Caro Giorgini... Baci, La Zia Lilli Completo Di Copertina

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Caro Giorgino

Tenerezze in sfere d'acciaio

Baci, la zia Lillidi Rosaria Zanetel

Rosaria Zanetellaureata in Giurisprudenza presso l'universit di Padova, dove ha seguito anche un corso quadriennale di lingua e cultura araba. Con il marito, Gihad Katrib, ha fondato una piccola casa editrice, specializzata in testi di lingua araba, cinese, ungherese, nella convinzione che la reciproca conoscenza del linguaggio il primo passo per una fruttuosa convivenza. Per la lingua araba ha pubblicato anche una grammatica. E' artefice di un progetto editoriale relativo alla storia di storici istutiti scolastici padovani: Liceo Tito Livio, Istituo Calvi, Universit di Padova Negli ultimi anni ha pubblicato tre romanzi. Vive e lavora a Padova. copyright by dott.ssa Rosaria Zanetel Katrib via Polacco 2 35127 PADOVA cell.3388757008 e mail [email protected]

Caro Giorgino... Baci, la zia LilliTenerezze in sfere d'acciaio

a Bearotto e Sacchiotta, due orsetti che si amano, teneramente

personaggi delle e mail Caro Giorgino ... Baci, la zia LilliLilli Z. Giorgio Z. Francesca Giorgetto Claudio Filippo mamma di Giorgio pap di Giorgio Chicca Fard Pietro Sacchiotto PR la zia (Giorgino) il nipote figlia di Lilli figlio di Francesca marito di Francesca marito di Lilli, medico moglie del fratello di Lilli, morta senza nome, fratello di Lilli sorella di Lilli marito di Chicca figlio di Lilli orsetto peluche di Pietro il regista

personaggi degli allegati Tenerezze in sfere d'acciaioGiovanni Z. Antonio Z. madre di Giovanni Piera Stefano Fiorenza Riccardo il protagonista padre di Giovanni, senza nome la protagonista ex fidanzato di Piera sorella di Stefano ex compagno di liceo di Giovanni

Paola Sandra l'Ospite Fard Claudia Sacchiotta Bearotto padre di Piera Marco Silvia 4 figli di Marco la signora Cecilia Luca Maria

fidanzata di Riccardo sorella di Giovanni il gatto di Sandra compagno di universit di Sandra moglie di Fard orsetta peluche di Piera orsetto peluche di Giovanni senza nome, morto fratello di Piera moglie di Marco senza nome domestica di Piera fratello di Claudia, fidanzato di Sandra collega di Laura

fratello di Riccardo senza nome

nonna di Giovanni e Sandra senza nome, inglese

Domenica, detta Meni mamma di Piera

luoghiPianura padana Como Lugano Interlaken Jungfrau Alpi Bernesi Dublino Londra

e mail 1Caro Giorgino, comincio a mandarti in allegato le prime battute della nuova storia. Mi dici che, a differenza degli altri due romanzi che ti ho scritto, questo dovr diventare una sceneggiagiatura, il che, suppongo, richiederebbe unattenzione particolare per dialoghi, luoghi ecc. ecc. Intendo per ora buttar gi una specie di canovaccio, lasciando le rifiniture (correzioni del testo, dialoghi, luoghi, approfondimenti psicologici dei personaggi) ad un secondo momento, quando avrai presentato il lavoro al regista, anche perch dobbiamo gi mettere in preventivo che, per diventare una vera sceneggiatura, il testo avr bisogno di essere del tutto rimaneggiato, anzi, mangiato e digerito dalla macchina cinematografica, con tutte le sue esigenze e il lavoro di equipe che ci comporta. Meglio per me, meno lavoro da fare, anche se quello che mi costa fatica la prima stesura della storia, che scrivo di getto, con una foga dolorosa ed incontrollabile, come se mi liberassi di un macigno che preme, mentre quello che viene dopo, curare il testo, controllare che non ci siano errori e che tutto scorra in armonia, la cosa che mi piace di pi. Mi rilassa, in quanto il parto gi arrivato a termine, con la sua straziante, logorante fatica; poi si tratta solo di rivestire il bambino, dargli un aspetto accettabile, gradevole e ordinato, ben diverso da quella tragica e scomposta maschera con cui si presenta alla vita. Hai gi detto: Che c sta dicendo la zia? Quanto mi rompe i c quando fa la drammatica! o stavi per dirlo? Eh, eh, sai che ti conosco bene. Come vedrai fin dal primo incipit, ho immaginato un paesaggio pianeggiante e poco definito, immerso sempre nella nebbia, da cui emerge ogni tanto una cupola, un casolare, un portico. Si tratta di un ambiente di periferia metropolitana, quei dintorni di grandi o medie citt, specialmente europee, ormai eguali dappertutto.

La nebbia ha un suo perch. Andando avanti con la storia, sar chiaro che essa rappresenta la vita affettiva di Giovanni, il protagonista, che, prima dellincontro con Piera, vive immerso in un brodo melenso, serrato in una sfera impenetrabile, privo di qualsivoglia conflittualit sentimentale. La sua frase ricorrente :Sono discussioni inutili e, con ci, ogni avvenimento, ogni turbolenza che tenti di disturbare il suo tranquillo vivere, viene digerito e fatto scomparire in quel brodo. Purtroppo, o per fortuna, questa nebbia piano piano si dirada, lasciandolo in una realt abbagliante e nitida, che gli sconosciuta e lo sconvolge. Pur avendo gi la storia completamente raccontata e pronta dentro di me, non le ho ancora dato un titolo, anzi, ne ho dati tanti, troppi e non ho deciso quale sar il definitivo. Ci penser alla fine del lavoro. Ed ora eccoti lallegato 1. Ricordati, Giorgino, che puoi spedire direttamente al regista gli allegati, cos come te li mando. Ci penser poi lui a dare a tutto il romanzo un assetto compatibile con una vera sceneggiatura. Io credo che aspetter quando avr per le mani almeno due terzi del testo, se no un po difficile che possa farsi unidea abbastanza esauriente della storia e vedere dove allargarsi e dove tagliare. Baci, la zia Lilli

allegato 1E un venerd pomeriggio e siamo allinterno di un autobus, che collega la citt alla grande periferia, estesa per chilometri e chilometri in un paesaggio nebbioso, tra autostrade, superstrade, strade statali, strade provinciali, strade comunali, gi

gi fino a quei viottoli sterrati che improvvisamente ti portano, quasi per miracolo, in mezzo alla natura incolta, che spunta ancora qua e l, tetra immagine avvizzita di un non lontano passato rigoglioso. La nebbia che l'autobus attraversa e penetra si presenta in tutte le sue forme, da quella pi compatta e pesante, a quella effervescente, leggera leggera, come un velo da sposa, quando la sposa felice. Lautista dellautobus il nostro protagonista, Giovanni. E' un trentacinquenne dalla corporatura non molto alta, abbastanza muscolosa, da ex giocatore di rugby, come si intuisce dalle spalle robuste e leggermente arcuate. Il viso tondeggiante, di carnagione chiara, con unidea di barba non fatta da tre giorni, come di moda. Gli occhi sono nascosti dietro a degli occhiali scuri, avvolgenti; i capelli, molto ondulati, quasi ricci, dai marcati riflessi rossi, sono pettinati con una riga in parte, cosa che gli d un'aria da bravo ragazzo e arrivano a coprirgli appena in parte la nuca vigorosa. Come sempre, Giovanni, con la pacata sicurezza di un condottiero, moderno Mos, infila con spedita leggerezza il suo autobus in quel mare ribollente che il traffico, mentre i marosi si dividono, spalancando davanti lui, come per miracolo, varchi sicuri. Per i colleghi, questa sua caratteristica sorprendente: Se sei tappato, segui Giovanni, si raccontano tra loro, vedrai che lui, calmetto calmetto, trova sempre il bandolo della matassa per tirarsi fuori. Calmetto, calmetto. Gi, perch questa la forza di Giovanni, che, mentre fa danzare il grosso bus come un ippopotamo in una vetrina di cristalli, senza romperne nemmeno uno, riesce anche a mostrarsi tranquillo, indifferente a tutto ci che gli succede intorno. Ci frutto di un suo modo di

vivere, pazientemente elaborato fin da bambino, che gli permette di seguire col pensiero una realt interiore, ben distante da tutto ci che lo circonda, rimanendo, o sembrando, calmo e impassibile, anche quando attorno a lui tutto caos. Facciamo un passo indietro. I genitori di Giovanni, professori in una cittadina di montagna, si sono trasferiti nella grande citt per dare lopportunit ai figli di accedere alluniversit, una volta ultimato il famoso liceo classico, che: Ti d le basi per la vita, gli aveva detto suo padre quando, finite le medie, doveva scegliere una scuola superiore. A differenza di sua sorella Sandra, che, non per convinzione, ma tanto per contestare i genitori si era iscritta a un istituto tecnico sperimentale, Giovanni, come sempre e senza discussioni inutili, sua espressione usuale fin da bambino, aveva seguito il consiglio paterno. Finito il liceo, senza nessuna ironia n polemica, ma solo seguendo una sua logica solida e coerente: Non mi iscrivo all'universit, ormai le basi per la vita le ho e dunque mi cerco un lavoro, aveva detto a suo padre,

e mail 2Caro Giorgino, il primo allegato si interrotto bruscamente: ti preannuncio che capiter spesso, in quanto in questo periodo, oltre alle solite faccende di routine (lo zio e i suoi pazienti, le telefonate di Pietro e di Francesca, la nonna col suo alzheimer, tuo padre con le sue avventure sbagliate, la casa, le amiche), se n aggiunta una nuova, che ha precedenza assoluta su tutto. Tu forse non lo sai, ma la tua amatissima cugina Francesca, nonch mia figlia, mi lascia il suo caro pimbino Giorgetto, come lo chiama lei, tutta la settimana, a parte il sabato e la domenica, e avevo sentito un botto di l, nella cameretta dove lui gioca e dunque, zum, sono schizzata via, assieme a tutta la mia ispirazione! Immagina, in fondo Giorgetto non ha neanche un anno e mezzo e dunque ha bisogno che qualcuno lo marchi stretto, eh! Altro che scrivere! Ad ogni modo, ho preferito inviarti egualmente il primo anello della storia, anche se mozzato sul pi bello. Ed ora passo allallegato 2. Baci, la zia Lilli

allegato 2che, condividendo con questo suo figlio la linearit e limpidezza danimo, lo aveva approvato e appoggiato in questa scelta, nascondendo la comprensibile delusione dietro a una delle sue frasi tra lamaro e lironico: Speriamo che su queste basi tu costruisca anche qualcosa di solido! Daltra parte, giustamente, questa storia del liceo e della sua importanza basilare stata una mia trovata e dunque ....

Il padre di Giovanni una di quelle persone dotate del grande pregio di saper trovare una via di fuga dalloscurit che ogni tanto si abbatte sulla vita di ogni comune mortale. La sua attitudine a vedere una qualche luce accesa al di l della barriera degli eventi bui, lo rende capace di infondere fiducia nelle persone con cui viene a contatto, che ascolta con sincero interesse e curiosit, senza darsi importanza, anzi sempre pronto allo scherzo e al ridersi addosso, al prendersi in giro. Il suo aspetto fisico consono alla sua personalit, con quei baffi un po' all'insu, quegli occhi azzurri, allegri e limpidissimi, anche se celati dietro a occhiali da miope, quel sorrisetto ironico appena abbozzato tra le rughe profonde del volto, contornato dai capelli un po arruffati, ancora di un bel colore castano, solcati solo qua e l da qualche filo grigio. Anche il suo modo di vestire allegro: calzoni quasi sempre di velluto a coste, a parte in piena estate, bei gilet o di cotone o di lana, a seconda delle stagioni, camicia spesso azzurra, cravatte dai colori vivaci, giacche di lana, mocassini sempre e ovunque e, cosa questa criticatissima dalla moglie e dalla figlia e fonte di brontole, come le chiama lui, calzetti inspiegabilmente sempre bianchi. Ah, come cappotto invernale solo e sempre il loden verde, retaggio delle sue origini montanare, come puntualizza, con una mal celata punta di sarcasmo, la moglie. Dagli amici dei figli viene definito:un pap simpatico. Ben diversa la madre, che, purtroppo per lei, una donna astiosa, sempre sulla difensiva, poco fiduciosa negli altri e, cosa questa che rende difficile la vita di chi le sta vicino, priva completamente di ironia. Non hai fatto il liceo classico, per questo non hai il senso della vita e dunque dell'ironia con cui affrontarla, aveva osato dirle scherzosamente il marito una volta: dopo anni, tutti in famiglia ricordano ancora la discussione infinita e i musi duri sortiti da quella frase in-

felice. Il suo aspetto fisico , a differenza del carattere, molto gradevole: la figura piuttosto alta, armoniosa e giovanile, sempre curata ed elegante; i capelli sono biondi, trattenuti da un cerchietto un po fuori moda e definire il suo viso: angelico, quasi perfetto, potrebbe essere riduttivo, da quanto armoniosi sono i suoi lineamenti, induriti per da un'espressione sempre seria e preoccupata o seccata per qualcosa che lha indispettita, il che capita davvero spesso. La madre di Giovanni inglese, da parte di mamma, ed vissuta in Inghilterra fino allet di quattordici anni, quando suo padre aveva dovuto tornare in Italia per motivi di carriera, mentre la moglie non lo aveva seguito, preferendo un divorzio e un nuovo marito inglese. La figlia era rientrata in Italia con il padre, vivendo con i nonni italiani, in una cittadina del Trentino. Labbandono della madre ha di certo influito sul suo carattere e rende comprensibile quel suo umore sempre sulle difensive, come in attesa di qualche torto in arrivo. Delle sue origini le rimasto un leggero accento inglese, che usa frequentemente, specialmente parlando con i figli. La facile suscettibilit della madre ha fatto s che sia Giovanni che suo padre, poco amanti entrambi, come ho gi detto, delle discussioni inutili, si siano abituati a vivere silenziosi, seguendo pensieri interiori, forse gli stessi, visto come molto spesso si intendono anche solo con uno sguardo. I vasti e piatti silenzi di questa famiglia sono frequentemente perforati, valvola di sfogo salutare, dalle gridate discussioni di Sandra, polemica su tutto e con tutti, che fanno andare in escandescenze la madre, aggiungendo rumore al rumore, ma che non scalfiscono la serena imperturbabilit dei due uomini, vista anche la vacuit delle motivazioni di tanto vociare. Sandra, la sorella di Giovanni, ha preso dalla madre il carat-

tere suscettibile e polemico, purtroppo per lei, ma non ha preso l'armonia dei lineamenti, fonte della sua bellezza senza tempo. Infatti Sandra, fisicamente, assomiglia pi al padre, specialmente nel viso, con quei lineamenti molto marcati e quelle rughe precoci, che gi le solcano, impercettibilmente, le guance. Nellinsieme per non una brutta ragazza: la salva quel metro e ottanta di figura snella, che la rende un tipo interessante e che si fa notare, come dicono gli amici, quando la osservano ben fasciata negli immancabili jeans. Completa il ritratto di famiglia un gatto, chiamato: lOspite. Alcuni anni fa, Sandra era arrivata a casa, in una sera di pioggia, con un micino tutto bagnato, imponendolo come ospite, a dire il vero non molto gradito, dal momento che nessuno in famiglia, eccetto lei, ha la passione per i gatti. Naturalmente, vista liniziale esitazione dei genitori e di Giovanni, aveva dato il via a una delle sue solite sceneggiate, singhiozzando e giurando tra le lacrime che se ne sarebbe presa cura lei stessa: in tutto e per tutto. Come al solito, lebbe vinta lei, anche perch chi avrebbe potuto buttare quellesserino fuori dalla porta, una volta che c'era entrato?, come le aveva puntualizzato un po bruscamente suo padre, che era apparso pi preoccupato di come Sandra si sarebbe aspettata, visto il suo carattere accomodante per cose ben pi gravi. Il fatto che Sandra ignora un particolare della vita di sua madre, legato a un suo ricordo di infanzia, quando viveva ancora in Inghilterra: Non mi piacciono i gatti, mi ricordo che mia mamma, da perfetta inglese, amava di pi il suo gatto di quanto amava me, si lamenta con il marito, ogni volta che vede un gatto, ricordando che, il giorno che lei aveva lasciato per sempre lInghilterra, per venire a vivere col padre in Italia, sua madre non laveva nemmeno accompagnata allaereo: Era dal veterinario, con quel suo amatissi-

mo gatto, naturalmente, esclama ancora adesso, dopo tanti anni, con un lungo sospiro. Chiss come erano andate davvero le cose, ha sempre pensato il marito, rispettando per il disagio della moglie, in quanto conosce bene come questa sofferenza dellessere stata abbandonata dalla madre le abbia solcato profondamente il cuore, rovinandole la vita. Ad ogni modo, al povero gattino era stato dato: asilo per motivi umanitari, come aveva detto Giovanni, che da subito cominci a chiamarlo lOspite, mentre Sandra, dopo anni, sta ancora cercando un nome adatto al suo tesorino, scandalizzata dalla freddezza, che secondo lei si cela dietro a quellepiteto: Ospite. Certo che il gatto deve aver compreso subito il tipo di accoglienza che gli stata destinata, educata, ma freddina, se cos si pu dire, e, da bestia intelligente, ha adottato un atteggiamento un po distaccato, ma corretto: ha imparato subito il posto della sua cassettina e come servirsene ed ha scelto i suoi luoghi preferiti, intuendo rapidamente fino a dove gli fosse lecito osare. A differenza della maggioranza dei gatti, non si strofina mai addosso ad alcuno, alla ricerca di carezze, che del resto nessuno gli farebbe, e di cui non sembra aver bisogno, per, la mattina presto, gli piace dare un'occhiatina nelle stanze da letto, miagolando imperiosamente, finch tutti non si sono alzati. Inoltre, ogni tanto, quando sta proprio bene, in certi pomeriggi d'inverno molto freddi, si lascia andare ad un atteggiamento meno controllato, si accoccola sul davanzale della finestra dello studio, che si affaccia su un bel giardino di magnolie e fa le fusa, ritmicamente, beandosi e guardando con gli occhi socchiusi il gelo dell'esterno. Insomma, una bella convivenza familiare tranquilla e serena per tutti e quattro, turbata ogni tanto dallarrivo di Sandra, che, appena entra in casa, si mette sulle tracce del tesorino

gatto, che secondo Giovanni si sta strappando i baffi dalla disperazione, nascosto sotto qualche letto, atterrito dal trambusto che lo attender nei prossimi minuti, quando Sandra lo agguanter, sbaciucchiandolo e strapazzandolo, sbraitando: Poverino, poverino, sempre solo il mio tesorino, ma adesso c qui la tua mamma. Giovanni e suo padre dicono che, quando Sandra se ne va, lOspite li guarda alzando gli occhi al cielo, mentre i baffi si posizionano orizzontalmente, quasi in una smorfia di disgusto, e si rintana nel posto pi lontano possibile da tutti. La madre non dice mai nulla riguardo allOspite: provvede che abbia tutto il necessario, segna sul calendario le date per le visite dal veterinario e, quando vengono bambini, gli dice con quel suo tono algido: Ospite, sta lontano dai bambini, che sono cattivi con le bestie. Uno psicanalista avrebbe da dire molto a proposito di cosa si cela dietro questa frase, pensa suo marito, facendo una carezza sulla nuca della moglie, ogni volta che la sente pronunciare questa frase. Tornando a Giovanni e alla sua vita, la scelta del lavoro stata per lui puramente casuale: quellautunno che aveva deciso di non iscriversi alluniversit, aveva visto sul giornale della citt che una ditta di trasporti extra-urbani aveva indetto un concorso per un posto di autista di autobus. Si era iscritto e, su un numero notevole di candidati, lui era risultato il primo. E un lavoro come un altro, dice Giovanni a chi gli fa capire che forse poteva mirare pi in alto, e ne contento, sempre nei limiti di quel suo modo di affrontare ogni cosa con distacco. A me guidare sempre piaciuto e non mi stanca e poi, aggiunge, quel cartello: non si parla al conducente una gran cosa per il sottoscritto!. Ecco laspetto del suo lavoro che gli garba di pi: gli permette di stare per ore distaccato da tutti, chiuso nel suo abitacolo di vetro e nel

suo mondo interiore, che tanto ama. Ci non significa che non sia premuroso con i passeggeri, anzi, se c un reale bisogno, si d da fare con partecipazione, o meglio, con educazione, altrimenti, a qualsiasi approccio inutile, lui risponde con un sorriso, indicando col dito il famoso cartello di cui sopra. Anche questo pomeriggio Giovanni, guidando lautobus, segue il filo dei suoi pensieri, che di solito sono i pi vari: ricordi gradevoli, musica, viaggi, cose tranquille insomma, come piacciono a lui, cose che gli danno un senso di rilassato benessere, di cui fa specchio fedele quel suo sorriso sereno, a bocca chiusa, cos usuale in lui. E dunque leghiamoci anche noi al filo dei suoi pensieri, che per anche questo pomeriggio, come molto spesso negli ultimi tempi, non scorre pi svolazzante, libero e senza una meta, ma si avviluppa, si annoda incontrollabile e indomabile attorno a un fulcro stabile e calamitante. Questo fulcro ha le fattezze di una donna: Piera, una ragazza incontrata una sera, tempo fa. Era una delle solite serate di venerd, trascorse come sempre in casa di Riccardo, suo ex compagno di liceo, con un gruppo di amici, gli stessi da anni. Quel venerd sera si era differenziato dagli altri in quanto era cominciato con la visita guidata allappartamento che Riccardo e Paola, la sua fidanzata dai tempi del liceo, stanno acquistando con un consistente mutuo mensile e in cui si sono appena trasferiti: Notate che i bagni sono tutti fenestrati, aveva esclamato Riccardo, con quella stessa eccitazione isterica, da miracol mostrare, che si stampa, come un timbro sbiadito eguale per tutti, sui volti dei giovani agenti immobiliari quando illustrano le doti innaturali di questi stranissimi nuovi appartamentini, con stanze ridotte alle dimensioni di ripostigli e bagni vasti come saloni.

Quante sghignazzate avevano fatto gli amici, quel venerd sera, quando, seguendo in fila indiana Riccardo, orgoglioso di farli salire in mansarda, si erano accorti che, da quanto era stretta la scala, bisognava appoggiare il piede su ogni scalino per traverso, in orizzontale! Sembra la scaletta di un pollaio, ci tenete anche le galline di sopra? Non sentiamo i coccod urlavano, sempre pi divertiti, camminando raso terra per non sbattere le teste in quello spazio eletto a mansarda, ma in realt davvero simile a un pollaio. Giovanni, essendosi accorto che Paola si stava amareggiando fino alle lacrime, le si era avvicinato e con quel suo sorriso gentile le aveva sussurrato: Non prenderla, sono solo invidiosi, siete gli unici tra noi ad avere gi una casa! .

e mail 3Caro Giorgino, neanche il tempo di spedirti la mia e mail e subito mi hai telefonato! Non mai successo! Sono commossa per quanto ti preoccupa la salute di Giorgetto: come ti ho detto, il botto a cui mi riferivo era solo una seggiolina caduta sul pavimento. Mi consigli di scrivere quando non c Giorgetto, per non correr rischi: non hai tutti i torti. Certo che sono sempre agitata, quando ho il bambino a casa, ma daltra parte Francesca ha bisogno di me, come sempre del resto. A proposito di Francesca, la sua carriera sta andando a gonfie vele, in modo inversamente proporzionale al suo matrimonio con Claudio, naturalmente. Tanto lei sa che il bambino crescer bene qui con sua madre e suo padre e dunque il marito adesso, per lei, solo una palla al piede , come mi ha detto ieri sera al telefono. Meno male se ne resa conto prima dei trentanni, cos ha tempo di ripensarci e di cominciare a riorganizzare la sua vita da sola. Adesso sta a Milano quasi tutta la settimana, ha preso in affitto un mini con unamica. Te ne parler lei stessa, quando vi vedrete. Sai quanto ti attaccata, di certo pi che a suo fratello Pietro, con cui non mai andata daccordo. Ti ricordi che, quando vi portavamo in montagna a trovare i nonni, tutti e tre sul sedile dietro, in macchina, Francesca non voleva mai star seduta vicino a Pietro? E allora tu, ti mettevi in mezzo a loro e mi dicevi, anche per farli star zitti: Dai, zia Lilli, raccontaci una delle tue storie!. Che poi eri lunico ad ascoltarle e ad apprezzarle! E hai avuto fiuto, caro Giorgino, guarda come son piaciute anche a tanti altri le storie della zia Lilli, se consideriamo il successo dei due romanzi che ho scritto nascondendomi dietro al tuo nome! A questo proposito, ti raccomando, questo un segreto di cui siamo al corrente solo tu, io, Francesca e lo zio Filippo. Non l'ho detto nemmeno a Pietro, in quanto lui sempre geloso dell'affetto che mi lega a te e dunque non potrebbe assolutamente capire la strana situazione che si creata.

E dunque, tornando alla nostra sceneggiatura, come avrai visto, nel secondo allegato ho ripreso il filo della narrazione esattamente dove lavevo spezzato, per la caduta di Giorgetto: sul padre di Giovanni, che ho fatto a stampo del nonno Antonio, mio padre e tuo nonno. Te lo ricordi? Spero di s. Ti adorava letteralmente. Sei stato il suo primo nipote e questo ti ha sempre messo in una posizione di privilegio ai suoi occhi. Ho cercato di delineare i personaggi anche fisicamente, in modo che il regista abbia gi delle belle tracce per la scelta degli attori, ma mi sorge il dubbio che forse sono le sceneggiature che devono adattarsi agli attori, e non l'inverso, se un regista ha deciso di servirsi proprio di qualcuno in particolare. Va be, staremo a vedere. Sto per iniziare lallegato 3: come avrai notato, la mia tecnica di lavoro un po diversa dai primi due romanzi, in cui ti mandavo dei pezzi molto pi lunghi; non vorrei che questo frazionamento andasse a discapito della scioltezza del testo. Hai qualche osservazione in proposito? Daltra parte, se dovr essere una sceneggiatura, tutto ci non avr un gran peso. Speriamo di aver un po pi di pi tempo i prossimi giorni. Baci, la zia Lilli

allegato 3Dopo questo arrivo un po fuori programma, la serata aveva ripreso a scorrere secondo la scaletta usuale: pizze da asporto, a cui si torna sempre, dopo vari tentativi di immissione di specialit etniche di moda, qualche birra, qualche bottiglia di vino e infine un dolcetto fatto da Paola, l'eterna fidanzata di Riccardo. Le serate sono spesso a tema, spaziando dalla visione di

film in dvd, scaricati dal padrone di casa, alternate a serate dedicate alla musica, la pi varia, o a interminabili discussioni su tutto e su tutti, che spesso finiscono con la burrascosa uscita di scena di qualcuno, con vigorosa sbattuta di porta alle spalle! Ah, niente fumo di nessuna specie: la decisione stata frutto di una sofferta e battagliata votazione, in cui, la scheda bianca di Giovanni, famoso per le sue prese di posizione neutrali, ha contribuito in modo decisivo a far prevalere lo schieramento degli igienisti sul resto del gruppo. Altre discussioni interminabili ed accese sono sorte anche a proposito delle serate dedicate alla visione di un film in dvd: infatti la cosa era stata accolta allinizio con grande orrore dai cinefili, che per mesi si sono rifiutati nel modo pi assoluto di vedere i film massacrati sul piccolo schermo, come aveva urlato Sandra, sorella di Giovanni, anche lei parte del gruppo. Con landar del tempo, la pigrizia ha avuto la meglio e tutti si sono arresi, anche se talvolta qualche purista estremo, tra cui Sandra, se il film in programmazione nei cinema cittadini, va a rivedere il film il sabato successivo, sul grande schermo, sfidando lo sfott di tutti gli altri. Certo che non facile per Riccardo la scelta del film da proporre: Quale film volete vedere?, chiede, con una serie di concitate telefonate, sperando inutilmente di evitare le solite discussioni senza fine, visto le personalit litigiose di quasi tutti questi amici. Riccardo, che insegna storia medioevale allUniversit, il pi intransigente e cocciuto di tutti e approfitta del fatto che da anni ci si riunisce in casa sua, per prevaricare sfacciatamente. Non che gli altri siano da meno: qualsiasi argomento motivo di scontro, forse anche per leterogeneit dei componenti di questo gruppo, specialmente ex compagni di scuola, ma anche compagni di rugby o di altri sport praticati fin da adolescenti (per i maschi), colleghi di lavoro, fidanzati ed ex fidanzati, gente conosciuta in qualche viaggio; Insomma,

siete una banda di matti, state sempre a litigare tra di voi, sbotta ogni tanto Riccardo, concludendo, con -na punta di affetto: eppure siete sempre qui. Ed vero. Alcuni di loro si sono gettati a capofitto nel mare della navigazione in internet, scoprendo cos nuove conoscenze, nuovi contatti, sempre pi allargati e appaganti per un certo senso, altri hanno fatto nuove amicizie, secondo la vita che conducono, ma quelle serate da Riccardo e Paola, con il familiare gruppo storico, quelle solite baruffe e maldicenze pettegole, sono come lossigeno e non si pu farne a meno. Anche Giovanni affezionato al gruppo, per, quando si d il via ai tafferugli verbali, cio sempre, lui si defila e spesso si accende il pc portatile, borbottando il suo usuale: Sono discussioni inutili , a meno che non si parli di musica, specificamente di musica inglese, con una piccola eccezione, i Rem, che, quando aveva quattordici anni, hanno segnato, a suo dire, il suo ingresso nella musica vera. A causa di questo suo atteggiamento distaccato, Giovanni non molto apprezzato, anche se tutti gli vogliono bene. Non lo senti mai, non ha idee sue, non ha personalit, si dicono tra loro gli amici. E poi, quel suo sorriso giocondo, cosa vorr dire? E una maschera di indifferenza, un enigma irritante, osservano i maniaci della psicanalisi. E pura noia anche come si veste, come parla, come si muove, rincarano le amiche e, a proposito di noia, una sua ex compagna di liceo ricorda che perfino sua madre, quando parla di Giovanni, dice sempre: Non parla mai, cos noioso! E' una lebbra che gli si attaccata addosso appena nato, raccontando per lennesima volta, credendo di essere spiritosa, che perfino la ostetrica, che in ospedale lassisteva nel parto, si era lussata la mandibola a forza di sbadigliare, da quanto noiosi erano i primi vagiti del piccolo neonato. Giovanni, na-

turalmente, ha sempre accettato il ripetititivo aneddoto della mamma con indifferenza, mostrando uno di quei suoi sorrisi fatti solo con le labbra, il capo leggermente chinato a terra, lo sguardo basso, mentre suo padre, non apprezzando per nulla questa infelice battuta della moglie, ogni volta, quando restano soli, Altro che noioso, se tu lo capissi come lo capisco io, vedresti le scintille e i fuochi di artificio che gli brillano dentro. Giovanni ha una interiorit cos ricca, che tu non immagini neanche, esclama amareggiato. Gi, ma tutta questa luminaria la vedi solo tu. Quante ragazze ha avuto? Pochissime. E con questa risposta, che per lei la dice lunga, ma che sembra al marito di una banalit cos incredibile da non meritare risposta, le bocche si ricuciono per altri lunghi silenzi. Ma torniamo a Giovanni che, alla guida del suo autobus, ripensa a quel venerd sera, anzi ripensa a Piera. Tutti gli amici si erano rintanati nella famosa mansarda a collaudare i due nuovi divanoni, mentre lui era rimasto ad occupare la comoda poltrona del soggiorno-cucina, davanti al suo immancabile pc portatile, ed ecco che questa nuova ragazza, scesa per prendersi un bicchiere, lo aveva guardato, gli si era avvicinata e, dopo aver spostato per terra, con mossa decisa, il suo computer ancora acceso, gli si era seduta sulle ginocchia. Pi che seduta, si era adattata completamente ad ogni piega del suo corpo, del suo cuore, gli vien da dire, con un tremito per lui sconosciuto finora, tanto da fargli impercettibilmente serrare le labbra. Questa Piera

e mail 4Caro Giorgino, come avrai notato dal brusco interrompersi anche dellallegato 3, in questo periodo le mie sedute al computer sono davvero molto a rischio, come al solito e pi del solito: cosa vuoi, tuo zio sempre preso con i suoi pazienti e tocca a me rispondere al telefono. Mi riprometto da trentanni di non farmi coinvolgere nel suo lavoro di medico, odio parlar di malattie, lo sai bene, anche perch la mia ipocondria mi porta poi a sentirmele tutte addosso, ma sta gente che telefona mi coinvolge sempre, mio malgrado. Sembra che scambino il mio: Pronto con un: Sono pronta ad ascoltarti e s che io specifico sempre che non so nulla di medicina, che mio marito sar in ambulatorio tra due ore. No, no, neanche mi badano, sanno gi che non riesco ad agganciare finch loro non mi avranno buttato addosso tutte le loro magagne, terrorizzandomi con sintomi che ad uno ad uno mi germogliano dentro. Brrrr.... Cos, caro Giorgino, tra una cosa e laltra, tempo per scrivere me ne resta poco. Peccato, perch la storia preme dentro di me, pronta e matura e dunque ti mando gli spezzoni. Non far caso se si interrom-pono, il filo che li lega ben saldo dentro di me. Nellallegato 3, ho continuato la descrizione di questa compagnia di trentenni, molto standard. Andando avanti, forse fisser lattenzione su qualcuno in particolare, tanto per caratterizzarne alcuni, anche se li considero solo uno sfondo su cui si muovono i protagonisti della storia: Giovanni e Piera. Come mi capita di osservare spesso, sembra che nulla unisca questi gruppi disomogenei, eppure si dichiarano amici e trascorrono assieme molta parte del loro tempo libero. Il rapporto che lega queste compagnie di trentenni (e oltre, ormai ci metto anche gente della mia et) non la condivisione di gusti, idee, progetti, ma solo la paura di restare soli, che fa s che si rifugino in questi gruppi stabili, un surrogato di famiglia. Anche quando sono in coppia, sono incapaci di affrontare la vita da soli, per le

serate, per gli hobbies, per i viaggi, cercano sempre di stare in compagnia degli amici, forse per allontanare lo spettro della noia, nemica pi di ogni altra cosa, non solo del vivere da single, ma anche del vivere in coppia. E ti ribadisco che lo stesso atteggiamento lo ritrovo anche in quei noiosissimi gruppi di cosiddetti amici, miei coetanei, che da cent'anni si ritrovano, sempre gli stessi, ... tanto per annoiarsi assieme e non da soli. E dunque si litiga, si fa pace, si spettegola, ci si odia, ci si vuol bene, limportante che ci sia sempre qualcuno attorno, per non restar soli con se stessi. Ho fatto un accenno al chattare, visto che ormai per molti di qualsiasi et (anche della mia e oltre) un riempitivo alla solitudine, anche se credo non possa sostituire la fisicit del vecchio gruppo di cosiddetti amici. Come avrai notato, pur parlando di trentenni, non ti chiedo mai di aggiungere qualcosa di tuo, visto che hai trent'anni e forse mi potresti dare dei suggerimenti sullo stato danimo di un trentenne medio, che sta per affrontare una crisi esistenziale gi latente, ma so che odi la speculazione del c.. come dici tu. Va be, mi immagino gi di sentire il tuo famoso: Zia Lilli, non mi rompere i c., e dunque non aggiungo altro, per ora. Ho capito che stai in un brutto periodo, faccio conto di riparlartene in futuro. Giovanni, il protagonista, si sta delineando bene. Ne sono soddisfatta. Tu che ne dici? E entrata in scena anche Piera, laltra protagonista, un personaggio che mi affatica, forse perch cos diversa da me. Come vedi, introduco ogni tanto con piacere la figura del padre di Giovanni, altamente positiva, specialmente nel raffronto con la madre. Mi dedicher tutto domani allallegato 4, che ti spedir appena pronto, in quanto lo prevedo complesso. Baci, la zia Lilli

allegato 4una cugina di Paola, che vive non si sa bene dove, forse in Svizzera o in Inghilterra, dirigente nel settore risorse umane di una multinazionale americana e non si mai aggregata al gruppo di amici, prima di quel venerd sera. Se ne era parlato, in quanto si erano viste in casa di Paola delle sue fotografie e tutti ne avevano ammirato la figura alta ed elegante, labbigliamento ricercato, i capelli rossi e lunghi. Quando ci fai conoscere la Piera?, hanno esclamato per anni i maschi della compagnia, sbirciando a lungo le foto, ma poi, anche Piera era passata di moda. Mesi fa, leredit, conseguente alla morte della comune nonna, aveva fatto s che Paola acquistasse il famoso appartamento con Riccardo e Piera tornasse in citt, comprando un bellalloggio in centro, viste le sue maggiori disponibilit economiche, rispetto alla cugina. Tanto per inquadrarla in una tipologia, Piera una trentenne in carriera, come ce ne sono tante, con la sfera attinente al lavoro ben consolidata e quella dei sentimenti pi permeabile e soggetta a periodi di umore up e down, come di moda. Quando incontra Giovanni, quel venerd sera, in fase down, questo spiega e giustifica il suo aggrapparsi al nostro protagonista. Non stato il viso di Giovanni a interessarla, trasparente e invisibile nella sua normalit, ma stato guardando quel torace ben tornito, stretto in un maglione girocollo grigio scuro, quel modo di stare seduto a gambe larghe, rilassato, con i jeans tesi sui muscoli delle cosce, che le venuta voglia di trovare rifugio su quelle ginocchione larghe, di appoggiare la testa su quel maglione, certa di trovare l il suo muro del pianto. Piera ha un cervello lucido e terso come un cristallo e se ne

serve per pianificare e dirigere le sue azioni alla stregua di raggi laser, proiettati con violenza: quello che decide fa, senza assolutamente preoccuparsi, se non del proprio star bene. Procede nella vita come un predatore: gira la testa lentamente da destra a sinistra, da sinistra a destra, il suo sguardo gelido si posa su ci che la interessa e zac, lo agguanta, facendolo suo. Cos fa quella sera: adocchia quel corpo cos maschio, gli si accoccola sopra come su una accogliente poltrona, vede che funziona e decide di usarlo, finch le servir. Per lei questo tutto. Appoggiata al maglione grigio, che si rivela morbido e tiepido, parlando senza intervalli, quasi cantilenando, si libera ( andata in analisi per anni e sa come fare) del peso del ricordo che al momento la fa star male: una relazione fulminante e dolorosa con una ragazza, per la quale aveva bruscamente interrotto una storia d'amore che era durata ben cinque anni. Giovanni ascolta il racconto che Piera gli fa, rannicchiata sulle sue ginocchia. Pi che ascoltare, sente con il suo corpo il corpo di lei che, vibrando di dolore, gli comunica questo dolore, che lui, per quel suo carattere placido, raccoglie, fa suo, senza per appropriarsene e cos il dolore lo attraversa e se ne va. Se ne va via da entrambi. Quando lui la riaccompagna a casa, lei lo fa salire, chiedendogli di restare a dormire. Anzi, per meglio dire, fa salire non Giovanni, che non ha ancora guardato in faccia, ma quel maglione tiepido, rassicurante, quel torace accogliente, quelle ginocchione solide. Cos nata la storia tra Giovanni e Piera.

e mail 5Caro Giorgino, sei un po seccato perch non mi do da fare di pi, in quanto il regista ti chiede di mandargli pi materiale, sia perch deve far sistemare la storia in forma di sceneggiatura, sia per cominciare a contattare attori, organizzare location ecc ecc. Hai ragione, sto andando a rilento, ma lallegato 4, con Piera, mi costato molto lavoro, come avevo previsto. A proposito del regista, da quando mi hai detto della sua insistenza per avere qualche anticipazione, lavoro ancora pi contenta, anche perch sono certa che la storia sar interpretata dagli attori giusti. Ho sempre avuto limpressione, vedendo i suoi film, che non sia mai caduto in compromessi, ha scelto sempre gli attori in base alla loro bravura e alla loro aderenza ai personaggi e non seguendo la moda del momento. Questo per quanto riguarda gli uomini, per le attrici donne avr meno libert di scelta, visto lingerenza di sua moglie, con la sua tremenda gelosia, a quanto si dice sui giornali, ma insomma, sono problemi suoi, di certo non nostri! Prevedo scintille, caro Giorgino. Questa volta salirai su podi di grande altezza. Va bene che, con il secondo libro che ti ho scritto, sei gi arrivato molto in alto, eh? Hai raggiunto il primo come vendite? Vedo che sei sempre in ottima posizione nelle classifiche dei pi letti! Ti hanno gi dato il premio? Il giovane scrittore che racconta le sottili e tormentose vie del sentimento amoroso con la limpidezza di un animo candido. Un animo candido: non sai (non puoi saperlo, caro Giorgino) quanto mi sono commossa, quando ho letto questa motivazione al premio letterario, che ti hanno dato per lultimo romanzo. Mi sono rivista diciottenne, durante una gita in montagna con il mio primo ragazzo, quando, nel bel mezzo di una ferrata, si girato pericolosamente e, guardandomi fissa negli occhi (era un timido, non aveva ancor trovato il momento per dichiararmi il suo

amore), mi ha detto: Sai perch mi sono innamorato di te? Per il tuo animo candido. Mi sento ancor tremare le gambe. Immagina allora, con lo strapiombo sotto di noi. Baci, la zia Lilli

allegato 5Degli studi classici molto rimasto ben radicato in Giovanni, schegge di buona cultura, che lui ripesca dalla memoria al momento opportuno, usandole come parametri di giudizio, che alcuni, i pi superficiali, definiscono stravaganti, ma che sono solo poetiche. Cos, mentre Piera, la sera del loro incontro, gli racconta della sua relazione con una donna, quasi sussurrando, a bassa voce, come parlasse tra s e s, Giovanni non solo sente poco, ma, pi che altro, ascolta poco, mentre gli rimbalza nella mente il suono limpido e musicale dei dolci e incantevoli versi scritti da Saffo per amore di Lesbia, fonte di sentimenti di tale purezza, da cancellare ogni risvolto pi prosaico e realista. Nientaltro. Non ha mai esternato questo suo modo di immaginare lamore tra donne, anche perch poco interessato a condividere i suoi pensieri, sempre per evitare le famose discussioni inutili, ma quando una coppia di lesbiche ha stazionato per un certo periodo nella loro compagnia, stato lui a diventarne amico, tra le solite sghignazzate degli altri: Che non abbia capito che sono amanti, lento com?, questo il commento generale degli amici. Ad ogni modo, sia i maschi che le femmine del gruppo non avevano apprezzato la presenza di queste due donne, che scardinava quel loro equilibrio gi difficile da raggiungere e si era festeggiato a lungo, quando lano-

mala coppia era scomparsa allorizzonte, dopo una furibonda litigata con Riccardo, molto appoggiato in quelloccasione da Paola, il cui perbenismo, sorretto da una religiosit militante, aveva mal digerito, o non digerito per nulla, quella presenza fuori dalle leggi naturali, come la definiva lei, nelle interminabili discussioni in proposito con Riccardo, tepido laico e tepido religioso. Nulla da dire invece sugli omosessuali maschi, anche perch il fratello di Riccardo un gay dichiarato, ma di quel tipo macho, come dicono gli amici, che non d fastidio. Di lui si sparla e si maligna in sua assenza, n pi n meno di come si usa fare per qualsiasi altro componente di questa compagnia di cosiddetti amici. Certo che, forse anche per un fondo di ipocrisia perbenista, lui se ne guarda bene di portare il suo compagno, di cui si vocifera da anni, in quel nido di serpi, come definisce il gruppo di amici, parlandone col fratello. E dunque, tornando a Giovanni e a quella sera del suo primo incontro con Piera, non prova nessun turbamento per lavventura lesbica, descritta per altro da Piera con apparente distacco (solo il tremito del corpo di lei, gli rivela la sua tensione emotiva). Piera non parla concretamente di fatti e di luoghi, n mai lo far nemmeno in seguito, n d un nome alle persone, ma si sofferma, analizzandole a lungo e con precisione, come parlando tra s e s, sulle ragioni che stanno dietro ai fatti, cercando probabilmente il filo conduttore che lha condotta dentro e fuori da quella storia, che intende annodare per sempre al passato. Tutto cominciato durante un viaggio in macchina tra Milano e Lugano, dove Piera viveva da quattro anni con Stefano, il suo ragazzo. La sorella di questultimo, Fiorenza, spesso loro ospite a Lugano, le aveva dato un passaggio in macchina e, quando ormai gi stavano arrivando in citt, si erano

fermate in un bar sul lago:Il tempo per un aperitivo, aveva detto Fiorenza. Altro che aperitivo: lamica laveva ammaliata, quasi fulminata, con una dichiarazione damore cos stordente ed impetuosa, da far s che Piera si trovasse avvinghiata in una spirale senza uscita. Fatto sta che le due donne avevano continuato il viaggio verso nord, rendendosi introvabili per tutti, Stefano compreso. Questi i fatti, che Piera non racconta.

e mail 6Caro Giorgino, mi consigli di non perder tanto tempo a scrivere le e mail che ti mando con gli allegati, piene di cose mie, grane di famiglia ecc. ecc. e che dedichi invece pi tempo alla storia. Hai ragione caro Giorgino, scusami. Sento gi i tuoi: C , quanto mi rompe i c la zia Lilli con le sue c! Certo che hai ragione, caro Giorgino, quando mi fai notare che con gli altri due romanzi ero meno noiosa. Cosa vuoi, ci sono tante cose qua in giro che mi fanno preoccupare, che certe volte mi sfogo anchio, cerca di non farci caso. Come assomigli a Francesca, anche lei ieri sera, nella solita telefonata quotidiana, siccome mi ero un po lasciata andare a raccontarle della nonna, del suo alzheimer che ormai lha completamente soffocata nelle sue spire (non riconosce pi nessuno e meno male che in istituto se ne prendono cura in modo meraviglioso, altrimenti, come farei?), mi ha detto esattamente come te: Mamma per carit, non rompermi i c con le tue c, sai quanto mi rompo gi i c per i c miei. A proposito di Francesca, vi siete visti a Milano? Ti ha parlato delle sue intenzioni? Ormai con suo marito Claudio non parla quasi pi e pretende che faccia io da tramite, quando lui viene a prendere Giorgetto per il fine settimana, se lei impegnata a Milano. Mi raccomando, caro Giorgino, conto su di te, fammi sapere, se tu sai qualcosa di pi a questo proposito. Torno su un tasto dolente, che ogni tanto batto: non mi parli mai della storia che ti sto inviando con gli allegati. So che odi queste mie osservazioni, ma devi abituarti anche tu a conoscere profondamente i protagonisti, direi ad amarli, perch, se questa sar una sceneggiatura, dovrai esser in grado di lavorare con il regista in modo credibile e ci vuol dire conoscere tutte le sfumature, sia fisiche che psicologiche, dei personaggi. A proposito, fin che mi ricordo, Giovanni fisicamente molto simile a un Russel Crowe giovane. E Piera? Fammi un nome A me non

viene. Come ti ho gi detto, per gli altri romanzi ti sentivo pi partecipe, forse in questo periodo sei troppo occupato con le varie presentazioni. Non so, non ti capisco, non sei il solito Giorgio. Tornando all'allegato 5, ho ambientato in Svizzera la fuga esistenziale di Piera. Quando cera tua mamma, cognata a cui sono stata sempre molto affezionata, andavamo spesso io e lei in macchina a Basilea, a trovare i suoi genitori. Appena arrivate a Bellinzona, ci sembrava di essere nelle tundre nordiche, non per il paesaggio, sempre cos deliziosamente pittoresco, ma per il gelo degli animi. E cos, avendo bisogno di un posto da fuga, ho pensato alla montagna svizzera, sospesa in quel suo rigore antico. Baci, la zia Lilli

allegato 6Per Piera, la dichiarazione damore irruente e completamente imprevista di Fiorenza stata quella che banalmente potremmo definire la classica goccia che fa traboccare il vaso. Il fatto che provenisse da una donna, aveva reso la situazione pi inattesa e coinvolgente nella sua diversit, proprio ci di cui Piera aveva bisogno per abbandonare tutto e tutti. La lunga relazione con Stefano era ormai solo una situazione di comodo, la grande attrazione, che pure cera stata tra loro, si era dissolta senza motivo, se non quello del passare del tempo. Per entrambi cera ogni tanto qualche avventura sentimentale o pseudo tale, ma durava poco e poi ritornavano alla loro convivenza, come la cosa meno peggio.

Tutto ci durava da molto tempo, ma finora Piera aveva trovato il senso del vivere nel suo lavoro, che le piace moltissimo e le occupa tutto il suo tempo, facendola sentire completamente realizzata. Ho il mio lavoro che mi soddisfa e mi completa, non mi serve altro, cos rispondeva, con una risata ironica, sempre arrogante e un po antipatica com, a chi le chiedeva come stesse, specialmente se si trattava della madre o delle vecchie amiche ormai accasate, alcune anche con figli, tanto per tagliar corto e chiudere la bocca ad altre prevedibili domande. Da alcuni mesi, per, si era insinuata in lei unamarezza, un disagio di vivere, che la infastidiva e la preoccupava. Essendo stata in analisi per lungo tempo, quando era pi giovane, dopo la morte del padre, era terrorizzata di dover riprendere quella dipendenza da un'altra persona, da cui sera liberata a fatica. Devo farcela da sola, si ripeteva, adesso ho unaltra et, unaltra maturit. Certo che lei stessa riconosceva razionalmente che, nonostante i suoi sforzi, sorretti da una grande volont di sopravvivenza, la sua usuale carica di positivit e di energia sembrava sfuggirle tra le dita e subentr insinuante e pericoloso un desiderio di annientamento, che inizi a trascinarla verso il baratro del vuoto assoluto. Si rese conto che, per vivere, non le bastavano pi il successo nel lavoro, le soddisfazioni che ne derivavano: il nulla affettivo, in cui era immersa la sua esistenza, la stava annientando. Ecco perch quel forte sentimento che Fiorenza le aveva buttato l con tanta veemente energia, le era sembrata la giusta corrente a cui abbandonarsi. Cos si era lasciata travolgere e portar via in quella surreale avventura, lontana dalla realt, che le era ormai insopportabile. Nel tempo sospeso in una dimensione quasi allucinata e delirante trascorso con Fiorenza, la cui prevaricazione era stata

particolarmente violenta, Piera si era completamente annullata, fatto inusuale per lei, abituata ad essere sempre al comando, in tutte le situazione della sua vita. Fatto sta che era stata sul punto di perdere anche il lavoro, mancando ad appuntamenti importanti, cosa mai successa finora.

email 7Caro Giorgino, mi chiedi se Claudio molto affezionato a Giorgetto: che strana domanda da parte tua, che non ti interessi mai di nessuno, mi commuove il tuo affetto per questo tuo quasi nipotino. S, s. Mi sembra proprio che Claudio straveda per il bambino, tanto che mi ha chiesto di darglielo anche durante la settimana. Vedremo, parler con Francesca, ma credo che lei ne sar felice. Tante volte mi sembra quasi poco attaccata a Giorgetto, mah, spero sia solo una mia impressione, altrimenti sarebbe terribile. Lo zio Filippo dice che gli sembra che ... ci sia sotto qualcosa. Anche lui, con queste sue famose intuizioni, mi fa una rabbia. Se invece fosse pi coinvolto, pi concreto, pi presente nei problemi della famiglia, altro che riversarmi addosso le sue intuizioni, che non gli costano fatica. Va be', lasciamo stare, non voglio coinvolgerti troppo. Ho appena riletto lallegato 6 e ne sono soddisfatta. Era proprio quello che volevo dire e non stato per nulla facile, credimi. Avevo bisogno di qualcosa di dirompente e ho visto giusto a usare un rapporto lesbico per portare Piera al ... termine della notte. ( ... Salta fuori il tuo amato Celine!). A differenza del protagonista Giovanni, che sublima lamore lesbico nel ricordo dei versi di Saffo, io invece, per delle esperienze fatte da donne che ho conosciuto, ho notato che le relazioni amorose tra donne esplodono con molta pi violenza delle relazioni eterosessuali, specialmente per quanto riguarda la gelosia e specialmente quando una delle due una lesbica diremo di circostanza, perch i casi della vita lhanno portata in questa direzione, non perch sia una sua reale tendenza naturale. Baci, la zia Lilli

allegato 7

Lha salvata solo la inaspettata e perci sorprendente solidariet di una sua collega, proprio quella con cui in lizza per una promozione, che lha completamente coperta, raro caso per un ambiente di lavoro come il loro, in cui a farla da sovrana la competizione e lattesa della prima dfaillance di un avversario, per approfittarne ed eliminarlo senza piet. La perfetta prova di correttezza della collega, stata per Piera unesplosione positiva, lha svegliata dal torpore e le ha dato la via di fuga in cui incamminarsi e dare un senso ad un suo ritorno. Chiusa com sempre stata nel suo egocentrismo , sia nella vita privata, che in quella lavorativa, non ha mai conosciuto, o preso in considerazione, una realt fatta di buoni sentimenti, quali la solidariet, la comprensione il semplice e puro voler bene alle persone che ti circondano. Per capire di pi limpatto esplosivo che il corretto comportamento della collega ha su Piera, necessario conoscere la sua storia di famiglia. Appena sposati, i suoi genitori avevano rilevato una piccola ditta, la Diana star, impegnando ogni attimo della vita a prendersi cura di questa creatura, che stata per loro come un terzo figlio: Piera e Marco li ab-biamo fatti noi e la Diana labbiamo adottata, era la loro frase ricorrente. Quando Piera stava per finire luniversit, la Bocconi di Milano, scelta ai fini di entrare poi a lavorare nella piccola azienda familiare e Lanciare la Diana nel mondo!, come si brindava gi in famiglia, un tradimento di un socio del padre aveva provocato il totale annientamento della piccola attivit. Dopo sei mesi il padre era morto di tumore. Piera entrata nel mondo del lavoro gi inaridita da questa lancinante esperienza ed ha affrontato tutti i passi della sua carriera con l'atteggiamento di chi nel mezzo di un'infida

battaglia, guardandosi di continuo alle spalle, in attesa di un possibile tradimento. Ecco perch l'atteggiamento della collega stato per lei una deflagrazione positiva, che le ha ricomposto dentro una certezza a cui appigliarsi per ricominciare a vivere e cio la scoperta che il lavoro, su cui ha puntato tutte le sue risorse e aspettative, le ha dato una concreta soddisfazione anche sul piano dei rapporti umani. Ho il mio lavoro che mi soddisfa e mi completa, non mi serve altro, dice anche a Fiorenza, lasciandola, con totale indifferenza, senza curarsi della sua disperazione. La mattina molto presto, era andata alla stazioncina di quel piccolo paese svizzero, in cui si erano rifugiate lei e lamica, ed era salita sul primo treno diretto a sud. Il paesaggio svizzero, montagne, prati, cielo azzurro, casolari rassicuranti, era stato lo sfondo perfetto per quel senso di rinascita che accompagn Piera in quel viaggio di ritorno alla vita. Alcune sere dopo, aveva conosciuto Giovanni dalla cugina Paola e se ne era servita per cancellare completamente il ricordo della sgradevole aggressione sentimentale e fisica di Fiorenza, in quel suo periodo di debolezza e vulnerabilit. Basta, riprendo completamente il controllo della mia vita, pensa, prima di adagiarsi su Giovanni e usarlo. Dopo quel suo primo sfogo, Piera non ha pi parlato di tutto ci con Giovanni, neanche quando, alla fine della serata, lo aveva fatto salire in casa, trascorrendo la notte con lui. Era riuscita a dormire davvero bene, come da molto non le succedeva; si era perfino svegliata con un senso di allegria, stato danimo ormai inusuale da tanto tempo: guardando quel corpo estraneo, sdraiato accanto a lei, nel suo letto, si era stupita del senso di familiarit che provava nello sfiorare con la mano lo stomaco un po grassoccio di quel ragazzone. La sera prima aveva notato, con freddo interesse tipicamente

femminile, che Giovanni indossava della biancheria intima molto curata e che, prima di andare a letto, si era fatto una rapidissima doccia:Questo tipo fisicamente gradevole ed inoltre sa ascoltare, questa la scarna analisi di Piera, mentre ricorda che, a differenza dei suoi numerosi amici e conoscenti, sempre pronti a sparare commenti e consigli non richiesti, Giovanni, la sera prima, ascoltandola, non ha aperto bocca. Piera ha percepito per, in quellintenso silenzio, una reale partecipazione, anche se con scarso interesse per i particolari. Nessuna curiosit inutile. Anche nel loro approccio fisico (cos lo definisce Piera) della notte prima, tutto ci che hanno fatto le parso guidato da lui come se seguisse un disegno armonioso, con una scorrevolezza che mixava cuori e corpi, corpi e cuori in modo privo di gesti inutili. Corpi e cuori, cosa centra il cuore? Niente di certo. Cos Piera chiude per quella mattina lo spazio dei pensieri dedicati a questo sconosciuto ragazzo: non nel suo carattere perder tempo a pensare agli altri. Leggo curricula dalla mattina alla sera per lavoro e, al di l di ci, mi interesso solo a me stessa, ribatte a chi la accusa di esser crudelmente egoista.

e mail 8Caro Giorgino, che foga, neanche inviata la e mail, mi dai gi risposta per saperne di pi di questa storia di Claudio che vuol tenere Giorgetto anche durante la settimana. Non ci vedo niente di male se qualche pomeriggio se lo porta a casa lui, anzi, mi sento pi sollevata anchio. Naturalmente, se vuole, gli mando anche la ragazza che viene qui in casa a tenere il bambino, cos sono pi tranquilla. Questa idea della baby sitter stabile stata una decisione presa dallo zio Filippo (meno male che questa volta si messo in mezzo anche lui), e sono daccordo che era necessario, anche se ci costa un bel po', ma non ce la facevamo pi a darci il cambio tra noi due, lui ha il suo lavoro, che lo occupa ancora a tempo pieno e io sono davvero molto presa. Non so con quanto egoismo Francesca abbia potuto addossarci completamente la responsibilit della cura di Giorgetto, povero piccolo. Tornando a Claudio, veramente un bravo padre ed molto presente, pi di lei di certo, e non capisco cosa gli trovi di sbagliato Francesca! Falla ragionare, se finalmente vi vedete. Mi sembra che ti preoccupi pi tu di Giorgetto, che lei. Arrivo alla nostra storia. Avevo dei forti dubbi sullallegato 7, quel brusco ritorno alla realt di Piera, che poggia solo su una prova di fedelt (in senso ampio) della collega, non mi convinceva del tutto. Ci ho pensato tanto, da non dormirci due notti, in quanto un punto molto importante della storia, ma ora sono finalmente convinta che il passaggio, anche psicologicamente, preciso e coerente con la personalit di Piera, per com. Se hai qualcosa da dirmi in proposito, son qua, ma ci conto poco. Mi sa che gli allegati non li leggi nemmeno. Pensa pi a Giovanni e meno a Giorgetto, che a quello dovrebbe pensarci di pi Francesca, non tu ...

Ad ogni modo, passo allallegato 8. Baci, la zia Lilli

allegato 8Ciao Giovanni, ci vediamo da Riccardo! Cosa stai pensando, che ti vedo strano, sei innamorato?, la voce roca di Fard, col suo marcato accento straniero, chiude repentinamente i pensieri di Giovanni, che si affretta a rispondere: Ciao Fard, scusa, non ti avevo visto, ci vediamo, saluta Claudia. Fard un arabo giordano, ingegnere, ex compagno di universit di Sandra, sorella di Giovanni. Dopo la laurea, si sposato con Claudia, unamica di Sandra, architetto, e assieme sono riusciti ad aprire uno studio molto ben avviato, collocato in una villa di campagna. Fard non ha la patente, cosa questa incomprensibile per il famoso gruppo di amici, di cui anche lui fa parte, assieme alla moglie, e cos spesso capita che salga su uno degli autobus guidati da Giovanni. Giovanni e Fard sono esattamente speculari: la riservatezza del primo pari all'invadenza querula dellaltro. Quando qualcuno della compagnia di amici vuol saperne di pi in fatto di pettegolezzi e malignit, la fonte sicura Fard, che sembra fatto apposta per indagare, scoprire intrallazzi, parlare e sparlare di tutti. Tu spii le vite degli altri come ti muovessi nei bui pertugi di un suq, tramando nellombra, cos Riccardo lo apostrofa spesso, sei la fotocopia del peggiore stereotipo di arabo. Certo che tutti riconoscono a Fard unincredibile capacit di cogliere le minime sfumature, sia nelle persone, che nelle situazioni: nulla gli sfugge, nemmeno un battito dali imper-

cettibile ai comuni mortali. Dovresti lavorare nellintelligence, saremmo tutti al sicuro, gli dicono gli amici, sfottendolo. Dati questi preamboli, la banale domanda di Fard: Sei innamorato? smuove in Giovanni un senso di disagio, un sottile fastidio. Abituato com a non far trapelare sensazioni e sentimenti, gli sembra che Fard sia riuscito a penetrare la spessa cortina, involucro d'acciaio, della sua riservata vita interiore, svelando anche a lui un qualcosa di cui non vuol rendersi conto. Quel Fard, che tipo, pensa Giovanni, far una conferenza stampa stasera su questo argomento. Andando verso casa, a piedi, finito il turno di lavoro, Giovanni allunga il percorso, ha bisogno di stare solo ancora un po questo pomeriggio e ci non facile, vivendo con i genitori. Al suo ritorno a casa, a fine lavoro, sua madre pretende sempre un sommario resoconto della giornata e lui la accontenta, anche per far un piacere al padre, che cos pu finalmente avere il suo momento di libert, come dice lui. Il racconto comincia dal tempo, comera e cosa si prevede, poi passa al traffico, se era pi o meno intenso, e poi continua con i passeggeri del suo autobus, divenuti, con landar del tempo, dei veri personaggi teatrali, la cui vita appassiona sia madre che figlio, che ha saputo condire la realt con sapienti pennellate di fantasia. Apro il sipario mamma?, chiede Giovanni, S, dai, che qui, con i silenzi di tuo padre, sono morta di noia anche oggi, risponde al posto di sua madre suo padre, con una delle sue solite battute ironiche o, per meglio dire, sarcastiche, come puntualizza la moglie. Per merito del padre, sempre pronto a cogliere le perle della vita, e da uomo positivo molte ne trova, la storia del teatrino di Giovanni ha avuto un risvolto inaspettato: con landar del tempo la madre, donna antipatica a tutti gli effetti, ma di buona cultura e amante della lettura, si infatti

accorta che le descrizioni che Giovanni fa di questi personaggi, in bilico tra realt e fantasia, non sono solo ben articolate psicologicamente, ma anche espresse con un linguaggio ricco e molto vario. Questo Giovanni ha delle sue doti nascoste, avevi ragione , era sbottata un giorno col marito, quasi indispettita dalla scoperta, aggiungendo subito: peccato che non abbia continuato a studiare, dovevamo insistere, tu ti sei completamente disinteressato di tuo figlio e io, da sola .... Come vedi, se uno vale, vale, aveva risposto il marito, tagliando corto, ma, visto che tu di scrittura te ne intendi, perch non butti gi qualcosa, sulla traccia di questi personaggi che Giovanni ti racconta? Ho visto che un sito irlandese di scrittura on line dedicato a James Joyce ha una rubrica sul tema:Storie di gente qualunque. Si tratta di mandare ogni settimana un personaggio. Cos la madre, quasi ogni giorno, trascrive in inglese i racconti orali del figlio, che poi li rivede e li completa di persona, e settimanalmente li inviano per e mail a questo sito, sotto il titolo: Gente qualunque raccontata da un uomo qualunque: Giovanni Z.. Per questo motivo Giovanni porta sempre il portatile con s, cos, sia nelle pause di lavoro, che quando tra gli amici e vuol estraniarsi, apre il suo file: Storie di gente qualunque e aggiunge personaggi, ritocca storie, descrive paesaggi, naturalmente completamente allinsaputa di tutti, che, senza badarlo molto, come al solito, credono si stia sollazzando con videogiochi o gi di l. Questo impegno divertente e creativo ha avuto il merito di creare un motivo di interesse comune tra madre e figlio, allentando la tensione familiare, dovuta pi che altro al dominio del silenzio. Mi farete diventare sordomuta!, e-

sclama spesso sua madre, rivolta ai due uomini di casa, cos impenetrabili nella loro imperturbabilit. Per questo pomeriggio, rincasando, Giovanni non ha proprio voglia di parlare, di sorridere, di affrontare e assecondare le aspettative della madre. Per fortuna, non appena apre la porta, lo investe la voce concitata di sua sorella: Meno male, c Sandra, pensa tra s, ci gli permette di limitarsi a un lapidario Son qua, diretto a tutti, e di entrare in camera sua.

e mail 9Caro Giorgino, ormai sono certa che non leggi gli allegati. Non ti sei accorto, se no me lo avresti detto, che ho introdotto Fard, un arabo giordano, come tuo zio! Ne ho fatto un personaggio un po odiosetto, intanto lo zio non legge mai nulla in italiano. Si offender mia sorella, nonch sua moglie, la zia Chicca. Meglio, cos per un po non sentir le sue lagnose telefonate quotidiane. A proposito, come ben sai, anche per merito dello zio Fard, professore a New York, e della zia Chicca, che lo hanno sempre ospitato, Pietro riuscito a completare, con grande soddisfazione di tutti noi, i suoi studi negli Stati Uniti, solo che adesso comincia ad aver nostalgia dellItalia e vorrebbe tornare. So che vi sentite spesso, cerca di dissuaderlo nel modo pi assoluto. Non il momento, perderebbe tempo prezioso per la sua carriera di ricercatore ecc. ecc. E inutile che ti spieghi cose che gi sai. Pietro va a passare quasi ogni fine settimana dagli zii, che, da quando Fard in pensione, non stanno pi a Manhattan, ma hanno preso una bella villa negli Hamptons (beati loro!), e dunque Pietro va a confidarsi e lamentarsi con la zia Chicca, che naturalmente, anche se lho pregata di convincerlo a desistere dal progetto-ritorno, non mi aiuta per nulla, in quanto, siccome ha nostalgia lei, dice che sono io a non capire nulla. Io sento Pietro una sera s e una sera no, ma ieri era proprio gi di morale. Naturalmente suo padre non si interessa per nulla e mi dice di starne fuori, che abbastanza grande da decidere da solo. Come tutti gli uomini, sembra quasi geloso del figlio maschio ... Lunico completamente dalla mia parte, naturalmente, lo zio Fard, abituato com' a girare il mondo e a star lontano dalla sua terra, da quando, a soli diciassette anni, arrivato qui in Italia per iscriversi a medicina. Poverino, era un ragazzo cos timido e riservato, altro che il Fard della nostra storia. Mi ricordo che la zia Chicca e io andavamo a

studiare nella biblioteca delluniversit e, avendo adocchiato questo bel ragazzo, alto, moro, gentile, cercavamo di parlargli, di invitarlo a qualche nostra festa, ma lui non ci pensava proprio, anzi, quando ci vedeva, cercava di schivarci. Ma il suo destino era segnato, povero lui, infatti abbiamo scoperto che era compagno di corso di Filippo, e dunque, infine, io ho sposato Filippo e la Chicca ha sposato lui! E guarda come ha retto bene il loro matrimonio, pur non avendo figli, o forse proprio per quello. Dico sempre alla zia Chicca, che Fard le ha sempre fatto fare una vita da regina: altro che arabi maschilisti! Sento ben netto nellaria implacabile e immancabile il tuo grazioso: Ma quanto rompe il c ... la zia con ste vecchie storie!. Sta buono, adesso finalmente Giorgetto si addormentato, lo zio davanti a una bella partita di rugby in TV e io non vedo lora di buttar gi lallegato 9! Baci, la zia Lilli

allegato 9Chiude la porta e si butta sul letto. Quel Fard ha penetrato la spessa cortina difensiva dietro cui Giovanni abituato a vivere: disteso, nella penombra, la stupida frase Sei innamorato? gli riempie la mente, fastidiosa, punzecchiante e ossessiva; pur nella sua estrema banalit, lo ha offeso, ferito, denudato. Non si mai sentito cos. Il cuore preme sulla cassa toracica come se stesse scoppiando: tum tum tum tum. Giovanni cerca di bloccare questo fiume in piena, irrigidendosi, serrando le labbra, ma infine, con un sospiro appena accennato, chiude gli occhi e si lascia andare alla deriva, senza reagire.

A poco a poco sente il corpo tremare, mentre il cuore, libero dalla morsa di quel controllo ferreo, in cui lo tiene serrato da sempre, smette di battere cos tumultuosamente: gli occhi si riempiono di lacrime e la corrente delle emozioni lo attraversa impetuosa e dolorosa, trascinandolo in un mondo per lui nuovo e pauroso. Gli sembra che tutta la impalcatura, solida, familiare, su cui ha poggiato la sua esistenza, si sgretoli, facendolo precipitare e scomparire nei flutti di quella corrente scura: non ha pi nulla a cui aggrapparsi. Lascialo stare, mi ha detto che ha mal di testa e vuol dormire un po prima di mangiare; il suono della voce del padre, che, sempre intuitivo con questo suo figlio, impedisce alla madre e alla sorella di entrare a disturbarlo, riporta Giovanni su una dimensione pi sicura, gli fa riprendere il senso della realt. Mio padre, pensa Giovanni, ecco uno che salvo, ma per il resto, chi mi interessa? Innamorato? Ma di chi? Cosa ho fatto per dare questa impressione? Non che anche Piera si messa in testa idee?" . Da quando ha conosciuto Piera, Giovanni passa molte notti da lei. Di solito, di sera, se non esce con qualche amico o non raggiunge il gruppo storico in casa di Riccardo, cena a casa e dopo, se non c Sandra, aiuta sua madre nelle ultime faccende in cucina e poi si siede di l in soggiorno con lei, anche perch c sempre qualcosa da aggiungere o di cui parlare a proposito dei pezzi da inviare via e mail al sito Storie di gente qualunque. Bravo, tieni compagnia alla mammina, ironizza suo padre, richiudendosi felice in studio, dove si pu finalmente rilassare, fumando tranquillo la sue amate sigarette, libero per un po' dalla subissante presenza di quella moglie, a cui lo le-

ga un profondo affetto, ma che purtroppo lo annoia non poco e con cui ha poco da dire. Verso le undici, Gianni prende la sua sacca, mitica borsasacco, ricca di tasche e ganci, di una famosa marca di articoli sportivi, che lui ha sempre usato al posto del banale zainetto, come dice lui, e se ne va a dormire da Piera. Questa novit piaciuta alla madre, che cominciava a temere strane diversit in questo silenzioso e solitario figlio e fa piacere anche al padre, che, da alcuni impercettibili cambiamenti di umore, che lui, osservatore attento per carattere, ha notato nel figlio, ha intuito una storia importante. Dopo quella prima notte trascorsa assieme, Piera era uscita di casa senza salutare Giovanni, in quanto lui stava ancora dormendo, ma verso il tardo pomeriggio gli aveva telefonato: Vieni a dormire da me?, nientaltro. E lui aveva risposto: Va bene, ma non prima delle undici e mezza. Nientaltro. Lei si era data una spiegazione molto cruda per questa suo bisogno di vederlo: Con lui dormo anche senza i soliti tranquillanti. Giovanni non si era dato nessuna spiegazione, anche perch non si era posto particolari domande. Semplicemente si era creata una situazione piacevole e tranquilla per entrambi, senza che nessuno dei due avesse la voglia o il bisogno di cercare complicate letture di un rapporto a due, che entrambi lasciavano leggero, come si erano implicitamente trasmessi l'un l'altro. A questo proposito, cera stata una notte che un forte temporale li aveva svegliati di soprassalto e si erano trovati abbracciati uno all'altro. Le loro bocche si erano cercate con un trasporto affettuoso e tenero e uno aveva udito laltro sussurra-

re: Amore, allunisono. A quel punto entrambi si erano bruscamente ritratti, allontanandosi, ognuno nella sua met del letto, ridendo nervosamente. Niente sentimentalismi, stiamo leggeri, aveva detto Piera, spigliata e allegra, Gi, gi, era stata la risposta pi che convinta di Giovanni e poi: lo so come siamo fatti dentro noi due aveva borbottato, riaddormentandosi tranquillo. Sono passati cos molti mesi: se Piera in citt, Giovanni dorme quasi sempre da lei. Quando Giovanni arriva, di solito lei gi nella grande stanza da letto, arredata con dei mobili bianchi e lucidi, che coprono tutte le pareti, con armadi e librerie. Davanti al gran lettone, appoggiata con cura al televisore, anch'esso bianco, c' una nota di colore, che si irradia, pur nella sua modestia, per tutta la stanza. Si tratta della famosa Sacchiotta, un peluche da cui mai mi separo, aveva detto Piera, presentandola a Giovanni, pomposamente, fin dalla prima sera. E' un'orsetta abbastanza malandata, vestita con un costume tirolese scolorito, con in testa un bel cappellino di panno verde, a cui fissato un fiorellino, un non ti scordar di me, che deve essere stato di un bel colore azzurro cielo, anche se ora piuttosto ingrigito. E' stato il primo peluche comprato a Laura da suo padre. Al suo arrivo, Giovanni, di solito, va in cucina e prepara per entrambi una delle famose tisane che Riccardo e Paola, maniaci del curarsi con le erbe, hanno miscelato, personalizzandole per ogni amico, con le loro sante mani, come dice Piera: Giovanni aggiunge di suo un bel cucchiaione di miele, poi anche lui si infila a letto, accanto a lei, sul lato destro, quello vicino alla porta. Se Piera sta ancora lavorando al portatile, appoggiata sui cuscinoni del lettone, anche lui apre il suo computer, altrimenti finiscono di vedere un programma in televisione: Quelli in seconda serata sono i migliori, borbottano come una vec-

chia coppia, commentando un po i fatti del giorno e chiacchierando del pi e del meno, senza entrare troppo nei loro fatti personali. Poi seguono allunisono quello che i loro corpi suggeriscono, che spesso solo dormire. Piera ha lasciato la casa di Lugano, avendo rotto cos bruscamente la sua lunga relazione con Stefano, perci ora la sua unica residenza qui in citt, nel bellappartamento acquistato da poco, proprio in centro e, se pu, lavora da casa via internet, ma molto spesso deve viaggiare in tutta Europa. L'appartamento quasi del tutto vuoto, a parte la cucina e la stanza da letto, in quanto Laura aspetta i mobili e i quadri, di cui un'appassionata intenditrice, dalla casa di Lugano, ma elegante e pieno di luce, come osserva spesso Giovanni, quando centellina il primo caff della giornata, seduto sull'unico mobile presente nel vasto soggiorno: una poltrona di legno con uno sgabello poggiapiedi, che lui stesso ha comprato all'Ikea, eguale identica a quella che da anni sta in camera sua. Anche Piera entrata nella compagnia, che staziona il venerd sera a casa di Riccardo e di Paola, ma non piaciuta molto: Mamma mia, chi crede di essere tua cugina, Va be bella, ma poi neanche tanto, era meglio in fotografia, Non neanche rossa, castana con riflessi rossi, si vede che era tinta, Certo che ha di quei vestiti, che roba, quanto le costano?, insomma, le solite battute banali e maldicenti, come sempre. Quando c anche Giovanni, Piera lo tratta esattamente come tratta gli altri: se ha voglia gli parla, se no se ne sta per i fatti suoi; nulla di meglio per Giovanni, tanto amante della riservatezza. Ogni tanto lui la osserva, cos, quasi per caso e spesso incontra lo sguardo fiero e ironico di lei, ma passano

oltre, senza soffermarsi mai luno negli occhi dellaltro. Per qualcosa trapelato allesterno, qualcosa che nemmeno lui conosce, lo conferma limprovvisa, acidula battuta di Fard: ... sei innamorato?. Che noia, anzi, what a bore, borbotta esausto Giovanni, sdraiato sul suo letto, senza voglia di niente. Usa spesso linglese, quando parla tra s e s, forse perch la lingua con cui sua madre gli parlava sempre da bambino e poi gli serve come un sistema in pi per non farsi comprendere, per tenere per s le sue cose. Meno male che suo padre ha tirato fuori la scusa del mal di testa, questo gli permette di starsene un bel po da solo, non riuscirebbe proprio a fingere interesse per: Niente, niente, niente. Innamorato, ma che cosa pu aver fatto di tanto strano per sembrare innamorato? Ha avuto varie ragazze finora, storie finite senza motivi importanti, pi che altro per colpa sua, per questo suo distacco di fondo. La sua prima ragazza, compagna di liceo, nel momento dell'abbandono gli aveva detto tra le lacrime: Sembri buono, sei solo indifferente a tutto, Pu essere, le aveva risposto, con quel suo solito sorriso di facciata, come lo definisce sua madre,scusami, aveva soggiunto, accrescendo la rabbia impotente della ragazza.

e mail 10Caro Giorgino, mi dici che hai parlato con Francesca e mi farai sapere. Non vedo lora. Non ti chiedo se hai letto lallegato 9, non ci spero pi, ma io egualmente ti faccio notare che, come ti avevo anticipato nella prima e mail, la nebbia, live motive della storia, si sta squarciando, lasciando Giovanni inerme di fronte al mondo dei sentimenti, che finora lui ha pigramente scansato. Nellallegato 9 ho introdotto nella storia i peluche. Non potevano mancare: voi trentenni avete unarca di No di orsacchiotti, pulcinotti, leoncini, paperotti e gi di l, da cui non riuscite a separarvi e, anche quando finalmente vi decidete ad andarvene da casa, ci lasciate in custodia queste reliquie polverose, da conservare con cura estrema. Pensa che ieri sera Pietro ha voluto che inquadrassi con la videocamera il suo vecchio orsacchiotto (detto Sacchiotto, come la Sacchiotta della storia), che ormai ridotto a brandelli. Non ti dico i baci che gli mandava. Suo padre si imbestialito e gli ha dato del deficiente, cosa abbastanza usuale per altro, e se ne tornato davanti alla sua partita di rugby in TV, sbattendo la porta. A proposito di peluche, anche Giorgetto ha il suo preferito: un orsacchiotto che Claudio gli ha regalato per Natale. Pensa che rosso, con gli occhi e le orecchie gialli (un orrore, sar cinese) e ieri mattina il piccolo mi ha indicato questo mostro, chiamandolo Papi. Forse perch gli dico sempre: Vuoi lorsacchiotto di Papi?. Cera anche lo zio a casa e abbiamo riso un bel po, anche perch effettivamente Claudio, rosso di carnagione e di capelli, occhiali con la montatura giallastra, che usa da sempre, assomiglia davvero a questa bruttura di peluche. Povero Claudio, sempre cos dolce con tutti, mi spiace cos tanto per questa situazione che si creata con Francesca. Ad ogni modo, tornando allallegato 9, lho riletto e, anche a di-

stanza di giorni, ne sono soddisfatta. E il momento cruciale dellevoluzione di Giovanni, che sta cominciando a nuotare nel mare impetuoso della vita sentimentale. Baci, la zia Lilli

allegato 10La porta della stanza si socchiude, suo padre: Pap, non mangio stasera e non esco. D alla mamma che dormo. Saluta Sandra, buona notte. Bon, la risposta di suo padre, secca e decisa, con quel suo strano dialetto, che ogni tanto ricompare inaspettatamente, lo rassicura: nessuno oser disturbarlo quella sera. Quando suo padre dice Bon con quel tono, come se chiudesse una saracinesca, non ammette repliche. Prima di riabbandonarsi allaccidia che lo sta tormentando da ore, Giovanni chiama Riccardo e gli dice che quella sera non andr a raggiungere il gruppo di amici; poi chiama anche Piera, inventando, per la prima volta, una scusa anche con lei, avvertendola che per alcune sere sar occupato a causa di un nuovo turno di lavoro. Bene, ci vediamo, ciao, Piera non fa trasparire nella sua risposta n sorpresa, n rammarico. Prende atto e basta. Questo atteggiamento riporta per un attimo Giovanni allequilibrio perduto: se Piera si fosse messa in testa idee, non si sarebbe accontentata di una frase cos laconica, che interrompe unabitudine che sembrava ormai consolidata. No, no, anche per lei questo dormire assieme non ha nessun peso sentimentale, pu esserci e non esserci. Bene, bene. Giovanni si fa una doccia, si ributta sul letto,

cerca di dormire, chiudendo, anzi serrando con forza gli occhi, ma una amarezza sconosciuta lo avvolge, gli punge il cuore, trascinandolo lontano in uno spazio che lo spaventa. Intanto Piera, dopo la telefonata di Giovanni, chiude il cellulare, lo butta in borsa e si veste per andare da Riccardo e Paola, come fa ogni venerd, se non fuori citt. Di solito sceglie con gran cura il suo abbigliamento per quelle seratine tra amici; si accorta che tutti la studiano e la giudicano e si diverte a provocare le loro critiche, stupendoli o per labbigliamento o per latteggiamento o per i discorsi. Li considera dei provincialotti, ma in fondo anche lei sta cominciando ad affezionarsi a quella pseudo famiglia e si trova bene con loro. Questa sera ha deciso di tirar fuori un vestito di grande marca, scollatura a tutta schiena, che ha comprato lanno scorso per una serata a Lugano, con amici di Stefano, gente da villona sul lago. Osservando con piacere e soddisfazione che non ha un grammo in pi, infila il vestito, che le scivola addosso, come un guanto di pelle morbida, perfetto. Sandali di nove centimetri e, anche se fuori fa un bel freddo, niente calze, per gran berrettone di lana calato fino sugli occhi. Bene, ha voglia di farsi due risate alle spalle dei nuovi amici. Immagina gi il livore invidioso delle donne e lo sbalordimento dei maschi: Li sveglio un po io, pensa divertita, cos avranno qualcosa in pi su cui malignare. La serata va esattamente come se lera aspettata: arrivo travolgente, le donne a labbra serrate, complimentose e livide, gli uomini troppo allegri e spiritosi nel valutare il suo abbigliamento cos provocante. Tutto la diverte, proprio come si era immaginata. Qualcuno dei maschi, gli eterni scapoloni, e non solo quelli, si avvicina a lei con i soliti complimenti, tentando qualche aggancio un po pi concreto, tanto che Piera, dal momento che Giovanni occupato e non verr, comincia

a guardarsi attorno con pi interesse, per vedere se pu prendere in considerazione qualcuno di questi ragazzotti. Come le solito, gira attorno lo sguardo indagatore, da uccello rapace, sicura di s. Ed a questo punto che le torna in mente Giovanni e si accorge che lui non c. Si rendo conto che non incontra quel suo sguardo complice, che ora, nel ricordo, le si staglia netto e preciso: due occhi verdi, grandi, con nel fondo unombra di malinconia e di ironia, celate dietro una cortina di indifferenza. Piera abbassa repentinamente gli occhi, le darebbe fastidio che qualcuno notasse il suo leggero sgomento, non da lei mostrare debolezze. Si siede accanto a Paola, complimentandosi per il dolce, ringraziandola per lospitalit, improvvisamente raddolcita, bisognosa di un rapporto umano. Si accorta da subito che Paola il perno sentimentale del gruppo, lo dimostra quel preparare torte per tutti! Poi, in fondo, sua cugina, e Qualcosa vorr dire anche questo, pensa guardandola, quasi cercando ricordi di famiglia, sempre allontanati con fastidio. La serata finisce cos, in famiglia, come dice, salutando Riccardo e Paola, il pi tardi possibile. Tornata a casa, si butta a letto, aggiungendo una coperta in pi, d un buffetto a Sacchiotta, apre televisione e computer, buttandosi a capofitto nella stesura di una relazione di lavoro

e mail 11Caro Giorgino, calmati calmati per favore. Mi hai appena fatto una telefonata cos aggressiva a proposito del peluche Papi di Giorgetto. Come ti ho confermato, non cinese, lavevo detto tanto per dire, lha guardato bene anche lo zio, ha tutti i requisiti per non essere pericoloso: n coloranti, n occhi che si staccano, n pelo che si strappa. Non posso buttarlo via, Claudio si offenderebbe e ne avrebbe ragione. Come ti ho detto al telefono, mi sembra eccessivo questo tuo allarmismo. Ma non hai altro da pensare? Neanche Francesca arriva a questi eccessi. Anzi, non mi hai ancora detto cosa ti ha raccontato quando vi siete visti. Invece che pensare a Giorgetto, che ha altri che si occupano di lui, cerca di seguire questo lavoro che ti sto mandando; questa volta c assoluto bisogno della tua partecipazione. Per gli altri due romanzi, ti sentivo cos interessato, cos attivo nel recepire ci che ti mandavo via via, che potrei affermare in tutta coscienza che i due romanzi sono stati scritti da me, ma pensati assieme a te. E dunque, tornando alla nostra nuova storia, ho intenzione di mandare Giovanni in viaggio: hai qualche idea in proposito? In fondo anche tu hai trentanni e dimmi, dove andresti se avessi voglia di staccare da tutto e da tutti? Immagino il tuo sguardo interrogativo, anzi, i tuoi Quanto rompe i c la zia questa volta con sta storia. Eppure, caro Giorgino, sai che ho limpressione che sia anche tu sullorlo di una svolta esistenziale? Calma, calma, calma, va avanti a leggere, ascolta. Non che ti manca una famiglia tua, una storia damore seria, e, guarda fino dove arrivo, un figlio? Preferisco non parlartene al telefono, se no finisce che tagli corto e non si riesce mai a concludere un discorso serio.

Ricordati che io sono stata la migliore amica di tua mamma, mia carissima, indimenticabile cognata, e non voglio essere melodrammatica, ma ero con lei quando morta, dopo quella subitanea malattia, che lha stroncata in pochi mesi e mi sento in dovere di prendermi cura di te come dei miei figli, anzi, di pi, anche perch tuo padre, pur essendo mio fratello, devo ammetterlo, proprio un irresponsabile, completamente assente nel suo ruolo di padre. In questo ti ho sempre dato ragione. Adesso poi, che sta per avere un figlio con quella sua nuova moglie (ecco spiegato il matrimonio improvviso, riuscita a farsi mettere incinta quella furbona!) proprio perso per noi tutti e comprendo che tu non voglia nemmeno sentirne parlare. Tornando a te, sai cosa mi fa pensare che tu sia in crisi? Il tuo attaccamento per Giorgetto. E cos strano vederti cos coinvolto, proprio tu che difficilmente esterni sentimenti ed emozioni, anche per il trauma affettivo della perdita prematura della mamma, cos crudele e dolorosa, che ti aveva davvero sconvolto, tanto che per mesi non eri riuscito a versare nemmeno una lacrima, chiuso com'eri in un silenzio che ci straziava tutti. E dunque, a me fa piacere vedere come ti interessi con grande affetto del piccolo Giorgetto, ma mi fa soffrire pensare che forse ci un segnale del tuo bisogno di avere una famiglia tua. Sai che non ho ancora percepito uno dei tuoi famosi C ... , che barba la zia Lilli, come mi rompe i c ... !. Ho limpressione che in questo momento tu te ne stia zitto e pensi, senza nasconderti dietro le tue innocue e vuote imprecazioni, schermo di emozioni celate. Vedi che stato meglio che non ti abbia parlato a voce di queste cose, cos troppo piene di sentimento? Non neanche nel nostro stile di famiglia, lo sai, essere espliciti in certi argomenti troppo coinvolgenti, ma in questo momento sentivo che dovevo dirti questo. Non ho nessun allegato, in quanto ho pensato troppo a te per occuparmi di Giovanni.

Baci, la zia Lilli

email 11 bisCaro Giorgino, come avevo previsto, (sai che ti conosco e ti stimo tanto, anche se non te lo dico!) e dunque, come avevo previsto, mi hai confermato, con la telefonata di ieri sera, che effettivamente la tua vita sta cambiando, anzi che sei nei c, esattamente come mi ha detto Francesca, che ho chiamato subito dopo aver parlato con te. Ho sentito concitata anche lei, per nel suo, esser cos, mi meraviglierei se fosse diversa. Certo che c da decidere il futuro suo e di Giorgetto. Non si pu continuare cos: il bambino sta troppo poco con lei e Claudio mi ha fatto capire che, una volta sistemate le pratiche della separazione, metter su casa con una nuova tipa, sua collega di lavoro, che gi conosce bene Giorgetto e gli si sta affezionando. Mah Ho i miei dubbi, certe trentenni single farebbero qualsiasi cosa pur di accaparrarsi un maschio. Guarda quella che ha abbindolato tuo padre ... Sono molto in pensiero, caro Giorgino. Mi fa star un po pi tranquilla il fatto che tu e Francesca vi vedete a Milano; mi raccomando, falla ragionare, convincila che deve crearsi una situazione tale, per cui il bambino possa esser affidato a lei e non a Claudio. Conto molto su di te, sui tuoi consigli, in quanto tu, a differenza dei miei due figli, conosci ed apprezzi davvero il valore dei sentimenti, lo posso ben dire io. Quante volte infatti mi hai ringraziato per ci che ho fatto per te, anche con la scrittura dei due romanzi. A proposito di questo, so quanto ti pesa questa situazione, quanto vorresti levartene fuori, anche per un senso di giustizia, come mi ripeti spesso, ma vedrai che, dopo la sceneggiatura, potrai cominciare a muoverti da solo, vedrai che troverai la tua strada, ti ho dato solo il vantaggio di essere conosciuto, il resto lo farai da solo, ne hai i numeri, vedrai.

Passo finalmente allallegato 11. Baci, la zia Lilli

allegato 11La mattina dopo, Giovanni si sveglia con la gola infiammata e un po di febbre. Telefona al lavoro, avvertendo che malato e con loccasione anticipa che, dopo la malattia, si metter in ferie, tanto perch lo sappiano per tempo e si organizzino con i turni. Giovanni sempre molto elastico nella scelta del periodo da destinare alle ferie, preferendo lasciare i mesi canonici ai colleghi con problemi di famiglia e dunque ha molte ferie da recuperare, prima che arrivi il nuovo anno. La scusa del mal di gola gli permette di stare in silenzio, mentre sua madre lo assale con le solite recriminazioni sul vestirsi poco, non asciugarsi i capelli dopo la doccia, uscire senza berretto, fumare, cose cos prevedibili, che dopo un po Giovanni non sente nemmeno pi la voce di sua madre. Ogni tanto capta un Its incredible, Tired tired tired, la madre infatti, quando particolarmente preoccupata o arrabbiata si esprime sempre in inglese. Si risvegliato il Regno Unito! Che paura, stiamo attenti noi poveri continentali terroni, scherza di solito il marito, quando la sente imprecare nella lingua natia, rintuzzando il suo nervosismo. Questa mattina per, guardando di sottecchi Giovanni, pensieroso e serio: C' una lettera per te, gli dice, porgendogli una busta appena arrivata per posta. Giovanni finisce la colazione e si richiude in camera, butta la lettera senza aprirla sul tavolino accanto alla finestra, che gli fa da scrivania, e si sdraia sul letto, accendendosi il computer. Ha deciso che partir per un viaggio.

Faccio una premessa. La nonna materna, per tutta la vita si completamente disinteressata della figlia italiana e della sua famiglia, limitando il suo rapporto a laconici e formalissimi biglietti per le ricorrenze pi importanti. Unica nota affettuosa: quando le era arrivata la notizia della nascita dei nipoti, aveva mandato un peluche; per Giovanni un orsetto, sul cui bavaglino, di pizzo color sabbia, lei stessa aveva ricamato il nomignolo Bearotto, una mistura tra inglese e italiano, e, dopo alcuni anni, alla nascita di Laura, era arrivata anche Bearotta. I due bambini si sono abituati ad addormentarsi sempre col peluche della nonna tra le braccia e, anche da adulti, non se ne separano mai. E' stato questo l'unico silente legame con la nonna lontana. Quando la nonna era morta, c'era stata una sorpresa,