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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 25 febbraio 2014

Pagina I

SICUREZZA SCOLASTICA

Per la sicurezza un piano straordinarioMessaggero 25/02/14 P. 8 Alessia Campione 1

EDILIZIA SCOLASTICA

Per il «piano scuole» modifica immediata al patto di stabilitàSole 24 Ore 25/02/14 P. 5 Giorgio Santilli 3

SERVIZI PROFESSIONALI

Hai il mal di denti? Vai al supermercatoMondo 28/02/14 P.58-59

4

STUDI PROFESSIONALI

Studi, mobilità senza incentiviItalia Oggi 25/02/14 P. 29 Daniele Cirioli 6

EXPO

Expo, tensione sulle vie d'acquaSole 24 Ore 25/02/14 P. 46 Sara Monaci 7

DEBITI PA

Debiti Pa Dalla Cdp fondi per 25 miliardiMessaggero 25/02/14 P. 7 8

TAR

Una riforma «strutturale» per i TarSole 24 Ore 25/02/14 P. 8 Donatella Stasio 10

UNIVERSITÀ TELEMATICHE

Ricercatore, fatti più in làMondo 28/02/14 P.60-61

11

ENERGIA

L'elettricità del futuro?Proprio come la voleva EdisonStampa - Tuttogreen 25/02/14 P. II Marco Magrini 13

Un 2013 orribile per gli investimenti nelle rinnovabiliStampa - Tuttogreen 25/02/14 P. III 16

EDILIZIA ECOSOSTENIBILE

Economica, chic e profumata Così la casa di legno va alla conquista dei mercatiStampa - Tuttogreen 25/02/14 P. III Francesco Grignetti 17

INNOVAZIONE E RICERCA

Rivoluzione "Greenrail" Se l'energia pulita passa sotto un trenoStampa - Tuttogreen 25/02/14 P. IV Federico Guerrini 19

INGEGNERIA

Saipem fa il pieno di ordiniSole 24 Ore 25/02/14 P. 36 Celestina Dominelli 21

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Per la sicurezzaun piano straordinario

Il primo punto dell'agenda-Renzi: lettera Esenzione delle spese dal patto di stabilitàai sindaci per fare il punto sulle necessità interventi immediati da giugno a settembre

ROMA Esenzione dal patto di sta-bilità per l'edilizia scolastica.Matteo Renzi, nel suo discorso alSenato da premier incaricato, hasubito indicato la scuola comepriorità, e come procedere persbloccare delle risorse. «Ci sonofior di studi che dicono che unterritorio che investe sull'educa-zione cresce in maniera propor-zionale», ha ricordato. E il primopasso per ridare credibilità allascuola è quello di investire negliedifici. Investimenti che, ha det-to Renzi, «sono bloccati dal pattodi stabilità interno che su questopunto va cambiato subito». Nonci possono essere, ha insistito«delle norme che si occupanodella stabilità burocratica e nondella stabilità delle nostre scuo-le».

Investimenti erano già statiapprovati dal governo guidatoda Enrico Letta, prima con il DlFare e poi con il decreto Istruzio-ne. Ma Renzi promette un'azio-ne più robusta. «Dal 15 giugno al15 settembre - ha preannunciato- dovremo fare un piano per in-tervenire in modo concreto epuntuale sull'edilizia scolasticaun programma nell'ordine deimiliardi di euro». Sulla scuola, elo hanno notato tutti (Nichi Ven-dola, leader di Sel, ha detto che èl'unica cosa che ha apprezzatodel suo discorso) Renzi si è sof-fermato più che sugli altri temi,parlando anche di «restituire ilvalore sociale agli insegnanti»,per il loro «compito struggente»e per il rispetto che si deve «a chiva quotidianamente nelle nostreclassi». Ha parlato anche di asilinido, collegandone i problemi alprimato italiano nella disoccupa-zione femminile. Ma sull'edilizia

ha voluto dare il segnale di mas-sima urgenza, promettendo discrivere già oggi una lettera «aicolleghi sindaci, 8 mila, e ai pre-sidenti delle province sopravvis-

suti» per fare un punto sulla si-tuazione.

EMERGENZA NAZIONALELa sicurezza degli edifici scola-stici è ormai considerataun'emergenza nazionale (la defi-nizione è del sostituto procurato-re di Torino Raffaele Guariniel-lo). L'ultima fotografia è firmataLegambiente: più di un istitutosu 3 ha necessità di interventi ur-genti, il 40% sono privi del certifi-cato di agibilità, il 60% non ha ilcertificato di prevenzione an-ti-incendio. Il rapporto di Legam-biente (Ecosistema scuola 2013)ha preso in esame 5.301 edificiscolastici di competenza dei co-muni capoluoghi di provincia. Il62% ha almeno quarant'anni. Esolo in una scuola su 5 è stato ef-fettuato il test di vulnerabilità arischio sismico. Anche i dati mi-nisteriali (che però sono di dueanni fa) parlano di scuole vec-chie: il 4% sono state costruiteprima del 1900, il 44% in un peri-odo che va dal 1961 al 1980. Citta-dinanzattiva ha già denunciatoche ci sono lesioni strutturali suuna scuola su 10, muffe e infiltra-zioni su 1 su 4.

Quella delle risorse per la mes-sa in sicurezza delle scuole èun'affannosa ricerca. Il governoLetta ha previsto uno stanzia-mento complessivo di oltre unmiliardo. Un primo passo. Dopoil crollo del liceo Rivoli (vicinoTorino, nel 2008, morì un ragaz-zo di 17 anni), l'allora responsabi-

le della Protezione civile, GuidoBertolaso, stimò che ne sarebbe-ro serviti circa 13 di miliardi dieuro. Ma una stima effettiva nonc'è. Manca l'Anagrafe. Istituitanel 1996 dopo 17 anni non è anco-ra terminata. Nelle scorse setti-mane è però stato siglato tra Sta-to e Regioni il Sistema nazionaledelle anagrafi dell'edilizia scola-stica. Tanta fatica solo per co-minciare.

Alessia Campione

Matteo Renzi ha citato RenzoPiano che ha parlato di«rammendare le periferie»

Sicurezza scolastica Pagina 1

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La fotografNa Rapporto Ecosistema Scuola 2013 di Legamhienie---------------------------

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Sicurezza scolastica Pagina 2

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Edílízía. Al via anche il dissesto idrogeologico

Per il «piano scuole»modifica immediataal patto di stabilità

GiorgioSantilliROMA..

Matteo Renzi conferma divoler puntare sulla centralità del-la scuola («coinvolgere gli inse-gnanti dal basso per ogni proces-so di riforma») e sulle scuole an-che per far ripartire l'edilizia, ga-rantendo al tempo stesso la sicu-rezza dei nostri figli. Il premier hadato ieri cinque indicazioni preci-se e operative sul piano che è pron-to a lanciare. La prima novità - lapiù importante an che sotto Il pro-filo politico generale e di rappor-to con l'Unione europea - è cheper far funzionare il piano di edili-zia scolastica «va cambiato subi-to il patto di stabilità interno».

Dopo anni di rimpalli e caute-le, l'assalto esplicito al patto chein altre occasioni aveva definito,da sindaco, «sciocco», segna unasvolta netta. «Come si può pensa-re - ha detto Renzi - che il Comu-ne, la Provincia abbiano compe-tenza sull'edilizia scolastica sen-za però avere la possibilità dispendere soldi che sono lìblocca-ti perché esistono norme che sipreoccupano della stabilità buro-cratica ma non si rendono contodella stabilità delle aule in cui vari-no a studiare i nostri figli?».

Le altre novità non sono dame-no, quanto a decisionismo opera-tivo (sempre che, ovviamente,agli impegni seguano le decisio-ni). La seconda è che si tratta diun «programma straordinario» e

questo significa probabilmenteche le procedure saranno fuoridell'ordinario per aggirare soprat-tutto sovrapposizioni burocrati-che e mancanza di coordinamen-to che in passato si sono verifica-te anche all'interno dell'Esecuti-vo,prima ancora che con Regionied enti locali. Non a caso anche ilGoverno Letta aveva stabilito uncoordinamento sull'edilizia sco-lastica a Palazzo Chigi senza cheper altro questo abbia portato al-lo sblocco delle opere.

La terza novità riguarda l'enti-tà del piano: sarà un piano di«qualche miliardo di euro e nondi qualche decina di milioni»,espressione non priva di ironiache certamente ha per bersaglioanche l'ultimo stanziamento dai5o milioni previsto dalla legge distabilità (per cui sono già arrivatiprogetti per oltre un miliardo).

Il quarto dettaglio operativo -un paletto temporale che è forsel'impegno concreto più netto epiù sfidante in termini di realizza-zione -è chele opere del program-ma saranno realizzate tutte fra il15 giugno e il i5 settembre, perio-do in cui le scuole sono chiuse edè più agevole svolge i lavori.

Il quinto dettaglio si potrebbedire di ordine procedurale, ma dàanche il senso temporale dell'ur-genza. «Domani - ha detto il pre-mier a palazzo Madama - scrive-rò una lettera ai miei colleghi sin-

daci, oltre 8mila,per chiederatut-ti loro e ai presidenti di provinciasopravvissuti di fare il punto del-la situazione sull'edilizia scolasti-ca». Renzi ha citato, per riferi-mento culturale, l'articolo del se-natore Renzo Piano sul Domeni-cale delSole24Ore (de126 genna-io scorso). Piano invitava a «ram-mendare le nostre periferie»,un'espressione «molto bella - hadetto Renzi - che dà il senso di ciòdi cui abbiamobisogno».

E a proposito di manutenzionedel territorio, Renzi si è spinto aimmaginare che una cura analo-ga a quella per l'edilizia scolasticadebba essere avviata anche per ildissesto idrogeologico. Qualcosache avvicina le idee di Renzi aquel piano delle piccole opere lan-ciato nelle settimane scorse an-che dai costruttori dell'Ance. Eproprio dall'Ance è arrivata unaprima valutazione positiva delleproposte del premier. «Se i puntielencati dal premier saranno tra-sformati rapidamente in provve-dimenti - ha detto il presidentedell'associazione, Paolo Buzzetti- saremo sulla buona strada». Ilri-ferimento di Buzzetti non va soloal programma di edilizia scolasti-ca, ma anche allavolontà di sbloc-care il pagamento di tutti i debitidellaPa, alle politiche di semplifi-cazione e alle misure contro lastretta creditizia.

V7 RA AN R RA A

Edilizia scolastica Pagina 3

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Come varia l'offerta di servizi sotto tutela , tra slanci e polemiche

Hai il mal di denti?Vai alQuasi tutte le poltrone sono occupate,

ma non siamo a teatro. Le poltrone,infatti, sono quelle del dentista diI.denticoop della Coop Adriatica. Da unmese l'impresa ha aperto uno studioodontoiatrico nel centro commerciale SanRuffillo di Bologna, raggiungendo in breveuna copertura degli interventi pari all'80%del potenziale, con 1.050 prenotazioni.U inaugurazione ha seguito quella a Imola,nel Centro Leonardo, dove la capacità dellostudio dentistico è ormai satura, con 3.800pazienti serviti in otto mesi. Ora,l'intenzione è di allargarsi prima inRomagna e nelle Marche, poi in Abruzzo eVeneto. Sono i frutti delle liberalizzazionidegli scorsi anni, che hanno consentitol'esercizio di professioni protette da Ordinianche in grandi aree commerciali.Ai propri soci, Legacoop consente aiutiamministrativi e fiscali, oltre che di mercatovisto il flusso di clientela senza paragoni.I.denticoop è stata costituita nel luglio 2012con nove partner (medici odontoiatri,odontotecnici, addetti alla direzione eall'acquisto), poi il nucleo si è allargato a 11soci (di cui cinque medici odontoiatri),mentre altri camici bianchi (nove in tutto),23 assistenti e otto igienisti sono statiassunti per dare loro manforte. Se i socisono tutti professionisti esperti, per il restosi tratta di giovani con partita Iva. La lororetribuzione è in funzione del lavoro svolto.Mettere in piedi una cooperativa non èdiverso dall'aprire uno studio privato:occorre un capitale iniziale di almeno circa150 mila euro, con attrezzature in leasing eaccesso al credito facilitato dai volumi dilavoro promessi. A San Ruffillo sono inclusiun pronto soccorso e una guardia medica.Racconta Gianni Tugnoli , presidente diI.denticoop: «Qui si può far carrieradiventando partner».

Odontoiatri , psicologi e farmacisti trovano lavoro in grandiaree commerciali . Guadagnano meno del resto del mercato,vendono a tariffe scontate e non si sentono di serie B

Otturare denti e ablare tartaro sembraconvenire anche ai clienti degli ipermercati.Dal dentista, i soci di Coop Adriaticaottengono uno sconto del 15 % sul prezzo dilistino, già in partenza inferiore del 10-15%rispetto alle tariffe di mercato . Il guadagno,dunque, si mette a segno con i grandivolumi. Infatti, si lavora a tempo pieno,aperti sette giorni su sette, fino alle ore 21.Certo, anche se competitivi , non sono i

prezzi promossi da altre formule. «Nonalmeno quelli dei Paesi dell'Est»,puntualizza Maurizio Rosaspina , che dellostudio di I.denticoop di San Ruffillo èdirettore sanitario, «ma riusciamocomunque a contrastare il trend del turismodentale». La Coop ospita al proprio internoanche i farmacisti, non raccolti incooperative ma dipendenti dei Punti salute,ovvero le parafarmacie degli ipermercati

Servizi professionali Pagina 4

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La reazione des verfioï delle categorie protette

Vade retro, giovane avvocato Iow cost1 proteasior;isti low cost celia gciC non l.iac:.iorr, naü C) ru;,,i Ir Associazione

di Eergan,o ha per esenlpb- tuon<ïto contro -. Ca.i-i per l'iniziatP, deliorier itatnerito lega;e a 5

euro di «mercifcazione c,e! diritto e svi!úvento profesaione . il urresider,te

Franco tJggetti ha detto: «I lon so e rovi voglio neppure sapere chi siano gli avvocati che si

prestano <,i taFe iniziativa. sar r i Ordine di appartenerUa. "Ve rìn isasse il;eciti discilrin<ìri. -.

provvedere». .A UggettJ nor r ieress.. neailche conoscere i l livelb.: o,ualitativo ce; p..reri torniti i n

un cJ l : • ° s t o Jor!nerclale. «Vlere da c 1r'ersl olle si `a a erirare: n c. r- lp ermercato : e:r

p_rare co! propri -i cat SA piede ry grr rr- nno anche i aent su col egn : ori rdio

privato pariano ci dcg istur:,i negli permercatí, i quali, con I -ttrattiva d- r -z7i

converYienti , convino.c abbero pazíer!i a una quantità ditrattameru non necessari. a _,osti

esorbitanti . Si paria ci —dogiel ie purar :nta cor rnerriali orientatc. a pririari_n cor e rrer_o ci

Ltih-. L'Anci (Assor_,iaziore r az or a e deiiiisti i-, iani), inette !n gc: -r ia da colleghi che.

I:riorando hl grandi sulerFici. spesso gi,..vani e. serva altri si.oCCt,i occupazion<ìli. nor sempre

stabi;irebt.ero piani terapeutici e cure s.ú pazier?ti. .. loro c e. <ïtfidati ta!voita a per,on<ìle rori

iiediso o a direttori cornvnerciali. Seria coniare. è ici tesi. io siruttamerto ciel Ipvoro a part!ta

ror c rado senza `cr e, gi.rili d .ttia con gc ad,.g o,.r che c.i appena i íi ei ro Fora.

Coop di tutta Italia. A Roma, per esempio,nelle due Ipercoop di via Casilina e delcentro commerciale Eur-Roma2, i Puntisalute impiegano ciascuno tre farmacistiiscritti all'Ordine, assunti con il contrattonazionale del commercio. Del primoesercizio, la responsabile è la trentenneLaura Di Tullio , che lavora con alcunicolleghi coetanei. Dal 2006, esaurita unabreve esperienza nel privato, la

professionista ha colto l'occasione offertadalle aperture di mercato consentite dallefamose lenzuolate di Pier Luigi Bersani.«Aprire una parafarmacia per conto proprionon è facile e bisogna proporre un altonumero di prodotti a prezzi scontati, e laCoop ha i mezzi per farlo», racconta DiTullio. Il lavoro viene visto come sicuro egratificante. poiché i clienti si rivolgono alfarmacista per ottenere consigli. Gli stipendirisultano più bassi rispetto a quelli deidipendenti delle farmacie private (1.200-1.300 euro anziché 1.500). a condizionicontrattuali che restano simili.Il quadro non cambia di molto in Conad.Federica Romiti , farmacistanell'ipermercato di Casalpusterlengo(Lodi), a nemmeno 30 anni è giàresponsabile della parafarmacia interna,dove opera insieme a due colleghialtrettanto giovani (assunti sempre concontratto nazionale del commercio e atempo indeterminato). «Ho finitol'università nel 2011 e ho iniziato subito inConad», spiega, «il lavoro mi piace perchéha anche un aspetto legato al marketing, chelo rende moderno». In Italia, Conad disponedi 70 parafarmacie con 250 farmacistiassunti a tempo indeterminato, e nel 2014ha in conto di costituirne altre 15 conalmeno due-tre dipendenti ciascuna. Tragennaio e febbraio, la stessa Romiti seguiràuna nuova inaugurazione, a Casalgrande(Reggio Emilia). I prezzi offerti allaclientela appaiono concorrenziali rispettoalla farmacia privata: il 20-40% in meno.Conad ospita anche gli ottici, come EnzoCignoli . specialista nel centro commerciale

Gianni Tlugnolidi l.denticoop

dello Juventus Stadium di Torino, dovecoordina altri tre professionisti. In Italia, lacatena annovera dieci negozi ottici, ognunodei quali con tre-quattro dipendenti.«Esercitare altrove questa professione perconto proprio è complicato», rammentaCignoli, «a causa di costi delle attrezzaturee difficoltà a trovare una sede di grandepassaggio». E il cliente che cosa ne pensa?«Non siamo ottici di serie B e quel cheimporta è la professionalità».Diverso sembra il caso dei cosiddetti servizidi orientamento legale e psicologico offertiai propri soci da Coop Lombardia. Nelprimo caso, si tratta di sole consulenzed'indirizzo, dove l'avvocato consiglia il dafarsi, ma non segue l'eventuale causagiudiziaria, mentre per lo psicologo ilservizio consiste nel suggerire la possibilitàdi praticare un percorso clinico (daorganizzare fuori dalla convenzione conCoop), che prevede tre incontri gratuiti conpersonale esperto. L'orientamento delloPsicologo accanto (che fa parte del negozioEsperto accanto dove si trovano anche degliavvocati), ha sede per esempio dentro lagalleria commerciale della Coop Milano divia Arona e viene fornito grazie all'apportodi sei professionisti della cooperativaAreaG. «Abbiamo tutti uno studio privato eveniamo qui a turno», precisa Claudia

Paganelli , psicologa referente dellacooperativa, «la nostra idea non è quella diguadagnare (Coop riconosce un compensoforfettario annuale, ndr), ma avvicinare ilpubblico alla psicologia». Un approccio cheè gradito all'Ordine di categoria. alcontrario di quanto avvenuto per i servizilegali e dentistici (vedere box). Non sembradunque questa una porta d'ingresso per igiovani psicologi, così come d'altra parteaccade per i legali, la cui sistemazione negliipermercati non ha lo scopo professionaledi accaparrare clienti per lo studio privato.Anche se, come spiega l' avvocato RosalbaMaida, che presta la propria consulenzauna volta alla settimana nel punto vendita diNovate Milanese, «lavoro qui da dieci annie c'è sempre da imparare». Il servizio diorientamento legale è offerto in una ventinadi Coop Lombardia, la quale riconosce alletoghe un simbolico gettone semestrale dipresenza. Patrizia Licata

Servizi professionali Pagina 5

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Per l'Inps non spettano le riduzioni contributive, nonostante il parere contrario del ministero

Studi, mobilità senza incentiviMente sgravi per glí ex dipendenti dei professionisti

DI DANIELE CIRIOLI

enza incentivi le as-sunzioni degli exdipendenti di studiprofessionali. Poiché

riguardano lavoratori licen-ziati da datori di lavoro nonimpresa (studi professionali),non danno diritto agli sgraviprevisti sulle assunzioni deilavoratori iscritti nelle liste dimobilità (legge n. 223/1991).Lo precisa l'Inps nel messag-gio n. 2761/2014 rispondendoa richieste di chiarimenti, per-durando in un atteggiamentooperativo difforme a quantoindicato dal ministero del la-voro (interpello n. 10/2011 einterpello n. 25/2012).

Gli incentivi . La questioneverte sul riconoscimento deidue incentivi della predettalegge n. 223/1991, nei casi diassunzione di lavoratori iscrittinelle liste di mobilità: il primo(art. 8, comma 2) è la possibi-lità di assumere a termine finoa 12 mesi pagando contributiridotti (nella misura previstiper apprendisti); il secondo(art. 25, comma 9) è la possibi-

lità di versare contributi nellastessa misura ridotta, per 18mesi, in caso di assunzione atempo indeterminato.

La posizione dell'Inps. Laprocedura di mobilità della leg-ge n. 223/1991 (i licenziamenticollettivi) in origine interessa-va soltanto le imprese con piùdi 15 dipendenti ed escludeva idatori di lavoro non imprendi-tori. Questa esclusione è statacorretta a seguito di contesta-zione della Corte di giustiziaUe (causa c/32/02) dal dlgs n.

110/2004, il quale ha esteso laprocedura dei licenziamenticollettivi ai datori di lavoronon imprese. L'estensione èstata operata con eccezione dialcune norme, tra cui proprioquelle relative agli incentivicontributivi in questione. Per-tanto l'Inps, prima di concede-re gli incentivi, verifica che illavoratore iscritto nelle liste dimobilità per la cui assunzionesi richiede l'agevolazione siastato licenziato da un datoredi lavoro avente natura d'im-

Lavoratori iscrittinelle liste di mo-

bilità (articolo 25,comma 9, della leg-ge n. 22311991)

presa. Quando ciò non dovessericorrere, non riconosce l'incen-tivo. E questa posizione è riba-dita nel recente messaggio n.2761/2014, facendo un esplicitoriferimento ai «lavoratori licen-ziati da studi professionali».

La posizione del mini-stero . La soluzione dell'In-ps è contraria a quella delministero del lavoro che, indue interpelli (n. 10/2011 e n.35/2012, ha lasciato chiara-mente intendere che la pos-sibilità di fruire i predetti in-centivi contributivi spetta pertutti i lavoratori iscritti nelleliste di mobilità, a prescinderedalla natura del datore di la-voro che li ha licenziati. Quin-di anche quando si tratti distudi professionali. Peraltro,il ragionamento del ministeroè diverso da quello dell'Inps inquanto non riguarda l'esten-sione ai professionisti dellalegge n. 223/1991, ma dell'art.4, comma 1, del dl n. 148/1993che prevede l'iscrizione nelleliste di mobilità da parte deilavoratori licenziati per giu-stificato motivo oggettivo daimprese che occupano anche

Lavoratori in Possono essere assunti conmobilità (arti- contratto a termine fino a

colo 8, comma 12 mesi pagando contributi2, della legge n. in misura pari a quella degli

223/1991) apprendisti

L'azienda che li assume a tem-po indeterminato per i primi18 mesi paga i contributi inmisura pari agli apprendisti

meno di 15 dipendenti, con laspecifica finalità (appunto) diagevolarli nella riassunzionemediante il riconoscimento diincentivi . Con il più recenteinterpello n. 25/2012 , inoltre,il ministero ha iibadito la ra-tio dell'istituto della mobilitànon indennizzata , senza ope-rare alcuna esclusione quantoa datori di lavoro e lavoratoriinteressati , precisando che«risiede nella finalità di as-sicurare il reinserimento nelmercato del lavoro del perso-nale licenziato, consentendoal contempo alle imprese chevolessero assumere tali lavo-ratori di fruire di particolariagevolazione contributive».

Per Gaetano Stella, presi-dente di Confprofessioni , quelladell'Inps è «una decisione asso-lutamente iniqua per un set-tore che, con tutta probabilità,subirà un 'integrale esclusionedal sistema degli ammortizza-tori sociali. Ancor più assurdo»,aggiunge, «è il fatto che l'Inpsintervenga autonomamente di-sconoscendo quanto già affer-mato e disposto in precedenzadal ministero del lavoro».

Studi professionali Pagina 6

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Da giorni i comitati ambientalisti bloccano i cantieri - La soluzione dovrà essere trovata oggi

Expo, tensione sulle vie d'acquaDue le ipotesi: intervento delle forze dell'ordine o progetto alternativo

Sara MonaciMILANO

Non si placa la tensione so-ciale intorno alle opere cittadi-ne connesse all'Expo di Milano.Da giorni i comitati ambientali-sti stanno bloccando i cantieridelle cosiddette "vie d'acqua", ilgrande canale che dovrebbe irri-gare il sito espositivo dell'even-to universale e riaprire i Naviglidella città.

Il rischio è che i lavori venga-no bloccati definitivamente nel-le prossime ore. La soluzione do-vrà essere trovata oggi, dal com-missario unico Giuseppe Sala edai suoi uomini di fiducia, i dele-gati Gianni Confalonieri e Anto-nio Acerbo. I tre si riunirannoper decidere se proteggere i can-tieri con le forze dell'ordine, pro-cedendo con i lavori (già in ritar-do di qualche mese neltratto fina-le, che dovrebbe collegare il sitoespositivo alla Darsena, a Sud diMilano), oppure se pensare adun piano alternativo, una varia-zione di progetto, che ad ogginon è ben chiaro.

Se infatti non si potrà comple-tare l'opera- visto chele associa-zioni cittadine si stanno oppo-nendo alla costruzione degli ul-timi 12 chilometri di canale,quelli tra il sito espositivo e la

Darsena milanese - si dovrà ca-pire dove andrà a finire l'acquache nel 2015 irrigherà i padiglio-ni e le aree verdi di Expo, e qua-le sarà il suo sbocco.

Riepilogando. Da mesi i comi-tati ambientali sti protestano contro le "vie d'acqua", che dovreb-bero portare acqua al sito esposi-tivo di Rho partendo dal canaleVilloresi, a Nord di Milano, finoalla Darsena, nella parte a Sud.Per le associazioni cittadine ilprogetto, che dovrebbe attraver-sare alcuni dei principali parchimilanesi, rischia di snaturare epeggiorare le aree verdi perchégiudicato troppo invasivo, men-tre invece per la società di gestio-ne di Expo (responsabile direttadell'opera) e per il Comune di Mi-lano permetterà di bonificare al-cune zone e irrigare il Parco Sud.Un dibattito confluito, un mesefa, in un accordo, relativamenteal solo Parco del Trenno, dove ilcanale verrà interrato.

Sul resto del percorso finale,però, Palazzo Marino e la societàdi Expo aveva sperato di poterproseguire senza dover scende-re a compromessi, pensando chele associazioni si sarebbero placa-te con l'intesa raggiunta nel Par-co del Trenno. Ma niente da fare.Anzi, la protesta in questi giornisi è inasprita, e potrebbero addi-rittura saltare i patti già raggiun-ti.l comitati sono oraintenziona-ti a bloccare tutta l'opera. Oggil'Expo e il Comune prenderanno

una decisione. Forse quella defi-nitiva. Sapendo che andare con-tro alle associazioni significapro-vocare scontri, inasprire il con-flitto sociale con gruppi che viavia crescono (dai centri sociali alMovimento5 stelle) e quindiren-dere l'Expo impopolare.

Il progetto prevede un investi-

mento di 16o milioni circa. Si trat-

tatecnicamente di un canale irri-guo permanente di circa 21km. Si

stacca dal canale principale Villo-

resi (a Nord di Milano) e arriva al

Naviglio Grande, passando per il

sito espositivo di Rho.

L'obiettivo è migliorare la do-tazione d'acqua della rete che ali-menta i terreni agricoli a sud diMilano. Il percorso era stato stu-diato in modo da evitare la com-promissione delle aree di valorenaturalistico e ambientale piùvulnerabili. Ma evidentementeper i comitati non è abbastanza.

Il canale avrà una larghezza di2 metri là dove, per ragioni dispazio, sarà in muratura e squa-drato; una larghezza maggiore,a trapezio, tra i 5 e i 7,5 metri, do-ve sono previste sponde verdivegetate: in pochissimi brevitratti si arriverà a 8-9 metri.

L'ultimo tratto (il collegamen-to tra l'Expo e la Darsena) do-vrebbe attraversare il Parco diTrenno, Boscoincittà, il Parcodelle Cave per congiungersi aiNavigli e al centro di Milano. Maa questo punto tutto è davedere.

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i _ , - - - , Dalla Cdpfondi per 25 miliardi

Piano di Renzi per chiudere definitivamente la partitadei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione

L'OPERAZIONEROMA Pagare tutti i debiti dellapubblica amministrazione. Finoall'ultimo giuro. La frase piùpragmatica del discorso pro-grammatico di Matteo Renzi èquesta. Tanto è vero che subito èè arrivato il plauso degli indu-striali direttamente per bocca diGiorgio Squinzi che da anni or-mai batte perché lo Stato salditutte le sue fatture. Il governoLetta nel 2013 ha pagato alle im-prese 22,4 miliardi pur avendostanziato 27,5 miliardi. Non solo,prima di lasciare l'incarico l'exministro Fabrizio Saccomanniha anche avviato le procedureper saldare altri 20 miliardi dieuro quest'anno. Dunque, a con-ti fatti, i fondi già stanziati per ilpagamento dei debiti della Pasfiorano i cinquanta miliardi. Se-condo la Ragioneria Generaledello Stato la partita dovrebbe es-sere chiusa così, perché lo stockarretrato di fatture non saldatesarebbe proprio questo: 50 mi-liardi di euro. Altri osservatorinon sono concordi. La Bancad'Italia ha stimato gli arretrati in90 miliardi. Renzi, che si è infor-

mato con la Confindustria e altricentri studi, ritiene che la cifrareale sia tra i 70 e gli 80 miliardidi euro. Dunque per saldare dav-vero tutte le fatture ha bisogno dialtri 20-30 miliardi. Questi fondisaranno reperiti attraverso un«diverso uso» della Cassa Depo-siti e Prestiti. L'idea sarebbequella di recuperare un emenda-mento già approvato al decretolavoro dello scorso anno, l'emen-damento Santini, che prevedeuna garanzia dello Stato per i de-biti certificati grazie alla piatta-forma predisposta dalla Consip,la società pubblica per la razio-nalizzazione della spesa. I debiticertificati avranno la garanziadello Stato, in questo modo po-tranno essere acquistati dallaCassa Depositi e Prestiti che pa-gherà direttamente le imprese esarà poi lei a farsi liquidare le fat-ture dallo Stato. Le amministra-zioni pubbliche, secondo l'impo-stazione dell'emendamento San-tini, dovrebbero avere cinque an-ni di tempo per saldare il debitocon la Cdp alla quale dovrannopagare un tasso del 2%. La misu-ra dovrebbe riguardare soltantoi debiti in conto corrente in mo-do da non incidere sul deficit.

LE MISURE PER LE PMILa Cassa Depositi e Prestiti, se-condo quanto detto da Renzi nelsuo discorso programmatico,avrà anche un altro compito,quello di sbloccare il credito ban-cario nei confronti delle piccolee medie imprese. Anche in que-sto caso il punto di partenza do-vrebbe essere una norma già ap-provata in finanziaria propostadall'allora vice ministro StefanoFassina e che prevede la possibi-lità per la Cassa di acquistare dal-le banche pacchetti di crediti car-tolarizzati concessi alle piccole emedie imprese. Questi crediti,inoltre, sempre secondo l'impo-stazione della legge di stabilità,lo Stato dovrebbe concedere lasua garanzia. Nei piani di Renzi edel ministro del'Economia PierCarlo Padoan, il meccanismo do-vrebbe essere migliorato facen-do in modo che la garanzia delloStato non sia a tempo. La CassaDepositi e Prestiti per effettuarequeste operazioni dovrebbe ave-re la possibilità di fare provvistapresso la Bei, la Banca europeadegli investimenti e, probabil-mente, anche direttamente allaBce.

A. Bas.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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I debiti della Pubblica AmministrazioneCifre in miliardi di euroDebiti scaduti a fine 2012(stima Bankitalia)

5,6% de[ Piipari al

Debiti da onorare , pari al 2,6% del Pil, per i quali • Previsione di pagamento Debiti effettivamentenon sono ancora stati stanziati dei fondi. nel 2014 (5 residui 2013 pagati a fine 2013A questi debiti vanno aggiunte le pendenze maturate e 20 per l'anno in corso) (27,2 previsti, 24,5 stanziati)nel 2013-14

ANSA- ,EITtmmETti

Debiti Pa Pagina 9

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Dal premier il richiamo a una maggiore efficienza del civileSul penale viene riproposto il reato di omicidio stradale

Una riforma «s tturale» per i TarNel mirino del premier la magistratura amministrativa: «Frena lo sviluppo economico»

Donatella StasioROMA

Coraggioso l'annuncio diuna riforma della giustizia am-ministrativa Positivo il richia-mo a una giustizia civile più ef-ficiente. Demagogico il riferi-mento all'omicidio stradale co-me esempio per nuove regoledi giustizia penale. Deludenteil silenzio sulle emergenze delcarcere e della corruzione. Ilcapitolo giustizia «secondoMatteo» lascia un po' l'amaroin bocca per la "velocità"dell'analisi. Carica di aspettati-ve la premessa: dopo 20 annidi«scontro ideologico» che hasolo «calcificato» le contrap-poste posizioni, a giugno arri-verà un «pacchetto organicodi revisione della giustizia chenon lascerà fuori niente».

LIMITIDeludente il silenzio sulleemergenze relative a carceree corruzione. E lasciaun po' l'amaro in boccala "velocità" dell'analisi

bizioso l'obiettivo: fare dellagiustizia un «asset» per lo svi-luppo del Paese. Povere di con-tenuti, però, le risposte, nono-stante l'approccio «reale» aiproblemi.

Renzi parte dalla giustizia am-ministrativa. «Siamo un Paesein cui, negli appalti pubblici, la-vorano più gli avvocati che i mu-ratori e dove i Tar discettano sututto». Ogni provvedimento «ècostantemente rimesso in di-scussione in una corsa a ostaco-li impressionante» dice, annun-ciando la «riforma strutturale».Impresa coraggiosa anche se, inassenza di indicazioni, sembrapiù un «messaggio politico» al-le toghe amministrative perun'autoriforma. Mesi fa Renziaveva parlato di abolizione deiTar, per farne sezioni specializ-zate dei Tribunali ordinari e diriduzione dei poteri di sospensi-va, che bloccano l'attività di entilocali e Parlamento, frenando losviluppo economico. Critiche«infondate», aveva replicato ilpresidente del Consiglio di Sta-to.

In attesa di dettagli, non sem-

bra che Renzi abbia in mente ilprogetto ambizioso, naufraga-to nel '98 con la Bicamerale,dell'«unità della giurisdizio-ne» che, conuna modifica costi-tuzionale, assicurerebbe pienaterzietà alle toghe amministra-tive, molte delle quali impegna-te anche nei gabinetti ministe-riali e quindi a fianco della poli-tica. A bocce ferme, però, alcu-niproblemi sipossono affronta-re: la «giurisdizione esclusiva»attribuisce a Tar e Consiglio diStato un potere amplissimo(sui diritti connessi agli interes-si legittimi), moltiplicando iconflittigiurisdizionali; la proli-ferazione deiricorsi per «ecces-so di potere» è dovuta alla ten-denza deigiudici amministrati-vi a non fermarsi al controllo dilegittimità ma a sindacare il me-rito dell'atto, da quelli politicial Csm; le «sospensive» blocca-no per mesi appalti e attività, fi-no alla decisione di merito...

Annuncio impegnativo,dunque, più di quello sul civi-le. Sul penale Renzi scivolasulla demagogia per dimostra-re che «non ci sono regole».

Ricorda un giovane ucciso daun pirata della strada ubriacoo drogato e punito con una pe-na «inferiore o sostanzial-mente analoga a quella com-minata per un furto di serieB». E così rilancia l'ideadell'omicidio stradale, dimen-ticando almeno due dati: le pe-ne, già oggi, possono arrivarea 20 anni; introdurre un reatodoloso (sia pure a dolo even-tuale) significa dare alle assi-curazioni un motivo per nonrisarcire il danno.

© RI PRO D U ZIO NE RIS EP.VATA

Va riformato il Titolo V della Costituzione con la cancellazione delle competenzeconcorrenti. In materie chiave come infrastrutture, energia, trasporti la legge del 2001 Siè rivelata un boomerang visto che ha allungato a dismisura i tempi delle decisioni eaumentato i lacci e lacciuolii. Perciò il loro ritorno sotto l'egida statale non può esserepiù rinviato. Va anche riformato l'articolo 114 con una vera eliminazione delle Province

Introdurre un credito di imposta pergli investimenti in cultura e beni artistici. Fortedetassazione delle sponsorizzazioni. Promuovere lapartnership pubblico privatae coinvolgere la società civile. Vanno eliminati gli ostacoli amministrativi e burocraticiche di fatto equiparano gli enti culturali agli uffici anagrafe.Arte e cultura scientifica devono essere promosse a tutti i livelli educativi

TAR Pagina 10

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Lo stato dell'arte alla vigilia del via ai nuovi criteri di accreditamento

Ricercatore, fatti più in làI n primavera si cambierà: altra vita e altre

regole per le dieci università telematicheitaliane. Saranno coinvolte quelle introdottea partire dal 2003 dal cosiddetto decretoMoratti-Stanca, pensato per favorire glistudenti-lavoratori. Secondo il ministerodell'Istruzione, università e ricerca (Miur),si tratta oggi di circa 50 mila iscritti, alleprese con lezioni a distanza (slide, articoli,audio e video-lezioni sincrone nei casi piùavanzati) che utilizzano piattaformeinformatiche, con domande in diretta o viachat al professore, oltre a video-lezioniasincrone registrate (non si attende larisposta) e, in qualche caso, l'uso di libri ditesto. Da sempre, non mancano lepolemiche su qualità di corsi e didattica,convenzioni e crediti facili, eccesso diricercatori rispetto a docenti di ruolo. Neldicembre scorso, agli atenei online è arivatauna bacchettata da parte del Miur.Il punto di ripartenza riguarda chi insegna.L'Anvur (Agenzia nazionale di valutazionedel sistema universitario e della ricerca),entro aprile pubblicherà le linee guida suicriteri di accreditamento e il 5 maggio cisarà il primo check-point sul numero didocenti «incardinati», cioè di ruolo. In baseal decreto legislativo 47 del 2013, firmatodall'ex ministro Francesco Profumo,ammonteranno a nove per la richiesta diogni futuro corso di laurea triennale e a seiper le lauree magistrali, mentre prima nebastavano tre. Inoltre, dovrà esseregarantita una maggioranza di professori diruolo e associati, rispetto ai ricercatori che,finora, hanno spesso abbondatonell'impianto didattico accademico. Ilministero, tuttavia, a dicembre ha dato unpo' di respiro sui tempi di adeguamento:due anni di studi per i corsi già esistenti etre per quelli previsti. Questo anche a causadei ritardi accumulati nei concorsi diabilitazione a oggi completati, eppureancora in fase di vaglio e discussione.Il paradosso che si presenta alle universitàtelematiche, a corto di docenti e con corsidi laurea in calendario, è che devono

Gli atenei online sono chiamati ad alzare la qualitàdel servizio . Con più docenti di ruolo e meno crediti

facili. Intanto , ecco i giudizi degli ex studenti

emettere i bandi per arrivarepreparate a maggio, conl'eventualità di non trovare offertasul mercato. «In questa primatornata rischiamo di non darechance ai nuovi insegnantiabilitati», avverte per esempioCarlo Maria Bartolini , rettore diE-campus, ateneo con sede a

FabioCamilletti

Novedrate (Como) che ha già lanciato unbando per 60 ricercatori a gennaio e dovràassumere entro maggio 72 docenti, di cui27 per i 13 corsi di laurea introdottiquest'anno. L' Anvur, però, non si fermeràa contare gli insegnanti di ruolo, che

Massimo Castagnaro , responsabiledell'accreditamento e valutazione,

considera comunque unprerequisito di qualità «rispetto aprofessori a contratto, anche dalnome altisonante». L'agenziaministeriale, infatti, con lacosiddetta legge Gelmini del2010, dispone della delega perstabilire e verificare i requisiti diaccreditamento. È così che, dal

prossimo settembre, 150 esperti passerannoal setaccio per cinque anni tutte leuniversità italiane. Continua Castagnaro:«Valuteremo la corrispondenza fraprogrammazione-obiettivi e risultati realiper migliorare la qualità del sistema».Le nuove linee guida confidano in unmaggiore dialogo tra le parti per tener

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gli esperti 'Anvur che i crediti che ver o abbonati a chiverificheranno i dati qualitativi aveva avuto esperienze lavorative

conto delle specificità degli ateneitelematici, senza transigere sulla necessitàdi potenziare la ricerca, punto dolente,insieme al numero di docenti incardinati,emerso anche dal rapporto di dicembrestilato da un'apposita commissioneministeriale incaricata di analizzare ilsettore. Ancor più, non basterà fare ricercain collaborazione con altri, dal momentoche la didattica dovrà essere sostenuta daun'attività di ricerca interna. TestimoniaMaria Amata Garito , rettoredell'università Uninettuno ed esperta ditecnopsicologia: «Abbiamo sviluppatonostri modelli pedagogici, la piattaforma equindi gli ambienti di apprendimento suinternet, proprio grazie all'attività di ricercainterna». Che oggi è uno degli elementi diforza di questo ateneo online con 9 milaiscritti, che ha in corso progettiinternazionali, come il satelliteCses con la Nasa e le agenziespaziali di Russia, Cina eGiappone.Per decidere l'accreditamento,l' Anvur stabilirà quattro livelli digiudizio, da negativo a totalmentesoddisfacente, con due anni perrisolvere le criticità rilevate. Sono dunquemesse in conto deroghe, minimizzate dalministro Maria Chiara Carrozza, che haassicurato: «Saranno le ultime». In pratica,in futuro, per le facoltà a distanza saràdentro o fuori, cercando di evitare ilpassato uso disinvolto dei 60 creditiabbonati (su 180) a chi avevadimostrato esperienze lavorative(che la legge Gelmini, però, hagià ridotto a 12). Ora, la tendenzadelle telematiche è quella dimettersi maggiormente sulmercato, firmare convenzioni conaziende pubbliche, rivolgersisoprattutto ai giovani. A parere diPatrizia Tanzilli , direttore

pubblicità rivolta ai giovanissimi.Qualcuno, tuttavia, polemizza, come LuciaMartiniello coordinatrice della UniversitàPegaso di Napoli: «Ci chiedono prossimitàalla domanda formativa del territorio e poisi insospettiscono se stringiamoconvenzioni con le associazioni dicategoria e la Pa».Gli alti e bassi delle esperienzetelematiche sono testimoniatidagli stessi iscritti. Racconta peresempio Fabio Camilletti,50enne, del Cna di Roma, laureatriennale in gestione d'impresaall'Universitas Mercatorum: «Ioero dirigente con responsabilità divertice, ma ho sentito il bisogno di darefondamento scientifico al mio lavoro. Misono stati riconosciuti 60 crediti

professionali, solo nelle materieche conoscevo bene». FrancescaCordiviola, invece, primalaureata in assoluto allaMercatorum, aveva 40 anniquando si è iscritta al corso diManagement delle risorse umane.Adesso di anni ne ha 47 e distrada ne ha fatta: da impiegata è

diventata dirigente dell'ufficio contabilità,pianificazione e controllo della Camera dicommercio di Carrara e responsabile diun'azienda speciale di studi e ricerche.«Non è stato facile riprendere a studiaredopo 20 anni e lavorando a tempo pieno»,rammenta, «a non farmi sentire sola sono

stati il metodo della piattaformacon il supporto costante del tutor,una segreteria efficiente, gliscambi con il docente e i forumcon gli studenti». C'è chi havoluto anche mettere alla prova lapropria preparazione. Valentina

Boracchia , giornalista del SecoloXIX di Genova, in autunno si èlaureata in comunicazione, media

ElisabettaBertacchini

dell'Universitas Mercatornm (Camere dicommercio), «il trend dei senior chevogliono la laurea per l'avanzamento dicarriera è finito. Solo il 30% dei nostri 800iscritti viene ancora dal pubblico, mentregli altri sono giovani della piccola impresa,con contratti atipici». Anche E-campus(gruppo Cepu) ha invaso Youtube con

e pubblicità alla Uninettuno, con ilmassimo dei voti e dignità di pubblicazionedella tesi. Quindi, a inizio febbraio, hapreso il primo 30 al corso di laureamagistrale in comunicazione d'impresadell'Università di Pisa. «Dopo l'esperienzapositiva e stimolante alla telematica»,puntualizza, «volevo confrontarmi con una

facoltà tradizionale, dove in effetti non stotrovando differenze qualitative». A suavolta , Stella Capasso. 30 anni, lavoratrice,dopo la triennale in psicologia sempre allaUninettuno e in attesa che viintroducessero la magistrale, ha superato il

test di ammissione all'Universitàdi Caserta: «Ho voluto fare unaverifica sulla mia preparazione esono rimasta soddisfatta». Invece,Capasso si dichiara menosoddisfatta dei mesi trascorsiall'università telematicaGuglielmo Marconi (frequentataprima di Uninettuno), la piùseguita d'Italia con circa 15 mila

iscritti. Sostiene: «Non erano veloci a darele risposte online, nei tre esami che hosostenuto in alcuni casi c'erano soloaudio-lezioni e agli esami su Napoli non sitrovavano professori di riferimento».Contento della scelta di E-campus è

Andrea Galdabino , 46 anni, laureato inscienze politiche alla Cattolica di Milano20 anni fa, a lungo hr director e oraconsulente. «Per me l'ideale è frequentareun'università senza obbligo di presenza econ un tutor a disposizione», dice,«sfatiamo il mito che non si studia sui librie che non ci sono occasioni di incontro coni docenti, che tra l'altro sono gli stessi dellaCattolica». Aggiunge ElisabettaBertacchini , in E-campus preside agiurisprudenza e con trascorsi in universitàtradizionali: «È innegabile, le telematicheimpostate bene assicurano una maggiorevicinanza allo studente. L'insegnante tirisponde via mail, dialoga via skype e,almeno da noi, deve garantire presenza ecolloqui per tre giorni durante gli esami ingiro per l'Italia». Poi, però, non mancanole anomalie. Alessandro, per esempio,24enne della provincia di Lecco, certorisparmia tempo studiando a casa scienzemotorie, ma ha svolto prove vere sulcampo solo due volte all'anno conl'università telematica San Raffaele (si èiscritto tre anni fa, escluso per due puntialla Statale di Milano). È vero che quasitutti lavorano già in palestre e associazionisportive, ma forse si dà troppo per scontatoche gli sport siano già praticati.

Gaia Fiertler

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Lèiettricità del futuro?Proprio come la voleva EdisonTorneranno in uso le reti a corrente continua: più indicate per i microchip

MARCO MAGRINI

i pensava che la guerra si1 fosse già consumata e con-

clusa a fine Ottocento.Nikola Tesla, il propugnato-re della corrente alternata,

sconfisse il rivale Thomas Alva Edi-son e la sua corrente continua in unamonumentale disfida industrialesenza esclusione di colpi. Il più triste-mente celebre è l'esecuzione di Top-sy, un elefante da circo reo di aver uc-ciso tre uomini, organizzata in pub-blico da Edison per dimostrare i peri-coli della corrente alternata. Che in-vece ha finito invece per trionfare intutte le prese di corrente di tutte lecase del mondo.

Oggi però la partita si è riaperta.Con la corrente alternata, gli elettro-ni avanzano con un regolare movi-mento ondulatorio in avanti e indie-tro. Ma ai transistor questo non pia-ce: i microchip e i componenti elet-tronici che danno vita a computer esmartphone, televisioni e apparecchidigitali hanno bisogno della correntecontinua di Edison. Ecco perché tutti

NELPASSATOLa disfida industriale

di fine Ottocento si risolsea favore della corrente alternata

OGG I E DOMAN ISi andrà verso un sistema misto

che riabiliterà le reti Dc, piùrispondenti alla lunga distanza

questi oggetti hanno bisogno di unalimentatore per convertire la cor-rente alternata (Ac) in continua (De).

Per Edison, il geniale inventore delfonografo, della macchina da presa edella lampadina, sarebbe una bellasoddisfazione. Non foss'altro perché,nel giro di un decennio o poco più, ilpredominio assoluto della correnteAc potrebbe trasformarsi in un duo-polio, in un sistema misto.

Nel 1980, negli Stati Uniti, gli stru-menti elettronici consumavano l'8%dell'elettricità generata. Nel 2005,quella stessa percentuale era salitaal 13%. L'anno prossimo si arriverà al18%. «In vent'anni - ha detto GregReed dell'Università di Pittsburgh -potremmo arrivare al 50%». Il moti-vo è semplice: tutto va in quella dire-zione. Si calcola che i datacenter con-sumino ormai l'1,5% del fabbisognoelettrico planetario. Paliamo di Te-rawatt/ora che arrivano dalla retesotto forma di corrente alternata, eche vengono convertiti in correntecontinua con una perdita di energiastimata intorno al 15%. Se avete maitoccato un alimentatore in funzione,sapete bene che genera calore: è ladissipazione termica che ne testimo-nia l'inefficienza.

Nonostante i successi della TeslaMotors, l'azienda californiana cheproduce auto elettriche di lusso, perora nel mondo sono pochi i veicoliche vanno a batteria. Ma il loro nu-mero, si sa, è destinato a crescere eprima o poi a interessare la mobilitàdi massa. E avere in garage un'autoelettrica da ricaricare con De con-vertita da Ac non sarebbe molto in-telligente. Lo stesso dicasi dell'illu-minazione a Led, sempre più diffusaper via dei bassi costi d'esercizio:costi che sarebbero ancora più ri-dotti se non ci fosse bisogno dellaconversione.

Ma non è finita qui. Più di un secolofa, Tesla (un altro autentico genio) vin-se la Guerra delle Correnti anche per-ché allora era più facile cambiare il vol-taggio della corrente alternata rispet-to a quella continua. Ma oggi, con ilboom dei pannelli solari che produco-no corrente De da convertire in Ac pri-ma di immetterla in rete, la situazioneè cambiata. Un altro punto per Edison.La doppia conversione dal tetto (Dc-Ac) al telefonino in carica (Ac-De) nonè né efficiente, né sostenibile.

Ecco perché si sta facendo stradauna soluzione mista, ovvero una mez-za rivincita di Edison. Già un paio dianni fa, la giapponese NTT aveva co-minciato a distribuire nelle sue serverfarro corrente continua a 380 volt, to-gliendo di mezzo tutti gli alimentatori.Dopo le polemiche sollevate da Gre-enpeace, i datacenter più recenti comequelli di Apple e Facebook sono ali-mentati da fonti rinnovabili. E usano al

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loro interno la corrente Dc.Fra l'altro, la corrente elettrica con-

tinua è ben più indicata per essere tra-sportata a lunga distanza. Una tecno-logia chiamata Hvdc (high voltage di-rect current) consente già oggi di tra-smettere l'elettricità con minori perdi-te rispetto alle linee elettriche Ac. Masoprattutto consente un maggior con-trollo. Ë anche ideale per le cosiddetteSmart Grid, le reti elettriche che si av-valgono dei microchip per una gestio-ne intelligente dell'energia, obbligatain un sistema alimentato da fonti rin-novabili.

La morte dell'ultima rete De risaleal 1981: serviva ad alimentare le mac-chine tipografiche di Fleet Street, lavia di Londra che allora ospitava (ogginon più) tutti i maggiori quotidiani in-glesi. Eppure, i circuiti De di Edisonpotrebbero presto ritornare negli edi-fici. Un consorzio ha già proposto unostandard a 24 Volt per i nuovi edificiilluminati a Led. Ma uno standard benradicato c'è già: è il cavo Usb, inizial-mente nato nei laboratori della Intelper trasmettere i dati e piccole quanti-tài di elettricità, che si è evoluto in unsistema universale per ricaricare lebatterie e alimentare una pletora diaggeggi elettronici. Quest'anno do-vrebbe arrivare sul mercato la Usb Pd(che sta per power delivery), un'evolu-zione di quello base, capace di portarecon sé fino a 100 watt a 20 volts, e quin-di con potenza sufficiente per alimen-tare monitor e quant'altro.

Più di cent'anni fa, la Guerra delleCorrenti mise a duello i cervelli diNikola Tesla e Thomas Edison, e i por-tafogli di Westinghouse e GeneralElectric. Finì in una vittoria schiac-ciante dei primi. Oggi Edison e GEstanno per pareggiare.

LO9dS4JM8 OGGET€3 ELETTRONICIquct d';,1 •,:-ìiitáwatanegli , - ularl.-smar tableP

CONSUMO DEI CENTRI DATISembra poco, ma e immenso

il consumo elettrico deigrar1dì da';xente!

Energia Pagina 14

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Corrente continuaalla riscossa

T n )( )lr), oI'I'lblle,,%„/;,/,/;,eT' c 'll investimentiIl

nelle i,ínizov ,bli8 rollano nel 2013 gli investimenti nelle ener-

gje rinnovabili in Italia. Rispetto agli 11 mi-

Auto elettricheL'onda che sale

Si diffondono i veico-li a corrente continua (Dc);non ha senso caricarli acorrente alternata (Ac).

I centri datiL'Ecocomputingiiiiiiiiaai Gli ambientalistispingono per datacenteralimentati da fonti rinno-vabili, che va in rete comecorrente continua.

La nuova UsbDati, più energiaiiiiiu#4 La futura «Usb Pd»(power delivery) potrà tra-smetterefi no a 10 0 watt a20 volts. Quanto basta perun monitora Led.

Bardi di euro totalizzati nel 2012, l'annoscorso si è chiuso con appena 2,98 miliardi. Uncrollo del .3° che è frutto, in parte, della fine del-la sbornia degli incentivi che negli ultimi anniavevano riempito il Paese di impianti fotovoltaieinon sempre di eccelsa qualità. Meno sussidi han-no interessato anche altri Paesi che, come Ger-mania e Francia, che vedono a loro volta calarel'afflusso di soldi nel settore, così come calcolatoda «Blootnberg New Energy Finance». Di più. ABerlino hanno toccato i minimi dal 2006 passan-do dai 19 miliardi di curo del 20122 ai 10,2 miliardidell'anno scorso (-46%). Con praticamente la so-la eccezione della Gran Bretagna - dove il datosale del 13° o - tutta l'Europa nel suo complessovede il segno meno davanti alla voce investimen-ti: -39°o, a quota 42 miliardi di eu. o. Allargando lo

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sguardo, pure gli investimenti mondiali sono incalo per il secondo anno consecutivo: 185 miliar-di contro i 208 dell'anno prima (dunque -114/°) e i231,4 (anno record) del 2011. I due principali mer-cati hanno fatto -4% (la Cina perde terreno per laprima volta da un decennio) e -8,6% (gli StatiUniti). C'è da allarmarsi? C'è un'inversione dimarcia rispetto a quella che sembrava una mar-cia trionfale delle energie pulite? Non proprio. InEuropa, ad esempio, giocaun ruolo importante ilcalo dei costi delle installazioni a pannelli solari.Il loro volume, però, assicurano da Bloomberg, èaumentato a livello planetario del 20°o, a nuovirecord. Gli investitori puntano sul Giappone:+56%, per 25, i miliardi di curo.

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Page 18: Centro Studi C.N.I. - 25 febbraio 2014 · mento culturale, l'articolo del se-natore Renzo Piano sul Domeni-cale delSole24Ore (de126 genna-io scorso). Piano invitava a «ram-mendare

FRANCESCO

SPINI

Un 2013 orribileper gli investimenti

, ---, --telle Amavab' 'C roano nel 2013 gli investimenti nelle ener-

gie rinnovabili in Italia. Rispetto agli 11 mi-liardi di euro totalizzati nel 2012 , l'anno

scorso si è chiuso con appena 2,98 miliardi. Uncrollo del 73% che è frutto, in parte, della fine del-la sbornia degli incentivi che negli ultimi anniavevano riempito il Paese di impianti fotovoltaicinon sempre di eccelsa qualità. Meno sussidi han-no interessato anche altri Paesi che, come Ger-mania e Francia, che vedono a loro volta calarel'afflusso di soldi nel settore, così come calcolatoda «Bloomberg New Energy Finance». Di più. ABerlino hanno toccato i minimi dal 2006 passan-do dai 19 miliardi di euro del 2012 ai 10,2 miliardidell'anno scorso (-46%). Con praticamente la so-la eccezione della Gran Bretagna - dove il datosale del 13% - tutta l'Europa nel suo complessovede il segno meno davanti alla voce investimen-

KM ti: -39%, a quota 42 miliardi di euro. Allargando lo

W sguardo, pure gli investimenti mondiali sono inCi calo per il secondo anno consecutivo: 185 miliar-

di contro 1208 dell'anno prima (dunque 11%) e i231,4 (anno record) del 201L I due principali mer-cati hanno fatto -4% (la Cina perde terreno perlaprima volta da un decennio) e -8,6% (gli Stati

N Uniti). C'è da allarmarsi? C'è un'inversione dimarcia rispetto a quella che sembrava una mar-cia trionfale delle energie pulite? Non proprio. InEuropa, ad esempio, gioca un ruolo importante ilcalo dei costi delle installazioni a pannelli solari.Il loro volume, però, assicurano da Bloomberg, èaumentato a livello planetario del 20%, a nuovirecord. Gli investitori puntano sul Giappone:

• - +56%, per 25,7 miliardi di euro.------------------------------------------------------------------------------------

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Economica, chic e profumataCosì la casa di legno

va alla conquista dei mercatiOttime prestazioni e costi ridotti: tramonta l'epoca del cemento armato

ello, elastico, conforte-vole. Persino profuma-to. Il legno quale mate-

riale da costruzione vive unanuova giovinezza. In un'epocache sta imparando a privile-giare la qualità sulla quantità,il legno conosce un boomstrabiliante in un settore -quello delle costruzioni - chevive una crisi nerissima. I da-ti del settore sono da incubo,come ricorda LeopoldoFreyrie, presidente del Con-siglio Nazionale degli Archi-tetti: «C'è stato un ulteriorecrollo del 37% nei permessidi costruire. Sono quasi14mila le imprese di costru-zione che hanno chiuso i bat-tenti. Di questo passo l'inte-ra filiera rischia di non so-pravvivere al 2014».

E invece c'è una sottofilie-ra che naviga orgogliosamen-te in controtendenza. I datidicono che il business dellecase prefabbricate in legnocresce di un 20% all'anno, edormai è attestato sul 6/7% delmercato. Seimila nuove abi-tazioni all'anno. E i numerisono in crescita

Sembravano un capricciodi pochi, le case in legno. InItalia, poi, sono sempre sta-te una caratteristica minori-taria, a differenza degli StatiUniti o dell'Europa delNord, dove non hanno mai

smesso di usare assi e traviper tirare su le case. Grazieperò a prestazioni energeti-che ottime, un'eccellente ri-sposta ai problemi di umiditàe rumore, prezzi contenuti (sioscilla tra i 1000 e i 2000 euroal metro quadro, a secondadelle finiture e delle dotazio-ni), e anche grazie alla flessi-bilità della progettazione, sipuò ormai parlare di un suc-cesso imprenditoriale «gre-en». Con certificazioni di tut-to rispetto. Vedi i documentidi Casaclima (www.agenzia-casaclima.it), l'agenzia che daBolzano sta rivoluzionando insenso ambientalista il mondodelle costruzioni.

Da circa un anno, ed è un al-tro segno del successo, è nata«Lignius», associazione tra co-struttori del prefabbricato inlegno con sede a Merano(www.lignius.it). Racconta ilsuo presidente Johann Wald-ner che «il legno è un materialeantico, ma si è rinnovato ed èuscito dal dimenticatoio. Nean-che lo insegnavano più nelle

università... Eppure dove siguarda alle buone pratiche delcostruire, all'efficienza energe-tica e ai buoni materiali, comel'Europa del Nord, lì il legno do-mina il mercato. Perché ri-sponde ai criteri e ai quesitiche oggi si pongono i clienti piùesigenti e avvertiti: che la casasia sicura a fini antisismici, cheabbia valore nel tempo, che diacertezze sulla qualità del co-struito, che non consumi ener-gia ma anzi ne generi. Le no-stre case attive riempiono iportafogli, non li svuotano».

Non è solo questione di costio di velocità di cantiere. Oppu-re di certezze rispetto ai pre-ventivi. Il legno sta sfoderandoun altro asso inatteso: gli archi-tetti di grido sono affascinatida questo materiale così vec-chio eppure moderno, duttile,

cool. IM è una moda. La casa inlegno è ormai sinonimo di tec-nologia avanzata, di designcontemporaneo, certo non dicasette di serie B.

Renzo Piano adora costruirein legno. L'archistar LucaScacchetti ha progettato TheView, un'opera avveniristicacostruita dalla ditta «WolfHaus» esposta durante l'ulti-ma edizione del Fuori Salone diMilano. Scacchetti, interve-nendo ad un convegno di «Li-gnius» a La Spezia, sottolinea-va come ormai «la tecnologia inlegno sia matura per un'aper-tura totale alla creatività e allemolteplici forme del design ar-chitettonico». E se il Novecen-to è stato segnato dall cementoarmato, plasmato in forme ar-dite sotto la guida di architettigeniali, il buon vecchio legnogià segna il nuovo secolo.

«The View», l'installazione dell'architetto Luca Scacchetti

Edilizia ecosostenibile Pagina 17

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Gli italiani amano riscal-darsi con materiali diorigine agroforestale.Nel 2013 sono stateconsumate 27,3 milionidi tonnellate (Mt) dibiomasse legnose; il71%di legna da ardere,il 17% di cippato, il 12%di pellet (12%). Le bio-masse legnose vengonoconsumate per il 68% inapparecchi per il riscal-damento domestico(stufe e camini a legna epellet, ben 9,4 milionigià installati in Italia).Un consumo che perònon intacca la superfi-cie forestale.

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Rivoluzione "Greenrail"Se l'energia pulitapassa sotto un trenoSfruttare la pressione prodotta dai convoli sui binari

FEDERICO GUERRllNI

volte sono i piccolidettagli a cambiare ilsenso dell'insieme.Quando si parla di mi-

. v glioramenti del siste-ma ferroviario si pensa di solito atreni e locomotori iperveloci. Maè da un componente meno blaso-nato come la traversa - quell'assedi legno o cemento che soggiaceai binari - che potrebbe partireuna rivoluzione dei trasporto surotaia.

Una rivoluzione che parte dallavoro di tre giovani siciliani: Gio-vanni De Lisi, Manfredi Inguag-

giato e Salvatore Greco che, insie-me, hanno fondato nel 2012 la Gre-enrail Sri. Obiettivo: produrre unnuovo tipo di traversa, compostada una mescola di calcestruzzo,plastica riciclata e gomma ricavatada pneumatici usati, e in grado diprodurre elettricità al passaggiodei convogli sulla linea. «La nostratraversina - spiega De Lisi - montaal suo interno un sistema piezoelet-trico costituito da due "bottoni"posizionati nella sezione su cuipoggiano le rotaie». Al passaggiodei treni la sovrastruttura ferro-viaria subisce uno schiacciamentoche oscilla tra 1 e 2 centimetri; que-sta pressione e le vibrazioni pro-dotte vengono sfruttate per attiva-

re il sistema piezoelettrico internoe quindi generare energia pulitache viene trasferita a degli accu-mulatori esterni e quindi in rete.

L'idea originale è di De Lisi. «La-vorando nel settore della manuten-zione binari - dice - ho pensato a unmodo per superare i difetti delle at-tuali linee in cemento, riducendo icosti di manutenzione e producen-do energia». Il problema principaledel calcestruzzo, usato nell'88% del-le linee mondiali, è che è pesante epoco flessibile. Le traversine com-poste da questo materiale, al pas-saggio dei treni schiacciano e polve-rizzano il pietrisco sottostante, ilcosiddetto ballasi. Questo fenome-no porta alla creazione di avvalla-menti e, col tempo, al disallinea-mento dei binari. E necessario per-ciò intervenire spesso sulla linea,con elevati costi di manutenzione.Sul mercato esistono già delle tra-verse composite, fatte di plastica egomma, che risolvono questo tipo diproblemi ma ne creano altri: nonvanno bene per le linee ad alta velo-cità, e non possono essere montatecon sistemi automatici, come inveceaccade per quelle in cemento. Il pro-dotto di Greenrail è stato progetta-to per unire i pregi delle due solu-zioni. Da una parte, la riduzione deicosti per la manutenzione.

«Il mercato italiano - raccontal'imprenditore - annualmente utiliz-za ciclicamente da 1,5 a 2,5 milioni di

traverse, per un giro di affari tra i100 e i 200 milioni di euro l'anno. Conl'adozione delle traverse Greenrail sirisparmierebbe fino al 30%». Dall'al-tra, l'attenzione all'ambiente: «ogni100 chilometri di linea si riciclereb-bero 8000 tonnellate di plastica e al-trettante di pneumatici. E conside-rando il passaggio di 10/20 treni, inun'ora si riuscirebbero a produrre si-no a 1,25 MWh di energia elettricapulita».

Sono già in corso colloqui conRete Ferroviaria Italiana, che si sa-rebbe detta molto interessata al-l'idea, e con le ferrovie russe e su-dafricane. Ora serve l'omologazio-ne del prodotto: dovrebbe arrivaremetà 2014.

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«Lavorando nel settoredella manutenzione hopensato a un modo persuperare i difetti delleattuali linee in cementoe insieme ridurrei costi».

Giovanni De Lisiimprenditore,cofondatore di Greenrail

ctS e r er »Così il sistema sfrutta il

passaggio dei treni

Un operaio controlla la corretta posa di un binario di una linea ferroviaria

Innovazione e ricerca Pagina 20

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. Lavori per 520 milioni in Indonesia e Congo

Saipem fa il pieno di ordiniCelestina DominelliROMA

Saipem si è aggiudicatanuovi contratti per 520 milionidi dollari. In Indonesia, la so-cietà guidata daUmberto Ver-gine ha acquisito dall'Eni ilcontratto Epci per una floa-ting production unit (Fpu),un'unità di produzione galleg-giante, di nuova costruzione,destinata allo sviluppo del pro-getto del Jangkrik Complex.Saipem - già attiva nell'areaAsia-Pacifico con un impor-tante cantiere di fabbricazio-ne locale e diversi progetticomplessi sul fronte del Flng(floating liquefied naturalgas) - sarà alla guida di un con-sorzio locale che vede la parte-cipazione di Hyundai HeavyIndustries Ltd e della j oint ven-ture tra la stessa Saipem, Tri-patra Engineers & Con-structors e Chiyoda. Il valoretotale del contratto ammontaa i,i miliardi di dollari. Il pro-getto sarà eseguito dal SaipemExecution Centre di Jakarta,

mentre il cantiere di KarimunIsland, in Indonesia, fabbriche-rà le topsides. La yard di fabbri-

Saipem

cazione di Karimun è la più Andamento del titolo a Milanogrande nel suo genere nel sud-est asiatico e fornisce lavoro a2mila persone.

Nella Repubblica del Con-go, invece, Saipem si è assicu-rata un contratto da parte diAker Solutions per la fabbrica-zione di strutture sottomari-ne, tra cui quelle di ancorag-gio, per il progetto Moho chesarà gestito attraverso il can-tiere di Boscongo, a PointeNoire. Il progetto utilizzerà lecapacità locali di fabbricazio-ne che Saipem ha sviluppatonegli anni. I contratti conqui-stati ieri rientrano tra quellicon un più adeguato livello dimarginalità rispetto al passa-to, in linea con gli impegni as-sunti dai vertici del gruppo,anche grazie a una più efficien-te allocazione dei costi assicu-rata dalle due yard di Kari-mun e Boscongo.

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