Bollettino interparrocchiale della Vallemaggia Settembre...

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Bollettino interparrocchiale della Vallemaggia Settembre - Ottobre - Novembre 2015

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Bollettino interparrocchiale della Vallemaggia Settembre - Ottobre - Novembre 2015

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don Rinaldo Romagnolicasa parrocchiale, 6670 AvegnoTelefono 091 796 15 41Cellulare 076 556 78 [email protected]

In copertina:

Papa Francesconato Jorge Mario Bergoglio

Offerte per il Bollettino Gordevio:CCP 65-6427-7 / Banca Raiffeisen Vallemaggia6675 CevioA favore di CH78 8033 5000 0001 9947 2Consiglio Parrocchiale GordevioBOLLETTINO PARROCCHIALE, 6672 Gordevio

Offerte per il Bollettino Avegno:CCP 65-802-8Parrocchia di AvegnoPer Bollettino

OrariO S. MeSSe feStive•Sabato ore 18.00 Avegno

Domenica ore 09.30 Gordevio-Cottolengo ore 10.00 Gordevio chiesa parrocchiale

O Maria, piena di grazia, umile e alta più che creatura,sempre attenta ai nostri problemi,eccomi qui da te.Fammi vedere che tu mi sei madre.Ottienimi la salute del corpo per servire Dioe per consacrarmi ai miei fratelli.Dona il bene prezioso della saluteanche alle persone che mi sono care.Tu, madre dei dolori, abbi pietà di quelli che soffrono nel corpo e nell’anima. In mezzo alle prove della vitamantienimi fedele alle promesse del battesimo. Accompagnami col tuo amore materno. Ascolta, o Maria, la mia preghiera, mettila nel cuore e ottieni che sia esaudita. Amen

Santuario Madonna del SassoCH-6644 Orselina-Locarno

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La Lettera deL parrOcO•Cari parrocchiani,

dopo la torrida pausa estiva, riprendiamo le attività... "normali".

Per le parrocchie di Avegno e Gor-devio si confermano alcune attività rivolte ai bambini e ai ragazzi che

ormai sono consolidate e collaudate.Voglio esprimere qui un grande GRAZIE alle suore di Villa Erica, che, terminando la loro attività scolastica, mi hanno rega-lato tanto materiale di qualità per fare la-vori manuali: avessi dovuto comperarlo, avrei speso un patrimonio... Grazie, care suore! Potremo continuare con ancor più impegno e creatività l’attività dell’Orato-rio dei piccoli del Sabato pomeriggio: troverete le date all’interno del Bollettino.

Anche le serate Cine-Cena per i ragaz-zi più grandi che desiderano trovarsi insieme una volta al mese, il venerdì se-ra, nella sala parrocchiale di Avegno, ri-prenderanno. Si cena insieme (quest’anno ognuno porterà qualcosa da condividere con gli altri) così che non devo pensare ogni volta a un menu da preparare: ognu-no porta qualcosa pensando che ci saran-no anche altri e si mette tutto in comune.

Mi piacerebbe introdurre, durante l’anno pastorale, ogni tanto, il “PRANZO COMU-NITARIO”, la domenica dopo la Messa festiva, un momento conviviale, sempli-ce, che faccia incontrare chi lo desidera, chi sarebbe solo a casa, chi si sente par-te attiva della comunità; sulla falsariga dell’incontro dei ragazzi più grandi, ognu-no preparerà qualcosa che condividerà con tutti gli altri. È una formula collau-data che permette a tutti di gustare tante buone specialità. Dopo aver condiviso il Pane della Vita, Gesù nell’Eucaristia, offri-remo anche la possibilità di condividere nella gioia anche il pasto festivo.

Ho deciso di non più inviare a casa, in mo-do personale, una lettera per l’iscrizione alla Prima Comunione e alla Cresima.Una prassi già adottata da diversi miei cari amici confratelli. Per chi fosse inte-ressato, nelle pagine seguenti troverete un tagliando da rimandare al sottoscritto.Chi arriverà fuori tempo massimo, potrà iscriversi l’anno prossimo.

Buon anno pastorale.d Rinaldo

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La tragica attuaLità•Non possiamo dimenticarci dell’e-

mergenza di questi tempi: i pro-fughi che devono scappare dalla

loro Patria a causa della povertà, della guerra, della barbarie e dell’intolleranza. Come non restare profondamente colpiti e commossi di fronte a quel piccino rivol-to bocconi sulla spiaggia, annegato. Im-maginatevi il dolore dei suoi genitori! A questo proposito, leggete quanto scrive alle comunità parrocchiali il nostro ve-scovo Valerio.

Guardate il volantino delle richieste di materiale per queste persone che non hanno più niente.

Nell’Israele antico, quello della Bibbia, in occasione delle principali feste, lo stra-niero, che era colui che viveva senza rela-zioni di tipo familiare in quanto sradicato dal tessuto del suo gruppo sociale, viene integrato nella famiglia che vive la gioia della festa insieme con il popolo d’Israele senza richiedergli la medesima fede. Dt 16,11-12: “gioisci davanti al Signore Dio tuo, tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava... lo straniero, l’orfano e la vedova”. È un’accoglienza ed un invito a partecipare alla gioia ed alla festa senza che per questo sia richiesta una adesio-ne spirituale. Festa comune che ha come finalità quella di ricordare ad Israele che egli stesso è stato schiavo in Egitto e stra-niero (Dt 16,14). Nel momento della festa viene vissuto un tempo in cui le divisioni in un certo qual modo sono superate; ed il motivo di questa possibilità di un comune gioire e di una familiarità nuova sta nella lode dei doni del Signore (Dt 16,10-15) che ha come conseguenza la condivisione.Inoltre Israele non dovrà opprimere grup-pi di stranieri presenti perché Israele conosce il respiro dello straniero: “Non

opprimerai il forestiero: anche voi co-noscete la vita (il respiro) del forestiero, perché siete stati forestieri in Egitto” (Es 23,9).Proteggere il forestiero diviene per Israe-le un segno del modo in cui agisce il Dio pietoso, che è liberatore degli oppressi. Nel Codice dell’alleanza c’è così attenzio-ne alle dimensioni di vita concreta, il lavo-ro, il riposo, ciò che investe la corporeità.Tutto si fonda sul ricordo di aver vissuto la situazione di straniero, di emigrante e di oppresso in Egitto.

Nello straniero Israele è chiamato a vede-re la propria storia, a fare memoria della sua vicenda, e quindi a ricordarsi dell’al-leanza. Se lo ricordasse l’Israele di oggi...ce lo ricordassimo anche noi, che abbia-mo nella nostra storia vicende di emi-grazione e di dolori e di separazioni: per sognare una vita migliore e più dignitosa.Ma abbiamo poca memoria...anche se tutto, attorno a noi, ci parla della nostra storia di emigranti.

d Rinaldo

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La pagina dei ragazzi•Ciao, tu sapevi che la Bibbia è il libro più in-teressante del mondo? Sapessi quante cose ci sono da scoprire! Ci sono storie davvero inquietanti (Giona imprigionato nella pancia di un pesce ), storie racca-priccianti (un "fantasma" sul lago), storie di truffe (un fratello ingannato), storie d’amore (Cantico dei Cantici), storie stra-ne (l’asino parlante), storie allegre (Noz-ze di Cana) , storie divertenti (gli alberi parlanti), storie tristi (sofferenza e morte per disobbedienza), storie celestiali (La Nuova Gerusalemme), storie pericolose (Daniele nella fossa dei leoni) e ancora tante altre storie.

E dietro ogni storia interessante c’è sem-pre anche una persona interessante.Beh, tutto questo ti ha incuriosito un po’? E ti invoglia di sapere qualcosa di piu sul-la Bibbia?Bene, allora si puoi cominciare subito a cercare di scoprire di più! Buon diverti-mento.

Cancella le parole seguenti nella griglia. Sono tutte parole che c’entrano con il personaggio da trovare. Una di esse appare due volte. Le lettere dispari rimaste formano il nome di una persona importante nella storia della no-stra fede.

ADULTERIOANTENATODIOEBREO FIONDAGERUSALEMMEGIONATAGOLIAIESSEISRAELEMUSICISTANATANOMICIDIOPASTOREPOETARAMASAULSOLDATOURIA

E ora magari vuoi sapere di più su . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Trovi la sua storia nel primo libro di Samuele che si trova nell’Antico Testamento della Bibbia.

Ciao e alla prossima scoperta!Bea

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urgenzacausa arrivo di giovani migranti

in gran parte ancora in età da studente

raccogliamo:

• Pantaloni e pantaloncini da uomo, taglie S / M (se sono training o con le l’elastico meglio ancora perché vanno bene quasi a tutti)• Magliette, felpe, pullover e giacchetti da uomo, taglie S e M • Zaini• Scarpa da ginnastica, misure , 40-43• Quaderni e penne

Il materiale può essere portato a Bea Bianchi, che darà anche informazioni più detta-gliate a chi lo desidera: numero di tel. 076 693 38 58

Per il nostro atelier di biciclette- Biciclette (vecchie, rotte, tutto va bene)- Attrezzi vari (cacciaviti, imbus, …)- Morse- Pompe- Cassette di plastica grandi- Scatolette per bulloni, viti, etc…

Per il nostro atelier legno- Martelli, raspe, lime, cacciaviti, seghe,- Banco da falegname- Legno, tavole, assi- Attrezzi da falegname- Viti, chiodi, etc.

Vestiario (taglie S/M):- Jeans e pantaloncini corti uomo- T-shirt e canottiere cotone uomo- Felpe e giacchettini cotone uomo - Scarpe uomo (da ginnastica special.)- Borse da viaggio, valige, zaini- Zainetti e astucci per bambini- Borsette da donna- Cappellini da sole- Sandali uomo, donna e bambini- Costumi da bagno- Intimo uomo (mutande pulite e calze)

Cartoleria- Libri in lingue straniere (arabo, russo, tigrigno, etc)- Dizionari (italiano/inglese, etc)- Materiale scolastico (penne, matite,

quaderni-non bloc notes)- Manuali con esercizi e grammatica

per imparare / tedesco / francese- Materiale da bricolage (pennelli, pitture, colle, forbici sicure)- Materiale circense (palline da jonglage, ecc.)- Carte da gioco per scala 40 non briscola o scopa

Attività fisica- Palloni da calcio, basket, pallavolo

Musica- Strumenti musicali, tamburi (di ogni tipo, anche chitarre rotte che

possiamo rimetter a posto)

Grazie di cuore da tutti noi

Alloggio San Giorgio Assistenza ORSVia Arbigo, 6616 Losone

Lista di materiale utile per il centro San Giorgio settembre 2015

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cena - cine•

Per ragazze e ragazzi che hanno già fatto o si preparano alla cresima

Dove: Sala parrocchiale di AvegnoQuando: Venerdì sera (mensilmente) dalle 18.30 alle 23.00 ca.

Venerdì 11.09.2015 - Venerdì 09.10 - Venerdì 13.11 - Venerdì 04.12 e Venerdì 15.01.2016

ceLebraziOni per Le faMigLieMESSE ANIMATE E INCONTRI COMUNITARI•

18 OTTOBRE, SAN LUCA Messa animata Orario da stabilire. GUARDATE GLI ALBI PARROCCHIALI !

22 NOVEMBRE, CRISTO RE Messa animata a Moghegno

13 DICEMBRE, 3. AVVENTO Messa ad Avegno. Ore 10.00. Pranzo comunitario in sala parrocchiale.

06 GENNAIO, EPIFANIA Messa animata per famiglie a Gordevio.

Vi aspettiamo con gioia, don Elia, don Luca, don Rinaldo e collaboratori

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OratOriO dei piccOLi•Per giocare, fare lavoretti, parlare, stare insieme in modo semplice e libero: ognu-

no può scegliere cosa fare assieme agli altri bambini.Chi vuole dare una mano è il benvenuto!

Dove: Sala parrocchiale di AvegnoQuando: sabato pomeriggio dalle 14.00 alle 17.00

I prossimi appuntamenti:Sabato 05.09.2015Sabato 26.09.Sabato 10.10.

Sabato 24.10Sabato 14.11Sabato 28.11

Sabato 12.12Sabato 09.01.2016Sabato 23.01

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diOceSi di LuganO - cOMunità criStiana di avegnO gOrdeviO

iScriziOne aLLa priMa cOMuniOne - iScriziOne aLLa creSiMa

I genitori di: cognome e nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

iscrivono il loro figlio / la loro figlia al catechismo in preparazione

a ricevere il sacramento della (segnare con una ciò che fa al caso)

Comunione (lunedì dalle 16.30 alle 17.45 in sala parrocchiale ad Avegno)

Cresima (venerdì dalle 16.30 alle 17.45 al Cottolengo di Gordevio)

e si impegnano a sostenerlo/la in quest’impegno di vita cristiana.

data e luogo di nascita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

nome del padre nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . della madre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

telefono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

via e domicilio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

classe frequentata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

data e luogo di battesimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Per la Cresima:

luogo di prima comunione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

data di prima comunione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Firma dei genitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Firma del/la candidato/a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Da ritornare compilato all’amministratore parrocchiale d Rinaldo entro fine Gennaio 2016.

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Diocesi di Lugano

Norme pastorali per il Sacramento del Matrimonio

“ Per il cristiano il matrimonio è una scelta di vita compiuta nella fede davanti a Dio e nella Chiesa”

•Preparazione

1. I �danzati si presentano al parroco al più presto; almeno 6 mesi prima del matrimonio.

2. È indispensabile una preparazione prossima che dovrà avvenire in due momenti distinti e complementari:

– la partecipazione a un corso prematrimoniale organizzato in parrocchia, nel Vicariato o in Diocesi;

– gli incontri con il parroco: sono previsti almeno tre colloqui per veri�care la situazione di fede degli sposi, per compilare i documenti e per preparare la celebrazione liturgica.

•Celebrazione

1. Gli elementi principali della celebrazione del matrimonio sono:

– la liturgia della Parola e dell’Eucaristia;

– il consenso degli sposi e la solenne benedizione: comprendere e vivere questi momenti dovrà essere la principale

preoccupazione degli sposi.

2. La celebrazione del matrimonio è un momento ideale per vivere l’esperienza del perdono e della riconciliazione sacramentale.

3. Luogo e assistente abituali della celebrazione del matrimonio sono la parrocchia e il parroco di uno degli sposi: sacerdoti, parenti o amici possono associarsi alla celebrazione. Solo una seria motivazione pastorale potrebbe giusti�care altre scelte.

La comunità cristiana è lieta di offrire incontri di pre- parazione ai �danzati che intendono sposarsi in chiesa.Sacerdoti e coppie di sposi sono a disposizione per approfondire i valori del Matrimonio cristiano durante incontri su argomenti speci�ci.

Sposarsi “nella Chiesa” signi�ca innanzitutto celebrare un Sacramento.Cioè accettare e impegnarsi a diventare segno e strumento dell’Amore di Dio tra gli uomini. Essere segno e

testimonianza dell’Amore di Dio presuppone la conoscenza di “come” ama Dio, di quali siano le caratteristichedel Suo amore. Negli incontri di preparazione al Matrimonio cristiano si cerca di condurre i �danzatialla scoperta dell’Amore di Dio attraverso quella bellissima “Lettera d’amore” che è la Sacra Scrittura,

in un clima di preghiera, ri�essione, dialogo e amicizia cristiana. Siate dunque i benvenuti !

Centro Sacra Famiglia – via Balestra 48

venerdì 22 gennaio dalle 20.00 alle 22.00sabato 23 gennaio dalle 09.00 alle 17.00domenica 24 gennaio dalle 09.00 alle 16.00

Centro Sacra Famiglia – via Balestra 48

venerdì 4 marzo dalle 20.00 alle 22.00sabato 5 marzo dalle 09.00 alle 17.00domenica 6 marzo dalle 09.00 alle 16.00

Fine settimana residenzialeseguiranno informazioni precisevenerdì 15 aprile dalle 20.00 alle 22.00sabato 16 aprile dalle 09.00 alle 17.00domenica 17 aprile dalle 09.00 alle 16.00

• Anno 2016 – Incontri a Locarno

Vicariato del Locarnese, Gambarogno e Valli

Incontri di preparazioneal Matrimonio cristiano

Centro Sacra Famiglia – via Balestra 48

venerdì 20 maggio dalle 20.00 alle 22.00sabato 21 maggio dalle 09.00 alle 17.00domenica 22 maggio dalle 09.00 alle 16.00

Centro Sant’Antoniolunedì 12 settembre dalle 20.00 alle 22.00

lunedì 19 settembre dalle 20.00 alle 22.00

lunedì 26 settembre dalle 20.00 alle 22.00

lunedì 3 ottobre dalle 20.00 alle 22.00domenica 9 ottobre dalle 10.30 alle 16.00

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OrariO deLLe ceLebraziOni•aurigenO, cOgLiO, giuMagLiO, LOdanO, Maggia, MOghegnO, SOMeO

Settembre – ottobre - novembre 2015

Sabato ore 17.00 S. Messa a Lodano ore 18.00 S. Messa a Giumaglio / Coglio

Domenica ore 09.00 S. Messa a Someo (*) ore 09.30 S. Messa a Moghegno ore 10.30 S. Messa a Maggia ore 10.45 S. Messa ad Aurigeno

Martedì ore 09.00 S. Messa a Moghegno ore 19.30 S. Messa al Carmelo, Maggia (*)

Mercoledì ore 18:00 S. Messa a Giumaglio

Giovedì ore 16.45 S. Messa a Someo (casa anziani) ore 18.00 S. Messa a Moghegno

Venerdì ore 19.30 S. Messa al Carmelo, Maggia (*)

(*) A partire da domenica 8 novembre la S. Messa si terrà alla Casa Anziani alle ore 9.00

Eventuali cambiamenti di orario saranno comunicati a mezzo di avvisi nell’albo parrocchiale.

Casa don GuanellaDomenica S. Messa ore 10.15.

Comunione ai malatiSiamo disponibili per portare la comunione ai malati. Chi lo desidera o fosse a conoscenza di persone che lo vorrebbero, si può annunciare presso la casa parrocchiale di Maggia.

PARROCCHIA DI MAGGIADon Luca MancusoTelefono 091 753 25 59Natel 076 370 55 21

Don Elia ZanolariTelefono 091 753 25 59Natel 076 679 81 25

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caLendariO LiturgicO•Settembre 2015

Domenica 20 FESTA PATRONALE DI SOMEO S. EUSTACHIO PLACIDO MARTIRE ore 10.00 S. Messa

Domenica 27 FESTA PATRONALE DI MAGGIA – S. MAURIZIO ore 10.30 S. Messa ore 16.00 Vespri in Chiesa Parrocchiale

Ottobre 2015

Domenica 4 FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO A MOGHEGNO ore 09.30 S. Messa con processione fino alla GESOLA ore 10.45 S. Messa a DUNZIO

Novembre 2015

Domenica 1 SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTISOMEO ore 09.00 S. MessaLODANO ore 09.00 S. MessaMOGHEGNO ore 09.30 S. MessaMAGGIA ore 10.30 S. MessaCOGLIO ore 10.30 S. MessaAURIGENO ore 10.45 S. Messa

SOMEO Dopo la S. Messa Visita al cimiteroLODANO Dopo la S. Messa Visita al cimiteroMAGGIA Dopo la S. Messa Visita al cimiteroCOGLIO Dopo la S. Messa Visita al cimiteroAURIGENO Dopo la S. Messa Visita al cimiteroMOGHEGNO Ore 15.00 Visita al cimiteroGIUMAGLIO Ore 15.00 Visita al cimitero

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Lunedì 2 COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTISOMEO ore 09.00 S. MessaLODANO ore 09.00 S. MessaMOGHEGNO ore 09.30 S. MessaMAGGIA ore 10.30 S. MessaGIUMAGLIO ore 10.30 S. MessaAURIGENO ore 10.45 S. Messa

Domenica 8 CRESIMAMAGGIA Ore 10.00 S. Messa

Domenica 29 I di Avvento: rotazione con nuovi orari (maggiori informazioni nel prossimo bollettino)

nOtizie cOMunitarie•GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO

Grazie all’iniziativa del Gruppo Attività Bambini e del Consiglio parrocchiale, anche gli abitanti

di Moghegno hanno aderito alla cam-pagna di informazione e di sensibiliz-zazione sull’autismo (Light it up blue di Autism Speaks), in occasione della giornata mondiale che in Ticino è stata celebrata sabato 28 marzo, attraverso le lanterne di colore blu, accuratamen-te confezionate dai bambini durante i consueti momenti di attività ricreative del sabato mattina. Per sottolineare l’e-vento, da sabato sera 28 marzo fino a giovedì 2 aprile, le finestre delle case sono rimaste illuminate con il colore dell’autismo, della cono-scenza e della sicurez-za così come l’Oratorio dell’Annunciazione e il sagrato della Chiesa par-rocchiale. Con questa iniziativa il Gruppo Atti-vità Bambini, il Consiglio parrocchiale e l’intera

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comunità di Moghegno hanno voluto contribuire alla buona causa ed aiutare anche concretamente le persone colpi-te da questo disturbo. Il ricavato del-la vendita delle lanterne è stato infat-ti devoluto alla Fondazione Ares che, fra i suoi scopi, si occupa di studiare e attuare misure di intervento per la corretta presa a carico di persone au-tistiche.

PRIMA COMUNIONE - 31 MAGGIO

Dalla Parrocchia di Aurigeno: Bazzana Lorenzo, Bettoni Filippo, Merlini Marco.Dalla Parrocchia di Coglio: Franzoni Elia, Römer Michelle.Dalla Parrocchia di Giumaglio: Adami Chiara.Dalla Parrocchia di Lodano: Baumeler Alice.Dalla Parrocchia di Maggia: Bettosini Adrian, Blaser Matteo, Pagani Nicolò.Dalla Parrocchia di Moghegno: Diotallevi Fabrizio, Kocherhans Celine.

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FESTA PATRONALE A COGLIO - 19 LUGLIO

Quest’anno, per quanto l’estate sia stata molto calda, soleggiata ed afosa, abbiamo avuto puntualmente in occasione delle feste patronali giornate di pioggia: così domenica 9 agosto per la festa patronale di San Lorenzo a

Lodano; così sabato 15 agosto per le feste patronali di Giumaglio e Moghegno. No-nostante ciò va sottolineata la grande partecipazione alle Messe pur permanendo una sensazione di “festa a metà” per l’impossibilità di svolgere le tradizionali feste di paese.

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FESTA PATRONALE A GIUMAGLIO - 15 AGOSTO

MESSE ANIMATE PER I BAMBINI E RAGAZZI

Riferimento a pag. 8 del calendario di don Rinaldo

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vita SacraMentaLe•

L’ OMOSeSSuaLità•C ari fedeli,

la Congregazione per la Dot-trina della Fede, nella “Lettera

ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omoses-suali”, esordiva dicendo: «Il problema dell’omosessualità e del giudizio etico sugli atti omosessuali è divenuto sem-pre più oggetto di pubblico dibattito, anche in ambienti cattolici. In questa discussione vengono spesso proposte argomentazioni ed espresse posizioni non conformi con l’insegnamento della Chiesa Cattolica, destando una giusta preoccupazione in tutti coloro che sono impegnati nel ministero pastorale». Spesso si sente dire “Ah, la Chiesa do-vrebbe aggiornarsi!”. Questo pensiero, disconoscente la natura e la missione della Chiesa, ignora appunto ch’essa è “nel mondo”, sì, ma non è “del mondo” (cfr. Gv 15,19). Pertanto, dice l’aposto-

lo Paolo, «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rin-novando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfet-to» (Rm 12,2). Questo discernimento, ottenuto attraverso una personale e costante conversione, fa sì che «quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti co-nosce ogni cosa, anche le profondità di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giu-dicare per mezzo dello Spirito. Ora, noi

BATTESIMILaudonio Elena di Peter e Sara Moghegno, 6 giugno

Laudonio Rafael di Peter e Sara Moghegno, 6 giugno

Laudonio Mattia di Alessandro e Pamela Moghegno, 6 giugno

Guido Elia Emanuel di Guido e Saskia Maggio, 18 luglio

Cometti Chloé Maria di Alessandro e Dayana Moghegno, 2 agosto

DEFUNTISalogni Elda Maria Riazzino, 4 luglio

Ruggeri Angelo Riazzino, 17 luglio

Ruggeri Donato Giumaglio, 28 luglio

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abbiamo il pensiero di Cristo» (1Cor 2,9-10.12.14.16). E «poiché la Chiesa ha ricevuto la missione di manifestare il mistero di Dio, il quale è il fine ultimo dell’uomo, essa al tempo stesso svela all’uomo il senso della sua propria esi-stenza, vale a dire la verità profonda sull’uomo» (Gaudium et Spes, 41). Il Vangelo di Cristo è sempre attuale poi-ché svela il cuore dell’uomo all’uomo (e per “cuore” non intendiamo la sfera dei sentimenti, bensì la sede delle facoltà e della personalità, da cui nascono pen-sieri, sentimenti, parole, decisioni e azioni) … e questo cuore, da duemila anni, non è cambiato!Lungi dal voler essere una provoca-zione fine a se stessa, o peggio anco-ra una sfida omofoba, questo articolo vuol piuttosto gettare maggior chia-rezza, tra il popolo di Dio, su un tema così controverso come è quello dell’o-mosessualità (e in particolare quella maschile). Per farlo, ci siamo basati su quanto dice il Magistero della Chiesa nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), unitamente al pensiero di un autore cattolico, Joseph Nicolosi, me-

dico psichiatra, presidente dell’Asso-ciazione Nazionale di Ricerca e Terapia dell’Omosessualità (NARTH), membro dell’Associazione Psicologica Ameri-cana, conferenziere di fama mondiale, autore di numerosi articoli scientifici e vari libri, fra i quali (e di questi ci siamo serviti): “Omosessualità: una guida per i genitori”, e “Omosessualità maschile: un nuovo approccio”, editi da Sugarco.

Don Luca e don Elia

C CC 2357. L’omosessualità de-signa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva

sessuale, esclusiva o predominante, ver-so persone del medesimo sesso. Si mani-festa in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psi-chica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sem-pre dichiarato che «gli atti di omosessua-lità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Preclu-dono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complemen-tarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

CCC 2358. Un numero non trascurabile di

uomini e di donne presenta tendenze omo-sessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

CCC 2359. Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramen-

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tale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

J. Nicolosi: Che cos’è l’omosessualità? L’essenza della condizione omosessuale è un conflitto interiore di natura sessuale che, solitamente, risale all’epoca dell’in-fanzia e mette il ragazzo preomosessuale in condizione di sentirsi diverso da tutti gli altri ragazzi. La diversità percepita gli crea un profondo senso di inferiorità e lo isola dagli altri maschi. In realtà, l’o-mosessualità è un problema inerente allo sviluppo, molto spesso derivante dalle prime incomprensioni tra padre e figlio. Da un rapporto padre-figlio fallimentare può scaturire l’incapacità di interioriz-zare la propria identità sessuale e se l’i-dentificazione sessuale non è completa, durante l’infanzia l’individuo non solo si allontana dal padre, ma anche dai coe-tanei di sesso maschile. In questo isola-mento il mondo femminile rappresenta per lui la sicurezza, quello maschile il mistero. Quando iniziano a svilupparsi le prime esigenze sessuali dell’adolescenza, è naturale che egli si allontani da ciò che gli è famigliare (il mondo femminile) e si senta attratto dall’inaccessibile (il mondo maschile), e questo perché l’essere uma-no non sessualizza mai ciò che conosce, è sempre attratto dal «diverso da sé». È la carenza di identità maschile ad agire come spinta verso individui dello stesso sesso. L’omosessualità che ne deriva è la risposta all’esigenza di porre rimedio al danno originario nel processo di identifi-cazione sessuale.

J. Nicolosi: La vocazione umana. Non possiamo concordare con l’affermazione – sostenuta anche da molti psichiatri – se-condo cui ogni individuo è libero di «es-sere ciò che vuole» in riferimento all’iden-tità sessuale o all’orientamento sessuale [n.d.r. si tratta dell’ideologia chiamata comunemente Gender]. Secondo questa opinione, l’anatomia umana non rappre-senterebbe per nulla il destino dell’indi-

viduo, e i genitori impegnati a guidare i propri figli verso una corretta identifica-zione sessuale maschile o femminile in realtà non farebbero altro che perpetua-re stereotipi sessuali obsoleti. Ma la raz-za umana è stata progettata maschio e femmina: non esiste un terzo genere ses-suale. È nostra convinzione che l’umanità debba vivere in conformità con l’ordine naturale, al fine di realizzarsi pienamen-te. Noi crediamo che la complementarietà sessuale e l’eterosessualità siano il fonda-mento di questo ordine naturale. Tutte le volte che neghiamo l’importanza delle differenze sessuali, non rispettiamo l’inte-grità della condizione umana. L’ideologia corrente c’impone di credere che gli es-seri umani non abbiano una «natura uma-na» congenita e che l’essenza dell’indivi-duo consista nella libertà di autodefinirsi come meglio crede. Ma quale bene porta una libertà che non tiene conto di ciò che siamo? Noi riteniamo che vi sono realtà predefinite che non è possibile cambiare. Se è vero – e di questo siamo convinti – che la normalità è «ciò che funziona se-condo il proprio progetto», allora anche la natura chiede il nostro aiuto per portare a compimento il nostro destino biologico di uomini e donne.

CCC 2332. La sessualità esercita un’in-fluenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell’unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmen-te l’affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l’attitudine ad intrecciare rapporti di co-munione con altri.

CCC 2333. Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la pro-pria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spiritua-li sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L’armo-nia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevo-le e il reciproco aiuto.

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CCC 2335. Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo diffe-rente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L’unione dell’uomo e del-la donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: «L’uomo abbando-nerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola car-ne» (Gn 2,24). Da tale unione derivano tut-te le generazioni umane.

J. Nicolosi: L’identità sessuale. L’identità di genere sessuale è l’armonio-sa integrazione di caratteristiche geneti-che (cromosomi), gonadiche (presenza di testicoli od ovaie), fenotipiche (morfo-logia e biochimica ormonale del corpo) e psicologiche (mascolinità e femminilità) in un processo complesso che si compie attraverso un lungo cammino: la feconda-zione dell’ovulo da parte di uno sperma-tozoo maschile (Y) o femminile (X) ne è solo il mirabile inizio.

J. Nicolosi: Il contesto famigliare. Da neonati, maschi e femmine si identifi-cano innanzitutto con la madre, la prima e primaria fonte di cure e nutrimento. Ma, mentre la femmina mantiene l’identifica-zione con la madre, il maschio ha il com-pito aggiuntivo di trasferire il processo di identificazione dalla figura materna a quella paterna. Attraverso il suo rapporto con il padre, il ragazzo inizierà il proces-so di identificazione maschile, necessa-rio allo sviluppo di una normale persona-lità maschile. L’acquisizione dell’identità sessuale richiede il suo tempo, passato il quale sarà molto più difficile apprendere la lezione. La maggior parte degli esper-ti concorda nell’affermare che il periodo più favorevole all’acquisizione dell’identi-tà sessuale si colloca entro il terzo anno di vita, con una punta di massima recet-tività nella seconda metà del secondo anno di vita. Il bambino sente gradual-mente il bisogno di separarsi dalla madre per cominciare ad identificarsi con il suo primo referente di mascolinità, il padre.

Egli intuisce a livello corporeo che non solo è separato dalla madre ma anche che è differente da lei. Uno dei compiti più significativi del padre durante questo periodo è quello di proteggere il bambi-no dal desiderio materno di prolungare nel tempo il rapporto simbiotico con il suo bambino. Attraverso il suo esempio, il padre dimostra al figlio che è possibile mantenere un rapporto intimo ma auto-nomo con la madre. La madre, dal canto suo, deve trasmettere al figlio la fiducia e la stima per la figura maschile, perché inizialmente il figlio vedrà il padre con gli occhi della madre. Dovrà «lasciare anda-re» il bambino verso il padre, in un clima di fiducia. Il rapporto triangolare fra geni-tori e figlio aiuta il bambino a chiarire a se stesso la propria autonomia e diversità dalla madre. È proprio in questo rappor-to triangolare che l’ambiente famigliare dell’omosessuale si rivela particolarmen-te carente. La situazione tipica presenta un rapporto eccessivamente stretto tra madre e figlio, con una figura paterna lon-tana da entrambi. Tale lontananza non è da intendersi ne-cessariamente come mancata presenza fisica, bensì mancata accessibilità emoti-va. La persona omosessuale spesso è un bambino ferito nelle sue prime relazioni maschili. Quando non ricevono ciò di cui hanno bisogno, questi bambini interpre-tano il comportamento del padre come un personale disinteresse e una forma di rifiuto nei loro confronti, un grave e dolo-roso affronto al proprio senso di sé. Per difendersi da ulteriori sofferenze, essi im-parano a sminuire la figura paterna, fino a renderla priva di importanza o addirit-tura inesistente. È un atteggiamento di facile interpretazione: «Se il papà non mi vuole, non lo voglio neppure io». Questo meccanismo è stato chiamato «distacco difensivo».

J. Nicolosi: Altri fattori. Tuttavia queste esperienze non hanno un valore universale. In alcuni casi la relazione padre-figlio si può considera-

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re soddisfacente, ma emergono sempre altre realtà problematiche: ad esempio, la presenza di un fratello o di un coeta-neo (solitamente più anziano) aggressi-vo e ostile, o di un adulto maschio che ha abusato del bambino provocandogli una grave ferita interiore. Ma il punto di arrivo è sempre quello: il bambino pro-va un profondo disagio in compagnia di altri uomini e non si sente all’altezza del mondo maschile.

J. Nicolosi: Omosessuali si nasce? L’omosessualità riguarda la sfera di ciò che si è – come essere asiatici o anziani o neri – o la sfera di ciò che si fa – come mangiare smodatamente o bere alcoli-ci? Molti credono erroneamente che la scienza abbia in qualche modo provato che l’omosessualità è un orientamento innato e naturale. Questo tipo di approc-cio riconosce l’orientamento sessuale di un individuo come parte integrante della sua identità più profonda, quindi l’omosessualità deve essere accettata in quanto espressione della vera natura dell’individuo. Ma vi sono delle istanze in grado di scalzare questa opinione, anche se venisse scoperto domani un «gene dell’omosessualità». Contraria-mente a quanto si sente dire, la scienza ha dei limiti intrinseci: essa descrive la realtà, può dirci «ciò che è», ma non «ciò che dovrebbe essere». Mi spiegherò me-glio con un esempio. Gli scienziati han-no scoperto l’esistenza di un gene che determina una predisposizione all’au-mento di peso corporale, ma certamen-te, non avrebbe senso affermare che l’o-besità è normale e sana, o che «gli obesi sono persone nate così». I nostri geni possono solo determinare una partico-lare predisposizione, ma poi entrano in gioco altri fattori determinanti, come le errate abitudini alimentari famigliari, le influenze culturali, le situazioni piene di tensione e, ovviamente, la nostra scelta personale di esercitare un autocontrol-lo. Anche per l’omosessualità la situazio-ne è più o meno la stessa.

J. Nicolosi: Esiste un «gene gay»?Come spiegato in precedenza, i geni non fanno gli omosessuali, caso mai ci con-sentono di reagire all’ambiente in un determinato modo. Uno studio recente sui fattori biologici evidenzia che l’unica componente genetica in grado di contri-buire allo sviluppo omosessuale potreb-be essere una tendenza ereditaria alla non conformità sessuale. La non confor-mità sessuale induce il bambino a sentirsi meno virile dei suoi coetanei, perciò egli rischia di rivestire di romanticismo quella mascolinità che gli manca e che osserva in altri. Il bambino preomosessuale de-cide allora di mettersi in salvo sotto l’ala protettiva materna e di rifiutare la sfida della mascolinità rappresentata dai coeta-nei più aggressivi e turbolenti. Le influen-ze genetiche e biologiche sono elementi predisponenti all’omosessualità in alcuni individui, ma in ultima analisi sono gli in-flussi ambientali (famiglia, società, espe-rienze di vita) a determinare lo sviluppo omosessuale di quegli individui. Il ruolo fondamentale delle influenze ambienta-li sull’omosessualità è stato fatto notare anche dallo scienziato Neil Whitehead, a partire da alcuni studi fatti su coppie di gemelli monozigoti (Cfr. J. M. Bailey e R. C. Pillard, “A Genetic Study of Male Sexual Orientation”). Whitehead sottolinea che in circa la metà dei casi analizzati un ge-mello era omosessuale, mentre l’altro era eterosessuale, e aggiunge: «I gemelli mo-nozigotici hanno geni identici. Se l’omo-sessualità fosse una condizione biologica prodotta da un gene (esattamente come il colore degli occhi), due gemelli identici dovrebbero essere entrambi omosessuali o eterosessuali». Il gruppo di ricercatori chiedeva ai gemelli monozigotici – di cui uno omosessuale e l’altro eterosessuale – di parlare del loro ambiente famigliare, e scoprirono che ciascun soggetto lo de-scriveva in modo completamente diverso dal gemello. Le differenze percepite ave-vano condotto l’uno verso l’omosessuali-tà e l’altro verso l’eterosessualità.

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J. Nicolosi: Omosessuale o gay? Per guarire dall’omosessualità, è essen-ziale conoscere la distinzione fra due ter-mini: gay e omosessuale. Il fatto che si pos-sano provare degli impulsi omosessuali non significa che si debba essere definiti «gay». A differenza dell’omosessualità, che descrive un orientamento sessuale, la condizione di gay riguarda un’identità sociopolitica che esprime un’identifica-zione positiva con i propri impulsi omo-sessuali. La persona che si definisce «gay» crede che le sue pulsioni omosessuali rap-presentino «la sua vera natura». Ma non tutte le persone che provano sentimenti omosessuali scelgono un’identità gay. L’o-mosessuale non-gay è un uomo che vive un conflitto fra il suo sistema di valori e le sue tendenze sessuali, perché fondamen-talmente egli s’identifica con lo schema di vita eterosessuale. L’omosessuale non-gay sente che il suo progetto personale è continuamente intralciato dall’attrazione che prova per gli individui del suo stesso sesso e, sebbene il suo sviluppo perso-nale sia costantemente ostacolato da de-sideri omoerotici, si sforza di non arren-dersi a questi impulsi omosessuali, ma di superarli. La confusione fra i due termini è il risultato di un’ideologia diffusa in tutti gli strati della nostra cultura.

J. Nicolosi: Il lesbismo. Se l’omosessualità maschile segue uno schema di sviluppo relativamente preve-dibile, il lesbismo è per sua natura meno prevedibile e più soggetto a periodi di alternanza con fasi eterosessuali. Credo che alle origini del lesbismo vi sia il rifiu-to inconscio della propria identità femmi-nile. Solitamente, le donne che diventano lesbiche decidono a livello inconscio che essere femmine è rischioso o indesidera-bile. A volte perché hanno subito le mole-stie sessuali di un uomo, oppure (e questo è il caso più frequente) perché si confron-tano con una figura materna ai loro occhi debole o negativa. Per alcune lesbiche, forse una ridotta minoranza, i fattori bio-logici hanno posto le basi di un’identità

sessualmente confusa. Le giovani donne ferite nel profondo della loro psiche po-trebbero cercare una connessione con la femminilità perduta in un intenso rappor-to omosessuale. Per favorire lo sviluppo dell’identità femminile della figlia, il padre deve garantirle amore e stima, così che la bambina cresca sentendosi degna dell’a-more di un altro uomo. Contrariamente a ciò, il padre assente o distaccato limita le capacità della figlia di capire gli uomini e altera il suo concetto di ciò che merita e di ciò che dovrebbe aspettarsi da un rap-porto con un uomo.

J. Nicolosi: La terapia riparativa. Non esistono «bambini gay» o «adolescen-ti gay». L’essere umano è destinato all’ete-rosessualità e qualsiasi tipo di confusio-ne mentale è innanzitutto una condizione psicologica, in molti casi modificabile. Influenzati dall’opinione comune errata secondo cui l’omosessualità è una realtà ineluttabile non passibile di cambiamen-to, oggi la maggior parte degli psicote-rapeuti «cura» il paziente omosessuale incoraggiandolo ad accettare la propria condizione, e considera efficace il tratta-mento quando riesce a liberarlo dai sensi di colpa che lo tormentano. Questa falsità diffusa, priva di ogni fondamento scien-tifico, ha indotto molti individui ad ab-bracciare lo stile di vita gay, dopo essere stati privati della speranza di un cambia-mento. In realtà, cambiare è possibile. La terapia ricostitutiva dell’omosessualità si basa sulla teoria delle relazioni oggettive e su studi empirici dell’identità sessuale. Si parla molto di differenze sessuali e in generale si è d’accordo nel riconoscere la positività di una completa identificazio-ne sessuale. Uno degli obiettivi primari della terapia è l’analisi delle dinamiche famigliari che possono aver provocato lo sviluppo omosessuale di un individuo. La riappacificazione con il padre è uno dei primi passi in questo processo ripa-ratore, ma tra gli obiettivi primari della terapia si annoverano anche l’autoaccet-tazione e la rimozione dei sensi di colpa,

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il superamento del falso io e lo sviluppo di vincoli di amicizia non erotici tra indi-vidui dello stesso sesso. Questo tipo di terapia non si pone l’obiettivo di cancel-lare tutti gli impulsi omosessuali, bensì di migliorare la capacità di mettersi in rela-zione con gli altri uomini e di rafforzare il processo di identificazione maschile. Quando sarà certo di possedere tutta la mascolinità che gli serve, il paziente smetterà di cercarla al di fuori di sé in al-tri uomini. La terapia mette in condizione il paziente di reinterpretare la propria sto-ria personale, di comprendere gli eventi della prima infanzia, nonché le dinamiche dei rapporti con i genitori, e in particolare con il padre. L’obiettivo è raggiungere la consapevo-lezza del problema e una chiarezza di di-rezione, in prospettiva di una eventuale trasformazione della propria condizione. Per alcuni uomini la soluzione risiede nel-la famiglia tradizionale, per altri nell’im-pegno alla castità. È un processo lento e graduale, lungo il quale non mancano i momenti di regressione, e, come per tutti i cambiamenti psicologici, probabilmente la trasformazione non sarà mai totale, e nel corso della loro vita questi individui proveranno ancora sentimenti omoses-suali persistenti.

Testimonianze: Richard Wyler, che appoggia un proget-to di sostegno online per omosessuali insoddisfatti, ha raccolto le storie di un gruppo di ex gay nel suo sito web www.peoplecanchange.com:

1. «In modo inconsapevole e involontario, avevamo creato un abisso psicologico tra noi stessi e il mondo maschile eteroses-suale, anche se la nostra natura maschile ci chiedeva di appartenere a quel mondo, di essere guidati e sostenuti da altri ma-schi. Temevamo gli uomini, ma eravamo torturati dal desiderio dei essere accet-tati. Invidiavamo la sicurezza e la virilità che dimostravano con disinvoltura. Crescendo, l’invidia si trasformò in lussu-

ria, desiderio carnale. Dopo averli tanto osservati da lontano, cercando di assomi-gliare loro e di conquistare la loro appro-vazione, essi divennero i nostri oggetti di desiderio».

2. «Il timore e la sofferenza di essere ri-fiutati dal mondo maschile ci portavano spesso a dissociarci dalla mascolinità, che era l’unica realtà che desideravamo veramente».

3. «Il vero problema della nostra natu-ra era l’estrema suscettibilità e la con-seguente tendenza a drammatizzare le situazioni e a credere di essere sempre rifiutati e discriminati, anche senza un reale motivo. Le nostre percezioni diven-nero la nostra realtà».

4. «Nella nostra angoscia confluivano il bi-sogno di una figura paterna, una presen-za materna invadente, il rifiuto da parte dei nostri coetanei, la scarsa autostima sessuale e, con frequenza esagerata (pa-ragonata alla totalità della popolazione), un’elevata percentuale di abusi sessuali subiti durante l’infanzia e di esperienze sessuali premature – sempre ad opera di adulti maschi –, che avevano provocato un’incalcolabile confusione tra i concet-ti di amore e di abuso, di maschio e di femmina. Il tempo da solo non bastava per curare queste profonde ferite: era necessario fare un percorso a ritroso per affrontarle, riconoscerle, soffrire, dare sfogo alla nostra rabbia legittima, fare i passi necessari per riparare per quanto possibile il danno subito, infine perdona-re e continuare a vivere».

5. «La via della virilità è lunga. È un cam-mino cosparso di lezioni da imparare, tentativi, fallimenti, nuovi tentativi … Qualcuno, però, non raggiunge la meta. Accade quando la lotta si fa troppo dura e le sconfitte troppo dolorose, allora qual-cuno si ritira … e fa una deviazione … Ero uno di loro. La mia deviazione mi condus-se nel mondo degli omosessuali».

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per Le vOStre Offerte •Parrocchia di Aurigeno CH 91 0076 4103 1969 P000 C, Banca Stato, Ascona

Bollettino Parr. Aurigeno Cto: 16089.17 / CCP 65-6427-7 Banca Raiffeisen, Vallemaggia

Opere Parrocchiali Coglio CH 86 8033 5000 0008 71150, Banca Raiffeisen, Vallemaggia

Opere Parrocchiali Giumaglio CH 31 8033 5000 0002 18069, Banca Raiffeisen, Vallemaggia

Consiglio Parrocchiale Lodano Cto: 8652.92, Banca Raiffeisen Vallemaggia

Consiglio Parrocchiale Maggia CCP 65-5856-2

Opere Parrocchiali Moghegno Cto: 2104.20 / CCP 65-6427-7 Banca Raiffeisen, Vallemaggia

Consiglio Parrocchiale Someo CCP 65-1452-9

un SincerO grazie per Le vOStre generOSe Offerte

MESSA ALLA CAPPELLA DELLA PIODA (MAGGIA)

Domenica 6 settembre

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CASA PARROCCHIALE DI CEVIOAmministratori parrocchiali:don Paolo Passoni, don Bartolomeo Benedetti (don Lino)Vicario parrocchiale:don Jenner Javier Molina Peñaloza

Cevio Vecchio 3 – 6675 Cevio☎ 091 754 16 88 (casa parrocchiale)☏ 076 370 39 91 (don Paolo)e-mail: [email protected]

OrariOSS. MeSSe dOMenicaLi•

Valle Rovana Sabato e vigilieLinescio una volta al mese, vedere albo parrocchiale ore 16.00Niva vedere albo parrocchiale Campo ore 17.15Cimalmotto vedere albo parrocchiale Cerentino vedere albo parrocchiale Valle Rovana DomenicaBosco Gurin ore 09.00Comune di Lavizzara Sabato e vigilieS. Carlo v. di Peccia 1° - 3° - 5° sabato ore 17.30 Peccia 2° - 4° sabato ore 17.30Broglio ore 19.00Menzonio ore 19.00Comune di Lavizzara DomenicaFusio ore 09.00Brontallo ore 10.30Sornico 1a - 3a - 5a domenica ore 10.30Prato 2a - 4a domenica ore 10.30Comune di Cevio Sabato e vigilieCevio – Residenza alle Betulle (ospedale) ore 16.00Bignasco ore 19.00Comune di Cevio DomenicaCevio – Rovana/Boschetto/chiesa parrocchiale 1 ore 09.00Cavergno ore 10.30

1 Solo per i mesi di settembre e ottobre: Rovana: I domenica del mese; Boschetto: II domenica del mese; chiesa parrocchiale: altre domeniche.

S. MESSE FERIALIMartedì ore 09.00 Broglio ore 16.00 Cevio Residenza alle Betulle Mercoledì ore 09.00 Bignasco ore 17.00 Bosco GurinGiovedì ore 09.00 Prato (in alt.) ore 16.00 Cevio Residenza alle Betulle ore 17.00 Brontallo (in alt.) ore 19.00 CavergnoVenerdì ore 07.30 Cevio Rovana ore 17.00 Fusio (in alt.) / S. Carlo v. di Peccia (in alt.)

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La parOLa deL parrOcO•Cari parrocchiani,

C ome ogni anno in questa epoca di autunno in cui stiamo per en-trare, il nostro contatto col mon-

do in cui viviamo acquista una dimensio-ne tutta particolare: la natura si prepara al meritato riposo, cambiano i colori, dal verde dell’estate si passa alle mille sfuma-ture di giallo e di rosso, la terra consegna i frutti del lungo e impegnativo lavoro dell’uomo durante l’anno. È un miracolo questo che il nostro piccolo pianeta ripe-te ormai da migliaia di anni, e mai come di questi tempi viene messo seriamente in pericolo dalla scelleratezza dell’uomo. Ecco perché il nostro Papa, facendo fede al suo nome, Francesco, ha voluto scri-vere una lettera enciclica dal titolo “Lau-dato si’ - Sulla cura della casa comune”, partendo dall’amore immenso che aveva san Francesco d’Assisi per la nostra “ma-dre Terra” e per tutte le creature di Dio. Si tratta di un lungo documento, compo-sto in tutto di 192 pagine, sei capitoli, 246 paragrafi e due preghiere per chiedere «che tipo di mondo vogliamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi». Que-sta opera di Papa Francesco non riguarda solo la preoccupazione per l’ecologia, ma anche per tutte quelle realtà negative che derivano dallo sfruttamento sconsiderato del pianeta a causa dell’avidità insazia-bile di pochi uomini: povertà, fame, de-grado sociale, sfruttamento e svilimento dell’essere umano, inquinamento, guerre, malattie, migrazioni di massa. Papa Fran-cesco fa come una fotografia del degrado di terra, acqua e cielo denunciandone le cause, a cominciare dallo strapotere del-la finanza e dalla debolezza della politica; non solo, audacemente offre anche vari ri-medi a questo stato di cose, partendo da virtù come la sobrietà e l’umiltà. Si tratta di un documento bellissimo, che vi invito

a leggere per intero, e di cui vi propongo una sintesi. Così inizia Papa Francesco:

«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel can-tico ci ricordava che la nostra casa co-mune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». Questa sorella protesta per il male che le provo-chiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che erava-mo suoi proprietari e dominatori, auto-rizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malat-tia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per que-sto, fra i poveri più abbandonati e mal-trattati, c’è la nostra oppressa e deva-stata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivi-fica e ristora (nn. 1 e 2).

Papa Francesco non parte da zero, ma riprende le parole dei suoi predecessori e il grido di allarme che da tempo mette in guardia dallo sfruttamento inconside-rato delle risorse, da una politica miope che guarda al successo immediato senza prospettive a lungo termine, dall’egoismo delle società consumistiche che stentano a cambiare i propri stili di vita. Ricorda che la cura del creato è impegno di tutti, credenti e non credenti. E rilancia anche l’impegno ecumenico citando ampiamen-

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te, sul tema ambientale, il patriarca Barto-lomeo.

Nel primo capitolo, “Quello che sta acca-dendo alla nostra casa”, dopo un ampio sguardo d’insieme e l’appello a «rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruen-do il futuro del pianeta», papa Francesco analizza quello che sta accadendo alla no-stra casa. Lo fa servendosi delle più recen-ti acquisizioni scientifiche in materia am-bientale e affrontando temi concreti.

I mutamenti climatici«I cambiamenti climatici sono un proble-ma globale con gravi implicazioni ambien-tali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle princi-pali sfide attuali per l’umanità», scrive al numero 25. Se «il clima è un bene comune, di tutti e per tutti», l’impatto più pesante della sua alterazione ricade sui più pove-ri, ma molti «che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel maschera-re i problemi o nasconderne i sintomi». Il Papa denuncia «la mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle» come «segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile».

La questione dell’acqua«L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvi-venza delle persone e per questo è condi-zione per l’esercizio degli altri diritti uma-ni». Privare i poveri dell’accesso all’acqua significa negare «il diritto alla vita radica-to nella loro inalienabile dignità».

La tutela della biodiversità«Ogni anno scompaiono migliaia di spe-cie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non po-tranno vedere, perse per sempre». Non sono solo eventuali “risorse” sfruttabili, ma hanno un valore in sé stesse.

Il debito ecologico del Nord rispetto al SudIl Papa denuncia la «debolezza delle re-azioni» di fronte ai drammi di tante per-sone e popolazioni. Nonostante non manchino esempi positivi c’è «un certo in-torpidimento e una spensierata irrespon-sabilità». Mancano una cultura adeguata e la disponibilità a cambiare stili di vita, produzione e consumo.

Nel secondo capitolo, “Il Vangelo della creazione”, il Papa rilegge i racconti bi-blici e dà una visione complessiva della tradizione ebraico-cristiana spiegando il perché della «tremenda responsabilità» dell’essere umano nei confronti del creato. L’essere umano ha il compito di «“coltivare e custodire” il giardino del mondo (cfr Gen 2,15)», sapendo che «lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio».

Nel terzo capitolo, “La radice umana del-la crisi ecologica”, il Papa va alle cause profonde del degrado. La denuncia è so-prattutto per la logica «usa e getta» che ge-nera la cultura dello scarto. Le competen-ze tecniche, scrive il Papa danno a «coloro che detengono la conoscenza e soprattut-to il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero». Sono proprio le logiche di dominio tecnocrati-co che portano a distruggere la natura e a sfruttare le persone e le popolazioni più deboli. «Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica», impedendo di riconoscere che «il mercato da solo non

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garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale». Ne deriva la logica che «porta a sfruttare i bambini, ad abban-donare gli anziani, a ridurre altri in schia-vitù, a sopravvalutare la capacità del mer-cato di autoregolarsi, a praticare la tratta di esseri umani, il commercio di pelli di animali in via di estinzione e di “diaman-ti insanguinati”. È la stessa logica di molte mafie, dei trafficanti di organi, del narco-traffico e dello scarto dei nascituri perché non corrispondono ai progetti dei genito-ri». Il Papa parla poi della dignità del lavoro e della centralità della persona spiegando che «rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immedia-to è un pessimo affare per la società».

Nel quarto capitolo, “Un’ecologia integra-le”, si affronta ancora il tema della giusti-zia e della politica. Il Papa parla di ecologia delle istituzioni: «Se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita uma-na: “Ogni lesione della solidarietà e dell’a-micizia civica provoca danni ambientali”». Il Papa ribadisce che «l’analisi dei proble-mi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna per-sona con sé stessa». «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra socia-le, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale». Questa ecologia integrale «è inseparabile dalla nozione di bene comu-ne». Nel contesto di oggi, in cui «si riscon-trano tante inequità e sono sempre più nu-merose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali», im-pegnarsi per il bene comune significa fare scelte solidali sulla base di «una opzione preferenziale per i più poveri».

Nel capitolo quinto, “Alcune linee di orientamento e di azione”, Francesco non solo denuncia, ma si pone la domanda su cosa sia possibile fare per «uscire dalla spi-rale di autodistruzione in cui stiamo affon-dando». La Chiesa non pretende di definire

le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma il Papa invita «ad un dibat-tito onesto e trasparente, perché le neces-sità particolari o le ideologie non ledano il bene comune». Il giudizio è severo: «I Verti-ci mondiali sull’ambiente degli ultimi anni non hanno risposto alle aspettative per-ché, per mancanza di decisione politica, non hanno raggiunto accordi ambientali globali realmente significativi ed efficaci». Il Papa si chiede «perché si vuole mante-nere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?». Serve una go-vernance mondiale: «abbiamo bisogno di un accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globali», visto che «“la protezione ambien-tale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e be-nefici. L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in gra-do di difendere o di promuovere adegua-tamente”», scrive riprendendo le parole del Compendio della dottrina sociale della Chiesa). Particolarmente incisivo è l’appel-lo rivolto a chi ricopre incarichi politici, af-finché si sottragga «alla logica efficientista e “immediatista”» oggi dominante: «se avrà il coraggio di farlo, potrà nuovamente rico-noscere la dignità che Dio gli ha dato come persona e lascerà, dopo il suo passaggio in questa storia, una testimonianza di ge-nerosa responsabilità».

Nel sesto capitolo, “Educazione e spiri-tualità ecologica”, Francesco vede la ne-cessità di impegnarsi seriamente a forma-re le nuove generazioni al rispetto e alla tutela del creato, perché «ogni cambia-mento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo». Sono coinvolti tutti gli ambiti educativi, in primis «la scuo-la, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi». La partenza è «puntare su un altro stile di vita», che apre anche la possibilità di «esercitare una sana pres-sione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale». È ciò che accade quando le scelte dei consumatori

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riescono a «modificare il comportamen-to delle imprese, forzandole a conside-rare l’impatto ambientale e i modelli di produzione». Non si può sottovalutare l’importanza di percorsi di educazione ambientale capaci di incidere su gesti e abitudini quotidiane, dalla riduzione del consumo di acqua, alla raccolta differen-ziata dei rifiuti fino a «spegnere le luci inutili». In ultima istanza Francesco invi-ta tutti a relazionarsi in maniera seria e profonda col Creatore, che si rende pre-sente anche nelle sue creature, come ci insegnano san Francesco e san Bonaven-tura: «L’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero». Di più: l’uomo è invitato a osservare il ripo-so settimanale per entrare nel “riposo di Dio”, per incontrarsi con Lui, specialmen-te nella celebrazione dell’Eucaristia: «La domenica, la partecipazione all’Eucari-stia ha un’importanza particolare. Que-sto giorno, così come il sabato ebraico, si offre quale giorno del risanamento delle relazioni dell’essere umano con Dio, con sé stessi, con gli altri e con il mondo. La domenica è il giorno della Risurrezione, il “primo giorno” della nuova creazione, la cui primizia è l’umanità risorta del Signo-re, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realtà creata. Inoltre, questo gior-no annuncia «il riposo eterno dell’uomo in Dio». In tal modo, la spiritualità cristiana integra il valore del riposo e della festa. L’essere umano tende a ridurre il riposo contemplativo all’ambito dello sterile e dell’inutile, dimenticando che così si to-glie all’opera che si compie la cosa più importante: il suo significato. Siamo chia-mati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che è di-versa da una semplice inattività [..]. Il ri-poso è un ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri. Così, il giorno di riposo, il cui centro è l’Eucaristia, diffonde la sua luce sull’intera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri».

L’enciclica termina con un duplice invito: a guardare e ad affidarsi a Maria, “Regina della creazione”, che «ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito», e a fissare lo sguardo oltre la nostra realtà terrena, che nonostante tutto è solo di passaggio: «Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con l’infinita bellezza di Dio (cfr 1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa am-mirazione il mistero dell’universo, che parteciperà insieme a noi della pienezza senza fine. Sì, stiamo viaggiando verso il sabato dell’eternità, verso la nuova Geru-salemme, verso la casa comune del cielo. Gesù ci dice: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5). La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai po-veri definitivamente liberati. Nell’attesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci è stata affidata, sapendo che ciò che di buono vi è in essa verrà assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creatu-re, camminiamo su questa terra cercando Dio, perché “se il mondo ha un principio ed è stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che è il suo Creatore”. Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupa-zione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza. Dio, che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le forze e la luce di cui abbiamo biso-gno per andare avanti. Nel cuore di que-sto mondo rimane sempre presente il Si-gnore della vita che ci ama tanto. Egli non ci abbandona, non ci lascia soli, perché si è unito definitivamente con la nostra terra, e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove strade. A Lui sia lode!».

Facciamo così tesoro di questi preziosi in-segnamenti del nostro Papa, che ci offre anche due bellissime preghiere (riportate di seguito) per aiutarci a collaborare in unità di intenti con Dio al gran disegno della creazione.

don Paolo

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preghiere di papa franceScO•Preghiera per la nostra terra

Dio Onnipotente,che sei presente in tutto l’universoe nella più piccola delle tue creature,Tu che circondi con la tua tenerezza tutto quanto esiste,riversa in noi la forza del tuo amoreaffinché ci prendiamo cura della vita e della bellezza.Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorellesenza nuocere a nessuno.O Dio dei poveri, aiutaci a riscattare gli abbandonati e i dimenticati di questa terrache tanto valgono ai tuoi occhi.Risana la nostra vita,affinché proteggiamo il mondoe non lo deprediamo,affinché seminiamo bellezzae non inquinamento e distruzione.Tocca i cuoridi quanti cercano solo vantaggia spese dei poveri e della terra.Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,a contemplare con stupore,a riconoscere che siamo profondamente uniticon tutte le creaturenel nostro cammino verso la tua luce infinita.Grazie perché sei con noi tutti i giorni.Sostienici, per favore, nella nostra lottaper la giustizia, l’amore e la pace.

Preghiera cristiana con il creato

Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,che sono uscite dalla tua mano potente.Sono tue, e sono colme della tua presenza e della tua tenerezza. Laudato si’!

Figlio di Dio, Gesù,da te sono state create tutte le cose.Hai preso forma nel seno materno di Maria,ti sei fatto parte di questa terra,e hai guardato questo mondo con occhi umani.Oggi sei vivo in ogni creaturacon la tua gloria di risorto.Laudato si’!

Spirito Santo, che con la tua luceorienti questo mondo verso l’amore del Padree accompagni il gemito della creazione,tu pure vivi nei nostri cuoriper spingerci al bene.Laudato si’!

Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito,insegnaci a contemplartinella bellezza dell’universo,dove tutto ci parla di te.Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudineper ogni essere che hai creato.Donaci la grazia di sentirci intimamente uniticon tutto ciò che esiste.Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondocome strumenti del tuo affettoper tutti gli esseri di questa terra,perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.Illumina i padroni del potere e del denaroperché non cadano nel peccato dell’indifferenza,amino il bene comune, promuovano i deboli,e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.I poveri e la terra stanno gridando:Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,per proteggere ogni vita,per preparare un futuro migliore,affinché venga il tuo Regno di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.Laudato si’!

Amen.

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aLcuni MOMenti deLL’eState•Sabato 30 maggio 2015:Passeggiata sui monti di Menzonio e benedizione della croce Revora

Domenica 19 luglio 2015:S. Messa alla Cappellina degli alpi al Corte Sassello

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Domenica 2 agosto 2015: festa dell’oratorio della Madonna di Rima

Cari fedeli, come ben sappiamo ottobre è il mese dedicato particolarmente alla recita del Santo Rosario, questa pre-ghiera mariana di meditazione dei misteri di Cristo, ormai ultracentenaria, che ha contribuito alla produzione di non pochi santi nella vita della Chiesa e che era anche il “pane quotidiano” nella vita famigliare all’epoca dei nostri nonni. È una preghiera meravigliosa, che ci aiuta appunto a pe-netrare, contemplare e gustare sempre più le ineffabili ric-chezze di Cristo meditando i misteri che lo riguardano, con e attraverso la potente intercessione di Maria, sua Madre. Vi propongo così una bellissima catechesi sul Santo Rosa-rio tenuta da Papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2008, reca-

La pagina deLLa SpirituaLità •

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Benedetto XVIIl Rosario è un mezzo spirituale prezioso per crescere nell’intimità con Gesù

Prima di entrare in Santuario per reci-tare insieme a voi il santo Rosario, ho sostato brevemente dinanzi all’urna del beato Bartolo Longo, e pregando mi sono chiesto: “Questo grande aposto-lo di Maria, da dove ha tratto l’energia e la costanza necessarie per portare a compimento un’opera così imponente (il santuario mariano di Pompei, ndr), nota ormai in tutto il mondo? Non è pro-prio dal Rosario, da lui accolto come un vero dono del cuore della Madonna?”. Sì, è stato veramente così! Lo testimonia l’esperienza dei santi: questa popolare preghiera mariana è un mezzo spirituale prezioso per crescere nell’intimità con Gesù, e per imparare, alla scuola della Vergine Santa, a compiere sempre la di-vina volontà. È contemplazione dei mi-steri di Cristo in spirituale unione con Maria, come sottolineava il servo di Dio Paolo VI nell’Esortazione apostolica Marialis cultus (n. 46), e come poi il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II ha ampiamente illustrato nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, che oggi idealmente riconsegno alla Comu-nità pompeiana e a ciascuno di voi. Voi che vivete ed operate qui a Pompei, specialmente voi, cari sacerdoti, religio-se, religiosi e laici impegnati in questa singolare porzione di Chiesa, siete tut-ti chiamati a fare vostro il carisma del beato Bartolo Longo e a diventare, nella misura e nei modi che Dio concede a cia-scuno, autentici apostoli del Rosario.

Bellezza e profondità di questa preghieraMa per essere apostoli del Rosario, oc-

corre fare esperienza in prima persona della bellezza e della profondità di que-sta preghiera, semplice ed accessibile a tutti. È necessario anzitutto lasciarsi condurre per mano dalla Vergine Maria a contemplare il volto di Cristo: volto gioioso, luminoso, doloroso e glorioso. Chi, come Maria e insieme con Lei, cu-stodisce e medita assiduamente i mi-steri di Gesù, assimila sempre più i suoi sentimenti e si conforma a Lui.Mi piace, al riguardo, citare una bella considerazione del beato Bartolo Longo: “Come due amici - egli scrive -, pratican-do frequentemente insieme, sogliono conformarsi anche nei costumi, così noi, conversando familiarmente con Gesù e la Vergine, nel meditare i Misteri del Rosario, e formando insieme una mede-sima vita con la Comunione, possiamo diventare, per quanto ne sia capace la

tosi al santuario della Madonna del Rosario di Pompei per recitarlo, con l’augurio che questa santa pratica di preghiera possa ritornare ad essere vissuta nelle nostre case, specialmente in famiglia.

don Paolo

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nostra bassezza, simili ad essi, ed ap-prendere da questi sommi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, pazien-te e perfetto” (Rosarium Virginis Mariae, 15).

Dio parla sempre attraverso il silenzioIl Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio. A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabi-le con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione. In realtà, questa caden-zata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta. Analogamente a quanto avvie-ne per i Salmi quando si prega la Liturgia delle Ore, il silenzio affiora attraverso le parole e le frasi, non come un vuoto, ma come una presenza di senso ultimo che trascende le parole stesse e insieme con esse parla al cuore.Così, recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,12). Quanto è importante allora cura-re questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunita-ria! Anche quando viene pregato, come oggi, da grandi assemblee e come ogni giorno fate in questo Santuario, è neces-

sario che si percepisca il Rosario come preghiera contemplativa, e questo non può avvenire se manca un clima di silen-zio interiore.

Rosario e Parola di DioVorrei aggiungere un’altra riflessione, relativa alla Parola di Dio nel Rosario, particolarmente opportuna in questo periodo in cui si sta svolgendo in Vati-cano il Sinodo dei Vescovi sul tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Se la contemplazione cri-stiana non può prescindere dalla Paro-la di Dio, anche il Rosario, per essere preghiera contemplativa, deve sempre emergere dal silenzio del cuore come risposta alla Parola, sul modello della preghiera di Maria.A ben vedere, il Rosario è tutto intessu-to di elementi tratti dalla Scrittura. C’è innanzitutto l’enunciazione del mistero, fatta preferibilmente, come oggi, con parole tratte dalla Bibbia. Segue il Padre nostro: nell’imprimere alla preghiera l’orientamento “verticale”, apre l’ani-mo di chi recita il Rosario al giusto at-teggiamento filiale, secondo l’invito del Signore: “Quando pregate dite: Padre...” (Lc 11,2). La prima parte dell’Ave Maria, tratta anch’essa dal Vangelo, ci fa ogni volta riascoltare le parole con cui Dio si è rivolto alla Vergine mediante l’Angelo, e quelle di benedizione della cugina Eli-

sabetta. La seconda par-te dell’Ave Maria risuona come la riposta dei figli che, rivolgendosi supplici alla Madre, non fanno altro che esprimere la propria adesione al disegno salvifi-co, rivelato da Dio. Così il pensiero di chi prega resta sempre ancorato alla Scrit-tura e ai misteri che in essa vengono presentati.

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SOLennità di tutti i Santi•Parrocchia

Confessioneindividuale

Messa SolennitàTutti i Santi

Visita al cimitero

BignascoSabato 24 ottobre

ore 9.00-10.00Sabato 31 ottobreS. Messa ore 19.00

Domenica 1 novembreore 15.00

Bosco GurinMercoledì 28 ottobredopo la Messa feriale

Domenica 1 novembreS. Messa ore 9.00

Domenica 1 novembredopo la S. Messa

BroglioMartedì 27 ottobre

dopo la Messa ferialeSabato 31 ottobreS. Messa ore 19.00

Domenica 1 novembreore 15.00

BrontalloGiovedì 29 ottobre

dopo la Messa ferialeDomenica 1 novembre

S. Messa ore 10.30Domenica 1 novembre

dopo la S. Messa

CampoSabato 31 ottobre

prima della S. Messaore 15.30-16.15

Venerdì 31 ottobreS. Messa ore 16.30

Sabato 31 ottobredopo la S. Messa

CavergnoSabato 24 ottobre

ore 10.00-11.30Domenica 1 novembre

S. Messa ore 10.30Domenica 1 novembre

dopo la S. Messa

CerentinoMercoledì 28 ottobredopo la Messa feriale

a Bosco Gurin

Domenica 1 novembreS. Messa ore 16.00

Domenica 1 novembredopo la S. Messa

CevioDomenica 25 ottobre

dopo la S. Messa o Bignasco/Cavergno

Domenica 1 novembreS. Messa ore 9.00

Domenica 1 novembredopo la S. Messa

Cimalmotto

Sabato 31 ottobreprima della S. Messa

ore 15.30-16.15a Campo

Venerdì 31 ottobreS. Messa ore 16.30

a Campo

Domenica 1 novembreore 14.00

FusioDomenica 25 ottobre

dopo la S. MessaDomenica 1 novembre

S. Messa ore 9.00Domenica 1 novembre

dopo la S. Messa

Linescio Vedere CevioSabato 31 ottobreS. Messa ore 16.00

Sabato 31 ottobredopo la S. Messa

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MenzonioSabato 24 ottobredopo la S. Messa

Sabato 31 ottobreS. Messa ore 19.00

Domenica 1 novembreore 14.00

Niva Vedere CampoDomenica 1 novembre

S. Messa ore 15.00Domenica 1 novembre

dopo la S. Messa

PecciaSabato 24 ottobredopo la S. Messa

Sabato 31 ottobreS. Messa ore 17.30

a S. Carlo v. Peccia

Domenica 1 novembreore 16.00

Prato-SornicoDomenica 25 ottobre

dopo la S. Messa a Prato

Domenica 1 novembreS. Messa ore 10.30

a Sornico

Domenica 1 novembredopo la S. Messa

S. Carlo v. di Peccia

Venerdì 30 ottobredopo la Messa feriale

Sabato 31 ottobreS. Messa ore 17.30

Domenica 1 novembreore 15.00

Confessioni individuali per le parrocchie del comune di Cevio

• Sabato 24 ottobre ore 09.00 - 10.00 a Bignasco• Sabato 24 ottobre ore 10.00 - 11.30 a Cavergno

cOrSO di preparaziOne aL SacraMentO deLLa creSiMa 2015-2016

– per La zOna deLL’aLta vaLLeMaggia –•In ottobre inizierà il corso di preparazione al sacramento della Cresima. I genitori

dei giovani interessati sono invitati ad una serata informativa che si terrà:

GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE ALLE ORE 20.15 NELLA SALA DELLA CASA PARROCCHIALE DI CEVIO

• Le iscrizioni sono aperte ai giovani che frequentano la classe terza media in settembre o che l’hanno già frequentata.

• La partecipazione all’ora scolastica di religione è richiesta quale complemento indispensabile.

• Il modulo per l’iscrizione verrà consegnato la sera stessa; tra le informazioni importanti sono richiesti il luogo e la data del battesimo.

• Vi invitiamo gentilmente ad informare anche eventuali ragazzi e genitori che potrebbero essere interessati e che non abbiano l’occasione di leggere questo avviso.

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cOrSO di preparaziOne aLLa priMa cOMuniOne 2015-2016

– per La zOna deLL’aLta vaLLeMaggia –•In ottobre inizierà il corso di preparazione al sacramento dell’Eucaristia. I genitori

dei bambini interessati sono invitati ad una serata informativa che si terrà:

GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE ALLE ORE 20.15NELLA SALA DELLA CASA PARROCCHIALE DI CEVIO

• Le iscrizioni sono aperte ai bambini che frequentano la classe terza elementare in settembre o che l’hanno già frequentata.

• La partecipazione all’ora scolastica di religione è richiesta quale complemento indispensabile.

• Il modulo per l’iscrizione verrà consegnato la sera stessa; tra le informazioni importanti sono richiesti il luogo e la data del battesimo.

• Vi invitiamo gentilmente ad informare anche eventuali genitori che potrebbero essere interessati e che non abbiano l’occasione di leggere questo avviso.

• Saranno gradite segnalazioni di genitori che si offrano di collaborare con gli animatori durante i vari incontri formativi.

Orari d’apertura negozio di Cavergno

Mercoledì ore 15.00–17.00

Giovedì ore 09.00–11.00

Venerdì ore 15.00–17.00

Sabato ore 09.00–11.00/15.00–17.00

vicino a casa… per un commercio che convienea chi produce e a chi compera

bottega

del

mond

o

Cav

ergn

o

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agenda•Settembre 2015

Domenica 6 S. Carlo v. di Peccia: Festa dell’oratorio di Cortignelli: S. Messa ore 10.30

Gannariente: Festa della Natività della B.V. Maria: S. Messa ore 10.30

Sabato 12 Campo: Festa della B.V. Maria Addolorata: S. Messa ore 17.15

Sornico: Festa della B.V. Maria Addolorata: S. Messa ore 17.30

Domenica 13 Peccia, oratorio della Pietà: Festa della B.V. Maria Addolorata: S. Messa ore 10.30

Domenica 20 Cevio: Cresima per i giovani dell’alta Valle Maggia: S. Messa ore 10.30

Domenica 27 Cevio: Festa di San Giuliano Martire: S. Messa chiesa parrocchiale ore 09.00

Bignasco: Festa di S. Michele Arcangelo: S. Messa ore 10.30

Ottobre 2015

Sabato 3 Linescio: Festa patronale san Remigio: S. Messa ore 16.00

Giovedì 8 Cevio: Rassegna organistica Valmaggese, concerto di organo

con Mario Duella; chiesa parrocchiale ore 20.30

Novembre 2015

Sabato 1 Solennità di tutti i Santi e Commemorazione dei defunti vedere pagg. precedenti

Domenica 8 Sornico: Festa Patronale San Martino: S. Messa ore 10.30

Dicembre 2015

Martedì 8 Broglio: Festa Patronale B.V. Maria di Loreto: S. Messa ore 10.30

Cavergno: Solennità dell’Immacolata Concezione

oratorio della Fontana: Santa Messa ore 10.30

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per Le vOStre Offerte •Parrocchia di Bignasco 4343954005000001764, BancaStato BellinzonaParrocchia di Bosco Gurin CCP 65-2439-5Parrocchia di Broglio CCP 65-4557-1Parrocchia di Brontallo 320 00000 1404516 80320, Banca Raiffeisen CevioParrocchia di Campo 709425 80335, Raiffeisen Maggia e ValliParrocchia di Cavergno CH73 8033 5000 0011 1010 1 Raiffeisen VallemaggiaParrocchia di Cerentino CCP 65-4884-0Parrocchia di Cevio CH91 8033 5000 0012 03285 Raiffeisen VallemaggiaParrocchia di Cimalmotto CCP 65-9328-2Parrocchia di Fusio CCP 65-2782-7Parrocchia di Linescio CCP 65-2494-1Parrocchia di Menzonio CCP 65-3561-1Parrocchia di Niva CCP 65-5591-8Parrocchia di Prato-Sornico CCP 65-6256-4Parrocchia di S. Antonio Peccia CCP 65-1136-5Parrocchia di S. Carlo v. di Peccia CCP 65-1165-2

un SincerO grazie per Le vOStre generOSe Offerte