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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 6 febbraio 2013

Pagina I

INNOVAZIONE E RICERCA

A Genova in tre anni l'idea diventa impresaSole 24 Ore 06/02/13 P. 36 Raoul De Forcade 1

SEMPLIFICAZIONI

P.a., le informazioni in chiaroItalia Oggi 06/02/13 P. 29 Valerio Stroppa 5

ENERGIA

Impianti eolici, la Cina galoppaItalia Oggi 06/02/13 P. 15 6

INNOVAZIONE E RICERCA

Pochi, bravi e dimenticati Sono gli scienziati d'ItaliaStampa - Tutto Scienze 06/02/13 P. I Massimiliano Bucchi 7

ENERGIA

L'Autorità individua 25 opere strategicheSole 24 Ore 06/02/13 P. 38 9

MERCATO DELLE COSTRUZIONI

Roma, immobiliare verso il recuperoSole 24 Ore 06/02/13 P. 43 Massimo Frontera 10

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A Genova in tre annil'idea diventa impresaL'Iit spazia dalla robotica alle nanostrutture, con 169 brevettiCingolani: «Sguardo obbligato alle applicazioni produttive»

Raoul de ForcadeGENOVA

::. Laricercascientificaetecnologica èl'obiétti-vo primario. Ma subito dopo viene la volontà diapplicare invenzioni e brevetti all'industria. Pun-tando anche sulla creazione di start-up. Caratteri-stiche che rendono l'Iit, l'Istituto italiano ditecno-logia di Genova, un centro di particolare interes-se nel campo del technologytransfer. A s ottoline-árloèRoberto Cingolani, direttore scientifico del-la struttura. «Ciò che noi facciamo - afferma -può essereuno deivolani diundistretto industria-le. Del resto, l'istituto dipende dal Mef (ministerodell'Economia e finanza, ndr) e non dal Miur(Istruzione, università e ricerca, ndr). Non è uncaso: il motivo è che deve guardare molto al siste-ma produttivo. Nel ventunesimo secolo, peral-tro, non è pensabile fare ricerca tecnologica sen-za-avere un occhio di riguardo a quello che ci sipuò fare dopo».

Istituito da Mef e Miur e operativo dalla finedel2005,l'Iitèunafondazione che ha sede aGeno-va(aMorego) e conta suunarete nazionale didie-ci centricreatiinsinergia con istituzioni scientifi-che e accademiche del Paese, a Torino, Milano,Trento, Parma, Roma, Pisa, Napoli, Lecce. Com-plessivamente Nell'Iit lavorano 1.140 persone,provenienti da 38 Paesi di quasi tutti i continenti,con un'età media di 34 anni. I141%re dei ricercatoriproviene dall'estero: per il 24% sono stranieri eperil17%italiani rientrati. Gli studenti didottora-to in formazione nei laboratori di lit sono circa300. La produzione dell'istituto vanta quasi3milapubblicazioni e 104 invenzioni da cui scaturisco-no 169 brevetti Nella sede di Genova, in particol a-re, collaborano dipartimenti di robotica (all'inter-no dei quali è stato realizzato, tra l'altro, il robotumanoide iCub), dipartimentiorientati alle scien-ze della vita e facility di nanochimica, nanofisicae nanostrutture. Il piano scientifico, varato per ilperiodo2o12-2o14, disegnaunpercorso disvilup-po degli studi che va dalla chimica, con la quale sicostruisconomaterialinuovi,persabrefino ador-ganismi complessi e umani. Secondo il principioche ciascuna entità prototipo, dall'anticorpoall'uomo, ha un suo equivalente artificiale, cheviene sintetizzato o assemblato grazie alla siner-gia di differenti tecnologie.

«Perché un centro come il nostro diventi unvolano importante -prosegue Cingolani - ci vo-gliono anni Il Mit (Massachusetts institute of te-chnology) lo è diventatoperpercentuale diPilim-portante, maè li daben15o anni. È anchevero,pe-rò, che, quando il meccanismo si innesta, poi lacrescita avviene con una curva esponenziale. In

ogni caso, dalmomento incuituhaiuno scienzia-to che sviluppaun'idea interessante, per arrivarealla sua pubblicazione passano circa 24 mesi. Poicivogliono altril2mesiperchévenga presa incon-siderazione. Eanche p er ibrevettisiragiona in ter-mini di anni. Noi siamo partiti nel 2005 ma è dal2009 che stiamo marciando apienoregime. Quel-la che abbiamo oggi è la first generation dei risul-tati, che oggettivamente sono molto buoni, vistoche contiamo 169 brevetti».

Perarrivare altrasferimento tecnologico all'in-dustria, poi, continua Cingolani, «ci sono tre sce-nari di processo. Il primo parte da un brevettomoltoforte. Quando sihainmano quello, siposso-no avviare start-up; e all'Iit abbiamo cominciatoad avviarle.llnostro dovere, come istituto pubbli-co, è'appunto di aiutare i giovani a produrre pro-prietàintellettuali e favorire start-up per lo sfrut-tamento commerciale.Aigiovani, insomma, dob-biamo consentire di fare gli imprenditori ma an-che gli scienziati. Seunohaunabellaidea,failpia-no per produrla e all'est gli diamo la possibilità diutilizzare, con accordi ad hoc, i nostri laboratori.Entro tre anni, però, deve trovare un investitore.Perché se a quell'ide a non crede il mercato, tanto-meno può crederci l'tit. Se, però, il progetto nonvabene, quellapersonadeve anchepoterrientra-re e continuare a fare lo scienziato».

Il secondo scenario, dice Cingolani, «partesempre dal brevetto ed è il caso ideale in cuiun'azienda viene da te e ti chiede di vendergliuna licenza. Nessun istituto al mondo, però, rie-sce avivere di questo. Il terzo scenario, più mi-nimal ma più frequente e in grado di costruireun rapporto con le aziende, è quello che nascesoprattutto dall'eco che i media danno alle no-stre ricerche. Le imprese vengono date eti chie-dono, ad esempio: io produco carta e ho un de-terminato problema. Tu, con le tue tecnologiepuoi fare qualcosa?».

L'esempio non è casuale, perché recentemen-te una grande cartiera italiana, che si trova a do-ver gestire cartariciclata,hachiesto all'litunaso-luzione per gli agenti nocivi che quel tipo di pro-dotto rilascia. Nel cercare una soluzione, l'istitu-to genovese ha trovato un sistema che, oltre afareda barriera tra la carta e gli agenti nocivi, la rendeidrorepellente e molto più resistente allo strap-po. Insomma, una soluzione che potrebbe ancheportare ad applicazioni nel campo dell'abbiglia-mento o degli imballaggi speciali.

«Ovviamente-aggiunge Cingolani-spesso è

l'Iit a cercare le aziende per spiegare loro cosapossiamo offrire. Insomma, dobbiamo trovareun punto d'incontro: noi magari abbiamo fattouna ricerca e dobbiamo capire cosa vuoleun'azienda e l'impresa deve capire che non puòavere subito quel chevuole. Di solito mettiamo apunto una road map, per il progetto, che dura dai6 mesi aun anno. Questa fase, ovviamente, ha deicostiperl'azienda,pari alla copertura delle spesevive che sosteniamo. Se questa fase ha successo,partono quelle successive o magariunlaborato-rio congiunto; come è successo con i progettiche abbiamo con Nikon e Leica». E da queste col-laborazioni sono nati anche novità comeil tessu-to cachemire, per la Zegna, trattato in modo darespingere le macchie, senza che ne sia intaccatala morbidezza; la suola per la Vibram, in grado direcuperare l'energia creata camminando e tra-sformarla in unsistema di trasmissione per il cel-lulare o di riscaldamento per la scarpa; lapellico-la fotovoltaica, sviluppata con la Omet di Lecco,che può essere stampata su rotativa, come un fo-glio dicartae applicata,per esempio, sutendopo-li o coperture d'impalcature, per fornire energia.

«Nel 2012 - conclude Cingolani - abbiamospeso, peri brevetti, circa45omila euro. Però ab-biamo introitato un ritorno, in progetti, pari a4,5 milioni. I fondi che ci arrivano dallo Stato ita-liano sono pari a circa loo milioni. Mentre ilfund raising, fatto su progetti Ue già vinti, am-monta a 6o milioni».

® RIPRODUZIONE RISERVATA

Innovazione e ricerca Pagina 1

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Gli addetti sono L140 provenientida 38 Paesi con età media di 34 anni1117% sono cervelli italiani rientratiNel 2012 introitato un ritornodi 4,5 milioni sui progetti realizzati

D ELµl TEA

La spugna intelligenteche respinge l'acquae assorbe il petrolio

Assorbire, con una spugna,l'inquinamento provocato inmare dalpetrolio.Sembraunasoluzione dafumettie invece sipuò fare. Lo ha dimostrato l'lit, icuiricercatori,grazie all'utilizzo dinanotecnologie, sonoriusciti a ideare una spugna, manovrabile concampi magnetici, capace di assorbire gli oli,versatisi in seguito a incidenti navali oindustriali, separandoli dall'acqua e fornendoc osì una soluzione nuova al problemadell'inquinamento idrico. Il materiale è statoideato dal gruppo Smart materials, coordinatodaAthanassiaAthanassiou, al CenterforbiomolecularNanotechnologies (Cbn)dell'Istituto italiano ditecnologiapressol'università dèl Salento, a Lecce. Lanuovaspugna è realizzata con materiali economici eprocessi nanotecnologici facilmenteriproducibili su scala industriale. Il materialedibase è, infatti, la schiuma dipoliuretano,comunemente usato per il confezionamentodegli ìmballaggì e p er l'isolamento termico, ilquale è trattato con nanoparticelle di ossido diferro e diTeflon, che glipermettono diacquisireproprietàmagnetiche nonché direspingere l'acqua e assorbire oli.

R.d.F.0 RIPRODUZIONE RISERVATA

IL RATINGDEL SOLE

It punteggioAttraverso una griglia di 8vadabili ciascun polotecnologicoè definito nei suoi pu nti di forza e di debolezza. Nel casodell'Iiit di Genova spiccano il rapporto tra imprese e ricerca, IL GIUDIZIOl'internazionalizzazione e la capacità brevettuale.

I

0

RAPPORTO IMPRESE-RICERCA CAPACITÀ DI FARE RETEStadiiventandopositivo esempre più, L'ut dispone di un networktra Genova estretto. Anche perché l'ut offre la possibilità altre città, ma le possibilità di fare rete ealleaziende di utilizzare i suoi laboratori sinergie sarebbero decisamente più alte.

ALTA

INTERNAZIONALIZZAZIONELa propensione è naturale. Nell'Iit lavorano1.140 persone e il 41% dei ricercatori arrivadall'estero (da 38 Paesi diversi)

BASSA

2CAPACITÀ DI ACCEDERE AI FONDIL'Iit ha più difficoltà nel reperimeñtodi fondi nazionali che internazionali. Eilfund raising è limitato dalla crisi in atto.

BUONA SCARSA

, 3CAPACITÀ DI REGISTRARE BREVETTI GRADO DI APERTURAt in continua crescita. la produzione lìt Operativo dà soli cinque annim l'ut, devevanta 3mila pubblicazioni e 104 invenzioni ancora modularei suoi interventi soprattuttoda cui scaturiscono 169 brevetti. nelcampo della comunicazione.

DISCRETA INSUFFICIENTE

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L'Istituto í °ano di tecnologiaTra le collaborazioni quella con Zegna per il cachemire antimacchiee con Vibram per la suola che sprigiona energia e carica il cellulare

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uumm ! , mauimii

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Il robot umanoide . Si chiama ICub ed è prodotto nei láboratori dell'Iit di Genova: è dotato di 53motori che ne controllano i movimenti. E destinato a università e istituti di ricerca nel mondo

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Ilcaso. Applicazioni

La meccanicadel robot nascedalla partnershipcon i privati

- A untare sulla tecnologia e, in- particolare, sulla robotica con- l'obiettivo di creare, entro un

biennio, due società spin-off. Entrambegrazie alla collaborazione con l'Iit. È ilpercorso avviato dal gruppo genoveseIpa Industries, guidato da Gian FedericoVivado e David Corsini. La compagineraggruppa due distinte realtà: Btp Tecno(fatturato di u5 milioni l'anno, chediventano 130 se si aggregano i ricavi di-alcune società partecipate), specializzatain telecomunicazioni e medicale eTelerobot (fatturato 30 milioni),impegnata nella progettazione ecostruzione di macchine e sistemi perl'automazione dei processi produttivi.

«Attraverso Btp -afferma Vivado -stiamo impegnandoci a fondo, conlit, nelcampo della fisioterapia e riabilitazionerobotica, in particolare quella di polso ebraccio e quella della caviglia. L'Iit haasviluppato la ricerca applicata e noiabbiamo finanziato un progetto di i8 mesilegato al prototipo che era stato costruitoconi fondi dell'Istituto. Il nostro 'obiettivo è ottimizzare i macchinari per ilmercato. Abbiamo individuato medici efisioterapisti per provarli e dare •indicazioni di miglioramento; abbiamofatto una ricerca per capire quali sono lereali necessità e, alla fine del percorso,che è arrivato a metà, creeremo unaspin-off perla produzione».

Il supporto robotico per polso ebraccio e la piattaforma perla cavigliaconsentiranno ai pazienti inriabilitazione di avere a disposizionemacchinari capace di assolvere atutti icompiti del fisioterapista e di

monitorare i progressi fatti. «Pensodice Vivado - che lacommercializzazione possa avvenire nelgiro di un anno, massimo i8 mesi».

Telerobot, invece, è impegnata inuno dei progetti più famosi dell'Iit: ilrobot umanoide iCub. «L'azienda -spiega Vivado - è tra i fornitori epartner dell'Istituto e siamo in grado direalizzare tutta la parte meccanicadell'umanoide: abbiamo già costruitoqualche decina di iCub. L'obiettivo,anche qui, è di creare una spin-off, nontanto per vendere-l'intero robot, che adoggi interessa solo a centri di ricerca,mala sua componentistica, che è moltotecnologica. Ad esempio, le braccia e lemani, che hanno raggiunto una finezzadi movimento finora impensabile,possono essere utilizzate, da sole, inambienti ostili. Interessante anche lapelle artificiale e i micromotori delrobot, che lavorano con una precisionee una forza finora sconosciute. Laproprietà intellettuale resterà all'Iit, manoi speriamo di poter arrivare acommercializzare la componentisticaentro il 2014».

R.O.® RIPRODUZIONE RISERVATA

I ricercatori dell'IitLo staff totale dell'Istituto genoveseè di 1.141 persone al 31 dicembre 2012

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La tras areriza della burocrazia è al centro del dpcrrc ira rigore dal 19febbraio

P.a . , le informazi40 0 0 40oni in chiaro

ogni atto l'elenco eli oneri prodotti o cancellati

DI VALERIO STROPPA

------ al 19 febbraio lasemplificazione degliadempimenti buro-cratici passa dalla

prevenzione. Ogni decreto,atto o provvedimento ammi-nistrativo degli organi cen-trali dello stato, in particola-re i ministeri, dovrà indicarefin da subito quali sono glioneri informativi a carico dicittadini e aziende prodotti exnovo o cancellati. E a vigila-re sulla trasparenza della p.a.saranno sia le associazioni dicategoria sia gli stessi citta-dini, che potranno presentarereclamo via e-mail contro lamancata o l'incompleta attua-zione del vincolo di chiarezza.È quanto prevede il dpcm n.252 del 14 novembre 2012,pubblicato sulla G. U. n. 29del 4 febbraio 2013 (si vedaItaliaOggi di ieri).

Il decreto dà attuazioneall'articolo 7 della legge n.180/2011, meglio nota comeStatuto delle imprese. All'attodell'emissione di un nuovo re-golamento o atto concessorio/autorizzatorio, le amministra-zioni centrali dello stato do-vranno informare i destinata-ri di tutti gli oneri informativiintrodotti o eliminati. Vale adire, precisa il dpcm, tuttiquegli adempimenti volti a

«raccogliere, elaborare, con-servare, produrre e trasmet-tere dati, notizie, comunica-zioni, relazioni, dichiarazioni,istanze e documenti alle p.a.».Un approccio nuovo, finaliz-zato a evitare sul nasceregli aggravi burocratici spes-so prodotti da norme scrittesenza tenere adeguatamenteconto degli effetti pratici chequeste potrebbero avere sullesingole imprese e cittadini. Ildpcm è stato emanato da pa-lazzo Chigi dopo un confrontocon le categorie produttive (inparticolare Cna, Confartigia-nato, Confcommercio e Con-findustria), le quali sarannochiamate a monitorare l'at-tuazione delle nuove dispo-sizioni. Il primo «tagliando»,operato in collaborazione conil Dipartimento della funzio-ne pubblica, sarà tra sei mesi.L'allegato al dpcm contienevere e proprie linee guida suicriteri per la pubblicazionedegli elenchi degli oneri in-trodotti ed eliminati, che do-vrà avvenire sia sul sito webdell'ente che emana l'atto siaal momento della pubblicazio-ne in G. U. Non solo: l'obbli-go di trasparenza abbracciaanche la fase preliminareall'approvazione, poiché glischemi degli atti ministeria-li trasmessi per il parere al

Consiglio di stato dovrannogià stabilire l'elenco deglioneri creati o cancellati. «Latrasparenza, la conoscenza ela certificazione del "quantocosta" per gli atti di leggeche coinvolgono i cittadini ele imprese, rappresentano unpiccolo ma significativo passoin avanti», commenta SergioSilvestrini, segretario ge-nerale Cna, «sarà sen-za dubbio un antidotoefficace per arginarela produzione a gettocontinuo di leggi, leg-gine e misure varie.Ci auguriamo che leistituzioni centrali co-mincino a riflettere pri-ma di mettere mano anuove disposi-zioni. Le

Sergio Si9vestrini (Cna): ora l'estensione agii enti loca

associazioni e i cittadini trasei mesi controlleranno emisureranno se le cose stan-no funzionando». Ai sensidell'articolo 3 del dpcm, ognip.a. dovrà indicare sul propriosito il nome e i riferimenti delresponsabile del trattamentodei reclami, che saranno tra-smessi per conoscenza anche

all'ispettorato dellaFunzione pubbli-

ca. L'auspiciodelle associa-zioni di catego-ria è che prestol'efficacia diqueste normepossa essereestesa pure agli

enti locali.@ Riproduzione

riservata-

Semplificazioni Pagina 5

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E il primo mercato mondiale nel 2012

Impianti eolici,la Cina gelo a

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anno scorso la Cinaè diventata il pri-mo mercato mon-diale dell'energia

eolica, con un terzo degliimpianti complessivamenteinstallati. I dati vengono daBloomberg New Energy Fi-nance. Le turbine costruitenegli ultimi dodici mesi nelpaese asiatico hanno totaliz-zato una capacità di 15.900megawatt, pari alla poten-za nominale di dieci reattorinucleari Epr di nuova gene-razione.

Con una potenza cumula-tiva di 61 mila Mw, il parcoeolico cinese è diventato laterza fonte di elettricità,alle spalle del carbone edell'idroelettrico. Nel 2012sono stati investiti circa 20miliardi di euro, con unaflessione del 12% rispettoall'anno precedente, ma gli

analisti sostengono che i co-sti di produzione sono dimi-nuiti, al punto che un dolla-ro investito ha finanziato il10% di megawatt in più.

Il piano quinquennale va-rato dal governo prevedel'avanzamento veloce in que-sto comparto, ma Bloombergevidenzia la manifesta debo-lezza del sistema: circa unquinto del parco eolico nonè ancora raccordato alla reteelettrica, quindi non produceenergia. Inoltre l'efficienzaè minore rispetto agli StatiUniti: l'eolico gira a pienoritmo per il 21,6% del tempodisponibile in Cina rispetto al30% della nazione americana.Resta il fatto che il colossoasiatico non se ne sta con lemani in mano, visto anchel'elevato inquinamento cheregna nelle grandi città.

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Energia Pagina 6

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Pochi, bravi e dimenticatiSono gli scienzíati d'Italia

MASSIMIANO BuccHI

UNIVERSITA; DI TRENTO

temi della ricerca e dei relativiinvestimenti, del rapporto trascienza, innovazione e svilup-po sono entrati stabilmente

_ nell'agenda politica e nella di-scussione pubblica. A parole tuttine riconoscono l'importanza; piùdifficile - com'è noto - è tradurre inpratica queste buone intenzioni. Lanuova edizione dell'«AnnuarioScienza e Società» di ObservaScience in Society, pubblicato da ilMulino a cura di Federico Neresini eAndrea Lorenzet, offre una prezio-sa occasione per fare il punto dellasituazione sulla base dei dati più ag-giornati.

Partiamo dai dati che più spessovengono citati per lamentare l'arre-tratezza del nostro Paese: la quotadi Pil dedicato a ricerca e sviluppo eil numero di ricercatori per mille oc-

Esce la nuova edizionedell'Annuario di Observa

Science in Society

conti, oltre che con i noti vincoli dispesa pubblica, con un tessuto pro-duttivo che per ragioni ben note (di-mensione delle imprese e culturaimprenditoriale) appare struttural-mente poco compatibile con rile-vanti investimenti umani e finanziariin ricerca. E' indubbio che sarebbeauspicabile avere più ricercatori, maservirebbe anche un contesto appro-priato per valorizzarli: altrimenti sirischia di ragionare come quel perso-naggio di Alan Ford che distribuivagioielli in un quartiere malfamato, il-ludendosi che questo bastasse a ele-varne il benessere.

Meno noti sono due dati sulla com-posizione del nostro personale di ri-cerca, ma che forse meriterebberomaggiore attenzione anche da partedelle istituzioni. Su tutto infatti si puòdiscutere, ma per presenza femmini-le e quota di docenti giovani le nostreuniversità risultano agli ultimi postiin Europa: poco più di una donna ognitre docenti (in Finlandia più di una sudue), mentre solo il 17% dei docentiuniversitari ha meno di 40 anni (il48% in Germania e il 60% in Turchia).

A fronte di questi dati sorprende

positivamente che i ricercatori italia-ni continuino a figurare in buona po-sizione per capacità di ottenere gliambìti finanziamenti dello EuropeanResearch Council, anche se va tenutoconto del fatto che per molti si trattadi una delle poche alternative alla ri-duzione di finanziamenti nazionali.

Interessante è vedere come questoquadro si rifletta sulle percezioni deicittadini rilevate dall'OsservatorioScienza Tecnologia e Società. Da unlato, infatti, sulla scienza convergonograndi aspettative da parte della so-cietà: dalla scienza ci si attendono so-luzioni a problemi pratici, benesseree sviluppo economico; restano in se-condo piano aspettative di naturaculturale e di risposta alle grandi do-mande dell'uomo. D'altra parte, sulpiano concreto, queste aspettative siscontrano talvolta con percezioni evalutazioni piuttosto critiche.

CONTI NUA A PAGINA I I I

Sempre più surclassatidalle performances

delle altre nazioni

cupati. In entrambi i casi qualcheminimo progresso c'è stato: tra il2010 e il 2012 la percentuale di ric-chezza nazionale dedicata a ricercae sviluppo è passata dall'1,l% al-l'1,3%; nello stesso periodo i ricerca-tori sono passati da 3,6 a 4,3 su milleoccupati. Il problema è che nellostesso periodo la «concorrenza» èstata tutt'altro che immobile: la Da-nimarca, tanto per fare un esempio,è passata dal 2,6% di investimenti al3,1%; la Corea dal 9,5 all'11,1.

Resta poi il fatto che in quasi tuttii Paesi in testa a queste «classifi-che» un ruolo rilevante sia giocatoda investimenti e ricercatori del set-tore privato (in Corea lavorano inazienda tre ricercatori su quattro, ildoppio che da noi!). Insomma, la li-tania sul ritardo italiano deve fare i

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E tra cittadini non mancanoì dubbí e glì stereotìpì

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Innovazione e ricerca Pagina 8

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Energia

L'Autoritàindividua25 operestrategiche

ROMA

La grande rete elettricaad alta tensione batte la fiacca.E le Authority spronano Ter-na, il gestore indipendenteche oggipresenteràil suo nuo-vo piano di investimenti. Arri-va così l'affondo dell'Authori-ty p er l'energia, che ha selezio-nato 25 opere "strategiche", apartire dall'ansimante realiz-zazione del mega-elettrodot-to tra Sicilia e Calabria che do-vrebbeporre fine allasemi-au-tarchia elettrica dell'isola sul-la quale si sviluppano ineffi-cienze e sp eculazioni.ll mega-cavo tra Sorgente e Rizziconidovrà entrare in funzione - im-pone l'Authority - entro giu-gno 2oi5. E all'orizzonte do-vranno materializzarsi nelfrattempo le altre annose ope-re. Tra queste il rinforzo dellereti tra Foggia e Benevento e ilpotenziamento delleintercon-nessioni con l'estero.

D' ora in p oi l'Authority as si-cureràuna remunerazione ag-giuntiva solo alle opere princi-pali (2% rispetto al preceden-te 3%) escludendo dall'ulterio-re beneficio le opere accesso-rie. E il bonus scatterà solocon la piena realizzazione ditutti i lavori nei tempi ora pre-visti con precisione per ogniopera. Con una possibile dila-zione della "data obiettivo" so-lo nel caso «il ritardo sia dovu-to all'iter autorizzativo».

Ma a dare il la all'iniziativadell'Authority per l'energiaera stata nei giorni scorsi diret-tamente l'Antitrust, che va ol-tre: nel caso di inadempienzenon basta il taglio dei bonus.Servono - propone il Garanteper la concorrenza - vere eproprie penalizzazioni.

F.Re.® RIPRODUZIONE RISERVATA

Energia Pagina 9

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Cresme . I prezzi diventano più stabili

Roma, immobiliareverso il recupero-Massimo Frontera

Il mercato immobiliaredella Capitale vede la, lucein fonda al tunnel, con se-gnali di ripresa nella secon-da parte dell'anno.

Ad autorizzare l'ottimismoè l'ultimo studio del Cresme, ilcentro ricerche specializzatonelle costruzioni, che ieri è sta-to illustrato a Roma, nel corsodel convegno "Se la casa è undiritto..." organizzato dai co-struttori romani (Acer) conAnce Lazio e Ance nazionale.

Il primo indizio a favore è ladinamica del prezzo mediodelleabitazioni che, dopo uncalo del 25% tra il 2008 e oggi,«va arrestandosi quest'anno».

Ci sono anche motiviper at-tendersi un "rimbalzo" degliscambi, dopo la forte contra-zione registrata nel 2012.

C'è poi un terzo elementosegnalato dal Cresme: la di-sponibilità di reddito delle fa-miglie creata dall'estinzionedi mutui accesi nei due decen-ni precedenti. «Questa liquidi-tà - assicura Lorenzo Bellici-ni, amministratore delegatodel Çresme - dopo circa due-tre anni viene in largaparte ri-destinata alla casa, che restal'investimento preferito».Non si tratta di poco: a livellonazionale, i mutui che si estin-guono tra il 2008 e il 2015 met-teranno nelle tasche delle fa-miglie 9,8 miliardi di euro; esaranno 5,16 i miliardi "libera-ti" tra il 2o16 e 2021. Il mercatoedilizio e ebitativo della Capi-tale, in quanto prima piazzaimmobiliare d'Italia, potreb-be beneficiare di una consi-stente quota di tale liquidità.

L'altro significativo elemen-to positivo è la domanda abita-tiva, che resta forte e che anzicresce per il continuo incre-mento dipopolazione, sia aRo-ma sia nella provincia.

Nel periodo 2001-2ou il Cre-sme indica un aumento di12omila famiglie (stima pru-denziale rispetto al dato Istat,provvisorio, di 145mila unità).

In sintesi, stima il Cresme,

«le condizioni di base delmer-cato sono andate rapidamenteriequilibrando, e vi sono oggigli elementibase peruna dina-mica più positiva ai primi se-gni di inversione del ciclo eco-nomico recessivo». «Nella se-conda parte del 2013 - si leggesempre nello studio - si atten-de una ripresa contenuta dellecompravendite, che andràraf-forzandosi nel 2014».

A Roma non c'è nessunabol-laimmobiliare -havoluto riba-dire Eugenio Bátelli, presiden-te dei costruttori romani -. Ilcalo del mercato, congiuntura-le e ciclico, è iniziato a metà

LTTATILa domanda rimane altae l'estinzione dei mutuilibererà nei prossimi annirisorse frescheper nuovi acquisti.............................................................:..........

del decennio scorso ed entro il2oi3 ripartirà».

Insomma, il mercato immo-biliare romano è una molla ca-rica, bloccata solo dalla diffi-coltà di accesso al credito.

È per questo che l'Acer haproposto l'istituzione del"cer-tificato di risparmio casa" conlo scopo di rimettere in motoil sostegno delle famiglie.

Si tratta dello stesso tipo distrumento che a livello nazio-nale l'Ance, ha promosso esta mettendo a punto conAbi, Cassa depositi e prestitie ministero dello Sviluppoeconomico. «Siamo vicinissi-mi all'intesa, anche le banchesostengono che questo mec-canismo possa essere concre-tizzato», ha confermato ilpre-sidente dell'Ance, Paolo Buz-zetti, dopo l'anticipazione delSole 24 Ore (si veda articolosul numero del 3 febbraioscorso). Il progetto è di emet-tere covered bónd sottoscrit-ti da investitori istituzionali,apartire da Cdp.

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