Calabrò: Media Education; il Telespettatore · 2017-01-09 · spazio aperto Il senso morale che...

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il Telespettatore Anno 47° - N.7/8 Luglio/Agosto 2010 Calabrò: difendere la libertà di stampa Media Education; l’iniziativa dell’Aiart Tempo d’estate: repliche, repliche, repliche E sono oltre tredicimila i dipendenti Rai!

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il TelespettatoreAnno 47° - N.7/8 Luglio/Agosto 2010

• Calabrò: difendere la libertà di stampa

• Media Education; l’iniziativa dell’Aiart

Tempo d’estate: repliche, repliche, replicheE sono oltre tredicimila i dipendenti Rai!

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�spazio aperto

Il senso moraleche latitain “FORUM”

Rispondo all’invito che mi è statorivolto che ho fatto il 21 giugnoper esporre una mia protesta re-lativa a due puntate di “Forum”ore 11,30 – 13,00. (Area considerataprotetta) dei giorni 16 e 17 giugno. Non sono abituata ad esibire imiei titoli professionali non soloper una sorta di privatezza maanche perché mi è sempre sem-brato risibile il proporsi; in questacircostanza lo ritengo, però, op-portuno e di questo mi scuso.Sono una psicologa con specializ-zazione dell’età evolutiva. I mieistudi si sono svolti presso l’uni-versità di Torino e presso l’istituto‘Jean Piaget’ di Ginevra.Espongo il problema: sono rimastastupita e in parte scandalizzatanell’ascolto di due trasmissioni deigiorni 16 e 17 giugno; eppure sonoabituata ad accogliere confidenzedi tanti giovani nella mia profes-sione. Nella prima trasmissionesi trattava l’argomento della ‘pil-lola’. Con spavalderia alcune si-gnore mamme asserivano di offrirevolentieri alla figlia di quattordicianni la pillola per salvaguardarneil futuro di donna. Inesistente lareazione del pubblico televisivoche appariva consenziente e plau-

dente. Accrebbe il mio stupore,alla fine della trasmissione, l’altapercentuale di assensi anche daparte degli ascoltatori.Ritengo questo atteggiamento unoffesa al pudore e alla dignitàdella donna. Certi argomenti, amio avviso, non si devono propa-gandare. Nell’altra trasmissionesi presentò una signora che prote-stava perché sotto il suo apparta-mento, situato al primo piano, era-no stati affettati dei garages perincontri, a pagamento, delle coppieche cercano l’intimità. Tra questecoppie risultava che ci fossero gio-vani ragazze. Anche in questa oc-casione le mamme, che partecipa-vano alla trasmissione, si dimo-strarono, tra il consenso del pub-blico televisivo e degli ascoltatori,molto soddisfatte perché le figlieerano così più protette e sicure inquel luogo evitando i rischi nel-l’appartarsi in posti solitari. Ga-rages al posto delle case chiuse.La signora che aveva presentatola sua protesta e dimostrato il suosconcerto, è stata irrisa e conside-rata incapace di comprendere lasocietà moderna.Dimenticati i valori che hanno im-perniato di sè il nostro passatonon lontano nel tempo. Siamo indemocrazia. Ciascuno di noi è re-sponsabile di quanto avviene nelbene e nel male nella società. Nondico di bere un bicchierino di cicuta

alla Socrate, ma di essere più re-sponsabili soprattutto verso la gio-ventù da noi tradita. Si brucial’infanzia, si ferisce l’innocenza.Anna Maria Massone Morandi

(La Spezia)

L’insulso “Bikini”di Canale 5

Desidero protestare per l’ infimolivello del programma di Canale 5“Bikini” che va in onda ogni do-menica da qualche settimana. Inparticolare nella puntata del 4luglio abbiamo potuto ammirarele mirabolanti avventure di Belen,che appariva in alcune foto cen-surata non sono nella parte su-periore del corpo, presentata comeil prototipo di chi ha avuto suc-cesso (quindi come esempio posi-tivo e da seguire).Gli altri servizi, a parte quellosugli albori della carriera di Fio-rello semplicemente inutile, erapiù o meno tutto sullo stile diNovella 3000. Tutto questo in ora-rio di prima serata!! Se Canale 5non sa che cosa proporci di megliodurante l’ estate propongo, anchese qualche volta sarebbe bellostare a casa, di uscire tutte lesere disertando insieme anchel’enorme proposta pubblicitariaassociata.

Roberto Romualdi (Milano)

A tu per tu con il lettore

pubblica che rinuncia ad una sua peculiare vocazione especificità conduce ad una sconfortante evidenza. L’omo-logazione, l’appiattimento, la fotocopiazione della TVpubblica dalla TV commerciale. La stessa strategia diprogrammazione e di contro programmazione, la stessasindrome da performance economica, lo stesso assillo dadittatura da auditel, le rende simili e identiche come duegocce d’acqua. Si dà voce e alimento a quella subdola,strumentale e fascinosa scuola di pensiero che invita anon pagare il canone, stante la medesima ed identicaofferta al cliente/telespettatore. Il problema è che questadolce sirena non viene minimamente contrastata dalla

governance del servizio pubblico. E’ molto flebile in essala tensione verso la valorizzazione delle competenze,della tradizione professionale e della sensibilità socialeche ha costituito nei decenni la diversità della TV diStato italiana. La difendibilità e la sopravivenza diquesta azienda passa da una radicale differenziazionerispetto alla TV commerciale e da una tangibile ricono-scibilità. L’omologazione, invece, equivale ad una strisciantedichiarazione di morte dell’emittente pubblica con il con-seguente dirottamento dell’appetitosa torta di 8,4 miliardidi euro/anno di pubblicità da spartirsi con un invitato inmeno e con il trionfo del pensiero unico.

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In questo numeroAnno 47° - n. 7/8 - Luglio/Agosto 2010

[ l’Editoriale ]

Estate, tutti al mare Rai chiude per ferie[ DI GIUSEPPE ANTONELLI ]�[email protected]

MEN S I L E D E L L ’A I A R T - A S SOC I A Z I ON E S P E T TATOR I ON LU SVia Albano, 77 - 00179 Roma - Tel. 06.7808367 - Fax 06.7847146

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il Telespettatore

Una delle affermazioni meno lusinghiere per definirela funzione di un sistema televisivo è quella che sostieneche la televisione serve a procurare teste per gli inser-zionisti pubblicitari. Questa netta affermazione vieneconfermata in modo evidente in una particolare stagionedell’anno. E’ a tutti i telespettatori italiani noto ildiffuso “smantelliamo le tende” che freneticamentecoinvolge tutti i palinsesti televisivi pubblici e com-merciali all’apparire dei primi soli estivi. Stranamentequesta stagionalità non si applica al canone dal qualenon vengono detratti i 4/12 relativi ai mesi in cui le TVtrasmettono intramontabili scampoli di magazzino.Sulla politica perseguita dalla programmazione priva-ta-commerciale non occorre soffermarsi perché obbediscea logiche economiche e risponde solo a sindrome dafatturati. Molto più interessante per un’Associazioneche opera a tutela del telespettatore è, invece, l’analisidella programmazione televisiva di un’emittente im-pegnata per definizione e missione a svolgere unservizio pubblico. La sindrome da “chiusura dellabottega” che contagia tutti i programmi trasmessidalle reti pubbliche (fiction, informazione, talk-show,intrattenimento) inizia, ogni anno, come un’influenzastagionale, già dalle ultime settimane di maggio, consaluti, commiati, ringraziamenti, auspici, ammiccamential Direttore di rete, arrivederci all’autunno prossimo ecosì via. Si da inizio a uno stravolgimento totale dellaprogrammazione e si attinge copiosamente al magazzinocon riproposizione massiccia di varietà, film, fiction,dal tipico odore vintage e materiale degno di specificocanale tematico dal titolo “Come eravamo”. La preoc-cupazione degli strateghi della programmazione non ècertamente quella della responsabilità sociale che nonvà in vacanza ai primi calori, non è nemmeno quella digarantire un diritto all’informazione sui fatti politico-sociali e relativi approfondimenti, non è quella di mo-dulare la programmazione facendo parlare il territorio,tanto meno quella di zummare sul mondo invece chesul cortile domestico. L’unico assillo che ormai pervadeanche le stanze dei manager della TV pubblica è quellodi assicurare agli inserzionisti pubblicitari il maggiornumero possibile di contatti affinché sia garantita l’ef-ficacia dell’investimento pubblicitario. In pratica il te-lespettatore è ritenuto una pura entità di marketing,un numero, un contatto, un’unità di spesa, che inmodo massiccio la televisione deve procurare alle dire-zioni commerciali e Mrk delle aziende inserzioniste.Questa unica e prioritaria preoccupazione della TV

spazio aperto 2A tu per tu con il lettore

editoriale 3Estate, tutti al mare Rai chiude per feriedi Giuseppe Antonelli

commenti 4Definire e salvaguardare la libertà di informazione di Francesco Giacalone ................................................ 4

Rai: Aiart, risibile la proposta del governo sul canone

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Fermo monito dal CNU: la tutela degli utenti non è molto efficace ..................... 7

E per la Media-Education si aprono buone prospettive di Vincenzo Franceschi ................................................ 9

Impazza su internet il gioco d’azzardodi Claudia di Lorenzi .................................................. 10

Anche il gioco ha il suo fascinoIntervista al sociologo Roberto Ciprianidi Angela Abbozzi Cecchetto ..................................... 11

Non è certo migliorata la condizione dell’infanziadi Alfonso de Lucia Lumeno ...................................... 12

Sembrano tutti uguali ma la differenza c’è di Giorgio Mancini .................................................... 15

Un modo significativo di fare Media Educationdi Francesco Morici .................................................... 16

aiart news 17

rassegna del sito 17di Domenico Infante

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“La libertà d’informazione è forseuna libertà superiore ad altrecostituzionalmente protette, ecome tale va difesa da ogni ten-tativo di compressione”. Il presi-dente dell’Autorità per le garanzienelle comunicazioni, Corrado Ca-labrò, lo ha ricordato presentandoa Montecitorio la relazione an-nuale 2010 sull’attività svoltadall’organismo e sui suoi pro-grammi di lavoro. Le parole diCalabrò, con le quali il presidentedell’Agcom ha aperto il capitolodella presentazione dedicato altema della libertà di informazionee del servizio pubblico, hannosubito trovato ampio spazio neimedia italiani. Il presidente dell’Authority, senzaentrare nel merito delle soluzioniindividuate dal provvedimentosulle intercettazioni, ha richiamatoalla salvaguardia non solo dellalibertà dì’informazione ma anchedella riservatezza. Calabrò rife-risce che “la via che l’Autorità ha

privilegiato è quella dell’autoge-stione. In base al Codice di auto-regolamentazione sulla rappre-sentazione in Tv di fatti relativia indagini e processi in corso,l’apposito Comitato - costituitodai rappresentanti delle emittentitelevisive ma anche dell’Ordinedei giornalisti e della Federazionenazionale della stampa - ha ri-chiamato l’esigenza di attenersialla veridicità, alla completezza,all’imparzialità ed al rispetto delcontraddittorio, verificando e ga-rantendo che i fatti e le circostanzerappresentati trovino rispondenza

obiettiva in fonti suscettibili diriscontro, secondo le varie fasidelle indagini o dei processi”. PerCalabrò “L’accesso senza discri-minazioni ai mezzi di informazionedelle forze politiche e sociali vatutelato; specialmente in un si-stema concentrato (tripolare) comequello italiano.” Calabrò ha ricordato inoltre cheil Trattato di Lisbona pone il plu-ralismo dell’informazione allabase dei principi fondanti del-l’Unione europea. “Si tratta -spiega - di un parametro di le-gittimità della legge che deve es-sere valutato con attenzione inqualunque intervento normativonazionale”. Il presidente dell’Agcom ha postoparticolare attenzione ai temi“caldi” che riguardano media epolitica ma all’interno della pro-pria relazione non mancano altrispunti interessanti. Il primo importante tema su cuiil presidente dell’Agcom si con-

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Definire e salvaguardare la libertà di informazione

Dalla relazione annuale del Presidente dell’Agcom emerge un quadro preoccupante del sistema delle comunicazioni in Italia,nonostante alcuni segnali positivi.

www.agcom.it

[ DI FRANCESCO GIACALONE ] � [email protected]

Corrado Calabrò Presidente dell’Agcom

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centra è quello relativo alle te-lecomunicazioni, affermando insintesi, che il processo di libera-lizzazione sta dando i propri frut-ti: “Persino nell’annus horribilis2009”, il comparto delle teleco-municazioni ha sostanzialmentetenuto. Nel mondo, questo settoreha generato ricavi per 980 mi-liardi di euro. Anche in Italia letelecomunicazioni hanno confer-mato il loro peso, quantificabileintorno al 3% del PIL . Tutti i principali operatori hannochiuso i loro bilanci in attivo, equesto malgrado la pressione com-petitiva garantita dalle nostreregole che ha portato all’ulteriorediminuzione dei prezzi. Le tele-comunicazioni sono state e sonol’unico servizio con una dinamicamarcatamente anti inflattiva. Dal1995 all’aprile 2010 l’indice deiprezzi al consumo del settore èdiminuito, a fronte di un aumentodell’inflazione di oltre il 30%. Nella telefonia mobile, in Italia,abbiamo uno dei mercati piùcompetitivi del mondo. Dal 2002a fine marzo 2010 più di 24 mi-lioni di utenti hanno cambiatogestore. In esito alla nostra te-nace azione – continua il presi-dente dell’Agcom - ora si puòcambiare gestore in tre giornitrasferendo il credito residuo. “ È incessante l’introduzione dimodifiche tecniche e innovazioniper incentivare la crescita deiconsumi legati alla tecnologia:l’Italia è il secondo Paese europeoper diffusione della banda largamobile, ma se non interveniamorapidamente, - ha affermato Ca-labrò - con il tasso attuale di dif-fusione degli smartphones, la no-stra rete mobile infatti rischia ilcollasso; bisogna intervenire met-tendo a disposizione degli opera-tori di telefonia altre frequenze”. Nella relazione inoltre non puòmancare un’analisi attenta dellaTv: il 2010 rappresenta, come

sappiamo, un anno di cambia-mento per il sistema televisivoitaliano. La tecnologia analogica,che ci ha accompagnato negli ul-timi 50 anni, è ormai in via disostituzione da parte del sistemadigitale.Sono già “digitalizzate” sei regionid’Italia e nel corso di quest’annoè prevista la completa digitaliz-zazione del Nord. Nel 2011 av-verranno i passaggi nelle Regionidel versante adriatico ed, infine,nel 2012 passeranno al digitalela Toscana, l’Umbria, la Sicilia ela Calabria. Con uno sforzo, ladigitalizzazione potrebbe esserecompletata entro il 2011. Allafine del 2010 il 70% delle famiglieavrà abbandonato infatti la vec-chia Tv analogica.Già oggi l’ascolto della TV digitalesu tutte le piattaforme – ha chia-rito Calabrò - ha superato, con il51,2%, l’ascolto della TV analo-gica. Il numero delle famiglie do-tate di almeno un ricevitore di-

gitale terrestre è salito a gennaiodi quest’anno a oltre 15 milioni,mentre una quota consistentedei nuovi decoder viene acqui-stata per adeguare al digitaleanche i secondi e terzi televisoridi casa.I ricavi del comparto televisivosi mantengono consistenti: quellida pay-tv (in crescita) e da pub-blicità (in discesa) si sono ulte-riormente avvicinati. Lo sposta-mento delle risorse pubblicitariedalla TV tradizionale ad internetnon è stato però della stessa por-tata che in altri Paesi. Ciò denotacome in Italia sia ancora pocosviluppata la Rete e i servizi adessa collegata. Il settore televisivo italiano è es-senzialmente tripartito: Rai- Me-diaset-Sky, con gli altri operatoriminori e le TV locali che faticanoa trovare spazi concorrenziali.La Rai, comunque, deve acquisireeffettivamente le risorse del ca-none, con un sistema di riscos-

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Rai: Aiart, risibile la proposta del governo sul canone

“Ancora una volta sul canone Rai, pur di fare cassa e trasfusioni ad unaRai dissanguata e stremata, si avanzano proposte non solo scarsamenteefficaci, ma risibili e molto discutibili sul piano giuridico”. Lo afferma ilpresidente dell’associazione dei telespettatori cattolici Aiart, Luca Borgomeo,nel commentare la proposta del viceministro Romani.“Il Governo - dice Borgomeo - che tanta responsabilità ha nel degrado enel declino della Rai, abbia il coraggio di eliminare una volta per sempreil canone della Rai, finanziandola con la fiscalità generale. Il canone Raidiventerebbe formalmente quello che oggi è di fatto, una vera e propriatassa”. “Ma sarebbe auspicabile - continua Borgomeo - una riflessioneserena sulle cause dell’evasione del pagamento del canone; tra queste laprincipale riguarda i telespettatori, insoddisfatti, indignati, critici per unservizio pubblico che ha abdicato a svolgere il suo ruolo al servizio dellacomunità nazionale, omologandosi ogni giorno di più alle reti Mediasetnel servizio informativo, generalmente carente o fazioso e nel mancatorispetto della dignità e della identità culturale e morale degli italiani, spe-cialmente dei minori”.

(Adnkronos, 13 Luglio)

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sione che riduca l’evasione, ancheper migliorare la qualità; la so-luzione c’è; basta volerla.Si conferma che la TV digitalemulticanale frammenta l’audien-ce anche dei canali generalistitradizionali; nondimeno Rai eMediaset conservano quote diascolti ancora assai rilevanti sullequali l’avvento della pay tv staincidendo lentamente. “Ci siamobattuti – insiste il presidentedell’Agcom - affinché la produ-zione indipendente di contenutiaudiovisivi venga tutelata”.Le tecnologie, come espressa-mente dichiarato nella relazione,ridisegnano anche l’editoria,specie nel settore della stampaquotidiana, che rappresenta an-cora il secondo mezzo di diffusionedell’informazione, e, quindi, unforte presidio per il pluralismo.Ma la lettura dei quotidiani è instrutturale diminuzione e nullaè avvenuto in questo anno perincentivarla. Non c’è stato recu-pero di risorse pubblicitarie deigiornali da internet, nel qualeinvece crescono le risorse attrattedai motori di ricerca. I principaligiornali ormai integrano la ver-sione cartacea con i servizi online, che vengono aggiornati con-tinuamente.La rete non cancella l’industriadel giornalismo; la cambia. Ca-labrò a questo punto pone l’ac-cento sul ruolo determinante dichi fa informazione: “E’ essenzialeche la funzione del giornalistanon venga meno; il giornalistaha un compito informativo inde-clinabile e non sostituibile dalflusso di notizie che scorre nellarete. Le nuove applicazioni tec-nologiche (e-readers o tablet-pc,come l’i-Pad) sono un’occasioneper riavvicinare i giovani alla let-tura dei giornali e dei libri; puòesserci una nuova stagione perla lettura, in un nuovo formato”.Opportunamente il Governo ha

previsto incentivi ai giovani perla banda larga. Se con la prossimafinanziaria gli studenti potesserofruire di un bonus governativoper l’abbonamento gratuito a unquotidiano on line, si potrebberocentrare due obiettivi: diffusionedella banda larga e diffusionedei giornali. Far sviluppare i libridi testo in via elettronica com-porterebbe un risparmio per lefamiglie e potrebbe arricchire ilibri di contenuti multimediali,suscitando l’interesse dei ragazzi. Per ciò che riguarda invece ilcommercio online, il nostro Paeseè il fanalino di coda in Europapoiché le nostre imprese vendonoancora troppo poco sul web. Come negli USA, e come hannofatto di recente l’UE e i principaliPaesi europei, serve quindiun’Agenda digitale su misura perl’Italia, che concentri lo sforzo ecolga le specificità del sistemaproduttivo e sociale nazionale efissi gli obiettivi normativi e pro-grammatici dei prossimi 3-5 anni.L’Autorità farà la sua parte, det-tando regole che, garantendo l’ac-cesso: riconoscano, con fini in-centivanti, un premio di rischioper il capitale investito; favori-scano gli investimenti condivisi;garantiscano la neutralità tec-nologica e la parità di condizioni

nell’utilizzazione delle infrastrut-ture comuni. Ma questo – secondoCalabrò - non basta. Il settorepubblico può fare molto, anchein tempi di rigore di bilancio. In-nanzi tutto coordinando gli in-terventi. Ci vuole un riordina-mento radicale, un organico di-segno legislativo che compongamolteplici misure - norme per lacostruzione e condivisione delleinfrastrutture che affranchinodalle molteplici autorizzazionie/o concessioni; norme per la li-beralizzazione delle transazionion line e il commercio elettronico;norme sulla sicurezza delle reti;liberazione delle radiofrequenzeper la larghissima banda e menovincoli per il Wi-fi e soprattuttoè necessario perseguire un obiet-tivo fondamentale riduzione delcosiddetto “digital divide”. Il di-vario esistente tra chi ha accessoeffettivo alle tecnologie dell’in-formazione (in particolare per-sonal computer e internet) e chine è escluso, in modo parziale ototale resta ancora evidente. Imotivi di esclusione comprendonodiverse variabili: condizioni eco-nomiche, livello d’istruzione, qua-lità delle infrastrutture, e in par-ticolar modo differenze di età. Calabrò ha infine spostato l’at-tenzione sull’Agenda digitale eu-ropea, che pone il traguardo del50% delle famiglie connesse allabanda larga a per il 2020, unimportante traguardo. Tanti gli obiettivi, alcuni ancoratroppo lontani, poiché un settore,come quello della comunicazione,è soggetto a pressioni estenuantida parte del mondo politico edeconomico. Le premesse per co-struire un Paese “avanzato” gra-zie alle nuove tecnologie ci sonotutte ma, purtroppo, il ritardostoricamente accumulato richie-derà all’Italia un maggiore sforzo,in prospettiva di un vero cam-biamento. �

”“Preoccupante

il ritardoaccumulatodal sistema

Italia

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Il Consiglio nazionale degli utenti ha svolto un’intensaattività di tutela dei cittadini utenti dei media (radio, te-levisione, cinema, videotelefonia, internet, videogiochi)in sintonia non solo con il mondo dell’associazionismoma anche con l’Autorità nel rispetto dei ruoli ed inpiena autonomia. Anche se sono oggettivamente evidentil’ampiezza del lavoro compiuto, va subito rilevato ildivario esistente tra la complessa attività svolta ed irisultati concreti conseguiti sul piano della crescita di ef-ficacia dell’azione di tutela affidata al Consiglio nazionaledegli utenti. Su questo divario hanno avuto notevoleinfluenza sia fattori generali esterni al Consiglio nazionaledegli utenti, sia problemi e carenze dello stesso Consiglio.Su questi fattori è opportuno soffermarsi, se pur pergrandi linee, allo scopo diindividuarne le cause econtribuire a delinearepossibili interventi e ini-ziative finalizzate ad ac-crescere l’efficacia dellasua azione di tutela. Perquanto attiene al quadrogenerale del sistema del-l’audiovisivo, vanno in-nanzi tutto rilevati la no-tevole concentrazione dei poteri economici, politici emediatici, la crescita dei media, lo sviluppo tecnologicodi quelli elettronici, la loro interconnessione nonché lageneralizzazione e l’aumento del numero degli utenti.Questa crescita, pur positiva, ha tuttavia reso ancorapiù impellente la necessità di una azione di tutela degliutenti dei media, al fine di garantire un’informazionecorretta e un intrattenimento basato su programmi ri-spettosi della dignità della persona e dell’identitàculturale. Su quest’accresciuta esigenza di tutela ha no-

tevolmente influito il carente quadro normativo, condi-zionato dalla peculiare situazione del nostro sistema ra-diotelevisivo, segnato da un costante e progressivo de-grado di qualità e di cultura, dal prevalere di logichemercantili, dal conseguente ruolo sempre meno centraledel servizio pubblico anch’esso coinvolto nel diffusoprocesso di decadenza qualitativa. Particolarmente ina-deguata è la tutela dei minori, utenti più vulnerabili epiù esposti ai pericoli di una negativa ed eccessivafruizione dei media. Negli ultimi anni la tutela deiminori, in quanto utenti dei media, ha notevolmenteperso efficacia, esponendo i minori, a partire dalla pri-missima infanzia, alle conseguenze negative sul pianopsico-fisico e relazionale di programmi televisivi, film,

contenuti di internet e vi-deogiochi inadatti. La ne-cessità di una maggioretutela dei minori è statarilevata concordementesia da rapporti sulla si-tuazione sociale del Paeseelaborati da importantiistituti di ricerca sia dallastampa più seria e respon-sabile ed è stata inoltre

constatata dall’opinione pubblica, specialmente quellapiù consapevole della emergenza educativa denunciatada importanti entità culturali e religiose e resa evidentedal difficile ruolo delle tradizionali agenzie educativequali famiglia e scuola contrastate e superate nel lorodifficile e delicato compito dall’invasiva azione formativa,spesso di fatto deviante, del complesso sistema deimedia. Di fronte a questa esigenza di tutela si registranon solo l’inadeguata iniziativa del complessivo sistemaistituzionale, ma anche la non sufficiente azione di

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DALLA RELAZIONE ANNUALE DELL’AGCOM

Fermo monito dal CNU: la tutela degli utenti non è molto efficace

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protesta e di proposta del corpo sociale ed in particolaredi quella parte dell’associazionismo che ha per finalitàla specifica tutela dei cittadini. Quest’ultimo aspettoviene richiamato anche quando si affronta il tema delruolo svolto dal Consiglio nazionale degli utenti e deilimiti evidenti della sua possibile iniziativa politico-culturale, nonostante l’impegno ed il lavoro dei suoimembri.È infatti evidente che trae autorevolezza e potere anchedal collegamento esistente tra i singoli membri del Con-siglio nazionale degli utenti e le associazioni che pro-pongono le loro candidature e attraverso le quali ilConsiglio indirettamente dovrebbe rappresentare il vastomondo dell’associazionismo italiano. Se questo colle-gamento è carente e debole e se, soprattutto, le asso-ciazioni, fatte le doverose eccezioni, non sono moltoattive né partecipative nell’azione di tutela, ovvero senon riescono coinvolgere gli iscritti nei vari temi dellatutela né contribuiscono ad un collegamento con ilConsiglio, ne consegue l’attenuarsi della capacità delConsiglio stesso di interpretare le aspettative degli utenti

e di svolgere una significativa azione di tutela dei lorointeressi e diritti. Queste considerazioni mirano a porrele premesse per un rilancio ed un potenziamento delnuovo Consiglio che andrà a costituirsi e che ci siaugura opererà in una linea di continuità con quelloche ha operato dal febbraio 2006 al dicembre 2009. Un’ultima riflessione riguarda la visibilità del Consigliopresso l’opinione pubblica, visibilità che è stata ricercataper far conoscere agli utenti l’attività del Consiglio eper accrescere negli utenti la consapevolezza dell’im-portanza dei propri diritti e della propria funzione nellasocietà. In questa direzione va rilevata una maggiorepresenza del Consiglio nazionale degli utenti negliorgani di informazione; rispetto al passato è indubbioche in questo modo il Consiglio nazionale degli utentisia uscito dall’anonimato. A questo risultato ha indub-biamente contribuito la predisposizione di un logo, ladiffusione di una brochure illustrativa dell’attività delConsiglio ed un’accresciuta attenzione ai rapporti conle agenzie e gli organi di stampa. �

Verso il rinnovo del CNUCom’è noto il 22 dicembre 2009 il CNU ha cessato la sua attività. Il CNU era composta da: PresidenteLuca Borgomeo; VicepresidenteRemigio Del Grosso; Consiglieri: Marina D’Amato; Paolo Landi;Piergiorgio Liverani; M. Micaela Fagiolo D’Attilia; Monica Multari; Giovanni Pagano; Paolo Piccari;Marco Ramadori; Mario Russo.Undici esperti, nominati dall’Agcom, erano stati designati da: ADICONSUM – Associazione di consu-matori; ADOC - Associazione difesa orientamento consumatori; AGE- Associazione italiana genitori;AIART - Associazione italiana ascoltatori radio tele- teatro-cine spettatori; Associazione per l’autoge-stione dei servizi e le solidarietà; AIDU – Associazione italiana docenti universitari; Associazione inmedio media; ANMIC – Associazione nazionale mutilati invalidi civili; ACI - Azione Cattolica Italiana;AFN - Azione per le famiglie nuove; Cittadinanza attiva; CODACONS - Coordinamento delle associazioniper la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e consumatori; CONFCONSUMATORI - Associazionedi consumatori, per i consumatori; CGD - Coordinamento genitori democratici nazionale; Lega consu-matori; Lunaria; Movimento consumatori; MDC - Movimento difesa del cittadino; MPV- Movimentoper la vita; Save the children; UCIM - Unione cattolica insegnanti medi; UCSI - Unione cattolica stampaitaliana; UISP - Unione italiana sport per tutti; UNC - Unione nazionale consumatori.

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Presso il Ministero dell’Istruzione,in viale Trastevere a Roma, si èsvolto nella mattinata del 15 lu-glio l’incontro tra il Sottosegre-tario on. Giuseppe Pizza e il Pre-sidente dell’Aiart Luca Borgomeo.Tema del cordiale e interessanteincontro: l’iniziativa dell’Aiart diraccogliere 5Omila firme per unaproposta di iniziativa popolareper l’inserimento nella scuola ita-liana della media-education (nonuna nuova materia d’insegna-mento ma ‘spazi’ di approfondi-mento sulla media-education).Borgomeo ha comunicato al Sot-tosegretario che le firme raccoltesono oltre 63mila e ha portato invisione uno dei dodici faldonicontenenti i moduli con circa5mila delle firme raccolte. Hapoi illustrato il contenuto dellaproposta dell’Aiart ed ha richiestoal Sottosegretario di valutarel’opportunità di ‘assumere’ taleproposta per verificare l’esistenzadi una possibilità per il Ministerodi individuare le necessarie pro-cedure operative per inserire neiprogrammi della scuola italianala Media Education. “Questa via

-ha detto Borgomeo- è senza dub-bio più rapida e concreta dell’iterlungo e complesso di una propostadi legge di iniziativa popolare,che comunque non è esclusa, nel-l’ipotesi che nei fatti non sia co-ronato da successo l’eventualeiniziativa del Governo”.Il Sottosegretqario Pizza ha mo-strato grande interesse alla pro-posta dell’Aiart ed ha svolto ap-profondite considerazioni sullanecessità educare gli studentiall’uso responsabile dei media,specialmente nell’attuale stagionepolitica-culturale del nostro Pae-se, che registra -come del restonegli altri Paesi- un affievoli-mento del ruolo, comunque sem-pre molto importante, delle tra-dizionali agenzie educative, scuo-la e famiglia, per effetto dellacrescita continua dei media (TV,internet, videogiochi, ecc.) e dellaloro sempre maggiore fruizioneda parte dei cittadini e dei minoriin particolare”:Il Sottosegretario si è, poi, riser-vato di far conoscere -in un suc-cessivo incontro- le iniziative cheintende proporre per la verifica

della possibilità concreta di in-serire nei programmi della scuolaitaliana la media education.Borgomeo, nel ringraziare e nel-l’esprimere la fiducia che ‘alleproposte seguiranno i fatti’, hasottolineato l’importanza dell’ini-ziativa dell’Aiart, (che non pro-testa soltanto, ma propone) so-stenuta da un ampio consensodi oltre 60mila persone che conla firma, hanno reso possibile ilraggiungimento di un primo im-portante risultato, che è una tap-pa del lungo cammino intrapresoper portare la Media educationnelle scuole italiane. �

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E per la Media-Educationsi aprono buone prospettivePresentato al Ministero dell’Istruzione la proposta dell’Aiart sulla Media-Education.Apprezzamento per la proposta Aiart dal Sottosegretario on. Giuseppe Pizza

www.aiart.org

[ DI VINCENZO FRANCESCHI ] � [email protected]

Il Sottosegretario Giuseppe Pizza

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Troppa pubblicità intorno al giocod’azzardo, in tv e sui giornali, perradio e via web. E’ l’allarme lanciatodal Dipartimento politiche anti-droga, istituito presso la Presidenzadel Consiglio dei Ministri, che rilevaun aumento significativo dei gio-catori ma soprattutto delle personeche si rivolgono ai centri di curaperché colpite da forme di dipen-denza, il cosiddetto “gambling pa-tologico”. “Quello che all’inizio sem-bra solo passatempo - osservanodal dipartimento antidroga - si ri-vela sempre più spesso una trap-pola psicologica dalla quale diventadifficile staccarsi”, e che inevita-bilmente porta ad un consumo dienergie, spesso anche alla dilapi-dazione di patrimoni, con conse-guenti ricadute negative sulla fa-miglia e nelle relazioni sociali. Undato confermato dagli studi condottidal SEPI (Society for the Explora-tion of Psychotherapy Integration),insieme con la Scuola di Psicote-rapia Comparata, che in occasionedel suo 26.mo congresso interna-zionale, a maggio, inserisce il giocod’azzardo fra le nuove forme di di-pendenza dei giovani, insieme ainternet, i videogiochi, il cellulare

e lo shopping. “Le nuove dipendenze- affermano gli organizzatori - nonriguardano l’uso o abuso di sostan-ze, ma non per questo sono menopericolose: possono infatti portarea comportamenti e relazioni di-sfunzionali e problematici riferitia oggetti, attività, stili di vita, ge-stione del tempo, difficoltà rela-zionali ed un distorto rapporto conla realtà ed il mondo esterno” e –notano – sono “trasversali e per-vasivi”, rispetto al genere e al-l’estrazione sociale. Segnali forti circa la pericolositàdel gioco d’azzardo, legale o illegaleche sia, ma tuttavia non sufficientia dissuadere alcuni campioni delcalcio italiano dalla tentazione disponsorizzarlo. In molti, dall’iniziodei Mondiali in Sudafrica, avrannovisto in tv la pubblicità di GigiBuffon, il portiere della nazionale,seduto a un tavolo da gioco insiemead altri giocatori, elencare le doticaratteriali necessarie per vincerea poker. Qualche settimana prima,in un altro spot, il capitano dellaRoma Francesco Totti si lamentavain una conferenza stampa del con-siglio del suo allenatore, facendochiaramente riferimento alle regole

di gioco del poker. Due casi che te-stimoniano il crescente appeal chequesta attività esercita sugli ita-liani, di tutte età, per lo più ignaridei rischi che si celano nel gioco,fra le carte e le scommesse. Ci preme dunque chiarire anzituttoil significato del termine, per poiricordare le conseguenze che unafruizione impropria dello stessocomporta. Il gioco d’azzardo è ungioco finalizzato all’ottenimento diun premio, in denaro, buoni o benimateriali, che comporta il rischiodi una somma di denaro e dove lavincita è per lo più legata al caso enon alla perizia del giocatore; rien-trano nella categoria, fra gli altri,i videopoker, il lotto e superenalotto,i “Gratta e vinci”, le scommessesportive e quelle ippiche, i concorsia pronostici, il bingo, le slot ma-chine, la roulette e il poker, chenel 2009 – stando agli ultimi dati– hanno registrato un successosenza precedenti, con 54 miliardidi euro raccolti. Un trend in cre-scita, soprattutto per il poker, so-stenuto anche dalla proliferazionedelle versioni on line dei giochitradizionali, confermato nel 2010:da gennaio ad aprile gli italiani

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Impazza su Internetil gioco d’azzardo

Favorita da un’ingannevole e insana pubblicità, cresce la “febbre”del gioco.Non fa male soltanto alla tasca, ma anche alla salute

www.aams.gov.it

[ DI CLAUDIA DI LORENZI ] � [email protected]

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hanno scommesso oltre 20 miliardidi euro, il 15,4% in più rispettoallo stesso periodo dell’anno pre-cedente, ed hanno giocato su in-ternet per un valore pari a 1,8 mi-liardi, il 51,7% in più del 2009. Un successo, spiegano gli esperti,che nasce da un equivoco di fondo:l’illusione di poter esercitare uncontrollo sull’esito del gioco, inverodel tutto affidato al caso, e conessa un ingiustificato senso di eu-foria che fa leva soprattutto sullepersonalità più fragili. Come quelledei giovani: gli studi dell’Istitutodi fisiologia clinica del Consiglionazionale delle ricerche di Pisa ri-levano che “dal 2008 al 2009 lapercentuale di studenti tra i 15 e i19 anni che dichiarano di aver gio-cato in denaro almeno una voltanegli ultimi dodici mesi è aumen-tata dal 40% al 47%” e che “l’au-mento maggiore è fra le ragazze,passate dal 29 al 36%” mentre imaschi “passano dal 53 al 57%”.Tra questi studenti, nonostante ildivieto di legge, circa 550.000 sonoi minorenni, corrispondenti al 43%dei minori scolarizzati, il 38% ri-spetto al 2008. A ben vedere lacrescente diffusione del gioco d’az-zardo, in particolare fra ragazzi eanziani, è giustificata proprio dallanuova piattaforma di gioco: il web,che dalle sale da gioco porta l’atti-vità ludica nelle case, alla portatadi qualsiasi utente dotato di unalinea telefonica. E’ questa improv-visa invasione di campo che minal’equilibrio e il benessere della fa-miglia, al punto di causare, neicasi più gravi, forme di indebita-mento e ricorso al prestito, talvoltaperfino all’usura. La tutela da questo tipo di rischiva affidata dunque a diverse agen-zie, prime fra tutte l’Amministra-zione autonoma dei monopoli diStato - AAMS, presso cui da pocoè stato istituito il “Comitato per laprevenzione e la repressione delgioco illegale, la sicurezza del giocoe la tutela dei minori”; il Centroper la Tutela dei Consumatori edegli Utenti – CTCU; l’AutoritàGarante per le Comunicazioni –Agcom, presso il Ministero delloSviluppo Economico. �

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Anche il gioco ha il suo fascinoIINTERVISTA AL SOCIOLOGO ROBERTO CIPRIANI

DI ANGELA ABBOZZI CECCHETTO

Il gioco inizia con il primo sorriso della mamma da quando veniamo allaluce, non senza sofferenza e con tanti interrogativi. capire quale importanzaabbia il gioco nella crescita della persona e del suo sviluppo, rientra nelleresponsabilità della famiglia, della scuola e di tutta la società. bastasaper utilizzare, in senso appropriato, il valore del contenuto, in ogni fasedell’esistenza con lievità, semplicità e piacevolezza per passare alla con-centrazione, all’impegno, alla competività e alla sfida. Una lettural’abbiamo chiesta al prof. Roberto Cipriani docente di sociologia alla Uni-versità Tre di Roma.Che cosa rappresenta il gioco nella nostra vita?La dimensione del gioco rientra nella consuetudine, nella prassi,nell’abitudine umana. Basta riandare all’espressione del bambino nelrapporto con la madre. il sorriso è il gioco per eccellenza. E’ un messaggioa cui si attende risposta. Io faccio una mossa in cui esprimo la volontà diessere collegato. Non a caso Internet, il sito web o facebook sono tuttemodalità di relazione che sono tentativi di allacciare rapporti nuovi, col-legamenti con interlocutori. quando questo tentativo fallisce, si ricorreallo strumento informatico in sostituzione della persona. infatti la macchinacompie gli stessi gesti di una persona.Come mai, giovani ed adulti sono affascinati dai giochi nelcomputer e in altre diffusissime macchinette a portata dimano in ogni momento e anche a scuola?La macchina è sempre pronta e disponibile a dare risposte, risoluzioni,sfide e simboli che sono provocazioni per il giocatore il quale, quanto più ècoinvolto, tanto più mette da parte le relazioni interpersonali, quindi giocacon un altro inesistente, ma soprattutto gioca con se stesso in quantofinge di avere un’altra persona che in effetti non è presente fisicamente.Che cosa riceve il giocatore: un passatempo, un diversivo rispettoalla fatica, alla routine quotidiana, attrattive simpatiche?Il rischio è di restare imperniati e irretiti in un sistema in cui anzichécontrollare qualcosa, si è gestiti da un automa che, privo com’è dianima, prosegue all’infinito con un rapporto fatuo che non ha laconsistenza e la dimensione effettiva di un rapporto umano. si tratta diuna nuova forma di schiavitù da cui non ci si riesce a liberare, perchésoggiogati dall’abitudine e dall’attrattiva di una possibile ma effimerasoddisfazione. in definitiva, questo rapporto persona-gioco, anzichéfavorire una relazione amicale, diventa un soggiogamento inestricabile.questo significa che, non avendo capacità critica e decisionale, vieneseguita ed inseguita qualunque chimera. ma alla fine, l’illusione sitrasforma in delusione.Che cosa c’è di nuovo rispetto ai giochi tradizionali?La nuova tecnologia appare affascinante, convincente, attraente e quasinon lascia alcun spazio per il pensiero autonomo e libero, soprattutto senon si conosce come funziona effettivamente la macchina del gioco especialmente il gioco della macchina, non ci si rende conto di quantoavviene realmente?

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Il Rapporto Nazionale sulla con-dizione dell’ infanzia e dell’ ado-lescenza, curato dall’ Eurispes incollaborazione con il Telefono Az-zurro, compie dieci anni. Il dossierin questione propone, come diconsueto, una ricognizione attentae particolareggiata del complessomondo dei bambini e degli adole-scenti. Tra gli obbiettivi prioritaridella pubblicazione vi è da sempresicuramente quello di offrire ampispunti di riflessione, approfondi-menti e attente analisi socio-sta-tistiche funzionali all’ individua-zione dei nodi problematici cheaffliggono i minori nel nostro Pae-se. Il dossier offerto è ricco didati, osservazioni e valutazioniche servono non solo a stimolarela riflessione sulla condizione dibambini ed adolescenti, ma anchepromuovere ed ampliare la pro-mozione, l’ affermazione e il radi-camento di una precisa culturadell’ infanzia anche in Italia. IlRapporto si offre come un validostrumento di conoscenza ed ap-profondimento delle fondamentalitrasformazioni, tendenze, stili divita, modalità relazionali, poten-

zialità e rischi che caratterizzanoil processo di crescita infantile edadolescenziale. Le indagini svolteall’ interno del mondo scolasticohanno interessato 2500 bambinie ragazzi in 33 scuole diverse perRegione, ordine e grado. L’ iden-tikit del bambino è stato realizzatoattraverso un questionario postoa minori di età compresa tra i 7 egli 11 anni; mentre quello dell’adolescente ha avuto come cam-pione ragazzi dai 12 ai 19 anni. L’ analisi della macrotematichetrattate nel Rapporto inizia con l’esplicativo titolo: Una società checambia:giovani tra famiglia, scuo-la e multiculturalità. E propriola famiglia continua a ricoprirecardine ed imperniante nella vitadel bambino; come emerge dagliIdentikit, i bambini attribuisconoa questa istituzione un’ impor-tanza molto significativa: nel 2003,sia per bambini (69,9%) che pergli adolescenti (56,6%) costruireuna famiglia è l’obbiettivo princi-pale da raggiungere in futuro.Dalla rilevazione fatta nel 2005emerge che la famiglia viene col-locata al primo posto dei valori

più importanti dall’ 85% dei bam-bini e dall’ 81% dei ragazzi. Nel2006, quasi un terzo (il 29,7%)dei più piccoli interpellati ha di-chiarato che essere circondati dauna famiglia amorevole è il pre-supposto principale per sentirsiuna persona di successo. Ma infamiglia purtroppo non sono sem-pre e solo rose e fiori, e i giovanine sono più che consapevoli: dallarilevazione fatta nel 2006, sentirei propri genitori litigare turbamolto i ragazzi, tanto che il 36%dei bambini e il 18,4% dei piùgrandi dichiara di odiare questotipo di situazione. Di fronte all’assistere ad un litigio (che per il58,3% dei bambini e il 61,3% deiragazzi avviene di frequente) solopoco più del 18% rimane indiffe-rente, mentre gli altri provanosensazioni che vanno dalla tri-stezza (30%), alla rabbia (17,8%),alla paura (6%), finanche a pro-vare un senso di colpa (4%) e dismarrimento e solitudine (2,8%)nei più piccoli. Gli impegni lavo-rativi, quelli extra lavorativi, lostress e la frenesia della vita quo-tidiana hanno portato ad un di-

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Non è certo miglioratala condizione dell’infanzia

Nello studio Eurispes-Telefono Azzurroil rapporo dei minori con la famiglia,i media, con le bevande alcoliche, la droga, il fenomeno del bullismo.

www.eurispes.itwww.azzurro.it

[ DI ALFONSO DE LUCIA LUMENO ] � [email protected]

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stacco sempre maggiore nelle re-lazioni tra genitori e figli, facendoemergere prepotentemente la fi-gura dei nonni nel ruolo di edu-catori, tanto da soppiantare intaluni casi il normale e legittimoruolo dei genitori. I nonni rap-presentano sempre di più un’ asseportante degli equilibri familiari:il 74,3% dei bambini ed il 57,3%degli adolescenti trascorre abba-stanza o molto tempo in compa-gnia dei propri nonni. E per i gio-vani è fondamentale la loro pre-senza: li reputano capaci di co-municare affetto (infanzia 92,7%adolescenza 90,6%), li consideranocapaci di comprenderli (82,3 e71,7%) e di trasmettere loro espe-rienza (76,2%, 79,7%). La spesadelle famiglie italiane aumentaconsiderevolmente in presenza difigli, registrando una proporzio-nalità inversa tra spese e costi enumero dei figli. Nel 2007 le cop-pie senza figli hanno sostenutouna spesa media per l’ acquistodi beni e servizi per l’ ammontaredi 2.600 euro, cioè il 13,7% inmeno rispetto alla spesa mediamensile sostenuta dalle coppiecon un figlio ed oltre il 22% inmeno rispetto a quella dalle coppiecon due figli. Gli stessi dati riferitial 2009 confermano la presenzadi una significativa differenza dispesa mensile tra famiglie con esenza figli, con un costo addizio-nale per queste ultime compresotra 385 euro in presenza di un fi-glio (+8,1% rispetto al 2007), e636 euro in presenza di 3 o piùfigli (+8% dal 2007), mentre ri-mane invariata, sempre 2600 euromensili, la spesa delle coppiesenza figli. Tutta questa disparitàè dovuta anche all’ inadeguatezzadelle politiche di sostengo econo-mico alle famiglie: il confronto alivello europeo della spesa pertrasferimenti familiari sostenutaannualmente dai singoli Statimembri nel decennio 1997-2007,evidenzia come l’ Italia, a frontedi una spesa complessiva di 146mld di euro, che la pone ai pri-

missimi posti della graduatoria,risulti invece agli ultimissimi postiin termini di spesa pro capite pertrasferimenti familiari, il cui va-lore medio nel decennio preso inesame è stato di 215 euro, con untasso di crescita medio annuo del4,6 %. Solo la Spagna ha unaspesa pro capite inferiore all’ Italia(154 euro), ma con un tasso dicrescita annuo decisamente su-periore (+13,5%). Nel Regno Unito,tanto per fare un esempio, laspesa pro capite è stata di 446euro, in Francia di 263 e in Ger-mania di 777 euro (rispettiva-mente +117%, +189%, +261% ri-spetto all’ Italia). Con genitori molto impegnati,come si è detto anche prima, ibambini rimangono sempre piùsoli di fronte ai vari mezzi di co-municazione, e dunque decisa-mente meno tutelati dai filtri edalla supervisione dei genitori.Oltre alla televisione, ancora “com-pagna” per un tempo quotidianosignificativo, sono gli ultimi ri-trovati high tech a impegnare iltempo libero. Ma la televisionenon si batte. Nell’indagine del2007 infatti quasi un terzo deibambini (29,6%) afferma di nonpoter fare a meno della Tv; un11,8% del cellulare; seguonoIPod/lettore Mp3 (6%), pc (9,9%)e Internet (4,7%). Gli unici rivalidel piccolo schermo sono Playsta-tion e videogame, indispensabiliper il 20,2% dei bambini. Tra gliadolescenti la situazione è in partedifferente: non sono in grado dirinunciare alla Tv nel 17,1% deicasi; guai però a lasciare spentoil cellulare (42,7%); console e vi-deogiochi sono indispensabili peril 6,1%; sale il consumo di Internet(9,3%). Tra 2008 e 2009 cresce iltempo trascorso su Internet ancheda parte dei bambini: il 47,6%del campione dichiara, nel 2009,di dedicare a tale attività buonaparte del tempo libero; diminuisceinvece, l’utilizzo di videogiochi,che nel 2009 si ferma al 49,3%. Ilcellulare poi è utilizzato nel 2009

dal 34,6% del campione che haun’età compresa tra i 7 e gli 11anni (contro il 43,2% del 2008).Gli adolescenti fanno un uso con-sistente del mezzo televisivo(33,7% nel 2008; 35,5% nel 2009).Il 91,7% nel 2009 dichiara di uti-lizzare il cellulare ogni giorno,così come il 78,5% afferma diusare il lettore mp3 da un’orafino a oltre quattro ore ogni giorno.Il computer è utilizzato quotidia-namente da 41,7% nel 2009 e In-ternet dal 42,9% con crescite si-gnificative rispetto al 2008. Pergli operatori e tutti i soggetti coin-volti è indubbio l’interesse per ilsegmento rappresentano da bam-bini e adolescenti. Se infatti il ri-cavo medio, per utente, del settoredella telefonia mobile nel 2008 èstato di 530 euro (ottenuti rap-portando i 24,3 miliardi di eurodi ricavi complessivi ai 46,1 milionidi utenti attivi) è possibile stimareil giro d’affari relativo ai soliutenti di età compresa tra i 7 e i19 anni in oltre 3,2 miliardi dieuro (stima Eurispes, 2009). Ge-nitori ansiosi o facili ad accon-tentare le richieste hanno portatoil 54,8% dei bambini tra i 7 e gli11 anni ad averne uno nel 2006,per arrivare al 57,5% nel 2008.Guardando agli adolescenti nel2006, ben il 97,5%, quasi tutti,dei ragazzi tra i 12 e i 18 anniaveva già un cellulare. Hannosuccesso i “videofonini”, quelli contecnologia Umts dal 2008 e dal2009 anche gli smart-phone. Dal2009 poi oltre il 10% degli adole-scenti possiede addirittura più diun cellulare. Se per i bambinisono le funzioni base (telefonateed SMS) ad essere utilizzate, tragli adolescenti quasi il 21% nel2009 dichiara di navigare tramitecellulare. Ma Internet conquistain molti modi. Tra i più piccoliutilizzava la rete il 39,2% nel2002 e il 48,2% nel 2006; tra i piùgrandi, il 71,3% e l’84,7% rispet-tivamente. Internet per i bambinidai 7 agli 11 anni è fonte di infor-mazioni interessanti (44,2% nel

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2002, 52,6% nel 2006 e 69,3% nel2009); di materiale per lo studio(31,9% nel 2002, 40,2% nel 2006e 49% nel 2009); strumento di di-vertimento con giochi (47,5% nel2002, 54,9% nel 2006 e 68,3% nel2009); mezzo di fruizione di videoe altro materiale multimediale (il50,8% nel 2005 e il 55,9% nel2009 scarica musica e film e il54,7% sempre nel 2009 guardafilmati su YouTube); meno diffusi,a questa età, Blog (9,1% nel 2005e 22,3% nel 2009), forum (21,7%nel 2005 e 20,8 nel 2009) e postaelettronica (13,1% nel 2002 e 27,8%nel 2009). Per quanto riguardal’uso della chat, invece, sono quelleche hanno avuto una crescita mag-giore, passando da un 8,8% a un42,1% nel 2009. Tra gli adolescenticresce l’uso di applicazioni piùcomplesse come ovvio: la rete èsempre fonte di informazioni(81,9% nel 2002, 88,6% nel 2006e 93,4% nel 2009); anche per motividi studio (50,5% nel 2002, 81,2%nel 2006 e 83,2% nel 2009); maserve anche per scrivere e-mail(46,4% nel 2002, 52,6% nel 2006e 58,3% nel 2009); per chattare(39,5% nel 2002, 48,9% nel 2006e 79,9% nel 2009); piacciono poimolto i blog la cui percentuale difruitori è passata dal 14% nel2005 al 46,8% nel 2009; e la visionedi video sul YouTube (dal 65,3%nel 2007 all’85,8% nel 2009) Nonpoteva mancare uno sguardo alfenomeno del momento, i SocialNetwork. L’indagine campionariadel 2009 ha consta-tato che il 71,1% degliadolescenti intervi-stati possiede un pro-filo personale su Fa-cebook; My Spaceraccoglie il 17,1% del-le preferenze. Il28,7% dei giovani ri-tiene che i Social Net-work siano utili stru-menti per rimanere in contattocon amici vicini e lontani (23,6%).Il 14,9% ha deciso di affacciarsial mondo delle Reti sociali per in-

tessere relazioni e fare nuove co-noscenze; per il 10,4% dei ragazzile particolari applicazioni (giochi,gruppi, test) rappresentano un’alternativa per riempire il tempolibero; solo il 2,8% della partecampione invece li sfrutta per rin-tracciare notizie o argomenti diproprio interesse. Dati molto pre-occupanti emergono dall’ analisicondotta sul rapporto che i giovanihanno con le bevande alcoliche econ le droghe, leggere o pesantiche siano. I dati rilevati nel 2009mostrano come siano solo il 20,8%degli adolescenti a dichiarare dinon aver fatto uso di droghe leg-gere. Il maggior numero (28,7%)di quelli che dichiarano di farneuso, ha iniziato in un’ età compresatra i 16 e i 19 anni, e il 9% rientranella fascia dei 12-14enni (!). Nel67,9% dei casi hashish e marijuanasono usati occasionalmente, nel27,2% abitualmente (per il 4,2%una volta al giorno, per il 10,8%più volte al giorno). Sul versantedroghe pesanti, nel 2003, tra gliadolescenti, le percentuali di chifa uso di cocaina (2,8% occasio-nalmente, 1,8% spesso), e di LSD

o allucinogeni (2,2%) sono superioria quelle di ecstasy e Ketamine(intorno all’ 1,5%). Tra i 15 e i 19anni è più diffuso l’ uso della co-caina (assunta spesso per il 2,3%e in maniera occasionale dal 4,2%).Il consumo di alcool da parte deigiovani sembra avere negli ultimianni assunto proporzioni semprepiù rilevanti. Vi è un’ abbassamento preoccu-pante dell’ età media di uso/abuso,ed è il dato peggiore in Europa: l’eta delle prime bevute è intornoai 12 anni; ben il 45,7% nel 2008dichiara di aver bevuto per la pri-ma volta tra gli 11 e i 14 anni, eaddirittura il 17,8% ha dichiaratadi aver assunto per la prima voltabevande alcoliche prima degli 11anni. Si beve soprattutto con l’intento di ubriacarsi o come formadi divertimento e di aggregazione,visto che solo il 4,7% dichiara diavere l’ abitudine di bere durantei pasti, mentre il 49,6% ne fa usosoprattutto alle feste, il 27,9%quando si trova in compagnia e il16,3% tutte le volte che ne ha vo-glia o necessità (tutti i dati sonoriferiti all’ anno 2008). �

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Aiart, esposto contro il wrestling in tv:«Basta violenza nella fascia protetta»

Dopo l’allarme lanciato all’inizio del mese, l’associazione di telespettatoricattolici Aiart non rallenta la sua battaglia a favore di una corretta tele-visione dei ragazzi. «Contro la violenza gratuita proposta dal programmaWWE Afterburn sulla tv K2, presente sul digitale terrestre, abbiamo

presentato un esposto al Comitato Media e Mi-nori. Vogliamo che il wresting sia trasmesso lasera, ma non di certo all’ora di pranzo ladomenica, quando le famiglie sono riunite oquando comunque i più piccoli hanno un accessopiù facile alla televisione» afferma una nota del-l’Aiart. «L’articolo 34 del Testo Unico per la Te-levisione vieta le trasmissioni di violenza gratuita,ancor più se in fascia protetta – continua la nota– In WWE Afterburn il wrestling è derisione del-l’avversario, agonismo portato all’esasperazione.

Questi sono disvalori, dai quali i più piccoli vanno preservati. Il nostro èinvito anche alle famiglie, affinché facciano più attenzione»

(Da “Avvenire” di Domenica 11 luglio 2010)

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L’Aiart di Como ha promosso nel-l’aprile scorso, una piccola speri-mentazione di monitoraggio, delladurata di tre giorni, dei telegiornaliitaliani di prima serata. Fornendouna scheda di valutazione ai par-tecipanti ed esortandoli a fornireelementi utili per un’analisi com-pleta sui servizi, sulle immagini esui “titoli” andati in onda, sonoemersi degli spunti di sicuro inte-resse. Si è trattato di un’iniziativaagile, con l’obiettivo di sollecitareuna comprensione più diretta e ra-gionata della realtà dei telegiornali,e di trarre qualche utile considera-zione. Sono stati monitorati i se-guenti telegiornali: Rai 1 (h. 20.00),Rai 3 (h. 19.00), Canale 5 (h. 20.00)e La 7 (h. 20.00). Sono state distribuite circa 300schede, e ne sono ritornate pocopiù di cento, in grandissima mag-gioranza di persone adulte più checinquantenni, ma anche di qualchegiovane non ancora ventenne. Da chi ha partecipato sono statiscelti, in ordine decrescente, il Tgdi Rai 1 (una quarantina), di Canale5 (poco meno di trenta), di La 7(una ventina) e di Rai 3 (una quin-dicina). Oggi ci accontentiamo diuna breve relazione statistica, ri-mandando ad una successiva pun-tata di riflessioni di carattere con-tenutistico e di valore, che non per-

dono di attualità, anche a distanzadi qualche mese. Ci limitiamo dun-que ad alcune osservazioni generali,rimandando alla prossima relazioneuna valutazione approfondita sullenotizie, anche particolari e curiose,presenti nei vari sommari dei Tgnazionali. Nei “titoli” di apertura dei Tg, nellaprima giornata (Lunedì 12 aprile),la prima notizia (treno travoltodalla frana in Val Venosta) è lastessa per le quattro le emittenti;l’altra notizia comune (medici diEmergency) compare come secondain tre emittenti e come quinta suRai 3, la quale si distingue dallealtre anche perchè non inseriscenel sommario la posizione del Va-ticano verso la pedofilia. Anche nel corso della seconda gior-nata (Martedì 13 aprile) la primanotizia (vertice di Washington sullasicurezza nucleare) è comune allequattro emittenti. Tutte poi ripro-pongono tra le prime cinque anchela Val Venosta ed Emergency. Gio-vedì 15 aprile invece, mentre Rai1 e La 7 hanno iniziato con lamorte di Raimondo Vianello, Rai 3e Canale 5 sono partiti dalla ten-sione tra Fini e Berlusconi. In tutt’equattro segue subito la notizia dellaviolenta eruzione del vulcano is-landese. Osservando invece lo spa-zio riservato alla politica italiana

si nota che il 67 % lo giudica giusto,il 12 % carente, il 13 % eccessivo, el’8 % non si pronuncia. Sulla qualitàdel servizio invece, il 54 % lo giudicaequilibrato, il 14 % di parte, il 2 %lo giudica critico, ma il 30 % non sipronuncia.Passando allo spazio riservato allenotizie sui Paesi del Sud del mondoinvece il 75 % per cento non vi hatrovato nessuna notizia, il 13 % harisposto di sì (soprattutto su Canale5), e il 12 % non si pronuncia. Sisono poi presa in esame la presenzadi servizi-notizie dal contenuto di-seducativo: Il 70 % non ne ha ri-scontrati, il 17 % ne ha individuatouno, il 5 % ne ha segnalati più diuno, e l’8 % non si pronuncia. Poisi sono analizzati i servizi dei Tg,per notare l’eventuale presenza diimmagini (linguaggio) crude di vio-lenza. Risultato: nessuna (82 %),qualcosa (10 %), troppo (nessuno),e l’8 % non si pronuncia. Per ciòche concerne invece la presenza diimmagini (linguaggio) sconvenientedi sesso o di volgarità, nessuna(76 %), qualcosa (5 %), troppo (nes-suno), e il 19 % non si pronuncia.Per chiudere si è analizzata la coe-renza tra immagini e contenuto.Gli spettatori hanno risposto: sem-pre (35 %), quasi sempre (53 %)poco (4 %), mentre l’ 8 % non sipronuncia. �

Il Telespettatore - N.7/8 - Luglio/Agosto 2010 15

� commenti

Sembrano tutti uguali ma la differenza c’è

Interessante iniziativa dell’Aiart di Como:monitorati 4 telegiornali di prima serata

wwww.aiart.org

[ DI GIORGIO MANCINI ] � [email protected]

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“Vuoi essere responsabile dei me-dia per agire da protagonista?Una sfida valoriale da cogliere.”E “Progetto Intenet; preparati eresponsabili per difendersi dalleinsidie dei media e per navigarenella rete”. Sono questi i temi pro-posti agli studenti delle scuole se-condarie di primo e secondo gradodi Ancona e Provincia nel bandodel Concorso letterario “AmedeoFanesi” (storico dirigente dell’aiartanconetana), organizzato per laquinta volta dalla struttura terri-toriale dell’aiart di Ancona. I temidi grande attualità e notevole ri-levanza culturale e sociale hannoindubbiamente favorito la vastapartecipazione degli studenti al-l’iniziativa, promossa dall’aiartcon il patrocinio del Ministero del-l’Istruzione, della Regione Marche,dell’Aiart Nazionale, e che si èavvalsa della fattiva collaborazionedi gran parte del sistema scola-stico, dei Direttori, dei Presidi,degli insegnanti e – non meno im-portante e significativa – dei ge-nitori.Il successo dell’iniziativa ha indottola Presidenza Nazionale dell’aiartnon solo ad assicurare il Patrocinioma di richiedere all’aiart di Anconae delle Marche di dare al Concorso

letterario “Amedeo Fanesi” un ri-lievo nazionale, coinvolgendo –sulla scorta dell’esperienza ma-turata nelle passate edizioni – glistudenti della scuola secondaria,di primo e secondo grado, di tuttoil Paese. Alla ripresa dell’attivitàdopo le ferie, - ha assicurato ilPresidente nazionale Luca Bor-gomeo – sarà promosso un incon-tro con i dirigenti dell’aiart diAncona per definire il percorsoda seguire per dare al Premio Fa-nesi una rilevanza nazionale.La quinta edizione si è conclusacon la proclamazione dei vincitorie l’assegnazione dei premi. La ce-rimonia si è svolta sabato 12 giu-gno nel salone dei Salesiani, adia-cente alla Chiesa, in corso Alberto75, presenti quanti hanno contri-buito al successo dell’iniziativa e,in particolare, la dirigenza del-l’aiart, con il Presidente provincialeprof. Oliviero Corrieri e il Presi-dente Regionale Fernando Ilari.Un folto pubblico ha assistito allapremiazione ed ha salutato convivi applausi i giovani vincitori:I premiati per questa edizionesono, per la scuola secondaria diprimo grado: Campagnolo Elena,classe III A; Lemme Gianluca,classe III A e Tansella Francesco,

classe II A; tutti appartenentialla scuola secondaria paritariadi primo grado ‘Rosa Venerini’ diAncona.Per quella di secondo grado: LeahAdriah, classe I, sezione BLT dellascuola ITIS Meucci di Castelfi-dardo (An); Giampieri Sarah, clas-se I C dell’Istituto di istruzionesuperiore Corridoni-Campana diOsimo (An); e Lampacrescia Gia-como, classe V A, sezione ELEdella scuola ITIS Meucci di Ca-stelfidardo (An).Oltre ai sei vincitori, sono statipremiati con una menzione spe-ciale anche due elaborati che han-no particolarmente colpito la Com-missione Giudicatrice per la lorooriginalità.Tali premi sono andati a: RosatoEdoardo, IV B, del liceo Scientifi-co-tecnologico Meucci e PolonaraMatteo, classe III A della scuolasecondaria paritaria di primo gra-do ‘Rosa Venerini’ di Ancona.Archiviata la 5^ edizione delConcorso “Amedeo Fanesi”, ilpensiero corre già alla prossimainiziativa che potrà avere un re-spiro “nazionale” al quale augu-riamo lo stesso successo del con-corso promosso finora dall’aiartdi Ancona. �

Il Telespettatore - N.7/8 - Luglio/Agosto 201016

� commenti

Un modo significativodi fare Media EducationLa quinta edizione del Concorso letterario “Amedeo Fanesi”promosso dall’Aiart diAncona. Ampia la partecipazione deglistudenti delle scuole secondarie

www.carocci.it

[ DI FRANCESCO MORICI ] � [email protected]

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news� rassegna del sito

www. a i a r t . o r g

Il calo delle visite nei mesi estivi è un risultato atteso e fi-siologico. Il valore raggiunto nel mese di Giugno è di 7.113visite contro le 4.866 dell’analogo mese dello scorso anno.E’ un valore quasi il doppio e ciò dimostra i passi da gi-ganti che il nostro sito ha compiuto nell’ultimo anno, te-stimonianza del lavoro che è stato compiuto dalledirigenze nazionali e territoriali con la collaborazione deisoci. A Giugno non si sono svolti eventi di una certa im-portanza per cui ciò ci conforta circa le visite di Giugnoche sono state generate essenzialmente dalla attività or-dinaria. Di tali attività, e dell’interesse conseguente degliutenti del nostro sito, si ha diretta conferma dal tipo divisite riscontrate. Infatti il 7/6 sono state registrate 352visite dopo l’inserimento dei seguenti documenti: 1) Vade-mecum edito a cura dell’Ufficio di Gabinetto dell’Autoritàper le garanzie nelle comunicazioni, valido anche per letelevisioni analogiche. 2) Avviso di una ricerca del CORE-COM dell’Emilia-Romagna e del Dipartimento di Scienzedell’Educazione dell’Università di Bologna sulle “buonepratiche di media education nella scuola dell’obbligo”. 3)Lettera di Paolo Bafile sulle notizie del TG2 della Rai condidascalie in sovrimpressione che, però, parlano di altrifatti e di altre cose. Il 21/6 sono state registrate 309 visitedopo l’inserimento dei seguenti documenti: 1) Un saggiosul tema dei format televisivi di Roberta Pugliese. 2) Unarticolo di Alessandra Talarico sulla dipendenza patolo-gica da internet che colpisce sempre più persone nelmondo. Il 13/6 sono state registrate 306 visite dopo l’in-serimento dei seguenti documenti: Articolo di Mirella Pog-gialini dal sito di Avvenire “Tenacemente ritornano suCanale 5 le Velone”. Il 6/6 sono state registrate 305 visitedopo l’inserimento dei seguenti documenti: 1) Invio dellanews letter ed inserimento nel sito degli atti del convegno“Le malattie mediali”. 2) Un’agenzia Apcom del 5 Giugnosu “Invece che tagliare i programmi d’informazione”. 3)Relazioni sulla trasmissione: “Tutti pazzi per amore 2” delGruppo Silvana di San Donà di Piave. Il 14/6 sono stateregistrate 287 visite dopo l’inserimento dei seguenti do-cumenti: 1) Avviso del nuovo Consiglio Direttivo a Comoper il prossimo triennio. 2) Articolo di Avvenire su un ra-gazzo di 13 anni che si rifiuta di mangiare e di andare ascuola per non interrompere i videogiochi di guerra. I do-cumenti sui media, più scaricati nel mese di Giugno dalnostro sito, sono: 1) con 97 downloads il saggio del prof.Michele Indellicato, “Etica ed estetica della comuni-cazione”, pubblicato sulla Parabola; 2) con 96 downloads“Media e Adolescenti: un percorso tra ricerca e re-golamentazione” di Nicoletta Vittadini; 3) con 30 dow-nloads il saggio di Sergio Spini “Media e bambini, unasfida per l’educazione”. Concludiamo riportando gli ac-cessi dei visitatori provenienti dalle varie nazioni. L’Italiaconserva la leadership con 4.282 visite seguita dagli USAcon 1.185, dalla Cina con 670, la Gran Bretagna con 31,la Germania con 23.

[ DI DOMENICO INFANTE ] � [email protected]

Una Tavola Rotondaal Fiuggi Family Festival

Nell’ambito della manifestazione Fiuggi Family Festival,che si svolge nella cittadina laziale dal 24 al 31 luglio, sultema “Progetto famiglia: dal sogno alla realtà”, è pro-grammata nella mattinata del 29 luglio una tavolarotonda, a cura della Federazione Ente dello Spettacolo,che ha per titolo:”L’intrattenimento per i minori traregole ed educazione”. Interverranno Luca Borgomeo,presidente Aiart, Franco Mugherli, presidente ComitatoMedia e Minori, Elisa Manna, responsabile politiche cul-turali del Censis e Angela Nava, presidente CoordinamentoGenitori Democratici.

La protesta dell’Aiart per il forte aumentodelle tariffe postali

Il Decreto Legge del 31 marzo ha, com’è noto, inferto uncolpo durissimo ai periodici diffusi soprattutto per abbo-namento. L’aumento delle tariffe postali – dallo 0,06 allo0,28 - sta costringendo “al silenzio” moltissime testate,in particolare quelle del mondo cattolico e in generaledel settore del volontariato. L’Avvenire sta conducendo– purtroppo sembra una voce isolata – una dura campagnacontro la scelta del Governo, accusato – con un editorialein prima pagina del 18 luglio, a firma di Francesco Ogni-bene, - di “DELITTO MEDIATICO”. In effetti è in giocola vera libertà di stampa, se è vero, com’è vero, che cen-tinaia di periodici saranno costretti a cessare le pubbli-cazioni o ridurre la diffusione(oggi sono oltre 5 milionigli abbonati dei periodici colpiti dalla scure del Governo).L’aiart ha in più occasioni criticato un provvedimentoche “mira a colpire l’associazionismo” ad attenuarne lagià limitata capacità di controllo e condizionamento dellescelte del Governo che hanno negative influenze sullavita degli utenti e delle loro famiglie. Ed anche perl’aiart l’aumento del 500% delle tariffe postali comportanotevoli sacrifici e – se dovessero essere confermate –anche l’eventuale cambiamento dei piani editoriali de ILTELESPETTATORE e de LA PARABOLA.

� MARCHE [ Ancona ]Il 12 giugno, subito dopo la conclusione della manifesta-zione di premiazione degli studenti vincitori del concorsoletterario “Amedeo Fanesi” (vedi servizio a pag 16) si èsvolta l’Assemblea del Consiglio Direttivo dell’Aiart allapresenza del Presidente Provinciale Oliviero Gorrieri,del Vice Presidente Giorgio Sartini, del Presidente Re-gionale Fernando Ilari, di Giuseppe Baragona, AndreaSpeciale, Simone Pizzi e del Segr. Maria Vaccarini Marini.Nell’incontro è stata compiuta una valutazione sull’ini-ziativa del “Concorso Amedeo Fanesi” e sulle prospettivefuture, rilevando con soddisfazione, il successo dellaquinta edizione del premio.

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parabola 1

Luca Borgomeo - Una nuova iniziativa editorialedell’aiartDamiano Felini - L’educazione ai media nellascuola italiana Paolo Bafile - Tv e leggi: l’inadeguatezza del si-stema sanzionatorioGiulio Alfano - Il difficile rapporto tra democraziae comunicazione Armando Fumagalli - L’impatto sociale dell’in-dustria televisiva Maria Vittoria Gatti - L’inchiesta televisiva: elementidi analisi e storia di un genere. La valutazionedi sei programmi tv

parabola 2

Luca Borgomeo - Il preoccupante degrado dellatelevisione italiana Sabino Palumbieri - Miti e mete nell’era dellacomunicazione Dario Edoardo Viganò - Tecnologia e antropologianel cammino dei media Roberta Gisotti - La scarsa affidabilita dei datiauditel Elena Leonetti Luparini - Limiti ed effetti dellapubblicità ingannevole Sergio Spini - Mass-media, un circuito virtuosotra bambini e nonni

parabola 3

Giovanni Baggio - La finta neutralità della tv Massimiliano Padula - Comunicare l’emergenzanella società del rischio Maria D’Alessio - Messaggi pubblicitari e tuteladei bambini Claudia Di Lorenzi - Le tecniche subliminali ap-plicate alla pubblicitàMarisa Cavalluzzi e Lucio D’abbicco - Un laboratoriodi media education per genitori

parabola 4

Luca Borgomeo - Tv e responsabilità: il monitodi Ciampi Ruggero Eugeni - La rappresentazione del criminee la tv Alessandro Farano - Media ed educazione Paolo Padrini - Chat: luogo e tempo della co-municazione Giovanni Baggio e Marcello Soprani - Televisione epostmodernità Sergio Spini - Le immagini servono per pensare?

parabola 5

Luca Borgomeo - La responsabilità sociale della tv Cardinale Carlo Maria Martini S.I. - The true andsincere communication Ylenia Berardi - Sistemi di rilevazione degli ascolticomparati Mauro Miccio - Crisi e comunicazione Adriano Bianchi - Il profilo dell’animamatore dellacultura e della comunicazionee comunicazione

parabola 6

Paolo Bafile - Adolescenti e tv: per una più effi-cace tutela giuridica Luigi Alici - Etica e comunicazione Giorgio Tonelli - La morte in tv fra rimozione espettacolarizzazione Dario Edoardo Viganò - Pier Paolo Pasolini e ilCristo povero Maria Vittoria Gatti - Chiesa e media, dopo il“papa mediatico” Carmelo Petrone - La censura cinematograficain italia

parabola 7

Luca Borgomeo - Il malinconico autunno dellarai Gino Bove - La televisione e gli utenti audiolesi Manuela Castellano - Teoria e pratica nell’edu-cazione mass-mediale Claudia Di Lorenzi - La violenza in tv e gli effettisui minori Domenico Infante - Adolescenti e internet Sergio Spini - Famiglia e media: rischio e ric-chezza

parabola 8

Luca Borgomeo - La tv e il degrado socio-culturaledel paese Marina D’Amato - Bambini multimediali Paolo Bafile - Rai-Mediaset: un duopolio duro amorire Elisa Manna - L’evoluzione dei media Sandro Montanari - Violenza televisiva e minori Giuseppe Antonelli - Un ruolo attivo nelle regioniin tema di comunicazioni

parabola 9

Domenico Infante - Più responsabilità nell’usodei media Dominique Wolton - La television au povoir Adriano Zanacchi - Il motore truccato dei media Massimiliano Padula - Comunicazione e istituzioni Amilcare Gambella - Una ricerca-sondaggio sufamiglia e tv

parabola 10

Luca Borgomeo - Contrastare la violenza in tv Nino Labate - Tv, società e famiglia Domenico Infante - Etica ed estetica nella rete:educare a navigare senza paura Sergio Spini - Media e bambini: una sfida perl’educazione Maria D’Alessio - Spot pubblicitari e minori

parabola 11

Benedetto XVI - I mezzi della comunicazionesociale: al bivio tra protagonismo e e servizio.cercare la verità per condividerla Angelo Alejandro De Marzo - Persona e televisioneil percorso della qualitàMichele Indelicato - Etica ed estetica della co-municazione Piero Damosso - Francesca Giordano - Dalla societàuna strategia per la tv

parabola 12

Luca Borgomeo - Tv: un potere senza responsa-bilitàGaia Del Torre - Il disastro dello Tsunami: la psi-cologia dell’emergenzaPaolo Celot e Fausto Gualtieri - La tutela dei tele-spettatori in EuropaMassimiliano Padula - I media in famiglia. La fa-miglia nei mediaSalvatore Cacciola - Tv, minori e pubblicità

la parabola 13

Card. Ennio Antonelli - I Media al servizio dellaVerita e dell'AmoreAngelo Alejandro De Marzo - Come rilevare la qua-lità televisivaPamela Mazzei - Bambini e tv: un rapporto com-plessoFortunato Di Noto - Internet e la violenza sui mi-noriMaria Rosaria Tomaro - Scuola e media educa-tion

la parabola 14

Luca Borgomeo - Una Tv che fa male al paeseGiuseppe Acocella - L'etica nella comunicazioneTeresa Cocchiaro - Bambini e gradimento deiprogrammi TvGianluigi Magri - Videogiochi e minori; per unatutela più efficaceFrancesco Botturi - La rappresentazione mass-mediatica nel nostro fempoPaolo Bafile - L'alluvione pubblicitaria

la parabola 15

Benedetto XVI - Per una cultura di rispetto, dia-logo e amiciziaAdriano Zanacchi - Televisione e opinione pub-blicaPaolo Celot - Media literacy in EuropaArmando Fumagalli - La fiction a contenuto reli-giosoFrancesco Giacalone - Violenza e videogiochiPiero Damosso - Francesca Giordano - La comuni-cazione del dolore e la responsabilità deimedia

la parabola 16

Luca Borgomeo - Urgente e necessaria l’educa-zione ai mediaPaola Castellucci - Ipertesto: un ideale democra-tico all’origine del webGiorgio Simonelli - Guendalina Dainelli - L’informa-zione all’ora di cena: i tg a confrontoCorrado Calabrò - Le comunicazioni e il sistemaItaliaTiziana Taravella - Media education e didatticadella comunicazioneVincenzo Grienti - Chiesa e internet nell’era delweb 2.0

la parabola 17

Cardinale Angelo Bagnasco - Educare l’intelligenzaal bene e al bello Camilla Rumi - Offerta televisiva e codici di re-golamentazioneCosma Ognissanti - Videoabuso e videocreativitàPaola De Rosa - Libertà di stampa e tutela dellaprivacyMaria Filomia - Una ricerca sulla famiglia umbra

la parabola 18

Benedetto XVI - Il messaggio per la giornatamondiale delle comunicazioni sociali Claudio Giuliodori - La sfida educativa nell’eramedialeElisa Manna - Il messaggio, questo sconosciutoOronzo Marraffa - Abitare da credenti il mondodei mediaRoberta Pugliese - I format televisiviMaria Elisa Scarcello - Pubblicità televisiva e mi-nori

la parabola 19

Mariano Crociata - Media e sfida educativaAntonio Spadaro - La fede nella rete delle rela-zioniAdriano Zanacchi - Pubblicità e tutela dei citta-diniAntonio Caramagno - Quale etica per la comuni-cazione ?Massimiliano Padula - Media digitali e nuovi pro-fili antropologici

I 105 saggi pubblicati sui primi 19 fascicoli

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sostegno motivato

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operare per il bene co-

mune, nella sua auto-

nomia, nella sua

capacità di

elaborazione, di pro-

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Aiart

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rala formazione degli utenti dei

mezzi di comunicazione so-

ciale (TV, radio, internet, video-

telefonia, videogiochi)

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ntribuisce

allo sviluppo dei valori di libertà

e di giustizia, all’affermazione

del la dignità della persona, dei

diritti di famiglia, della scuola e del mondo del lavoro.

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tela

gli utenti, in particolare i minori nel campo

della comunicazione.

Promuov

ela lettura critica dei mezzi di comunicazione sociale.

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alla comunicazione gli educatori nella scuola, nelle famiglie

e nelle associazioni culturali.

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vorisce

lo sviluppo delle capacità critiche di ogni persona, dotan-

dola di conoscenze indispensabili per l’uso razionale e re-

sponsabile dei mezzi audiovisivi.

Opera

in ogni sede per tutelare i telespettatori, in spirito di gratuità,

di collaborazione e di dialogo –come struttura di servizio delle

persone di ogni età, cultura, estrazione sociale, razza, con-

fessione religiosa. In particolare tutela le famiglie.

Den

unciaecontras

tai media che non rispettano il diritto del telespettatore ad

essere informato correttamente e ad essere intrattenuto nel

rispetto della sua dignità ed identità personale.

L’Aiart

L’Aiartha uno statuto a base democratica. È presente

con sue rappresentanze e strutture in tutte le regioni e in 90

province. Il testo dello Statuto e gli indirizzi delle strutture

sono riportati nel sito w

ww.aiart.org, cartella Organizza-

zione del canale Aiart Onlus.

Organizza corsi nazionali e provinciali di formazione

per associati e per tutti coloro che sono interessati ai pro-

blemi dei mass-media. Con decreto del Ministero dell’Istru-

zione del 31.07.2002 l’A

iartè stata inclusa nell’elenco degli

Enti accreditati per la formazione del personale della scuola

ai sensi del D.M. 177/2000.

L’attuale Presidente dell’A

iartè stato eletto Presidente

del Consiglio Nazionale degli Utenti dell’Autorità per le ga-

ranzie nelle comunicazioni. Rappresentanti dell’Aiart sono

inoltre presenti nel Comitato Media e Minori, nel Copercom,

nel Cnal, nel Forum delle Associazioni Familiari.

L’Aiartaderisce all’EAVI (European Association for Vie-

wers Interests).

L’AIA

RTHA UN’INTENSA ATTIVITÀ EDITORIALE:

Il Telespettato

reMensile, 2

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mento

con gli iscritti, can

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d’inform

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La Parab

ola

Trimestrale di studi e ricerche sulla

comun

icazione (12

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Curato da

l Com

itato Scientifico

dell’Aiart, com

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ebCostituito da un

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telle per un totale

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