Bolognesi, Giampaolo - Tecniche Antiche, Blue Prints Le Stampe Blu

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Laboratorio Una delle più semplici delle antiche tecni- che di stampa (AT) è senza dubbio quella delle stampe cosiddette blu - altrimenti no- te come cianografie - che usano sostan- zialmente lo stesso processo con cui si ot- tenevano - una volta, ora non più, c'è qual- cosa di meglio - le copie dei disegni da lu- cidi. Semplici, perché i prodotti chimici sono di facile reperimento e di basso costo - ne par- leremo poi - perché l'immagine si forma a vista e perché il trattamento è straordina- riamente semplice... si sviluppa in... acqua! La parte più impegnativa è la preparazione del negativo di formato pari alla stampa che si desidera ottenere: è la caratteristica co- mune a tutte le AT. Le soluzioni, o le miscele, con cui si sen- sibilizza la carta, non sono certamente con- frontabili con la gelatina-bromuro delle car- te del commercio. D'altra parte, mentre la ripresa richiede negativi molto sensibili per fermare l'attimo fuggente, la stampa opera su soggetti tipicamente fermi, per i quali il tempo di posa non pone limiti. Le stampe blu si ottengono spennellando una qualsiasi carta da disegno, meglio se di buona grammatura, come la Fabriano F4, con una soluzione di sali di ferro. Blue Prints, le stampe blu La preparazione del negativo originale grande formato (OGF) Partendo da un negativo, anche 24x36, sia B&N che a colori, occorre farne un con- trotipo positivo, da cui si potrà poi ottenere l'OGF (negativo grande formato) con l'in- granditore. Il materiale più adatto per il controtipo è senza dubbio la Technical Pan 2415 della Kodak, un'emulsione straordinariamente flessibile, con cui si possono avere positi- vi in un'ampia gamma di valori di densità e di contrasto. E' preferibile esporre la TP 2415 35mm - reperibile sia in caricatori da 36 pose, che in scatole da 30m - con i convenzionali sistemi di riproduzione con la reflex; la stam- pa per contatto diretto non riesce a evitare i tanti puntini prodotti dall'onnipresente polvere. Con un I.E. (indice di esposizione) di 125-160, un po' di bracketing per ottimizzare il risultato, si sviluppa poi per 4'-5' a 20°C in D-163: metolo 2.5g; sodio solfito ani- dro 75g; idrochinone 17g; sodio carbonato anidro 65g; potassio bromuro 3g; acqua fino a 1000ml. E' un ottimo rivelatore per carte, da diluire 1:2 per l'uso. Arresto, fissaggio convenzionale, lavaggio a fondo alla fine. Il positivo viene poi stampato - per ingrandimento, nel formato richiesto - su mate- riale ortocromatico per arti grafiche. Si può usare anche il lith, che però richiede lo sviluppo in D-163 diluito 1:9. Ho utilizzato la 3M Imation CN, trattata in D-163 1:5. Non è facile dare i valori precisi d'esposizione e di trattamento senza conoscere le caratteristiche del positivo, l'ingrandimento e la potenza della lampada dell'ingran- ditore. In linea di massima, si può cominciare a provare con una decina di secondi, a f/8 e con 10x. L'OGF dovrà avere una densità massima di circa 2, con dettagli nel- le ombre. Partendo da una diacolor 24x36 sembrerebbe più facile ottenere- diretta- mente per ingrandimento - un OGF negativo. La corretta riproduzione dei toni, il ros- so della dia in particolare - vorrebbe però un materiale pancromatico, meno comodo da trattare, dovendo operare al buio. Una stampa blu, ottenuta con una posa di 15 minuti, con un bank di 5 lampade fluorescen- ti UV-A a 25cm di distanza.

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Laboratorio

Una delle più semplici delle antiche tecni-che di stampa (AT) è senza dubbio quelladelle stampe cosiddette blu - altrimenti no-te come cianografie - che usano sostan-zialmente lo stesso processo con cui si ot-tenevano - una volta, ora non più, c'è qual-cosa di meglio - le copie dei disegni da lu-cidi. Semplici, perché i prodotti chimici sono difacile reperimento e di basso costo - ne par-leremo poi - perché l'immagine si forma avista e perché il trattamento è straordina-riamente semplice... si sviluppa in... acqua! La parte più impegnativa è la preparazionedel negativo di formato pari alla stampa chesi desidera ottenere: è la caratteristica co-mune a tutte le AT. Le soluzioni, o le miscele, con cui si sen-sibilizza la carta, non sono certamente con-frontabili con la gelatina-bromuro delle car-te del commercio. D'altra parte, mentre laripresa richiede negativi molto sensibili perfermare l'attimo fuggente, la stampa operasu soggetti tipicamente fermi, per i quali iltempo di posa non pone limiti. Le stampe blu si ottengono spennellandouna qualsiasi carta da disegno, meglio se dibuona grammatura, come la Fabriano F4,con una soluzione di sali di ferro.

Blue Prints, le stampe blu

La preparazione del negativo originale grande formato (OGF)Partendo da un negativo, anche 24x36, sia B&N che a colori, occorre farne un con-trotipo positivo, da cui si potrà poi ottenere l'OGF (negativo grande formato) con l'in-granditore. Il materiale più adatto per il controtipo è senza dubbio la Technical Pan 2415 dellaKodak, un'emulsione straordinariamente flessibile, con cui si possono avere positi-vi in un'ampia gamma di valori di densità e di contrasto. E' preferibile esporre la TP 2415 35mm - reperibile sia in caricatori da 36 pose, chein scatole da 30m - con i convenzionali sistemi di riproduzione con la reflex; la stam-pa per contatto diretto non riesce a evitare i tanti puntini prodotti dall'onnipresentepolvere. Con un I.E. (indice di esposizione) di 125-160, un po' di bracketing per ottimizzareil risultato, si sviluppa poi per 4'-5' a 20°C in D-163: metolo 2.5g; sodio solfito ani-dro 75g; idrochinone 17g; sodio carbonato anidro 65g; potassio bromuro 3g; acquafino a 1000ml. E' un ottimo rivelatore per carte, da diluire 1:2 per l'uso. Arresto, fissaggio convenzionale, lavaggio a fondo alla fine. Il positivo viene poi stampato - per ingrandimento, nel formato richiesto - su mate-riale ortocromatico per arti grafiche. Si può usare anche il lith, che però richiede losviluppo in D-163 diluito 1:9. Ho utilizzato la 3M Imation CN, trattata in D-163 1:5. Non è facile dare i valori precisi d'esposizione e di trattamento senza conoscere lecaratteristiche del positivo, l'ingrandimento e la potenza della lampada dell'ingran-ditore. In linea di massima, si può cominciare a provare con una decina di secondi,a f/8 e con 10x. L'OGF dovrà avere una densità massima di circa 2, con dettagli nel-le ombre. Partendo da una diacolor 24x36 sembrerebbe più facile ottenere- diretta-mente per ingrandimento - un OGF negativo. La corretta riproduzione dei toni, il ros-so della dia in particolare - vorrebbe però un materiale pancromatico, meno comododa trattare, dovendo operare al buio.

Una stampa blu, ottenuta conuna posa di 15 minuti, con unbank di 5 lampade fluorescen-ti UV-A a 25cm di distanza.

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Ci sono due diversi composti blu, molto in-solubili: il blu di Prussia, che si ha per rea-zione tra un sale di ferro trivalente e il fer-rocianuro di potassio - ed è quindi il ferro-cianuro ferrico -, e il blu di Turnbull, pro-dotto dalla reazione fra un sale di ferro bi-valente e il ferricianuro di potassio: è quin-di il ferricianuro ferroso; si noti la diffe-renza fra i due sali di potassio, il ferrocia-nuro, o prussiato giallo, e il ferricianuro, oprussiato rosso. Sotto l'azione della luce, ilFe trivalente si trasforma in Fe bivalente;volendo quindi ottenere il blu per effettodella radiazione luminosa, useremo un sa-le di Fe trivalente con ferricianuro di po-tassio. Il ferricianuro ferrico che se ne ot-tiene è solubile e colorato in giallo; nellezone colpite dalla luce - le più trasparentidel negativo - il sale di Fe trivalente passaa bivalente e reagisce con il ferricianuro dipotassio per dare il blu di Turnbull, cioè ilferricianuro ferroso.

In praticaPassando alla pratica del processo, prepa-reremo la soluzione di sensibilizzazionemiscelando al momento dell'uso, in luce at-tenuata, volumi uguali di due soluzioni: a

- 25g di citrato ferrico-ammoniacale verdein 100ml d'acqua distillata; b - 25g di fer-ricianuro di potassio in 100ml d'acqua di-stillata. Le due soluzioni si conservano in-definitamente. La miscelazione può dar luogo a un legge-ro precipitato blu; in tal caso si filtra e siusa la soluzione limpida, senza corpo difondo. Sempre in luce attenuata, il foglio di carta,ancorato a un robusto cartone con quattropezzetti di nastro scotch, viene spennella-to con la soluzione sensibilizzatrice, conveloci passate, curando di ricoprire unifor-memente tutta la superficie. Si asciuga, senza scaldare troppo, con l'a-ria calda di un asciugacapelli; la superficieassume un bel colore giallo limone. In que-sto stato il foglio può essere conservato -allo stato ben secco in contenitori sigillati-, usando magari un sacchettino di silica-gel, che trattiene l'umidità. Una carta mal conservata vira al giallo-ver-de, poi al verde e infine al blu, diventandoinutilizzabile. Per le stampe blu - la solu-zione sensibilizzante dà alla carta un con-trasto elevato - occorrono negativi morbi-di: negativi, naturalmente, perché il blu di

Turnbull si forma in corrispondenza dellezone più trasparenti, dando le maggiori den-sità. La sorgente di luce per l'esposizione saràdel tipo UV-A, quella delle lampade ab-bronzanti; si può risparmiare usando la lu-ce del sole, che però è caratterizzata da uncontenuto di raggi UV non riproducibile enon facilmente valutabile. Con un po' diesperienza è tuttavia possibile servirsene,imparando a valutare la densità dell'imma-gine, a mano a mano che si forma. Le zo-ne più esposte assumono un colore blua-stro o violaceo, che si intensifica anche fi-no al metallizzato. Si procede poi con il semplicissimo svi-luppo: si lava in acqua corrente fino a schia-rimento delle alte luci: il blu si intensifica.È poi opportuno eliminare le tracce resi-due di sali di ferro con un lavaggio di unpaio di minuti in acqua acidulata con un po'di acido cloridrico. Lavare e porre ad asciu-gare.Fine della storia... facile, non vi pare?

Giampaolo Bolognesi

Le stampe blu possono essere utilizzate ancheper ritratti ambientati.