Calendario Fatima

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00 0000 0995 704 - codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX 6001 0000 0012 249 - codice BIC/SWIFT: BCITITMX PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/AV 34/2012 - Reg. Trib. di Trani - n° 13 del 31 Gennaio 1949 Iscrizione ROC n. 5853 del 19.03.2012 Tassa Pagata/Taxe perçeu/ - Stampa Valsele Tipografica - Anno 63 - n. 8 - dicembre 2012 Associato USPI € 0,13 2013 Anno della Fede

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Calendario Fatima

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Carissimi,nell’anno della fede, voluto da Benedetto XVI e apertosi ufficialmente l’ 11 ottobre 2012, voglia-

mo profittare del calendario che ogni anno giunge nelle vostre case e che vi accompagnerà per tutto il 2013, per una riflessione sui Comandamenti - Le dieci Parole - i nostri Si.

Essi sono un dono di Dio, amorevole e attento che indica la strada, mentre spesso sono avvertiti come una serie di divieti imposti da un Dio tiranno e severo.

Assistiamo purtroppo al paradosso che le proposte di vita dei mass-media , dietro le quali spesso non c’è nulla se non volgarità e banalità, appaiono seducenti ed interessanti, mentre le proposte del cristianesimo, capaci di dare vero e pieno senso all’esistenza, sono pre-sentate in maniera tale da non percepirne la bellezza. Essi sono un’efficace segnaletica, in questo deserto di valori, nei quali ci siamo venuti a trovare.

Sono dei giusti e rassi-curanti indicatori del no-stro cammino, verso la meta: “Grande pace per chi ama la tua legge, nel suo cammino non trova inciampo” (Salmo 118,165). Altro che spaurac-chio, o qualcosa che non os-servato, incute paura e sensi di colpa di ogni genere.

Essi sono un privilegio, più che un pesante fardello. Un dono, dicevamo, che Dio ha fatto al suo popolo ormai libero dalla schiavitù di Egitto, perché non rischiasse di tornare ad essere schia-vo. “Io sono il Signore Dio tuo che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù” ( Es.20,1-2).

I dieci comandamenti, meglio le dieci parole sono destinate a difendere l’uomo da chiunque in qualsiasi modo, voglia o vorrà schiavizzarlo e sfruttarlo ancora. Non c’è dubbio, il decalogo è, e rimane attuale per ogni tempo e ogni spazio, ogni cultura e ogni nazione; è, e rimane quella grande, unica, insuperabile e insostituibile patente di genuini e autentici valori.

Le dieci parole, sono quindi parole di Libertà e di Alleanza, per la Libertà e per l’amicizia.

E’ Dio stesso a impegnarsi per assicurare la Libertà a coloro che accettano di “allearsi” con Lui.

Il Dio, che si allea con il suo popolo è un Dio fedele, che mantiene le sue promesse. L’osservanza dei coman-damenti diventa allora la risposta libera dell’uomo, all’azione liberatrice di Dio.

Gesù, nel Vangelo, interrogato su quale fosse il più grande dei comandamenti, li ha ricondotti nell’unico

alveo dell’Amore. Per Lui ciò che conta davvero nel no-stro rapporto con Dio è l’amore verso Dio, il prossimo e noi stessi.

Infatti senza il fondamento dell’amore non è pos-sibile osservare alcun comandamento, ma anche se lo si osservasse sarebbe una osservanza fredda, legale, materiale, senz’anima, senz’amore appunto.

A cosa servirebbe se non ad alimentare una visione di Dio distorta, non corrispondente a ciò che Egli è: Amore. Una nuova formulazione dei comandamenti, puntando più sui Sì che sui No, potrebbe essere utile per poterli finalmente considerare non come una im-posizione dall’esterno seppure da parte della Divinità, ma come una esigenza che sgorga limpida, cristallina,

dal profondo dell’anima. Allora vogliamo dire il

nostro Si all’Amore, alla Vita, alla Verità, alla Rettitudine, all’Onestà, alla Purezza, al Perdono, alla Solidarietà ecc.

Un Si, certo non facile, da costruire giorno per giorno, attraverso le mille difficoltà che ci vengono create da una mentalità così permissiva e utilitaristica, che fa guardare all’interesse immediato e non al valore universale, insito nelle cose. Il nostro impegno allora sarà quello di fare ri-suonare il nostro Si di uomini, come risposta al Si di Dio

all’umanità. Un Si ripeto, detto nella libertà e nella fede.La Fede non è un muro che mortifica la ragione, ma

è un meraviglioso orizzonte che si spalanca davanti ad essa. Un meraviglioso orizzonte che ci fa guardare avanti verso l’infinito, verso Colui che colora la nostra vita, le da senso e significato, attraverso il suo Si all’umanità, al mondo intero.

Un Si quello di Dio, dettato dall’Amore, colmo d’A-more, che ci nutre e ci fa crescere. un Si che continua ad essere pronunciato attraverso le tante provvidenziali opportunità con cui la nostra vita viene arricchita. Una di queste opportunità è il tempo.

Un nuovo anno, un nuovo tempo, viene consegnato nelle nostre mani, alla nostra responsabilità, perché il tempo, la buona nostra volontà e l’Amore producano buoni frutti, per un mondo più umano.

Solo se uniti alla vite, “Io sono la vite, voi i tralci”, dice Gesù, possiamo portare i frutti desiderati, buoni e abbondanti. Colgo l’occasione dell’invio di questo calendario, per farvi, unito ai padri della comunità e ai ragazzi, gli auguri più belli per il Santo Natale, la festa della Vita, della Speranza, dell’Amore, della Semplicità.

Padre Carlo

Lettera del Direttore

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Gesù, nel discorso del buon pastore, si defi-nisce la “porta” attraverso cui entrare nella vita, ritrovare il contatto con il proprio spirituale intimo e allo stesso tempo uscire da se stessi per andare incontro agli altri.

Gesù è quindi la porta che mentre dà accesso a noi stessi, ci spinge ad uscire e andare nel mon-do per lasciare la nostra impronta, per renderlo migliore.

Gesù è la porta , attraverso la quale giungiamo anche a Dio. La porta infatti è anche simbolo del passaggio dalla vita terrena all’aldilà.

Gesù è la porta e allo stesso tempo è la chiave che apre. Ci apre la porta affinché entriamo nel regno di Dio e possiamo essere a casa di Dio.

E’ anche vero che Gesù sta alla porta del no-stro cuore che si apre solo dall’interno e bussa perché gli venga aperto per la beatitudine di

Numerose sono le favole in cui la porta ha un ruolo importante, porta che molto volte è chiusa e che non si può oltrepassa-

re, suscitando così legittima curiosità e voglia di trasgressione. Nei nostri sogni compaiono spesso delle porte. Ci sono sogni, nei quali non troviamo la porta di casa. In altri la porta è chiusa e noi abbiamo dimenticato le chiavi. Sogni di questo genere ci dicono che noi abbiamo perso il contatto con noi stessi, l’accesso a noi stessi. Non siamo più in grado di entrare nella casa che è la nostra vita; siamo tagliati fuori dal nostro intimo.

colui che lo accoglie. Così parla infatti nel libro dell’Apocalisse “Ecco io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io entrerò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

Quante porte chiuse nella nostra vita che me-ritano di essere spalancate alla Vita, alla Gioia, all’Amore, a Cristo. “Non abbiate paura: Aprite anzi, spalancate le porte a Cristo”, così esortava Giovanni Paolo II nel discorso di inizio pontificato del 22 ottobre 1978.

Allora osserva Gesù, il suo comportamento, le sue parole, il suo cammino. Gesù diventa per te una porta, una chiave, che dà accesso al mistero della tua vita e al mistero di Dio. Buon cammino.

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Maria ss. Madre di dio

ss. Basilio e GreGorio

s. Genoveffa

ss. ermete e aGGeo

s. aMelia

epifania del signore

s. raimondo da Peñafort

s. severino

s. GuGlielmo

s. GreGorio, s. aldo

s. iGino

s. modesto

BattesiMo del signore - s. ilario

s. felice da nola

ss. mauro e Placido

s. marcello

s. antonio aBate

s. marGherita d’unGheria

s. mario, martire

ii del teMpo ordinario - ss. faBiano e seBastiano

s. aGnese

s. vincenzo martire

s. emerenziana

s. francesco di sales

conversione di s. Paolo

ss. timoteo e tito

iii del teMpo ordinario

s. tommaso d’aquino

s. costanzo

s. serena, s. martina

s. Giovanni Bosco

L'UNICO COMANDAMENTO-NUOVO

Nell’insegnamento di Gesù, l’Amore verso Dio, e l’amore verso prossimo, costituiscono, il “comandamento nuovo”,

il più grande, il primo dei comandamenti, il principio morale supremo,assoluto e universale da cui discendono tutte le norme per la vita concreta. Non possiamo dire di amare Dio che non vediamo, se non amia-mo il prossimo che vediamo, se non ci facciamo a lui prossimo. Nella parabola del Buon Samaritano, che Gesù racconta a chi gli chiedeva chi fosse il suo prossimo, Gesù insegna proprio questo, a farci prossimo. “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico… e incappò nei briganti, che lo derubarono e lo lasciarono mezzo morto”. Solo uno di coloro che gli passarono accanto, lo vide, si fermò, si chinò su di lui, lo mise sul suo cavallo e lo portò alla locanda, si fece a lui prossimo, perché ne ebbe compas-sione. Il punto di partenza è proprio qui, il movimento interiore della compassione. Il Samaritano che noi giustamente chiamiamo buono, viene pro-posto da Gesù, come modello da imitare. “Va’, e fai lo stesso anche tu”, dice Gesù, a chi lo aveva interrogato e a ciascuno di noi. Lui stesso che nell’Ultima Cena lava i piedi ai suoi apostoli, si propone come modello da imitare, “quello che ho fatto io, fatelo voi stessi, l’un l’altro”.Lasciamoci conquistare dall’amore infinito di Dio, che ha compas-sione per noi, si è fatto nostro prossimo, incarnandosi in Gesù, per condividere le nostre infermità e sollevarci da esse. Un Dio che ci parla e che ci plasma a sua immagine e somiglianza. Lasciamo tutte quelle cose che ci allontanano dal vero bene, attacchiamoci invece alla potenza della carità fraterna vincolo di santità e di giustizia, superando ogni diversità, ogni tribolazione, immergiamoci nell’oceano della misericordia infinita di Dio.San Paolo scriverà che “Pieno compimento della legge è l’amore” (Rm 13,10).Chi ama come Gesù, realizza nella sua vita le dieci parole.

OPERA MADONNA DI FATIMA - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 Trani - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505 e-mail [email protected] - w.w.w. rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. n.° 996702

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FEBBRAIO 2013s. verdiana

Presentazione del siGnore

iV del teMpo ordinario - s. Biagio

s. GilBerto vescovo

s. aGata

s. Paolo miki e cc. mm.

s. teodoro m.

s. Girolamo emiliani

ss. saBino e romolo

V del teMpo ordinario - s. scolastica

B. v. maria di lourdes

s. eulalia

delle ceneri

s. valenritno - ss. modestino e cc. mm.

ss. cirillo e metodio

s. samuele - s. Giuliana

i di quaresiMa - s. donato

s, simeone

s. corrado

s. eleuterio

s. Pier damiani

cattedra di san Pietro

s. PolicarPo

ii di quaresiMa - s. etelBerto re

s. cesario

s. romeo

s. GaBriele dell’addolorata

s. romano

PRIMO COMANDAMENTO

Non avrai altro Dio all’infuori di me

Questo comandamento, evidenzia l’importanza di riservare a Dio che ci ha liberato dalla schiavitù, il primo posto nella

nostra vita, mettendoci in guardia dagli idoli. L’idolo significa, immagine, rappresentazione, ma anche spettro, fantasma, apparenza. In definitiva è un inganno. Se, affidiamo agli idoli la nostra vita, la nostra felicità, ne rimaniamo, senza accor-gercene, schiavi. Dio donandoci questo comandamento, ci porta a dire Si a Lui, vivo, vero, reale,esistente. Ci spinge ad aprire gli occhi per allontanarci dagli idoli che come dice la Scrittura: “Sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, occhi e non vedono, piedi e non camminano, orecchie e non ascoltano”, per vivere una esistenza libera. Ma quanti falsi idoli nella nostra vita minacciano questa libertà, ci impediscono di accogliere l’amore tenero, gratuito di Dio, di convertirci a Lui, relegando Dio all’ultimo posto, mentre ci fanno essere schiavi di un personaggio di successo dello spettacolo, dello sport, della politica; del denaro,del potere,della carriera, degli interessi per-sonali ecc. Quando invece consentiamo a Dio di essere l’unico vero Dio per ciascuno di noi, il centro della nostra vita, il nostro unico sostegno, è allora che diventiamo veramente uomini e liberi, perché solo Dio è garante della nostra libertà, tutto il resto non può fare altro che schiavizzarci, perché innumerevoli altri dei sono pronti a occupare il posto rimasto vuoto.La fede, prima di essere santa messa, sacramenti, devozione, è sentirsi piccoli davanti a Dio, è riconoscere che Dio è l’unico Signore su cui fondare la propria vita. A Dio va il nostro amore, la nostra lode, il nostro grazie, la nostra richiesta. La preghiera è una condizione necessaria per poter obbedire ai comandamenti di Dio. Bisogna “pregare sempre senza stancarsi” (Lc 18,1).Questo comandamento ci libera quindi dall’idolatria, dalla su-perstizione, dalla magia, dalla divinazione, dal ricorso a maghi, stregoni, dallo spiritismo, dal sacrilegio. Tutte queste cose sono in contraddizione con l’onore e il rispetto che dobbiamo a Dio solo.

OPERA MADONNA DI FATIMA - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 Trani - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505 e-mail [email protected] - w.w.w. rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. n.° 996702

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Non nominare il Nome di Dio invano

Nella mentalità e tradizione biblica, il nome indica la persona che lo porta, la natura più profonda e la personalità. Il dono

del nome, appartiene all’ordine della confidenza e dell’intimità. Dio ha rivelato il suo Nome. Lo ha fatto nel roveto ardente, quando presentandosi a Mosè dice di Se stesso: “Io sono Colui che sono”. Il nome di Dio è santo, perché Dio è santo. Per questo l’uomo non può abusarne. Lo deve custodire nella memoria, in un silenzio di adorazione, piena di amore. Non lo inserirà tra le sue parole se non per benedirlo, lodarlo e glorificarlo. Per questo il suo Nome deve essere pronunciato con amore, tenerezza, rispetto e gratitudine. E non invano, cioè inutilmente, per futili motivi, in modo sbagliato e improprio, per esempio, presentando Dio nella educazione dei fanciulli come uno spauracchio esigente; usando il Nome di Dio per mire politiche, di conquista, di soppressione della vita del nostro prossimo; imponendo a qualcuno, in Nome di Dio, qualcosa contro la sua coscienza; usando il Suo nome come se fosse un portafortuna e ottenere benefici; chiamandoLo in causa per sfuggire alle nostre responsabilità; per farcene un garante e metterci al riparo da eccessivi rischi; ecc. Dio comunicando il suo Nome, ha voluto invece rassicurarci di essere presente nella nostra vita, attento alla nostra preghiera e pronto a salvarci.La bestemmia si oppone direttamente al secondo comandamen-to. Consiste nel proferire contro Dio, parole di odio, di rimprovero, di sfida, nel parlare male di Dio, nel mancare di rispetto verso di Lui, nell’abusare del nome di Dio. Anche il linguaggio volgare, il falso giuramento o la falsa promessa associati al Nome di Dio contraddicono il Suo essere, la Sua identità e sono contro questo comandamento. Il fedele deve testimoniare il Nome del Signore, confessando la propria fede senza paura. Il Battesimo, è conferito “nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Il cristiano inizia la sua giornata nel “Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Dio chiama ciascuno per nome. “O Signore nostro Dio, quanto è grande il tuo nome sulla terra” (Salmo 8,2).

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s. alBino

s. Giovino

iii di quaresiMa - s. cunegonda

s. lucio - s. casimiro

s. adriano

s. coletta

ss. PerPetua e felicita

s. Giovanni di dio

s. francesca romana

iV di quaresiMa - s. Macario

s. costantino

s. massimiliano - s. luiGi orione

s. eufrasia - s. Patrizia

s. matilde

s. luisa de marillac - s. cleMente M. H.

s. aGaPito - s. eriBerto

V di quaresiMa - s. patrizio

s. cirillo di gerusaleMMe

s. GiusePPe

s. claudia - s. alessandra

s. Benedetto - s. filemone

s. Benvenuto

s. turiBio

le palMe - s. roMolo

s. riccardo

s. emanuele

s. ruPerto

s. sisto

s. secondo

s. amedeo

pasqua del signore

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MARZO 2013

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dell’angelo - s. ugo

s. francesco da Paola

s. riccardo

s. isidoro, vescovo

s. vincenzo ferrer

s. marcellino

ii di pasqua - s. gioVanni Battista de la salle

annunciazione del siGnore

s. maria di cleofa - s. demetrio

s. ezechiele

s. stanislao

s. Giulio, PaPa

s. martino, PaPa

iii di pasqua - ss. aBBondio e procolo

s. anniBale martire

s. Bernardetta - s lamBerto

s. aniceto

s. Galdino

s. emma

s. sara

iV di pasqua - s. anselMo

s. leonida

s. GiorGio

s. fedele

s. Marco eVangelista

B.v. del Buon consiGlio

s. zita

iV di pasqua - s. cHietro cHanel

s. caterina da siena

s. Pio v

APRILE 2013

TERZO COMANDAMENTORicordati di santificare le feste

Il racconto della creazione ci fa sapere che nel settimo giorno, Dio, si riposò dichiarando santo il settimo giorno, e offrendo

all’uomo l’opportunità del riposo. è un tempo di libertà, che ap-partiene a noi, è un tempo sottratto alla signoria del mondo , alle sue pretese, alle sue regole di mercato, impegnate a vincolare anche la domenica al dominio dell’economia, del vendere e del comprare. è un tempo per guardare “le cose di lassù”, per guardare a Dio che si dona a noi nell’ Eucarestia domenicale.“Senza la domenica non possiamo vivere”, era la convinzione dei martiri di Abitene ( 303-304 d.C.) che preferirono essere messi a morte, piuttosto che non celebrare più l’Eucarestia, nel Giorno del Signore.La partecipazione alla celebrazione eucaristica domenicale e alla vita della comunità rafforza il cammino di fede dei coniugi e delle famiglie cristiane, e le impegna nell’educazione alla fede delle nuove generazioni.è chiaro anche che la domenica non si esaurisce nella sola celebrazione, “nell’andare a messa” come siamo soliti dire, ma costituisce tempo e occasione propizia, per incontrare i fratelli specie quelli soli, ammalati e bisognosi, ridando loro gioia, sor-riso, speranza, per incontrare noi stessi nel nostro intimo con il silenzio, la riflessione, lo studio, per dare alla famiglia e ai parenti il tempo e le attenzioni che difficilmente si possono accordare negli altri giorni della settimana.è quindi un giorno speciale. Gesù di sabato, come era costume per gli Ebrei, non solo si reca nella sinagoga per ascoltare la Parola e pregare, ma compie miracoli, si dedica alle opere di carità, guarisce, fa del bene.Giorno di festa allora. Che sarebbe la nostra vita senza la fe-sta, senza questo giorno, da custodire gelosamente nella sua sacralità.

OPERA MADONNA DI FATIMA - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 Trani - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505 e-mail [email protected] - w.w.w. rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. n.° 996702

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MAGGIO 2013s. giuseppe laVoratore

s. atanasio

ss. filiPPo e Giacomo

s. ciriaco

V di pasqua - s. Vincenzo ferrer

s. domenico savio

s. felicita

s. desiderio vescovo

s. Pacomio

s. antonino da firenze

s. faBio martire

ascensione

madonna di fatima

s. mattia

s. torquato vescovo

s. uBaldo vescovo

s. Pasquale Baylon

s. felice - s. Giovanni i

pentecoste

s. Bernardino

s. vittorio

s. rita da cascia

s. onorato - s. desiderio

B.v. ausiliatrice

s. Beda

ss. trinità - s. filippo neri

s. aGostino di canterBury

s. emilio

s. massimino

s. ferdinando

visitazione della B.v. maria

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QUARTO COMANDAMENTO

Onora-ama tuo padre e tua madre

D io, ha voluto che dopo di Lui, onoriamo-amiamo, i nostri genitori. Essi, con le loro parole, i loro consigli e le loro

necessità, devono avere peso nella nostra vita, devono contare. Ad essi, quindi, vanno rispetto e gratitudine, che si trasformano in cura e assistenza quando diventano stanchi, vecchi e malati.Quante volte viviamo la tentazione di trattare i nostri genitori come cose, chiedendo ed esigendo ciò che ci piace e ci serve, senza tener conto delle loro difficoltà, delle stanchezze e dei loro diritti, invece di confrontarci con loro, anche quando sono impossibilitati a capire il nuovo. Niente, per i genitori, specie se anziani e malati, potrà sostituire la presenza affettuosa dei figli. Onorare i genitori, non significa però che dobbiamo scusarli in tutto, ma nel riconoscerne la loro debolezza, dobbiamo essere anche capaci di saperli perdonare.Il quarto comandamento pur rivolgendosi direttamente ai figli nei confronti dei genitori, include anche i rapporti di parentela con i membri del gruppo familiare, e si estende fino al dovere degli alunni verso gli insegnanti, dei dipendenti verso i datori di lavoro, dei subordinati nei confronti dei loro superiori, dei cittadini verso pubblici amministratori e governanti, verso la patria, osservando i doveri e le leggi che ne regolano il vivere civile e pacifico. All’osservanza di questo comandamento è abbinata la promessa: “Perché la tua vita sia lunga e tu sia felice, nel paese che ti dà il Signore tuo Dio”. Il rispetto di questo comandamento procura pace e prosperità. Anche i genitori devono onore nei confronti dei figli, “figli di Dio”, prima di essere loro figli, provvedendo per quanto è possibile alle loro necessità, con il consiglio saggio e prezioso, specie se i figli sono piccoli, sapendo trovare tra mille impegni il tempo e il modo di offrire momenti di presenza, di compagnia, che permettono loro di sentirsi amati, accolti, aiutati, capiti, seguiti; usando misericordia come Dio Padre Misericordioso, quando i figli sono in difficoltà, quando si dimostrano ingrati, quando fuggono da casa, sperperano ciò che è stato dato loro. La funzione educativa dei genitori, è tanto importante che se manca, può a stento essere supplita.

OPERA MADONNA DI FATIMA - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 Trani - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505 e-mail [email protected] - w.w.w. rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. n.° 996702

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Giovedi

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s. anniBale Maria di francia

corpo e sangue di cristo

s. carlo lwanGa e cc.

s. quintino

s. Bonifacio

s. norBerto

sacro cuore di Gesù - s. roBerto

cuore immacolato di maria - s. medardo

X del teMpo ordinario - s. efreM

s. asterio - s. diana

s. BarnaBa

s. Basilide

cuore eucaristico - s. antonio di Padova

s. eliseo

s. vito

Xi del teMpo ordinario - s. giuditta

s. raniero - s. GreGorio

s. marina

s. romualdo

s. ettore

s. luiGi GonzaGa

s. Paolino da nola

Xii del teMpo ordinario - s. gioVanni da Matera

natività di s. Giovanni Battista

s. GuGlielmo di monteverGine

s. rodolfo

s. cirillo d’alessandria

s. ireneo

ss. Pietro e Paolo

Xii del teMpo ordinario - ss. priMi Martiri roMani

GIUGNO 2013

QUINTO COMANDAMENTO

Non uccidere....

D io, rimprovera la scelleratezza di Caino, per aver ucciso suo fratello Abele. La vita è sacra, e appartiene solo a Dio. Que-

sto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso, l’omicidio diretto e volontario, come anche ogni azione fatta con l’intenzione di provocare indirettamente la morte di una persona.L’infanticidio, il fratricidio,il parricidio, l’uccisione del coniuge sono crimini particolarmente gravi a motivo dei vincoli naturali che infrangono.Non uccidere, non significa solo non togliere fisicamente la vita, ma aiutare a vivere. Dio ha affidato agli uomini, l’altissima missione di proteggere la vita, dal concepimento fino alla sua naturale conclusione.Non uccidere è aiutare a vivere una vita dignitosa, il bambino che non ha affetti, l’uomo malato, il vecchio abbandonato a se stesso, il giovane senza amicizia.Non uccidere è anche non privare della vita se stessi, vivere tutto ciò che si è ricevuto in dono, lasciar vivere il prossimo, rispettandone la dignità, rinunciando a giudicarlo, non mostrando indifferenza, curandoci di lui, non diffondendo notizie false su di lui, tutte cose che se non lo privano fisicamente della vita, lo uccidono nell’intimo privandolo della sua dignità. Non uccidere, vuol dire anche avere ragionevole cura della salute fisica e psichica propria e altrui, senza idolatrare il corpo e la prestanza fisica. Questo comandamento insieme alla virtù della temperanza, dispone ad evitare ogni sorta di eccessi, di abusi: (alcool, tabacco, medicinali, cibi, droga ecc.). Il commercio degli embrioni, la manipolazione degli stessi, l’aborto, l’eutanasia, la clonazione ecc., offendono gravemente questo comandamento, che ci invita anche a rispettare il creato, l’ambiente, senza sciupare le risorse. Chi si lascia prendere dall’odio, dal rancore, dalla vio-lenza, uccidendo le relazioni, apre a sua volta la strada alla morte.Mettiamoci accanto a coloro che soffrono, sono tristi, abbattuti, provati dalla vita sono soli e abbandonati e desiderano morire.

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Mercoledi

s. teoBaldo

s. ottone - s. urBano

s. tommaso, aPostolo

s. elisaBetta di PortoGallo

s. antonio m. zaccaria

s. maria Goretti

XiV del teMpo ordinario - s. claudio

s. Priscilla

s. veronica Giuliani - s. letizia

s. rufina e seconda

s. Benedetto

s. GualBerto aBate

s. enrico

XV del teMpo ordinario - s. caMillo de lellis

s. Bonaventura

B.v. maria del monte carmelo

s. alessio

s. federico

s. simmaco - s. arsenio

s. aPollinare - s. elia

XVi del teMpo ordinario - s. lorenzo da Brindisi

s. maria maddalena

s. BriGida

s. cristina

s. Giacomo

ss. Gioacchino e anna

s. celestino i

XVii del teMpo ordinario - ss. nazario e celso

s. marta

s. Pietro crisoloGo

s. iGnazio di loyola

LUGLIO 2013

SESTO COMANDAMENTO

Non commettere adulterio - Non commettere atti impuri

Nel creare l’uomo e la donna a sua immagine, Dio li crea uguali per dignità, differenti per ruolo e allo stesso tempo

complementari nell’amore e comunione che raggiungono la loro completezza nel sacramento del matrimonio, con il quale diventa-no una sola carne e si aprono al dono della vita. Gesù conosceva il sesto comandamento nella sua accezione del: “Non commettere adulterio” e lo difende nelle dispute circa la indissolubilità del matrimonio, rimandando al progetto originario dell’Amore di Dio fedele, fecondo, indissolubile, totale, unico, eterno; e nell’episodio dell’adultera, che le viene portata davanti, perché la giudichi. Mentre l’assolve, liberandola dalle mani dei suoi accusatori, nel rimandarla le raccomanda di non peccare più. Offendono questo comandamento, anche il divorzio, la separazione, la poligamia, l’incesto, la libera unione... Sa bene Gesù, quanto sia difficile questo percorso di fedeltà, perché duro è il cuore. Il comandamento contempla anche il non “commettere atti impuri”, infatti mette in evidenza come ciascuno di noi sia, “Tempio dello Spirito”, luogo di incontro, di dialogo tra Dio e l’uomo. Allora tutto ciò che rende la persona umana luogo di mercato, di compravendita, è un atto impuro, perché offende la sacralità del tempio di Dio. Il corpo non è oggetto da mettere in mostra, né da usare per il proprio egoismo, né da vendere come oggetto per ricavarne soldi: serve per vivere insieme ed amarsi come il Signore vuole. Occorre allora, governare i pensieri, le azioni, i sentimenti, il cuo-re. Il nostro corpo, quindi tempio di Dio, è destinato a risorgere, per vivere sempre con Lui. Con questa prospettiva davanti agli occhi, non è difficile discernere quali atti e quali comportamenti, offuscano la purezza dell’immagine di Dio in noi. Il sesto coman-damento, ci pone davanti la Bellezza del corpo e dell’amore, e ci sprona a conquistarla. Quando Dio ha creato l’uomo e la donna, si è compiaciuto di Se Stesso, di ciò che aveva creato, qualcosa di bello, buono e santo.

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Mercoledi

Giovedi

Venerdi

Sabato

s. alfonso maria de’ liGuori

s. euseBio di vercelli

s. lidia di filiPPi

XViii del teMpo ordinario - s. gioVanni M. Vianney

dedicazione Basilica s. maria maGGiore

trasfiGurazione del siGnore

s. Gaetano da thiene

s. domenico

s. teresa Benedetta

s. lorenzo

XiX del teMpo ordinario - s. cHiara

ss. macario e Giuliano

ss. antonino

s. massimiliano m. kolBe

assunzione della B.V. Maria

s. rocco

s. Giacinto

XX del teMpo ordinario - s. elena iMperatrice

s. Giovanni eudes

s. Bernardo

s. Pio X

B. verGine maria reGina

s. rosa da lima

s. Bartolomeo

XXi del teMpo ordinario - s. ludoVico

s. alessandro

s. monica

s. aGostino

martirio di s. Giov. Battista

s. tecla

s. raimondo- s. aristide

AGOSTO 2013

SETTIMO COMANDAMENTO

Non rubare

“Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni”. Furto è, il possesso

violento di ciò che appartiene ad altri, non pagare le tasse, corrompere, dare o pretendere bustarelle, imbrogliare sui prezzi, sulle dichiarazioni, non com-piere con coscienza il proprio lavoro, sprecare tempo e denaro, speculare, prestare denaro ad usura, sciu-pare i beni del creato, sfruttare il lavoratore, asservire esseri umani, specie donne e bambini a cui si ruba la speranza, misconoscendone la loro dignità umana, acquistandoli, vendendoli, scambiandoli come fossero merci. Con questo comandamento, Dio ancora una volta si pone dalla parte dei deboli, difendendone la libertà e la dignità, e ci spinge allo ristabilimento della giustizia sociale, della solidarietà, dell’amore verso i poveri, attraverso quelle opere che vengono chiamate “opere di misericordia”: istruire, consigliare,consolare, con-fortare, perdonare, sopportare con pazienza, dar da mangiare a chi ha fame, ospitare i senza tetto, vestire chi è privo di indumenti, visitare gli ammalati e i carce-rati, seppelire i morti. Su queste cose saremo giudicati alla fine dei tempi. Gesù fa l’elogio di Zaccheo per il suo proposito di con-versione: “Se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.Gesù, è vissuto povero, non ha mai pensato di divenire ricco, ha dato tutto se stesso, ha dichiarato “Beati i poveri in spirito”.

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Lunedi

XXii del teMpo ordinario - s. sisto

s. elPidio

s. GreGorio maGno

s. rosalia

s. vittorino

s. umBerto

s. reGina

XXiii del teMpo ordinario - natiVità B. V. Maria

s. Pietro claver

s. nicola da tolentino

ss. Proto e Giacinto

ss. nome di maria

s. Giovanni crisostomo

esaltazione della s. croce

XXiV del teMpo ordinario - B.V. M. addolorata

ss. cornelio e ciPriano

s. roBerto Bellarmino

s. GiusePPe da caPestrano

s. Gennaro

s. eustachio

s. matteo

XXV del teMpo ordinario - s. Maurizio

s. Pio da Pietrelcina

s. tecla

cs. aurelia

ss. cosma e damiano

s. vincenzo de Paoli

s. venceslao

XXVi del teMpo ordinario - ss. MicHele, gaBr., raffaele

s. Girolamo

SETTEMBRE 2013

OTTAVO COMANDAMENTO

Non dire falsa testimonianza

Questo comandamento ci invita a dire sempre Si alla Verità, mettendoci in guardia dal falsarla nelle relazioni con gli altri.

L’Antico Testamento ci attesta che Dio è Verità, e sorgente di ogni Verità. La sua parola è Verità. La sua legge è Verità. Gesù Cristo, è la Verità. Seguire Gesù, è vivere dello “Spirito di Verità” che, il Padre manda nel suo Nome e che guida alla verità tutta intera. Ai suoi discepoli Gesù insegna l’amore incondizionato alla verità: “ Si, si, no,no”. L’uomo è naturalmente proteso alla verità, e ha il dovere di rispettarla e di attestarla.Dire il falso, vuol dire rompere il clima di fiducia, di confidenza reciproca, dentro il quale ci muoviamo e senza il quale non sa-rebbe possibile vivere..la fiducia infatti fa crescere ogni rapporto.I discepoli di Cristo accettano di vivere nella Verità, il loro rapporto con Cristo. Quando come cristiani e credenti, non diamo testimo-nianza della fede che diciamo di professare, andiamo contro la Verità e diamo falsa testimonianza. Una falsa testimonianza, rischia di mandare in rovina un inno-cente. Quanti falsificatori della verità, oggi ci sono in giro, con maldicenze e calunnie, adoperando ogni mezzo, disposti a tutto, per tornaconto personale.Critiche immotivate e pregiudiziali, denigrazioni, lusinghe, adu-lazioni, hanno un potere distruttivo non solo sui singoli individui, ma anche sull’intero tessuto sociale.Inoltre l’ottavo comandamento ci mette in guardia dalle bugie di necessità. Inoltre, non sono vero, quando simulo un’amicizia mentre invece non mi curo affatto degli altri, coltivo disprezzo e rabbia.Veritiero e leale verso gli altri, ma anche verso se stessi. Man-chiamo di verità e sincerità verso noi stessi quando ci facciamo troppo piccoli e ci commiseriamo di continuo, dicendo di noi che non siamo nulla e che non siamo capaci di fare nulla. Sovente si tratta di una scusa per esimersi dall’affrontare coraggiosamente le sfide della vita, di scrollarsi di dosso eventuali impegni e re-sponsabilità, per lavarci, come Ponzio Pilato, le mani.

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OTTOBRE 2013123456789

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Mercoledi

Giovedi

s. teresa di Gesù BamBino

ss. anGeli custodi

s. ewaldo

s. francesco d’assisi

B. Bartolo lonGo

XXVii del teMpo ordinario - s. Bruno

B.v. maria del rosario

s. Giustina

ss. dioniGi e c.

s. daniele comBoni

s. firmino

s. serafino

XXViii del teMpo ordinario - s. edoardo re

s. callisto i

s. teresa d’avila

s. Gerardo maiella

s. iGnazio di antiochia

s. luca

s. laura

XXiX del teMpo ordinario - s. adelina

s. orsola

s. donato

s. Giovanni da caPestrano

s. antonio m. claret

s. GiusePPe moscati

s. evaristo

XXX del teMpo ord. - s. fiorenzo

ss. simone e Giuda

s. remiGio

s. Germano

s. quintino

NONO COMANDAMENTO

Non desiderare la donna d’altri

D ice il nono comandamento: “Non desiderare la moglie del tuo prossimo”. E Gesù aggiunge: “Chiunque guarda una

donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. Le cattive azioni partono dal cuore: è nel cuore allo-ra che avviene l’adulterio. Il desiderare, è assai più di un sentimento, può significare un insieme di astuzie, macchinazioni, intese a intaccare in vari modi lo spazio vitale di altre persone.Questo comandamento, fa rispettare l’amore tra marito e moglie, evitando di intromettersi nella loro comunione di vita, per conqui-starci questa donna o questo uomo che pure ci piace. Lo scopo di questo comandamento, far guardare con cuore puro e occhio limpido ogni uomo e ogni donna da cui in una certa misura, mi sento attratto. Allora nella bellezza di una donna, contempliamo lo splendore di Dio, nella vigoria di un uomo, la forza di Dio. Anche il nono comandamento, come il sesto, ci invita a rispettare la santità del nostro corpo e ci invita a percorrere una strada, della castità: vivere la sessualità secondo il progetto di Dio, evitando la malizia del cuore; avendo nel cuore un amore grande che ci fa guardare alle cose e alle creature con lo sguardo puro di Dio. Se nel nostro corpo abita e vive lo Spirito Santo, non ci può essere posto per la malizia del cuore e per il peccato. Castità quindi nella fedeltà. La castità e la fedeltà sono conquiste da coltivare e nutrire con pazienza, attraverso la preghiera, il pudore, una corretta conce-zione della libertà, la modestia.

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Sabato

tutti i santi

commemorazione dei fedeli defunti

XXXi del teMpo ordinario - s. silVia

s. carlo Borromeo

s. zaccaria

s. leonardo

s. ernesto

s. Goffredo

dedicaz. della Basilica lateranense

XXXii teMpo ordinario - s. leone Magno

s. martino di tours

s. renato

s. dieGo

s. Giocondo

s. alBerto maGno

s. Geltrude

XXXiii del teMpo ordinario - s. elisaBetta

ded. Basilica ss. Pietro e Paolo

s. fausto di alessandria

s. edmondo

Presentazione della B. v. maria

s. cecilia

s. clemente i

cristo re - s. flora

s. caterina d’alessandria

s. corrado

s. massimo

s. caterina laBouré

s. saturnino

s. andrea

NOVEMBRE 2013

DECIMO COMANDAMENTO

Non desiderare la roba d’ altri

Anche qui desiderare significa, essere pronti a mettere in essere gesti, espedienti pur di raggiungere lo scopo.

Il decimo comandamento proibisce la concupiscenza dei beni altrui, che è la radice del furto, della rapina,della frode, vietati dal settimo comandamento.Questo comandamento, vuole creare un cuore libero, dall’ avidità, dalla cupidigia sregolata, generata dalla smodata brama delle ricchezze e del potere in esse insito; dall’ invidia, vizio capitale, che consiste nella tristezza che si prova davanti al benessere altrui. Quando arriva a volere un grave male per il prossimo, l’invidia diventa un peccato mortale. “Dall’invidia nascono l’odio, la maldicenza, la calunnia, la gioia causata dalle disavventure altrui e il dispiacere causato dalla fortuna altrui”.La non osservanza di questo comandamento, genera una diffusa atmosfera di insicurezza e sfiducia, costringendoci a ricorrere a costosi sistemi di sicurezza. Si comprende come così, la convi-venza sociale, risulti gravemente deteriorata.Si ambisce ad avere quello che qualcun altro ha: la sua profes-sione, la sua donna, la sua proprietà ecc.L’invito di questo comandamento, è quello di concentrarci sull’es-senziale per scoprire il tesoro che è dentro di noi, ad essere grati per quello che siamo e abbiamo.La riconoscenza per quello che il Signore ci ha dato, ci libera da ogni brama, dalla tentazione di voler competere con gli altri, di cui è bello invece ammirarne i doni, le qualità, le capacità, che posseggono.Ciò che hanno gli altri ci dovrebbero stimolare a vivere con gioia quello che noi abbiamo, e che tante volte non vediamo perché accecati dalla gelosia.Il desiderio della vera felicità, libera l’uomo dallo smodato attac-camento ai beni di questo mondo, per avere compimento nella visione e nella beatitudine di Dio, e lo spinge ad usare saggia-mente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni del cielo. Là sarà il tuo cuore dov’è il tuo tesoro: Dio.

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Martedi

i di aVVento - s. eligio

s. BiBiana

s. francesco saverio

s. BarBara

s. saBa

s. nicola di Bari

s. amBroGio

ii di aVVento - iMMacolata concezione B.V.M.

s. siro

B. v. maria di loreto

s. damaso i

madonna di GuadaluPe

s. lucia

s. Giovanni della croce

iii di aVVento - s. Valeriano

s. alBina

s. modesto - s. lazzaro

s. Graziano

s. fausta - s. dario

s. liBerato

s. Pietro canisio

iV di aVVento - s. francesca caBrini

s. Giovanni da kety

s. adele

natale del signore

s. stefano

s. Giovanni, aPostolo ed evanGelista

ss. innocenti martiri

sacra faMiglia - s. toMMaso Becket

s. felice i - s. davide

s. silvestro i

DICEMBRE 2013

SANT’ANNIBALE MARIA DI FRANCIA, una vita dedi-cata a “DIO E IL PROSSIMO”

“La perfezione della vita cristiana, sta nella Carità: nell’a-more verso Dio e verso il prossimo. Si amano tutte

le creature, tutte le cose, meno che Dio. Eppure tutti gli amori della terra non sono che un nulla”. Così scriveva Sant’Annibale. L’Amore di Dio era la sua vita e lo diffuse con l’esempio, con gli scritti, con le opere di carità e con le due Congregazioni religiose da lui fondate: I Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo. Ancora egli scrive: “Primo segno dell’amore è osservare i co-mandamenti”. “L’ Amore di Dio, sta tutto qui: compiere in tutto e per tutto la Divina Volontà. La stanza del mio Spirito è la Divina Volontà. In Gesù e nell’amore per Gesù dobbiamo amare il prossimo come immagine di Dio. L’amore che io porto al Signore, quale vero Dio, mi spinge ad obbedire a tutte le sue parole...Amate il vostro prossimo, come voi stessi. Se io non amassi Gesù Cristo, mi annoierei ben presto a stare in mezzo ai poveri più abietti, spogliarmi del mio, perdere il sonno e la propria quiete per i poveri e i bambini”.Questo amore, fu un dono straordinario di Dio, che così lo desti-nava ad una sublime missione di carità, da fare di lui veramente, il padre degli orfani e dei poveri. Il suo amore al prossimo, specie quello debole e povero, tende-va non solo alla soluzione dei problemi e bisogni materiali ma soprattutto alla salvezza delle anime. Il suo zelo per la salvezza delle anime lo portò a fare del Rogate, (il comando di Gesù di pregare il Padrone della Messe, perché mandi buoni operai nella sua messe, avendo visto l’umanità stanca e sfinita come pecore senza pastore), la ragione della sua vita. Dio e il Prossimo, fu il nome di una testata di un giornale, da lui voluto, e che alla fine dell’ ‘800, raggiungeva la tiratura di ben settecentomila copie.

OPERA MADONNA DI FATIMA - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 Trani - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505 e-mail [email protected] - w.w.w. rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. n.° 996702

Page 16: Calendario Fatima

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OPERA MADONNA DI FATIMA - PP. ROGAZIONISTI - CENTRO SOCIO-EDUCATIVO Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 - 76125 TRANI (BT) - Tel. 0883 507133-580120 - Fax 0883 492505

e-mail [email protected] - w.w.w. rogazionistitrani.it - Casella postale 550 - C.C.P. n.° 996702Banco Posta - codice IBAN: IT55 N076 0104 0000 0000 0996 702 - codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXXBanca Prossima - codice IBAN: IT12 U033 5901 6001 0000 0012 254 - codice BIC/SWIFT: BCITITMX

UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Cuore dolcissimo di Gesù che avendo detto: "Pregate il Padrone della Messe perchè mandi operai nella sua messe", ci hai dato fiducia di esaudirci quando questa grande grazia ti domandiamo, noi ti supplichiamo per intercessione di Sant’ Annibale Maria Di Francia di mandare nella Santa Chiesa numerose e sante vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa, missionaria e coniugale, per il bene delle anime e la gloria di Dio tuo e nostro padre. Amen

Preghiera allaMadonna di Fatima(che si venera nell'omonimo Santuario di Trani)

O Vergine tutta Bella e Immaco-lata, Regina del Santo Rosario di Fatima, il figlio, nei suoi bisogni ricorre alla mamma, sicuro di es-sere ascoltato.Questa certezza mi spinge a fare ricorso a Te, Madre tenera e pre-murosa. Aiutami e ottienimi dal Signore ciò di cui ho bisogno, nello spirito e nel corpo.Maria, Madre Mia, prega per me.

Per aiutarci nella nostra opera con donazioni, offerte ecc., si consiglia di utilizzare le forme di bonifico postale o bancario, secondo le coordinate qui sotto specificate.

Per lasciti a nostro sostegno si prega di utilizzare la seguente dicitura: "Lascio (o dono) all'Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti di Trani, Via Sant'Annibale M. Di Francia, 133 per le proprie opere caritative (specificare cosa)".

Per maggiori informazioni:rivolgersi al direttore telefonando ai numeri 0883.507133 -

580120, oppure usando l'indirizzo mail: [email protected] Carissimi, vorremmo pregarvi se vi fosse possibile, di

inviarci un vostro indirizzo di posta elettronica, per accelerare i nostri contatti con voi.

Grazie di cuore.

• Scrivere sempre ben chiaro e completo il vostro indiriz-zo; non dimenticare il codice di avviamento postale della vostra città.

• Se ricevete più copie della stessa stampa, onde evitare spese inutili, segnalatecelo.

• Saremo grati a tutti coloro che ci invieranno indirizzi di amici e parenti ai quali poter inviare gratuitamente la nostra rivista

Amico lettore, il suo indirizzo è custo-dito nell’archivio elettronico di questo Istituto e, nel rispetto di quanto stabilito dalla legge D. lgs.196/2003 sulla tutela dei dati personali , la informiamo che gli indirizzi dei benefattori, son esclusi-vamente utilizzati per l’invio di questa rivista e che non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi e in qualsiasi momento potrà esercitare il diritto di modifica o cancellazione chiamando il numeri 0883/580120-507133 o usando la mail: [email protected]. Grazie