Cammino sinodale con i ragazzi. La preghiera

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Congressi / Campus / Cantieri / Corsi di formazione Estate 2022 Prossimi Eventi Campo estivo | Giovanissimi | Villa Alta Prelato (Fano) 27 giugno / 2 luglio 2022 – 27/06/2022 – 02/07/2022 – 0:00 Corso di Formazione | Ragazzi | Scheggia e Pascelupo (PG) 27 giugno/3 luglio 2022 – 27/06/2022 – 03/07/2022 – 0:00 Congresso Gen3 Junior | 30 Giugno/ 1 Luglio 2022– 30/06/2022 – 01/07/2022 – 0:00 Congresso Gen3 Junior | Tirana | Albania | 1 / 3 Luglio 2022 – 01/07/2022 – 03/07/2022 – 0:00 Congresso Gen3 | Bra (TO) | 1 / 3 Luglio 2022 01/07/2022 – 03/07/2022 – 10:00 – 16:00 Congresso Gen3 Junior | Arborea | OR | 1/3 Luglio 2022 – 01/07/2022 – 03/07/2022 – 18:00 Corso online per Formatori 7 luglio 2022 – 07/07/2022 – 10:00 – 17:00 Corso di Formazione | Giovani | Larino (CB) 19/23 luglio 2022 – 19/07/2022 – 23/07/2022 – 0:00 Camposcuola | Giovani | Nocera Umbra (PG) 23/28 luglio 2022 – 23/07/2022 – 28/07/2022 – 0:00 Incontro Europeo per seminaristi, giovani impegnati nelle parrocchie e diocesi – 24/07/2022 – 30/07/2022 – Tutto il giorno Corso di Formazione | Ragazzi | Larino (CB) 26/30 luglio 2022 – 26/07/2022 – 30/07/2022 – 0:00 Cantiere UomoMondo | Tione (TN) 2 / 6 Agosto 2022– 02/08/2022 – 06/08/2022 – 0:00 Esercizi spirituali a Loppiano – 23/08/2022 – 28/08/2022

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Congressi / Campus / Cantieri/ Corsi di formazione /Estate 2022

Prossimi EventiCampo estivo | Giovanissimi | Villa Alta Prelato (Fano)27 giugno / 2 luglio 2022 – 27/06/2022 – 02/07/2022 –0:00Corso di Formazione | Ragazzi | Scheggia e Pascelupo(PG) 27 giugno/3 luglio 2022 – 27/06/2022 – 03/07/2022 –0:00Congresso Gen3 Junior | 30 Giugno/ 1 Luglio 2022 –30/06/2022 – 01/07/2022 – 0:00Congresso Gen3 Junior | Tirana | Albania | 1 / 3 Luglio2022 – 01/07/2022 – 03/07/2022 – 0:00Congresso Gen3 | Bra (TO) | 1 / 3 Luglio 2022 –01/07/2022 – 03/07/2022 – 10:00 – 16:00Congresso Gen3 Junior | Arborea | OR | 1/3 Luglio 2022 –01/07/2022 – 03/07/2022 – 18:00Corso online per Formatori 7 luglio 2022 – 07/07/2022 –10:00 – 17:00Corso di Formazione | Giovani | Larino (CB) 19/23 luglio2022 – 19/07/2022 – 23/07/2022 – 0:00Camposcuola | Giovani | Nocera Umbra (PG) 23/28 luglio2022 – 23/07/2022 – 28/07/2022 – 0:00Incontro Europeo per seminaristi, giovani impegnatinelle parrocchie e diocesi – 24/07/2022 – 30/07/2022 –Tutto il giornoCorso di Formazione | Ragazzi | Larino (CB) 26/30 luglio2022 – 26/07/2022 – 30/07/2022 – 0:00Cantiere UomoMondo | Tione (TN) 2 / 6 Agosto 2022 –02/08/2022 – 06/08/2022 – 0:00Esercizi spirituali a Loppiano – 23/08/2022 – 28/08/2022

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discernimento comunitarioUna guida per approfondire il tema della sinodalità lanciatoda Papa Francesco.

La Chiesa Cattolica è oggi impegnata in un processo sinodaleche coinvolge in ogni parte del mondo persone di fedecristiana, innanzitutto, ma anche tutti coloro che sonodesiderosi di offrire un loro contributo. È la prima volta, inquesta forma e con questa ampiezza, nella storia delcristianesimo. Ma che cosa significa – come ha detto PapaFrancesco – che «la Chiesa è sinodo»? In quale sensol’esercizio del discernimento dei segni dei tempi, vissutocomunitariamente, è il metodo specifico di una Chiesa checammina con stile sinodale, e come ci si educa a viverlo conprofezia e insieme con realismo?

Piero Coda, attuale Segretario Generale della CommissioneTeologica Internazionale e membro della Commissione ad hoc delprocesso sinodale, da anni ha approfondito questo temacruciale e si è speso nella sperimentazione di questo metodo.Il saggio – agile e leggibile nella scrittura, senza dimetterela necessaria precisione teologica – si offre come unvademecum per attrezzarsi a vivere da protagonisti questoprezioso momento.

L’AUTORE – Piero Coda è docente di Ontologia trinitaria pressol’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze), di cuiè stato Preside dal 2008 al 2020. È attualmente SegretarioGenerale della Commissione Teologica Internazionale. Tra lesue pubblicazioni: Dalla Trinità (Roma 2011), Il gridod’abbandono, con Gerard Rossé (Roma 2020), Dizionario dinamicodi ontologia trinitaria 1. Manifesto (Roma 2021).

IL CURATORE – Alessandro Clemenzia è docente di Ecclesiologiapresso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Firenze) edocente invitato di Ecclesiologia e Pneumatologia presso

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l’Istituto Universitario Sophia. Autore di numerosepubblicazioni.

SCHEDA LIBRO ED ACQUISTO

Loppiano – Italia: al lavoroinsiemeNuove generazioni, luoghi del vivere, sostenibilità: le tretematiche affrontate dai Consigli del Movimento dei Focolariin Italia e a Loppiano dal 10 al 12 giugno. Ampio spazio albenessere e alla tutela dei minori e al percorso sinodale.

Comincia dal CentroInternazionale studentiGiorgio La Piral’appuntamento delConsiglio del Movimentodei Focolari in Italiae Albania riunitoinsieme a quello dellacittadella di Loppianodal 10 al 12 Giugno

2022. Il Centro La Pira, un seme profetico di dialogo natonegli anni ’70 per volontà del cardinal Benelli e da subitosupportato con dedizione e impegno dai Focolari a Firenze.Oggi il Centro svolge un’azione di supporto con azionisociali, progetti ed attività formative che vannodall’insegnamento dell’italiano, alla formazione allacittadinanza, alla consulenza legale, all’ospitalità e vedepassare oltre mille studenti l’anno. Tra questi, anche chiarriva grazie ai corridoi universitari per i rifugiati, come

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Jaaz, dell’Afghanistan. Per lui il Centro La Pira è casa.Finite lepresentazioni, la riccacarrellata diiniziative pre e postpandemia e un po’ didialogo, arriva ilmomento di salutarsi.Marco Salvatori, primooboe del maggiomusicale Fiorentino, e

presidente della Fondazione Centro Internazionale studentiGiorgio La Pira, ci lascia per dare il là al concerto. E ilgruppo del Consiglio, sulle note del dialogo interreligioso –caratteristica preminente del Centro – , prosegue per lecolline di Incisa, direzione Loppiano.

E’ questa, infatti, la sede scelta per i lavori: Loppiano,cittadella internazionale sì, ma italiana! Obiettivo dellavoro comune: rinnovare collaborazione e sinergie alla lucedi tre piste principali: l’impegno con le nuove generazioni;la vita delle comunità locali e la testimonianza della vitaevangelica; la sostenibilità di risorse umane e strutture. Tretematiche trasversali affrontate insieme nella giornata disabato 11, con momenti in plenaria, di gruppo e laboratori. Lepossibilità di potenziarsi sono molteplici (e basta scorrernesolo alcune per rendersene conto: le attività estive deigiovani in varie regioni italiane e le proposte dellacittadella, le attività di Sophia, Economy of Francesco che hala sua sede centrale proprio al Polo Lionello…) ma occorre unosguardo “sostenibile”, che tenga conto di risorse noninfinite, di scelte da fare insieme, di priorità.

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Si concentra sullaTutela e il benesseredei minori ilpomeriggio deiConsigli, con lapresenza di OrazioMoscatello, avvocatoitaliano e VivianaColonnetti, psicologaargentina due membri

della Cobetu, la Commissione Centrale istituita dal Movimentodei Focolari per la Promozione del Benessere e la Tutela deiMinori. I due esperti hanno illustrato il percorso che haportato alla pubblicazione dell’inchiesta indipendente dellaGCPS Consulting e le prime misure adottate dai Focolari inrisposta a tale indagine. Due ore serrate, su un argomento divivo interesse per tutti – erano video collegati anche ireferenti della tutela dei minori delle varie regioni italiane– e che continuerà, per la coscienza condivisa della necessitàdi essere costantemente formati e vigilanti su un tema cosìdelicato. Sarà previsto entro un anno un momento di formazionea riguardo per tutti gli appartenenti al Movimento deiFocolari nelle varie regioni italiane.

La domenica i lavori continuano distinti, e si cercano diaprire alcune prospettive: l’esito del percorso sinodale cheha visto impegnate nelle comunità dei Focolari migliaia dipersone per alcuni mesi – desiderio comune è il volercontinuare a camminare insieme, dialogando nel territorio,guardando e rispondendo ai suoi bisogni, e sempre di piùinsieme ad altri; i sogni dei giovani, lanciati in un percorsodi ricerca della vocazione civile, insieme a molte altreentusiasmanti sfide. Appuntamento per tutti, ciascuno nellapropria diocesi, e per chi può, in piazza San Pietro il 25giugno, per l’incontro mondiale delle Famiglie. Famiglia, laparola ricorrente che ha legato i tre giorni e i 100partecipanti e che rimane come punto fermo di questa nuova

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pagina.

Maria Chiara De Lorenzo

Il sinodo dei Focolari inItalia per un nuovo inizio«Camminare insieme», incontrarsi, parlarsi, condividendo ipropri pensieri, emozioni, comportamenti, iniziative.«Camminare insieme» riflettendo su alcune domande chiave dellavita, non solo cristiana. In primo luogo, l’ascolto perché seabbiamo due orecchie e una bocca un motivo ci sarà: ascoltareil doppio e parlare la metà. Siamo più abituati, forse pereccesso narcisistico, più a parlare, a farsi ascoltare, a

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restare sulla propria idea piuttosto che immedesimarsi con ilvissuto di altri, comprenderli, accoglierli, farli nostri,apprezzarli. E così imparare dal basso, da tutti, da chi menote lo aspetti perché ognuno ha qualcosa da dare, da dire, daoffrire, da costruire. Del resto è proprio il condividere untratto del nostro viaggio della vita insieme a chi ci sta piùvicino, la caratteristica del “noi” che prende forma nelnostro quartiere, comunità, città.

È quanto accaduto nel «camminare insieme», questo vuol diresinodo, all’interno delle comunità dei Focolari in Italia daldicembre del 2021 a marzo del 2022 con migliaia di persone ecentinaia di incontri. Percorso che si snoderà, all’internodella Chiesa italiana, con tappe successive, fino al Sinododei vescovi del 2023 dal titolo “Per una chiesa sinodale:comunione, partecipazione, missione” per individuare propostee azioni pastorali comuni che affrontino le sfide del nostrotempo.

«Il cammino sinodale è stato gioioso ed efficace». «Stiamoprovando ad imparare ad acquisire una coscienza comunitaria».«L’esperienza di unità fatta nel Movimento dei Focolari spingeciascuno ad uscire per costruire o ricostruire rapporti con ifratelli». Sono alcuni dei commenti delle migliaia dipartecipanti riuniti in piccoli gruppi trasversali deiFocolari: intergenerazionali, formati da laici e chierici, dacredenti e non credenti. Tutti alla pari, al di là dell’età,del ruolo, della vocazione, dell’essere uomini o donne. Gruppiin cui, dopo due anni di pandemia, è rifiorita la speranza persuperare lo scoraggiamento, avviare processi di sviluppo,comporre nuove possibilità di vita nelle comunità con idee chenascono dal fare rete insieme nel territorio per creare branidi fratellanza vissuta.

Rete che si realizza agendo insieme ad altre associazioni,vicine per interessi o presenti nello stesso territorio, nonper produrre convegni, tavole rotonde, dibattiti pubblici maper ascoltare chi non ha spazi di ascolto, che è fuori dal

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recinto classico dei nostri orizzonti, fuori dal perimetroecclesiale. La Cnal, Consulta Nazionale delle AggregazioniLaicali, propone tre laboratori per ascoltare: chi condivideun credo, dialogo ecumenico e interreligioso; chi fa del “benecomune” con il volontariato o il terzo settore; chi svolge unruolo educativo e culturale a vantaggio dei giovani e dellenuove generazioni.

Per il cammino sinodale dei Focolari in Italia si è scelto dirispondere a cinque domande. Ci si è interrogati, stimolati esi sono cercate le risposte in modo comunitario, in spirito dicomunione, unità, sinodalità: in fondo tre sinonimi. Non perprodurre documenti – come si legge nel documento preparatorio-, ma per «far germogliare sogni, suscitare profezie evisioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciareferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba disperanza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginariopositivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forzaalle mani …».

La questione più gettonata, il 58% dei gruppi, ha approfonditoil tema dell’ascolto e del dialogo. Molti gli ostacoli darimuovere tra cui: la superficialità nei rapporti, la troppaattenzione ai risultati e non alla persona che si ha difronte, la risposta sempre pronta, il non saper perdere leproprie idee, le chiusure mentali, l’integralismo,l’autoreferenzialità. Ostacoli riferiti da molti e, inparticolare dai giovani, in attesa di strade nuove fuori daisoliti schemi da confort zone. Così come nel dialogo è emersoche, all’interno delle comunità dei Focolari, si fa fatica adaccettare il conflitto, il confronto autentico per portare ilproprio contributo senza timore di incrinare il clima dicomunione. Ciò che in primo luogo favorisce l’ascolto e ildialogo è la cura delle relazioni, dedicare tempo ai rapporti,senza fretta. È un investimento nella “banca del tempo” che haricadute positive sull’intera comunità e nel territorio,genera nuova vita che nasce dall’amore reciproco e dal “fare

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insieme” anche con le nuove generazioni.

Un contributo tipico dei Focolari è nel desiderio di vivereinsieme come comunità le parole del Vangelo, con, non solo uncommento esegetico, ma con la comunicazione delle esperienzevissute: una vera novità. Raccontare cosa ha generato viverela Parola di vita in noi e attorno a noi. La parola vissuta ecomunicata, anche valorizzando gli “otri nuovi”, i Social,crea un inedito stile evangelico dove il rapporto tra ifratelli e le sorelle dei Focolari supera il confine trafamiglia naturale e comunità. Pietra miliare resta unaindicazione di Chiara Lubich sull’essenzialità di vivere letre comunioni nei gruppi: «Lasciarsi vivere dalla Parola,ricevere l’Eucarestia per essere sempre più Gesù, e comunicarecon il fratello perché cresca l’amore reciproco». Quantecomunità, iniziative sono nate da semplici atti d’amore, dalvoler mettere in pratica la Parola che diventa vita,associazioni, opere? Se è accaduto “lì e allora” perché nonpuò accadere anche “qui e ora”. Il Vangelo è lo stesso.

Si tratta di trovare spazi, luoghi, modi nella logica delle3P: piccoli passi possibili. Con l’individuazione di obiettivida perseguire nel discernimento comunitario e concreto nellecomunità abituandosi al dialogo, all’ascolto, allo scontro,alla comunione, finché arriva l’ispirazione dell’idea giusta,condivisa, praticabile, realizzabile. Obiettivi scelti conl’integrazione di tre criteri: interessi della comunitàlocale, esigenze della Chiesa nel territorio e le propostenazionali e internazionali dei Focolari.

L’autorità è il collettivo, una leadership dialogica e ledecisioni vanno prese insieme con corresponsabilità dal basso:un vero salto evolutivo dove occorre più disponibilità e unafrequente alternanza dei ruoli. Il contributo tipico deiFocolari è costruire ponti, gettare il cuore oltre l’ostacolo,favorire la comunione, valorizzare l’altro e il carismaaltrui, evidenziare il bene, metterlo in rete facendo dalievito nella pasta, mettendo in relazione persone, cristiani

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di altre chiese, credenti di altre religioni e personediversamente credenti. Il luogo è il vicinato, il quartiere,la piccola comunità che diventa locale e globale, particolaree universale. Abbiamo il “collante”, il Volto per eccellenza,il diviso da Dio e dagli uomini per portare unità dove non c’èe partire dalle criticità per trovare nuove piste e sosteneretutte le persone impegnate nei vari organismi ecclesiali,sociali, politici. Non era solo un sinodo, era unarifondazione. Per un nuovo inizio

di Gabriele Amenta

Discernimento e processodecisionale comune nellaChiesa – Corso onlinegratuitoIl presente progetto intercontinentale e interculturale sipropone di accompagnare la formazione formazione di oltre100.000 persone alla teologia e alla pratica della sinodalitàattraverso una serie di corsi online gratuiti per sosteneretutto il popolo di Dio —vescovi, sacerdoti, religiosi ereligiose, laici e laiche— che è stato chiamato a questoprocesso di rinnovamento ecclesiale.

Tutti i corsi sono completamente gratuiti e saranno offertionline in diverse lingue —spagnolo, inglese, portoghese,francese e italiano. Inoltre, parteciperanno relatoriprovenienti da tutti i continenti, che ci daranno una visioneglobale e interculturale della Chiesa.

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Il primo corso si terrà dal 4 al 25 luglio 2022. Nell’arco ditre settimane, verranno proposti diversi temi suldiscernimento comune e sui processi decisionali nella Chiesa.Vi invitiamo a registrarvi e a partecipare alla sfida diimmaginare e costruire la Chiesa del terzo millennio.

Iscrizione e informazioniWeb: https://bit.ly/registersynodPROGRAMMA

La comunità di Episcopio egli amici dall’UcrainaChi sono Andrea e Maria Rosaria? Vogliamo conoscere unarecente ‘pagina’ della loro storia? Sì, perché ascoltando iloro racconti si intuisce subito che le ‘pagine’ del loro‘diario di vita’ sono molte… e probabilmente una piùinteressante dell’altra.

Passiamo dunque la parola a loro: “A marzo il nostro vescovoci ha fatto una proposta: collaborare alla gestionedell’accoglienza di un gruppo di rifugiati ucraini. Abbiamorisposto affermativamente senza farci tante domande. In realtànon c’era nessuna chiarezza su come, chi e che cosa fare. Maper il ‘quando’… ne avevamo colto chiaramente l’urgenza. Daquel primo istante, abbiamo fatto l’esperienza che se qualcosaè nel cuore di Dio, alle difficoltà ci pensa Lui stesso.Capita infatti che si cominci con l’esperienza, tipicamenteevangelica, del dove due o tre (Mt 18,15-20), ma – continuanolanciandoci uno sguardo disarmante – ci si ritrovi molti dipiù! Quasi per contagio”.

E raccontano come, in poco tempo, siano arrivate moltedisponibilità dalle persone di Episcopio, dai parrocchiani di

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San Michele Arcangelo di Sarno, dal Movimento Parrocchiale diSant’Anastasia e di Casavatore. E come ogni impegno preso sisia trasformato in un vero caleidoscopio di realizzazioni econtributi.

Ci parlano della condivisione di tempo, denaro, forze, mezzi,arti, mestieri, ingegno, fantasia, cultura e concludono “…unavera maratona di amore.” Maratona: camminare, guardareavanti, insieme. Sembra retorico ma come dirlo in altri modi?

“Puntualmente” precisano, come chi sapeva che sarebbesuccesso, “pochi giorni dopo aver accolto il gruppo ci eravamogià trovati in difficoltà economica: la spesa, come pagarla? Ele bollette della struttura che li accoglie? Qui servecostruire una rete. Si fa sera, è tardi, ma riceviamo unachiamata del vicesindaco di Sarno che ci comunica che abbiamoa disposizione dei buoni da spendere in supermercati efarmacie del paese. Ci servono cinque accappatoi: un giro dimessaggi e ce ne consegnano il doppio. Nuovi. Ma anche idesideri che sembrerebbero di secondaria importanza ecertamente fuori dal budget di spesa vengono soddisfatti: unamico ci consegna di persona una cassetta di dolci avocado”.

Questo vivere il ‘dare to care’, prendersi cura, non siesaurisce in solidarietà o meritevoli iniziative a sensounico. Anzi. Produce altro, molto altro. Produce effetti divalore aggiunto: “Abbiamo iniziato a vederci tutti come unasola grande famiglia”. E dagli sguardi si comprende che èaccaduto realmente. “È interessante tra l’altro quanto ora inostri ospiti siano diventati parte della nostra vita e diquella delle nostre famiglie. E come per osmosi si sianoapprofonditi e rinsaldati legami e relazioni con le stessepersone che conosciamo da sempre in parrocchia o nelquartiere”.

Poi li invitiamo a raccontarci, sinceramente, come va ora, adistanza di qualche tempo …

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“Gli amici ucraini, ventisei in tutto, sono qui con noi da unpo’: circa tre mesi di fratellanza vera. A volte ci pare unavicenda incredibile soprattutto quando la loro gratitudine cifa rendere conto che per potenza e profondità questo mosaiconon può dipendere da noi. Non solo. Lo stesso ritorno diaffetto continua a stupirci. Di esempi ce ne sono molti. Peril compleanno di Andrea hanno preparato un video nel qualeciascuno di loro si è sforzato di esprimere in italiano unmessaggio di auguri e anche di prenderlo in giro per i suoisimpatici intercalari dialettali. Quando ero in quarantena misono ritrovata un gruppo di loro sotto casa con un mazzolinodi fiori”.

“È un fatto che emergono continuamente problemi di variogenere, siamo sinceri. Ma è altrettanto un fatto che appena cipare non resti che gettare la spugna il cielo sembraschiarirsi. Appena la stanchezza o la delusione ciattanagliano avvertiamo dentro un sostegno inaspettatonell’anima. Come quando Max, quattro anni, fece capire adAndrea che doveva prendere il telefono per tradurre quello chegli voleva dire. Max parlava e sul display appariva latraduzione: Tu sei la mia gioia!”

Ci raccontano poi che con il vescovo e con il sindaco ècresciuto con semplicità un solido rapporto di fiducia e diidentità di valori che si traducono in azioni reali dicollaborazione e di cittadinanza attiva nell’ambitodell’intera comunità.

Anche “Pietre vive”, il gruppo di giovani della parrocchia, siè attivato con nuovo entusiasmo per attività sportive, corsidi lingua ed uscite per alleggerire l’animo di questi amiciche le circostanze hanno posto in un disagio interiore enorme.

“Insomma – sottolineano – le nostre comunità hanno davvero‘alzato l’asticella‘ del cuore”.

“Tra i momenti che più hanno toccato l’anima di tutti ci sono

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i giorni delle festività pasquali: abbiamo infatti condivisocon gioia e sacralità le nostre diverse usanze. Abbiamopregato insieme durante la veglia del giovedì santo ed ilgruppo ucraino ha allestito il tryhver, l‘albero pasquale’ conle uova appese, per noi. Ci tenevamo che potessero tener fedealle tradizioni ortodosse e avessero a disposizione glioggetti per rappresentarle e gli ingredienti per i cibitipici. E che in questo modo la comune festa della Pasquapotesse diventare un’occasione di reciprocità. Bello scoprireche, guarda caso, in lingua ucraina la Pasqua viene chiamataVeliKden, il ‘Grande Giorno’.

‘Khrystos voskres!’: ‘Cristo è Risorto!’ Proprio vero”.

Intervista a cura di Andreina Altoè

X Incontro Mondiale delleFamiglieIl X Incontro Mondiale delle Famiglie, come annunciato con unvideo messaggio da Papa Francesco, si terrà in forma“multicentrica e diffusa” e avrà delle caratteristiche diverserispetto agli appuntamenti degli anni precedenti. L’evento,già rimandato di un anno a causa della pandemia di Covid-19,non può comunque prescindere dal mutato contesto globaledovuto alla situazione sanitaria.

A Roma ci sarà dunque l’appuntamento principale, a cuiinterverranno i delegati delle Conferenze episcopali di tuttoil mondo nonché i rappresentanti dei movimenti internazionaliimpegnati nella pastorale familiare. Ciascuna diocesi è allo

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stesso tempo invitata a organizzare eventi analoghi nelleproprie comunità locali.

https://www.romefamily2022.com/it/

Programma-completo-it

Il card. Zuppi ci fa sentirequanto la Chiesa è vicinaIl Movimento dei Focolari esprime al neopresidente della CEIsostegno nella vicinanza e nella cura di ogni persona e dellacomplessa realta italiana.

E con immensa gioia, gratitudine e riconoscenza per la suagrande passione per la Chiesa che il Movimento dei Focolari inItalia accoglie la notizia della nomina del card. Zuppi apresidente della CEI. Gratitudine e riconoscenza per come ciha accompagnato quando, vescovo del settore centro di Roma, ciha aperto la strada per quello che anni dopo sarebbe diventatoil Focolare Point – spazio di incontro testimonianza e dialogo– recentemente inaugurato; e per come ci ha sostenuti con ilVillaggio per la Terra in collaborazione con altreassociazioni attive nella salvaguardia dell’ambiente e attentealle sfide della citta. Sostegno e incoraggiamento continuatoin questi anni, da arcivescovo di Bologna.

Abbiamo toccato con mano la capacita di essere prossimo conogni persona, sempre accanto con la preghiera, presente nellesituazioni dove ci sono dolori da abbracciare, preoccupazionida sollevare, vicinanza da esprimere, costantemente indialogo.

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L’augurio che gli rivolgiamo in questa nuova chiamata alservizio della Chiesa e che si estenda a tutta l’Italia ilcalore del suo cuore fraterno che sa far sentire a ciascunoquanto la Chiesa e vicina, senza fare distinzione alcuna: uncuore capace di farti sentire amato da Dio.

Raccogliamo l’invito a continuare insieme il cammino sinodale,in cui con la Chiesa italiana e universale siamo impegnati, apartire dall’ascolto, anche quando “l’ascolto ferisce”. ComeFocolari desideriamo sostenerlo in questo impegno di vicinanzae di cura per le persone e per la realta italiana cosıcomplessa, per essere, insieme a tutta la comunita ecclesiale“madre vicina” e andare incontro ai “tanti compagni di stradadi questo viaggio”. Carissimo don Matteo, i nostri piu cariauguri!

CS_FocolariZuppi25.05.2022

Movimento dei Focolari eAzione Cattolica insieme perpromuovere e far generarefraternitàIl 13 maggio i gruppi di presidenza di Azione Cattolica eMovimento dei Focolari si sono incontrati per dialogare e darvita ad un cammino comune.

Un patto di collaborazione è stato stretto tra l’AzioneCattolica Italiana e il Movimento dei Focolari. Un’alleanzache, come ha sottolineato il presidente nazionale dell’AC,Giuseppe Notarstefano, unisce al valore fondativo di una

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collaborazione che si fa sempre più concreta l’importanza delriconoscimento dell’altro, dello stare insieme. Il terzoincontro tra la presidenza dell’Azione Cattolica Italiana equella del MdF si è svolto venerdì 13 maggio a Roma, nelCentro nazionale dell’AC di via Aurelia.

Ricordando le parolepronunciate dallafondatrice deiFocolari, ChiaraLubich, durante ibombardamenti di Trentonel corso della IIGuerra mondiale, “Tuttovince l’amore”, lapresidente delMovimento dei Focolari,Margaret Karram, ha

sottolineato il desiderio reciproco di un’alleanza che, conquesta certezza, riesca a concretizzare i progetti e i sognidelle due organizzazioni, per essere ancor più e insieme donoper la Chiesa.

Dopo due ore di preghiera, conoscenza, confronto e dialogo èstato deciso l’impegno ad avviare e consolidare progettilocali sui diversi territori tra MdF e AC, per partire daldialogo che nasce dalla vita, per ridare forza e slancioinsieme alle comunità locali e lavorare ad un percorso dicollaborazione sempre più concreto e intergenerazionale, chepromuova la gentilezza, la tenerezza, come modo di essere e distare insieme, come auspicato da papa Francesconell’enciclica Fratelli tutti. Tre i temi prescelti: 1) pattoeducativo globale; 2) economia civile, impegno politico edecologia integrale; 3) ecumenismo e dialogo interreligioso alivello formativo.

Il presidente Notarstefano ha espresso il desiderio di“abitare” insieme concretamente i diversi territori,

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assicurando presenza e passione nelle reti di dialogo econfronto esistenti nelle Chiese locali, incoraggiando eaccompagnando a vivere questa strada di concretezza, dipazienza e dedizione. È importante che, in questodisorientamento generale, si realizzino, dal basso, luoghi difraternità che, nella tempesta di quanto avviene intorno anoi, diventino barche a cui le persone possano aggrapparsi.

Si vuole testimoniareche stare insieme èpossibile, per“promuovere”, fargenerare, la fraternitàanche con un’iniziativasimbolica congiunta enazionale che valorizziquanti si impegnano percostruire un “noi” piùgrande nell’educazione,per l’ecologia

integrale, per “partecipare” insieme, anche in politica, ad uncammino generativo aperto ad altre realtà, che sia uninvestimento al servizio delle generazioni future, per lapromozione della persona.

L’impegno ad incontrarsi nelle diverse città, ha commentato lapresidente dei Focolari Karram, potrà far emergere le tante edifferenti azioni concrete che è possibile realizzare nelleChiese locali. A tal fine, è stato creato un gruppo di lavoro,che sarà coordinato da Michele Tridente (AC) e PatriziaBertoncello (MdF), per valutare le proposte emersenell’incontro di venerdì e pensare a possibili collaborazioniche vedano insieme le due organizzazioni, aperte ad altrerealtà, per un arricchimento dei diversi territori e dellecomunità locali.

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Roma: intrecci di arte eumanitàIl dono del pittore beneventano Giovenale Tresca per la nuovasede dei Focolari a Roma.

A Roma, sabato 7 maggio 2022 è nato FOCOLARE POINT, ortocentrodi traiettorie relazionali. Luogo di spazi, accoglienze,dialoghi e ripartenze. Luogo di azioni, incontri, intrecci diumanità. E non solo: luogo anche di condivisioni artistiche.Infatti, in occasione dell’inaugurazione, Giovenale Tresca,ginecologo e pittore di Benevento apprezzato da critica epubblico italiani e stranieri, ha consegnato al nascenteCentro di Rappresentanza del Focolare alcune sue opere interracotta e su tela particolarmente legate al contesto che leaccoglie. Le opere portano infatti titoli estremamentesignificativi come ‘EVENTO’ ‘INCONTRO’, ‘NASCITA’, ‘SOFFIODELLA VITA’, ‘PER COMPORRE IL TUTTO’ che coniugano la potenzadella parola con quella del sapiente segno manuale e artisticoimpresso nella materia.

Tresca da oltre trent’anni coniuga l’amore per l’arte al suolavoro di medico. Gli si riconosce genialità nell’esprimere i‘fattori umani’ di speranza, bellezza, spiritualità. Colore earmonie intendono trasformarsi in guarigione, arte che cura,che ‘prende cura’ dell’umano vivere. Che conduce l’anima moltooltre isolamenti e refrattarietà. Ecco perché ci pare che ildono di Tresca sia una sintonizzazione sulla stessa tonalitàdel nascente Focolare Point.

Egli stesso, in passato ha fatto osservare che medici edartisti hanno un unico protettore, San Luca. Entrambiriabilitano e riscattano l’uomo. Ed oggi il riscatto dell’uomo

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passa indubbiamente attraverso l’incontro, la prossimità,l’interesse per l’altro, il viaggiare ‘dentro’ l’altro, ilreciproco dono dei propri mondi e il costruire spazi perrealizzarlo. Anche qui a Roma, a Focolare Point.

Andreina Altoè

Le opere donate da Giovenale Tresca

Sguardo

Incontro

Nascita

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Per comporre il tutto

Impegno politico e camminosinodaleLa diocesi di Faenza–Modigliana, raccogliendo l’invito di PapaFrancesco, ha organizzato 90 tavoli di confronto sinodale: 70,affidati a parrocchie e movimenti, mentre una ventina sonostati i tavoli tematici, dagli anziani agli imprenditori,dagli insegnanti agli ammalati. Tra questi, c’era il tavolodell’impegno politico che mi e stato chiesto di moderare.

Oltre ad aver solleticato il mio orgoglio, questo invito mi hafatto pensare a quanto, grazie al Carisma dell’Unità, avreipotuto contribuire costruendo un dialogo aperto e rispettoso,cosa che in politica non e scontata. Poi pero ho dovuto fare iconti con i miei impegni professionali e personali, chequest’anno non mi permettono di assumere altri incarichi, e amalincuore ho dovuto declinare la proposta. Mi sembrava disprecare un’occasione . . . .

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La gioia quindi e stata grande quando l’equipe diocesana mi hachiesto se avevo un’altra persona da consigliare, ed ho potutoproporre un amico, anche lui appartenente al Movimento deiFocolari, di un paese vicino al mio, che e stato anch’essoassessore per due legislature. Daniele ha accettato, e cosı einiziata la sua avventura con tre sere di formazione per imoderatori e segretari curata dall’equipe diocesana, la sceltadi un segretario per il gruppo ed infine l’individuazionedelle persone da invitare. Lui pero mi ha sempre aggiornata ecoinvolta, e posso dire che abbiamo portato avanti tuttoinsieme, come diciamo noi, in unità.

Da parte mia ho contribuito nell’invitare le persone,riscoprendo tantissime relazioni che negli anni di impegnopolitico avevo costruito, a prescindere dalle sensibilitapolitiche. Durante gli inviti sono nate le prime difficolta,mi e capitato infatti di ricevere la richiesta da parte di uninvitato, di non invitare un’altra persona. E stato importanteper me confrontarmi sempre con Daniele ed altri amici.

Sentivo infatti che quella richiesta non veniva da uncapriccio o un desiderio di vendicarsi, ma dal fatto che avolte la politica, in nome di un fine magari giusto, o in nomedi vincere un’elezione, passa sopra alle persone, creandoferite difficili da rimarginare. Ho chiesto, insieme aglialtri, di avere un surplus d’amore per essere in grado diaccogliere quel dolore, senza pero modificare la lista deinostri invitati. Anzi, forse noi potevamo proprio essere unluogo terzo dove trovare spazio per una riconciliazione, pursapendo di esporci a situazioni complicate.

E finalmente a marzo ci siamo incontrati per tre serate dilavoro con i desideri, le difficolta ed il bel futuro che vedonel testimoniare Cristo insieme ai fratelli.Per me e stata un’esperienza molto forte, che mi ha fattocapire quanto la fraternita universale sia attualissima per laChiesa e per il mondo.

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Forte dell’esperienza che facciamo come Movimento deiFocolari, nel renderci conto che siamo pochi e miseri ma, seci buttiamo fuori con coraggio, lavorando con le altreassociazioni fino quasi a scomparire, viviamo per una Chiesacapace di uscire dalla logica del contarsi o piantare labandierina sulle attivita o sui luoghi, ma piuttosto per unaChiesa disposta a valorizzare quanto l’uomo di buono gia stafacendo, e semmai capace di portare un’anima in tutte questeiniziative.

In queste serate mi e rimbalzata nella mente “L’attrattiva deltempo moderno” (una meditazione di Chiara Lubich): “Perdersinella folla, per informarla del divino, come s’inzuppa unfrusto di pane nel vino . . .” e nel fare questo sentivo lagioia di un Carisma ancora attualissimo che ciascuno di noipuò portare dappertutto.

Un’ultima parola vorrei dirla rispetto all’organizzazioneconcreta delle tre serate. Proprio perche io ero una sempliceinvitata, senza il pensiero di condurre la serata, mi sonopotuta concentrare sull’accoglienza degli invitati, chesalutavo personalmente, poi presentavo Daniele agli altri eviceversa.. Per me e stata una lezione sentire che pur nonpartecipando all’organizzazione dell’incontro, che Danielepreparava con la sua segretaria, la collaborazione era piena,anzi rafforzata dal fatto che avendo due ruoli diversisentivamo che lo spirito del Carisma raggiungeva davverociascuno.

Ho pensato quante volte fare le cose insieme ha significatoper me fare le medesime cose, che andavano sempre viste inunita, ma forse l’unita non e tanto sulle cose da fare, ma unmodo di essere, un modo di accogliere l’altro, con la certezzache non sono solo io a farlo, siamo in due, anzi e Gesu inMezzo a noi che agisce, che accoglie.

Maria Chiara

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Pasqua con gli ucrainiortodossiÈ tardi e sono anche stanco. Ciò nonostante, vorreiraccogliere alcuni sentimenti nati in questa giornata. Oggi inostri amici ortodossi hanno celebrato la Pasqua. Ho volutorappresentare la comunità parrocchiale, rendendomi presentenella sala dove la comunità ucraina la celebrava, guidata dalloro sacerdote Padre Vasil.

Ho contribuito alla celebrazione di questa Pasqua speciale,aiutandoli a cercare una sala e confrontandomi con il Vescovoe il Vicario generale. È stato un percorso non del tuttofacile, ma che ha approfondito i rapporti di amicizia conPadre Vasil e anche con la comunità ucraina presente nellacittà. Posso dire che è avvenuto un avvicinamento fraterno,tale che la comunità stessa mi ha riconosciuto parte di loro,mi ha accolto come amico e come sacerdote.

Avevamo pensato, con alcune persone della comunità, direnderci presenti in questo momento di gioia, sapendo che sitrattava di una Pasqua particolare nella storia dell’Ucraina.Pur esultando per la Pasqua di Gesù Risorto, si leggeva negliocchi e nelle espressioni esterne, che la gioia era frammistaal dolore per l’invasione subita e i cari persi in questaterribile guerra. Sentivamo tuttavia, che la Pasqua è un segnodi speranza e volevamo essere presenti e aiutarli a viverlabene.

Quando insieme ad Elisabetta, a Luisa e a Lina, sono entratonella sala della celebrazione, vi assicuro che ho provatoun’emozione profonda. Non sentivo la divisione tra noicattolici e gli ortodossi, ma sentivo che eravamo una sola

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grande famiglia che esprimeva la preghiera in modo diverso, mabello. La diversità del culto, dei colori, dei canti non è unostacolo, non è un muro ma è un valore aggiunto. Questosentivo nel mio cuore.

Padre Vasil mi abbracciava e diceva delle cose belle sul mioconto e io sentivo crescere dentro di me le parole di Gesù ela sua invocazione rivolta al Padre: “Padre che siano una cosasola, come io e te”. In quel momento, sentivo che l’unità erala cosa più grande e più bella che potevamo sperimentare.

E poi come descrivere quei colori, quei visi e tutta labellezza e l’armonia di quella celebrazione? Era qualcosa chepenetrava l’anima e restava dentro. Si avvertiva la presenzadi Gesù che trasmetteva una grande pace. Una pace che non miha lasciato più, per tutta la giornata. Alla fine di questogiorno devo dire che il mio cuore si è allargato, sono piùricco, ho nuovi fratelli, una famiglia più grande: questo èquello che mi resta.

Don Peppino GambardellaPomigliano D’Arco

Insieme per l’Europa 2022.Rivedi lo streaming del 8maggioRIVEDI LO STREAMING

“La pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata senzainiziative creative all’altezza dei pericoli che ci

minacciano”. (dalla Dichiarazione Schuman)

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Domenica 8 maggio 2022 – Videoconferenza* ore 18,30

Educazione: unica chance per la pace“E’ tempo di sottoscrivere un patto educativo globale per econ le giovani generazioni, cheimpegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università,le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera,nel formare persone mature” (Papa Francesco)

Programma➢ Saluto del dott. Fabrizio Spada – Ufficio di Roma del

Parlamento Europeo➢ Global compact on education: fondamenti, sviluppi,

prospettive – Prof.ssa Carina Rossa, Ricercatrice presso laScuola di Alta Formazione EIS (Educare all’incontro ed alla

Solidarietà) dell’Università LUMSA di Roma e membro delComitato promotore del Patto Educativo Globale.

➢ Educarsi ed educare: ragazzi, giovani, educatori raccontanopercorsi di formazione verso identità libere, solidali, capaci

di rinnovarsi e di amare.➢ Preghiera ecumenica per la pace e per l’Europa, condotta dalfrancescano Egidio Canil, il Pastore della Comunità tedescaluterana a Roma, Michael Jonas il Presbitero greco-ortodosso

Vladimir Laiba, Emanuela Fioravanti dellaComunità Vittoria di Dio del Rinnovamento carismatico

cattolico.

L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio della Rappresentanza inItalia della Commissione Europea.

Insieme per l’Europa – Italia

[email protected] – www.together4europe.orgLink per seguirel’evento: //www.youtube.com/FocolariRoma/live

In Italia il programma è incentrato sull’Educazione definita“unica chance”. Verrà rilanciato il Patto educativo globaleproposto dal Papa nel 2019 e richiamato nel messaggio per la

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pace di quest’anno: «un patto che promuova l’educazioneall’ecologia integrale, secondo un modello culturale di pace,di sviluppo e di sostenibilità, incentrato sulla fraternità”,un patto che “abbatte le barriere e costruisce ponti”. Nonmancherà la presentazione di iniziative presentate da ragazzi,giovani ed educatori, in atto da anni ad opera dei diversiMovimenti e Associazioni: da “Tuttopace” nelle scuole diTrento e il progetto educativo Raggio di Sole, in Croazia(Movimento dei Focolari); all’accoglienza dei profughi con lacondivisione di tradizioni culinarie, religiose e culturali(Comunità Papa Giovanni XXIII); dall’impegno di giovanipentecostali siciliani nelle scuole per superare dipendenze,bullismo, testimoniando rispetto coraggio e non violenza(Associazione “I am Rev”); alla testimonianza di una giovanesulla ricchezza di rapporti intergenerazionali (Comunità di s.Egidio); e ancora agli impegni di una squadriglia Scout; agliAmbasciatori dell’Unione Europea (Fondazione AntonioMegalizzi);alla crescita reciproca fra operatori ed ergastolani di uncarcere fiorentino; al dialogo tra diversità e riconciliazionein situazioni di conflitto, espressione dei principi di“Insieme per l’Europa”.

Scarica la locandina

Dal sito www.together4europe.org

“In questo tragico momento noi cristiani siamo interpellati inprima persona a curare la pace e a testimoniare che ladiversità riconciliata è possibile”. Così Ilona Toth,ungherese, membro del Comitato europeo di Insieme perl’Europa, rete di quasi 300 movimenti e associazioni cristianedi varie Chiese di molti Paesi europei, impegnata da più di 20anni a contribuire alla costruzione di un’Europa che,dall’Atlantico agli Urali, sia messaggio di pace, ponte fra ipopoli (www.together4europe.org).In quest’anno dichiarato dall’Unione Europea “Anno europeo deigiovani”, saranno proprio i giovani a far sentire la loro

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voce. Tra le tante manifestazioni che si svolgeranno in tuttoil nostro Continente, “Insieme per l’Europa” promuove nei variPaesi eventi non puramente celebrativi, ma intessuti di fatti,di buone pratiche e preghiera per la pace sulla base di testielaborati in Ucraina, Irlanda, Repubblica Ceca, Croazia,Romania e Slovenia.

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In punta di piediAccompagnando dei separati

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di Fiorella e Giovanni Gravina

Fonte: Ekklesıa n.14 (2022/1)

In punta di piedi

«La separazione e come una bomba che esplode in una casa:sconvolge tutto; cio che per anni hai costruito consacrificio, pazienza e amore, crolla tutto insieme; tutto esfasciato, nulla rimane al proprio posto, non sai piu da cheparte incominciare». (1) A descrivere cosı l’esperienza dellaseparazione e una persona separata. Il suo dolore, e quello ditanti altri, ci ha coinvolti profondamente e ci ha portati aintraprendere un percorso di accompagnamento di chi vive sullapropria pelle questa realta.

Gli inizi di un percorso

Un giorno di quasi nove anni fa abbiamo cenato insieme a unanostra amica separata. Durante la cena, ci ha aperto il cuoreparlandoci del dolore di aver fallito il suo progetto difamiglia e del senso di colpa per non essere riuscita asalvare il suo matrimonio. Il marito aveva ormai un’altrarelazione stabile e lei non si rassegnava a credere che non cifosse piu nulla da fare.

Siamo rimasti con lei fino a tarda sera, ascoltandola econsolandola. Il giorno seguente era domenica e alla Messatutti e due, ognuno per proprio conto, abbiamo pregato perl’amica e davanti a Gesu Eucaristia abbiamo sentito ildesiderio di svolgere in qualche modo un servizio per iseparati. Alcuni mesi dopo aver condiviso questa nostradisponibilita, ci e stato proposto un corso di formazioneorganizzato dalla diocesi di Roma. E cosı che abbiamoiniziato.

Un grande aiuto e stato per noi conoscere il padre gesuitaPaolo Bachelet che, ormai ultraottantenne, era tra i fondatorie il principale animatore a Roma del Movimento famiglie

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separate cristiane. Nei nostri incontri regolari, lui cisosteneva e ci consigliava facendoci partecipi delle sueriflessioni. Padre Bachelet ci ha aiutati a capire che lanostra poteva essere un’accoglienza totale, di grande aperturaverso tutti i separati, anche quelli che avevano intrapresonuove unioni o nuove relazioni. Da lui abbiamo imparato aconsiderare ogni persona come fosse l’unica al mondo,destinata ad essere amata in un modo personalissimo.

L’inadeguatezza…

Per fortuna ci e stata compagna sin dall’inizio laconsapevolezza di essere inesperti e inadeguati a trattare lapiaga della separazione. Non dimenticheremo mai il primoincontro, nella nostra casa, con un gruppetto di personeseparate, conosciute solo attraverso un primo contattotelefonico. Prima ancora di iniziare, una di loro ci hachiesto a bruciapelo: «Ma voi come pensate di poterci capire eaccompagnare se non avete mai vissuto la condizione deiseparati?».

Era una domanda piu che legittima: la realta della separazionee molto complessa da capire. Noi abbiamo risposto che eravamolı per amare, accogliere e ascoltare senza giudicare, colforte desiderio di stare accanto a loro in punta di piedi, didare una mano come potevamo, di fare famiglia; e in nome diquesto amore abbiamo proposto loro di fare un tratto di stradainsieme.

Ricordiamo il silenzio che ne e seguito, quasi di sorpresa. Daquel momento e cresciuto un rapporto di fiducia reciproca cheha permesso a loro di aprirsi e a noi di cogliere ecomprendere molti aspetti di questa realta, sviluppando con iltempo una maggiore sensibilita e capacita di accoglienza versoqueste situazioni.

… e l’abbraccio a Gesu che grida

Quando abbiamo iniziato questo percorso, c’era in noi il

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desiderio di aiutare questi fratelli, di non lasciarli soli.Nel tempo si sono stabiliti parecchi rapporti profondi eabbiamo vissuto con loro tanti momenti di famiglia, momentianche forti. Molto e quanto abbiamo ricevuto da questaesperienza, sia umanamente che spiritualmente.

Se dovessimo indicare uno dei doni piu sorprendenti, forseperche non pensavamo ci potesse arrivare da quel contesto,diremmo che e stato comprendere il valore profondo e la realtamistica del sacramento del matrimonio. Vedere la testimonianzadi fedelta di alcuni di loro a questo patto con Dio, costatarequanto sia vero che gli sposi «sono una sola carne» e fortequando e testimoniato da una carne straziata dallaseparazione.

Allo stesso tempo, e sempre di piu, abbiamo capito quanto siapresente in questa realta dolorosa il volto di Gesu che sullacroce grida l’abbandono. In molte situazioni, infatti, difronte ad una famiglia spaccata, ci si rende conto che si puosolo abbracciare lui in croce, che rimane inchiodato lı… finoalla morte. A volte abbiamo visto Gesu abbandonato in coluiche non risponde, non riesce a farlo nonostante il nostroamore. Noi non possiamo farlo scendere dalla croce, pos- siamosolo star lı, come Maria, portare il suo silenzio, il suoamore.

Affidamento alla misericordia e concretezza

In questo rapporto con i separati e davanti alle lorodifficolta spesso la sensazione e di fare un tuffo nel vuoto,costretti ad un continuo esercizio di affidamento allamisericordia di Dio. In tanti momenti abbiamo sperimentato unsenso di impotenza di fronte a situazioni che non possonocambiare o ai grossi problemi che spesso investono i figli diseparati.

In queste situazioni pesanti, anche emergenziali, sarebbenecessario poter contare su una rete di specialisti con una

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specifica vocazione di “donazione” verso questa realta.Parliamo di “donazione” perche il piu delle volte le personeaccompagnate non hanno la possibilita di pagare avvocati,psicologi, ecc… Dandoci da fare, per amore loro e con l’aiutodi Dio, piano piano abbiamo trovato degli aiuti: unapsicologa, un avvocato, un sacerdote, ecc.

Spesso si prova anche un senso di solitudine: si vorrebbe chealtri condividessero con noi la portata emotiva e il caricooggettivo della costruzione di rapporti personali che non sipossono curare tramite WhatsApp, ma richiedono essenzialmentel’incontro, la condivisione, l’impegno a lunghi ed improvvisicolloqui, come pure ad aiuti concreti di vario genere. Ilsentirci fratelli con loro, dopo i profondi momenti dicondivisione vissuti, crediamo sia il sostegno che Dio ci daper continuare

Accompagnare:non dare soluzionima camminare accanto

Ad un recente incontro con separati di varie citta, una coppiache collaborava per la prima volta ci ha confessato: «Nonimmaginavamo una sofferenza tanto profonda nella vita deiseparati con ferite cosı vive dopo magari dieci anni o ancheoltre dalla separazione». Al termine dell’incontro questastessa coppia ci ha espresso con parole che noi non avremmosaputo trovare il cuore piu intimo e profondo di quella che el’esperienza di accompagnamento.

«L’accompagnatore e simile a chi, giunto sul limitare di unaterra sacra, resa tale dal dolore e dalla sofferenza delprossimo, sente la spinta interiore a fermarsi e togliersi icalzari. Egli e simile a un fondale di una scena ove ilprossimo (separato) e l’attore protagonista, cio non di menocon la sua presenza discreta crea casa, crea famiglia, creaquel silenzio pieno di partecipazione che attira comunioned’anima e confidenza. L’accompagnatore non offre soluzioni,piuttosto cammina a fianco a chi e nel dolore, perche eglistesso possa percepire dentro di se cio che lo Spirito Santo

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gli sussurra. La forte presenza del volto di Gesu Abbandonatonei partecipanti ha reso l’incontro straordinariamente intensoe profondo. Abbiamo sperimentato l’apporto prezioso che iseparati danno alla vita della Chiesa col loro vissuto».

1 Cit. in P. Bachelet s.j., Da lacrime a perle. Un convegno diconiugi separati, in «Unita e Carismi», n. 2, marzo-aprile2006.

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Amoris laetitia, e poi?Maria do Sameiro Freitas

A cinque anni dalla pubblicazionedell’esortazione apostolicapostsinodale Amoris laetitia, papaFrancesco ha voluto indire un annoper rimettere al centro della vitadella Chiesa l’identità e lamissione della famiglia. Un annoche culminerà nel X Incontromondiale delle famiglie, un eventomondiale e locale insieme, daltitolo L’amore familiare:vocazione e via di santità.

Il presente numero di Ekklesía dedica speciale attenzione aquesto tema di così grande attualità, cercando di coglierel’impatto che l’esortazione continua ad avere sulla vita dellefamiglie e della Chiesa: Amoris laetitia, e poi?

A colloquio con la sottosegretaria del Dicastero laicifamiglia vita, Gabriella Gambino, entriamo nella genesi

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e nella preparazione dell’Incontro mondiale, che siterrà dal 22 al 26 giugno 2022.L’anno della famiglia è anche un’occasione per rileggerel’Amoris laetitia alla luce di una ricomprensione dellateologia morale (Christian Hennecke, coordinatoredell’ufficio di pastorale di una diocesi in Germania) eper ricavarne impulsi innovatori per l’insieme dellacristianità, evidenziati da Jens-Martin Kruse, pastoredella Chiesa luterana.Si offrono riflessioni esperienziali su alcune dellesfide indicate dall’esortazione apostolica:l’accompagnamento delle giovani coppie (Costruire ilnoi) e l’essere a fianco di persone separate e spessoanche in seconda unione (In punta di piedi)Si presenta l’esperienza del centro internazionale diFamiglie Nuove del Movimento dei Focolari, in dialogocon i responsabili internazionali, Maria e GianniSalerno. Un centro che, con un’equipe internazionale dicoppie, lavora in rete con le varie regioni del mondo,offrendo aiuto e supporto a molteplici attivitànell’ambito della famiglia.Non mancano le buone pratiche: dalla nascita diConsultori di famiglie per famiglie in America Latinaalle sinergie creative della diocesi di Fermo nel campodella pastorale familiare, all’esperienza di unaparrocchia in Brasile dove l’accoglienza si dimostravincente anche per l’avvicinamento alla Chiesa.Suggestiva l’intervista al Angelo De Donatis, vicariogenerale del papa per la diocesi di Roma, sul camminodella diocesi in questi ultimi anni, nell’ascolto delgrido della città.Padre Fabio Ciardi omi ci fa scoprire la santitàquotidiana e altamente feconda di alcune coppiecristiane mentre padre Roberto Cabello Canalejo fsf, cidà il cuore della vocazione dell’Istituto dei Fratellidella Sacra Famiglia: essere famiglia.Una riflessione di Aldo Giordano, rappresentante della

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Santa sede presso l’Unione Europea recentementedeceduto, ci apre su un nuovo volto della Chiesa, quellache si rinnova continuamente per la presenza del Risortograzie all’amore reciproco.

Una comunità oggi: qualidiritti e quali doveri?I vescovi del Mediterraneo si sono interrogati a Firenze sulruolo delle comunità dei credenti nella vita odierna dellacittà. Le indicazioni del prof. Possieri e del rettore diSophia, prof. Argiolas.

Il tema dei diritti e dei doveri delle comunità di ispirazionereligiosa presenti nella città è stato al centro dellariflessione dei vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenzedal 23 al 27 febbraio scorsi. Istruttive le indicazioniemerse.

Incominciamo dai diritti. Il primo dei quali, per AndreaPossieri, docente di Storia contemporanea all’Università diPerugia, è «il diritto alla fraternità e all’amiciziasociale». Spiega: «Viviamo in un mondo interconnesso einterdipendente, che, da un lato, favorisce sia l’incontrodigitale-globale tra le persone, che i flussi migratori inogni latitudine, e, dall’altro, però facilita la nascita digruppi umani ristretti, culturalmente selezionati, che non siaprono all’esterno e che portano alla creazione di circuitisociali chiusi e autoreferenziali: religiosi, culturali,etnici». E aggiunge: «La pandemia ha aumentato la divisione

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sociale anche all’interno delle comunità religiose».

Il secondo diritto è quello alla libertà religiosa. «Dirittofondamentale – spiega il docente – perché legato ancheall’esercizio della cittadinanza attiva nel Paese in cui sivive». Tale diritto è leso in un terzo dei Paesi della Terra ene sono privati 646 milioni di cristiani. Terzo è il dirittoalla pace. Possieri denuncia la «strumentalizzazione dellereligioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismoe al fanatismo cieco». Le comunità religiose, pertanto, sono«chiamate a sviluppare processi di pace». Il professoreevidenzia tre percorsi: «ricostruire il dialogo tra legenerazioni»; «favorire l’educazione come fattore di libertà,responsabilità e sviluppo»; «promuovere il lavoro per la pienarealizzazione della dignità umana».

E veniamo ai doveri delle comunità dei credenti. Davanti allepovertà, il prof. Giuseppe Argiolas, rettore di Sophia,indicail dovere di toccare. «“Toccare” significa compromettersi, nonsolo “pensare”, ma “sentire” per essere capaci di “agire” per“sollevare”». E precisa: «Il Papa ci ricorda che “sapere”qualcosa è condizione necessaria ma non sufficiente per agire.Sapere e non fare equivale a non sapere affatto». Dunque,«“Toccare” le varie forme di povertà materiale, relazionale,esistenziale, culturale, per affrontarle. Siamo chiamati adattivare la solidarietà e la comunione».

Camminare insieme è il secondo dovere di una comunitàreligiosa. «La relazione è essenziale al perseguimento di unobiettivo comune», afferma il rettore di Sophia, che citaAristotele: «Due che marciano insieme hanno una capacitàmaggiore sia di pensare sia di agire». Commenta: «Nel marciareinsieme nasce e cresce un’intelligenza capace di andareincontro alle specifiche esigenze della propria città,praticando la solidarietà».

Ma come garantire il “cammino comune”?, si chiede il rettore.Le comunità religiose sono chiamate a basarsi su un patto. E

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«il primo contenuto del patto è la fraternità», facendoriferimento al Documento sulla fratellanza umana firmato dalPapa e dal Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi, che precisalo scopo del patto: «Cooperare tra di noi e vivere comefratelli che si amano». Un patto e un processo che hannobisogno di solidità e che Argiolas fonda su «un pattoeducativo globale, che metta al centro la fratellanza umana efaccia del dialogo tra tutti il metodo per avanzare». In mododa «offrire alle nuove generazioni una “educazionepermanente”, urgenza del presente per “sognare” il futuro “coni piedi per terra”».

Su tali diritti e doveri è maturata la riflessione deivescovi, cui si è aggiunto a Firenze l’approfondimento deisindaci delle città del Mediterraneo, convenuti nel capoluogotoscano. Le conclusioni di entrambi hanno generato la Carta diFirenze per un inedito e forte impegno comune.

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Come suona tutto questo, quali stimoli riceviamo permigliorare anche tutte le nostre comunità del Movimento deiFocolari?

Manifestazione a Genova perla paceA Genova si è svolta la manifestazione “fari della pace”,organizzata da Pax Christi, dalla diocesi di Savona, dallarete Genova aperta alla pace, dal Tavolo Giustizia eSolidarietà della diocesi di Genova coordinato dalla Caritas,in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i problemisociali e il lavoro della CEI, già prima del conflitto in

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Ucraina. Presenti i due Vescovi di Genova e Savona, Mons.Marco Tasca e Mons. Calogero Marino.

Hanno aderito molte associazioni tra le quali AssociazioneComunità Papa Giovanni XXIII, The Weapon Watch, Comunità diSan Benedetto al Porto, ACLI Liguria, Agesci Liguria, EconomiaDisarmata (Movimento dei Focolari Italia), Centro Banchi etante altre.

Consegnato a palazzo San Giorgio un documento in cui si chiededi applicare la legge che non consente il transito diarmamenti di cui si possa presumere l’impiego in conflitti cheviolino i diritti umani, per crimini di guerra e genocidi”.

Leggi tutto l’articolo sul sito di Città Nuova

Fari di pace: Genova, 2aprile, marcia per la pace econtro le armiL’appuntamento della marcia è per il 2 aprile 2022 alle ore15.00, Piazza San Lorenzo. Essa è promossa da Pax ChristiItalia con un largo fronte di associazioni ecclesiali e laiche(in calce), in collaborazione con l’Arcidiocesi di Genova e laDiocesi di Savona-Noli.

PROGRAMMA

Intervento dei Vescovi di Genova e Savona monss. MarcoTasca e Calogero MarinoConsegna e firma della bandiera della Pace

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Testimonianza del Collettivo Autonomo LavoratoriPortualiInterventi di Pax Christi, Weapon Watch, EconomiaDisarmataCorteo fino al Porto Antico con le bandiere della paceConsegna delle richieste all’Autorità Portuale:trasparenza sui carichi e divieto di transito alle “navidella morte”

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Leggi sul sito della Liguria

Alle ore 11 si terrà una riflessione sulla conversioneecologica integrale a cura di Città Nuova – Genova, CappellaGrimaldi – Santa Maria di Castello.

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L’APPELLO

Appello a tutte le persone che vogliono davvero la pace.

Troviamoci in Piazza San Lorenzo a Genova sabato 2 aprile alle15.00. Getteremo “fari di pace” sul traffico di armi in cuisiamo coinvolti, che nutre e prepara le guerre attorno a noi,sempre più vicine. Consegneremo richieste forti all’AutoritàPortuale di Genova. C’è qualcosa di concreto che possiamo fareper fermare le prossime guerre, senza arrivare sempre “dopo”,quando è facile dirsi tutti “pacifisti” e sembra che lasolidarietà sia l’unica risposta che possiamo offrire.Partiremo da Genova chiedendo a tutte le città portuali delnostro Paese di replicare la mobilitazione accendendo “fari dipace”. Basta armi che transitano dai nostri porti. Nessunaguerra non può alimentarsi della nostra complicità oindifferenza.

COME ARRIVIAMO QUI

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Tre anni fa i camalli del CALP e della Compagnia Unicabloccavano armamenti destinati all’Arabia Saudita mapresentati come “attrezzature civili”, diventando così essistessi “fari di pace” che rompono le tenebre di commerciillegali di cui non vogliono essere complici.

Un anno fa i portuali di Ravenna e di Livorno hanno dichiaratosciopero contro i container di esplosivi destinati a Israele,mentre Gaza veniva bombardata.

Pochi giorni fa i lavoratori dell’aeroporto di Pisa si sonorifiutati di lavorare al carico di “aiuti umanitari” destinatiall’Ucraina sotto cui si celavano armi e munizioni.

Ucraina, Libia, Siria, Afghanistan, Israele… non vi è statograve conflitto armato recente in cui non vi sia stato ilcoinvolgimento o il sostegno del governo italiano o di aziendeoperanti in Italia. E così nelle repressioni delle protestepopolari da parte di regimi autoritari in Egitto, inKazakistan, in Myanmar, e perfino nella continua mattanza dicivili in Messico.

Da decenni, in nessun conflitto armato vi è stato unvincitore, vi sono stati invece innumerevoli vittime econseguenti ininterrotti flussi di migranti disperati, a cuil’Italia e l’Europa hanno risposto con la chiusura dellefrontiere.

DAVVERO LA GUERRA INIZIA QUI?

Armi da montare. Carri armati. Sistemi di puntamento.Proiettili. Sono solo alcuni dei carichi che transitanoabitualmente dal porto di Genova – destinati a paesi inconflitto, a maciullare uomini, donne e bambini – e che neglianni i portuali attivi nel CALP hanno visto con i loro occhi.Molto di più è quello che non viene dichiarato, in violazionedelle leggi, che non viene più caricato/scaricato per evitarescioperi e proteste, ma transita ugualmente.

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Il fiorente mercato della guerra inizia e passa anche qui daGenova, dove oggi siamo tutti in apprensione e disponibili adaccogliere i profughi ucraini, sentendoci emotivamente scossida una guerra sul suolo europeo. Ma è l’ennesima ondata diprofughi da tutto il mondo che in questi anni ci hannochiamati in causa.

La guerra la prepariamo sempre noi: le nostre aziende chefanno ricerca e sviluppo di sistemi militari, le nostre bancheche consentono le transazioni e il commercio di armi, unamancata nostra transizione ecologica che ci renda indipendentida fonti energetiche estere e relativi regimi. Chiediamo conforza che l’Autorità Portuale di Genova nel rispetto dellalegge 185/90 chieda la rivelazione del carico alle navi chetransitano da Genova, e rifiuti l’ingresso in porto alle navidella morte. Le guerre in tutto il mondo non siano portateavanti grazie a noi, al nostro sistema produttivo-logistico, oanche solo al nostro silenzio indifferente o ignorante.

MA TUTTO QUESTO E’ LEGALE?

In questi anni tante forze civili non hanno cessato di portarein piazza e in politica lo slogan «Porti aperti ai migranti echiusi ai traffici di armi». Di chiedere realmente un’altraumanità possibile. Tuttavia la politica – tanto in Italiaquanto nei paesi dell’alleanza atlantica in cui l’Italia sitrova inserita – non ha saputo né voluto dare risposta e lacorsa agli armamenti è continuata. Ora la guerra si staavvicinando sempre più, e cala la paura anche su chi sicredeva al sicuro.

La legge “185/90”, che regola l’export militare, esiste da 30anni: prevede che le aziende produttrici di armamenti chiedanoal governo le autorizzazioni ad esportare e vieta di fornirearmi a Paesi in conflitto armato o che violano i dirittiumani, in contrasto con l’articolo 11 della Costituzione incui si afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumentodi offesa alla libertà degli altri popoli. Questa legge

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continua ad essere disattesa. Nel 2020 l’Italia è salita al 7°posto tra i paesi esportatori di armi. Destinatari delle armiitaliane sono soprattutto i paesi del Nordafrica e del Golfopersico, monarchie assolute e regimi illiberali che nongarantiscono libertà di opinione e diritti umani.

In nome della libertà di mercato, l’industria delle armi nonvuole limitazioni o controlli, tanto meno che siano divulgateinformazione sui suoi affari. Nel nostro porto transitano navia cui non viene chiesto cosa trasportino, e si viene a saperesolo grazie a coraggiosi lavoratori che sono spesso cariche diarmi dirette a paesi in guerra. A maggio 2019, grazie allamobilitazione della rete Genova Aperta alla Pace, a Genova ilConsiglio comunale e il Consiglio regionale hanno approvatoall’unanimità la “mozione di Assisi” per chiedere alParlamento e al Governo di vietare vendita e transito di armidestinate al conflitto in Yemen. Un impegno comune èpossibile, è necessario.

E se vogliamo la pace, è ora di dire basta. La legge varispettata. La guerra va fermata dove nasce, dove diventabusiness: nei luoghi della produzione e della distribuzione diarmi.

PROMUOVONO:

Pax Christi Italia

C.A.L.P.

Tavolo Giustizia e Solidarietà coordinato da Caritas Genova

Ora in silenzio contro la guerra

The Weapon Watch

AGESCI Liguria

ARCI Genova

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ACLI Liguria

CVX – Genova

Centro Banchi

La Piuma Onlus

Comunità San Benedetto al porto

Libera Liguria

Genova Aperta alla Pace

ANPI Genova

Federazione Italiana Associazioni Partigiani Emergency Genova

Economia disarmata

Redazione Contropiano

Le veglie contro le morti in mare Associazione Papa GiovanniXXIII

Genova Che osa

Società missioni africane

Soci e socie di Banca Etica (Genova e La Spezia) CentroItaliano Femminile

Circolo Nuova Ecologia Genova

Unione democratica arabo palestinese

Music for Peace

Legambiente

CONTATTI e Adesioni

[email protected]

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Corso animatori Laudato Si’:scadenza iscrizioni 3 aprile“Unisciti a noi nell’azione per prenderci cura della nostra casacomune. Diventa un Animatore Laudato Si’ ed ispira e mobilita la tuacomunità per prendersi cura della nostra casa comune e realizzare lagiustizia climatica ed ecologica. Le iscrizioni per il prossimo corso

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sono aperte: consulta il programma ed iscriviti entro il 3 aprile2022!”.

E’ questo l’invito rivolto a chiunque sia interessato apartecipare al corso per animatori della Laudato Si’ che siterrà dal 20 aprile all’ 11 maggio 2022 (leggi e scarica programma), che vede fra i promotori anche il Movimento deiFocolari.

Partecipando alla formazione per diventare Animatore LaudatoSi’, entrerai a far parte di un movimento mondiale dicentinaia di migliaia di persone impegnate nella preghiera enell’azione per la nostra casa comune. Questa formazione tifornirà le competenze necessarie per guidare la tua comunitàin un’azione urgente per il clima.

Tutte le info e iscrizioni sul sito Laudato Si’

CERTIFICAZIONE

A seguito della partecipazione ai quattro incontri, all’inviodei questionari compilati e all’organizzazione di un’attivitàper la Settimana Laudato Si’ in preparazione di Tempo delCreato, che ti chiediamo di registrare sul sito di Tempo delCreato quando verrà predisposta la pagina, potrai ricevere ilcertificato di Animatore Laudato Si’. Il certificato ti verràinviato via email. Al termine del corso si terrà una cerimoniaonline conclusiva durante la quale accoglieremo i nuoviAnimatori Laudato Si’.

ISCRIZIONI E COSTI

Per iscriversi al corso è necessario compilare il modulodisponibile al seguente link entro domenica 3 aprile 2022. Ilcorso è gratuito, destinato a maggiorenni.

PIATTAFORMA

Il corso si terrà in forma di webinar sulla piattaforma Zoom.

OMAGGIO A TUTTI GLI ISCRITTI – AVVENIRE

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L’iscrizione al corso comprende, in omaggio, l’abbonamentotrimestrale gratuito ad Avvenire on line, che ciascuno puòliberamente non accettare o interrompere in qualsiasi momento.

OMAGGIO A TUTTI GLI ISCRITTI – AGGIORNAMENTI SOCIALI

I partecipanti al corso possono richiedere un abbonamentoannuale (10 numeri) al prezzo di 30 euro (anziché 38).L’abbonamento include i numeri cartacei, la rivista in pdf el’accesso online a tutti gli articoli pubblicati dal 1950 aoggi.

In ricordo di Carlo CasiniIl 23 Marzo 2020, al termine di una lunga malattia, sispegneva Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita,tra i protagonisti del cattolicesimo italiano, magistrato,giurista, parlamentare, eurodeputato. L’avevano sempresupportato, come sempre durante la malattia, la moglie e ifigli, tra i quali anche Marina, che ne ha raccolto iltestimone nell’impegno alla guida del Movimento, del quale èpresidente nazionale. A due anni dalla sua partenza per ilcielo, ne vogliamo condividere il ricordo attraverso le paroledella figlia Marina.

«È grande ricchezza il valore che ci muove: la vita umana cheè Gloria di Dio! Il valore è vittorioso, ne sono sicuro. […]la lotta per il diritto alla vita non sarà vinta dai politicio dagli organizzatori o dai filosofi. Sarà vinta dai Santi.Perché se ciò che diciamo è vero, allora sulla vita dell’uomola lotta è tra potenze che ci superano. Essa ha dimensionitrascendenti. Il nemico della gloria di Dio è nemico dellavita umana. Come potremo vincerlo con forze umane? Ma come,allora, sperare di vincere se siamo almeno io così

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balbettanti sul piano spirituale? Ma stamani, durante la S.Messa […] ho sentito tutta la verità di un linguaggio tipicodi un Movimento che a noi è stato sempre molto vicino, ilMovimento dei Focolari: “Gesù in mezzo” essi dicono. Possiamopresentarci laicamente e cercare il dialogo con tuttiaccettando, fin dove è possibile, il linguaggio dei nostriinterlocutori. Ma la nostra vera forza è e sarà solo quellache abbiamo sperimentato non astrattamente, ma con levibrazioni della nostra carne, questa mattina».

Così concludeva mio padre, Carlo Casini, la relazioneall’assemblea del Movimento per la Vita italiano il 13 maggio1990.

Il suo impegno – sempre condiviso con la moglie, Maria, e ifigli senza soste, ad ampio raggio, sotto ogni aspetto,in Italia, in Europa, ma anche oltre Oceano, era radicatonella convinzione della centralità politica del diritto allavita; era convinto che la forza è nella verità e non neinumeri; che è indispensabile benevolenza e misericordia versotutti; che l’impegno per il riconoscimento del concepito comeuno di noi non è di retrovia, in trincea, ma sul frontedell’avanzata propositiva per costruire una nuova culturadella vita; che portare lo sguardo della società sull’uomoconcepito rende vero il fondamento dei diritti umani spintiverso derive individualistiche; che il valore della vita è laprima pietra di un generale rinnovamento civile e morale eporta a compimento il moto storico dell’uguaglianza; che staredalla parte dei più poveri dei poveri (così la Santa diCalcutta chiamava i bambini non nati) significa stare dallaparte di tutti gli ultimi della terra; che esiste una profondaalleanza tra la donna e la vita nascente e che l’amore versola vita si manifesta in primo luogo con la solidarietàconcreta verso le persone: è indispensabile anche la parolache salva e che moltiplica la solidarietà, ma, a sua volta, laparola è resa credibile dalla solidarietà concreta; chel’impegno per il diritto alla vita costruisce ponti per

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l’incontro e varchi per il dialogo; che il linguaggio e leazioni per la vita devono suscitare simpatia per la veritànella fiducia che il valore della vita è presente, nonostanteogni contraria apparenza, nella mente e nel cuore di tutti;che riconoscere il valore della vita dal concepimento allamorte naturale ricostruisce in termini corretti il concetto dilaicità. Diceva: «Chi è contro l’aborto per amore dell’uomonon può non amare ogni uomo» e «Per vedere tutto l’uomobisogna vedere solo l’uomo». No, non era “attivismo”. «Proprioil Vangelo di oggi – scriveva in una lettera – ci ricordal’essenzialità della vita interiore: non è l’apparenza checonta ma il cuore che deve restare fisso in Gesù […] Prego ilSignore di poter continuare a lottare per la vita finoall’ultimo istante che Egli vorrà concedermi di esistere sullaterra». E in un’altra identificava «l’impegno “per la vita”»con l’impegno «per l’amore di Dio che si materializza in ogninuovo essere umano che compare nell’esistenza, fino allafine».

Nella relazione intitolata “Per Cristo e per ogni vita d’uomo”tenuta il 21 marzo 2014 al convegno promosso dalla Compagniadelle Sante Croci di Brescia sul tema “L’avete fatto a me: lasofferenza interpella l’amore”, si pone alle radici della suamissione civile: «In Cristo tutto l’Universo, in particolaretutta l’umanità, sono riassunti. La liturgia della Chiesa loripete: “tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Luinon è stato fatto niente di ciò che è stato fatto”. Cristo èal centro della creazione. Lo scopo di tutto è Cristo. L’uomoè […] l’opera d’arte di Dio e Dio ha voluto renderla cosìinfinitamente grande da farsi lui stesso uomo finito esofferente. Il senso della Croce è anche questo. […] Sicapisce allora che ogni impegno per la vita è obiettivamenteun impegno per Cristo, anche se gli argomenti e le azionidevono spesso non riferirsi a Lui in modo esplicito. Ma sicapisce, allora, anche, che l’impegno perché la vita umana siasempre riconosciuta e accolta si colloca ultimamente ad unlivello superiore a ciò che è sperimentabile. Lo ha detto

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bene, ancora una volta Karol Wojtyla, al termine della suaEnciclica sulla vita. Dopo tanto ragionare alla fine, ricordala scena drammatica rappresentata nel capitolo 12dell’Apocalisse dove, di fronte ad una donna che geme nelledoglie del parto, sta un orribile mostro dalle molte teste edalle molte corna in attesa di divorare il figlio appenavenuto alla luce. Parlando della vita e delle aggressionicontro la vita […] si parla del bene e del male nelladimensione dell’assoluto: la vittoria della vita esige perciòanche “una grande preghiera”».

Ecco il senso, tutto il grande respiro, lo spessore, laprofondità, lo slancio verso il futuro, l’ampio orizzontedella “battaglia” per la vita e la ricca eredità lasciata daCarlo Casini a tutti noi. È molto bello che il Movimento deiFocolari sia legato a questa storia.

#Seguimi. VIENI: una propostaconcreta

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#Seguimi 2 SEGUIMI: una risposta concreta1 file(s) 674.63 KBScarica

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Cammino sinodale adolescenti.Il segreto del nostro camminoLa scheda è stata pensata per essere condivisa anche sui social

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Il Cammino sinodale non può lasciare ai margini i più giovani,anzi sono i primi a dover essere coinvolti in una Chiesa cheoggi costruiamo anche in vista di un domani, dove loro sarannototalmente protagonisti.

Queste schede introducono i ragazzi nel Sinodo, con il suosignificato di “camminare insieme” che li accompagnerà nellevarie tappe, condotti dai due simpatici personaggi TEO & KERY.

Le schede sono a cura di Agostino Spolti (educatore –sociologo della comunicazione)

La scheda è stata pensata per essere condivisa anche sui social

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Cammino sinodale adolescenti. Il segretodel nostro cammino1 file(s) 1.67 MBScaricaTutto il materiale per i ragazzi:

https://www.focolaritalia.it/2022/01/06/il-sinodo-un-popolo-che-cammina-insieme-proposta-formativa-per-i-ragazzi/

Concluso a Firenze ilConvegno sul “ConcilioVaticano II e carisma alservizio dell’unità di ChiaraLubich”Concluso a Firenze, nella splendida cornice di Palazzo Vecchiodopo la prima giornata presso la Facoltà Teologica dell’ItaliaCentrale, il convegno “Il Concilio Vaticano II e il carismadell’unità di Chiara Lubich”. Un evento che, spaziando dalla

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sinodalità all’impegno per la pace e il dialogo tra i uomini epopoli, si inserisce in un dibattito di straordinariaattualità.

La grande stagione dei nuovi movimenti ecclesiali, che havisto la sua acme sotto il pontificato di Giovanni Paolo II,ha certamente avuto la sua origine nel periodo preconciliare.Ha poi trovato nell’assise vaticana, in particolare nellavalorizzazione del laicato cattolico e nella ridefinizionedella presenza della Chiesa nel mondo (Lumen Gentium), oltreche nella centralità della Parola condivisa in comunione (DeiVerbum), la sua ragion d’essere. Il periodo postconciliare hapoi permesso l’esplosione numerica e qualitativa di talimovimenti, valorizzati nel loro nascere e sviluppati da PaoloVI e poi applauditi e sostenuti col suo magistero dal papapolacco. Una vicenda di unità e distinzione, in particolarenella Chiesa della seconda metà del XX secolo, che ha trovatonel carisma della Lubich, carisma al servizio dell’unità dellaChiesa e dell’umanità, la sua espressione più matura.

(Leggi tutto sul sito focolare.org)