Carnevale italiano maschere e filastrocche.pdf

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  • ORIGINI DEL CARNEVALE

    In genere viene indicato col nome - CARNEVALE - il periodo di tempo che intercorre tra il

    17 Gennaio (festa cli S.Antonio Abate) ed il primo giorno di quaresima.

    In pratica, pero, le principali manifestazioni si svolgono negli ultimi dieci giorni e terminano

    col marted grasso, che precede la festivit delle Ceneri, inizio, per i cristiani, di un periodo

    sacro di quaranta giorni, in preparazione della solennit della Pasqua, chiamato Quaresima

    (dal latino quarantena). Il marted grasso non cade in una data fissa, ma questa varia in

    relazione alla ricorrenza della festivit pasquale.

    Durante il Carnevale tutto permesso: allegria, balli, divertimenti, cibo e dolci di ogni tipo. In

    tutte le regioni dItalia viene festeggiato con sfilate e balli in piazza, maschere tradizionali e

    fantastiche, coriandoli e stelle filanti, ma in alcune citt i festeggiamenti sono tanto originali

    da richiamare turisti e visitatori provenienti da ogni parte del paese e del mondo.

    Il Carnevale, destinato ad anticipare e compensare, i rigori della quaresima, il periodo

    dell'eccesso alimentare. Nelle settimane di penitenza che seguono, fino a Pasqua, non sar pi

    possibile, seguendo i precetti della Chiesa, mangiare carne e altri alimenti che eccitano i sensi.

    Il significato di questo fenomeno in generale la sottolineatura dell'elemento stagionale: si

    finisce di consumare le scorte invernali, e con il consumo di beni in grande quantit ci si

    propizia abbondanza e fertilit.

    La tradizione di mascherarsi antichissima e risale, addirittura, al Paleolitico Superiore

    quando l'uomo tentava, proprio attraverso il travestimento e durante la celabrazione di riti

    tribali, di contrastare gli spiriti maligni. Sciamani e stregoni indossavano, quindi, per

    l'occasione copricapo colorati fatte con piume e foglie secche, dipingevano i loro volti con

    polveri naturali coloranti, indossavano maschere sul volto e, cos agghindati, davano il via alla

    celebrazione sacra.

    Si crede, con fondamento, che il carnevale odierno, tragga origine dai saturnali, feste,

    nell'antica Roma, in onore di Saturno, dio delle seminagioni. Furono le feste pi popolari e

    diffuse fino all'avvento del cristianesimo e si celebravano dal 17 al 23 dicembre. La parte

    ufficiale consisteva in un solenne sacrificio nel tempio della divinit, seguito da un pubblico

    banchetto, durante il quale i partecipanti si scambiavano auguri di benessere e prosperit.

  • Nei banchetti privati, tra parenti ed amici che si concludevano in mascherate, farse e vere e

    proprie orgie, era consuetudine lo scambio di doni di ogni genere. Gli schiavi godevano della

    pi ampia libert .

    L'affermazione del Cristianesimo non comport la scomparsa dei riti pagani, che

    continuarono a sopravvivere nel cerimoniale cattolico.

    Infatti fu, nel corso del Medioevo, quando la societ era rigidamente strutturata in classi

    sociali, che l'uso di mascherarsi dilag tra la gente comune, permettendo a chiunque, per

    qualche giorno, di ribaltare i ruoli sociali: il povero poteva travestirsi da ricco, la donna da

    uomo, il servo da padrone. Insomma, chiunque poteva ambire a diventare ci pi preferiva,

    dando sfogo a tutti i desideri repressi e ai sogni mai realizzati, il popolo aveva l'occasione di

    rovesciare i ruoli, anche se solo per qualche giorno e per gioco, della rigida societ del tempo.

    Quella di mascherarsi divenne cos una prassi diffusa, in grado di portare un po' d'allegria

    nella vita delle persone. Inoltre il travestimento aveva uno scopo ben preciso che oggi andato

    perduto: nascondendosi dietro ad una maschera e celando in questo modo la propria identit,

    ciascuno aveva la possibilit di comportarsi come meglio credeva e, soprattutto, come non

    avrebbe mai avuto il coraggio di comportarsi a viso scoperto, da qui lespressione ti conosco

    mascherina.

    Nel Medioevo e nel Rinascimento i festeggiamenti carnevaleschi raggiunsero il pi grande

    splendore a Venezia, Firenze e Roma, dove si svolgevano svariate allegre manifestazioni, che

    si concludevano con festose mascherate su carri allegorici infiorati, da cui venivano gettati i

    coriandoli.

    Questi allinizio, erano fatti con i semi di una pianta chiamata, appunto, "coriandolo". Questi

    semi venivano tuffati nel gesso e poi lasciati seccare. Cos assomigliavano a confetti, fatti

    apposta per essere lanciati dall'alto dei carri mascherati o da balconi e finestre. I primi

    coriandoli di carta furono forse inventati da un milanese che li distribu ad una festa di

    carnevale per bambini.

  • ALCUNE MASCHERE TRADIZIONALI ITALIANE

  • La maggior parte delle maschere tradizionali italiane, discendono dalle maschere

    utilizzate a partire dal XVI secolo nella commedia dell'arte. Nascono dal teatro della strada,

    non hanno un carattere ben preciso, hanno dei personaggi "fissi", in modo che gli spettatori

    possano gi conoscere la storia e il carattere del personaggio senza la necessit di spiegazioni

    all'interno dei singoli spettacoli. Le storie recitate sono sempre uguali, ma divertenti, di litigi

    fra padri e figli, di servi a volte molto furbi e di amori spesso impossibili.

    Al Carnevale odierno sono legate alcune maschere tipiche, caricature di vizi e difetti degli

    abitanti delle varie regioni.

    ARLECCHINO

    Arlecchino, originario di Bergamo, rappresent nel teatro del 1550 la maschera del servo

    apparentemente sciocco, ma in realt dotato di molto buon senso. Indossa un abito composto

    da toppe di tessuto multicolore e una maschera nera, porta sempre una borsa di cuoio sempre

    vuota e un bastone col quale somministra botte sonanti sulla testa e sul sedere degli altri

    personaggi. Servo, in continuo litigio con il suo padrone, ora sciocco ora astuto, ora balordo

    ora intrigante, ora fannullone ora faccendiere, goffo e scansafatiche, goloso, mangione e

    sporcaccione ha una parlata tra il veneto e il bergamasco, ricca di giochi mimici e con

    movenze quasi da balletto.

    Rappresenta il simbolo di colui che si adatta a qualunque situazione ed disposto a servire

    chiunque, pur di ricavarne dei vantaggi. Alle sue prime apparizioni indossava un abito

    bianco, che divenne poi di tutti i colori a forza di rattopparlo.

    DOTTOR BALANZONE

    Balanzone la maschera tipica di Bologna, dottore saccente e ciarliero. E' un personaggio

    burbero e brontolone che fa credere di essere un grande sapiente, ma molto spesso truffa la

    gente, fa della parola la sua arte, espone le sue idee e i suoi consigli, ricorrendo a un diluvio di

    parole, piene di sentenze latine, di proverbi sgangherati nella grammatica e nella sintassi, ma

    pomposi, imponenti, tali da far restare a bocca aperta. Procede imperterrito nei suoi discorsi

    senza spaventarsi delle colossali baggianate che dice. Veste pantaloni e camicia nera, guarnita

    di un colletto bianco. In testa ha un feltro a larghe tese, nero. Alla cintura un pugnale o un

    fazzoletto, e sottobraccio un librone. La sua maschera una presa in giro per tutti coloro che

    si vantano del loro sapere appena si presenta l'occasione.

  • BRIGHELLA

    Brighella una maschera tradizionale dell'Italia, che proviene dalla Lombardia precisamente

    da Bergamo. Il suo personaggio era originariamente quello del servo buffo e intrigante, al

    punto che non si riesce mai a capire se la furberia sia un voluto abbandonarsi al gioco degli

    inganni e se la balordaggine non nasconda una buona dose di finezza. Vivace e insolente con le

    donne, chiacchierone coraggioso con i poltroni, abbassa il capo solo davanti a chi lo tiene in

    soggezione. Normalmente lui che inizia a litigare, un attaccabrighe. Da questa sua

    caratteristica prende il nome Brighella. E' un servo sempre in cerca di avventure. Suona e

    canta molto bene: un tipo spiritoso e scherzoso. Nelle rappresentazioni teatrali talvolta lo

    fanno agire come un personaggio fedele e altruista. La giacca e i pantaloni sono decorati di

    galloni verdi; ha le scarpe nere con i pon pon verdi. Il mantello bianco con due strisce verdi,

    la maschera e il cappello sono neri.

    BEPPE NAPPA

    E un personaggio nato in Calabria, ma rappresenta un siciliano fannullone, intorpidito da

    un sonno perenne che lo costringe a sbadigliare continuamente. "Nappa" in dialetto significa

    un uomo buono a nulla. E' di una innocenza spesso disarmante, spensierato e felice, ama

    cantare e ballare ed ogni tanto combina qualche guaio. Ha un lungo naso ed molto buffo.

    Lavora come servo presso qualche ricco barone al quale scrocca vino e cibo finch non viene

    scoperto. Indossa un abito bianco e le maniche della camicia sono lunghissime. Ha un paio di

    scarpe con sopra delle palline colorate. Porta un cappello nero.

    BURLAMACCO

    E la maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio, un pagliaccio che veste indumenti presi

    da varie maschere italiane: una tuta a scacchi bianchi e rossi, ripresa dal costume di

    Arlecchino, un pon pon bianco rubato dal camicione di Pierrot, una gorgiera bianca alla

    Capitan Spaventa, un copricapo rosso, su imitazione di quello di Rugantino, e un mantello

    nero, tipico di Balanzone. Il nome Burlamacco deriva da Buffalmacco, pittore fiorentino e

    personaggio del Decamerone, ma e anche legato al cognome lucchese Burlamacchi.

  • COLOMBINA

    E l'unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili, la fidanzata

    di Arlecchino, ha un vestito a righe bianche e blu, ed furba, allegra, maliziosa e pungente,

    spensierata, chiacchierina un po' pettegola. E conosciuta anche come Corallina o Smeraldina.

    Prende in giro le persone che le stanno vicino ed portata a farsi beffe di loro. E' molto

    affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice

    disposta a combinare imbrogli su imbrogli. Con i padroni vecchi e brontoloni va poco

    d'accordo e schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto.

    CAPITAN SPAVENTA

    E nato intorno alla fine del '900 in Liguria. Il suo nome intero Capitan Rodomonte

    Spaventa di Val d'Inferno e si tratta di uno spadaccino molto particolare, in quanto alla spada

    preferisce le parole per colpire i nemici.

    E' un soldato spagnolo di ventura, magro e allampanato, con voce tonante e cavernosa,

    prepotente, codardo e vile, spacciatore di gigantesche frottole di gesta strepitose. Indossa un

    grande cappello piumato e porta un'enorme durlindata (spada da moschettiere) come i

    gentiluomini del '600.

    FARINELLA

    Maschera tipica del Carnevale di Putignano e Farinella, simile ad un jolly, con un abito a

    toppe multicolori e sonagli sulle punte del cappello, delle scarpe e del colletto. Prende il nome

    dalla farinella, antichissimo cibo povero del mondo contadino, a base di ceci e orzo

    abbrustolito.

    GIANDUJA

    E' la pi importante maschera piemontese di origine artigiana; si tratta un galantuomo

    allegro, con buon senso e coraggio che ama il buon vino e la buona tavola; il personaggio

    popolare simpaticamente presente in tante manifestazioni torinesi con la faccia rubizza,

    vestito con brache di fustagno, in testa un tricorno con un codino rivolto all'ins, sulla cui

    punta spicca un nastrino rosso. E' sposato con Giacometta, una giovane donna semplice e

    molto intelligente.

  • GIANGURGOLO

    Maschera calabrese del XVII secolo. Il suo nome significa "Giovanni dalla gola piena": fu

    ideato dai Calabresi che volevano mettere in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri

    siciliani spagnoleggianti. Ha un lungo naso, un'andatura bellicosa e porta sempre un cappello

    di feltro a cono. Nei suoi pranzi consuma carretti di maccheroni, molto pane e intere botti di

    vino. Adopera la spada per inezie, ma sempre pronto a fuggire come il vento.

    GIOPPINO

    Maschera di origini bergamasche nata agli inizi dell'ottocento. E' un personaggio rubicondo,

    buffo e simpatico con una gran risata molto contagiosa. Fa il contadino, ma questo lavoro non

    gli garba molto poich deve faticare troppo e guadagnare poco, cos cerca sempre di

    arrangiarsi con lavoretti meno impegnativi e pi remunerativi. Indossa dei calzoni corti una

    camicia ed una giacchetta. In testa porta un cappello morbido e porta con se un bastone.

    MENEGHINO

    E' una maschera che arriva da Milano ed nata verso la fine del Seicento. E' un personaggio

    simpatico e burlone al quale piace prendere la vita per il giusto verso anche quando le cose

    vanno un po' male. Spavaldo a parole ma cauto nei fatti all'apparenza egoista ma con

    un'anima caritatevole. Porta il tricorno, un cappello con tre punte, la parrucca con un codino,

    la giacca lunga rossiccia e marrone, i calzoni in cima al ginocchio verdi e in fondo le calze a

    righe rosse e bianche. Sotto la giacca indossa una camicia gialla con ai bordi del pizzo e un

    fazzoletto intorno al collo. Le scarpe sono marroni, della forma di una volta, con fibbia

    davanti. In mano porta un ombrellino rosa. Il suo vero nome Domenico, mentre il

    diminutivo "Domeneghin".

    MEO PATACCA

    E la maschera romana che, assieme a quella di Rugantino, rappresenta il coraggio e la

    spavalderia di certi tipi di Trastevere, il quartiere pi popolare di Roma. Spiritoso ed

    insolente, Meo Patacca il classico bullo romano, sfrontato ed attaccabrighe, esperto ed

    infallibile tiratore di fionda, ma in fondo, generoso e di animo aperto. Gli piace vero fare lo

  • spaccone e parlare in dialetto romanesco, in modo declamatorio, ma poi all'occorrenza non

    fugge. Anzi, quando ci scappa la rissa, si getta nella mischia e la sua fama ben nota in

    Trastevere e in tutta Roma. A parte il suo carattere sicuramente un po' difficile che si

    adombra per niente e quel suo strano modo di discutere con qualcuno, prima con le mani poi

    con le parole, Meo Patacca riscuote la simpatia dei suoi concittadini che affollano i teatri

    romani per assistere divertiti alle sue commedie.

    MEZZETTINO

    Questa maschera comparve alla fine del Seicento come variante di Arlecchino e Brighella. E'

    un servitore vivace ed elegante, abile musicista, furbo e pronto a sfruttare gli altri pur di

    ottenere vantaggi, sempre disponibile a sbrigare le faccende di cuore del suo padrone e

    soprattutto le proprie. Secondo alcuni il nome deriverebbe dalla parola francese " Mezetin"

    che significa mezzo boccale o mezzo bicchiere. Vestiva il tipico costume degli zanni; abito

    abbondante, cappello a punta e maschera. Successivamente, l'abito divenne a righe verticali e

    gli fu tolta la maschera.

    PANTALONE

    Mercante veneziano, nervoso e rompiscatole, testardo e brontolone, avaro, attaccatissimo al

    suo denaro. Crede solo nel denaro e nel commercio: autoritario e bizzarro oggetto di beffe

    continue da parte dei suoi amici, sa trasformarsi in un burbero benefico ed facilmente

    raggirato dalla moglie e dalle figlie. Veste sempre molto semplicemente: porta una maschera

    nera con naso adunco, barba con il pizzo volto all'ins, indossa un camicione e una

    calzamaglia rossi con un colletto bianco e una cinta alla vita; ai piedi porta le pantofole, infine

    indossa un mantello nero.

    PULCINELLA

    E' la maschera caratteristica di Napoli. E' la personificazione del dolce far niente. E' un

    servitore come Arlecchino, ma il suo carattere ha sfumature molto contrastanti: furbo,

    coraggioso oppure vigliacco, gesticola tantissimo. Canta dolcemente e prende la vita con

    allegria, senza prendersela troppo. Le sue pi grandi aspirazioni sono mangiare (adora i

    maccheroni) e bere; pur essendo spesso fatto oggetto di pesanti bastonate, egli riesce

  • simpatico anche ai potenti che prende in giro e inganna con amabile furbizia. Porta una

    maschera nera che fa risaltare il suo naso particolare e le rughe, gobba, cappello a punta,

    camiciotto e pantaloni molto larghi e bianchi.

    RUGANTINO

    E un personaggio che nasce nel Lazio nel 700. Ha un caratteraccio, scortese e scorbutico,

    ed , in sostanza, la caricatura dei gendarmi dell'epoca. Indossa un paio di calzoni ed una

    giacca lunga. Ha il panciotto colorato e le calze a strisce. Porta un grosso cappello tipo

    gendarme.

    SCAPINO

    Maschera bergamasca nata verso la fine del cinquecento. E' un personaggio che con il passar

    del tempo ha subito qualche modifica. E' un giovane che ama la musica, e passa il tempo a

    comporre melodie e canzoni. Ha un costume colorato ed indossa una mantella. Sua fedele

    compagna la chitarra che porta sempre con se.

    STENTERELLO

    E una maschera della tradizione italiana, tipica della Toscana. E' la figura di un giovane che

    grazie alla sua astuzia ed all'ingegno riesce sempre a cavarsela. E' molto generoso con chi

    pi povero di lui, dotato di arguzia e di saggezza che, unite all'ottimismo, gli fanno superare

    le avversit della vita. Spesso ricercato dai suoi creditori. Indossa una giacca blu con il

    risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri; ha un panciotto puntinato verde pisello e dei

    pantaloncini scuri e corti; ha una calza rossa e una a strisce bianco - azzurro e le scarpe nere.

    In testa porta un cappello a barchetta nero e una parrucca con il codino.

    SANDRONE

    E una maschera che nasce in Emilia Romagna, nel XIX secolo. Si tratta della figura di un

    contadino un po' ignorante, ma gran lavoratore. E' molto furbo e scaltro. Ama il buon vino e

    porta sempre con se un fiasco pieno. Porta un paio di pantaloni fino ai polpacci e delle calze

    lunghe, una giacca ed un panciotto. Ha le scarpe grosse ed un cappello floscio in testa.

  • SCARAMUCCIA

    Nasce in Campania ed un personaggio napoletano. E' un po' buffone e spaccone e si diverte

    a fare scherzi, per finisce sempre per prendere le botte. E' molto pigro e di lavorare non se

    ne parla nemmeno. Ha un paio di pantaloni alla zuava con le calze lunghe, una giacca corta ed

    un mantello. Porta un baschetto nero in testa ed una maschera nera gli copre il viso.

    TARTAGLIA

    Maschera napoletana del '600. Rappresenta un vecchio notabile presuntuoso invadente,

    ridicolo nel vestire, balbuziente, con ventre grosso e grossi occhiali sul naso adunco, calvo.

    Indossa un abito verde, calze bianche, mantello verde variegato di giallo e un ampio cappello

    grigio.

  • FILASTROCCHE DI CARNEVALE A Carnevale ogni rima vale Carnevale, scherzi e balli con le maschere e gli sballi. Ecco arriva Pulcinella sotto braccio con Brighella. Li raggiunge Pantalone col suo amico Balanzone, Beppe Nappa golosone si presenta col torrone. Arlecchino e Colombina, bella coppia birichina. Meneghino e Rugantino vanno insieme nel trenino. Gianduia, gianduiato preferisce il cioccolato. Corre forte Scaramuccia e ci casca sulla buccia. Sfortunato Stenterello senza soldi nel cestello. Viva le maschere italiane son le pi belle del reame. Arlecchino Arlecchino aveva un trombone fatto di panna e di torrone, un vestito tanto carino rosso, blu, giallo e verdino. Arlecchino aveva un cappellino del color del carboncino, tutto toppe il vestitino viva, viva Arlecchino.

  • Arlecchino poverino Arlecchino poverino non aveva un vestitino. Ogni bimbo gli ha portato un pezzetto colorato e la mamma gli ha cucito un bellissimo vestito. Tutti insieme i bei colori, come tanti sono i cuori che han donato la letizia con un gesto di amicizia! Brighella Son Brighella, attaccabrighe. Ho la casacca con le righe, righe verdi ed alamari, sempre le tasche senza denari. Mangio molto, non spendo mai: niente soldi e niente guai! Canzonetta di carnevale Pulcinella aveva un gallo; tutto il giorno vi andava a cavallo, con la briglia e con la sella. Viva il galletto di Pulcinella! Pulcinella aveva un gatto; tutto il giorno saltava da matto, suonando una campanella. Viva il gattino di Pulcinella! Carnevale Nelle piazze in ogni via c' un'allegra compagnia che vestita in modo strano canta, balla e fa baccano. Mascherine mascherine siete buffe ma carine con i vostri nasi rossi fatti male, storti e grossi con i costumi che indossate con gli scherzi che vi fate voi portate l'allegria in qualunque compagnia.

  • Carnevale Carnevale Carnevale Carnevale ogni anno sempre puntuale arrivando colorato nel carretto mascherato: sempre in vista Pantalone col dottore Balanzone, Colombina la servetta e Rosaura la sua amichetta Arlecchino e Pulcinella: una festa davvero bella. Stelle filanti, dolci e coriandoli: quanti vestiti fatti di scampoli: tante tante mascherine tutte sempre molto carine! Carnevale Che fracasso! Che sconquasso! Che schiamazzo, mondo pazzo! E arrivato Carnevale buffo e pazzo, con le belle mascherine, che con fischi, frizzi e lazzi, con schiamazzi, con sollazzi, con svolazzi di sottane e di vecchie palandrane, fanno tutti divertir. Viva, viva Carnevale, che fischiando, saltellando, tintinnando, viene innanzi e non fa male; con i sacchi pieni zeppi di coriandoli e confetti, di burlette e di sberleffi, di dispetti, di vestiti a fogge strane, di lucenti durlindane, di suonate, di ballate, di graziose cavatine, di trovate birichine

  • Carnevale eccolo qua Viva viva il Carnevale che ritorna puntuale; travestito e mascherato pensa un po chi lha inventato? Con le buffe mascherine, con coriandoli e palline la sfilata noi faremo, quanto ci divertiremo! Al profumo di frittelle, di panini e caramelle, una grande scorpacciata tra uno scherzo e una risata. Carnevale Carnevale in filastrocca, con la maschera sulla bocca, con la maschera sugli occhi, con le toppe sui ginocchi: sono le toppe dArlecchino, vestito di carta, poverino. Pulcinella grosso e bianco, e Pierrot fa il saltimbanco. Pantalon dei Bisognosi- Colombina, - dice, - mi sposi? Gianduia lecca un cioccolatino e non ne da niente a Meneghino, mentre Gioppino col suo randello mena botte a Stenterello. Per fortuna il dottor Balanzone gli fa una bella medicazione, poi lo consola: - Ecarnevale, e ogni scherzo per oggi vale. Carnevale E' arrivato il carnevale chi sta bene e chi sta male! Chi ha i soldi se li tiene e sta bene! Ma chi ha le tasche vuote, ruba cavoli e carote

  • Carnevale E tornato Carnevale. Per la strada, tra un inchino e una buffa riverenza, vanno allegri un Arlecchino, Colombina, Pantalone, Corallina, Balanzone, e Rosaura con Brighella a braccetto a Pulcinella. "Fo linchino......Serva sua" "E io fo la riverenza, Eccellenza....!" E gi risa, scherzi, grida e schiamazzi di fanciulli e di ragazzi! Carnevale Arlecchino, Pulcinella, Colombina e Balanzone; tutte maschere felici che festeggiam Carnevale. Noi, frittelle, paste e dolci, caramelle e cioccolate, ci mangiamo a pi non posso, ch golosi siam di grosso. Con la musica p bella noi facciamo il girotondo ci teniamo per la mano e coriandoli tiriamo. Carnevale di Gianni Rodari Carnevale in filastrocca, con la maschera sulla bocca, con la maschera sugli occhi, con le toppe sui ginocchi: sono le toppe dArlecchino, vestito di carta, poverino. Pulcinella grosso e bianco, e Pierrot fa il saltimbanco. Pantalon dei Bisognosi Colombina, dice, mi sposi? Gianduia lecca un cioccolatino e non ne da niente a Meneghino, mentre Gioppino col suo randello mena botte a Stenterello. Per fortuna il dottor Balanzone gli fa una bella medicazione, poi lo consola: E Carnevale, e ogni scherzo per oggi vale.

  • Carnevale Il febbraio pazzerello ci ha portato il Carnevale a caval dun asinello e con seguito regale: Pantalone e Pulcinella e Rosaura e Colombina Balanzone con Brighella e Pieretta piccolina. A braccetto con Gioppino che dimena un gran bastone, van Gianduia e Meneghino sempre pronti a far questione. Arlecchin chiude la schiera che, fra canti, balli e lazzi lieta va da mane a sera con gran coda di ragazzi. Va, fra salti e piroette, seminando per la via tra un frastuono di trombette di coriandoli una scia. Carnevale vecchio e pazzo di Gabriele D'Annunzio Carnevale vecchio e pazzo s' venduto il materasso per comprare pane, vino, tarallucci e cotechino. E mangiando a crepapelle la montagna di frittelle gli cresciuto un gran pancione che somiglia ad un pallone. Beve, beve all'improvviso gli diventa rosso il viso poi gli scoppia anche la pancia mentre ancora mangia, mangia. Cos muore il Carnevale e gli fanno il funerale: dalla polvere era nato e di polvere tornato.

  • Colombina Vestito bianco ho di bucato, verde il grembiule come un prato. Dalla cuffietta di tutti i colori i riccioli scappano fuori. Din don campana Din don campana dammi la tua guardiana non te la voglio dare l'ho mandata a sposare il di' di Sant'Antonio faremo un matrimonio matrimonio col buon pane faremo Carnevale Carnevale non vuol venire perche' e' andato a dormire allora pazienza faremo la polenta e un piatto di confettini per far ballare i burattini! Domani festa Domani festa, mangiamo la minestra. La minestra non cotta, mangiamo la ricotta. Tiriamo la cordicella, esce fuori Pulcinella con un piatto di maccheroni, e li mangia in due bocconi.

  • Evviva Carnevale Finalmente arrivato E tutta la citt ha sconquassato! Si diverte la citt perch tante maschere ha. Da Dragon Ball a Pulcinella Si vede qua e l qualche coccinella, Sulle spalle di pap A tirare i coriandoli a chi c'. Piovono colori e stelle filanti Sui bambini e sugli amanti. Ci si diverte assai e per un d i problemi dimenticherai. Tanti dolci ci saranno Se la Pentolaccia i bambini romperanno. Ognuno la sua mascher indosser E in tutto il mondo un po' di felicit ci sar. EVVIVA IL CARNEVALE!!! Ecco le maschere Buon giorno signori, io sono Arlecchino, son lazzarone e a volte sciocchino; allegro, svogliato, un poco monello, vi faccio un inchino, mi tolgo il cappello. Se c la musica di tarantella pronto a ballare c gi Pulcinella. Io vengo da Napoli dove perfetti servono al dente gustosi spaghetti. Ho il naso paonazzo, il cappello a tricorno, sono Gianduia, il perdigiorno. Giacca marrone, il panciotto giallo, porto i colori di un bel pappagallo. Son di Bologna, io sono Balanzone, grosso e imponente, gran dottorone. Io che mi credo dotto e sapiente chiacchiero molto e non faccio mai niente. Son siciliano, io son Beppe Nappa che le risate ogni volta vi strappa. Con i saltelli, con balli e con lazzi faccio felici ragazze e ragazzi.

  • Filastrocca del Carnevale Ecco gioved grasso, giorno di Carnevale sfilano le maschere per il viale. I bambini della Don Milani vanno mascherati e felici alla festa degli anziani. Giulia e Carlotta, damine con i fiocchi, arrivan ballando muovendo i ginocchi. Alice, la fatina, si vestita questa mattina. Alex, tutto sudato, venuto da cartone animato. Ecco Mattia, uomo pipistrello che se piove apre l'ombrello. Arriva Alberto, pirata dei mari accompagnato dai suoi corsari. Una specie di scienziato Mattia che studia bene l'astrologia. Rebecca ed Eleonora, streghe col gran cappello, si avvolgono nell'ampio mantello. Andy un marinaio che se da solo combina un guaio. Elia un uomo ragno che fa' amicizia con un compagno. Diego e Andrea, colorati pagliacci, vanno in giro a fare scherzacci. Giada, Ilaria e Giorgia sono tre donne belle che mangian delle appetitose frittelle. Giorgia e Ilenia, streghe sbadate, hanno le scarpe tutte bucate. La ranocchia Giulia De Rossi che salta e nuota nei fossi. Elena la principessa Rosaspina che si presenta alla Regina mentre Patrizia la zingarella si fa' un panino con la mortadella. Giulia non sa che vestito si metter ma di sicuro tanti galani (1) si manger.

  • Filastrocca della tarantella di Carnevale C'era una volta il signor Arlecchino che a tutti quanti faceva l'inchino e se nessuno gli offriva il caff lui si girava e faceva pee pee. E Pulcinella, che un gran imbroglione, si divertiva a fare il burlone; scherzava sempre e faceva arrabbiare chi non voleva per niente giocare. Ecco con noi il signor Balanzone che da tutti quanti pretende attenzione, e se nessuno vuole ascoltare resti con noi e si metta a cantare. Ma la pi bella e anche carina fra tutti quanti Colombina, si veste bene ed elegante, usa un profumo troppo piccante. Ma che cos', cosa non , Carnevale trallallero trallall Filastrocca di Carnevale C' un fiorellino rappresenta Arlecchino, c' una frittella simbolo di Pulcinella, c' uno scatolone assomiglia a Balanzone, c' una bambina che Colombina.... Tutto questo sai perch? E' Carnevale qui da me!!

  • Gianduja Giacca marrone, panciotto giallo porto i colori del pappagallo; calzoni verdi, calzette rosse, col vino mi curo tonsille e tosse. Naso paonazzo, cappello tricorno son Gianduia perdigiorno. Se non vi basta il cappellino c la parrucca col codino. Girotondo delle mascherine Girotondo, girotondo, noi giriamo tutto il mondo. C' Gianduia e Meneghino, Pulcinella e Arlecchino. C' Brighella e Pantalone, Meo Patacca e Balanzone, Beppe Nappa siciliano, Stenterello che toscano... Girotondo, girotondo, noi viaggiam per tutto il mondo, e con noi portiam la gioia che nemica della noia. I burattini Son di legno, son piccini, colorati i vestitini; sempre buoni e obbedienti, svegli, allegri e sorridenti: son delizia dei bambini. che invenzione i burattini! Quando alcun non li molesta, dormon tutti in una cesta: se ne stanno in compagnia tutti, in pace ed armonia, come tanti fratellini. che gioia i burattini! Pulcinella ed Arlecchino, Stenterello e Meneghino, con Brighella e Pantalone, Colombina e Balanzone, fanno ridere i bambini. Viva, viva i burattini!

  • I fantasmi colorati di Carnevale Il fantasma giallo a Carnevale fa un bel ballo. Il fantasma rosso mangia frittelle a pi non posso. Il fantasma verde, se fa il trenino, la sua catena perde. Il fantasma viola mangia chiacchere e beve coca-cola. Il fantasma nero lancia coriandoli per un giorno intero. Il fantasma arancione tira stelle filanti con gran precisione. Il fantasma blu sale sui carri e non vuole scendere pi. Il fantasma bianco balla molto e poi stanco. Il fantasma rosa si innamora del pagliaccio e se lo sposa. Il fantasma azzurro vuole solo i dolci fatti con il burro. I viaggi di Pulcinella Pulcinella andava a Biella, mont sopra una carrozzella, e se il cavallo era attaccato certo a quest'ora era arrivato. Pulcinella andava a Torino, mont sopra un cavallino, e se il cavallo non era di legno andava a Torino e anche a Collegno Il gioco dei se di Gianni Rodari Se comandasse Arlecchino il cielo sai come lo vuole? A toppe di cento colori cucite con un raggio di sole. Se Gianduia diventasse ministro dello Stato, farebbe le case di zucchero con le porte di cioccolato. Se comandasse Pulcinella la legge sarebbe questa: a chi ha brutti pensieri sia data una nuova testa.

  • Il clown Meno male! Sta arrivando il Carnevale, un po' silente, ma non fa niente, perch dal vecchio baule stranamente, s'affaccia il viso di un clown ridente. Ha il suo cappello e un fiore all'occhiello, guanti pesanti e pantaloni cascanti; e con una toppa di dietro e una davanti far ridere tutti quanti! Oh... ma all'improvviso, dai suoi occhi brillanti una gocciola cade, e gli spegne il sorriso. Ma poi ride e poi piange, si toglie il cappello e il fiore all'occhiello; e facendo un inchino e l'occhiolino strappa un sorriso a un bel bambino. Il girotondo delle maschere di G. Gaida E' Gianduia torinese Meneghino milanese. Vien da Bergamo Arlecchino Stenterello fiorentino. Veneziano Panatalone, con l'allegra Colombina. Di Bologna Balanzone, con il furbo Fagiolino. Vien da Roma Rugantino: Pur romano Meo Patacca. Siciliano Peppenappa, di Verona Fracanappa e Pulcinella napoletano. Lieti e concordi si dan la mano; vengon da luoghi tanto lontani, ma son fratelli, sono italiani.

  • La canzone delle mascherine Un saluto, a tutti voi; dite un po chi siamo noi? Ci guardate e poi ridete? Oh! mai pi ci conoscete! Noi scherziam senza far male, Viva, viva il Carnevale! Siamo vispe mascherine, Arlecchini e Colombine, diavolini, follettini, marinai bei ciociari comarelle vecchierelle: noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale! Vi doniamo un bel confetto, uno scherzo, un sorrisetto; poi balliamo poi scappiamo. Voi chiedete: Ma chi siete? Su pensate, indovinate. Siamo vispe mascherine, Arlecchini e Colombine, diavolini, follettini, marinai bei ciociari comarelle vecchierelle: noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale!

  • Le maschere di Carnevale di Attilio Cassinelli ARLECCHINO ti presento tutte toppe ma contento e BRIGHELLA suo compare, cosa pensa di brigare? SCARAMUCCIA faccia buffa sempre pronto a far baruffa e TARTAGLIA che non sbaglia, quando canta non tartaglia. MENEGHINO che, pian piano, va a passeggio per Milano e PIERROT vediamo qui che venuto da Paris. Vuoi sapere chi costui? PEPPE NAPPA, proprio lui PULCINELLA saggio e arguto che da Napoli venuto e GIANDUIA piemontese che di tutti il pi cortese. Da Bologna ecco che avanza BALANZON dalla gran panza. Tutti insieme fan colazione e chi paga PANTALONE!

  • L'invenzione di Pulcinella di Gianni Rodari Signore e signori, fatevi avanti pi gente entra, pi siete in tanti! Correte a vedere la grande attrazione, la formidabile invenzione. Non sono venuto su questo mercato per vendere il fumo affumicato. Non sono venuto a questa fiera per vendere i buchi del gruviera. Il mio nome Pulcinella ed ho inventato la moz - za - rel - la! Da questa parte, signori e signore son Pulcinella il grande inventore! Per consolare i poveretti ho inventato gli spaghetti. Per rallegrare a tutti la vita creai la pizza Margherita! Olio, farina, pomodoro nulla vale questo tesoro. Ad ascoltarlo corre la gente, si diverte... e non compra niente Mi trucco e mi travesto Mi vestir da mago con la bacchetta in mano. Sar un potente drago che viene da lontano. Se sceglier un pagliaccio col naso tutto rosso, va bene ogni straccio ed un cappello grosso. Mi piace la damina che porta lombrellino, la gialla cinesina col lungo suo codino. Mi vestir da stella oppure da indiana: di certo sar bella con piume e la collana.

  • Piove pioviggina Piove pioviggina la gatta va in cucina; va sotto il letto, trova il confetto; il confetto duro, batte il tamburo; il tamburo rotto, salta nel pozzo; il pozzo pieno d'acqua, la gatta va in piazza; in piazza pieno di gente, miagola che non si sente; non si sente dalla porta, apre e c' una sarta; la sarta indaffarata, corre a prendere la frittata; la frittata scotta, a dalla Carlotta; la Carlotta sta male: Viva, viva il Carnevale. Piove pioviggina Piove piovesina la gatta va in cucina; la trova le scodelle, la rompe le pi belle. La salta sul letto, la trova un confetto; il confetto duro, la salta sul muro; il muro bianco, la salta sul banco; il banco rosso, la salta nel pozzo; il pozzo pieno d'acqua, si annega la culatta; la gatta non si muove, si accende la candela, si dice buonasera.

  • Pranzo e cena di Gianni Rodari Pulcinella e Arlecchino cenavano insieme in un piattino: e se nel piatto c'era qualcosa chiss che cena appetitosa. Arlecchino e Pulcinella bevevano insieme in una scodella, e se la scodella vuota non era chiss che sbornia, quella sera. Viva carnevale Viva viva il carnevale, con il pepe e con il sale. La tristezza manda via e ci porta l'allegria! Fischi canti suoni e balli, la vecchietta vuol ballare ed il nonnetto vuol cantare. Ad un tratto vede il babbo travestito da indiano ed il gioco suo pi bello gridare: "i i i!" Chi si veste da Arlecchino, chi da Zorro o da Pinocchio, chi da gatto o da fatina, da pagliaccio o da soldato! Com' bello Carnevale che schiamazza per le strade fa scordare ogni male. Viva viva il Carnevale.

  • Viva i coriandoli di Carnevale di Gianni Rodari Viva i coriandoli di Carnevale, bombe di carta che non fan male! Van per le strade in gaia compagnia i guerrieri dell'allegria: si sparano in faccia risate scacciapensieri, si fanno prigionieri con le stelle filanti colorate. Non servono infermieri perch i feriti guariscono con una caramella. Guida l'assalto, a passo di tarantella, il generale in capo Pulcinella. Cessata la battaglia, tutti a nanna. Sul guanciale spicca come una medaglia un coriandolo di Carnevale.