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BATTAGLIE NEI CIELI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Sonderkommando Elba -- i kamikaze - combattimenti nei cieli dell'Unione Sovietica PARTE SECONDA PRIMO CAPITOLO Sonderkommando Elba – i piloti tedeschi collisori Il 15 aprile 1945 si vide per l'ultima volta riempirsi il cielo della Germania di circa 180 caccia Messerschmitt Bf 109 bianchi e grigi involarsi contemporaneamente dai campi di fortuna decentrati sulle autostrade o occultati nei boschi. I caccia erano stati alleggeriti della corazzatura e armati di una sola mitragliatrice al posto dei cannoni e delle altre armi. Erano ai comandi di giovanissimi piloti con poche settimane di addestramento al volo, nelle loro cuffie risuonava un inno patriottico e una voce femminile: “Giovani soldati siete i difensori del popolo tedesco, ricordate le donne e i bambini sepolti sotto le macerie di Dresda, distruggete gli aerei americani ad ogni costo !”. I gruppi si divisero per affrontare gli stormi composti da 1.300 bombardieri quadrimotori B-24 e B-17 americani che si stavano raggruppando per bombardare Hannover, Amburgo e Berlino scortati da 800 caccia P-51 a lunga autonomia. Era il “Sonderkommando Elba” una unità operativa speciale della Luftwaffe creata su proposta del colonnello Hans-Joachim Herrmann (foto), un'ultima risorsa per intimorire e far desistere i piloti alleati dai bombardamenti a tappeto che devastavano i centri tedeschi: la loro missione era quella di speronare gli aerei alleati e non quella di abbatterli con le armi di bordo. “Hajo” Herrmann (1913-2010) era un pilota famoso pluridecorato, stratega della guerra aerea e promotore di nuove tattiche di caccia notturna per contrastare i raid dei bombardieri alleati. Una tattica studiata al fine di collidere con l'aereo usato come un martello contro il punto nevralgico di rottura di un bombardiere tra la fusoliera e le ali, oppure di tranciare i piani di coda con l'elica usata come una sega, volando veloci in mezzo alle strette formazioni nemiche per evitare le scariche degli armieri di bordo. Al bando di arruolamento nel marzo 1945 si erano presentati 2.000 volontari, ragazzi di 20 anni che si sentivano invulnerabili, ciecamente infiammati dalla propaganda nazista, con poco o niente addestramento al volo; di loro ne furono selezionati 300 e quel giorno circa 180 presero il volo. L'addestramento prevedeva la possibilità (speranza ?) del 10% di sopravvivere all'impatto per poi tornare a volare in nuove sortite, sempre ammesso che fosse possibile sopravvivere al tremendo urto a 600 km. all'ora e aprire il tettuccio dell'abitacolo per lanciarsi nel vuoto alla quota di migliaia di metri nella fredda aria rarefatta. 1

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BATTAGLIE NEI CIELIDELLA SECONDA GUERRA

MONDIALESonderkommando Elba -- i kamikaze -

combattimenti nei cieli dell'Unione Sovietica

PARTE SECONDAPRIMO CAPITOLO Sonderkommando Elba – i piloti tedeschi collisoriIl 15 aprile 1945 si vide per l'ultima volta riempirsi il cielo della Germania di circa180 caccia Messerschmitt Bf 109 bianchi e grigiinvolarsi contemporaneamente dai campi difortuna decentrati sulle autostrade o occultati neiboschi.I caccia erano stati alleggeriti della corazzatura earmati di una sola mitragliatrice al posto deicannoni e delle altre armi. Erano ai comandi digiovanissimi piloti con poche settimane diaddestramento al volo, nelle loro cuffie risuonava un inno patriottico e una vocefemminile: “Giovani soldati siete i difensori del popolo tedesco, ricordate le donne e i bambinisepolti sotto le macerie di Dresda, distruggete gli aerei americani ad ogni costo !”.I gruppi si divisero per affrontare gli stormi composti da 1.300 bombardieriquadrimotori B-24 e B-17 americani che si stavano raggruppando per bombardareHannover, Amburgo e Berlino scortati da 800 caccia P-51 a lungaautonomia.Era il “Sonderkommando Elba” una unità operativa speciale dellaLuftwaffe creata su proposta del colonnello Hans-Joachim Herrmann(foto), un'ultima risorsa per intimorire e far desistere i piloti alleati daibombardamenti a tappeto che devastavano i centri tedeschi: la loromissione era quella di speronare gli aerei alleati e non quella diabbatterli con le armi di bordo. “Hajo” Herrmann (1913-2010) era unpilota famoso pluridecorato, stratega della guerra aerea e promotore di nuovetattiche di caccia notturna per contrastare i raid dei bombardieri alleati.Una tattica studiata al fine di collidere con l'aereo usato come un martello contro ilpunto nevralgico di rottura di un bombardiere tra la fusoliera e le ali, oppure ditranciare i piani di coda con l'elica usata come una sega, volando veloci in mezzoalle strette formazioni nemiche per evitare le scariche degli armieri di bordo.Al bando di arruolamento nel marzo 1945 si erano presentati 2.000 volontari,ragazzi di 20 anni che si sentivano invulnerabili, ciecamente infiammati dallapropaganda nazista, con poco o niente addestramento al volo; di loro ne furonoselezionati 300 e quel giorno circa 180 presero il volo. L'addestramento prevedevala possibilità (speranza ?) del 10% di sopravvivere all'impatto per poi tornare avolare in nuove sortite, sempre ammesso che fosse possibile sopravvivere altremendo urto a 600 km. all'ora e aprire il tettuccio dell'abitacolo per lanciarsi nelvuoto alla quota di migliaia di metri nella fredda aria rarefatta. 1

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La propaganda aveva convinto questi giovani che le loro azioni avrebbero fattoguadagnare il tempo di poche settimane necessario per far diventare operativo ilprimo caccia a reazione della storia, il Messerschmitt Me 262, realmente superioread ogni altro aereo del tempo, che il morente governo nazista sperava avrebberibaltato le sorti della guerra, una illusione come tutte le altre “wunder waffen”(armi meravigliose) tanto decantate dalla propaganda che invece non sortironoalcun effetto reale almeno in quei momenti: nel dopoguerra i loro prototipi servironoper produrre numerosi modelli di velivoli presso le industrie dei Paesi vincitori.Ecco i racconti di due piloti tedeschi scampati allecollisioni :Heinrich Roesner“ con il mio Bf 109 entrai nella formazione stretta dei B-24 Liberator, feci una sortita di lato, puntai sulbombardiere di testa “Palace of Dallas” e speronai a 600km. ora la cabina di pilotaggio, rimbalzai sul B-24 difianco distruggendone il muso; riuscii a paracadutarmi e ne uscii vivo. Il secondo B-24 andò a pezzi ma i due piloti riuscirono a buttarsi fuori dalla cabina di pilotaggio.”Klaus Hahan “Venni mitragliato dai P-51 di scorta che colpirono il mio braccio sinistro e l'osso fuspezzato, nonostante il tremendo dolore picchiai contro i B-17 sottostanti a 700km.ora e con l'elica feci a pezzi la coda di un bombardiere, non ricordo altro mal'urto mi buttò fuori dalla carlinga, precipitai nel cielo lottando con il braccio sanoper tirare la maniglia del paracadute e riuscii ad aprirlo a bassa quota, consapevoleche i caccia nemici mitragliavano i piloti che dondolavano appesi ai paracadute”.L'episodio continua, l'equipaggio del B-17 riuscì, lottandotenacemente, a tenere in volo stabilizzato il bombardierecon la coda distrutta fino ad un piccolo campo di aviazionesconosciuto ma non occupato dai tedeschi.In quel giorno 47 apparecchi del Sonderkommandovennero abbattuti dai caccia di scorta alleati, circa 60tornarono indietro per guasti tecnici e furono effettuatesolamente circa 22 collisioni con esiti non registrati. Il conteggio delle perditecomunque non è completo probabilmente a causa della tremenda confusionedovuta al numero troppo elevato di velivoli in azione contemporaneamente.Non furono più tentate altre sortite di questo genere, la Luftwaffe ormai erascomparsa dai cieli soverchiata dalla potenza aerea alleata, poi finalmente il 7maggio 1945 fu firmata la resa incondizionata tra gli alleati anglo-americani e laGermania nazistaL' Aviazione degli Stati Uniti non pubblicò memoriali su questi episodi per moltotempo, forse questi episodi erano passati inosservati durantegli ultimi feroci scontri nei cieli.Per completezza di informazione, l'ultima illusoria speranza diHitler, il caccia a reazione Me 262,(foto) venne utilizzato nel1945 dall'ultimo reparto composto di veri assi, lo Jagdverband 44 (JV44) alcomando di Adolf Galland,(che fu il reparto di piloti più abili di tutti i tempi) checombatterono disperatamente e colsero strepitose vittorie ma ormai la guerra erafinita, come del resto anche il carburante, costringendo gli avieri a trainare con icavalli i velivoli fino alle piste di decollo ! Gli annali ci dicono che i Me2622

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abbatterono 500 aerei contro la perdita di 100 dei loro....Comunque si conoscevano da tempo i problemi di questi aerei dovuti alla messa apunto delle turbine Junkers Jumo 004 che avevano una vita utile di poche ore, lacarenza di ricambi, lo scarso numero di aerei operativi e la mancata dimestichezzadei piloti con i jet che resero vane le speranze di poter contrastare efficacementel'aviazione alleata e sovietica che spadroneggiavano su tutti i teatri.Un'altra verità è che il progetto del Me 262 fu ritardato colpevolmente da Hitlerstesso che lo voleva convertito in bombardiere veloce e non in caccia dasupremazia come era la sua reale vocazione. Anche Hermann Goering aveva fattola sua parte accantonando nel 1940 e nel 1941 i finanziamenti per gli aerei areazione, convinto (chissà perché) che la guerra sarebbe presto finita. Poi quando le sorti della guerra cominciarono a cambiare in peggio vi furonoaccelerazioni nei progetti delle cosiddette “armi meravigliose” con dozzine diprogetti di aerei molto avanzati con il risultato di disperdere confusamente lerisorse senza risultati operativi. Soltanto le armi di ritorsione come i missili cruise V-1 e i missili balistici V-2 lanciati in migliaia di esemplari provocarono danni notevolima senza cambiare in alcun modo il sentiero della Germania nazista verso unaresa senza condizioni. Tutto questo però i giovani del Sonderkommando Elba nonpotevano saperlo né percepirlo, plagiati com'erano fin dallatenera età da un regime autoritario e pervasivo. Questa azioneva anche vista come una ritorsione o meglio come unavendetta verso gli aerei alleati che due mesi prima avevanoraso al suolo la città di Dresda producendo “l'effetto palla difuoco”,una vera Apocalisse che causò più di 80.000 morti carbonizzati in un sologiorno. Su questa città antica e d'arte furono scaricate bombe dirompenti eincendiarie che provocarono temperature elevatissime di 1.200° e venti con lavelocità di un ciclone, come fosse un ordigno nucleare. (lo scrittore Kurt Vonnegut,prigioniero di guerra, fu presente alla devastazione che descrisse nel suo libro“Mattatoio 5”). Queste devastazioni operate anche sulle città giapponesi furonouna delle motivazioni che spinsero i Corpi d'Assalto Speciali del Vento Divino, gliTokubetsu Kogekitai (abbreviato in Tokko invece chiamati kamikaze in Occidente),che a migliaia si immolarono per fare fronte alla irresistibile marea Alleata. Adifferenza dei piloti tedeschi i kamikaze erano pervasi dal misticismo secolare checontraddistingueva l'orgoglioso popolo giapponese, disposto a morire piuttosto chearrendersi in coerenza allo spirito del gyokusai, come vedremo nel capitoloseguente. SECONDO CAPITOLOI kamikaze giapponesi (Tokko-tai)Sulla portaerei Franklin i marinai guardano impietriti un aereogiapponese scendere in picchiata verso di loro incurante dellacontraerea, venire centrato dai cannoni e perdersi nel mare, ma un'alasi schianta sul ponte di volo scatenando un potente incendio, Quandol'incendio viene domato sull'ala dell'aereo si scorge una scritta “naifu”cioè coltello; gli americani non capiscono ancora che il coltello è l'aereo medesimoe che il coltello è l'arma con la quale i samurai si squarciavano il ventre, ilcontrammiraglio Arima, pilota dell'aereo, si è votato tra i primi alla strategia suicida3

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per accantonare la disfatta, la resa e la vergogna. On (debito) è il debito del giapponese verso il sovrano oltre a quello verso i genitorideterminato da una profonda gratitudine enfatizzato dal monaco buddista Kukai nel1800.L'unico contestatore di questa filosofia fu Suzuki Daisetzu, grande interprete delloZen, che sostenne che la retorica militare sui kamikaze sfruttava un difettocongenito nella mentalità giapponese facendo cadere l'uomo medio in trappolafondandosi sulla convinzione di essere una razza superiore con la caratteristica delsacrificio per la patria e per l'Imperatore. La popolazione giapponese era mantenutaall'oscuro dei rovesci militari mentre la propaganda in mano alla polizia militare(Kempe-tai) fomentava l'entusiasmo patriottico con scintillanti bugie sulle sconfittedel nemico, in seguito venne anche introdotto uno stretto controllo su ogni aspettodella vita dei cittadini, chiunque poteva essere denunciato con il solo sospetto didisfattismo, una situazione peggiore di quello che la Gestapo faceva in Germanianegli ultimi anni di guerra. Contrariamente a quanto succedeva in Occidente, dove isoldati potevano tornare a casa per brevi licenze oppure in convalescenza epertanto raccontare la situazione, il soldato nipponico era destinato a morire incampo nella sua buca senza poter testimoniare. Il principale errore geopoliticogiapponese fu che la casta militare che aveva preso da tempo il potere assolutonon riuscì a sfruttare le risorse dei territori occupati né a collaborare con lepopolazioni indigene che vennero trattate con una politica brutalmente razzista erepressiva. Lo stesso atteggiamento brutale veniva applicato verso i prigionieri diguerra alleati colpevoli di grave disonore per essersi arresi, spesso uccisi permaltrattamenti.Mentre gli americani miglioravano continuamente la loro esperienza dicombattimento e si dotavano di nuove armi, di apparecchi radio perfezionati e diattrezzature di sopravvivenza più affidabili il soldato giapponese poteva dirsifortunato se avesse avuto riso da cuocere e qualche medicinale per fare fronte allenumerose malattie tropicali; guardava con invidia le razioni K catturate al nemicotrovandole particolarmente ricche per non parlare del cibo in scatola e..dei saponie delle salviette da bagno. ..Ancora peggio, le forze armate nipponiche non furono mai in grado di creare unaefficiente organizzazione logistica per il vasto impero appena conquistato nelPacifico, i soldati erano costretti a battersi in cronica carenza di vestiario,carburante e cibo, dovevano combattere fino alla morte in condizioni disperate agliordini di ufficiali sì audaci ma classisti e totalmente incompetenti tanto che sisarebbero meritati un processo a fine conflitto istruito dai loro stessi soldati emarinai, ma questo non successe nei pochi processi istruiti nel dopoguerra.Quando le situazioni erano chiaramente disperate senza una via di uscita gliufficiali ordinavano le inutili cariche banzai mandando tutti aimmolarsi contro le mitragliatrici americane. I soldatiamericani assistevano inorriditi alle frequenti scene in cui gliufficiali tagliavano la testa con la spada ai soldati reticenti..A causa del fatto che i giapponesi non possedevano lamedesima immensa capacità del nemico di produrre aerei e navi i piloti volavanoancora sulle vecchie versioni dei caccia Zero e dei bombardieri G4M2 Betty, di fattonel corso del conflitto gli aerei giapponesi ricevettero soltanto marginalimiglioramenti grazie alla produzione seppur limitata del motore Daimler-Benz DB4

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601 su licenza tedesca riprodotto negli stabilimenti dell'isola nipponica. Comunqueil Giappone scarseggiava sempre più di materie prime e di operai specializzaticompromettendo così gli standard qualitativi che non erano più paragonabili a quellidell'inizio del conflitto quando i piloti sembravano invincibili a bordo dei loro caccia.Solo pochi modelli finali avevano in dotazione la corazzatura per il pilota e iserbatoi autosigillanti, infatti il grande successo iniziale del caccia Zero furono lasua vulnerabilità e l'autonomia a scapito della sicurezza. Inoltre a causa dellapenuria di combustibile sulle navi giapponesi veniva utilizzato il petrolio grezzoproveniente dal Borneo che aveva lo svantaggio di aumentare il pericolo di incendi.All'inizio delle operazioni speciali la strategia era molto semplice: tre aereicompivano il tuffo suicida e altri due fungevano da scorta con i piloti più abili.I bersagli avevano queste priorità: i ponti di volo delle portaerei, le corazzate e gliincrociatori. Andava accuratamente evitata la dimenticanza più grave cioè ditogliere la sicura alla bomba per non attenuare gli effetti dell'urto. Le tecniche divolo di collisione erano impartite con un corso di soli sette giorni, il decollo, il volo informazione e l'attacco suicida con le sue modalità di approccio tralasciandonaturalmente l'atterraggio... Comunque i piloti destinati al sacrificio avevano allaspalle poche settimane di vera esperienza di volo, di fatto scarseggiavano semprepiù gli aerei da addestramento, gli istruttori e il carburante.Gli Stati Uniti liquidarono i poco numerosi iniziali episodi di strategie suicide con unatteggiamento di indifferente incertezza ma poi reagirono all'ignoto con paura eincredulità aumentando così proprio la vera efficacia dei corpi speciali suicidi:l'intimidazione.I giapponesi lottavano al fianco della morte e questoatterriva gli occidentali che consideravano invece ilsacrificio dei piloti un insuccesso. Un importanteammiraglio americano disse “ Questa psicologia ètroppo distante per noi, noi americani combattiamo persalvare la pelle e stentiamo a credere che altri popolipossano farlo invece per morire..”Dopo il disastro della battaglia del mare delle Filippine“la più grande battaglia di portaerei della storia”(giugno1944) e quello della perdita di Saipan il comandosupremo giapponese fece il medesimo errore commesso da Hitler in Europa checonfondeva le nuove unità formate da personale scarsamente addestrato con ivecchi reparti di professionisti, di fatto i piloti giapponesi ancora numerosi eranopoco addestrati, capaci a malapena di operare da una portaerei e privi diesperienza di combattimento.(foto di caccia Zero sulla Hiryu)Con la perdita di tre importanti portaerei nel giugno 1944 ormai la guerra nelPacifico aveva assunto la sua svolta finale a favore della marea inarrestabile delleforze americane e divenne inevitabile l'introduzione di attacchi suicidi dei corpid'assalto speciali chiamati Tokubetsu Kogekitai abbreviati in Tokko-tai che gli alleatiresero famosi nel mondo come corpi kamikaze. Il passo logico fu di affidarsi allospirito dello gyokusai (frantumazione di pietre preziose) cioè la determinazionedell'orgoglioso popolo giapponese di morire piuttosto che arrendersi. Un pilotagiapponese ormai sapeva benissimo che non sarebbe sopravvissuto aicombattimenti contro lo strapotere americano, l'equazione vincente era che unaformazione suicida si sarebbe immolata contro il nemico in cambio del cospicuo5

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risultato di una portaerei oppure di un'altra nave importante affondata odanneggiata. Il pilota doveva ritenere l'aereo come una appendice del proprio corpoconsiderando così l'aereo stesso come la propria arma eccellente secondol'essenza del Hagakure, il codice dei guerrieri “pensate sempre alla morte..”.. Lasoluzione migliore era di convertire le migliaia di aerei a disposizione in mezzi daattacco in collisione per schiantarsi in picchiata contro le navi nemiche. Sebbene iTokko-tai venissero presentati come una istituzione composta da valorosi patriotidesiderosi di trasformarsi in dei della guerra secondo il codice del Bushido, ilprogramma di reclutamento di volontari si trasformò presto in un perfido gioco dicostrizione e di inganni perpetrati dai superiori e dagli stessi familiari, rendendo ilconfronto ancora più aspro e senza quel rispetto reciproco dettato dalleConvenzioni Internazionali (che comunque il Giappone non osservò mai). Lapropaganda era così persuasiva descrivendo gli americani come criminali checentinaia di civili giapponesi, uomini donne e bambini si suicidarono buttandosidalle scogliere dell'isola di Saipan quando gli americani ne iniziarono la conquistanonostante le rassicurazioni e le preghiere dei soldati e degli interpreti....Takijro OnishiFu il grezzo, criticato ma affidabile e competente ammiraglio Takijiro Onishi il veropropulsore della formazione dei reparti kamikaze intesi come ultima risorsa ed erala prima volta che questa guerra conosceva il suicidio di massa; Onishi in passatoaveva duramente criticato la politica delle grandi navi da battaglia proponendoaddirittura il loro smantellamento in favore dell'aviazione imbarcata. Fece harakiri il16 agosto 1945 dopo aver cercato di dissuadere l'Imperatore dalla sua decisione difirmare la resa incondizionata. Il 20 ottobre 1944 fu formato il primo speciale gruppo di assalto composto da 26caccia dei quali 13 avrebbero dovuto schiantarsi sulle navi nemiche: pochi giornidopo il tenente Seki guidò quattro Zero carichi di una bomba da 251 chili attraversolo sbarramento delle portaerei di scorta danneggiando seriamente la Santee, laPetrof Bay, la Sangamon e una seconda ondata colpì la Suwanee e la St.Locausando molte vittime, alla fine nessuna delle sei portaerei leggere rimase illesa,Fu il preoccupante inizio per un dramma che avrebbe coinvolto migliaia e migliaia

di marinai e di aviatori delle due Nazioni fino al suo zenitnella battaglia per Okinawa.Sei portaerei leggere danneggiate erano un bel danno masostanzialmente sopportabile se pensiamo che gli USA necostruirono più di centinaio in poco tempo trasformando navimercantili e scafi di incrociatori, queste navi, grandi un terzodelle portaerei di flotta, potevano trasportare un massimo di

35 aerei sul ponte e comunque erano protette dalle loro batterie di cannoni didiverso calibro. L'unico difetto di tutte le portaerei americane era il ponte di volo inlegno non corazzato, più fragile e soggetto a incendi, contrariamente a quelleinglesi che avevano il ponte di volo in acciaio. Più di cento portaerei leggere CVLe quelle di scorta CVE sommate alla produzione cantieristica di quelle di squadrafece la vera differenza in tutti i mari del mondo, un sogno mai realizzato dall'Assenazifascista che non aveva nemmeno una di queste navi mentre il Giappone se levide affondare una per una durante i pesanti scontri nel Pacifico. Come detto nellapremessa di questi articoli, la portaerei improvvisamente divenne la vera regina deimari mandando in prepensionamento le grandi navi da battaglia che con i loro6

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potenti cannoni avevano dominato i mari di tutto il pianeta proteggendo per secoligli interessi degli Imperi. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale la MarinaImperiale giapponese possedeva 10 portaerei – la maggiore dotazione di tutte lealtre Marine - gli Stati Uniti sei e la Gran Bretagna tre ma in seguito, come detto,questa proporzione fu completamente rovesciata.La resa dei conti definitiva tra i concetti di corazzate e di portaerei - iniziata conl'affondamento della Bismark ad opera degli aerosiluranti Swordfish - si videchiaramente nell'affondamento delle due gigantesche navi da battaglia giapponesiYamato e Musashi ad opera degli aerosiluranti e bombardieri imbarcati americani;le due navi gemelle erano le più grandi corazzate mai costruite con il dislocamentodi 73.000 t. e nove cannoni da 460 mm. Colpite da dozzine di siluri e di bombe siinabissarono durante due missioni inutili e ininfluenti per l'esito delle battaglie suimari portando con sé gli equipaggi interi di migliaia di marinai. Sopratutto laYamato fu inviata in missione “suicida” o meglio “sacrificale” con poco carburanteper attaccare la grande flottaamericana che appoggiava losbarco a Okinawa ma fusoverchiata dalle quattordiciportaerei della Forza VelocePortaerei che le lanciaronocontro 386 velivoli tra bombardieri a tuffo, aerosiluranti e caccia Era il 7 aprile 1945e in questa azione gli americani persero soltanto una dozzina di aerei mentre con laYamato andarono a fondo 2.448 marinai. Anche le altre navi appoggio giapponesi,un incrociatore leggero e quattro cacciatorpediniere, furono affondate e persero lavita altri 1.167 uomini. La missione “sacrificale” comprendeva il danneggiamentodella flotta americana con i grossi calibri e di usare il gigantesco vascello aOkinawa come batteria costiera arenato nel suo porto.. Un progetto destinatoall'insuccesso, un sogno che produsse un incubo per i marinai nipponici mandati amorire.Battaglia del Golfo di Leyte Con la battaglia del Golfo di Leyte la Marina Imperiale aveva praticamente cessatodi esistere ma successivamente si pose agli americani un problema da risolverevelocemente: i continui e determinati attacchi kamikaze. Furono pertantoorganizzati dei pattugliamenti di cacciatorpediniere comenavi picchetto dotate di radar e le Combat Air Patrol (CAP)che incrociavano a diverse quote distanti molte miglia dallaflotta con i caccia Hellcat e Corsair Furono migliorati gliimpianti di spegnimento incendi e l'addestramento degliequipaggi. Comunque i giapponesi non compresero mai (onon vollero capire) che per un fattore puramente fisico un aereo che si schianta suuna nave non possiede la massa e la velocità necessarie per causare dannidecisivi contrariamente ad una bomba perforante sganciata da un bombardiere,molto più veloce e dirompente, che riesce a penetrare nello scafo.Il 26 marzo ebbe inizio una lunga serie di attacchi suicidi, con un picco il 6 aprilecon il decollo di 700 velivoli giapponesi dei quali 350 kamikaze, molti furonoabbattuti durante l'avvicinamento e solo 180 aerei suicidi riuscirono a passaredanneggiando sei cacciatorpediniere e la portaerei britannica Illustrious.In questi gruppi di attacco volarono per la prima volta nove bombardieri G4M Betty7

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che trasportavano sotto la fusoliera gli aerei a razzo pilotati Okha. La bomba volante pilotata Yokosuka MXY-7 Ohka (bocciolo di ciliegio) era unpiccolo aereo in legno con propulsione a razzo trasportato sotto il ventre di unbombardiere Betty, dopo lo sgancio continuava il volo poi ilpilota (battezzato Dio del Tuono) accendeva il propulsore conl'autonomia teorica di circa 35 km. e la velocità di 1.000km/ora in picchiata. Era così piccolo e veloce che non eraabbattibile dalla contraerea navale ma le Combat Air Patrolvigilavano a distanza di molte miglia dalla flotta e riuscirono ad abbattere i lentibombardieri molto prima che arrivassero al lancio della bomba pilotata. Vi furonocirca 80 tentativi di utilizzo di simili armi, molti si persero in mare senza averavvistato i bersagli e la maggior parte fu abbattuta insieme al bombardiere con ilsolo centro di un dragamine e di un cacciatorpediniere affondati dalla testataesplosiva di 1.200 kg. Ne furono prodotti (inutilmente) circa 800 esemplari, unnumero sproporzionato rispetto alla disponibilità reale di bombardieri chefungevano da trasporti e di piloti suicidi in grado di padroneggiare una macchinacon caratteristiche di volo così estreme: infatti su questi piccoli aerei non erapossibile fare alcun volo di addestramento, una volta chiuso nell'abitacolo il pilotaaveva un biglietto di sola andata....Il bilancio finale della attività dei reparti speciali secondo la versione giapponese èdi circa 3.900 azioni che danneggiarono 195 navi e ne affondarono 81, mentre gliStati Uniti conteggiano 2.800 attacchi con 34 navi affondate e 368 danneggiate.Con una considerazione finale (molto personale) calcolando una media ragionevoletra le due versioni, i 3.000 aerei e i loro piloti mandati in missione suicidaavrebbero fatto più danni se utilizzati nel modo tradizionale, come caccia,aerosiluranti e bombardieri tornando in missione più volte e non con un biglietto disola andata spesso su un binario perduto, infatti molti caddero in mare senza avertrovato la flotta avversaria. (poche navi giapponesi avevano il radar).

La fanatica resistenza giapponese e le alte perdite alleateforzarono gli Stati Uniti a prevedere l'insostenibile numerodi vite e di risorse che sarebbero state necessarie perinvadere l'arcipelago giapponese, nonostante i devastantibombardamenti sulle città portati dai B-29, e tutti neconosciamo la decisione finale: l' inizio dell'era delterrore nucleare (immagine di Nagasaki dopo la bomba

atomica) e di quella dell'Orologio dell'Apocalisse (logo del Bulletin of the AtomicScientist) che ticchetta avanti e indietro verso la mezzanotte, l'ora presumibiledell'estinzione della nostra specie sapiens in base a vari scenaririguardanti armi atomiche, clima e tensioni internazionali.Un ultimo appunto, spero interessante, su questo capitolo: da unostudio pubblicato recentemente su “Scientific Reports” sembra chela volontà di combattere e di morire per un gruppo possa esseremotivata da un fenomeno fusionale in cui le identità personali esociali si confondono completamente portando a forme di cooperazione estrema,cioè fino a generare negli individui la volontà di morire per il bene del gruppo; uncomportamento che nel corso della evoluzione della nostra specie ci ha permessodi avere successo in attività ad alto rischio piuttosto che in conflitti con altri gruppi.E' pertanto possibile che la pulsione al sacrificio estremo, considerato il fenomeno8

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fusionale derivante dall'elevato numero della popolazione in molti giapponesi siastata il retaggio di questo antico nostro adattamento che non si riscontra in altrespecie.TERZO CAPITOLO

Combattimenti nei cieli dell'Unione Sovietica –La VVS contro la LuftwaffeOperazione Barbarossa Il mattino del 21 giugno 1941 i servizi segreti tedeschidiramano l'ordine “Dortmund”, è l'attacco pianificato per le

3.30 del mattino successivo all'URSS. Nonostante gli avvertimenti della sua spiaRichard Sorge il leader del Cremlino è incredulo e fino all'ultimo rifiuta lamobilitazione. Quel giorno è il generale Zukov che si assume l'ingrato (epericoloso..) compito di svegliarlo per comunicargli l'attacco in corso da partedi 146 divisioni tedesche appoggiate da altre divisioni alleate, circa due milioni disoldati e migliaia di mezzi corazzati mentre la Luftwaffe sta già colpendo gliaeroporti.Paradossalmente le missioni militari di collaborazione grazie al Patto Molotov-Ribbentrop erano continuate fino al 1941, i Sovietici erano convinti che laGermania avesse una tecnologia e un'organizzazione più avanzata (per cambiarel'elica di uno Ju-88 bastavano pochi minuti mentre per la stessa operazione su unbombardiere SB-2 occorrevano diverse ore) mentre gli inganni reciproci nonmancarono, i tedeschi potevano vantare al momento solo i Panzer mod. III e IVmentre i Sovietici non fecero parola durante gli incontri dei loro più potenti T-34(foto) e KV-1. Questi carri (i migliori del secondo conflitto mondiale) furonoun'amarissima sorpresa, se Hitler avesse saputo della loromassiccia produzione sarebbe stato ben più preoccupato ecauto. Prodotto in ben 84.000 esemplari, con la corazzainclinata e sfuggente e i cingoli larghi adatti a superare laneve e il fango il T-34 era anche un carro veloce con i suoi55 km. orari, un mezzo corazzato semplice e affidabile nonostante i difetti dovutialla produzione affrettata di massa.La guerra contro la piccola Finlandia aveva dimostrato al mondo l'impreparazionesovietica con 200.000 morti contro soli 22.000 finlandesi, Churchill stessocommentò che questo conflitto dimostrava “l'assoluta incapacità militaredell'Armata Rossa” e questo rassicurò la Wehrmacht nelle sue decisioni.Dopo il fatale ritardo dovuto all'intervento nei Balcani in appoggio alle deboli Armateitaliane, i tedeschi attaccarono l'URSS pensando di aver di fronte solo 200 divisionima in realtà esse erano 350, ma il grande successo iniziale non cambiò le sortidell'invasione se non di trovarsi centinaia di migliaia di prigionieri da gestire chefurono lasciati morire di stenti per ordine di Himmler oppure usati come operai incondizioni inumane.E' la catastrofe, i reparti sono nel caos più completo, le comunicazioni sonointerrotte, le strade si riempiono di profughi, gli ufficiali, dopo le epurazioni deglianni precedenti, non sono preparati. Finalmente, dopo giorni di depressionevissuta in ritiro, Stalin riprende il comando e il 3 luglio si rivolge con il suo pesanteaccento giorgiano attraverso gli altoparlanti al popolo sovietico dichiarando lostato di mobilitazione, ma è passato già troppo tempo, la Wehrmacht invincibile è9

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già di fronte a Minsk intrappolando nelle sacche un milione di soldati russi edistruggendo un numero incalcolabile di mezzi militari. La strategia del Blitzkrieg (laguerra lampo) sperimentata con grande successo in Occidente sta dando ancora isuoi migliori risultati, le truppe tedesche avanzano baldanzose nel grande territoriorusso.Gli osservatori militari stranieri stimarono in soli tre mesi le possibilità di resistenzadell'Armata Rossa ma furono smentiti dalle sorprendenti capacità di reazione delpopolo russo che ritrovò l'orgoglio nazionale e l'unità di intenti. Poiché la collaudatamacchina da guerra tedesca provocava immani perdite di uomini e di mezzi lefabbriche vennero spostate oltre gli Urali ove lavorarono operai e operaie spesso incondizioni estreme; mancavano i soldati, le armi, i comandanti esperti sia a terrache in cielo, gli specialisti, i tecnici della manutenzione delle armi, gli autocarri,anche il cibo perché le coltivazioni venivano abbandonate e l'invasore siappropriava di tutto.Come tutte le armate russe la VVS (Voyenno-vozdushnye sily) cioè l'aviazionesovietica, fu colpita dalle purghe staliniane che la privarono di uno spaventoso 75percento del quadro ufficiali, le epurazioni iniziarono nel 1937 con una serieimpressionante di esecuzioni, il regno del terrore colpì a fondo la forza aereacompresi gli ufficiali comandanti dei distretti aerei coinvolgendo anche l'industriaaeronautica, tutti erano sospettati, dai progettisti agli operai nelle fabbriche. Unainvolontaria ma positiva conseguenza della paranoia staliniana nella VVS ful'affermarsi di nuovi progettisti che crearono una lunga serie di velivoli i cui nomirimasero familiari nella storia: Mikoyan, Ilyushin, Yakovlev e altri.All'inizio dell'Operazione Barbarossa la Luftwaffe destinò 2.700 aerei con unacomposizione simile alle precedenti campagne: caccia Messerschmitt Bf-109,bombardieri Junkers Ju 88, Ju 87 Stuka, ricognitori e caccia bimotori.Quasi cinquecento voli di ricognizione furono effettuati in profondità sul territoriosovietico - senza le proteste di Stalin – localizzando gli aeroporti maggiori e quelliminori. Infatti le basi russe furono colte completamente di sorpresa con gli aereiallineati ben bene in lunghe file che in pochi giorni diedero risultati incredibili allaLuftwaffe con circa 5.000 velivoli distrutti. In questi primi combattimenti i pilotisovietici pagarono il caro prezzo del mancato addestramento dovuto alle purghestaliniane, venendo abbattuti a stormi interi perché volavano ancora in formazionitroppo serrate senza neppure riuscire ad avvicinarsi agli obiettivi “ un infanticidio”

come affermò il generale Wolfram von Richtofen.Nei duelli i piccoli caccia russi Polikarpov I-16(modello adatto alla precedente guerra di Spagna)non avevano alcuna possibilità contro i Bf-109permettendo bottini incredibili di oltre 100 vittorieagli assitedeschi,successi che

erano comunque il risultato naturale edinevitabile della grande esperienza e dellaclasse dei piloti germanici.L'unico bombardiere bimotore moderno dellaVVS, elegante e adatto agli attacchi sia inquota che in picchiata era il Petlyakov Pe-2, paragonabile ai bimotori tedeschi10

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come lo Ju 88. A metà di luglio cadde Minsk e poi Smolensk con 1.650.000 prigionieri intrappolatinelle sacche suscitando l'entusiasmo dei Capi di Stato Maggiore, ma c'era una notastonata da chiarire: ad ogni divisione russa distrutta se ne materializzava un'altracome se, ed era vero, il calcolo iniziale delle forze sovietiche fatto dai ServiziSegreti fosse stato errato. Gli uomini arrivavano al fronte continuamente, anchesenza le divise e i fucili, e venivano buttati immediatamente nella mischia, unadivisione veniva spazzata via e ne arrivava un'altra al suo posto.Mentre la continua mobilità del fronte penalizzava la Luftwaffe causando un veroincubo di carenza di ricambi e l'abbandono degli aerei danneggiati sui campi divolo, le officine aeronautiche russe spostate negli Uralicominciarono a produrre sempre più velivoli, anche dinuovo modello, che arrivavano direttamente al fronte.Centinaia di migliaia di operaie e operai erano statispostati sui treni merci assieme ai macchinari e seppurlavorando in condizioni disperate, con poco cibo, senzaun tetto e sotto la neve negli stabilimenti improvvisati, i livelli di produzione diarmamenti crescevano continuamente. L'arrivo del peggiore inverno degli ultimi vent'anni trasformò le primitive rotabili nonasfaltate in un mare di fango impenetrabile per qualsiasi veicolo, compresi gliaeroporti: per mettere in moto i motori degli aerei parcheggiati all'aperto ed espostialle temperature glaciali erano necessari sforzi veramente disperati dei “corvi” (gliinfaticabili meccanici) fino ad accendere i fuochi sotto i motori piuttosto che usare ipreriscaldatori per liberare le loro mani congelate incollate sul metallo. La VVS erainvece equipaggiata e abituata al clima pessimo e continuava avolare appoggiando le forze di terra. Hitler incorse in un terribileerrore, al fine di aiutare Rommel in Mediterraneo vi trasferì unaintera Luftflotte indebolendo il fronte russo proprio quando Moscaera vicina alla conquista, mentre la VVS diventava sempre piùpotente nelle sue sortite. Non soltanto il gelo pose fineall'avanzata tedesca ma anche il disgelo (in russo rasputitsa) chetrasformava le scarse rotabili in un pantano vischioso chebloccava gli uomini, i cannoni,i cavalli e tutti i mezzi compresi icingolati.Lo Shturmovik e lo Ju Stuka versione G Quello che divenne l'incubo delle forze corazzate tedesche fu l' Ilyushin Il-2Shturmovik (foto in alto) l'aereo da attacco al suolo per eccellenza progettato comeun unico guscio corazzato a protezione del pilota e del mitragliere posteriore (poimonoposto) armato con due mitragliatrici e due cannoni da 20 mm. e poi da

30mm., abbastanza veloce e manovriero nonostanteil peso, poteva trasportare bombe dirompenti o agrappolo e razzi con un carico bellico di 1.000 kg. GliShturmovik attaccavano a bassa quota in gruppinumerosi spesso con

la scorta dei caccia, erano a prova di contraerealeggera grazie alla armatura integrale della fusolierae del motore, stabili in volo furono pilotati anche dapiloti donne. Fu il velivolo prodotto nel maggior 11

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numero di esemplari durante tutto il conflitto (36.000) ma in proporzione ne pagò leconseguenze con circa 24.000 perduti. Con la tattica del “cerchio della morte”orbitavano intorno a una colonna corazzata tedesca tuffandosi a turno sui mezziattaccandoli da tergo dove la corazza è più sottile insistendo con lo stesso schemafino alla distruzione del nemico. Qui si vide la scarsità numerica difensiva dellacaccia tedesca perché venne distratta verso altri fronti - anche per la difesa dellastessa Germania - che non riusciva a intercettare i loro caccia di scorta Yak-9 (foto)e La-5. La Luftwaffe cercò di reagire producendo la versione G caccia-carri delloJunkers Ju 87 Stuka dotato di due cannoni da 37 mm. in gondole alari marimaneva un grosso aereo vulnerabile, lento e poco manovriero.(foto)In seguito venne messo in linea un bimotore espressamente concepito per l'attaccoal suolo, l'Henschel Hs 129 che non colse il gradimento dei piloti, non mancavano idifetti e l'aereo, seppur efficiente, non colse mai i successi per i quali era statoconcepito. Gli assiA bordo dello Stuka, sia nella versione da bombardamento in picchiata che inquella G anticarro dotata di due cannoni da 37 il colonnello Hans-Ulrich Rudelcompì ben 2.530 missioni nelle quali distrusse 1.300 carri armati e blindati(praticamente l'organico di una divisione corazzata) oltre all'abbattimento di 11aerei e l'affondamento di diverse navi. Abbattuto 30 volte tornò sempre in voloanche senza una gamba amputata. Fu il soldato tedesco più decorato di tutto ilconflitto. Nato nel 1916 sopravvisse alla guerra e morì nel 1982.

Aleksandr Pokryshkin fu tra iprincipali assi e innovatori dellaVVS, a bordo del Bell P-39Aircobra abbatté 59 aerei masopratutto perfezionò le obsoletetattiche di combattimento

spezzando la tradizione delle manovre orizzontali,introducendo tattiche verticali su tre quote, basso e medio livello per gli attacchicontro le armate nemiche e un gruppo a livello più alto che copriva gli altri daicaccia che sarebbero intervenuti da alte quote.In questo modo con azioni rapide e improvvise la VVS partecipò a scompaginare esconfiggere la tanto collaudata strategia del blitzkrieg. La “Legge Affitti e Prestiti”Richiesti a gran voce da Stalin per resistere l'invasione gli Alleati inviaronoattraverso le pericolose rotte sull'Atlantico massicci aiuti a bordo di centinaia dimercantili: medicinali, locomotive, materie prime, carri armati (che comunque eranoconsiderati inferiori ai T-34) benzina, cibo, 450.000 autocarri, jeep e 20.000 aerei didiversi modelli. Si calcola che tra il 1942 e il 1945 gli Stati Uniti fornirono aiutiall'URSS per circa 9 miliardi di dollari (di allora !) su un totale di 46 miliardi di dollaridi aiuti forniti a tutti gli altri alleati.Tra questi furono consegnati secondo la “Legge Affitti ePrestiti” ben 5.000 esemplari (su 9.600 prodotti) del BellP-39 Aircobra (foto) che venne molto apprezzato dallaVVS non come caccia (fu rifiutato dalla RAF dopo solo uncollaudo) ma come aereo da attacco al suolo. Aveva lecaratteristiche del carrello triciclo anteriore, due sportelli laterali per l'accesso al12

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pilota e il motore posizionato dietro il pilota stesso; armato di 4 mitragliatrici e di uncannone da 37 mm. sparante attraverso il mozzo dell'elica, anch'esso dotato dicorazzatura, fu utilizzato nelle stesse missioni tipiche dello Shturmovik.Stalingrado – l' Apocalisse della WehrmachtStalingrado era ed è ancora una mastodontica città industriale, poiché si erge sucolline domina l'immensa pianura che si estende verso occidente, tra questeindustrie erano molto importanti le fabbriche di trattori, di carri armati e cannoni,compreso il centro di smistamento del petrolio del Caucaso. L'intento di Hitler era

di conquistare la città (che chiamava l'incubatrice delbolscevismo) e di muovere a sud fino al Caucaso perimpadronirsi dei pozzi di Maikop-Groznvi, un territorioricco di prodotti agrari, carbone, miniere e petrolioanche a causa della perenne situazione critica tedescadi rifornimento di carburante. A posteriori gli storicigiudicano senza senso le due offensive dell'estate del

'42, sostengono che non fosse necessario prendere Stalingrado se si volevaprendere il Caucaso, semmai era meglio il contrario. Dopo essere penetrata nelle periferie ed avere bombardato la città la Sesta Armatasi trovò intrappolata in una battaglia casa per casa in mezzo alle macerie per laconquista di un cortile o di una sola stanza, la rattenkrieg (guerra dei topi) nellaquale il disciplinato generale Friederich von Paulus si infilò come in una trappolamortale. Alla fine del 1942 Hitler disse che “Stalingrado era presa” ma in realtà itedeschi avevano molto e nulla, erano fermi sul Volga e fermi prima del Caucaso.Negli altri teatri di guerra in Egitto il maresciallo Rommel era bloccato sulla frontieralibico-egiziana e il Bomber Command britannico iniziava i bombardamenti strategicisu Colonia e Lubecca. L'Inghilterra non era stata invasa e stava prendendo forza einiziativa grazie anche agli aiuti americani.La Luftwaffe fece l'errore di non interdire i rifornimenti russi che giungevano dalleretrovie attraversando il Volga trasportando truppe e materiali, dovette inveceimpiegarsi in innumerevoli missioni per scortare e trasportare tonnellate etonnellate di carburante, armamenti e uomini in carenza di strade e anche a causadello scartamento ridotto delle scarse ferrovie russe. Goering assicurò Hitler e vonPaulus di poter consegnare 750 tonnellate di rifornimenti ogni giorno ai soldatiassediati ma era un calcolo drammaticamente sbagliato, per giunta in condizioniclimatiche avverse e su piste che non erano piste nelle quali mancava tutto, luci diposizione, macchinari per movimentazione, trasporti, apparecchiature radio. In unenorme sforzo la Luftwaffe radunò ben 850 aerei da trasporto, i sempre affidabilitrimotori Junkers 52 (zia Ju) e un coacervo di qualsiasi velivolo potesse trasportarequalcosa.Tra questi i giganteschi alianti Me 321 Gigant (collaudatoda Hanna Reitsch, il miglior pilota collaudatore di tutta lastoria dell'aviazione) capaci di trasportare 130 soldati,che richiedevano la troika per volare, cioè tre cacciabimotori Bf 110 al traino, poi il Gigant fu dotato di seimotori di origine francese ma era comunque un aereomolto difficile da pilotare e come tanti altri gli esemplari utilizzati rimasero come rottami sulle piste di Stalingrado. In condizioni climatiche ideali la Luftwaffeavrebbe potuto consegnare dentro la sacca – al momento con un diametro di 5013

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miglia – circa 300 tonnellate giornaliere ma per i caccia russi i lenti trasporti Ju 52divennero delle facili prede con la conseguenza che le piste si riempirono di velivolifracassati che ne rendevano ancora più pericoloso l'utilizzo, oltre al clima pessimocon temperature polari. Ben presto alla fine di febbraio la media delle consegne siridusse a 7 tonnellate di rifornimenti gettati con i paracadute, che spesso arrivavanoin mano ai russi. Durante questa battaglia la VVS travolse letteralmente la Luftwaffecompiendo in poco tempo 35.000 sortite in appoggio alle truppe di terra, imparandodai propri errori e dalle tecniche del nemico e producendo, fattore importantissimo,41.000 aerei e addestrando 131.000 aviatori.La Sesta Armata si arrese il 31 gennaio 1943, di tutte le migliaia di uomini rimastiintrappolati nella sacca 151.000 si arresero e furono avviati nei campi diconcentramento al gelo, di questi nemmeno 5.000 riuscirono a tornare in Germaniaalla fine della guerra. Le perdite furono incalcolabili da ambedue le parti, più dimezzo milione di soldati tedeschi e alleati deceduti per la fame, il freddo, le malattiepiù che per le pallottole. La Luftwaffe perse circa 700 aerei tra caccia e trasporti eimpiegò un certo tempo per risollevarsi quando i vuoti aperti sia negli aerei dacombattimento che nei trasporti furono colmati. Il dramma di questa battaglia localizzata intorno a Stalingrado è descritto contenerezza e obiettività dal reporter di guerra russo Vasilij Grossman nel suobellissimo romanzo “Vita e destino”, una lunga serie di racconti di eroi, traditori,idealisti, vittime, madri e figli frutto delle sue interviste ai soldati e civili di diversenazionalità. In seguito questo romanzo venne censurato dal regime di Breznev,vennero distrutte tutte le copie, le veline, la macchina da scrivere e i nastri, persinole carte carbone ed è giunto frammentato da noi in Occidente direi proprio permiracolo. Una lettura da non perdere.Stalingrado costituisce una svolta psicologica-politica nella Seconda GuerraMondiale, provocò nei sovietici il consolidamento della propria fiducia dopo tantesconfitte mentre cominciò a far impallidire la mistica certezza che Hitler fosse ungenio militare, di fatto il dittatore aveva mischiato e confuso in manierainammissibile la propaganda e la politica con la strategia militare.Donne pilote russeMarina Raskova – a soli 27 anni famosa pilota detentrice di vari record - si assunsel'impegno di creare tre formazioni aeree di sole donne chiedendo l'autorizzazionedirettamente a Stalin, forte del suo prestigio personale. Stalin dopo un attimo diripensamento ma bisognoso di piloti sottoscrisse il decreto n. 0099 in cuiautorizzava la costituzione di tre reggimenti aerei femminili, il 586° dicacciabombardieri, il 587° di bombardieri in picchiata e il 588° di bombardierileggeri notturni.In quei giorni drammatici e di incertezza arrivarono al governo sovietico le lettere dicentinaia di ragazze frequentatrici dei club di volo che si offrivano volontarie percombattere sul fronte. Erano spinte non solo dalla volontà didifendere la Patria ma anche dalla riconoscenza verso unoStato che, contrariamente all'impero zarista, aveva permessoloro l'accesso allo studio, alla sanità, di poter scegliere lapropria professione e di realizzare le proprie aspirazioni graziealla Costituzione che sanciva la parità tra i due sessi.Al bando di arruolamento le risposte furono stupefacenti: centinaia di giovani donnetra i 17 e i 22 anni, studentesse, laureate, operaie, aviatrici esperte, paracadutiste,14

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si presentarono spontaneamente ai centri di reclutamento con gli zaini in spalla.Venne iniziata la selezione per armieri, meccanici, ufficiali di rotta, piloti -nonostante l'ironia dei militari maschi - mancavano gli indumenti, le tute di volo egli stivali delle misure adeguate e tutto andava adattato con risvolti spessoumoristici.Marina Raskova venne incoraggiata e aiutata dai qualificati quadri femminili deiComandi dell'Aviazione e del Partito, era una donna determinata ma semplice,modesta e amabile che divenne spontaneamente molto cara a tutti.Divenuti lentamente operativi, i reggimenti vivevano in alloggiamenti umidi e freddi,con poco cibo e acqua, scarsi rifornimenti, su aeroporti improvvisati senzasegnaletica notturna, dovendo provvedere alla manutenzione degli aerei, delle armie al carico delle bombe.Gli equipaggi volavano senza paracadute perché impacciava i movimenti negliangusti abitacoli, poi dopo una tragedia che coinvolse un aereo, si rassegnarono adadottarlo. L'altra ragione di non volare con il paracadute era la consapevolezza chelanciarsi sopra le linee nemiche non era proprio consigliabile per una donna.....

Il 588° reggimento di bombardamento notturno sui vecchiPo-2 partecipò alle missioni sul cielo di Rostov – la portadi accesso al petrolio del Caucaso – su Stalingrado emolte altre zone di guerra.Il Polikarpov-2 era un biplano in tela e legno di vecchiaconcezione, costruito in notevole quantità per i lavoriagricoli, ma affidabile e di facile manutenzione, la ottima

portanza alare permetteva una notevole maneggevolezza alle basse velocità ebasse quote; l'equipaggio era composto da pilota e navigatrice in due abitacoliaperti e separati, senza riparo dal vento e dalla pioggia.Nella sua vita operativa il 588° compì ben 23.672 missioni di guerra sganciandocirca 3.000 tonnellate di bombe. Volando in qualsiasi condizione meteo, la tecnicanotturna era di imballare il motore e scendere a quote basse per attutirne il rombo;spesso venivano eseguite anche dieci missioni per ogni nottemettendo a dura prova la resistenza degli equipaggi, che poi digiorno dovevano rifornire e manutenzionare i vecchi biplani. Nel settembre 1942 il Com.te tedesco Johannes Steinhoff,irato e stupefatto, coniò nel suo diario per lo stormo il termine“streghe della notte” e scrisse “ noi non ci capacitiamo che ipiloti russi che ci danno più fastidio siano proprio delle donne,vengono di notte con i loro vecchi biplani e non ci fanno dormire”Fu questa l'unità più decorata, al massimo della sua efficienza contava 40

equipaggi di due donne ciascuno, dei quali 31 aviatrici morirono incombattimento tra il 1942 e il 1945.Marina Raskova il 28 dicembre 1942 raggiunse alcuni aerei edequipaggi rimasti bloccati per una bufera, finalmente quando latempesta sembrò calare Marina scaldato il motore del suo Zvezdocka(piccola stella) decollò. Non rientrò dalla missione e dopo moltericerche arrivò la notizia che il maggiore Marina Raskova era

precipitata causa il maltempo vicino al fronte di Stalingrado. Aveva solo 30 anni. Oltre a lei la più famosa donna pilota da combattimento fu Lidija Litvjak (foto)accreditata di 12 o 13 abbattimenti individuali nel corso di 66 missioni sopra15

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Stalingrado. Volava su uno Yakovlev Yak-1 nel Gruppo organizzato da MarinaRaskova e aveva solo 21 anni.Abbattè un Bf-109 pilotato da un asso, il ten. Erwin Mayer che, sopravvissuto alloscontro rimase di sasso quando conobbe la giovanissima pilota donna che l'avevamitragliato. Sparì in combattimento durante uno scontro impari contro unasquadriglia di Bf-109. Nei terribili anni di guerra seguenti i gruppi da combattimento composti da donne abordo di bombardieri e dei caccia Jak-1 seguirono il duro cammino di conquista - odi riconquista – delle truppe sovietiche, penetrarono in Prussia Orientale e poi inGermania. La battaglia di Kursk – lo scontro tra Titani 5 luglio -13 luglio 1943Nel marzo del 1943 fu il grande disgelo (rasputitsa) che comporta lo scioglimentodelle nevi e pertanto la trasformazione delle strade in pantani invalicabili a bloccarele offensive costringendo i due contendenti, ormai esausti, a pianificare le variabiliche avrebbero avuto un impatto cruciale sulle sorti del conflitto. Dopo duecampagne la Germania non era riuscita a sconfiggere l'Armata Rossa per la qualeinvece la sopravvivenza nazionale non era più in dubbio.Né nel settore settentrionale né il quello meridionale vi erano in gioco questionimilitari ed economiche mentre in quello centrale si evidenziava l'area decisiva.Il “giocatore d'azzardo” Adolf Hitler con il parere dei suoi stessi generali (ma nonquello di Guderian e di von Manstein) decise nel 1943 di intraprendere un'ultimagrande offensiva nel settore centrale del fronte con l'obiettivo di accorciare il frontestesso e di distruggere le armate sovietiche concentrate intorno al grande salientedi Kursk, una piccola città distante trecento miglia da Mosca, un saliente lungo 150miglia e largo 100. Richiamato il generale Heinz Guderian al fine di riorganizzare ledivisioni corazzate, l'arma offensiva più potente dell'esercito tedesco, e affidando leoperazioni al “cervello operativo più fine” Erich von Manstein, Hitler aveva bisognodi una grande vittoria militare anche per rassicurare i suoi alleati (..e persuadere laTurchia a entrare in guerra) alcuni dei quali stavano iniziando a pensare di averpuntato sul cavallo sbagliato. Il piano dell'”Operazione Cittadella” era di stringere inuna classica operazione a tenaglia il saliente e di spazzare via le divisionisovietiche al suo interno. Iniziato il 5 luglio 1943, fu il più grande scontro tra carri armati di tutta la Storia cuiparteciparono circa 5.000 cingolati, due milioni di uomini e 5.000 aerei delle dueparti. L'arrivo di 183.000 autocarri americani del programma “Affitti e Prestiti”contribuì a conferire maggiore mobilità alle forze sovietiche anche se la domandasuperò sempre la disponibilità.I russi ebbero tutto il tempo per approntare i loro anelli difensivi con nove armate ecirca 20.000 cannoni minando il terreno intorno allefortificazioni con 4.000 mine per ogni miglio quadrato (ilterreno più fittamente minato di tutta la Storia)mettendoal lavoro anche 300.000 civili. Ben 3.000 aerei furonoschierati dei quali 950 Shturmovik Il-2m3 questa voltaarmati di due cannoni da 37 mm. sotto le ali e i nuoviYak-9D (foto) paragonabili agli ultimi modelli di Bf109G e FW 190 e i La-5FN. La Luftwaffe riuscì a schierare tutti gli aerei disponibili sul Fronte Orientale, quasi 2.000 velivoli, ma gli altri fronti costrinsero a ridurre a600 caccia l'opposizione alla VVS, una carenza che avrebbe avuto conseguenze16

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decisive sulla battaglia. La migliore versione tedesca dello Shturmovik, il bimotoreHenschel Hs 129B (foto) fu schierato in forze ma nonostante la corazzatura e uncannone da 30 mm. sotto la fusoliera non dimostrò mai caratteristiche affidabili.La battaglia a terra in campo aperto nella steppa tra carri armati, blindati, soldati in

mezzo ai campi di mine fu terribile e con alterne vicendefino al 13 luglio quando Hitler stesso, questa voltacontrariamente alle sue abitudini, ordinò la ritiratasospendendo l'offensiva per inviare mezzi e uomini su altrifronti. Infatti proprio in quei giorni gli Alleati erano sbarcatiin Sicilia. L'11 luglio si assiste ad una delle maggiori

battaglie di carri mai combattute in cui a Prokhorovka il Panzer Korps SS si scontròcon la 5a Armata della Guardia, circa 700 carri sovietici e tedeschi vennero distrutti.A Kursk le batterie di cannoni, i campi minati, la coraggiosa fanteria, i carri armati egli Shturmovik respinsero i Panzer tedeschi mentre nel cielo i caccia russisoverchiarono la Luftwaffe. Fu una grande battaglia combattuta in campo aperto nella steppa dove i Panzerfurono utilizzati come cesoie per aprire i varchi nelle fortificazioni russe,contrariamente al passato quando venivano usati come cunei per sconvolgere inprofondità gli schieramenti nemici che non si aspettavano una guerra di movimento.Le perdite di uomini furono 50.000 tedeschi e 178.000 russi, 300 aerei contro 1.600sovietici, 1.500 blindati, carri Tigre, Panther e il gigantesco semovente Ferdinandcontro più di 1.000 T-34 sovietici con la drammatica differenza che le riservetedesche si erano ormai esaurite mentre l'Armata Rossa riusciva a sostituiretempestivamente uomini e mezzi perduti. In seguito la Luftwaffe venne continuamente spostata da un punto all'altro delfronte, costretta ad effettuare missioni di attacco al suolo a bassa quota per la qualenon era propriamente attrezzata; era evidente la disparità numerica con 400 cacciada opporre a 7.500 aerei della VVS.Vi furono anche clamorosi errori sulla stima delle forze sovietiche, probabilmente ilpiù eclatante fu di non aver conteggiato le truppe siberiane – equipaggiateadeguatamente per il freddo – che a centinaia di migliaia furono caricate sui treniinsieme ai loro carri armati in Mongolia e rispedite sul fronte occidentale quando laspia di Stalin a Tokyo, Richard Sorge, seppe che il Giappone non avrebbeattaccato la Russia. Del resto è anche ormai certo che Sorge avesse avvisatoStalin della data esatta dell'invasione, ma fu ignorato.Come aveva previsto Heinz Guderian (che in precedenza aveva osato dire a Hitler“lasci perdere!”) la battaglia di Kursk rappresentò una sconfitta cruciale per laGermania e dato che la guerra sul fronte orientale fu il teatro decisivo in Europa, ne

consegue che a Kursk i tedeschi subirono la sconfitta checostò loro la guerra.L'era delle tante vittorie del Blitzkrieg si chiusedefinitivamente per la Germania in quello scenario el'iniziativa passò definitivamente ai sovietici che nonrallentarono mai la pressione disponendo di una massaben superiore di mezzi, di aerei e di soldati in marciainarrestabile verso Berlino senza preoccupazione per le

perdite. Nonostante l'impennata produttiva - dovuta alla eccezionale capacità

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Page 18: BATTAGLIE NEI CIELI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE · DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Sonderkommando Elba -- i kamikaze - ... ragazzi di 20 anni che si sentivano invulnerabili, ciecamente

organizzativa dell'architetto Albert Speer Ministro degli Armamenti – con lenumerosissime fabbriche decentrate e all'utilizzo di milioni di operai e prigionieriridotti in schiavitù la Luftwaffe non riuscì più ad opporsi alla supremazia sovieticapoiché era occupata sempre maggiormente per la difesa delle città tedeschecontro i devastanti bombardamenti delle Forze Aeree americane e britanniche,effettuati di giorno e di notte secondo la strategia del terrore denominata round-the-clock (intorno alle 24 ore dell'orologio) che provocarono, per fare pochi esempi,oltre 50.000 morti ad Amburgo, più di 80.000 a Dresda in sole 24 ore, a Berlino, aColonia, a Schweinfurt e molte altre città tedesche.Probabilmente se “il giocatore d'azzardo” non avesse interferito continuamente eprofondamente nelle decisioni belliche (pensava di essere il novello Napoleone) eavesse lasciato più libertà ai suoi brillanti strateghi (come ad esempio vonManstein, Guderian, Rommel che furono “i grandi innovatori” per la Wehrmacht eper la Luftwaffe furono Kesserling e W. von Richtofen) le sorti della guerrasarebbero cambiate per qualche tempo sull'Europa, ma sicuramente perpoco.....L'invasione dell'Unione Sovietica premeditata da tempo (fu anche unaguerra ideologica) secondo la dottrina della conquista dello spazio vitale a Est(lebensraum) considerando quelle popolazioni come popoli inferiori o megliosottouomini (untermenschen), fu l'azzardo che coinvolse tragicamente milioni dipersone costringendo il popolo tedesco a combattere su tutti i fronti immaginabilipossibili, dall'Atlantico al Mediterraneo fino al Caucaso. Per citare alcune drammatiche statistiche, nella battaglia di Stalingrado l'Asseperse 185.000 uomini, 400.000 divennero prigionieri, 1.100 carri armati e 600 aerei.I sovietici persero 480.000 soldati, 2.900 carri armati e 700 aerei. Fu un conflitto globale impossibile, una vera Apocalisse per tutti che solo unmegalomane visionario poteva generare.

Valter Barretta marzo 2017

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