AUTUNNO 2009

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Credere è camminare nel buio con la nostra mano nella mano di Dio. Fidiamoci. Autunno 2009

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Autunno 2009

Insieme in cammino

Credere è camminarenel buio con la nostra mano

nella mano di Dio. Fidiamoci.

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l’ind

ice L’editoriale

Papà, per me sei importantedi don Daniele PAGINA 3

Capitelli e affreschiI capitelli di Zendrana e S. Rocco

a cura della redazione PAGINE 4-5

L’enciclica del PapaCaritas in veritate

di Sandro Bisesti PAGINE 6-7

Benvenuti tra noiAmare con quattro «A»

di Rocco e Stefania La Rocca PAGINE 8-9

L’intervistaLarisa arriva dalla Moldavia

a cura della redazione PAGINE 10-11

ProvocazioneQuando gli albanesi eravamo noi

PAGINA 12

Le poesieAla me mama e La festa dei Santi

PAGINA 13

I battezzati delle nostre parrocchiePAGINE 14-15

Nuovo libro di don ValerioCome indice al cielo

PAGINA 16

Terremoto in AbruzzoQuello che i vigili e i volontari...

PAGINE 17-18

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 19-20-21-22

L’intervistaL’intervista tripla ai nostri sindaci

PAGINE 23-24-25-26

LetterePAGINE 27-28

Il pellegrinaggio16 settembre un giorno a Lourdes

di Monica Innocenti PAGINA 29

Il viaggio in MozambicoNera mai calda voce d’Africa...

di Mattia Baffetti e Barbara Scarpa PAGINE 30-31

La Sacra ScritturaLa storia di Rut

PAGINE 32-33

La sagra a CimoneSàghertòrte al Cimone

di Sonia Zanotelli e Monica Petrolli PAGINE 34-35

Dal Gruppo missionarioIl gruppo missionario di Aldeno? C’è!!

di Alma Osler PAGINA 36

Dai campeggi PAGINE 37-38-39-40-41

I matrimoni nelle nostre parrocchiePAGINE 42-43

ApprofondimentoA proposito di... povertà

a cura della redazione PAGINE 44-45

I nostri defuntiPAGINA 46

I moduli d’iscrizionePAGINA 47

Gli orariPAGINA 48

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.Hanno collaborato a questo numero:Sandro Bisesti, don Valerio Bottura, MattiaBaffetti, Monica Innocenti, Ennio e MarinaBernardi, Annalisa e Michele Erlicher, Sara Cimadon, Alessandra Dorigotti, Jessica Dallago, Luca Piffer, Ivo Condini,Rocco e Stefania La Rocca, Massimo Perticucci,Vigili del fuoco Cimone e Garniga Terme,Monica Petrolli, Sonia Zanotelli, Alma Osler. Stampa: Grafiche Dalpiaz - Ravina

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Papà, per me seiimportante!

Una domenica qualsiasi nelleparrocchie di Aldeno, Cimonee Garniga Terme. Un giornali-

sta di passaggio ha fatto un sopralluo-go e ha notato come tra i presenti allemesse domenicali spiccasse il fattoche il 75% dei presenti fosse donna,ci fossero pochi bambini e che l’etàmedia dei partecipanti fosse sostan-zialmente alta. Dove sono i papà miha chiesto, non sanno che la loro pre-senza in chiesa è importante? Comepossono venire in chiesa i figli se nonne capiscono l’importanza i lorogenitori?In effetti ho poi scoperto l’uovo dicolombo: la frequenza religiosa dellafamiglia (in modo determinante quella dei papà) gioca un ruolo molto importan-te e stabile nei confronti dei figli. Secondo una ricerca, fatta nella ConfederazioneSvizzera, il ruolo del padre è decisivo nel determinare il passaggio della religio-ne alla generazione successiva. Se il padre non va in chiesa, soltanto un bambinosu cinque frequenterà la chiesa da adulto, indipendentemente da quanto ci va lamadre. Se il padre frequenta regolarmente, da due terzi a tre quarti dei loro figliandranno regolarmente in chiesa. La stessa ricerca sottolinea anche come una regolare frequenza ecclesiale da partedei genitori sia correlata con un alto senso civico, un atteggiamento caritatevole,la disponibilità a intraprendere attività di volontariato e altri gesti pubblici di gran-de valore nei figli, in parole più povere la frequenza religiosa ha anche un forteimpatto sociale. Non si può tra l’altro dimenticare come anche nella Sacra Scrittura il padre risul-ti decisivo per la vita di fede del bambino. Si pensi a Gesù stesso che per trent’an-ni rimane “condiscendente” a Giuseppe, padre che lo aiuta ad un inserimentoordinato nella vita del mondo, nel rispetto delle leggi divine ed umane. Tutta lavita privata di Gesù è sotto la sua custodia e protezione, l’angelo si rivolge aGiuseppe per dirgli di portarlo lontano da Erode che lo vuole uccidere. Cari papà, in conclusione volevo ricordarvi che il vostro compito è si difficile, maanche molto importante, non dimenticatelo e non delegate ad altri quello che nonè possibile che altri facciano, aiutate sempre i vostri figli a dire con orgoglio:“Padre nostro…” don Daniele

l’editoriale

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I capitelli di Zendranae San Rocco ad Aldeno

Ecco nuovi segni votivi. Qualora, in unadi queste tiepide giornate, decideste diavventurarvi nell’amena località di

Zendrana, posta sul versante opposto alla loca-lità di Cei, avrete la bella sorpresa, camminan-do su facili strade bianche, di incrociare alme-no due capitelli che vi presentiamo in questoarticolo.Il primo lo incontrerete percorrendo la stradache va verso la valle dell’Adige e non può pas-sare inosservato perché si trova ad una biforca-zione, scavato in un unico masso di roccia.Il capitello venne realizzato nel 1991 da ungruppo di persone, quasi tutte di Cimone, chetrascorrevano le vacanze estive nella località eche in quell’anno eseguirono lavori di sistemazione della strada che portava aiprati. Nel sistemare la strada emerse quel grosso masso e questi volenterosi uomi-

ni pensarono bene di ricavarne una pic-cola nicchia per collocarvi un segno didevozione.Dopo aver scavato il masso con la molasi attese l’arrivo della piccola statua dellaMadonna portata direttamente dal san-tuario di Lourdes dai signori Laura eLuigi Rossi; da allora è sempre rimasta aprotezione di quei luoghi.Se, invece, arrivati alle prime case diZendrana si sceglie di proseguire adestra, inoltrandosi nel bosco verso lavalle di Cei, dopo un tratto ombreggiatoe protetto da maestosi alberi ora tinteg-giati delle infinite sfumature dell’autun-no, si prosegue verso la località “Terziel”e si giunge a questo secondo capitello quirappresentato. Si tratta di un tradizionalecapitello con piedistallo in roccia cheracchiude e ripara un crocefisso ligneo.Nella bella stagione entrambi questisegni votivi sono manutenuti, abbelliticon fiori e piante e illuminati con ceri.

Madonna di Lourdes a Zendrana

Capitello ligneo a Zendrana

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Ultimo che vi descriviamo è la nicchia che fabella mostra di sé nella casa sull’angolo di viaMaddalena Spagnolli ad Aldeno. Il capitelloda sempre presente “en piazola”. Il restaurodella casa ha reso certo maggior visibilità aquesta piccola nicchia che accoglie la statuadi San Rocco in legno chiaro; non così inpassato quando, tra la saracinesca del barsempre aperta o quasi, l’insegna illuminata,il sasso vivo della casa e il rigoglioso roseto,la nicchia era quasi celata alla vista.La storia di San Rocco ve l’abbiamo raccon-tata nella precedente pubblicazione a propo-sito dell’affresco di Cimone; possiamo soloaggiungere che la famiglia Tonolli, proprie-taria nel passato di questa bella casa, vi eradevota e annoverava tra i propri avi anche unRocco. Chi vive nella piazza e nelle vie vici-ne ricorda da sempre questo atto votivo e ilricordo di chi avrebbe potuto raccontarcialtre storie e andato purtroppo perduto.

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capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesi

San Rocco «en piazola» ad Aldeno

Percorso in preparazioneal matrimonio cristiano

Sei incontri ad Aldenoda giovedì 8 aprileal 13 maggio 2010

Va programmato e pensato prima di decidere la data del matri-monio cristiano e, non necessariamente, porta la coppia a spo-sarsi in chiesa. Aiuta a conoscere il sacramento del matrimoniocristiano, ad apprezzarlo e a viverne il mistero. Permette il dialogo con altre coppie che si stanno preparando,l’incontro con un sacerdote, con due coppie “rodate” e l’ascol-to dell’esperienza di alcune famiglie. Non è un obbligo, maun’opportunità che è sempre meglio cogliere al volo.Il modulo d’iscrizione lo trovate a pagina 47.

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Caritas in veritate

E'la terza enciclica del pontificato di Benedetto XVI ed è un'enciclica sociale.Firmata il 29 giugno scorso, è stata pubblicata il 7 luglio. S'inserisce nella tra-dizione delle encicliche sociali che, nella fase moderna, si è soliti far inizia-

re con la Rerum Novarum di Leone XIII, promulgata il 15 maggio 1891. Dopo diessa seguì la Populorum Progressio di Paolo VI, promulgata il 26 marzo 1967 e laCentesimus Annus promulgata il primo maggio 1991 da Giovanni Paolo II.L'attesa per un autorevole intervento s'era fatta molto alta sia per la drammaticità delmomento a causa, appunto, dell'aggravarsi della crisi finanziaria sulla scena interna-zionale, che per le domande morali e strutturali che da essa venivano. La dottrina

sociale della Chiesa ha una dimensione che permane euna che muta con i tempi. Essa è l'incontro del Vangelocon i problemi sempre nuovi che l'umanità deve affron-tare. Questi ultimi cambiano molto in fretta, soprattut-to oggi, e lo fanno ad una velocità sorprendente. Ilcompito della chiesa, che non ha soluzioni tecniche daproporre come ricordato nella Caritas in veritate, (n.9),ha il dovere di illuminare la storia umana con la lucedella verità e il calore dell'amore di Gesù Cristo, bensapendo che "se il Signore non costruisce la casa inva-no si affannano i costruttori".Il testo sviluppa un tentativo coerente di rilettura del-l'intero impianto della dottrina sociale della chiesa. Sela dottrina sociale della chiesa si era configurata comecomprensione storica del cristianesimo e affermazionepubblica del principio di legittimità dell'intervento delmagistero di fronte alle grandi questioni sociali edideologiche degli ultimi due secoli, ora Benedetto XVIinsiste particolarmente su una struttura maggiormentedogmatica e su una lettura di affermata continuità del-

l'intero magistero (vedi introduzione e capitoli I, II, VI).Il richiamo, infatti, alla Populorum Progressio non è solo celebrativo (quarant'anni epiù dalla sua promulgazione), ma stringente e fondamentale. La Caritas in veritaterimanda alla Populorum Progressio per due ordini di motivi: in primo luogo per lapercezione mondiale, oggi diremmo globale, del tema della giustizia sociale e insecondo luogo per il senso integrale, unitario con il quale si deve intendere lo svilup-po di tutti gli uomini e di ciascuno. La crisi attuale, assai più di quella del '29, è una crisi globale e quindi è ancora piùvera l'intuizione di Paolo VI che coglie l'interconnessione e la responsabilità dei paesiricchi con quelli poveri. La seconda radice comune è lo stretto nesso tra "etica dellavita" ed "etica dell'economia". Inutile richiamarsi all'amore, chiedere coerenza nellavita personale se non c'è giustizia sociale, se non si offrono condizioni dignitose divita. Perché se non c'è amore senza giustizia, neppure ci si può essere carità senzaverità. PaoloVI proclamava il diritto di tutti i popoli ad un giusto sostentamento, ma

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Madonna del Rosario di Aldeno

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chiedendo che si aumentassero i posti alla tavola di tutti e non che si eliminasseroalcuni commensali. Allo stesso modo Benedetto XVI propone una visione unitariaintegrata dell'umano: le giuste condizioni materiali supportano la pace e l'amore tra ipopoli, tra gli uomini. Il papa conferma, ancora una volta, contenuti concreti chescendono nel dettaglio dei processi e mettono a nudo i limiti del sistema. Senza Dio,afferma il papa, lo sviluppo è disumanizzato e rende il sistema ostaggio della ricercadel profitto senza il fine ultimo di bene comune. Da qui la sfrenata attività finanzia-ria "per lo più speculativa" e concentrata solo nel brevissimo termine, flussi migra-tori "spesso solo provocati" e poi malgestiti, lo sfruttamento della terra e delle suerisorse (n.21). In quest'ambiente crescono le ricchezze, ma aumentano le povertà, dilaga la corru-zione, le multinazionali sfruttano il lavoro. Lo sviluppo economico deve dare nuovicodici e il papa mette sul piatto l'elogio della fraternitàe dell'esperienza del dono spesso non riconosciuta "acausa di una visione solo produttivistica e utilitaristicadell'esperienza." (n.34)Affermare che " il primo capitale da salvaguardare evalorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità:l'uomo, infatti, è l'autore, il centro e il fine di tutta lavita economico-sociale" (n.25) prende un vigore singo-lare davanti ai nuovi modi di produzione, alla mobilità,alla delocalizzazione delle imprese e nell'autonomapotenza della finanza internazionale. Così il richiamoalle reti di sicurezza sociale, al ruolo della famiglia,alle organizzazioni sindacali e dei consumatori dàforma alle componenti civili che hanno una responsa-bilità propria di fronte al potere politico ed economico. Innovativo e di grande forza è il ruolo riconosciuto al"dono" e al principio della gratuità nel mercato. Lagrande sfida che abbiamo davanti "è mostrare, a livel-lo sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo itradizionali principi dell'etica sociale, quali la traspa-renza, l'onestà e la responsabilità non possono veniretrascurati o attenuati, ma che anche nei rapporti mer-cantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternitàdevono trovare posto entro la normale attività economica". (n.36) "Lo sviluppo dei popoli dipende soprattutto dal riconoscimento di essere una solafamiglia".E' questa un'affermazione che richiede "un nuovo slancio del pensiero" e obbliga "adun approfondimento critico e valoriale della categoria della relazione. Si tratta di unimpegno che non può essere svolto dalle sole scienze sociali, in quanto richiede l'ap-porto di saperi come la metafisica e la teologia, per cogliere in maniera illuminata ladignità trascendente dell'uomo" (n.53).In questo senso la Caritas in veritate è certamente un dono, ma soprattutto un com-pito.

La cascata della Valle degli Inferni

l’Enciclica del Papa

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Amare con Quattro «A»Nuova famiglia a Garniga Terme

AAAAmare… Non si tratta di un erro-re grammaticale grossolano scovatoda una maestra di scuola elementare

sul tema di un alunno un po' distratto…Ci chiamiamo Rocco e Stefania, siamo diorigine calabrese ed abruzzese e residenti inTrentino da alcuni anni per motivi di lavoro;qui ci siamo conosciuti e sposati.Da qualche mese abbiamo deciso di abitare,col nostro bambino Cristian, nella canonicadi Garniga Terme. Abbiamo capito, infatti,che il Signore ci chiede di vivere il nostroamore sponsale e familiare coniugandolo inquattro dimensioni, le quattro "A":Accoglienza, Ascolto reciproco, Ascoltodella Parola e Annuncio del mistero di Gesùvivo e presente in mezzo a noi.Due anni fa, dopo la nascita di nostro figlio, abbiamo iniziato ad avvertire nel nostrocuore il desiderio che le pareti della nostra casa si "allargassero" sempre di più,come se la nostra famiglia, pur essendo un dono stupendo, fosse però troppo picco-la per esprimere il desiderio di comunione che il Signore andava mettendo nelnostro cuore. Così, grazie ad un cammino di guida e di discernimento spirituale,abbiamo concepito il nostro focolare domestico come un "cenacolo" dalla porta soc-chiusa, dove custodire la presenza di Dio, secondo le parole del Vangelo per cuidove due o più sono riuniti nel Suo nome, Gesù è là in mezzo a loro. Un luogo ovepotesse entrare ed uscire chi volesse ascoltare la Parola, chi avesse bisogno di esse-re ascoltato, chi desiderasse coltivare il dono dell'amicizia e della fraternità.Il modello che abbiamo trovato confacente a questa idea di famiglia è quello delle"Domus ecclesiae", le case che, aglialbori del cristianesimo, ospitavanole comunità che si riunivano percelebrare il sacrificio eucaristico;fino all'editto di Costantino, infatti,non esistevano chiese, ma il luogoabituale di adunanza dei cristianierano comuni case messe a disposi-zione da famiglie e da persone cheoggi definiremo "laiche".Cercavamo dunque una sistemazio-ne opportuna dove poter vivere que-

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Rocco e Stefania La Rocca

Canonica e chiesa di Garniga Termevista dall’elicottero

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sta vocazione, e la Diocesi ci ha fatto la proposta della custodia della chiesa delSacro Cuore, visto che don Italo Baldo, che risiedeva qui, si sarebbe trasferito pre-sto a Trento, nella Casa del Clero.Da maggio di quest'anno, dunque, abbiamo la gioia di occuparci di una casa delSignore così bella, che straordinariamente è diventata anche la nostra casa! Poteressere in qualche modo di aiuto per questa parrocchia ci riempie il cuore di gratitu-dine e di gioia.Un ringraziamento speciale va a don Daniele, e naturalmente anche a don Italo, chehanno desiderato la presenza di una famiglia in questo luogo: ci hanno accolti concalore e con fiducia e ci hanno incoraggiati nei momen-ti di difficoltà, venendo in ogni modo incontro allenostre esigenze familiari; un grazie di cuore, inoltre, alConsiglio parrocchiale ed alla comunità tutta diGarniga Terme, la cui accoglienza, in questo "passag-gio di consegna" non facile, ci ha sorpresi e commossi.Un altro grazie va a padre Livio Passalacqua e a donCristiano Bettega, che non hanno smesso di coltivarenei nostri cuori il seme del Regno di Dio, con pazienzae costanza; un ringraziamento anche a mons. LauroTisi, senza l'aiuto del quale non saremmo qui.Il grazie più grande, infine, va a Gesù, che non ha anco-ra smesso di amare profondamente questa umanità e discommettere su di essa, nonostante le infinite nostremiserie quotidiane.

Pensiero degli alpini in occasione del funerale di Orlando

Carissimo Orlando, così te ne sei andato a raggiun-gere tutti i nostri alpini, tu che eri l'alpino incari-

cato a leggere la nostra preghiera a tutti i nostri sociandati avanti prima di te.Ora tocca a noi seppure con grandissimo malincuoreleggerla a te.Noi del Gruppo Alpini di Garniga Terme non ti dimen-ticheremo mai per tutte le belle adunate e manifesta-zioni vissute assieme. Ci ricordiamo in modo partico-lare i festeggiamenti per il 50° dove tu spingevi sullacarrozzina il nostro caro alpino Erminio.Ora ti salutiamo per l'ultima volta… Ciao Orlando,

riposa in pace lassù con i nostri alpini che ti hanno preceduto, speriamo di rive-derci un giorno in paradiso. Ciao!

Il piccolo Cristian

benvenuti tra noi

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«Aprite le porte!» Larisa arriva dalla Moldavia

ÈRosa che mi accoglie al “Baffetti” e mi accompagna di sopra, in casa.Approfittiamo del fatto che Rita è in negozio, seduta sulla sedia che prima occu-pava Vincenzo, a passare un po’ il tempo osservando il viavai della clientela.

Larisa sta stirando, ma subito smette e mi invita con un sorriso a sedere in cucina, dovecominciamo la nostra chiacchierata. Diversa questa volta, perché bastano pochedomande e il racconto quasi si snoda da solo, senza bisogno di tracciarne la strada.

D: Quando sei arrivata in Italia?L: Sono qui dal 2001. Ricordo la data esatta: era il 25giugno, giorno del compleanno di Marcello, la primapersona presso cui ho lavorato. Arrivo da Putinesti, unpaese della Moldavia, nella provincia di Floresti. Là lasituazione politica ed economica era difficile: uscivamoda una lotta che aveva visto contrapposte le fazioni filo-russe e quelle filo rumene. Da soli 2 anni era stata pro-clamata la Repubblica Indipendente di Moldavia, ma i

segni dell’instabilità passata erano ancora molto evidenti. Io volevo assicurare un futuro ai miei due figli. Pagai 1500 dollari per il viaggio daclandestina verso l’Italia e, grazie ad un’amica, arrivai ad Aldeno. Ricordo i pianti chefacevo ogni sera e la tristezza che questo provocava in Marcello, convinto che io nonmi trovassi bene da lui.Il primo periodo è stato davvero difficile, la lingua mi sembrava una conquista impos-sibile. Passavo ore a sfogliare il dizionario italiano e a cercare di imparare qualcheparola da poter spendere nelle conversazioni quotidiane… piano piano ho superatoquesto scoglio, ma che fatica! E poi c’era la nostalgia di casa, dei miei figli e dei mieigenitori, ai quali sono legatissima. Lamia è una famiglia modesta: mio padreera contadino, coltivava tabacco, grano,granoturco, barbabietole. Avevamoanche un bue, un cavallo, galline, coni-gli, maiali, tutto il sostentamento dellafamiglia arrivava da questo. Ma eravamoe siamo una famiglia serena, moltounita. Ho ricordi bellissimi di papà chemi preparava il pane quando da bambinaglielo chiedevo e la mamma era in ospe-dale e non poteva pensarci lei. O diquando ci si riuniva la sera per le pre-ghiere (siamo ortodossi), tutti insieme,tra le mura domestiche. Ancora oggi devo sentire la loro vocetutti i giorni, non riuscirei a farcela altri-menti. Sono la mia forza e il toccasanaper tutti i miei problemi. E il sacrificioche sto facendo serve anche per loro:grazie ai miei guadagni ho potuto aiuta-

La bandiera della Moldavia

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nel’intervista

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re mio padre in un momento molto difficile dovuto a gravi problemi di salute e i mieifigli si stanno costruendo il loro futuro qui in Italia. Il più grande dei due lavora sta-gionalmente a Molveno con la moglie e durante i loro mesi di attività in Italia il mionipotino viene accudito in Moldavia dai miei genitori. L’altro mio figlio lavora comecarpentiere in una ditta di Aldeno da ormai un anno. Abbiamo trovato un piccoloappartamento in paese e la sua vicinanza è per me importantissima.D: Adesso quindi le cose vanno meglio…Devo proprio dire di sì, e questo grazie alle persone che ho incontrato qui. Quandosono arrivata in casa Baffetti era ancora in vita Vincenzo, un uomo al quale mi lega-va, e mi lega ancora oggi, un profondo affetto. I suoi occhi, il modo in cui osservavaquello che gli succedeva attorno, mi ricordavano mio nonno, che è morto quando ioavevo 13 anni. La sua famiglia mi ha accolto subito a braccia aperte, tanto che la miaposizione di clandestina è stata regolarizzata già nel 2005. Accudire gli anziani non èun lavoro semplice, ma ho sempre cercato di fare del mio meglio. In Moldavia ero ane-stesista, per 17 anni ho lavorato in unospedale e questo mi ha certamenteaiutata. Allora non avrei mai pensatoche sarei dovuta partire, che avreidovuto lasciare la mia famiglia…sequalcuno me lo avesse proposto, avreirisposto che per me sarebbe statoimpossibile, che non ne sarei mai statacapace. E invece…D: Com’è ora la tua vita ad Aldeno?Qui mi trovo bene, conosco ormaimolte persone e mi sento accettata.Anche in chiesa, seppur ortodossa, misento libera di recitare le mie preghieree di fare il segno della croce come miha insegnato mia madre. Alle voltequalche persona anziana mi guarda unpo’ incuriosita, ma la capisco e non mi sento a disagio. Mi piace vedere, durante laMessa, la partecipazione di così tanti giovani. Credo che Don Daniele stia facendo unlavoro meraviglioso con i bambini ed i ragazzi del paese, gli anziani hanno già il rosa-rio in mano, se così si può dire, la vera scommessa sono i giovani.D:Ogni quanto riesci a tornare al tuo Paese?Ogni anno aspetto con impazienza il mio ritorno in Moldavia, dove posso riabbraccia-re i miei cari. Non posso farlo nel periodo natalizio, qui al Baffetti è un momento d’in-tenso lavoro e non me la sento proprio di abbandonarli. Mi piace invece, se possibile,trascorrere la Pasqua con la mia famiglia, anche perché, una settimana dopo, ricorre lafestività dei Santi e in quest’occasione mi è possibile rivedere molti dei miei vecchiamici, alcuni dei quali lavorano all’estero come me.D: Ultima domanda: i tuoi progetti per il futuro?Io ho un solo grande sogno per il futuro: una vita migliore per i miei figli. Per quantomi riguarda spero, un giorno, di poter tornare a vivere al mio paese. Qui si sta bene,ma, come si dice da noi, il nostro pane è a casa nostra. Quando mia madre lo prepara,il profumo che inonda la cucina…beh… è lì che voglio tornare.

La zona di Floresti, la provincia da dove arriva Larisa

l’intervista

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Quando gli albanesi eravamo noi"Storie di discriminazione di quando emigranti erano gli italiani ..."

"Quando gli "albanesi" eravamo noi ci linciavano perchè rubavamo il lavoro o face-vamo i crumiri, ci proibivano di mandare i figli alle scuole dei bianchi in

Luoisiana, ci consideravano "non visibilmente negri", nelle sentenze in Alabama. Quandogli "albanesi" eravamo noi, truffavamo mezza Europa raccogliendo soldi per riscattareinesistenti ostaggi saraceni, vendevamo i nostri bambini agli sfruttatori assassini dellevetrerie francesi e agli orchi girovaghi, gestivamo la tratta delle bianche riempiendo di

donne nostre, anche dodicenni, i bordel-li di tutto il mondo.Quando gli "albanesi" eravamo noi,espatriavamo clandestini a centinaia dimigliaia oltre le Alpi e gli oceani, semi-navamo il terrore anarchico ammazzan-do capi di stato e poveri passanti, dormi-vamo a turno in quattro nello stesso feti-do letto ed eravamo così sporchi che aBasilea ci era interdetta la sala d'aspettodi terza classe. Quando gli "albanesi"eravamo noi, ci accusavano di esseretutti criminali, ci rinfacciavano di averesportato la mafia e ci ricordavano chequasi la metà dei detenuti stranieri diNew York era italiana. Quando gli"albanesi" eravamo noi, ci pesavano

addosso secoli di fame, ignoranza, stereotipi infamanti. Quando gli "albanesi" eravamonoi, era solo ieri. Tanto che in Svizzera pochi anni fa tenevamo ancora trentamila figlinascosti che frequentavano scuole illegali perchè ai papà non era consentito portarsi die-tro la famiglia. È questa l'altra facciadella grande emigrazione italiana.Quella che meglio dovremmo cono-scere proprio per capire, rispettare eamare ancora di più i nostri nonni,padri, madri e sorelle che partirono.Quella che abbiamo rimosso perricordare solo gli "zii d'America"arricchiti e vincenti. Una scelta fattaper raccontare a noi stessi, in questianni di confronto con le "orde" diimmigrati in Italia e di montantexenofobia, che quando eravamo noigli immigrati degli altri, eravamo"diversi". Eravamo più amati.Eravamo "migliori". Non è esatta-mente così".«L’orda. Quando gli Albanesi eravamonoi» di Gian Antonio Stella - 2003 Rizzoli.

"Come vivono gli italiani nei peggiori bassifondi"nelle baracche tra i grattacieli in Jersey Street nel1897 di Jacob Riis

Gli "orfani" della frontiera: alcuni figli di emigranti allacasa del fanciullo di Domodossola i cui genitori lavorava-no in Svizzera ma avevano per legge il divieto di portarecon loro la famiglia, da "Tempo Illustrato" n. 7 del 1971

provocazione

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Le poesie

Ala me mama: che se l'era 'n Anzol en cosina, adès en d'el me breviari la me segue e la me aiuta.

La cosinaDelizia de cosinacol fogolar davertsoto el ziel de na capache ne féva da coèrt.

'N anzol ne servivafregoloti con lat,e tante stéle de falivele vegniva zo 'nt 'el piat.

E a me popà contentche tornava dal laorocraoti d'arzente polenta de oro.

E po' i dische non gh'era 'l paradis.

La foto de me mamaLa foto de me mama de sti anila gò 'ndél portafòi 'ntrà qualche santno so da quanto temp, e gò destranise no la tiro fòr de tant en tant.

Na foto da matela, a mezo busto,la crinolina al còl en po' smamìa,e 'l portament e l'ocio l'è quel giustode quande la ne feva rigar via.

- Te l'ò portada via, scusa mama,na volta che ò sfrugnà 'ntra le to carte.Ò dit: se la me varda, la me ciama...e mi no poderò desmentegarte.

E quande che te baso, gò rispet,no miga perché sento tant piazer,ma che te gò basada 'n po' pochetché alora gh'era regole de fer.

Ma adess enveze, sat che cossa fago?Te meto chì 'ntra i santi en d'el breviari,e fòrsi 'ntant che prego en po' te pago,bela come te sei 'nd'en santuari. -

DI IVO CONDINI

La festa dei SantiChe piazer el dì dei Santiritrovarse tuti quanti,al zimiteri per pregare i so morti saludar.

Chi quel dì o pù de spes,tuti i torna al so paes,l'è innato 'l dì dei Santiricordarse dei defunti.

L'è na procesiom de zent,che de fora e chi de dent,e i se vede 'ntra parentiveci amizi o conoscenti.

Chi se move per zercarle so tombe da trovar,a vardar 'l par daverd'eser lì 'n dem formigher.

Su le tombe tanti fiori,i pu svariati e bei colori,ordinato e net per tera,'l zimiteri 'l par na sera.

Zerte tombe che oramaida tant temp desmentegai,la bontà de qualchedummete 'n fior opur en lum.

Ghè chi ariva soridentecoi lumini o forse gnientee chi afranto dal dolorche ghe sciopa 'nfim el cor.

Quei i se ferma su na tombae no i move nanca l'ombra,i depone sol en fiortestimone del so amor.

Quando po' sende la serase ghe dis n'altra preghierae se spera, come i dis,che i se trova 'n Paradis.

Su le tombe i candeloti(tentaziom dei mateloti),i se smorzerà piam piame i ne dis: "Tornàdomam".

DI DON VALERIO BOTTURA

La mammadi don Valerio

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cchi

e

PERINI LEONARDObattezzato il 26/07/2009

ad Aldeno figlio di Paolo e Laura Graziola

TONELOTTO LORENZObattezzato il 26/07/2009

ad Aldeno figlio di Vinicio e Angelita Curti

SARTORI ALICEbattezzata l’11/10/2009

ad Aldeno figlia di Mirco e Elisa Menestrina

SBARRA DAVIDEbattezzato il 28/06/2009

ad Aldeno figlio di Alessandro e Alessia Conci

PRADA ALESSANDRAbattezzata l’11/10/2009

ad Aldeno figlia di Franca e Anna Soraya Ferrari

BORTOLOTTI FRANCESCObattezzato il 04/10/2009

a Garniga Terme figlio di Andrea e Laura Serra

COLPI GLORIAbattezzata il 05/072009

ad Aldeno figlia di Luca e Francesca Mosna

BEOZZO FILIPPObattezzato il 24/05/2009

ad Aldeno figlio di Luca e Arianna Tamanini

PATERNUOSTO FEDERICObattezzato il 19/04/2009

ad Aldeno figlio di Erminio e Giuseppina Lascala

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i battezzati - catechesi 2009-2010

RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA

Nome e cognome:

............................................................................................................................................................................................................................................................................................

Data di nascita: ......................................................................................................................

Abitante in via ..................................................................................................................Paese:....................................................................................

Tel: ......................................................................................................................

Desidero partecipare alla catechesi e mi impegno ad esserci,con i miei genitori, alla messa domenicale.

Firma del ragazzo/bambino Firma dei genitori

...................................................................................................................... ......................................................................................................................

MODULO DI ISCRIZIONE

Iscrizione alla catechesi 2009-2010Per poter partecipare alla catechesi delle nostre tre parrocchie ti invitiamo a riconse-gnare il tagliando sottostante e 10 euro (se già non li hai dati per il 2010) necessariper rinnovare l'iscrizione all'associazione parrocchiale NOI (vale come assicurazio-ne su eventuali infortuni).

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

MAISTRI LISAbattezzata il 19/09/2009

ad Aldeno figlia di Marco e Sonia Piffer

LORETO GIACOMObattezzato il 17/05/2009

ad Aldeno figlio di Salvatore e Karin Ninz

FURLINI VITTORIAbattezzata il 20/09/2009

a Cimone figlia di Christian e Elisa Baldessari

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Come indice al cieloLe nostre suore di Aldeno

Duemila anni fa Gesù invitava un ricco,forse un giovane, a seguirlo con questeparole: “va’, vendi quello che hai e

dallo ai poveri, poi vieni e seguimi!”. Nel librotroverete la storia di alcune giovani del nostropaese, donne che hanno preso sul serio questeparole di Gesù, lo hanno seguito e si sonolasciate sedurre. La ricchezza più grande è pos-sibile trovarla solo donando il cuore, a Dio eagli altri. Con la cura che lo contraddistingue, l’autore èandato alla ricerca di informazioni dettagliatesulle consacrate del nostro paese, ne ha fatto unlibro. Indice rivolto al cielo sono queste donne,ci indicano cioè una strada da percorrere, cidicono che il Vangelo è possibile, ci ricordanoche Dio chiama anche oggi, nel mondo maanche ad Aldeno. Non cerca i migliori, chiama in modo misterioso, cerca uominie donne disposti a dire di si!La bellezza secondo il pensare del mondo è fatta di cura, di proporzioni, di cano-

ni estetici, la bellezza dichi dona la vita è quelladi Cristo in croce, la bel-lezza di chi ama fino allafine, questa è la bellezzache salva il mondo.Grazie quindi a questedonne, partite dal nostropaese e alcune mai piùtornate, storia dellanostra comunità e patri-monio di tutti e grazieancora una volta a donValerio per averceloricordato.

don Daniele

LA VIGNETTA DI SARA CIMADON

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Il libro si può acquistare in canonica

al prezzo di 10 Euro

La copertina del libro

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Il terremoto in Abruzzo Quello che i vigili e i volontari hanno dato

e hanno ricevuto... (parte IIA)

Proseguiamo con il racconto di quanti sono tornati inAbruzzo in aiuto alle popolazioni colpite. Soprattuttoora, con l’inverno che incombe, le emergenze si

fanno sentire e gli aiuti sono maggiormente sentiti.A distanza pochi mesi sono state consegnate le prime case. Il 21 agosto nel comune diSan Demetrio e nella frazione di Stiffe sono state consegnate 30 case finanziate dallaP.A.T. e realizzate grazie al lavoro di tecnici e volontari trentini. Sono case a tutti gli

effetti, complete di ogni comfort e arredate. Gli abitantisono rimasti visibilmente commossi e contenti del lavorodei trentini che non si sono risparmiati e si sono distinti.Altri 94 alloggi sono stati consegnati a Onna realizzandoex novo un villaggio prospiciente al vecchio abitato; èstata inoltre realizzata una nuova scuola materna anch’es-sa in legno che ospita 75 bambini. Questo progetto é natodall’idea di una giovane studentessa, Giulia Carnevale,che purtroppo non ha avuto la possibilità di vederla realiz-zata, in quanto vittimadel terremoto.

Angela Carnevale, madre della giovane studentessaha detto: «Questa scuola oggi è una realtà, sembra-va un obiettivo lontano, forse irrealizzabile. Se miafiglia potesse vederlo ne sarebbe felice.»Sono previsti infine ulteriori interventi di rilevanteimportanza: una chiesa, che verrà finanziata da pri-vati Trentini e un ambulatorio medico.L’impegno del Trentino a fianco dei terremotati nonfinisce qui. Altri i luoghi in cui i trentini sono inter-venuti, Villa Sant’Angelo dove verranno consegnatealtre 95 case in legno, Tione degli Abruzzi dove stan-no per iniziare i lavori per la realizzazione di 28 alloggi, San Demerio Subequana e SanDemetrio Cardamone dove sono in fase di realizzazione altri 94 nuclei abitativi e in altripaesi dell’Abruzzo si realizzeranno scuole e palestre ed altre opere importanti per laripresa.Si è realizzato un sogno per molti abruzzesi, una casa, non solo luogo dovere ripararsi,ma soprattutto luogo dove si riuniscono le famiglie, dove ritrovare la propria intimità,dove assaporare la normalità.È stato un lavoro impegnativo: nessun orario, né soste fino a notte, ma la soddisfazioneè tanta e quindi la stanchezza non ferma nessuno e grazie all’affiatamento e alla collabo-razione che si è creata fra i vari gruppi è stato possibile realizzare ciò che a detta di tantisembrava impossibile: consegnare abitazioni dignitose prima del freddo. Le centinaia dipersone che hanno prestato la propria opera e professionalità, che hanno vissuto fiancoa fianco ai terremotati credendo nel progetto di ricostruzione lasciano in quella terra cosìcolpita anche un pezzetto del loro cuore.

L’asilo di Onna e la magliettacommemoriativa

Il plastico della futura chiesa diOnna

Le nuove costruzioni a San Demetrio

il terremoto in Abruzzo di M

assimo Perticucci

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I Vigili volontari di Cimone e Garniga Terme in Abruzzo

In due turni i Vigili del Fuoco di Cimone e Garniga Terme si sono recati in Abruzzonelle zone colpite dal sisma che in aprile ha interessato la provincia dell’Aquila. Ilnostro viaggio è iniziato alle 3 del mattino insieme ad una colonna mobile di vari

corpi da tutta la provincia di Trento con destinazione Paganica, dove è situato il campobase Trentino. Arrivati sul posto ci siamo subito resi conto della gravissima situazione,un vero e proprio disastro. Ancora il primo giorno ci siamo recati nei cantieri per ultima-re la costruzione delle villette del villaggio di San Demetrio, nel quale andranno ad abi-tare 24 famiglie che ora vivono nelle tendopoli.Siamo stati destinati a varie mansioni: chi a posizionare tubature degli impianti idrauli-ci, chi agli allacciamenti elettrici ed altri a lavori di muratura e finitura.La giornata lavorativa era organizzata con sveglia alle sei del mattino e si protraeva finoalle 19.00, interrotta solo dai pasti preparaticon dedizione dai gruppi volontari Nuvoladegli alpini. Finita la cena avevamo l’occa-sione di uscire e confrontarci con gli abitantidel luogo. Nonostante il dramma che li hatoccati hanno dimostrato grande dignità e difronte a una tragedia di queste dimensioninon hanno mai abbassato lo sguardo e hannoespresso una grandissima riconoscenza neinostri confronti.Presi dalla frenesia dell’attività lavorativa diricostruzione di quei giorni, per una settima-na abbiamo allontanato e quasi dimenticatola nostra vita quotidiana e gli impegni lascia-ti in Trentino.Questa esperienza ci ha consentito di vivere dei momenti intensi e formativi per il nostrofuturo. E il mettersi a disposizione degli altri e vivere il volontariato insieme, oltre chericompensarci individualmente, ha rafforzato l’unione del nostro gruppo.I Vigili intervenuti nei due turni: Piffer Denis, Piffer Orlando, Zanotelli Giorgio, FontanaMichele, Piffer Floriano, Piffer Matteo, Petrolli Daniel, Piffer Raffaele, Coser Walter,Coser Dario, Coser Cristian.

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AL. CI. GA.Aldeno, Cimone, Garniga Terme

I bimbi che hanno partecipato al con-corso: «con i sassi posso» e coloro chenon hanno ancora ricevuto il lororegalo saranno a breve premiati conl’abbonamento a Focus Junior o conun simpatico DVD oltre alla magliet-ta per tutti.Riceveranno il DVD Baldo Anna,Bontempelli Nicola, Bisesti Aaron e Lucae Banal Federico.Piffer Giulia e Emily, Lunelli Filippo,Bisesti Aaron e Luca, Dallago Ilaria eRossi Federico invece riceveranno l’abbo-namento a Focus Junior.

LE SOLUZIONI DEI GIOCHI DEL NUMERO PRECEDENTE

REBUS...CASALINGOCRUCIVERBA AUTODEFINITO

Frase 6,1,4- LAVARE A MANO

C O S T EA R C H I

NN V GI S O L AV L O RO D O R ER E S IA L I A S

R A I

IL CRUCIVERBA

bollettino junior

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Ma perché la corona di Avvento…

L’Avvento è tempo di attesa, di conversione,di speranza e la disposizione di quattroceri su una corona di rami sempre verdi è

divenuta il simbolo dell’Avvento nelle case dei cristia-ni. La corona di Avvento, con il progressivo accendersidelle sue quattro luci, domenica dopo domenica, finoalla solennità del Natale, è memoria delle varie tappe della storia della salvezza primadi Cristo e simbolo della luce profetica che via via illuminava la notte dell’attesa fino alsorgere del Sole di giustizia. La sua origine va ricercata presso i Luterani della Germaniaorientale.La corona d’Avvento può essere considerata la continuazione di antichi riti pagani che sicelebravano nel mese di yule (dicembre) con luci. Nel sec. XVI divenne simbolodell’Avvento nelle case dei cristiani. Questo uso si diffuse rapidamente presso i prote-stanti e i cattolici. Successivamente fu impiantato anche in America. La coronad’Avvento è costituita da un grande anello fatto di fronde d’abete (si usa anche il tassoo il pino, oppure l’alloro). E’ sospesa al soffitto con quattro nastri rossi che decorano lacorona stessa. Può anche essere collocata su di un tavolo. Attorno alla corona sono fis-sati quattro ceri, posti ad eguale distanza tra di loro. Si inizia, quindi, ad attendere ilNatale con la prima domenica di Avvento. La tradizione vuole che essa sia di forma cir-colare poiché il cerchio è, fin dall’antichità, un segno di eternità e unità. Come l’anello,che è tutto un continuo, la corona è anche segno di fedeltà: la fedeltà di Dio alle promes-se. Quindi, la corona dell’Avvento deve mantenere la sua forma circolare e non diventa-re una qualsiasi composizione floreale, come si tende a fare oggigiorno, con quattro can-dele. La corona, che è un segno di regalità e vittoria, annuncia che il Bambino che siattende è il re che vince le tenebre con la sua luce. I rami sempreverdi dell’abete o delpino che ornano la corona sono i simboli della speranza e della vita che non finisce, eter-na appunto. Questi rami richiamano anche l’entrata di Gesù in Gerusalemme, accoltocome Re e Messia e salutato con l’agitare di rami. Ancora oggi la liturgia ambrosianapone nell’Avvento, il racconto dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Per orna-re la corona si usano nastri rossi o violetti: rosso o rosa, simbolo dell’amore di Gesù chediventa uomo; violetto, segno della penitenza e della conversione per prepararsi alla suavenuta. Data la sua origine la corona d’Avvento ha una funzione soprattutto religiosa:annuncia l’avvicinarsi del Natale a tutti coloro che vogliono prepararsi ad esso. Il con-sumismo moderno se ne è impadronito, ne ha predisposte di tutte le forme e con mate-riali diversi, ne ha fatto un motivo ornamentale natalizio che si trova non solo nelle casee nelle chiese, ma anche nei negozi, nelle piazze, durante i concerti, durante le feste.Le quattro candele hanno un loro significato e vengono accese una per settimana, ognidomenica, quando la famiglia è riunita. Di solito l’accensione è riservata ai più picco-li, proprio perché questa tradizione è nata per preparare i bambini al Natale:La prima candela, quella che si accende la prima domenica di Avvento (29 novembre2009), si chiama Candela del Profeta ed è la candela della speranza. La seconda candela (6 dicembre), chiamata Candela di Betlemme: candela della chia-mata universale alla salvezza.La terza candela (13 dicembre) è chiamata la Candela dei pastori, candela della gioia.La quarta candela (20 dicembre) è la Candela degli Angeli per onorare gli Angeli e lanotizia che portarono agli uomini in quella notte meravigliosa.

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bollettino junior - giochi

Le soluzioni dei giochi sarannopubblicate sul prossimo numero

PROVERBIO CIFRATOOCCHIO AI PUNTINI

IL FAROQueste due figure, apparentementeuguali, differiscono per 10 piccoliparticolari. Quali?

A tutto c’è un limite! Per scoprire il perché,annerisci tutti i settorisegnati con un puntino.

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Il concorso a premi: « La Luce di Natale...»ju

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Materiale per la realizzazione4 cilindretti di cartone (quelli dei rotoli di carta igienica)2 fogli di cartoncino (almeno 150 gr/mq)- tempera (o altra vernice)- colla per carta (o colla a caldo) e nastro adesivo- decorazioni varie (rametti di pino, pigne, nastri, fiocchi...)

Costruzione della corona d’Avvento1 Taglia il primo dei due cartoncini secondo le seguenti misure: la base

è un quadrato di cm 15 di lato, mentre i bordi sono alti 4 cm.Tagliando, lascia delle linguette per unire tra loro i bordi.

2 Piega il cartoncino ed incolla le linguette, fino a formare una bassascatola: la base della corona d'Avvento.

3 Ritaglia dal secondo foglio quattro dischi di cartoncino, dello stessodiametro dei tuoi cilindretti.

4 Taglia i cilindretti in quattro altezze diverse: la soluzione migliore èabbassarne uno di un centimetro, uno di due centimetri e uno di trecentimetri.

5 Fai sette-otto taglietti lunghi un centimetro su ciascuna delle estremitàdel cilindretto.

6 Ad una estremità, piega le linguette verso l'interno e incolla benesopra di esse il dischetto di cartoncino.

7 Piega verso l'esterno le linguette della seconda estremità e fissai cilindretti alla scatola-base, con colla e (se occorre) nastro adesivo.

8 Ora la struttura della corona d'Avvento è pronte da colorare: puoiusare tempere o altri tipi di vernice. Ti consigliamo di adoperare ununico colore, preferendo il rosso o il violetto (colore dell'Avvento).

9 Una volta asciugata, la base va riempita con elementi decorativi, apropria fantasia: rametti di abete, nastri colorati, fiocchi, pigne...

10 Ogni domenica, poni su un cilindro (iniziando da quello più basso)un piccolo lumino e accendilo con tutta la tua famiglia,recitando una breve preghiera.

Ricordati comunque di farci pervenire in canonica la foto del tuo lavoro conil tuo nome, cognome, età e paese entro il 22 novembre.Domenica 29 novembre 2009, prima domenica di Avvento, i bambini potran-no portare in chiesa la corona costruita per la benedizione.Il più originale sarà premiato nella prossima uscita del bollettino!Buon cammino di Avvento a tutti!

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l’intervista ai sindaci

Andrea

Friz

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Leggo giornali scientifici.

Cucinare e "nar zo bas asbrisigar".

Mare

Sicuramente film d'azione

Non mi piace il calcio

Molto bene! (nota delparroco: lo confermosono stato a cena da lui).

Mel Gibson.

Gino

Lorandi "Marinar"

70

A ritroso verso la luce,di Lia Beltrami

Seguire il ciclismo, conuna passione antica perFrancesco Moser dichia-rata a tutto il mondo conl'inno "Vai Francesco"venduto in 4000 copie.

Mare

Sentimentale

Juventus

Pastasciutta, "lavarla salata", "na bisteca".

Bud Spencer e Totò tra gliItaliani e John Wayne tragli stranieri.

Emiliano

Beozzo

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Gomorra di RobertoSavino

Ho poco tempo, qualchevolta "scopone scientifi-co" con gli amici.

Montagna

Meglio fantascienza

Milan

Assolutamente no,neanche il caffè.

Robert de Niro.

Intervista tripla ai nostri sindaciEmiliano Beozzo Gino Lorandi Garniga Terme

Nome

Cognome

Età

L’ultimo libro letto

Hobby

Vacanze al mare o in montagna?

Meglio un horror o un film sentimentale?

Fede calcistica

Sa cucinare?

Attore preferito

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ervi

sta a

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daci

La nascita delle miefiglie.

Ridendo dice… 25 mag-gio 2005 - Istanbul.

Devo molto a tante per-sone.

Onestà

……..Berluschini

Un aldenese doc che haispirato più fiducia deiconcorrenti.

Che dica le cose cosìcome stanno, con moltachiarezza!

Il giorno del mio matri-monio e la nascita dei duefigli.

La morte dei genitori.e una situazione personale.

La moglie Paola.

L'amore della famiglia.

Né uno né l'altro.

Dal '62 sono nella politicalocale e lo spirito che mimuove si ispira aDegasperi.

Tante cose e tanti aiutidiversi, ognuno deve esse-re accolto e ascoltato. Daparte mia desidero daresempre il massimo.

(Dopo il matrimonio e lanascita dei miei due figli)Ricordo a fine luglio 1975una giornata fantastica tra-scorsa in Marmolada conFabio Stedile e mio papà.

I giorni della morte delmio papà.

La moglie Emanuela.

Il rispetto degli altri

Sono molto combattuto.

Per la squadra valida chemi ha accompagnato e tut-t'ora mi accompagna..

Prima di tutto essereascoltata.

Il giorno più bello della sua vita

… e il più brutto?

La persona a cui deve di più?

Il valore più importante nella vita

Berlusconi o Franceschini:

Perché lei ha vinto le elezioni:

Cosa vuole la gente dal sindaco:

Nonna Mariettae dietro il piccolo Gino

Nonna Sabina e i cugi-ni di Andrea. Lui

è il bambino biondo

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l’intervista ai sindaci

Una bella e necessariacollaborazione e tantaapertura (ricordando chel'unione fa la forza).

...Aldeno o Cimone?Tutti e due hanno le lorocaratteristiche buone, conCimone abbiamo proble-matiche molto simili checi avvicinano, Aldenorimane il paese da cuiimparare.

Costruire un paese dove lagente vive più serena e inarmonia, inoltre vorreiche Garniga Terme diven-tasse sempre di più unpaese bello dove abitare.

"Aiutati che Dio ti aiuta",dice il proverbio, se ci sonopovertà materiali, da noi, èperché le persone non sidanno da fare, esistonoinvece altri tipi di povertà.

Un rapporto un po' com-battuto.

La verità porta sempremaggiori frutti e permettescelte condivise e ragio-nate su dati di fatto reali.

Cimone sta avendo unforte sviluppo urbanistico,anche Garniga, con leTerme, raggiungerà svi-luppo che si ripercuoteràanche su Cimone, Aldenoha già una forte base indu-striale e agricola.

...Aldeno o Garniga Terme?Una persona di Aldenouna volta non venivavolentieri in Cimone, oggitanti Aldeneri vengono adabitare qui e il campanili-smo per fortuna sta scom-parendo. L'importante ècercare di andare tuttid'accordo.

Avere un accordo sinceroe forte tra le tre comunità,inoltre che tutte le frazionidi Cimone avessero mag-giori servizi.

A Cimone non credo.

Per far capire dico che almattino la prima cosa chefaccio sempre è la pre-ghiera per tutti i miei carie anche per tutte le perso-ne che hanno bisogno.

Qualche "bugia costrutti-va", ma mai per far malealle persone.

Una struttura federata.

...Cimone o Garniga Terme?…….Cimone Terme.

Sviluppare le fonti ener-getiche alternative eimplementare un sistemache porti all'autosuffi-cienza energetica in tuttoil paese.

Alcuni si, ma sono moltodiscreti perché chi vivein povertà sono personein genere molto riserva-te.

Sono un credente.

Chi mi conosce bene sache non ne racconto mai.

Come prevede il futuro delle nostre tre comunità:

Meglio ...:

Il sogno che vorrebbe realizzare come sindaco:

Ci sono poveri nelle nostre comunità:

Quale è il suo rapporto con la fede:

Quante «bugie» deve raccontare mentre lavora:

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Pilotare un aereo. Ricorda, quasi sottovoce,che quella volta che neaveva avuto la possibilitàla moglie gli ha suggerito:"recordete che te gai ifioi".

Conta sempre almeno finoa dieci prima di reagire.

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ervi

sta a

i sin

daci

Andare in Terra Santa conla moglie.

Leggete il bollettino evogliate bene alle nostretre parrocchie.

Il giro del mondo inmongolfiera.

Meglio morire da vivoche vivere da morto.

Una cosa che non ha mai fatto e vorrebbe fare:

Un consiglio per chi legge:

I sindaci con le loro famiglie

Gino con Francesco Moser

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le lettere

Chiesa e divorziati - risposati

Gentilissimo don Daniele, vorrei sot-toporre alla Sua attenzione e a quel-

la dei lettori alcune riflessioni sulla posi-zione della Chiesa nei confronti deidivorziati che si risposano.Come sappiamo, se non erro, la Chiesanon concede l'Eucarestia alle personedivorziate risposate e a quelle che convi-vono con un'altra persona. Alla base diquesto modo di agire sta la convinzioneche il matrimonio cristiano sia un vinco-lo "sacro e indissolubile".Preso atto di ciò vorrei illustrare un casopratico che merita essere preso in esame.Supponiamo che una persona vadaincontro ad una separazione non volutada parte sua. Cerco di spiegarmi.All'interno di un matrimonio ci sonosempre dei momenti difficili. La forzadella coppia sta nel superare questimomenti. Ma non sempre è possibile. Seuno dei due non vuole più andare avanticon il matrimonio perché ritiene che ciònon sia possibile per svariati motivi(esclusi i casi di violenza domestica chemeritano un discorso a parte), l'altro sub-isce la separazione. Non si può stareinsieme ad una persona che non ti vuole

più; non si può obbligare quest'ultimo arimanere. Non basta l'impegno di unoper salvare un rapporto!A questo punto, giunti alla separazione,il soggetto che l'ha subita si trova adaffrontare un periodo molto difficile: ildolore del sentirsi rifiutato, di vederegettato al vento un progetto di vita, lapaura della solitudine. L'elaborazione diquello che oso definire "lutto della sepa-razione" è un percorso lungo e difficileche richiede una gran forza di volontà.Qualora poi ci fossero dei figli il tutto sicomplica. Bisogna sopprimere la rabbia,nascondere la sofferenza, concentrarsi sudi loro, pensare alla loro serenità...Ma ad un certo punto, passato un po' ditempo, pian pianino le ferite si rimargi-nano e può riprendere a vivere. E' allora,quando è finalmente sereno, che si rendeconto che è pronto ad amare di nuovo.Nel frattempo non è più separato, tra-scorsi i termini di legge è divenuto undivorziato.Il nostro divorziato conosce finalmenteuna persona e se ne innamora, ricambia-to, al punto di desiderare una vita insie-me a costui. Decide quindi dì sposarsi (oconvivere) con questa altra persona ed èa questo punto che la Chiesa lo punisce:

Depositate i vostri interventi nella

cassetta delle lettere della canonica, oppure

potete inviargli per E-mailall’indirizzo

[email protected] tutti fin da ora a proporre nuovi argomenti

che potranno essere oggetto dei prossimi

bollettini.

Proseguiamo sul bollettino dedicando unospazio al dialogo e al confronto con i letto-ri. Auspichiamo di accogliere i vostri inter-venti a riprova del fatto che i destinatari diquesto bollettino non sono lettori meramen-te passivi.Invitiamo tutti coloro che lo desiderano aesporre le loro riflessioni con interventibrevi, anche critici ma sempre e comunquecon il proposito di dar vita ad un dialogocostruttivo.La redazione sceglierà e pubblicherà solo interventifirmati – pur assicurando a chi lo desidera l’anonima-to -, ed è autorizzata fin d’ora a ridurre, qualora trop-po lunghe, le lettere pervenute.

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le le

ttere l'Eucarestia gli è preclusa. NON E' GIU-

STO! Questo uomo (o donna) per laquale la fine del primo matrimonio èstata una "libera" scelta imposta, che hasofferto per l'abbandono, che ha combat-tuto per andare avanti nonostante il dolo-re, si vede ancora una volta punita.Perché mi domando io? Dio la reputaforse una persona poco degna? Qui nonserve a nulla confessarsi e pentirsi. Nonc'è assoluzione. Quale colpa così graveha commesso questa persona per nonmeritare un briciolo di serenità a fiancodi un'altra persona che la ami e la accettiper quella che è? Come cattolico prati-cante deve pagare tutta la vita la scelta diun altro/a di porre fine a un matrimonio?Sperando di trovare una risposta alle miedomande saluto tutte le nostre Comunità.

Celestina SchmidtCimone

Carissima Celestina, credo che i pen-sieri che lei esprime siano oggi

molto diffusi, il disagio per queste situa-zioni si vive anche dentro la chiesa conla consapevolezza che la soluzione alproblema è tutt'altro che semplice.Senza soffermarmi troppo sul caso con-creto (ne potrei raccontare molti altrisimili anch’io) vorrei fare qualche con-siderazione di fondo partendo da paro-le, che considero molto importanti, cheha speso il card. Martini rispondendoad una domanda precisa su questoargomento: "Lei mi chiede che cosapenso della negazione dei sacramenti adevotissimi divorziati. Io mi sono ralle-grato per la bontà con cui il SantoPadre ha tolto la scomunica ai quattrovescovi lefebvriani. Penso, però, contanti altri, che ci sono moltissime perso-ne nella Chiesa che soffrono perché si

sentono emarginate e che bisognerebbepensare anche a loro. E mi riferisco, inparticolare, ai divorziati risposati. Nona tutti, perché non dobbiamo favorire laleggerezza e la superficialità, ma pro-muovere la fedeltà e la perseveranza. Visono alcuni che oggi sono in stato irre-versibile e incolpevole. Hanno magariassunto dei nuovi doveri verso i figliavuti dal secondo matrimonio, mentrenon c'è nessun motivo per tornare indie-tro; anzi, non si troverebbe saggio que-sto comportamento. Ritengo che laChiesa debba trovare soluzioni per que-ste persone. Ho detto spesso, e ripeto ai preti, cheessi sono formati per costruire l'uomonuovo secondo il Vangelo. Ma in realtàdebbono poi occuparsi anche di metterea posto ossa rotte e di salvare i naufra-ghi. Sono contento che la Chiesa mostriin alcuni casi benevolenza e mitezza,ma ritengo che dovrebbe averla versotutte le persone che veramente la meri-tano. Sono, però, problemi che non puòrisolvere un semplice sacerdote e nep-pure un vescovo. Bisogna che tutta laChiesa si metta a riflettere su questicasi e, guidata dal Papa, trovi una viadi uscita." In questa risposta c'è tuttociò che al momento si può dire.La Chiesa, e chi la guida, si trovano tral'incudine e il martello, da una parte unsacramento unico, eterno e indissolubi-le, dall'altra situazioni ormai stabili dinuove convivenze e matrimoni, situazio-ni ormai irreversibili che meritano dipoter "sanare" la loro posizione. Nonc'è che attendere, i tempi della chiesasono sempre molto pesati, e procedere,al momento, con tanto buon senso emisericordia verso tutti.

don Daniele

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16 settembre 2009 un giornoa Lourdes con 70 parrocchiani

Erano anni che volevo andare a Lourdes, ma,come ben si sa si trova sempre il tempo per anda-re in ferie, ma ci si dimentica presto di voler fare

un pellegrinaggio, o forse non era il momento. Infattiappena ho sentito del pellegrinaggio proposto dallaparrocchia non c'ho pensato un attimo e mi sono iscrit-ta subito. Devo dire che per me è stata una forte emo-zione. Vedere tante persone che pregano in intimità puressendo in un luogo pieno di gente mi ha toccato ilcuore. La Madonnina posta nel punto in cui è apparsanon è grandissima, ma sembra che ti guardi e ti rendaserena.La Via Crucis, la S. Messa dette dai nostri preti in que-sti posti benedetti, prendono un significato ancora piùcoinvolgente. La speranza che le grazie che chiedi ven-gano ascoltate ti porta a pregare sempre più e al ritorno

hai la certezza di essere stata ascoltata. Per me, essendo la prima volta, era tuttonuovo e da scoprire ed ogni cosa mi dava sensazioni diverse ma sempre positive.Le emozioni che si provano non possono essere scritte perché non ci sono paroleper descriverle. Ci voglio tornare, non so quando, ma questa è una certezza.

La via Crucis a Lourdes

La Madonna di Lourdes

il pellegrinaggiodi M

onica Innocenti

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«Nera mai calda voce d’Africa,terra d’enigma e frutto di ragione»

Tramonti che infiammano un cielo sconfinato. Paesaggi inviolatia perdita d'occhio. Sorrisi sinceri.Il viaggio in Mozambico si è da poco concluso. Le immagini piùbelle si fissano nella nostra mente e al rientro accompagnano laquotidianità che ci riporta a vivere la realtà abituale con unacoscienza

e una letturadella vitadifferenti.

L'Africa, usan-do le parole diKapuschinski, è uncontinente troppogrande per poterlodescrivere; è un

oceano, un pia-neta a sé stan-

te, unc o s m ovasto e

ricchissimo.E' una sensazione,

un'emozione che ti entra dentro, si falargo nel tuo cuore e ti coinvolge nelprofondo dell'animo. E' un continuo turbinio di inquietudini che ti rendono o ti fannosentire inadatto e povero. Al punto che, paradossalmente, la povertà non appare piùquella "materiale" dell'Africa, del Mozambico, ma quella "interiore" di noi occiden-tali, che ricorriamo a queste terre lontane per ritrovare noi stessi, per vivere nuova-mente sensazioni vere, per essere liberi da condizionamenti e status symbols, per pla-

care la nostra irrequietezza e la frene-sia dell'avere prima di essere. Solo con un animo aperto, spinti dallacuriosità e "nudi", lasciando a casa ilsuperfluo delle certezze consolidate, ilviaggio diventa al tempo stesso unapartenza per ciascun Io ed un pellegri-naggio verso l'Altro.E' l'altro che ha preso vita in ogni per-sona che abbiamo incontrato: nel neo-nato sieropositivo ospite delle Suoredella Carità di Madre Teresa di

Scuola materna di Caia

Il nostro gruppo con Padre Jorghe e i ragazzi chericevono le borse di studio

Un uomoal porto di Quelimane

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AfricaRicordo ancora i suoni e gli odoriil sole sulla faccia, insopportabile, che sembra seguirti ovunque.Gli spazi ampi, sconfinati, i tramontiche aggrediscono gli occhicon la loro bellezza.Non ho mai più visto un tramonto da quando ho lasciato l'Africa,solo tele scolorite che tentano

di imitarne la bellezza.Terra selvaggia, non ancora sporcata dalla manodell'uomo,il mio cuore è rimasto là.E quando vorrò tornare a provare sentimenti forti,quando vorrò commuovermi spalancando le bracciae abbracciando la vita dovrò tornare là in Africa.

Mario Zerbi

Calcutta, che spera in un abbrac-cio; nei bambini a scuola sottouna tenda lacera dell'Unicef,seduti sulla sabbia della savana,a diversi chilometri dal primocentro abitato e presidio medico;nei ragazzini a Inhassunge cheaspettano invano il loro inse-gnante in una struttura cadente dipietra e sanno comunicarci inportoghese solo il loro nome.L'altro. Sembra quasi più facilerapportarsi con l'altro inMozambico, superando le diffi-coltà linguistiche e culturali, ma incontrando lo sguardo di occhi sinceri, sorridenti ericchi di sentimento. Per capire e conoscere l'Africa bisogna partire "nudi" e con una valigia metaforica-mente vuota di quelle immagini che abbiamo già pensato dentro di noi. Non avrebbesenso partire con ciò che conosciamo già. Partire senza pregiudizi, senza la smania

di cambiare subito l'Africa, perché, più probabilmen-te, è l'Africa a cambiare noi.

Chi volesse approfondire l'esperienza del viaggioin Mozambico è invitato alla serata pubblica che siterrà venerdì 6 novembre alle ore 20.30 presso ilteatro comunale di Aldeno.

Il gruppo degli Aldeneri davanti alla futura sede dellaCassa Rurale a Sena.

Bambini a Maputo

il viaggio in Mozam

bico

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Il personaggio biblico di cui conosceremo lastoria è Rut, antenata del Re Davide e di

Gesù.La redazione del testo biblico avvenne in terradi Giudea e risale al V sec. a.C. ad opera diautori rimasti ignoti.Il testo è uno dei più brevi dell'AnticoTestamento, si compone di appena 4 capitolieppure brilla per la prosa agile ed efficace, esoprattutto per il messaggio di tolleranza esperanza che consegna all'antico Israele.In esso è descritta la storia, ambientata inGiudea al tempo dei Giudici (XI sec. a.C.),della gentile Rut (il nome significa "amica")

che viene eletta a modello ed esempio di pietà. Quando si dice 'gentile' si intende,straniera, di origine non ebrea.Il libro narra la vicenda della famiglia di Elimelec, della moglie Noemi, dei figliMaclon e Chilion e delle loro mogli moabite, Orpa e Rut, conosciute allorché lafamiglia dovette spostarsi da Betlemme nel paese di Moab per fuggire da una

William Blake Noemi Rut e Opra,1758

la S

acra

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Significato del testo.Certamente Rut è un libro "bucolico", tanto che il narratore stesso sembra rivi-vere quest'ambientazione con nostalgia, come si fa oggi con i racconti dei beitempi antichi, i quali hanno per oggetto una civiltà contadina ormai tramontataper sempre. La raccolta dell'orzo è vissuta come una festa corale, e in questoscenario c'è posto anche per la bella e giovane spigolatrice, della quale si inna-mora il padrone del campo. Ma chi si fermasse a quest'atmosfera non cogliereb-be il significato profondo dello stupendo libro di Rut.Esso infatti si chiude con la speranza di Noemi che stringe felice tra le bracciail nipote Obed. Si tratta di un testo pervaso dall'orgoglio della dinastia davidicae dalla speranza dell'avvento messianico.Ciò giustifica la sua inclusione sia nella Bibbia che nelle Meghillot, ed anche lafrequenza con cui questo libro viene letto durante la celebrazione religiosa delmatrimonio cristiano.

Il diritto di riscatto detto anche legge del levirato.Booz è goèl di Noemi cioè il suo "riscattatore".Secondo l'antica tradizione ebraica il fratello del marito defunto o altro parentestretto si impegnava a sposare la vedova per assicurare al morto la discenden-za, e quindi il perdurare del suo nome, nonché ad aiutare i parenti in difficoltàcon conseguente diritto di reclamare il patrimonio perduto dai suoi famigliari.Essere goèl implicava una missione di solidarietà e di liberazione.

Chi era costei ? La storia di Rut

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Perchè questa storia è esemplare?L'intento dei redattori era ed è quello di comunicare la proiezione universaledell'amore di Dio al di là e al di sopra della versione esclusivista del giudaismo,contrario alla mescolanza di culture e popolazioni differenti nel tentativo diconservare in epoca post-esilica la purezza etnica. Questa storia semplice, fattadi dialoghi ed azioni di vita quotidiana, manifesta che Dio realizza i suoi pro-getti contando anche su persone di altre nazioni.

Elogio della Lealtà.Noemi e il marito lasciano il paese per sfuggire alla povertà. La sventura siaccanisce sulla sua famiglia e nel volgere di pochianni muoiono il marito e i figli, lasciando Noemiindifesa e sola. Lei resiste e ritorna in patria perchèha sentito che Dio ha benedetto il suo popolo. Lanuora Rut decide di accompagnarla e aiutarla dimo-strando lealtà, solidarietà e generosità straordinarieabbandonando tutto ciò che è a lei conosciuto econfortevole. Così dice alla suocera: "dove andraitu andrò anch'io .. il tuo popolo sarà il mio popoloe il tuo Dio sarà il mio Dio" dimostrando in talmodo che le benedizioni di Dio sono più che unasperanza per il futuro: Noemi non è più sola e ilviaggio è meno difficile del previsto.Dio accoglie la vita semplice della fede e i grandivalori di generosità, solidarietà e fedeltà. Manifesta la Provvidenza divina attra-verso le attenzioni che Rut riserva alla suocera Noemi, e la generosità che Boozmostra a Rut. Mostra anche che Dio conforta chi si trova solo nella vita e dàsperanza a chi confida in Lui

grave carestia.In terra straniera la disgrazia si abbatte sulla loro casa e nel volgere di poco tempoil capofamiglia e i due figli muoiono. La moglie Noemi decide di far ritorno inpatria e si congeda dalle nuore; ma, mentre Orpa rimane nella sua terra, Rut deci-de di seguirla rinunciando al suo popolo e ai suoi dei. Mentre Rut è intenta a spi-golare in un campo è notata dal proprietario, Booz, parente di Noemi. La suaparentela con Elimelec viene vista con particolare favore da Noemi e quest'ultimainvita Rut a farsi riscattare e divenire moglie di Booz. Dall'unione della stranierae di Booz nasce Obed, che sarà padre di Iesse, che a sua volta sarà padre del futu-ro re Davide.Il libro si chiude con la genealogia che illustra l'ascendenza di Davide, una collo-cazione che conferisce una particolare enfasi al tema della discendenza davidica,tema ritenuto dalla maggior parte degli esegeti come parte originaria e costitutivadel racconto.

Bonnici, Blundo e Vasile, affre-sco nella Chiesa Madre di SanBartolomeo, Floridia (SI) 1997

la Sacra Scrittura

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SÁGHERTÒRTE AL CIMONE Come impastare una sagra

INGREDIENTIVoglia di fareUn filo di entusiasmoForza lavoro q.b.Abilità organizzativeZimonéri a volontà Una spruzzata di tradizioneUn pizzico di allegriaUna manciata di bel tempoIMPASTOLa preparazione richiede parecchio tempo emolta energia: affinché l’impasto sia pronto per ilsecondo fine settimana di settembre è necessariolavorare il tutto con molta cura e dedizione conlargo anticipo.Almeno qualche mese prima è consigliabile ini-ziare ad amalgamare assieme gli ingredienti principali: predisporre la voglia di farecome base della nostra torta precedentemente insaporita con un filo di entusiasmo. Unavolta ottenuta una massa solida e omogenea aggiungere tutte le abilità organizzative chesi hanno a disposizione facendo affidamento sulla preziosa volontà dei Zimonéri, i qualigrazie alla loro spruzzata di tradizione riescono a rendere unico e appetitoso l’esito fina-le del nostro dolce. Proseguire con la lavorazioneassicurandosi di avere a disposi-zione forza lavoro quanto basta,guarnendo il tutto con un pizzicodi allegria.PER LA FARCIAGustosissima la combinazione2009: Cucina Tipica,Degustazione Di Vini Locali,Piatti Etnici, Antichi Mestieri,Dolci Caserecci. A questo puntoinglobare i precedenti ingredienticon i tradizionali Vaso DellaFortuna e Lotteria. Solo da qualche anno sono stateintrodotte componenti tanto innovative quanto irresistibili, come per esempio i canti deicori, la pigiatura dell’uva, l’esposizione di arte sacra, le esibizioni di danza, i mercatinie tanto intrattenimento per grandi e piccini. Il mix risulta insuperabile se mescolato aritmo di ottima musica.

Bellezze locali alla pigiatura dell’uva

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Il ballo durante la sagra

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PER LA COTTURAInfornare la nostra opera lungo le vie delcentro storico per la durata di quarantottoore, minuto più, minuto meno.LA CILIEGINA SULLA TORTAElemento purtroppo imprevedibile, è ilclassico ingrediente che non si è mai sicuridi avere a disposizione, forse anche perchédeve essere esclusivamente fresco di gior-nata.Si tratta del sole, che, come una cilieginaappunto, domina dall’alto e riscalda ilcuore della festa.Quando riusciamo ad ottenerlo si crea un’armonia perfetta tra colori e componenti dellanostra ormai pronta opera d’arte.COME SERVIRESecondo la tradizione il nostro dolce va servito il secondo fine settimana di settembre,in occasione del Santo Nome di Maria.Si consiglia di assumerne porzioni abbondanti, cercando però di evitare l’abbuffata, inmodo tale da poter vivere appieno il gusto di ogni singolo ingrediente.

Anche quest’anno dopo aver partecipato sia attivamente sia passivamente alla Sagradella Madonna possiamo ritenerci soddisfatte per il risultato ottenuto.

Abbiamo riscontrato che da qualche tempo a questa parte quest’ ultima si presenta comela più grande festa annuale di Cimone, che pur nascendo come celebrazione di sacramatrice riesce non solo a estendersi diametralmente a tutte le associazioni della comuni-tà ma anche a coinvolgere una buona fetta di popolazione zimonéra. E’ davvero lodevo-le l’impegno di chi già molti mesi prima è immerso nell’organizzazione della festa ed èaltrettanto appagante vedere come per due giorni di sagra le associazioni collaborino tradi loro unendosi in uno “spirito unico”.Notevole inoltre l’affluenza da parte di visitatori esterni che anche in questa edizione non

ci siamo fatti mancare, vuoi per il clima fami-gliare, vuoi per la possibilità di poter apprez-zare le varie attività proposte, che da qualcheanno sono dislocate su più punti del centrostorico.In conclusione quando arriva settembre ilpaese si colora di un’aria di festa alla qualedifficilmente si resiste e che ogni volta ciriporta alla mente quando, da piccole, inizia-vamo a presagire la fine delle spensieratescorribande estive. Ma questa piccola malin-conia aveva un prezzo: quattro o cinque milalire da investire subito nel Vaso della Fortunae l’inizio della scuola sembrava essere lonta-nissimo.Le pasticciere: Sonia Zanotelli e Monica Petrolli

L’esibizione del pagliaccio Molletta

Gina dalla Costa con la vecchia macchina da cucire

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Il Gruppo missionario di Aldeno? C'è!!

Da tempo non ci facciamo sentire dalle pagine del Bollettino Parrocchiale edalle molte persone che ci sostengono; non è che il Gruppo Missionarioabbia dato le dimissioni, anzi, il prossimo anno "festeggeremo" i 40 anni

di presenza ad Aldeno: qualche socio fondatore è ancora presente e attivo, alme-no a livello di preghiera ed educazione alla mondanità, come ogni cristiano, invirtù del proprio Battesimo dovrebbe essere.In questo tempo, il nostro lavoro non è stato semplicemente quello della raccoltadi denaro, anche se è una parte importante; chi ci segue, sa che abbiamo collabo-rato con altri gruppi (Mozambico e Camerun) per l'invio di borse di studio oltreasl sostegno delle Comunità di P. Zambotti (tende di Cristo) e centri sanitari

(C.A.S.S. e sr.Martinelli).Abbiamo lavoratonella giusta direzio-ne: lo hanno confer-mato gli incontriavuti con missionarie volontari nella set-timana promossadalla Provincia eDiocesi assieme"sulle rotte delmondo"-tema di que-st'anno: L'Africa.Abbiamo partecipatoa bellissimi incontri efilmati. La cronaca sipuò seguire dalnostro settimanalediocesano VitaTrentina e dai quoti-

diani regionali, presenti a tutti gli incontri.Dalla relazione data al Centro Miss. Diocesano, le nostre offerte quest'anno sonostate di Euro 5500,00, nelle giornate dedicate (Infanzia Miss.-Giornata Miss.Mondiale e Quaresima di Fraternità) e di Euro 4940,00. Per le nostre iniziative:mercatini, fiori, ceppi, ecc; fanno parte di questa cifra le offerte di persone soprat-tutto anziani ai quali vanno i nostri più sinceri auguri e un grazie grande a nomedei missionari beneficati.In occasione di qualche festa familiare o lutto, auspichiamo che anche nel nostropaese cresca la sensibilità di ricordare che è nel bisogno che un dono fa onore achi lo fa e fa crescere chi lo riceve.

Foto di Mattia Baffetti fatta in Mozambico

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«Un campeggio Mignonalla grande!»

Dopo un anno passato assieme ai ragaz-zi dell'oratorio creando con loro unlegame speciale, c'è stato proposto da

don Daniele di continuare la nostra avventu-ra come animatori, organizzando un campeg-gio per i più piccoli.Così quattordici di noi hanno accettato diintraprendere questa nuova esperienza; con-siderandola un'occasione per crescere sia personalmente che come gruppo animato-ri.

Alcuni di noi sperimentavano per la prima voltal'emozione di svolgere il ruolo dell'animatoreanche al di fuori dell'oratorio.Finalmente, il 14 giugno è iniziata la nostra avven-tura.Eravamo d'accordo di ritrovarci con tutti i bambi-ni alla canonica di Garniga Terme, che in queigiorni avremmo utilizzato come casa, verso le15.00; appena arrivati ci siamo sistemati nellecamere e i genitori hanno salutato i loro figli prima

di tornare a casa. Il resto del pomeriggio lo abbiamo trascorso all'insegna del diver-timento tra giochi di conoscenza e suddivisione nelle varie squadre.Le nostre giornate iniziavano al suono della sveglia dopodiché scendevamo nel cor-tile per fare la ginnastica mattutina. La mattinata proseguiva con un'abbondantecolazione preparata dai simpatici cuochi che hanno vissuto con noi il campeggio.Per ogni giorno c'era un programma di attività differente, come giochi all'aperto ole magnifiche marionette che hanno allietato le nostre serate con storielle avvincen-ti. La giornata si concludeva con la preghiera di ringraziamento e la favola dellabuona notte.Da ricordare la gita alla fattoria Dallapiazza dove abbiamo visto vari animali eassaggiato del buon formaggio artigianale; molto speciale è stata anche la caccia altesoro organizzata dagli animatori al laghetto di Garniga.L'ultimo giorno abbiamo preparato le valigie, il banchetto e nuovi canti per l'arrivo

dei genitori. Verso le 17.30 abbiamo celebratoinsieme la Santa messa e terminato cantando eballando i motti di ogni squadra. Il campeggio si èconcluso nella gioia del ritorno a casa e la tristez-za per la fine di una magnifica esperienza.Insomma ci siamo divertiti molto ma, allo stessotempo, abbiamo imparato ad essere disponibili acapire le esigenze dei più piccoli.

dai campeggi di Jessica D

allago e Luca Piffer

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Campeggio superioriAll’isola d’Elba

Che emozione! Cronaca di una setti-mana in campeggio con la parrocchiaall'Isola d'Elba dal 13 al 20 luglio

2009.Sono Ennio Bernardi. Lavoro ad Aldeno incassa rurale da 17 anni. Grazie all'invito (quasi per caso) degli amiciElda e Paolo, con mia moglie Marina abbiamo partecipato al campeggio in qualità dicuochi. Abbiamo accettato la proposta con entusiasmo, un po' per ritrovare lo spiritodei campeggi che si facevano da ragazzi, un po' per fare esperienze nuove. Solo qual-che giorno prima della partenza ci sono venuti alcuni dubbi relativi all'ambiente cheavremo trovato ed al tipo di lavoro che saremo andati a fare... ma ci siamo detti:

"Vedremo cosa succede, unasettimana passa in fretta."Lunedì pomeriggio. Primo gior-no. Arrivo. La colonia è compo-sto da 2 case, una recentementeristrutturata, l'altra risalente aglianni 60. (Indovinate chi dormivanella parte nuova). L'impatto iniziale è stato un po'forte per noi che conoscevamosolo Elda e Paolo (anche lorocuochi con noi) e far da mangia-re per 39 persone, non è propriouno scherzo. Forti delle nostreconoscenze culinarie e dell’aiuto

di Maura (l’altra cuoca), abbiamo superato le paure iniziali. Non mi dilungo ora in un magari noioso rendiconto dei fatti giornalieri, ma voglioriportare i ricordi che a distanza di qualche mese sono ancora vivi nel mio cuore.Al contrario di quanto si possa pensare, la settimana all'Elba non e' stata esclusiva-mente la classica vacanza al mare. Sotto la regia di don Daniele e degli animatori siscandivano giornalmente momenti di preghiera e di riflessione ai quali in svariateoccasioni abbiamo partecipato anche noi cuochi.Ricordo con piacere la preghiera serale nella cappella all'aria aperta sotto una tettoiadi bambù dove tutti eravamo chiamati a fare una riflessione sulla giornata trascorsa,ed in qualche modo a darle un senso, ringraziando qualcosa o qualcuno per qualcheaccadimento. Ricordo un don Daniele che con tono pacato ma deciso richiama ungruppetto di ragazzi che scrutano le stelle dopo che era stato detto di andare a dormi-re; il fatto straordinario è che nessuno ha protestato e dopo pochi minuti, l'unicorumore che noi cuochi udivamo (dormivamo in tenda) era quello dei grilli e degliuccelli notturni.

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I cuochi

La cappella

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dai campeggi

Ricordo lo spirito di collabora-zione instaurato tra ragazzi, ani-matori e cuochi... dopo qualchegiorno io e Marina non eravamopiù "furesti" ma parte di un grup-po che collaborava in armonia.Ricordo i discorsi fatti con iragazzi, e le partite a briscolachiamata.Ricordo un bellissimo tramontosulla spiaggia e don Daniele cheringrazia il Signore.Ricordo la mia sorpresa, una volta rientrato a casa, ripercorrendo la settimana tra-scorsa. Potevamo trovare giovani scatenati, ribelli (come a volte si vede in televisio-ne), ma invece abbiamo trovato un gruppo di persone che nonostante la giovane etàha dimostrato di avere la testa sulle spalle. "No gh'è pu i zoveni de na volta" è una frase che si sente dire spesso in giro e che hocondiviso in parecchie occasioni. Dopo l'esperienza all'Elba posso smentire questomodo di dire e affermare che "bravi giovani" ce ne sono ancora. Guardando al futu-ro, dico "C'è ancora speranza."Grazie a tutte le persone con cui ho convissuto questa bellissima esperienza!Ps. Comunione, comunità, armonia e riflessione sono le parole con le quali riassume-rei questa fantastica settimana.

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Campeggio medie a Tiarno di Sotto

Mercoledì 22 luglio un gruppo di circa ottantapersone tra ragazzi, animatori e cuochi è par-tito dalla piazza di Aldeno con destinazione

Tiarno per trascorrere insieme un'intensa, ma piace-vole, settimana nella casa che ormai da anni ospita icampeggi della nostra parrocchia.Divisi in sei squadre, i ragazzi delle medie hanno par-tecipato con entusiasmo alle varie attività propostedagli animatori, sia che si trattasse di giochi, di gite odi momenti seri.Nonostante qualche diverbio, nato dalla competizio-ne e dall'eccesso di agonismo, l'amicizia e lo spiritodi collaborazione, che la vita di gruppo stimola e raf-forza, hanno sempre saputo prevalere. Questi sette giorni sono trascorsi velocementeper la ricchezza delle proposte e l'intensità delle emozioni vissute, ma hanno comun-que permesso di favorire una conoscenza più approfondita delle persone che preceden-

temente non si frequentavano, magari perpregiudizi o semplicemente per mancan-za di occasioni, e l'assimilazione di queivalori che don Daniele e gli animatoricome ogni anno cercano di trasmettere. Ora che ormai è trascorso del tempo daquel bel momento estivo, non ci resta cheaugurare a tutti i partecipanti di non limi-tarsi ad un nostalgico ricordo, ma diimpegnarsi a costruire nella vita di tutti igiorni quel clima di amicizia, di disponi-bilità e di condivisione sperimentato aTiarno.

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Gli animatori

I cuochi

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Campeggio elementari a Tiarno di Sotto“Credo, credo in questa umanità che abbatte lefrontiere che paga di persona che non usa armima sa usare il cuore, questa è l’umanità checrede nell’amore.” Campeggio Elementari 2009, bambini, sorrisi,momenti magici passati assieme e tanta voglia dicondividere gioia e amore!

Un raggio di sole ci ha accolti a Tiarno di Sottoe questo è stato un meraviglioso inizio, la felicità e l’entusiasmo dei nostri ses-

santa bambini è stata una carica e un’esplosione di voglia di costruire un’indimenti-cabile campeggio Parrocchiale.

La differenza dagli altri anni? Semplice! Si ècercato di portare un’ondata di novità nei gio-chi e nelle attività ed aggiungere diversiingredienti per rendere una semplice zuppa,un piatto unico!Un’immagine: noi gruppo animatori siamo lequinte del palcoscenico, prepariamo, aiutiamoe vestiamo gli attori nel ruolo della loro vitaparrocchiale. Voi, genitori, nonni, zii… all’a-pertura del sipario vedrete uno spettacolomeraviglioso e applaudirete all’esibizione deivostri figli, che è il risultato di un lungo e fati-coso cammino, sostenuto e stimolato da don

Daniele, il quale si è appoggiato al bastone di Dio. Oltre alle squisite pietanze preparate con cura dalle nostre amate cuoche, agli anima-tori che grazie alle nuove entrate e all’esperienza di quelle vecchie hanno reso le gior-nate piene di vita e a don Daniele, il nostro punto di riferimento in ogni circostanzasempre pronto a sostenere e a sorridere a questa esperienza, la buona riuscita delcampeggio Elementari è stata resa possibile dalla vivacità, simpatia, voglia di stareinsieme e camminare dei nostri adorati bambini di Aldeno, Cimone e Garniga.Quindi, non ci vogliamo dilun-gare e annoiarvi con la descrizio-ne di ogni giorno, attività, gio-chi, preghiere… ma soltanto rin-graziare tutti per la partecipazio-ne, il sostegno, la fiducia e lavoglia di credere nel valore tra-smesso da questa settimana esti-va trascorsa assieme!Grazie, ci rivediamo durantel’attività di oratorio e al prossi-mo campeggio Elementari 2010!

dai campeggi di A

lessandra Dorigotti e Sara C

imadon

Le cuoche

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Quibellino Michele e Coser Federica26/09/2009 a Garniga Terme

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Muraglia Damianoe Corradini Martina18/07/2009 ad Aldeno

Rigotti Roberto e Piffer Katia

06/06/2009 a Garniga Terme

Cont Fabrizioe Spagnolli Lorena

04/07/2009 ad Aldeno

Plotegher Mirko e Cascarano Monica31/05/2009 ad Aldeno

Pancheri Massino e Cont Anna27/06/2009 ad Aldeno

Fabbianelli Francesco e Tomasi Orietta12/09/2009 a Garniga Terme

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i matrim

oni nelle nostre parrocchie

Buglisi Robertoe Dallago Katia

25/07/2009 ad Aldeno

Delaiti Igore Beatrice Baccichetti

16/05/2009 a Vittorio Veneto

Droghini Davidee Dallabona Valentina

27/06/2009 a Garniga Terme

Micheli Zanotti Manuele Zanotelli Silvia con il piccolo Davide

16/05/2009 a Cimone

Cola Claudioe Merler Cecilia

12/09/2009 a Ravina

ORARIO SANTE MESSE 1 E 2 NOVEMBREDOMENICA 1 NOVEMBRE

AldenoChiesa parrocchiale ore 08.00Garniga TermeSant’Osvaldo ore 10.30AldenoCimitero ore 13.30CimoneParrocchia ore 15.00

LUNEDÌ 2 NOVEMBRE

Aldeno ore 08.00Cimone ore 09.30Aldeno ore 10.30Garniga Terme ore 10.30Aldeno ore 20.00

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approfondimento A proposito di ... povertà

«La vera ricchezza di un uomo è il beneche ha fatto agli altri esseri umani.»

(dal calendario Insegnaci la sapienza del cuore)

Da ogni parte si sente parlare di crisi economi-co-finanziaria e di settembre nero. Secondoalcuni analisti la vera crisi, con punte anche

drammatiche, sarebbe iniziata a settembre, quando glieffetti degli ammortizzatori sociali e della cassa inte-grazione hanno iniziato ad esaurirsi. Autunno, quindi,di possibili tensioni e conflitti con aumento di prezzi,perdita di posti di lavoro e situazioni di nuova pover-tà. La Caritas ha cercato di giocare in anticipo a giugno in occasione del suo 33° conve-gno nazionale tenutosi al Lingotto di Torino ed ha analizzato i fenomeni di vecchia enuova povertà. Assieme a cardinali e vescovi erano presenti anche sociologi, sindaca-listi, educatori e specialisti di formazione di massa pronti ad affrontare i temi della crisie del rapporto tra economia, bene comune e stili di vita. Dalle analisi sviluppate trape-la un mondo sommerso di “nuovi ed insospettabili” poveri: oltre ai pensionati, emer-gono le famiglie monoreddito, con figli minori a carico, aggravate da debiti per asilonido, rette e mense scolastiche, utenze energetiche, e quelle “disgregate” con genitoriseparati che non riescono a pagare l’assegno stabilito dal giudice per i figli. Il popolodei divorziati e dei separati: nuovi poveri costretti a frequentare mense e dormitori.Certamente si tratta di situazioni al limite, che tuttavia disegnano una nuova realtàsociale; “i nuovi poveri” sono uomini e donne che un tempo, sposati, appartenevano adun ceto medio, ma oggi, tornati single, nei censimenti rientrano tra chi vive sotto lasoglia di povertà o compie enormi sacrifici. La Caritas ha stimato che nella sola Roma circa mille clochard siano persone divorzia-te che hanno perso il lavoro. Sarebbero circa 50mila in tutta Italia, senza contare il som-merso, le vittime del sistema italiano di separazione o divorzio. “Oltre alla lacerazio-ne emotiva dovuta ad una separazione – afferma Domenico Fumagalli, presidente dellasede milanese dell’Associazione “Papà separati”, - i coniugi che non possono più stareinsieme per conflitti e divergenze, devono pure affrontare una radicale trasformazionedel loro stile di vita. E manco prima avessero fatto vita da nababbi, ora, se non hannoparenti, frequentano dormitori pubblici, mangiano alle mense dei poveri, dormonosulle sedie, negli aeroporti e nei garage degli amici.” Secondo alcune stime dell’Adoc,Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, si possono toccare i23mila euro a coppia solo per quanto concerne il divorzio, senza contare le spese delvivere quotidiano. Si parte da un costo minimo di 3.300 euro per un accordo consen-suale, a cui si aggiungono gli assegni di mantenimento, eventuali terapie di sostegno ereciproco aiuto e tutte le spese di vita pratica riguardanti una seconda casa, un nuovomutuo o affitto. La grave situazione di povertà esplosa negli ultimi anni ha messo adura prova anche le amministrazioni, che si trovano a fronteggiare l’emergenza connuove politiche sociali e familiari. In Piemonte sono stati stanziati aiuti a fondo perdu-to erogati con assegni di mantenimento a genitori separati che rispondono a determina-ti requisiti. A Milano l’amministrazione ha stretto accordi con il banco alimentare per

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la distribuzione di scatoloni di pasta, pane e latte nelle associazioni di volontariato chesostengono i genitori separati in difficoltà. Dalla sinergia di alcune associazioni aSavona è nata la “Casa dei papà”, un alloggio di circa centotrenta metri quadri, arreda-to con sei posti letto e messo a disposizione dei papà separati in difficoltà. Nella stes-sa sede sorge anche il Centro servizi per la famiglia, composto da un pool di esperti:uno psicologo, un commercialista, un mediatore familiare, un avvocato, un assistentesociale, un nutrizionista e un pedagogista. Se sono i papà a subire maggiormente questa nuova situazione d’indigenza, costrettianche a tornare a vivere con i genitori per evitare ulteriori spese, il depauperamentomaggiore è in verità sostenuto dai figli, che spesso nelle separazioni coniugali non sonopiù considerati come persone, ma “merce di scambio”, mezzi di consapevoli o incon-sce ritorsioni e vendette. Sempre più frequentemente nella vita quotidiana si sentonostruggenti racconti e testimonianze di danni che una separazione gestita in modo scor-retto arreca ai bambini, ai figli che rimangono per sempre ed hanno diritto, in quantotali, ad avere due genitori. L’associazione “Figli per sempre”, nata a Varese, ora consedi anche a Trento e Bolzano, supporta con un sostegno psicologico e legale coloroche, nell’ambito della separazione, riscontrano delle problematiche di conciliazione. Lascarsa tutela dei figli nel corso delle separazioni è un problema grave e complesso. Laloro strumentalizzazione si manifesta nei casi meno gravi con un genitore che “parlamale” dell’altro per indurlo ad un atteggiamento più accomodante sul piano economi-co; nei casi più distruttivi dal punto di vista umano arriva alla negazione delle visiteconcordate e alla totale denigrazione dell’altro genitore. Le situazioni più astiose sot-topongono i minori ad un’elaborazione traumatica della separazione, come evento tra-gico che mina la stabilità emotiva ed affettiva e con-duce all’idea di perdita di un genitore. I casi più gravipossono addirittura sfociare in una sindrome, parentalalienation syndrome (sindrome da alienazione genito-riale), che crea al bambino un vero e proprio disagiopsichico permanente. In tali situazioni viene da interro-garsi su quale sia la “nuova povertà” del genitore: quel-la materico-economica o quella nei confronti dei figli?

I bambini imparano ciò che vivonoI bambini imparano ciò che vivono.Se un bambino vive nella critica impara a condannare.Se un bambino vive nell’ostilità impara ad aggredire.Se un bambino vive nell’ironia impara ad essere timido.Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.Se un bambino vive nell’incoraggiamento impara ad avere fiducia.Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.Se un bambino vive nell’approvazione impara ad accettarsi.Se un bambino vive nell’accettazione e nell’amiciziaimpara a trovare l’amore nel mondo. Doret’s Law Nolte

approfondimento

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I nostri defunti

Rossi Florain Piffer

di anni 7312/07/2009

Maistri Augustadi anni 9527/07/2009

Bisesti Ivonnein Malferdi anni 6920/08/2009

Cimadom Marcodi anni 7321/08/2009

Maistri Emiliodi anni 10123/08/2009

Anna Salvischianiin Scartezzini

di anni 3706/09/2009

Coser Arturodi anni 10012/09/2009

Maistri Ettoredi anni 6418/09/2009

Il mondo non ha che due possibili destini:amarsi o scomparire.Noi abbiamo scelto l'amore.Non un amore che si accontentidi piagnucolare sui mali degli altri,ma un amore combattimento.Per il suo avvento, poi il suo regno, noilotteremo senza posa e senza sosta.Bisogna aiutare il giorno a spuntare.Il mondo sarà ciò che noi vogliamo,avrà il nostro visoe noi ne formeremo il destino.

La nostra felicità è nel bene che faremo,nella gioia che diffonderemo intorno a noi,nel sorriso che faremo fiorire,nelle lacrime che avremo asciugato.Certo la vita quotidiana è difficile,ma essa è giovane e bella per l'eternità.E poi quando avremo delle difficoltà,ricordiamoci che l'importanenon è ciò che si raccoglie,ma ciò che si semina;l'importante non è ciò che si è,ma ciò che si soffre.Siamo seminatori d'amore,

il mondo ci attende e ci reclama!Organizziamo l'epidemia del benee che essa contamini il mondo!Che importanola stanchezza del giorno,l'incertezza del giorno dopo.Colui che combatte per un ideale,anche se vinto, è invincibile.Il mondo ha fame di granoe di tenerezza.Lavoriamo!

RIFLETTIAMO di Raoul Follereau

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FESTA ANNIVERSARI DI MATRIMONIONELLA PARROCCHIA DI ALDENO

Desideriamo invitare tutte le coppie che si sono sposatenel 2009 e quelle che festeggiano i 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35,40, 45, 50 (e oltre) di matrimonio cristiano a ringraziare Dioinsieme alla comunità. Dopo la santa Messa sarete graditi ospi-ti in canonica per un brindisi e una fetta di torta.Ad Aldeno domenica 10 gennaio 2010 ore 10,30

Noi ci saremo ..........................................................................................................................................................................................................

e ..........................................................................................................................................................................................................................................................................

Festeggiamo i ................................................................................................................................di matrimonio..

RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA

Nome e cognome dei due fidanzati

Numero di telefono

indirizzo di uno dei due fidanzati

CORSO DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO CRISTIANO

Il corso prevede un’uscita di due giorni il 30 aprile e 1 maggio, da definire durante il corso

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

Potrete trovare altri tagliandi sul tavolino in fondo alla chiesa

Presso: Canonica di Aldeno Date: dall’8 aprile al 13 maggio 2010

(sempre di giovedì dalle ore 20,30 alle 22,30)

Iscrizioni presso la canonica di Aldeno compilando il tagliando

Da consegnare o imbucare in canonica

Da consegnare o imbucare in canonica

i moduli d’iscrizione

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SABATO 7 NOVEMBRE 2009

ricomincia l’attività dell’oratorio.Alle 19.00 la Santa Messa

e, a seguire, tutti in piazza per la castagnatae la visione delle diapositive dei campeggi

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gli o

rari

ORARIO INVERNALE SANTE MESSE

FESTIVO

Aldeno ore 08.00

ore 10.30

ore 20.00

Cimone ore 09.30

Garniga T. ore 10.30

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì ore 17.30

martedì ore 08.00mercoledì ore 17.30giovedì ore 08.00venerdì ore 08.00

Cimone: giovedì ore 18.00

Garniga T.: martedì ore 18.001° venerdì di ogni mese

a Garniga Vecchia alle ore 18.00

Il calendarioUn bel regalo

per Natale e non solo

In vendita in canonicae alla libreria Ancora

di Trento.Inoltre ai mercatini di Natale in piazza

Pasi a Trento.