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Caryl Chessman
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Caryl Chessman (St.
Joseph, 27 maggio
1921 – Carcere di
San Quintino, 2
maggio 1960) è stato
un criminale e
scrittore statunitense.
Condannato a morte
nello Stato della
California per rapina,
sequestro e abuso
sessuale, riuscì ad
ottenere ben otto
rinvii della pena di
morte in dodici anni,
ma venne infine
giustiziato nella
camera a gas, poiché
all'epoca il sequestro
poteva essere un
reato sufficiente. In
carcere divenne un
famoso scrittore e
venne preso ad
esempio dal
movimento per
l'abolizione della pena
di morte.
Indice [nascondi]
1 Carriera criminale
2 La vicenda
3 Appelli legali
4 Esecuzione
5 Opere
6 Note
7 Collegamenti
esterni
Carriera
criminale[modifica |
modifica wikitesto]
Caryl Whittier
Chessman fu
"definitivamente"
arrestato a 27 anni,
avendone passati
molti tra riformatori
per minori (due volte)
e prigioni, dopo
essere stato rilasciato
sulla parola dal
carcere di Folsom.
Prima della vicenda
carceraria che lo
portò alla morte,
Chessman fu un
criminale la cui
carriera (come egli
stesso ammette in
"Cella 2455") aveva
abbracciato rapine,
furti con e senza
scasso, probabilmente
l'omicidio e svariati
altri crimini. A
segnare la sua
giovinezza
probabilmente la
paralisi di sua madre
Hallie e poi la sua
morte per cancro,
oltre che una
ribellione totale
all'autorità costituita
manifestata
continuamente negli
anni.
La vicenda[modifica |
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Nel periodo
precedente al suo
ultimo arresto, era in
circolazione un
rapinatore che
utilizzava un
lampeggiante rosso,
allo scopo di
spacciarsi per un
poliziotto; si
avvicinava a delle
coppiette appartate in
automobile, in luoghi
isolati e le rapinava,
commettendo a volte
violenze sessuali. Gli
identikit forniti
parlavano di un uomo
con i denti storti, alla
guida di una Ford
nuova, di colore
chiaro,
decappottabile. Caryl
Chessman venne
arrestato dalla polizia
assieme ad un suo
amico, David
Knowles, mentre
erano in attesa di un
terzo, Joe Terranova,
presunto proprietario
dell'auto, che si era
recato nei bagni della
stazione Richfield.
Terranova non fu più
trovato e al processo
il pubblico accusatore
affermò che
Chessman si era
inventato il terzo
personaggio. Dopo
alcuni anni, invece,
l'FBI ne confermò
l'esistenza dato che
era ricercato anche
da loro. Nell'auto in
cui erano seduti
Chessman e David
furono trovati una
serie di abiti femminili
nuovi, un
lampeggiante rosso
ed una pistola. Per
giunta l'auto era una
Ford nuova che però
era di colore scuro e
non era
decappottabile.
La polizia svegliò una
delle vittime in piena
notte, chiese alla
donna di affacciarsi
alla finestra
dell'appartamento in
cui viveva, e la donna
identificò Chessman
come suo assalitore a
qualche piano di
distanza ed al buio.
Chessman non
corrispondeva alla
descrizione fisica che
era stata data del
rapinatore. Molte
critiche sono state
sollevate per via di
come fu imputata a
Chessman la
sentenza di morte; al
tempo, la versione
Californiana della
legge del "Piccolo
Lindbergh",
prevedeva infatti la
pena di morte per
ratto con uso di
violenza. Il bandito
"della luce rossa" (che
i giudicanti ritennero
essere Chessman) fu
accusato di aver
infranto questa legge
per aver spostato di
pochi metri le due
donne che poi stuprò.
Chessman fu
condannato per 17
capi d'accusa
all'ergastolo, a due
condanne a morte,
mentre la sua
detenzione escluse
queste pene, sarebbe
comunque durata fino
al 2009.
Appelli legali[modifica
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Fino alla fine dei suoi
giorni Chessman
affermò la sua
innocenza, tanto da
lasciare detto ad una
delle guardie per il
suo ultimo viaggio, di
riferire queste parole:
"Non sono io il
bandito della Luce
Rossa"[1].
Chessman tentò
continuamente di
dimostrare che il suo
processo fu condotto
in maniera impropria
e che egli stesso fu
trattato
anticostituzionalment
e, circostanza
aggravata dal fatto
che la relazione del
processo fu eseguita
dopo la morte del
relatore incaricato. La
revisione di tale atto
ordinata dalla Corte
Suprema degli Stati
Uniti, benché avesse
dimostrato le ragioni
del detenuto, si limitò
tuttavia ad una
modifica della
suddetta trascrizione,
senza istituire il
processo ex novo, che
Chessman chiedeva.
Nel 1959 due
giornalisti
investigativi iniziarono
ad occuparsi della sua
vicenda, dopo l'ottavo
rinvio della pena di
morte. Scoprirono i
fatti sopra elencati, e
scoprirono una foto di
Chessman in cui lui
era stato pestato
dalla polizia per
costringerlo a firmare
una confessione. Il
referto presentato dal
medico al processo
diceva che Chessman
non aveva subito
percosse. La
documentazione di
questi fatti fu
presentata all'allora
governatore della
California, che rifiutò
di riconoscere un
possibile errore
giudiziario.
Nei dodici anni della
sua prigionia a San
Quintino avvenne
negli Stati Uniti il
primo grande
movimento di
opinione contro la
pena di morte. Le
persone e i giornali
che a gran voce
avevano reclamato
giustizia invocando la
morte di un cotale
inguaribile criminale
recidivo, chiedevano
ora clemenza se non
assoluzione. Da tutto
il mondo si ebbero
appelli per la
revisione del processo
Chessman: tra i
firmatari Eleanor
Roosevelt, Pablo
Casals, Aldous
Huxley, Ray
Bradbury, William
Inge, Norman Mailer,
Dwight McDonald,
Christopher
Isherwood e Robert
Frost. In una sua
ultima lettera proprio
al governatore
Edmund J. Brown,
Chessman disse che
sarebbe stato
disposto anche a
morire senza più
lottare, se ciò fosse
potuto servire ad
eliminare la pena di
morte dagli statuti
californiani. Ironia
della sorte, Brown,
che respinse la
domanda di
sospensione
affermando di “avere
le mani legate”, era
un riconosciuto
oppositore alla pena
di morte.
Esecuzione[modifica |
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Respinto il suo
ennesimo appello per
una revisione del
processo, un estremo
tentativo per un
decreto di habeas
corpus e la domanda
di grazia inoltrata dai
sostenitori della sua
causa (Chessman non
la chiese mai poiché
non volle ammettere
nemmeno
indirettamente la sua
colpevolezza), Caryl
Chessman fu alla fine
giustiziato il 2 maggio
1960 alle 10 del
mattino. Proprio in
quel momento
dall'ufficio del giudice
Goodman, informato
che la rivista Argosy
aveva scoperto nuove
prove a favore del
condannato, arrivava
una chiamata per
l'ennesima
sospensione (di
un'altra ora)
all'appuntamento col
boia. Era troppo tardi.
Sarebbe stato
impossibile infatti
aprire la camera a
gas senza danni per i
presenti, così alle
10:12 di quello stesso
giorno, Chessman fu
dichiarato morto.
Opere[modifica |
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Durante la sua
detenzione,
Chessman scrisse ben
quattro libri, oltre a
dover preparare
appelli, lettere
giudiziarie e studiare
legge (doveva
difendersi da solo). Il
suo racconto Quel
ragazzo è un killer! fu
confiscato all'autore
dal custode di San
Quintino Harley O.
Teets nella
convinzione che fosse
"opera della
prigione". Il
manoscritto (redatto
nel 1954) tornò al suo
autore nel 1957 e fu
pubblicato nel 1960.
Cella 2455 braccio
della morte (1954).
Milano, Baldini
Castoldi Dalai, 2005.
ISBN 8884906989
La legge mi vuole
morto titolo originale
Trial by ordeal
(1955). Milano,
Rizzoli
Il volto della giustizia
(1957). Milano,
Baldini Castoldi Dalai,
2007. ISBN
8884908345
Violenza è la mia
legge (romanzo)
(1959). Milano Rizzoli
Quel ragazzo è un
killer! (1960). Milano,
Baldini Castoldi Dalai,
2006. ISBN
888490935X
Note[modifica |
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