten-do dalla gravidanza fino allo sviluppo psichico del bam-bino, dimostra come l’eclissi del ruolo paterno possaprodurre l’indebolimento e confondere i principi e i ruolidei futuri adulti nella società.

Juul Jesper, I no per amare, Feltrinelli, Milano 2011,pp. 85, Euro 7,00.Il libro intende illustrare agli educandi quanto sia impor-tante, per la qualità delle relazioni più intime, impararel’arte di dire no ai propri figli; ciò dovrebbe esserela“fatto in buona coscienza e nella consapevolezza dioffrire ai bambini validi modelli di ruolo.

Sacchini Maria Elena, La camera vuota, Paoline,Milano 2012, pp. 120, Euro 12,50.Le pagine di diario raccolte in questo volume ripercorronole tappe della rinascita di una donna, cattolica, chedecide di abortire e sono il modo per “dar voce a chivoce non ha più”. . Il viaggio attraverso i sensi di colpa dichi pensava di poter porre fine alle sue difficoltà einvece si ritrova ad affrontare momenti di inferno e digrande sofferenza.

Stoppa Francesco, La restituzione, Feltrinelli, Milano2011, pp. 253, Euro 20,00.Il saggio propone una riflessione sulle difficoltà da partedell’attuale generazione di adulti di trasmettere il testi-mone alle generazioni future; un’incapacità di restitu-zione autentica che si riflette sulla condizione sociale epsichica dei giovani di oggi. Partendo dall’interpreta-zione psicoanalitica (trauma dell’infanzia, peccato deigenitori), si analizzano le conseguenze e i rischi di questoscenario: mancanza di senso della vita, della storia,mancanze di speranza del futuro.

Storri Domenico, Ecco le regole, San Paolo, CiniselloBalsamo 2011, pp. 94, Euro 8,00.Il testo spiega l’importanza di educare i figli al rispettodelle regole, in famiglia e nel gruppo. La regola infatti,agevola il momento della separazione madre-bambi-no; favorisce la formazione del Sé creativo; aiuta arafforzare il sentimento sociale, l’accettazione del pro-prio limite e riconoscimento dell’altro; insegna ad assu-mere un codice comune, offre sicurezza preservandocida ansie e paure, facilita l’autonomia.

handicapAA.VV., Dislessia e università, Erickson, Gardolo DiTrento 2010, pp. 163, Euro 18,00.La dislessia è un disturbo che accompagna lo studentein tutto il suo iter scolastico compreso quello universita-rio. I contributi raccolti in questo volume, danno vocealle esigenze degli universitari dislessici: si parte dallavalutazione dei percorsi di diagnosi e intervento perarrivare all’analisi delle diverse esperienze universitarie emostrare così tutte le opportunità e le risorse oggi a

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APPUNTI 19728MARZO-APRILE 2012

disposizione degli studenti universitari con problemi didislessia.

Carrella Domenico, Dislessia e riabilitazione, Liguori,Napoli 2011, pp. 241, Euro 19,99.Nel volume viene descritta un’innovativa tecnologiadidattica utilizzata per il trattamento integrato ocularedi soggetti dislessici in età evolutiva; si tratta del LeggioElettrico con leggio interattivo laser (e lenti prismatichepersonalizzate) per facilitare l’apprendimento della let-tura. Come spiegato dettagliatamente, questo stru-mento multimediale si è rilevato molto utile all’interno diriabilitazioni programmate e personalizzate.

Di Renzo M., Petrillo M.,Bianchi di Castelbianco F., Lepotenzialità intellettive nel bambino autistico,Scientifiche Magi, Roma 2011, pp. 93, Euro 15,00.Nel testo viene descritta la Leiter - R, un test per lavalutazione delle funzioni cognitive di bambini e adole-scenti, composto di batterie che misurano l’intelligenzafluida e le abilità non verbali (quindi anche nei casi dilimitate capacità comunicative). Nel caso di bambiniautistici, la somministrazione della Leiter R è uno stru-mento diagnostico importante per valutare lepotenzialità intellettive e individuare un percorsoterapeutico adeguato.

Lavacca Walter, La palla al piede, Ancora, Milano2011, pp. 112, Euro 11,00.“La Palla al piede. E’ così che mi chiamano i miei amici”.Walter Lavacca, “chiamato dolcemente alla luce conil forcipe”, è affetto da tetra paresi spastica, che gliimpedisce di camminare, di scrivere, di guidare e diparlare correttamente. In questo libro ripercorre le tap-pe della sua malattia e della sua vita, le lotte contro lebarriere architettoniche, le sue amicizie e le se delusioni.

Marnati Luisa, Manuale di Pet Therapy, Xenia, Milano2011, pp. 252, Euro 16,00.“La pet therapy è una co-terapia che si affianca eintegra un trattamento terapeutico in ambito psicologi-co, sanitario e socioassistenziale”; il mediatore animalecontribuisce a promuovere benessere nel paziente, fa-vorendo la relazione, la comunicazione e l’autostima.Nel volume dopo una parte introduttiva, vengono de-scritte le diverse tipologie di animali impiegati (cane,gatti, i piccoli animali, il furetto, il cavallo, l’asino), eanalizzati gli ambiti di intervento e raccontati progetti.

Ramaglia Giovanna, I disturbi dello sviluppo,Carocci, Roma 2011, pp. 144, Euro 10,50.Il testo, partendo dalle tappe dello svilupponeuropsichico, arriva ad analizzare le psicopatologieemergenti durante l’età evolutiva e adolescenziale.L’autrice si sofferma sui seguenti disturbi: della regolazione(sonno, alimentazione e controllo sfinterico), dell’ansia edepressione, del comportamento dirompente e del-l’aggressività, del ritardo mentale, dell’autismo, dellapsicosi, del linguaggio e dell’apprendimento ed infinedel comportamento alimentare.

immigrazioneAA.VV., Immigrazione dossier statistico 2011, Idos,Roma 2011, pp. 511, Euro 20,00.Il dossier apre questo anno con l’evento che ha toccatoil Mediterraneo, in particolare il grido del Nord Africa ele modifiche dei flussi migratori. Lo studio è

contestualizzato allo sfondo europeo e internazionaleper poi approfondire quello italiano, regione per regio-ne. Si pone l’attenzione ai reali processi di integrazionenella società e nel lavoro in un momento di crisi econo-mica. Infine un inserto sul funzionamento attuale delSistema di protezione per i rifugiati.

Faiella Francesco, Mantovan Claudia (a cura di), Ilghetto disperso, Cleup, Padova 2011, pp. 321, Euro20,00.Il volume presenta i risultati di uno studio sul fenomenodella creazione di ghetti abitativi su base etnica, dovesi concentrano le minoranze e sono oggetto di segrega-zione e stigma sociale. Vengono descritte le politichesociali (nel contesto americano, europeo ed italiano)finalizzate alla trasformazione, con il trasferimento deimigranti in altri alloggi e l’accompagnamento nell’ac-cesso dei servizi e della rete urbana.

Farinelli Fiorella, Pettenello Roberto (a cura di),Italiano per stranieri immigrati, Ediesse, Roma 2011,pp. 145, Euro 10,00.Il governo italiano ha introdotto l’obbligo per gli stranieriche richiedono il permesso di soggiorno di lunga duratacertificare la loro conoscenza linguistica e culturale dibase. Ma questa norma, non è stata accompagnateda interventi necessari (formazione insegnanti, offertaaccessibile e gratuita di corsi.) diventando, come vienedenunciato nel libro, strumento di controllo e non diintegrazione; vengono offerte indicazioni operative peraffrontare e superare il test.

Losco Vanda (a cura di), Le mie lingue, Junior,Azzano San Paolo 2011, pp. 152, Euro 18,00.Il testo spiega l’importanza di valorizzare il plurilinguismoe bilinguismo degli alunni immigrati; un valore non solopedagogico ma anche culturale, uno strumento diintegrazione e reciproco arricchimento. Vengono spie-gate modalità ed obiettivi di percorsi didattici per pro-muovere la conoscenza della lingua nativa dei bambinistranieri nella classi; in allegato un cd che raccogliedocumenti e laboratori realizzati nel progetto “Le mielingue”.

Stancanelli Bianca, La vergogna e la fortuna, Marsilio,Venezia 2011, pp. 349, Euro 19,00.Parlare dei Rom, partendo dall’ascolto delle loro storie;questo l’obiettivo del volume, che dando voce a zingari(di origine slava, rumena ed italiana), ci fa conoscereuomini e donne che sono molto lontani dagli stereotipie mistificazioni che purtroppo sono legati a questo po-polo. Non solo povertà e baraccopoli, ma anche dedi-zione al lavoro, all’arte, impegno nel volontariato, evoglia di farsi conoscere prima di essere giudicati.

internazionaleBuruma Ian, Domare gli dei, Laterza & Figli, Roma2011, pp. 138, Euro 15,00.Alexis De Toqueville nel XIX sec. si chiedeva cosa riuscis-se a tenere unite le società democratiche, se fosserosufficienti i principi dello Stato di diritto o fossero neces-sari anche altri valori comuni e un’etica condivisa espressinella religione. Può la religione condizionare le sceltepolitiche e in caso affermativo come avviene? L’autoredel libro mette a confronto Europa Occidentale e StatiUniti e Cina e Giappone.

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APPUNTI 19729MARZO-APRILE 2012

J Tejpal Tarun, La storia dei miei assassini, Garzanti,Milano 2011, pp. 468, Euro 11,90.Il protagonista di questo racconto è Tarun Tejpal, giorna-lista indiano che ha condotto una serie di inchiestedenunciando meccanismi di corruzione e potere e dopoessere sfuggito ad un attentato, viene messo sotto scor-ta, mentre inizia il processo contro i suoi presunti assassini.In questo romanzo, che coniuga narrazione letteraria egiornalismo, ci svela contraddizioni e ingiustizie della suaterra, l’India.

Ovadia Moni, Il popolo dell’esilio, Riuniti, Roma 2011,pp. 217, Euro 18,00.La questione mediorientale, il conflitto israeliano -palestinese è argomento complesso, divenuto da en-trambi le parti in causa rivendicazione legittima di unaterra contesa, nelle tragiche espressioni di terrorismonazionalistico. In questo libro l’ebreo sefardita MoniOvadia si schiera dalla parte dei palestinesi.

Rolla Giancarlo (a cura di), Il sistema europeo diprotezione dei diritti fondamentali e i rapporti tra legiurisdizioni, Giuffre’, Milano 2010, pp. 419, Euro 43,00.La prima parte del libro delinea i tratti fondamentali delsistema europeo di protezione dei diritti in chiave com-parativa e con riguardo all’influenza delle Carte inter-nazionali. La seconda parte presenta l’esperienza dialcuni ordinamenti nazionali, evidenziando i modi se-condo cui si utilizza la Convenzione europea e la giuri-sprudenza delle Corti europee nell’ambito delle giurisdi-zioni nazionali.

Ugolini Roberto, Via dello stupore, Pardes Edizioni,Bologna 2011, pp. 216, Euro 13,00.La storia di Roberto Ugolini e della sua famiglia, partiti piùdi dieci anni dall’Italia, per andare in Turchia, nella parteorientale del paese, al confine con l’Iran; in questoterritorio povero e montuoso, vengono accolti con ospi-talità dalla popolazione locale, musulmana. Danno vitaad una scuola per insegnare inglese, imparano il turcoe il Kurdo, per entrare in contatto con le famiglie; unatestimonianza di amore e stupore per quel popolo, peril Vangelo, per la povertà.

minoriAA.VV., L’italia e il Brasile per il benesseredell’infanzia nelle adozioni internazionali, Istituto DegliInnocenti, Firenze 2011, pp. 327.Nel volume vengono pubblicati i risultati di un progettodi attività formativa realizzata in collaborazione tra Bra-sile ed Italia per affrontare nel modo migliore le proce-dure di adozione internazionale, considerando che ilpaese dell’America latina è uno dei più importanti pesidi origine dei bambini adottati in Italia. Stage di confron-to, condivisione e approfondimento tra operatori sutematiche giuridiche, pedagogiche, di accoglienza.

Bianchi Donata (a cura di), Ascoltare il minore,Carocci, Roma 2011, pp. 337, Euro 40,00.Cosa significa nella pratica quotidiana tutela di unminore, rispettando il diritti sancito dall’Onu nell’ascoltodel minore? Il testo si occupa proprio di questo partico-lare, approfondendo le pratiche e gli indirizzi di azione,i modelli operativi. In ambito giudiziario si confrontano gliapprocci, gli strumenti e i problemi aperti. Infine unospunto di autoanalisi agli operatori a rischio di bournout

in questo settore.

Boylan Jane, Dalrymple Jane, Cos’è l’advocacynella tutela minorile, Erickson, Gardolo Di Trento 2011,pp. 190, Euro 22,80.L’advocacy per i minori è una pratica professionale checonsiste nell’intervento di un operatore indipendentefinalizzato ad aiutare un minore ad esprimere le proprieopinioni nelle situazioni in cui è necessario prenderedecisioni relative alla sua vita. Il testo si propone comeun manuale operativo per imparare la praticadell’advocacy e fornisce altresì esemplificazioni con-crete.

Castelli Cristina, Resilienza e creatività, Angeli, Milano2011, pp. 234, Euro 27,50.In contesti di disagio e vulnerabilità soprattutto per ibambini, la creatività può essere un efficace strumentoper superare un trauma e viverlo come un occasione dicrescita. Il volume raccoglie studi teorici, ricerche, ap-plicazioni di assistenza e di aiuto e alcuni utili strumentiper intervenire e lavorare con i bambini in contesti divulnerabilità e di disagio, favorendo la resilienza.

Dalmasso Paola, La banda del mondo di sotto, Edt,Torino 2011, pp. 174, Euro 12,00.In Romania i bambini abbandonati sono costretti avivere nei cunicoli sotterranei della città, nella sporciziae in condizioni igieniche pessime. Ion e il suo cane Trigoufanno parte di una delle bande che vivono di furti edroga in questa “città sotterranea”. Il volume raccontala loro storia, la scomparsa misteriosa di due loro amici el’incontro determinante con il clown Miloud, impegnatoper il recupero dei bambini di strada.

Gallot - Lavallée Emmanuel, Che cosa è il clown?,Cartman, Torino 2011, pp. 62, Euro 7,00.Il clown come metafora della condizione dell’uomoche cerca di riscoprire l’arte dello stupore di “vedereattraverso le cose”, con un lavoro di conoscenza di sestesso che viene poi condiviso con il pubblico, con ibambini, ma anche con gli adulti che sono disposti aprendere le cose sul serio, ridendo. Appunti, immaginiper comprendere il valore di questa arte.

Garbarini Aldo, Nunnari M. Antonietta (a cura di), Idiritti delle bambine e dei bambini, Junior, AzzanoSan Paolo 2010, pp. 440, Euro 48,00.Il testo propone gli atti di un convegno nazionale realiz-zato a Torino sul tema dei diritti dell’infanzia: le riflessionisi concentrano sul ruolo dei servizi per l’infanzia per darericonoscimento ai diritti dei bambini e delle bambine epromuoverne l’individualità. Diritto alla cittadinanza, aisaperi, al gioco e alla creatività, all’ascolto, alla diversi-tà, ad una società solidale e multiculturale.

paceFasser Wolfgang, Tsela Tsoeu, Fraternità Di Romena,Pratovecchio 2011, pp. 125, Euro 12,00.Wolfang Fasser, fisioterapista non vedente, ci raccontai suoi viaggi in Sud Africa, nel Lesotho, dove ha dato vitaad un progetto per insegnare ad operatori locali tecni-che riabilitative per trattare disabili e pazienti. Nell’in-contro con la terra e con il popolo africani, l’autore hariscoperto l’armonia dei gesti di semplici, la gratuitàdelle relazione autentica, che ci racconta anche inquelle che definisce cartoline sonore, nel cd allegato.

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APPUNTI 19730MARZO-APRILE 2012

Latouche Serge, Harpages Didier, Il tempo delladecrescita, Eleuthera, Milano 2011, pp. 109, Euro10,00.Il sottotitolo del volume recita: introduzione alla frugalitàfelice, un invito a comprendere in che modo un diversomodello di sviluppo, sostenibile e basato sulla relazionepiuttosto che sul consumo, potrebbe permetterci divivere meglio. Per fare questo il filosofo ed economistaautore del saggio, parte dalla denuncia dei meccani-smi distorti di una società che inseguendo i miti dellaproduzione e accumulo dei beni crea incertezza edistruzione.

politiche socialiBertin Giovanni, Fazzi Luca, La governance dellepolitiche sociali in Italia, Carocci, Roma 2010, pp.270, Euro 24,60.La trasformazione dei sistemi di welfare, incrementandoil numero dei soggetti coinvolti nella programmazione enell’erogazione dei servizi e rendendo più complesse leloro relazioni, ha messo in crisi i tradizionali strumenti digoverno del he“sistema, basati soprattutto su rapporti ditipo gerarchico. Il volume presenta un quadro teoricoche permette di dare una lettura di trasformazioni epropone metodologie e strumenti operativi per il gover-no di questa nuova realtà.

Bulgheroni Cesare, Facco Lalla, La mediazione, SanPaolo, Cinisello Balsamo 2011, pp. 188, Euro 14,50.È entrata in vigore, attraverso il decreto legislativo 28 del2010, la disciplina della mediazione intesa come stru-mento alternativo alla via giudiziale volto a risolvere lecontroversie che possono veder coinvolti: coppie in viadi separazione, vicini di casa, scuola e genitori, medicoe paziente, aziende e lavoratori, consumatori e azien-de, ecc. Con questa pratica è possibile ristrutturaresituazioni conflittuali preservando i diritti e favorendo ilbenessere delle parti coinvolte.

Campedelli M., Carrozza P., Pepino L. (a cura di),Diritto di welfare, Il Mulino, Bologna 2010, pp. 616,Euro 42,00.Le trasformazioni del welfare a seguito della crisi econo-mica internazionale, producono immaginari sociali com-promettenti. Il manuale offre una panoramica sullo sta-to dei diritti sociali in Europa e sulle strategie di sostenibilitàdel welfare. La terza parte del volume si concentrasull’effettività dei diritti nella crisi attuale, la gestionedelle politiche e dei servizi territoriali per le fasce deboli.

Dovigo Fabio, Guida alla mediazione e allaconciliazione professionale, Carocci, Roma 2011, pp.199, Euro 16,00.In Italia è stata recentemente introdotta la mediazioneobbligatoria per diverse materie civili e commerciali: unmodo per giungere ad una composizione stragiudizialedelle controversie e soprattutto per permettere alle partidi riappropriarsi del conflitto e giungere ad una soluzio-ne con l’aiuto di un professionista. Questo è un manualeagile e che affronta il tema della mediazione nei suoiprincipali risvolti.

Zamagni Stefano (a cura di), Libro bianco sul terzosettore, Il Mulino, Bologna 2011, pp. 495, Euro 34,00.Il volume apre la riflessione ponendo il tema complessodell’identità del volontariato secondo due concezioni

emergenti: la prima che lo intende in supplenza alleistituzioni il secondo che gli pone un ruolo di promotoredi forze di cambiamento sociali. Il testo traccia lineecritiche di sviluppo sulla problematica della rappresen-tanza, sugli aspetti costituzionali e amministrativi delterzo settore inquadrandolo in un discorso socio-econo-mico attuale.

psichiatriaBadaracco Jorge Garcia, Narracci Andrea, Lapsicoanalisi multifamiliare in Italia, Antigone, TorinoTo 2011, pp. 213, Euro 27,00.Lo psichiatra e psicoanalista argentino Badaracco, hasperimentato interventi di psicoanalisi multifamiliare peril trattamento di pazienti gravi e psicotici, partendo dalpresupposto che devono essere curate anche leinterdipendenze patogene del nucleo familiare. Ven-gono descritte i presupposti teorici e le applicazioni diquesto modello di intervento nelle istituzioni residenziali,con la descrizione di terapie familiari.

Greenberg Gary, Storia segreta del male oscuro,Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 480, Euro 23,00.Il male oscuro è la depressione: vengono ricercate lecause della diffusione di questa malattia, in un’inchie-sta che si interroga sul ruolo dell’industria farmaceutica.Come evidenzia l’autore, psicoterapeuta che ha soffer-to di depressione, è necessario fare in modo, che ogniinfelicità sia raccontata, e che diventi momento dicrescita personale e collettiva, senza cedere alla tenta-zione di pensare che si tratta solo di un’alterazionebiochimica curabile con una compressa.

Hart Susan, Cervello attaccamento e personalità,Astrolabio, Roma 2011, pp. 332, Euro 32,00.Il testo analizza il ruolo dei legami di attaccamento nellaformazione della personalità dell’individuo, descriven-do le dinamiche biologiche, genetiche, culturali edambientali che si sviluppano nella definizione del com-portamento e della regolazione affettiva. La conoscen-za, pluridisciplinare, del funzionamento del cervello, delsistema nervoso e il modo in cui interagisce con gli stimoliambientali e sociali, è importante anche per il tratta-mento dei disturbi della personalità.

psicologiaBandiera Giulietta, La sindrome di Giuda, San Paolo,Cinisello Balsamo 2011, pp. 128, Euro 12,00.La depressione è una patologia che diminuisce il tonodell’umore, compromettendo il funzionamento, le abili-tà e la vita sociale di una persona: è quindi una patolo-gia che altera il modo in cui una persona pensa eimmagina se stessa. Attraverso la drammatica vicendadel tradimento di Giuda, considerato dall’autrice “figu-ra emblematica della malattia depressiva”, si cerca dicomprendere questo male che affligge la nostra socie-tà.

Cantaluppi Andrea, Lo specchio mi guarda, Ediesse,Roma 2011, pp. 135, Euro 15,00.Lo specchio come metafora e chiave di lettura deiracconti raccolti in questo volume; rispecchiamenti dise stesi, incontri con l’altro, deformazioni della propriaimmagine, rappresentazioni ed esplorazioni. Uncaleidoscopio di vicende, sogni, sensazioni che proprio

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APPUNTI 19731MARZO-APRILE 2012

attraverso e per mezzo dello specchio ci consentono diguardare oltre, e di guardarsi oltre, in una scrittura chediventa percorso interiore.

Cayce E., Bro H.H., Bro J.A., Le chiavi della crescitaindividuale, Mediterranee Edizioni, Roma 2011, pp.220, Euro 14,50.Il primo capitolo del libro si intitola: l’arte di crescereattraverso le crisi personali. Si spiega come superare lecrisi della vita, possa diventare un’occasione per svilup-pare un personalità più matura; vengono fornite indica-zioni pratiche ispirate al metodo di Cayce (tenere undiario, leggere biografi di miti, analizzare i sogni) perdiventare fautori del proprio cambiamento e canalizzarela propria energia interiore.

Delicati Francesco, U come umiltà, Cittadella, Assisi2011, pp. 127, Euro 10,00.Umiltà è parola portatrice di un significato e di un valoreche oggi risuona anacronistico. È, invece, risorsa di unatteggiamento più solidaristico in grado di guardare albene comune, al dialogo, all’ascolto, alla cura di sé edegli altri, antidoto contro il rampante e autodistruttivoindividualismo moderno.

Fizzotti Eugenio, La porta della felicità, D’EttorisEditori, Crotone 2011, pp. 130, Euro 13,90.L’autore, allievo e collaboratore di Viktor Frankl, illustra ilsignificato e il messaggio della logoterapia, che consi-dera l’essere umano nella sua dimensione spirituale enoetica. Un intervento psicoterapeutico che prevede ilcoinvolgimento del paziente, in una ricerca responsabi-le del compito che ognuno di noi è chiamato ad assol-vere per dare senso alla propria vita, aprendosi all’in-contro con se stesso e con gli altri.

Giacobbi Secondo, Peter e Wendy, Mimesis, Milano2011, pp. 239, Euro 18,00.Con il termine giovane adulto, si intende un soggetto trai 20 e 30 anni che pur appartenendo alla fasciadell’adultità non ha ancora raggiunto una maturazionepsico-sociale (non lavora, sta a casa con i genitori…).Anche la psicoterapia psicoanalitica ha dovuto definireparametri di valutazione e percorsi terapeutici adatti aquesta nuova tipologia di “oggetto clinico”, con carat-teristiche psicodinamiche specifiche; il volume descriveil setting nella terapia e casi clinici.

Leveni D.,lussetti M., Piacentini D., Ipocondria,Erickson, Gardolo Di Trento 2011, pp. 253, Euro 21,00.L’ipocondria è “una grave ansia per la salute” e lapersona che ne soffre ha paura ed è costantementepreoccupato di avere una malattia fisica. Nella primaparte è presente una descrizione della patologia,un’analisi dei sintomi, il protocollo di trattamento e unapresentazione del modello interpretativo cognitivodell’ipocondria. La seconda è un manuale per il pazien-te che soffre del disturbo, attraverso indicazioni, mate-riali ed esercizi pratici.

Lingiardi V., Amadei G., Caviglia G., De Bei F., Lasvolta relazionale, Cortina, Milano 2011, pp. 254, Euro26,00.Il volume indaga il ruolo del paradigma relazionale nellapsicoanalisi; nella prima parte vengono descritte lediversi fasi di definizione teorica ed interpretazione e gliapprocci terapeutici che prevedevano l’applicazionedel concetto. Nella seconda viene analizzata la diffusio-

ne del modello relazionale, nel contesto internazionaleed in Italia, e l’utilizzo nel lavoro con gli adolescenti.

Onfray Michel, Crepuscolo di un idolo, Ponte AlleGrazie, Milano 2011, pp. 482, Euro 22,00.Il filosofo francese Michel Onfray in questo volume de-nuncia quelle che considera mistificazioni e menzogneimputabili a Freud, ai suoi discepoli e alla clinicapsicoanalitica, arrivandola a considerare una falsa scien-za affabulatoria. Un testo che ha fatto discutere,infuocando l’ira dei seguaci del medico viennese, mache offre stimolanti spunti di confronto e riflessione.

Patrizi Patrizia, Psicologia della devianza e dellacriminalità, Carocci, Roma 2011, pp. 231, Euro 20,00.Una panoramica di studi sulla devianza di tipo criminalenei quali si concentra l’attenzione sulla valenza preven-tiva della giustizia di tipo riparativo. Il volume fornisce uninquadramento storico evolutivo delle risposte istituzio-nali alla criminalità, riflettendo in chiave critica su alcu-ne specifiche questioni quali il trattamento penitenziarioe la problematicità della reclusione e la rilevanza delleinnovazioni praticate nell’ambito della giustizia minorile.

Rosengren David B., Guida pratica al counselingmotivazionale, Erickson, Gardolo Di Trento 2011, pp.431, Euro 29,00.Un manuale dedicato a counselor e più in generale aoperatori delle relazioni d’aiuto. Un manuale pratico,didattico per lavorare da soli sulle problematiche che sipossono riscontrare nei colloqui d’aiuto, per valutare leproprie competenze, analizzare le crisi e guidare unbuon colloquio motivazionale attivando strategie co-municative.

Sartori Maria Gabriella, Dalla psicologia sociale aidiritti umani, Armando, Roma 2010, pp. 317, Euro28,00.L’autrice in questa raccolta di scritti sulla psicologiasociale, indaga i legami tra vita psichica e strutturasociale , salute mentale dell’individuo, memoria storicae diritti umani. Analizzando ed applicando concettiquali gruppo di lavoro operativo e supervisionepsicoanalitica, vengono proposte letturepsicodinamiche di fenomeni quali il lutto, la creatività, ildisagio psichico, il figlicidio, la tossicodipendenza, laprevenzione della devianza minorile.

sanitàBobbio Marco, Il malato immaginato, Einaudi, Torino2010, pp. 217, Euro 18,00.Una fotografia dei rischi della medicina oggi; da unaparte la pretesa che si trovi la risposta a qualsiasimalattia, dall’altra Il mercato dei farmaci crea illusioni,creando nuovi bisogni, curando e facendo esami an-che a quelli sani. E’ necessario un cambiamento nelmodo dei medici di fare i medici, dei pazienti di esserepazienti, riscoprendo il significato dell’umanizzazione eaccettando l’inevitabile certezza che l’essere umano èdestinato ad invecchiare e morire.

Tozzi Q., Caracci G., Labella B., Buone pratiche per lasicurezza in sanità, Il Pensiero Scientifico, Roma 2011,pp. 138, Euro 19,00.Nel volume vengono fornite indicazioni metodologicheper la condivisione di buone prassi per la sicurezza nelcontesto sanitario; manuale pratico per il trasferimento

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APPUNTI 19732MARZO-APRILE 2012

di modelli organizzativi, con indicazione per la program-mazione, la valutazione, l’implementazione e ilmonitoraggio di interventi di gestione di risckmanagemente e sicurezza del paziente. Uno strumentoimportante di condivisione e collaborazione, finalizzatoal miglioramento della qualità dei servizi sanitari.

servizi socialiBressan Franco, Pedrazza Monica, Neve Elisabetta, Ilpercorso formativo dell’assistente sociale, Angeli,Milano 2012, pp. 313, Euro 32,00.Il volume intende offrire uno sguardo grandangolaresulla professione dell’assistente sociale, focalizzando gliaspetti legati al contesto lavorativo, al percorso formativoe motivazionale e mettendo in luce quelli meno esplo-rati della cultura, degli stili psicologici e cognitivi, delleemozioni, dell’autopercezione, del modo di stare den-tro la professione.

Codini E., Fossati A., Frego Luppi S. A., Manuale didiritto dei servizi sociali, Giappichelli, Torino 2011, pp.334, Euro 24,00.Un manuale di diritto dei servizi sociali che tratta i princi-pali profili della materia: l’evoluzione storica, le fonti e iprincipi. Nella seconda parte il focus è sulle categorie diintervento (famiglia, minori, studenti, anziani, disabili,tossicodipendenti, indigenti, stranieri, richiedenti asilo).L’ultima parte è dedicata ad alcuni approfondimenti,tra cui l’ISEE, la carta dei servizi, la privacy, il piano dizona.

Onorati M.G., Bednarz F., Comi G., Il professionistainterculturale, Carocci, Roma 2011, pp. 198, Euro20,00.Nella nostra società multiculturale, è di primaria impor-tanza per gli operatori sociali formarsi per saper dialoga-re con le differenze culturali degli utenti e dei nucleisociali. Nasce da questa constatazione la figura delprofessionista interculturale che lavora attraverso lega-mi sociali. Il testo ha un carattere didattico formativo eoffre strumenti di lavoro interculturali come diari, narra-zioni, progetti territoriali.

Rossi Paola, Sette paia di scarpe, Maggioli,Santarcangelo Di Romagna 2011, pp. 126, Euro14,00.Il libro espone la storia di una donna che ha partecipatoattivamente ai cambiamenti della società attraverso lasua dedizione all’esercizio della professione di assistentesociale e il suo essere donna. Nel ripercorrere la suastoria l’autrice coniuga anche quella che ha caratteriz-zato il servizio sociale in Italia.

societàAA.VV., Annuario statistico italiano 2011, Istat, Roma2011, pp. 874, Euro 50,00.L’annuario statistico 2011 propone dati aggiornati edinformazioni statistiche che fotografano la situazione delpaese dal punto di vista economico, delle politichesociali, demografico ed ambientale, del sistema sanita-rio. Si articola in 26 capitoli, strutturati in tavole, tabelle diconfronto tra le diverse regioni e con gli anni precedenti,schede bibliografiche ed indici analitici.

Cadoppi Alberto (a cura di), Laicità, valori e dirittopenale, Giuffre’, Milano 2010, pp. 232, Euro 25,00.Il volume raccoglie una serie di interventi e riflessioni(proposti durante un ciclo di seminari organizzati dal-l’università di Parma) sul tema del principio del danno edei limiti morali del diritto penale. Ispirandosi agli studidel filosofo americano Joel Feinberg si apre un confron-to sul rapporto fra morale e diritto penale, sulle questionidelle libertà personali ed etica pubblica.

Caliandro Christian, Sacco Pier Luigi, Italia reloaded,Il Mulino, Bologna 2011, pp. 146, Euro 13,50.Ripartire da innovazione, creatività e produzione cultu-rale è la ricetta che i due autori propongono in questolibro per uscire dalla stagnante situazione economica eculturale del nostro paese. La ricchezza del nostro patri-monio artistico è custodita in una teca ormai impolvera-ta; oggi è sempre più urgente ripartire da questo inesti-mabile tesoro per creare e produrre valori culturali daiquali far derivare anche una significativa ripresa econo-mica e imprenditoriale.

Magi Raffaello, Dentro la giustizia, L’ancora delMediterraneo, Napoli 2011, pp. 140, Euro 15,00.L’autore, magistrato presso il tribunale di S. Maria CapuaVetere, racconta la sua esperienza di giudice. Protago-nista di questo spaccato di recente storia giudiziarianapoletana è ovviamente la camorra e in particolare ilprocesso Spartacus contro il clan dei casalesi; una testi-monianza scritta nell’auspicio che la ricerca della veritàe le denunce delle ingiustizie non si limiti alle aule deltribunale, ma diventi prerogativa di ogni cittadino.

volontariatoAA.VV., Banca del tempo, Altreconomia, Milano2011, pp. 175, Euro 14,00.La banca del tempo è una delle più interessanti formedi solidarietà e creatività sociale degli ultimi anni; unarete di competenze, saperi, conoscenze, che basando-si sul principio di reciprocità e scambio, prevede l’utilizzodell’unità di misura tempo che viene accreditata oaddebitata. Il volume spiega come è nato questofenomeno, come e dove si è sviluppato e a partire dalletestimonianze, delinea possibili prospettive future.

Page 36: Che cosa è il clown? (Gallot-Lavallée) in Appunti sulle politiche sociali

Gruppo Solidarietà

Seminari di approfondimento

marzo – maggio 2012

Persone con disabilità. I diritti, i bisogni, le politiche, i servizi

II edizione

Obiettivi e contenuti. I contenuti e la partecipazione al ciclo dei seminari dello

scorso anno ci hanno spinto a proporne una seconda edizione, caratterizzata dalla

stessa modalità organizzativa, nella quale a partire da una riflessione più generale

sulle prospettive della integrazione, si affronteranno poi due aspetti specifici: il

ruolo di un servizio sociosanitario come il centro diurno e l’inserimento

lavorativo delle persone con disabilità intellettiva.

Inserimento, integrazione, inclusione Jesi, Venerdì 30 marzo 2012, ore 9.00-13.00 Si confrontano Andrea Canevaro, Docente di pedagogia; Università di Bologna, sede di Rimini

Fabio Ferrucci, Docente di sociologia, Università del Molise

Centri diurni: Luoghi di separazione o di inclusione? Jesi, Venerdì, 20 aprile 2012, ore 9.00-13.00

Si confrontano Mauro Burlina, Psicologo, responsabile ufficio disabilità, Ulls 6, Vicenza

Mario Paolini, Pedagogista, formatore, Treviso

Lavoro e disabilità intellettiva. E’ così difficile? Jesi, Venerdì, 25 maggio 2012, ore 9.00-13.00

Si confrontano Enrico Verdozzi, Responsabile Servizio integrazione lavorativa (Sil), Ussl

Belluno

Carlo Lepri, Psicologo, Centro studi integrazione lavorativa, Asl 3 Genova

Ogni seminario sarà coordinato e introdotto dal Gruppo Solidarietà

Con il patrocinio di: Regione Marche, Provincia di Ancona, Ambito territoriale sociale 9 Jesi

Per informazioni: Gruppo Solidarietà, Via Fornace, 23 - 60030 Moie di Maiolati S.

(AN) - Tel. e Fax 0731 703327 - e-mail: [email protected] - www.grusol.it