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L'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool nasce nel marzo 1991 con l'intento di raccogliere e

mettere a disposizione della comunità scientifica e della collettività nazionale informazioni e

scientificamente attendibili sulle modalità di consumo di bevande alcoliche e sulle relative

problematiche nella popolazione giovanile italiana.

In questi anni la missione dell'Osservatorio è stata quella di promuovere ricerche, in un'ottica di

integrazione interdisciplinare finalizzata ad ottenere una visione globale del fenomeno.

A partire da un approccio bio-psico-sociale delle problematiche alcool correlate, l'Osservatorio ha

voluto integrare ed allargare la dimensione ”sanitaria” del problema approfondendo gli aspetti

psicosociali ed antropologico-culturali dei comportamenti individuali e collettivi, compresi gli

aspetti economici e quelli politico-legislativi.

Ispirandosi ai principi dell'“alcologia sociale” che, specie a livello europeo, trova sempre più

consensi, l'Osservatorio ha esercitato un ruolo primario nell'identificare strategie di prevenzione

dell'eccedenza efficaci e consapevoli delle differenze culturali e comportamentali.

La crescente attenzione per le problematiche alcool correlate ha posto l'esigenza di strutturare

maggiormente l'Osservatorio dal punto di vista organizzativo, ampliando il numero dei suoi partner.

I mutamenti delle realtà giovanili e la crescente globalizzazione hanno inoltre reso necessario un

allargamento delle tematiche ai comportamenti alimentari e agli stili di vita dei giovani ed un

rafforzamento del network europeo, per garantire la realizzazione di ricerche comparate e

l'elaborazione di strategie di prevenzione adattabili in diversi paesi.

In questa ottica una sempre maggiore enfasi verrà posta sulla promozione di collaborazioni

internazionali che permetteranno il confronto e lo scambio di esperienze e la collaborazione

reciproca fra strutture ed esperti ai massimi livelli.

In copertina: Pablo Picasso, , 1902La minestra

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1n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SSSSSommarioommarioommarioommarioommarion. 244-245, 2013n. 244-245, 2013n. 244-245, 2013n. 244-245, 2013n. 244-245, 2013

LA SALUTE UMANA, Rivista bimestrale di educazione sanitaria del Centro Sperimentale per l’Educazione Sanitaria dell’Università degli Studi diPerugia [CSES]

Fondata da Alessandro Seppilli

EDITORE: Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute. PRESIDENTE: Tullio Seppilli

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Antonia Modolo

COMITATO DI REDAZIONE: Erminia Battista, Filippo Antonio Bauleo, Paola Beatini, Francesca Cagnoni, Osvaldo Fressoia, Fabrizio Germini, EdivigeMancinelli, Maria Antonietta Ruggeri

CURATORE DEL DOSSIER: Paola Beatini, Filippo Antonio Bauleo, Edvige Mancinelli

SEGRETERIA DI REDAZIONE: Paola Beatini[e-mail: [email protected]]

GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Maria Margherita Tinarelli [e-mail: [email protected]]

STAMPA: Grafiche Sabbioni s.n.c., Trestina (PG) / Autorizzazione del Tribunale di Perugia n. 551 del 22.11.1978

Per gentile concessione del "Comité français d'éducation pour la santé" e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, alcuni articoli, foto e disegnipossono essere ripresi dalla rivista "La Santé de l'Homme" e dai documenti O.M.S.

Abbonamento 2013: Annuale per 6 numeri cartaceo e 25,00 / on-line e 15,00 / cartaceo+on-line e 25,00I versamenti vanno effettuati sul c.c.p. n. 10999068 intestato alla Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute

via del giochetto, 6 - 06126 Perugia / e-mail: [email protected] abbonamenti on-line consultare la pagina: www.antropologiamedica.it/editoria_riviste.php

2 NOTIZIARIO

4 EDIT ORIALE

La persona: ascolto e comprensioneMaria Antonia Modolo

5 OSSERVAT ORIO PERMANENTE SUI GIOVANI E L ’A LCOOL

Le scuole cercano nuove strategie per combattere ilconsumo di alcolici nei collegeJenna Johnson

11 RICERCA

Fino a che età pensi di vivere?Lilia Biscaglia

13 DOSSIER

SALUTE IN AZIONE : LA PAROLA AGLI OPERATORI SUL CAMPO

a cura di Filippo Antonio Bauleo, Paola Beatini, Edvige Mancinelli

15SBAM! Programma interassessorile integrato per la pro-mozione della corretta alimentazione e dell’attività motorianella Regione PugliaAntonio Pesare

21 Costruir e insieme una Città che promuove la saluteProgetto Ben Essere: alimentazione e attività fisicacome fattori di salute e sostenibilitàErminia Battista

26 Nordic Walking a scuolaErminia Battista

27 Piedibus della salute e del ben essere. Da animato ad ani-matoreLuana Trinari

26 La Ciaspolata“Alla scoperta delle erbe” nel Parco Santa MargheritaL’or to pensile a scuola

Progetto Ben Essere. Analisi e revisione dei menu della mensaIncontr o bambini, Università dei Sapori di PerugiaErminia Battista

33Unplugged. Interventi di pr evenzione dell’uso di tabaccoalcol e droghe nelle scuole secondarie di I e II grado nelterritorio di una ASL romanaLia Delli Colli

39 Una cultura sana a scuola: il pr ogetto “Ricreazione sana”della Fondazione VitalIvonne Daurù, Michela Morandini

42 Pinocchio e Lucignolo vanno a scuolaPedibus in compagnia di animaliAntonella Nadia Franzoso

45 L’infermier e promotore di salute. Ovvero l’approcciosalutogenico in ambito infermieristicoAnnunziata Lubrano

49 Il Caffè della Salute. Una esperienza rimineseMarina Casadei

54 Promozione della salute in medicina generale: le ri-flessioni di un professionistaFabrizio Germini

56 Intervista di un medico di medicina generale a un responsa-bile della promozione della saluteFabrizio Germini

59 DONNE E SALUTE

La violenza contro le donne è una piaga globaleFulvia Signani

63 TRACCE DI STORIA

E’ semplice come l’uovo di Colombo

64BLOCK NOTES

a cura di Lamberto Briziarelli e Giancarlo Pocetta

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2 n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013 la Salute umana

NONONONONOTIZIARIOTIZIARIOTIZIARIOTIZIARIOTIZIARIOnononononotiziariotiziariotiziariotiziariotiziarionotiziario

Seminario di studioSeminario di studioSeminario di studioSeminario di studioSeminario di studio

Quale promozione della saluteQuale promozione della saluteQuale promozione della saluteQuale promozione della saluteQuale promozione della saluteall’inizio del III millennioall’inizio del III millennioall’inizio del III millennioall’inizio del III millennioall’inizio del III millennioVilla Umbra, PVilla Umbra, PVilla Umbra, PVilla Umbra, PVilla Umbra, Perugia 17 dicembre 2013erugia 17 dicembre 2013erugia 17 dicembre 2013erugia 17 dicembre 2013erugia 17 dicembre 2013

A partire dal riordino del Servizio Sanitario Regionale: l’impegno di politici,amministratori, operatori dei servizi sanitari e sociali

Centro Sperimentale per la promozione della salutee l’educazione sanitaria dell’Università di Perugia

Direzione regionale Salute, coesione sociale esocietà della conoscenza, Regione Umbria

A seguito delle modificazioni statutariedell’Ateneo perugino, è stato messo inatto il rinnovamento del Centro Speri-mentale per l’Educazione Sanitariadell’Università di Perugia (CSES),storicamente impegnato nell’elaborazio-ne culturale e nella sperimentazione dimetodi e tecniche per la promozione el’educazione alla salute. Ricorrendoquest’anno il 60° della sua fondazione, il50° della rivista Sistema Salute, il 40° de“La Salute umana” - suoi organi didocumentazione e diffusione nel tempo -la rinnovata struttura, in collaborazionecon il Direzione regionale Salute,coesione sociale e società della cono-scenza, Regione Umbria, propone questainiziativa nello spirito del maggiorecoinvolgimento degli attori politici etecnici, sanitari e sociali, in un passaggiocruciale nello sviluppo dei sistemisanitari e sociali. Impostare tale passag-gio su una linea coerente con “la promo-zione della salute” richiede, infatti,un’approfondita riflessione sull’approc-cio professionale per i tecnici e sullescelte delle politiche per gli amministra-tori. Il passaggio da cura e prevenzione a

promozione della salute è definito dallacentralità della “attenzione alla persona”e alle sue esperienze di vita, un approc-cio più omnicomprensivo rispetto allecondizioni ed esperienze di vita cheincidono sull’equilibrio di salute, sulbenessere.

ObiettiviFacendo riferimento all’impostazioneprogrammatica convenuta con gli Entiaderenti al Centro Sperimentale perl’Educazione Sanitaria dell’Università diPerugia - Regione, Provincia e Comunedi Perugia - di fronte alle difficoltà che siriscontrano per il pieno sviluppo dellaPromozione della salute e l’educazionesanitaria, i proponenti indicono unincontro con i soggetti maggiormenteresponsabili, a livello delle strutturedell’intero territorio regionale, dellepolitiche e degli interventi finalizzati allasalvaguardia e tutela della salute.Da esso dovrebbe concretarsi lo sviluppodi una proposta unitaria per la Promozio-ne della salute, secondo le indicazionidegli organismi internazionali e gliindirizzi della programmazione sanitaria

regionale anche in vista della definizionedel III° Piano nazionale per la Prevenzio-ne al quale la Regione Umbria porta ilsuo contributo.Sindaci e Assessori, dirigenti ed operato-ri dei servizi sanitari e sociali, medici dibase, sono invitati a prendere parte aduna giornata di dibattito programmaticoper l’elaborazione di strategie operativeai diversi livelli del loro intervento. Nelsegno dell’integrazione edell’intersettorialità, della cooperazioneinteristituzionale e di un rinnovatoassetto della partecipazione della popola-zione.Si intende, con questo primo incontro,promuovere una riflessione all’internodel Servizio sanitario, assieme alle altrecompetenze che maggiormente concor-rono a livello istituzionale con esso,anche alla luce della riorganizzazione deiservizi approvata dal Governo regionale.Gli orientamenti e le linee operative cheemergeranno dal lavoro dei gruppi e daldibattito saranno poi estesi alla cittadi-nanza ed alle forze sociali, alle organiz-zazioni rappresentative delle varieistanze della comunità regionale.

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Programma provvisorio

Prima sessione

8.30-9.00 Registrazione partecipanti9.00-9.30 Saluti Autorità9.30-10.00 Presentazione dell’iniziativa

Emilio Duca, Assessorato alla SanitàMaria Antonia Modolo, Università degli Studi di Perugia

10.00-10.30 Relazione introduttivaPromozione della salute in una società rinnovata, per un nuovo patto fra istituzioni, servizi, cittadiniEmilio Duca, Maria Donata Giaimo, Direzione regionale Salute e coesione sociale,Regione Umbria

10.30-11.00 L’impegno delle municipalità per la promozione della salute. Tre sindaci rispondonoLamberto Briziarelli, Centro Sperimentale per l’educazione sanitaria, Università degli Studi di Perugia

11.00-11.30 Il progetto di un museo laboratorio su salute e sanità pubblicaGiuseppe Masanotti, Centro Sperimentale per l’educazione sanitaria, Università degli Studi di PerugiaPaolo Belardi, Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, Università degli Studi di Perugia

11.30-12.00 Discussione12.00-13.00Le reti aziendali della promozione della salute

professionisti delle ASL dell’Umbria

Seconda sessione14.00-16.30 Lavori di gruppo

Coordina: Giancarlo Pocetta, Centro Sperimentale per l’educazione sanitaria, Università degli Studi di Perugia1. Città, comunità e salute: sindaci, cittadini e operatori sanitari e sociali, fare rete, fare sistema2. Equilibrio di salute: percorsi di salute e di malattia, potenziare le risorse individuali con un approccio sistemico3. Fare salute con i giovani tra scuola, famiglia e comunità4. Responsabilità e competenza: partecipazione come, tra politici e tecnici5. Formazione degli operatori

16.30-17.00 Presentazione delle relazioni dei gruppi17.00-17.30 Discussione17.30-18.00 Conclusioni Katiuscia Marini - Maria Antonia Modolo

Previsti crediti ECM per tutte le professioni sanitarie

Comitato organizzatore: Giuseppe Masanotti (coordinatore), Armati Rosalba, Erminia Battista, Filippo Bauleo, Paola Beatini, Giu-seppina Bioli, Daniela Bovo, Marco Cristofori, Stefano Federici, Daniela Felicioni, Osvaldo Fressoia, Maria Donata Giaimo, SergioGuido, Liliana Minelli, Alfredo Notargiacomo

Segreteria organizzativa: Alberto Antognelli, tel.: 0755857356, [email protected]

PatrocinioRegione dell’Umbria

CollaborazioniProvincia di Perugia / Provincia di Terni / Comune di Perugia / Comune di Terni /Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicinapreventiva dell’Università di Perugia / SITI (Società Italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica) / CARD (Confedera-zione Associazioni Regionali di Distretto) / SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) / ACP (Associazione culturale pediatri) /Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute

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LLLLLa persona: ascolto e comprensionea persona: ascolto e comprensionea persona: ascolto e comprensionea persona: ascolto e comprensionea persona: ascolto e comprensioneMaria Antonia Modolo

Questa rivista, fin dagli inizi, quaranta anni fa, ha curato in modosistematico a centro d’interesse

“la salute e la sua promozione”, vale adire le problematiche relative alla promo-zione del bene-essere, che comprende tut-ti gli elementi dello sviluppo dei soggettie del vivere sociale. Tutto quanto concer-ne il senso della qualità della vita e del-l’interpretazione dei bisogni fisiologici epsicologici in base alle potenzialità dellapersona.La persona è punto base di analisi e ri-flessioni. Nella persona sono insite mol-teplici qualità creative, che caratterizza-no la vita di ciascun soggetto, e anche dispecifici gruppi, a cominciare dai giova-nissimi.Ne riparliamo anche in riferimento amolte delle azioni descritte nel Dossierdai professionisti dei servizi sanitari, svi-luppati per lo più nei contesti scolastici.Apprendere l’arte, la filosofia del vivere“per raggiungere un completo benesserefisico, mentale, sociale un individuo o ungruppo devono essere in grado di identifi-care e realizzare le proprie aspirazioni,soddisfare i propri bisogni, agire nell’am-biente”, come suggerisce la definizione dipromozione di salute della Organizzazio-ne Mondiale della Sanità (1986). Indica-zioni ancor più valide oggi, che sono ri-chiesti approfondimenti culturali di gran-de spessore da parte del complesso dellasocietà, rispetto agli obiettivi e alle stradeche si vogliono percorrere.Punto centrale è “l’unità della persona”,le sue risorse e potenzialità, in una con-dizione di equilibrio con l’ambiente, na-turale e sociale: da qui l’arte della politi-ca che gestisce le condizioni ambientali,oltre quelle dei servizi sanitari e comuni-tari; ma in primo piano anche l’arte del-

l’apprendere conoscenza da parte dei cit-tadini per essere in grado di partecipareal processo, agire nell’ambiente e perl’ambiente inteso nella sua complessità.Processo che punta al benessere, oltre laprevenzione e anche oltre gli stili di vita,sui quali, tuttavia, ancora oggi si limita-no, sovente, le strategie dei sistemi edu-cativi per la salute.Il senso del “bene-essere” e delle sue com-ponenti, individuali e collettive è concettounitario, come unitaria è la persona, il cheesige comprendere anche il “senso di uni-tà della persona”.Gli studi intorno alla promozione dellasalute aiutano a comprendere quali pos-sono essere le azioni positive e quali gliostacoli per raggiungere la soddisfazio-ne del bene-essere, una meta oggi mag-giormente chiara di quanto non lo fosseun secolo fa.Un punto di partenza centrale: conside-rare in primo piano il valore del patrimo-nio umano, in un tempo di dominanza diuna morale fortemente utilitaristaimprontata all’etica dell’economia.Principi, linee, da tener presenti, ad esem-pio, nella impostazione di ogni azioneformativa, dall’educazione informale allaformale nella famiglia con la formazionedei genitori, e nei vari livelli di scuola,dalla scuola materna all’università con laformazione dei docenti e delle autoritàdelegate. La formazione dei ragazzi, deigiovani, dei soggetti, lo sviluppo delleloro potenzialità, va ben oltre il bagagliodelle informazioni apprese nel comples-so delle discipline, si apprende dall’espe-rienza.L’esperienza centralità dello sviluppo.Anche nei processi scolastici dovrebbeaccadere lo stesso. andare oltre laframmentazione disciplinare, i test, i giu-

dizi numerici. Applicare, approfondire iprocessi dell’apprendere.Significare, motivare, responsabilizzare,coinvolgere all’apprendimento, anche deicomportamenti di salute, principi dellapromozione della salute applicabili nellaprogettazione e realizzazione di interventieducativi nelle scuole non solo nei pro-grammi specificamente dedicati alla pre-venzione o alla salute in generale.L’arte di formare segnata da quella diimparare ad apprendere e a conoscere sestessi.Non solo i guai dell’abuso dell’alcol, odi una cattiva alimentazione, ma le ragionidel soggetto nella sua rete di relazioni.Comunicazione e rapporto vitale con ipropri simili innanzitutto.L’arte di comunicare con vari strumenti,esprimersi con varie modalità, dallaespressione musicale, alla scrittura, da undisegno, a una fotografia, a una ricettaculinaria, e, soprattutto, arte di descrive-re e fissare una esperienza, una reazionea una particolare situazione, positiva o ne-gativa che sia. Imparare a chiedersi i per-ché.Trovare strade di azione per promuoveresalute non è sicuramente semplice, anchein considerazione di nuovi e vecchi pro-blemi sociali e di salute portati da questi“tempi di crisi”. Lo sforzo di tutti i pro-fessionisti della salute che hanno colla-borato a questo numero testimonia la vo-lontà di lavorare insieme con approccipartecipativi e la necessità di continuitàdegli interventi. Testimonia anche l’esi-genza da parte dei “promotori di salute”di monitorare e valutare i processi avvia-ti per rispondere in maniera adeguata aibisogni di salute della comunità e di ga-rantire costantemente un senso al propriooperare.

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5n. 243 maggio-giugno 2013la Salute umana

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LLLLLe scuole cercano nuove strategiee scuole cercano nuove strategiee scuole cercano nuove strategiee scuole cercano nuove strategiee scuole cercano nuove strategieper combattere il consumo diper combattere il consumo diper combattere il consumo diper combattere il consumo diper combattere il consumo dialcol nei college*alcol nei college*alcol nei college*alcol nei college*alcol nei college*Jenna Johnson - The WJenna Johnson - The WJenna Johnson - The WJenna Johnson - The WJenna Johnson - The Washington Pashington Pashington Pashington Pashington Post - 29 agosto 2013ost - 29 agosto 2013ost - 29 agosto 2013ost - 29 agosto 2013ost - 29 agosto 2013

I bar situati vicino alla VirginiaUniversity erano pieni zeppi du-rante il giorno della laurea. I

laureandi indossavano abiti nerisvolazzanti e si bevevano le loroultime ore prima di entrare nel mondoreale. Erano le sette di mattina.

Camerieri e baristi, molti dei qualiavevano lavorato nel turno di notte disabato, terminato poche ore prima,portavano caraffe di Bloody Marys,Mimosa e Manmosas (birra, vodka esucco d’arancia) e versavano un girodopo l’altro di shot: vulcani di cannel-la, Southern Comfort con lime e

Riportiamo questo articolo tratto da The Washington Post che descrive larealtà dell’abuso di alcol nei college degli Stati Uniti, fenomeno allarmante,che sembra purtroppo avvicinarsi sempre più rapidamente alle nostre realtà.Sono riportate testimonianze dei ragazzi, dei presidi, esposte considerazioni eindicazioni strategiche per contrastare il fenomeno. Il tutto nella brillanteprosa di Jenna Johnson giornalista impegnata nell’analisi della realtà giova-nile americana.

tequila liscia.

Risuonava “Sweet Caroline” mentre leragazze del club universitario femmi-nile ballavano in infradito esorseggiavano cocktail al Virginian. Ilbuttafuori del Biltmore salutava tuttiquelli che avevano indosso un abito dacerimonia.

Pigeon Hole ha messo fuori unalavagna sulla quale all’inizio erascritto “Laureati in stile!” ma qualcunoha cancellato “in stile” e lo ha sostitui-to con “sotto l’effetto dell’alcool!”Al Trinity Irish Pub, gli studenti eranostipati in un balcone che rappresentava

il punto ideale per cercare amici escattare foto. Sotto, dozzine di personestavano in cortile, bevendo a spese dichissà chi.

“Il nostro conto ammonta già a 400dollari!” annunciò alle 8 e 20 unostudente con tono eccitato, seduto suuna sedia nera di metallo, quandomancava un’altra ora buona allacerimonia. Uno dei suoi amici dissecon un sorrisetto: “Non ammontaancora a 500 dollari?”

Uno studente ventunenne con doppiaspecializzazione, che indossava sottol’abito nero una camicia azzurra

* traduzione dall’inglese di Giovanni Bauleo

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6 n. 243 maggio-giugno 2013 la Salute umana

OsserOsserOsserOsserOsservvvvvatatatatatorio Porio Porio Porio Porio Pererererermanentmanentmanentmanentmanente sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Giovvvvvani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolspiegazzata con i bottoni sulle puntedel colletto, assisteva a questa scenettabevendo una Mimosa in una tazza diplastica. Poco dopo, l’altra manoteneva un bicchiere di vodka economi-ca, il suo sesto bicchiere di drink inmeno di due ore - non che li contasse.“Tutti noi abbiamo un lavoro. Tutti noistudiamo materie vere. Nessuno di noistudia roba tipo psicologia” disse. “èuna cosa straordinaria anche per noi.Ora ce ne stiamo liberando, e poientreremo nel mondo reale”.

Ma i suoi genitori approverebbero ilfatto che lei stia facendo un passofalso in questo giorno simbolico?“Ho detto ai miei genitori cosa stavofacendo, e loro erano “VSUV”, disseridendo. Si fermò prima di chiederecon tono serio che il suo nome e ognialtro dato che ne permettesse l’identi-ficazione non apparissero inqualsivoglia articolo che un futurodatore di lavoro potrebbe leggere.

VSUV (Vivi solo una volta)“VSUV” – vivi solo una volta – vienespesso pronunciata dagli studentiuniversitari quando fanno spallucce efanno qualcosa che di norma nonfarebbero, come ad esempio bere finoal collasso o provare droghe o unanuova esperienza sessuale.Le matricole del semestre autunnalescopriranno che la tradizione universi-taria di consumare eccessive quantitàdi alcool è viva e vegeta, ma ci sononuove variabili: le bevandeenergetiche tengono svegli gli studentie li inducono a bere di più. Un numeromolto alto di studenti prendeantidepressivi regolarmente prescritti efarmaci psichiatrici che possono esserepericolosi se mischiati con alcolici.

Nati negli anni ’90, possiedonocellulari con fotocamera e hannoaccount nei social network, checonsentono di condividere con altriogni risvolto imbarazzante di una notte

disastrosa. Questo può provocare unadolorosa macchia nella reputazione ol’esaltazione di comportamenti sconsi-derati. E le informazioni sulle ultimetendenze al consumo di alcolici sidiffondono rapidamente nel web.Queste tendenze hanno condizionato ilmodo di percepire la realtà deglistudenti del college, ma questi ultimisono davvero più sfrenati dei lorogenitori?Lo standard accademico per “troppo”è stato fissato molto tempo fa a cinquedrink o più almeno una volta in unperio- do di due settimane. Per tredecenni, il tasso nazionale di bingedrinking si è attestato intorno al 40%.

Ma i dirigenti dei college – coloro chehanno il compito di accertarsi che glistudenti non facciano del male a séstessi e ad altri – non necessariamentesi preoccupano della maggior partedegli studenti. Si preoccupano deglistudenti che escono ogni sera o bevonodozzine di drink al mese, di quelli chebevono di rado molto, ma hanno unaminore resistenza all’alcool. Degliubriachi violenti. Di quelli che ricorro-no all’alcool e alla droga invece chechiedere aiuto.

Virginia University“Molti studenti ne vengono fuori“ hadetto Susan Bruce, direttore del CentroGordie per la prevenzione dell’abusodi stupefacenti della VirginiaUniversity, “ma non c’è davvero alcunmodo per prevedere chi ne viene fuorie chi no”.

A partire dal 1960 la VirginiaUniversity ha monitorato il tasso distudenti bevitori. I tassi più elevatic’erano negli anni 70 e negli anni 80,quando erano iscritti i genitori deglistudenti di oggi, ha detto Bruce. Iltasso è oggi in linea con la medianazionale. La Virginia University havisto una leggera crescita alle dueestremità: studenti che non bevono o

bevono a malapena e quelli che sonobevitori estremi. Questa tendenza sisviluppa anche in altre università,provocando un cambiamento neimessaggi educativi.

A partire dai primi anni ’80, le univer-sità hanno ricevuto pressioni affinchéproteggessero gli studenti, quandol’età minima per bere alcolici è stataaumentata a 21 anni, il che ha resoillegale per metà della popolazionedegli studenti universitari bere alcolici.Molte scuole fanno chiudere i pub deicampus e vietano l’alcool negli allog-gi, nei club universitari..Le cause legali e le morti hanno spintoalcune scuole a fare un giro di vite. Glistudenti ora vengono spesso perquisiti,arrestati e puniti dalla polizia locale,dalla polizia dei campus, da ronde per ilcontrollo delle feste che girano per iquartieri degli studenti, dai consigligiudiziari d’istituto e persino daigenitori, che in sempre più scuolevengono contattati quando il figlio hainfranto le norme sul consumo dibevande alcoliche.Di conseguenza, festini spostati fuoridai campus.

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7n. 243 maggio-giugno 2013la Salute umana

OsserOsserOsserOsserOsservvvvvatatatatatorio Porio Porio Porio Porio Pererererermanentmanentmanentmanentmanente sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Giovvvvvani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’AlcoolNel 2008, 130 presidi di universitàhanno sostenuto l’iniziativa Ametista,che affermava che l’età minima di 21anni per la somministrazione dibevande alcoliche ha creato unapericolosa cultura del bere fino allostordimento, spesso praticato al difuori dei campus.

Negli ultimi anni, alcuni collegehanno adottato questo atteggiamento:se gli studenti vogliono bere, lascia-moglielo fare in modo sicuro. Unnumero maggiore di scuole adottapolitiche di condono per gli studentiche cercano aiuto per un loro amicointossicato dall’alcool. Alcune scuolehanno riaperto i pub dei campus,servono vino o permettono agli studen-ti che hanno più di 21 anni di berenegli appartamenti all’interno delcampus.

Presso la Virginia University è statodifficile per molti dirigenti abbando-nare le tradizioni legate al bere.Durante le annuali corse di cavalli aFoxfield gli studenti iniziano a bere almattino e continuano tutto il giorno. AlPrato storico gli studenti si ubriacano,si spogliano e corrono nudi. E c’è latradizione del fourth-year-fifth, quandoalcuni studenti del quarto anno prova-no a finire il quinto, prima del fischiod’inizio della finale di calcio giocata incasa.Gli educatori alcologici della VirginiaUniversity hanno indicato dei modiper rendere la tradizione più sicura,quali dividere una bottiglia tra amici,sostituire col vino o diluire la quantitàdi alcool assunta nell’arco delweekend. Ma la tradizione continua.Non è di aiuto che la VirginiaUniversity viene spesso annoverata trale scuole in cui vi sono le migliorifeste di tutta la nazione. I nuovistudenti arrivano con l’idea che tuttibevono pesantemente e, nello stessotempo, alcuni studenti più grandisentono la responsabilità di mantenerequesta reputazione.

Durante una cerimonia formale dipremiazione svolta in un fine settima-na, il più importante leader dell’ultimoanno ha detto: “Ringrazio Forbes, Abc,Buzzfeed, Playboy e le altre riviste chehanno messo in luce i risultati ottenutidalla nostra scuola nelle vostregraduatorie”. Dopo essere statointerrotto da risate e applausi, hacontinuato: “Ci avete rassicurati sulfatto che siamo la scuola migliore almondo”.

“Parlavo con voi la scorsa notte e nonho alcun ricordo di sorta.” L’e-mail diuno studente del college al giornalista.

“It is important t o emphasizethat paints a picture of only asmall portion of our studentpopulation: university ofMichigan spokes-womenresponding to an “I’mShmacked” videoIl comodo primo piano della casastudentesca era pieno zeppo di laure-andi, almeno 100 contemporaneamen-te, e questo faceva aumentare notevol-mente la temperatura interna rispettoalla fredda notte esterna, dove unadozzina di fumatori hanno scelto dipassare il tempo. Musica pop e housestavano ululando.

Una giovane esuberante faceva laguardia alla porta ed esaminava ognipersona che provava a entrare. Lascia-va entrare gli amici intimi, i conoscen-ti, colleghi dell’ultimo anno e studentipiù giovani.“Abbiamo deciso di fare le cose ingrande“ ha spiegato un’altra ragazza,una con indosso un top nero stretto ecol cellulare infilato nella scollatura.In un angolo, i più anzianisorseggiavano Natty Ligth e parlavanodi quello che volevano fare prima dilaurearsi.Due donne hanno provato a far ballaretutti. Un tipo alternava sorsi di orangesoda e vodka. Una bottiglia collettiva

di Wild Turkey si è fatta strada tra lafolla.

La maggior parte della folla stavabevendo fino allo stordimento, inparticolare birra leggera. Sarebberoandati a dormire – non sarebberosvenuti – si sarebbero alzati la mattinadopo per mettersi a studiare e a lavora-re. Ma un paio di ragazzi sembravanoubriachi, tra cui un laureando malfer-mo che ha rilasciato una lunga intervi-sta a un giornalista. Poi il pomeriggiodel giorno dopo ha inviato questa mail:“Parlavo con voi la scorsa notte, e nonho alcun ricordo di sorta”.Una donna non ha bevuto per niente.Non beve mai, perché l’alcool ha fattomale alla sua famiglia.

Boston CollegeQuesta festa potrebbe svolgersi in ognicampus. Un venerdì notte di aprile, eraal Boston College, una scuola gesuitache permette agli studenti maggiorennidi tenere feste il venerdì e sabato nottenel campus, nelle loro abitazioni.Gli studenti dell’ultimo anno devonoregistrare le feste e dichiarare qualialcolici, bibite non alcoliche e ciboverranno serviti. I padroni di casadevono promettere di non servirealcolici agli studenti minorenni;tuttavia, quelli più giovani spesso liintroducono di nascosto, hanno affer-mato molti studenti. E non è che idormitori siano privi di alcool, nono-stante i regolamenti severi che lolimitano.Come molte scuole, il Boston Collegeha incrementato il livello di formazio-ne alcologica che offre agli studenti,limitato la possibilità di accedereall’alcool, focalizzato l’attenzione sulfatto che gli studenti prendano decisio-ni positive per la salute e offerto eventiin cui non si consumano alcolici.“Se hanno meno di 21 anni, si trattasempre di una scelta rischiosa, perchévi sono conseguenze. Ma se è una

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8 n. 243 maggio-giugno 2013 la Salute umana

OsserOsserOsserOsserOsservvvvvatatatatatorio Porio Porio Porio Porio Pererererermanentmanentmanentmanentmanente sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Giovvvvvani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolscelta che intendono compiere, voglia-mo dare loro gli strumenti per farla inmodo sicuro” ha affermato RobynPriest, direttore associato dell’ufficiodel Boston College per la promozionedella salute.

Anche se gli studenti trovano noiosa laformazione alcologica, di solito ilmessaggio fa presa. E i messaggi sonoripetuti nel tempo.

Fuori dalle abitazioni studentesche,quel venerdì notte Chestnut Hillbrulicava di studenti in cerca dialcolici o che barcollavano verso casaperché avevano già assunto troppoalcool.

“Vedi come è hot e piena zeppa digente? E’ una tipica festa di quelle chesi svolgono nelle abitazioni modulari”ha detto uno studente dell’ultimo annoin jeans e maglietta. E questa folla nonè niente, ha spiegato gridando estappando una birra. Il weekendprecedente un altro gruppo di donneaveva dato una festa nella loro abita-zione. I partecipanti erano stati cosìtanti, avevano ballato così tanto, che ilpavimento aveva ceduto e andavariparato.

Questi studenti hanno affermato chenon ritenevano di assumere più omeno alcolici di quelli di altri college.Gli studenti bevono – a volte troppo –ma non è una cosa importante, hannodetto.“È un lavoro duro, un gioco duro” hadetto un laureando ventiduenne. “Cisono state settimane lunghissime in cuinon ho bevuto per sette notti, e setti-mane in cui ho bevuto la notte intera”.Mentre tornano a casa, alcuni studentitrangugiano il resto dei loro drink.Iniziano a discutere se raggiungerequella bettola di bar locale, primadell’ultima chiamata. Molti studenti sifanno strada – alcuni ondeggiando,abbracciandosi gli uni con gli altri –verso il salone da pranzo dove vieneservito a tarda notte un pasto ricco di

grassi, un servizio che le scuole hannoiniziato a offrire per mettere alimentinello stomaco degli studenti chebevono.

Gli studenti che hanno dato la festainiziano a raccogliere le lattine dibirra, a rimettere a posto i mobili e atogliere i tag dalle foto poco lusinghie-re caricate su Facebook.

Frostburg State UniversityNei 30 minuti di orientamento dellematricole alla Frostburg StateUniversity, in un sabato mattina digiugno, il più importante leader dellascuola parla al microfono di alcolici.

Consiglia al gruppo seduto davanti alui – per lo più diciottenni con igenitori – di non farsi prendere dall’“effetto college”, vale a dire l’ideatrasmessa da film e telefilm che andareal college vuol dire bere.

“Al di là delle tragedie, quello che mipreoccupa maggiormente è la perditadi potenziale umano” ha detto ilpreside che ha guidato l’universitàpubblica del West Maryland fin dal2006. Si è fermato un attimo e poi hacontinuato: “Pensate a questa estate.Non fatevi travolgere dal mondo delbere eccessivo con forti rischi ecambiate la vostra storia alla Frostburg

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9n. 243 maggio-giugno 2013la Salute umana

OsserOsserOsserOsserOsservvvvvatatatatatorio Porio Porio Porio Porio Pererererermanentmanentmanentmanentmanente sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Giovvvvvani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’AlcoolState University”.

Frostburg era considerata una scuoladi grandi feste; si tratta di una reputa-zione abbinata alle tragedie.Uno studente del primo anno è mortointossicato dall’alcool nel 1996 dopoaver bevuto alla festa di un clubstudentesco non affiliato. Sono statiincriminati sette studenti.All’inizio della presidenza diGibralter, uno studente ha dato unpugno a un vicino fuori della festa diun club e lo ha quasi ucciso. E nelcorso degli anni molti studenti sonostati ricoverati in ospedale dopo averbevuto troppo.

Gibralter è convinto che i dirigentipossono cambiare la cultura del bere eche devono farlo. “C’è l’impressioneche non si possa fare nulla al riguardo,ma non è così” ha detto.Gibralter vuole cambiare l’“effettocollege”. Al liceo gli studenti cheintendono andare al college sono menopropensi a bere di quelli che nonintendono proseguire gli studi. Ma nelcorso del primo anno di università glistudenti che già bevono al liceoiniziano a bere di più, e quelli che nonhanno mai bevuto è probabile checomincino. Il tasso di bevitori in uncollege è molto più alto di quello deinon iscritti.

Gibralter ha fatto diventare unapriorità a Frostburg la riduzione delbere ad alto rischio.

Confida che l’università stia facendoprogressi, in quanto la percentuale distudenti che bevono fino a ubriacarsisi è ridotta, passando dal 54% nel2006 al 41% lo scorso anno.

Da ciò sono derivati risultati accade-mici: un tasso di permanenza in lentoaumento, nuovi iscritti con titoliaccademici più elevati e meno proble-mi di disciplina.

Frostburg ha lavorato per creare unambiente in cui ci sono tante altre coseda fare, oltre al bere. La business

school al giorno d’oggi offre lezioni digruppo al venerdì per disincentivare ilconsumo di alcol del giovedì sera. Espesso l’università ospita feste in cui siballa e non si servono alcolici, cheattirano centinaia di studenti.L’università ha pagato le forze dipolizia locali affinché vi fosse unagente in più a vigilare nei quartieristudenteschi nelle notti delle feste piùfrequentate.

Una volta al mese, i funzionari diFrostborg incontrano la polizia e irappresentanti dei bar e dei negozi diliquori. La scuola pagherà la formazio-ne dei dipendenti. In cambio, alcunistudenti, per rispettare rigidamente lalegge e promuovere l’abitudine a berein modo sano, elaborano i menu deibar.

Tutti i nuovi studenti devono frequen-tare con successo un corso online cheinsegna che la maggior parte deglistudenti universitari non bevono comei protagonisti dei film. I funzionariesortano i genitori a parlare ai figli delbere prima del giorno di ingresso.La formazione continua in autunno espesso è condotta dagli studenti. Ileader degli studenti, tra cui quelli deiclub universitari maschili e femminili,devono ricevere la stessa formazionedei baristi in modo da saper individuarei problemi che si presentano durante lefeste.Frostburg adotta una politica di tolle-ranza zero nei confronti del consumo dialcolici da parte dei minorenni. Unaprima violazione ha come conseguenzaun’ulteriore formazione alcologica euna lettera rivolta ai genitori. I funzio-nari della scuola sostengono che questometodo ha fatto diminuire il numero diviolazioni ulteriori e persino quelle piùgravi.

Durante l’orientamento, Jesse M.Ketterman Jr., decano degli studenti,ha messo in guardia con fermezza: “Cioccupiamo dei comportamenti deglistudenti dentro e fuori dei campus.

Non importa se si fa una cosa dentro ofuori dal campus; noi lo scopriremo”.

Ma non c’è dubbio che a ogni orienta-mento almeno alcune matricolechiedono agli studenti più grandi dicomprargli della birra o suggerirglidelle feste.“Le persone che chiedono all’orienta-mento informazioni su bevandealcoliche non saranno qui tra un anno”ha detto Andy Krehbiel, un prometten-te laureando e membro di un clubuniversitario, che lavora nel centro perstudenti.I cambiamenti culturali non sono statifacili o popolari, ha affermatoGibralter. Anche così avvengonoancora tragedie, ad esempio lo studen-te accoltellato a morte da un altro inuna festa fuori dal campus nel 2011.

“Dobbiamo essere bravi come nelnostro ultimo fine settimana” ha dettoGibralter. “Non vado mai la sera aletto pensando: grazie, Dio. Finalmen-te abbiamo risolto questo problema”.“E’ importante sottolineare che questirappresentano una piccola parte dellapopolazione studentesca”.

“I was speaking with you lastnight, and I have no recollectionof it whatsoever.” Collegestudent’s e-mail to reportIl video inizia con il suono di unabanda musicale e va velocementeverso due immaginari studenti nonlaureati della Michigan University chestanno in balcone a Ann Arbor conocchiali da sole.“Ragazzi, sono Liza” dice la giovanedonna con indosso pantaloncini dijeans e una maglietta Michigan,ritagliata per mostrare i suoiaddominali tonici. Un ragazzo con unacanotta nera e un cappuccio all’indie-tro accanto a lei si presenta comeJustin.

“Benvenuti alla settimana del benve-nuto 2012” dice lei.

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10 n. 243 maggio-giugno 2013 la Salute umana

OsserOsserOsserOsserOsservvvvvatatatatatorio Porio Porio Porio Porio Pererererermanentmanentmanentmanentmanente sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Gioe sui Giovvvvvani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcoolani e l’Alcool“Vi faremo vedere come lavoriamoduro” spiega Justin.“E giochiamo più duro” dice Liza.Mentre risuona la canzone di WizKhalifa “Work hard, play hard”, loschermo si riempie di foto che sembra-no appartenere a un opuscolo diingresso: lo stadio Michigan, la torrecampanaria, edifici ricoperti di edera euno striscione che proclama “Benve-nuti in Michigan!!”Il ritornello – Lavoro! Lavoro! Lavoro!Lavoro! – e lo schermo diventa unmontaggio di scene di festa. Un’enor-me festa in casa. Un ragazzo conindosso una collana fosforescentebrandisce due bottiglie disuperalcolici. Studenti brindano conshot alla migliore settimana della lorovita. Donne che barcollano. Ognipochi secondi, qualcuno mandaun’imprecazione.

Man mano che i testi delle canzonidiventano sempre meno riferibili, ilfilmato diventa più sfrenato. Studentiche ballano in una doccia fatta con untubo d’acqua. Ragazzi che stanno suun balcone e rovesciano un fiume dialcool nella bocca aperta di un ragazzodi sotto. Marijuana.

Mucchi di danaro.

Baciare.

Lottare.

Ballare.

Riempirsi di alcol. Ingurgitare birra.

E ancora ballare.

Questo video “Sono Shmacked” è lacreazione di due ragazzi poco più cheventenni, che hanno avviato unasocietà di produzione in college.La parola shmacked, stando all’UrbanDictionary, significa “intossicarsi finoal punto di non riuscire a stare in piedi,di sapere cosa stia succedendo epronunciare in modo corretto qualsiasiparola”.

Il team si sposta di scuola in scuola,spesso su richiesta degli studenti e

registra le scene più irriverenti che puòtrovare (con la dichiarazione di re-sponsabilità: “durante il filmato nonsono utilizzati alcolici o sostanzeillegali”). I video ottengono milioni divisualizzazioni e contribuiscono adefinire l’odierna cultura del consumodi alcolici nei college.Non è l’immagine che molte universitàoggigiorno desiderano, tanto più cheinvestono migliaia di dollari nellaformazione alcologica.

“E’ importante sottolineare che questirappresentano una piccola parte dellapopolazione studentesca” ha dettoKelly Cunningham, portavoce dellaMichigan University. “Abbiamo moltistudenti alla Michigan University chescelgono di non bere, o che, quandoscelgono di bere, bevono con modera-zione”.I laureati della Virginia Universityhanno dovuto mettersi in fila per lacerimonia delle 9 e 30. Negli ultimiminuti hanno finito i drink e hannochiuso le schede.Sulla veranda di un club tre ragazzisono impegnati ad aprire champagne,poi si affrettano per finire prima.

La canzone “Graduation” dei VitaminaC risuonava:Possiamo sopravvivere là fuori?Possiamo farlo in qualche modo?Credo di aver pensato che questonon finisse mai. E all’improvvisoè come se noi siamo donne e uomini.Il passato sarà un’ombrache ci seguirà?Questi ricordi sbiadirannoquando lascerò questa città?Attorno all’edificio più antico del-l’università, la Rotunda, migliaia dilaureati si sono messi in fila con toghee berretti ben assortiti. “Ho paura!” hadetto con angoscia un ragazzo, trasci-nandosi verso la cerimonia. I piùcamminavano fiduciosi. Alcuni sbatte-vano ubriachi sui muri, come flipper.Due sono scivolati sull’erba bagnata.

La cerimonia ha avuto inizio. Glioratori hanno condiviso pensieriispirati. Uno studente di economiasorseggiava un’enorme lattina di BudLight. Uno studente di ingegneriabalzava fuori dalla folla, sembravasofferente. Tutti cantavano la canzonedella scuola.Hanno messo in movimento il poste-riore e si sono avviati nel mondo reale.

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FFFFFino a che età pensi di vivere?ino a che età pensi di vivere?ino a che età pensi di vivere?ino a che età pensi di vivere?ino a che età pensi di vivere?Lilia Biscaglia

ricercaricercaricercaricercaricerca

È ormai acquisita l’utilità dellemisure soggettive del benessere e della salute. Le percezioni

e le valutazioni soggettive influenzanoil modo in cui le persone affrontano lavita, e possiedono un elevato valoreinformativo anche nel campo della sa-lute pubblica.In un recente articolo apparso su SocialScience & Medicine [1], alcuni ricer-catori australiani hanno proposto unmodello mentale per la Subjective LifeExpectancy (SLE) ovvero la valutazio-ne soggettiva della propria longevità.Si tratta di una misura che prende inconsiderazione una dimensione fonda-mentale dell’esperienza umana: il tem-po. Via via che l’età aumenta, il tempoche ancora rimane da vivere diventa piùimportante di quello trascorso dallanascita. Si comincia a pensare ad alcu-ni cambiamenti significativi come il ri-tiro dal mondo del lavoro e l’aumento

Ricercatori australiani hanno proposto un modello per la valutazione soggetti-va della propria longevità. Si tratta di una misura che prende in considerazio-

ne una dimensione fondamentale dell’esperienza umana: il tempo.

dei problemi di salute. E si fanno pianiper gli anni che ancora restano da vive-re, con conseguenze che impattano suicomportamenti, le relazioni sociali, leopportunità e le prospettive future.In diversi studi, le stime soggettive sul-l’aspettativa di vita si sono dimostratemolto accurate rispetto a quelleattuariali[2]. Tuttavia, fino ad oggi, nonera stato sviluppato un modello menta-le capace di spiegare i fattori che cia-scun individuo considera quando pen-sa agli anni che gli restano da vivere.Gli autori dell’articolo hanno provatoa individuare i fattori determinanti del-la SLE utilizzando un modello di tipobio-psico-sociale. Oltre a considerarefattori biomedici e genetici – come ilgenere, l’età, la longevità dei genitori ela personale storia di salute – sono sta-ti presi in esame i fattorisocioeconomici come il livello di istru-zione e il reddito, e alcuni fattori

comportamentali relativi alle scelte disalute come l’attenzione a fare eserci-zio fisico e a mantenere un appropriatopeso corporeo, l’alimentazione sana edequilibrata, la limitazione di alcolici el’abolizione dell’abitudine al fumo. In-fine, sono stati considerati i cosiddettifattori psicosociali: l’ottimismo, la de-pressione clinica e forme subclinichedi angoscia e ansia, il supporto e leinterazioni sociali.Per lo studio, sono state interpellateoltre 2500 persone che hanno fornitouna stima degli anni che ancora resta-vano da vivere. Le persone coinvolte –selezionate tra i partecipanti dello stu-dio australiano “45 and Up Study” –dovevano possedere due requisiti fon-damentali: avere, all’epoca dell’avviodello studio, almeno 55 anni e un lavo-ro pagato. L’interesse principale dei ri-cercatori australiani era, infatti, sull’in-fluenza della SLE nel periodo di tran-

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12 n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013 la Salute umana

sizione dal mondo del lavoro alla pen-sione.Ma quali sono i risultati dello studio?Anche questa volta le stime dell’aspet-tativa di vita si sono dimostrate esseremolto vicine a quelle fornite dalle ta-vole di mortalità, a conferma del fattoche la SLE è una misura soggettivaestremamente informativa. In manieradiversa, gli uomini e le donne conside-rano la loro storia personale quandoformulano un’idea sulla propria aspet-tativa di vita. Tra tutte le categorie difattori considerati, quelli socio-econo-mici sembrano aver minor peso, men-tre i fattori psicosociali come stress edepressione, il supporto sociale e la lon-gevità dei propri genitori (e in partico-lare della madre per le donne) risulta-no essere collegati alla SLE. Rispettoagli uomini, le donne tendono asottostimare più spesso il numero dianni che ancora rimane da vivere.

Gli stili di vita e i comportamenti salu-tari influiscono sulla SLE, ma i risulta-ti suggeriscono che, soprattutto le don-ne, non considerano abbastanza l’im-portanza di dieta, esercizio fisico, alcole obesità nel determinare l’aspettativadi vita delle persone. Al contrario, tragli uomini che adottano comportamen-ti salutari, è meno forte la correlazionetra la SLE e la longevità del propriopadre (Figura 1). Fare scelte salutari,quindi, è considerato soprattutto tra gliuomini, un fattore importante per au-mentare la propria longevità.Come rilevato dagli stessi ricercatori, irisultati dello studio sono comunquepoco generalizzabili: i rispondenti era-no per lo più persone con un elevatolivello d’istruzione e un retroterra cul-turale di tipo occidentale. Ma quale può essere l’utilità di unamisura come la SLE? Secondo i ricer-catori australiani, la SLE, come tutti gli

schio. Tener conto della SLE permette,inoltre, di avere una visione più artico-lata e completa del benessere delle per-sone, soprattutto in relazione alle scel-te di carattere economico che si fannoin previsione della pensione. L’uscitadal mondo del lavoro, è del resto untema al centro della “Strategia Europa2020” ed è ripreso dal Libro verde “Ver-so sistemi pensionistici adeguati,sostenibili e sicuri in Europa”, che in-vita gli stati europei ad allungare ladurata della vita attiva tenendo contodelle necessità dei lavoratori più anzia-ni. Secondo i dati del sistema naziona-le di sorveglianza PASSI d’Argento –che, nel 2012, ha raccolto informazio-ni su un campione di circa 24.000 ultra64enni – circa il 5% delle persone svol-ge un lavoro pagato anche dopo i 65anni e questa percentuale è destinata acrescere nei prossimi anni. Anche inEuropa, l’attenzione alle scelte che sifanno in previsione della pensione èdestinata, quindi, ad aumentare. Proba-bilmente, dopo esserci abituati a do-mande che riguardano la felicità e lasoddisfazione per la nostra vita, non cisembrerà strano fornire stime più omeno precise sugli anni che ancora cirestano da vivere.

Inserito da:Redazione SI on 24 aprile 2013

Lilia Biscaglia. Psicologa, Laziosanità –Agenzia di Sanità Pubblica

Figura 1 - Interazione tra l’età del genitore dello stesso sesso e l’indice sugli stili di vitatra gli uomini

indicatori soggettivi rappresenta un uti-le complemento agli indicatori stretta-mente oggettivi, in quanto consente divalutare le eventuali divergenze tra ciòche le persone riferiscono e ciò che vie-ne catturato dagli indicatori oggettivi.Individuare i gruppi che sottostimano

la propria longevità può aiutare, adesempio, a riconoscere gruppi di popo-lazione più “fragili”. Allo stesso modo,capire quanto gli stili di vita salutarisono considerati nella stima della lon-gevità, può indirizzare interventi di sa-lute pubblica in particolari gruppi a ri-

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Salute in azione:Salute in azione:Salute in azione:Salute in azione:Salute in azione:la parola agli operatori sul campola parola agli operatori sul campola parola agli operatori sul campola parola agli operatori sul campola parola agli operatori sul campo

a cura di Filippo Antonio Bauleo, Paola Beatini, Edvige Mancinelli

DDDDDossier

Il Dossier presenta una serie di contributi che provengono dagli operatori della pro-mozione della salute dei nostri servizi sanitari: medici di sanità pubblica, di diparti-menti di prevenzione e distretti, assistenti sanitari, medici di medicina generale, in-fermieri. Si tratta di resoconti di azioni dei servizi, sia di singole esperienze che diprogrammi di ampio respiro, comunque incardinati in una programmazione regio-nale e locale. In generale, tutti i lavori hanno come quadro di riferimento gli indirizzinazionali di “Guadagnare salute” e del “Piano nazionale della prevenzione 2010-2012” e sono collegati ai vari sistemi di sorveglianza attivati a livello nazionale:PASSI, Passi d’argento, OKkio alla salute, Studio HBSC. “Guadagnare Salute. Rendere facili le scelte salutari” è il programma nazionaleapprovato con DPCM del maggio 2007, con l’obiettivo di attivare azioni integrate ecoordinate sui quattro principali fattori di rischio modificabili (fumo, alcol, scorrettaalimentazione e inattività fisica) responsabili da soli del 60% della perdita di anni divita in buona salute in Europa e in Italia. La strategia di “Guadagnare Salute” iden-tifica quattro aree tematiche:1. promozione di comportamenti alimentari salutari2. lotta al tabagismo3. contrasto ai consumi rischiosi di alcol promozione dell’attività fisica.Ricordiamo anche i Sistemi di Sorveglianza.“OKkio alla Salute” ha l’obiettivo di descrivere gli stili alimentari e l’abitudine al-l’esercizio fisico dei bambini (6-10 anni). PASSI e Passi d’argento forniscono datirelativi alla popolazione adulta e anziana. Lo studio HBSC fornisce dati relativi agliadolescenti.

Pablo Picasso, Le gourmet, 1901

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DDDDDossierI contributi di seguito proposti costituiscono immagini della programmazione e dellaoperatività, i cui elementi caratterizzanti sono dati da un’ottica intersettoriale parte-cipata ai vari livelli, da diverse strategie di coinvolgimento e da metodologieinterattive. È proprio questo approccio sistemico e partecipativo l’elemento condivi-so maggiormente riconducibile alla promozione della salute.I lavori provengono da professionisti che, con vario titolo, ricoprono ruoli specifica-mente dedicati alla promozione della salute ed educazione sanitaria nei servizi sani-tari delle varie regioni italiane.Dalla Regione Puglia il programma “Educazione ai corretti stili di vita”, con fortecollegamento intersettoriale tra gli assessorati regionali, omogeneità, diffusione sulterritorio e grandi numeri, con il ruolo di regia del Dipartimento di Prevenzione.Dall’Umbria il programma “ Costruiamo insieme la Città che promuove la Salute”sviluppato nella USL di Perugia: una metodologia di lavoro fortemente partecipataa livello locale. Operatori della USL, stakeholder scuola, genitori, educatori ed “esper-ti” effettuano nei laboratori analisi di contesto sui bisogni di salute per poi tradurlein azioni efficaci e sostenibili.A questi due programmi sistematici seguono singole esperienze di lavoro.Dall’Alto Adige la Fondazione Vital ci riporta “ Ricreazione sana”, azione attraver-so la quale un’intera comunità scolastica è coinvolta nella valutazione dei vari mo-menti della ricreazione (alimentazione, movimento, rilassamento, comunicazione esocializzazione) e nelle proposte di misure per promuovere la salute.Dal Veneto la consolidata esperienza di Pedibus viene creativamente trasformata nel“ Pedibus con gli animali”.Dal Lazio un lavoro di monitoraggio e valutazione di processo del programma“Unplugged”, un’esperienza significativa di riflessione da parte di un professionistasulla propria operatività per verificare possibilità e limiti della trasferibilità di pro-getti nati in altre realtà.Dall’Emilia Romagna un corso di formazione per operatori dei servizi, il “ Caffèdella salute”, in cui i professionisti si confrontano alla pari con l’obiettivo di crearerelazioni e contatti, sviluppare un clima di collaborazione e migliorare, così, il be-nessere dell’organizzazione stessa.Infine, “Un infermiere promotore di salute”: il concetto di salutogenesi applicatoalla assistenza infermieristica e all’educazione terapeutica del paziente.Concludono il Dossier alcune riflessioni di un medico di medicina generale, primoattore della promozione della salute con le persone e un confronto di questo – sottoforma di intervista – con una responsabile della promozione ed educazione alla salu-te di un servizio territoriale.Un quadro interessante che proviene da consolidati collaboratori del Centro Speri-mentale, partecipanti ai nostri corsi, con i quali abbiamo mantenuto rapporti cultu-rali e scientifici.Li ringraziamo molto per aver aderito all’invito di raccontare le loro esperienze sulcampo.Ci hanno infatti offerto uno spaccato vivo e reale sull’effettivo contesto di lavorodegli operatori di promozione della salute ed educazione sanitaria, centrato sugliindirizzi nazionali e caratterizzato dall’applicazione, attraverso diverse modalità,dei principi ispiratori della promozione della salute.

Filippo Antonio Bauleo, Paola Beatini, Edvige Mancinelli,Centro sperimentale per l’educazione sanitaria, Università degli studi di Perugia

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15n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

SBAM!SBAM!SBAM!SBAM!SBAM!PPPPProgramma interassessorile integrato per larogramma interassessorile integrato per larogramma interassessorile integrato per larogramma interassessorile integrato per larogramma interassessorile integrato per la

promozione della corretta alimentazione epromozione della corretta alimentazione epromozione della corretta alimentazione epromozione della corretta alimentazione epromozione della corretta alimentazione e

dell’attività motoria nella Regione Pugliadell’attività motoria nella Regione Pugliadell’attività motoria nella Regione Pugliadell’attività motoria nella Regione Pugliadell’attività motoria nella Regione Puglia

Antonio Pesare

Lo stato dell’arte in Puglia e la ne-cessità di agire in reteFino ad oggi in Puglia varie sono statele iniziative, incentrate sulla prevenzio-ne dell’obesità e sulla promozione del-l’attività fisica condotte sui soggetti inetà evolutiva e spesso con le caratteri-stiche della buona pratica. Quelle nelcontesto scolastico, in passato basatesulla volontà dei singoli, evidenziavanoi limiti dalla mancanza di pianificazio-

Il Programma SBAM! “Sport, Benessere, Alimentazione, Mobilità, Scuola”. Un interventomulticomponente integrato che vede, nel setting comunitario della Scuola, la compresenza di interven-ti attuati su più livelli, per influenzare efficacemente le scelte di vita salutari ed incidere positivamentesul cambiamento di comportamenti inadeguati che favoriscono l’insorgere di malattie degenerative digrande rilevanza epidemiologica e di grande peso sul sistema sanitario e sociale.La portata regionale dell’iniziativa, la pluralità dei gruppi target, la numerosità dei principalibeneficiari ma anche la sinergia tra più Assessorati regionali per dare credibilità ai messaggi, conso-lidare il rapporto tra cittadini e istituzioni e favorire la collaborazione di altri Enti/Amministrazionidel territorio.Tali gli elementi che rendono questa esperienza esemplare nel panorama nazionale per l’ampiezza deipartner istituzionali convergenti su un unico sforzo organizzativo.Finalità ultima mettere in atto un piano stabile nel tempo e strutturato nell’organizzazione che sioccupi dello sviluppo di quel capitale sociale della Regione Puglia rappresentato da alunni, famiglie,personale della Scuola e comunità locale.Interistituzionalità, partecipazione, efficacia e sostenibilità i principi di riferimento del Programma.

ne e coordinamento e l’assenza di dia-logo sistemico con la Scuola.Per superare quest’ultimo aspetto, è in-tervenuto il Piano Regionale della Pre-venzione 2010-2012 con uno specificoprogetto, “Scuole in Salute”, per lastrutturazione organica di intenti e atti-vità da condividere tra Sistema Sanita-rio Regionale e Istituzioni Scolastiche.Per dare forza e vitalità a questo percor-so, è stato sottoscritto il Protocollo d’In-

tesa, tra Assessorato alla Sanità e Uffi-cio Scolastico Regionale.

La costruzione di un Network perla promozione di corretti stili di vitaSi è fatta strada l’idea di avviare la co-struzione di un Network per la promo-zione di corretti stili di vita che portassealla realizzazione di interventi, fondatisulla continuità e la contiguità delle azio-ni, sulla collaborazione intersettoriale e

Pablo Picasso, Arlecchino sul divano rosso, 1905

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16 n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013 la Salute umana

DDDDDossiersul coinvolgimento di competenze spe-cialistiche diverseScopo primario è stato un percorso par-tecipato e condiviso da tutti glistakeholder dei vari setting di interven-to per la costituzione di un modellopugliese di rete, finalizzato alperseguimento di medesimi obiettivi disalute ed all’integrazione delle rispetti-ve specifiche risorse.Su tale base la Regione Puglia ha realiz-zato un vero e proprio “programma” enon un semplice “progetto” di educazio-ne ai corretti stili di vita.Distinzione non fine a se stessa, in quan-to un “progetto” si esaurisce in un am-bito temporale definito, al di fuori di unalogica di continuità laddove un “pro-gramma” prevede un’ottica di continui-tà coerente con le tappe di sviluppo per-sonale, fisico, psicologico e cognitivodei bambini, mantenendo la necessariaconnessione sotto il profilo pedagogico,didattico e contenutistico.Il primo prodotto di tale interazione isti-tuzionale è stata la progettazione condi-visa di una sperimentazione di interven-ti da effettuare a livello locale in temadi promozione dei corretti stili di vita,secondo un quadro metodologico eorganizzativo unitario volto a ottimizzarel’uso delle risorse ed a migliorare laqualità degli interventi.Una sperimentazione di obesityprevention network concretizzatasi in unProgramma Regionale Integratotriennale di educazione alla salute e dipromozione del benessere rivolto aibambini di 9-11 anni, per sviluppareazioni a favore di abitudini alimentaricorrette e costante attività fisica, utiliz-zando metodologie e strumenti oppor-tunamente modulati sull’età dei fruitoriil Programma di Educazione ai cor-retti stili di vita della Regione Puglia.

SBAM!SBAM! è l’acronimo (con il relativologo) che dà il titolo al Programma e ri-chiama i concetti di “Sport, Benessere,

Alimentazione, Mobilità, Scuola” . Unacronimo che enfatizza il “patto” istitu-zionale per la programmazione di poli-tiche e azioni educative per la salute,valorizzando la cooperazione tra ambi-ti, saperi e competenze differenti in unregime di uso ottimale di mezzi e risor-se per un obiettivo comune, una “piatta-forma regionale della promozione dellasalute”.

Le finalitàSBAM! ha la finalità di indurre la modi-fica del comportamento nei bambini so-stenendo e promuovendo, nel contestoscuola, scelte alimentari corrette e unostile di vita attivo attraverso la realizza-zione di interventi educativi, informati-vi e organizzativo-ambientali di provataefficacia in linea con il Programma na-zionale “Guadagnare Salute”.

Obiettivi generali:1. promuovere e sostenere scelte alimen-

tari corrette;2. aumentare la capacità degli alunni di

sviluppare capacità critiche e di scel-ta consapevole sulla propria alimen-tazione;

3. promuovere la conoscenza delle qua-lità salutistiche e nutrizionali delleproduzioni alimentari locali ed il loroconsumo;

4. promuovere e sostenere una regolareattività fisica per indurre la modificadel comportamento nei bambini diuno stile di vita “sedentario “;

5. promuovere l’avviamento e l’orien-tamento dei bambini allo sport comestrumento di educazione, aggregazio-ne e miglioramento delle condizionifisiche;

6. promuovere un corretto stile di vitache coniughi un’attività motoria ade-guata a pratiche alimentari corrette;

7. predisposizione e utilizzo di percorsisicuri per il tragitto casa-scuola.

Gli obiettivi specifici (organizzativi,educativi e comportamentali) sono statideclinati nell’ambito delle aree

tematiche, delle specifiche linee di svi-luppo e dei singoli percorsi operativi.

Gli attori del Network

I pr omotori istituzionali del program-ma- Assessorato alle Politiche della Salute- Assessorato allo Sport- Assessorato alle Risorse

Agroalimentari- Assessorato al Diritto allo Studio- Assessorato alle Infrastrutture Strate-

giche e Mobilità- Ufficio Scolastico Regionale della

Puglia - MIUR

I partners- OER (Osservatorio Epidemiologico

Regionale)- AA.SS.LL. (Aziende Sanitarie Loca-

li)- Università degli Studi di Foggia e Bari

- Facoltà di Scienze Motorie- ANCI- UPI- CONI- AReM (Agenzia regionale per la mo-

bilità della Puglia)- Circuito delle Masserie Didattiche

La numerosità della popolazionetarget principaleLa numerosità della popolazione targetdi riferimento, per ogni annualità delProgramma, consta di circa 2.100 terzeclassi e di circa 44.000 alunni, distribu-iti sul territorio regionale come illustra-to dalla tabella 1.

I livelli organizzativi e operatividel networkPer il buon esito dell’iniziativa è statoimportante garantire un sufficiente gra-do di formalizzazione e “fluidità” al si-stema di rete e l’interazione tra tutti ipartners coinvolti per sviluppare un rap-porto organico e avere un sufficientefeed-back per attuare sul campo delleiniziative intraprese.Il modello organizzativo e i tavoliinteristituzionali di governance

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

velli locali, analizzandoli alla luce diprove di efficacia e di esempi di buo-na pratica; quindi coordinare emonitorare l’attuazione sul campo del-le azioni previste; definire un Piano diComunicazione per promuovere esupportare il Programma; definire eattuare un piano organico per la for-mazione dei formatori e dei docenti;realizzare adeguati strumenti e mate-riali didattici per alunni e famiglie.

- A livello territoriale sono stati costi-tuiti i Gruppi di Lavoro Locale per gliinterventi e le attività previste dal Pro-gramma cui afferiscono le diverse pro-fessionalità.

Il setting, i destinatari e la durata delProgrammaIl setting è rappresentato dalle scuolepugliesi e dagli ambienti di vita correlati.Il Programma coinvolge in modo attivole tre figure portanti dell’impiantoprogettuale (insegnanti, alunni e geni-tori) e ad essi si rivolge con contenutidifferenziati e trattati in modo funzio-nale alle necessità formative di questidifferenti target.Il gruppo beneficiario principale dell’in-tervento è costituito dai bambini di etàcompresa tra 9 e 11 anni, alunni iscrittialle classi terze della Scuola Primaria eli seguirà per l’arco temporale di tutto iltriennio.

Le fasi d’avviamento del Pro-grammaIl Programma SBAM! si articola in unaserie di momenti propedeutici, intercon-nessi, incentrati sugli aspetti della infor-mazione/formazione e della comunica-zione volti, da una parte, a coinvolgereattivamente la Scuola ed i suoi operato-ri nella condivisione di modelli didatti-ci efficaci, dall’altra a sviluppare la pro-pensione alla collaborazione e la dispo-nibilità al cambiamento delle famiglie.L’avvio di “SBAM!” prevede sostanzial-mente le seguenti fasi:1) Contatto con le scuole per la

formalizzazione della collaborazio-ne e per l’individuazione degli inse-gnanti e delle classi aderenti;

2) Incontro/i di formazione con gli in-segnanti partecipanti al progetto;

3) Coinvolgimento e sensibilizzazionedelle famiglie.

Per la realizzazione di tutte le fasi preli-minari è decisivo l’apporto dell’Asses-sorato al Diritto allo Studio, per la dif-fusione dell’iniziativa, la formazione deisoggetti coinvolti e la collaborazione conl’Uf ficio Scolastico Regionale per crea-re un intenso raccordo con le scuole in-teressate al Programma.

- Per gli aspetti gestionali è stata appo-sitamente costituita, a livello centraleregionale, una Cabina di RegiaInterAssessorile composta dagli As-sessori proponenti e dai Dirigenti deiServizi competenti in materia e dal-l’Uf ficio Scolastico Regionale per laPuglia

- E’ stato altresì costituito un ComitatoTecnico-Scientifico (formato da pro-fessionisti afferenti alle StruttureAssessorili e indicati dalla Cabina diRegia) con diversi compiti, tra cui, inprimis, vagliare progetti, materiali edesperienze di ricerca-azione già pro-dotte sul territorio pugliese ai vari li-

Pablo Picasso, Famiglia di acrobati con scimmia, 1905

Provincia N. classi N. alunni Provincia di Bari 778 16.048 Provincia di Foggia 319 6.765 Provincia di Lecce 358 7.327 Provincia di Taranto 269 5.622 Provincia di Brindisi 172 3.560 Provincia di Barletta-Andria-Trani 204 4.265 TOTALE 2.100 43.587

Tabella 1 - Popolazione target principale

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DDDDDossierLe aree tematiche del ProgrammaSBAM! si snoda lungo le grandi areetematiche generali della promozione deicorretti stili di vita finalizzate alraggiungimento degli obiettivi di modi-fica delle scelte alimentari, di incremen-to dell’attività motoria e di riduzione deicomportamenti sedentari.Tali tematiche generali sono articolatein quattro principali linee di sviluppo,con percorsi educativi e didattici cheprevedono contenuti, metodologie e stru-menti differenziati in relazione a speci-fiche linee di sviluppo ma comunquesempre interdipendenti e reciprocamentecoordinati.Si sono privilegiate le azioni che:a. sostengono l’adozione di una vita più

attiva, passando da uno stile di vitasedentario verso una più intensa atti-vità fisica ed una maggiore pratica disport;

b. possono rendere l’ambiente urbano “amisura di bambino” aumentando le

aree pedonali e le piste ciclabili cosìda incentivare il movimento all’ariaaperta;

c. sostengono un cambiamento dellescelte alimentari, favorendo il consu-mo giornaliero di frutta e verdura euna merenda bilanciata a metà matti-na;

d. promuovono una sana alimentazionesecondo un approccio agroalimentare,passando attraverso la conoscenza eil consumo dei prodotti tipici e di qua-lità riconosciuta, la conoscenza deimetodi di produzione/trasformazionedei prodotti, la stagionalità e le tradi-zioni agroalimentari del territorio.

Nel corso del triennio gli alunni sonocoinvolti in un percorso didattico sud-diviso in step progressivi di apprendi-mento, in cui le tematiche alimentari emotorie vengono trattate in maniera pro-gressivamente più articolata e inserite inun quadro logico d’insieme in grado didare maggiore coerenza ai contenuti e

di potenziare i fattori di protezione con-tro il sovrappeso e l’obesità. Tutte leazioni previste opportunamente armo-nizzate e concomitanti generano un ef-fetto vicendevolmente rinforzante neiconfronti dei comuni obiettivi da rag-giungere.

Il disegno metodologicoL’Educazione ai corretti stili di vita devecostituire una presenza continua e dif-fusa nei curricula di ogni materia, nelsegno di quell’unità del sapere alla basedel nostro comportamento tramitemetodologie educative volte a svilupparerisorse, competenze, capacità critiche erelazionali dei bambini intese comeempowerment individuale e sociale.Del resto, come riportato nella teoria diPiaget sugli stadi di sviluppo dell’intel-ligenza, l’età compresa tra 7 e 11 anniviene considerata come “periodo delleoperazioni concrete”, in cui le motiva-zioni all’attività intellettuale vi sono se

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19n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossierAmbiti di contenuto e percorsi tematici specifici

Ar ea Tematica: Promozione della corretta e sana alimentazioneLo sviluppo di quest’Area è indirizzato a fornire una serie di messaggi-chiave individuati come punti essenziali per la fasciad’età considerata, al fine di promuovere effettivi cambiamenti comportamentali e favorire lo sviluppo di un rapporto correttoe salutare col cibo.Si parte dalla propria sensorialità ed emotività per arrivare - muovendosi lungo assi culturali e cognitivi integrati -all’acquisizione di un diverso grado di consapevolezza e di capacità critica e pratica rispetto alle relazioni complesse cheregolano i rapporti tra salute-cibo-cultura-ambiente.Questo percorso a spirale che accompagnerà i bambini nel corso del triennio si svolge idealmente attraverso alcuni momentisignificativi, in coerenza con i ritmi dello loro sviluppo (sensorialità, nutrizione, conoscenza del cibo, igiene e la sicurezza,approccio culturale al cibo, approccio multiculturale).Questa area tematica prevede due specifiche linee di sviluppo, ciascuna delle quali è co-progettata in percorsi modulari i cuicontenuti e attività sono dettagliati in pacchetti didattici (con metodologie, strumenti e materiali differenziati) ed in cui gliobiettivi di apprendimento vengono coniugati con gli obiettivi comportamentali.

LINEA DI SVILUPPO 1Educazione Alimentare e NutrizionaleÈ privilegiato un percorso didattico svi-luppato in armonia con la crescitapsicofisica del bambino fondamental-mente in quattro fasi, tutte caratterizza-te da un forte carattere ludico e moti-vante ed in cui l’operatività diventa pra-tica normale d’apprendimento:- momento dell’informazione- momento del laboratorio sensoriale- momento del laboratorio della frutta- momento della formulazione di “menù

buoni” settimanali per la merenda dimetà mattina.

LINEA DI SVILUPPO 2Sana Alimentazione e Prodotti del Ter-ritorioIl percorso educativo si sviluppa attra-verso momenti didattici volti a:- favorire l’adozione di sani comporta-

menti alimentari, considerando conparticolare attenzione la conoscenzadelle produzioni agroalimentari diqualità legate alla tradizione e culturadel territorio, ottenute nel rispetto del-l’ambiente.

- promuovere la conoscenza del siste-ma agroalimentare mediante la com-prensione delle relazioni esistenti trasistemi produttivi e distributivi, in rap-porto alle risorse alimentari, all’am-biente e alla società.

Area Tematica: Promozione dell’attività fisicaE’ scientificamente indiscusso che sussiste una relazione diretta tra lo sviluppo motorio e lo sviluppo cognitivo e di relazione,particolarmente nell’età della scuola primaria.Anche l’O.M.S. considera l’educazione motoria fondamentale per lo sviluppo della personalità e per il raggiungimento emantenimento della buona salute. L’educazione motoria ha, quindi, un ruolo fondamentale nel processo di crescita del bam-bino e l’attività motoria nella scuola primaria favorisce lo sviluppo della personalità e la prevenzione dei principali effettidella sedentarietà, tra cui il sovrappeso e l’obesità.

- promuovere un concetto di qualitàcomplessiva del cibo che, partendodalla sicurezza, incorpori aspettivaloriali emergenti relativi asostenibilità, stagionalità, intercultura,territorialità.

- promuovere l’aumento della disponi-bilità della frutta fresca a scuola e lavalorizzazione della filiera corta perlo sviluppo delle risorse e delle speci-ficità locali.

Alla fine della prima annualità del Pro-gramma è prevista una visita in un’azien-da agricola della zona - afferente al cir-cuito Masserie Didattiche di Puglia - perdare la possibilità ai bambini e alle lorofamiglie di vivere una vera e propria“giornata agricola”.

LINEA DI SVILUPPO 3Promozione dell’Attività MotoriaPrevede lo svolgimento di attivitàmotorie e sportive che si terranno in ora-rio curriculare nel periodo ottobre-mag-gio di ciascun anno scolastico. Tale atti-vità consiste in n.1 ora settimanale/per

gruppo classe per un periodo totale di20 settimane (per ogni anno scolastico).Le attività sono programmate in formaludico-sportiva attraverso un percorsoche si snoderà, con l’ausilio del gioco,dall’atletica leggera agli sport di squa-dra con l’ausilio di personale specializ-

zato, in collaborazione con il CONIPuglia e con l’Università degli Studi diBari e Foggia - Facoltà di Scienze delleAttività Motorie e Sportive-, apposita-mente formato per la proposizione digiochi e dinamiche ludico-sportive a lorovolta basate sull’attuazione di schede di-

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DDDDDossier

essa suscita piacere, gioco, divertimen-to, conferme, o se è strumentale a qual-cosa di piacevole.Ognuno dei percorsi proposti offre, per-tanto, l’opportunità di attività e modali-tà di lavoro diverse ma, in ogni caso, concoinvolgimento attivo degli alunni, sol-lecitando in loro curiosità e voglia dicapire, mantenendo costante il riferi-mento alla realtà. Facendo perno sullasfera emotiva, permettendo all’alunno di“raccontarsi”, svolgendo indagini sulproprio vissuto, sulle proprie sensazio-ni, anche l’aspetto culturale e l’appren-dimento scolastico diventano una spon-tanea necessità di soddisfare la loro cu-riosità.

Il sistema di valutazioneLa Cabina di Regia, ha individuato unsistema strutturato di valutazione nonsolo del gradimento dei partecipanti e/odella verifica di apprendimento di sem-plici nozioni ma un Piano di Valutazio-ne a partenza dalla valutazione di pro-cesso (per monitorare l’andamento dellavoro, individuarne criticità e consen-

dattiche appositamente predisposte dalComitato Tecnico Scientifico e raccoltein una guida costituita da schede didat-tiche o altro materiale relativo alletematiche specifiche del progetto (mo-bilità, sana alimentazione).

LINEA DI SVILUPPO 4Percorsi sicuri per il tragitto casa-scuo-la a piediL’occasione più comune per svolgereattività fisica per i bambini è andare etornare da scuola a piedi: si tratta di unvalido momento di esercizio che abituafin da piccoli a stili di vita attivi. L’As-sessorato alla Mobilità, con la parteci-pazione dei ricercatori dell’AgenziaRegionale della Mobilità (AReM), rea-lizzerà:

- Interventi di sensibilizzazione e di for-mazione rivolti a docenti, amministra-tori e genitori sul tema dei percorsi si-curi casa–scuola a piedi, attraversocui:

- esaminare il ruolo della mobilità nel-l’ambito della promozione della salu-te;

- coinvolgere i bambini e i loro genitoriper promuovere gli spostamenti a pie-di lungo il tragitto casa-scuola.

- Proposizione agli amministratori e aigenitori di un approfondimento sullepossibili soluzioni di carattereorganizzativo capaci di rendere sicurie gradevoli i percorsi casa-scuola a pie-di.

- Ideazione e collaborazione nella rea-lizzazione di iniziative volte a soste-

nere e incoraggiare la pratica dei per-corsi casa–scuola a piedi.

- Supporto organizzativo e coordina-mento delle attività relative aglispostamenti a piedi lungo il tragittocasa-scuola.

- Promozione dell’iniziativa attraversoforme incentivanti dell’utilizzo deipercorsi casa–scuola a piedi

Questa linea di sviluppo prevede ilcoinvolgimento delle comunità locali ele sue ricadute possono essere moltepli-ci, anche non strettamente connesse allaprevenzione del sovrappeso e dell’obe-sità, quali la sicurezza stradale ed edu-cazione ambientale.

tire modifiche in corso d’opera), fino allavalutazione di impatto e di risultato,usando metodi quali-quantitativi.La valutazione di esito ha riguardatoanche i portatori di interesse attraversoun questionario standardizzato e semi-strutturato, auto-somministrato .Il programma inoltre, sulla base dellametodologia di indagine dello studioOkkio alla Salute, si è prefisso di stima-re gli effetti degli interventi realizzati intermini di efficacia nella riduzione del-la prevalenza di sovrappeso e obesità,di diffusione delle sane abitudini alimen-tari e di corretti stili di vita nei soggettipartecipanti al Programma. L’Osserva-torio Epidemiologico Regionale dellaPuglia ha fornito il necessario supportoalle attività di campionamento, elabora-zione ed analisi dei dati.

La diffusione dei risultati delleattività pr ogettualiÈ stato previsto che ogni istituto scolasti-co coinvolto redigesse una relazione an-nuale sulle attività svolte ed ogni altrainformazione utile e che dai lavori rea-

lizzati dai bambini e dagli insegnanti siricavassero opuscoli, libri, video, prodottimultimediali, mostre fotografiche da dif-fondere presso l’intera collettività.

Antonio Pesare, coordinatore regionaledel Progetto, Dipartimento di prevenzio-

ne, ASL Taranto

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21n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Costruire insieme una Città che promuoveCostruire insieme una Città che promuoveCostruire insieme una Città che promuoveCostruire insieme una Città che promuoveCostruire insieme una Città che promuovela salutela salutela salutela salutela salute

PPPPProgetto Ben Essere: alimentazione e attività fisica come fattori dirogetto Ben Essere: alimentazione e attività fisica come fattori dirogetto Ben Essere: alimentazione e attività fisica come fattori dirogetto Ben Essere: alimentazione e attività fisica come fattori dirogetto Ben Essere: alimentazione e attività fisica come fattori disalute e sostenibilitàsalute e sostenibilitàsalute e sostenibilitàsalute e sostenibilitàsalute e sostenibilità

Erminia Battista

Contraddistinto dall’intento di lavorare per processi superando la logica delprogetto e in un’ottica di continuità degli interventi, “Costruiamo insieme laCittà che Promuove la Salute” offre, quali aspetti salienti, un forte impegnoverso la partecipazione dei vari attori sociali ed il moltiplicarsi di azionipreventive a cascata generatesi con “movimento spontaneo” a partire e pervolontà degli stessi e vari portatori di interesse.

I l Ministero della Salute ha promos-so il programma “Guadagnare Salu-

te” ovvero “rendere facili le scelte salu-tari”, con l’obiettivo di facilitare l’assun-zione di comportamenti che influisconopositivamente sullo stato di salute. Permonitorare l’evoluzione nel tempo del-la stato di salute della popolazione eorientare gli interventi di prevenzionesono stati avviati diversi Sistemi di Sor-veglianza tra cui “OKkio alla Salute”,con l’obiettivo di descrivere gli stili ali-mentari e l’abitudine all’esercizio fisi-co dei bambini.I sistemi di sorveglianza rilevano un ec-cesso ponderale nel 35% dei bambini enel 43% degli adulti (di cui l’11% obe-si). I dati mostrano che gli spostamenti

casa-scuola e casa-lavoro vengono effet-tuati prevalentemente in macchina (82%degli adulti e il 66% dei bambini).In risposta a”Guadagnare Salute” e suc-cessive integrazioni, l’AziendaUSLUmbria1 sta attuando nel territorio,il programma “Costruiamo insieme laCittà che promuove la Salute”, artico-lato nelle seguenti linee di azione:1) attivare un sistema di trasporto urba-

no ambientalmente sostenibile;2) promuovere l’attività fisica in città;3) promuovere una corretta e sana ali-

mentazione;4) rendere le Scuole promotrici di salu-

te;5) rendere la città sana e sicura grazie

ad assetti urbani che prevengano in-

cidenti e violenze e che promuovanorelazioni positive tra le persone;

6) prevenire l’iniziazione e contrastarel’abitudine al fumo e contrastarel’uso rischioso dell’alcol

Le varie azioni messe in campo partonoda due “assunzioni” fondamentali chesegnano il cambiamento di dueparadigmi: a) dalla patogenesi allasalutogenesi; b) dal fare progetti “per”… al fare progetti “con” , ovvero proget-tazione “partecipata”.La medicina occidentale ha, da tempo,come paradigma dominante la“patogenesi”, ovvero l’indagine dellecause delle malattie e di come esse pos-sano essere curate ed evitate con ade-guate strategie di prevenzione. Oggi è

Pablo Picasso, Famiglia di saltimbanchi, 1905

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22 n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013 la Salute umana

DDDDDossiernecessario cambiare paradigma e inizia-re l’approccio alla “salutogenesi”, ov-vero alla ricerca delle cause, o meglio,delle fonti della salute e alle strategieper potenziare le risorse generali di re-sistenza alla malattia, così come sugge-riva Antonovski, padre della Salutoge-nesi.

ObiettiviObiettivo del programma, “Costruiamoinsieme la Città che promuove Salute”,articolato in più linee operative, è la pro-mozione di stili di vita salutari, coinvol-gendo e mettendo in rete nel territorio,tutte le risorse esistenti, in modo da am-plificare il messaggio di salute ancheattraverso la formazione dei moltiplica-tori dell’azione preventiva (MAP). IMAP sono tutti coloro che, pur non aven-do una competenza sociale o sanitariaspecifica, hanno, per ragioni professio-nali, l’opportunità di affrontare latematiche “Stili di vita salutari” con lapopolazione in generale, e, in particola-

re, con i giovani, nei contesti educativi/formativi (autoscuole, scuole), e nei con-testi sociali (es. sagre, feste paesane,eventi sportivi, ecc). La letteratura fa ri-levare che un progetto di modifica dellostile di vita ha molte più probabilità diriuscire e di permanere nel tempo quan-to più la proposta è complessiva.Gli obiettivi a lungo temine sono:1. sensibilizzare/informare sui principa-

li fattori di rischio per MCNT e Trau-mi;

2. promuovere stili di vita salutari in tut-ti i contesti di vita e di lavoro;

3. creare alleanze al fine di costruire unarete territoriale tra operatori dellasanità e moltiplicatori dell’azionepreventiva per favorirel’individuazione di strategie comu-nicative adeguate al fine di aumen-tare la percezione del rischio e la con-sapevolezza nel target finale;

4. favorire la realizzazione di iniziati-ve di sensibilizzazione e di informa-zione nei vari contesti educativi e

aggregativi;5. sensibilizzare sulla problematica in-

cidenti stradali e sul rapporti mobili-tà/salute.

La linea operativa “Scuole promotrici disalute” con il Progetto “Ben Essere: Ali-mentazione e Attività Fisica come fatto-ri di Salute e Sostenibilità”, si prefigge,attraverso la messa in campo di nume-rosi azioni individuate dai portatori diinteresse, di aumentare la quantità di at-tività fisica nei bambini della Scuolaprimaria e di migliorare l’alimentazio-ne, soprattutto aumentando il consumodi frutta e verdura.

MetodologiaIl progetto intersettoriale si è sviluppatoattraverso laboratori partecipati, conmetodologia PCM (Project Cycle Ma-nagement) tra vari stakeholders (USL,Scuola Genitori, Educatori e numerosi“Esperti”).Durante gli incontri è stata effettuata unaanalisi di contesto, sia in termini di ri-

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23n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

sorse che di criticità, rispetto agli stili divita e alla mobilità negli spostamenticasa scuola.Gli incontri sono gestiti con modalitàPCM, cioè ogni partecipante, dopo unabreve presentazione della tematica, èinvitato ad esprimere in forma scritta supost-it, la propria idea sul tema dato.Successivamente le varie idee vengonoraggruppate per categorie.Nel secondo Goal Oriented ProjectPlanning (GOPP / Progettazione Par-tecipata Orientata al Goal), con la stes-sa metodologia vengono individuati iproblemi legati alla tematica.I vari post-it prodotti vengono sistematisu una parete dando forma all’albero deiproblemi.Nel terzo GOPP vengono proposte lepossibili soluzioni ai problemi emersinell’incontro precedente e viene costrui-to l’albero degli obiettivi. Non è semprefacile rappresentare graficamente la gran-de quantità di problemi e soluzioni espres-

se; necessariamente vengono raggruppa-te in poche caselle tante proposte.Oltre al GOPP con gli stakeholder, è sta-to fatto anche un laboratorio analogo coni bambini, in modo da avere la letturasulla problematica, anche da parte deibeneficiari finali.Successivamente viene costruito il qua-dro logico, seguendo le indicazioni delPCM, con relativo cronoprogramma. Siindividuano le attività per raggiungereil risultato. Viene anche fatta unaquantificazione dei costi e un piano divalutazione delle specifiche fasi.

RisultatiI beneficiari, per l’anno scolastico 2012/2013, sono stati 1200 bambini dellascuola dell’infanzia e primaria del 9°Circolo Didattico di Perugia.Per migliorare le abitudini alimentarisono state messe in campo numeroseattività, tra cui:

frutta a scuola, adozione linee guidaristorazione scolastica,- laboratori di cucina,- recupero di ricette salutari dalle “non-

ne”,- creazione di orti pensili,- orto in condotta,- visite in fattoria.Per promuovere l’attività fisica- si sono attivate e potenziate linee

PiediBus negli spostamenti casa-scuo-la e nel tempo ricreativo (PicNic incittà, CineBus, BiblioBus, TeatroBus),letture in cammino con merende salu-tari al parco;

- si sono svolti corsi di Nordic Walkinga scuola per “tutti”, uscite alla ricercadelle erbe spontanee, pomeriggi di“riciclo creativo” insieme alle Asso-ciazioni di quartiere.

- in collaborazione con il CAI sono sta-te effettuate escursioni in montagna,ciaspolate e iniziative di orienteering.

Le valutazioni raccolte sono molto posi-

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DDDDDossierAnalisi dei gruppi di inter esse

Nome G.I. Contributi Aspettative Strategie per la partecipazione Dirigenti scolastici

• Promozione corretta alimentazione e attività fisica in ambito scolastico

• Condivisione e co-progettazione delle attività relative al progetto

• Inserimento della attività individuate nei POF, utilizzando protocolli operativi formalizzati

• Risorse (docenti, materiali, tempo….)

• Rendere la scuola promotrice di salute

• Migliorare la salute e la qualità di vita degli alunni

• Integrare tali tematiche con la didattica scolastica

• Protocolli operativi formalizzati

• Presenza al tavolo regionale e locale di promozione della salute

Genitori • Acquisire maggiori conoscenze per essere più consapevoli nelle scelte

• Modificare atteggiamenti e comportamenti riguardo l’alimentazione a partire dalla qualità del cibo che si consuma a casa.

Migliorare la salute e la qualità di vita dei propri figli: • fornendo una serie di cibi

salutari (disponibilità) e creando un contesto adatto (accessibilità,modelli positivi,spiegazioni sulle scelte alimentari)

• aiutandoli a condurre una vita attiva incoraggiando e procurando occasioni per l’attività fisica (ad es. passeggiando all’aria aperta insieme)

• Opuscoli informativi veicolati dalla scuola

• Coinvolgimento tramite associazione AGE

• Progettazione partecipata • Laboratori di cucina

Docenti Acquisire conoscenze sui bisogni, abitudini, atteggiamenti, comportamenti e metodologie attraverso una formazione specifica da parte degli esperti della Asl e dei PLS, per poi trasmetterle ai propri alunni.

• Rafforzare le abilità psicosociali (life skills) degli alunni nel rapporto alimentazione – benessere - realizzazione personale.

• Far conoscere ai bambini l’importanza del movimento e dell’attività fisica condivisa con i coetanei.

• Focus group • Progettazione partecipata • Formazione • Presenza al tavolo regionale e locale

di promozione della salute

Alunni • Saper riconoscere le esigenze del proprio corpo e individuare l’alimentazione più adeguata alla propria crescita.

• Riconoscere il rapporto tra alimentazione e benessere fisico.

• Acquisire la capacità di saper distinguere tra nutrizione e alimentazione: scegliere consapevolmente quanto e quando mangiare.

• Riconoscere il rapporto tra alimentazione e benessere fisico.

• Focus group

• Tempo del cerchio

• Attività che privilegino metodologie coinvolgenti e piacevoli

ASL Formazione degli insegnanti per acquisire conoscenze sui bisogni, abitudini, atteggiamenti, comportamenti e metodologie . Rilevazione, analisi e restituzione dei dati epidemiologici.

• Condivisione e co-progettazione delle attività progettuali.

• Miglioramento degli stili di vita da parte della scuola e della famiglia

Protocolli operativi formalizzati Tavolo regionale e locale di promozione della salute

Previsione delle attività negli obiettivi di budget aziendali

Assessorato Mobilità,Scuola,Ambiente

Partecipazione alla elaborazione di attività inerenti la Promozione di sani stili di vita

Attuare politiche facilitanti la realizzazione di attività di promozione di sani stili di vita.

Associazioni Volontariato

Attività di ascolto della cittadinanza e portavoce dei bisogni di salute della popolazione.

Contribuire efficacemente alla diffusione di informazioni facilmente accessibili sui temi di salute

Mensa scolastica

Menù concordati con esperti in nutrizione (IAN). Migliorare la qualità del proprio servizio favorendo menù equilibrati con cibi cucinati in modo semplice e sano.

Coinvolgimento nelle fasi di progettazione

Formazione

Aziende alimentari

Probabile intralcio alle attività o possibili alleati. Vendere cibi salutari a scuola e alle mense scolastiche privilegiando la produzione locale.

Migliorare la qualità del proprio servizio. Migliorare l’immagine della propria azienda.

Coinvolgimento in fase di progettazione. Pubblicità dell’Azienda

PLS Counseling rivolto ai genitori in occasione delle visite ambulatoriali sui sani stili di vita. Insieme alla Asl partecipa alla formazione rivolta ai docenti.

I bambini, su esempio dei propri genitori adottano uno stile alimentare corretto e praticano attività fisica. Diminuzione del sovrappeso e obesità e aumento della pratica di attività fisica.

Protocolli operativi formalizzati Formazione

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossiertive per tutte le azioni messe in campo.Si è verificato un effetto trascinante trale classi. Si è percepito un miglioramentodel clima lavorativo anche tra i docenti.Molti genitori partecipanti ai GOPP,hanno dato vita a numerose iniziative.

ConclusioniIl processo avviato, oltre a stimolare uncambiamento degli stili di vita, ha pro-dotto un empowerment di comunità fa-vorendo relazioni, socializzazione, inte-grazione. Ha sviluppato il senso di ap-partenenza, il recupero di “spazi e tem-pi” incarnando la definizione “La saluteè creata e vissuta dalle persone all’in-terno degli ambienti organizzativi dellavita quotidiana: dove si studia, si lavo-ra, si gioca e si ama” (Ottawa ‘86).

Sono state attuate le seguenti azioni

Per l’obiettivo intermedio 1 - Alimentazione- Laboratori “Frutta a scuola”- Laboratori “Orti pensili a scuola”- In collaborazione con l’Università dei sapori: laboratorio esperienziale rivolto ai

bambini di fascia d’età compresa tra i 10 e gli 11 anni, finalizzato all’acquisizionedi competenze relative alla preparazione e al consumo di ricette semplici a base difrutta e verdura

- In collaborazione con l’Università dei sapori: laboratorio di cucina per docenti egenitori finalizzato a promuovere un maggior consumo di prodotti di origine vege-tale, attraverso la preparazione di piatti di facile esecuzione e della tradizione umbra

- Condivisione linee guida per la ristorazione scolastica- Incontri formativi del personale mensa

Per l’obiettivo intermedio 2 - Attività Fisica- Potenziamento linee Piedibus, Pic-nic in città, Cinebus- Escursioni CAI –USL-SCUOLA, con le ciaspole sui Sibillini e Urban orienteering- Corso di Avviamento al Nordic Walking- Adotta un percorso nel Parco Santa Margherita 1° e 2° evento- Uscite didattiche “Alla scoperta delle erbe spontanee” nel Parco Santa Margherita- Mostra-laboratorio presso la Rocca Paolina “La natura fedele alleata nella dinami-

ca della Salute” - dalla Promozione, alla Prevenzione, alla cura e Riabilitazione –nell’ambito dell’evento Nature Days – Floralia 2013

- Evento Natura Educational, nell’ambito del quale è stato presentato il Progetto“Ben Essere: Alimentazione e Attività Fisica come fattori di salute e sostenibilità”

- Festa insieme USL-Scuola-Genitori-Esperti con Pic nic al Parco Santa Margerita- Piedibus della Salute e del Ben Essere-Floralia 2013

Pablo Picasso, La minestra, 1902

Erminia Battista, medico igienista,responsabile educazione e

promozione della salute,UOC Igiene e sanità pubblica,

ASLUmbria1, Perugia

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DDDDDossier

Al fine di aumentare la quantità di atti-vità fisica nei bambini della scuola pri-maria, sono stati proposti, tra le varieattività, corsi di avviamento al NW.Ampiamente praticato nei Paesi nordi-ci, dove è nato come derivazione “a sec-co” della tecnica alternata dello sci difondo, il NW si sta rapidamente diffon-dendo in tutto il mondo, in virtù dei suoieffetti benefici, della facilità di pratica edella sua economicità. La caratteristicaprincipale del NW è camminare con ibastoncini simulando il passo più clas-sico della tecnica del fondo (il passo al-ternato) che risulta meno impegnativo esollecitante della corsa, ma nettamentepiù efficace della semplice camminata,interessando e nello stesso tempo raffor-zando, i muscoli del tronco (dorsali eaddominali), le spalle e le braccia. E’ideale per favorire la capacità di concen-trazione e di coordinazione, per miglio-rare la postura e per irrobustire il siste-ma muscolare. Questo sport determinaun’ampia gamma di benefici a livelloarticolare e muscolare poiché coinvol-ge attivamente nel movimento circa il90% della muscolatura corporea. Il buonutilizzo dei bastoncini aiuta a corregge-re ed ottimizzare la postura, pertanto vie-ne proposto spesso anche come attivitàterapeutica in molte situazionidisfunzionali.Il NW può essere appreso e praticato aqualsiasi età, anche da persone non abi-tuate al movimento, costituendo unaopportunità di scoprire il piacere di cam-minare in campagna, in montagna, almare e anche in città, nei parchi e neipercorsi pedonali, in qualsiasi stagionedell’anno, in qualsiasi ora del giorno, dasoli o in gruppo.

Target900 bambini, i docenti e i genitori

Soggetti coinvoltiI soggetti coinvolti sono tutti i parteci-panti al GOPP, i maniera più diretta:Dirigente scolastico, docenti, genitori,Associazione Sportiva Dilettantistica(ASD), bambini, Medico di sanità pub-blica, coordinatore del progetto. Succes-sivamente è stato coinvolto il Comune ela Gesenu per la sistemazione/puliziadegli spazi esterni.

ObiettiviGli obiettivi che il NW si pone (educa-zione posturale, coordinazione e resisten-za) sono condivisibili per una propostadidattica scolastica e si integrano benecon i contenuti dell’educazione fisica, aragione delle numerose potenzialità cheil NW esprime dal punto di vista dellacrescita motoria. Utilizzare la tecnica delNW può essere un modo originale e di-vertente per promuovere il cammino neibambini e ragazzi, e aumentare così laquantità di attività fisica quotidiana, mi-gliorare la coordinazione, l’attenzione, lasocializzazione e il divertimento che siesprime attraverso giochi, individuali ecollettivi all’aria aperta, che mettono ipresupposti per una futura e sana attivitàsportiva. Altro obiettivo ambientale è ilrecupero dello spazio esterno della scuo-la per le lezioni nonché il vivere gli am-bienti meta delle escursioni.

SvolgimentoPer le ragioni sopra esposte, nell’ambi-to del progetto “Ben Essere: alimenta-zione e attività fisica come fattori di sa-lute e sostenibilità” sono stati proposticorsi di avviamento al NW.Il corso base prevede 5 incontri di 1,30ore ciascuna, svolta in orario scolasti-co. Sono stati ipotizzati anche corsi dilivello avanzato e uscite di gruppo in ora-rio extrascolastico, con le famiglie, per

vivere la natura camminando con il NW.La proposta è stata veicolata all’internodi un laboratorio GOPP, da parte dell’As-sociazione Sportiva Dilettantistica(gruppo di interesse nel progetto BenEssere). Sono state date informazionisulla tecnica, sui benefici, sui costi.Alla proposta hanno aderito 8 classi.Sono stati coinvolti complessivamenteoltre 150 bambini e circa 16 docenti. Icorsi si sono tenuti all’aperto, nello spa-zio verde circostante la scuola, fatta ec-cezione per le giornate di pioggia in cuisono stati svolti nella palestra.L’approccio è stato graduale per supe-rare le difficoltà di carattere pratico: in-nanzi tutto imparare come mettere e to-gliere i bastoncini, saper regolarne lalunghezza, usarli con intelligenza evitan-do di farli diventare strumenti pericolo-si. Sono stati inseriti giochi di abilità,per far sentire il bastoncino uno strumen-to di supporto posturale e di potenzia-mento muscolare.Le lezioni sono state organizzate alter-nando tecnica e gioco e privilegiandoquest’ultimo.

Nordic WNordic WNordic WNordic WNordic Walking a scuolaalking a scuolaalking a scuolaalking a scuolaalking a scuolaErminia Battista

Pablo Picasso, Due fratelli, 1905

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27n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossierConsiderazioni / ValutazioniL’attività ludica è risultata da subitomolto positiva per le classi. I bambinihanno “familiarizzato” con i bastonci-ni; giocando, si sono trasformati in ani-mali quadrupedi, così da spostare la loroattenzione anche sulle braccia che spes-so vengono sottovalutate nella posturaquotidiana. Con l’aiuto dei bastoncini sisono creati percorsi con il corpo: adesempio il ponte, il trenino, percorsi adostacoli. Sono stati proposti inoltre eser-cizi specifici di equilibrio che hannoimpegnato ed allo stesso tempo incurio-sito e motivato, i bambini.Piacevolmente e senza fatica, si sonoavvicinati ad un’attività sportiva interes-sante e piena di sorprese. Superato l’im-paccio nelle prime lezioni, hanno subitoiniziato a camminare come veri nordicwalkers. Tramite la combinazione disport, didattica e gioco, i bambini han-no imparato a conoscere meglio l’am-

biente intorno all’edificio scolastico, lepiante, gli animali, e, soprattutto, le per-sone anziane che si sono avvicinate, in-curiosite dalla nuova attività con i ba-stoncini.La risposta dei bambini è stata entusia-stica anche grazie al messaggio dipositività verso la vita che l’istruttore hafatto passare attraverso l’attività.Come effetto “a cascata” sono stati av-viati corsi base di NW per gli adulti (ge-nitori e non) in varie sedi: Parco SantaMargherita, Casaglia, Percorso verde,Parco della Cuparella, e sono stati orga-nizzati Gruppi di cammino in NW edescursioni domenicali per tutta la fami-glia, tutt’ora in corso.E’ stato organizzato l’evento “adotta ilparchetto della scuola”, finalizzato alrecupero e valorizzazione degli spaziesterni che circondano gli edifici scola-stici, per permettere ai bambini di svol-gere attività fisica all’aperto.

Valutazione di gradimentoE’ stata fatta una valutazione di gradi-mento dell’iniziativa tramite questiona-ri somministrati ai bambini, ai genitorie ai docenti. Le valutazioni sono quasitutte molto positive. Sono stati proposticorsi anche per i genitori e usciteextrascolastiche.Sono stati richiesti anche corsi di livel-lo avanzato e più ore di lezione. I do-centi propongono di inserire il NW comeattività progettuale. Viene segnalata lacriticità degli spazi al chiuso.Viene sottolineata l’opportunità data dalNW di fare attività fisica all’aria, per-mettendo ai bambini di vivere esperien-ze di movimento, divertimento, relazio-ni, emozioni … cioè SALUTE !

Da molti anni lavoro nel campo dellapaesaggistica, da sempre mi interesso diparchi e giardini pubblici e privati, amola natura, il suo contatto diretto con lavita, col divenire, col tempo, perchè mifa sentire viva, mi parla di chi sono, diun filo sottile che collega l’uomo ad unente soprannaturale tanto incomprensi-bile per quanto ci comprende. Mi sonoschierata sempre dalla parte dell’am-biente, le mie compagne di viaggio sonostate e sono ancor oggi, le piante, l’arte,la storia dell’uomo con i suoi usi e co-stumi e la mia Umbria con i suoi centri

Piedibus della salute e del ben esserePiedibus della salute e del ben esserePiedibus della salute e del ben esserePiedibus della salute e del ben esserePiedibus della salute e del ben essereDa animato ad animatoreDa animato ad animatoreDa animato ad animatoreDa animato ad animatoreDa animato ad animatore

Luana Trinari

abitati di pietra e mattoni, dai tetti incotto ardesiati dal tempo che si perdononei cieli azzurri. Ho speso parte della miaprofessione per trasmettere l’amore perl’ambiente e il paesaggio, perchè ci cre-do, perchè ho sempre desiderato aumen-tare la sensibilità verso le problematicheverdi, ma mai avrei pensato di raggiun-gere questo obbiettivo passando per unaltro concetto: il “Ben Essere”, la salu-te, il piacere che si instaura con il con-tatto diretto con le piante, il bello dellanatura, lo stupore delle cose semplici esane, il gusto che si ritrova apprezzando

memorie antiche quanto moderne deiracconti delle storie che son passate at-traverso l’esperienza dei nostri avi.C’è voluto il mio ipotiroidismo el’iperglicemia di mio marito, insieme ai150 anni d’Italia per scoprire il“Piedibus”.Nel marzo 2011 infatti la responsabiledell’educazione alla salute del Diparti-mento di prevenzione della ASL 1 mi hachiesto se potevo collaborare come “gui-da” al “Piedibus della Salute e del BenEssere” da lei organizzato per “festeg-giare l’Italia camminando” nella giorna-

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DDDDDossierta del 17 marzo 2011.Pur avendo vari impegni, ho dato la miadisponibilità e da lì è partita un’avven-tura collaborativa con il Dipartimento diPrevenzione della USL di Perugia, po-tenziatasi nel tempo, che dura tutt’oggiPer andare a camminare sono io stessadiventata da animata un animatore, pre-stando servizio come guida volontariadel verde che si incontrava lungo le pas-seggiate, unendo piccoli racconti chedefinisco “pillole di storia della città diPerugia”, gossip di altri tempi, curiosi edivertenti.Poco dopo sono partite le linee Piedibusper i bambini della Scuola primariaMontessori (sede Ciabatti-Porta Pesa) ei “pic nic in città“, alla scoperta dei quar-tieri.All’uscita della scuola, nella giornata disabato i bambini partivano, insieme aigenitori e ai fratelli, con pranzo al saccoverso i 5 rioni di Perugia con la visitavissuta a pieno anche dei loro 5 parchi.Il piacere di camminare insieme, il can-tare e chiacchierare, il racconto di storiedel verde, il correre tra gli alberi, toc-carli, disegnare le tessiture delle lorocortecce, scoprire le loro forme e i loronomi è stata una vera scoperta per tutti:grandi e piccoli. E’ nato il desiderio diritrovarsi, di costruire nuovi percorsi,nuove uscite, da inserire nelle manife-stazioni importanti di vario tipo, vediPerugia Green Days, Giornata Naziona-le del camminare, e tanti altri eventi.Entro nei negozi e la gente qualunquemi chiede: quando c’è il prossimoPiedibus per la città?Oggi sono cambiata: ho scoperto che nonci sono solo medicine per curarsi madeterminante è cambiare stile di vita.Come professionista, prima provavo unpiacere sottile ogni volta che vedevo ifruitori dei miei giardini vivere appienoil mio verde pensato, oggi provo il gu-sto di un pizzico di eternità quando perla strada mi fermano i bambini che miriconoscono come la guida delle passeg-

giate verdi, come “quella dell’orto ver-ticale”.Sì, quest’anno, grazie al progetto “BenEssere: Alimentazione e Attività Fisicacome fattori di Salute e Sostenibilità”,che la USLUmbria1 ha coordinato nelIX Circolo di Perugia, e che è stato in-serito nell’evento “Floralia - Naturdays2013”, finalizzato a promuovere il ver-de, la natura, la salute e il benessere, hocollaborato con 9 scuole e abbiamo sco-perto che giocando si impara a riciclareoggetti altrimenti inutilizzati, come lebottiglie di plastica.Abbiamo ricostruito un orto verticale inbottiglia, per avere un contatto direttocon un materiale vivo, che risponde edipende da noi, abbiamo riscoperto l’artedei nostri nonni per educarci in manierasana e semplice all’approccio con il cibo.Ci siamo sentiti tutti importanti: siamoriusciti a parlare del verde in manieradiversa, abbiamo imparato ad amarlo, arispettarlo e a difenderlo un pochino di

più; ad aiutarlo a crescere e a moltipli-carsi facendoci sentire padri. E’ stato unfeeling immediato con la vita, che hacondotto i bambini alla scoperta di unmondo vero, non solo virtuale, fatto dai5 sensi, dove gli odori, i sapori, la vista,il gusto e il tatto hanno avuto la maggio-re. Sono state necessarie la costanza, laperseveranza, la spiegazione scientificama, soprattutto, questa esperienza ci haaiutato a sporcarci le mani con la terra.Mi auguro che da questa formidabile edelettrizzante esperienza siamo riusciti atrasmettere ai bambini quanto sia impor-tante sporcarsi con la terra, bisogna”mettere le mani in pasta” come suoldirsi, ciò è fondamentale per raggiunge-re gli obiettivi prefissati, con la collabo-razione di tutti ... ”perché è inutile perl’uomo conquistare la luna se arriva aperdere la terra“ … (Francois Mauriac).

Luana Trinari, Dottore in Scienze Agrariee Tecnico Paesaggista

Pablo Picasso, Due acrobatati con il cane, 1905

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29n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

In una domenica di marzo, i bambini, igenitori e i docenti della scuola primariaIgnazio Silone del IX Circolo di Perugia,hanno partecipato alla “Ciaspolata”, nelParco Nazionale dei Monti Sibillini, orga-nizzata dal gruppo di alpinismo giovaniledella Sezione CAI di Perugia, che ha ela-borato e divulgato un progetto educativo,strumento attraverso cui aiutare il ragazzonella propria crescita, proponendogli l’am-biente montano per vivere, con gioia, espe-rienze di formazione.Un giornata primaverile, un ambienteincantato a pochi km da casa, la tantis-sima neve, la professionalità e l’entusia-smo delle guide, che hanno accompagna-to la spedizione, hanno fatto si che i 130partecipanti trascorressero un momentoindimenticabile, coniugando movimen-to all’aria aperta e contemplazione di unmeraviglioso paesaggio, tipicodell’Appennino Centrale.Tutti insieme si sono misurati con la fa-tica e la soddisfazione di “avercela fat-ta”, nonostante fosse, per molti dei par-tecipanti, la prima esperienza.A momenti di impegno, ne sono seguiti

LLLLLa Ciaspolataa Ciaspolataa Ciaspolataa Ciaspolataa CiaspolataErminia Battista

altri di gioco e di svago; i bambini chequest’anno non hanno visto la neve aPerugia, si sono lanciati a capofitto, sci-volando con slittini e mezzi di fortuna,costruendo pupazzi e organizzando bat-taglie a “pallate”.Gli adulti, invece, hanno condiviso, leleccornie fatte in casa, dalle torte salate,ai torcoli, innaffiandoli con dell’ottimagrappa e vin santo. Così, attraverso mo-menti conviviali, si rafforzano i legamie si tagliano traguardi.Tale iniziativa rientra nell’ambito delleattività legate al progetto “Ben- Esse-re”, del IX Circolo, che è stato sceltocome scuola pilota nel progetto “ Gua-dagnare in salute” della Regione, persperimentare un percorso costruito incondivisione con l’ASL, USR e variportatori di interesse, presenti sul terri-torio, al fine di promuovere stili di vitasalutari e abitudini consapevoli.Il progetto “ Ben-Essere” si colloca comesfondo integratore a tutti i progetti edalle offerte formative del Circolo, inquanto pone attenzione all’individuo,come persona unica ed irripetibile, che

è al centro di tutti gli interventi educati-vi, finalizzati a formare e a rispettaretutte le componenti che lo caratterizza-no. Il progetto si avvale di un approcciodidattico nuovo, creativo einterdisciplinare, capace di creare inte-ressanti connessioni tra le diverse disci-pline curricolari per avvicinare i bambi-ni a nuovi e più sorprendenti modi diconsiderare l’atto di nutrirsi ed il movi-mento. Le azioni individuate mirano, so-prattutto, a favorire stili di vita salutari,promuovendo non solo l’attività fisica edil movimento (attivazione delle linee delPiedibus, escursioni, ciaspolate, alpini-smo giovanile, in collaborazione con ilCAI, Nordic walking), ma anche l’ado-zione di buone pratiche alimentari (me-rende a base di frutta e preparate in casa,laboratori di cucina, raccolta di erbe spon-tanee, realizzazione di giardini pensili ecura di orti, visita alle fattorie didattichecon laboratori stagionali). A giugno lascuola parteciperà alla manifestazione“Floralia” per illustrare e raccontare i la-vori e le attività svolte dai bambini, du-rante questo anno scolastico.

“ “ “ “ “Alla scoperta delle erbe” nel PAlla scoperta delle erbe” nel PAlla scoperta delle erbe” nel PAlla scoperta delle erbe” nel PAlla scoperta delle erbe” nel Parco Santa Margheritaarco Santa Margheritaarco Santa Margheritaarco Santa Margheritaarco Santa MargheritaErminia Battista

Tra le varie attività del progetto “BenEssere, Alimentazione e Attività Fisicacome fattore di Salute e Sostenibilità”sono state programmate uscite didatti-che, denominate “Alla scoperta delleerbe”, realizzate in collaborazione conla Facoltà di Agraria dell’Università diPerugia e con l’Università dei Sapori.Gli obiettivi di questa “attività” sonomolteplici: sviluppare il rapporto con laterra, far conoscere le erbe spontanee equelle coltivate, far conoscere i cicli divita della natura, riqualificare il verdepubblico all’interno del Parco Santa

Margherita facilmente raggiungibile apiedi, favorire la socializzazione e l’in-tegrazione.Al fine di effettuare le uscite didattichenella massima “sicurezza”, la USL, incollaborazione con il Comune, la Provin-cia, la GeSeNu, ha programmato variappuntamenti denominati “Adotta unpercorso nel Parco Santa Margherita”.Hanno aderito all’iniziativa docenti, ge-nitori e alunni del Liceo ScientificoGalilei, ubicato all’interno del Parco,Associazioni di quartiere tra cui Fioriva-no le Viole, il comitato Piedibus Perugia,

Le Fattorie (casa famiglia interna al Par-co) e tanti cittadini volontari.Con una bella “azione di squadra”, è sta-ta effettuata la pulizia della parte delParco, individuata come “campo” delleerbe spontanee, e del percorso che loattraversa, nonché di tutta l’area che cir-conda l’anfiteatro del Parco Santa Mar-gherita, meta scelta per il pic nic dellascolaresca e delle loro famiglie.Nelle giornate a seguire gli alunni divarie classi del 9° Circolo, divisi in grup-pi, accompagnati dai loro insegnanti, sisono recati a piedi, al Parco Santa Mar-

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DDDDDossiergherita.A guidarli nella scoperta delle erbe spon-tanee è stato il professor Aldo Ranfa,ricercatore di botanica applicata, pressola Facoltà di Agraria dell’Università diPerugia.Dal punto di ritrovo, individuato pressola palestra del liceo scientifico, il lungopiedibus colorato si è incamminato ver-so il campo delle erbe spontanee.Per l’occasione, l’associazione “Fiori-vano le Viole” ha realizzato una segna-letica specifica all’interno del parco pertracciare il percorso delle scolaresche.Sono state individuate le erbe e i fiorida mangiare crudi, quelle che richiedo-no la cottura, quelle che si utilizzano perdecorare i piatti e renderli più “gustosi”e quelle che non sono commestibili e, avolte, anche tossiche.Proseguendo in direzione “il frutteto” ibambini sono stati invitati a rimanere insilenzio, per fare una esperienza“sensoriale”, cioè camminare lungo ilsentiero, concentrandosi su un senso allavolta per “ascoltare” il Parco, assaporarnei “profumi”, guardare i colori, toccare lepiante, “assaggiare” alcune foglie. Arri-

vati al “ponticello” che attraversa il ru-scello, sono state condivise le emozioni“provocate” dal silenzio.Proseguendo lungo gli orti dei pensiona-ti, con l’aiuto di un “nonno”, ex -bidellodella scuola “Ignazio Silone”, che si èofferto di farci da guida, sono stati visi-tati i vari appezzamenti coltivati. La gui-da ha spiegato ai bambini le varietà dicolture presenti, la loro stagionalità, lamodalità di raccolta e di consumazione.Bambini e insegnanti molto interessati,hanno fatto domande, fotografato le pian-te, preso appunti nei loro block notes.Arrivati all’anfiteatro, è stata “gustata”la meritata merenda, e una gustosacrostata appena sfornata, preparata perl’occasione dalla signora Daniela, ope-ratrice presso la Casa Famiglia “Le Fat-torie”.Con cura si sono poi raccolti e sistematii rifiuti negli appositi contenitori, perlasciare il parco bello per i prossimi vi-sitatori.Il giorno 22 aprile, Giornata mondialedella Terra (Earth Day), in cui si celebral’ambiente e la salvaguardia del piane-ta, gli alunni che hanno partecipato al-

l’uscita nel parco, attraverso elaboratiscritti, hanno “presentato” l’esperienzavissuta nel parco, agli altri compagni.Il processo avviato ha l’obiettivo di svi-luppare nei bambini e, attraverso loro,nelle famiglie e nella popolazione,l’amore e il rispetto della terra. Campa-gna e città non sono ambienti separati elontani ... ma contigui. Pur vivendo incittà, è possibile sviluppare il contattocon la natura, creando spazi-tempi, per“vivere” all’aria aperta, valorizzando i“doni” che la terra ci fornisce come nu-trimento per il corpo (erbe spontanee,acqua, frutta, verdure coltivate) e per lospirito (la bellezza dei colori e il profu-mi dei fiori, le “voci” del parco). Favo-rendo contestualmente la socializ-zazione e l’integrazione, si potenzianole emozioni positive, si sviluppa l’armo-nia tra creature e creato, cioè si promuo-ve la Salute (così come fu definita dalprof. A. Seppilli, 1966)“La Salute è una condizione di armo-

nico equilibrio, fisico e psichico,dell’individuo, dinamicamente inte-grato nel suo ambiente naturale esociale”

I bambini della scuola primaria EnzoValentini sono stati coinvolti in un per-corso didattico guidato dall’espertaLuana che ha permesso di costruire unpiccolo orto pensile a scuola.L’esperienza si è svolta in due fasi:- Lezione introduttiva in classe sull’or-

to pensile e preparazione del materia-le da utilizzare (corda, bottiglie di pla-stica, forbici, terriccio, piante aroma-tiche da mettere a dimora)

- Montaggio dell’orto pensile all’ingres-so della scuola.

LLLLL’orto pensile a scuola’orto pensile a scuola’orto pensile a scuola’orto pensile a scuola’orto pensile a scuolaErminia Battista

I bambini delle varie classi hanno colla-borato insieme alla realizzazione dell’or-to prima impegnandosi in attività manua-li (tagliare le bottiglie, legarle con lacorda, mettere il terriccio al loro inter-no, sistemare le piante a dimora…), poicostruendo, all’esterno della scuola, unvero orto verticale. Questo ha permessodi utilizzare una modalità di apprendi-mento attivo: imparare, facendo.Grazie alla collaborazione dell’espertai bambini:- hanno acquisito alcuni semplici con-

cetti di orticoltura- hanno sviluppato la curiosità e l’abitu-

dine di osservare fenomeni naturali- hanno acquisito conoscenze necessa-

rie sulle erbe aromatiche- hanno partecipato con spirito di respon-

sabilità alla realizzazione di un pro-getto comune.

Gli insegnanti hanno valutato positival’esperienza fatta; gli alunni si sono di-mostrati curiosi, attivi e collaborativi.Hanno curato la crescita delle piante ene hanno osservato i cambiamenti.

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

La ASL presenta agli operatori del ser-vizio mensa il recente lavoro relativo alleLinee di Indirizzo per la ristorazionescolastica. Nello specifico viene mostra-ta la griglia di riferimento per la stesuradi menu nutrizionalmente corretti e latabella grammature specifica per fasciadi età. Altro aspetto preso in considera-zione nell’incontro, è stato quello rela-tivo al capitolato d’appalto e ai criteridella qualità delle derrate alimentari edella sostenibilità. Viene spiegato che alivello regionale esiste una normativache prevede l’obbligatorietà per tutti gliasili nido di disporre di menu elaboratie/o validati dalla ASL.Gli operatori del servizio di ristorazionescolastica descrivono la modalità di ge-stione del servizio di ristorazione, spe-cificando che i pasti sono esternalizzatie che gli operatori della cooperativa sioccupano dello sporzionamento deglistessi. Gli operatori del servizio disporzionamento riferiscono la presenza

PPPPProgetto Ben Essere. Analisi e revisione dei menu della mensarogetto Ben Essere. Analisi e revisione dei menu della mensarogetto Ben Essere. Analisi e revisione dei menu della mensarogetto Ben Essere. Analisi e revisione dei menu della mensarogetto Ben Essere. Analisi e revisione dei menu della mensaErminia Battista

giornaliera di alternative “in bianco” almenu del giorno, inoltre il rispetto dellegrammature non sempre è garantito; inalcuni casi i bambini possono riceveredoppie porzioni, anche se gli operatori ri-feriscono che si tratta di mezze porzioni.Tra le azioni del Progetto Ben Esseresono previsti incontri formativi per tuttii genitori degli studenti del IX Circolo;la maestra propone di utilizzare le tabelledietetiche (comprensive anche dei sug-gerimenti per il pasto serale) e ilricettario allegato come strumenti edu-cativi nel percorso di formazione.Viene proposto di inserirle il menu adot-tato da ogni singolo plesso scolastico nelsito della scuola, cosicchè i genitori pos-sano consultarlo.Come SIAN acquisiamo i menu in vi-gore nel IX Circolo con l’intento di re-visionarli e di apportare suggerimentiper migliorarne le caratteristichenutrizionali. La valutazione prende inconsiderazione:

- i criteri di frequenza indicati dal Mini-stero della Salute per la ristorazionescolastica;

- l’attribuzione di un punteggio di ade-guatezza relativo alla presenza nelmenu di alimenti tipici della dieta me-diterranea.

ConclusioneLe Cooperative si sono rese disponibiliad apportare delle modifiche nei menuin vigore, nel rispetto del budget econo-mico assegnato.All’inizio dell’anno scolastico verrannoorganizzati degli incontri con i genitoridei bambini del IX Circolo al fine di for-nire le informazioni adeguate relative aicriteri di correttezza dei pasti sommini-strati dalla scuola, rappresentando il40% dell’energia giornaliera. La finali-tà è quella di apportare modifichemigliorative al menu invernale, che en-trerà in vigore nel mese di Ottobre.

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DDDDDossier

Obiettivo formativo: laboratorioesperienziale rivolto ai bambini difascia d’età compresa tra i 10 e gli11 anni, finalizzato all’acquisizionedi competenze relative allapreparazione e al consumo di ricettesemplici a base di frutta e verdura.

Ricette proposte:- Melanzane gratinate al forno con

pangrattato e cubetti di mozzarella- Pomodori ripieni con risotto allo

zafferano, zucchine e mozzarella- Pomodori ripieni con pangrattato

e cubetti di mozzarella- Patate a sferette al vapore con- Spiedini di frutta (fragole, kiwi,

ananas) con cioccolato fondentefuso.

I bambini hanno cucinato, sotto lasupervisione dello Chef Alessandro,

ricette con i seguenti ingredienti:riso, patate, verdure (melanzane,pomodori, zucchine) e frutta(spiedini di ananas, fragole, kiwi concascata di cioccolato fondente). Ibambini sono stati divisi in gruppettidi 4-5, ai quali sono stati assegnaticompiti finalizzati allo svolgimentocompleto della ricetta finoall’elaborazione del piatto finale. Lepietanze preparate sono stateimpiattate secondo le indicazionidello Chef e consumate insieme aglioperatori presenti. Al termine dellagiornata hanno ricevuto un attestatodi partecipazione (“Chef per ungiorno” ) e il cappello da chef.I bambini sono stati istruiti sullecorrette modalità di taglio delleverdure, sulle diverse tipologie dicottura delle stesse, in particolare sui

vantaggi della cottura al vapore.Questa infatti preserva lecaratteristiche organolettiche delleverdure, in particolare colore, saporee croccantezza. Inoltre hannoricevuto indicazioni sull’importanzadella stagionalità di verdura e frutta.Lo Chef ha fatto alcuni accenni allaproduzione dello zafferano, che ibambini hanno utilizzato nellapreparazione di una delle ricette.I bambini si sono dimostratientusiasti della giornata e moltosoddisfatti delle loro creazioni. Moltidi loro hanno assaggiato i piattipreparati che inizialmente non glierano graditi. Alcuni di loro hannodimostrato particolare interesse allacucina e hanno espresso il desideriodi diventare chef da grandi.

Incontro bambini, Università dei Sapori di PIncontro bambini, Università dei Sapori di PIncontro bambini, Università dei Sapori di PIncontro bambini, Università dei Sapori di PIncontro bambini, Università dei Sapori di PerugiaerugiaerugiaerugiaerugiaErminia Battista

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Interventi nella ASL RMBIl Dipartimento di Prevenzione dellaASL RMB, in considerazione dellarilevanza dei dati epidemiologici Nazio-nali e Regionali circa l’uso tra i giovanidi tabacco, alcol e droghe quale proble-ma di Sanità Pubblica tra i più rilevanti,ha adottato, per le scuole afferenti al ter-ritorio, soltanto programmi di prevenzio-ne appositamente elaborati per ragazzitra i 12 e i 14 anni; di dimostrata effica-cia e rigorosamente validati scientifica-mente; rispondenti alle nuove istanzeculturali degli adolescenti secondo le

UnpluggedUnpluggedUnpluggedUnpluggedUnpluggedIIIIInterventi di prevenzione dell’uso di tabacco, alcol e droghe

nelle Scuole Secondarie di I e II gradonel territorio di una ASL romana

Lia Delli Colli

Uno sforzo effettuato, da circa un decennio, dal Dipartimento di Prevenzione della ASL RMB con il coinvolgimentodell’Istituzione Scolastica e dell’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione per promuovere ed attuare, in ambito scola-stico, interventi per la prevenzione dell’uso di fumo, alcol e sostanze, scientificamente validati e rispondenti alle nuove

istanze culturali ed ai processi partecipativi ed intersettoriali centrati sulle effettive esigenze dei soggetti destinatari.Il contributo si riferisce in particolare all’esperienza applicativa del programma Unplugged.

Il focus sul quale si intende richiamare l’attenzione, è ravvisabile nelle modalità di analisi e osservazione delle proce-dure e dei processi e nel costante monitoraggio del percorso formativo per verificarne non solo il gradimento da parte

del target bensì pure tempie modi di svolgimento del programma stesso.

Una sperimentazione di azione di “controllo” che vede il professionista anche in un’ottica di ricercatore che si pone laquestione della riproducibilità e trasferibilità di un intervento concepito in una realtà culturale profondamente dissimile

(Unplugged nasce negli Stati Uniti) rispetto alla realtà locale di effettiva realizzazione.

strategie operative della Promozione dellaSalute, ad approccio multidisciplinare edimpostazione bio-psico-sociale.Essi utilizzano una metodologia interat-tiva che favorisce la comunicazione bi-direzionale e permette ai ragazzi di espri-mersi e partecipare attivamente all’in-tervento educazionale.Obiettivo generale dei diversi program-mi è l’incremento nei ragazzi dell’empo-werment non come semplice adesione macome “sviluppo della propria autono-mia” ossia autodeterminazione e control-lo sul proprio lavoro e la propria vita at-

traverso l’acquisizione di un pensieroe di un’azione critica e indipendente.La trattazione di specifiche tematiche edil ricorso a strumenti metodologici qualibrainstorming, energizer, lavori in picco-li gruppi ed in plenaria, permettono airagazzi di:· aumentare le conoscenze riguardo il

tabagismo e le altre forme di dipen-denza;

· aumentare le capacità analitiche e cri-tiche riguardo messaggi e modelli pro-posti dai Mass Media;

· aumentare le capacità di individuare e

Pablo Picasso, Arlecchino e la sua amica, 1901

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DDDDDossierriconoscere i vari tipi di pressioni (so-ciali, familiari, del gruppo dei pari, deimass media ecc.)

· conoscere e sperimentare le tecnicheper resistere ai vari tipi di pressioni eall’offerta di sostanze

· potenziare e sviluppare le Life Skills,soprattutto le competenze emozionalie relazionali indispensabili per gesti-re le relazioni interpersonali e la pro-pria salute.

UnpluggedUnplugged è un programma scolasticoper la prevenzione dell’uso di tabacco,alcol e droghe diretto ad adolescenti dietà compresa tra i 12 e i 14 anni. Speri-mentato e valutato nell’ambito dello stu-dio multicentrico EU-DAP (finanziatodalla Commissione Europa), vi hannopartecipato sette Paesi europei (Belgio,Germania, Spagna, Grecia, Italia, Au-stria e Svezia).Lo studio, condotto tra il 2004 e il 2006,ha coinvolto 7000 ragazzi tra i 12 e i 14anni ed ha dimostrato che a tre mesi dal-la fine del programma gli alunni cheavevano svolto il programma avevanoil 30% in meno di probabilità di fumaresigarette quotidianamente o di bere finoad ubriacarsi e il 23% in meno di proba-bilità di fare uso di cannabis nell’ultimomese rispetto al gruppo di controllo.Il programma utilizza il modello dell’in-fluenza sociale integrato da attività rite-nute determinanti per l’efficacia dell’in-tervento stesso quali, ad esempio, lo svi-luppo e il potenziamento delle life skills,l’approfondimento del credo normativo,l’acquisizione di conoscenze sulle so-stanze psicoattive, l’uso di metodologieinterattive.Per quanto attiene il Credo normativo1

è dimostrato che i comportamenti dei ra-

gazzi relativi all’uso di sostanze, oltre arappresentare un’immagine di trasgres-sione e libertà, sono fortemente condi-zionati dalla percezione dell’uso nei pro-pri pari e sono influenzati dalle pressio-ni sociali.L’educazione normativa prevista dal pro-gramma permette agli studenti di riflet-tere sulla rilevanza statistica del feno-meno e fornisce gli strumenti per cor-reggere le loro convinzioni sulla diffu-sione e accettazione delle sostanzepsicoattive, nonché sugli interessi lega-ti alla loro commercializzazione.Le attività riguardanti le life skills sonovolte a potenziare e sviluppare nei ra-gazzi quelle abilità personali e socialinecessarie per gestire l’emotività e lostress, per definire obiettivi, per essereassertivi, per prendere decisioni e quin-di per contrastare le pressioni a favoredel consumo di sostanze.

MetodologiaÈ prevista una metodologia interattivavolta a favorire il coinvolgimento e la

partecipazione attiva dei ragazzi in atti-vità esperienziali che simulino la realtàe basata su Brainstorming, Lavoro inpiccoli gruppi e in plenaria, Role-Play,Energizer.

FasiLa realizzazione del programma ha pre-visto l’espletamento di 5 distinte fasi:Fase 1 - Sensibilizzazione e arruolamen-to delle scuoleFase 2 - Formazione degli insegnantiFase 3 - Realizzazione del programmaUnpluggedFase 4 - Monitoraggio dell’attuazionedel programmaFase 5 - Valutazione del programma

Formazione insegnantiObiettivi del programma per gli Inse-gnanti· Formare gli insegnanti sui fondamen-

ti teorici e metodologici relativi al pro-gramma “Unplugged”, alle dipenden-ze da fumo, alcol e droghe, all’Edu-cazione Normativa, alle Life Skills e

1 Credo normativo è il processo per cui le opinioni che ci siamo fatti su qualcosa diventano la norma del nostro comportamento, se questaconvinzione si basa su informazioni o interpretazioni sbagliate, la norma è inadeguata. Gli adolescenti tendono a sovrastimare l’uso disostanze tra i loro coetanei. Questa convinzione diventa la norma ed influenza il loro comportamento. Per correggere le norme sbagliate,nei programmi di influenza sociale si usa l’educazione normativa

Pablo Picasso, Il boccale di birra. Ritratto di Jaime Sabartés, 1902

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

La struttura del pr ogramma

Il programma si articola in 12 unità:Unità 1 “Apertura di Unplugged”Presentazione delle aspettative circa Unplugged; “Contratto di classe” per l’istituzione delle regole volte a garantire rispetto reciproco,assenza di giudizio, stabilità emotiva così da facilitare partecipazione e coinvolgimento del gruppo classe; brainstorming per socializzareinformazioni e riflessioni sulle sostanze e il loro uso.Unità 2 “Fare o non fare parte di un gruppo”Attraverso giochi di situazioni i partecipanti, scelti casualmente, partecipano ai lavori di gruppo alla cui conclusione si riflette, in plenaria,sulle dinamiche implicite ed esplicite dei gruppi spontanei e/o strutturati, sull’influenza del gruppo sui comportamenti del singolo, sull’im-portanza dell’appartenenza ad un gruppo.Unità 3 “Scelte-Alcol, Rischio e Protezione”Attraverso lavori di gruppo, collage e giochi i partecipanti imparano a riconoscere sia i fattori di rischio sociali, fisici e personali persviluppare dipendenza che i fattori protettivi. Si stimola la riflessione sui modelli sociali continuamente proposti dai mass media e sullapressione che essi esercitano sui comportamenti.Unità 4 “Le tue opinioni riflettono la realtà?”Esercizi sul pensiero critico volti a rafforzare le abilità necessarie per analizzare criticamente le informazioni sulle sostanze psico-attive ela percezione sociale del loro uso.Unità 5 “Tabagismo informarsi”Unità volta ad informare sul tabagismo e i suoi effetti a breve e lungo termine e, mediante questionario, discussioni in plenaria e gioco, sui“percepiti benefici” a breve termine rispetto agli effetti negativi sulla salute a lungo termine, sulla pressione sociale e sulle motivazioni afumare nonostante la consapevolezza degli effetti dannosi sulla salute.Unità 6 “Esprimi te stesso”Tramite gioco, lavori di gruppo e discussione in plenaria si riflette sulla comunicazione delle emozioni e sui diversi tipi di comunicazioneverbale, non verbale e paraverbale dato che la capacità di saper comunicare, abilità sociale fondamentale per la crescita personale, vamigliorata negli alunni per esprimere se stessi e le proprie emozioni adeguatamente, per saper ascoltare attivamente e gestire correttamen-te le proprie ed altrui reazioni ed emozioni.Unità 7 “Get up- stand up”L’assertività. Attraverso il Role Play e la successiva discussione in plenaria si riflettere sui diversi tipi di pressioni sociali e le variesoluzioni assertive, data la rilevanza, in tutti i programmi di prevenzione basati sul modello dell’influenza sociale, attribuita al potenziamentodell’assertività quale abilità essenziale per la gestione delle pressioni sociali.Unità 8 “Party tiger”La timidezza condiziona il relazionarsi agli altri e quindi il benessere psico-sociale. Attraverso il gioco di ruolo e la discussione inplenaria, si sperimentano diversi modi di accostarsi, si riflette sull’importanza della buona comunicazione e si impara a riconoscere edapprezzare qualità e reazioni positive dell’altro.Unità 9 “ Droghe informarsi”L’obiettivo informativo sugli effetti dell’uso di sostanze si raggiunge con le “car te da gioco” sulle quali da un lato si pongono domanderelative a fumo, alcol e droghe, sul retro invece si forniscono le risposte corrette.Unità 10 “Capacità di affrontare le situazioni”Orientare i ragazzi verso strategie sane, disincentivando l’uso di sostanze per affrontare le difficoltà della vita. Ciò tramite lettura criticaed individuale di storie su problematiche specifiche e successiva discussione, condotta in plenaria dall’insegnante, per riflettere sullanecessità, allo scopo di fronteggiare i problemi, di affrontare le proprie debolezze in modo costruttivo.Unità 11 “Soluzione dei problemi e capacità decisionali”Sviluppare capacità di soluzione dei problemi, pensiero creativo ed autocontrollo attraverso il lavoro di gruppo e la discussione in plenariacon l’adozione di un modello a cinque tappe che prevede:individuazione del problema; riflessioni sulle possibili soluzioni (pensierocreativo) e condivisione delle stesse con un riferimento affidabile; valutazione delle soluzioni; scelta di una soluzione; riflessioni suirisultati della soluzione scelta per trarne insegnamento.Unità 12 “Definizione di obiettivi”Saper definire e raggiungere obiettivi di vita. La maggior parte dei ragazzi si pone spesso obiettivi irraggiungibili per l’incerta distinzionetra obiettivi a lungo e breve termine. Mediante lavori di gruppo si segmentano gli obiettivi a lungo in obiettivi a breve termine riflettendo,in plenaria, sulla trasferibilità del metodo nella propria sfera privata. Valutazione del programma “Unplugged” (punti di forza e didebolezza da parte degli insegnanti; gradimento da parte degli insegnanti e degli alunni).

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DDDDDossieralle problematiche psico-fisiche del-l’adolescenza.

Sono stati formati 21 Insegnanti median-te un Corso teorico-pratico della duratadi 20 ore articolate in tre giornate effet-tuato dal “Gruppo Formatori Unplugged”della ASL RMB e identico a quello chegli Insegnanti avrebbero dovutoriproporre successivamente ai loro stu-denti. Oltre a lezioni frontali su temi spe-cifici, sono state svolte le 12 unità di-dattiche previste dal programma, uti-lizzando la metodologia interattiva so-pra descritta che ha coinvolto attivamen-te tutti i partecipanti i quali, nel ruolo distudenti, hanno potuto sperimentare di-rettamente l’intervento e le emozioni chescaturiscono durante il percorsoeducativo.

Il lavor o con gli studentiObiettivi del programma per gli stu-denti· Ritardare la prima assunzione di tabac-

co, alcol e altre sostanze tra gli adole-scenti ed il passaggio dallasperimentazione al consumo regolare.

· Sviluppare e potenziare le abilità per-sonali e sociali degli studenti

· Accrescere le conoscenze sui temi spe-cifici delle dipendenze e dell’influen-za delle pressioni sociali

Realizzazione del programmaUnpluggedHanno aderito al progetto 7 Scuole Se-condarie di Secondo Grado per un to-tale di 18 classi e 410 alunni. Il pro-gramma si è concluso in 5 scuole perun totale di 13 classi e 315 alunni. Du-rante la realizzazione del programmasono state svolte presso la sede dellaASL, con tutti gli insegnanti delle scuo-le aderenti, riunioni periodiche per veri-ficare lo stato di avanzamento eevidenziare eventuali criticità.

La valutazioneIl monitoraggio ha interessato più fasi

del programma Unplugged.Inizialmente il corso di formazione ASLdedicato agli insegnanti è stato valutatodagli stessi discenti, e al termine del cor-so medesimo, relativamente alla soddi-sfazione nonché ai contenuti, allametodologia, alle risorse e alle criticità.La valutazione del lavoro con gli studentiè stata sondata relativamente all’aderen-za delle attività svolte in classe, alla sod-disfazione e all’utilità percepita sia da-gli insegnanti che dagli studenti.L’ASP Lazio ha provveduto alle elabo-razioni statistiche dei dati.

Valutazione del corso di Formazio-ne ASL per gli InsegnantiIl grado di soddisfazione degli insegnan-ti, è stato rilevato grazie ad un questio-nario scalato a 6 uscite (da Molto soddi-sfatto a Non soddisfatto) sulle seguentidimensioni:- organizzazione corso;- informazione backgound teorico pro-

gramma;- informazioni pratiche sull’applicazio-

ne del programma;- formatore come modello per l’inse-

gnante;- atmosfera di lavoro;- contributo personale al corso;- importanza per il mio lavoro come do-

cente.E’ stato quindi distribuito un questiona-rio a risposta multipla. Questi gli item:1. Quale ritiene sia stato l’elemento più

importante del corso? (tra Metodo-logia, Attività di Gruppo, comunica-zione, Energizer);

2. Cosa ha facilitato il lavoro? (tra Cli-ma di classe- Professionalità docenti,Metodologia, Lavoro di gruppo-energizer);

3. Cosa non le è piaciuto? (tra Tempi ri-dotti per svolgere a scuola il program-ma, Brevità del corso, Interventi fuo-ri tema di alcuni partecipanti, Argo-mento su problematiche adolescenza,Poco tempo per gli aspetti sanitari);

4. Ritiene di aver bisogno di ulteriore

supporto per applicare le unità inclasse? (tra Contatto costante conl’equipe coordinatrice, Lavorare inclasse con il medico Asl, Lavorarein classe con un altro docente, Piùtempo da destinare al percorsoformativo).

RisultatiIl corso, contraddistinto da un clima se-reno e collaborativo, ha favorito lacondivisione delle metodologieinterattive ed ha trasformato il momen-to formativo in una importante espe-rienza professionale ed umana, conso-lidando il rapporto di collaborazione tral’Istituzione Scolastica e quella Sani-taria.L’analisi dei dati conferma con percen-tuali molto elevate l’apprezzamento peril “clima di lavoro”, “l’or ganizzazio-ne del corso”, “l’importanza del cor-so per il proprio lavoro”, “il formator ecome modello”, “l’informazione pra-tiche sull’applicazione del program-ma”. Tra gli elementi facilitanti il la-voro “il clima di classe e la professio-nalità dei docenti”; quale elemento piùimportante “la metodologia” e, qualecriticità, i “tempi ridotti per la realiz-zazione in classe del programma”.

La valutazione del lavoro con glistudentiObiettivo del monitoraggio del proces-so nelle sue varie fasi è stato quello di:· migliorare la qualità della conduzione

del programma in classe· permettere agli insegnanti di valuta-

re il successo/insuccesso delle singoleunità

· fornire suggerimenti al gruppo inter-nazionale per modificare e migliora-re le attività incluse in “Unplugged”

Si è quindi valutata.· l’aderenza delle attività svolte in clas-

se· la soddisfazione e l’utilità percepita

degli insegnanti

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier· La soddisfazione e l’utilità percepita

degli studenti

L’aderenza alle attivitàLo strumento utilizzato per valutarel’aderenza delle attività incluse nel pro-gramma “Unplugged” è rappresentatodalle schede, ognuna riferita ad una spe-

stribuito un questionario su scala Likert.Il primo quesito “E’ soddisfatto di aversvolto Unplugged? era affiancato dallarichiesta di segnalare due cose piaciutedi più e di meno.Seguivano item relativi alla capacità delProgramma di migliorare conoscenze ecompetenze sull’uso delle droghe; diarricchire le abilità di insegnante; di fa-vorire la relazione con gli studenti e conil gruppo classe; item sull’utilità delmanuale e del supporto del referenteASL. Quindi si è sondato l’eventualeproposito di ripetere l’esperienza nelsuccessivo anno scolastico e si sono ri-chiesti suggerimenti per l’ottimizzazionedel programma medesimo.Il 90% degli insegnanti è soddisfatto diaver svolto il programma “Unplugged”e la maggioranza di essi ha rilevato unmiglioramento del clima nel gruppo clas-se e della qualità delle relazioni tra glistudenti e tra quest’ultimi e gli insegnantistessi. In tre classi sono stati superatispontaneamente comportamenti di esclu-sione registrati precedentemente ai dan-ni di ragazzi portatori di handicap. Infinecirca i suggerimenti forniti dagli inse-gnanti per ottimizzare Unplugged essiconsistono in: adozione del programmaad inizio anno scolastico; ricorso aglienergizer per accogliere i ragazzi e crea-re il gruppo classe; coinvolgimento di piùdocenti e destinazione di maggior tempoper lo svolgimento del programma;accorciamento delle singole unità ed eli-minazione di alcune attività (per tutelarela didattica); incentivi per insegnanti edacquisto di materiali.

La soddisfazione e l’utilità perce-pita dei ragazzi nella realizzazio-ne di UnpluggedPer la valutazione della soddisfazionedei ragazzi è stato somministrato, al ter-mine dello svolgimento del programmaUnplugged, il questionario di soddisfa-zione dello studenteÈ stato indagato, con questionario tiposcala Likert, il livello di gradimento del-

cifica unità didattica e compilata subitodopo lo svolgimento.Ogni singola scheda fornisce informa-zioni relative alle modalità di svolgimen-to di “Unplugged” evidenziando se sia-no state effettuate tutte le attività previ-ste dallo stesso, nonché il livello d’inte-resse mostrato dai ragazzi.

L’analisi dei dati evidenzia la difficoltàda parte degli insegnanti ad espletaretutte le attività previste dalle unità e inmolti casi si penalizza la “apertura” e“chiusura” dell’unità stessa(riformulazione ed evidenziazione degliobiettivi).Tra le cause, oltre alla caren-za di tempo imputabile a fattori organiz-zativi della Scuola e al ritardo della pro-posta di adesione al progetto formulatadalla Sanità, comportamenti devianti di

alcuni ragazzi ed un feedback negativoda parte di quest’ultimi per scarso inte-resse. I più bassi tassi di aderenza si sonoregistrati nella IV unità “Le tue opinio-ni riflettono la realtà” forse per scarsointeresse verso la statistica.

La soddisfazione e l’utilità perce-pita dagli insegnanti nella realiz-zazione di UnpluggedPer valutare tale dimensione è stato di-

Esempio Scheda

Unità 1 “Apertura di Unplugged” PercentualiAttivitàApertura 100%Brainstorming 69,23%Attività principale “cosa vi aspettate?” 92,30%Creare contratto di classe 100%Chiusura 92,30%

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DDDDDossierla partecipazione al corso; l’unità “piùpiaciuta” e quella “meno piaciuta”.Quindi è stato chiesto ai ragazzi se ilcorso avesse consentito loro di:- acquisire una maggiore consapevolez-

za su se stessi e le proprie scelte;- acquisire informazioni sui danni

di“fumare sigarette, bere alcol e usaredroghe”;

- migliorare i rapporti con compagni edinsegnanti.

E se avessero voluto ripetere l’esperienza.Il programma è piaciuto molto/moltissi-mo al 60% dei ragazzi laddove poco oniente al 6,6% e la terza unità “Scelte,alcol rischio e protezione”, seguita dal-la seconda “Fare o non fare parte di ungruppo”, risulta la più gradita. Menopiaciuta” la prima unità “Apertura diUnplugged” e scarso gradimento delleunità 10-11 e 12 come già evidenziatonella domanda precedente. Ritiene diessere stato aiutato dal programma adacquisire una maggiore consapevolezzasu se stessi e le proprie scelte il 45,7%,non aiutato il 12,7%, non si esprime il50,3% (domanda probabilmente pococomprensibile). Relativamente alla pos-sibilità che Unplugged abbia contribui-to a cambiare il modo in cui lo studentesi vede, un’alta percentuale (37,6%) ri-sponde negativamente, il 18,2% positi-vamente e il 23% non si esprime (vero-simile ambiguità della domanda). Di-chiara di aver acquisito più conoscenzeriguardo le conseguenze dell’uso di ta-bacco alcol e droghe il 71,5% a frontedel 6,1% che non ha rilevato tale bene-ficio. Circa il miglioramento dei rapporticon i compagni, il 27,5% risponde af-fermativamente, il 16,8% negativamen-

te ed il 28,9% ritiene “Unplugged”ininfluente laddove Unplugged sembraaver ottimizzato quelli con gli insegnantinel 28% dei ragazzi a fronte del 19,9%che non lo evidenzia. Infine il 74,6% vor-rebbe partecipare ad un altro program-ma simile l’anno successivo contro un25% non interessato.

Lia Delli Colli, medico igienista, Diparti-mento di prevenzione ASL Roma C

Il presente lavoro è tratto dalla Tesi diMaster in Progettazione e coordinamente

e valutazione di interventi integrati dipromozione ed educazione alla salute del

Centro sperimentale per l’educazionesanitaria dell’Università degli studi di

Perugia

Pablo Picasso, Arlecchino e la sua amica, 1901

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Una cultura sana a scuola:Una cultura sana a scuola:Una cultura sana a scuola:Una cultura sana a scuola:Una cultura sana a scuola:il progetto “Ricreazione sana”il progetto “Ricreazione sana”il progetto “Ricreazione sana”il progetto “Ricreazione sana”il progetto “Ricreazione sana”

della Fdella Fdella Fdella Fdella Fondazione Vitalondazione Vitalondazione Vitalondazione Vitalondazione VitalIvonne Daurù, Michela Morandini

L a Fondazione Vital è stata costituita nell’anno 2005 e si propone di

diffondere saperi sui comportamenti ele condizioni di vita che promuovono lasalute in Alto Adige.La Fondazione Vital si attiene alle rac-comandazioni dell’OMS e in particola-re segue le indicazioni contenute nellaCarta di Ottawa per la Promozione del-la Salute. Il suo impegno è rivolto alladefinizione di salute nel più ampio sen-so bio-psico-sociale e alla trasformazio-ne delle condizioni di vita, di lavoro edel tempo libero in determinati settingin modo da renderli incentivanti per lasalute.Le aree nelle quali opera la FondazioneVital sono l’”Impresa sana”, il “Comu-ne sano”, l’“Area senza barriere”, il“Movimento” e l’”Alimentazione”.

Un’esperienza proveniente dalla Fondazione Vital, istituzione operante sul territorio dellaProvincia Autonoma di Bolzano che, per statuto, incoraggia interventi ed iniziative nell’am-

bito della tutela e della promozione della salute anche attraverso la promozione diretta dimisure e di iniziative di promozione della salute. Dunque incitare e sostenere la popolazionealtoatesina a migliorare la qualità e le condizioni di vita ma anche informare la cittadinanza

sulle malattie evitabili ed i fattori psicologici e sociali associati all’insorgenza della malat-tia. Nel presente contributo, l’attuazione del progetto “Ricreazione sana” volto a promuove-

re la salute in ambiente scolastico a partire proprio dal momento della ricreazione.

In questo articolo vorremmo soffermarcisu un programma dell’area alimentareche si chiama “Ricreazione sana”, attua-to dal 2008 nelle scuole medie, superio-ri e professionali di lingua italiana, te-desca e ladina e finanziato dall’Intenden-za scolastica della Provincia Autonomadi Bolzano.

L’area alimentazione della fonda-zione Vital e i relativi programmi eprogettiObiettivo di tutti i programmi e progettidell’area “Alimentazione” sono la pro-mozione di un comportamento alimen-tare salutare e l’attivazione di strutturee condizioni che permettano di attuareuno stile di vita sano.Oltre al progetto “Ricreazione sana”, cheverrà descritto in dettaglio nel prossimo

capitolo, la Fondazione Vital offre i se-guenti programmi e progetti:1) il progetto “Mensa sana” per impre-

se, scuole primarie e secondarie, scuo-le dell’infanzia e varie strutture conmense

2) il progetto “Giornata per la salute” perscuole secondarie e superiori

3) il progetto “Forti in movimento” perpersone in sovrappeso

4) Workshop e conferenze informativeper imprese, scuole ed interessati

Il pr ogetto “Una sana ricreazione”La possibilità di alimentarsi e di muo-versi in modo bilanciato e completo e diconseguenza di investire sulla propriasalute, dipende in parte anche dall’espe-rienza scolastica. La qualità alimentarescolastica è importante per la formazio-

Pablo Picasso, La tragedia, 1903

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DDDDDossierne di una corretta cultura alimentaredegli alunni. Ciò che si mangia e si bevein età infantile e giovanile contribuisceallo sviluppo e al rafforzamento di mo-delli di gusto che guidano le scelte e icomportamenti alimentari dell’adulto.Questo programma viene eseguito nel-l’ambito scolastico per un pubblico digiovani, con l’obiettivo non solo di for-nire informazioni su uno stile di vita sano(alimentazione, movimento, comunica-zione e socializzazione) bensí di identi-ficare strategie per rendere più facili lescelte salutari, come viene sottolineatonel programma “Guadagnare Salute” delMinistero della Salute. Complessiva-mente il programma persegue l’obietti-vo di promuovere il benessere a scuoladegli alunni e del personale scolastico.

Obiettivi, persone e gruppi coin-volti e fasi del progettoIl progetto ha come obiettivo principalequello di promuovere la salute nellascuola, prendendo in considerazionenello specifico la ricreazione. Esso vie-ne rivolto a tutta la comunità scolasticae anche a strutture vicine alla scuolacome la mensa scolastica, il bar dellascuola e in senso più ampio il comune.Le persone e i gruppi coinvolti nel pro-getto sono:a) Esperta e responsabile del progetto

della Fondazione Vitalb) Responsabile del progetto interno

alla scuola (solitamente un’insegnan-te, (responsabile progetto interno/a)

c) Gruppo di direzione (direttore/diret-trice scuola, responsabili progetto)

d) Gruppo di lavoro (alunni, insegnan-ti, rappresentanti genitori, personalenon docente della scuola)

I compiti dell’esperta e responsabile delprogetto della Fondazione Vital sono diorganizzare e coordinare il processo (or-ganizzazione incontri col gruppo di la-voro e col gruppo di direzione, modera-zione degli incontri, sostegno nell’atti-vazione delle misure, ecc.).

Il/la responsabile del progetto interno/aè l’elemento di collegamento fra il/laresponsabile del progetto esterno/ e ilgruppo di lavoro e coordina il progettoall’interno della scuola in stretta colla-borazione con il/la responsabile esterno/a.Il compito principale del gruppo di di-rezione è di supervisionare il processo.Il gruppo di lavoro elabora le proposteper le misure d’intervento da attuare sul-la base dell’analisi del contesto.

Fasi del progetto:

in generale gli obiettivi per le scuolesono:a)Migliorare l’offerta alimentare nella

scuola durante la ricreazioneb) Promuovere un ambiente favorevole

durante la ricreazione per socializzaree / o per rilassarsi

c) Aumentare l’offerta di movimentodurante la ricreazione

d) Sensibilizzare gli alunni e i docentisull’importanza di uno stile di vitasalutare e promuovere una cultura delbenessere

e)Rendere visibili i risultati del proget-to attraverso attività di relazioni pub-bliche all’interno della scuola e nellacomunità

Esperienza e risultatiIn seguito vengono brevemente riporta-ti i risultati più importanti, indicando lemisure elaborate e messe in atto. Inoltrevengono riportati i benefici riscontratidai responsabili interni del progetto e dalgruppo di lavoro.

Nella fase dell’analisi del contesto vie-ne coinvolta l’intera comunità scolasti-ca al fine di valutare il livello esistentedi benessere durante i momenti di ricre-azione (alimentazione, movimento, rilas-samento, comunicazione e socializ-zazione) e per proporre delle misure perpromuovere la salute. In seguito il grup-po di lavoro definisce obiettivi specifi-ci. L’esperienza raccolta durante 5 annidi attuazione del progetto evidenzia che

Realizzazione delle misure d‘intervento

Analisi del contesto

Definizione obiettivi e misure d‘intervento

Fase iniziale

Evaluazione e conclusione

Follow up

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossierIl progetto è stato attuato e concluso finoad ora in nove scuole. Riassumendo, lemisure d’intervento che sono state attua-te sono:- in quattro scuole: aumento del movi-

mento durante le ore di lezione e nellaricreazione tramite esercizi e giochi diattivazione

- in tre scuole: creazione di un’atmosfe-ra piacevole durante la ricreazione,possibilità di movimento e angoli peril relax e la socializzazione

- in due scuole: seminari e workshop sul-l’alimentazione sana e uno stile di vitasano per gli alunni

- in due scuole: organizzazione della ven-dita di merende salutari a scuola daparte degli alunni

- in due scuole: ampliamento e miglio-ramento dell’offerta alimentare nellamensa scolastica

- in due scuole: miglioramento dell’of-ferta di alimenti e bevande a scuola conla collaborazione del bar scolastico

- in due scuole: sensibilizzazione perl’importanza del bere e aumento delladisponibilità di acqua potabile a scuo-la

- in due scuole: aumento della duratadella ricreazione di ulteriori 5 minuti

- in una scuola: serate informative per igenitori e gli insegnanti su uno stile divita sano

- in una scuola: creazione di un paninosano e biologico

Al termine di ogni progetto è stata fattauna valutazione finale con il gruppo dilavoro e il/la responsabile interno/a delprogetto. In seguito vengono elencati ibenefici riportati:- Aumento generale della consapevolez-

za per un’alimentazione sana e unostile di vita sano.

- Creazione di un’ambiente sano a scuo-la, anche in relazione ai fattori ambien-tali e sociali.

- Aumento dello spirito di gruppo tra glialunni.

- Aumento del senso di responsabilità e

della capacità organizzativa da partedegli alunni.

- Promozione di una cultura comunica-tiva aperta al dialogo.

- Aumento della consapevolezza deglialunni di poter cambiare attivamentele condizioni a scuola con conseguen-te aumento della motivazione.

ConclusioneL’esperienza realizzata in nove scuoleha dimostrato che il progetto viene ac-colto bene da parte dei diretti interessati(alunni, insegnanti, direzione scolasticae personale non docente) e porta a risul-tati positivi (vedi sopra) per promuove-re la salute in età giovanile nel settingscolastico. I punti di forza del progettosono:- la partecipazione dell’intera comuni-

tà scolastica alla creazione di un am-biente salutare rendendo cosí possibi-le il cambiamento verso una culturasana a scuola

- empowerment degli alunni attraversoun coinvolgimento attivo in tutte le fasidel progetto

- cambiamento della comunicazione al-l’interno della scuola, soprattutto lacomunicazione tra alunni, insegnantie direzione scolastica

- sostenibilità delle misure che hannorilevanza anche negli anni successivialla realizzazione del progetto stesso,perché sostenuti e voluti da tutti gliinteressati.

Fondamentale per la realizzazione delprogetto è il finanziamento da parte del-

Pablo Picasso, Acrobata e giovanearlecchino, 1905

l’Intendenza scolastica, che in questomodo lo rende accessibile per le scuole.Sarà nostro compito in futuro rendere ilprogetto realizzabile per un numero cre-scente di scuole per implementare unacultura della salute nelle scuole.

Ivonne Daurù, Laureata in scienze etecnologie alimentari e Coach,

Fondazione Vital

Michela Morandini, Psicologa, Coach econsulente organizzativo,

Fondazione Vital

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DDDDDossier

Pinocchio e LPinocchio e LPinocchio e LPinocchio e LPinocchio e Lucignolo vanno a scuolaucignolo vanno a scuolaucignolo vanno a scuolaucignolo vanno a scuolaucignolo vanno a scuolaPPPPPedibus in compagnia di animaliedibus in compagnia di animaliedibus in compagnia di animaliedibus in compagnia di animaliedibus in compagnia di animali

Nadia Antonella Franzoso

L avoro in qualità di Assistente Sanitaria presso il Dipartimento di

Prevenzione dell’Ulss 19 di Adria(Rovigo) e da circa 3 anni sonoReferente per il coordinamento delGEPS (Gruppo di Educazione e Promo-zione alla Salute), per Guadagnare Sa-lute e per l’Attività Motoria1.L’esperienza di seguito descritta è ilPedibus in compagnia di animali, frut-to di alcuni progetti realizzati dal 2009ad oggi nel territorio della AziendaULSSS di Andria e i susseguenti pro-getti sorti quali effetto “a catena” nei i

Il Pedibus per muoversi in autonomia nel quartiere e nella città. Un modo per cominciare a cambiareabitudini e stili di vita, per contribuire allo sviluppo dell’autostima e di un sano equilibrio psicologico,

per collaborare alla vivibilità di città e quartieri. Nel Dipartimento di Prevenzione di Adria un’esperien-za innovativa quella del Pedibus in compagnia di animali, sorta da una passione personale e che si è

avvalsa delle evidenze in letteratura sui benefici derivanti dal rapporto bambino- animale in termini disviluppo della personalità infantile. Una variante del Pedibus quindi che, non ultimo aspetto, ha genera-

to con effetto “a catena” una serie di progetti nei vari Comuni aderenti all’iniziativa.

vari Comuni che hanno aderito con en-tusiasmo all’iniziativa.La motivazione che ha condotto ad ela-borare il Pedibus, inserendo alcuni ani-mali - l’asino, il cane o il pony -, è nataoltre che dalla passione personale versogli animali, dalla ipotesi che questo ap-proccio potesse essere più originale einnovativo e riuscisse a sensibilizzare alcontempo adulti e bambini nei confron-ti degli animali stessi. Studi ed evidenzedimostrano inoltre benefici derivanti dalrapporto bambino-animale in termini disviluppo della personalità infantile.

Le iniziali difficoltà, derivanti propriodalla presenza degli animali (presunteallergie, gestione della sporcizia lungoil tragitto) sono state superate. Da qui ènata comunque l’esigenza di formulareun manuale con raccomandazioni e re-gole da seguire per la buona riuscita insicurezza dei percorsi con gli animali,indirizzate a tutti i protagonisti delPedibus, compresi proprietari e condu-centi degli animali stessi. Inoltre, si èprovveduto, tramite l’ufficio legale, auna copertura assicurativa.

1 Il progetto è frutto della mia Tesi di Master in Progettazione, Coordinamento e Valutazione di Interventi Integrati in Promozione eEducazione alla Salute presso il Centro Sperimentale per l’Educazione Sanitaria dell’Università degli Studi di Perugia

Pablo Picasso, Bambina con colomba, 1901

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossierGli ObiettiviObiettivo di salute generale del proget-to è quello di contrastare, attraverso lapromozione dell’attività fisica, ilsoprappeso e l’obesità infantile, combat-tendo la sedentarietàGli obiettivi educativi di tutti i progetti:- implementare la conoscenza dei bene-fici dell’attività motoria;- aumentare la conoscenza del legamesedentarietà-malattia;- far conoscere le strategie per cambiarele proprie abitudini di vita inserendo l’at-tività motoria quotidianamente;- far conoscere i benefici che derivanodal rapporto con gli animali;- aumentare la sensibilità delle personenei confronti degli animali e favorire unnuovo approccio relazionale tra i bam-bini e l’animale;- promuovere il concetto di star bene incomunità;- acquisire consapevolezza degli effettidella diminuzione dell’uso dell’auto, conconseguente riduzione dell’inquinamen-to atmosferico e acustico;- favorire nei piccoli cittadini scelte con-sapevoli relative alla propria salute e allecondizioni ambientali del proprio paese.Gli obiettivi comportamentali:- incrementare il ricorso al camminare;- aumentare la capacità di riconoscerela segnaletica e di prendere decisioniadeguate;- aumentare il senso di responsabilità alrapporto uomo-animale e combatterel’abbandono degli animali;- aumentare il piacere di camminare perle strade del proprio Paese,riscoprendone e valorizzandone angolie bellezze passate inosservate;- aumentare le attività ludiche all’aper-to utilizzando spazi urbani in sicurezza.

Camminare insiemeIl Pedibus è un’attività finalizzata a pro-muovere l’attività motoria nei bambini,per i molteplici benefici che ne deriva-no; consiste nel percorrere a piedi il tra-gitto che va da casa a scuola e/o vice-

versa. Si tratta di un’iniziativa che coin-volge l’intera comunità: Amministrazio-ne Comunale, Polizia Municipale,Azienda Ulss, Istituti Scolastici, genito-ri, bambini e le varie Associazioni diVolontariato presenti nel territorio.Pinocchio e Lucignolo vanno a scuo-la, è una variante del Pedibus in cui unoo due asinelli percorrono il tragitto cheva da casa a scuola trainando uncarrettino assieme ai bambini. Gliasinelli non devono trainare pesi macamminare in compagnia dei bambiniper rendere loro più piacevole il tragittoe socializzare facendoli divertire e in-curiosire. A scuola, l’insegnante, l’esper-to/conducente o un veterinario dà infor-mazioni su questo dolce animale. Ognigiorno, a turno, un bambino premia conun mela o una carota l’asinello. Ognibambino scrive a turno, su un diario, unafrase, un’emozione, un pensiero legatoall’esperienza. A fine anno, durante lapremiazione e festa finale di tutti i pro-tagonisti del Pedibus, vengono lette lepagine più significative e simpatiche deidiari.La scuola, durante l’anno scolastico puòorganizzare con bambini e genitori unavisita presso la fattoria per vedere dove

vivono Pinocchio e Lucignolo.Il Pony Express è una variante del pre-cedente in cui il somarello è sostituitoda un cavallino pony. Il pony è moltoamato dai bambini, ha un carattere affa-bile, è estremamente intelligente ed èanche conosciuto come animale da com-pagnia, a cui riservare ogni cura e dedi-zione.Conoscere da vicino un pony rappresen-ta un’opportunità nella crescita, nei va-lori educativi del bambino sia dal puntodi vista individuale che sociale.Camminando con…Fido, è un Pedibusin compagnia di un cane. Si è ricorsi agruppi educativi cinofili con personaleesperto e con cani addestrati; inoltre gra-zie a questo progetto due cani verrannoadottati a vita, da una Residenza perAnziani e cammineranno assieme agliospiti.SMS … con le ali è una proposta perritornare a riscoprire il piacere dello scri-vere con carta e penna e consiste nel-l’inviare un messaggio in un modo mol-to speciale, cioè tramite il piccione viag-giatore.I bambini per raggiungere la piccionaiafanno una camminata di 20-30 minuti;l’esperto fornisce informazioni su que-

Pablo Picasso, Ritratto di Pablo Picasso bambino, 1923

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DDDDDossiersti messaggeri alati, i ragazzi possonoconoscere la loro storia, il loro ruolo inantiche battaglie, le loro origini, le ca-ratteristiche morfologiche, la loro capa-cità di orientamento, l’allevamento ecome vengono impiegati oggi. I ragazzipossono scrivere un messaggio o unalettera a ragazzi di altri istituti scolasticidello stesso paese, di un altro paese o diun’altra regione.

La metodologiaI Progetti sono presentati alla Conferen-za dei Sindaci nel Settembre e ogni annonel mese di Ottobre, vengono presentatiall’incontro con Dirigenti Scolastici eDocenti Referenti. Nella fase conosciti-va, che comprende le operazioni di av-vio, i docenti somministrano un questio-nario ai bambini e ai genitori per avereuna mappa dell’ambiente contestuale diriferimento.A seguito dei risultati, vengono organiz-zati i diversi punti di raccolta (linee efermate) del Pedibus. I volontari, condocenti e/o genitori e con l’ausilio dellaPolizia Municipale individuano i percor-si più sicuri per i bambini.Vengono presi contatti con esperti, pro-prietari/conducenti degli animali pergarantire la sicurezza nei progetti e pertutelare gli animali.I Docenti forniscono le conoscenze tec-niche e metodologico-didattiche, costru-iscono e somministrano oltre ai questio-nari di ingresso, quelli finali di gradi-mento rivolti a tutti i protagonisti delPedibus. Lavorano durante l’anno sco-lastico con fiabe, filastrocche, raccontie poesie riguardanti l’asino, il pony, ilcane e i piccioni viaggiatori. Stilano ireport finali.Fanno scrivere, a turno, sul diario le va-rie esperienze ai bambini, li coinvolgo-no nella creazione di locandine e pie-ghevoli attraverso i loro disegni.Durante l’anno vengono organizzati in-contri con tutti gli attori del Pedibus:bambini, genitori, pediatra, amministra-tori locali, proprietari, esperti e condu-

centi degli animali.A fine anno, per ogni Comune parteci-pante, viene organizzata una festa dichiusura dei progetti dove i genitori pre-parano dolci e leccornie di ogni tipo.In quella circostanza partecipano tutti gliattori e viene dato un premio i bambiniche hanno partecipato al Pedibus: un og-getto (maglietta o cappellino, zainetto…)che ricordi l’esperienza. I bambini leg-gono a voce alta le pagine del diario.

Sviluppi….Essendo già il quarto anno consecutivodi realizzazione dei progetti, si intende-vano impegnare i fondi regionali in al-tre progettualità ma docenti, genitori ebambini hanno espresso fortemente ildesiderio di ripetere le esperienze ancheper quei bambini che si iscrivono al pri-mo anno della Scuola Primaria e che nonhanno avuto la possibilità di conoscerequest’esperienza.La sperimentazione dei progetti ha datoottimi risultati: l’entusiasmo, la gioia el’enfasi con la quale i bambini hannopartecipato durante i percorsi e la parte-cipazione attiva di genitori e docentihanno portato ad un cambiamento deicomportamenti individuali e allariappropriazione degli spazi urbani, co-niugando interessi e bisogni concreti convalori quali la sostenibilità e il rispettodelle generazioni future, anche in rela-zione con l’ambiente.Crediamo che i progetti abbiano avutosuccesso perché sono centrati sul benes-sere e sulla piacevolezza deriva dal cam-minare con gli amici di scuola in com-pagnia di un asinello, di un pony o di uncane, in un contesto gioioso favorenteun clima di serenità, per i piccoli e pergli adulti, sviluppando al contempo lasensibilità e l’affetto per gli animali cheassieme ai bambini sono i protagonistidelle fiabe, leggende e filastrocche chenarrate a scuola diventano realtà in que-sta esperienza.

Di seguito riporto alcune frasi di bam-bini che hanno vissuto l’esperienza deiprogetti. I disegni sono stati impiegatiper la realizzazione di pieghevoli.

“Mi è piaciuto tanto quando i piccio-ni hanno spiccato il volo. Non ho maivisto una cosa così bella” Irene clas-se I

“A me piace il Pedibus perché possostare con il mio compagno. Io adoroil Pedibus perché rinforza le ossa deipiedi” Michele classe II

“Quando si sono messi a volare i pic-cioni mi sono sentita felice” Martinaclasse I

“ I piccioni sono fortunati perché vo-lano dappertutto. Mi piacciono tan-to” Sofia classe I

Nadia Antonella FranzosoAS Dipartimento di Prevenzione,

Ulss n° 19 Adria

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45n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

LLLLL’infermiere promotore di salute’infermiere promotore di salute’infermiere promotore di salute’infermiere promotore di salute’infermiere promotore di saluteOvvero l’approccio salutogenico in ambito infermieristicoOvvero l’approccio salutogenico in ambito infermieristicoOvvero l’approccio salutogenico in ambito infermieristicoOvvero l’approccio salutogenico in ambito infermieristicoOvvero l’approccio salutogenico in ambito infermieristico

Annunziata Lubrano

Per poter comprendere meglio comeil concetto di Salutogenesi possa es-

sere applicato alla cura del paziente equindi all’assistenza infermieristica, horaccolto e narrato in un diario alcuni casiclinici durante le attività di lavoro e hopianificato e monitorato costantementel’assistenza e quindi gli interventi anchedi tipo salutogenico al fine di raggiun-gere determinati obbiettivi, il cui fine èovviamente guadagnare salute.La Salute si nasconde nelle storie. Du-rante la descrizione dei casi clinici vie-ne posto particolare interesse a temicome la comunicazione col paziente inambito infermieristico, lo studio dei CasiClinici e l’individuazione di elementi

La Salute si nasconde nelle storie. La rilevanza della promozione della salute nell’assistenzainfermieristica e in tale ambito il ruolo fondamentale giocato dalla comunicazione col paziente.Dunque l’Educazione terapeutica al paziente, per l’OMS, educazione centrata sul paziente cheinclude consapevolezza, informazione, apprendimento dell’autogestione della cura e il sostegnopsicologico riguardanti la malattia, i trattamenti, l’assistenza, l’ospedale e gli altri ambienti assi-stenziali, le informazioni riguardo ai luoghi del percorso terapeutico, il comportamento in caso disalute e di malattia. Il presente contributo descrive un’esperienza che testimonia un tale approcciosul campo volto ad aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia e il suo tratta-mento, a cooperare con gli operatori sanitari, a vivere una vita sana e a mantenere o migliorare laqualità di vita.

salutogenici durante l’anamnesi, la dia-gnosi e la cura.Il Caso Clinico riguarda una donna conTrombosi Venosa Profonda, si svolge alPronto Soccorso e nell’Unità Operativacorrelata al Pronto Soccorso per ladegenza breve, presso l’Ospedale SanDonato di Arezzo.I cambiamenti del Servizio Sanitario ri-chiedono l’uso di un approccio organiz-zato dell’Educazione Sanitaria e dellaPromozione della Salute, in modo che ipazienti possano soddisfare i propri spe-cifici bisogni di assistenza.L’infermiere deve considerare dei fatto-ri significativi quando pianifica l’edu-cazione del paziente, fra cui la disponi-

bilità di assistenza sanitaria al di fuoridel tradizionale contesto ospedaliero,l’utilizzo di diversi erogatori di assisten-za sanitaria per raggiungere gli obiettividi gestione dell’assistenza e l’aumenta-to uso di strategie alternative piuttostoche degli approcci tradizionali all’assi-stenza.La scrupolosa considerazione di questifattori può fornire ai pazienti le indica-zioni complete che sono essenziali perprendere decisioni informate in meritoall’assistenza sanitaria. Le richieste daparte dei pazienti di informazioni com-plete sui loro problemi sanitari durantetutto il ciclo vitale, pongono l’accentosul bisogno di un’educazione sanitaria

Pablo Picasso, Donna con corvo, 1904

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DDDDDossierolistica svolta durante ogni incontro in-fermiere-paziente.L’infermiere promotore della salute nondeve solo erogare specifica educazionesanitaria al paziente o alla famiglia, maanche focalizzarsi sui bisogni educatividelle comunità. La promozione dellasalute è importante nell’assistenzainfermieristica, in quanto può influen-zare la capacità di individui e famigliedi attuare comportamenti che conduco-no a una cura di sé ottimale.L’educazione sanitaria è una funzioneindipendente e una responsabilità prima-ria della professione infermieristica.Tutta l’assistenza infermieristica è orien-tata alla promozione, al mantenimentoe al ripristino della salute, alla preven-zione della malattia e ad aiutare le per-sone ad adattarsi agli effetti residui del-la patologia. Per l’importanza che la so-cietà assegna alla salute e alla responsa-bilità di ognuno di noi nel mantenerla epromuoverla, i componenti dell’équipesanitaria, in particolare gli infermieri,sono tenuti a rendere costantemente di-sponibili iniziative di educazione sani-taria.

La cronicitàLe persone affette da malattie cronichesono coloro che oggi maggiormente ne-cessitano di educazione sanitaria. Manmano che la durata della vita continuaad aumentare, aumenta anche il numerodi persone con malattie croniche. Que-ste necessitano di informazioni sanita-rie per partecipare attivamente ed assu-mersi maggiormente responsabilità sulproprio caso. La promozione della salu-te e l’educazione sanitaria possono aiu-tare questi individui ad adattarsi allamalattia e prevenire le complicanze, aeseguire la terapia prescritta e a risolve-re i problemi che derivano dal misurarsicon nuove situazioni. Possono ancheprevenire situazioni critiche e ridurre lariospedalizzazione derivante da inade-guate informazioni sulla cura di sé.La Promozione della Salute va conside-

rata come un concetto e un processo chedura tutta la vita. Gli infermieri in virtùdella loro esperienza sulla salute, sull’as-sistenza sanitaria rivestono un ruolo difondamentale importanza nella Promo-zione della Salute. Essi hanno la respon-sabilità di promuovere attività che stimo-lino il benessere e l’autodeterminazione.Ogni interazione con i pazienti deve es-sere vista come un’opportunità di pro-muovere attitudini e comportamenti disalute.Per riuscire a comprendere come l’in-fermiere possa applicare i principi dellasalutogenesi nel proprio ambito lavora-tivo è importante comprendereinnanzitutto cosa ci si auspica dal lavo-ro dell’incfermiere e quali sono le fasidel processo infermieristico.Il processo infermieristico è un approc-cio orientato a soddisfare i bisogni diassistenza sanitaria dei pazienti. Quan-

do si pianifica un piano educativo sonoutilizzate le seguenti fasi del processoinfermieristico: accertamento, diagnosi,pianificazione, attuazione e valutazione,al fine di soddisfare i bisogni individua-li di educazione e di apprendimento.L’obiettivo delle pagine che seguono èquello di andare ad evidenziare i princi-pi della Salutogenesi e la suaapplicabilità nel campo dell’assistenzainfermieristica al fine di favorire la rea-lizzazione e la valutazione di interventiad essi connessi e di mettere in eviden-za l’applicabilità di strategie per la pro-mozione della salute.

Un Caso Clinico: la signora C. af-fetta da Trombosi Venosa ProfondaLa Signora C. di 75 anni si reca al Pron-to Soccorso accompagnata dalla figlia.Al Triage trova due infermieri ad acco-glierla ai quali riferisce di avere dolore

Pablo Picasso, Vecchio mendicante con ragazzo, 1903

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossiere gonfiore all’arto inferiore destro insor-to da ieri pomeriggio, riferisce di avercontattato il medico di famiglia che leha suggerito di recarsi immediatamenteal Pronto Soccorso, gli infermieri laascoltano, poi osservano la gamba indi-cata dalla Signora. A questo punto for-mulano una prima diagnosi d’ingressoe consegnano il certificato di accettazio-ne, dove alla paziente viene attribuito ilcodice giallo.La Signora C. viene fatta accomodaredall’infermiere nella stanza del codicegiallo per la visita e fatta distendere sudi un lettino. Alla visita è presente ilmedico, l’infermiera e un OSS. La si-gnora C. è di statura media, insovrappeso, riferisce che prende altrifarmaci ma in quel momento non ricor-da quali; l’arto inferiore destro all’altez-za del polpaccio è molto gonfio,arrossato e caldo al tatto, i parametri vi-tali risultano nella norma. Durante ilcolloquio con la Signora C. questa ap-pare confusa e non riesce a dare spiega-zioni chiare circa l’accaduto e la sua sto-ria clinica. A quel punto viene fatta en-trare la figlia che porta con sé una bustacon documenti e vecchi esami e riferi-sce che la madre vive da sola e che èsempre stata autonoma orientata e auto-sufficiente. Aggiunge inoltre che prece-dentemente non aveva mai sofferto diun tale arrossamento alla gamba. Risul-ta dalla documentazione che la Signoraassume antiipertensivi e farmaci perl’ipercolesterolemia. Vengono prelevatiesami ematici e la paziente viene sotto-posta a un doppler degli arti inferiori checonferma la diagnosi di TrombosiVenosa Profonda. A questo punto il me-dico prescrive la terapia e decide di ri-coverare la Signora nella Unità Opera-tiva dove resterà in osservazione per al-cuni giorni.La Signora C. è preoccupata, riferisceall’infermiere che non se l’aspettava chesarebbe stata ricoverata ma l’infermierela rassicura, si tratta di pochi giorni du-rante i quali è necessario somministrare

terapia anticoagulante e monitorare laregressione della trombosi fino allascomparsa del trombo; che appena que-sto si sarebbe verificato la Signora sa-rebbe tornata a casa dove avrebbe con-tinuato la terapia per via orale.Dopo il trasferimento della paziente inOBI l’infermiere si preoccupa di infor-mare la figlia della Signora C. della pre-occupazione della Signora per i gatti la-sciati soli e la figlia rassicura la madreche se ne sarebbe occupata fino al suoritorno.L’infermiere spiega alla Signora C. nel-lo specifico da cosa è provocata la suapatologia e in che cosa consiste la cura,che si occuperà del monitoraggio e trat-tamento delle potenziali complicanze.L’infermiere fornisce alla paziente tuttele informazioni, assicurando il benesseredell’assistito e promuovendo l’educazio-ne del paziente nella somministrazionedella terapia.L’infermiere si accerta innanzitutto del-la capacità di apprendimento e del livel-lo di conoscenza sulla gestione della curadi sé della Signora C.. L’infermiere ras-sicura il paziente e la famiglia e li istru-isce all’autocura: il riposo a letto, l’ele-vazione dell’arto colpito da trombosi,l’uso di calze elastiche e di analgesiciper ridurre il dolore sono di supporto allaterapia in quanto migliorano la circola-zione e favoriscono il benessere dell’as-sistito.La Signora C. ascolta attentamente lespiegazioni dell’infermiere, si mostra di-sponibile e collaborante, racconta storiedel passato mentre l’infermiere pratica gliimpacchi, storie che riguardano patologievascolari dei suoi parenti; l’infermiereascolta attentamente con lo sguardo di-retto agli occhi della paziente.In seconda giornata di ricovero l’infer-miere alle ore 7,30 del mattino si reca incamera della Signora C. per effettuare ilprelievo ematico. La signora è già sve-glia, riferisce di aver dormito poco, sem-bra triste ma il suo sguardo cerca qual-cosa nello sguardo dell’infermiere.

“Buon giorno Signora, come si sente sta-mattina?” e la signora “Non lo so, me lodica lei, lei come mi vede?” L’infermie-re sorride con tenerezza e rassicurazioneprende la mano della Signora “ora è ap-pena sveglia, ma vedrà che tra un po’ sisentirà meglio, la terapia porterà i suoifrutti, e noi dobbiamo fare in modo chematurino per benino e avere cura”. Aquesto punto l’infermiere spiega chequel prelievo viene fatto per controllarei valori della coagulazione visto che laSignora sta effettuando una terapia for-temente anticoagulante i fattori dellacoagulazione vanno monitorati costan-temente.La mattina, durante la visita medica, il dot-tore visita la signora, osserva il referto de-gli esami ematici e visita la gamba colpitadalla trombosi venosa profonda. La gam-ba è sgonfia, simile all’altra gamba, nonpiù arrossata né tanto meno calda. La Si-gnora C. riferisce inoltre di non aver avu-to più dolore dalla somministrazione delprimo antidolorifico e ciò significa che laterapia anticoagulante è stata efficace dalsuo inizio. Il dottore informa la Signorache se la mattina seguente gli esami delsangue andranno bene, nel pomeriggioverrà dimessa, continuerà la terapia acasa e proseguirà i controlli con il medi-co di famiglia. La Signora riferisce diessere molto felice di questa notizia e sisente decisamente fiduciosa per le curee la terapia che continuerà a seguire acasa scrupolosamente.

Non solo educazione del pazienteUno degli scopi dell’educazione dei pa-zienti è quello di incoraggiare le perso-ne ad aderire al regime terapeutico.L’adesione a un regime terapeutico ri-chiede che la persona faccia uno o piùcambiamenti nello stile di vita, al finedi eseguire specifiche attività che pro-muovono e mantengono la salute. L’in-fermiere educa il paziente informando-lo sul tipo di farmaci prescritti, sullo sco-po della terapia e sull’importanza e lanecessità che egli assuma la giusta dose

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DDDDDossierdi farmaco ai tempi prescritti. L’infer-miere spiega attentamente alla SignoraC. l’importanza dei parametri ematicidella coagulazione che dovranno esserevalutati periodicamente per stabilire sesia necessario modificare la dose delfarmaco. Se l’assistito non è in grado diseguire le indicazioni terapeutiche sideve considerare se sia opportuno coin-volgere anche un parente o care-givernella cura terapeutica. Il fatto che moltepersone non aderiscano ai regimi loroprescritti non può essere ignorato ominimizzato; le percentuali di adesionesono generalmente molto basse special-mente quando i regimi sono complessie di lunga durata. Il successo dell’infer-miere rispetto all’educazione sanitaria èdeterminato dall’accertamento continuodelle variabili che influenzano la capa-cità del paziente di adottare comporta-menti specifici, di ottenere risorse e dimantenere un ambiente sociale di soste-gno. I programmi educativi avranno suc-cesso se vengono identificate e consi-derate le varabili che influenzano l’ade-sione della persona. Il problema dellanon adesione ai regimi terapeutici è unaspetto sostanziale al quale va posto ri-medio affinché i pazienti possano rag-giungere le loro massime capacità dicura di sé e il loro potenziale di salute,proprio come espresso dai principi del-la Salutogenesi.

La motivazioneIn maniera sorprendente, si è rilevato cheil bisogno di conoscenza del pazientenon è uno stimolo sufficiente per acqui-sire conoscenze e permettere una com-pleta adesione al regime terapeutico. Iprogrammi educativi orientati a stimo-lare la motivazione del paziente produ-cono vari gradi di adesione. Le variabiliscelte nello stabilire obiettivi mutuali ela qualità della relazione paziente - in-fermiere influenzano direttamente i cam-biamenti di comportamento che posso-no derivare dall’educazione del pazien-te. Questi fattori sono direttamente col-

legati alla motivazione ad apprendere.La Signora C. è sempre molto attenta enon esita a chiedere informazioni, è po-sitiva e volenterosa, riferisce all’infer-miere che sa che questa malattia porteràdei cambiamenti nella sua vita ma lei èpronta a rimettersi in gioco e ad affron-tare tutte le difficoltà, è fiduciosa evolenterosa e sa che riuscirà ad adattar-si al nuovo stile di vita perché riferiscegrintosa che “vuole riprendersi la suavita” .L’insorgere di una nuova malattia el’adattamento ad un nuovo stile di vitaad essa correlato costituiscono una mi-naccia per l’immagine corporea del pa-ziente e la sua autostima. La relazionedei familiari e degli amici è la preoccu-pazione principale del paziente. L’infer-miere incoraggia il paziente a esprimerequalsiasi sentimento sui cambiamentideterminanti dalla malattia, in partico-lare quelli correlati alla paura, alla col-lera, alla depressione e all’isolamento.L’infermiere educa la Signora C. allagestione dello stress attraverso l’insegna-mento di tecniche di rilassamento e sol-lecitando modifiche verso le situazionistressanti; viene educata al significatodello stress e diventa consapevole delfatto che lo stress inibisce lastimolazione di endorfine che favorisco-no la guarigione, provoca effetti negati-vi sulla salute e peggiora la malattia.Quando ci si prende cura del paziente èimportante un approccio costruttivo.Favorire le attività di cura di sé è partedi questo approccio. È importante che ilpaziente e la famiglia inizino a parteci-pare alle attività di cura di sé appenapossibile. L’infermiere deve essere unbuon ascoltatore ed essere di sostegnoalla famiglia. L’infermiere nella sua at-tività di counseling si limita a sviluppa-re una consapevolezza nella pazientecirca i suoi problemi e le possibili solu-zioni, senza dunque intervenire diretta-mente sul processo decisionale ma faci-litando l’attivazione delle risorse inter-ne della persona, con la finalità di

massimizzare le sue possibilità di sceltanella gestione della propria salute.L’infermiere aiuta il paziente ad abbas-sare la sua resistenza al cambiamento,sostenendolo nel superamento di stressemotivi legati alla fatica che tale pro-cesso trasformativo implica, aiutandoloa divenire più aperto a nuove idee e so-luzioni per i suoi problemi di salute.In terza giornata di ricovero la SignoraC. viene sottoposta agli esami ematici enuovamente ad un ecodoppler degli artiinferiori ed entrambi risultano negativi.Il medico informa la Signora sull’esitoe la informa che nel pomeriggio verràdimessa. L’infermiere si reca dalla Si-gnora per somministrare la terapia delle12,00 e decide di fare il punto della si-tuazione sulle buone pratiche da segui-re a casa dopo la dimissione ma la Si-gnora C. lo anticipa e ripete con preci-sione e attenzione tutte le informazionie raccomandazioni che le erano statefatte nei giorni precedenti. L’interventoeducativo è stato efficace, l’infermieresaluta la signora C. che felice ricambiacon una calorosa stretta di mano.

Annunziata Lubrano, InfermieraASL 8, Arezzo.

Il presente lavoro è tratto dalla Tesi diMaster in Progettazione e coordinamente

e valutazione di interventi integrati dipromozione ed educazione alla salute del

Centro sperimentale per l’educazionesanitaria dell’Università degli studi di

Perugia

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49n. 244-245 luglio-agosto-settembre-ottobre 2013la Salute umana

SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Da una riflessione sviluppata nelcorso di anni di esperienza di lavo-

ro ho compreso che la la persona nellesue componenti cognitivo, relazionale,con le sue emozioni, sentimenti, sensa-zioni, con il suo corpo e non ultimo ilsuo spirito, la sua anima, costituisce ununicum.Tutti questi aspetti non sono scissi e di-staccati fra loro, ma compongono un tut-t’uno; a volte può prevalere un aspettorispetto a un altro ma la persona è tuttoquesto in un’unica realtà.

Il Caffè della Salute:Il Caffè della Salute:Il Caffè della Salute:Il Caffè della Salute:Il Caffè della Salute:ununununun’esperienza riminese’esperienza riminese’esperienza riminese’esperienza riminese’esperienza riminese

Marina Casadei

Persona sono gli individui con cui cirelazioniamo nell’ambito del nostro quo-tidiano.Persona siamo noi con la nostra com-plessità, con i nostri errori, con i nostridifetti e pregi, con le nostre debolezze epunti di forza, quindi non esiste un io,un voi, essi, loro… quando lavoriamo,ma esiste un “noi” .Questa consapevolezza, da raggiungerecon un lavoro su se stessi, ci rende fortie ci permette di relazionarci bene e svol-gere bene la professione.

Ci si può improvvisare promotori di salute?La promozione della salute può essere progettata, realizzata e valutata dall’alto, con progetti e

programmi nazionali/regionali dove invece il motore dello sviluppo della salute è l’operatorecalato in quella specifica realtà?

La promozione della salute può realizzarsi indipendentemente dalla formazione specifica esenza un lavoro su di sé, di crescita personale?

L’operatore della salute sia che operi nelle istituzioni ospedaliere o sul territorio e/o in qualsi-asi ambiente, può svolgere la sua professione considerando esclusivamente il punto di vista

“tecnico”?Tutti noi che lavoriamo in quest’ambito sappiamo che le nostre professioni hanno un aspettofondamentale: lavoriamo con – per – sulla persona, non su un oggetto né su una “cosa”, né

possiamo scindere l’aspetto puramente tecnico da quello umano 1

Lavoriamo su quanto esiste di più prezioso: la persona.

L’operatore come personaDa tale riflessione deriva l’importanza,la necessità di formarci adeguatamente,lavorando su noi stessi e mettendoci ingioco come operatori e come persone,acquisendo e utilizzando strumenti ade-guati che ci vengono dall’educazionealla salute, dalla pedagogia, dalla psico-logia, dalla sociologia, dall’antropolo-gia, e soprattutto essere promotori an-che della nostra salute di operatori, tro-vando spazi, possibilità, momenti di cre-scita collettiva che si realizzino attraver-

1 vedi: Le persone non sono cose di Ugo Morelli, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, scienziatocognitivo http://www.ugomorelli.eu/doc/LEPERSONENONSONOCOSE.pdf

Pablo Picasso, Arlecchino con bicchiere, 1905

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DDDDDossierso il confronto, il dialogo fra operatori,lo scambio d’idee, punti di vista, espe-rienze.Sto cercando di realizzare tutto ciò aRimini nell’ambito del Caffè della Sa-lute2

Il Caffè iniziato nel 2011 e tuttora incorso è divenuto oggetto di grande cu-riosità da parte degli Operatori e di ungran numero di richieste di partecipazio-ne; è divenuto nell’arco del tempo uncontenitore, dove gli Operatori si con-frontano “alla pari”, si trovano a loroagio e dove possono esprimersi libera-mente e superate le timidezze, si metto-no in gioco e si raccontano. Spesso hovisto accendersi una luce nei loro occhi,di stupore… “ma allora è questa la for-mazione!”… e sui loro volti apparireun’espressione di benessere.

Corsi di formazione ad hocLa mia esperienza da alcuni anni a que-sta parte mi ha permesso di constatareche tante risorse sono state impiegate perassolvere gli obblighi ECM in corsi chia-mati “di formazione” ma che nella lorosostanza erano solamente ed esclusiva-mente di addestramento e/o aggiorna-mento; ad esempio: come si fa a chia-mare corso di formazione un evento di3-4 ore con 100 partecipanti trasversalea tutta l’AUSL ea tutte le figure profes-sionali, dedicato ad argomenti moltospecialistici e settoriali come il trapian-to renale o l’utilizzo di tecnologie spe-cifiche in ambito chirurgico?Non è stato dato spazio sufficiente, nonè stato puntato il riflettore sulla forma-zione personale/professionale/culturale/umana dell’Operatore, né la formazio-ne di base può ritenersi sufficiente!Non si possono risolvere problemi e si-tuazioni conflittuali e di malessere nelleUnità Operative, né si risponde adegua-

tamente a disfunzioni organizzative, au-mentando e irrigidendoi sistemi di con-trollo degli e sugli Operatori. E’ neces-sario tornare … alla “persona”, al rispet-to della stessa e a valorizzarne la ricchez-za e la peculiarità e tutto ciò può realiz-zarsi anche con il contributo della for-mazione; tale formazione deve essere ri-volta a “promuovere” la salute degliOperatori favorendo il loro benessere ela loro crescita e a migliorare il benes-sere organizzativo e di conseguenza laqualità del lavoro nell’ambito dell’assi-stenza, della prevenzione, della promo-zione della salute.Del resto … come possiamo noi Opera-tori promuovere la salute quando noistessi “non stiamo bene”?Le regole istituzionali e le modalità diaccreditamento ECM ci impongono dichiamare ufficialmente “corsi” gli eventidel Caffè della Salute ma chi scrive emolti altri Colleghi, preferiscono defi-nirli “incontri”, incontri fra Professio-nisti che seduti idealmente ai tavoli diuna caffetteria, sorseggiando una bibi-ta, si scambiano idee, punti di vista, espe-rienze professionali, si confrontano edialogano. Qui non ci sono “gerarchie”o inutili rigidità ma con il confronto sifa formazione e auto-formazione. Que-sto modo di procedere intende valoriz-zare tutti i partecipanti, valorizzarnel’esperienza e l’apporto.

Obiettivi generali e “significati”del Caffè della Salute- Creare una “cultura”, un linguaggio

comune fra gli Operatori in tema dipromozione della salute

- Creare relazioni e contatti pluri/mutidisciplinari favorenti attività dipromozione della salute

- Creare un “clima” di serena collabora-zione e di benessere fra Operatori.

2 esperienza ripresa dal Caffè della Salute del Master in “ Progettazione, coordinamento e valutazione di interventi integrati in educazionee promozione della salute” A.A.2009/2010 del Centro Sperimentale di Educazione della Salute (CSES) dell’Università degli studi diPerugia.

Obiettivi specifici del Corso- Riflettere sul “gruppo” come “stru-

mento” di lavoro necessario per pro-muovere salute

- Acquisire conoscenze sui meccanismie le modalità di funzionamento deigruppi di lavoro

- Acquisire strumenti per gestire e la-vorare con i gruppi.

MetodologiaGli obiettivi del corso sono stati perse-guiti attraverso modalità interattive conesercitazioni e lavori di gruppo:- esposizione del materiale ricercato e/

o di progetti e attività da parte delrelatore;

- discussione in gruppo e condivisionedell’argomento;

- apporto individuale con ulteriori infor-mazioni, pareri, nozioni;

- eventuale produzione (in corso d’ope-ra) di relazioni, tesi, materiale da pub-blicare.

Più in dettaglio si è optato per metodi etecniche per promuovere salute quali ilfocus group, il role play, la scritturacreativa e la fantasia guidata.Ci sono stati spazi e momenti per unariflessione e/o auto-riflessione con argo-menti quali la formazione come strumen-to di empowerment dove si è parlato diquestionari di rilevazione dei bisogniformativi, di autobiografia, di dossierformativo e autovalutazione delle com-petenze.Negli ultimi Caffè sono stati proiettatifilmati inerenti gli argomenti trattati.Sonostati formati i gruppi di lavoro (so-litamente tre) distribuendo le professio-nalità presenti in modo disomogeneo alfine di rendere più “vivo” il lavoro digruppo, favorendo maggiormente l’im-pegno negli scambi e - perché no - lediscussioni costruttive.

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Gli incontri hanno prodotto tanto mate-riale che, col tempo, si spera di sistema-tizzare.

I contenutiSi sono adottati i principi dell’educazio-ne degli adulti volti al coinvolgimentodei partecipanti su temi riguardanti ilpiù direttamente possibile il proprio“quotidiano”.Vari argomenti hanno rappresentato ilfilo conduttore degli incontri ed hannospaziato da programmi nazionali, regio-nali e locali in promozione della salutequali “Paesaggi di prevenzione”e “Av-viso ai naviganti” per la promozionedella salute nella scuola, alla prevenzio-ne del tabagismo e delle dipendenze, allapromozione dell’attività fisica in tutte lefasce d’età, alla promozione della salu-te nelle istituzioni, alle attività delconsultorio giovani, alla promozione dicorrette abitudini alimentari, allasalutogenesi e motivazione al cambia-mento, all’organizzazione del 118 e in-terventi inerenti il primo soccorso rivoltialle scuole, alla sorveglianza epide-miologica dei mesoteliomi, al setting

riabilitativo nella restituzione dell’utentenel contesto di vita, a sistemi di sorve-glianza e raccolta dati epidemiologici.E’ sorto molto interesse per l’incontrosul “Gruppo di lavoro, Gruppoeducativo” del quale, a causa delle tanterichieste, sono state realizzate tre edi-zioni. Ha sollevato altresì, molto inte-resse – ed i posti disponibili sono andatiesauriti in meno di 24 ore – l’ultimo in-contro su “Il Caffè della Salute: promuo-vere salute… parliamo di lavoro!” dovegli argomenti trattati sono stati la moti-vazione al lavoro, la valorizzazione de-gli operatori, la salute organizzativa, lasoddisfazione lavorativa, il burn-out, ilmobbing.

Caratteristiche del corsoAlcuni punti fondamentali reggono lavalidità del sistema:- numero partecipanti massimo 20, in

quanto una formazione valida puòavvenire solo su piccoli gruppi dove ipartecipanti possano essere coinvolti,altrimenti non c’è apprendimento/cam-biamento come ci insegnano studi/teo-rie/ricerche in campo pedagogico;

- viene lasciato spazio a tutti coloro chevogliono cimentarsi come relatori,proponendo un loro argomento;

- il conduttore/facilitatore fa parte delgruppo sia come collocazione fisica,sia come apporto dell’esperienza per-sonale e deve possedere e/o acquisirecompetenze in tema di conduzione egestione dei gruppi;

- il setting prevede una collocazionesemicircolare dei partecipanti affinchétutti possano interagire con tutti, la-sciando solo un breve spazio fisico li-bero per collocare computer evideoproiettore, quindi… nienteretrovie… dove assistere da “spetta-tori”;

- gli incontri sono aperti a tutte le pro-fessioni presenti in azienda e apparte-nenti a tutti i settori/unità operative/dipartimenti;

- ogni incontro è accreditato con le mo-dalità ECM;

- l’informazione circa programma, datae sede dell’incontro viene diffusa atutti gli operatori tramite mailaziendale;

- la sede degli incontri è l’apposita salaaziendale.

SvolgimentoGli incontri iniziano con un giro di pre-sentazioni di ciascun partecipante e delconduttore a cui segue una spiegazionesulle modalità con cui si svolgerà l’in-contro, sulla storia, sugli scopi ed obiet-tivi del Caffè e un’introduzione sull’ar-gomento che farà da filo conduttore.Segue un nuovo approfondimento, doveciascun partecipante è invitato a “rac-contarsi” nei modi e per quanto ritieneopportuno. Tale metodo permette di scio-gliere il ghiaccio; man mano che si pro-cede, aumenta la percezione dei parte-cipanti di far parte del gruppo.Ovviamente ciascun partecipante è ri-spettato nella sua intenzione di raccon-tarsi o no, non c’è obbligo ma è facil-mente constatabile che anche i più ti-midi o riservati, pian piano vengono in-

Pablo Picasso, Ragazzo con pipa, 1905

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DDDDDossiervogliati a dire la loro e ciò va di paripasso con la sensazione della nascita delgruppo e del farne parte.Altro aspetto ovvio è che su 209 pre-senze finora registrate e 15 incontri qual-cuno degli operatori abbia partecipatoprincipalmente per i crediti ECM e nonabbia compreso il significato del Caffè.Come si è evidenziato nel corso degliincontri,si tratta di operatori non abituatiall’auto-riflessione, al lavoro su di sé mache intendono e si comportano nella pro-fessione solo come “tecnici” per timo-re, per mancanza di occasioni; quindihanno partecipato aspettandosi di “ac-quisire tecniche”.Su questo aspetto occorrerebbe lavora-re in quanto le professioni di aiuto nonpossono permettersi di ignorare l’aspet-to umano.

La valutazioneLa valutazione degli incontri da parte deipartecipanti ha raggiunto un punteggiomedio-alto (buono-eccellente) come ri-sulta dai questionari di gradimento ECMsia in riferimento alla qualità dell’aggior-namento che alla qualità della formazio-ne e dell’efficacia formativa.Fra i vari commenti dei partecipanti neriporto qui alcuni:“Incontro perfetto, continuare su questastrada fa’riflettere”,“Riproporre incontri simili, corso per-fetto”,“Interessante il confronto con realtà so-cio-sanitarie diverse dalla propria”,“Programmare e attuare un continuumdei contenuti scientifici-professionali af-frontati per poter apprendere, miglio-rarsi, avere sempre più una visioneesaustiva di sé e del contesto”,“Continuare con questo tipo di modelloformativo perché credo sia più efficaceper suscitare cambiamenti ed una rifles-sione personale profonda”.

ConclusioniIl Caffè da momento formativo indiriz-zato specificatamente al gruppo di lavo-

ro aziendale in promozione della salute,ha avuto nel corso del tempo una suaevoluzione e maturazione; oggi è indi-rizzato a tutti gli operatori aziendali edè divenuto una realtà specifica all’inter-no dell’azienda e si auspica un’ulterioreevoluzione in futuro.Ha permesso altresì, una maturazione edun arricchimento notevole sia persona-le che professionale della conduttrice edi tutti i Colleghi abituali frequentatoridel Caffè della Salute.Al conduttore/facilitatore che è anche ilprogettista/responsabile è richiesto unimpegno sostanzioso ma la “fatica” ègrandemente ripagata dal confronto coni colleghi; è chiaro che la lunga espe-rienza lavorativa in settori diversi, laformazione personale e il prezioso ba-gaglio culturale e professionale acqui-sito con il Master in promozione dellasalute del Centro sperimentale perl’educazione sanitaria dell’Universitàdi Perugia, facilitano molto il condutto-re, altresì la conoscenza diretta di tanticolleghi facilita ulteriormente, ma ciòche “ripaga” grandemente dal punto divista non solo professionale ma umanoè la soddisfazione ed il benessere chegli Operatori manifestano con questeesperienze.Il Caffè della Salute è divenuto per mol-ti un luogo dove potersi esprimere e rac-contarsi liberamente ricavandone, oltreall’aspetto formativo, un aumento di

auto-stima, rispetto e considerazione daparte dei colleghi.Per conoscenza ed esperienza persona-le so che non c’è un altro “luogo” similein Azienda.E’ un luogo dove l’Operatore non è soloun tecnico, ma è un Professionista ed è“persona”.Più volte ho sottolineato con i colleghiin sede d’incontro che “qui oggi c’è uncapitale prezioso e unico… di esperien-ze di lavoro, d’impegno, di grande pro-fessionalità rappresentato da tutti voi edi cui l’azienda dovrebbe andare fiera!”.

Marina Casadei, Assistente sanitaria,Dipartimeno di Prevenzione AUSL Rimini

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossier

Il Caffè della Salute

Quando non esisteva la televisione, la radio, internet, il telefono e quando “fare salotto”su temi diversi dal pettego-lezzo corrente era per pochi intimi, le parole, spesso, diventavano idee, programmi ed azioni, masoprattutto,condivisione di pensieri.Erano i caffè: in tutta Italia se ne contano decine e decine ed in Francia a partire dalla Parigi della belle epoque…Hanno dato ospitalità a scrittori, politici, pittori, uomini d’arme, attori, musicisti, personaggi del mondo dellacultura e non solo. Elemento comune: la parola. Scritta, parlata, decantata (addirittura cantata) che rappresenta ilgrande veicolo attraverso il quale il pensiero diventa comunicazione per prendere poi forma e storia…”.

Programma12 luglioore 8.45 - Introduzioneore 9.00 - Perché lavorare? La motivazione al lavoro:contenuti, contesto e processi psicologici.ore 10.00 - Visione film “ La stella che non c’è”ore 11.30 - Pausaore 11.45 - Confronto fra i partecipanti sui temi del film. Come incentivare e favorire la motivazione al lavoro?ore 13.15 - Pausaore 14.15 - Esercitazione - Questionario multidimensionale sulla salute organizzativa.

Lavoro individuale (15’) Lavoro di gruppo (45’) Lavoro in plenaria (60’)

ore 16.15 - Confronto fra i partecipanti sulla valorizzazione professionale,la qualità del lavoro in relazione alle potenzialità dei lavoratori,i riconoscimenti e le opportunità di aggiornamento professionale.

ore 17.30 - Termine incontro

13 luglioore 8.45 - Introduzione, restituzione sugli argomenti della giornata precedente.ore 9.00 - Costi e ricavi del lavoro: soddisfazione lavorativa, engagement, fatica fisica, mentale ed emotiva, lo

stress lavorativo, workaholism, burnout. Il mobbing.ore 10.00 - Visione film “Mi piace lavorare”ore 11.30 - Pausaore 11.45 - Confronto fra i partecipanti sui temi del filmore 13.15 - Questionario ECMore 13.30 - Termine incontro

Programma de “Il Caffè della salute: promuovere salute...Parliamo di lavoro!

Rimini 12 - 13 luglio 2013

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DDDDDossier

PPPPPromozione della saluteromozione della saluteromozione della saluteromozione della saluteromozione della salutein medicina generale:in medicina generale:in medicina generale:in medicina generale:in medicina generale:le riflessioni di un professionistale riflessioni di un professionistale riflessioni di un professionistale riflessioni di un professionistale riflessioni di un professionistaFabrizio Germini

Il Qui ed ora è il paradigma dellaMedicina Generale, in ogni ambitoclinico, anche nella promozionedella saluteQuesto significa che quotidianamenteil MMG mette in atto la sintesi fra ilsapere generale condiviso e la realtàpersonale, culturale e di contestodelle persone che si rivolgono a lui,condizionato dalle informazioni cheha cercato e che lo hanno convinto,dalle modalità di incontro di quelmomento dalla comunicazione cheriesce ad instaurare, dalla empatia perla vita di chi ha di fronte, affidando iltutto, poi, ad una bottiglia di vetroche inizia a navigare nella vita quoti-diana in attesa di essere ripescata permettere in atto il suo contenuto.Il contesto in cui si inseriscono lepersone determina e orienta le loropossibili scelte

Lo sfondo culturale scientifico diriferimento del medicosintetizzato da evidenze e LG chehanno come contesto di riferimentoricerche e pubblicazioni, corsi econgressi, non sempre liberi dall’in-

fluenza dell’industria farmaceutica

La frammentazione degli obbiettiviclinicigenera un approccio di tiposommatorio e a volte scoordinato,fatto di percorsi e terapie che non siintegrano, a volte si ostacolano, tuttocome se l’individuo fosse la sommaalgebrica delle parti, funzioni, organi.

L’esasperazione dei target promossada società scientifiche con lineeguida ed evidenze, prodotte con studiben fatti nelle cittadelle del sapereosservando popolazioni particolari,non sempre sovrapponibili a quelleche siamo chiamati a trattare (vedianziani)

Le raccomandazioni sullo stile divita spese per fasce di età, di rischio edi cronicità troppo avanzate

La stima della salutericondotta a dati numerici, tecnicileggibili sul piano scientifico ereportistico-statistico, ma non semprein relazione reale con lo stato di

Pablo Picasso, Ragazzo con cavallo, 1906

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossiersalute complessivo e percepito

L’incapacità e il rischio di esplorarele percezioni individuali, i vissuti, leaspettative, le emozioni positive enegative

Poter andare oltre la mera valutazio-ne di indicatori ed esiti,la fredda quantificazione del rischiodi eventi, del rischio di morte, comese si volesse esorcizzarlo, o usarlo peraccrescere il potere contrattuale delleraccomandazioni e delle prescrizioni.Insinuando paure più che benessereAppoggiando le sicurezze su terapiefarmacologiche e non, scandendo iritmi delle giornate fra grammi dicibo e numero di passi camminati

Altro sarebbe ricercare insieme oaffidare alla responsabilità degliindividui un equilibrio globale checostruisca la possibilità di un benes-sere psicofisico individualmentecaratterizzato e scelto, liberante,gradevole e non frustrante.Tutti abbiamo la sensazione di spen-dere tante energie in fasi di vita e dipatologie, troppo avanzate.Questi interventi educativi dovrebbe-ro essere spesi prima, con popolazionisane, giovani, anche appartenenti acluster familiari portatori di patologieeredofamiliari specifiche.Questo comporta il coinvolgimentosistematico di altre agenzie, la scuolain primis, le associazioni, i comuni….

Il MMG potrebbe recuperare lesinergie possibili nel territorio dilavoro per evidenziare la offerta diaiuto, ma anche la ricchezza culturalee sociale, il valore della aggregazionee dello scambio di esperienza, la forzache si può spendere nel controllosociale della politica, l’incidenzadelle scelte popolari sulla organizza-zione degli spazi e dei tempi di vita.Il MMG dovrebbe poter dedicare

tempo alle persone sane, agli adole-scenti, alle famiglie con rischio dipatologie

Dovrebbe formarsi per agire di piùsull’aumento della consapevolezzache sulle semplici prescrizioni

Gestire le patologie croniche conattitudine ad approcciare i gruppi dipopolazione, lavorare sul databaseper organizzare monitoraggio erecalling di persone per strutturare illavoro in tempi congrui, per ricavarespazi maggiori per i colloqui disostegno e accompagnamento neicambiamenti di vita proposti.Per prendersi cura delle persone e nonsolo delle loro analisiPoter considerare altre patologieDisagio psichico, dolore cronico,disabilità, caregiver, demenza, disagiosociale con tutte le sue articolazioniSaper valorizzare i contesti e glielementi positivi presenti nella vita diciascuno, capacità, relazioni, tempolibero, lavoro, famiglia…

Saper interagire con altre agenzienella prevenzione nella promozionedella salute nella gestione dellecronicità

Saper allargare la équipe con infer-mieri, specializzandi, studenti, infer-mieri non per delegare il propriolavoro, ma per allargare il giro dellerelazioni utili, il sostegno e le occa-sioni relazionali positive

La situazione che ho vissuto in questimesi in ambulatorio è paradigmaticadi quanto volevo esprimere.R.Z. di 58 anni, conosciuto da circaventi anni: ho partecipato alla suastoria di questi decenni, dolori,lavoro, figli, anziani, problemi psico-logici, economici, relazionali.Ipertensione, angioedemi,fibrillazione atriale parossistica, molti

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DDDDDossier

Intervista di un medico di medicinaIntervista di un medico di medicinaIntervista di un medico di medicinaIntervista di un medico di medicinaIntervista di un medico di medicinagenerale a una responsabile dellagenerale a una responsabile dellagenerale a una responsabile dellagenerale a una responsabile dellagenerale a una responsabile della

promozione della salutepromozione della salutepromozione della salutepromozione della salutepromozione della salute

Tu rappresenti un esempio di impegnosanitario nel sociale, ma sei statacome la scintilla che ha acceso tanteiniziative di promozione della salute epresa di coscienza dei problemi, qualeinsegnamento si può trarre per ilfuturo da queste esperienza in terminidi scelte politiche e sociali?

Il programma che sto cercando diattuare nel territorio denominato“Costruiamo insieme la Città chePromuove Salute” fa riferimento aquanto riportato nella Carta Ottawa,1986, “La salute è creata e vissutadalle persone all’interno degli am-bienti organizzativi della vita quoti-diana: dove si studia, si lavora, sigioca e si ama. La salute è creataprendendosi cura di se stessi e deglialtri, essendo capaci di prenderedecisioni e di avere il controllo sullediverse circostanze della vita…”.Come operatori della salute credo sianecessario adottare un cambio diparadigma, o meglio bisogna cambiareuna preposizione: non fare più progetti“per” ma fare progetti “con”. Bastacambiare solo una piccola parola disole tre lettere per avere un grandissi-

mo cambiamento in termini di risulta-to. Nel programma stiamo adottando laprogettazione partecipata, con lametodologia Project Cycle Manage-ment (PCM), che prevedono laboratoridi progettazione (GOPP) con i variStake Holders.

Quali agenzie sociali si sono dimo-strate interessate ai diversi progetti?

Per l’attuazione è necessario creare lereti con la Scuola, le AmministrazioniLocali, le Associazioni, Privati,Portatori di Interesse in genere, singolicittadini.Il piano operativo dei singoli progettisi diversifica nei vari territori dellaUSL in funzione delle risorse locali(soggetti coinvolti, strategie attuate,tempistica, ecc).

Quali si sono impegnate effettivamentenel loro ambito?

In quasi tutti i territori si sono impe-gnati la Scuola, il Comune e alcuneAssociazioni.

E’ stata scelta una strategia per

ricoveri, periodi di solitudine edepressione, trascuratezza, allergie afarmaci.Attualmente l’obesità si impone comeelemento critico risultato e causa ditutti gli altri, BMI a 42,5,.RCV 33%Propongo il ricovero in una strutturadella ASL per i disturbi del comporta-mento alimentare, 45 giorni di ricove-ro, difficili, l’inizio di una psicotera-pia, abitudini alimentari modificate,informazioni.Alla fine sono stati persi 8 kg, pochi otanti, un segno e una possibilità dacoltivare.“Nessuno mi aveva mai detto quantomangiare, quanto camminare questecose le dovrebbero insegnare ascuola, da piccoli”.Certo se le risorse impiegate in questafase avanzata della sua storia fosserostate spese in tempi diversi, in mo-menti di vita più precoci, il risultatosarebbe stato migliore e meno costo-so.Se fosse possibile fare così, dedicaretempo, competenze e risorse econo-miche a fasce di popolazione piùgiovani, prima dell’insorgere deiproblemi di salute, il progetto “Gua-dagnare salute” quali risultati darebbecome cambierebbe l’epidemiologiadelle patologie più comuni, quantorisparmio di denaro, ma soprattutto disofferenze e disagi

Sarà mai possibile?Chiediamolo a chi lavora per promuo-vere stili salutari, provando a realiz-zare il sogno di interventi preventiviinseriti nella quotidianità.Proviamo a conoscere il suo lavoro, leopportunità e le difficoltà incontrate,le prospettive che intravede.

Pablo Picasso, Maternità, 1901

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SALSALSALSALSALUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONEUTE IN AZIONE: LA P: LA P: LA P: LA P: LA PAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AAROLA AGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERAGLI OPERATTTTTORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPOORI SUL CAMPODDDDDossierstabilire contatti in fase di progettazio-ne o si è proceduto per passa parola erichieste spontanee?

In questa fase si procede, da un lato,con una metodologia diciamo più“professionale”, che rispetta alcunicriteri concordati a livello regionale eche prevede anche la messa a punto di“strumenti” operativi che facilitano lacollaborazione intersettoriale, dall’al-tro, al fine di costruire nuove reti, sicerca di accogliere anche le richiestespontanee, riorientando la domanda aiveri bisogni, e organizzando poi unarisposta di “sistema”.

In questo senso ritieni che si possaprocedere in qualche modo sistemati-camente per il futuro?

Sarebbe auspicabile, senza perdereperò la possibilità di accogliere ladomanda vera che scaturisce daibisogni reali della collettività.

Ti sembra più necessario fornireinformazioni corrette o creare delleoccasioni di aggregazione e di rotturedei ritmi di vita?

Ritengo necessario prima fornireoccasioni di aggregazione. Spesso lerisposte sono già “dentro” alle perso-ne, basta metterle nelle condizioni ditirale fuori.

E’ ovvia l’importanza di agire nellefasce più giovani della popolazione, intermini di prevenzione primaria, qualidifficoltà hai incontrato nelrelazionarti con persone giovani e conle loro famiglie?

Può sembrare strano, ma ho incontratopiù difficoltà a incontrare i genitoriche i ragazzi. Loro sono spesso moltodisponibili a collaborare, si entusia-smano, vogliono sapere e voglionoparlare. Gli adulti mostrano resistenze.

Quali risorse pensi si possano valoriz-zare?

Sicuramente gli anziani: credo sianecessario trovare spazi e tempi diincontro tra generazioni, al fine dipermettere la trasmissione di sapere,valori, emozioni.E’ quello che si sta cercando di fare coni laboratori pomeridiani nel progetto“Piedibus: Pro-muovere nonni enipoti”.Oltre all’accompagnamento neltragitto casa-scuola, il progetto preve-de attività collaterali: il pic nic in città,con uscite ai parchi urbani, visite aivari quartieri, ai monumenti artistici evegetali, alle botteghe artigiane (du-rante le soste vengono fatte “letture incammino”, “merende salutari”, spessopreparate dalle “nonne”); il Cinebus,TeatroBus, BiblioBus, che prevedonouscite a piedi, con la famiglia, perraggiungere la sede del cinema, teatroo biblioteca, esplorando l’ambiente.

Avete fatto molto per cambiare abitu-dini sbagliate, cosa si può fare percostruire comportamenti capaci dimigliorare la salute psico-fisica dellapopolazione e la crescita globale dellepersonalità a partire dai bambini equindi nelle scuole e nelle famiglie?

E’ necessario anche per questo, fare uncambio di paradigma.Negli ultimi anni il concetto di saluteha subito una profonda evoluzionepassando dal significato di assenza dimalattia a quello di uno stato dibenessere fisico, psichico e sociale, incostante rapporto dinamico conl’ambiente e il territorio in cui unapersona vive, pensa, agisce e sirelaziona.Dal mio punto di vista, per essere insalute, o meglio, per “stare bene”,occorre “ben essere” , cioè essererispettosi di se stessi, degli altri edell’ambiente. Salute e Ben Essere

diventano, quindi, quasi sinonimi.Ritengo che oggi sia necessariocambiare impostazione e prendere inconsiderazione l’approccio allasalutogenesi, ovvero alla ricerca dellefonti della salute e alle strategie perpotenziare le risorse generali diresistenza degli individui, comesuggeriva Antonovski, padre dellaSalutogenesi.Le ricerche rivelano che il camminorientra tra le fonti di salute. Nelprogramma della USLUmbria1, ilcammino viene considerato unostrumento di empowerment, individua-le e collettivo, cioè come una vera epropria strategia di Promozione dellaSalute.L’adozione del cammino per glispostamenti in città da parte di larghefasce di popolazione, comporta moltivantaggi per la salute: riduzione deltraffico, dell’inquinamento ambientalee del rischio di incidenti stradali.Inoltre, il muoversi a piedi in città,migliora la vivibilità dei quartieri, dàmaggiore sicurezza delle strade emaggiori opportunità di aggregazione.Tra le varie forme di attività fisica, ilcammino è quella alla portata di tutti, epermette di garantire l’equità.Per le ragioni sopracitate, il camminoviene proposto in vari progettiintersettoriali con modalità e obiettividiversificati in base alle fasce di età: il“PiediBus, per una Mobilità Sosteni-bile, pro-muovere nonni e nipoti”,rivolto ai bambini in età scolare, giàavviato in vari comuni del territorio; il“Piedibus della Salute e del BenEssere” rivolto a tutte le fasce di età,che consiste in una camminata in città,arricchita da informazioni storico-artistiche e letture durante le soste, chemira a promuovere la socializzazione,ad aumentare la conoscenza delterritorio, a migliorare la qualità dellerelazioni tra le persone, nonché asviluppare il senso di appartenenzacon il tessuto urbano, recuperando il

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DDDDDossierrapporto emotivo tra Cittadino e Città;i “Gruppi di cammino guidato” ,rivolto alla popolazione adulta anzia-na, finalizzato a promuovere l’attivitàfisica quotidiana e la socializzazioneper ridurre l’isolamento e prevenire ladepressione. Il cammino è preceduto eseguito da esercizi di forza e di equili-brio, finalizzati a prevenire le cadute equindi a ridurre il rischio di danni datraumi domestici e stradali

Sapresti indicare ai MMG e PLS unamodalità per conoscere queste iniziati-ve nel loro territorio di lavoro, perpoterle consigliare?

Le iniziative vengono divulgateattraverso vari canali:il profiloFacebook “Promozione Stili di vitaSalutari”, i Gruppi Facebook: “Promo-zione Stili di vita Salutari esostenibili” e “Piedibus Perugia”, ilsito aziendale, il sito del Comune diPerugia.

Le diverse componenti dei servizisanitari territoriali e non hannooccasioni diverse di intercettaresituazioni di rischio che richiedereb-bero interventi di promozione dellasalute, ritieni sia possibile attivaredelle sinergie di rete al riguardo?

La letteratura fa rilevare che unprogetto di modifica dello stile di vitaha molte più probabilità di riuscire e dipermanere nel tempo quanto più laproposta è complessiva, cioè affronti-no gli stili di vita a tutto tondo.Le strategie ritenute efficaci prevedo-no: azioni multilivello che costruisca-no alleanze, collaborazioni e reti, tratutti gli enti/attori attivi sul territorio(rappresentanti delle istituzioni alivello locale e delle forze dell’ordine,associazioni di volontariato, di cittadi-ni, di professionisti, operatori dellasanità, della scuola), azioniintersettoriali che promuovano

l’interazione e l’integrazione tra settoridifferenti della comunità locale:trasporti, urbanistica, ente locale,scuola, famiglia, sanità, privati (ad es.autoscuole), volontariato.

Con quali modalità?

E’ necessario sensibilizzare, formare eomogeneizzare il linguaggio tra levarie componenti della società:Più che un evento di formazioneteorica, organizziamo laboratori, comeoccasioni di confronto e condivisionedi conoscenze e metodologie di lavoro,creazione di reti tra istituzioni eoperatori diversi, per l’avvio di colla-borazioni e sperimentazione di proget-tazione condivisa nel territorio.L’obiettivo è la costruzione di allean-ze, collaborazioni e reti, tra tutti glienti/attori attivi sul territorio.

Quali sono i progetti per il prossimo

futuro?

C’è tanto da fare!Bisogna continuare l’attuazione delProgramma capillarmente nel territo-rio, quindi attivare il Piedibus in ogniscuola, i Gruppi di cammino in ogniquartiere, organizzare eventi congiunti,in collaborazione con le associazionidi quartiere…Occorre anche continuare poi laformazione dei Moltiplicatori del-l’azione Preventiva e di Promozionedella Salute (MAPPS), cioè tutticoloro che, pur non avendo unacompetenza sociale o sanitaria specifi-ca, hanno, per ragioni professionali,l’opportunità di “interfacciare” lapopolazione in generale, e, in partico-lare, i giovani, nei contesti educativi/formativi e nei contesti ricreativi, alfine di favorire la creazione della retenella comunità.

Intervista di Fabrizio Germini aErminia Battista

Pablo Picasso, Ragazzo con cane, 1905

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LLLLLa violenza contro le donne è una piagaa violenza contro le donne è una piagaa violenza contro le donne è una piagaa violenza contro le donne è una piagaa violenza contro le donne è una piagaglobaleglobaleglobaleglobaleglobale

Fulvia Signani

donne e salutedonne e salutedonne e salutedonne e salutedonne e salute

Secondo l’ONU per ‘Violenza controle donne’ s’intende ogni atto diviolenza basata sul genere, riconduci-bile a danni fisici, sessuali o mentali,o comunque di sofferenza, più fre-quentemente agiti sulle donne,incluse le caratteristiche dicoercizioni o deprivazioni arbitrariedella libertà, che avvengono sia nellasfera privata che pubblica.

L a violenza nei confronti delledonne non è un fenomeno nuo-vo, e non è una novità nemme-

no il considerare le conseguenze dalpunto di vista fisico, mentale e dellasalute riproduttiva. Ciò che si presentacome inedito è il riconoscimento, or-mai unanime, che gli atti di violenzacontro le donne vanno interpretati comeviolazioni dei diritti umani. Vengonoquindi intesi come comportamenti di re-

sponsabilità collettiva, problemi di sa-lute pubblica, da non relegare alla sfe-ra individuale. Un’altra acquisizione re-cente è anche l’accettazione che que-sto fenomeno sia di genere, trova quin-di origine dalle profonde strutture del-la società, tanto che le uccisioni di don-ne, legate al ruolo sociale che la donnaricopre, da qualche tempo vengono de-nominate in modo specifico:femminicidi[1].Poiché i concetti di sesso e genere sonospesso impropriamente sovrapposti,chiariamone la distinzione. Mentre persesso intendiamo le diverse caratteri-stiche biologiche e fisiologiche tra ma-schi e femmine (organi riproduttivi, maanche cromosomi ed ormoni, etc.), conil termine ‘genere’ facciamo riferimentoad una costruzione sociale di norme,comportamenti, attività, relazioni e at-tributi che una data società considera

appropriato per uomo e donna, riferen-dosi allo specifico momento storico edalla propria cultura. Mentre gli aspettidi sesso biologico non sono tanto di-versi da società a società, il fattore ge-nere comporta molte diversità. Gli in-dividui, infatti, nascono sessuati, manon dotati di genere. Quest’ultimo, in-fatti, si costruisce sulla base di tipologiesociali condivise e accettate.Donna e uomo interagiscono tra loroin modo diverso, diverse sono le rego-le a cui sono sottoposti, tanto che inquasi tutte società esistono maggioriopportunità e potere per uomini e ra-gazzi, opportunità basate su privilegi‘naturali’ o biologici. Si tratta didiseguaglianze basate sul genere cherimangono tali anche in rapporto all’età,etnia e orientamento sessuale e trova-no alimento nelle istituzioni socialiquali famiglia, scuola, nelle norme che

[1] Il termine spagnolo ‘feminicidio’ (in italiano ‘femminicidio’ o ‘femicidio’) nacque su ideazione di Marcela Lagarde, antropologamessicana, che, insieme alla criminologa statunitense Dianna Russel, dai primi anni del nuovo millennio, hanno contribuito, anche inquesto modo, a contrastare la ‘neutralità’ della giurisprudenza e a denominare specificamente gli omicidi basati sul genere, della donna‘in quanto donna’ (Spinelli, 2008).

Edvard Munch, Vampiro, 1893

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regolano la società, spesso anche nellereligioni e connotano quello che vieneunanimemente definito come stilemaschilista o patriarcale, anch’essocondiviso e accettato da tutti, uomini edonne. Uno stile che trova la sua ragiond’essere proprio nell’asimmetria dellerelazioni sociali di genere che provo-cano diseguaglianze. L’OMS confermacon evidenze di dati che le disegua-glianze di sesso-genere sono pervasivein tutte le società in termini di potere,risorse, diritti, norme e valori e che leorganizzazioni sociali che ne derivano,sono strutturate in modi che danneggia-no la salute di ragazze e donne (WHO,2013 e 2010; CSDH, 2008; Aime, 2008;Signani, 2013).

Le diverse forme di violenzaIl termine ‘Violenza contro le donne’viene usato come concetto-ombrellocon il quale l’ONU intende ogni atto diviolenza basata sul genere, riconduci-bile a danni fisici, sessuali o mentali, ocomunque di sofferenza, più frequen-temente agiti sulle donne, incluse lecaratteristiche di coercizioni odeprivazioni arbitrarie della libertà, cheavvengono sia nella sfera privata chepubblica. (UN, 1993) Le forme di vio-lenza verso le donne vanno dalla vio-lenza ‘domestica’[2] e o sessuale delpartner o ex partner, dai matrimoni for-zati e precoci, dalla sparizione e mortisospette, dal traffico di prostituzione,dalle mutilazioni genitali, ai tipi di uc-

cisione ‘per onore’, abusi fisici, sessualie psicologici, incluso lo stalking[3], vio-lenze sessuali anche nel contesto diconflitti armati. Riguardo a queste ulti-mo tipo di violenze lo Statuto di Romadell’International Criminal Court nel2002 e per la prima volta definisce stu-pri, schiavitù sessuali, conseguenti gra-vidanze, prostituzione coatta, steriliz-zazione forzata e altre gravi forme diviolenza sessuale connesse agli attac-chi alla popolazione civile in contestodi guerra, come ‘crimini contro l’uma-nità’ [4] il che testimonia il carico col-lettivo del fenomeno.Tratta un altro tipo di violenza la Gior-nata Mondiale per la Tolleranza Zerocontro le mutilazioni Genitali Femmi-nili. In occasione di quella del 6 feb-braio 2013 viene dato l’annuncio che èstata adottata la Risoluzione per il ban-do universale di questa forma di vio-lenza che, viene ribadito, rappresentauna violazione dei diritti umani[5].È violenza anche il fenomeno dellascomparsa (missing) di neonate subitodopo la nascita, bambine, ragazze edonne sotto i sessant’anni, fenomenoche può essere stimato in quasi 4 mi-lioni di persone scomparse per anno(World Development Report 2012) pareche si verifichi in tutto il mondo, menoche nei cosiddetti Paesi Ricchi. Tra lemissing circa due quinti vengono nonfatte nascere in quanto femmine perché,in previsione di avere pochi figli, i ge-nitori preferiscono avere figli maschi –

va da sé considerare che questa pratica(interessa in modo consistente Cina eIndia) è resa possibile dalle nuove tec-nologie che consentono di conoscereper tempo il sesso del nascituro –; unquinto scompare durante l’infanzia, acausa di maggiore incuria (spesso as-senza di misure igieniche o altro) inquanto femmine; i rimanenti due quinti,tra i 15 ed i 59 anni è causato da unancora alto livello di mortalità maternae di complicanze derivate dalla gravi-danza (Africa Sub-Sahariana e Asia delSud). Il tasso di mortalità da parto ocomplicanze successive, si è ridotto dimolto nei Paesi cosiddetti Ricchi, du-rante i primi cinquant’anni del secoloscorso, mentre negli altri Paesi nei cir-ca vent’anni tra il 1990 ed il 2008 è ri-masto stabile.

Violenza di genere e saluteIl tema della violenza sulle donne ab-binato ai diritti umani, seppur profon-damente autentico, non si è concretiz-zato finora altro che nell’indignazionecollettiva, spesso accompagnata da nor-me disattese. Segnaliamo una interes-sante novità: a partire dalla Quarta Con-ferenza ONU sulle Donne tenutasi aPechino nel1995, dove veniva invoca-ta una sistematica valutazione delleconseguenze della violenza, hanno pre-so avvio studi che abbinano la violen-za alle sue conseguenze sulla salute,correlazione che pare avere una mag-giore presa sia nel mondo scientifico

[2] Per praticità l’allocuzione inglese ‘intimate violence’ viene qui denominata ‘violenza domestica o intima’, intendendo quella perpetratada soggetti legati da relazioni affettive attuali o pregresse, e/o parenti non partner /padre, fratello, etc.)[3] Stalking dall’inglese to stalk: perseguitare, braccare. I comportamenti molesti di uno stalker (3:1 degli stalker sono uomini) sonoriconducibili a lettere., telefonate, appostamenti, pedinamenti, minacce ed intimidazioni presentate come manifestazioni d’amore, cheperò la/il destinataria/o riescono a decifrare nella effettiva valenza minacciosa. L’insieme di questo stile di relazione rende la vittimaprogressivamente privata dei propri spazi fisici, lavorativi, sociali e affettivi, con indubbie compromettenti conseguenze psicologiche.(Valanzano, 2012)[4] Il testo dello Statuto di Roma ha iniziato a circolare come documento (A/CONF.183/9 17 luglio 1998), dopo alcune correzioni, è attivodal 1° luglio 2002.[5] Fonte: Giornata Mondiale per la Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili Mutilazioni genitali femminili: è ancoral’Africa la patria del fenomeno

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che sull’opinione pubblica.Ne sono esempi il fatto che la Confe-renza dell’Assemblea Mondiale dellaSalute del maggio 1996, decretava laprevenzione della violenza come prio-rità di salute pubblica; che nel 2002l’OMS pubblicava il primo ReportMondiale sulla violenza e salute(Dahlberg, Krug), con il quale si vole-va accrescere la consapevolezza di ri-cercatori e operatori della sanità, siaclinici che sociali, sul problema delleviolenza a livello globale, sollecitandolial convincimento che la violenza si puòprevenire e suggerendo loro di consi-derare quale ruolo fondamentale pos-sono avere i servizi di salute pubblicanel rimuovere le cause e diminuire leconseguenze della violenza di genere.Poco tempo dopo veniva pubblicata unaguida (WHO, 2004) con indicazionipratiche su come applicare le racco-mandazioni del Report, e l’auspicio chein tutti i Paesi vengano allestiti Pianinazionali di contrasto alla violenza sulledonne. Da quello stesso anno 2004,nella convinzione che fornire ai decisorianche dimensioni economiche del fe-nomeno possa rafforzare la volontà diagire a contrasto, anche per il deside-

rio di risparmiare, hanno preso avvioalcuni studi sul costo economico dellaviolenza domestica. Uno dei primi e piùfamosi lavori è quello effettuato daSylvia Walby dell’Università di Leeds(2004) che prende in considerazione laviolenza sia su uomini che su donne,perpetrata da persone con legami affet-tivi o amorosi sia attuali che pregressi;violenza domestica sia fisica che, nellospecifico, sessuale, incluso lo stalking.Di questi vengono considerate le con-seguenze di morti, ferite, stato d’allar-me, paura, stress. Sono stati valutati inquesto modo i costi della giustizia ci-vile, dei servizi sanitari, sociali e quel-li necessari ad approntare un sistemadi ricovero abitativo d’emergenza, quel-li umani e psicologici per le vittime ingenerale, senza dimenticare i costi del-le assenze e malattie delle persone/vit-time che lavorano. Walby ha valutato ilcosto annuale di questo tipo di violen-ze (riferito al solo 2001) limitatamentea Inghilterra e Galles approssimativa-mente in 22.9 miliardi di sterline.Nel 2008 il Segretario Generale del-l’ONU, ad apertura di una Campagnamediatica mondiale a contrasto, affer-mava vigorosamente ‘la violenza con-

tro le donne non è accettabile, néscusabile, né tollerabile’.Nel 2010 il Report dell’OMS (WHO,2010) sulla prevenzione della violenzadenuncia l’assenza di un approccio pre-ventivo evidence based basato sulleevidenze, insieme alla carenza di ne-cessarie ricerche scientifiche. Attribu-isce questa situazione a molteplici fat-tori: da una parte da uno sviluppo noncoordinato, quindi frammentato, dellepoche ricerche e programmi in questaarea; dall’altro a sostanziali pregiudizinei confronti del genere, che contribu-iscono a non identificarlo mai come unodei fattori principali da analizzare neisuoi risvolti di diseguaglianze, violen-ze, etc.Nello stesso anno 2010 la Commissio-ne europea presenta la ‘Carta per ledonne’ con la quale intende rafforzarel’impegno per la parità fra uomini edonne con il lancio di un programmafino al 2015, sostenendo che la pienaparità può avvenire solo a patto si pon-ga fine alla violenza di genere. NellaCarta sono riportati anche i dati diEurobarometro (indagine su oltre26.000 cittadini europei) che attestanocome sia opinione diffusa che il con-trasto alla violenza sulle donne deverappresentare una priorità di impegno.Con dati sociali sostanzialmenteimmutati, due anni dopo (marzo 2012)una successiva Risoluzione afferma che‘la violenza nei confronti delle donne,compresa la violenza psicologica, co-stituisce un ostacolo di prim’ordine allaparità tra donne e uomini e rappresentala più diffusa violazione dei diritti uma-ni all’interno dell’UE’ e segnala la ne-cessità di prestare particolare attenzio-ne al fatto che la recessione economicacrea condizioni associate a un incre-mento della violenza nelle relazioni in-time[6].

[6] Maggiore impegno verso la parità tra donne e uomini. Carta per le donne Dichiarazione della Commissione europeain occasione della giornata internazionale della donna 2010

Edvard Munch, Danza della vita, 1899

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È del 2011 la Convenzione del Consi-glio Europeo sulla prevenzione ed ilcontrasto della violenza contro le don-ne e la violenza domestica, più notacome ‘Convenzione di Istanbul’ cherappresenta il primo strumento europeogiuridicamente vincolante per creare unquadro normativo completo a protezio-ne delle donne contro qualsiasi formadi violenza, riconosciuta come una vio-lazione dei diritti umani e una forma didiscriminazione; orienta ad una strate-gia condivisa per la protezione dellevittime e la perseguibilità penale degliaggressori; propone il contrasto dellaviolenza sulle donne anche attraversola prevenzione e riconosce il ruolo fon-damentale svolto dall’associazionismoin questo settore. Nel 2012 viene pre-sentato il Piano d’azione della Campa-gna Globale per la prevenzione dellaviolenza alle donne proposta dalle Na-zioni Unite, valido fino al 2020.Nel giugno 2013 la prestigiosa rivistaThe Lancet dedica un numeromonografico alla violenza sulle donne,che definisce una piaga globale. An-che se l’omicidio è un’importante cau-sa di morte prematura in tutto il mon-do, i dati al riguardo sono molto carenti,ed in particolare quelli riferiti ai

femminicidi. Per sopperire a questamancanza, Stöckl et alii, gruppo di la-voro dell’OMS, pubblicano nella mo-nografia una imponente revisione siste-matica che ha analizza oltre duemilaricerche ed i dati nazionali di 169 Pae-si (riconoscendone validi solamente66). In generale emerge come il 13.5%degli omicidi risulti commesso da per-sone della rete famigliare o amicale,questa proporzione è sei volte più altaper i femminicidi rispetto agli omicidi(38.6% vs 6,3%). Uno su sette omicidiglobalmente e più di un terzo difemminicidi è attuato da partner o expartner, spesso a seguito di una lungastoria di abusi.È parere unanime dei ricercatori l’ur-genza di adottare strategie per ridurreil rischio in particolare di femminicidiinvestendo sulla prevenzione della vio-lenza domestica, della valutazione delrischio in diversi punti della rete di ser-vizi sanitari e dedicando azioni speci-fiche a persone che abbiano già vissutouna storia di violenza. Non va nemme-no trascurata l’importanza della costru-zione e fruibilità di banche dati checonsentano l’analisi ed il monitoraggiodel fenomeno, preoccupante a livelloglobale.

BIBLIOGRAFIA- Aime M. Il primo libro di antropologia.

Torino: Einaudi, 2008.- CSDH (2008). Closing the gap in a

generation: health equity through action onthe social determinants of health. FinalReport of the Commission on SocialDeterminants of Health, Geneva, WorldHealth Organization [PDF: 1,2 Mb].

- Dahlberg L, Krug E, Mercy J, Zwi A,Lozano R. World Report on violence andhealth. Geneva: WHO, 2002.

- Signani. La salute su misura. Medicina digenere non è medicina delle donne. EsteEdition, 2013.

- Spinelli B. Femminicidio. Dalla denunciasociale al riconoscimento giuridicointernazionale. Milano: Franco Angeli,2008.

- Stöckl H, Devries K, Rotstein A, et al. Theglobal prevalence of intimate partnerhomicide: a systematic review. The Lancet/WHO/Elsevier, 2013.

- The World Bank WB. World DevelopmentReport 2012 – Gender Equality andDevelopment. Washington: The WorldBank, 2011.

- UN. Declaration on the elimination ofviolence against women. United Nations,New York: UN, 1993.

- Valanzano S. Dalla violenza domestica allapersecuzione nel mondo: lo stalking. Riv.Sessuol. 2012; 36:2-3

- Walby S. The cost of Domestic violence,National Statistics, Women&Equality Unit.UK, 2004.

- WHA 49.25. Prevention of violence: apublic health priority [PDF: 25 Kb]. WHA,1996.

- WHO. What do we mean by “sex” and“gender”, Department of Gender, Womenand Health. Geneva, 2010.

- Responding to intimate partner violenceand sexual violence against women. WHOclinical and policy guidelines.Geneva: WHO, 2013.

Inserito da:Redazione SI on 9 ottobre 2013

Fulvia Signani, Psicologa e Sociologadella salute, AUSL di Ferrara,

Università di Ferrara

Edvard Munch, Ceneri, 1894

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tracce di storiatracce di storiatracce di storiatracce di storiatracce di storia

Alimentazione ed attività fisica. Due cardini dell’educa-zione sanitaria e della promozione della salute. Questionida sempre all’attenzione degli operatori del settoreimpegnati sul campo. Tematiche dunque in cui gli stessiprofessionisti rinvengono usualmente l’elemento motivan-te e coagulante i loro interventi sugli stili di vita dellacomunità. La Rivista ha pertanto fronteggiato sin daiprimordi l’alimentazione, l’attività fisica e le materiecorollario da punti di osservazione difformi a secondadelle esigenze dettate dal momento storico e dalle con-giunture socio-economico di riferimento. Riproponiamodue locandine del 1983 che con linguaggio essenziale enello stile comunicativo dell’epoca rimandano a taliargomenti.

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a cura di Lamberto Briziarelli e Giancarlo Pocetta

Censis, Forum per la ricercaBiomedica, Il futuro della sanità. Trarisorse vincolate e deficit dicompliance, Franco Angeli, 2013, pp.103.

In un volumetto agile e di estrema chia-rezza e semplicità, vengono riportati irisultati di una ricerca eseguita da ungruppo di lavoro del Censis, diretto daCarla Collicelli e coordinato da Fran-cesco Maietta e Ketty Vaccaro. Il testosi articola attorno a due domande Qua-le futuro per le risorse in sanità? e Qualefuturo per il rapporto medico-pazientenella nuova sanità? alle quali viene datarisposta rispettivamente con otto e quat-tro risposte, che affrontano temi rile-vanti, vicini a quelli che ci siamo postinel proporre la parte monografica diquesto numero della rivista.Nella prima parte è centrale il discorsodi come dare risposta alla crisi in atto,riduzione delle risorse, diminuzione dirisorse pubbliche, aumento della spesaprivata, perdita di fiducia nel sistema,paura per il futuro, riduzione di consu-mi sanitari e sociali, riduzione di pre-stazioni essenziali ed altro ancora. Siparla del mutamento di alcuni driversocio-culturali, autoregolazione, olismoed estetica, di un possibile low-cost sa-nitario, del rapporto tra tagli di bilan-cio e federalismo, di mutualità volon-taria.Nella seconda parte l’analisi del rap-

porto medico-paziente viene svolta at-torno a quattro temi fondamentali, lacomunicazione rivoluzionata, interes-se e bisogni per l’informazione sanita-ria, le fonti di informazione e la loroinadeguatezza, la necessità di come pas-sare dall’informazione alla responsa-bilizzazione, alla condivisione, comeelementi guida verso un’evoluzione delrapporto stesso. Con la raccomandazio-ne di porre massima attenzione “all’in-formazione-disinformazione del mala-to e del suo entourage”, “a modalità etonalità comunicativa nell’ambito delrapporto medico-paziente o operatoresanitario-paziente”, a “l’utilizzazionedei canali vecchi nuovi di auto infor-mazione”, si conclude con l’ipotesi chei rispondenti auspichino un nuovo tipodi rapporto che “lungi dall’essereparitetico, prevede una condivisionedialettica delle informazioni e in sostan-za una partecipazione consapevole delpaziente alla costruzione del propriopercorso diagnostico terapeutico e cli-nico”. Una lettura da consigliare sullaquale riflettere, anche se ci sembra chesarebbe stato opportuno - non è maitroppo tardi - allargare il discorso a ciòche dovrebbe sottostare a come il pa-ziente possa acquisire “responsabiliz-zazione e capacità di condivisione”, conla sola informazione, assai incerta e in-completa. Niente da dire e su Healthliteracy ed educazione alla salute?

Carole Clavier and Evelyne deLeeuw (edited by), Health Promotionand the Policy Process, 240 pages,Paperback, September 2013(estimated). Also available as: eBook

Gli studiosi e governi riconoscono l’im-portanza dello sviluppo e attuazionedelle politiche per la salute della popo-lazione, ma c’è una mancanza di svi-luppo teorico e concettuale sistematicanel campo della salute per affrontare ilproblema. “Health Promotion andPolicy Process” è il primo libro che sipropone di dare uno sguardo approfon-dito ai progressi teorici nelle scienzedella politica, comprendendo una di-scussione sul significato di economia esociologia politica, campi che finorahanno fatto pochi progressi nello svi-luppo della promozione della salute.Attraverso strumenti pratici e di criti-ca, di ricerca e di discussione basatasull’esperienza, il volume discute comele teorie possono essere usate per in-fluenzare, valutare, orientare e realiz-zare interventi e politiche di promozio-ne della salute. Questo libro è una let-tura importante per i professionisti dellapromozione della salute che voglionoessere efficaci nell’influenzare i deter-minanti sociali della salute. Il volumequindi si indirizza a studenti, profes-sionisti della sanità pubblica, ricerca-tori, professionisti, responsabili politi-ci e operatori interessati alle politicheed alla ricerca applicata.

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Federalimentare è la Federazione aderente a Confindustria che, con le sue 17 Associazioni di categoria, oltre

alle 2Associazioni aggregate, rappresenta e tutela l'Industria alimentare in Italia.

Federalimentare è impegnata a:

- contribuire allo sviluppo della competitività dell'industria alimentare in Italia e nel mondo;

- sostenere la qualità e la sicurezza del prodotto alimentare industriale e consolidare una politica della qualità delprodotto alimentare italiano sempre più attenta all'evoluzione dei modelli di consumo e delle esigenze digaranzia e informazione del consumatore;

- promuovere una politica di sinergia e di efficienze dell'intera filiera agroalimentare (dall'agricoltura, aitrasporti, alla distribuzione tradizionale e moderna);

- rafforzare la proiezione internazionale delle imprese alimentari, sempre più necessaria allo sviluppo delsettore che ha proprio nell'export le maggiori potenzialità di crescita;

- far conoscere l'industria alimentare italiana nelle sue caratteristiche economiche, nelle sue articolazioni e nellasua evoluzione produttiva e commerciale;

- garantire un'adeguata preparazione e applicazione degli accordi stipulati in sede UE e WTO, in modo daassicurare all'industria alimentare un quadro d'azione equilibrato e competitivo nel mondo;

- contribuire alla formazione di un quadro giuridico che assicuri alle imprese italiane condizioni analoghe aquelle in cui operano le imprese dei principali paesi concorrenti;

- favorire una politica ambientale integrata con i nuovi indirizzi dello sviluppo sostenibile, che consideri lespecifiche priorità ed esigenze della trasformazione alimentare;

- rafforzare la capacità contrattuale dell'industria alimentare, con una gestione coordinata dei temi orizzontalidelleAssociazioni aderenti;

- sostenere politiche di promozione di un corretto stile di vita, inteso come binomio inscindibile traun'alimentazione equilibrata e una sempre maggiore consuetudine al movimento;

- promuovere investimenti in innovazione tecnologica e ricerca per aumentare la capacità competitivadell'industria alimentare italiana;

- sviluppare politiche di promozione delle esportazioni e la visibilità dell'intero sistema alimentare all'estero conl'organizzazione della manifestazioni fieristiche CIBUS, nelle sue più diverse articolazioni (CIBUS di Parma,CIBUS Roma, CIBUSTEC) e insieme adAnuga all'estero.

- promuovere l'istituzione di organismi europei, come il consorzio SPES (Spread European Safety), perfavorire la realizzazione di Progetti Integrati, strumenti previsti dalla Commissione Europea per restituirecompetitività alle imprese attraverso la mobilitazione di una massa critica di risorse e competenze in materia diricerca e sviluppo tecnologico (tra i quali SMEs NET e TRUEFOOD, la Piattaforma Tecnologica FOOD FORLIFE e il ClusterAGRIFOOD).

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