B2eyes magazine 01-2013

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WWW.B2EYES.COM N1 2013

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall'attualità alla moda, dall'aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco & offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch'essi importanti per la crescita professionale del punto vendita specializzato.

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali,della vista, della visione e della percezione visiva

Gennaio 2013 numero 1www.b2eyes.com

In copertina: Hoya

Direttore ResponsabileAngelo Magri

RedazioneB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Francesca [email protected]

Direzione generaleLuciano Cristiano

cel. 334 [email protected]

Pubblicità[email protected]

EditoreB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Art DirectionMeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

N12013 SOMMARIO

B2TRADEEditoriale Un paese (e un settore) per vecchi? 3Il punto Non tutto il male vien per nuocere 5Strategie e mercato Il 2013 dal punto di vista della distribuzione: la sua mutazione 6Il 2013 dal punto di vista dei consumatori: il profilo delle cose che verranno 8Attualità Sarà il Mido delle “prime volte” 12Lac, il business è trainato dal silicone hydrogel 14Norme delle professioni non regolamentate e Registro dell’Optometrista Magistrale: simmetria di principi 16 Federottica: stop al nome Assopto e apertura ai collaboratori 20Vision Group Academy, completato il roadshow sulla sicurezza 23Amarcord Se avessi passato quell’esame da fotografo… 25

B2STYLEModa Passione Barocco 32 Colore d’inverno 34 Neo Dandy 36

B2EXPERTLegale Caso Marcuglia: nessun “abusivo svolgimento della professione medica” 38Consulente Cosa cambia con la legge di stabilità 2013 42Meditazioni Specchio delle mie brame, come lo vendo l’occhiale più bello del reame…? 44Formazione Vision up-to date: parola d’ordine, interdisciplinarietà 48Lab La valutazione delle lenti a contatto multifocali 50

B2TECHLenti oftalmiche Hoya Faculty: in Italia la versione evoluta 54In Zeiss Academy tutto il know how del brand 58

B2JOB Vetrina Offro/cerco 62

Registrazione presso il Tribunale di Milano

N. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653€ 1,80 - Copia omaggio

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EDITORIALE

UN PAESE (E UN SETTORE) PER VECCHI?

erlusconi 76, Monti 69, Bersani 61, Ingroia 53. Lo scenario dei leader alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio mostra un

quadro anagrafico allarmante. Persino il movimento più giovane e innovativo che si sia mai visto da molti decenni a questa parte ha alle spalle un “padre” di 64 anni, come Grillo.Del resto, chi aveva proposto rottamazioni e ricambio generazionale, tipo Renzi, ne è uscito sconfitto. Sembra che siano soltanto i giovani a chiedere un rinnova-mento anagrafico, mentre chi detiene il potere, ma anche molti di coloro che potrebbero influenzarlo, cioè gli elettori, appaiono timorosi e spaventati: il momento attuale richiede esperienza, non è il caso di affidarci a gente inesperta o sprovveduta… e via con considera-zioni di questo genere.Fermo restando che la data di nascita, da sola, non è ovviamente sufficiente a garantire qualità e competen-za, appare altrettanto evidente che la gioventù porti con sé energie, idee e risorse nuove, oggi più che mai necessarie.Anche nell’ottica ci avviciniamo a un appuntamento elettivo importante: il rinnovo dei vertici di Federottica, la principale associazione al dettaglio del settore, in programma a giugno. In questo numero il presiden-te uscente, Giulio Velati, pur senza anticipare alcun nome, abbozza l’identikit del proprio successore. Che,

tra le varie caratteristiche, difficilmente avrà un’e-tà giovane. Ci vuole prima di tutto una buona dose di esperienza – afferma - per sapersi muovere nei meccanismi associativi e per affrontare le dinamiche settoriali. Inoltre i giovani – sostiene ancora Velati - non sempre dispongono del tempo necessario per dedicar-si all’attività sindacale. Tanto che la scelta più probabi-le, anche se il toto-nomine è ancora lontano da venire, s’intravede già: quella di un professionista tra i 40 e i 50 anni, non certo “vecchio” quindi, ma già da tempo inserito nella struttura associativa. Un po’ come è stato fatto per l’Albo degli Ottici Optometristi, che prima di Natale ha portato sul gradino più alto Andrea Rattaro.La consuetudine alle stanze del potere, tuttavia, non ri-schia di consumare quella dose di freschezza, addirit-tura di spregiudicatezza, che la vera, se non la meglio, gioventù assicurerebbe?A fine febbraio su scala nazionale, a giugno a livello settoriale vedremo se prevar-ranno le soluzioni più estreme e meno classificabili negli schemi a noi noti; o se, per contro, avrà la meglio quella sorta di “usato sicuro”, che di certo non uscirà dal solco della continuità (nella migliore delle ipotesi) o della mediocri-tà (nella peggiore).

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Angelo Magri

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IL PUNTO

NON TUTTO IL MALE VIEN PER NUOCERE

ire che i problemi che hanno attraversato l’ottica nel diffici-le anno appena trascorso siano equivalsi alle febbri che ci prendevano da ragazzi e ci facevano alzare dal letto più alti

di cinque centimetri è sicuramente eccessivo; ma è anche vero che quello che non era successo, in termini di trasformazione e ammodernamento del sistema distributivo, negli ultimi decenni si è ora messo in moto.Le difficoltà del maggiore e più antico gruppo distributivo italiano sono servite a mettere in luce come il successo per i retailer sia sempre più appannaggio di chi copre meglio e più aggressivamente quel “miglio verde” che va dal prodotto al consumatore e non si limita a vivere nel suo segmento specialistico, produzione, ingrosso o distri-buzione della filiera. Su questo principio si sono costruite tutte le grandi marche della moda/abbigliamento e dintorni ed è stato efficacemente applicato da Luxottica che, entrando nel capitale di Salmoiraghi&Viganò, ha chiuso la porta del mercato nazionale alla concorrenza e ha probabilmente fissato un punto di partenza per una sua presen-za più incisiva nella distribuzione ottica europea. Gli analisti di Borsa hanno, più o meno unanimemente, escluso che Luxottica abbia a temere reazioni da parte della distribuzione. Questa valutazione è condivisibile, atteso che la distribuzione nazionale è ancora troppo frazionata, tradizionale e priva di capa-cità negoziali per organizzare il dissenso. Proprio per questo motivo, e senza che a ciò sia stato attribuito un particolare significato, il peso delle catene è notevolmente cresciu-to in questi anni post 2008 e sta introducendo un approccio più retail in tutto il sistema, a partire dal peso che vi hanno le marche e la comunicazione. Ad apportare altri stimoli al rinnovamento sarà, senza dubbio, la nuova normativa delle professioni non regolamentate che, sottraendo l’ottico al tormentone dell’ottico/optometrista, libererà energie per inquadrare, dall’interno e su basi condivise, la professione dell’optometri-sta e consentirà di concentrare l’attenzione sul tema centrale dell’ottica: diventare propositivi e tornare a crescere. Infine, l’ingresso di un fondo in Marcolin, dopo quello di Hal Investments in Safilo, segna probabilmente la fine dell’epo-pea dei gruppi familiari agordini e cadorini, da cui la multi-nazionale Luxottica si è allontanata da tempo, e conferirà un profilo più internazionale alla nostra occhialeria, requisito indispensabile per restare competitivi in quelle parti del mondo dove esistono ancora reali prospettive di crescita.

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Danilo Fatelli

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a distribuzione, ma naturalmen-te non solo, si troverà ad af-frontare nel 2013 l’aggravarsi

delle tendenze involutive emerse dopo il 2008 che hanno comportato una flessione, non sempre e non per tutti, delle vendite, ma certamente un pro-cesso di downgrading del mix dei pro-dotti venduti, un’accentuazione della pressione promozionale, un maggiore atteggiamento selettivo dei consuma-tori che sta rimettendo in discussione anche vincoli di fedeltà consolidati, nuovi problemi societari (l’applica-zione della legge 62, sottraendo un reddito caratteristico ai bilanci della distribuzione, avrà lo stesso effetto di una nuova tassa) e organizzativi con il personale.In effetti, se si esaminano a fine 2012 i risultati delle vendite e delle principali leve di marketing della distribuzione, intesa come sistema e includendovi, quindi, tutti i settori e tutti i canali, si ha un’oggettiva difficoltà a cogliere le tendenze lungo le quali il cambiamen-to procede, sia perché i risultati che si riscontrano si collocano comunque in un quadro di generale tendenza involutiva, sia perché nel breve ciclo avviato dal 2008 a oggi i risultati delle singole componenti del mercato difficilmente hanno avuto andamenti univoci e inequivocabili.Ciononostante, alcune linee di ten-

denza che vanno oltre la naturale evoluzione delle pratiche commerciali emergono e fanno prefigurare un cambiamento sostanziale dell’assetto della distribuzione nei prossimi anni.Europa e stallo dei consumi Nella storia della distribuzione in Euro-pa due paesi, Francia e Regno Unito, hanno svolto il ruolo di innovatori e di guida nella ricerca di nuovi concept e di format di successo in tutti i canali distributivi, ottica inclusa, che espor-tano ancora oggi in tutto il mondo, a settant’anni dalla nascita dell’era della distribuzione moderna. Le insegne di questi due paesi sono ancora le più

efficaci nel modulare i loro assetti com-merciali e organizzativi in funzione dei mutamenti del mercato e dell’economia e hanno introdotto innovazioni, che, pur se attuate con modalità diverse da paese a paese e da settore a settore, seguono linee strategiche comuni e soprattutto hanno un obiettivo comune: fronteggiare la flessione dei consumi dilatando le occasioni di contatto con la clientela e, quindi, le opportunità di vendita, nella consapevolezza che lo sviluppo del giro d’affari è possibile solo con la creazione di nuovi punti di vendita e/o con la sottrazione di vendite alla concorrenza.

STRATEGIE E MERCATO

IL 2013 DAL PUNTO DI VISTA DELLA DISTRIBUZIONE: LA SUA MUTAZIONE

Cinque anni di difficoltà stanno forzando la distribuzione a ricercare nuove modalità di rapporto con un consumatore sempre più povero e impaurito.

Cosa succede in Europa

Ldi Danilo Fatelli

L’ottica, con la farmacia e la profumeria, finisce con l’entrare nel mirino delle medie e grandi superfici del largo consumo, com’è successo in misura modesta in Italia con gli ipermercati, ma in modo più massiccio in Inghilterra dove i reparti di ottica sono presenti nelle farmacie o in Spagna nei Grandi Magazzini: nella foto, la farmacia in un supermercato inglese, Tesco

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Integrazione merceologicaNella distribuzione moderna gli sche-mi e i limiti merceologici sono saltati da tempo, il fatto nuovo e sempre più diffuso è la presenza del commercio specializzato all’interno dei grandi despecializzati, inserito in reparti che nulla hanno a che fare con la confi-gurazione preesistente del punto di vendita. Nei punti di vendita di pros-simità, piuttosto che nei distributori di benzina dei centri città o nei centri di conurbazioni periferiche, è stata inse-rita l’offerta di cibi e bevande pronte per il consumo, in concorrenza con la ristorazione veloce. L’idea comune in tutte le insegne della distribuzione moderna è che se un cliente trova comodo o rassicurante spendere e consumare abitualmente in un punto di vendita/insegna, allora gli si può vendere tutto quello che si è in grado di offrire.L’ottica, con la farmacia e la profu-meria, finisce così con l’entrare nel mirino delle medie e grandi superfici del largo consumo, com’è successo in misura modesta in Italia con gli iper-mercati, ma in modo più massiccio in Inghilterra dove i reparti di ottica sono presenti nelle farmacie o in Spagna nei Grandi Magazzini.Il negozio specializzato inserito in questi contesti ne assume i comporta-menti commerciali per quanto riguar-da prezzi, promozioni e marche. La distribuzione ottica di tutta Europa ha integrato la sua offerta con reparti di audiometria e, in Inghilterra, con ambulatori dove si eseguono pratiche mediche e chirurgiche.Dilatazione degli orari di venditaNel nostro paese l’obiettivo di servire in ogni momento la clientela è stato ricercato e voluto con la normalizza-zione delle aperture nei giorni festivi, domenica inclusa. In altri paesi, a mio parere a ragione, si è scelta piuttosto la strada del prolungamento degli orari. Le aperture di tredici/quattor-

dici ore sono prassi comune per le grandi superfici, ma anche l’ottica non si discosta di molto da questi orari. Ricerca di nuovi mercati di consumoNaturalmente questo è un tema di fondo per la distribuzione in cerca di sviluppo del proprio business. Quello che si vuole segnalare è come alcune opportunità di consumo siano connes-se ai cambiamenti sociali in atto. Ad esempio in tutta Europa la presenza di persone extracomunitarie si sta dilatando: se a Londra un abitante su due è extracomunitario, a Milano il rapporto fra extracomunitari (sono più di duecentomila) e italiani è di uno su sei. Queste persone hanno diffi-coltà ad accostarsi alla distribuzione specializzata in genere e all’ottica in particolare non solo per la difficoltà di esprimere in italiano i loro bisogni visivi. Si tratta di potenziali clienti con i quali potrebbe essere utile (qualcuno lo ha già fatto) entrare in contatto.Adozione di comportamenti concorrenziali esasperati A parte l’utilizzo di pubblicità com-parative esplicite è diffuso il ricorso all’utilizzo di iniziative promozionali altrui basate sul principio: “se un certo sconto te lo dà il mio concorrente te

lo do anch’io”, fino al rimborso delle differenze di prezzo. Asda, branch inglese di Wal-Mart, sul web offre un servizio di confronto dei propri prezzi con quelli della concorrenza diretta e rimborsa la differenza se il suo prezzo non è inferiore del 10 per cento di quello segnalato. Anche nell’ottica ci sono catene che fanno sconti ai clienti che vanno da loro con le prescrizioni dei concorrenti.Tutta la distribuzione ottica moderna offre pacchetti promozionali importanti che toccano tutti o molti settori di offer-ta, compresi gli occhiali da sole.Il commercio via web Tutte le forme di commercio specializ-zato hanno trovato sul web opportuni-tà di sviluppo. In Francia una fetta importante del mercato dei prodotti di contattologia passa per Internet: in generale questo canale facilita il superamento di osta-coli e limitazioni di vendita. Tutte le catene ottiche europee sono presenti sul web.Qualunque sia la soluzione che si ritiene opportuno adottare ciò che è certo è che l’immobilismo non paga mai, ma soprattutto può risultare fatale in cicli economici fortemente perturbati.

STRATEGIE E MERCATO

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STRATEGIE E MERCATO

l profilo delle cose che verranno era il titolo dell’editoriale di un mensile di economia della distribuzione fon-dato e diretto da due

persone, Sparvoli e Dilettoso, che hanno inventato, con il fenomeno Bar Giornale, la “free press”, tipolo-gia di prodotto editoriale cui appar-tiene anche b2eyes magazine.Ripropongo questo titolo non per tentare, come si faceva in quella rubrica, di profilare il futuro, ma, viceversa, per confessare la diffi-coltà, oggi, a stilare una prognosi dei problemi che affliggono, in molti campi, il nostro tempo; ma poiché pensare al futuro è inevita-bile per chi spera di averne uno, cercheremo di decifrare alcuni dei segnali che si sono materializzati nel 2012 nell’ambito delle com-ponenti economiche e sociali che interferiscono direttamente con il sistema distributivo.Le fortune del terziario, sistema a cavallo fra la produzione vera e propria e il consumatore, sono affidate alla quantità e qualità delle merci e dei servizi che pone sul mercato e all’efficacia delle modalità con cui ciò avviene, entro i limiti di spesa dipendenti dalla disponibilità di reddito che hanno i consumatori e dalla loro voglia di spendere, atteso che, facendo ricor-so al credito al consumo, possono spendere anche quello che non hanno.

Le coordinate macroLe informazioni sul preoccupante andamento dell’economia sono diventate un rituale mediatico quo-tidiano, come la comunicazione de-gli incidenti stradali a Ferragosto o il rincaro dei libri scolastici alla ri-apertura delle scuole. Chi deve di-fendere un budget familiare, come fanno milioni di uomini e donne o come fanno per le proprie imprese oltre 8.000 titolari di centri ottici, ha grandi difficoltà a distinguere fra le notizie che riguardano in qualche modo la sua attività e altre che la toccano, forse, ma da lontano, come per esempio l’andamento dei titoli di Borsa. Qui cerchiamo di fare una sintesi dell’andamento

di ciò che incide più direttamente sui consumi, cioè sulle vendite e sulla redditività dell’impresa ottica specializzata.I dati sull’andamento di quegli indicatori economici che sovente vengono definiti barometri dell’e-conomia segnano, purtroppo, tutti il brutto tempo. Il reddito prodotto dal paese chiuderà il 2012 con un meno 2,2/2,4% sull’anno preceden-te, il peggiore risultato che si sia verificato da molto tempo. Ciò suc-cede dal 1990, con il risultato che in questo lasso di tempo la capacità di risparmio delle famiglie, uno dei punti di forza del nostro paese, si è ridotta del 60 per cento. Il che sta a dire che le persone, le famiglie, le

Idi Danilo Fatelli

IL 2013 DAL PUNTO DI VISTA DEI CONSUMATORI: IL PROFILO DELLE COSE CHE VERRANNO

Redigere il bilancio, al di là della sua funzione legale e fiscale, costituisce un momento di riflessione su quanto accaduto

e quanto potrà accadere nelle imprese

Fonte: elaborazione Consulter su dati Prometeia

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STRATEGIE E MERCATO

aziende e tutto il sistema paese hanno avuto a disposizione meno ri-sorse da spendere o investire. Inevi-tabilmente questo si è ripercosso sui consumi, che sono arretrati ancora di più, appesantiti dall’inflazione che è tornata a superare la soglia del 3 per cento. Logicamente in uno scenario così configurato le aree cri-tiche sono quelle che entrano prima e di più in sofferenza. Ad esempio il divario Nord Sud si va accentuan-do, l’indice dei consumi reali nel 2011 rispetto al 1995 era cresciuto di 10,6 punti al Nord contro i 7 al Sud, ma su una base di partenza che vedeva il Nord disporre di un valore pro capite dei consumi pari a 1,5 volte quello del Sud.Quale profilo ha il consumatore degli anni di crisi?Tralasciamo di approfondire l’andamento degli altri indicatori

macro, perché non farebbero che confermare le indicazioni tratte da quelli esaminati.Pescando, invece, le informazioni in quei settori del largo consumo che dispongono di dati puntuali sull’andamento delle vendite dei diversi settori e di ricerche attuali sul consumatore per cercare di coglierne le reazioni di fronte a questa situazione, fatta di circo-stanze reali e di timori per il futuro, si riesce a descrivere un quadro comportamentale e di tendenze piuttosto nitide, da cui emerge un italiano molto preoccupato, che consuma di meno per cercare di costruirsi un tesoretto contro i rischi di un futuro incerto. Scendendo nel dettaglio dei dati disponibili e sempre tenendo conto delle grandi differenze di reddito, usi e consue-tudini di spesa che si registrano fra Nord e Sud, fra grandi e città e

provincia, ma perfino fra perife-ria e centro delle grandi città per cui tutte le informazioni debbono essere contestualizzate nell’am-biente in cui si vive, si apprende che i consumatori, abbandonate le euforie consumistiche ante 2000, si sono fatti più razionali il che vuol dire che:•limitano gli acquisti per ridurre

gli sprechi;•acquistano più prodotti a mar-

chio del distributore;•acquistano più prodotti in promo-

zione;•vanno meno al ristorante e in

vacanza;•usano meno la macchina;ma nello stesso tempo non voglio-no rinunciare alla qualità e allora:quasi 13 milioni di persone ogni giorno accedono in rete e un terzo lo fa per controllare e confronta-re prezzi e promozioni prima di acquistare.Mentre il punto di vendita diventa il riferimento delle proprie scelte a misura del rapporto fiduciario che si instaura, che deve però accettare e tenere conto di:•continue verifiche orizzontali; •condivisione del rapporto di

clientela con i concorrenti scelti per ragioni diverse, quali la co-modità, la qualità dell’ambiente, la specializzazione e, natural-mente, la convenienza.

La domanda che ci poniamo è: riuscirà il nostro eroe/consumatore/cittadino a difendere il tesoro della qualità del proprio tenore di vita? Chi e come pagherà il prezzo di questa difesa?Il problema per tutti, negozi piccoli, grandi, tradizionali e catene, è di sapersi adeguare al “profilo” del nuovo consumatore che emerge dalla pratica quotidiana, oltre che dagli studi di settore e dalle analisi delle vendite, e aiutarlo a sopravvi-vere finché non torni (?) il sereno.

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ATTUALITÀ

Novità assolute dell’edizione 2013, l’avvio nella giornata di sabato e il Frecciarossa dedicato agli ottici italiani. Un gradito ritorno, invece, l’Otticlub. L’obiettivo?

Tenere testa alla crisi, soprattutto del mercato interno, e confermare i numeri dell’anno scorso, sia in termini di espositori sia di buyer

un mese circa dalla nuova edizione di Mido, in program-ma a Fieramilano Rho dal 2 al 4 marzo, Cirillo Marcolin, presidente della più grande manifestazione fieristica del

settore, svela e motiva le principali novità che i clienti del nostro paese troveranno nelle tre giornate di lavori.Che tipo di riscontro vi aspettate da un’ini-ziativa come quella dell’alta velocità Roma-Milano per attirare gli ottici italiani?Ci aspettiamo che venga accolta con entusiasmo dagli ottici e i riscontri che abbiamo finora ricevuto sembrano confermarcelo. Siamo in assoluto la prima fiera italiana a mettere a disposizione un treno completamente gratu-ito per raggiungere il Salone, un segno d’attenzione im-portante per il target principale di visitatori della nostra fiera. In un momento in cui il mercato interno ha il freno a mano tirato, gli ottici rappresentano un interlocutore

fondamentale per il settore. In partenza alle 7 domeni-ca 3 marzo da Roma Termini, farà tappa a Firenze e a Bologna, per arrivare in poco più di 3 ore alla stazione di Rho Fiera, all’interno del quartiere fieristico. In serata il ritorno verso la capitale con le stesse fermate. Un servi-zio completamente gratuito che sarà possibile prenotare collegandosi al sito web di Mido.Avete stretto intese con associazioni o gruppi di ottici per favorirne l’utilizzo del treno e, quindi, l’afflusso in fiera?Prima di lanciare l’iniziativa “Un treno per Mido” ci siamo confrontati con i più importanti organismi rappre-sentativi della categoria, concordando sulla necessità di favorire logisticamente la visita a Mido per gli ottici della Penisola. Siamo in contatto continuo per condividere idee e per sostenere iniziative che favoriscano la parteci-pazione alla fiera. Nell’edizione 2012 lo spazio Otticlub fu un successo: che caratteristiche avrà quest’anno

Adi Angelo Magri

SARÀ IL MIDO DELLE “PRIME VOLTE”In queste pagine, scorci dell’edizione 2012 di Mido

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e che tipo di eventi sono, al momento, già contemplati?L’Otticlub è stata una delle novità più apprezzate della scorsa edizione e si conferma anche per il 2013 come punto di riferimento all’interno di Mido. Anche in questo caso siamo stati precursori nel mettere a dispo-sizione degli ottici uno spazio così funzionale e articolato, un’area per incontri con aule dedicate a wor-kshop, seminari di aggiornamento professionale e prove pratiche. Il calendario degli appuntamenti è in via di definizione, ma sarà ancora più ricco della prima edizione e, appena completato, sarà disponibile online nelle prossime ore.Vi aspettate un incremento di visitatori dal ritorno al primo weekend di marzo e, soprat-tutto, alle giornate sabato-lunedì?Mido ha deciso di tornare al primo weekend di marzo, con inizio per la prima volta il sabato, per una scelta strategica, frutto di una necessaria valutazione del panorama fieristico, nazionale e internazionale. Abbia-mo risposto a una richiesta delle aziende espositrici e al tempo stesso, per prendere questa decisione, abbiamo anche valutato i risultati dell’edizione 2012 in termini di visi-tatori. Chi mi conosce sa che non mi piace azzardare previsioni. Quello

che posso dire è che stiamo lavoran-do con grande intensità perché ci si possa quantomeno assestare sui livelli dello scorso anno. Tra i gruppi di lenti oftalmi-che alcuni importanti espo-sitori hanno confermato la defezione avviata lo scorso anno: ritenete preoccupante questo trend?Ovviamente ci dispiace che abbia-no confermato la scelta di non par-tecipare. Ritengo che sia più frutto di una strategia aziendale dovuta alla congiuntura - e quindi non defini-tiva - volta a razionalizzare i propri costi, piuttosto che una decisione maturata nei confronti della mani-festazione. Le aziende produttrici di lenti oftalmiche rappresentano un comparto importante della filiera dell’occhialeria. Con loro stiamo mantenendo un dialogo e un con-fronto continuo per poter soddi-sfare le esigenze di coloro che continuano a dare fiducia a Mido, ma soprattutto con l’obiettivo di recuperare quei pochi che quest’anno hanno fatto altre scelte. Qual è, invece, la si-tuazione degli spazi occupati nelle mon-tature, sia fashion sia di design?Come ogni anno ci

sono delle defezioni da parte di alcune aziende e contemporanea-mente l’adesione di nuove realtà, sia legate al mondo del fashion sia a quello del design. Da qui alla chiusura delle iscrizioni ci aspet-tiamo comunque altre conferme. Direi che a livello di numeri siamo sostanzialmente in linea con la passata edizione. Sono confermati i padiglioni del 2012 e la relativa suddivisione per linee tematiche: il Fashion District, il padiglione delle lenti, l’Asian Pavillion, il Mido Tech e il Mido Design Lab che come ogni anno continua ad attrarre le aziende giovani e in particolare quelle nuove aziende, le quali lo eleggono a piazza ideale per far conoscere il frutto della propria creatività. Alla luce di queste considerazioni ritengo che il clima generale dell’edizione 2013 non si discosterà da quello del 2012.

ATTUALITÀ

Cirillo Marcolin, numero uno di Mido e di Anfao, l’associazione che raccoglie i produttori italiani di montature e lenti oftalmiche, organizzatrice della mostra, in programma a Milano, dal 2 al 4 marzo

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ATTUALITÀ

LAC, IL BUSINESS È TRAINATO DAL SILICONE HYDROGEL

econdo gli esperti di GfK, società specializzata in ricerche di mercato, con

una direzione internazionale dedica-ta all'ottica, l’innovazione tecnologi-ca nel mercato delle lenti a contatto si rivela sempre più importante. «Il mercato di questo prodotto risulta po-sitivo sia in Europa sia in Italia anche in un momento, come quello attuale, di contrazione dei consumi proprio grazie all’innovazione – spiegano in GfK, che ha la propria sede operati-va a Milano - Traino della positività, in entrambi i casi, è il segmento dei prodotti in silicone hydrogel, che da gennaio a settembre 2012 ha fatto registrare, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, rispettivamen-

te +14% e +13%. I prodotti tradizio-nali, invece, appaiono in sofferenza

sia in Europa (-8%) sia in Italia (-4%), mercato in cui ancora raccolgono oltre il 70% del sell out complessivo nelle lenti a contatto».Focalizzando, quindi, l’attenzione sulla realtà italiana, a detta dei ricercatori di GfK spicca l’importanza dell’incremento del nuovo materiale nel segmento delle lac giornaliere (+40%). «Il contributo del lancio di nuovi prodotti, che è stato suppor-tato da importanti campagne di comunicazione, ha sicuramente dato un apporto significativo a questa ten-denza – sostengono in GfK - Anche il segmento delle settimanali e mensili, comunque, fa registrare crescite significative nel si hy (+9% nei primi nove mesi del 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno preceden-te), diventando così addirittura più importante del tradizionale in termini di valore».

La valutazione poggia sui dati di GfK, relativi ai primi 9 mesi del 2012, e riguarda sia il mercato domestico sia i principali sbocchi europei

di Angelo Magri

S

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ATTUALITÀ

NORME DELLE PROFESSIONI NON REGOLAMENTATE

E REGISTRO DELL’OPTOMETRISTA MAGISTRALE: SIMMETRIA DI PRINCIPI

opo tanti anni di discussioni, tentativi falliti di mediazione fra tesi opposte e altro, la legge sulle "professioni non organizzate in ordini o col-legi" crea le condizioni di un nuovo assetto della professio-

ne optometrica. Si è arrivati a questo non dall’interno, ma per una disciplina di legge delle professioni che ribalta la vecchia scala di valori basata sui titoli e sugli ordini abilitanti. Prima era dovuto persino succedere che nei primi giorni di febbraio 2010 si venisse a sape-re che nel “polpettone” della cosiddetta legge Mille-proroghe, fra tanti tentativi tutti falliti, era stato inserito

La recente approvazione della normativa sulle "professioni non organizzate in ordini o collegi" rende sempre più improbabile l’individuazione per legge di quella di ottico-optometrista: afferma

e sostanzia, invece, i principi su cui si fonda il Consorziodi Giorgio Righetti*

DRoma, Montecitorio

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un disegno di legge di modifica del profilo della professione ottica con il quale all’ottico abilitato si sostitui-va l’ottico-optometrista. La legge, il cui testo era decon-testualizzato dall’evoluzione dei principi e dai problemi reali della distribuzione ottica, puntava a rifor-mare la professione sulla base di un diverso titolo abilitante. L’episo-dio, così com'era stato congegnato, si sarebbe rivelato per quello che era e cioè un tentativo "inam-missibile" di far passare, senza dibattiti e confronti, una legge di modifica del profilo professionale che, comunque, prima di essere applicata avrebbe dovuto superare le barriere che probabilmente altri ministeri competenti in materia, il MIUR e quello della Salute, avreb-bero elevato e mentre era stata da poco approvata la riforma Gelmini, che puntava al ridimensionamento quali-quantitativo dei corsi univer-sitari. In Europa, però, da anni era avviato il dibattito sulla liberalizza-zione delle professioni e sulla loro libera circolazione sulla base del riconoscimento delle conoscenze e delle competenze come valori qua-lificanti l’esercizio delle professioni. All’epoca, peraltro, il dibattito si era già concluso con l’emanazione di direttive la cui applicazione in Italia è stata rinviata fino all’ulti-matum della UE, scaduto lo scorso agosto.Da molto tempo, del resto, acca-

devano episodi in qualche modo analoghi, con l’avvicendarsi di vari tentativi e forzature di fare appro-vare testi di legge, il cui obiettivo era quello di promuovere non un nuovo concetto di professione, quanto un percorso formativo che prevedesse la frequenza di un cor-so universitario nell’ambito della facoltà di Fisica e l’abolizione del sistema scolastico su cui, con varie modalità, si era fondata da sempre tutta l’attività della distribuzione ottica e non solo.La nascita del RegistroIo e i colleghi, con i quali ci sarem-mo poi costituiti in Consorzio per la realizzazione del progetto di certificazione delle competenze che identificano la professione, nato con il nome di Registro dell’Opto-metrista Magistrale, ci rendemmo conto della necessità d’individuare una soluzione che in qualche modo conciliasse la professione ottica con l’inquadramento di quella optometrica prima che l’ennesimo tentativo di colpo di mano desta-bilizzasse il sistema con danni, per tutti, probabilmente irreversibili. Ci attivammo, quindi, per valutare soluzioni diverse dall’equivoco della figura unica, cogliendo le evoluzioni legali e concettuali che in chiusura del primo decennio del Duemila stavano investendo il mondo delle professioni, della scuola e del lavoro. In questo percorso e prima di agire

abbiamo approfondito il senso e gli obiettivi della riforma Gelmini, preso atto che la Conferenza Stato e Regioni si era pronunciata negati-vamente riguardo all’individuazio-ne di nuove professioni sanitarie e di come il problema avesse trovato soluzioni nelle diverse configura-zioni assunte dalla professione nei paesi guida dell’Europa. Per questo abbiamo incontrato insegnanti del corso di optometria alla Sorbona di Parigi e delle facoltà di optometria inglesi per cogliere le differenze con quanto da noi praticato come insegnamento e come pratica della professione nell’ambito della distri-buzione di quei due paesi. Consta-tammo come le regole dell’esercizio della professione, pur inquadrate nei sistemi sanitari nazionali in ruoli completamente diversi rispetto all’Italia, interagivano con le diret-tive di Bruxelles (Bolkstein e Lisbo-na) in materia e trovavano nella verifica delle competenze e nella conoscenza delle pratiche, proprie e identificative della professione, il riscontro qualificante. La con-clusione, cui giungemmo per dare certezze a chi viveva di professione, fu la realizzazione del Consorzio che diede vita al Registro dell’Op-tometrista Magistrale che certifica, tramite esami svolti da enti terzi accreditati, le competenze optome-triche reali.Il Consorzio, la cui architettura societaria era stata concepita per

«Abbiamo incontrato insegnanti di optometria alla Sorbona di Parigi e nelle facoltà inglesi:

le regole dell’esercizio della professione, pur inquadrate nei sistemi sanitari nazionali

in ruoli completamente diversi rispetto all’Italia, interagivano con le direttive di Bruxelles

in materia e trovavano nella verifica delle competenze e nella conoscenza delle pratiche,

proprie e identificative della professione, il riscontro qualificante»

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rispondere a quanto la legge di disciplina delle professioni avrebbe richiesto, se approvata, in materia di aggregazioni e associazioni, basata sul principio della mutuali-tà, varato il Registro aperto a tutti gli aventi diritto interessati (cioè gli ottici abilitati), affidato a un ente di certificazione, AICQ-SICEV, fu presentato all’inizio del 2012 sulla stampa professionale, con largo di-spiego di informazioni sul Registro e sul Consorzio stessi, fra l’altro con la pubblicazione di tutte le com-petenze e le materie richieste nei requisiti d’accesso. La presentazione fu ripetuta in sede pubblica al Mido, in un con-vegno in cui un rappresentante della Bocconi fotografò lo stato di sostanziale illiceità comunitaria dell’allora vigente regolamentazio-ne, corretta, come detto, dal nostro

Parlamento “in zona Cesarini” per le professioni regolamentate e solo di recente per quelle non regola-mentate.Cosa accadde dopo di allora, tenu-to conto che del Registro si è sentito parlare poco? Si fa ancora fatica a credere che un insieme di enti e persone, fra cui un avvocato, su un tema importante come quello su cui si innesta la nostra iniziativa e sulla base delle molte argomenta-zioni prodotte (tra cui un confronto con i coordinatori universitari dei corsi di ottica e optometria), sia intervenuto inviando comunicati ai mezzi d’informazione del settore e ripetendo su più numeri di “Ottica Italiana” che la comunicazione del Registro era ingannevole, anche richiamando quella di enti san-zionati per la vendita di titoli ad honorem.

Dopo aver respinto al mitten-te l’accusa e chiarito agli ottici l’infondatezza delle affermazioni, decidemmo di attendere l’immi-nente approvazione della legge sulle professioni non regolamenta-te per riprendere la parola. Se la sua approvazione rende sempre più improbabile l’individuazione per legge della professione di ottico-optometrista, invece afferma e sostanzia i principi (autoregola-mentazione, volontarietà, certifi-cazione delle competenze, registro professionale e carattere privati-stico e non pubblicistico) su cui si fonda il Consorzio e partendo da queste basi riprendiamo il nostro cammino in favore della qualità professionale nell’ottica.

*Presidente del Consorzio del Registro dell’Optometrista Magistrale

La platea al convegno di presentazione del Registro dell’Optometrista Magistrale, durante Mido 2012

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ATTUALITÀ

FEDEROTTICA: STOP AL NOME ASSOPTO E APERTURA AI COLLABORATORI

’operazione Luxottica-Salmoiraghi & Viganò, l’approvazio-ne del nuovo Statuto di

Federottica, la normativa sulle pro-fessioni non regolamentate. Ma an-che le sensazioni a pochi mesi dal rinnovo dei vertici dell’associazione e il ruolo dei giovani al suo interno. Di tutto questo parla Giulio Velati, dal 2003 presidente del principa-le organismo di rappresentanza sindacale degli ottici optometristi in Italia, che proprio a giugno lascerà la carica a un collega, con le con-seguenti responsabilità e, soprat-tutto, con diverse questioni ancora aperte. Prima fra tutte, quella della riforma del profilo professionale.«Più che giudicare l’ingresso di Luxottica nell’assetto societario di Salmoiraghi & Viganò, una delle possibili chiavi di lettura potreb-be essere relativa a come, in un contesto nazionale di ottici opto-metristi indipendenti sempre più organizzati e professionalizzati, la più grande catena al dettaglio abbia palesato probabili difficoltà – sottolinea Velati – L’operazione di finanziamento da parte del gruppo di Agordo potrebbe essere una spia che qualcosa non funziona

nella distribuzione ottica organizza-ta oggi in Italia».Luxottica è anche un partner di Federottica, oltre che il principale fornitore dei suoi associati. «Più che altro la società presieduta da Leonardo Del Vecchio condivide alcune opportunità sviluppate da Federottica, ad esempio il Congres-so annuale dell’Albo degli Ottici Optometristi – spiega Velati – Alla luce di questa operazione finanzia-ria, quindi, aumenteremo la nostra attenzione, che pure c’era anche prima, data la posizione dominante di Luxottica sul mercato italiano. Del resto la sinergia posta in essere

da tempo con i gruppi organizzati di ottici optometristi indipendenti permetterà di seguire al meglio la nuova situazione venutasi a creare». Alla fine di novembre l'assem-blea straordinaria di Federottica ha modificato il proprio Statuto, concretizzando così alcune novità sostanziali per la vita e la politica dell’associazione. «Sono due i punti chiave della riforma: da un lato l’apertura ai collaboratori dei centri ottici o a chiunque sia in possesso del diploma abilitante, per quanto riguarda l’iscrizione a Federottica, e non più soltanto ai titolari dei

Sono le principali novità introdotte dalla modifica dello Statuto dell’associazione dei centri ottici indipendenti italiani, avvenuta a fine novembre.

Tra meno di cinque mesi, inoltre, si chiude l’era Velati e verrà eletto un nuovo presidente

di Angelo Magri

LMaggio 2012, Stresa: l’ultima edizione del Congresso dell’Albo degli Ottici Optometristi, l’appuntamento organizzato annualmente da Federottica

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centri ottici; dall’altro l’eliminazione del termine Assopto dalle strutture territoriali, che d’ora in poi avranno il nome della provincia o della re-gione preceduto da quello di Fede-rottica», dice ancora il presidente nazionale, che entra nel dettaglio di entrambe le scelte. «La gestazio-ne del nuovo Statuto di Federottica è durata anni e sono orgoglioso di essere riuscito a portarla a compimento prima della fine del mio mandato – afferma Velati – Volevamo fare un salto di qualità in termini di rappresentatività: è questa la ragione che ci ha indotto ad “aprirci” anche ai collaboratori di un centro ottico o agli ottici opto-metristi che non sono titolari di un punto vendita, ma che comunque svolgono la professione. Il cambio del nome nelle “territoriali”, invece, rientra nella logica di mantene-re gli indirizzi della Federazione nazionale: alcune volte, infatti, in passato, sono state adottate a livello locale iniziative non in linea con le scelte della sede centrale o addirittura senza neanche avver-tirla. Il passaggio a Federottica più il nome della località di riferimento vuole proprio evitare questo tipo

di discrepanze. Inoltre, per ciò che concerne le modalità d’iscrizione a Federottica, in precedenza era assolutamente necessario passare dalle territoriali, ora invece ci si può associare direttamente, sia pur con quella necessaria attenzio-ne alle indispensabili procedure previste dallo Statuto: in questo modo siamo in grado di supplire ai vuoti creati da quelle aree in cui la struttura locale è più debole, tanto da frenare la possibilità di accede-re alla nostra associazione».Il presidente di Federottica chiu-derà il proprio mandato, durato complessivamente dieci anni, a giugno 2013, quando l’assemblea annuale eleggerà il nuovo Con-siglio Direttivo e, di conseguenza, il nuovo numero uno della Fede-razione. «Saranno cinque mesi importanti quelli che ci separano da tale appuntamento – ricorda Velati – Il rinnovo dello Statuto è stato un passo certamente impor-tante, ma dobbiamo assolutamente riattivare l’iter legislativo sulla professione». Nel frattempo, inoltre, è stato approvato dal Parlamento il Decreto legislativo 3270, che disci-plina le professioni non organizzate

in ordini o collegi. «Senza entrare nel dettaglio degli articoli della legge, ci sono alcune domande che sorgono, spontanee e preoccupanti – sostiene il presidente di Federot-tica - L'optometrista potrà fornire il mezzo di compensazione? Potrà in-dividuare e quantificare quei difetti visivi e applicare le lenti a contatto già di appannaggio del "vecchio" ottico? E ancora: chi garantirà al pubblico un professionista che non abbia necessità di dimostrare il percorso formativo che gli assicuri la competenza e la professionalità indispensabili per esercitare una professione così importante per il suo benessere visivo? Infine, visto che queste professioni sono sotto il controllo del ministero dello Svilup-po economico e, quindi, si presume non siano professioni sanitarie, le prestazioni dell’optometrista non saranno più deducibili? Ma in ogni caso, a prescindere dal nostro giu-dizio sulla legge, saremo in prima linea nel percorso che porterà alla definizione della norma UNI sull'optometrista»

Ci abbiamo provato. Abbiamo tentato di strappare a Giulio Velati se non un nome, almeno un’indicazione, un indizio su chi potrà essere il presidente di Federottica per il prossimo quinquennio. Tutto è risultato vano. Pian piano, però, il discorso si è spostato su un tema ultimamente in gran voga nel mondo politico: quello dei giovani e della “rottamazione” della vecchia classe dirigente. «In Federottica da sempre aleggia la volontà di dare più deleghe ai giovani: personalmente non sono mai stato contrario a tale tendenza, ma va ricordato che non sempre i giovani, presi dal loro entusiasmo e dai loro mille progetti, professionali e di vita, dispongono del tempo necessario per dedicarsi nella maniera più adatta all’attività sindacale – spiega Velati – Inoltre i tempi sono cambiati, oggi la situazione politica ed economica è più complessa di una volta, per cui occorrono un po’ di anni d’esperienza a contatto con la Federazione, i suoi uomini e le sue dinamiche per capire fino in fondo certi meccanismi e, quindi, essere davvero utili alla causa della professione di ottico optometrista».

A QUANDO IL TOTO-PRESIDENTE?

Giulio Velati, presidente di Federottica dal 2003: a giugno è in programma l’elezione del nuovo vertice dell’associazione

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VISION GROUP ACADEMY, COMPLETATO IL ROADSHOW SULLA SICUREZZA

'accordo Stato-Regioni ha definito la modalità e i tempi per la

formazione obbligatoria dei dipen-denti prevista dal decreto legisla-tivo 81/2008 sulla sicurezza. Ogni dipendente deve, infatti, fruire di 4 ore di formazione di base e di altre 4 ore di formazione specifica, da svolgersi entro il 26 gennaio 2013: ulteriori 6 ore di aggiornamento do-vranno essere fruite entro i cinque anni successivi alla frequenza dei primi corsi - ricorda Maurizio Bian-chi, responsabile Qualità e Forma-zione di Vision Group - Mentre per la formazione di base (4 ore) e per gli aggiornamenti quinquennali (6 ore) è possibile utilizzare la Forma-zione a Distanza, per la formazione specifica è prevista la sola modali-tà di corsi in aula con l'emissione di un attestato di frequenza rilasciato tassativamente da un Ente di For-mazione Accreditato autorizzato da un Ente Bilaterale Qualificato».Così, per agevolare l'adempimen-to di questo obbligo Vision Group Academy ha dato precedenza assoluta nella formazione autun-nale alla realizzazione sul territorio

dei corsi di formazione specifica per i dipendenti (4 ore d'aula). «Relatori esperti del settore hanno garantito la massima aderenza dei contenuti alla realtà opera-tiva dei partecipanti dibattendo su situazioni specifiche che ci si può trovare a gestire in un centro ottico», ha sottolineato Bianchi. Il corso ha trattato argomenti come concetti di rischio, danno, preven-zione, protezione, organizzazione della sicurezza aziendale, diritti, doveri e sanzione per i vari soggetti che operano in azienda, organi di vigilanza, controllo e assistenza. «Il corso è stato realizzato nel rispet-to delle modalità previste dalla Conferenza Stato Regioni con il supporto di un Ente di Formazione Accreditato e il coinvolgimento di un Ente Bilaterale, è stato gestito da relatori qualificati e ha dato diritto al conseguimento di un attestato di frequenza valido ai fini di legge - dice il responsabile Qualità e Formazione di Vision Group - Ab-biamo cominciato il 24 settembre a Milano, per un totale di 14 tappe, che hanno coperto Torino, Biella, Padova, Bologna, Firenze, Ancona, Roma, Caserta, Amantea, Ostuni, Palermo, Catania, Oristano, Foggia

e S. Benedetto del Tronto, tutte aree di riferimento di Vision Group».

Quattordici sedi, 30 aule, oltre 1.000 partecipanti: sono questi i numeri di successo dei corsi tenuti da Vision Group Academy, assolvendo, come richiesto dalla legge,

l'obbligo di formazione previsto entro il 26 gennaio

di Francesca Tirozzi

L Maurizio Bianchi, responsabile Qualità e Formazione di Vision Group

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l desiderio di un padre, impiegato alla Divisione Generale dei Tesoro, di vedere il figlio fotografo, il negozio già acquistato in provincia di Roma, con

tanto di caparra di cinquecento mila lire già versata e quell’esame, non passato. Inizia così la carriera di ottico optometrista di Sebastiano Crisafulli, oggi titolare a Milano di due punti vendita, quello storico di Galleria del Corso, ora nelle mani del figlio Fabri-zio, e uno recentissimo in via Dante. «Mio padre voleva farmi diventare fotografo presso il ministero dei Beni Culturali – racconta Crisafulli – All’e-poca c’era, infatti, un concorso, ma

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Probabilmente Sebastiano Crisafulli non si sarebbe trasferito a Milano per intraprendere la carriera da ottico optometrista, non avrebbe conosciuto sua moglie, Renata Ceccarelli,

e non si sarebbe appassionato al mondo dell’occhialeria al punto da creare una collezione privata di oltre mille montature dal Seicento in poi

SE AVESSI PASSATO QUELL’ESAME DA FOTOGRAFO…

di Francesca Tirozzi

I

Il negozio di via Giambellino, di proprietà Crisafulli dal 1965 al 1969. Nella foto a destra si riconosce l’insegna, disegnata dalla moglie Renata Ceccarelli, con un’immagine di Paperino con gli occhiali, personaggio molto amato dall’ottico optometrista

Articolo apparso sulla rivista Stop alla fine degli Anni Settanta: si parla delle nuove lenti progressive. Nel pezzo viene intervistato Crisafulli che fu tra i primi a introdurre questo prodotto in Italia

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non riuscii a superare l’esame pra-tico». Parliamo dell’inizio degli anni Sessanta. L’inghippo in una tela a olio da immortalare senza alcuna luce ri-flessa, pena l’esclusione; complice del misfatto una macchina fotografica di fine Ottocento priva di otturatore che si apriva e si chiudeva. L’immagine doveva essere perfetta. «La macchina aveva solo un tappo davanti che avrei dovuto togliere e rimettere manual-mente, calcolando il tempo di esposi-zione – spiega - Purtroppo la foto non venne bene: come tipico delle tele a olio, la luce rifletteva». Non fu tuttavia scoraggiato da quell’e-sclusione, perché sapeva già quale sarebbe stato il proprio futuro. «Non c’era nulla da fare: io volevo frequen-tare la scuola di ottica – continua Crisafulli – Dopo aver lavorato in un negozio per otto anni senza attestato, mi trasferii, quindi, a Milano nel ’61 per iscrivermi, all’Antica Scuola di Ottica Galileo Galilei, in Piazza Tito Lucrezio Caio». Una grande passione per questa materia, scaturita nell’in-segnamento, seppur per un breve periodo, nell’Istituto di via Paravia. «Ma solo per un anno perché, avendo aperto un secondo centro ottico in Porta Romana, non riuscivo a gestire entrambi i negozi. Mi è molto dispia-ciuto: mi sento portato per l’insegna-

mento e, ancora oggi, alcuni miei studenti mi ringraziano e altri collabo-ratori hanno aperto dei propri negozi, come Antonio Dell’Osa in Abruzzo, che quando mi incontra mi ringrazia ancora».Fu, appunto, in questi anni che co-nobbe Renata Ceccarelli, che diven-ne presto sua compagna di vita e di lavoro. «Renata era una mia cliente – racconta - La conobbi nel ‘65: allora avevo aperto il mio primo negozio in via Giambellino, prima di trasferirmi nel ‘69 in Galleria del Corso. Venne nel mio negozio per fare delle foto-tessere». La cosa più difficile fu per lui conoscere la famiglia della futura sposa e l’incontro avvenne in una situazione molto particolare. «Stavo partendo per Roma, per andare a tro-vare i miei genitori: ebbi un incidente da cui, fortunatamente uscii illeso, ma con l’auto distrutta. Ritentai il viaggio con una vecchia Cinquecento, con la quale, chiaramente, non avrei potuto fare molti chilometri – ricorda Crisa-fulli - Decisi di spezzare il viaggio, raggiungendo la mia futura moglie in Emilia, in vacanza con i genitori, anche se ero già al corrente del fatto che non avrebbero voluto incontrarmi a causa della differenza di età tra me e Renata che comunque, poco dopo, sposai».

Gli anni Settanta rappresentano la svolta dal punto di vista professionale ed eleggono Crisafulli a uno dei pro-motori in Italia di alcuni prodotti che, se oggi costituiscono la quotidianità, all’epoca erano considerati una novi-tà assoluta per la soluzione di pro-blemi estetici e di alcuni difetti visivi. Crisafulli fu, infatti, uno dei primi ottici italiani ad applicare le lenti a contat-to: siamo nel 1970, si tratta delle prime lac morbide, le Spofalens provenienti dall’allora Cecoslovacchia, e Seba-stiano Crisafulli inizia ad applicarle insieme a Luigi Regazzoni. «Le lenti, prime hydrogel mai viste fino a quel momento nel nostro paese, erano con-fezionate in flaconi di vetro alti circa 10 centimetri – racconta – Due anni dopo, nel 1972, diventai il cliente “02” di Bausch + Lomb Italia, che aveva sede a Roma e le cui lenti a contatto venivano distribuite sul territorio na-zionale da Roberto Pioldi: con lui non solo si instaurò un rapporto di amici-zia e di fiducia, ma una vera e propria collaborazione perché fu il fondatore, negli anni ’80, del gruppo Netcity, al quale tuttora sono associato». Ma l’applicazione di lenti a contatto non è l’unico vanto di Crisafulli. Verso la fine degli anni ’70, fu, infatti, il primo a portare in Italia le lenti progressive. «Uscì un articolo sulla rivista Stop, che

1973: l’attestato di Sebastiano Crisafulli, ricevuto dalla Società d’Optometria d’Europa in seguito alla partecipazione a un corso di formazione sulle lenti a contatto

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presentava queste nuove lenti in gra-do di far vedere “a tutte le distanze” e in cui venni intervistato. Ricevetti molte lettere da persone ipovedenti, che avevano mal interpretato il conte-nuto del pezzo, in cui mi chiedevano di restituire loro la vista». La vulcanica creatività di Crisafulli

non si era ancora fermata: dopo lenti a contatto e lenti progressive, non mancò in lui un’intuizione anche per le montature. «Ho sempre avuto una predilezione per la ricerca e il design e posso tranquillamente affermare di aver introdotto in Italia i primi occhiali in legno – dice - Alla fine degli anni

Settanta si presentò in negozio una donna bellissima, la quale mi mostrò alcuni campioni di particolari mon-tature in legno, realizzate dal suo compagno, un australiano di origine greca, un certo Adriane Kutupitris, il quale, sempre in giro per il mondo, lavorava a questo progetto nei vari

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Anni Settanta: il punto vendita Crisafulli di Galleria del Corso, in pieno centro a Milano, attualmente gestito dal figlio Fabrizio

Anni Ottanta: alcuni modelli in legno della collezione che Crisafulli realizzò con Adriane Kutupitris con il quale fondò la società Skywood. Fu il primo in Italia a introdurre questo materiale nell’occhialeria. A destra, Renata Ceccarelli ne indossa un modello

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alberghi in cui alloggiava. Ciò che mi stupì fu l’uso degli smalti della compagna per verniciare le montatu-re». L’ottico intuì subito l’originalità di quei modelli. «Fondammo un piccolo laboratorio artigianale a Gerenzano, in provincia di Varese, la Skywood – rivela Crisafulli - Acquistammo, infat-ti, un piccolo locale per la produzione di occhiali in legno, la cui particola-rità doveva essere quella di essere

meniscati ortogonalmente, per cui creammo un apposito forno evapora-tore. Il legno veniva prima umidificato e poi messo dentro a degli stampi con una resina speciale che resisteva a una certa temperatura. Le montature erano costituite da nove strati, erano dotate di cerniere particolari e realiz-zate con vernici atossiche. All’interno dell’asta venivano firmati a mano con un pennarello vetrografico e riporta-

vano la scritta Adriane Kutupitris per Crisafulli. Li vendevo nel mio negozio e poi in qualche centro ottico svizze-ro. La produzione era molto ridotta, circa un centinaio di modelli all’anno, poiché avevo solo un paio di dipen-denti». Gli occhiali riscossero un buon successo, confermato da un ordine di circa 8.000 pezzi da parte di Trussardi. «Capii subito che ci voleva troppo impegno rispetto alla forza lavoro di

Sotto: fassamano in legno detto “Certosino” della fine del Settecento, una serie di occhiali per il test visivo del XVII secolo e un occhiale tibetano con lenti in cristallo di rocca

Anni Ottanta. Alcuni modelli della collezione Casanova: da sinistra, in senso orario, il modello con lenti asimmetriche, quello chiamato “Lo scalatore sociale” e l’occhiale “dell’umore”

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cui al momento l’azienda disponeva e preferii rinunciare a questa nuova avventura. Allo scadere dei 10 anni di attività, io e Kutupitris decidemmo di chiudere la nostra società».Gli anni Ottanta segnano, invece, il Crisafulli collezionista. «Conobbi alcuni antiquari e nacque in me il desiderio di raccogliere qualche pezzo antico di occhiale – racconta - Mi alzavo presto di domenica mattina e con il mio caro amico Giampiero

Piras, appassionato collezionista di orologi, andavo in giro per mercatini alla ricerca di nuovi pezzi. Andavamo insieme all’avventura, in diverse zone d’Italia, in Emilia, in Liguria e in Pie-monte, raggiungendo anche Roma, in particolare per visitare Porta Portese». La collezione crebbe così di anno in anno, fino a raggiungere oltre mille pezzi. «Sono in possesso di occhiali molto particolari, come, ad esempio, un modello del ‘700 chiamato “Certo-

sino”, dalla forma molto grande e a forbice, dotato di un manico in legno d’ulivo, di proprietà di un fiorentino: un occhiale esagerato, enorme, che si dice fosse sfoggiato dal certosino per darsi delle arie da intellettuale. All’epoca lo esposi nel mio centro ottico di Galleria Del Corso, destando la curiosità dei miei clienti». L’altro pezzo unico è di origine tibetana, con lenti di cristallo di rocca, datati intorno al ‘600-‘700. «Possiamo dire che, per

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La copertina del libro Occhiali Italiani, realizzata con Anfao, in cui sono presenti alcuni scatti della collezione Crisafulli

In questa e nella pagina successiva, alcune immagini in bianco e nero del 1986 della mostra in Rinascente, realizzata in collaborazione con Anfao, con i modelli collezionati da Sebastiano Crisafulli.

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Nella foto a destra si riconosce Paola Pieraccini, della pubblicazione “Annuario Ottici”

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la scurezza dei vetri, si può trattare di uno dei primi occhiali da sole. Veniva-no utilizzati per incontrare l’imperato-re del Tibet, poiché, rappresentando nella loro cultura la luce, necessitava, come segno di rispetto, di far indos-sare uno schermo simbolico – prose-gue Crisafulli - Un altro modello è di origine eschimese, ricavato da una tavoletta in legno scavata interna-mente, con fessure di circa 5 millime-tri. La particolarità stava all’interno di queste fessure, verniciate in nero opaco, colore in grado di contrastare i raggi solari».Dopo questi pezzi molto antichi, oggi introvabili, l’interesse di Crisafulli si è

spostato verso modelli più particolari, soprattutto degli anni Ottanta, come quelli della collezione Casanova, pro-dotti artigianalmente in Veneto e de-corati a mano, con 15 passaggi in for-no per fissare ogni tonalità. «All’epoca pagai circa 100 mila lire al pezzo, oggi alcuni modelli possono raggiungere 4.500 euro – racconta - La particolarità sta nel design delle montature: una ha, infatti, le lenti asimmetriche, altre sono ispirate ai pittori, altre anco-ra all’umore. Quando li acquistai, l’obiettivo era venderli in negozio e, in effetti, ebbero un grande successo. Solo successivamente ne compresi il valore e decisi di introdurli nella mia

collezione». Tra i modelli di produzio-ne più attuale che lo hanno colpito, ce n’è uno a forma di ragnatela, realizza-to da un’azienda giapponese. Non mancarono le occasioni per esporre i propri “gioielli” al pubblico. La prima fu un’esposizione, nel 1986, in collaborazione con Anfao. «Rea-lizzammo con l’associazione un libro, “Occhiali Italiani”, in cui vennero rac-colti gli scatti della mia collezione e di quella di Luca Maioli, il cui zio faceva l’antiquario, che poi vendette a Safilo – racconta - Con il lancio del libro fu organizzata una mostra al settimo piano della Rinascente a Milano che ebbe un ottimo successo. Anche l'As-

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sociazione Nazionale dei Calzaturieri, con l’obiettivo di mettere in evidenza lo stile e la produzione italiana in oc-casione di una fiera in Inghilterra, ci contattò per avere qualche modello».Oggi è, però, molto difficile ampliare ulteriormente la collezione con pezzi antichi, diventati molto rari e sempre più rari anche i collezionisti. «L’unico contatto che abbiamo avuto con altri ottici collezionisti è stato con Fritz Rathschuler di Genova, che aveva un negozio museo. Ci scrisse una lettera per avere informazioni su un occhia-le – aggiunge Crisafulli - Andammo, inoltre, a trovare Pierre Marly, un collezionista francese che aveva un

negozio a Parigi molto particolare: una scala a chiocciola portava a un soppalco adibito a museo dell’occhia-le. Purtroppo scoprimmo che era già morto. Aveva cannocchiali del ‘600 in cartapesta dal valore inestimabile». L’amore per la propria collezione non termina qui. Anzi forte è il desiderio in Crisafulli di realizzare un museo dell’occhiale nell’amata Milano. «Vorrei avere il supporto di qualche autorità per finanziare i locali in cui esporre la mia collezione – afferma - L’idea è trovare uno spazio all’interno del Castello Sforzesco o alla Trien-nale, sempre con l’aiuto di qualche Ente».

Lo staff di ViaDanteSedici, l’ultimo centro ottico inaugurato da Crisafulli, lo scorso ottobre. Da sinistra, Marco Gervasoni, Sebastiano Crisafulli, Renata Ceccarelli e Lorenza Azizi

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Giugno 2009: l’attestato conferito dalla Camera di Commercio a Crisafulli per i suoi 39 anni di attività

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MODA

Tessuti damascati, profusione di elementi dorati, materiali preziosi in colori eclatanti, abbondanza di dettagli, virtuosismi di lavorazione. La passione per il barocco dilaga.

Dall’accessorio al pezzo di arredamento, ma tutto temperato con un filo di sdrammatizzante ironia

a cura della redazione

PASSIONE BAROCCO

1. Gianfranco Ferré Le aste sono impreziosite da Swarovski veri, che alternano diverse dimensioni a disposizione asimmetrica o in una cascata verticale

2. René Caovilla Stivaletti open-toe in pizzo con ricami a mano in Swarovski e micropaillette3. Roberto Cavalli Profili di visone per i lunghi guanti in nappa nera e cavallino stampa giaguaro

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4. Jimmy Choo Colori vagamente pop per la borsa di pitone con tasche laterali chiuse da zip5. Versace Home Rivestimento in oro e nero per la poltroncina Vanitas in legno di faggio e tiglio

6. Michael Kors Bracciale in acciaio a intreccio con finiture in tonalità Gold e Rose Gold7. Versace La forma oversize di questo modello evoca lo stile glamour e accattivante tipico della Maison,

mentre il decoro in metallo zigrinato conferisce allo sguardo un sensuale tocco di mistero

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MODA

Ma chi l’ha detto che ci sono dei colori per l’estate e dei colori per l’inverno? Basta con le tinte sobrie. È in corso una rivoluzione per rallegrare i mesi freddi con tonalità

vivaci. Verde, azzurro, rosso e perfino i colori solari come giallo e arancione. Per lui e per lei

COLORE D'INVERNO

1. Nau! È azzurro oceano l’occhiale da vista in acetato dalla forma classica2. Serapian Nelle tonalità delle spezie,la Spicy bag in vitello martellato

3. Fratelli Boffi Si chiama Struzza la poltroncina tondeggiante con rivestimento in struzzo rosso fuoco4. Carrera Rosa shocking per l’occhiale da sole con sagomatura ispirata agli anni Novanta

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MODA

4. Gianvito Rossi Camoscio giallo senape per la versione sexy e futuribile della parigina5. La Martina Per lui, rivisitazione in chiave contemporanea del concetto del cello-metallo, che combina

la pienezza dell’acetato e la leggerezza del metallo6. Custo Barcelona Accostamenti stravaganti e imprevedibili per questo modello sole

7. Marzi Cloche anni Venti rivisitate in chiave moderna

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MODA

Si sta confermando sempre di più la tendenza verso questo stile. Dopo anni improbabili e al limite del caricaturale, ora gli uomini sono attenti all’eleganza della tradizione, amano

interpretare i classici, ma sono pronti anche a cogliere dettagli nuovi

NEO DANDY

1. Rodenstock Leggerissimo l’occhiale in acetato tartarugato e aste in metallo2. Burberry Richiama l’iconico trench l’orologio automatico The Britain con cinturino in alligatore e impunture a mano

3. Bally Si chiama Sclutch il nuovo borsello in pelle di vitello spazzolata4. Dior Una minuscola icona del marchio sulle aste personalizza gli occhiali dalla forma rettangolare

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MODA

5. Momodesign Può essere usato anche come valigia, per la doppia maniglia in gomma, il trolley in nylon6. Valextra È in camoscio con tracolla e manici in vitello il lap-top dalla linea essenziale

7. A.Testoni Ispirato alla scarpa da montagna il polacchino stringato in coccodrillo8. Hugo Boss Disegno anni Settanta per gli occhiali in acetato con naselli regolabili

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LEGALE

CASO MARCUGLIA: NESSUN “ABUSIVO SVOLGIMENTO

DELLA PROFESSIONE MEDICA”

lberto Banfi, titolare dell’o-monimo studio

legale di Milano, che ne ha curato la difesa, analizza la sen-tenza e ne valuta i riflessi sullo scenario professionale italiano.Può sintetizzare lo svol-gimento e la conclusione della vicenda giudiziaria che ha riguardato Dino Marcuglia? Il signor Dino Marcuglia ha subìto un procedimento penale per il reato di cui agli articoli 81, 348 c.p. cpv, «per aver in tem-pi diversi, in qualità di titolare dell’omonimo studio di “Ottico-Optometrista”, svolto l’abusiva attività di medico oculista ed ortottista, in assenza dei pre-scritti titoli abilitativi e iscrizione al relativo Ordine professionale (solo per l’attività di medico)». Il Tribunale Ordinario di Venezia (II sezione penale), nella per-sona del Giudice monocratico Savina Caruso, ha emesso una sentenza nella quale ha assolto il signor Dino Marcuglia con for-mula ampia perché il fatto non

sussiste. La sentenza delinea, in modo compiuto, la nozione e il ruolo dell’optometrista quale soggetto preposto, in forza di specifiche competenze profes-sionali, a individuare, tra l’altro, a condizioni di normalità della visione, i difetti di vista correg-gibili con lenti a contatto o con occhiali.Quali elementi hanno ag-giunto le motivazioni di questa sentenza alla descrizio-ne del profilo professionale dell’ottico e dell’optometri-sta in Italia?Il Giudice sottolinea nella motivazione della sentenza che il difetto di vista non integra una pato-

logia di competenza del medico oculista, unico a poter sommi-nistrare farmaci al paziente. Il Giudice penale chiarisce, quin-di, che il difetto della vista non è una malattia dell’occhio e che, pertanto, può essere legittima-mente seguita dall’optometrista. Il Giudice fa un ulteriore “passo in avanti” nel descrivere la fun-zione dell’optometrista, seppur

in assenza di una legge che istituisca in Italia, a

differenza di altri paesi europei, questa pro-

fessione. Il Giudice testualmente scrive: ”L’Optometrista è un professionista non medico che

svolge il proprio lavoro nell’ambito

della fisiologia ottica, nell’appli-

Il professionista veneto ha ottenuto l’assoluzione con formula ampia dalla vicenda giudiziaria che ha avuto origine dall’ispezione nel maggio 2009 dei carabinieri

del Nas di Treviso presso il suo studio a Spinea, in provincia di Venezia, distinto dal negozio di ottica, nella stessa località

di Angelo Magri

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Alberto Banfi, titolare dell’omonimo studio legale di Milano

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LEGALE

cazione delle lenti a contatto, nel campo della refrazione e dell’ipovisione. La sua attività ha come scopo il riconoscimento e la quantificazione dei difetti visivi attraverso strumenti ottici di precisione (tra le righe della motivazione, Savina Caruso dichiara la validità ad alcu-ne attrezzature professionali normalmente utilizzate dagli optometristi, come ad esempio il raggiometro, il focometro, il re-frattometro, il forottero e la lam-pada a fessura, nda), nonché il miglioramento della visione attraverso metodi non medici, id est, con esclusione del ricorso a

farmaci e ad interventi chirur-gici. Le competenze necessarie – prosegue - sono di carattere ottico, fisico, biologico ed anche psicologico”.In buona sostanza, il Giudice penale, nel ribadire che l’attivi-tà di optometrista non è regola-ta da alcuna legge nazionale, sottolinea che essa è libera e, dunque, non al suo interno possono ricercarsi i confini del lecito esercizio; confini che s’individuano nei limiti del campo di competenza medico-oculistica.Come valuta questa sen-tenza, nel quadro dello

scenario professionale del settore, alla luce della sua esperienza pluriennale come legale nell’ottica?Questa sentenza è significativa perché dà una descrizione del-la figura professionale dell'op-tometrista e dell’attività che lo stesso può legittimamente svol-gere, senza invadere la sfera di competenza riservata all’o-culista. Il Giudice ha così fatto uno sforzo per far chiarezza in quell’area cosiddetta “grigia” in cui opera l’optometrista. La sentenza spiega che cosa l’op-tometrista possa legittimamente fare e con quali strumenti.

Avvocato dal 1988, Alberto Banfi guida l’omonimo studio legale, con sede a Milano, in corso di Porta Vittoria 13. Redazione di statuti e atti costitutivi di associazioni o fondazioni, diritto del lavoro, assistenza per l’applicazione delle norme relative alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, assistenza per il legittimo utilizzo e archiviazione dei dati personali nel rispetto del Codice della Privacy, consulenza a imprese e società commerciali per le problematiche aziendali e della crisi d’impresa, assistenza giudiziale civile e penale in materia di concorrenza sleale, contraffazione e violazione di marchi e segni distintivi, diritto delle assicurazioni e studio di nuove coperture assicurative post vendita, assistenza giudiziale civile e penale nei casi di responsabilità professionale, attività giudiziale e stragiudiziale nel settore del recupero crediti, assistenza nell’applicazione delle normative relative alle energie alternative e certificazione energetica: sono alcuni dei suoi principali settori di competenza.Lo Studio Banfi ha, inoltre, collaborato con Federottica per un paio d’anni, fino all’estate 2011, ottenendo risultati importanti, come nel caso della rimozione delle lenti a contatto monouso dal distributore automatico all’aeroporto di Linate a Milano.

STUDIO BANFI: FECE CHIUDERE IL DISTRIBUTORE LAC A LINATE

«Questa sentenza dà una descrizione della figura professionale

dell’optometrista e dell’attività che lo stesso può legittimamente svolgere, senza invadere la sfera

di competenza riservata all’oculista»

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In vigore dal primo gennaio di quest’anno, l’impianto legislativo, che, di fatto, sostituisce la vecchia Finanziaria, propone molte novità in tema

di fatturazione e imposte: ecco le più rilevanti per l’ottica

n merito alle novità in tema di fatturazio-ne, la Legge di Stabilità 2013, approvata dal Governo Monti alla fine del dicembre scorso, recepisce in toto il contenuto del D.L. n. 216/2012 (“decreto salva infrazioni”), che

prevedeva, tra le altre cose, l ’introduzione della fattura elettronica e della fattura semplificata.

Per fattura elettronica s’intende la fattura emessa e ricevuta in un qualunque formato elettronico. Il ricor-so a questa tipologia è comunque subordinato all'ac-cettazione da parte del destinatario. In merito all’au-tenticità dell'origine, all’integrità del contenuto e alla leggibilità della fattura è lasciato al soggetto passivo la possibilità di stabilire le modalità con le quali assicura-re le medesime. La norma proposta chiarisce, tuttavia, che, oltre all’apposizione della firma elettronica quali-ficata o digitale dell’emittente o mediante sistemi EDI di trasmissione elettronica dei dati, l ’autenticità dell’origi-ne e l’integrità del contenuto possono essere garantite mediante sistemi di controllo di gestione che assicurino

un collegamento affidabile tra la fattura e la cessione di beni o la prestazione di servizi a essa riferibile.

La cosiddetta fattura semplificata è, invece, una nuova tipologia di fattura, che può essere emessa sol-tanto in caso di operazioni di ammontare non superio-re a 100 euro o in caso di fatture rettificative (note di variazione). Le principali differenze rispetto alla fattura ordinaria riguardano: - la possibilità d’identificare il cliente riportando sulla fattura solo il numero di partita Iva o di codice fiscale, se si tratta di un soggetto stabilito in Italia, oppure il numero identificativo Iva del paese di stabilimento se si tratta di un soggetto passivo di altro Stato UE;- la possibilità d’indicare in maniera sintetica l’oggetto dell’operazione: mentre la fattura ordinaria richiede, infatti, la specificazione della natura, della qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell’o-perazione, la fattura semplificata richiede solamente la “descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi”; - la possibilità di evitare di specificare l’importo im-

COSA CAMBIA CON LA LEGGE DI STABILITÀ 2013

di Tobia ChiesurinConsulente aziendale

CONSULENTE

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CONSULENTE

ponibile dell’operazione e l’ammontare Iva: si potrà indicare, infatti, la somma complessiva e l’importo dell’imposta incorporata o anche soltanto i dati che permettono di calcolarla (ovvero l’aliquota).Inoltre, con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze, il limite di 100 euro può essere elevato fino a 400 euro, nonché può essere consentita l’emissione di fatture semplificate anche senza limiti d’importo, per le operazioni effettuate nell’ambito di specifici settori di attività o da specifiche tipologie di soggetti per i quali le pratiche commerciali o amministrative, ovvero le condizioni tecniche di emissione delle fatture, rendono particolarmente difficoltoso il rispetto degli adempi-menti previsti per l’emissione delle fatture.

Iva, Imu, Irpef e IrapPer quanto riguarda le imposte, numerose e diverse, rispetto alle anticipazioni affiorate nei mesi scorsi, sono le novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2013.

ImuL’Imu diventa a tutti gli effetti un’imposta comunale. È stata, infatti, soppressa la riserva allo Stato della quota del 50 per cento dell’imposta: ciò significa che l’ammontare totale del gettito Imu entrerà nelle casse del Comune di competenza; allo Stato rimarrà esclu-sivamente il gettito derivante dall’imposta dovuta per capannoni e opifici.

IvaA decorrere dal 1° luglio 2013, l ’attuale aliquota Iva del 21% viene incrementata di un punto percentuale

e passa, quindi, al 22%. Rimangono ferme le aliquote agevolate del 4% e 10%.

Detrazioni IrpefVengono innalzati gli importi delle detrazioni Irpef spettanti per figli a carico. In particolare viene elevata da 800 a 950 euro la detrazione Irpef per figli a carico di età pari o superiore a tre anni, da 900 a 1.220 euro quella prevista per ciascun figlio di età inferiore a tre anni, nonché da 220 a 400 euro la maggiore detrazione per ciascun figlio portatore di handicap.

Esenzione IrapViene istituito un Fondo con dotazione di 198 milioni di euro nel 2014, di 252 milioni di euro a decorrere dal 2015 e di 242 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016, volto a esentare dall’Irap, a decorrere dal 2014, le persone fisiche esercenti attività commerciali, arti e professioni, con particolari caratteristiche.Usufruiranno dell’agevolazione i predetti soggetti, che:- non si avvalgono di lavoratori dipendenti o assimilati;- impiegano, anche mediante locazione, beni strumen-tali il cui ammontare massimo verrà determinato con decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze adottato previo parere conforme delle commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, che si esprimono entro 30 giorni dalla data di trasmissione del relativo schema.Le modalità applicative di questa agevolazione sono demandate al decreto ministeriale destinato a indi-viduare la soglia massima di beni strumentali utile a usufruire dell’esenzione.

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È vero, ho maturato tanti anni d’esperienza nel mare vivo dell’ottica, in tutt’Italia e a livello internazionale. Ho potuto vivere e conoscere direttamente tanti aspetti di realtà contestuale.

La mia barca per navigare nel mare tempestoso e turbolento dell’ottica è salpata, oltre quindici anni fa, dall’isola affascinante e vasta dell’architettura, spinta dalla passione

per il design, per gli oggetti belli e utili

’occhiale mi ha appassionata da sempre perché reca in sé valen-ze importanti e interessanti. Lo por-tiamo sui nostri visi, sta davanti ai nostri

occhi, con tutti i significati speciali, re-conditi e simbolici che questo può avere: l’occhio è la porta dell’anima, occhio per occhio, ecc. È un oggetto che dev’essere studiato dal punto di vista estetico e dal punto di vista dell’estetica, per solleticare la percezione di bellezza e armonia, in relazione ai tratti delle diverse fisionomie, ma soprattutto, vien da dire, delle diffe-renti personalità, dei modi di accettarsi o rifiutarsi, di vedersi o di voler esser visti. L’occhiale dev’essere utile allo scopo che gli compete, ovvero uno strumento per la visione, l’“attrezzo” che favorisce il benessere visivo, insieme alle lenti. Questo interessante e singolare fatto, che sia un oggetto da portare in viso, proprio davanti agli occhi, determina una forte componente psicologica: inevitabilmen-te segna, indica, manifesta molto della personalità del portatore, poiché diventa

un elemento della stessa fisionomia. Può seguire anche le linee della moda e dello stile e, certamente, racconterà qualcosa dei gusti di chi lo indossa. Fin’adesso abbiamo descritto un vero e proprio og-getto di design, sappiamo che possiamo parlare anche di “styling”. Più di qualsiasi altro oggetto di uso comune quotidia-no, l’occhiale rappresenta un elemento di sensibile e delicata relazione con le persone e, quindi, deve essere studiato, conosciuto, proposto, venduto con profon-da cognizione di causa. Con l’occhiale entriamo in campi diversi di competenza, che debbono essere argomentati con la sufficiente consapevolezza:

• per presentare l’occhiale debbo cono-scere bene la funzione che svolgerà, ovvero lo strumento più adeguato per la visione ottimale di quel soggetto: l’occhiale è fatto da lenti più montatura; la montatura dev’essere assolutamente conforme alle necessità oftalmiche; la competenza professionale dell’ottico è la capacità di determinare lo strumento per la migliore situazione della visione per l’ametrope.

Lasciatemi fare ora le seguenti divagazio-ni: la scelta delle lenti è scientifica; la scel-ta della montatura è anche psicologica, estetica, culturale. La scelta delle lenti è apollinea; la scelta della montatura è dio-

SPECCHIO DELLE MIE BRAME, COME LO VENDO L’OCCHIALE PIU’ BELLO DEL REAME…?

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MEDITAZIONI

di Luisa RedaelliCommunication consultant

«L’unico modo per diventare liberi è aumentare la consapevolezza di noi stessi, delle nostre emozioni, del mondo che ci circonda, delle persone con cui abbiamo a che fare, non smettere di stupirci, di ascoltare, di conoscere l’altro, di fare una battuta all’impiegato delle poste, di osservare, non smettere di provare a comprendere le ragioni dell’altro, di accettare la diversità come risorsa, di sorridere, di scherzare, far riemergere l’altro dalla tomba in cui l’abbiamo infilato per paura o per fatica e provare a guardarlo di nuovo negli occhi»Luigi Zoia, psicanalista italiano, allievo diretto di C.G. Jung

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MEDITAZIONI

nisiaca. La scelta delle lenti è razionale; la scelta della montatura è viscerale e così via, potremmo proseguire a lungo. Ma, nell’insieme del risultato finale, si vedrà la montatura: chi mi osserva commenterà la montatura, difficilmente mi chiederà se vedo bene con quelle lenti…• Per proporre l’occhiale devo sapere

cos’è la comodità ergonomica: i mate-riali di costruzione della montatura, le forme, le proporzioni fra le parti com-ponenti. L’occhiale dev’essere comodo e dare comodità a chi lo indossa, in merito alle diverse esigenze. Altrimenti tutti vorrebbero mettere le lenti a con-tatto, compatibilmente con le tolleranze, i pregiudizi, le paure.

• Per suggerire la scelta dell’occhia-le è utile che si abbia qualche orientamento di psicologia, per un minimo di studio della personalità dell’ametrope, non solo per chiarire le esigenze visive, ma per soddisfare anche quelle este-tiche: a ognuno l’occhiale giusto, per interpretare e valorizzare il carattere, i gusti, il desiderio di ap-parire o di mantenersi “low profile”, la voglia di estrosità o la classicità, ecc.

• La competenza specifica mi deve far riconoscere la qualità dell’occhiale, conoscendo le tecnologie specifiche: è importante sapere come funziona, quanto è garantito, quanta ricerca d’innovazione, di soluzioni, di dettagli produttivi contenga. È importante saper distinguere una cerniera buona da una dozzinale, una plastica stagionata da una sfibrata, un metallo trattato con vari passaggi di galvanica piuttosto che un semplice trattamento di superficie, un titanio puro invece che una lega, i naselli anatomici, le saldature coerenti e così via, per tutte le componenti che

distinguono un oggetto costruito seria-mente da uno fatto in grande serie e in economia.

• Quando propongo l’occhiale intervengo con fattori di estetica: lo studio del colo-re, degli abbinamenti, delle geometrie, in relazione alla singola persona che lo dovrà indossare, che dovrà sentirsi valorizzata.

• Per raccontare l’occhiale faccio cultura, perché esprimo scelte di conoscenza, di gusto, d’interpretazioni della vita.

Spesso per gli ottici più ”scientifici” la fase della montatura è vissuta come un momento di secondaria importanza, ad-dirittura quasi “svilente”. Peccato, perché

è proprio in questa fase che si completa la definizione professionale. Aver delegato passivamente ai marchi, alle griffe, alla pubblicità questa parte complementare della manifestazione professionale è stato un grave errore, che merita assolutamen-te di essere risolto e rimediato. È ora il tempo, ogni indugio in questo percorso porterà solo all’inevitabile confronto con-fuso con scontisti, catene spersonalizzate e grossi centri commerciali, destituendo ogni opportunità all’indipendenza, al va-lore della tradizione, alla reale competen-za di professione.Diamo per appurato che le lenti siano sta-te proposte con competenza indiscutibile, sappiamo che la montatura sarà ciò che

farà discutere. Lo stesso carisma persuasi-vo e convincente dovrà essere concentrato per la definizione della montatura:• Un cliente con lenti perfette ma insoddi-

sfatto della scelta della montatura sarà un cliente deluso, un problema!

• Un cliente che vede benissimo ma che porta una montatura inadeguata all’e-stetica dovrà subire i commenti negativi del suo entourage e sarà una persona infelice, un problema!

• Un cliente che ha acquistato le lenti migliori ma con una montatura che si deforma, perde le viti, cade dal naso, stringe troppo, “sputa” le lenti, sarà un cliente arrabbiato, un problema!

• La fase della scelta della monta-tura dev’essere forte, solida.• Il cliente dev’essere aiutato nella scelta, sostenuto con argo-menti e motivazioni di varia natura:• estetica, l’occhiale “migliore” per come vuole apparire;• funzionale, l’oc-chiale “migliore” per l’utilizzo che ne vuole fare;• produttiva, l’oc-chiale “migliore” come produzione e garanzia;• ogni argomento

deve essere esposto con competenza, quindi con conoscenza.Ho viaggiato molto nel mare ondoso dell ’ottica, ho esplorato il design, la produzione, in varie parti del mondo, conoscendo bene designer, createurs, visionari, sognatori, bravissimi tec-nici, ingegneri super tecnologici, ho visitato fabbriche da milioni di ope-rai e laboratori di artigiani, realtà italiane, dove si tiene duro e si lavo-ra bene, e fabbriche francesi, danesi o tedesche, dove si porta avanti una tradizione di serietà e affidabilità. Ho vissuto la parte commerciale, con tutte le dinamiche di marketing e strategie. Ho avuto la fortuna di

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MEDITAZIONI

RISVEGLIO

La luce distrugge i castelli dove galleggiavamo in sogno;lascia il suo odore di balena nel nostro specchio opaco...Vagabondavamo vicino a Saturno,ora la terra gira più lentamente.Tremiamo soli al centro del mondo e apriamo la finestraperché il giorno passi con la sua barca.Stanotte abbiamo dormito in un paese lontano.

Eugenio Montejo (1938 – 2008), poeta e saggista venezuelano, ha scritto poesie molto belle anche per i bambini, con particolare sensibilità linguistica ed evocativa.

Eugenio Montejo

entrare in moltissimi negozi, so-prattutto di conoscere professionisti dell’ottica di altissimo livello, di eccellente profilo. Inoltre ho cercato di studiare tutto quello che potevo e continuo a farlo con grande gioia, comprese le varie temati-che di psicologia, per imparare ad avere rapporti chiari, per interpretare i caratteri delle persone, per avere la capacità di una comunicazione armonica ed efficace, per comprendere i linguaggi espressivi dei miei interlocutori e poterli soddisfare con la giusta sensibilità. Cerco oggi di tra-smettere questo mio piccolo bagaglio, a fianco dei professionisti che hanno voglia di emergere dalle calme piatte che l’at-tuale situazione di congiuntura prefigura. L’esperienza che ho vissuto delle realtà dei centri di ottica professionali mi ha fatto vedere che, spesso, tanto validissimo patrimonio di preparazione scientifica, che alcuni ottici possiedono, viene spre-cato e disperso: le vele sono bellissime, ma non prendono vento. È necessario al-zare la guardia per essere “bravi”, dotarsi di nuovi strumenti, ancor più approfonditi, per fronteggiare i momenti di passaggio, come l’attuale: lo studio non può essere concentrato solo sulla parte scientifica, nobile e affascinante, bensì occorre dare spazio anche agli aspetti che riguarda-no la psicologia, la comunicazione, la conoscenza approfondita di tutte le fasi della professione, di tutti i momenti e gli strumenti che costituiscono il lavoro

quotidiano. Allo stesso modo, mi accorgo oggi che le aziende che fanno montature spesso non sono in grado di trasmettere e comunicare il valore aggiunto del proprio prodotto, vale a dire le idee e le tecnolo-gie, gli spunti creativi e la qualità produt-tiva applicata. Capita spesso che si cerchi di presentare l’occhiale con un brand non noto al grande pubblico utilizzando gli stessi cardini dei nomi famosi: fashion, trend, testimonial. In questa logica le aziende specializzate che inventano una collezione di montature saranno sempre perdenti, perché non potranno mai fare tanta comunicazione come i potentissi-mi marchi internazionali, sostenuti da economie e da logiche di mercato di natura completamente, smisuratamente diverse. Quindi è importante enfatizzare i valori precipui, di manifattura, di scelta “su misura”, o taylor made, di attenzione al singolo pezzo, alla qualità in tutti i suoi aspetti, con un’emozione evocativa che completi la poesia. In questo modo si potrebbero incontrare e coniugare due necessità: quella dell’ottico, di conoscere il prodotto e distinguere la qualità; quella dei produttori, di far riconoscere l’impe-gno e la dedizione a una capacità di fare bene che porta appresso tradizioni im-portanti, derivate da un buon artigianato applicato. È una mia speranza che questi due mondi si possano incontrare, così come li sto vivendo nella mia esperien-za professionale, due mondi che creino

una stretta comunicazione fra di loro, in maniera da essere liberi e indipendenti da ogni condizionamento superiore, per esprimere, finalmente, un’ottica fatta solo di qualità, a tutti i livelli.L’immagine allo specchio potrà essere quella di un mondo dove le persone dia-logano con competenza: l’ottico professio-nale e i suoi collaboratori, con il cliente; l’ottico professionale con le aziende che producono; le aziende serie con ottici pro-fessionali capaci d’intendere il prodotto in modo competente. Acquistare è un’arte, acquistare non è facile, per via dei gusti e per via dei magazzini. Vendere è altrettan-to difficile e occorrono sempre maggiori competenze e professionalità. Come un buon vento portante, che sia bene in pop-pa e favorisca per tutti una navigazione sicura.

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FORMAZIONE

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iente a che vedere con quello che una volta si chiamava Mido Education: oggi l’offerta forma-tiva per i professionisti italiani della visione durante la più

grande fiera dell’ottica al mondo è cambiata, perché a sua volta è cambiata la domanda. «Con l’edizione 2013 Mido si accinge a diventare per due dei tre giorni in cui è in programma un punto di riferimento anche per la formazione: domenica 3 e lunedì 4 marzo ospiterà, infat-

ti, Vision up-to date, la nuova manifestazione promossa da Fabiano Gruppo Editoriale – spiegano gli organizza-tori dell’iniziativa – Si tratta di due giornate congressua-li dedicate a quattro temi su cui poter acquisire o per-fezionare le nozioni tecniche necessarie per effettuare un esame refrattivo e fornire la soluzione ottica di sicuro successo: nelle varie sessioni si alterneranno i migliori docenti nazionali».Rispetto al Mido Education di una volta, Vision up-to date non ha, tuttavia, cambiato soltanto il nome. «I cor-

VISION UP-TO DATE: PAROLA D’ORDINE, INTERDISCIPLINARIETÀ

NVisione e postura, oftalmologia pediatrica e strabismo, lenti oftalmiche

e lenti a contatto, ipovisione: sono i temi dell’iniziativa in programma a Mido, sotto forma di sessioni plenarie abbinate a corsi pratici

di Angelo Magri

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FORMAZIONE

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si in programma nelle due giornate di fiera saranno una novità assoluta ed esclusiva all’interno dell’offerta formativa nazionale – sottolineano alla Fge – Inoltre i partecipanti po-tranno fruire di corsi pratici in sale appositamente attrezzate adiacenti l’area Otticlub. E, ancora, i docenti coinvolti non saranno soltanto ottici e optometristi, ma anche oftalmo-logi». L’iniziativa, infatti, è rivolta a ottici optometristi, medici oculisti e ortottisti o assistenti di oftalmo-logia, con una sessione plenaria mattutina e corsi pratici pomeri-diani. «L'iscrizione alle sessioni plenarie è gratuita, ma consigliata per chi desidera prendere parte ai corsi pratici del pomeriggio: a tutti i partecipanti verrà rilasciato l'attestato di partecipazione – spie-gano ancora gli organizzatori - Le sessioni plenarie d'informazione e reporting, rivolte a una platea di 150-200 persone, si prefiggono di aggiornare sull'evoluzione e i più recenti sviluppi nei vari settori specifici: visione e postura, oftalmo-

logia pediatrica e strabismo, lenti oftalmiche e lenti a contatto, ipovi-sione. A loro volta i 4 corsi pratici di formazione e training, rivolti a un massimo di 20 persone ciascuno, si propongono come opportunità con-

creta di acquisire o perfezionare, con l'assistenza di tutor altamente qualificati, le tecniche per una cor-retta refrazione e la determinazione della soluzione ottica adeguata nei vari campi di applicazione».

I direttori delle quattro sezioni, corrispondenti ad altrettanti sessioni plenarie e relativi corsi, saranno Stefano Esente (Medico Chirurgo in Oftalmologia Firenze), Giancarlo Montani (Università Lecce), Paolo Limoli (Medico Chirurgo in Oftalmologia Milano) e Paolo Nucci (Medico Chirurgo in Oftalmologia Milano).I relatori delle sessioni plenarie e dei corsi verranno dall’oftalmologia e dalla medicina

(Filippo Amore, Daniela Domanico, Francesco Panzera, Sergio Scalinci e Massimiliano Serafino), dall’ortottica (Federico Bartolomei, Francesco Bonsignore e Xenia Bucella) e dall’ottica e optometria (Silvano Abati, Luca Giannelli, Silvio Maffioletti, Salvatore Pintus, Roberto Pregliasco, Gianmario Reverdy, Giuliano Sarti e Carlo Visconti).

I DOCENTI A MIDO 2013

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’applicazione delle lenti a contatto nel soggetto presbite rappresenta una situazione particolarmente interessante in quanto la riduzione dell’abilità

visiva durante l’attività prossimale e la conseguente necessità di un adeguato sistema di compensazione costituisce una motivazione importante. Il trattamento della presbiopia mediante l’utilizzo delle lac multifocali diventa per il professionista una valida opportunità destinata ad aumentare nei pros-simi anni quando tutte quelle persone con o senza un difetto rifrattivo, una volta raggiunta la necessità di una compensazione per vicino, possono utilizzare questa tipologia di lenti. Solitamente vengono individuate due modalità nella prescrizione delle lac in caso di presbiopia: lenti a visione alternata e lenti a visione simultanea. La pri-ma soluzione individua almeno due zone ottiche ben distinte che si alternano davanti all’area pupillare, mentre la seconda dispone il contributo diottrico del lontano, del vicino ed eventualmente quello interme-dio simultaneamente in tutte le direzioni di sguardo davanti alla pupilla.

Lenti a visione alternataNella visione alternata la geometria della lente attraverso la direzione di sguardo permette, infatti, di posizionare l’area per lontano e quella per vicino: durante la direzione di sguardo primario la zona per lontano copre l’area pupillare, mentre durante la visione prossimale quando lo sguardo si sposta verso il basso e la lente compie una traslazione verso l’alto la zona per vicino si sistema davanti alla pupilla (figura 1, immagine b). La traslazione rappresenta un aspetto determinante per il corretto funzionamento del sistema e la pal-pebra inferiore svolge un ruolo fondamentale: ha, infatti, il compito di spingere la lente verso l’alto allineando così la pupilla con il segmento inferiore che contiene il potere per vicino. La visione alternata è normalmente conseguita con lenti a contatto fisicamente rigide (figura 1, imma-gine a) che ricordano le lenti oftalmiche bifocali e per ottenere un adeguato equilibrio è indispensabile inserire dei sistemi di stabilizzazione: l’introduzione di una variazione di spessore nella zona inferiore mediante l’inserimento di un prisma a base bassa (solitamente da 1 a 3 Δ ), in modo tale che l’area de-

LA VALUTAZIONE DELLE LENTI A CONTATTO MULTIFOCALI

di Francesco Saladocente di Optometria e Contattologia Istituto B. ZaccagniniIscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale

L

La selezione del portatore è fondamentale per l’applicatore: deve, infatti, individuare le aspettative riposte nell’impiego delle lac anziché delle lenti oftalmiche progressive, le differenze di stabilità nella resa visiva, ma anche il vantaggio di sostituire l’occhiale

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dicata per vicino possa posizionarsi in modo corretto verso il basso; a sua volta la troncatura della por-zione inferiore (solitamente da 0.40 a 0.60 mm) ha la finalità di incrementare il contatto tra il bordo della lente e quello della palpebra inferiore, in modo da controllare la posizione e la rotazione del sistema correttivo.A partire dai primi anni Ottanta1 dello scorso secolo le aziende costruttrici hanno sviluppato soluzioni ca-ratterizzate da lenti morbide a visione alternata sen-za raggiungere però un grosso successo: la proble-matica di maggiore rilievo nella “geometria traslata” è, infatti, quella di ottenere il corretto posizionamen-to del segmento per vicino durante la lettura.

Lenti a visione simultaneaIl principio di funzionamento della visione simulta-nea2 consiste nell’introduzione all’interno dell’area pupillare di un contributo di più poteri in modo tale da coinvolgere contemporaneamente sia la sezione per lontano sia quella per vicino della lente a con-tatto.In questo modo si determina il cambiamento dell’a-

berrazione sferica dell’occhio con lo scopo di raggiungere una prestazione visiva accettabile a distanze diverse.È importante tenere in considerazione che esistono diversi fattori che si ripercuotono sulla resa finale del sistema correttivo: le aspettative del portatore, la tipologia di lente, l’ambiente e la distanza di lavoro, la grandezza pupillare, l’aberrazione sferica ini-ziale dell’occhio e le proprietà della lacrimazione,

per citarne alcuni. Le lenti a contatto multifocali3 a visione simultanea vengono realizzate con lenti a struttura rigida e morbida rappresentando una valida soluzione per il trattamento della presbiopia e, in particolare, tra i design (figura 2) che general-mente vengono impiegati troviamo: quelli ad anelli concentrici composti da superfici sferiche, quelli anulari che raccordano la zona sferica del lontano e del vicino mediante un profilo asferico e quelli che differenziano il potere con una variazione integral-mente asferica.

Il portatore ideale di lenti a contatto multifocaliOra analizziamo diversi elementi che riguardano la valutazione delle lenti a contatto multifocali a visione simultanea per il trattamento della presbio-pia senza l’interazione con la modalità della visione alternata.La selezione4 del portatore rappresenta un momento importante per il professionista, poiché deve indivi-duare durante la seduta di prova quali aspettative vengono riposte nell’impiego delle lenti a contatto multifocali e spiegare con cura che il principio di funzionamento è molto differente rispetto alle lenti oftalmiche progressive e che probabilmente la resa visiva ottenuta con gli occhiali risulta più stabile.È importante sottolineare che il vantaggio di sostitu-ire, quando occorre, l’occhiale con le lenti a contatto è determinante e spesso rappresenta uno stimolo sufficiente per accettare la prestazione visiva fornita dalle lenti multifocali; tuttavia quelle persone che non vogliono rinunciare a una visione “perfetta” molto difficilmente potranno utilizzare confortevol-mente questo sistema correttivo.Comunque con l’applicazione è necessario5 raggiun-gere un risultato accettabile assicurando durante lo svolgimento delle attività lavorative una prestazione soddisfacente. Limitare il più possibile l’impiego dell’occhiale per vicino e mantenere il comfort per buona parte del tempo di uso delle lenti a contatto sono tra i fattori che influenzano il successo finale.L’anamnesi deve approfondire anche quali attivi-tà lavorative verranno svolte individuando quegli aspetti critici che possono mettere in difficoltà il por-tatore con la finalità di chiarire gli eventuali limiti dell’ausilio correttivo6.

Figura 1. Lente a contatto a struttura rigida bifocale, caratterizzata dalla troncatura in posizione di sguardo primario e principio di funzionamento della visione alternata

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Le prestazioni delle lenti a contatto multifocaliLa valutazione dell’applicazione si articola attraver-so il controllo eseguito mediante il biomicroscopio o lampada a fessura: l’applicatore deve stabilire se la relazione della lente a contatto con la superficie oculare è adeguata e se il sistema correttivo garanti-sce un’acuità visiva per lontano e per vicino soddi-sfacente.Nel cercare la soluzione migliore in grado di otte-nere una prestazione visiva accettabile è essenziale avvalersi di design differenti e dopo aver individua-to la base di partenza è indispensabile aspettare un periodo di circa una settimana di utilizzo prima di compiere degli aggiustamenti. Durante questo periodo, infatti, la prestazione visiva con il sistema correttivo può migliorare e durante le sedute di con-trollo è possibile individuare con maggiore efficacia le modifiche di potere o di design. È importante ricordare che l’esame dell’acuità visiva che viene svolto abitualmente nella pratica quoti-diana non è sempre in grado di prevedere se le lac multifocali verranno utilizzate con successo. Infatti7,8 il grado di soddisfazione che viene raggiunto può incrementare significativamente durante il periodo

di adattamento, senza però presentare modifiche rilevanti dell’acuità visiva per lontano e per vicino.Un approccio particolarmente efficace9 si è dimo-strato quello di valutare la prestazione ottenuta con le lenti a contatto multifocali invitando i portatori a provare la validità del sistema correttivo nella vita quotidiana. Nel lavoro eseguito da Woods e colleghi nel 2009 vengono considerate diverse attività: ad esempio, la lettura di un menu e di una rivista, l’uso di dispositivi elettronici, guardare la televisione e guidare in condizioni di bassa luminosità ambienta-le.Questo metodo7,9 è risultato utile per costruire un feedback in grado di aiutare il professionista a com-prendere meglio i risultati ottenuti e a individuare il tipo di soluzione più adeguata per il portatore: per-tanto è fondamentale, secondo gli autori9, aggiunge-re agli esami clinici convenzionali anche questo tipo di valutazione.

Bibliografia1. Bennett, E. S. Bifocals and multifocal contact lenses. In: Phillips AJ, Speedwell L, eds. Contact Lenses. 5th ed. Oxford: Butterworth-Heinemann, 2007: 311-331.2. de Carle, J. T. (1997) Bifocal and multifocal contact lenses. In Contact Lens Practice, 4th edn, pp. 540-565 eds. A. J. Phillips and L. Speedwell. Oxford: Butterworth –Heinemann. 3. Schwallie, J. (2000) Multifocal contact lenses: a valuable alternative for your pesbyopic patient. Contact Lens Spectrum, 15(12), 29-32. 4. Bennett, E. S. (2004) Patient selection, evaluation, and con-sultation. In Manual of Gas Permeable Contact Lenses, 2nd edn, pp. 58-85, eds. E. S. Bennett and M. M. Hom. St Louis, MO: Elsevier Science. 5. Gasson, A. and Morris, J. (2003) Lenses for presbyopia. In The Contact A. Lens Manual: A Pratical Fitting Guide, 3rd edn, pp. 298-317, eds. Gasson and J. Morris. London: Butterworth-Heinemann. 6. Benjamin WJ, Borish IM. Presbyopia and the Influence of Aging on Prescription of Contact Lenses. In M Guillon, CM Ruben (eds). Contact Lens Practice. London: Chapman & Hall, 1994;828. 7. Papas, E. Presbyopic Lens Performance and the “Real World”. Contact Lens Spectrum, November 2010. 8. Bakaraju RC, Ehrmann K, Ho A, Papas E. Inherent ocular spherical aberration and multifocal contact lens optical perfor-mance. Optom Vis Sci. 2010 Dec;87(12):1009-22.9. Woods J, Woods CA, Fonn D. Early symptomatic presbyopes.

Figura 2. Geometria ad anelli concentrici con centro per lontano (immagine a), geometria anulare con raccordo asferico e centro per vicino (immagine b), geometria integralmente asferica con centro per vicino (immagine c)

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LENTI OFTALMICHE

HOYA FACULTY:IN ITALIA LA VERSIONE EVOLUTA

A due anni dall'inaugurazione del centro di formazione internazionale, a Budapest, con oltre 2.500 tra professionisti provenienti da tutta Europa per fare esperienza sulle progressive e sui metodi più efficaci per risolvere ed evitare i problemi di adattamento,

l’offerta formativa dell'azienda di lenti oftalmiche arriva anche nel nostro paese

oma, 15 gen-naio. «Per tre intere giornate una venti-na di ottici

optometristi da tutta Italia sono stati protagonisti di una sessione specia-le, organizzata appositamente per approfondire quanto già affrontato a Budapest e sviluppare nuove com-petenze, con lo scopo principale di mettere in pratica procedure optome-triche avanzate per distinguersi pro-

fessionalmente – spiegano alla Hoya Italia - L'approccio, già introdotto alla Hoya Faculty in Ungheria, propone la refrazione binoculare e l'utilizzo del protocollo MKH Polatest per una prescrizione completa e come solu-zione ai disturbi astenopici, spesso causa latente di mancati adattamenti e insoddisfazione dei portatori». Ad accogliere e trasferire questi principi agli ospiti sono stati Hans Warntjes, rettore di Hoya Faculty, Jules van Els, optometrista, docente presso Hoya Faculty e specializzato in visione

binoculare, Marlene Veldt, ortottista specializzata nella procedura opto-metrica, e Silvano Larcher, product manager e lens expert di Hoya Italia.A Roma come a Budapest, l'intera-zione tra gli ottici optometristi è stata fondamentale. «Il trasferimento della conoscenza non è una strada a senso unico – ha affermato Warntjes - I partecipanti imparano moltissimo gli uni dagli altri, perché amano condividere le proprie esperienze con i colleghi». Per Larcher è risul-tata «stupefacente la passione con

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cui i partecipanti hanno affrontato il corso e stimolante, per tutti noi che organizziamo queste sessioni, vedere come professionisti affermati si entusiasmino e traggano nuovi stimoli da tale approccio, vivendo queste giornate come inizio di una nuova esperienza».A detta degli organizzatori, infatti, i 24 professionisti che hanno parte-cipato all’iniziativa si sono rivelati entusiasti, in particolare «dell’ottima organizzazione del corso e dell’e-quilibrio tra teoria e pratica». Un apprezzamento particolare è andato alla «competenza e disponibilità dei formatori», tanto da sperare che si organizzi presto un’ulteriore ses-sione di confronto sulle esperienze acquisite.«Già il fatto che un corso a paga-mento sia stato seguito da un nume-ro così elevato di professionisti della visione testimonia la loro attenzione all’approfondimento di tecniche innovative per migliorare il servizio alla clientela – commenta Gianni Greco, titolare di VisionOttica Gianni Greco a Ravenna – Inoltre i centri ottici dei partecipanti alla Faculty 2.0 di Hoya hanno un’incidenza di oltre il 65% delle progressive sul fatturato delle lenti oftalmiche, assai più alta della media nazionale: un

segnale importante, ancor più alla luce del fatto che il corso ha messo gli ottici optometristi nelle condizioni di valutare sia i principali fattori che provocano difficoltà alla visione sia l’efficienza visiva da lontano e da

vicino». Il professionista romagnolo sottolinea il ruolo giocato in tale contesto da Hoya. «Dopo la sessione formativa alla Faculty di Budapest l’azienda è stata attenta ai nostri riscontri e ne è derivato il positivo risultato dell’evento di Roma – spie-ga Greco – Ora abbiamo chiesto a Hoya di organizzare un nuovo me-eting tra 3 o 4 mesi insieme a coloro che erano presenti a Roma, visto che portiamo tutti esigenze, profes-sionalità e persino aspetti territoriali diversi».Per Francesco Del Governatore è stato il primo corso dove realmente la parte pratica ha fatto seguito a quella teorica. «E poi – aggiunge il titolare di Italo Ottici a Roseto degli Abruzzi - si è lavorato su concetti di grande attualità, come la collabora-zione con altre figure professionali, che possono essere l’odontoiatra o l’osteopata, ad esempio».

Alcune fasi della Hoya Faculty 2.0, svoltasi a Roma dal 15 al 17 gennaio

Hoyalux iD LifeStyle V+, VisuReal Portable e Realtà Aumentata: anche le ultime novità di Hoya sono state al centro del confronto tra i professionisti che hanno preso parte alle giornate di formazione proposte dalla Faculty a Roma. «Sono il primo a testare un paio nuovo di lenti e con le LSV+ di Hoya mi sembra di non sentirmi nemmeno addosso l’occhiale e di… essere ringiovanito di 20 anni!», afferma sorridendo Gianni Greco, che poi entra nel dettaglio tecnico. «Questa nuova versione di multifocali della Hoya garantisce l’ottimizzazione della zona del lontano, l’ampliamento delle zone intermedie, il miglioramento della zona per vicino e un’efficienza visiva migliore anche nelle zone laterali basse, riducendo notevolmente l’effetto distorsivo». Per quanto riguarda, invece, le App di Hoya, il titolare di VisionOttica Gianni Greco di Ravenna ricorda di averle acquistate e di utilizzarle entrambe, con risultati pratici ed economici già evidenti nel consuntivo 2012. «Il fatto di dimostrare concretamente a fasce di utenti più diffidenti delle altre, ad esempio gli anziani, come si vede con un paio di lenti oftalmiche offre un segnale importante in termini di rassicurazione e, quindi, favorisce la propensione all’acquisto», dice Greco.Del Governatore è stato tra i primi a testare le nuove Hoyalux iD LifeStyle V+. «Non producono la sensazione di portare un paio di progressive: è questo il loro riscontro positivo più immediato – afferma il professionista abruzzese – Offrono zone più ampie nel vicino e nell’intermedio: utilizzandole, i videoterminalisti non sono quasi più costretti a muovere la testa». E le App di Hoya? «Abbiamo adottato la Realtà Aumentata, di cui siamo soddisfatti – spiega Del Governatore – Tutto ciò che fa rendere conto l’ametrope delle performance di quanto va ad acquistare aiuta a vendere di più e meglio».

LIFESTYLE V+: PER NON MUOVERE PIÙ LA TESTA AL COMPUTER

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LENTI OFTALMICHE

IN ZEISS ACADEMY TUTTO IL KNOW HOW DEL BRAND

Dopo il positivo esordio del 2012, con circa 500 ottici partner coinvolti sull’intero territorio nazionale, per il 2013 sono in programma nuovi corsi, finalizzati a un ulteriore

approfondimento e crescita dell’attività professionale

eiss Academy è sinonimo dell'attenzione che il brand di lenti oftalmiche e strumenti ripone nella formazione

professionale. L’obiettivo? Supportare gli ottici nel presentarsi alla propria clientela nella maniera più alta e pro-fessionale possibile, secondo quanto si addice al loro ruolo. E i numeri del pri-mo anno di attività di Zeiss Academy confermano non solo le intenzioni dell’azienda, ma anche la disponibilità e la ricettività dei centri ottici partner: circa 500 partecipanti, 29 giornate di formazione itineranti in tutta Italia e tre offerte formative (i.Tech, i.Optics e i.Management, quest’ultima realizzata in collaborazione con SDA Bocconi).«La missione di Zeiss Academy è quel-la di formare, informare e stimolare sul mondo Zeiss», spiega Gian Andrea Ia-nese, titolare di Alex Ottica a San Nico-lò di Comelico, in provincia di Belluno, e collaboratore di Zeiss per la forma-zione da quasi vent’anni. Dopo alcuni mesi di lavoro e di incontri, a fine 2011 sono partiti i primi corsi del percorso formativo Zeiss, che prevedevano due principali aree tematiche: una focaliz-zata su aspetti di marketing e di analisi del proprio bacino d’utenza attuale e potenziale con i.Management e l’altra su aspetti più tecnici, come la cono-scenza più dettagliata dell’offerta Zeiss in i.Tech, e aspetti di analisi optometri-ca in i.Optics. In particolare «i.Optics inizialmente prevedeva tre specifiche aree tematiche, comunicazione, pro-

fessionalità e marketing, inteso come far vedere meglio la propria professio-nalità – aggiunge Ianese - Già dalle prime edizioni ci accorgemmo che le esigenze dei partecipanti erano mirate soprattutto alla parte optometrica. Il seminario ha preso così una forma e un’identità ben precise. L’obiettivo principale di i.Optics è diventato, quin-di, la parte più professionale, quella optometrica, in particolare l'attività di valutare l'efficienza visiva e di verifica-re lo stato refrattivo con mezzi e metodi semplici e alla portata di tutti, finaliz-zata a prescrivere benessere visivo». Durante gli incontri vengono mostrate le proposte di Zeiss, in fatto di strumenti e lenti, per agevolare questa attività professionale. «In sostanza con i.Optics si presentano metodi professionali di valutazione refrattiva per avere la si-

cura consapevolezza della presenza di particolari e basilari requisiti e abilità visive indispensabili a predisporre la compensazione ottica ottimizzata e personalizzata per il raggiungimento del completo benessere visivo, secondo la filosofia Zeiss», ricorda Ianese.Visto il diffuso apprezzamento sia della proposta i.Optics, tenuto da Gian Andrea Ianese con la collaborazione del Trainer Zeiss Giovanni Guiraud, sia della proposta i.Tech, tenuto dai PM Zeiss, l’azienda per il 2013 ripropone l’offerta coprendo altre tappe d’Italia prima non raggiunte e integra nuove soluzioni formative per completare l’aggiornamento dei propri centri ottici. «Con i.Optics – afferma all’azienda di lenti oftalmiche e strumenti - è emersa l'esigenza da parte dei centri ottici part-ner di corsi più specifici, monotematici,

a cura della redazione

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Uno dei corsi 2012-2013 della Zeiss Academy

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in particolare sulla visione binoculare, dove Zeiss vanta lo strumento Polatest, attualmente nella versione i.Polatest, e il metodo MKH: così all’interno della Zeiss Academy nasce i.Vision2, anch’esso tenuto da Gian Andrea Ianese; e viene sottolineata l’esigenza di saperne di più sulla valutazione dello stato aberrometrico dell'occhio e la compensazione ottimizzata a questo stato, con i.Profiler e i.Scription, dal quale nasce il corso i.Pro_Lens, tenuto da Giancarlo Montani, noto docen-te e optometrista». Queste tre aree, insieme ad i.Tech, compongono la nuova proposta formativa della Zeiss Academy 2012-2103. «Già nell'ultimo trimestre del 2012 è partita la nuova offerta formativa di Zeiss Academy, con il corso i.Vision2; e il 2013 risulta fitto di appuntamenti per tutti gli eventi di Zeiss Academy – sot-tolinea ancora Ianese - i.Optics rimane e rimarrà il seminario di base per chi vuole veramente avere uno sguardo profondo sull’analisi refrattiva, in cui si parla di accoglienza, indagine anamnestica, valutazioni sulle abilità visive, verifica refrattiva ed equilibrio per lontano e per vicino, valorizzazio-ne e comunicazione della professiona-

lità. Il nuovo corso i.Vision2, invece, è una sorta di continuazione di i.Optics, analizzando in modo dettagliato la visione binoculare, il metodo MKH, la capacità della sensibilità al contrasto e la valutazione con il metodo KSV».Un ulteriore contributo alla crescita professionale sarà offerto anche dal corso i.Pro_lens dedicato a tutti i pos-sessori dello strumento i.Profiler, con

cui i partecipanti potranno approfondi-re tematiche quali le possibili soluzioni per gli ametropi, i sistemi di misura delle aberrazioni, le diverse tipologie di aberrazioni e la loro compensazio-ne con i.Scription, oltreché un’analisi di casi reali per meglio comprendere in quali soggetti l’uso della tecnologia i.Scription realmente offre un vantag-gio al portatore.Qual è il valore aggiunto per gli ottici che seguiranno questi corsi? «Sicura-mente il perfezionamento e la praticità clinica di particolari metodiche atte al raffinamento prescrittivo della com-pensazione ottica, il bilanciamento e l'equilibrio binoculare, la valutazione della visione binoculare in modo sem-plice e puntuale, la compensazione – ricorda Ianese - Con Zeiss Academy il brand ha finalmente l'opportunità di trasmettere ai propri partner le enormi potenzialità che possiede e che non sono mai emerse del tutto come giustamente meritavano, in termini di strumentazione, lenti e altri pro-dotti ottici, ma soprattutto per quanto riguarda il proprio know-how».

Gian Andrea Ianese

Giancarlo Montani tiene uno dei corsi di Zeiss Academy

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