Badiale,Bontempelli - L'Italia Nella Crisi

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  • 8/3/2019 Badiale,Bontempelli - L'Italia Nella Crisi

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    L'Italia nella crisi

    Marino Badiale e Massimo Bontempelli

    Nelle terribili turbolenze che stanno investendo i mercati e che hanno ricadutecrudeli su alcuni paesi, davvero essenziale, per preservare quel che restadella civilt da un'inedita barbarie, possedere diagnosi e prognosi corrette diquel che sta succedendo. Alcuni sottovalutano il ruolo della speculazionefinanziaria, sostenendo (come ha fatto anche il presidente della RepubblicaNapolitano) che se le condizioni di un paese sono sane, esso non ha nulla datemere dalla speculazione, dimenticando, tra tante altre cose, che la sanitrispetto alla speculazione e quella rispetto all'economia reale sono ben distinte,

    e che le condizioni che appaiono sane perch allontanano gli attacchispeculativi, possono essere quanto mai nocive per l'economia reale.

    Altri puntano il dito contro la speculazione, ma in maniera sbagliata edistorcente perch la intendono come un'attivit specifica di alcuni gruppifinanziari (ad esempio i famosi hedge fund). La prima cosa da comprendere ,invece, che speculazione e sistema finanziario globale, inclusivo di tutte le suediversissime articolazioni, sono esattamente la stessa cosa. Il sistemafinanziario globale, cio, non pu agire che in maniera ininterrottamentespeculativa nella sua interezza.

    Per comprendere questa realt occorre fare riferimento a tre concettimarxiani: accumulazione allargata,plusvalore e capitale fittizio. dimostrato da Marx e dai fatti che il capitale non pu autoriprodursi se nonallargandosi continuamente, e che il suo allargamento consiste in unaproduzione crescente di plusvalore dal valore.

    Perch questo accada nell'economia delle merci, occorre che il plusvaloreprodotto, cio incorporato nel valore della merce, venga poi realizzato: cio,banalmente, la merce sia convertita in danaro con sua vendita. il famosociclo di circolazione capitalistica indicato da Marx come D-M-D', cio denaro-merce-denaro, dove il plusvalore rappresentato dalla differenza tra D' e D.

    Nella seconda met degli anni Settanta un deficit latente e permanente didomanda monetaria, sulle cui radici nell'economia reale abbiamo gi detto inaltri interventi, ha progressivamente frenato la realizzazione del plusvalorenell'economia delle merci. Poich, come si gi ricordato, il capitale non puautoriprodursi se non allargandosi, la ricerca del plusvalore stata spostatadall'economia delle merci al capitale fittizio, che, nei termini di Marx, quelloindicato dalla formula D-D', dove il denaro genera maggiore denaro senzapassare per la merce.

    Maggiore denaro non per di per se stesso plusvalore, perch il plusvalore

    una quantit di valore contenuta nel valore della merce prodotta dal lavoro.Se cos non fosse, se maggiore danaro fosse di per se stesso plusvalore, ildenaro avrebbe valore in quanto tale, come semplice carta, e ci

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    evidentemente assurdo. Il danaro ha un valore in quanto rappresenta ilvalore di scambio delle merci, rispetto alle quali ha potere d'acquisto.Lo speculatore che guadagna con passaggi da denaro a denaro, si appropriaquindi di plusvalore soltanto in quanto il denaro che guadagna vale una certa

    quantit di merci. Quella quantit di merci, d'altra parte, non pu esseremagicamente generata dal denaro stesso. L'illusione ottica che se unospeculatore guadagna cifre enormi facendo svalutare una moneta tragga il suoguadagno da una specie di gioco da casino, appunto un'illusione ottica.

    Il capitalista, infatti, che da una speculazione guadagna, ad esempio, unmiliardo, ha in mano un potere d'acquisto di beni per il valore, appunto, di unmiliardo, tanto vero che si pu comprare ville, aerei, panfili ecc.

    Da dove vengono quei beni? Non certo dal nulla. Nel caso di una speculazioneal ribasso di una moneta, che abbiamo preso come esempio, i beni importati

    costano di pi, e quindi la popolazione dispone, con gli stessi denari, di unminore potere d'acquisto dei beni, il valore dei quali passato agli speculatori.

    Tutti i guadagni speculativi non sono, quindi, come mostra l'esempio fatto (ei tanti altri che si potrebbero fare) che prelievi nascosti e parassitari diplusvalore, attraverso meccanismi di trasmissione indiretta di ricchezzaprodotta dall'economia delle merci.

    Poich il sistema finanziario globale capitale fittizio, dunque capitalenecessitato alla sua ininterrotta accumulazione, e poich tale suaaccumulazione, non passando per le merci, deve prelevare continuamentericchezza prodotta dall'economia che passa attraverso le merci, il sistemafinanziario globale non pu che essere un meccanismo di depauperamentodelle economie nazionali.

    Questo per la necessit della sua stessa logica di funzionamento. Credere,quindi, che una crisi locale, coma quella della Grecia, possa essere risolta daprovvedimenti temporanei di cosiddetta austerit, o che altri paesi possanoprevenire una crisi simile con politiche di smantellamento della protezionesociale, o grazie al mitico avanzo primario del bilancio statale, o all'ancorapi mitica crescita, assurdo.

    I paesi europei saranno come un treno con una serie di vagoni di cui la

    speculazione attaccher sempre l'ultimo, e un ultimo ci sar sempre, perch,fatto fuori l'ultimo, sar il penultimo a diventare tale. Nel momento storicoattuale, spogliare la ricchezza del sistema finanziario e bloccarne ilfunzionamento, certamente un'impresa difficile e dai risvolti nell'immediatoanche nocivi. Occorre per sapere che, senza farlo, nel giro di alcuni anni, ogniresidua ricchezza economica e sociale dei nostri paesi sar divorata da questomostro. Di questo, purtroppo, c' oggi una scarsissima consapevolezza.

    Pochi capiscono, come Guido Viale, qual la situazione. Egli scrive ne ilmanifesto del 12 luglio: In un mondo al cappio, la finanza internazionaleche fa la politiche economiche. Quelle che vedete. Gli Stati non ne fanno pi, one fanno solo quel poco che la finanza permette loro di fare, a condizione dipotere continuare a speculare e a mandare i malora il pianeta. Anche lacrescita, ormai, le interessa solo fino a un certo punto: se non c', poco male,

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    finch restano pensioni, salari, welfare, servizi pubblici e beni comuni dasaccheggiare. Non la prima volta nella storia che questo succede. Anche LuigiXIV, il re Sole, diceva: dopo di me il diluvio.

    Perfetto (a parte che il sovrano in questione non era il re Sole, ma il suosuccessore Luigi XV).

    Se chiaro questo meccanismo infernale che ci attacca, ci si pu chiederecome mai l'attacco venga condotto in questi giorni contro l'Italia.

    La risposta sta probabilmente nella evidente debolezza del governo Berlusconi,minato da scontri interni e dalle indagini giudiziarie. Il punto decisivo qui probabilmente il primo, il fatto cio che il blocco politico che sostieneBerlusconi un arcipelago di feudi politico-imprenditoriali-mafiosi inlotta feroce per la spartizione di risorse sempre pi scarse. Berlusconi, semprepi indebolito, non sembra pi in grado di mantenere questa conflittualit entro

    limiti compatibili con una linea unitaria di governo. Questa evidente debolezzarende in questa fase il nostro paese un facile bersaglio per le manovre dellafinanza internazionale. molto probabile che questa situazione diventerpresto ingestibile, e che il governo Berlusconi venga sostituito da un governotecnico sostenuto dal centrosinistra.

    Questo significher ulteriori strette, ulteriori manovre depauperatrici dei cetisubalterni.

    Le richieste europee, delle quali il centrosinistra si far strumento in manierapi convinta rispetto al centrodestra, comportano altre manovre altrettanto

    devastanti di quella appena varata dal governo Berlusconi.Il destino che attende questo paese del tutto simile a quello che vediamorealizzarsi per la Grecia. Il popolo italiano non ha nulla da sperare da destra esinistra, che sono egualmente strumento delle oligarchie internazionali.

    L'unica possibilit di resistenza sta in un rifiuto netto di destra e sinistra,copiando lo slogan del popolo argentino di dieci anni fa (che se ne vadanotutti!), e in una posizione di totale e intransigente rifiuto dell'attuale manovrafinanziaria e delle prossime.

    Noi il debito non lo paghiamo: su questo slogan occorre costruire un fronte

    di opposizione sociale con tutte le forze disponibili. La costruzione di un talefronte l'unica speranza di contrastare i sicuri effetti negativi che una crisiparagonabile a quella greca avrebbe per l'Italia. infatti evidente che una talecrisi in Italia, in mancanza di forze che si oppongano ad essa in nome delsuperamento dell'attuale organizzazione economica e sociale, potrebbe averesolo due esiti possibili: o la disperazione totale, e di conseguenzal'imbarbarimento molecolare del paese, o una svolta reazionaria, magarigestita dalla Lega o da suoi spezzoni, con la possibile rottura dell'unit delpaese. La creazione di un fronte anticapitalistico di opposizione socialealla crisi ci appare quindi una urgente necessit.