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BOLLETTINOSALESIANO

Anno LXVIII - n . 1

GENNA I OFEBBRAIO1944 - XXII

SOMMARIO: Il IV Successore di San Giovanni Bosco ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane - Sotto la cupoladell'Ausiliatrice - In famiglia - Tesoro spirituale - Dalle nostre Missioni : Egitto, Palestina, Cina, India, Tailandia -

Il Giubileo d'Oro delle Missioni Salesiane dell'Equatore - Necrologio - Crociata missionaria .

II IV Successore di San Giovanní Boscoai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane,Benemeriti Cooperatori

e Benemerite Cooperatrici,

Mai- come oggi ho sentito in cuore viva labrama d'indirizzarvi una parola che riesca aportare luce di serenità e balsamo di confortoal vostro spirito . Quando la bufera è universale,su tutti indistintamente si scatenano disastri esciagure : per questo sarebbe mio ardente desi-derio a tutti far giungere una voce rasserenatricee confortante .

Nell'anno testè trascorso io vi eccitava allasperanza. Oggi vi dico : Accostiamoci a Diocon pienezza di Fede . È questa la Strenna cheS. Giovanni Bosco ci manda dal Cielo .

Intorno a noi tutto, a volte, sembra crollo erovina : allora soprattutto dobbiamo ricordareche, a nostra difesa, da Gesù Cristo ci fu datolo scudo della fede .

In alto adunque gli occhi e soprattutto ilcuore. Iddio è lassù, sempre Padre : è Lui stessoche vuol essere chiamato Padre delle misericordie .

L'umanità, allontanatasi da Gesù Cristo- Via, Verità, Vita - è venuta fatalmentea trovarsi fuori della retta via, nella nottebuia dei propri errori priva, quasi affatto deipalpiti di quell'amore che solo è vita .

È dovere di tutti pregare e adoperarsi perchètanti sventurati fratelli ritrovino alfine il corag-gio di rimettersi sulla via che riconduce al Re-dentore divino . Gesù, dall'alto della Croce, conle braccia aperte e protese, altro non anela chestringerci al cuore.

Si direbbe che in taluni la visione fantasma-gorica della strapotenza guerriera, che al suo

passaggio scatena vendette e semina stragi, abbiaquasi offuscato, almeno in parte, il giusto con-cetto della bontà di Dio .

No, cari Cooperatori, le vie dell'Altissimo nonsono le vie dell'uomo . L'onnipotenza divina, purnello sfolgorìo delle sue incomparabili grandezze,è sempre ed intieramente nelle mani della Mi-sericordia, teneramente protesa a soccorso delleumane miserie.

In alto i cuori .

Fede, Cooperatori e Cooperatrici, Fede! Anzi,pienezza di Fede!

Iddio è Padre : Egli ci considera ed ama cometenerissimi figli . La sua bontà effusiva poi éparticolarmente disposta ad accoglierci nelle oredella prova e del dolore. A nostro conforto Eglistesso ha voluto farci conoscere che le sue mi-sericordie sono al disopra di tutte le sue opere .

Non già che da questo si debba prendere ansaper offenderlo, come fanno taluni che sono cat-tivi appunto perchè Dio è buono, appoggiandosisulla sua misericordia per continuare nella impe-nitenza .

Neppure però si deve cadere nell'eccesso op-posto di quelli che si ostinano a considerareIddio unicamente come vindice e giustiziere,dimenticando ch'Egli è, invece e soprattutto, diciascuno di noi, il Padre, il Fratello, l'Amico .

Guai, se la sfiducia giunge a seccare le fontidel sereno coraggio: ci troveremmo piombati inun pessimismo asfissiante e infecondo!

Permettete perciò, o carissimi Cooperatori ezelanti Cooperatrici, ch'io vi ripeta: In altoi cuori! Iddio ci ama di amore infinito : per

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questo c'illumina e con mano soccorritrice ciguida e sorregge sulla via che conduce alla fe-licità senza fine.

Potrà sembrarci talvolta che l'aiuto divinonon giunga sì tosto, come sarebbe nei nostri de-sideri . In questi casi però dobbiamo avere il co-raggio di domandarci se realmente noi siamo sustrada buona, e cioè sul binario dei comandamentidi Dio e della Chiesa.

Anche quando, poi, la misericordia divinaeffettivamente tardasse a manifestarsi, possiamoessere certi che essa così dispone per riaccenderela nostra fede forse assopita o per rendere piùfiduciosa la nostra speranza .

Troppe volte infatti le preoccupazioni nostresono quasi del tutto rivolte alle cose di quaggiù,alle sollecitudini del tempo ; mentre a Dio, chevuole il nostro vero bene, sta più a cuore ciò chegiova alla nostra salute eterna, per la qualeversò fin l'ultima stilla del suo preziosissimoSangue .

Anche allora, però, la misericordia divina,dimenticando quasi le nostre incomprensioni, lenostre manchevolezze, gli stessi nostri peccati,è disposta a stendere su tutto e su tutti il mantodel perdono, appena esca dai nostri cuori ungemito di dolore e di preghiera implorante cle-menza. Noi sappiamo, e forse per esperienza,che la sua longanimità non ha limiti, e che lasua mano è sempre alzata a trattenere la spadadella giustizia che vorrebbe vendicare i delittidei mortali . Che più? La sua bontà continua afar scendere sui cuori più ingrati e indurititutta l'abbondanza delle sue benedizioni .

E poi così teneramente infinita la misericordiadivina, che, per operare, non aspetta neppure chea lui indirizziamo le nostre suppliche : si direbbeche si accontenti che, con fiduciosa schiettezza,le presentiamo le miserie nostre, anche se sitratta di ferite profonde, sanguinanti, forsecancrenose. Anzi, neppur questo parrebbe ri-chiedere Iddio, tanto si fa sentire presente ovun-que stavi un cuore straziato dal dolore . E sela nostra caparbietà e malizia, allontanandocida Lui, - e non già Iddio da noi - aperseronella nostra anima piaghe ulcerose, la miseri-cordia divina si china tosto a guarirle, purchénoi non ricusiamo di corrispondere alla bontàdel suo Cuore .È vero, Iddio permette a volte che noi sen-tiamo i castighi di cui sono causa i nostri pec-cati, ma ciò Egli acconsente che avvenga in que-sta vita, appunto perché vuol premiarci poi conla beatitudine nell'altra .

Coraggio, Cooperatori carissimi : sono passeg-geri i mali di quaggiù ; saranno invece eternigl'ineffabili gaudii del Cielo.

Con questi sentimenti iniziamo fiduciosi ilNuovo Anno, che vogliamo sperare sia alfineapportatore di pace : di quella pace veramentecristiana, auspicata dal Vicario di Gesù Cristonel suo paterno e luminoso Radiomessaggio na-talizio .

Andiamo ogni giorno ad attingere conforto esperanza alle inesauste sorgenti della divina mi-sericordia, le sole che possano renderci serena-mente ottimisti e coraggiosamente operosi.

Ricordiamo a nostro stimolo le confortatriciparole del S. Padre. La vigilia di Natale Egliconcludeva il suo discorso ai Cardinali dicendo :« Ci sentiamo nell'intimo dell'animo mossi aimplorare per voi, in giorni di tanto travaglio,ma anche di fervida speranza e di vigile attesa,quella coraggiosa prontezza che vi faccia fortialle sofferenze e alle lotte, racchiuse nei misteridel Presepio e della Croce, fonti d'ineffabileamore sgorgante dal cuore di Cristo, insieme conquella sicurezza della vittoria, che si nutre delle -ineffabili promesse di Dio, che ha vinto il mondoe ci esortò a confidare in Lui » .

E quanto grande e urgente bisogno sentiamotutti di questo slancio fecondo per l'immanelavoro ricostruttivo, in tutti i settori, del pros-simo domani!

Coraggio adunque! Accostiamoci a Dio conpienezza di Fede . Chi, animato da codestafiducia, si preoccupi seriamente degl'interessi dellaPatria celeste, sarà anche valido ricostruttoredell'armata Patria terrena .

Ciò che più urge.

Ciò che più urge è ricondurre a Dio con laparola, con l'apostolato, con la preghiera, so-prattutto con l'esempio, i fratelli disorientatie sconvolti . necessario proclamarlo alto e forte,facendoci eco della voce del Vicario di GesùCristo : è questo il primo, il più urgente, il piùc tace lavoro costruttivo! Ricordiamo il solenneE rudimini del S. Padre. Lo intendano alfine ireggitori, i dirigenti di tutte le gerarchie, gliamministratori dei popoli . Vengano in buonaora i programmi di ricostruzione finanziaria,agricola, industriale, assicurativa, sociale : mase ad essi verrà a mancare l'unico e veramenteinconcusso fondamento della rigenerazione reli-giosa e morale, ogni lavoro sarà vano e sullaumanità, lontana da Dio e ribelle alla sua legge,si addenseranno ben tosto nuovi flagelli piùstrazianti e annientatori dei presenti. Solo ac-costandosi a Dio, le masse e i loro capi ri-troveranno, con la luce della fede e l'ardoredella carità, fecondità di opere e vero, dure-vole, insostituibile benessere .

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Al fianco di ciascuno di noi, per quest'operadi ricostruzione e di amore, sia Maria Ausilia-trice, nostra Madre : sia l'Apostolo della ca-rità, della gioventù, del popolo, S . GiovanniBosco!Benemeriti Cooperatori e zelanti Coopera-

trici, poichè mi sono proposto di arrecarvi sololuce di fede, fiamma di speranza, balsamo diconforto, tralascio di elencarvi le molte nostrechiese e case ridotte a macerie, le opere stron-cate, i bisogni nostri superiori a ogni umanaimmaginazione.

Mi limito invece a dirvi - e vorrei farlocon la efficacia del nostro grande Padre Don Bo-sco - che ho illimitata fiducia nella DivinaProvvidenza, e perciò anche in voi che ne sietei rappresentanti e la mano amorosamente soc-corritrice .

Le condizioni presenti non mi permettono dipresentarvi un qualsiasi elenco delle opere com-piute nell'anno testi decorso e di quelle checi proponiamo di svolgere nel 1944 . A pacecompiuta, vi faremo conoscere, con dati sicurie completi, tutto ciò che, con l'aiuto di Dio econ la carità vostra, ci fu e ci sarà dato di com-piere anche tra i marosi della tremenda burrascae il fragore assordante delle anni .

Il nostro nuovo Cardinale Protettore .

Prima di chiudere questa lettera sento il do-ver e di comunicarvi due importanti notizie .

Il 4 novembre u . s. spirava serenanente aRoma l'Em .mo Sig. Card. Vincenzo la Puma,nostro amatissimo Cardinale Protettore . - Di luiparlò ampiamente il Bollettino : io però voglioricordarlo nuovamente al vostro affetto e so-prattutto raccomandarlo ai vostri suffragi . Eglifu per noi amantissimo padre, e la sua memoriasarà sempre in benedizione nella Famiglia Sa-lesiana.

Passato il periodo del lutto, ci rivolgevamo alSanto Padre, perchè si degnasse di concederciun nuovo Cardinale Protettore . E S. S. Pio XII,con bontà sovrana, ci collocava sotto il mantopaterno dell'Em .mo Sig . Card. Carlo Salotti,Vescovo di Palestrina, Prefetto della S . Congr .dei Riti . Il suo nome era nella mente e nel cuoredi tutti, e perciò la sua nomina suscitò e susciterà,a misura che la notizia potrà propagarsi, unavera ondata di esultante letizia nei Salesiani,nelle Figlie di Maria Ausiliatrice, nei Coope-ratori e nelle Cooperatrici, negli Ex-allievi enelle Ex-allieve, negli Alunni e nelle Alunnedegli Istituti di S. Giovanni Bosco .L'Em.mo Cardinal Salotti ebbe una parte

assai rilevante nei processi di Beatificazione e

Canonizzazione del nostro Santo Fondatore,come pure nel processo del Venerabile DomenicoSavio e di altri nostri Servi di Dio : di S. Gio-vanni Bosco, poi, e di Domenico Savio scrissela Vita in modo veramente mirabile . Conosci-tore come pochi dello spirito del nostro grandi,Padre, saprà guidarci con norme sapienti e aiu-tarci con l'incomparabile grandezza del suocuore di padre .

In nome di tutti io prometto a lui preghiereferventi e soprattutto filiale corrispondenza conla santità della vita e lo zelo delle opere .

Proposte pel nuovo anno .

A questo punto voi mi chiederete quali sianole proposte per il Nuovo Anno . Eccole in brevis-sime parole.

1°) - Animati da pienezza di Fede, pro-digatevi nel fare del bene a tutti, specialmenteai fratelli che soffrono, e in particolare allanostra cara gioventù, soprattutto la più bi-sognosa .

2° - Lavorate per diffondere nel popolo, ein modo speciale tra gli operai delle industrie edei campi, le verità della Fede. Fate loro cono-scere le sollecitudini costanti, paterne, efficacidi S. S. Pio XII a soccorso di tutti coloro chesoffrono . Adoperatevi a tale scopo con la parolae con la diffusione di foglietti e libretti speciali .

3° - Continuate ad aiutarci a sostenere inostri giovanetti poveri e orfani, e il nostro per-sonale in formazione . Appena cessato il con-flitto, avremo bisogno di vere falangi di lavora-tori e di apostoli in tutti i campi e sotto tuttii cieli . I nostri eroici missionari sono in trepidaattesa di riprendere l'immane lavoro con accre-sciuti mezzi e braccia più numerose e robuste .

Dal Santuario dell'Ausiliatrice e dall'Altaredi S. Giovanni Bosco vi mando una specialebenedizione, che desidero e prego scenda su divoi, sulle persone che vi sono care, vicine o lon-tane, sui vostri interessi materiali e spirituali,sulle vostre sante intenzioni di zelo, sulla caraPatria nostra .

Con riconoscente affetto mi professo

Torino, 31 dicembre 1943 .

vostro obblig .mo in G. e M .

Sac. PIETRO RICALDONE'Rettor Maggiore .

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SOTTO LA CUPOLADELL'AUSILIATRICELa liturgia dell'Avvento ha ridestato più

che mai nei nostri cuori l'ansiosa attesa dellagrazia del Divin Salvatore di cui la poveraumanità sente tutta l'urgenza per l'angosciadel presente e per l'orrore dell'avvenire . Nellaraccolta intimità della famiglia ci siamoquindi preparati al ciclo Natalizio infervo-rando le nostre preghiere di ardenti suppliche .La novena non potè raggiungere la consuetasolennità per l'assenza dei nostri giovani .Parrochiani e fedeli accorsero tuttavia in buonnumero anche alla quotidiana predicazionetenuta dal nostro Don Zerbino, al canto delleProfezie ed alla benedizione Eucaristica .

La sera della vigilia, cantò la Messa il Ret-tor Maggiore . La Basilica colla sua suggestiva

illuminazione pareva riflettere un po'di quella « luce vera che illumina ogniuomo che viene in questo mondo»,ma che da troppi è purtroppo osti-natamente contrastata perchè prefe-riscono le tenebre alla luce .

In presbiterio faceva servizio unbel numero di alunni artigiani delPiccolo Clero . La scuola di cantodei nostri confratelli e studenti diTeologia svolse egregiamente il pro-gramma corale . Il giorno della festa,consolante concorso ai Santi Sacra-menti, nonostante i disagi dello statodi guerra. Il grandioso presepio deglianni normali venne ridotto ai per-sonaggi ed elementi essenziali, mariusci grazioso ed attraente . Oltrealla Messa di comunità, vi fu unaseconda Messa cantata alle 9,30, emesse, ai vari altari, ininterrotta-mente fino alle 12,30 .

L'Oratorio festivo si animò di gio-vani e di fanciulli che ebbero le lorofunzioni nella cappella di San Fran-cesco di Sales . Le associazioni cari-tative fecero miracoli per soccorrerei più poveri. Dodici di essi venneroinvitati alla mensa dei Metropolitaniche, dopo la Messa di mezzanotte ce-lebrata dal sig. Don Puddu nellaloro caserma, si trattennero in se -rena allegria insieme al cappellanoD. Vico, col pensiero e col cuore atanti cari lontani .

Nel pomeriggio, canto dei Vespri e discorsodi occasione coronato dilla benedizione Eu-caristica impartita dal Rettor Maggiore .

Col 31 dicembre si chiuse anche quest'al-tro anno angustiato da tanti orrori e da tantidelitti . Noi però abbiamo cantato di cuore ilTe Deum al Signore, ben sapendo che i maliche ci affliggono sono frutto della malizia edell'iniquità degli uomini che hanno disprez-zato anche le ripetute implorazioni del Vi-cario di Cristo per la giusta pace ; mentreIddio non ha cessato di prodigare la sua graziae la sua misericordia a tutti coloro che conumiltà di cuore si son rivolti a Lui . Ci pre-parò al rendimento di grazie un apposito fer-vorino il quale ci invitò ad un serio esamedi coscienza sul passato, a sensi di sinceropentimento pei peccati commessi ed a fermipropositi di vita migliore per l'avvenire .

Impartì la Benedizione Eucaristica il Ret-tor Maggiore, il quale prima di mandarci ariposo, ci diede anche la «strenna» tradi-

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zionale compendiata in queste parole : Acco-stiamoci fiduciosi a Dio con pienezza di fede esentiremo l'efficacia della sua misericordia in-finita .

Egli stesso ce ne fece un breve commento,persuadendoci sempre più che solo da Diopossiamo sperare sollievo alla colluvie di maliche ci opprimono, perché solo Iddio riesce arendere gli uomini probi ed onesti, a tempe-rare le umane passioni ed a far trionfare quellospirito di carità che affratella e concilia glianimi nella concordia della vera pace .

IN FAMIGLIAIl successo di una iniziativa .

Abbiamo già informato i nostri Cooperatorid'una provvida iniziativa presa dal nostroRettor Maggiore allo scopo di diffondere iprincipi cristiani in mezzo al popolo ed aglioperai: l'estensione della Crociata Catechi-stica colla pubblicazione periodica di fogliettie volumetti in stile facile e piano che trattanoargomenti vitali .

L'iniziativa ha avuto, grazie a Dio, un verosuccesso. La collana Lux ha incontrato l'in-teresse del pubblico a cui è destinata, e, men-

tre migliaia di fascicoli si vendono nelle stesseedicole dei giornali in parecchie delle nostrecittà più industriali, altre migliaia vengonoprofferti agli operai e al popolo dalle Confe-renze di S . Vincenzo de' Paoli, dai Cappel-lani del Lavoro, dall'Opera Nazionale Assi-stenza Religiosa e Morale agli Operai, e daiSacerdoti che occasionalmente passano a direuna buona parola nelle fabbriche e nelle offi-cine, dalle Suore che allestiscono le menseaziendali e da tanti amici di buona volontà .

Siamo lieti ora di poter offrire l'elenco deifoglietti e libretti stampati che sono a disposi-zione di chiunque voglia imitare questo santoapostolato .

Sono già usciti i primi 16 libretti e 15 fo-glietti che trattano argomenti di grande inte-resse e attualità .

1 . Luce nella tempesta, di Mons . ANGRISANI, sulproblema della Provvidenza di fronte ai mali cheaffliggono l'umanità .2 . L'amico, di D . Bertetto, sul sacerdote : maestroe fratello dell'operaio .

3 . Tenere la destra, di A. MIRABEL . Le vere causedei mali attuali e la via per il ritorno alla pace .

4 . Il peggior veleno, di A. PILLA . Le letture cat-tive nelle loro disastrose conseguenze .5 . Il Papa, di L . TERRONE . Il vicario di Cri-sto nella sua sublime grandezza e i doveri del cri-stiano verso di lui .

6 . Rose rosse, di A. Alessi . Bozzetti palpitanti direaltà sulla regina delle virtù : la carità .

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7 . Fuori i documenti . Difesa dell'opera del pa-pato fatta da tre operai .

8 . Il lavoro, di A. Cantono, visto nella luce diCristo e del Cristianesimo .

9. Orcocane e orcaloca, di A. COJAZZI, contro labestemmia .10 . La figlia del sole, di ISIDE M. per signorine,sull'opera della Grazia divina nell'anima .11 . La voce del Padre . Il Radio-Messaggio diS. S . Pio XII agli operai nella Pentecoste del 1943 .

12 . Cuori che si cercano, di L. GESSI. Magnificodocumentario dell'opera svolta dal Papa a favoredei prigionieri di guerra .

13 . Guai! di D . SANGIUSTESE : ripete il tremendomonito di Gesù agli scandalosi .

14 . Catene infrante, di A. M . ALESSI . Il sanguedi Gesù è maglio potente che spezza ogni catena nelSacramento augusto della Confessione .

15 . La fine del mondo, di A . DALLA ROVERE.Realtà e responsabilità di ciascuno di fronte al giu-sto giudizio di Dio .

16 . Io credo, di A. M. A . Serie di episodi illu-

strativi del Credo, il compendio sacro delle veritàche dobbiamo credere .

Di prossima pubblicazione :

17 . Vette, pianure, colline . Il problema delle dif-ferenze sociali nel pensiero cristiano .

18 . Luce che uccide . Il cinema e le sue conse-guenze .

19 . Fiamma nella notte . Per signorine . Il divinoapostolato dell'allegria e del buon esempio .

20 . Conigli . Contro il rispetto umano .21 . Rose silvestri. Bozzetti sull'ignoranza reli-

giosa .22 . Giustizia . Il sacrosanto dovere per ogni cri-

stiano di ascoltare la S . Messa .

Foglietti già pubblicati :

1. Il Papa e la pace .

Di prossima pubblicazione :

16. Mamme e mamme . . .17 . Ti voglio così . (La giovane cristiana) .18. Quanto vali! (Il valore del composto umano) .19. Ma che fa Dio ? ( In quest'ora tremenda) .

I libretti sono in vendita a L . 1 caduno ; ifoglietti, a due colori, L. 7 al cento .

Sconti speciali per ordinazioni superiorialle 50 copie .

Chi desiderasse un saggio chieda alla Li-breria della Dottrina Cristiana Colle D. Bosco -Castelnuovo D. Bosco (Asti) la « Busta Lux »L. 5 che contiene 5 libretti e 10 foglietti as-sortiti .

Se c'è un tempo in cui i lavoratori debbonopensare a Cristo operaio è proprio questotormentato periodo sociale . Ma tale convin-zione gli operai difficilmente acquistano, fin-chè uno rimane sulle affermazioni genericheo astratte. Bisogna che il lavoratore tocchicon mano che il Redentore gli è, vicino nelduro lavoro per sentirselo amico e fratello!Ma come può questo avvenire ? Nel modo dalui fissato agli apostoli, quando diede loro ilmandato : andando ammaestrate tutti i popoli.Bisogna quindi che il sacerdote discenda dalpulpito e anche dall'altare per accostarsi almondo del lvoro . Così fecero i Benedettininell'alto Medio Evo e così fanno ora i sa-cerdoti che sentono il bisogno di ricondurreCristo nelle officine donde l'aveva banditola Rivoluzione francese prima e il liberalismodopo .È consolante constatare come vada com-piendosi questo auspicato ritorno nelle grandicittà . A Torino, nel periodo pasquale passato,numerose predicazioni si svolsero in tutte legrandi officine, per iniziativa dell'opera nazio-nale assistenza religiosa e morale degli ope-rai (Onarmo), voluta e guidata dalla SantaSede. Anche la famiglia salesiana portò il suovalido contributo, seguendo così le orme e gliinsegnamenti di Don Bosco che fu vero ope-raio nella sua giovinezza e per primo apersecase e officine per la loro educazione e pelloro addestramento .

Il nostro Don Cojazzi contribuì efficace-mente al provvido movimento con la parola econ la penna . Due anni fa trascorse due mesifra ottocento operai, occupati a costruire unenorme diga ai piedi del Cervino . Vivendoquasi ininterrottamente in mezzo a quei fortie cari lavoratori si sforzò di ricondurli alla

2. Un rimedio infallibile . (La confessione) .3. Perchè tanto soffrire?4. Cani, calabroni, uomini.5 . Per vivere . (La preghiera) .6. La virtù dell'asino . (La rassegnazione) .7. La pace da chi dipende?8. Lo ami tu? (Il Sommo Pontefice) .9. A ' che serve la vita?10. Un tesoro nascosto . (La confessione) .11. La Dea tiranna . (La moda).12 . Mostruosa calunnia .

13 . Il Papa agli operai .14 . Il libro scritto per te. (Il S. Vangelo).15 . Briciole di verità .

Cristo in mezzo agli operai .

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preghiera, all'assistenza della Messa e special-mente a un più disciplinato parlare . I fruttidi quella campagna furono consegnati a unlibro geniale intitolato La diga (edito dallaSalesiana di Pisa, lire dodici). Sappiamoche numerosi sacerdoti vi trovarono accennia nuovi metodi per moralizzare gli operai,specialmente con la Campagna contro la be-stemmia, basata sul concetto dei surrogati,cioè con la sostituzione di parole o frasi . Egliha poi volgarizzato il suo metodo antiblasfemoin un opuscolo della Collana Lux edito al ColleS. Giovanni Bosco - Castelnuovo (Asti) e in-titolato « Orcocane! Orcaloca! « .

Educati alla scuola di Don Bosco, vari altrisalesiani si sono specializzati nell'apostolato fragli operai delle fabbriche, che possiamo chia-mare itinerante .

In una grande officina di oltre mille operai,quattro Salesiani tennero un triduo di predi-cazione per la Pasqua dello scorso anno . Unrialzo, formato da rozzi assi o da blocchi diferro faceva da pulpito . A uno squillo dicampanello, ecco assieparsi quella turba in-torno al sacerdote che con volto amico atten-deva di parlare . Vicino alla veste nera spicca-vano le tute colorate e logore dei lavoratoriche recavano sul volto e sulle mani i segnionorati del duro lavoro . Erano parole di fra-terna comprensione che discendevano sullamassa che faceva pensare a quei molti cheascoltarono il discorso del Monte, pronun-ciato tanti secoli or sono, da Cristo Signore :Beati i poveri, beati i piangenti, gli assetati eaffamati di bontà, i puri di cuore, i pacificatori .E dopo le parole del sacerdote venivano leparole degli operai che, convenientemente pre-parati, si accostavano al confessore per deporrenel suo cuore il peso delle colpe e delle mi-serie . Spettacolo commovente! fra i torni chestridevano, e le ruote che rombavano erano difronte due operai : l'operaio del braccio e quellodel sacerdozio, in piedi, con volti fraterni, si-curi che fra di loro era presente il Redentorea perdonare, a dare forza nei dolori e a tenerviva la speranza di , una vita che sarà migliore,perchè sorretta dalla fede e dalla grazia . Que-sta scena si ripetè in altre fabbriche e permolti impiegati della Fiat, per opera di Sa-cerdoti Salesiani e specialmente dei parroci .A conclusione l'Em . Card. Arcivescovo ce-lebrava la Messa, sopra altari eretti fra lemacchine, rivolgeva la paterna parola a tutti,e a moltissimi distribuiva la Comunione . CosìCristo Signore prendeva possesso di queiluoghi del lavoro, ricondottovi anche dallozelo generoso dei poveri figli di Don Bosco .

Nelle varie predicazioni agli operai essi pre-sero a diffondere questa opportuna preghiera :

Signor mio Gesù, che mi guardi e mi seguìcon amore infinito durante la giornata del mioimpiego, accogli il mio lavoro quotidiano, iltormento di tante ore che sfibrano, di certi mo-menti di tentazione e di lotta .

Fa che il mio lavoro, per i meriti della TuaRedenzione, diventi preghiera .

Vieni Gesù qual Re e Signore, prendi possessodella mia anima e del mio cuore.

Vieni fratello ed amico divino a guidare lamia giovinezza e tutta la mia vita .

Cuore divino del mio Gesù, fa che io Ti amie Ti faccia amare .

Preghiamo perchè il santo apostolato possatrovare ovunque l'accoglienza che si meritae gli operai non abbiano più a confondersicolle macchine, ma siano trattati e si dipor-tino sempre da veri figli di Dio .

Forlì - Nuova fondazione delle Figliedi Maria Ausiliatrice .

Solo ora, e forse proprio quando le dolo-rose condizioni attuali pare debbano consi-gliare il temporaneo sfollamento anche di là,lo spazio ci consente un cenno sulla nuovafondazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice aForlì, richiesta dal rev .mo Mons. Bondini,Parroco di S . Maria della Pianta, e vivamentecaldeggiata da S . E. Rev.ma Mons. Vescovo .

Accompagnate dalla rev. Ispettrice, le Suoregiunsero a Forlì la sera del 21 maggio u. s .attese da Mons . Parroco, che benedisse su-bito i locali riservati alla Comunità, e all'in-domani si fece premura di andare a celebrarela santa Messa nella già pronta bella Cappel-lina, per lasciare alla nuova Casa la sacra-mentale presenza dell'Ospite divino .

La cerimonia d'inaugurazione ebbe luogola domenica 23, e si aprì con la santa Messacelebrata in Parrocchia, dove le Suore vi assi-stettero in banchi appositamente addobbati,presentate al numeroso popolo accorso per lacircostanza dal. rev. Monsignor Bondini, lietoe commosso di veder compiuto il suo vivodesiderio .

Al pomeriggio, accompagnato da tutte leautorità cittadine, intervenne lo stesso Eccel-lentissimo Vescovo, il quale dopo aver tenutoin chiesa il discorso d'occasione, esaltandola figura di S . G. Bosco, definito «educatoreprincipe», passò all'Asilo per benedirne i lo-

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cali, visitati poi dalla gente del borgo, in unininterrotto succedersi fino a sera .

Il giorno seguente, festa di Maria Ausulia-trice, dopo le funzioni religiose, celebrate perbontà di Mons. Parroco nella Cappella dellanuova Casa, si diede principio, sotto la prote-zione della Vergine SS.ma, alle varie opere,e per prima cosa all'asilo, contando subitooltre un centinaio di iscritti . Nei giorni suc-cessivi si aprirono il dopo scuola e il labo-ratorio che, non meno dell'oratorio festivo, siaffollarono in breve di fanciulle assai più delprevisto, mostrando praticamente quanto l'o-pera fosse desiderata dalla popolazione, e as-sicurando in tal modo la possibilità di un va-sto e proficuo lavoro .

Dalla SPAGNA - Prime vestizioni e pro-fessioni a Madrid .

L'anno scorso Madrid vide per la primavolta nella consueta data del 5 agosto, la bellacerimonia delle Vestizioni e Professioni diPostulanti e Novizie delle Figlie di Maria Au-siliatrice, appartenenti all'Ispettoria Centrale« S. Teresa ». Parecchi motivi concorsero a ren-derla particolarmente solenne ; e anzitutto per-chè coincise altresì con l'inaugurazione del No-viziato, trasferito solo da una quindicina digiorni dalla prima e provvisoria dimora inaltro locale provvidenzialmente offerto e op-

portunamente adattato. Si trova ora annessoal bell'Istituto così detto dell'« Ave Maria »,affidato alle Suore pochi mesi innanzi in unadelle migliori posizioni di Madrid, con Scuolepopolari e altre opere giovanili .

Valse poi a darvi speciale lustro la presenzadel Vescovo Salesiano di Pamplona, S . E .Rev.ma Mons. Marcellino Olaechea, il qualenel ricordo che lo lega all'antico campo delsuo fecondo apostolato in Madrid, dove videe seguì pure il fiorire dell'opera delle Figliedi Maria Ausiliatrice, si degnò di celebrareegli stesso la funzione, portando il dono dellasua infiammata parola, vibrante d'amore perS. G. Bosco e per Maria Ausiliatrice .Trovandosi inoltre fra le nuove vestiende

una giovane portoghese, assistette alla ceri-monia anche il Console del Portogallo, il qualeimpersonando con la sua presenza la patria,parve augurio e promessa delle molte voca-zioni che, dopo questa, le recenti fondazioniportoghesi daranno all'Istituto .

Dalla FRANCIA

Qualche breve nota pervenuta nei mesiestivi mostra l'attività svolta dalle Figlie diMaria Ausiliatrice francesi durante il periododelle vacanze per poter rispondere sempremeglio alle esigenze della Nazione, che orientala sua opera di ricostruzione morale e sociale

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poggiandola su due prin-cipali elementi: la saldacostituzione della fami-glia e il ritorno al la-voro della terra ., Perquesto, il grande svilup-po dato alle Scuole diEconomia Domestica e aquelle Agricole, in cui ivari insegnamenti ven-gono svolti e integratida criteri formativiso-ciali .

Allo scopo di comple-tare la preparazione delpersonale insegnante ad-detto a tali scuole, sitenne nella Casa Ispet-toriale di Lione nel lu-glio p. p. un Corso diEconomia Domestica perReligiose di vari Istituti,onorato dalla parola diillustri conferenzieri e daquella dello stesso Emi-nentissimo Arcivescovo il Card . Gerlier, che,plaudendo alla bella iniziativa, parlò alle

80 Suore presenti del dovere di lavorare at-tivamente per formare le future madri difamiglia, dalle quali il Paese attende la suamorale rinascita .Un altro Corso si tenne pure nella stessa

Casa dal 20 agosto al 20 settembre pel con-ferimento del diploma alle Assistenti diEconomia Domestica, addette alle relativeScuole .Contemporaneamente vari gruppi di Suore

si prepararono al conseguimento dei titoli perl'insegnamento superiore nelle Scuole di Eco-nomia Domestica : alcune frequentando unaScuola Agricola specializzata ; altre un Corsoteorico in un'analoga scuola, ed altre ancoraun Corso di Alimentazione Razionale tenutosiin Parigi .

Inoltre, per essere in grado di seguire me-glio il movimento sociale-cattolico, per invitodell'Ispettore Salesiano, assistettero a un cam-peggio « Jéciste » in Bretagna, e altre segui-rono un Corso di Azione Cattolica e di for-mazione pedagogica .

Praticamente poi lavorarono nel campo gio-vanile con l'assistenza alle quindici Colonieestive loro affidate in diverse regioni . Vacanzequindi veramente salesiane, benedette da Dio,e che con la loro fervida operosità di benene preparano e ne assicurano una più continuae feconda pel domani .

TESORO SPIRITUALEI Cooperatori che, confessati e comunicati, visitano

una chiesa o pubblica cappella . (i Religiosi e le Re-ligiose, la loro cappella privata) e quivi pregano se-condo l'intenzione del Sommo Pontefice possonoacquistare :

L'INDULGENZA PLENARIA1) Nel giorno in cui dànno il nome alla Pia Unione

dei Cooperatori .2) Nel giorno in cui per la prima volta si consa-

crano al Sacro Cuore di Gesù .3) Tutte le volte che per otto giorni continui at-

tendono agli Esercizi spirituali .4) In punto di morte se, confessati e comunicati, o

almeno contriti, invocheranno divotamente il San-tissimo Nome di Gesù, colla bocca, se potranno,od almeno col cuore .

OGNI MESE :1) In un giorno del mese a loro scelta .2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio della Buona morte .3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza

mensile salesiana .NEL MESE DI GENNAIO ANCHE :Il giorno 1 - Circoncisione di N . S. G. C .Il giorno 2-- SS. Nome di Gesù .Il giorno 6 - Epifania .Il giorno 18 - Cattedra di S. Pietro in Roma.Il giorno 23 - Sposalizio della Beata Vergine .Il giorno 25 - Conversione di S . Paolo .Il giorno 29 - S. Francesco di Sales .NEL MESE DI FEBBRAIO ANCHE :Il giorno 2 - Purificazione di Maria SS .Il giorno 22 - Cattedra di S . Pietro in Antiochia .

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DALLE NOSTRE MISSIONIEGITTO

DAL CAMPO DI INTERNAMENTO DI EMBABECHCAIRO (EGITTO) .

Una lettera del confratello Celestino Far elloin data 12 ottobre 1943 dice tutta la sua ricono-scenza ai superiori per la corrispondenza rice-vuta ed il conforto provato :

Apprezzo il loro ricordo epistolare più diqualsiasi aiuto materiale . Accetto tutto dallemani di Dio dal quale ho avuto sino ad orapalesi aiuti e protezione . Per quanto la miacondizione me lo permette mi tengo sempreoccupato. La convivenza con altri internatidi condizione sociale ed intellettuale ben di-versa dalla mia di religioso costituisce laparte più penosa e mi costringe all'eserciziopiù duro di tutte le virtù . Mi rallegra il fattoche tutto viene registrato da Dio e penso giu-stamente che sarà un bel patrimonio per me .Il trasferimento a questo nuovo Campo lodebbo alle mie condizioni di salute, un po'scosse dai disturbi intestinali e dalla super-tensione nervosa . Come salesiano sono solo .Don Bailone è pure in Cairo, ma internatonelle scuole italiane di Bulacco, in altra loca-lità . Don Cotto ed il sig. Baudino si trovanoa Ghizeh. Don Odello, Don Trancassini, Ton-dolo e Cavalieri, al Fayed . Gli altri son tornatialle rispettive scuole e stanno bene

Il mese scorso ho ricevuto la visita del sig .Ispettore che mi ha lasciato molto contento .Col desiderio più vivo di esser sempre piùun buon figlio di S . Giovanni Bosco, mi rac-comando alle vostre preghiere .

Aff.mo CELESTINO FARELLO.

PALESTINA

In data 24 dicembre u. s. la Segreteria diStato di Sua Santità ci ha trasmesso pure ilseguente telegramma ricevuto dalla DelegazioneApostolica a Gerusalemme :

Prego tranquillizzare Don Ricaldone sullecondizioni dei Salesiani e delle Figlie di Ma-ria Ausiliatrice in Palestina . La Provvidenzapresentemente li assiste . Se sarà necessarioavvertiremo .

HUGUES .

CINA

È pervenuta pure al Rettor Maggiore dalCampo di Internamento civile « Stanley » diHong Kong (Cina) una lettera del 30 aprile1943 in cui il confratello Luigi Bonnici glipresenta gli auguri pel suo Giubileo Sacerdo-tale e dà buone notizie di sè e di un altro con-cratello :

Il confratello Grismav ed io siamo qui alCampo « Stanley » e, grazie a Dio, la nostrasalute è buona . Stiamo facendo il mese dimaggio e noi speriamo che la Madonna ot-terrà dal suo Divin Figlio la pace tanto desi-derata .Abbiamo Messa ogni giorno, celebrata da

due Padri missionari di Maryknoll . Don Gua-rona ci scrive di tanto in tanto . Da lui ab-biamo saputo del vostro Giubileo . Chiedo lavostra benedizione ed un ricordo nelle vostrepreghiere per me e per l'altro confratello .

INDIA

DAL CAMPO DI INTERNAMENTO DI DEHRA DUN .

Amatissimo Padre,scrivo ogni tanto per posta aerea e per po-

sta ordinaria nella speranza che almeno qual-cuna delle mie lettere possa giungere a desti-nazione e dar loro qualche nostra notizia . Alpresente siamo più che mai in pensiero perloro, amatissimi Superiori, che sappiamo ingravi pericoli e fra chissà quali difficoltà dasormontare. Preghiamo perciò fervorosamenteper loro e speriamo che il buon Dio abbiaalfine pietà di noi: voglia ispirare gli uominia sentimenti di carità e di umanità per un'in-tesa reciproca apportatrice di pace vera, giu-sta e duratura per tutti. Ricevetti recente-mente pel tramite della Radio Vaticana lamia nomina a Superiore di tutti i Confratellidel Campo. Spero di fare, con l'aiuto di Dio,quanto posso per il bene ed il buono spiritodi tutti i cari Confratelli affidati alle mie cure .Preghi per me perchè possa corrispondere

ai suoi desideri in tutto e per tutto . Don Scu-deri si trova da qualche tempo a Bombay ovefu operato di ernia . Mi scrivono che tutto èandato bene e che va rimettendosi rapida-mente. I confratelli di là fanno quanto pos-sono per lui .

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Noi qui, in generale, tutti bene, grazie aDio, in salute e per tutto . Abbiamo fatto inostri Esercizi Spirituali al principio di lu-glio ; ed al presente andiamo avanti regolar-mente con le nostre scuole di Flosofia e Teo-logia, compreso un corso anche pci sacerdoti,in modo da usufruire nel miglior modo pos-sibile di questo tempo di internamento . Daqualche mese possiamo vivere praticamentein tutto e per tutto la nostra vita di comunitàregolarmente con chiesa, studio e refettorioin comune, il che giova assai ad amalgamarcie ad aumentare il buono spirito e la caritàfraterna . Qualche giorno fa avemmo una caravisita di Don Carreno che fece del bene atutti . Anche per le Sacre Ordinazioni si pro-cede convenientemente secondo che le cir-costanze permettono o suggeriscono, d'ac-cordo sempre con Don Uguet pei confratellidel Nord e col mio sostituto Don Carreno perquelli del Sud. Tutto e sempre in perfettoaccordo ed armonia .Pensiamo di continuo a loro e preghiamo

per loro, come i figli affezionati fanno peiloro buoni genitori . Speriamo di poter prestoricevere buone notizie e di rivederci ancorain un giorno non lontano, passata l'immanebufera. Il buon Dio protegga lei e tutti i Su-periori in tutti i pericoli in cui si troverannotanto di frequente .

Ci benedica tutti e specialmenteil suo aff.mo figlio in G. C.

Sac. ELIGIO CINATO .Dehra Dun, 1-VIII-1943 .

DAL CAMPO DI INTERNAMENTO DI DEHRA DUN(PRUNNAGAR) .

Da alcune lettere dei nostri chierici internatia Dehra Dun stralciamo qualche notizia diquei nostri confratelli .

Amatissimo Padre,Spero che abbiate già ricevuto la mia da

Deoli . Da marzo ci troviamo in questo Campo .Il clima è buono. Tutti godiamo buona sa-lute . Abbiamo ripreso la scuola ; la vita dicomunità procede più regolare ora che abbiamouna cappella a parte solo per noi . Se vedesteche bella famiglia facciamo! Sembra quasi diessere alla Crocetta, poichè siamo anche inbel numero . Domani incominceremo la se-conda parte dell'anno scolastico .Noi vi pensiamo e vi ricordiamo nelle no-

stre preghiere ogni giorno, partecipando alle

vostre ansietà ed alle vostre pene . Il nostrocuore è all'Oratorio con voi e con tutti isuperiori . S. E. Mons. Mathias è andato aconsacrare l'altare ed a benedire la nuovachiesa del Sacro Cuore di Gesù a Tirupattur .La relazione dice che furono giorni di trionfoe che la chiesa è veramente bella . Ha bene-detto ed inaugurato anche la nuova casa diaspirantato che accoglie già una ventina diaspiranti .

Il sig . Ispettore Don Cinato vi manda isuoi più affettuosi saluti .

lo vi bacio affettuosamente la mano e colpiù filiale ossequio mi dico

vostro aff .mo in G. C .11-VII-1943-ch. ANGELO CODELLO.

*

Due lettere del ch . Dario Composta, in data25 luglio e 29 agosto, dallo stesso Campo diDehra Dun davano confortanti notizie sulla re-golarità della vita religiosa sua e dei compagniche attendono allo studio della Sacra Teologia .

Il ch. Nicoletto, pure in data 29 agosto, ag-giungeva :

Vi porgo con cuore filiale le mie sentitecondoglianze per le disgrazie avvenute a Romain Sicilia, a Torino ed altrove . I sacrifici delnostro cara Padre Don Bosco a che cosasono ridotti! . . .

Le notizie che riceviamo sono molto scarse .Le due Ispettorie qui nel Campo ne formanouna sola gìà da vari mesi . C'è grande unionedi carità fraterna . Gli studenti chierici conti-nuano a studiare quasi regolarmente . I sa-cerdoti pure sono tutti molto occupati in con-ferenze, scuole, studi, ecc . Anche i coadiutorifanno bene la loro parte : chi studia, chi la-vora, chi impara qualche altro mestiere . Ilsottoscritto coi suoi compagni ha cominciatoTeologia . Deo gratias!

Il sig. Ispettore Don Cinato è la nostrabuona guida, rappresenta Don Bosco in mezzoa noi. Siamo quindi in buone manì . Non da-tevi pensiero di noi . Nel Campo abbiamo giàavuto sette Ordinazioni sacerdotali ; parecchiealtre, fuori. Per la fine dell'anno altri studentidi Teologia riceveranno altri Ordini sacri; aTirupattur si fecero grandiose feste per l'inau-gurazione della nuova chiesa . . .

Le rose durano poco . Il ch. Felice Mattain data 29-VIII-1943, dà già la triste notiziedella distruzione della chiesa del Sacro Cuore

« un mucchio di macerie! ». Non aggiunge par-

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titolari. Conferma però anch'egli il buono statodi salute sua e dei confratelli ed il regolare pro-seguimento degli studi, lieto di aver ottenutoil permesso di aggiungere alle pratiche ordinariedi pietà una mezz'ora di adorazione al giornoe di potersi alzare mezz'ora prima degli altriper poter servire tre Messe ogni mattina .

Il coad. Nicodemo Dani, pure in data 29agosto, scriveva tra l'altro :

Ci troviamo a Dehra Duri fin dai primi dimarzo. Il tempo vola in fretta e tutti cerchiamodi occuparlo bene . Al mattino lavoro in fale-gnameria facendo sgabelli e tavolini per tutti .Dopo pranzo mi esercito nel disegno prospet-tico sotto la direzione di un civile, e facciopure un po' di disegno e teoria ad un altrocoadiutore che sa bene il mestiere ma mancadi questi due sussidi . Desidererei avere copiadei nuovi programmi delle nostre Scuole Pro-

fessionali, per studiarli bene . Tutto funzionaregolarmente come se fossimo in una Casasalesiana, sia per l'osservanza delle nostre Re-gole come per le pratiche di pietà. Tutti pre-ghiamo e ricordiamo i nostri Superiori diTorino specialmente in questi tristi tempi . . .

Ricorre nel prossimo mese di febbraio il cin-quantenario dell'inizio delle nostre missioni nellaRepubblica dell'Equatore .

La difficoltà delle comunicazioni non ci con-sente di dare un ragguaglio preciso dello statoattuale dell'Opera nostra .Ma ai nostri Cooperatori tornerà gradito

rileggere alcune pagine della storia di un aposto-lato che, vagliato, alle origini, dalla persecuzione,continua tuttora con indomito zelo e crescentefervore. Le togliamo dal secondo volume degliAnnali della Società Salesiana del nostro D .Ceria, pubbblicato l'anno scorso dalla S. E . I.

Preliminari .S. Giovanni Bosco diceva con una delle

sue colorite espressioni, che, quando avevatre Salesiani, apriva due case . Il suo Succes-sore sembrava non voler essere da meno ;tuttavia, come anche al tempo di Don Bosco,capitavano momenti, in cui s'imponeva lanecessità di non fare il passo più lungo dellagamba. Appunto di questa necessità ragiona-vano i Superiori un giorno del marzo 1889,quando Don Rua per tutta risposta passò alsegretario una lettera, accennandogli di darne

TAILANDIA

Il 18 novembre u . s. la Sacra Congregazionedi Propaganda Fide riceveva e trasmetteva alnostro Rettor Maggiore il seguente telegramma :

Con gratitudine e piacere annuncio che leAutorità Thai facilitarono largamente la no-stra attività religiosa durante il fermo : ci furidata libertà il 6 novembre . Le condizionidella Missione a Rajaburi sono regolari . ISalesiani della Missione del Laos mandatidalle Autorità Thai a Bang Nok Khuek spe-rano poter tornare alla loro missione . I mis-sionari e le suore stanno bene .

PASOTTI .

IL GIUBILEO D'ORODELLE MISSIONI SALESIANE DELL'EQUATORE

lettura . La lettera veniva da Roma . La SacraCongregazione degli Affari Ecclesiastici Straor-dinari a mezzo del suo Segretario Mons . A-gliardi manifestava da parte della Santa Sedeil desiderio che i Salesiani accettassero nellaRepubblica dell'Equatore il Vicariato Aposto-lico di Mendez e Gualaquiza, e chiedeva seci fosse personale ad hoc. Il Capitolo nonsolo non addusse nulla in contrario, ma os-servò che sarebbesi potuto proporre per laconsacrazione episcopale Don Costamagna ;si deliberò intanto di domandare spiegazionia Roma e consiglio a Mons . Cagliero . Ildì stesso Don Rua rispose in questo sensoalla Sacra Congregazione .

Le spiegazioni si fecero aspettare ; ma in-vece di esse il 6 settembre dell'anno doposcriveva direttamente il Card. Rampolla, Se-gretario di Stato, a Don Rua dicendogli :« Sua Eccellenza il Signor Flores, Presidentedella Repubblica Equatoriana, mi ha direttonon ha guari una lettera, in cui implora dallaSanta Sede che la missione di Mendez e Gua-laquiza sia affidata ai Sacerdoti della bene-merita Congregazione presieduta dalla P . V .Rev.ma ». Soggiunto inoltre della richiesta per

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Cuenca e Riobamba, Sua Eminenza, ricor-dando la risposta affermativa di Don Ruariguardo alla Missione, continuava : « Speroche in questo frattempo non sia sorta alcunacìrcostanza, per la quale Ella sia costretta amutare consiglio in proposito ». Allora fu datoincarico al Procuratore Don Cagliero di trat-tare a voce con il Cardinale per esporre ledifficoltà incontrate in quei paesi, special-mente dal lato dei sussidi promessi e non dati .

La pratica andò tanto a rilento, che solonel gennaio 1892 Don Rua, passando per Romanel suo viaggio in Sicilia, ricevette dal Card .Rampolla comunicazione orale, confermatapoi circa sei mesi dopo per iscritto, che laSanta Sede affidava definitivamente dettaMissione ai Salesiani .

Intercaliamo qui un po' di storia dell'ante-fatto . La gigantesca muraglia delle Ande, chedivide geograficamente in due parti la Repub-blica dell'Equatore, separa anche nettamenteuna parte civile da un'altra selvaggia. La primasi trova a ovest della Cordigliera lungo il li-torale dell'Oceano Pacifico e la seconda a est,coperta d'immense foreste e solcata da nume-rosi fiumi . Qui regnava la barbarie ; tribùmolte, abbrutite e fe-roci resistevano accani-tamente a qualunquesforzo si facesse per re-car loro la civiltà delVangelo. Il GovernoEquatoriano, animatoda nobili intendimenti,si adoperava con buonavolontà per agevolarel'opera dei Missiona-ri ; infatti il PresidenteFlores aveva ottenutoche si stabilissero colài Gesuiti, i Domenica-ni e le Suore del BuonPastore, onde sorserola Missioni del Napo,di Canelos e di MacasAffine però di spin-gere innanzi più effi-cacemente l'evangeliz-zazione, l' 11 agosto del1888 le due Cameredeliberarono di chiedere alla Santa Sede l'ere-zione di quattro Vicariati Apostolici : uno nelNapo, un altro in Macas e Canelos, un terzoa Mendez e Gualaquiza e un quarto a Za-mora. Per i due primi si proponeva che con-tinuassero a restare nelle mani dei Gesuiti edei Domenicani ; per i due ultimi si esprimeva

il desiderio che quello di Mendez e Guala-quiza fosse dato ai Salesiani di Don Boscoe quello di Zamora ai Padri Francescani. Sidomandava in fine che detti Vicariati fosseroretti non da semplici preti, ma da Vescovi ti-tolari o, secondo l'espressione di allora, inpartibus, come più atti a far progredire l'operadell'apostolato . Il Decreto legislativo vennespedito a Leone XIII il 6 ottobre 1888, ac-compagnato da una supplica del PresidenteFlores, il quale con sensi di pietà cristiana, diamore per i poveri selvaggi e di devozionevergo la Santa Sede interponeva i suoi buoniuffici, affinchè avessero esaudimento i votiespressi dai rappresentanti della nazione .

Il Papa, com'era da aspettarsi, il 30 gennaio1889, altamente encomiando l'atto del Governo,assicurava il Presidente della Repubblica, chela petizione formava l'oggetto delle sue mag-giori sollecitudini e che egli aveva già dato l'in-carico a persone prudenti di esaminare la cosae di cercare il miglior mezzo per condurlaa felice esito . Pratiche di tal natura esigonotempo, giacchè in simili negozi la Santa Sede,suole andare con piè di piombo ; onde, perlimitarci a quello che riguarda noi, soltanto

l'8 febbraio 1893 la Segreteria della SacraCongregazione degli Affari Ecclesiastici Straor-dinari, dipendente dalla Segreteria di Stato,emetteva il decreto di erezione del nuovo Vi-cariato Apostolico di Mendez e Gualaquiza, fa-cendolo pervenire a Don Rua proprio all'aper-tura del Giubileo Episcopale di Leone XIII .

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Il documento ne delimitava i confini nelmodo seguente: a nord il fiume Apateno-ma, a sud la Zamora, a est il Marona eil Marañon, a ovest le diocesi di Cuencae di Loja. La quale vicinanza di Cuencapresentava per i Salesiani un grande van-taggio ; poichè dal marzo del 1892 esistevain quella città una nostra Casa, la quale offrivaun luogo di preparazione, di ricovero e di ri-poso ai Missionari .

Tentativi di esplorazione.Per iniziare e avviare la difficile Missione

parve a Don Rua che nessuno si prestassemeglio di Don Angelo Savio, Missionarioprovetto e rotto alle fatiche delle peregrina-zioni apostoliche in quei paesi . È vero che contanti strapazzi sofferti le forze gli comincia-vano a scemare, tanto che il 26 febbraio 1890,reduce da un faticoso viaggio nel Perù, avevascritto da Talca a Don Rua : «Son vecchio, egli acciacchi si presentano per dirmi che nonposso più durarla a lungo » . Tuttavia, venutoin Italia nel 1892 e ricevuto quell'incarico, ob-bedì, proponendosi di fare subito una primavisita alla regione dei Jivaros, come si chia-mano i selvaggi di Mendez e Gualaquiza .Giunto a Panama con un piccolo stuolo diMissionari destinati all'Equatore, il giornoprima di riprendere il mare per Guayaquil,il 4 gennaio 1893, scrisse all'Oratorio : « Ciraccomandiamo alle preghiere dei compagnie Superiori e preghiamo Don Rua a volercibenedire ». Ma quando la sua lettera arrivòa Torino, Don Savio non era più : aveva ces-sato di vivere il 17 gennaio in una solitariacapanna, alle falde del Chimborazo .Che era dunque avvenuto ? Sbarcati a Gua-

yaquil e montati a cavallo, i Missionari si di-rigevano a Riobamba passando per Guaranda,donde poi proseguire per Quito . Sorpresi dallanotte a Ganguis, dovettero dormire sul suolo,a un'altitudine dove l'aria è molto fredda . DonSavio l'indomani non potè continuare il viag-gio, ma, fatti partire gli altri, rimase là con uncoadiutore . Volarono tosto da Riobamba unprete e un chierico ; ma arrivarono solo intempo per assistere un morente . Don Cal-cagno, appena informato, ottenne dal Presi-dente della Repubblica, che telegrafasse al Go-vernatore di Guaranda, affinchè spedisse su-bito un medico a Ganguis . Il medico, accorso,lo trovò morto. Una polmonite fulminantel'aveva spento . Nelle sue ultime ore l'infermonon aveva più aperto bocca se non per isfo-gare i suoi sentimenti di viva fede e di santarassegnazione . La salma fu trasportata a Gua-

randa, dove a spese dello Stato gli si cele-brarono solenni funerali . Più solenni si ripe-terono a Quito coll'intervento del Presidente .La Missione di Mendez e Gualaquiza princi-piava così fra amare lacrime .

Don Savio appartenne alla piccola, ma for-tunata e gloriosa schiera degli antesignani .Visse e lavorò vicino a Don Bosco dal 1850al 1885, nel qual anno andò Missionario . Piùdi vent'anni prima, nel sogno della ruota,Don Bosco l'aveva scorto in lontanissimeregioni. Vera tempra di apostolo, corse laPatagonia, il Brasile e il Paraguay, affron-tando pericoli e sostenendo fatiche indicibili,divorato sempre dalla sete di salvare anime.Quello che fece è infinitamente meno di quelloche avrebbe voluto fare . In una sua letteradel 16 luglio 1892 dal Paraguay, alla vistadell'abbandono in cui vivevano migliaia di sel-vaggi nel Gran Ciaco, esclamava : «Peccatoessere nato troppo presto e non essere venutoprima quaggiù!» . Qui c'è tutto Don SavioMissionario . Sulla sessantina, con un fisicologoro dagli strapazzi, accettò docilmente daDon Rua l'obbedienza di quell'ardua e arditaimpresa, che Dio gli permise di compieresolo col desiderio. Cadendo sul campo quasialle porte della nuova Missione, segnò a chivenne dopo il cammino del Missionario, cheè la via crucis del sacrificio per amor di Dio

e delle anime.Dell'esplorazione fu incaricato allora Don

Gioachino Spinelli, sacerdote giovane e ro-busto, che, dimorato alcuni anni a Quito,erasi da poco stabilito nella Casa di Cuenca .Gli si assegnò per compagno il coadiutoreGiacinto Pancheri, venuto poc'anzi da To-rino con Don Savio . Lasciarono Cuenca aiprimi di ottobre del 1893 . Il viaggio durò36 giorni, di cui 30 passati a Gualaquiza,nè si andò più innanzi ; Don Calcagno avevaproibito loro di oltrepassare quei limiti pertimore di disgrazie da parte dei selvaggi Ji-varos. Raggiunsero la mèta cavalcando persentieri, che rasentavano paurosi abissi lungole vallate della Cordigliera, nelle quali scor-revano fiumi ricchi d'acqua e vorticosi .

Non si pensi che Gualaquiza sia una cittào qualche cosa di simile . È una località, unterritorio o un'immensa vallata, in fondo allaquale il fiume dello stesso nome si è scavatonella roccia lo stretto alveo . Gli abitanti sonocoloni che dimorano in capanne sparse quae là, e famiglie di selvaggi in tambi dissemi-nati per le foreste . Il paese è uno dei più bellie incantevoli dell'oriente equatoriano . Si elevaa 780 metri sul livello del mare . Ha clima

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sano e gradevole, essendo la sua temperaturamedia di 22 gradi .

Esisteva a Gualaquiza una popolazione cri-stiana del 1816, per opera del P . Prieto, fran-cescano del convento di Ocopa nella Spagna .Di tanto in tanto vi penetrarono sacerdotisecolari, inviati da Cuenca o da Sigsig . Ilcelebre Presidente Garcia Moreno vi avevamandato Missionari Gesuiti, che però vi stet-tero poco, perchè i selvaggi non volevanosapere di qualsiasi giogo. I Jivaros sono real-mente terribili, benchè a prima vista sem-brino simpatici e intelligenti . Astuti, egoisti,vendicativi, amanti dell'ozio e del piacere,fanatici della loro indipendenza, si credonosuperiori a tutti . Nè gli Incas nè gli Spagnoliriuscirono mai ad assoggettarli . Praticano ilculto dei morti e professano la credenza inuna vita futura . Ammettono l'esistenza didue spiriti, uno buono e l'altro cattivo . Moltopossono su di loro gli stregoni .A Gualaquiza i nostri trovarono alcuni di

questi selvaggi, sulla cui indole aveva influitoun po' il contatto con i civili . Non pochiparlucchiavano lo spagnolo, ma usando neiverbi sempre e solo la forma del gerundio .Sparsasi la voce della venuta di Missionaricon bei regali, se ne avvicinarono da varieparti. I regali consistevano in gingilli, che lifacevano andare in visibilio . Dopo questa pre-messa Don Spinelli e il suo compagno preseroa visitarli di capanna in capanna, non mai amani vuote, accolti generalmente con segnidi benevolenza .

L'inizio della Missione .

Nel loro breve soggiorno si persuasero dellanecessità di grandi aiuti spirituali e materialiper condurre con frutto la Missione . In primoluogo vi era estremo bisogno dell'assistenzadivina, essendo, straordinarie le difficoltà egravissimi i pericoli . Poi ci voleva buon per-sonale che risiedesse sul posto, e danaro nonpoco per impiantare laboratori e scuole in cuiistruire i figli dei bianchi e dei selvaggi . Aquesto disegno si diede esecuzione senza in-dugio. Don Spinelli tornò a Gualaquiza perle feste natalizie ; ma il 5 febbraio 1894 duesacerdoti, due coadiutori e tre operai provettipartirono da Quito con religiosa solennità perandar a stabilire la Missione di Gualaquiza .Capo della spedizione era Don FrancescoMattana . A Cuenca presero altri tre operaispecializzati . A Gualaquiza la notizia dellaloro venuta li aveva preceduti, sicchè passa-rono sotto archi trionfali preparati con ramid'alberi da selvaggi non più interamente sel-

vatici . Si diedero subito a costruire casa ecappella, godendo intanto dell'ospitalità di unproprietario, molto amico dei Salesiani .

Qualche giorno dopo i Missionari furonotestimoni di un'usanza, che fece loro toccarecon mano di qual barbara natura fosse larazza dei Jivaros. Quei di Gualaquiza da unaspedizione bellicosa avevano trascinato secoprigioniera un'india di Zamora, dai parentidella quale erano stati offesi ; uccisala quindiper vendetta, facevano intorno alla sua testaun'orribile baldoria, che durò cinque giorni .La testa però non è in simili casi lasciata nelsuo stato naturale, ma viene mummificata inmodo strano. Il Jivaro uccisore, spiccataladal busto, le taglia la pelle dal vertice allacervice, con ambo le mani la rovescia, toglien-done il cranio, ed estrattone ogni osso lamette nell'acqua bollente mista di certe erbeper distruggere ogni principio di putrefazione .Dopo la colloca in forma , sopra una pietrarotonda arroventata, grossa come un arancio .Il calore ne contrae a poco a poco le fibre, ri-ducendone il volume alla piccolezza dellapietra . Infine, toltala dalla forma, la riempiedi sabbia ardente e la cuce ; la figura così ot-tenuta conserva intatta la capigliatura e man-tiene riconoscibili le fattezze della persona .Dopo la festa di rito, l'Indio si tiene cara comeun gioiello quella specie di mummia, conser-vandola infissa a una lunga asta nella suacapanna e contemplandola con venerazione,quasi genio tutelare della famiglia .Ho parlato di laboratori e scuole, di casae cappella. Erano poveri capannoni, fatti conpali e canne e rivestiti di foglie . Innalzatasì meschina dimora e aperti gli umili labora-tori, tutti i figli dei bianchi presero a frequen-tare le scuole professionali, attendendo pureai primi elementi del sapere ; anche vari sel-vaggetti imparavano qualche cosa . Alla finesi fece una distribuzione di premi ai migliori,accompagnata da una microscopica mostradei lavori eseguiti . Assestate che furonole cose, i Missionarì si dedicarono all'assi-stenza spirituale dei coloni e iniziarono leesplorazioni fra i selvaggi dei dintorni . Erauna parrocchia di Missione, vasta quantouna volta e mezzo il Piemonte .

Non trascorse l'anno, che sperimentaronopurtroppo a loro spese la innata cattiveria deiJivari . Bisogna sapere che tempo addietro aGualaquiza stanziava un picchetto di soldatiper tenerli in rispetto, che non molestasseroi coloni. Naturalmente gl'indomiti signoridella foresta ne avrebbero fatto volentiericarne da macello, se non fosse stato delle

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carabine, che erano il loro spavento . Alloraabitava presso una cappelletta uno zelanteP. Pozzi, Missionario della Compagnia diGesù, che i selvaggi sospettavano essere d'in-tesa con gli armati per opprimere la loro li-bertà; onde un bel giorno gl'incendiarono lacasa e quanto in essa si conteneva . Per questoe per altri motivi il Gesuita si allontanò dilà nè più si fece vedere . Venuti poi i Salesiani,sebbene non vi fossero più militari, tuttaviaalcuni Indi entrarono in dubbio che anch'essiavvesero intenzione di attentare alla loro in-dipendenza ; perciò, colto il momento pro-pizio, il 17 dicembre, mentre in chiesa si can-tavano le Profezie del Natale, appiccarono ilfuoco al laboratorio dei fabbri . Le fiammeinvestirono il tetto di materia combustibilee in men di dieci minuti invasero l'interacasa, incenerendovi quanto vi stava dentro,come se fosse un gran mucchio di paglia .Per fortuna la cappella, essendo un po' di-stante, rimase intatta . Ma il peggio si fu cheviveri per due mesi, mobilia per una cinquan-tina di ragazzi interni, una biblioteca dei li-bri più necessari, una discreta farmacia, iparamenti sacri, strumenti di meteorologiae di astronomia, attrezzi per falegnami, sarti,

calzolai, il vino da Messa, quantità di oggettiper gli Indi, tutto, tutto si ridusse in cenere .I bianchi, temendo di essere abbandonati,si diedero subito d'attorno per costruire altreabitazioni e portare alla Missione ogni bendi Dio. Ma l'accaduto non che sbigottire iMissionari, ne accrebbe il buon volere, per-chè essi non vedevano nel fatto se non unosforzo del demonio contro chi veniva a con-trastargli il dominio di un luogo, dove avevasignoreggiato per tanti anni .I Missionari però sospiravano la venuta

del Vicario Apostolico, che sapevano non do-ver tardare, ma non sapevano chi fosse ildesignato . Don Rua nell'agosto del 1894 avevacomunicato confidenzialmente al suo Capi-tolo che il Presidente Flores chiedeva per ilVicariato di Mendez Don Giacomo Costa-inagna, Ispettore nella Repubblica Argen-tina . Don Costamagna si era fatto cono-scere a Quito nel 189o, quando visitava leCase salesiane sul versante del Pacifico . Par-landosi già allora di chiamare in quel Vicariatoi figli di Don Bosco, vari Senatori lo avevanopregato di andar a vedere quei luoghi ; ma egli,pur desiderando di compiacerli, non potè . Allasua conferenza salesiana, la prima che si fa-cesse nell'Equatore, eransi recati il Presidentedel Senato e parecchie Autorità ecclesiastichee civili. Era naturale quindi che si pensassea lui per quell'alta dignità .

Espletate a Roma le formalità che soglionoprecedere le nomine dei Vescovi, Don Ruacomunicò sotto l'obbligo del segreto la cosaal designato, con l'ordine di partire al piùpresto possibile per Torino . Don Costamagnaricevette la lettera il 24 novembre e il 3 dicem-bre diede l'addio al suo tanto caro Collegiodi Almagro. Rimesso il governo interinaledell'Ispettoria a Don Vespignani, conformealle istruzioni avute, per evitare emozioni asè e disturbi agli altri, scomparve di nascosto .Fece poi le scuse da Montevideo, spiegandocome fosse stato chiamato di Don Rua aTorino . . .

Poneva piede nell'Oratorio proprio nellanotte di Natale . Nel Concistoro segreto del18 marzo 1895 Leone XIII lo preconizzòVescovo della sede titolare di Colonia nell'Ar-menia. Fu consacrato il 23 maggio nella chiesadella sua fanciullezza, in Maria Ausiliatrice,da Mons. Riccardi, Arcivescovo di Torino,con l'assistenza dei Monsignori Leto e Ber-tagna . Oggi ab assuetis non fit passio ; ma al-lora un terzo Vescovo Salesiano suscitò nel-l'Oratorio e nei Collegi grandi manifesta-zioni di gioia .

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Giacomo Costamagna nacque a Caramagnadi Piemonte il 23 marzo 1846 . La svegliatezzadell'ingegno mosse la buona madre a farlostudiare ; ma, non permettendole la scarsitàdei mezzi di sobbarcarsi a spese, lo condusseda Don Bosco, che nel 1858 lo annoverò trai suoi figli dell'Oratorio . Durante il ginnasioimparò dal Cagliero la musica, per la qualesentiva una tendenza innata . Dopo il ginnasio,obbedendo a un'ultima voce del Signore,scelse di star sempre con Don Bosco . Tra-scorsi i primi sei anni di sacerdozio, fu dalSanto mandato Direttore spirituale alla CasaMadre delle Figlie di Maria Ausiliatrice inMornese, quando la Beata Mazzarello veniva

quivi maturando la sua santìtà . Nel1877preseparte alla terza spedizione missionaria. Dellasua operosità nell'Argentina abbiamo dettonell'altro volume . Dio gli largì il dono dellaparola che ebbe efficace specialmente nel pre-dicare gli esercizi a religiosi e a religiose, eil dono del consiglio soprattutto per dirigerenello spirito comunità di Suore . Introdussea Buenos Aires le Letture Cattoliche in linguaspagnola. Durante il suo Ispettorato ingrandìmirabilmente le Scuole Professionali di Al-magro, eresse chiese e fondò nella RepubblicaArgentina dodici Case, parte di Salesiani eparte di Suore . Fece lunghi viaggi come vi-sitatore dei Salesiani nella Patagonia, nell'Uru-guay, nel Cile, nel Perù, nell'Equatore, dondetornò attraver-so la Bolivia pertrattare colà diuna fondazione .Infervorato perle cose del cultodivino, zelaval'esatta osser-vanza delle pre-scrizioni liturgi-che. Cultore dimusica, non so-lo propugnòdappertutto lostudio del can-to ecclesiasticoe propagò l'usodei dìvoti cantipopolari, macompose perchiesa, per tea-trino, per trat-tenimenti acca-demici. La nuo-va dignità aper-se un campo

più vasto al suo zelo . Don Bosco gli avevadetto dodici anni prima che sarebbe statoVescovo ; ma egli non ne fece. mai parola adanima viva prima della nomina . Chi lo praticòda vicino e a lungo, pensa che solamente untale preannuncio abbia avuto forza di vincerela sua reale modestia, inducendolo ad accet-tare la dignità vescovile .Mentre a Torino Mons . Costamagna nella

chiesa e nella festa di Maria Ausiliatrice fa-ceva il suo primo pontificale, la Madonna diDon Bosco prendeva possesso del suo Vica-riato Apostolico . Premetto che laggiù i Mis-sionari si sforzavano con ogni mezzo di svi-luppare la vita cristiana fra i coloni e i pochiIndi battezzati; celebravano quindi con lamaggior solennità possibile le feste e le fun-zioni liturgiche, comprese le cerimonie dellasettimana santa . Anche i selvaggi non battez-zati vi assistevano con curiosità, sgranando gliocchi e, benchè chiacchieroni per natura, os-servandovi perfetto silenzio . Ora nel 1895,fatto il mese mariano più o meno secondo ilconsueto e celebrata solennemente la novena,ecco alla vigilia della festa spuntare una pic-cola banda musicale, ma di grossi strumenti,e far echeggiare suoni mai uditi in quellevalli e foreste. L'aveva chiamata da Sigsig unbenefattore per nome Guglielmo Vega, ilquale più volte aveva sovvenuto i Missiona-ri . Fu un fragoroso richiamo per gli Indi .

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Il 24 accorsero coloni anche da punti lontanie Jivari dalle Jivarie dei dintorni . Alla primaMessa, comunione generale e quattro primecomunioni ; a quella cantata, intervento delGovernatore con tutte le Autorità : poichè dapoco tempo Galaquiza era stata eretta a pro-vincia ; dopo, gran processione con statua diMaria Ausiliatrice, scortata da picchetti disoldati, che ogni cinquanta passi sparavanoil fucile . Infine il Governatore passò in rivi-sta la truppa al suono dell'inno nazionale ;appresso Don Mattana e tutti si radunaronointorno a lui per un atto di sommo rilievo .Il Governo nazionale aveva decretato che lacapitale della nuova provincia fosse costituitadalla popolazione, la quale dimorava o sarebbevenuta a dimorare là dove risiedeva il centrodella Missione e che pigliasse il nome dalfiume Gualaquiza . Bisognava allora dare allacittà un celeste Protettore. Si stabilì dunqueche Maria Ausiliatrice ne fosse la Patrona eche il 24 maggio fosse festa ecclesiastica e ci-vile. Della cosa si redasse lo strumento, acui i presenti apposero le loro firme . Ecco iltesto del documento tradotto dallo spagnolo :

Nella città di Maria Ausiliatrice di Gualaquiza,ai ventiquattro di maggio del mille ottocento no-vanta cinque, presieduti dal Governatore della Pro-vincia Sig. Antonio Moscoso C ., si radunarono iRR. Sacerdoti Salesiani D. Francesco Mattana,Superiore della Missione edel Collegio, e D . Gioa-chino Spinelli, Parroco ilprimo e Viceparroco il se-condo della chiesa matricedi questa nuova città, uni-tamente al consiglio deiSig . Giudici Nicola Guillene Gioachino Bravo e l'in-frascritto Segretario, con loscopo di deliberare sopra altitolare civile e religioso,sotto cui debba rimanerfondata questa città di re-cente erezione e per una-nime consentimento risol-vettero : - Che la nuovacapitale Gualaquiza resti de-dicata d'or innanzi politica-mente e religiosamente alPatrocinio della SantissimaVergine conosciuta ed ono-rata col titolo e sotto il no-me di Maria Ausiliatricedei Cristiani, la cui festa sideve celebrare al 24 maggiodi ciascun anno ; e con talfine la si dichiara festa ci-vile provinciale in azione digrazie alla Madre di Dio,

patrona di questa città, ed in memoria della fonda-zione ufficiale di questa data ; doversi per conse-guenza portare a conoscenza del Supremo Governoper la sua approvazione e pubblicazione con edittonel primo giorno festivo .

La fanciullesca curiosità dei Jivari aspet-tava con ansia di sapere che cosa stessero afare là certe file di globi appesi a fili di ferro,certe ruote attaccate a pali e altre coseper loro piene di mistero . Lo compresero anotte, quando videro l'illuminazione, quandotrasalirono agli scoppi improvvisi e gagliardi,quando restarono abbagliati dai bengala edai lanci di stelle e seguirono con l'occhio irazzi nell'aria e accompagnarono con lo sguar-do attonito i vortici delle girandole. Tuttaquella fantasmagoria impresse nelle loro im-maginazioni puerili un ricordo indelebile dellagiornata, contribuendo a ispirar loro una straor-dinaria idea dei Missionari e della Missione .La Madonna prese possesso della Mis-

sione, ma non lo potè prendere per setteanni Mons. Costamagna. Condotto seco inAmerica un centinaio di Missionari da ripar-tirsi in vari luoghi, si sentì dire che per luinon c'era posto nella Repubblica Equato-toriana. Una di quelle frequenti rivoluzioni,in cui i partiti politici mettono sossopra leRepubbliche Sudamericane, aveva sollevato alpotere un Governo anticlericale, il cui pro-

gramma portava il bandodelle Congregazioni reli-giose. Dovremo parlarnepiù innanzi .

Giunto dunque a Bue-nos Aires il 25 novem-bre, Mons. Costamagnafu ricevuto al porto daMons. Cagliero, da Mons .Fagnano e da Madre Da-ghero, Superiora Gene-rale delle Figlie di MariaAusiliatrice, venuta a vi-sitare le sue Suore nel-l'America. Quando videche tutte le porte del-l'Equatore per allora glistavano chiuse, domandòa Roma istruzioni sul dafarsi . Gli fu risposto che,finchè durasse il divieto,aveva facoltà di dimorarein un luogo di sua scelta .Egli, avvezzo a una do-cilità di novizio verso iSuperiori, si rimise inte-ramente alle loro deci-

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sioni, ed essi determinarono che risiedesse aSantiago del Cile, come Visitatore delle CaseSalesiane dalla parte del Pacifico . Cure digoverno, brighe amministrative, visite ai no-vizi, organizzazione degli studi, conferenzemorali e liturgiche, scuola di canto sacro,corrispondenza con le Case dei Salesiani e

delle Suore, viaggi lunghi e frequenti non glilasciavano un momento di riposo . Sua preoc-cupazione continua era di tener in fiore dap-pertutto lo spirito genuino di Don Bosco . Isuoi scritti contengono tesori di quella dottrinaschiettamente salesiana, che andava spargendoa voce nelle comunità, infiorata di ricordi per-sonali su Don Bosco e l'Oratorio .

Nell'aprile del 1897 gli parve scorgere unbarlume di speranza, che le barriere stesseroper venire rimosse ; ma fu illusione . Allorachiese a Roma il permesso di prolungare lasua permanenza nel Cile. Il Procuratore DonCagliero presentò a suo nome la domandail 18 maggio, dando di lui alla Santa Sede leseguenti notizie: «Mentre queste dolorose cir-costanze lo tengono lontano dalla sua Mis-sione, Mons . Costamagna non resta inattivo .Da una parte tiene l'alta direzione delle Casedel Cile, Perù e Bolivia e, per lettere, anchedell'Equatore ; dall'altra è a intera disposizionedegli Ordinari di quelle Repubbliche, facendolà da vero apostolo in tutti i suoi viaggi . Bastidire che nell'anno decorso cresimò nel Perùe Bolivia più di 40 mila persone, in luoghi

NECROLOGIOSalesiani defunti :Sac. PERSIANI ARNALDO, da Castel S . An-

gelo (Macerata), a Roma, il 3 -XII - 1943-Zelante della gloria di Dio e del bene delle anime,

fedele allo spirito di Don Bosco ed alla discipli-na religiosa, fu ben presto chiamato alla direzionedel nostro Istituto di Castellammare di Stabia,finchè nel 1923 fu nominato Ispettore dell'Ispet-toria Napoletana . Di là passò a reggere l'IspettoriaSubalpina e, dopo una breve parentesi alla nostraProcura generale a Roma, l'Ispettoria Sicula, chelasciò due anni or sono per assumere la direzionedel nostro Collegio di Brindisi . I disagi della guerrainasprirono le sofferenze di salute che da tempolo travagliavano e ne affrettarono la morte . Lasciòovunque caro ricordo della sua abilità pedagogica,della sua pietà e del suo zelo .

Sac. GALLIA FRANCESCO, da Sampierda-rena (Genova), † a Bordighera-Vallecrosia il 10-XII-1943 a 64 anni .

Tenne per oltre un ventennio la direzione divari collegi-convitti della nostra Ispettoria Ligure,prodigandosi particolarmente alla cura della gio-

dove gli Ordinari non avrebbero potuto ar-rivare ». La risposta non poteva essere cheaffermativa . Così egli continuò nella descrittasua attività fino al 1902, nè per questa lonta-nanza del Pastore la Missione di Mendez eGualaquiza fu abbandonata dai Salesiani,come vedremo . . .

(continua) .

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ventù delle pubbliche scuole che nelle Case diDon Bosco cerca una seconda famiglia per compierela propria educazione mentre attende agli studi .D. Gallia sapeva far le veci dei genitori e si cattiva-va la stima delle famiglie e la gratitudine dei giovani .

Sac. FERRERO PIETRO, da Lu Monferrato(Alessandria), † a Chieri, Villa Moglia, il 28-XI-1943 .Condotto dal compianto Don Filippo Rinaldi al

Collegio S. Giov . Evangelista di Torino per glistudi ginnasiali, vi ricevette la benedizione di DonBosco che confermò la sua vocazione alla SocietàSalesiana . Carattere mite, umile, pio, prestò il suoprimo apostolato nelle nostre case della Franciameridionale, poi nelle nostre scuole agrarie d'Ita-lia ove, nonostante la sua scarsa salute, diede co-stante esempio di edificante osservanza religiosa,di spirito di povertà, di sacrifizio e di lavoro .

Sac. ORRU RAFFAELE, da Isili (Nuoro), †a Pordenone (Udine) il 4-X-1943 a 43 anni .

Minato troppo presto nella salute, esercitò so-prattutto l'apostolato della preghiera e della soffe-renza edificando tutti colla sua conformità alla vo-lontà di Dio .Coad. STELLA PASQUALE, da Torino, † a

Piossasco (Torino), il 12-XI-1943 a 26 anni .

Cooperatori defuntiFOZZER LUCIANO, † a Trento il 6-XII-1943

a 79 anni .Comunione quotidiana fin dalla giovinezza, par-

tecipazione attiva ad ogni opera di beneficenza eoperosità instancabile nella sua professione edile,formano il tessuto della sua vita di cristiano e diprofessionista, coronata da una morte santa, doponove anni di sofferenza .

Educò alla pietà ed al lavoro dieci figli ; e neofferse cinque al Signore, tutti religiosi .

Don Rua, che lo aveva conosciuto quale impre-sario della costruzione dell'Istituto Salesiano nellasua visita a Trento nel 1897, lo rivide a Torinol'anno dopo, presso il Santuario di Maria Ausilia-trice, che era stata la mèta del suo viaggio di nozze .

E in quell'incontro, tra gli auguri e le felicitazioni,gli disse: « Bravo! Bravo! Ha edificato l'IstitutoSalesiano e poi darà due dei suoi figli a D . Bosco » .

Così fu . Dei cinque religiosi un figlio è Salesiano,ed una figliola è Figlia di Maria Ausiliatrice .

Della sua carità lasciò segreta testimonianza versotutte le istituzioni benefiche di Trento . I figli diDon Bosco gli sono particolarmente grati per la suabeneficenza a favore delle Missioni Salesiane .MARIA CANEPA Ved. BOCCOLERI, † a

Modena il 25-XI-1943 a 93 anni .Madre dell'Ecc.mo Arcivescovo di Modena Mons .

Cesare Boccoleri, dopo aver spesa la vita nell'edu-cazione esemplarmente cristiana dei numerosi fi-gliuoli rimase accanto al « suo Vescovo » godendodelle sue gioie e trepidando con lui per le santesofferenze della missione Episcopale . Quasi sempresola, nella raccolta austerità della sua vita, « mammaMaria » aveva il cuore ed il pensiero teso verso lafolla dei figli affidati alle cure pastorali del figlio .

La guerra mondiale aveva chiesto anche a lei iltributo di preghiere e di sofferenze : aveva trepidatoper quattro dei suoi figli chiamati al servizio dellaPatria . In questi ultimi anni aveva seguito con an-goscia la dura vita di guerra partecipando anchealle sofferenze degli altri ed intensificando le suepreghiere per alleviare tante sventure . Fu zelanteCooperatrice salesiana, e quando a Terni S . Ec-cellenza chiamò i Salesiani per la fondazione diuna importante opera a pro della gioventù, non sistancò di prodigarsi con ogni mezzo perchè il beneiniziato si consolidasse e si affermasse con successo .Maestra REGIS BIANCHETTO ERNESTA,

† a Lessona (Biella) il 4-VII-1943 .Fervente Cooperatrice da più di 5o anni, ispirò

il suo apostolato educativo al sistema di S . Gio-vanni Bosco, accreditando il suo insegnamentocolla pratica delle virtù cristiane che resero la suavita altamente edificante .BORGOGNO GIOV. BATTISTA, † a Canelli

(Asti) il 30-IX-1943-Fervente Cooperatore fu benedetto da Dio colla

vocazione di un figlio alla Società Salesiana .

Altri Cooperatori defunti :Antonietti Rina, Cantù (Como) - Barrel Emilio,

Valgrisenza (Aosta) - Bellero Felice, Tonco Mon-ferrato (Asti) - Binda Virginia, Besnate (Varese) -Borsatto D . Giuseppe, Sandon (Venezia) - Buc-celli Erminia, Campomorone (Genova) - CabbiaMaria, Sandon (Venezia) - Carraro Gregorio, San-don (Venezia) - Chiesa Dott. Luigi, CastagnoleLanze (Asti) - Davini Celestina, Rezzato (Brescia) -Debarbora Giovanni, Trieste - Ferrero Don Pie-tro, Mati (Torino) - Gazelli Lovera C .ssa Maria,Torino - Ghiglione Giambattista, Castellamonte(Aosta) - Girotto Can . Francesco, Revigliasco To-rinese (Torino) - Lanfranchi Belotti Caterina, PonteS. Pietro (Bergamo) - Martelli Carlo, Commessaggio(Mantova) - Molteni Antonio, Lamburgo (Como) -Perotti Caterina, Gropello Cairoli (Pavia) - RivieraGiovanna, Brescia - Rossi Galotti Nena, BastidaPanc . (Pavia) - Sala Milani Agnese, Olginate (Como)- Sartirana Macchi Teresa, Urio (Como) .

Crociata missionariaBorse complete .

Borsa TOSO ING. PIETRO E OTTAVIA .Borsa MARIA AUSILIATRICE E S . GIOVANNIBOSCO (171 ), per grazia ricevuta in Russia, a curadi N. N. Somma prec . 10.000 - A compimento10.000 - Tot . 20.000 .

Borsa SS. CUORI DI GESÙ E MARIA (3a ), in suf-fragio dei suoi morti benedetti, a cura di N . N .

Borsa RUSPOLI PRINCIPE, ROMA .Borsa PANTOLI LODOVICO .Borsa S . CRISTOFORO, in suffragio del Babbo

e cari defunti a cura di Maria Musso-Piantelli .Borsa GUALA AGOSTINO E BUSTI GIOVAN-NA CONIUGI, a cura di D . Domenico Guala,come da disposizione testamentaria .

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Borse da completare.Borsa N. S. DEL BOSCHETTO E S. CECILIA

- Somma prec. 10.060 - Cap. Prospero Schiaf-fino 15o ; P. L. 10 - Tot. 10.220 .

Borsa PEDUSSIA DON LUIGI - Somma prec .17.443,40 - Cassetta libreria L'Araldo in Volterra206,25 ; Pedussia Michele zoo ; Famiglia Fiviz-zoli 22 ; Dott. Aldo Conti 25, Bruni Ester 5o ;Donati Sandrina 1o ; Bartoli Assunta S ; MurriRosa 5 ; Spugnoli Gilda 6 - Tot . 17 .972,65 .

Borsa POLLA D. EZIO, a cura della madre IrmaMasino ved. Polla - Somma prec . 930 - Nuovoversamento 40; nipote Liliana Giorda 16o ; Dott.Giuseppe Coppola 50 - Tot. 118o .

Borsa PERARDI LUIGI CAPITANO DEGLI AL-PINI - Somma prec . 5315 - Perardi Avv. Emilio5oo - Tot . 5815 .

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO -Somma prec . 3786 - P. L. 10 - Tot . 3796 .

Borsa PUPPO D. GIUSEPPE, a cura dell'Avv . Battù- Somma prec . 400 - G. B . Caniglione 100 ; Tot . 5oo .

Borsa PASTORINO DON PAOLO, a cura di Fo-resti Ezia - Primo versamento 200 .

Borsa POGLIO D. GIOVANNI, Parroco di Tigliole,in suffragio, a cura di G . L . - 1° versamento 1000 .

Borsa RICALDONE DON PIETRO (4a) - Sommaprec . 3839,50 - Tenente Paschero Elmo 5o ; Ga-ravello Annibale 25 ; P. L . 3924,50 .

Brosa RUA DON MICHELE (4a) - Somma prec .8493 - Chiappo Silvio 500 ; Pietro Cassanello10 ; Podio Giuseppe 200 ; Famiglia BertolinoZoo ; P. L . 10 - Tot . 9313 .

Borsa REGINA PACIS DI MONDOVÌ (2a) -Somma prec: 6227,10 - Prof. Domenici Valla So-Fam.Danni io ; Rossi Giorgio 100 ; P. L. 10 ; DanniTeresa 10 ; M. Teresa Micca 10 - Tot . 6417,10 .

Borsa RINALDI DON FILIPPO (7a) - Sommaprec . 15 .535 - 1° Oratorio D. Bosco 1500 ; P .L. 10 - Tot . 17 .045 .

Borsa RINALDI RODOLFO E PALMIRA, inmemoria e suffragio, a cura del Comm . Rag . An-tonio Rinaldi - Primo versamento 10.000 .

Borsa S. CUORE DI GESÙ, MARIA AUSILIA-TRICE E S . GIOVANNI BOSCO, M'AFFIDOA VOI, a cura di Luisa Devoto - Somma prec.6590 - Terzo versamento 4000 - Tot . 10 .590 .

Borsa SACRA FAMIGLIA (8a) - Somma prec .9381,50- D . Eusebio Bressan 1500 - Tot. 10 .881,50 .

Borsa S. CUORE DI GESÙ (2a), a cura della Par-rocchia di Corneno Eupilio - Primo versam . 400 .

Borsa S . CUORE DI GESÙ, MARIA AUSILIA-TRICE E D. BOSCO -,Somma prec . 6926, -Bazzè Elisa 50 : Vodopivec Vincenzo 100 ; Fio-rasi Maria 110 ; Riva Navire 300 ; FornasseroPaola 5o ; P. L. 10 - Tot . 7546 .

Borsa SOLARO -DON GAETANO, a cura di al-cuni parrocchiani di Airuno - Somma prec . 7500- N. N. Airuno 10.000; Villa G. 200; Sala G .400 ; Teodoro 1,50 ; Cavaluccia o,8o ; AndreinaR. 120 ; Tochetti A . 15o - Tot. 18.372,30 .

Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI(3a) - Somma prec . 17.468,60 - D. Vincenzo Scar-zello 5 - Tot. 17,473,60 .

Borsa S. GIUDA TADDEO - Somma prec . 10 .350- P. L . 10 - Tot. 10 .360.

Borsa S. GIOVANNI BOSCO, a cura di C . I . -Somma prec . 13 .025 - Nuovo versam . 1000 -Tot. 14.025 .

Borsa S. CARLO PER OTTENERE LA PACE- Somma prec. 2288 - Sorelle Scolari 43,85 ;Mario Nave 15o - Tot. 2481,85 .

Borsa S . TERESINA, Santu Lussurgiu (Cagliari)- Somma prec. 2000 - Zoffi Luigi 100 ; CasettaBice 5 ; Maria Chieco Tabacchi 100 - Tot. 2205 .

Borsa S . ANTONIO DA PADOVA - Somma prec .4770 - Gatti Virginia 100 - Tot. 4870.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma prec .13 .248 - Antonietta Nardore 20 ; P. L . 10; Luz-zatto Caterina 50 - Tot . 13 .328 .

Borsa S. GIUSEPPE, ALTO ORINOCO, a curadi Mons. De Ferreri - Somma prec . 15 .528 - GattiV. 300 ; P. L. 10 - Tot . 15 .838 .

Borsa S . SIRO VESCOVO DI PAVIA, a curadi R. A . R. M . 1° Versamento 11 .6oo .

Borsa S . GABRIELE DELL'ADDOLORATA -Somma prec . 1135 - Giuseppina Pellegrini 70- Tot . 1205 .

Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec . 3663,50- P. L. 10 - Tot . 3673,50.

Borsa S . GIOVANNI BOSCO (9a) - Somma prec .825 - Fam. Conte Falicetto in suff . del figlioStefano caduto in Grecia 1000 ; Lucia Giani100; Rigoletti Rina 12 ; Cussotti Angela 5o ; Cre-daro F . 50 - Tot . 2037 .

Borsa SACRA FAMIGLIA E S . GIOVANNIBOSCO, a cura di B . M . - Somma prec . 16 .8oo- Nuovo vers . 2500 - Tot . 19 .300 .

Borsa S. GIUSEPPE E S. ANNA, a cura di B .G. A . - Somma prec, 7000 - Nuovo versamento3000 - Tot. 10.000.

Borsa S. ELENA, a cura del Parroco di S . Mar-tino Freddana (Lucca) - Somma prec . 2000 -P. L. 10 - Tot . 2010 .

Borsa S. GIORGIO a cura di Cornero Maria -Primo versamento 1000 .

Borsa S. PANCRAZIO, in memoria di AngelaBorello - Primo versamento 5000 .

Borsa S. PAOLO, a cura del prof. Pastore Enrico inonore della mamma Paolina - 1° versamento 8000.

Borsa S. PIETRO, a cura di P . P. D. Z . - 1o ver-samento 10 .000.

Borsa TUTTI I SANTI E ANIME PURGANTI- Somma prec. 515 - N. N . 6 ; P. L . 20 ; Luz-zatto C . 62 - Tot . 603 .

Borsa TRIONE DON STEFANO - Somma prec.19.337,05 - Cuorgnè C. M. 10; Zelatrici salesiane5o ; Famiglia Beltramo 100 ; P . L . 10; N. N. 10 ;Marchetti Coniugi 20 ; Gallione F . 5 ; Sig .ra Peila15 ; Gianotti Prascorsano 5o ; Ferrari M . RonchiSo ; Serena Quinzio S . 50 - Tot. 19 .707,05 .

Borsa ULLA SILVIO, a cura della Madre - Sommaprec. 950 - Nuovo versamento 200 - Tot . 1150 .

Borsa VOSTI DON SAMUELE - Somma prec .7438 - Maioli Maria 50 - Porcelli Marianna inPugliese 1000 ; Balma, oratoriani e Pozzi 100 -Tot. 8588 .

(Segue) .