Butta la Luna salva la Terra · tuiscono l’attuale “vademecum” climatico. Per tutta risposta...

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N. 82Novembre 2009Anno 12°

"Butta la Luna",

salva la Terra !

"Butta la Luna",

salva la Terra !

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di Valentino VALENTINI

�L�uomo ha smarrito la propria vianella giungla della chimica e dell�ingegneria,e dovrà tornare sui suoi passiper quanto doloroso ciò possa essere.Dovrà scoprire dove ha sbagliatoe far pace con la natura.Nel far questo, forse potrà riacquistareil ritmo della vita e l�amore per le cose semplici,che saranno per luiuna gioia che si rinnova ogni giorno.�

( R. St. Barbe-Baker, L� �uomo degli alberi�)

Lo scrivono quasi tutti i giornali, ne parlanomolti TG nazionali ed internazionali che anno peranno i fenomeni atmosferici si sono �incrudeliti�,via via sempre di più, sino a diventare quegliincontenibili incendi, quelle rovinose inondazioni,quelle estati caldissime e torride che ormai costi-tuiscono l�attuale �vademecum� climatico.

Per tutta risposta la NASA, l�Ente SpazialeAmericano che ha risparmiato tanti soldini con lafine dell�epopea degli �shuttle�, con queste edaltre risorse avrebbe deciso di colonizzare il biancosatellite, costruendovi una base spaziale perma-nente entro il 2024: ammesso - ma lo speraanzitutto chi firma questo articolo - che le semprepiù intense calure, le inondazioni, lo scioglimentodi ghiacci e ghiacciai (vedasi quanto scritto aquest'ultimo riguardo in Cactus su GIUSTITALIAN.72, Aprile 2007, e nella pagina seguente oppor-tunamente riproposto ) l�innalzamento del livellodei mari, in uno alla progressiva estinzione dispecie floro-faunistiche e le sempre più pernicioseepidemie ci permettano di arr ivarvi�

E per non essere presi solo per declamatori diiatture, perché non provate anche voi a leggerealmeno solo l�introduzione de Il Tao dell�Ecologiadi Edward Goldsmith, vincitore nel 1991 del pre-stigioso �Right Livelihood Award�, conosciutocome il �Premio Nobel Alternativo� presentato alParlamento svedese il giorno prima dell�assegna-zione dei Nobel?

In breve Goldsmith, ambientalista-ecologistadi fama internazionale e fondatore della rivistaThe Ecologist, esordisce con la scioccante consi-derazione che �l�uomo moderno si sta attivandoa distruggere rapidamente il mondo naturale dalquale pur dipende la sua sopravvivenza e, cosìfacendo, sta progressivamente rendendo menoabitabile il nostro pianeta� : altro che milioni emilioni di dollari da spendere per una base spazialesulla Luna ed altri inutili progetti �stellari�!

L�informazione globalizzata porta ogni giornonelle nostre case foreste primarie che vengonotagliate o rovinosamente bruciate, paludi traboc-canti di biodiversità che vengono prosciugate,barriere coralline �cotte� dalle eccessive calure oestirpate, terreni agricoli erosi o desertificati, conpesanti livelli d�inquinamento che colpisconosempre più falde acquifere, fiumi, estuari, mari,aria che respiriamo, cibo che mangiamo, addiritturacon possibili ripercussioni sul campo magneticoterrestre (rassicuratevi, quello lunare - almenosino a quando non arriveremo noi - rimarrà ancoraintonso!), nessuno capisce ancora bene con qualipossibili conseguenze!

Accade tutto questo perchè l�intiera umanità(primo, secondo e terzo mondo�) è fortementeimpegnata nel cosiddetto �sviluppo economico�,un processo che per sua stessa natura gravasistematicamente e pesantemente sull�ambiente,sempre meno capace di sostenerlo e sempre piùdegradato da esso.

Di fronte a questa pur allarmante situazione ileader politici - �Obama-resistenti� - continuanoad occuparsi dei loro affari come se il problemanon esistesse, coartati anche da potenti gruppi

industriali (vedansi quelli del petrolio, del legno,ecc.), saldamente tesi a difendere i loro grettiinteressi a breve termine, con la straboccante edimperante filosofia del �tutto e subito�, dell� �usae getta�, del �life is now� !

Così, ad onta del fatto che ben 170 scienziatidell�IPCC (Inter-Governmental Panel on ClimateChange ) avessero dichiarato che per stabilizzareil clima le emissioni di CO2 dovessero immedia-tamente (quell� �immediatamente� risale niente-meno che alla seconda metà degli anni '90 delsecolo scorso!) essere ridotte almeno del 60-80%,governi e università hanno per lo più �dribblato�il problema (Kyoto docet�), cioè proprio queigoverni occidentali, politicamente e culturalmentepiù avanzati, e ancor più quegli accademici chedovevano fornire ai governi stessi e alla Societàintiera �la conoscenza che serve al pubblicointeresse e massimizza il benessere generale�.

I nostri accademici, scrive Goldsmith (compresisvariati uomini di cultura ben noti al grande pub-blico, perché, tra le altre cose, fanno anche tele-visione� aggiungeremmo noi!), somigliano tantoa quegli aborigeni australiani i quali, quando videroper la prima volta l�imponente veliero di Cook cherisaliva la costa australiana, continuarono a farequello in cui erano intenti, come se quello �stranomostro� semplicemente non ci fosse, quasi adesorcizzare la fisicità di quella improvvisa appari-zione sperando che ignorandola in tal modo avreb-be indotto tale �aberrazione� ad andarsene e alasciarli in pace.

Tali atteggiamenti, in tutta la loro gravissimadimensione di pericolosità, sono stati ben delineatidai più autorevoli filosofi della scienza: una cosache minaccia la vita viene comunemente, siste-maticamente ignorata perché la sua presenza èinconciliabile con la visione del mondo prevalentee dei suoi modelli accademici, una visione delmondo che basa tutto il nostro benessere e lanostra ricchezza nell�universo artificiale e tecno-logico costruito dall�uomo, da cui s�ingenera ilcosiddetto �sviluppo economico� che la rendepossibile!

La salute, anche quella spirituale, è così con-siderata come un beneficio dispensato negli ospe-dali con l�ausilio di medici e di medicine di sintesi,l�educazione e la cultura come merce che si�compra� nelle scuole e nelle università, la leggee l�ordine pubblico come privilegi forniti dal Governoe dalle forze di polizia in uno con carceri e tribunali,invece che essere considerate �naturalis negotii�,ovvero caratteristiche naturali della Società umana:comunemente e normalmente si ignora che lavita su questo Pianeta è possibile solo conservan-do un clima favorevole e stabile proteggendo gliecosistemi forestali, il suolo fertile, i mari puliti epescosi e l�acqua potabile: oggi i sistemi naturaliche forniscono tali vitali benefici vengono impu-nemente, tranquillamente e sistematicamenteriempiti delle nostre deiezioni, le foreste sfruttate

o bruciate, i mari depredati ed inquinati, e ci siaspetta che questo non abbia alcun �costo� peri l geoecosis tema compless ivo Terra!

L�amara realtà sta nel fatto che tutti gli sforzisono tesi a massimizzare questo nostro sviluppoeconomico o �progresso� (anche Flammarionparlava di �progresso�, ma si riferiva alla ricercadel �regno dello spirito�, del bene, del vero, delsapere!), un traguardo che diventa soprattuttosistematica sostituzione della �tecnosfera�, omondo dei manufatti umani e fonte dei beneficiartificiali, all� �ecosfera� (comunità dei viventi colproprio sostrato geologico e il proprio ambienteatmosferico), o mondo reale, unica e sola fontedei benefici originali e naturali.

Per Goldsmith e collaboratori questo suo lavoroè tutto teso a dimostrare che il nostro mondo èordinato e dotato di uno scopo, invece checausale; organizzato, invece che atomizzato,cooperativo, invece che meramente competitivo;dinamico, creativo ed intelligente, invece chepassivo ed automatico; autoregolato, invece chegovernato da qualche fattore esterno, un mondoche tende a conservare la propria stabilità(intesa sia come �stabilità di resistenza� che come�stabilità di ripresa�), invece che programmato aduna perpetua trasformazione in una direzioneindefinita: in buona sostanza Goldsmith ci avverteche stiamo stringendo in stato di assedio unmondo vivo, che realizza in sé il suo fine, lasua perfezione, e non passivo e simile ad unamacchina!

Gli strumenti per cominciare a porre rimedio aquesto grave stato di cose sono anzitutto culturalie partono dalla disamina delle caratteristiche dellesocietà vernacolari, che mettono in evidenza unavisione del mondo ecologica e tesa a sviluppareun modo di vivere sostenibile ed appagante:l�ecosfera, così come sopra delineata, è la fontebasilare di tutti i benefici e quindi di tutta la ric-chezza, ma ci dispenserà tali benefici solo sesaremo capaci di conservare �l�ordine cruciale�del mondo naturale e del cosmo, attraverso unmodello di comportamento o �via� che l�anticasocietà indiana chiamava �rtà �, gli antichi egizi�maat �, i greci �themis �, i seguaci del Buddha�dharma �, i cinesi �Tao �.

In verità l�esistenza ha bisogno di equilibrio,nonostante i tanti cambiamenti: così qualsiasiorganismo come pure i diversi ecosistemi e persinole comunità umane devono mantenere il loroordine cruciale, i loro equilibri, se vogliono conti-nuare ad esistere.

La struttura di un organismo è chiaramentecruciale: i vari fluidi corporei, per esempio, devonoavere composizione chimica e biologica �normale�(ci avete mai pensato quando andate a fare gliesami clinici)?

Anche le comunità e le società umane hannoun ordine cruciale: famiglie e raggruppamentisociali intermedi collegano tra loro gli individui,determinando stabilità nei comportamenti sociali,e questo nonostante inevitabili mutamenti d�ordinesocio-economico. Infine, se gli organismi viventie le società umane si connotano decisamente enaturalmente attraverso una struttura cruciale,altrettanto si può dire degli ecosistemi che, comeben sappiamo, sono costituti in primo luogo dapiante, le quali attraverso la fotosintesi, rendonofruibile l�energia del Sole, seguono gli animalierbivori che si cibano di quelle, poi i carnivori chepossono nutrirsi a loro volta di erbivori, esercitandocontrolli qualitativi e quantitativi sulle loro popola-zioni, e infine i decompositori (batteri, vermi,funghi, insetti, ecc.) che, appunto, decompongonola sostanza organica, rendendola così riutilizzabiledalle piante, e il ciclo della vita meravigliosamentesi ripropone!

"Butta la Luna",salva la Terra !"Butta la Luna",salva la Terra !

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La stessa ecosfera o ecosistema complessivodeve avere un ordine cruciale: per la nostra at-mosfera, per esempio, cruciale diventa senzaombra di dubbio la percentuale di ossigeno, tantoche se fosse troppo bassa i viventi non potrebberorespirare, se invece fosse alta, l�atmosfera terrestrepotrebbe diventare tanto comburente che baste-rebbe una scintilla per provocare incontrollabiliincendi.

La stessa cosa dicasi per l�anidride carbonica:se la percentuale di questo gas fosse troppobassa la Terra diventerebbe troppo fredda, setroppo alta (cosa che si sta attualmente verificando,con tanta ambascia di pochi e tanto inconsape-volezza dei più!) la temperatura del Pianeta su-

pererebbe il limite al di là del quale le varie formedi vita avrebbero serie difficoltà a sopravvivere!

Ciò posto, per non fare la stessa fine dei dino-sauri - noi, i nostri figli ed i nipoti - dobbiamoattivare subito quelle possibili strategie naturali-stico-ecologiche e tecnologiche che ci permettanodi ridurre drasticamente le emissioni (le risorseeconomiche devono essere spese per metter�ope legis � filtri e depuratori a tutto, auto, con-domìni, fabbriche, acque, oltre che incrementaredecisamente il risparmio energetico e le fonti dienergia pulita e rinnovabile!), un compito daaffidare ai governi transnazionali e nazionali inuno con l�incremento mirato delle superfici forestalie dei territori protetti ed il blocco dei tagli: noi

proporremmo anche di dotare i signori leaderpolitici, insieme ai tanti pubblici amministratoridi ogni ordine e grado, della necessaria alfa-betizzazione ecologica, se proprio desideranocandidarsi alla guida dei destini di tutti i viventidi questo Pianeta.

Con tutto il rispetto, non se ne può più di vedereingegneri ed architetti che �dirigono� parchi, oasie riserve protette!

Sopra di noi ben 300 chilometri di atmosferache abbiamo consapevolmente, irresponsabilmen-te saturato di gas nefasti che tanto pericolosa-mente disat tendono l �ordine crucia le.

Ma sì, che la Luna aspetti�, così pallida edincurabile lì nel cielo sopra di noi, ancor di più!!

Ci troviamo stavolta a commenta-re un fenomeno di gravità assoluta,le cui conseguenze sembrano inveceessere valutate con incosciente leg-gerezza dalla grossa opinione pub-blica (a meno che non si tratti diimpotente rassegnazione�): l�uomo,a causa del suo dissennato, cieco,imprevidente comportamento, inquesti ultimi decenni della sua Storia� chiudendo gli occhi per non vederee le orecchie per non sentire gli ap-pelli d�allarme pur lanciati dagliscienziati e dalle menti più intellet-tualmente oneste � ha continuato asacrificare sull�altare del dannatodio-denaro perfino la stessa futurasopravvivenza del Pianeta, provo-candone quel surriscaldamento cheoggi si manifesta in tutta la suapericolosità oltre che nello sconvol-gimento climatico anche nello scio-glimento dei ghiacciai polari che, inverità, già da tempo avevano datosegni inequivocabili in tal senso.Uno scioglimento che � come haquantificato l�Organizzazione Mete-orologica Mondiale (O.M.N. ) � oggiviaggia al ritmo di ben 60.421 chilo-metri quadrati annui (superficie, permeglio rendere l�ampiezza del feno-meno, superiore a quella della Sviz-zera). Con quali conseguenze? Latrasformazione del ghiaccio in acquaed il connesso innalzamento del li-vello del mare comporta la contem-poranea �sommersione� delle terreemerse con la loro progressivascomparsa sott�acqua (anche chivive presso le zone costiere dellanostra Italia si sarà potuto accorgeredel �rosicchiamento� già in corsodelle stesse coste ad iniziare, adesempio, dal continuo ridursi delledimensioni delle spiagge�). Si ag-giunga ora che alla diminuzione delleterre abitabili dovrà far fronte una

umanità che � di contro �continua ad accrescersi conindici di natalità del tutto ir-responsabili se rapportati aquello che è lo scenario na-turale del momento e quelleche sono le ridotte possibilitàdella Terra di ospitare nuoviindividui in numero semprecrescente: nel tempo comesi pensa che i viventi del fu-turo possano far fronte allesempre più ridotte disponibi-lità di �spazio vitale� (e con-seguente riduzione di terrecoltivabil i per sfamarel�umanità)? Né sembra sipossa sperare in unareversibilità del fenomenodello scioglimento deighiacciai polari: gli studi piùrecenti giungono alla con-clusione che l� �addio� aglistessi ghiacciai sia irrever-sibile. E non basta: l�Orga-nizzazione MeteorologicaMondiale prevede pure chea seguito dello scioglimentopotrebbe sprigionarsi unaimmensa quantità di �gas

serra� finora accumulata nei terrenidella tundra e della taiga con incom-mensurabile aggravamento generaledella situazione.

Per quanto ci riguarda, proprioda GIUSTITALIA abbiamo più volteevidenziato con forza cosa stesseaccadendo (consiglieremmo i nostriLettori di rileggere Cactus in GIU-STITALIA N. 28, Novembre 2000 eCactus in GIUSTITALIA N. 42, No-vembre 2002), dedicandovi anchedue copertine quanto mai emblema-tiche: Verso la fine del �film�? e Machi è davvero impazzito?. Oggi, neritroviamo purtroppo conferma an-che in quanto scrive Mark Lynas nelsuo libro Six degrees: our future ona hotter planet (Sei gradi: il nostrofuturo su un pianeta più caldo ), editoda HarperCollins, ed in cui nel futurodella Terra vengono previsti cittàsommerse, un terzo del mondodesertificato e gli esseri umani inguerra per conquistare acqua e cibo.

Lynas rappresenta diversi scenaria seconda dei gradi di riscaldamentodel Pianeta, in una scala compresatra 1 e 6 gradi. Le intuizioni più ter-rificanti sul futuro della Terra sonotratte dalle indagini paleoclimatichee la conclusione è che il Pianetasarebbe destinato a trasformarsi nel�sesto cerchio dell�Inferno�: invecedi continuare ad assorbire e tratte-nere �gas serra� la Natura li vomiteràdi getto; i gas accumulati per migliaiadi anni saranno rilasciati in soffiateinfuocate capaci di incenerire interecittà.

Più specificamente, Lynas cosìprospetta il futuro a seconda deigradi di riscaldamento planetario:

Fino ad 1 grado di riscaldamento

Anche se le emissioni di �gas

serra� cessassero di botto ora, (manaturalmente sappiamo benissimoche non è cosa possibile�), le con-centrazioni già presenti nell�atmosfe-ra porterebbero comunque ad unaumento globale della temperaturada mezzo a 1 grado con conseguen-ze gravi per l�ambiente. Seimila annifa - osserva Lynas - quando il mondoera 1 grado più caldo di quello cheè adesso, il cuore agricolo dell�Ame-rica vicino al Nebraska era un deser-to.

L�aumento di 1 grado non solocomporta la eliminazione di acquafresca da 1/3 della superficie mon-diale entro il 2100, ma farà ancheseccare i fiumi e allagare completa-mente le coste basse.

Da 1 a 2 gradi

I cittadini europei saranno vittimedi colpi di sole, le foreste verrannodistrutte dal fuoco, le piante comin-ceranno ad emettere il monossidodi carbonio invece di assorbirlo, unterzo di tutte le specie si avvierannoverso l�estinzione. Quella che fu lacalda estate del 2003 (che in tuttaEuropa si ritiene abbia causato tra22 e 35mila morti) dovrebbe divenireabituale per ogni anno a venire. Leondate di caldo saranno di intensitàsahariane con la conseguenza chel�agricoltura ne uscirà devastata. IlCentro Hadley per i CambiamentiClimatici della Gran Bretagna stimache la metà delle estati europee entroil 2040 saranno più calde di quelladel 2003. L�aumento del livello delmare sarà superiore a quello di mez-zo metro previsto dall�Ipcc (Inter-Governmental Panel on ClimateChange ) per la fine del XXI secolo.I ghiacciai della Groenlandia siscioglieranno entro 140 anni con laconseguenza della scomparsa sot-t�acqua di città come Miami, NewYork, lo stesso centro di Londra.Metà dell�umanità dovrebbe spostar-si verso territori più alti. Una voltache le temperature raggiungeranno2 gradi - nel 2050 - più di un terzo ditutte le specie viventi saranno a ri-schio di estinzione. Secondo Lynasle probabilità di evitare l�aumento di2 gradi sarebbero del 93%, ma solose le emissioni di �gas serra� sa-ranno ridotte del 60% nei prossimi10 anni (mentre � aggiungiamo noi� a malapena si sta cercando di ac-cordarsi tra gli Stati per ridurre del20% l�emissione di ossido di carbo-nio entro il 2020: figuriamoci!).

Da 2 a 3 gradi

Il rilascio del monossido di carbo-nio dalla vegetazione e dalla terraaccelererà il riscaldamento globale,la foresta amazzonica morirà, mega-uragani si abbatteranno sulle cittàdelle coste, l�Africa è destinata amorire letteralmente di fame. E men-tre la terra brucerà, il mare continueràa salire; grandi flussi di popolazione

affamata si sposteranno alla ricercadi cibo dall�America centrale al Mes-sico e agli Usa e dall�Africa versol�Europa, laddove si porrà il nient�af-fatto facile problema di tenere tuttigli stranieri fuori dalle frontiere. Ese il rialzo sarà già giunto a 2 gradi,le probabilità di evitare i 3 gradi sonopoche, innescando il ciclo di emis-sione carbonica dal terreno e dallepiante.

Da 3 a 4 gradi

I flussi d�acqua derivanti dalloscioglimento dei ghiacciai perenni(permafrost) comporterebbero unriscaldamento globale inarrestabile.La maggior parte della Gran Breta-gna non sarebbe più abitabile a cau-sa dei gravi allagamenti e l�area delMediterraneo verrebbe abbandonata.

Le probabilità di evitare questoaumento sono poche se l�aumentodelle temperature arriverà a 3 gradi,innescando il meccanismo di scio-glimento del permafrost.

Fino a 5 gradi

Il metano dai sottofondi oceaniciaccelererebbe ulteriormente il riscal-damento globale, il ghiaccio si saràsciolto completamente nei due poli,gli esseri umani migrerebbero allaricerca di cibo. I rifugiati sarebberomilioni perché tutti scapperanno da-gli insediamenti costieri. Le estatidiventerebbero sempre più lunghee trasformerebbero le città in cameremortuarie bollenti. Le possibilità dievitare l�aumento di 5 gradi è risibilese si è arrivati a 4 gradi.

Fino a 6 gradi

La vita sulla Terra finirà con tem-peste apocalittiche, inondazioni, gassulfurei e palle di fuoco di metanosi scateneranno sul Pianeta con laforza di bombe atomiche. Solo i fun-ghi sopravviveranno.

A questa drammatica anticipazio-ne del possibile futuro delineata daLynas, qui aggiungiamo che secon-do quanto sarebbe stato interpretatoda alcuni geroglifici profetici nellaPiramide di Cheope, la fine della vitasarebbe da intravedersi intorno al2030: il tempo intercorrente da oggifino ad allora sarebbe sufficienteperché l�uomo rinsavisca a tal puntoda porre riparo - con tutta l�energiache la gravità della situazione richie-de -ai guasti mortali che ha provoca-to al Pianeta? Nutriamo francamenteseri dubbi che ci riesca: preferiamoconfidare piuttosto nel Creatore, chepossa impietosirsi a tal punto daperdonare il comportamento irre-sponsabile di quella che pur dovreb-be essere la Sua creatura più intelli-gente e consentirle di vivereancora�

Addio ai ghiacciai (...ed alla Terra?)

IGOR ELMI

A D D I O

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Novembre 2008Qui T A R A N T OPag. 12

In una Taranto troppo abitata da gente addormentata, rasse-gnata, incapace di reagire adeguatamente perfino davanti aduna morte che continua a subire supinamente, è avvenimentoda rimarcare e fissare nella Storia di questa Città che qualcunoabbia finalmente deciso di reagire ad uno stato di cose non solofinora mai in via di miglioramento, ma addirittura continuamentepeggiorato fino ad essere da tempo all�attenzione ed agli allarmiripetuti della Organizzazione Mondiale della Sanità.

L�occasione fornita ai Tarantini di pronunciarsi tramite refe-rendum - praticamente per iniziare a porre argine alla terrificanteavanzata della morte - merita ogni attenzione e sostegno: mo-strarsene indifferenti significherebbe sottoscrivere definitivamenteuna sorta di ingiustificabile ed incosciente sacrificio suicida.

GIUSTITALIA Taranto

Versoil Referendum

�SMANTELLIAMO il Siderurgico�

I n v i t o

Quando si incontra un conoscente, specie se a distanza ditempo, si è soliti scambiarsi il tradizionale �Come stai?�. Il nostro invito a tutti i residenti di Taranto è di risponderecosì:

«Starei molto megliose non ci fosse il Siderurgico!»

Ciò contribuirà a tener desta l�attenzione sulla gravissimasituazione che i Tarantini debbono saper affrontare

mostrando finalmente di ragionare con la propria testaper contrastare l�inaccettabile rischio di esporsi

ad una morte anticipatasol per continuare ad arricchire qualcuno.

Quelli che non dicono...Fa pensare, e molto, che incredibilmente vi sia chi fa

il filo ai padroni contro gli inermi cittadini di Taranto, privati delloro diritto alla salute dalla protervia dei responsabili delleindustrie che hanno provocato lo scempio ambientale piùgrande d�Italia. Da parte di costoro nessun accenno alleconseguenze della diossina sulla salute dei Tarantini, nessunaccenno alle condizioni di lavoro all'interno degli stabilimentiindustriali, nessun accenno ai disagi che l'inquinamento provocaquotidianamente agli abitanti del quartiere Tamburi e all'interaCittà, nessun accenno al destino spesso segnato di chi lavoranella grande industria, nessun accenno all'inquinamento delnostro mare, tanto invidiato per la sua immensa bellezza daglispeculatori di alcune ricche riviere italiane, nessun accennoall'abbattimento di migliaia di capi di bestiame avvelenato, conla conseguente rovina economica degli allevatori e delle lorofamiglie. Non fa cenno nemmeno al trasferimento della zonaa caldo dall'Ilva di Genova a Taranto dopo la protesta dimigliaia di madri che chiedevano il diritto alla salubrità dell'ariaper i loro figli. Nessun accenno alla polvere nera provenientedall'Ilva che invade i Tamburi e l'intera città di Taranto, cheha devastato palazzi, piazze e monumenti, contenente perico-losissime sostanze metalliche e veleni potentissimi che hannofatto ammalare (e quante volte irreversibilmente?) migliaia diconcittadini, soprattutto bambini e anziani. Nessuno ha finoramai pensato di denunciare alla Magistratura chi è responsabiledella pubblica incolumità, chiedendogli di disporre primal'immediata rimozione del grave pericolo e poi il risarcimentodei danni. È forse un caso l�emanazione della recente leggeregionale che ha riconosciuto l'indifferibilità di abbattere lediossine prodotte dall'Ilva di Riva e che avvelenano non soloTaranto e la Puglia, ma l'intero Paese? E perché alcunifiancheggiano i responsabili dello scempio ambientale perpe-trato a danno di Taranto e della sua Provincia contro il dirittodei cittadini a vivere in un ambiente salubre, senza industrieinquinanti e portatrici di morte, dietro il paravento del lavoroe il ricatto della disoccupazione?

L'Ilva, il cui stabilimento fu peraltro costruito a ridossodella città, non potrà mai essere compatibile con il territoriotarantino.

Il �no� della CGIL di Taranto al referendum sullachiusura totale o parziale del Siderurgico è una decisione pocoresponsabile e strumentale, perché mira non solo a disinformarei martoriati cittadini di Taranto e gli stessi lavoratori delleindustrie inquinanti ma anche ad alimentare un clima di tensione.

Le stesse cifre sbandierate circa lo stato generaledell�occupazione a Taranto, indicate in ben 68mila disoccupatie 40mila inoccupati, la dicono tutta sul fallimento dell�industria-lizzazione sporca, prevedibilmente pilotata da interessati centridi potere, che ha portato alla distruzione dell�ecosistema diTaranto e provincia, arrivando persino a minacciare l�Italiaintera, visto che Taranto si fregia delle �decorazioni� di cittàpiù inquinata d�Europa.

Gli ineffabili cigiellini, convinti che i lavoratori e i cittadiniportino ancora l�anello al naso, come i trogloditi di preistoricamemoria, non dicono una sola parola sulle migliaia di mortiammazzati da tumori e leucemie per colpa di chi ha trasformatoTaranto e provincia in una camera a gas, non dicono una solaparola sui bambini affetti da gravissime patologie ancora intenera età, non dicono una sola parola sulle contaminazionidi animali e prodotti della terra che finiscono quotidianamentesulle nostre tavole. Essi, invece di schierarsi dalla parte dellaCittà, dei cittadini, per liberarli definitivamente dall�oppressionedegli inquinatori, continuano a predicare metodi per �abbattere�l�inquinamento, �dimenticando�, in buona sostanza, che i loropaventati 108mila tra disoccupati ed inoccupati rappresentano- ribadiamo - il fallimento dell�economia industriale a Taranto.

Taranto non ha bisogno di semplici �abbattimenti oriduzioni� dell�inquinamento causato da industrie inquinantidolosamente costruite nell�àmbito stesso della città. Tarantovuole lo smantellamento radicale di queste macchine di morte,il totale risanamento ambientale che presuppone un tempo dialmeno trenta-quaranta anni (e consequenziale possibilità dilavoro per quanti attualmente lavorano in queste industrie).Taranto vuole il radicale cambiamento dell�economia conattività quali il turismo, l�artigianato, la mitilicoltura, la pesca,le industrie �pulite�, la promozione della cultura archeologica,teatrale, scientifica e marittima per non parlare delle enormipossibilità offerte dal porto ionico.

Invece di fare disinformazione e propaganda elettorale,cari signori della CGIL, battete i piedi per salvare la vita deilavoratori e della gente, cominciando a lavorare seriamenteper costringere i governanti, presenti o futuri, a tirare fuorileggi speciali che favoriscano il futuro di Taranto sulle nuovibasi di sviluppo prima accennate in vista dello smantellamentodell�Ilva.

Luigi GIANCIPOLI

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Pag. 13Novembre 2009 Qui T A R A N T O

L�imposizione del TAR di Lecce al Comune di Taranto dipredisporre l�effettuazione del referendum sullo smantellamentodel Siderurgico legittimamente richiesto da Taranto Futura hascatenato i timori di tutti coloro che hanno personale interesse ache lo stesso Siderurgico continui ad esistere nonostante gliimmani guasti umani ed ambientali provocati e che perseveraimperterrito ad arrecare. Tutti costoro tentano di abbindolarel�opinione pubblica lamentando che ne deriverebbe una conse-quenziale perdita di posti di lavoro. L�auspicio di GIUSTITALIA di smantellare il Siderurgico diTaranto per i richiamati immani guasti umani ed ambientali verifi-catisi nel tempo senza che mai riparo adeguato vi sia stato posto(auspicio risalente fin dal numero del lontano Novembre 2002 eperiodicamente poi reiterato) era - ed è - un auspicio conseguenzadi un ragionamento-necessità ampiamente meditato e quanto mairazionale: vero è che

se si pensa che lo smantellamento dello stabilimento comporterebbe�lavoro� per non pochi anni: infatti sia che lo si volesse �smontare�per rivenderlo e rimontarlo altrove sia (pensandole proprio tutte)lo si volesse - diciamo così - �cestinare� definitivamente, ci vor-rebbero lavoro e lavoratori! E per riparare i ricordati immani guastiinferti al territorio ed al mare? Anche qui, ci vogliono altro lavoroed ancòra lavoratori, e per chissà quanti anni a venire! Altro chedisoccupazione consequenziale! Questo nostro ragionamento ovviamente risulta scomodissimoper chi dall�esistenza del Siderurgico trae vantaggi di varia natura:se un politicante - a prescindere dallo schieramento in cui si colloca

- è �vigliacco� o ha un parente che è assunto lì o è in rapportid�affari con l�azienda, può forse avere coraggio ed obiettività digiudizio nei confronti del problema? Certamente no. Ed un sinda-calista che teme di perdere le prerogative che l�esistenza dellostabilimento gli consentono, può - anch�egli - forse avere coraggioed obiettività di giudizio nei confronti del problema? Pure lui,certamente no. Ed i partiti politici - quelli che hanno ricevutofinanziamenti dalla proprietà dell�Ilva (L�Espresso del 13 Marzo2008 riferiva che il Gruppo Riva, mediante le due controllata RivaFire ed Ilva, ha elargito 245mila euro a Forza Italia ed altri 98milaa Pierluigi Bersani, ex ministro ed oggi deputato e segretarionazionale PD ) e quelli che magari vi aspirano - possono forseavere coraggio ed obiettività di giudizio nei confronti del problema?Anch�essi certamente no. E certe tv che mandano in onda inserzionipubblicitarie Ilva debitamente pagate dall�azienda siderurgica,possono forse avere coraggio ed obiettività di giudizio nei confrontidel problema? Anch�esse certamente no. Non deve stupire affatto, allora, che tutti costoro temanoinfinitamente lo smantellamento dello stabilimento di Taranto ecerchino in ogni modo di condizionare l�opinione pubblica (giun-gendo perfino a definire �pazzi� quanti invece per lo smantellamentosi battono). Ma essendo soggetti �interessati�, come possonoessere credibili se non dagli sciocchi? Quello che la gente comune deve percepire chiaramente è chetutti costoro - pur di salvaguardare un loro tornaconto - se ne�fregano� completamente della vita degli altri messa pericolosa-mente a rischio dalla esistenza del Siderurgico, anche perchésembrano assurdamente convinti - del tutto accecati dal citatotornaconto come sono - che ad essere colpiti dal cancro debbanoessere soltanto proprio gli altri e non loro stessi... Come più volte reiterato, a noi interessa - contrariamente adindividui del tipo prima citati - arrestare una buona volta la morteche a Taranto (ma anche a Statte e Massafra) sguazza sfrenata: seuno solo è il rimedio davvero efficace � e lo si attiva iniziando dallachiusura del Siderurgico � ebbene sì, il Siderurgico lo si chiuda! Ribadiamo ancòra: se ad altri quel che preme è essenzialmentel�aspetto economico, GIUSTITALIA ha, di contro, sempre avuto -ed ha - a cuore principalmente la v i t a della gente. La differenzaè tutta qui. E non è affatto lieve.

GIUSTITALIA Taranto

BUGIARDI, È FALSO !

La LOTTA DI LIBERAZIONEda Siderurgico e mortali veleni industriali !

posti di lavoroNON se ne perdono

Salviamo Taranto

Tu che hai tra le mani questo foglio e stai leggendo, hai l�opportunità di informare ituoi concittadini continuando a divulgare il messaggio. Ti basta fare altre copie!Non lasciamo la nostra città abbandonata al crudele destino di una morte lenta.L�aria di Taranto è la più inquinata d�Europa ma nonostante tutto la nostra è semprepiù una terra di conquista! Continueranno ad inquinare, rendendo l�aria irrespirabile,continueranno sempre più ad impossessarsi del nostro mare, mentre in città tutto tace!Da Taranto prima o poi saremo costretti a fuggire non per mancanza di lavoro maperché non si potrà più vivere.

Leggete attentamente questi dati:

La lettura del Registro Tumori è istruttiva, ma svela subito un�insidia. È possibilesegnalare un nesso causa-effetto fra aumento delle patologie tumorali e inquinamentoindustriale? La lettura che fornisce lo studio del Registro Tumori è univoca e la rispostaè affermativa. A Taranto si muore più che in ogni altra città pugliese. E se la causa dimorte è un tumore, a Taranto a prevalere sono quelle forme tumorali il cui nesso conl�inquinamento ambientale è più che documentato (polmone, pleura, vescica, ecc.)Le cifre contenute nel Registro Tumori Ionico-Salentino parlano chiaro: se la mediaregionale dei decessi è pari a 100, gli ultimi dati disponibili portano Taranto a quota117 per tutte le cause di morte, a 129 per i tumori al polmone, a 474 per i tumori dellapleura, a 124 per i tumori alla vescica. In aumento rispetto alle medie regionali anchei tumori femminili: per il tumore della mammella la mortalità dagli anni �90 cominciaa diminuire a livello regionale ma non per le donne residenti nel Comune di Tarantoed è molto alto l�allarme per i tumori infantili. In questa città viene prodotto il 90%della diossina nazionale ed il DNA dei cittadini è seriamente attaccato da questaesposizione costante,

NON DOBBIAMO RESTARE SEDUTI A GUARDARE !FACCIAMO SENTIRE LA VOCE DEL POPOLO TARANTINO !SOLO NOI POSSIAMO SALVARE LA NOSTRA TERRA !!!

Informazione libera per i cittadìni

Un volantino intelligente

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Novembre 2009Qui T A R A N T OPag. 14

Dacché, a seguito della rispettiva elezione, si è venuta a determinarela coesistenza della coppia Florido-Stefàno alla guida rispettivamente diProvincia e Comune di Taranto, tra i due sembra essersi avviata unadeprimente gara �a chi fa peggio�!

Fino allo scorso Settembre a guidare la poco nobile corsa era senz�altroil Sindaco, la cui sconcertante inadeguatezza operativa amministrativa(specie nei confronti di grandi problematiche quale quella della tutelaambientale) evidenziatasi già fin da poco dopo la sua elezione (2007),veniva a mano a mano accertata da tutti, compresi i suoi più tenaci sostenitoried estimatori costretti ad arrendersi all�evidenza dei fatti (quale significativoesempio ricordiamo il particolareggiato dossier dato alle stampe dall�exassessore Michele Contino, inizialmente legatissimo al Sindaco�); daparte nostra ci limitiamo (per motivi di spazio) ad un solo esempio: lainqualificabile sporcizia dominatrice assoluta delle strade cittadine percolpa prevalente della presenza per terra di cartacce di propagandapubblicitaria; ebbene, per debellare il deprecabile fenomeno sarebbebastato che il Sindaco avesse emanato fin dal suo insediamento unaspecifica ordinanza imponendo ai vari condomìni di rimuovere dall�esternodel proprio edificio la famigerata cassetta atta ad accogliere il materialecartaceo pubblicitario e si sarebbe così evitato che le strade cittadinecontinuassero ad esserne sommerse, fenomeno chiaramente provocatoda ragazzacci e da cittadini scostumati sempre propensi ad estrarre ildépliant di turno dalla cassetta per poi rilasciarlo in terra, con il ventopronto a far il resto contribuendo sia alla ulteriore fuoruscita di volantinidalle cassette sia al loro diffuso sparpagliamento in ogni dove; ed inveceniente: neanche in questo il Sindaco si è deciso ad intervenire tempestiva-mente con un provvedimento peraltro � si badi bene � pur a costo zeroper le dissestate casse comunali. Solo successivamente, forse poiché inmateria antivolantino avevano già adottato iniziative di propria pertinenzasia il Sindaco di Bari e sia, lo scorso Settembre, quello di Brindisi (dueSindaci, rispetto al fenomeno, evidentemente più attenti del collega tarantino)ecco che anche Stefàno si è deciso ad emanare una sua ordinanza inmerito: ma ciò solo nell�Ottobre 2009, vale a dire a ben due anni e mezzodal suo insediamento (a poco tempo dal quale si era imprudentementeavventurato a dichiarare che in quanto a pulizia Taranto sarebbe pervenutanel giro di pochi mesi a livello delle maggiori città del Nord Europa!) e, perdi più, con ordinanza di certo non efficacemente risolutiva non imponendoaffatto la rimozione delle citate cassette dall'esterno degli edifici. Ma passiamo alle grandi problematiche: per questo aspetto, particolar-mente cocente è stata la delusione subita dagli originari estimatori esostenitori dell'attuale Sindaco della Città bimare, ossia coloro che neavevano favorito l�elezione confidando appieno in ciò che l�unico spottelevisivo del candidato Stefàno lasciava intendere, vale a dire la lotta alnon più sopportabile inquinamento mortale opprimente la Città (ricordiamoche le immagini di quello spot mostravano Stefàno con alle spalle leemblematiche ciminiere del mostro tarantino per eccellenza, insomma ilSiderurgico, con la fuoruscita dei suoi veleni), sostenitori che hanno dovutoamaramente prendere atto del totale tradimento di tali attese dal divenutoSindaco di Taranto. Addirittura si son dovuti attendere ben due anni e

ricorrendo - non una solavolta ! - al tribunale am-ministrativo regionale per"costringere" Stefàno adare il via all'importantereferendum circa la ne-cessità di smantellarel'infernale Siderurgico ericondurre Taranto nel-l'alveo delle città "normali".Il Sindaco ne è uscitosonoramente "rimprove-rato" dal TAR che ne haevidenziato le eclatantipecche in materia am-bientale e di tutela della

salute dei suoi concittadini. Detto questo, a partire dalla sua elezione due anni e mezzo si trascinavanomentre tutte le graduatorie di volta in volta rese note circa le buone qualitàdelle città italiane continuavano implacabili a relegare Taranto (e provincia)agli ultimi posti condannandone implicitamente le qualità dirigenziali edoperative dei rispettivi massimi rappresentanti, anche se tra Florido eStefàno è sempre stato quest�ultimo a continuare a guidare la corsa innegativo finché... Finché, forse� �invidioso� (!) della posizione di vantaggio del Sindacotarantino, ecco che a Settembre scorso il Presidente della Provincia ionica,fresco di rielezione, decide di recuperare d�un sol balzo lo svantaggio chelo separava da Stefàno nella gara �a chi fa peggio�. Come? Facendosibiasimare in tutta Italia per il mancato inserimento di componente femminilenella sua giunta, cosa rimproveratagli dal Tar leccese su ricorso dell�avv.Nicola Russo della sempre più dinamica Taranto Futura (come ben notobalzata all�attenzione generale grazie alla sua azione iniziale mirante aconsentire ai Tarantini tramite il citato referendum di auspicare il cambiodelle mansioni lavorative degli attuali dipendenti dell�Ilva, da impiegarsinon più nella produzione di acciaio e tubi vari, ma nello smantellamentodello stabilimento e nella bonifica territoriale del devastato territorio finorapreda del Siderurgico con le relative ben note ripercussioni - convieneribadirlo sempre - a danno della vita dei cittadini (e non solo: si pensi allepovere innocenti pecore che si son dovute abbattere�) di Taranto, Stattee Massafra). Ma cosa fa Florido? Costretto dal Tar a modificare la suagiunta, egli sostituisce un solo assessore esponendosi ad ulteriore ricorsoper l'esigua rappresentanza femminile apportata alla giunta stessa mastavolta preannunciando un suo ricorso al Consiglio di Stato qualora lostesso Tar gli imponesse una numericamente più equa presenza "rosa"tra gli assessori. Il rischio per lui è l'ulteriore bacchettatura giudiziaria econseguente nuova figuraccia. Anche se non ci sentiamo di escludere,tuttavia, che Florido stia attuando una sua precisa e proficua tattica: poichél'ulteriore sostituzione di assessori maschi manderebbe taluni nuovi esclusi"a spasso" essendosi costoro già dimessisi da consiglieri provinciali perassumere carica assessorile, cosa che egli non si sente personalmentedi far accadere, aspetterebbe l'imposizione del tribunale per poter quindidire ai partiti della sua coalizione "Ecco, io ho fatto il possibile per salvarelo statu quo; ora il tribunale mi obbliga alle sostituzioni: decidete voi chidevo sostituire e mandare "a spasso"..."; di modo che passerebbe ai partitiil problemaccio della risoluzione della bollentissima patata lasciando aFlorido soltanto l'esposizione alla accennata nuova figuraccia cui sarà stato"costretto" ad esporsi a causa del suo ostinato atteggiamento minimale inmateria di "quote rosa". Né, in più e per altro aspetto, il presidente della Provincia è uscito beneda qualche improvvida nomina dirigenziale disposta... "senza pensare"! La limitazione impostaci dallo spazio disponibile ci impone per il momentodi fermarci qui, ma non ci dispiacerà tornare sul tema qualora - come èsempre possibile - la gara Florido-Stefàno "a chi fa peggio" tra i due debbacontinuare...

E. M.

L�8 Ottobre scorso presso il Salone degli Spec-chi del Palazzo di Città si è tenuta una conferenzastampa congiunta fra il Sindaco di Taranto IppazioStefàno e due medici di spicco della sanità taran-tina, il dott. Patrizio Mazza, primario del repartodi Ematologia dell�ospedale G. Moscati, e il dott.Giuseppe Merico, primario del reparto di Pediatriapresso l�ospedale SS. Annunziata. Tema dellaconferenza stampa l�aumento spropositato deitumori in età infantile.

Ecco le nostre riflessioni su alcune dichiarazionirilasciate dal Sindaco di Taranto che, per chi nonlo ricordasse, è la massima autorità sanitarialocale. Durante la conferenza i due medici presentisottolineavano come a Taranto ci sia un�incidenzadei tumori nei giovani del 3,5% ogni 10.000 giovaniin età adolescenziale a fronte dell�1,7% delle altrecittà italiane. Un�incidenza doppia, quindi.

Così il Sindaco ha cercato di individuare le

cause: �Primo fra tutti l�esposizione all�inquina-mento industriale, ma anche quello veicolare. Perquesto abbiamo intenzione di creare, entro l�anno,600 nuovi posti parcheggio�. Il Sindaco, poi, parlaanche di inquinamento elettromagnetico: «Bisognafar capire ai genitori che non devono far giocarei bambini con i cellulari perché sono pericolosi.Noi vogliamo trasformare Taranto da città indu-strializzata a città della conoscenza.».

Abbiamo pensato e ripensato alle affermazionidel Sindaco� Un qualunque cittadino, leggendoo ascoltando tali dichiarazioni, cosa potrebbepensare? Che in questa città c�è sì l�industriapesante ma se il numero dei tumori è doppiorispetto al resto d�Italia la colpa non è da ricercaresolo nelle industrie ma anche nell�uso spropositatodegli autoveicoli e dei cellulari! A questo punto,ricercando dati Istat e Censis degli ultimi anniabbiamo rilevato che non esistono studi che

dimostrino differenze sostanziali nel numero diautomobili e cellulari presenti a Taranto rispettoalle altre città di pari dimensione. Cosa ci distingueda esse allora? L�impatto industriale sull�inquina-mento del territorio tarantino è di oltre il 90%.Perché allora il Sindaco evidenzia e si impegnaper abbattere solo quel residuo 10% attraversola creazioni di rondò (dei quali Stefàno parlaspessissimo), di posti parcheggio o consigliandodi ridurre al minimo l�uso dei cellulari da parte deibambini, ma non interviene in maniera fattiva suquel 90% che è, in maniera palese, l�unica cosache distingue Taranto dalle città che hanno unincidenza dei tumori in età adolescenziale del50% inferiore? Perché quando vengono fuori datiempirici così allarmanti il Sindaco invita i genitoriad educare meglio i propri figli anziché puntareil dito verso chi danneggia la popolazione inmaniera molto maggiore? Perché parla di cellulari

Florido- Stefàno:la deprimente gara

"a chi fa peggio" tra i due

Tumori in aumento tra i bambini: per i medici ne sono causa le industrie, per Stefàno anche... auto e telefonini !

di Letizia SECONDO

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Pag. 15Novembre 2009 Qui T A R A N T O

Per dedurre lo svergognamento dell'inerzia del Sindaco di Tarantoin materia di tutela della salute dei Tarantini oppressi dalla gravissimasituazione ambientale della loro città si segua con attenzione quanto- tra l'altro - scritto dal Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia(Lecce) - Sezione Prima - nella sua sentenza sul ricorso (numero diregistro generale 738 del 2009) proposto dal Comitato Cittadino Refe-rendario per la Tutela della Salute e del Lavoro Taranto Futura, a seguitodella �mancata adozione, ai sensi degli artt. 50 e 54 del decretolegislativo 267/2000, di ordinanze contingibili ed urgenti, al fine diprevenire, limitare ed eliminare i gravi pericoli che minaccianol'incolumità pubblica e, quindi, la salute dei cittadini, ma, soprattutto,al fine di evitare ulteriori gravi danni in materia ambientale, disicurezza alimentare ovvero in materia igienico-sanitaria� :

�Con istanza in data 30 ottobre 2008, il ricorrente comitatocittadino chiedeva al Sindaco del Comune di Taranto l�adozionedi ogni atto utile ad evitare la grave situazione sanitaria dovutaall�inquinamento ambientale proveniente, in prevalenza, da lavo-razioni di tipo industriali.

Dinanzi all�inerzia protratta del Sindaco, il predetto comitatointerponeva gravame per la declaratoria di illegittimità del silenzioserbato, in particolare per violazione del principio comunitario dimassima precauzione degli artt. 50 e 54 del TUEL (Testo Unicosugli Enti Locali. N.d.R.) e dell�art. 217 del testo unico leggi sanitarie(TUS) e del conseguente obbligo di concludere il procedimentocon un provvedimento espresso.

Alla camera di consiglio del 3 giugno 2009, dopo la precisazionedelle conclusioni di parte ricorrente, la causa veniva infine trattenutain decisione.

Il ricorso è fondato e va accolto (...)

�..., a norma dell�art. 217 (del testo unico leggi sanitarie di cuial R. D. n. 1265 del 1934. N.d.R.) �quando vapori, gas o altreesalazioni � provenienti da manifatture o fabbriche, possonoriuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica, il podestà(oggi il sindaco, ovviamente) prescrive le norme da applicare perprevenire o impedire il danno�.

Il sindaco agisce in questa veste quale autorità sanitaria localechiamato ad esercitare poteri-doveri di controllo a tutela dell�am-biente e della salute pubblica, anche in caso di persistente inerziadei competenti organismi regionali e statali nelle suddette materie:dunque, l�oggetto proprio dell�istanza di cui si chiede in questasede l�adempimento.

Ai sensi degli art. 216 e 217 t. u. 27 luglio 1934 n. 1265, il sindacoè infatti titolare di un generale potere di vigilanza sulle industrieinsalubri e pericolose che può anche concretarsi nella prescrizionedi accorgimenti relativi allo svolgimento dell'attività, volti a prevenire,a tutela dell'igiene e della salute pubblica, situazioni di inquinamento,e tale potere è ampiamente discrezionale ed esercitabile in qualsiasitempo, sia nel momento in cui è richiesta l'attivazione dell'impianto,sia in epoca successiva (T.A.R. Veneto, sez. II, 16 dicembre 1997,n. 1754).

Presupposto per l�esercizio di siffatto potere è la sussistenzadi un concreto pericolo per l�ambiente e dunque per la salutepubblica, da valutare complessivamente a seguito di attenta edapprofondita istruttoria, e dunque previa consultazione ed avvisodegli organismi competenti in materia sanitaria ed ambientale(ASL, ARPA, etc.), nei sensi ed alle condizioni previste dall�art. 16della legge n. 241 del 1990.

Si sottolinea ancora come tale potere, il cui mancato esercizio

in presenza dei prescritti presupposti (fenomeni di grave inquina-mento ambientale e conseguente pericolo per la salute pubblica)determina tra l�altro i reati di danneggiamento e di omissione diatti d�ufficio ai sensi dell�art. 328, comma 1, c.p., sia tuttoraesercitabile � per quieta giurisprudenza (T.A.R. Liguria, sez. I, 8marzo 1996, n. 68; Cons. Stato, sez. V, 29 ottobre 1992, n. 1080) �anche in presenza di norme specifiche in materia di inquinamentocome ad esempio il d.P.R. 24 maggio 1988 n. 203 (cfr. T.A.R.Piemonte, sez. II, 5 febbraio 1998, n. 37).

Inoltre �l�art. 3-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006 (codicedell�ambiente), come introdotto dal decreto legislativo n. 4 del2008, disposizione, rubricata �principio dell�azione ambientale�,prevede che �la tutela dell�ambiente � deve essere garantita datutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche e giuridichepubbliche e private, mediante una adeguata azione che sia informataai principi della precauzione, dell�azione preventiva, della correzione,in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all�ambiente�.

(�)

Vi sono state �analisi compiute da plurimi e qualificati organismipubblici in materia sanitaria ed ambientale (ARPA, ASL di Brindisi,Lecce e Taranto, nonché Università di Bari) e prodotte nel presentegiudizio: al riguardo sono stati forniti dati piuttosto allarmanti,costituiti in sostanza dalla presenza di patologie legate alla parti-colare incidenza di fattori di origine per l�appunto industriale. Ciònon può che costituire, ovviamente, base di iniziale riflessione perl�attività che l�autorità comunale è chiamata nella specie ad eser-citare, senza per questo precludere alla stessa la possibilità diattivare ulteriori canali istituzionali di consultazione a caratteretecnico-scientifico, nell�obiettivo condiviso di giungere ad unaseria ed approfondita istruttoria.�

�Sulla scorta di questo sopra esposto, e nei sensi appenaprecisati, il ricorso (di Taranto Futura. N.d.R.) merita dunqueaccoglimento, sebbene limitatamente al solo obbligo di provvedere,conseguendone l�ordine alla Amministrazione intimata di provvedereespressamente sull�istanza del comitato ricorrente, secondo quantoappena precisato, nel termine di giorni 90 dalla comunicazione onotificazione della presente sentenza.

Le spese di giudizio vanno poste a carico dell�amministrazionesoccombente e vengono liquidate come da dispositivo.

Per Questi MotiviIl Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, Lecce,

Sezione Prima, definitivamente pronunciando sul ricorso n. 738/2009indicato in epigrafe, lo accoglie e, per l�effetto assegna al Comunedi Taranto il termine di 90 giorni, decorrente dalla comunicazio-ne/notificazione della presente sentenza, per concludere con attoespresso il procedimento relativo alla diffida presentata dal comitatoricorrente il 30 ottobre 2008.

Liquida le spese di giudizio in euro 750 (settecentocinquanta),oltre IVA e CPA, da porre a carico dell�amministrazione soccom-bente.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autoritàamministrativa.

Così deciso in Lecce nella camera di consiglio del giorno03/06/2009 con l'intervento dei Magistrati:

Aldo Ravalli, Presidente Carlo Dibello, Referendario Massimo Santini, Referendario, Estensore

Nelle parole del TAR di Leccelo svergognamento

dell'inerzia di Stefàno

e non di antenne quando fa riferimento all�in-quinamento elettromagnetico? In questa città ilnumero di antenne è elevatissimo, ci sono quartieriin cui ve ne sono alte di oltre 30 metri accantoalle quali si vogliono porre, in base alle richiestedei gestori, ulteriori antenne. Perché parlare diridurre l�uso dei cellulari da parte dei bambini enon impegnarsi per ridurre il numero di antennee pretendere la sostituzione delle vecchie instal-lazioni con altre più nuove e meno dannose?Perché non fare come il Governo francese cheha formulato una proposta di legge per ridurre idanni fisici e psicologici dei cellulari sui ragazzi,se si ha così a cuore il loro futuro? Sembra quasiun volersi nascondere dietro un dito, un volermetter fumo negli occhi della cittadinanza. Le autoproducono in gran parte PM10 che è sì dannoso,ma mai quanto i Pm2,5 e inferiori prodotti dall�in-dustria e dagli inceneritori presenti numerosi nella

provincia ionica. Perché parlare di auto, di postiparcheggio, di rondò e non di riduzione delleemissioni dell�industria?

A Taranto un bambino di 6 mesi ha la leuce-mia� È colpa forse dei cellulari o del trafficoveicolare? Il dott. Patrizio Mazza non ha dubbi eafferma, riguardo l�Ilva, che «Per me va chiusotutto. Niente ridimensionamento, né spostamenti.».Quindi le cause vanno attribuite, quasi in toto,all�industria pesante (non solo l�Ilva, certo, ma il93% della diossina industriale italiana è prodottalì: un primato difficile da battere!). La situazionea Taranto è terribile, e che si affianchino allecause di carattere industriale quelle dovute altenore di vita dei cittadini, che è lo stesso di quellodelle altre città di pari dimensione, pare quantomeno azzardato.

Ci si aspetta una posizione più netta dallamassima autorità sanitaria locale. Ci si aspetta

che oltre a ridurre il traffico e a dare suggerimentialle famiglie si impegni per eliminare l�unica causa,la più grande, sulla quale i cittadini, senza lavolontà politica, poco possiono incidere: l�inquina-mento industriale. C�è davvero bisogno del registrotumori per capire che a Taranto qualcosa nonva? Bene, facciamo sì che ci sia. Ma basta coni tentativi di deviare lo sguardo da quelle che sonole vere fonti colpevoli delle malattie in questa città,basta parlare di telefonini e automobili che, forse,è in altre città che, se ridotti, migliorano la qualitàdella vita. A Taranto ci vuole ben altro! Le ammi-nistrazioni che si sono susseguite negli anni hannosempre fatto �orecchio da mercante�. Quellaattuale ha ostacolato per ben due anni il Referen-dum che permetterebbe ai cittadini di esprimersiin prima persona. Ma ormai i Tarantini non mol-lano: questa Città può e deve riprendersi il propriofuturo. Un futuro diverso, migliore.