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BIOMEDICALE VENETO dinamiche e prospettive del mercato

Rapporto di Ricerca a cura di:

Domenico Tosello, Sandro Storelli, Marco Franchin

OBV - Osservatorio Biomedicale Veneto

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Il rapporto di ricerca “Biomedicale, dinamiche e prospettive del mercato”, è stato

curato da Domenico Tosello, Sandro Storelli, Marco Franchin, nell’ambito del progetto

Osservatorio Biomedicale del Veneto – Camera di Commercio di Padova.

Osservatorio Biomedicale Veneto

TECNA soc.cons. a r.l.

Promossa da CNA di Padova

Via Croce Rossa, 56

35129 Padova

Tel. 049 8061211

PST Galileo

Corso Stati Uniti 14 bis

35127 Padova

Tel. 049 8061111

Tutti i diritti riservati:

OBV Osservatorio Biomedicale Veneto

dicembre 2009

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Indice

Presentazione 5Introduzione 7

1. Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei paesi economicamente avanzati 81.1. Allungamento della vita e domanda di salute 81.2. L’innovazione tecnologica nel campo biomedico 111.3. L’evoluzione tecnologica dei sistemi sanitari e la sanità elettronica 131.4. Il quadro macroeconomico mondiale 16 1.4.1. L’economia dell’Italia e il commercio estero del veneto 17

2. L’evoluzione della domanda di dispositivi medici 192.1. Il mercato italiano del medicale 192.2. Il mercato internazionale dei Dispositivi Medici 21 2.2.1. Il mercato dei Dispositivi Medici in Europa Occidentale 22

2.2.2. Il mercato dei Dispositivi Medici in Nord Europa 28

2.2.3. Il mercato dei Dispositivi Medici in Europa centrale e orientale 29

2.2.4. Il mercato dei Dispositivi Medici in Nord America 32

2.2.5. Il mercato dei Dispositivi Medici in America Latina 33

2.2.6. Il mercato dei Dispositivi Medici in Australia 35

2.2.7. Il mercato dei Dispositivi Medici nel nord est asiatico 35

2.2.8. Il mercato dei Dispositivi Medici nel sud est asiatico 37

2.2.9. Il mercato dei Dispositivi Medici nel Medio Oriente 39

3. Dinamica e competitività delle imprese biomedicale venete 403.1. Le imprese di produzione 443.2. Le imprese di distribuzione 513.3. L’interscambio commerciale delle imprese biomedicali venete 544. Conclusioni 59

Bibliografia 61

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PresentazioneVi è una diffusa consapevolezza che investire in ricerca e innovazione è importante per

rilanciare l’economia e sviluppare la capacità competitiva.

Il biomedicale comprende l’insieme delle tecnologie e dei prodotti che afferiscono alla sanità

e, in una accezione più ampia, alla salute ed al benessere.

In tale contesto, le imprese del settore nel Veneto sono oltre 2.600 per un’occupazione di circa

8.000 addetti dichiarati.

Nella sfida per la competizione sul mercato, le imprese del medicale evidenziano attenzione

particolare a ricerca e innovazione continua: ciò è dovuto in particolare per la destinazione

d’utilizzo del prodotto-servizio.

Partendo dai risultati di precedenti ricerche cura di OBV, con questo rapporto, si è cercato di

aggiornare i dati e meglio analizzare realtà e potenzialità di aree specializzate, nell’ambito del

medicale ed in rapporto al mercato ed al trend tecnologico.

Si conferma come, per le nostre attività, una seria difficoltà stia ne reperimento in banche dati

istituzionali di elementi aggiornati, da elaborare ed integrare ai fini della ricerca.

Abbiamo però potuto ovviare a ciò, attraverso rilevazioni di dati direttamente presso le imprese,

in campioni significativi da noi individuati.

Presentiamo quindi dati che mostrano anche - all’interno del comparto - elementi di

specializzazione ed anche strategie di crescita.

Nell’attuale fase a livello internazionale, realisticamente sarebbe imprudente fare stime di

espansione di mercato.

Pure, possiamo affermare che ciò che emerge dal settore biomedicale nel contesto veneto

indica potenzialità concrete, presupposti crescenti di affidabilità e tendenze all’ aggregazione.

Nel contesto del Patto di Distretto Biomedicale del Veneto, accreditato dalla Regione,

l’Osservatorio Biomedicale Veneto ha sviluppato e coordinato negli ultimi anni una articolata

attività di promozione, innovazione e ricerca nel settore medicale.

Ciò è avvenuto in condivisione con tanti operatori del settore ed il sostegno delle Istituzioni, in

particolar modo della Camera di Commercio di Padova.

Su questa strada intendiamo proseguire, per promuovere e sostenere un settore che crediamo

strategico per lo sviluppo regionale.

Osservatorio Biomedicale Veneto

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Introduzione

La medicina moderna si affida sempre più alla tecnologia:

farmaci, apparecchiature elettromedicali, ausili, insieme

alla procedure diagnostico-terapeutiche – fino alle nuove

tecnologie combinate e a quelle genomiche – identificano

un concetto ampio e diversificato di “tecnologie sanitarie”.

Tuttavia, mentre nel mondo anglosassone è diffuso un

approccio orientato a comprendere anche la farmaceutica

nel biomedicale1, in particolare per la contiguità di

mercato e la tendenza alla convergenza tecnologica che

accomunano i due comparti delle scienze della vita, a livello

europeo prevale una identificazione e regolamentazione

distinta dei settori dei dispositivi medici e del farmaceutico2,

per le significative peculiarità che li contraddistinguono del

punto di vista normativo, di gestione dell’innovazione e

industriale.

Considerazioni di natura tanto filosofica ed etica, quanto

politica e programmatica negli ultimi decenni hanno fatto

superare il concetto di sanità puntando al concetto di salute,

definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come

“uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale

e non semplicemente di assenza di malattia o infermità”3.

Il concetto di salute ha quindi un fondamento etico e

politico che supera e amplia quello di sanità: la buona

salute rappresenta la precondizione per il benessere e la

qualità della vita.

Questo rappresenta un cambiamento del paradigma

concettuale di riferimento per interpretare la realtà e

sviluppare un programma politico e sociale che risponda ai

bisogni e desiderata reali delle società avanzate. Mentre il

fruitore delle politiche sanitarie è generalmente il malato-

paziente, il fruitore delle politiche e dei prodotti e servizi

della salute è sia il cliente malato, sia colui che è già in buona

salute ma vuole stare ancora meglio.

L’atteggiamento delle persone che fruiscono del sistema

sanitario è di tipo reattivo - si diventa pazienti solo quanto

si è colpiti e bisogna quindi reagire ad una specifica

condizione negativa. Al contrario l’atteggiamento delle

persone che fruiscono del sistema salute è per lo più, anche

se non esclusivamente, di tipo proattivo e teso a prevenire

il più possibile l’eventualità di diventare pazienti grazie ad

azioni volte al miglioramento del proprio stato di salute e

alla ricerca di qualità della vita. Si potrebbe anche dire che

il consumatore diventa coscientemente fruitore del sistema

salute, per cercare di non diventare paziente e acquirente di

servizi del sistema sanitario.

Si prefigura così un ulteriore allargamento della filiera

della salute all’industria del benessere che andrebbe a

comprendere tutti i prodotti e servizi dati alle persone

al fine di assistere, curare, guarire, ma anche farle sentire

meglio, apparire meglio, rallentare l’invecchiamento o

prevenire malattie, per tendere verso la ricerca della salute

e del completo benessere fisico e mentale.

1 C. Compagno, CBM (2007)2 “Dispositivi Medici, aspetti regolatori ed operativi” Ministero della Salute, 20073 OMS, 1946

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1. Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei Paesi economicamente avanzati

Il mercato dei dispositivi medici è legato ad una molteplicità

di fattori, che tuttavia possono venire sintetizzati dal bisogno/

domanda di salute e benessere da parte dei cittadini/clienti/

utenti, accresciuto dall’invecchiamento della popolazione;

dal crescente processo di innovazione tecnologica; dalle

risorse messe in campo (dal pubblico e dal privato) nei

sistemi sanitari, per le tecnologie più avanzate - soprattutto

nei paesi ricchi e in quelli emergenti - e per quelle di base nei

paesi più poveri; e non ultimo, dalla dinamica competitiva tra

i diversi attori economici dell’offerta.

Tutto questo poi va inquadrato nel contesto dei

cambiamenti che interessano i fattori ambientali che

caratterizzano il complesso mondo della salute: gli stili di

consumo, il clima sociopolitico e i cambiamenti normativi,

l’evoluzione demografica e l’invecchiamento della

popolazione, la ricerca scientifica di base, l’impatto del

web e dei social media, sempre più pervasivi e diffusi, sulle

relazioni comunicative personali ed organizzative.

1.1. Allungamento della vita e domanda di salute

Tra i numerosi elementi che influiscono sulla domanda

di salute - diversificati ma legati fra loro - i più rilevanti si

possono considerare:

• il processo di invecchiamento della popolazione -

specie nei paesi economicamente avanzati - dovuto

al processo di allungamento medio della vita e nel

contempo alla diminuzione della natalità4 - con il

conseguente aumento delle malattie croniche e delle

fragilità-disabilità nella fase avanzata della vita;

• la modificazione delle condizioni ambientali, sociali

e sanitarie della popolazione - dai flussi migratori ai

cambiamenti cimatici – comportano la comparsa nella

popolazione di nuovi patogeni (es: SARS, influenza

suina, ecc.), vecchi patogeni (es: tbc) e nuove resistenze

batteriche; aumentano i soggetti immunodepressi - per

età, per malattia o per terapia; cambiano le modalità

assistenziali (es: dimissioni protette, telemonitoraggio

e teleassistenza);

• il“paradossodellamedicina”:losviluppodellascienza

in campo medico non riduce i bisogni di assistenza

sanitaria (per effetto del miglioramento nei livelli di

salute della popolazione), ma aumenta la domanda di

servizi (per effetto della crescita della gamma di bisogni

ai quali il settore è in grado di offrire una risposta;

• l’evoluzioneculturaleesocialechefacambiareiconcetti

stessi di salute (che tende ad assumere un’accezione

sempre più estesa fino a comprendere il “benessere”

in senso lato), di disabilità – come evidenziato nella

recente Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti

delle persone con disabilità5, e si concretizza appunto

in nuovi diritti e dettati normativi;

• infine, il processo di empowerment del cittadino-

paziente, nelle sue dimensioni di maggiore educazione,

partecipazione e controllo al processo diagnostico,

terapeutico e riabilitativo, permette alle persone di

prendersi di più e meglio cura di sé e migliorare il

proprio benessere.

Riguardo all’invecchiamento della popolazione mondiale,

inevitabile conseguenza del passaggio a un regime

demografico più maturo, la Divisione per la Popolazione

dell’ONU ha recentemente previsto tre varianti dello scenario

4 Secondo l’ISTAT, nel 2050 la popolazione italiana avrà subito una diminuzione di 4,7 milioni di abitanti, rispetto al 2005, e le persone anziane costituiranno il 34% del totale5 United Nations, Convention on the Rights of Persons with Disabilities, December 2006

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(riportate nella Figura 1): nella variante media la quota globale

di ultrasessantacinquenni passerebbe dal 7,5% odierno al

16,2% nel 2050. Nella variante bassa e in quella alta la quota

proiettata è del 18,7% e del 14,2% rispettivamente6.

Figura 1 - Percentuale di ultrasessantacinquenni sul totale della popolazione mondiale. Fonte: ONU, 2009

In relazione a questo fenomeno, oltre al dato quantitativo,

va poi considerato anche il cambiamento di approccio

promosso a livello internazionale dall’Organizzazione

Mondiale della Sanità (WHO) che, dal 1999 (Anno

Internazionale dell’Anziano) mette l’accento

sull’”invecchiamento attivo” (active ageing) come

elemento centrale dei propri programmi di sviluppo7.

L’invecchiamento attivo ha l’obiettivo di migliorare la

qualità della vita degli anziani attraverso la garanzia di

adeguati servizi sociali e sanitari, la partecipazione alla

vita comunitaria e la sicurezza dell’affermazione dei propri

diritti e necessità.

I progressi della medicina e la creazione di sistemi di

protezione sociale hanno portato, a livello mondiale, a

una transizione epidemiologica che si è tradotta in una

diminuzione dell’assistenza di breve durata e, per contro,

in un aumento delle malattie croniche, fenomeno che si

è accentuato con l’invecchiamento della popolazione.

L’assistenza ai malati cronici comporta cure di lunga durata:

i malati stessi acquisiscono così, attraverso la loro duplice

esperienza di vittime della malattia e di utenti del sistema

sanitario, delle conoscenze in materia.

La diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione,

e in particolare lo sviluppo di Internet, ha ulteriormente

accentuato l’informazione dei pazienti, accrescendone

altresì la capacità di relazionarsi e confrontarsi con i

professionisti sanitari. Nel caso di certe patologie, le

persone posseggono una conoscenza approfondita della

loro malattia, di cui bisogna tenere conto e che merita di

essere presa in considerazione dai professionisti sanitari.

In linea generale, le aspettative dei pazienti nei confronti

dei professionisti sanitari non si limitano agli aspetti tecnici

della cura, ma vertono anche sulla dimensione relazionale

e umana.

Infine, la convivenza con una malattia di lunga durata e/o

una disabilità dà luogo, nelle persone interessate, a nuove

necessità e a nuove attese. L’obiettivo dell’assistenza

sanitaria è pertanto cambiato: non si tratta più di guarire

a tutti i costi, quanto di permettere al malato di “convivere”

con la malattia, con una concentrazione costante sulla lotta

contro il dolore.

Si può quindi affermare che il rapporto di tipo paternalistico

tra medico e paziente tende oramai ad essere superato

e che i malati diventano sempre più protagonisti, con

aspettative e bisogni nuovi, dell’assistenza che viene loro

fornita. Questa evoluzione delle esigenze e delle aspettative

dei singoli nei confronti dei servizi di assistenza loro forniti

si inquadra in un’evoluzione più profonda della società, che

tende a promuovere un modello basato sull’autonomia

della persona e sull’affermazione dei suoi diritti.

6 United Nations, “World Population Prospects: the 2008 Revision” e Billari F. (2009), “La popolazione mondiale tra certezze (poche) e incertezze (molte)”, articolo pubblicato il 18/03/2009 su www.neodemos.it – popolazione, società e politiche7 World Health Organization, 2002, Active Ageing: A Policy Framework e, specificamente per l’Europa, Avramov D., Maskova M., 2003, Active ageing in Europe – Volume 1 (Council of Europe. Population Studies Series N. 41) Strasburg, Council of Europe

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Ciò significa che va ripensata la posizione del cittadino-

paziente rispetto al sistema e che vanno affermati ed attuati

nuovi diritti e nuovi doveri. A livello europeo, nel 2002 è

stata proposta da Active Citizenship Network una carta

europea dei diritti del malato che si fondano sulla Carta dei

diritti fondamentali dell’Unione europea (articolo 35). Una

ricerca condotta da organizzazioni di cittadini in 14 paesi

dell’Unione ha infatti dimostrato che il livello di tutela dei

diritti stessi varia notevolmente da un paese all’altro8.

L’Unione Europea però, sta affrontando le sfide del

cambiamento demografico cercando anche di coglierne

le relative opportunità economiche: ad esempio, l’attuale

programma comunitario “Invecchiare bene nella società

dell’informazione - Ambient Assisted Living (Domotica

per categorie deboli)”9 mira a sviluppare prodotti e

servizi innovativi basati sulle più recenti tecnologie e

volti a migliorare la qualità di vita delle persone anziane

e a mantenere l’autonomia nel proprio contesto di vita

(“ambiente”).

Allungamento della vita e salute in Italia

L’Italia è tra i paesi al mondo con la più alta percentuale

di anziani rispetto alla popolazione10: in termini

assoluti, secondo l’ISTAT11 gli ultra65enni, che nel 2000

ammontavano a 10,4 milioni, nel 2010 saranno 12,3 e nel

2020 saliranno a 14,1 milioni, con un incremento nei due

decenni rispettivamente del 18 e del 15%. Ancora più

significativo sarà l’aumento degli ultra80enni, che nello

stesso periodo passeranno da 2,3 a 3,6 a 4,6, sempre

in milioni, corrispondenti ad incrementi decennali di

popolazione del 56 e del 30%.

Nel tempo, la speranza di vita libera da disabilità sta

crescendo più di quella complessiva. Ciò nonostante, il

maggior numero di anziani in vita, sempre in termini di

aspettative, comporta un maggior numero di “anni-uomo”

di non autosufficienza.

Nella media nazionale, gli anni che restano da vivere in

piena autosufficienza a 65 anni sono circa i quattro quinti

del totale per gli uomini e i due terzi del totale per le donne,

che vivono più a lungo. Il “vantaggio” delle donne si riduce

perciò notevolmente se si considerano solo gli anni ulteriori

di vita in assenza di disabilità (solo un anno e mezzo rispetto

ai cinque di vita ulteriore tout court).

Recenti ricerche12 hanno stimato che il numero di anziani

disabili in famiglia, nei quindici anni compresi tra il 2005 e

il 2020 aumenteranno di circa 600.000 unità (passando da

poco più di 2,2 a un po’ più di 2,8 milioni), corrispondente ad

un aumento medio annuo dell’1,9%, con una composizione

che tende ad essere progressivamente più anziana e

femminilizzata.

A questi anziani, vanno aggiunti gli anziani in istituto,

che generalmente hanno un’età più alta e un peggiore

stato di salute, che porta ad un incremento della disabilità

complessiva, valutata di un 4-5%, per cui, per esempio,

rispetto al 2020 significano altri 110-140 mila disabili, per

gran parte concentrati tra gli anziani di età più elevata13.

Questo da un lato permette di concludere che, se le

tendenze, in termini di stili di vita e di accesso ai servizi

sanitari, restano quelle degli ultimi decenni, ci si può

attendere che gli anziani diventino disabili sempre più

8 Comitato economico e sociale europeo (2007), Parere d’iniziativa su “I diritti del paziente”9 Il sito di riferimento del Programma comunitario AAL è: www.aal-europe.eu10 nel 2005 l’indice di vecchiaia italiano risultava superiore del 137,5% al resto dei paesi UE.11 Fonte: www.demo.istat.it12 Ongaro F. e Boccuzzo G. (2009), “Quali e quanti gli anziani disabili del prossimo futuro?” articolo pubblicato il 9/9/2009 su www.neodemos.it13 F. Ongaro, S.Salvini (a cura di) – Gruppo di Coordinamento per la Demografia /SIS, “Rapporto sulla Popolazione. Salute e sopravvivenza”, Il Mulino, Bologna, 2009

Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei Paesi economicamente avanzati

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tardi, con gli evidenti vantaggi per la qualità della loro vita

ma anche per la società, perché diminuisce la domanda

di assistenza formale e informale fino a soglie di età

relativamente elevate (75-79 anni).

Dall’altro lato, va considerato che, ciononostante, il numero

di anziani disabili comunque aumenterà, nel prossimo

decennio, più velocemente degli anziani nel loro complesso

e con ritmi di crescita non trascurabili (del 16,4% tra il 2000

e il 2010, mentre tra il 2010 e il 2020 la crescita sarà del

18,6%). Non solo, poiché la disabilità tenderà a concentrarsi

nelle età più avanzate, ci si dovrà preparare a rispondere

a una domanda di assistenza complessa, espressa da

una popolazione sempre più fragile e segnata da una

multicronicità, a cui la rete familiare informale, già ridotta

di dimensioni e disponibilità, farà fatica a dare risposte

adeguate.

1.2. L’innovazione tecnologica nel campo biomedico

L’avanzamento delle conoscenze scientifiche di base, unite

allo sviluppo delle competenze nel settore della medicina

sono il fondamento di un progresso tecnologico nel

campo biomedico che sembra inarrestabile e in continua

accelerazione.

Negli ultimi 30 anni infatti lo sviluppo del settore biomedicale

ha conosciuto un rapido sviluppo grazie alle nuove

conoscenze nella biofisica e biochimica, all’applicazione

dell’elettronica, delle scienze dei materiali e dell’informatica,

e più recentemente, da nuove discipline come l’ingegneria

genetica e le nano-biotecnologie. Tutto ciò ha comportato il

rapido sviluppo di nuovi campi disciplinari e di applicazione

nella biomeccanica, nei biomateriali, nei biosensori,

nella strumentazione biomedicale, nelle analisi mediche,

negli organi artificiali, nello strumentario medicale, nelle

biotecnologie (ingegneria dei tessuti, nuovi materiali

biologici), nel settore video-medicale delle bio-immagini,

e nei supporti informatici per la medicina (telemedicina,

sistemi esperti per la lettura di dati).

Il settore riveste dunque un ruolo di assoluto rilievo nel

sistema dell’innovazione perché ibrida e stimola i progressi

scientifici e tecnologici realizzati in diversi campi disciplinari

e in numerosi settori industriali ad alta tecnologia (vedi

Figura 2).

Figura 2 - Dipendenze tecnologiche del settore biomedicale

Va notato però che l’innovazione tecnologica nel campo

biomedico si realizza secondo modelli peculiari rispetto agli

altri settori industriali, in quanto si caratterizza per:

- la particolare natura dei beni prodotti, destinati ai

servizi alla persona particolarmente delicati come

l’assistenza sanitaria, per cui la valutazione della “bontà

dell’innovazione” richiede che vengano considerati

non solo i fattori tecnico-economici ma anche di

natura etica e sociale;

- l’eterogeneità degli attori interessati e partecipanti

il processo di innovazione – l’industria, i medici, i

pazienti, la politica e i terzi pagatori;

- la dinamica competitiva nel mercato che può essere

stimolata o frenata dai macro fattori ambientali.

In questo senso ad esempio, il settore dentale nel

Veneto, così come in Italia, è caratterizzato a monte

Bionanotecnologie

Biochimica

Chimica �ne

Bio�sica

Informatica

Scienza dei materiali

Elettronica

Meccanica

Biotecnologia medica

Diagnostica

Materiali d i consumo

Attrezzature e arredo tecnico

Terapia e riabilitazione

Servizi avanzati

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una polverizzazione della produzione odontotecnica e

ortodontica, così come a valle vede il prevalere dei piccoli

o piccolissimi studi dentistici a differenza che in altri paesi

avanzati dove prevalgono organizzazioni più strutturate e

cliniche dentali con capacità di investimento (e di utilizzo)

di tecnologie più avanzate e costose.

Nell’evoluzione della tecnologia sanitaria è fondamentale

poi tenere in considerazione l’andamento del suo “ciclo

di vita” rispetto al mercato. Questo infatti permette non

solo individuare lo stadio di sviluppo di una determinata

tecnologia, ma anche stimarne l’evoluzione attesa per il

futuro, soprattutto per quelle tecnologie che prevedono

un notevole investimento di capitale (diretto e indiretto).

In questo senso, le cinque fasi evolutive nello Spettro

Tecnologico14 delle tecnologie sanitarie sono: 1) fase teorica-

astratta; 2) fase sperimentale; 3) fase di introduzione, in cui la

tecnologia è utilizzata principalmente in strutture sanitarie

di eccellenza, 4) fase di maturità, in cui la tecnologia diventa

lo standard delle cure ed è ampiamente diffusa; 5) fase di

declino, in cui la tecnologia pur risultando obsoleta continua

ad essere utilizzata a seguito del consolidato utilizzo clinico

e della resistenza al cambiamento tecnologico.

Va evidenziato però che, nonostante tutte le tecnologie

sanitarie attraversino le diverse fasi evolutive dello

spettro (dalla ricerca medica alla pratica clinica), i tempi

di permanenza in ogni singola fase variano in modo

considerevole in funzione della natura e delle caratteristiche

intrinseche della singola tecnologia sanitaria (ad esempio i

farmaci hanno un tasso di evoluzione più lento, i dispositivi

medici non impiantabili uno più rapido), ma soprattutto

il dato fondamentale è l’accelerazione che ha subito il

processo di innovazione tecnologica in questi ultimi

decenni.

Basti pensare che in pochi decenni sono quasi radicalmente

cambiate le principali tecnologie mediche: microarrays e

Lab-on-a-chip stanno rivoluzionando la diagnostica in-vitro;

dispositivi di prevenzione e cura personale e dispositivi

di terapia domiciliare stanno emergendo ad un tasso di

crescita molto elevato; dispositivi intelligenti, come quelli

per la chirurgia e la diagnostica robotizzata potenzialmente

possono rimodellare il panorama del settore sanitario; fino

ad arrivare ai dispositivi per la rigenerazione dei tessuti e

quelli “ibridi” per il rilascio localizzato di farmaci.

Secondo una recente ricerca15 infatti, le prime dieci

tecnologie relative ai Dispositivi Medici, (ovvero quelle che

coprono la quota più importante di tutto il mercato dei

dispositivi medici e quelle che si prevede registreranno un

tasso di crescita annuale di oltre il 10% nei prossimi quattro

o cinque anni) sono:

• Diagnostica per immagini (imaging nucleare,

radiologia interventistica, capsula endoscopica e altri)

• Drugdelivery(iniezionisenzaago,sistemitransdermici,

sistema di inalazione, sistema di infusione)

• Diagnostica molecolare (biosensori, la proteomica,

nanotecnologia, e altri)

• Ausilietecnologieassistive

• Chirurgianoninvasivaominiinvasiva(stent,chirurgia

bariatrica, la robotica medica e altri)

• Micro-fluidi e Sistemi Microelettromeccanici-MEMS

(sensori di pressione in miniatura medici, bio chip, chip

di proteine)

• Monitoraggio non-invasivo (monitoraggio continuo

del glucosio nel sangue)

• Biomateriali (arti bionici, protesi articolare,

antimicrobici medicazione della ferita e altri)

• Bio-protesi(neurostimolazioneealtri)

• Tele-medicina.

14 Mikhail et al. (1999), Technology Spectrum15 Markets and Markets (luglio 2009), Top 10 Medical Device Technology

Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei Paesi economicamente avanzati

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Come si può notare l’innovazione riguarda ogni campo

medico e della salute, tuttavia cercando di guardare al futuro

della tecnologia medica emergono due diversi approcci e

tendenze i cui risvolti in termini di evoluzione del mercato

sono però molto differenti. La prima tendenza è quella

centrata sulle biotecnologie che cerca di chiarire i processi

naturali di salute, malattia e guarigione, al fine di sfruttare la

comprensione delle scienze naturali per risolvere i problemi

medici. L’altra tendenza è centrata sullo sviluppo di dispositivi

“hardware” ad alta intensità tecnologica, soprattutto per la

chirurgia e l’interventistica. Per esemplificare, da un lato ci

sono dei ricercatori di Harvard-MIT che hanno sviluppato

un bendaggio flessibile, impermeabile e biodegradabile

ricoperto da un adesivo nanostrutturato che imita le fibre

nanometriche delle zampe del geco. All’altro lato si trova

la tecnologia del “da Vinci”, un robot a quattro braccia dal

costo di 1,4 milioni dollari, su cui sono montati strumenti

miniaturizzati e telecamere controllate da un medico, che

migliora la precisione dei chirurghi e consente procedure

molto più impegnative di quelle finora utilizzabili per

eseguire interventi chirurgici alla prostata, e che è in

corso di adattamento per le prestazioni di isterectomia, la

rimozione dei fibromi, la sostituzione della valvola cardiaca

e la chirurgia del rene.

In termini di mercato, il trend biotecnologico mostra che

ci sono ancora numerose opportunità da scoprire rispetto

alla quantità di malattie e traumi che non hanno ancora

una cura ottimale, mentre il trend della tecnologia ad

“alta intensità” suggerisce che il limite di ciò che possiamo

realizzare non è dettato dalla nostra conoscenza dei

sistemi naturali, ma solo dai limiti evidenti della nostra

immaginazione e dello sviluppo tecnologico tout court,

che va dalla scienza dei materiali alle tecnologie ICT, alle

molteplici ibridazioni tecnologiche che possono essere

realizzate (strumenti chirurgici con componenti RFID

incorporate, pillole endoscopiche, tessuti “intelligenti” con

dispositivi sensorizzati, ecc.).

Le due scuole di pensiero non si escludono a vicenda, anzi

ci sono enormi opportunità dall’unione delle due, tuttavia

questi cambiamenti nell’ambito delle tecnologie mediche

possono richiedere nuovi modelli di business per gli attuali

attori del mercato oltre che portare alla creazione di una

nuova serie di concorrenti, tanto da ridisegnare tutta la

catena/sistema del valore del settore.

Quando si rende disponibile una nuova tecnologia infatti, vi

è una ricaduta, diretta o indiretta, su tutti i diversi operatori

del settore: dai fornitori nella catena di approvvigionamento

e della logistica, al processo di ricerca e sviluppo dei

dispositivi medici, fino alle modalità stesse di erogare

l’assistenza sanitaria. La tecnologia wireless nei dispositivi

di monitoraggio dei diversi parametri biofisici (pressione,

glicemia, ecc.) ad esempio, rende possibile una prevenzione

più efficace e un’assistenza più di tipo ambulatoriale/

domiciliare che ospedaliera/intensiva, tanto da prefigurare

un cambiamento di paradigma nei sistemi sanitari avanzati

il cui impatto è difficile da valutare.

1.3. L’evoluzione dei sistemi sanitari e la sanità elettronica

Le nuove tecnologie possono rivoluzionare l’assistenza

sanitaria così come i sistemi sanitari e contribuire alla loro

futura sostenibilità. La sanità elettronica, la genomica e le

biotecnologie possono migliorare la prevenzione delle

malattie, la prestazione dei trattamenti, oltre a favorire

un trasferimento di importanza dalle cure ospedaliere

alla prevenzione e all’assistenza sanitaria di base. La

sanità elettronica può contribuire a fornire un’assistenza

maggiormente orientata al cittadino, oltre ad abbassare i

costi e a sostenere l’interoperabilità attraverso le frontiere

nazionali, agevolando la mobilità dei pazienti e favorendo

la loro sicurezza.

Va considerato inoltre che i processi si accelerano quando le

tecnologie interagiscono tra loro.

Page 16: BIOMEDICALE VENETO - Innovazione Padova · Allungamento della vita e domanda di salute 8 1.2. L’innovazione tecnologica nel campo biomedico 11 1.3. L’evoluzione tecnologica dei

14

La diagnostica rapida e i progressi terapeutici stanno

provocando un rimodellamento della domanda, tanto che

si sta assistendo ad uno spostamento nei paradigmi dei

sistemi sanitari stessi:

FATTORI CHIAVE DA… … A

Visione del paziente Frammentata Integrata e automatizzata

Diagnosi e terapia Invasiva Meno invasiva, preventiva, basata sulle immagini

Focus Centrato sulla struttura sanitaria

Centrato sul paziente

Monitoraggio Trattamento ospedaliero

Trattamento domiciliare

Approccio Unico per tutti Medicina Personalizzata

Strumenti Dispositivi diagnostici e terapeutici

Dispositivi “teradiagnostici”

Obiettivi Trattamento della malattia

Prevenzione della malattia - benessere

Tabella 1 - Cambiamenti nel paradigma dei sistemi sanitari

Tra le tendenze emergenti, oltre a quelle demografiche,

che stanno influenzano le politiche sanitarie, sia a livello

europeo che nazionale, vanno ricordate:

- la crescente concorrenza all’interno del mercato

sanitario che può aumentare la mobilità dei pazienti e

degli operatori sanitari;

- le aspettative crescenti e l’empowerment dei pazienti,

che richiederà servizi personalizzati e di alta qualità ;

- i crescenti vincoli di bilancio che si trovano ad affrontare

le organizzazioni sanitarie, che costringono sempre

più gli operatori sanitari a concentrarsi sul rapporto

costo-efficacia dei trattamenti.

In particolare, si possono distinguere le seguenti sotto-

tendenze specifiche:

- la riaffermazione dei valori di base della salute a livello

europeo, identificati dal Consiglio europeo come

centrali per le politiche sanitarie: l’universalità, l’accesso

alle cure di buona qualità, l’equità e la solidarietà16;

- nell’ambito della legislazione esistente sulla

responsabilità di prodotto, la necessità di un nuovo

quadro normativo dei servizi sanitari per fornire

una maggiore certezza giuridica in termini di

responsabilità per quanto riguarda i servizi e i prodotti

per la salute;

- un’evoluzione verso la legittimazione del ruolo

maggiore dei pazienti nelle decisioni che riguardano

la propria salute;

- i cambiamenti nelle infrastrutture sanitarie, che

saranno più orientate alla R&S nell’ambito delle scienze

della vita e basate sulle ICT;

- una maggiore attenzione al risvolto economico

dello stato di salute della popolazione (maggiore

produttività e crescita economica) rende importante

la politica sanitaria per gli obiettivi generali del

programma di Lisbona;

- la globalizzazione dei problemi di salute: è diventato

prioritario per la Comunità europea creare migliori

condizioni di salute non solo per i cittadini dell’UE ma

anche per gli altri.

Anche il mondo sanità è interessato dalle tendenze generali

provocate dall’introduzione delle tecnologie ICT e web, che

in sintesi sono:

- una maggiore trasparenza e responsabilità del settore

pubblico;

16 Libro Bianco della Commissione Europea (2007), Un impegno comune per la salute: Approccio strategico dell’UE per il periodo 2008-2013

Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei Paesi economicamente avanzati

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15

- una migliore accessibilità ai servizi pubblici (una

maggiore consapevolezza e la percezione dei bisogni e

dei desideri dei clienti si traduce in una spinta verso una

maggiore scelta e l’accessibilità dei servizi pubblici);

- una maggiore attenzione per l’efficienza, garantendo

nel contempo la qualità;

- nuovi modelli di governance e l’emergere di nuove

collaborazioni, con il coinvolgimento di intermediari e

il riconoscimento di nuovi ruoli delle parti interessate

(cittadini, società civile e di gruppi di difesa hanno

sempre più il potere di organizzarsi e di svolgere un

ruolo nella fornitura del servizio al pubblico);

- un rafforzamento delle politiche basate su dati e

prove concrete che permettono di prendere decisioni

informate;

- l’empowerment dei cittadini, come espressione di

diversità e di scelta, che da un lato riconosce loro delle

abilità e dall’altro li responsabilizza in modo crescente

(maggiore partecipazione e coinvolgimento, i contenuti

creati dagli utenti, una maggiore indipendenza e senso

del bene pubblico);

- uno strumento ed un incentivo al miglioramento delle

competenze digitali dei cittadini che vogliono/devono

avere accesso ai servizi pubblici nei quali le tecnologie

ICT svolgono un ruolo sempre più importante;

- la promozione della vita indipendente e l’auto-

organizzazione dei cittadini.

Oltre a queste però, in relazione alla società dell’informazione

e all’utilizzo delle ICT nel settore sanitario, entrano in gioco

una serie di tendenze di “inclusività digitale” (e-Inclusion)

che sono complementari, ma al contempo uniche17, ma

soprattutto tendono a realizzare quello spostamento di

paradigma dalla focalizzazione sull’organizzazione a quella

sulla sanità personalizzata18:

Figura 3 – Wireless Body Area Network e paradigma della sanità personalizzata. Elaborazione OBV da Burdett (2008) e Blobel (2007)

- i Sistemi personalizzati di monitoraggio e sostegno

del paziente possono facilitare l’assistenza (Assisted

Living) e sono particolarmente rilevanti per gli anziani

e/o i cittadini disabili;

- le piattaforme digitali possono consentire una più

efficace condivisione tra le istituzioni cliniche con la

creazione di “Comunità di cura”: dalle cartelle cliniche

elettroniche - pur con tutte le necessarie attenzioni

verso la sicurezza e riservatezza dei dati personali19 -

si potranno estrarre informazioni utili per la ricerca, la

gestione del sistema sanitario, la salute pubblica, ecc.;

- le applicazioni di sanità elettronica sono in grado di

elaborare in modo sicuro grandi quantità di dati integrati,

sempre più essenziali per la medicina delle evidenze

(evidence based medicine) e il management sanitario;

17 Huijboom N. e altri, (2009), Public Services 2.0: The Impact of Social Computing on Public Services, Joint Research Centre - Institute for Prospective Technological Studies, European Commission18 Burdett A. (2008), Medical Devices Meet Consumer Electronics, articolo su Asian Hospital & Healthcare Management (http://www.asianhhm.com/equipment_devices/medical_devices_meet_consumer_electronics.htm)19 Si veda ad esempio la Consultazione Pubblica su “Linee guida in tema di Fascicolo Sanitario Elettronico e di dossier sanitario” avviata nel 2009 dal Garante per la protezione dei dati personali

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16

- l’attenzione per l’interoperabilità20 delle cartelle

cliniche elettroniche e l’integrazione delle infrastrutture

ICT nella sanità permetterà una maggiore mobilità dei

pazienti e di migliorare il trattamento negli altri paesi

dell’Unione europea;

- l’utilizzo di applicazioni ICT e basate sul web potrà

portare un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia

in campo sanitario, attraverso, ad esempio, un migliore

accesso alle informazioni per gli operatori sanitari

(ricerca, formazione e aggiornamento), o dei soggiorni

in ospedale più brevi e una migliore assistenza

domiciliare per i pazienti.

1.4. Il quadro macroeconomico mondiale

Nel 2008 l’attività economica mondiale è stata caratterizzata

da una crisi sistemica senza precedenti innescata dalle

ormai note tensioni sui mercati immobiliari e finanziari

americani. Il PIL mondiale, a prezzi costanti, ha segnato una

netta decelerazione passando dal 5,2 per cento del 2007 ad

un più modesto 3,2 per cento. La profonda crisi finanziaria

si è rapidamente riflessa sulle attività reali provocando una

brusca frenata sia nelle economie avanzate sia nei Paesi

emergenti, con una più marcata decelerazione nel secondo

semestre dell’anno: nel complesso, la crescita del PIL degli

Stati uniti si è fermata all’1,1 per cento, come nell’Unione

europea, in Cina è calata di 4 punti percentuali rispetto

all’anno precedente, attestandosi al 9 per cento, mentre in

Giappone ha segnato un decremento dello 0,6 per cento.

Nell’area dell’euro il PIL è cresciuto di appena lo 0,9 per cento

e, a fronte del risultato comunque positivo di Germania

(+1,3%) e Francia (+0,7%), l’Italia ha subito maggiormente

l’impatto della fase recessiva mostrando una riduzione

dell’1 per cento della propria ricchezza.

Figura 4 - Dinamica del prodotto interno lordo mondiale, commercio internazionale di beni e servizi e investimenti (variazioni % sul corrispondente periodo dell’anno precedente, incidenza in %). Anni 1998-2008

In tale contesto di contrazione progressiva delle attività

anche il commercio internazionale di beni e servizi ha

registrato nel 2008 una brusca frenata rispetto all’anno

precedente dimezzando la sua crescita (dal 7,2 % del 2007 al

3,3 % del 2008), mentre solo gli investimenti complessivi (in

percentuale sul PIL) hanno mostrato un lieve miglioramento

passando dal 23,2 per cento al 24 per cento.

I prezzi in dollari dei prodotti scambiati sui mercati

internazionali sono cresciuti durante tutto il 2008 per poi

crollare letteralmente nei primi mesi del 2009. In particolare,

le previsioni più recenti del FMI per il 2009 anticipano una

riduzione di oltre il 35 per cento dell’indice dei prezzi riferito

al totale delle merci a causa del persistere delle difficoltà di

ripresa della domanda mondiale.

Nel 2008 il commercio mondiale di beni e servizi in dollari

ha segnato una crescita del 14,5 per cento; in particolare, le

esportazioni di beni e servizi (pari a circa 19.700 miliardi di

dollari in valori correnti) sono aumentate del 14,8 per cento

mentre le importazioni di beni e servizi (pari a circa 19.300

miliardi di dollari) si sono incrementate del 15,3 per cento.

Tuttavia, in termini reali le esportazioni di soli beni sono

cresciute di un più modesto 2,3 per cento, prevalentemente

20 Blobel B. (2007), Towards Semantic Interoperability in eHealth - eHealth Competence Center University of Regensburg Medical Center Regensburg, Germany, RIDE Project Workshop, Brussels, Belgium

Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei Paesi economicamente avanzati

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17

21 BL’incremento differisce dalla variazione “ufficiale”, che pone la regione in flessione del -4,6 per cento: sui dati provvisori 2008 è stato applicato un correttivo complessivo del 6 per cento. Centro studi Unioncamere del Veneto (30 ottobre 2009),Veneto internazionale. Rapporto sull’internazionalizzazione del sistema economico regionale 2009

dovuto alla Cina (+8,5%) che ha realizzato il 28,5 per cento

delle esportazioni totali e agli Stati Uniti (+5,5%) che hanno

pesato per circa il 18 per cento. L’Unione europea ha mostrato

una sostanziale stabilità nei volumi esportati (+0,2%) anche

se il suo contributo all’export mondiale è stato di appena

l’8,2 per cento contro il 21,7 per cento registrato nell’anno

passato. La caduta della domanda mondiale ha determinato

una crescita molto modesta delle importazioni di beni

(+1,7%) evidenziando una differenza tra le aree geografi

che più marcata rispetto all’anno precedente: in particolare,

si registrano, da un lato, i paesi avanzati quali USA, Unione

europea e Giappone in netta difficoltà (con riduzioni pari

rispettivamente a -3,9%, -1,3% e -0,8% rispetto al 2007)

e, dall’altro, i Paesi emergenti (tra tutti la Cina) che invece

hanno vantato incrementi decisamente positivi.

1.4.1. L’economia dell’Italia e il commercio estero del Veneto

L’interscambio del nostro paese già nel 2008 mostrava i segni

della crisi: le esportazioni segnavano un aumento di appena

lo 0,3 per cento mentre le importazioni sono cresciute

dell’1,1 per cento per un saldo commerciale complessivo in

peggioramento che superava gli 11 miliardi di euro.

Sul nostro export ha pesato la deludente performance verso

tutte le destinazioni comunitarie (-3,7% contro un -4,1%

rispetto all’area dell’euro a 16 paesi), tanto che è diminuita

lievemente la quota di beni esportati verso il mercato

interno (58,5% contro il 60,1% del 2007): in particolare le

esportazioni verso la Spagna sono crollate (-12,7%) mentre

ha tenuto l’export verso la Germania (-1,3%). Rispetto ai

Paesi terzi, invece, le esportazioni sono cresciute del 6,5 per

cento soprattutto grazie alle esportazioni verso la Russia

(+9,5%) e la Cina (+2,5%), mentre si sono ridotte le vendite

verso il più tradizionale mercato statunitense (-5%).

Nei primi sei mesi del 2009 la dinamica dell’interscambio

nazionale ha subito una ulteriore brusca frenata. Le

esportazioni sono diminuite del 24,2 per cento mentre

le importazioni hanno registrato una riduzione del 24,9

per cento. La distribuzione territoriale dell’interscambio

dell’Italia vede tra le quattro regioni più rilevanti in termini di

esportazioni nel 2008 (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna

e Piemonte) la migliore performance dell’Emilia Romagna

+2,4%, mentre - sulla base delle stime di Unioncamere21

- nel 2008 il Veneto ha esportato merci per un valore

complessivo pari a 51,1 miliardi di euro, in crescita del +1,1

per cento rispetto ai dati 2007, che comunque rappresenta

un forte rallentamento rispetto al +9,2 per cento registrato

tra il 2006 e il 2007, ed è dato dalla sintesi di performance

molto differenziate, che vanno dal -13,8 per cento di Venezia

al +4,8 per cento di Vicenza al +29 per cento di Rovigo.

Le importazioni del 2008, secondo le stime di Unioncamere

del Veneto, sono state pari a oltre 38,5 miliardi di euro, in

flessione del -3,3 per cento rispetto al 2007, che in valori

assoluti equivale a una contrazione di 1.311 milioni a cui

hanno contribuito tutte le province venete, con l’unica

eccezione di Rovigo. Ne risulta un saldo commerciale

positivo di quasi 12,6 miliardi, in ulteriore miglioramento

rispetto ai dati 2007, ma più per effetto del calo delle

importazioni che non dell’aumento delle esportazioni.

Il confronto tra i dati del primo semestre del 2009 e il primo

semestre del 2008 (su soli dati provvisori) mette in evidenza

una marcata contrazione delle esportazioni in Veneto, pari

a -20 per cento. Questa variazione è inferiore al decremento

registrato in Italia nel medesimo periodo (-24,2%). La regione

esporta beni per circa 18,6 miliardi di euro, equivalenti al

13,1 per cento delle esportazioni italiane. In valori assoluti

la flessione è stata di 4,7 miliardi.

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18

Rispetto alle altre principali regioni esportatrici la

contrazione del Veneto è più contenuta: la Lombardia perde

il 23,8 per cento dei suoi flussi, l’Emilia Romagna il 26,8 per

cento, il Piemonte il 28,3 per cento. Solo la Toscana ottiene

risultati meno negativi (-13,1%).

All’interno del Veneto, tutte le province hanno concluso il

primo semestre in negativo. Contrazioni inferiori alla media

sono state registrate a Vicenza (-13,3%), Treviso (-17,2%) e

Verona (-19,7%).

Per quanto riguarda lo specifico comparto dei prodotti

biomedicali, a livello nazionale i primi otto mesi del 2009

segnano un calo complessivo delle esportazioni verso il

resto del mondo di oltre il 10%, dovuto prevalentemente

alle performance negative sui mercati europei (-13%) e

USA (-13,4%), mentre il calo nei mercati asiatici è stato più

contenuto (-4,1%).

ITALIA 2007 2008 2009 provvisorio Var% 08-09

import export import export import export import export

EUROPA 3.275.416 2.767.520 3.283.987 2.697.481 1.779.187 1.259.717 8,5% -13,0%

AFRICA 13.861 128.726 23.712 131.922 12.101 82.235 0,5% 27,1%

AMERICA 568.532 1.024.808 575.775 899.318 312.633 404.325 4,4% -13,4%

ASIA 708.478 592.096 737.526 669.732 371.368 333.533 4,3% -4,1%

OCEANIA 5.491 91.945 5.503 85.625 1.774 39.170 -34,6% -3,8%

MONDO 4.571.778 4.605.095 4.626.502 4.484.078 2.477.064 2.118.979 7,2% -10,5%

Interscambio Italia-Mondo, Forniture mediche e apparecchiature elettromedicali (Migliaia di €), classificazioni merceologiche (Ateco 2007) CM325-Strumenti e forniture mediche e dentistiche e CI266-Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche

Principali fattori chiave nella domanda di dispositivi medici nei Paesi economicamente avanzati

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2. L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

2.1. Il mercato italiano del medicale

Secondo l’indagine del Censis “Benessere e Salute secondo

gli Italiani”22 in questi ultimi anni la ricerca del benessere

psico-fisico, l’attenzione al proprio stato di salute ed al

raggiungimento della serenità hanno generato un mercato,

che non ha non ancora espresso completamente le sue

potenzialità.

Spesa sanitaria Spesa per il wellness Costi sociali

•129,5mlddieuronel2007(8,8%delPIL)•Componentespesapubblica101,3mld(7,9% del PIL •Il47%dellaspesapubblicaèconcentrato sulla componente ospedaliera•DispositiviMedici:7mldcirca

•Sport:25,2mlddieuronel2005(paragonabile alla spesa sanitaria privata•Wellness:circa14-15mldnel2006,dicuicirca 9 mld per prodotti e circa 5 mld per servizi

•Speseindiretteperlasalute:circa10mlda carico del welfare e circa 10-15 mld a carico dei privati (badanti, ecc)•Caregiving(assistenzainformale):circa65 mld•Curadiséstessi(mancataproduttivitànei periodi di malattia): 10-15 mld

Tabella 2 – La spesa per la salute e il benessere in Italia. Fonte: Buccoliero-Cergas (2009)

Il cosiddetto comparto del benessere-salute è in realtà un

mondo molto vario, complesso ed articolato, in cui operano

una molteplicità di soggetti – pubblici e privati – con una

netta prevalenza dei primi per quanto riguarda l’assistenza

sanitaria in senso stretto.

La fornitura di assistenza sanitaria in Italia, come quella degli

altri paesi dell’Europa occidentale ad accesso universale,

sta vivendo molteplici tensioni per cercare di coniugare

il miglioramento nella qualità dei servizi, l’appropriatezza

delle cure e gli sforzi per frenare l’aumento dei costi che

si fondono nella revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza

sanitaria (LEA), che di recente ha visto siglare il Patto per la

Salute23 tra governo e Regioni, patto fortemente contestato

dalle imprese fornitrici del SSN per la controversa modalità

di affrontare l’annoso tema dei ritardati pagamenti24.

Secondo i dati OCSE, l’Italia destina alla sanità una spesa

pari all’8,9% del PIL , allineata alla media dei 30 Paesi OCSE

(9%), risultando al 10° posto. In termini di spesa pro capite,

tuttavia, l’Italia si colloca invece al 18° posto e piuttosto

sotto la media (2.532 dollari contro 2.759 di spesa sanitaria

complessiva). Nel nostro sistema sanitario si osserva una

prevalenza della spesa ospedaliera che rappresenta il

47% della spesa pubblica totale e una ridotta spesa per

la prevenzione. La spesa pubblica relativa ai soli ricoveri

rappresenta il 42% di quella totale contro una media OCSE

del 35%. In generale, mentre negli altri paesi si è evidenziato

nel corso degli ultimi 15 anni una riduzione dell’impegno

pubblico in Italia esso rappresentava nel 2005 il 76,6% della

spesa complessiva posizionandosi al di sopra della media

OCES (72,5%) anche se la sua incidenza si è ridotta di quasi

tre punti percentuali dal 1990. Quasi l’83% della spesa

22 Indagine CENSIS, commissionata dalla STB, Società delle Terme e del Benessere, 200123 Il 3 dicembre 2009 è stato siglato tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano il Nuovo Patto per la Salute 2010–2012, che dovrà poi confluire in Finanziaria. Il Patto per la Salute è un accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a migliorare la qualità dei servizi, a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. (http://governo.it/GovernoInforma/Dossier/patto_salute/index.html)24 Il blocco dei pignoramenti per un anno nelle regioni con piano di rientro dal debito sanitario, deciso con il maxi emendamento alla Finanziaria, colpisce fornitori con crediti di decine di miliardi ma che riscuotono in media dopo più di un anno, con punte di 736 giorni in Calabria e di oltre 600 in Campania e nel Molise. Fonte: www.cybermed.it, 14/12/09

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20

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

privata italiana è di tipo “out of pocket” ovvero spesa diretta

delle famiglie mentre solo una piccola quota proviene da

assicurazioni o fondi sanitari integrativi.

Sicuramente, i dati evidenziano in generale una relazione

diretta tra reddito pro capite e spesa sanitaria pro capite,

ovvero i paesi più ricchi tendono a spendere di più per la

salute. Tuttavia , al di la di questo, l’estrema variabilità di

spesa sanitaria tra paesi comunque benestanti evidenzia

altri aspetti da considerare tra cui le diverse scelte in tema di:

•organizzazione,finanziamentoeregolazionedeisistemi

sanitari;

• differenziali di innovazione delle tecnologie applicate

alla sanità;

•diversecombinazionidiquantitàeprezzidibenieservizi

sanitari erogati;

• diverse combinazioni di fattori di produzione utilizzati

nell’erogazione dei servizi.

Tuttavia, poiché in Italia la competenza sulla Sanità è

regionale, la situazione è in realtà molto variegata rispetto

ai diversi indicatori di qualità ed efficienza, e si riscontra una

forte variabilità di costi tra una regione e l’altra.

La Sanità Italiana a livello complessivo ha sicuramente

migliorato la propria immagine nei confronti della propria

utenza, e ne è una prova il fatto che i cosiddetti “viaggi della

speranza” all’estero si sono significativamente ridotti. Se però

esaminiamo lo stesso fenomeno a livello regionale, vediamo

che esistono i “viaggi della speranza interregionali” ; nella

figura che segue si vedono evidenziati con le frecce rosse le

regioni da cui i pazienti si spostano e da un saldo positivo

di mobilità quelle che li accolgono (Lombardia, Veneto, PA di

Bolzano, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Lazio,..).

Figura 5 - Costi medi dell’assistenza ospedaliera e mobilità interregionale. Fonte: elaborazioni ASSR su dati SIS, Ministero della Salute

Anche altri indici di inappropriatezza, quali l’indicatori di

parti cesarei effettuati o il tasso di ricoveri ordinari rispetto

ai ricoveri per acuti evidenziano l’inappropriatezza di alcune

regioni, per lo più meridionali. Su queste ultime pesano

anche alcune distorsioni riguardante gli enti (in particolare

cliniche e ambulatori medici) privati accreditati al SSN: nel

Mezzogiorno infatti la Sanità privata è una ricca industria

che spesso, soprattutto nella diagnostica e nelle analisi di

laboratorio, sopperisce alle mancanze ed ai vuoti lasciati dal

servizio pubblico.

Tutti questi indicatori, presi congiuntamente, ci dicono che

a fronte di elevati costi medi delle strutture ospedaliere

di alcune regioni, come Campania, Molise e Calabria,

corrispondono bassi indici di complessità dei ricoveri,

elevati livelli di inappropriatezza delle prestazioni.

Il sistema sanitario italiano, che complessivamente ha un

ragionevole livello di qualità ed efficienza, si trova quindi ad

affrontare il difficile compito di individuare le zone d’ombra

e di correggere e contenere nel tempo gli effetti distorsivi

che si sono creati prima che sia tardi.

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25 Pammolli F. Salerno N. (2008): “La sanità in Italia, tra federalismo, regolazione dei mercati, e sostenibilità delle finanze pubbliche” CERM Rapporto 1/2008

In tutti i Paesi ad economia e welfare sviluppati infatti, la

spesa sanitaria è, tra le voci del welfare, quella che nelle

prossime decadi farà registrare la crescita più intensa in

termini di PIL e, soprattutto, più soggetta ad alea - per la

presenza di fattori sul lato dell’offerta e della domanda,

il cui impatto è difficilmente quantificabile. Le più

recenti proiezioni di ECOFIN, incentrate sulla dimensione

demografica, descrivono per l’Italia un incremento

dell’incidenza sul PIL al 2050 compreso tra 4,8 e 0,6%.

L’OCSE, che dà maggior spazio ai fattori extra demografici,

riporta, invece, un intervallo di variazione compreso tra 9,4

e 1,9 %.

La possibilità che, senza interventi di politica sanitaria,

l’incidenza sul PIL al 2050 arrivi a più che raddoppiarsi è

confermata dal differenziale positivo che storicamente i

tassi di crescita della spesa hanno fatto registrare rispetto al

tasso di crescita del PIL, e dalle difficoltà di programmazione

che tutti i Programmi di Stabilità europei - in particolare

quello italiano – stanno sperimentando (con incrementi

inattesi di breve periodo di ordine di grandezza elevatissimi

rispetto agli incrementi proiettati a cinquant’anni). La

stabilizzazione della spesa pubblica sul PIL ai livelli correnti

implica, di fronte a queste proiezioni di spesa, riduzioni

significative della copertura pubblica, con conseguente

implicito affidamento della domanda al finanziamento

privato: per l’Italia, la copertura del SSN è proiettata in

riduzione dall’attuale 75 % a meno del 50 % nel 2050.

In questo quadro, è indispensabile disporre di una

governance in grado di combinare, sulla base di scelte

positive, l’obiettivo della stabilità finanziaria con quello

dell’adeguatezza/equità delle prestazioni, per non subire

passivamente i cambiamenti ma per condurli.

All’interno di questo trend poi, l’Italia si distingue per una

caratteristica strutturale: mentre altrove i pilastri privati

organizzati e a capitalizzazione (fondi e assicurazioni) sono

ampiamente diffusi, l’Italia appare polarizzata tra l’estremo

della spesa out of pocket e quello dell’associazionismo

laico o religioso. L’interessamento delle risorse private sta

avvenendo o chiamando in causa direttamente i redditi

disponibili, senza nessun “filtro” per tener conto delle

condizioni economiche e sanitarie del singolo e della

famiglia, oppure su una base volontaristica ed eventuale

che non risponde a un disegno sistemico25.

2.2. Il mercato internazionale dei Dispositivi Medici

Nel 2009, il mercato per le principali categorie di

dispositivi medici è stimato in oltre 450 miliardi dollari,

di cui le tecnologie e i dispositivi medici diagnostici da

soli costituiscono circa il 40% dell’intero mercato pari a

circa 177,8 miliardi di dollari. Il mercato dei dispositivi di

somministrazione del farmaco (Drug delivery devices)

raggiunge una cifra stimata di 110,8 miliardi per lo stesso

periodo. Il mercato per queste principali tecnologie

dovrebbe crescere ad un tasso annuo composto (CAGR) del

9,8% tra il 2009 e il 2014.

Tecnologie Assistive, micro-fluidi e Sistemi

Microelettromeccanici (MEMS - Micro-Electro-Mechanical

Systems), tele-farmaci e biomateriali hanno però i maggiori

tassi di crescita tra le tecnologie dei dispositivi medici a tassi

del 20,7%, 19,7%, 14,2% e 12,9% rispettivamente, dal 2009 al

2014. Di questi, i biomateriali hanno il potenziale maggiore

a causa delle sue dimensioni di mercato relativamente

grande, con una cifra stimata di 46,6 miliardi nel 2009 e

85,5 miliardi di dollari nel 2014. Le medicazioni avanzate

è il segmento con la più rapida crescita del mercato dei

biomateriali, con una dimensione stimata di 330 milioni di

dollari nel 2009 e 780 milioni di dollari nel 2014.

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22

Figura 6 - Dimensioni del mercato (Market size) dei Dispositivi Medici e tassi di crescita (CAGR); Fonte: Markets and Markets, 2009

Il mercato ortopedico globale è stato stimato da Espicom

in circa 37,1 miliardi di dollari nel 2008, a seguito di una

crescita del 9,7% rispetto all’anno precedente. Escludendo

l’artroscopia e altri segmenti (attrezzature per sala

operatoria e forniture), il mercato ammontava a 29 miliardi

di dollari, è aumentato del 10,7% rispetto al 2007. I segmenti

in più rapida crescita sono l’ortobiologia (rigenerazione del

tessuto osseo) in particolare per traumatologia e colonna

vertebrale, mentre i mercati per gli impianti e le attrezzature

di artroscopia presentano tassi di crescita più modesti.

La continua crescita è alimentato da una serie di fattori e

tendenze a lungo termine, tra cui l’invecchiamento della

popolazione, la chirurgia ortopedica in età precoce, i

problemi fisiologici dovuti alla crescente incidenza di

obesità, lo sviluppo di impianti e materiali migliori e più

duraturi, nonché le nuove procedure, in particolare, quelle

mini-invasive26.

Anche il mercato delle tecnologie assitive registra una

costante crescita nelle economie avanzate e secondo

il rapporto intitolato “Accesso alle tecnologie assistive

nell’Unione Europea”, pubblicato dalla Direzione “Impiego

e Affari Sociali” della Commissione Europea, si stima che

26 Espicom (2009), Global Orthopaedic Market 200927 Robotiker–Tecnalia e AAATE (The Association for the Advancement of Assistive Technology in Europe) (2009), Analysis of the European AT ICT Industry

siano più di 20.000 gli ausili tecnici attualmente disponibili

sul mercato europeo per un giro d’affari superiore ai

trenta miliardi di euro. Il settore in Europa è frammentato

e composto in prevalenza da piccole e medie imprese con

poche sinergie, ma – come rivela una recente ricerca27 - la

maggioranza vede di gran lunga più opportunità che rischi

in un’armonizzazione del mercato e in un’apertura alle

tecnologie “mainstream”. Infatti sullo sviluppo del comparto

finora hanno pesato i costi elevati per la vendita oltre i

confini degli Stati membri, diverse politiche di distribuzione

fra Paese e Paese, rari e sporadici contatti col settore ICT per

normodotati, assenza di leggi quadro in materia.

Nei paragrafi seguenti si vuole invece delineare una

panoramica delle prospettive del mercato dei dispositivi

medici nei principali paesi ed aree geografiche.

2.2.1. Il mercato dei Dispositivi Medici in Europa Occidentale

Una delle principale aree di sbocco per i dispositivi medici

sono i mercati sviluppati e maturi dell’Europa occidentale -

Germania, Francia e Regno Unito sono infatti tre dei cinque

maggiori mercati a livello mondiale – che, nonostante la

recessione economica e l’impegno per il contenimento

della spesa sanitaria, sono impegnati nel coniugare elevati

standard di salute alla popolazione e investimenti nelle

tecnologie biomedicali più recenti.

Gli effetti della recessione economica globale si stanno

facendo sentire anche nel settore biomedicale e nel breve

termine questo costituisce un pericolo per le industrie di

produzione europee, soprattutto tedesche, che si basano

molto sull’esportazione dei loro prodotti. Tuttavia, al di là

della recessione in corso nei paesi dell’Europa occidentale, si

prevede un ritorno all’aumento della domanda con un tasso

di crescita in media del 5,4% nei mercati principali fino al 2014.

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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23

Come illustrato in precedenza, nei maturi e ricchi mercati

dei dispositivi medici dell’Europa occidentale si registra una

tensione tra il tentativo di contenere i costi sanitari e il desiderio

di rimanere all’avanguardia nell’innovazione tecnologica:

gli ospedali dovranno investire in nuove tecnologie e

attrezzature mediche per mantenere elevati gli standard di

assistenza e cercare di rendere più efficienti i servizi sanitari.

Questo implica, per esempio, un aumento della domanda di

dispositivi per la chirurgia mini-invasiva, che può aumentare il

numero di operazioni ambulatoriali (day surgery) e garantire

una dimissione più rapida dei pazienti.

C’è stata una forte crescita delle importazioni in tutta

l’Europa occidentale negli ultimi anni, e le importazioni

costituiscono circa l’80% del mercato, che è dominato

soprattutto dal commercio tra paesi dell’Unione Europea.

Di seguito si illustrano i principali mercati nazionali di

quest’area geografica.

Austria

In comune con gli altri paesi dell’Europa occidentale,

l’Austria ha un sistema sanitario avanzato alle prese con

l’invecchiamento della popolazione e il contenimento dei

costi sanitari. La popolazione austriaca infatti è di 8,4 milioni

e ha il 18,0% delle persone con 65 anni e oltre.

La spesa sanitaria ha proseguito la sua crescita costante

negli ultimi anni, aumentando mediamente del 4,4% e

raggiungendo i 27,5 miliardi di euro nel 2007, di cui 1,8

miliardi di euro è stato speso per prodotti farmaceutici e

medicali. La crescita reale del PIL dovrebbe scendere al -4,3%

nel 2009, secondo i dati dell’Economist Intelligence Unit, per

salire allo 0,9% nel 2011 e al 2,3% nel 2014.

Il mercato austriaco è complesso e caratterizzato da

produttori molto specializzati di piccole dimensioni che

cambiano frequentemente i loro canali di distribuzione, e

dalla presenza commerciale di molte grandi multinazionali

che hanno aperto uffici in Austria per servire anche i mercati

emergenti dell’Europa centrale e orientale.

Il mercato delle apparecchiature mediche ha raggiunto i

1.540 milioni di euro nel 2009, pari a 183 euro pro-capite,

e si prevede una crescita del 5,6% nel corso dei prossimi

anni per raggiungere i 2.025 milioni di euro entro il 2014. Le

importazioni rappresentano una grande quota del mercato,

e sono aumentate del 14,9% nel 2008, pari a 1,26 miliardi di

euro (il tasso medio di crescita tra il 2004 e il 2008 è stato del

10,0%) portando il deficit della bilancia commerciale a 169

milioni di euro nel 2008 dai 95,6 milioni di euro nel 2007.

La principale categoria di prodotti importati è quella dei

materiali di consumo, pari al 24,3% del totale.

Belgio

Il Belgio, con un PIL pro capite di 41.000 dollari nel 2009, è

uno dei più ricchi paesi dell’Unione europea e ha una delle

economie più aperte al mondo, ma la struttura federale

del Paese ha portato ad un sistema piuttosto complesso

di amministrazione sanitaria, con non meno di sei ministri

responsabili - a livello federale, regionale o locale - delle

questioni relative alla salute, il che rende difficile realizzare

una politica sanitaria coerente. Tuttavia, a fronte di un

aumento del deficit per la sicurezza sociale, il governo ha

progressivamente rafforzato il suo ruolo nel controllo della

spesa sanitaria.

L’assistenza sanitaria è generalmente buona e di alta qualità,

anche se è ancora eccessivamente centrata sui servizi

ospedalieri, i due terzi dei quali sono forniti dal settore

privato. Gli sforzi si stanno concentrando sul miglioramento

dell’accesso alle cure per i pazienti affetti da malattie

croniche in generale, e sul miglioramento del livello di

assistenza, promuovendo una maggiore coordinazione tra

medici generici e specialisti.

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24

Il valore del mercato delle apparecchiature mediche e delle

attrezzature è di 1.383 milioni di dollari nel 2009, pari a 129

dollari pro capite e si prevede una crescita nei prossimi

cinque anni leggermente inferiore alla media dell’Europa

occidentale, anche se superiore a quella della Francia e dei

Paesi Bassi.

La produzione interna di dispositivi medici è relativamente

bassa e le importazioni rappresentano una grande

percentuale del mercato. Il Belgio infatti è usato come un

centro di distribuzione da numerose società multinazionali,

che ri-esportano in altre parti d’Europa.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $1,542,573,784 35,7%

Francia $454,999,597 10,5%

Paesi Bassi $353,172,255 8,2%

Regno Unito $261,188,281 6,0%

Germania $260,471,903 6,0%

Altri partner $1,450,004,264 33,5%

Partner Esportazioni % sul totale

Francia $1,027,743,369 23,3%

Germania $626,791,654 14,2%

Regno Unito $398,787,099 9,2%

Italia $379,191,607 8,6%

Spagna $285,859,517 6,5%

Altri partner $1,691,657,650 38,4%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Francia

Il persistere del deficit dei fondi sanitari nazionali, che

finanziano la maggior parte della spesa sanitaria, ha

indotto una serie di riforme nel settore sanitario - l’ultima

delle quali redatta dal presidente Nicolas Sarkozy - e sono

state recentemente adottate nuove misure per controllare

la spesa per i dispositivi medici, simili a quelle già in vigore

per i prodotti farmaceutici. Per questo si prevede una

crescita moderata del mercato medicale che passerà dagli

8,9 miliardi di dollari nel 2009 ai 12,7 miliardi di dollari

entro il 2015. Tuttavia ci sono buone prospettive per i

produttori di attrezzature elettromedicali a seguito di un

programma di investimenti ospedalieri per dieci miliardi

di euro, in particolare nella diagnostica per immagini e

nelle apparecchiature radioterapiche, mentre un secondo

programma, con livelli simili di investimento, è previsto

entro il 2012.

La Francia è il quinto più grande mercato dei dispositivi

medici nel mondo (dietro a USA, Giappone, Germania e

Regno Unito), tuttavia l’industria medicale manifatturiera

francesce ha subito l’ingresso di numerose società estere

ed ora la maggior parte dei costruttori più grandi sono stati

acquisiti diventando filiali di gruppi multinazionali. Questo

processo di acquisizioni straniere da un lato ha aperto nuovi

canali di distribuzione per le apparecchiature prodotte

all’estero, aumentando la quota di mercato dei prodotti

importati (le importazioni dagli Stati Uniti hanno raggiunto

infatti i 10,3 miliardi di dollari nel 2008), dall’altro lato c’è

stato anche un aumento delle attività di ri-esportazione in

alcuni settori, in particolare di pacemaker.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $914,727,919 22,0%

Germania $659,974,742 15,9%

Belgio $441,526,888 10,6%

Giappone $205,239,489 4,9%

Regno Unito $198,838,648 4,8%

Altri partner $1,740,704,583 41,8%

Partner Esportazioni % sul totale

Germania $426,380,874 12,5%

Belgio $379,205,182 11,1%

Italia $372,891,684 10,9%

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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25

Partner Esportazioni % sul totale

Spagna $343,055,983 10,0%

Regno Unito $301,404,601 8,8%

Altri partner $1,600,176,594 46,7%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Germania

Con circa il 6,0% della spesa a livello mondiale, la Germania

è il terzo maggiore mercato per i dispositivi medici, e ha

raggiunto nel 2009 un valore di 18,3 miliardi di dollari, pari

a 221 dollari pro capite. Non a caso la Germania può vantare

una lunga storia di produzione di apparecchiature mediche

di alta qualità - da Siemens, Fresenius, B. Braun ed altri -, in

particolare nell’ambito della diagnostica per immagini, nei

prodotti dentali e nelle tecnologie ottiche.

La spesa sanitaria è a un livello elevato, circa il 10,6% del

PIL, ma è sempre più contenuta e il mercato interno rimane

contratto dalla pressione al ribasso sui prezzi. Negli ultimi

anni il finanziamento pubblico della sanità è rimasto

abbastanza statico e gli ospedali sono stati costretti a

scegliere di fare manutenzione alle apparecchiature

esistenti, piuttosto che investire in apparecchi di nuova

generazione. Questo ha portato i produttori nazionali a

puntare sempre più sui mercati di esportazione.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $1,357,679,000 22,5%

Svizzera $737,999,000 12,2%

Giappone $640,490,000 10,6%

Paesi Bassi $338,018,000 5,6%

Francia $334,260,000 5,5%

Altri partner $2,618,426,000 43,2%

Partner Esportazioni % sul totale

Stati Uniti $1,520,626,000 15,4%

Francia $834,130,000 8,4%

Regno Unito $515,520,000 5,2%

Italia $505,369,000 5,1%

Russia $481,442,000 4,9%

Altri partner $6,045,785,000 61,1%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Spagna

Il mercato spagnolo è il quinto nell’Unione Europea a 27

paesi e l’ottavo nel mondo, tuttavia, la spesa pro-capite è

inferiore alla media europea. Le importazioni rappresentano

la maggioranza del mercato e la Spagna ha uno dei più

grandi deficit commerciali di dispositivi medici del mondo:

le importazioni provengono soprattutto dagli Stati Uniti

e dagli altri 27 paesi dell’UE, in particolare da Germania,

Paesi Bassi, Francia e Regno Unito. Le importazioni di beni

di consumo rappresentano la categoria più importante,

pari al 19,9% del totale. Altre categorie di prodotti chiave

includono i prodotti ortopedici e impiantabili, pari al 18,2%

del totale, e le apparecchiature di diagnostica per immagini,

con il 16,7% del totale.

La Spagna ha anche un forte settore produttivo,

concentrato principalmente nelle aree di Madrid e

Barcellona, costituito tuttavia per la maggior parte da

imprese di piccola dimensione e concentrate nei comparti

di livello tecnologico medio-basso. Le principali categorie di

esportazione comprendono le forniture mediche, siringhe,

aghi e cateteri e apparecchi radiologici.

I servizi sanitari in Spagna sono stati decentrati dal 2002 e,

pertanto, l’industria biomedicale deve rapportarsi con 17

diversi sistemi regionali. Complessivamente ad esempio,

nel 2009 la Spagna conta circa 6.000 unità di attrezzature ad

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26

alta tecnologia (soprattutto per TAC, risonanza magnetica

e mammografia) e ci sono 50 unità operative di PET e

140 centri con reparti di medicina nucleare, tuttavia la

maggiore autonomia regionale ha portato anche ad una

maggiore disparità tra regioni nella presenza di queste

apparecchiature mediche.

Anche la Spagna infine è interessata da una forte

competizione tra i grandi produttori esteri con processi

di acquisizione (si veda la recente acquisizione da parte

di un’azienda inglese del produttore spagnolo Morpheus

Medical nel maggio 2009) e da fenomeni di “global service”

che di fatto tendono a monopolizzare il mercato. Nel

giugno 2009 ad esempio, l’Hospital de la Santa Creu y Sant

Pau di Barcellona ha firmato un accordo decennale con

Philips Healthcare per la gestione in service ad un canone

mensile fisso di tutta la diagnostica per immagini (tra cui

MR, CT, medicina nucleare, raggi X e ultrasuoni), e diventerà

un polo di riferimento internazionale per Philips Healthcare.

Svizzera

La Svizzera, con una spesa pro capite tra le più alte al

mondo (oltre 500 dollari) rappresenta un mercato piccolo,

ma molto ricco, basti pensare che la spesa per attrezzature

e forniture mediche è stimata in circa 4,1 miliardi di dollari

nel 2009, paragonabile a quella dell’intera Cina.

L’assistenza sanitaria è ampiamente decentrata, e finanziata

attraverso una combinazione di assicurazioni pubbliche e

private. Ospedali, cliniche e medici sono abituati ad investire

nelle più recenti tecnologie e attrezzature, sebbene in

tutto il sistema sanitario si stia diffondendo una maggiore

attenzione alla valutazione dei costi.

La produzione nazionale di dispositivi medici è molto forte

in Svizzera, in particolare nel settore ortopedico, tanto che

il paese tra i maggiori esportatori mondiali di dispositivi

ortopedici.

Anche se la Svizzera resta al di fuori dell’Unione europea,

il governo federale ha sempre allineato la propria

normativa sui dispositivi medici a quella europea, pertanto

i prodotti con il marchio CE fanno poca difficoltà ad essere

commercializzati in Svizzera.

Gran Bretagna

Il mercato dei dispositivi medici del Regno Unito, del valore

di 8,4 miliardi di dollari nel 2009, è il terzo in Europa, dopo

Germania e Francia, ed uno dei più grandi mercati a livello

mondiale. La spesa pro capite è pari a 136 dollari. Il mercato

inglese per i dispositivi medici dovrebbe aumentare del

4,0% annuo a prezzi costanti per raggiungere un valore di

10,2 miliardi di dollari entro il 2014.

C’è stato un periodo di enorme crescita della spesa sanitaria

sotto il governo laburista, che ha visto quasi triplicare il

bilancio del Sistema Sanitario Nazionale (NHS). Nel 2009,

il bilancio del NHS è di 98,2 miliardi di sterline e salirà a

102.3 miliardi di sterline nel 2010. Tuttavia, a causa del

rallentamento economico, il finanziamento del NHS

potrebbe diminuire del 2,5-3,0% all’anno dal 2011/12, il che

equivale a un taglio tra gli 8 e i 10 miliardi di sterline in tre

anni e fino a 15 miliardi di sterline in cinque anni. Il Sistema

Sanitario è comunque ben attrezzato per fronteggiare alla

stretta finanziaria, grazie ai notevoli miglioramenti che ha

realizzato negli ultimi anni. In uno sforzo per ridurre le liste

di attesa, il governo da un lato sta accreditando una serie di

organizzazioni private ad operare e gestire i centri di cura

indipendenti e dall’altro lato ha promosso un sistema di

libera Scelta dei Pazienti (Patient Choiche scheme), secondo

il quale ora i pazienti del Sistema Sanitario Nazionale per

gli interventi minori possono scegliere di farsi operare nel

settore privato.

La crescita della domanda è prevalentemente guidata

dalle importazioni dal momento che molti produttori

nazionali non sono in grado di adattarsi rapidamente alle

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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27

variazioni del mercato e questo ha comportato ad un deficit

commerciale per il settimo anno consecutivo nel 2008.

Il “Pagamento secondo i Risultati” rappresenta un

cambiamento radicale nella modalità con cui il NHS viene

finanziato e rappresenta un punto chiave dei piani del

governo di modernizzazione della sanità. Questo, assieme

alla libera scelta del paziente, in pratica significa che gli

ospedali sono in competizione tra loro per accaparrarsi i

pazienti, e mentre questo offre l’opportunità di migliorare

la qualità dell’assistenza sanitaria, crea anche un livello di

rischio finanziario senza precedenti per le Cure primarie e

gli ospedali pubblici.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $931,756,266 21,5%

Messico $606,453,104 14,0%

Germania $489,718,508 11,3%

Paesi Bassi $415,281,776 9,6%

Belgio $320,710,423 7,4%

Altri partner $1,572,193,239 36,3%

Partner Esportazioni % sul totale

Stati Uniti $335,829,643 15,2%

Germania $226,513,349 10,3%

Belgio $220,166,618 10,0%

Francia $208,446,148 9,4%

Irlanda $164,490,946 7,5%

Altri partner $1,052,297,501 47,7%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Olanda

I Paesi Bassi hanno una lunga tradizione nel fornire ai propri

cittadini un’assistenza sanitaria accessibile e spendono circa

il 2,6% della spesa sanitaria totale per le attrezzature mediche

e le forniture ospedaliere. Nel gennaio 2006 il governo ha

introdotto un sistema obbligatorio di assicurazione sanitaria

che fornisce un copertura assicurativa sanitaria di base per

i servizi di cure acute e un sistema separato per le quelle

croniche. Con il nuovo assetto è notevolmente aumentata

la concorrenza dei prezzi tra le assicurazioni sanitarie e i

fornitori di servizi sanitari e di conseguenza quello olandese

risulta uno sistemi sanitari più orientati al mercato in

Europa. A causa della sua natura e posizione l’Olanda è stata

usata come “centro di interscambio commerciale” per molti

anni, per questo motivo, il valore delle importazioni e delle

esportazioni non riflette necessariamente il movimento di

mercato.

Nel 2009, il mercato medicale olandese ha assommato un

valore di 2,3 miliardi di dollari, pari a 141 dollari pro capite

e secondo le previsioni di Espicom il mercato crescerà del

6,1% all’anno nel corso dei prossimi sei anni. Entro il 2015

quindi, il mercato dovrebbe raggiungere un valore di 3,3

miliardi di dollari, pari a 198 dollari pro capite.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $1,852,583,948 42,4%

Irlanda $978,823,987 22,4%

Germania $340,141,155 7,8%

Belgio $173,548,743 4,0%

Cina $142,384,498 3,3%

Altri partner $877,670,594 20,1%

Partner Esportazioni % sul totale

Germania $573,427,436 12,2%

Francia $431,380,221 9,2%

Italia $367,786,404 7,8%

Regno Unito $353,886,124 7,5%

Stati Uniti $322,435,507 6,8%

Altri partner $2,664,452,149 56,5%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

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28

2.2.2. Il mercato dei Dispositivi Medici in Nord Europa

Danimarca

Nel 2009 il mercato danese di dispositivi medici ha sfiorato i

2 miliardi di dollari, pari a 357 dollari pro capite ed è prevista

un’espansione del 8,9% nel corso dei prossimi anni per

raggiungere 3.017 milioni di dollari entro il 2014, pari a 540

dollari pro capite.

Anche la Danimarca ha risentito della recessione economica

mondiale, con una diminuzione reale del PIL del 3,5% nel

2009, ma secondo i dati dell’Economist Intelligence Unit,

gradualmente arriverà a raggiungere una crescita reale del

2,0% nel 2014.

La spesa sanitaria invece ha proseguito la sua costante

crescita negli ultimi anni, aumentando del 7,1% per

raggiungere i 21,7 miliardi di dollari nel 2007, con

un’incidenza della spesa privata di circa il 16% del

totale.

Ci sono molti produttori interni di dispositivi medici, alcuni

dei quali hanno una presenza globale. Questo ha portato

ad un attivo della bilancia commerciale per molti anni,

che nel 2008, ammontava a 977,1 milioni di dollari. Le

importazioni e le esportazioni hanno registrato una forte

crescita negli ultimi anni, le importazioni sono aumentate

ad un tasso medio annuo del 16,9% nel periodo dal 2004 al

2008, mentre le esportazioni sono aumentate ad un tasso

del 10,7% nello stesso periodo. Molte importazioni sono in

realtà utilizzate per l’assemblaggio dei dispositivi medici

che vengono poi esportati.

I produttori danesi operano principalmente nei settori della

diagnostica, soprattutto nelle apparecchiature a raggi X, e

degli apparecchi ortopedici e protesici, in particolare degli

apparecchi acustici.

Finlandia

Il mercato medicale finlandese è molto sviluppato e maturo.

La Finlandia è uno dei paesi più settentrionali d’Europa

con una popolazione di circa 5,3 milioni di abitanti e una

densità abitativa di appena 17,1 abitanti per chilometro

quadrato. Il mercato finlandese dei dispositivi medici

dovrebbe aumentare del 7,1% annuo a prezzi costanti per

raggiungere un valore di 1.297 milioni di dollari entro il

2014, mentre attualmente il mercato è stimato valere 921

milioni di dollari, pari a 173 dollari pro capite.

La spesa sanitaria ha proseguito la sua crescita costante

negli ultimi anni, aumentando del 4,6% nel 2006 e

raggiungere i 13,6 miliardi di euro, con una spesa privata

di circa il 24,0% del totale. Con la recessione economica

mondiale il PIL scenderà del 5,4% nel 2009, ma secondo

i dati dell’Economist Intelligence Unit, entro il 2011

dovrebbe cominciare a recuperare con una crescita del

1,7% annuo.

L’importazione di dispositivi medici è cresciuta ad un tasso

medio annuo del 13,2% tra il 2004 e il 2008 per raggiungere

i 793,2 milioni di dollari nel 2008, a fronte di una produzione

interna di 675,0 milioni di euro, con un incremento del 5,7%

rispetto al 2007. L’export della Finlandia è stato di 1.295,2

milioni di dollari nel 2008, di cui il 25,6% riguardava prodotti

per l’igiene orale e 22,5% gli apparecchi diagnostici di

imaging. Come risultato, la Finlandia è uno dei pochi paesi

ad avere un saldo positivo della bilancia commerciale. La

produzione nazionale di dispositivi medici è realizzata

da numerose imprese di piccole dimensioni, concentrate

su mercati di nicchia. Il più grande produttore nazionale,

Instrumentarium, è stato de-quotato dalla Borsa di Helsinki

nel 2004 ed è ora una controllata della GE americana.

Norvegia

Il valore del mercato medicale norvegese è stimato

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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raggiungere gli 1,1 miliardi di dollari nel 2009, pari ad una

spesa pro capite di 229 dollari. Il mercato è destinato a

crescere del 8,5% all’anno sino a raggiungere 1,7 miliardi di

dollari entro il 2014, pari a 334 dollari pro capite.

La popolazione della Norvegia è di circa 4,8 milioni nel 2009,

con una percentuale di anziani del 14,8% del totale.

Si prevede che l’economia della Norvegia riuscirà a

recuperare molto prima rispetto ad altri paesi nordici e dal

-2,0% del PIL di quest’anno passare all’1,8% nel 2011 e 2,2%

nel 2014.

A fronte della crescita costante della spesa sanitaria negli

ultimi anni, a causa della piccola scala della produzione

interna, l’eventuale incremento della domanda di mercato

rischia di venire coperto dalle importazioni. Nel 2007 infatti,

le importazioni hanno raggiunto i 941,5 milioni di dollari,

con un incremento del 10,7% rispetto al 2006, realizzando

un tasso medio annuo del 12,1% per il periodo tra il 2003 e

il 2007, e provocando un deficit della bilancia commerciale

di 585,5 milioni di dollari nel 2007.

Svezia

La Svezia possiede un avanzato sistema sanitario pubblico

e la salute resta una priorità del governo, sebbene, con

una numerosa parte di popolazione che invecchia, il

contenimento dei costi è al centro dell’attenzione politica.

Il mercato delle apparecchiature mediche nel 2009 vale

circa 2,3 miliardi di dollari (lo 0,8% del mercato mondiale),

pari a 245 dollari pro capite, e pari al 5,4% della spesa

sanitaria della Svezia. Il tasso di crescita previsto è del 10,2%

annuo nei prossimi anni, per raggiungere un valore di 3,7

miliardi dollari entro il 2014, nonostante quest’anno il PIL

dovrebbe registrare una diminuzione del 4,7% , per iniziare

a riprendersi nel 2011, con una crescita reale del 1,5% , che

sale al 2,5% entro il 2014.

Le importazioni del comparto – guidate dai prodotti

ortopedici, che rappresentano il 33,7% del totale - sono

aumentate del 11,2% nel 2008, pari a 2,1 miliardi di dollari,

con un tasso medio del 12,2% nel periodo 2004-2008.

2.2.3. Il mercato dei Dispositivi Medici nell’Europa centrale e orientale

I paesi dell’Europa centrale e orientale complessivamente

assommano 303 milioni di persone e un PIL nel 2009 di

2,5 trilioni di dollari. Il medicale in quest’area in realtà è

composto da una vasta gamma di mercati, in tutte le diverse

fasi di sviluppo. Molti mercati mostrano alti tassi di crescita,

e la regione nel suo complesso avrà una crescita annua

del 9,3%, per raggiungere 14,1 miliardi di dollari nel 2014.

Russia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia

rappresentano i cinque maggiori mercati della regione. I

Balcani invece sono tra i più veloci mercati in espansione. La

Slovenia è il paese più ricco in Europa centrale e orientale,

ed è in grado di spendere 8,4% del PIL per la spesa sanitaria.

Quest’anno, i paesi dell’Europa centrale e orientale hanno

speso circa 150,3 miliardi di dollari per la sanità, pari a una

media del 6,9% del PIL, ed entro il 2014 la spesa sanitaria

è destinata ad aumentare a 245,0 miliardi di dollari. Anche

se l’attuale rallentamento economico eviterà che i livelli di

spesa aumentino tanto rapidamente come in passato, ci

si aspetta che la maggior parte delle economie avrà una

crescita economica positiva a partire dal 2010. Oltre ai

contributi per l’assicurazione sanitaria, gli investimenti per

progetti di miglioramento delle strutture sanitarie hanno

apportato ingenti capitali nei sistemi sanitari della regione.

Ad esempio, in Russia per il ‘National Health Project’ il governo

ha speso oltre 1 miliardo di dollari per apparecchiature di

diagnostica e per la costruzione di 15 centri medici high-

tech, che dovrebbero essere operativi entro il 2010. Altri

paesi della regione ricevono finanziamenti per progetti,

soprattutto dalla Banca Mondiale e dall’Agenzia europea

per la ricostruzione.

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Federazione Russa

Il mercato russo è potenzialmente enorme, data la vastità,

la popolazione e la ricchezza delle sue risorse naturali. La

spesa sanitaria rimane comunque bassa (23 dollari pro

capite), e i pazienti sono spesso costretti a fare affidamento

sulle proprie risorse economiche per pagarsi le cure.

Infatti, nonostante esista una copertura assicurativa per

l’assistenza medica, il sistema sanitario russo conserva

la maggior parte delle caratteristiche dell’era sovietica,

rimanendo burocratico ed inefficiente, e la qualità del

trattamento varia da regione a regione. Tuttavia, il “progetto

nazionale per la salute”, che mira a migliorare gli standard

di assistenza sanitaria, ha rinnovato numerose strutture

sanitarie e concesso aumenti salariali ad una gran parte del

personale medico.

Nel 2009, la spesa per attrezzature mediche e forniture

ospedaliere è stata stimata in 3.323 milioni di dollari e

si prevede che il mercato dei dispositivi continuerà ad

espandersi ad un tasso del 5,4% annuo, raggiungendo i

4.319 milioni di dollari entro il 2014, pari a 31 dollari pro

capite.

Le imprese biomedicali russe sono in genere piccole e

sottocapitalizzate, e tendono a produrre dispositivi obsoleti

che possono competere con i prodotti occidentali solo in

termini di prezzo, dal momento che il paese - nonostante

abbia una forte base di ricerca scientifica - ha poca

esperienza nella progettazione e commercializzazione di

nuovi prodotti.

Per questo circa il 75% del mercato è costituito dalle

importazioni: Germania, Stati Uniti e Giappone sono i

principali fornitori nel 2007, e da soli rappresentano oltre il

57% delle importazioni.

Partner Importazioni % sul totaleGermania $603,880,568 32,6%

Stati Uniti $288,762,560 15,6%

Cina $184,677,266 10,0%

Giappone $165,237,423 8,9%

Italia $64,998,316 3,5%

Altri partner $547,102,520 29,5%

Partner Esportazioni % sul totaleKazakistan $19,769,666 28,9%

Ucraina $13,477,970 19,7%

Uzbekistan $4,957,909 7,2%

Stati Uniti $3,991,934 5,8%

Germania $3,356,047 4,9%

Altri partner $22,866,235 33,4%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

La Repubblica Ceca

La Repubblica Ceca ha una popolazione di circa 10,2 milioni

e, come i paesi analizzati in seguito, è entrata a far parte

dell’Unione Europea nel maggio 2004, la sua normativa

tecnica e le pratiche commerciali sono ora generalmente

allineate agli standard europei.

Il Sistema Sanitario è in gran parte pubblico così come il

suo finanziamento, soprattutto attraverso l’assicurazione

sanitaria, e la spesa privata rappresenta soltanto il 12,1%

della spesa sanitaria totale. Nel 2003, la responsabilità degli

ospedali è stata affidata alle amministrazioni locali e questo

ha spostato il peso del deficit sanitario sugli enti locali, alcuni

dei quali hanno ora in programma di privatizzarli, anche se

la questione è politicamente controversa e suscettibile di

essere bloccata da parte del governo nazionale.

Il paese ha un settore manifatturiero piccolo ma con

personale esperto. La produzione ha un livello tecnologico

medio-basso, ma è sempre di buona qualità. L’adesione

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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31

all’Unione europea ha reso obbligatorio il marchio CE per

i produttori locali che tendono quindi a puntare molto sull’

export. Il mercato interno di dispositivi medici è invece

coperto per quasi i tre quarti dalle importazioni che sono

aumentate del 14,9% nel 2007, raggiungendo i 865,0

milioni di dollari. La Germania e gli Stati Uniti, con oltre il

40%, sono stati i principali fornitori nel 2007.

Nel 2009, il mercato ceco di attrezzature e forniture

mediche è stimato in 1.481 milioni di dollari, pari a 145

dollari pro capite, e si prevede che il mercato dei dispositivi

continuerà ad espandersi ad un tasso medio annuo del

9,9%, raggiungendo i 2.379 milioni di dollari, pari a 235

dollari pro capite, entro il 2014.

Repubblica Slovacca

La Slovacchia ha 5,5 milioni abitanti, un sistema sanitario

ancora prevalentemente pubblico, anche se la maggior parte

delle farmacie e centri estetici sono ora di proprietà privata,

ed ha adottato l’euro nel gennaio 2009. Il paese spende

circa 7,0% del PIL per l’assistenza sanitaria, mentre il valore

del mercato slovacco del medicale è di circa 455 milioni di

dollari, per una spesa pro capite di 83 dollari, e si prevede

che continuerà ad espandersi a un tasso del 8,9% all’anno,

per raggiungere il valore di 697 milioni di dollari, pari a 129

dollari pro capite, entro i prossimi cinque anni.

Circa il 65% dei dispositivi medici viene importato,

principalmente dalla Germania, dagli Stati Uniti e dalla Svizzera,

che insieme rappresentano quasi il 40% delle importazioni.

Ungheria

Nel 2009, la domanda di forniture e attrezzature mediche in

Ungheria è stata stimata in 720 milioni di dollari, o 73 dollari

pro capite e si prevede che continuerà ad aumentare ad un

tasso medio del 6,2% all’anno, raggiungendo i 971 milioni

di dollari entro il 2014, pari a 99 dollari pro capite.

Le importazioni, in particolare di beni di consumo e

prodotti ortopedici, rappresentano circa il 52% del mercato:

Germania, Paesi Bassi e Austria sono i principali fornitori e

coprono assieme circa il 50% delle importazioni.

Romania

La Romania con 21,5 milioni di abitanti è uno dei paesi più

grandi della regione. L’assistenza sanitaria pesa per il 5,7%

del PIL ed è prevalentemente gestita dallo Stato, anche se il

settore della sanità privata sta iniziando a crescere, mentre

la Banca Mondiale continua a sostenere progetti per il

miglioramento della sanità negli ambiti della maternità e

assistenza neonatale, nell’assistenza medica di emergenza

e nelle cure sanitarie primarie delle zone rurali.

Nel 2009, il mercato rumeno per attrezzature mediche e

forniture è stimato valere 355 milioni di dollari, e dovrebbe

crescere del 7,9% annuo, raggiungendo i 520 milioni di

dollari, pari a 24 dollari pro capite entro il 2014. Il Paese,

diventato membro dell’Unione europea nel 2007, non

ha praticamente un’industria nazionale di attrezzature

mediche, e deve quindi importare l’86% del suo fabbisogno.

Germania, Italia e Paesi Bassi sono i principali fornitori e

rappresentano circa il 47% delle importazioni che sono

aumentate del 80,1% nel 2007, raggiungendo i 382,8

milioni di dollari.

Polonia

La Polonia ha una popolazione di 38,1 milioni di abitanti,

di cui quasi il 13% è anziana, e spende solo il 6,2% del

PIL per la sanità. Le ultime riforme sanitarie in Polonia

dell’ottobre 2008 si sono concentrate principalmente sulla

privatizzazione degli ospedali. Nel 2009, la domanda per

attrezzature e forniture mediche è stato stimato in 2.015

milioni di dollari, mentre si prevede che la richiesta di

dispositivi continuerà ad espandersi ad un tasso del 13,1%

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all’anno. Questo porterà il valore del mercato polacco a

3.737 milioni di dollari, pari a 98 dollari pro capite, entro

il 2014. Circa i due terzi dei dispositivi sono importati,

principalmente dalla Germania e dagli Stati Uniti, che nel

2007 rappresentavano quasi il 50% delle importazioni.

2.2.4. Il mercato dei Dispositivi Medici in Nord America

Canada

Il Canada è geograficamente uno dei paesi più grandi del

mondo, ma ha una popolazione di appena 33,5 milioni, di

cui il 90% vive vicino alla frontiera USA. L’economia è molto

sviluppata, e l’attuale PIL pro capite, di 39.710 dollari, è al

livello di quello americano ed europeo.

Nel 2009, il mercato medicale canadese è di 5,7 miliardi di

dollari, che, considerate le dimensioni della popolazione, lo

rende uno dei mercati più ricchi al mondo. Gran parte della

domanda viene coperta dalle importazioni, per lo più dagli

Stati Uniti e le proiezioni della società di ricerche Espicom

prevedono che aumenterà nei prossimi cinque anni del

4,8% annuo, raggiungendo i 7,2 miliardi di dollari.

In Canada ci sono circa 1.500 produttori e distributori

di dispositivi medici in Canada, con circa 35.000 addetti

e l’industria è concentrata nel sud dell’Ontario e del

Québec. Nel 2008, la produzione biomedicale canadese è

stata di 2.650,1 milioni di dollari (+1,3%) ed è focalizzata

principalmente nel settore delle attrezzature e forniture

ospedaliere (il 38% circa) mentre il governo sta cercando

di sostenere il settore attraverso un piano decennale

di investimenti per l’innovazione della sanità. Nel 2009,

gli USA hanno inserito il Canada nella lista dei paesi da

tenere sotto controllo in materia di protezione della

proprietà intellettuale. A differenza degli Stati Uniti, il

Canada possiede un sistema sanitario nazionale basato

sul finanziamento pubblico - la spesa è intorno all’11%

del PIL nel 2009 -, invece le prestazioni sanitarie sono di

competenza delle amministrazioni provinciali, con livelli

spesso molto diversificati, anche se il problema principale è

costituito dai tempi di attesa per i pazienti.

Stati Uniti

Con una popolazione di oltre 300 milioni, gli Stati Uniti sono

il terzo paese più grande del mondo, dietro la Cina e l’India,

mentre il mercato americano dei dispositivi medici con circa

91,3 miliardi di dollari è più grande del mondo, e rappresenta

il 41% del totale mondiale. Gli USA hanno anche la più alta

spesa pro capite del mondo (298 dollari). Sebbene la crescita

sia rallentata negli ultimi anni, il mercato è ancora uno dei

più dinamici del mondo, e sembra destinata a superare i 100

miliardi di dollari entro il 2012.

Gran parte del mercato è in mano a privati e non esiste un

sistema sanitario nazionale perché anche i sistemi sanitari

pubblici per le persone a basso reddito, come Medicaid,

sono gestiti a livello di singolo Stato. Resta da vedere se

si arriverà effettivamente al varo della riforma del sistema

sanitario voluta dal presidente Obama, dibattuta proprio

in questo periodo e se verranno mantenuti i punti chiave

dell’opzione pubblica nelle assicurazioni sanitarie e la

copertura universale che garantisca anche quei 46 milioni

di cittadini attualmente privi di assistenza sanitaria.

Il mercato è altamente regolamentato, ed è costoso

operarvi, tuttavia, è piuttosto trasparente e non e’ basato su

delle regole ‘. Gli Stati Uniti sono un importante sito per la

R&S e le sperimentazioni cliniche.

Sette dei primi dieci produttori di dispositivi medici del

mondo sono aziende statunitensi, come Johnson & Johnson,

General Electric, Baxter, Tyco e Medtronic. Le importazioni

costituiscono ormai una quota sempre più significativa del

mercato, circa il 34% del totale, ma di queste buona parte è

costituita dalle ri-esportazioni verso il mercato statunitense

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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da parte delle imprese americane che hanno de localizzato

la produzione in Asia, in Irlanda o in Messico.

Partner Importazioni % sul totale

Messico $3,538,683,260 26,6%

Germania $1,643,645,755 12,3%

Irlanda $1,315,556,272 9,9%

Cina $1,118,841,564 8,4%

Giappone $565,490,492 4,2%

Altri partner $5,131,293,029 38,5%

Partner Esportazioni % sul totale

Canada $1,807,460,429 10,7%

Giappone $1,755,224,875 10,4%

Belgio $1,719,953,994 10,2%

Olanda $1,593,056,200 9,4%

Messico $1,326,469,992 7,8%

Altri partner $8,737,022,149 51,6%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

2.2.5. Il mercato dei Dispositivi Medici in America Latina

L’America Latina rappresenta un mercato in crescita del

valore di 7,4 miliardi di dollari. I primi otto paesi latino-

americani rappresentano un mercato di 474 milioni

di persone con un PIL di 3,4 trilioni di dollari nel 2008.

Rispetto al passato, la regione è più preparata ad affrontare

l’instabilità globale, ma la crescita economica dovrebbe

rallentare anche nel 2010, dopo un periodo di notevole

crescita. Tutti i paesi della regione stanno rivedendo la loro

offerta sanitaria: nel settore sanitario privato si riscontrano

livelli di servizio tra i migliori in assoluto, ma la sfida è

garantire migliori livelli di assistenza sanitaria di base per la

massa della popolazione. Potenzialmente esistono dunque

buone opportunità per i produttori di attrezzature mediche

anche se non è semplice sapere dove e come svilupparle.

Il Brasile è il più maggiore mercato dell’area, seguito da

Messico, Argentina e Colombia. Cuba, tuttavia, ha il più

alto livello di spesa medica pro capite della regione, ma

questo più che andare a beneficio della popolazione locale

favorisce il “turismo sanitario”.

Con l’eccezione del Brasile e del Messico, che possiedono

sistemi di regolamentazione più complessi e maturi, in

America Latina il quadro normativo per i dispositivi medici

si sta ancora consolidando. I paesi membri del MERCOSUR

tendono tuttavia a seguire il sistema regolatorio del Brasile,

e vi è un certo grado di armonizzazione normativa tra di

loro, mentre il Messico è più legato al mercato americano e

segue la normativa FDA degli Stati Uniti.

Il commercio delle attrezzature e dei dispositivi medici è

fondamentale per lo sviluppo della regione, dato che tutti

i mercati tranne il Brasile dipendono dalle importazioni.

Tuttavia, mentre Brasile, Argentina e Cile importano

maggiormente prodotti elettromedicali ad alta tecnologia,

Perù, Messico e Venezuela sono più orientati ai materiali di

consumo.

Le esportazioni regionali sono basse, con l’eccezione del

Messico, che rappresenta quasi il 90% delle capacità di

esportazione della regione. La continua e forte crescita delle

esportazioni messicane tuttavia è quasi interamente legata

all’attività di produzione e assemblaggio (“maquiladoras”)

per conto dei fabbricanti americani. Le esportazioni del

Brasile invece sono basse rispetto alle dimensioni del

suo mercato interno, anche se negli ultimi anni stanno

aumentando le esportazioni di apparecchi dentali e

dispositivi impiantabili.

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Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $1,199,821,347 74,2%

Germania $93,131,861 5,8%

Cina $54,268,596 3,4%

Italia $30,782,025 1,9%

Brasile $27,496,073 1,7%

Altri partner $211,882,357 13,1%

Partner Esportazioni % sul totale

Stati Uniti $3,778,293,149 93,1%

Francia $92,163,291 2,1%

Paesi Bassi $50,600,873 1,2%

Irlanda $45,803,098 1,1%

Regno Unito $33,352,540 0,8%

Altri partner $58,676,510 1,4%

Messico: Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Brasile

Il Brasile è il più grande mercato dei dispositivi medici in

America Latina, ma la spesa sanitaria pro capite è ancora

molto bassa. Il mercato è cresciuto in termini di produzione

locale, ma è diminuito se lo si valuta in dollari. La spesa

si concentra nelle grandi città, come San Paolo o Rio de

Janeiro, ma i produttori si stanno muovendo anche nei

mercati regionali al di fuori delle principali capitali dei vari

Stati. I settori più sviluppati sono quelli legati ai materiali di

consumo e ai prodotti orto protesici, seguiti dagli apparecchi

di diagnostica per immagini e dai prodotti dentali.

Il redditizio settore della diagnostica per immagini sta

attirando i maggiori produttori mondiali a investire nel

paese: quest’anno la General Electric ha realizzato il suo

primo impianto di produzione in Brasile, mentre la Siemens

che produceva localmente apparecchi a raggi X dal 2001,

ha pianificato un nuovo impianto per due nuove linee di

prodotto.

Secondo l’Associazione brasiliana di Medicina, Odontoiatria,

Attrezzatura Ospedaliera e di Laboratorio (ABIMO), circa

il 60% delle importazioni proviene da Europa e Stati

Uniti, mentre il restante 40% proviene dall’Asia e dalla

regione del Pacifico. Il rallentamento economico e un più

“realistico” tasso di cambio nel 2009 hanno contenuto le

importazioni.

L’industria biomedicale brasiliana è consolidata e

comprendente aziende locali e multinazionali, tuttavia,

la produzione è maggiormente orientata verso il mercato

locale. L’espansione del settore delle assicurazioni sanitarie

private negli ultimi anni ha stimolato la domanda di

assistenza medica di alto livello e, a sua volta, un aumento

della domanda di attrezzature elettromedicali. Anche il

settore pubblico tuttavia continua a migliorare e tende

a sostituire le attrezzature obsolete, creando notevoli

opportunità di mercato.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $235,414,775 39,8%

Germania $104,792,995 17,7%

Cina $39,047,664 6,6%

Giappone $23,847,044 4,0%

Canada $21,246,760 3,6%

Altri partner $167,812,374 28,3%

Partner Esportazioni % sul totale

Stati Uniti $35,060,909 18,9%

Messico $13,826,039 7,5%

Argentina $10,987,863 5,9%

Germania $10,561,367 5,7%

Peru $9,527,640 5,1%

Altri partner $105,118,939 56,8%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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2.2.6. Il mercato dei Dispositivi Medici in Australia

L’Australia è uno dei mercati sanitari più ricchi nell’area

dell’Asia-Pacifico e l’undicesimo a livello mondiale, con

una spesa pro capite simile a quella di paesi europei

come la Germania o i Paesi Bassi. Circa il 75% del mercato

si concentra in tre stati - New South Wales, Victoria e

Queensland - sulle coste a sud ed e est. L’assistenza sanitaria

è mista, pubblica-privata: la spesa pubblica è in gran parte

sostenuta dal governo centrale, mentre la spesa privata è

in gran parte finanziata attraverso le assicurazioni sanitarie.

Tuttavia l’attuale governo sta cercando di espandere il

settore privato attraverso una serie di agevolazioni fiscali

per aumentare la copertura assicurativa.

Sebbene esistano alcuni piccoli produttori medicali di alta

tecnologia, la produzione locale tende a concentrarsi sulle

forniture ospedaliere di base, inoltre l’attuale crisi finanziaria

ha colpito duramente i piccoli produttori locali. Il mercato

è quindi prevalentemente rifornito dalle importazioni – in

particolare americane - che sono cresciute rapidamente a

partire dal 2001.

2.2.7. Il mercato dei Dispositivi Medici nel nord est asiatico

Giappone, Cina, Corea del Sud e Taiwan nel 2008 hanno

speso per dispositivi medici circa 30,9 miliardi di dollari,

pari al 14,7% del mercato mondiale, e per il 2009, Espicom28

stima una crescita del mercato regionale del 11,2%, uno dei

mercati in più rapida crescita nel mondo. Questi quattro paesi

attraversano tuttavia diverse fasi di sviluppo, sia in termini

generali sia, nei rispettivi mercati medicali in particolare.

Giappone, Corea del Sud e Taiwan sono caratterizzati

da mercati dei dispositivi medici e da sistemi sanitari

estremamente avanzati e con alti livelli di spesa, sia nel

settore pubblico e che in quello privato. Tanto che, come

nei paesi occidentali economicamente più sviluppati,

i rispettivi governi, negli ultimi anni hanno cercato di

contenere la spesa sanitaria attraverso diverse strategie,

compresi periodici tagli dei prezzi/rimborsi per i dispositivi

medici e le attrezzature. Tuttavia, la spesa ha continuato a

crescere, spinta dall’invecchiamento demografico e dalle

crescenti aspettative della popolazione rispetto ai livelli di

assistenza sanitaria.

Giappone e Corea del Sud, in particolare, hanno una forte

capacità produttiva interna, in particolare nell’ambito

delle apparecchiature a più alta intensità tecnologica, ma

restano ancora fortemente dipendenti dalle importazioni

per soddisfare la propria domanda complessiva.

Il livello della sanità cinese invece è ancora distante dagli

altri tre paesi, ma è uno dei paesi a più rapida crescita nel

mondo (+9,1% nel 2008). Come gli altri paesi anche la Cina

è stata colpita dalla recessione economica mondiale, ma

rispetto a diversi altri settori, quello sanitario non è stato

molto intaccato e la domanda di dispositivi medici continua

ad essere sostenuta.

Cina

Il governo cinese, nel gennaio 2009, ha deciso di investire

US $ 124 miliardi entro il 2011 per sviluppare il sistema

sanitario nazionale. Il piano prevede di offrire l’accesso

universale all’assistenza sanitaria entro il 2020 agli 1,3

miliardi di abitanti del paese.

Le prospettive per il mercato dei dispositivi medici sono

quindi enormi: la costruzione di migliaia di ospedali, centri

sanitari e ambulatori comporterà inevitabilmente l’acquisto

di beni strumentali, in particolare attrezzature e arredo

tecnico, ad un ritmo senza precedenti e in un lasso di tempo

relativamente breve. 28 Espicom (2009), The Outlook for Medical Devices in North East Asia

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Sarà data priorità alla costruzione di circa 2.000 ospedali a

livello provinciale29, poi il piano prevede la costruzione di

29.000 ospedali cittadini, il potenziamento di altri 5.000 e

infine la costruzione di cliniche di villaggio nelle zone più

remote.

Nonostante la Cina sia una delle maggiori economie del

mondo, il reddito pro capite è ancora molto basso, circa

3.450 dollari nel 2009. Lo scorso anno il governo cinese ha

esteso l’assicurazione sanitaria a tutta la popolazione rurale

ed entro il 2010 prevede di coprire tutti gli abitanti delle

città, compresi i disoccupati e i minori che non sono stati

coperti in precedenza.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $440,088,127 32,3%

Germania $257,583,563 18,9%

Giappone $255,336,796 18,7%

Irlanda $40,221,015 2,9%

Messico $35,419,039 2,7%

Altri partner $334,816,118 24,6%

Partner Esportazioni % sul totale

Stati Uniti $757,900,317 21,4%

Giappone $432,033,296 12,2%

Germania $246,174,990 7,0%

Hong Kong $156,765,342 4,4%

Paesi Bassi $153,329,224 4,3%

Altri partner $1,788,584,627 50,6%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Giappone

Il Giappone è la seconda maggiore economia del mondo

dopo gli USA, e lo stesso vale anche per il mercato medicale.

Gli Stati Uniti e la Germania sono gli unici paesi ad importare

più attrezzature mediche del Giappone, che d’altra parte è

l’ottavo esportatore a livello mondiale. Il PIL pro capite è tra

i primi dieci nel mondo e il Giappone ha alcuni dei migliori

indici sanitari in assoluto, tra cui i più bassi tassi di mortalità

infantile e l’aspettativa di vita più alto degli adulti.

Un rapido invecchiamento della popolazione ha

però appesantito il sistema sanitario, sia in termini di

finanziamento della spesa che di operatività delle strutture,

e questo costituisce una delle maggiori preoccupazioni del

governo che ha cercato di ridurre i pagamenti alle strutture

sanitarie dai livelli record del 2006. Il Giappone dispone

del maggior numero di apparecchiature mediche ad alto

costo del mondo, tuttavia questo è dovuto in parte alla

struttura del sistema distributivo. Nel 2008 c’è stata una

revisione al ribasso nel sistema dei prezzi di riferimento per

i prodotti stranieri (introdotto nel 2002) per 126 categorie

funzionali di dispositivi. Revisioni più recenti tuttavia hanno

aumentato i prezzi di rimborso per i dispositivi medici

più innovativi, per incentivare maggiormente lo sviluppo

di questo tipo di dispositivi e il loro utilizzo nel sistema

sanitario del Giappone. Invece sempre più spesso, le società

giapponesi tendono a concentrarsi sullo sviluppo dei loro

mercati all’estero, in particolare negli altri paesi asiatici, in

Europa orientale e in Medio Oriente.

Partner Importazioni % sul totale

Stati Uniti $1,754,681,340 40,6%

Irlanda $643,652,155 14,9%

Cina $452,874,584 10,5%

Germania $289,003,077 6,7%

Messico $247,000,214 5,7%

Altri partner $932,654,664 21,6%

29 I “County level-hospital” sono gli ospedali più attrezzati e devono avere almeno 250 posti letto

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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Partner Esportazioni % sul totale

Stati Uniti $654,887,962 27,8%

Germania $313,343,084 13,3%

Belgio $173,782,615 7,4%

Cina $143,528,963 6,1%

Corea del Sud $88,592,607 3,8%

Altri partner $984,653,192 41,7%

Principali partner commerciali di “Strumenti e apparecchi, per medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria” (Classificazione SITC Rev.4, classe 872) - Anno 2008

Corea del Sud

La Corea del Sud, con una popolazione vicina ai 50 milioni

di abitanti e un PIL complessivo tra i primi 15 al mondo,

rappresenta una delle principali economie mondiali. Di

conseguenza, gran parte della popolazione si aspetta un

alto livello di cure mediche, tanto che la Corea ha la più

elevata spesa sanitaria di tutte le ‘tigri asiatiche’, finanziata

per il 55% dal settore pubblico. Anche la Corea negli ultimi

anni, ha registrato un crescente aumento dei costi sanitari

legati al rapido invecchiamento della popolazione – nel

2009, gli anziani rappresentavano il 31,7% dei costi coperti

dal Sistema Sanitario Nazionale (NHIC) - e il governo è stato

costretto ad attuare misure di contenimento dei costi per

fronteggiare il forte deficit della sanità. Dal punto di vista

giuridico e normativo, il mercato coreano è generalmente

considerato ‘difficile’ a causa di politiche di governo spesso

non trasparenti, e di un elevato grado di favoritismi verso

i produttori locali. E’ ancora da verificare, ma la situazione

dovrebbe migliorare dopo l’accordo di libero scambio con

gli Stati Uniti nel 2007, che chiede maggiore trasparenza

sui prezzi e i rimborsi dei dispositivi medici, e quello in

via di completamento con l’Unione Europea che mira ad

aumentare gli scambi con l’alleggerimento delle barriere

tariffarie e non tra le due parti. Il commercio bilaterale ha

raggiunto i 98,4 miliardi di dollari nel 2008 e rende l’UE il

secondo partner commerciale della Corea del Sud dopo

la Cina e il suo maggiore investitore straniero, viceversa la

Corea del Sud è l’ottavo partner commerciale più importante

dell’Unione Europea. I principali fornitori della Corea del

Sud sono Stati Uniti, Germania e Giappone. L’importazione

di dispositivi medici è notevolmente cresciuta negli ultimi

anni (+99,5% in cinque anni) per raggiungere gli oltre 2,4

miliardi di dollari nel 2008.

Il numero di produttori nazionali è più che raddoppiato

negli ultimi anni, e molti fanno parte di Gruppi societari

molto più grandi, ma nel complesso il settore manifatturiero

locale, particolarmente forte nell’elettromedicale, è

frammentato. Lo scorso agosto 2009, il governo ha

annunciato di voler sviluppare a Osong e Daegu, due

città di provincia, dei distretti industriali per l’high-tech

medicale con un investimento di circa 5 miliardi di dollari

che dovrebbe terminare nel 2012.

2.2.8. Il mercato dei Dispositivi Medici in India e nel sud est asiatico

Anche i mercati dei dispositivi medici nel Sud-Est asiatico

sono stati interessati, come tutti gli altri settori, dal

rallentamento dell’economia mondiale, dato che la maggior

parte di questi paesi hanno un PIL fortemente dipendente

dalle esportazioni.

Negli ultimi anni, i principali paesi dell’area hanno avuto,

in media, tassi di crescita nel medicale maggiori rispetto ai

mercati maturi delle economie più sviluppate, grazie ad una

serie di fattori specifici simili. Tutti questi paesi hanno registrato

una notevole crescita delle importazioni di dispositivi medici e

un livello di spesa sanitaria in costante aumento. La domanda

di dispositivi medici prima della crisi attuale è stata in gran

parte determinata dall’espansione dei rispettivi settori sanitari

che costituiscono sempre più una priorità politica e sociale

per quasi tutti questi paesi, anche quelli più poveri come

Indonesia, Thailandia e Filippine.

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Malaysia

Si stima che il mercato malese per le attrezzature e forniture

mediche nel 2009 raggiungerà il valore di 826 milioni di

dollari. La Malesia spende per i prodotti medicali il 9,8%

della spesa sanitaria totale, circa lo 0,4% del PIL. Una spesa

complessiva simile a quella della Finlandia e del Portogallo,

ma in termini pro capite, corrisponde a paesi come la

Bulgaria e la Serbia. Questo mercato rappresenta circa lo

0,4% del mercato mondiale e la domanda, in particolare

dei dispositivi più tecnologicamente avanzati, viene

soddisfatta principalmente dalle importazioni. Espicom

stima una crescita del 8,3% all’anno, per raggiungere gli 1,2

miliardi di dollari entro il 2014. Attualmente non esiste una

registrazione obbligatoria per i dispositivi medici, ma con il

Medical Device Bill che sta per essere presentato e approvato

dal Parlamento, verranno introdotta una regolamentazione

relativa alla produzione e all’importazione di dispositivi

medici.

Hong Kong

Governato dalla Cina dal 1997, Hong Kong, agisce come

snodo per il commercio in tutta la regione, e soprattutto

come canale per gli scambi con la Repubblica popolare

cinese, anche se probabilmente questo ruolo ha perso

un po’ della sua importanza a causa del rapido sviluppo

economico della Cina continentale. Essendo una delle zone

più ricche dell’Asia, l’assistenza sanitaria è di alto livello.

Il settore della sanità pubblica, sul modello del sistema

britannico, è forte, anche se il governo sta cercando di

promuovere il settore privato per alleviare la pressione sul

servizio pubblico.

La maggior parte delle importazioni è costituita dalle più

costose e avanzate attrezzature mediche, ma la maggior

parte viene riesportata e solo una piccola parte destinata

al mercato interno che è stato stimato valere 352 milioni di

dollari nel 2008, pari a 50 dollari pro capite. Si prevede che

il mercato dei dispositivi si espanderà a un tasso del 9,9%

all’anno, raggiungendo 562 milioni di dollari, entro il 2013.

Tailandia

Il mercato dei prodotti medicali in Thailandia ha attraversato

un periodo di rapida crescita, fino a raggiungere i 652

milioni di dollari nel 2008, e sembra destinato a espandersi

ad un interessante 8,1% all’anno nel medio termine.

Questa crescita potrà essere in parte temperata a causa

della crisi economica globale, ma dovrebbe restare

elevato per gli standard mondiali, il paese infatti continua

a basarsi sulle importazioni, in particolare nella fornitura

delle apparecchiature più sofisticate, come la diagnostica

per immagini. La crescita dell’industria medicale della

Thailandia è legata invece alla domanda degli Stati Uniti che

sono il maggiore acquirente di apparecchiature e forniture

mediche Thai.

India

L’India ha una popolazione che supera il miliardo di

persone, in maggioranza povere, ma con una consistente

e crescente classe media in grado di accedere a cure

sanitarie di alta qualità. Il mercato indiano delle attrezzature

mediche è tra i primi venti del mondo per dimensioni

complessive - vale circa 1.908 milioni di dollari nel 2009 -,

ma nonostante i forti tassi di crescita, registra una spesa pro

capite di meno di 2 dollari. Esiste comunque una crescente

domanda da parte degli ospedali privati di prodotti ad

alta tecnologia, principalmente di multinazionali con una

forte rete di assistenza tecnica, mentre i produttori indiani

di dispositivi pur disponendo di un livello tecnologico

medio e realizzando prodotti di buona qualità si trovano

ancora a dover combattere con la nomea di inaffidabilità

ma possono avvantaggiarsi del fatto che gli acquirenti

indiani sono generalmente sensibili al prezzo, pur cercando

il miglior rapporto qualità/prezzo. Il costante investimento

nelle strutture sanitarie del settore privato si assomma alla

L’evoluzione della domanda di dispositivi medici

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crescente spesa sanitaria pubblica e dovrebbe tradursi in

un aumento costante nel mercato delle apparecchiature

medicali, che Espicom stima in media del 7,1% nei prossimi

anni, per raggiungere circa 2,7 miliardi di dollari entro il 2014.

2.2.9. Il mercato dei Dispositivi Medici nel Medio Oriente

Egitto

Pur essendo una delle principali economie del Medio

Oriente, l’Egitto ha una tra le più basse spese pro capite per

la salute e si prevede che l’attuale spesa sanitaria di 10,3

miliardi di dollari salirà a 17,8 miliardi di dollari, pari a 209

dollari pro capite, entro il 2013.

Il sistema sanitario sta cercando di modernizzarsi, tuttavia

sconta una serie di ritardi che stanno causando un

decadimento del livello qualitativo nel settore pubblico. A

questo si aggiunge l’attuale incertezza economica che sta

limitando la crescita del mercato.

L’Egitto ha importato 257,9 milioni di dollari di dispositivi

medici, nel 2006, più di un quarto dei quali riguardava

apparecchi di diagnostica per immagini, mentre la

produzione nazionale è molto ridotta e le esportazioni sono

state pari ad appena 35,6 milioni di dollari nel 2006.

Il mercato delle apparecchiature mediche è uno dei più

grandi del Medio Oriente, il cui valore nel 2008 è stimato

in 310 milioni di dollari, e dovrebbe crescere del 3,1%

all’anno per raggiungere 366 milioni di dollari entro il 2013,

mantenendo un livello pro capite di 4 dollari.

Arabia Saudita

Anche se il prezzo del petrolio, che contribuisce in modo

significativo al PIL del paese, è stato basso, il governo

saudita continua a investire fortemente nello sviluppo delle

strutture sanitarie e per il 2009 ha previsto la creazione di

86 nuovi ospedali, con una capacità di 11.750 posti letto.

Le nuove strutture sanitarie richiederanno inevitabilmente

un consistente acquisto di attrezzature mediche e forniture

ospedaliere. Nel 2007, il governo saudita ha costituito la

Società nazionale per l’acquisto unificato di medicinali e

dispositivi medici (SFDA), con l’obiettivo di contenere i

prezzi eccessivi. Al SFDA è stato dato anche il compito di

sviluppare e applicare un sistema di regolamentazione per

i dispositivi medici, stabilendo le procedure di rilascio delle

licenze per i produttori ei fornitori, e avviando il Registro

Nazionale dei Dispositivi Medici (MDNR), che si basa su

un sistema basato sul web di registrazione volontaria dei

produttori, agenti e fornitori presenti nel paese.

Il governo sta lavorando per ampliare il settore delle

assicurazioni sanitarie, che nel 2009, ha raggiunto un valore

di circa 1,3 miliardi di dollari, e coinvolgere anche i cittadini

sauditi che lavorano in piccole e medie imprese nel settore

privato.

Emirati Arabi

Anche l’economia degli Emirati Arabi è fortemente

legata all’andamento del prezzo del petrolio. Il PIL pro

capite, di 35.760 dollari, è circa il 15° a livello mondiale,

ma come percentuale del PIL, i 5,4 miliardi di dollari nel

2009 rappresentano una bassa spesa sanitaria. Il governo

federale ha in programma di introdurre nei prossimi tre

anni un sistema nazionale di assicurazione sanitaria in tutto

il paese a partire da Abu Dhabi e Dubai.

Gli EAU sono impegnati a migliorare il settore della salute e

stanno investendo in modo significativo nella costruzione

e ristrutturazione di strutture sanitarie. Le importazioni

rappresentano circa 96,6% del mercato stimato in 600 milioni

di dollari nel 2009 e si prevede che crescerà ad una media del

6,4%, raggiungendo gli 819 milioni di dollari nel 2014.

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3. Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

Un primo dato che emerge subito dall’aggiornamento dell’andamento del settore rispetto al 2008 è l’aumento delle imprese

biomedicali nel Veneto (+5,6%), che ormai sfiorano le mille unità, così come degli addetti (+4%), che raggiungono le 7.725

unità e del fatturato (+8,7%) che si avvicina ai 1.900 milioni di euro.

Tipologia 2008 2009 var %

Produzione 411 428 4%

Distribuzione 522 557 7%

Totale complessivo 933 985 5,6%

Tabella 3 – Imprese biomedicali nel Veneto, raffronto 2008-2009

Su questo dato però incidono vari fattori e occorre fare una precisazione metodologica. Innanzitutto l’ISTAT (e quindi i dati

statistici ed economici delle Camere di Commercio) nel 2008 ha modificato la classificazione delle imprese e delle attività

economiche, effettuando il passaggio dai codici ATECO 2002 a quelli 2007: questo, da un lato porterà in futuro ad una

rilevazione più precisa della consistenza numerica ed economica dei vari settori e comparti e una migliore comparazione a

livello internazionale, dall’altro lato tuttavia non permette una esatta comparazione con i dati degli anni precedenti.

In secondo luogo, la maggiore consistenza economica del biomedicale è influenzata dal progressivo miglioramento nella

rilevazione delle imprese del settore, perché si è cercato di considerare maggiormente i legami di filiera - e quindi includendo

sia i fornitori dei principali processi produttivi esternalizzati sul territorio, sia le imprese che non hanno come attività

principale il biomedicale ma hanno anche linee produttive in questo settore (ad esempio è stata inserita un’impresa che

oltre all’impiantistica “tradizionale” realizza percorsi attrezzati per ciechi con dispositivi a raggi infrarossi), come sottolineato

nel lavoro di ricerca sulle sinergie distrettuali (2008) e sulle filiere produttive (2009).

Questo inoltre è stato possibile grazie anche alla crescente comunicazione e promozione delle imprese biomedicali sul web,

che permette una migliore individuazione e classificazione delle attività delle imprese stesse.

Pertanto, oltre alle 32 nuove aziende registrate nel 2009 presso le Camere di Commercio con i nuovi codici di attività

ATECO200730 direttamente legati alla produzione e commercializzazione di prodotti medicali (vedi Tabella 4), sono state

inserite anche una ventina di altre imprese sulla base delle produzioni effettivamente realizzate.

30 La classificazione delle attività economiche ATECO 2007 adottata dall’ISTAT a partire dal 1 gennaio 2008 in luogo della precedente ATECO 2002, è la versione nazionale della classificazione europea delle attività economiche NACE Rev.2 predisposta dall’Eurostat a seguito di una consistente revisione e di un confronto con gli Stati Membri e le principali organizzazioni internazionali durato più di cinque anni. La revisione della NACE, e di conseguenza dell’ATECO, si è resa necessaria per due ragioni: la precedente versione (NACE Rev.1.1) era ormai inadeguata a riflettere i cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio nel mondo produttivo e occorreva pervenire ad una classificazione delle attività economiche armonizzata a livello mondiale con la classificazione ISIC Rev.4.3 utilizzata dalle Nazioni Unite, a cui si è fatto riferimento nel capitolo precedente

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ATECO 2007 DESCRIZIONE26.60.0 Fabbricazione di strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche 26.60.02 Fabbricazione di apparecchi elettromedicali (incluse parti staccate e accessori)26.60.09 Fabbricazione di altri strumenti per irradiazione ed altre apparecchiature elettroterapeutiche28.99.3 Fabbricazione di apparecchi per istituti di bellezza e centri di benessere30.92 Fabbricazione di biciclette e veicoli per invalidi30.92.3 Fabbricazione di veicoli per invalidi (incluse parti e accessori)

32.50.1Fabbricazione di mobili per uso medico, apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico-chirurgico e veterinario, di apparecchi e strumenti per odontoiatria (incluse parti staccate e accessori)

32.50.3 Fabbricazione di protesi ortopediche, altre protesi ed ausili (inclusa riparazione)

33.13.03Riparazione e manutenzione di apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico chirurgico e veterinario, di apparecchi e strumenti per odontoiatria

33.20.07 Installazione di apparecchi medicali per diagnosi, di apparecchi e strumenti per odontoiatria33.20.08 Installazione di apparecchi elettromedicali72.11.00 Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie

46.46.3Commercio all’ingrosso di articoli medicali ed ortopedici: - incluso il commercio all’ingrosso di strumenti e apparecchi per uso medico e ospedaliero

47.74.00 Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati

Tabella 4 - Imprese biomedicali - Codici attività ATECO2007

Se analizziamo il numero di nuove imprese biomedicali

costituite negli ultimi dieci anni per tipologia produttiva

o commerciale, si può notare una sostanziale calo

del tasso di crescita di quelle produttive (evidenziato

dalla linea blu) negli ultimi 3 anni, e un rallentamento/

stabilizzazione di quello delle imprese distributive (linea

gialla). Questo dato può essere letto nel duplice aspetto

di evoluzione del sistema produttivo locale verso una

maggiore terziarizzazione, così come invece può denotare

un progressivo spiazzamento tecnologico e di mercato che

il comparto sta subendo da parte dei competitor nella fascia alta dei prodotti a maggiore intensità/innovazione tecnologica,

e nella fascia bassa dei prodotti meno tecnologici da parte dei paesi emergenti. Le imprese di produzione sono attualmente

428, con una crescita del 4% rispetto al 2008, e complessivamente rappresentano il 43% del totale, mentre le imprese della

distribuzione specializzata – ingrosso e dettaglio - sono aumentate del 7% e in totale assommano 522 unità.

In termini di addetti e fatturato il comparto produttivo mostra maggiormente le conseguenze della crisi economica, con una

lieve flessione degli occupati (-0,6%) e un leggero incremento del fatturato (+2,7%), mentre il comparto distributivo segna

un incremento di oltre il 19% sia di addetti che di fatturato.

TipologiaAddetti Fatturato (K€)

2008 2009 var% 2008 2009 var%Produzione 5.728 5.696 -0,6% 1.088.037 1.116.982 2,7%Distribuzione 1.698 2.029 19,5% 621.853 740.847 19,1%Totale complessivo 7.426 7.725 4,0% 1.709.890 1.857.828 8,7%

Tabella 5 - Biomedicale Veneto - Imprese, addetti e fatturato

Figura 7 – Numerosità e andamento delle imprese biomedicali per anno di costituzione e tipologia di attività

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Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

L’aumento delle imprese biomedicali infatti, anche se conferma che l’ambito dei prodotti e servizi legati alla salute risente

in modo più lieve della crisi generale dei sistemi economici, segnando anche valori positivi, ha comunque un andamento

differenziato tra i comparti della produzione e distribuzione. Non a caso, delle nuove aziende registrate solo sette, un quarto

del totale, sono di produzione, mentre le rimanenti 25 sono nella distribuzione, sette al dettaglio e 18 all’ingrosso.

Dimensione Impresa

Imprese Addetti Fatturato (K€)

2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Grande Impresa 2 4 100,0% 285 449 57,5% 106.448 234.077 119,9%

Media Impresa 39 47 20,5% 2.883 3220 11,7% 711.950 801.722 12,6%

Piccola Impresa 169 158 -6,5% 2.944 2618 -11,1% 637.147 552.729 -13,2%

Micro Impresa 524 564 7,6% 1.314 1438 9,4% 254.345 269.301 5,9%

n.c. 199 212 6,5% 0 0 0 -

Totale complessivo 933 985 5,6% 7426 7725 4,0% 1.709.890 1.857.828 8,7%

Tabella 6 - Imprese biomedicali per dimensione d’impresa

Questo dato si chiarisce meglio se lo analizziamo rispetto alle dimensioni e alla tipologia d’impresa. Il risultato positivo

globale in realtà nasconde una dinamica differenziata tra le grandi e soprattutto medie imprese di produzione, che non

hanno tenuto ma anzi sono riuscite a crescere, e le piccole e micro imprese che invece hanno risentito notevolmente della

crisi. Altrettanto, sul lato della distribuzione, l’apparente segno negativo della media impresa evidenzia invece un ottimo

risultato che permette il passaggio dimensionale a grande impresa di due medie aziende, e si registra invece un rallentamento

della piccola impresa.

Imprese di Produzione Imprese Addetti Fatturato (K€)

Dimensione Impresa 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Grande Impresa 1 1 0,0% 160 170 6,3% 54.000 58.391 8,1%

Media Impresa 27 33 22,2% 2.428 2755 13,5% 483.895 598.819 23,7%

Piccola Impresa 122 111 -9,0% 2.420 2070 -14,5% 447.567 359.499 -19,7%

Micro Impresa 212 211 -0,5% 720 701 -2,6% 102.575 100.273 -2,2%

n.c. 49 72 46,9% 0 0 0 0

Totale complessivo 411 428 4,1% 5728 5696 -0,6% 1.088.037 1.116.982 2,7%

Imprese di Distribuzione Imprese Addetti Fatturato (K€)

Dimensione Impresa 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Grande Impresa 1 3 200,0% 125 279 123,2% 52.448 175.686 235,0%

Media Impresa 12 14 16,7% 455 465 2,2% 228.055 202.903 -11,0%

Piccola Impresa 47 47 0,0% 524 548 4,6% 189.580 193.230 1,9%

Micro Impresa 312 353 13,1% 594 737 24,1% 151.770 169.028 11,4%

n.c. 150 140 -6,7% 0 0 0 0

Totale complessivo 522 557 6,7% 1698 2029 19,5% 621.853 740.847 19,1%

Tabella 7 - Imprese di produzione per dimensione d’impresa

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Se analizziamo il dato territoriale, invece, si evidenzia immediatamente l’apparente balzo della provincia di Belluno, dovuto

invece essenzialmente all’inserimento di una media impresa di arredo che ha delle linee di prodotto nell’ambito sanitario e

specializzate per persone con disabilità.

Sempre dal punto di vista territoriale, Padova - con 316 imprese, oltre 2.500 addetti e un fatturato superiore ai 600 milioni di

euro - si conferma come la provincia più significativa, rappresenta infatti quasi un terzo dell’intero settore, seguita da Verona,

con quasi 200 imprese, che tuttavia è l’unica provincia a mostrare una flessione in termini di addetti e fatturato (-3%) e da

Vicenza e Treviso, entrambe in buona crescita, che si contendono la terza posizione.

Provincia

Imprese Addetti Fatturato (K€)

2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Padova 299 316 5,7% 2.483 2.567 3,4% 552.265 605.429 9,6%

Verona 180 192 6,7% 1.351 1.308 -3,2% 385.415 373.029 -3,2%

Vicenza 147 159 8,2% 1.331 1.372 3,1% 299.385 322.073 7,6%

Treviso 153 162 5,9% 1.050 1.011 -3,7% 208.695 220.491 5,7%

Venezia 99 97 -2,0% 621 666 7,2% 146.480 183.852 25,5%

Rovigo 37 42 13,5% 519 576 11,0% 107.635 111.130 3,2%

Belluno 18 17 -5,6% 71 225 216,9% 10.015 41.825 317,6%

Totale 933 985 6% 7426 7725 4% 1.709.890 1.857.828 8,7%

Tabella 8 – Totale Imprese, addetti e fatturato per Provincia

Se guardiamo invece alla suddivisione per tipologia di impresa vediamo un’ottima performance delle imprese veneziane

(+39%), padovane (+20%) e di Treviso (+17%), mentre si può notare che l’andamento lievemente negativo del comparto

veronese è in realtà il risultato di una dinamica notevolmente differenziata tra aziende produttive, che perdono un 30% di

fatturato e aziende distributive che ne guadagnano un 17%. Se pensiamo che il polo veronese si contraddistingue per essere

sede di numerose imprese di distribuzione all’ingrosso di grandi gruppi stranieri, questo potrebbe costituire un importante

segnale d’allarme sulla tenuta del biomedicale veneto rispetto alla concorrenza internazionale.

Tipologia Provincia Aziende Addetti Fatturato (K€) Var % Fatt

Produzione Padova 155 1.849 360.337 20%

Vicenza 70 1.156 250.783 10%

Treviso 74 831 166.359 17%

Verona 64 672 116.646 12%

Rovigo 18 543 103.700 1%

Venezia 38 436 80.652 39%

Belluno 9 209 38.505 38%

Produzione Totale 428 5.696 1.116.982 19%

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Tipologia Provincia Aziende Addetti Fatturato (K€) Var % Fatt

Distribuzione Verona 128 636 256.383 4%

Padova 161 718 245.092 7%

Venezia 59 230 103.200 -30%

Vicenza 89 216 71.290 4%

Treviso 88 180 54.132 3%

Rovigo 24 33 7.430 11%

Belluno 8 16 3.320 406%

Distribuzione Totale 557 2.029 740.847 3%

Totale complessivo 985 7725 1.857.828

Tabella 9 - Imprese biomedicali per tipologia e provincia

3.1. Le imprese di produzione

Per quanto riguarda le imprese di produzione i dati complessivi per comparto sono i seguenti:

Area di attività Aziende Addetti Fatturato (K€)

n. % n. % valore %

ATTREZZATURA E ARREDO TECNICO 111 25,9% 1.914 33,6% 359.148 32,2%

BIOTECNOLOGIA MEDICA 5 1,2% 136 2,4% 20.100 1,8%

DIAGNOSTICA 29 6,8% 469 8,2% 93.755 8,4%

MATERIALI DI CONSUMO 84 19,6% 1.829 32,1% 405.882 36,3%

SERVIZI 72 16,8% 264 4,6% 25.932 2,3%

TERAPIA E RIABILITAZIONE 127 29,7% 1.084 19,0% 212.165 19,0%

Totale complessivo 428 100,0% 5.696 100,0% 1.116.982 100,0%

Tabella 10 - Imprese di produzione per area di attività

I comparti di maggiore forza continuano ad essere quelle tradizionali dell’arredo tecnico (26% delle imprese e 32% del

fatturato), dei materiali di consumo (20% di imprese e 36% di fatturato) e della terapia e riabilitazione (30% di aziende e

19% di fatturato), ma se si osserva la dinamica di questi ultimi tre anni possiamo notare che per quanto riguarda l’ambito

produttivo i segnali di rallentamento e di difficoltà si fanno abbastanza evidenti:

Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

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Area di attività Imprese Addetti Fatturato (K€)2007 2008 2009 08-09

var. %2007 2008 2009 0 8 - 0 9

var. %2006 2007 2008 0 7 - 0 8

var. %ATTREZZATURA E ARREDO TECNICO

105 110 111 0,9% 2.039 1.890 1.914 1,3% 381.695 339.153 359.148 5,9%

BIOTECNOLOGIA MEDICA 6 6 5 -16,7% 131 140 136 -2,9% 18.550 19.550 20.100 2,8%DIAGNOSTICA 28 32 29 -9,4% 369 532 469 -11,8% 69.415 99.410 93.755 -5,7%MATERIALI DI CONSUMO 65 66 84 27,3% 1.316 1.630 1.829 12,2% 310.800 363.704 405.882 11,6%SERVIZI 69 76 72 -5,3% 233 326 264 -19,0% 24.470 35.340 25.932 -26,6%TERAPIA E RIABILITAZIONE 145 121 127 5,0% 1.157 1.210 1.084 -10,4% 203.499 230.880 212.165 -8,1%Totale complessivo 418 411 428 4,1% 5.245 5.728 5.696 -0,6% 1.008.429 1.088.037 1.116.982 2,7%

Tabella 11 - Imprese, addetti e fatturato per Area di Attività

Se in termini numerici le imprese continuano ad aumentare – ma non nelle aree più innovative e ad alta intensità tecnologica

quali la diagnostica e la biotecnologia medica, che invece registrano una sostanziale fermata, si registra invece un calo di

addetti e di fatturato in quasi tutte le aree di attività. Il comparto dell’attrezzatura e arredo tecnico rimane un punto di

forza del sistema biomedicale veneto con un aumento complessivo del fatturato di circa il 6% e un leggero incremento di

occupati. In particolare, spicca la notevole crescita dell’elettromedicale (sebbene dovuta in parte all’inserimento in questo

segmento di imprese prima classificate diversamente) – confermata anche dai dati nazionali dell’export –, si registra la

tenuta dei comparti ospedaliero ed estetico, mentre il risultato negativo del dentale è dovuto prevalentemente al cambio di

classificazione di alcune aziende verso l’ambito dei materiali di consumo, dei servizi tecnici o dell’ingrosso.

ATTREZZATURA E ARREDO TECNICO Imprese Addetti Fatturato (K€)Tipo ATT 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%Attrezzature elettromedicali 20 26 25,0% 105 194 84,8% 30.980 50.310 62,4%Dentale 25 22 -12,0% 393 352 -10,4% 70.253 57.375 -18,3%Estetica 27 27 3,7% 379 387 2,1% 66.415 69.746 5,0%Ospedaliero-sanitario 38 36 -5,3% 1.013 981 -3,2% 171.505 181.717 6,0%Totale complessivo 110 111 0,9% 1.890 1914 1,3% 339.153 359.148 5,9%

Tabella 12 - Imprese, addetti e fatturato nel comparto Attrezzatura e arredo tecnico

Il comparto della biotecnologia medica purtroppo stenta ancora a prendere piede e di fatto vede attive solamente due

imprese, dato che le due start-up avviate in questo settore sono ancora alla fase organizzativa e non hanno pertanto

iniziato ancora a vendere i propri prodotti, e altre due imprese sono state collocate più opportunamente nella diagnostica e

nell’elettromedicale.

BIOTECNOLOGIA MEDICA Imprese Addetti Fatturato (K€)Tipo ATT 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%Dispositivi drug delivery 1 1 0,0% 0 5 0 0Ingegneria tissutale 1 1 0,0% 100 100 0,0% 16.000 17.600 10,0%Tecnologie biomolecolari 4 3 -25,0% 40 31 -22,5% 3.550 2.500 -29,6%Totale complessivo 6 5 -16,7% 1.890 140 -92,6% 339.153 19.550 -94,2%

Tabella 13 - Imprese, addetti e fatturato nel comparto Biotecnologia medica

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La diagnostica complessivamente arretra sensibilmente, anche se - come detto in precedenza - non sempre i dati dei singoli

comparti sono immediatamente raffrontabili tra il 2008 e il 2009, così anche i risultati delle diverse sottocategorie della

diagnostica risentono di variazioni nella classificazione di alcune imprese. Tuttavia il dato complessivo evidenzia nuovamente

che il mercato più dinamico resta quello delle attrezzature elettromedicali a cui l’imaging diagnostico comunque fa

riferimento.

DIAGNOSTICA Imprese Addetti Fatturato (K€)

Tipo ATT 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Diagnostica clinica 11 10 -9,1% 195 143 -26,7% 41.500 31.680 -23,7%Imaging 11 10 -9,1% 130 164 26,2% 25.200 34.605 37,3%Valutazione funzionale 10 9 -10,0% 207 162 -21,7% 32.710 27.470 -16,0%Totale complessivo 32 29 -9,4% 532 469 -11,8% 99.410 93.755 -5,7%

Tabella 14 - Imprese, addetti e fatturato nel comparto Diagnostica

Altro comparto tradizionalmente forte si conferma quello dei materiali di consumo, sia ospedalieri e sanitari sia dentali, che

(vedi Tabella 11) registra in assoluto la crescita più alta del fatturato (+11%) di tutto il settore. Tuttavia i tassi di crescita a

due cifre sia nell’occupazione che nel fatturato sono in parte dovuti anche all’inserimento di diverse aziende, sia nuove sia

appartenenti alla filiera e prima non censite.

MATERIALI DI CONSUMO Imprese Addetti Fatturato (K€)

Tipo ATT 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Dentale 17 21 23,5% 511 666 30,3% 127.024 156.912 23,5%

Ospedaliero-sanitario 49 63 28,6% 1.119 1163 3,9% 236.680 248.971 5,2%

Totale complessivo 66 84 27,3% 1.630 1829 12,2% 363.704 405.882 11,6%

Tabella 15 - Imprese, addetti e fatturato nel comparto Materiali di consumo

Nell’ambito dei servizi si registra un sensibile calo del fatturato per l’assistenza tecnica e l’abbandono di entrambe le imprese

di bioinformatica che erano insediate al Parco Scientifico di Venezia. C’è una leggera flessione dei servizi di teleassistenza e

telemedicina ed una invece forte diminuzione nei servizi di consulenza, ricerca e sviluppo. Va detto tuttavia che il comparto

dei servizi è più difficile da quantificare con precisione, per la natura più dinamica e flessibile delle attività, per le piccole

o micro dimensioni medie delle imprese, e per la scarsa numerosità che amplifica l’incidenza delle imprese di cui non si

riescono ad avere dati.

SERVIZI Imprese Addetti Fatturato (K€)

Tipo ATT 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Assistenza tecnica 66 62 -6,1% 161 133 -17,4% 19.520 13.000 -33,4%R&S, consulenza 6 7 16,7% 35 15 -57,1% 3.320 1.332 -59,9%Telemedicina 2 3 50,0% 120 116 -3,3% 12.000 11.600 -3,3%Totale complessivo 76 72 -5,3% 326 264 -19,0% 35.340 25.932 -26,6%

Tabella 16 - Imprese, addetti e fatturato nel comparto Servizi

Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

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Nonostante la presenza di alcune interessanti imprese di servizi avanzati – ad esempio nell’ambito della ricerca per

le nanotecnologie e nell’applicazione delle ICT al medicale – resta purtroppo significativo - su entrambi i fronti - che il

comparto biomedicale e le imprese del terziario avanzato veneto stentino a realizzare sinergie per lo sviluppo di prodotti e

servizi innovativi.

Sembra infatti che le imprese biomedicali - spesso ancora con una cultura d’impresa fortemente orientata al prodotto - non

trovino società di servizi del terziario avanzato sufficientemente strutturate ed esperte nel settore medicale da offrire un

reale valore aggiunto in termini di sviluppo e gestione della conoscenza che vada oltre agli aspetti dell’organizzazione e della

qualità, e questo a sua volta non fa crescere l’interesse e la competenza delle società di consulenza, di ICT, di marketing ecc.

verso questo settore.

Infine, nello storico comparto della terapia e riabilitazione a fronte di un aumento di imprese si osserva tuttavia un calo degli

addetti e del fatturato rispettivamente del 10,4 e dell’8,1%, dovuto principalmente ad una minore tenuta delle imprese di

piccola dimensione ma anche alla riduzione di una media impresa dell’audioprotesica da realtà manifatturiera a mera filiale

commerciale, a seguito della decisione della casa madre estera di spostare la produzione in Spagna. Questo dato inoltre si

lega anche alla scarsa propensione all’export delle imprese di minori dimensioni, che peraltro costituiscono la maggioranza

delle aziende del comparto. Infatti le medie imprese, più strutturate con una consolidata presenza anche nei mercati esteri,

hanno viceversa registrato incrementi di fatturato a due cifre.

TERAPIA E RIABILITAZIONE Imprese Addetti Fatturato (K€)

Tipo ATT 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Organi artificiali e protesi

Media Impresa 1 2 100,0% 120 92 -23,3% 24.000 27.600 15,0%

Piccola Impresa 13 14 7,7% 366 258 -29,5% 68.775 33.127 -51,8%

Micro Impresa 46 51 10,9% 165 176 6,7% 21.355 20.366 -4,6%

n.c. 7 8 14,3% 0 0 0 0

67 75 11,9% 651 526 -19,2% 114.130 81.093 -28,9%

Riabilitazione, stimolazione, ausili

Media Impresa 2 3 50,0% 165 170 3,0% 49.000 66.154 35,0%

Piccola Impresa 14 15 7,1% 279 297 6,5% 49.510 50.518 2,0%

Micro Impresa 32 23 -28,1% 115 91 -20,9% 18.240 14.400 -21,1%

n.c. 6 11 83,3% 0 0 0 0

54 52 -3,7% 559 558 -0,2% 116.750 131.072 12,3%

121 127 5,0% 1.210 1.084 -10,4% 230.880 212.165 -8,1%

Tabella 17 - Imprese, addetti e fatturato nel comparto Terapia e Riabilitazione

L’utilizzo di internet e del web da parte delle imprese produttive del biomedicale è ancora prevalentemente legato ad una

visione e alle modalità comunicative tradizionali del marketing.

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Il sito web aziendale è piuttosto diffuso: complessivamente quasi il 70% delle imprese ha registrato un proprio dominio e

realizzato un sito di presentazione dell’azienda e dei propri prodotti, anche se vi sono percentuali di utilizzo molto diverse

a seconda delle aree di attività. Infatti, nei comparti più nuovi e in quelli maggiormente orientati all’export si raggiungono

percentuali molto alte - il 97 e il 100% nella diagnostica e nelle biotecnologie mediche rispettivamente, l’81 e l’84% nei

materiali di consumo e nelle attrezzature e arredo tecnico – per scendere invece nei comparti della terapia e riabilitazione

(60%) e dei servizi (30%) più legati al mercato locale o ad attività di assistenza tecnica.

Area di attività

Sito Web presente Sito Web assente

n. Aziende % Aziende n. Aziende % Aziende

ATTREZZATURA E ARREDO TECNICO Attrezzature elettromedicali 14 54% 12 46%

Dentale 21 95% 1 5%

Estetica 23 85% 4 15%

Ospedaliero-sanitario 35 97% 1 3%

ATTREZZATURA E ARREDO TECNICO Totale 93 84% 18 16%

BIOTECNOLOGIA MEDICA Dispositivi drug delivery 1 100% 0%

Ingegneria tissutale 1 100% 0%

Tecnologie biomolecolari 3 100% 0%

BIOTECNOLOGIA MEDICA Totale 5 100% 0%

DIAGNOSTICA Diagnostica clinica 10 100% 0%

Imaging 9 90% 1 10%

Valutazione funzionale 9 100% 0%

DIAGNOSTICA Totale 28 97% 1 3%

MATERIALI DI CONSUMO Dentale 19 90% 2 10%

Ospedaliero-sanitario 49 78% 14 22%

MATERIALI DI CONSUMO Totale 68 81% 16 19%

SERVIZI Assistenza tecnica 14 23% 48 77%

R&S, consulenza 5 71% 2 29%

Telemedicina 3 100% 0%

SERVIZI Totale 22 31% 50 69%

TERAPIA E RIABILITAZIONE Organi artificiali e protesi 33 44% 42 56%

Riabilitazione, stimolazione, ausili

43 83% 9 17%

TERAPIA E RIABILITAZIONE Totale 76 60% 51 40%

Totale complessivo 292 68% 136 32%

Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

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L’analisi dei singoli segmenti risulta quasi una cartina tornasole rispetto alla propensione per l’innovazione e l’orientamento

al mercato, anche se un’altra variabile determinante è la dimensione aziendale. Si può notare infatti che nelle imprese delle

attrezzature e arredo tecnico la percentuale di presenza del sito web va dal 97% del comparto ospedaliero-sanitario al 54%

delle attrezzature elettromedicali. Di queste ultime, quelle che non hanno il sito sono quasi tutte microimprese che operano

nell’assemblaggio e nella subfornitura per conto di altre imprese. Nei servizi, come detto, la percentuale complessiva è bassa

per la prevalenza delle imprese nel segmento dell’assistenza tecnica, mentre nell’ambito dei servizi di tipo consulenziale

supera il 70% per arrivare ovviamente al 100% delle aziende che offrono servizi di telemedicina e teleassistenza.

TERAPIA E RIABILITAZIONE Sito Web presente Sito Web assente

Segmento Dimensione Impresa n. Aziende % Aziende n. Aziende % Aziende

Organi artificiali e protesi Media Impresa 2 100% 0%

Piccola Impresa 10 71% 4 29%

Micro Impresa e n.c. 21 36% 38 64%

Organi artificiali e protesi Totale 33 44% 42 56%

Riabilitazione, stimolazione, ausili

Media Impresa 3 100% 0%

Piccola Impresa 15 100% 0%

Micro Impresa e n.c. 25 74% 9 26%

Riabilitazione, stimolazione, ausili Totale 43 83% 9 17%

TERAPIA E RIABILITAZIONE Totale 76 60% 51 40%

Nell’area terapia e riabilitazione infine, è particolarmente significativa sia la distinzione nei segmenti di attività, sia il dato

dimensionale. Mentre l’ortoprotesica registra complessivamente una presenza del sito web del 44%, la percentuale nelle

piccole e medie imprese sale al 70-100%, invece nelle microimprese scende al 36%.

Nel segmento degli ausili in generale è quasi il doppio (83%) dell’ortoprotesica, ma deriva anche qui dal dato dimensionale

differenziato, che vede la presenza del sito nella totalità delle PMI di ausili e del 74% nelle microimprese.

Le start-up

Per cercare di quantificare la nascita e l’andamento delle start-up in questi ultimi anni nella ricerca condotta lo scorso anno31

erano state considerate le imprese produttive biomedicali che rispondevano ad almeno quattro dei seguenti criteri: a)

costituite ex novo negli ultimi 4 anni (quindi non frutto di acquisizioni, trasformazioni, ecc di precedenti imprese); b) con una

struttura aziendale autonoma; c) legate al lancio di innovazioni tecnologiche o a settori di attività innovativi e hi-tech; d) Spin

off universitari o presenza e/o collaborazione con la ricerca universitaria; e) presenza di brevetti.

Secondo questi criteri negli ultimi quattro anni si erano registrate in Veneto 12 start-up, 9 delle quali a Padova, due a Venezia

e una a Treviso, che complessivamente occupavano un centinaio di addetti.

31 OBV (2008), Biomedicale Veneto e competitività delle imprese. Gruppi di imprese, start-up, mercati emergenti

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Criteri selezione Start up

Imprese Start up Nuova Impresa

Struttura autonoma

Presenza Brevetti

Attività/prodotto

innovativo / hi-tech

Spin-off / collaborazione con Università

A.N.A.N.A.S. NANOTECH SRL SI NO SI SI SI

BMR GENOMICS S.R.L. SI SI NO SI SI

CENTERVUE S.P.A. SI NO SI SI SI

DOTT. DINO PALADIN – NCDC-NANOTECHNOLOGY CONSULTANCY & DEVELOPMENT

SI SI NO SI SI

INVENTIS S.R.L. SI SI SI SI NO

LIFESTIM S.R.L. SI NO SI SI SI

M.P.SYSTEM S.R.L SI SI SI SI SI

PROTOLIFE S.R.L. SI SI SI SI SI

SIFI DIAGNOSTIC S.P.A. SI SI SI SI SI

TSEM SPA SI SI SI SI SI

VYTECH SRL SI SI SI SI SI

WETWARE CONCEPTS S.R.L. SI NO SI SI SI

Tabella 18 - Elenco Start up biomedicali nel Veneto, anno 2008

Rispetto al 2008, si deve rilevare purtroppo che – probabilmente complice la difficile situazione del contesto economico

e finanziario – non soltanto non si sono registrate nuove imprese innovative nel Veneto, ma si è avuta una significativa

diminuzione di quelle esistenti lo scorso anno. Delle 12 start-up biomedicali presenti nel 2008 infatti, una si è trasferita;

un’altra deve ancora iniziare l’attività produttiva e di commercializzazione ma conta di farlo entro la prima metà del 2010;

una terza sta continuando a sviluppare la ricerca – tanto che entro la fine di quest’anno dovrebbe dare vita a sua volta ad un

nuovo spin-off per sviluppare una piattaforma tecnologica innovativa, ed infine una quarta ha mantenuto sostanzialmente

solo la funzione di ricerca e sviluppo e non ha più una struttura aziendale autonoma.

Area Attività Segmento n. Aziende Addetti Fatturato (K€)

ATTREZZATURA E ARREDO TECNICO Attrezzature elettromedicali 2 20 9.000

BIOTECNOLOGIA MEDICA Dispositivi drug delivery 1 5 0

Tecnologie biomolecolari 3 31 2.500

DIAGNOSTICA Imaging 3 52 9.650

Valutazione funzionale 1 4 500

TERAPIA E RIABILITAZIONE Riabilitazione, stimolazione, ausili

1 2 0

Totale complessivo 11 114 21.650

Tabella 19 - Start-up biomedicali per area di attività, anno 2009

Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

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3.2. Le imprese di distribuzione

La distribuzione di prodotti biomedicali è un comparto ancora in evoluzione e in crescita. La dinamica del numero di

imprese mostra un aumento rispetto al 2008 di 35 unità, 20 nel dettaglio specializzato, che torna a crescere (+10,8%) dopo la

progressiva contrazione degli ultimi anni, e 15 nell’ingrosso (+4,5%), e raggiunge le 557 unità complessive per oltre duemila

addetti e un fatturato stimato di oltre 740 milioni di euro. L’aumento del fatturato del comparto è tuttavia dovuto quasi

interamente alla distribuzione all’ingrosso che nel 2009 ha sfiorato un incremento del 20%. Va comunque detto che l’ambito

distributivo, in particolare quello al dettaglio più frammentato e costituito in prevalenza da piccole e micro imprese, sconta

una maggiore difficoltà ad essere rilevato con precisione e pertanto i dati sugli addetti tendono ad essere sottostimati e di

conseguenza anche quelli sul fatturato che viene stimato prevalentemente in base al fatturato medio per addetto nei diversi

segmenti.

Imprese Addetti Fatturato (K€)

Area attività 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

DETTAGLIO 186 206 10,8% 298 408 36,9% 41.900 48.960 16,8%

INGROSSO 336 351 4,5% 1.400 1621 15,8% 579.953 691.887 19,3%

Totale complessivo 522 557 6,7% 1.698 2029 19,5% 621.853 740.847 19,1%

Tabella 20 - Imprese di Distribuzione

Come viene evidenziato nella Tabella 21, la struttura distributiva nel Veneto mostra una vendita al dettaglio polverizzata e

sparsa sostanzialmente in modo omogeneo sulle diverse province in base ovviamente della numerosità della popolazione.

Quello che caratterizza invece in modo particolare la regione è la forte presenza di una distribuzione all’ingrosso, soprattutto

nelle province di Padova e Verona – vedi Tabella 22 -, cresciuta certamente grazie ai poli ospedalieri cittadini ma che poi è

diventata spesso un punto di riferimento per la logistica, il marketing e l’assistenza tecnica sovra regionale se non nazionale,

per molti gruppi e imprese produttive estere che come evidenziato in passato32, controllano oltre la metà delle imprese di

media-grande dimensione del comparto.

DETTAGLIO Imprese Addetti Fatturato (K€)

Segmento 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%

Belluno 6 5 -16,7% 11 11 0,0% 1.540 1.320 -14,3%Padova 43 43 0,0% 63 90 42,9% 8.820 10.800 22,4%Rovigo 12 15 25,0% 11 15 36,4% 1.540 1.800 16,9%Treviso 24 30 25,0% 41 62 51,2% 5.740 7.440 29,6%Venezia 28 31 10,7% 40 70 75,0% 5.780 8.400 45,3%Verona 33 40 21,2% 68 91 33,8% 9.520 10.920 14,7%Vicenza 40 42 5,0% 64 69 7,8% 8.960 8.280 -7,6%Totale complessivo 186 206 10,8% 298 408 36,9% 41.900 48.960 16,8%

Tabella 21 - Imprese di Distribuzione al dettaglio per Provincia

32 vedi nota 31

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Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

INGROSSO Imprese Addetti Fatturato (K€)Segmento 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%Belluno 4 3 -25,0% 2 5 150,0% 860 2.000 132,6%Padova 115 118 2,6% 508 628 23,6% 196.170 234.292 19,4%Rovigo 10 9 -10,0% 16 18 12,5% 5.840 5.630 -3,6%Treviso 51 58 13,7% 98 118 20,4% 42.800 46.692 9,1%Venezia 28 28 0,0% 117 160 36,8% 68.330 94.800 38,7%Verona 85 88 3,5% 505 545 7,9% 209.933 245.463 16,9%Vicenza 43 47 9,3% 154 147 -4,5% 56.020 63.010 12,5%Totale complessivo 336 351 4,5% 1.400 1.621 15,8% 579.953 691.887 19,3%

Tabella 22 - Imprese di Distribuzione all’ingrosso per Provincia

Il dato rispetto alla dimensione d’impresa va interpretato alla luce dell’ottima performance delle imprese del comparto, che

in alcuni casi hanno superato i limiti dimensionali della propria classe provocando significative variazioni nei risultati dei

singoli segmenti.

INGROSSO Imprese Addetti Fatturato (K€)Dimensione 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%Grande Impresa 1 3 200,0% 125 279 123,2% 52.448 175.686 235,0%Media Impresa 12 14 16,7% 455 465 2,2% 228.055 202.903 -11,0%Piccola Impresa 45 43 -4,4% 503 488 -3,0% 186.460 186.030 -0,2%Micro Impresa 164 180 9,8% 317 389 22,7% 112.990 127.268 12,6%n.c. 114 111 -2,6% 0 0 0 0Totale complessivo 336 351 4,5% 1.400 1621 15,8% 579.953 691.887 19,3%

Tabella 23 - Imprese della Distribuzione all’Ingrosso per dimensione d’impresa

Se consideriamo le tipologie di prodotti trattati possiamo vedere che al dettaglio si suddivide nelle categorie delle protesi

acustiche e in quella delle sanitarie (vedi Tabella 24) mentre all’ingrosso vi è una maggiore specializzazione e diversificazione.

DETTAGLIO Imprese Addetti Fatturato (K€)Segmento 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%Acustica 38 38 0,0% 67 101 50,7% 9.380 12.120 29,2%Articoli Sanitari-ortopedici 148 168 13,5% 231 307 32,9% 32.520 36.840 13,3%Totale complessivo 186 206 10,8% 298 408 36,9% 41.900 48.960 16,8%

Tabella 24 - Imprese al Dettagli per segmento

INGROSSO Imprese Addetti Fatturato (K€)Segmento 2008 2009 var% 2008 2009 var% 2008 2009 var%Acustica 2 3 50,0% 1 52 5100,0% 250 11.700 4580,0%Articoli Sanitari-ortopedici 31 53 71,0% 96 101 5,2% 24.000 22.960 -4,3%Attrezzature elettromedicali 19 22 15,8% 30 49 63,3% 8.580 13.900 62,0%Dentale 81 89 9,9% 403 433 7,4% 173.348 187.359 8,1%Estetica 23 19 -17,4% 34 33 -2,9% 9.050 7.590 -16,1%Ingegneria tissutale 2 2 0,0% 17 14 -17,6% 7.200 6.600 -8,3%Ospedaliero-sanitario 178 163 -8,4% 819 939 14,7% 357.525 441.778 23,6%Totale complessivo 336 351 4,5% 1.400 1621 15,8% 579.953 691.887 19,3%

Tabella 25 - Imprese all’Ingrosso per segmento

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Per quanto riguarda l’andamento dei diversi segmenti nella distribuzione all’ingrosso vanno ribadite le precisazioni

metodologiche sulla più precisa classificazione delle imprese che nel tempo si riesce ad avere anche grazie ad una più ampia

presenza sul web da parte di queste imprese. In particolare il dato dell’estetica e dell’elettromedicale vanno reciprocamente

temperati in questo senso, mentre il dato eclatante dell’acustica è dovuto, come accennato in precedenza, all’ingresso di una

importante azienda che da produttiva è diventata esclusivamente commerciale.

Il segmento principale resta comunque quello delle forniture di materiali e attrezzature ospedaliere, che pesa per circa il 64%

del fatturato complessivo, seguito dal dentale responsabile del 27%, dove si registrano i fatturati per addetto più elevati e si

concentrano le imprese di maggiori dimensioni (vedi Tabella 26).

Dimensione Impresa Segmento Aziende Addetti Addetti Fatt/Add (K€)

Grande Impresa Dentale 1 112 57.693 515Ospedaliero-sanitario 2 167 117.993 707

Grande Impresa Totale 3 279 175.686 630

Media Impresa Acustica 1 45 10.300 229Dentale 3 120 51.000 425Ospedaliero-sanitario 10 300 141.603 472

Media Impresa Totale 14 465 202.903 436

Piccola Impresa Articoli Sanitari-ortopedici 2 29 6.850 236Attrezzature elettromedicali 1 11 3.080 280Dentale 10 96 38.155 397Estetica 1 15 3.450 230Ingegneria tissutale 1 14 6.600 471Ospedaliero-sanitario 28 323 127.895 396

Piccola Impresa Totale 43 488 186.030 381

Tabella 26 - Imprese della Distribuzione all’ingrosso per dimensione d’impresa

Infine, un ultimo dato – per quanto sommario - sulla diffusione del sito web aziendale da parte delle imprese della

distribuzione all’ingrosso, mette in luce che è uno strumento utilizzato da circa il 40% delle imprese, in prevalenza quelle di

maggiori dimensioni.

Sito Web Dimensione Impresa n. Aziende % Aziende

SI Grande Impresa 3 1%

Media Impresa 14 4%

Piccola Impresa 31 9%

Micro Impresa 52 15%

n.c. 36 10%

SI Totale 136 39%

NO Piccola Impresa 12 3%

Micro Impresa 128 36%

n.c. 75 21%

NO Totale 215 61%

Totale complessivo 351 100%

Tabella 27 - Imprese di Ingrosso e presenza del sito web aziendale per dimensione d’impresa

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Delle 136 imprese di ingrosso che dispongono di sito web ve ne sono 22, un significativo 16%, che dispongono di funzionalità

di commercio elettronico “business to business”, in questo caso realizzato più dalle piccole e micro imprese che da quelle di

dimensioni maggiori.

Sito Web Dimensione Impresa n. Aziende % Aziende

SI Grande Impresa 1 1%

Media Impresa 1 1%

Piccola Impresa 6 4%

Micro Impresa 7 5%

n.c. 7 5%

SI Totale 22 16%

Tabella 28 - Imprese di Ingrosso con sito di commercio elettronico per dimensione d’impresa

3.3. L’interscambio commerciale delle imprese biomedicali venete

Anche le imprese biomedicali del Veneto hanno risentito della difficile situazione macroeconomica prima descritta e da

gennaio ad agosto di quest’anno – nonostante l’arresto dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro - le esportazioni del

comparto hanno subito un calo del 16,5% a livello complessivo, che in termini assoluti significa una diminuzione di oltre 193

milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In termini percentuali il calo più pesante si è avuto nel mercato americano (oltre il -22%) e di circa il -20% su quello asiatico,

anche se in valore la perdita maggiore, di oltre 85 milioni di euro, è stata dovuta proprio al calo della domanda sul mercato

europeo che ha fatto diminuire le nostre esportazioni di quasi il -13%.

2007 2008 2009 (gen-ago) Var% 08-09

import export import export import export import export

EUROPA 276.679 1.180.362 249.456 1.166.031 101.091 577.542 -19,4% -12,9%

AFRICA 655 38.377 965 39.897 380 16.712 -9,5% -15,9%

AMERICA 51.940 661.879 71.033 545.115 46.205 234.551 24,1% -22,3%

ASIA 354.153 292.701 339.011 303.025 171.453 133.819 7,9% -19,8%

OCEANIA 1.371 58.443 783 44.001 286 17.374 -31,0% -20,4%

MONDO 684.799 2.231.761 661.247 2.098.069 319.415 979.997 -0,9% -16,5%

Interscambio Veneto-Mondo, Forniture mediche e apparecchiature elettromedicali (Migliaia di €), classificazioni merceologiche (Ateco 2007) CM325-Strumenti e forniture mediche e dentistiche e CI266-Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche

Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

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Nonostante questo, l’Europa resta il principale mercato

di sbocco per i prodotti regionali, per un valore nel 2008

di 1.166 milioni di euro, che rappresentano il 56% delle

esportazioni, seguito dal mercato americano (26%) e da

quello asiatico (14%).

Figura 8 - Export biomedicale veneto per area geografica, anno 2008

PAESE 2008 provvisorio 2009 provvisorio Var% 08-09

import export import export import exportFrancia 8.426 141.752 8.530 143.796 1,2% 1,4%Paesi Bassi 12.333 33.067 18.827 30.420 52,7% -8,0%Germania 40.605 64.964 19.466 62.404 -52,1% -3,9%Regno Unito 5.875 64.770 2.586 51.010 -56,0% -21,2%Belgio 6.669 13.572 7.580 15.650 13,7% 15,3%Svizzera 3.882 22.721 3.117 19.658 -19,7% -13,5%Repubblica Ceca 2.177 2.749 6.254 2.514 187,2% -8,6%EUROPA 125.400 663.083 101.091 577.542 -19,4% -12,9%

Interscambio Veneto-Principali Partner europei, Forniture mediche e apparecchiature elettromedicali (Migliaia di €) periodo gennaio-agosto 2008-2009 - (Ateco 2007: CM325-Strumenti e forniture mediche e dentistiche e CI266-Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche)

Se guardiamo infatti la ripartizione dei flussi esportativi del biomedicale veneto verso i mercati principali – USA, Europa e

Giappone – e verso quelli dei paesi emergenti (Brasile, Russia, India, Cina – BRIC) si registrano diversi livelli di interscambio

dovuti principalmente alla diversa reattività delle rispettive economie nel fronteggiare la crisi economica internazionale.

Se in termini relativi verso i principali partner commerciali dell’Unione Europea le esportazioni tengono abbastanza bene,

verso la Francia crescono dell’1,4% e verso la Germania calano del -3,9%, il dato assoluto evidenzia comunque una perdita

di oltre 85 milioni di euro a livello continentale, con una punta di quasi 14 milioni in meno sul mercato inglese.

Negli altri principali mercati extraeuropei poi si registrano risultati percentualmente ancora peggiori, con un calo di quasi

il 16% negli USA e in Giappone, ma che in termini assoluti significa una perdita esportativa di oltre 35 milioni di euro nel

mercato americano e di circa 3 in quello giapponese.

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PAESE 2008 provvisorio 2009 provvisorio Var% 08-09

import export import export import export

Stati Uniti 35.909 226.199 44.970 191.067 25,2% -15,5%

Giappone 7.433 19.081 10.956 16.090 47,4% -15,7%

Canada 574 7.250 546 6.651 -4,8% -8,3%

Messico 296 40.311 652 10.869 120,6% -73,0%

Belgio 1.032 24.836 1.164 16.420 12,8% -33,9%

Brasile 370 13.859 29 13.126 -92,1% -5,3%

Russia 109 20.900 87 11.718 -19,8% -43,9%

India 386 7.309 600 5.083 55,5% -30,5%

Cina 145.193 13.763 151.409 13.338 4,3% -3,1%

Interscambio Veneto-Principali Partner extraeuropei, Forniture mediche e apparecchiature elettromedicali (Migliaia di €) periodo gennaio-agosto 2008-2009 - (Ateco 2007: CM325-Strumenti e forniture mediche e dentistiche e CI266-Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche)

Va comunque sottolineato che gli USA, primo mercato mondiale del medicale, restano il 3° singolo paese per destinazione

dei prodotti biomedicali del Veneto e che questa quota è cresciuta dal 5% del 2003, anche se rimane la difficoltà strutturale

di inserirsi significativamente nel mercato americano.

Questo vale ancora a maggior ragione per il Giappone – terzo mercato mondiale (con un valore di mercato dei dispositivi

medici di oltre 20 mld di euro33) che attualmente pesa appena l’1,6% sul totale dell’export biomedicale veneto per un valore

nei primi due quadrimestri del 2009 di appena 16 milioni di euro. E’ pur vero che con il Giappone viene mantenuto un

saldo positivo dell’interscambio commerciale, ma la presenza marginale nel mercato giapponese - soprattutto alla luce dello

spostamento sull’Asia del baricentro dell’economia mondiale e della forte crescita dei mercati di tutta quell’area – risulta un

notevole punto di debolezza nella competitività delle nostre imprese. Tuttavia va ricordato che la modalità di business del

Giappone privilegia l’investimento diretto nel paese rispetto a quella classica dell’importatore/distributore privilegiata dale

nostre imprese.

33 Fonte: Eucomed – Industry Profile (2003)

Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

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Nei confronti dei paesi cosiddetti emergenti si osservano lievi flessioni nel mercato brasiliano (-5,3%), e in quello cinese (-3,1),

una sensibile caduta in quello indiano (-30%) e un vero tracollo in quello russo (-43%) che quasi si dimezza perdendo oltre 9

milioni di euro.

Interscambio Veneto-BRIC, Forniture mediche e apparecchiature elettromedicali (Migliaia di €) periodo gennaio-agosto 2008-2009 - (Ateco 2007: CM325-Strumenti e forniture mediche e dentistiche e CI266-Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche) Fonte: Elaborazione OBV su dati ICE

Nei due segmenti rilevati tuttavia, la performance esportativa ha andamenti molto differenziati sia per quanto riguarda la

consistenza del calo sia per la sua distribuzione nelle diverse aree geografica.

Infatti, nel principale segmento “Strumenti e forniture mediche e dentistiche” (CM325), che rappresenta il 90% dell’export,

si può osservare che l’arretramento nei primi due quadrimestri del 2009 è generalizzata, ma “contenuto” in un meno 17 per

cento, per una perdita di quasi 200 milioni in meno di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2008.

2008 2009 Var% 08-09 (II quadr.)

EUROPA 658.913.221 574.335.405 -13%

AFRICA 19.208.719 13.433.110 -30%

AMERICA 300.681.710 232.307.795 -23%

ASIA 165.943.122 132.852.468 -20%

OCEANIA 21.658.577 17.319.415 -20%

MONDO 1.166.405.349 970.248.193 -17%

Interscambio Veneto-Mondo, CM325-Strumenti e forniture mediche e dentistiche (Migliaia di €)

Invece nel segmento “Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche” (CI266), l’andamento

delle esportazioni ha subito una diminuzione del -38%, doppia in termini percentuali rispetto all’altro segmento, ma per un

valore di poco più di 1 milione di euro.

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Dinamica e competitività delle imprese biomedicali venete

2008 2009 Var% 08-09 (II quadr.)

EUROPA 4.170.029 3.206.216 -23%

AFRICA 652.086 3.279.306 403%

AMERICA 1.224.982 2.243.173 83%

ASIA 850.599 966.064 14%

OCEANIA 170.797 54.456 -68%

MONDO 7.068.493 9.749.215 38%

Interscambio Veneto-Mondo, CI266 - Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche (Migliaia di €)

Approfondendo l’analisi per paese si può osservare che il risultato negativo è dovuto principalmente alla notevole

diminuzione registrata in Francia (-53%), Stati Uniti (-33%) e Gran Bretagna (-“0%), e allo stop totale nei mercati russo e

indiano. Si osserva però anche di una ragguardevole crescita nei mercati della Cina e del Belgio.

2008 2009 Var% 08-09 (III trim.)

Francia 1.661.123 779.519 -53%

Stati Uniti 772.518 506.990 -34%

Cina 114.139 315.233 176%

Paesi Bassi 457.774 307.314 -33%

Belgio 67.061 222.466 232%

Regno Unito 204.302 164.331 -20%

Svizzera 74.332 95.619 29%

Giappone 40.072 66.940 67%

Germania 36.394 57.590 58%

Brasile 0 6.340

Russia 146.919 0 -100%

India 308.655 0 -100%

Interscambio Veneto-Mondo, CI266 - Strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche (Migliaia di €)

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4. Conclusioni

Nel panorama piuttosto fosco dell’economia globale il

mercato biomedicale nel suo complesso mostra anch’esso

alcune ombre – in prevalenza economiche e finanziarie -

ma molte più luci. Le prospettive del settore sono legate

infatti a trend di medio-lungo periodo senz’altro positivi:

dai cambiamenti socio-demografici all’innovazione

tecnologica, fino all’evoluzione dei sistemi sanitari.

Se si considera la situazione di crisi economica che in

generale stanno attraversando le economie avanzate i

dati di crescita del settore biomedicale sono ancora più

significativi e indicano questo settore come uno dei possibili

motori della ripresa economica sia a livello nazionale che

locale sempre che si riescano ad affrontare in maniera

adeguata alcune aree problematiche che caratterizzano

l’industria biomedicale italiana ed europea. Quelle di

carattere più generale sono principalmente:

a. le politiche di contenimento e riduzione della spesa

sanitaria pubblica in Italia così come gli altri paesi

europei, che si scontrano con i trend tecnologici e

demografici;

b. il processo di armonizzazione europea ed

internazionale della normativa di molti dispositivi

biomedici che tende ad innalzare l’incidenza delle

spese di controllo di qualità della produzione ed

organizzative per ottenere le necessarie certificazioni;

c. le procedure valutative di Health Technology

Assesment che si vanno diffondendo nei

Sistemi Sanitari mettono al centro la questione

dell’appropriatezza e del costo-efficacia, e rendono

più lento, difficile e complesso il processo di adozione

delle innovazioni tecnologiche;

d. la necessità di un’alta intensità di ricerca per la

competitività delle imprese science-based nel settore

biomedicale rende fondamentali le relazioni tra

università e impresa e tra ricerca pubblica e ricerca

privata, come è dimostrato dalla esperienza delle

imprese operanti negli Stati Uniti e in molti paesi

europei che godono degli effetti di esternalità indotti

dai programmi di ricerca pubblici e dalle ricadute

scientifiche delle università leader.

A queste, per le imprese biomedicali venete, si aggiungono

alcune specifiche criticità da superare:

- in termini di trend tecnologico va rilevato che le

dipendenze tecnologiche del settore si sono ampliate

così come sono mutate le principali tecnologie

biomedicali ma da parte delle imprese del territorio

non sempre c’è una visione sufficientemente a lungo

termine del proprio posizionamento strategico e del

cambiamento che viene richiesto dall’evoluzione del

mercato;

- l’elevata specializzazione di nicchia non favorisce

l’interazione tra imprese biomedicali e il comparto

non risulta sufficientemente attrattivo in termini di

potenziale di mercato per le imprese che in settori

contigui potrebbero sviluppare delle sinergie ma

hanno modo di interagire con questo settore in modo

molto sporadico;

- i legami di filiera sono deboli, o meglio, nella catena-

sistema del valore si osserva ancora una prevalenza di

organizzazioni che creano proprie reti di saperi, risorse

e canali distributivi in modo autonomo e collegato

debolmente al sistema territoriale, vale a dire che

l’innovazione è un carattere maggiormente legato

alla figura imprenditoriale più che una caratteristica e

capacità sistemica. Se da un lato questo ha consentito,

e per molte ancora consente, una flessibilità e una

autonomia funzionale elevate – che in questo contesto

di crisi economica generale diventa comunque un

punto di forza -, dall’altro lato si rischia di disperdere

un grande potenziale di sviluppo per un insufficiente

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grado di collegamento con la ricerca di base e con

quella clinica, nonché con le imprese tecnologicamente

più avanzate;

- le sinergie tra biomedicale e settori contigui

difficilmente si innescano sul versante delle imprese a

causa delle ridotte dimensioni e di una ancora modesta

cultura organizzativa/manageriale, sul versante del

sistema della ricerca perché ancora poco orientato alla

concretezza e ai tempi dell’impresa e un insufficiente

sistema di raccolta e finalizzazione di risorse finanziarie

in questo settore. Ad esempio è ancora molto bassa

l’interazione nell’ambito della meccatronica, della

domotica o dei servizi del terziario avanzato.

Va però sottolineato che l’attivazione delle potenzialità

del sistema-valore legato al biomedicale richiederebbe

una governace consapevole e attiva da parte della

politica/sanità regionale che avrebbe tutto il vantaggio

di far diventare l’innovazione biomedicale un carattere

sistemico e non di diverse e scollegate realtà d’impresa.

Ma soprattutto, l’evoluzione delle tecnologie biomediche

mette in luce che quello della salute è un settore verticale

che può diventare in realtà il motore di un nuovo sviluppo

economico, proprio nelle sinergie tecnologiche e produttive

che potenzialmente può esprimere in una molteplicità di

settori vicini, non soltanto in quelli più nuovi, ma anche

in quelli tradizionali e maturi. Basti pensare all’edilizia

e all’arredamento, per quanto riguarda la domotica, al

tessile per i dispositivi indossabili, alla meccanica, all’ottica

e all’elettronica per le tecnologie assistive, ed altri ancora.

La concretizzazione di questa opportunità richiede, però,

l’apporto e la collaborazione dei diversi attori del “sistema

salute” – politici e imprenditori in primis.

Uno sviluppo di questo tipo infatti, necessita innanzitutto di

una visione e una politica economica disposte ad investire

adeguatamente in questa direzione per avviare in modo

significativo il processo (esternalizzando di fatto dei costi

che le imprese, soprattutto di medie e piccole dimensioni

non possono assumersi né sostenere autonomamente),

come è avvenuto in Danimarca e nei paesi scandinavi per

le tecnologie assistive34, come sta tentando di fare l’Unione

Europea con i vari programmi specifici di cui si è accennato, o

come sta tentando di fare in questo periodo negli Stati Uniti

il presidente Obama con la riforma sanitaria e i considerevoli

investimenti governativi per la sanità elettronica (e-Health).

Da parte delle imprese invece, questo possibile sviluppo

richiede una visione meno settoriale e più ampia del

proprio mercato, un cambio di approccio sui temi del

design universale e dell’accessibilità, una maggiore

capacità di interagire e comprendere i bisogni allargati di

salute e benessere dell’utente finale che vanno al di là di

quelli strettamente sanitari.

Nell’ambito delle tecnologie assistive ad esempio,

a differenza che negli USA, manca ancora in Europa

un’associazione di produttori - sia ad alta che a bassa

tecnologia - in che sia in grado di fare lobby a livello

europeo per una maggiore apertura del mercato nel settore

e sappia muoversi verso una maggiore integrazione dei

produttori di tecnologie assistive con l’industria delle nuove

tecnologie per normodotati all’interno dell’Ue.

Conclusioni

34 NUH - Nordic Centre for Rehabilitation Technology (2007), “Provision of Assistive Technology in the Nordic Countries; Capecchi V. (2004) “Innovazione tecnologica a favore di persone anziane e disabili”, in Economia italiana, Anno 2004 - N. 1

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