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Autori:

Linda Alengoz, Giulia Biazzi

Agenzia Conoscenza e Innovazione Progetto “Brescia città del

NOI” Socialis - Centro Studi in imprese cooperative, sociali ed

enti non profit

Data di pubblicazione:

FEBBRAIO 2019

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INDICE

INDICE ......................................................................................................................... 3

INTRODUZIONE ............................................................................................................ 4

ALCUNI DATI DI CONTESTO.......................................................................................... 5

Tendenze demografiche e sociali................................................................................ 5

Dal Veneto al resto d’Italia, la sperimentazione affido sociale .................................... 7

ESEMPI DI APPLICAZIONE DELL’AFFIDO SOCIALE DEGLI ANZIANI IN ITALIA ............ 10

CONCLUSIONI ............................................................................................................ 23

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA .................................................................................... 24

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INTRODUZIONE

Il presente documento passa in rassegna alcuni esempi di applicazione in Italia dell’affido o affidamento sociale per persone anziane.

L’esigenza di vagliare modalità alternative di assistenza agli anziani rispetto a quelle tradizionali svolte dai servizi sociali, dagli assistenti famigliari (badanti) deriva da una serie di fattori ormai noti:

▪ L’invecchiamento della popolazione e allungarsi dei tempi di vita. La fetta della popolazione anziana è quella più consistente rispetto al resto della popolazione;

▪ L’aumento degli anziani soli con poche reti sociali o famigliari;

▪ I legami famigliari più deboli, distanza abitativa dei nuclei famigliari e minor capacità delle famiglie di far fronte ai bisogni di cura;

▪ Modelli organizzativi famigliari e lavorativi in evoluzione, con un maggior coinvolgimento della donna nel mercato del lavoro che tradizionalmente aveva svolto un importante ruolo di cura degli anziani in famiglia.

In tale cornice, un’adeguata assistenza dell’anziano in difficoltà da parte della propria famiglia diventa spesso molto difficile se non impossibile. Inoltre, negli ultimi anni si sta sempre più sottolineando l’importanza di creare le condizioni affinché l’anziano che non abbia una grave non autosufficienza possa invecchiare a casa propria.

È necessario, pertanto, vagliare prospettive diverse da quelle tradizionali, che salvaguardino l’autonomia dell’anziano e mirino allo stimolo e al potenziamento delle sue risorse e allo stesso tempo si rifacciano al principio di solidarietà sociale e di integrazione tra pubblico e privato.

Puntare sull’affido sociale delle persone anziane significa tentare di diffondere di un nuovo modello culturale di assistenza che punti a rivedere le relazioni intergenerazionali. La sua diffusione richiede sensibilizzazione sul tema e preparazione dei soggetti che dovranno ricoprire il ruolo di soggetti affidatari, nonché l’istituzione di meccanismi di controllo e sicurezza degli assistiti.

Nei capitoli successivi riporteremo alcuni dati di contesto, riferimenti legislativi a livello regionale e analizzeremo alcuni esempi di applicazione dell’affido sociale delle persone anziane a livello locale.

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ALCUNI DATI DI CONTESTO

Tendenze demografiche e sociali

L’aggravarsi delle condizioni di salute nell’avanzare degli anni rende insufficiente l’offerta di servizi tradizionali, quali l’assistenza domiciliare col rischio che l’istituzionalizzazione diventi l’unica prospettiva possibile per molti anziani privi di caregiver familiari. L’affido sociale delle persone anziane potrebbe in tal senso costituire una valida risposta per consentire agli anziani ancora autosufficienti di non dover lasciare la propria abitazione.

Come riportato anche nella recente ricerca di Auser e Spi Cgil “Problemi e prospettive della domiciliarità, il diritto d’invecchiare a casa propria”1, le tendenze demografiche dei prossimi anni impongono un ragionamento serio sull’assistenza alle persone anziane. La ricerca si interroga sulle criticità del sistema di assistenza di lungo termine, sottolinea alcune delle problematiche di fondo precedentemente elencate.

Come riporta puntualmente Auser2, i dati Istat ci dicono che:

➢ Aumentano la popolazione urbana e gli anziani: nel 2045 si prevede che le

persone con più di 65 anni saranno un terzo della popolazione, che per il 78%

sarà concentrata nelle città. È da prevedere un aumento di 300mila non

autosufficienti al 2025, 1.250.000 al 2045 e 850.000 nel 2065.

➢ Aumentano le persone anziane con limitazioni funzionali: Nel quinquennio 2009-

2013 in Italia gli anziani sono aumentati dell’8,6% passando da 11.974.530 a

oltre 13 milioni. Nello stesso arco di tempo, sono diminuiti del 21,4% gli anziani

che hanno beneficiato del Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) passando da

190.908, l’1,6% della popolazione anziana del 2009 al 149.995 l’1,2% del 2013.

➢ Famiglie sempre meno in grado di prendersi cura degli anziani: La famiglia

italiana continua a svolgere un ruolo centrale nel lavoro di cura. Ma la società, la

famiglia e il mercato del lavoro stanno cambiando profondamente. Oltre alle

migrazioni interne tra nord e sud che spingono spesso i figli a lasciare i genitori

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famiglia, sono sempre più impegnate nel mondo del lavoro. Oggi il tasso di

occupazione in Italia è di circa il 48,1% ma se si dovesse raggiungere la media

europea del 61.5% il lavoro di cura in ambito familiare subirebbe un drastico

ridimensionamento di circa 2milioni e 500mila donne.

1

Per il testo complete si veda http://www1.auser.it/wp-content/uploads/2018/11/Ricerca%20Domiciliarit%C3%A0%20-%20impaginata.pdf

2

Auser: http://www1.auser.it/primo-piano/sempre-piu-a-rischio-lassistenza-per-gli-anziani-di-domani/

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➢ Le famiglie impegnate nell’assistenza a un proprio caro sono esposte

finanziariamente sia se l’assistenza è garantita direttamente sia se erogata da

badanti o infermieri. Ad ogni persona non autosufficiente è associato un flusso

di risorse in uscita. Il Censis stima in 9 miliardi l’anno la retribuzione per le

badanti e in 4,6 miliardi le spese medico sanitarie come farmaci, analisi, visite,

trattamenti riabilitativi ecc. Una famiglia con una persona non autosufficiente

deve affrontare una spesa sanitaria privata pari a più del doppio rispetto alle altre

famiglie italiane.

➢ Di fronte alle esigenze della collettività, le risorse per il welfare si dimostrano

insufficienti, pari all’1,9% del PIL.

Nel complesso è sempre più evidente l'importanza delle reti di supporto informale per soddisfare le esigenze di cura legate all'invecchiamento della popolazione. L’ambiente di quartiere, compresa la sua a livello di servizi di prossimità, è una componente importante della soddisfazione dei residenti. La qualità delle relazioni di vicinato può influire sull'integrazione sociale, sulla partecipazione e sul sentimento di sicurezza di un individuo3.

Inoltre, i dati delle anagrafi comunali indicano spesso che l’anziano che rimane a casa sua e che non viene ricoverato in casa di riposo ha un’aspettativa di vita più lunga, con conseguente impatto economico anche sul bilancio comunale.

Diverse amministrazioni comunali hanno riconosciuto l’importanza di trovare nuove forme di assistenza per gli anziani che difficoltà nella vita quotidiana, allo scopo di favorirne la permanenza a domicilio e di limitare il ricorso alle strutture residenziali.

Nel prossimo paragrafo daremo alcuni riferimenti sulla diffusione dell’affido sociale a livello nazionale.

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Bowling, 2005

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Dal Veneto al resto d’Italia, la sperimentazione affido sociale

La prima regione in Italia a dotarsi di una normativa sull’affido sociale delle persone adulte è stata la Regione Veneto. La legge regionale approvata 24 febbraio 2015, n. 3 "Disciplina dell'affido a favore di anziani o di altre persone a rischio o in condizione di disagio sociale"4 5 ha istituito un nuovo servizio di affido, volto a garantire, in un contesto di vita relazionale e familiare, una particolare forma di assistenza sociale ad anziani o persone adulte a rischio o in condizione di disagio sociale, come isolamento, mancanza di affetti e di sostegno concreto e psicologico, disadattamento.

La legge ha quindi esteso la formula dell’affido alle persone adulte ed agli anziani che vogliono conservare la loro indipendenza e autonomia, nonostante le fragilità dovute all’età o all’isolamento sociale.

La legge stabilisce che il servizio di affido, può riguardare una o più delle tre tipologie previste dalla legge:

▪ piccolo affido, concernente la prestazione di aiuto per comuni incombenze della vita quotidiana;

▪ affido di supporto, concernente la cura della persona con difficoltà di gestirsi autonomamente;

▪ affido in convivenza, concernente l'accoglienza del beneficiario nella casa dell'affidatario o di quest'ultimo nell'abitazione del beneficiario.

Il 22 settembre 2017 la giunta regionale del Veneto ha approvato il Dgr 1487, stanziando 600 mila euro destinati a progetti di affido sociale realizzati da soggetti del terzo settore, attivi in Veneto da almeno due anni. Si è avviata così la sperimentazione per un anno dell’affido per anziani e adulti autosufficienti a rischio o in condizione di disagio sociale.

I soggetti del terzo settore possono presentare alla Regione progetti di affido, secondo la triplice tipologia prevista dalla legge regionale, che prevedano il parternariato di associazioni di volontariato, con finalità ludiche, sportive, culturali e sociali, che assicureranno lo sviluppo di attività di inclusione sociale.

I progetti di affido possono essere rivolti solo a persone autosufficienti, anziani o adulti, in condizioni di isolamento oppure a rischio di disagio sociale. Gli affidatari non devono

4 Si veda Bollettino Regionale per il testo completo: https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioLegge.aspx?id=292922

5 L’iter è stato il seguente: Il 24 settembre 2008, il disegno di legge è stato depositato alla camera dei deputati e il 26 marzo 2013 è stato ripresentato. Alla presidenza del consiglio regionale Veneto la proposta è stata presentata il 2 novembre 2010 e il 24 febbraio 2015 il Veneto ha approvato la legge 3/2015 “Disciplina dell’affido a favore di anziani o di altre persone a rischio o in condizioni di disagio sociale”.

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avere vincoli di parentela con gli affidati e si devono impegnare a coinvolgere la persona presa in affido in attività culturali, ricreative e sociali, che favoriscano l’inclusione sociale dei soggetti beneficiari dell’affido.

È prevista la stipula di un vero e proprio “contratto di affido” preceduto da una fase di formazione iniziale dell’affidatario. Inoltre, l’associazione o l’ente del terzo settore che assume la responsabilità del progetto dovrà garantire un sistema di tutoraggio e vigilanza del servizio. È previsto anche un contributo economico, come rimborso spese, a seconda del tipo di affido.

La normativa sull’affido di adulti e anziani in difficoltà si è diffusa in diversi territori a livello nazionale: Piemonte (Comune di Torino e Comune di Moncalieri); Lombardia (Comune di Milano); Veneto (Comune di Chioggia); Liguria (Comune di Genova); Emilia-Romagna (Comune di Forlì); Toscana (Comune di Lucca); Marche (Comune di Ancona); Puglia (Comune di Bari)

Il servizio di affido anziani non era però una novità per diverse città, che lo sperimentavano a livello meno formale e meno diffuso.

A Milano il servizio esisteva da anni ma era quasi sconosciuto e poco utilizzato. Per rilanciarlo il Comune ha stanziato fondi per incentivare gli affidatari con un bonus.

Anche a Padova l’associazione “Anziani a casa propria” sperimentava l’affido già dal 2010. Di seguito una testimonianza della Presidente dell’associazione:

“Il primo contratto di affido è stato sperimentato nel 2010 tra la signora Liliana (84 anni), non più autosufficiente ma che viveva da sola perché i figli lavorano in altre città, e Giorgia (28 anni) che insieme al marito viveva in affitto.

Dopo una valutazione positiva da parte dell’équipe di Anziani a casa propria (un organismo tecnico composto da professionisti sociosanitari) i coniugi sono andati a vivere da Liliana firmando un contratto di affido che definiva le responsabilità, i tempi e i compiti degli affidatari oltre alla durata. Ancora oggi, a distanza di sette anni, le periodiche verifiche dell’équipe registrano in casa un clima sereno e familiare.

Negli anni l’associazione ha sperimentato più di 700 piccoli affidi (il volontario si prende cura per un tempo limitato di una persona in difficoltà, offrendo piccoli aiuti quotidiani come la spesa o l’acquisto di farmaci), circa 200 affidi di supporto (l’anziano o l’adulto, capace di vivere da solo nella propria casa, è sostenuto dall’affidatario che si prende totalmente cura di lui) e 21 affidi in convivenza (il beneficiario non è in grado di vivere da solo e accoglie nella sua casa, se ne ha la possibilità, l’affidatario che, a sua volta, si impegna a provvedere a tutte le necessità). Dal 2010 al 2017 sono quasi mille le famiglie che hanno dato disponibilità a diventare affidatarie di persone di età compresa tra i 49 e i 91 anni.

Fin dall’inizio abbiamo lavorato per creare le premesse culturali (attraverso conferenze, incontri e pubblicazioni) e giuridiche, creando un team di esperti, per presentare in

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parlamento un disegno di legge che rendesse realtà quella che tutti ci dicevano essere un’utopia”.

L’obiettivo a livello nazionale dovrebbe essere quello della promulgazione da parte del Parlamento di una legge nazionale sull’affido delle persone anziane e adulte in difficoltà.

Vedremo nel prossimo paragrafo alcuni esempi dei progetti sperimentati livello locale e le loro caratteristiche specifiche.

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ESEMPI DI APPLICAZIONE DELL’AFFIDO SOCIALE DEGLI ANZIANI IN ITALIA

Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Comune di Torino

Affidamento familiare

È un servizio volontario offerto da famiglie, singoli individui selezionati dall’Amministrazione Comunale per aiutare l’anziano a domicilio nello svolgimento delle attività di tutti i giorni o per accoglierlo presso la propria abitazione.

Rivolgersi al Servizio Sociale di base competente per il territorio.

È rivolto ad anziani autosufficienti e non, privi di una rete adeguata di supporto, che abbiano bisogno di aiuto materiale e supporto affettivo nella vita quotidiana,

Prevede a seconda delle condizioni di salute e dei bisogni delle persone un rimborso spese differenziato in base all’impegno del volontario affidatario a domicilio, a seconda del progetto assistenziale previsto.

Provincia di

Cuneo -

Consorzio per i servizi socio assistenziali delle Valli Grana e Maira

Possibilità per la persona anziana disabile di essere accolto ed accudito per un periodo di tempo determinato presso una famiglia, una persona singola o comunità di tipo familiare. L'affidamento familiare può essere:

- di sostegno;

- di convivenza;

- residenziale

La prestazione decorre dall'accordo formale tra il servizio sociale, l'interessato, la famiglia o persona affidataria o la Comunità di tipo familiare. Si accede alla prestazione: su richiesta dell'interessato al Servizio Sociale Territoriale o su proposta del Servizio Sociale Territoriale

Ne possono beneficiare gli anziani ultrasessantacinquenni parzialmente autosufficienti o le persone disabili riconosciute invalide civili con una percentuale del 74%.

Requisito è la residenza sul territorio del Consorzio

La durata dell'affidamento familiare è temporanea e viene definita a seconda del bisogno della persona affidata, in base al progetto del Servizio Sociale territorialmente competente.

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Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Amministrazione Provinciale di Bolzano

Affidamento familiare di persone adulte

Affidamento, a tempo parziale o a tempo pieno, a famiglie o persone singole, su indicazione del distretto sociale.

In casi eccezionali l’affidamento può avvenire presso i nonni o altri parenti entro il terzo grado.

Governance a livello di distretto sociale

Persone adulte con particolari difficoltà sociali, familiari o di salute.

La persona affidata e i suoi familiari sono tenuti a contribuire ai costi del servizio, e precisamente attraverso l’assegno di cura/indennità di accompagnamento eventualmente percepito/a e una compartecipazione tariffaria, la quale viene calcolata su richiesta degli interessati dal distretto sociale sulla base della specifica situazione economica.

Alla famiglia affidataria spetta un compenso da parte del distretto.

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Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Comune di Milano

Affido anziani

Il Comune di Milano offre 200 euro al mese a chi prenderà in affido un anziano.

L’affido consiste nel prendersi cura di un anziano al suo domicilio.

L’impegno è costante ma non codificato. Ci sono i piccoli servizi (la spesa ecc.), i momenti conviviali e di svago.

L’Affidatario è seguito dal Servizio Sociale Professionale Territoriale della zona ove opera e dall’équipe centrale che supervisiona l’andamento del progetto.

Anziani soli I volontari possono presentare la domanda al Comune. C’è poi una fase di selezione fatta di colloqui, test psicologici e un primo periodo di prova. Il Comune chiede espressamente “disponibilità all’ascolto, capacità relazionale, empatia”.

Se la famiglia candidata passa la prova, parte l’affido.

L’Affidatario partecipa a momenti di incontro di gruppo e di formazione organizzati dall’équipe tecnica.

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Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Padova,

Associazione

“Anziani a casa propria”

Anziani a casa propria

Famiglie che si occupano di un anziano attraversi diverse modalità:

- piccolo affido,

- affido di supporto,

- affido in convivenza

- affido in convivenza temporanea.

Delibera di giunta approvata nel 2017 (Dgr 1487/17) la Regione Veneto ha autorizzato la sperimentazione dell’affido a favore degli anziani.

Le attività sono rivolte a persone anziane e adulte, sole e in difficoltà.

L’equipe multidisciplinare dell’associazione affianca affidati e affidatari con un percorso formativo e monitora l’andamento dell’affido: dopo una sperimentazione anziano e affidatari firmano l’accordo di affido.

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Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Altobello,

Mestre

Il «nonno in affido»

Il progetto “Nonni in affido” prevede che coppie in pensione, famiglie con bambini, ma anche single, si rendano disponibili ad adottare un anziano.

Due i programmi previsti;

- IncontraMi che prevede la presa in carico di un anziano con visita a domicilio o in reparto. Vengono organizzate varie attività dalla lettura di libri all’ascolto di musica o semplicemente un tè condiviso.

- AccompagnaMi che offre un accompagnamento agli anziani che hanno difficoltà a gestire appuntamenti o commissioni.

Comune e Regione con finanziamento europeo.

Anziani soli Per aderire a questo progetto come volontario viene richiesta una disponibilità minima di 2 / 3 volte alla settimana. Le attività da svolgere sono l’aiuto e sostegno nelle necessità quotidiane: la spesa, le commissioni, la farmacia, la compilazione di moduli o documenti, il ritiro di esami ma anche la passeggiata al parco o fino al bar del paese per incontrare gli amici.

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Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Chioggia, Consulta comunale dell’anziano (Auser capofila)

Progetto “Diamoci una mano… insieme si può”

Il progetto prevede che singoli o associazioni mettano a disposizione del tempo e delle energie per prendersi cura di una persona anziana o con una rete familiare fragile, facendole compagnia (piccolo affido), aiutandola in semplici attività quotidiane (affido di supporto) o vivendoci insieme (affido di convivenza).

Sono previste delle serate divulgative per avvicinare le persone a questa nuova progettualità.

Tra le sette iniziative finanziate dalla Regione con il bando dedicato all’affido. Si tratta di progetti sperimentali previsti dalla Legge regionale 3 del 2015 per migliorare l’assistenza e la qualità di vita delle persone anziane.

Persone anziane o con una rete familiare fragile.

Per diventare affidatario si terranno dei corsi di formazione con personale specializzato e sono previsti rimborsi spesa per i servizi svolti.

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Ente gestore

Nome del progetto / servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Comune di Genova

Affido anziani Servizio

Servizio a sostegno di anziani soli non più completamente autonomi, svolto attraverso la collaborazione di volontari, senza legami di parentela con l'anziano, opportunamente selezionati dal Comune di Genova.

A secondo del progetto formulato dal Servizio Pubblico Territoriale (Ambito Territoriale Sociale) l’affido può essere distinto in due diverse tipologie:

- "in convivenza", dove l'anziano è accoltonell'abitazione dell'affidatario o ospita quest'ultimo al proprio domicilio,

- "di supporto", dove l'affidatario fornisce il supporto necessario durante il giorno ma non permane al domicilio.

Progetto formulato dal Servizio Pubblico Territoriale (Ambito Territoriale Sociale).

Il Servizio è erogato dai servizi territoriali competenti dopo una valutazione sociale professionale, in relazione alle risorse disponibili e in base alle priorità d’intervento individuate dall'Amministrazione civica.

Anziani soli non più completamente autonomi.

Gli anziani interessati devono presentare domanda su apposito modulo disponibile nell’Ambito Territoriale Sociale di zona. Le persone/famiglie possono segnalare all’Ambito Territoriale Sociale la loro disponibilità telefonicamente o su carta libera, segue poi un percorso di valutazione curato dagli operatori.

All'aspirante affidatario vengono richieste la disponibilità ad impegnarsi in un progetto che lo coinvolga dal punto di vista relazionale, un adeguato equilibrio personale e familiare, la capacità di ascolto, accettazione e rispetto dell'altro, la disponibilità a collaborare con gli operatori del Servizio.

All’affidatario viene riconosciuto un contributo a titolo di rimborso spese.

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Ente gestore

Nome del progetto/ servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Comune di Bari

Affido sociale Un intervento alternativo al ricovero in istituto prestato da singoli e/o famiglie che assicurano, nel proprio contesto familiare e relazionale, il sostegno per la vita quotidiana ad anziani in difficoltà o privi di assistenza.

Sono previsti due tipologie di affido in relazione ai bisogni dell’anziano:

- Affido a tempo pieno;

- Affido diurno e/o notturno.

-

L'accesso al servizio Affido può avvenire attraverso esplicita richiesta del cittadino in difficoltà e/o dei suoi familiari, al Segretariato Sociale del Municipio di appartenenza oppure su proposta dell'Assistente Sociale del Municipio territorialmente competente.

Il singolo o la famiglia affidataria sottoscrivono una dichiarazione di disponibilità e un atto di impegno sia con l'Amministrazione comunale che con l’anziano.

Anziani in difficoltà o privi di assistenza.

Il servizio è rivolto ad anziani che risultano avere una situazione patrimoniale, autocertificata, non superiore a 15.000 per nucleo familiare con 1 componente; 20.000 per nucleo familiare con 2 o più componenti.

I criteri minimi di idoneità degli affidatari sono i seguenti:

- età compresa tra i 25 ed i 65 anni;

- condizione di salute idonea;

- regolare situazione abitativa;

- assenza di situazioni di disagio o emarginazione sociale;

- non aver riportato

condanne penali;

- capacità di accettazione della condizione di soggetti anziani e del loro modello di vita;

- disponibilità ad effettuare un percorso di formazione.

Il servizio è gratuito per l'affidato.

L'impegno del singolo o della famiglia nei riguardi dell'utente in affido e della Amministrazione comunale non è assimilabile ad un rapporto di lavoro, ma solo ad un impegno che la stessa Amministrazione riconosce attraverso la corresponsione di un contributo in virtù delle attività espletate.

All’affidatario l'Amministrazione Comunale riconosce un contributo mensile a titolo di rimborso spese.

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Ente gestore

Nome del progetto/ servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di

governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Ancona,

Comune di Ancona

Servizio affido anziani

Servizio rivolto ad anziani rimasti soli, senza famiglia e parenti. Questo nuovo servizio, per cui il Comune ha stanziato 15mila euro, si basa sulla disponibilità di famiglie, singoli o gruppi para-familiari, riconosciuti idonei, ad assumere l’impegno di rispondere alle esigenze degli anziani loro affidati.

Tre le tipologie di affido previste dal Comune di Ancona:

- di supporto

- temporaneo

- in convivenza

Il primo richiede un apporto consistente nell’assistenza e cura della persona, ancora in grado di vivere da sola ma non di compiere tutti gli atti della vita quotidiana.

Il secondo viene disposto per far fronte a esigenze di carattere temporaneo dell’affidato.

Il terzo si realizza presso il domicilio dell’anziano o dell’affidatario in tutte quelle situazioni in cui l’anziano non possa o non voglia vivere da solo.

Comune di Ancona I destinatari sono gli anziani privi di parenti tenuti agli alimenti, ovvero privi di una rete familiare adeguata, autosufficienti o parzialmente autosufficienti in situazione di disagio sociale per la quale sia di sostegno l’istituto dell’affido.

Sono selezionati dal Servizio Sociale professionale distrettuale e, in casi particolari, i destinatari possono essere anche adulti disabili che non presentano particolari gravità.

L’Amministrazione corrisponde ad ogni affidatario un assegno mensile, a titolo di riconoscimento del ruolo sociale svolto: 300 euro per l’affido di supporto, 500 euro per l’affido in convivenza.

Il Comune accende anche un’assicurazione a tutela degli affidatari.

L’affido si concretizza in diverse attività tre volte alla settimana:

- dall’accompagnamento dell’anziano per terapie e commissioni al supporto alla vita di socializzazione e di partecipazione ad attività di tipo ricreativo–culturale.

- alla compagnia a domicilio,

- al supporto alla preparazione dei pasti e all’aiuto per l’assunzione dei farmaci, fino alla condivisione abitativa.

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Ente gestore

Nome del progetto/ servizio

Caratteristiche principali

Inquadramento legislativo o di governance

A chi si rivolge

Caratteristiche degli Affidatari e condizioni

Comune di Castelvetrano (TP)

Servizio

“Anziani in Affido”

La finalità del Servizio Anziani in Affido è, infatti, quella di offrire ad anziani che vivono soli, spesso privi di riferimenti parentali solidi e fattivi, un aiuto diretto che consenta loro di continuare a vivere nella propria casa o presso l’abitazione degli affidatari. Può essere in convivenza o di supporto.

Si tratta di un progetto sperimentale del Piano di Zona 2010/2012. In questo senso il Servizio Anziani in Affido, si colloca all’interno delle differenti proposte assistenziali che il distretto D54 (Castelvetrano - Campobello di Mazara, Partanna – Poggioreale – Salaparuta - Santa Ninfa) offre alla popolazione anziana statisticamente destinata ad aumentare, è da intendersi come uno strumento nuovo, “raffinato”, centrato sulla relazione interpersonale, la cui finalità è proprio quella di fare rimanere l’anziano al proprio domicilio il più a lungo possibile, rinviando così il ricorso all’istituzionalizzazione, esperienza, anche quando necessaria ed inevitabile, psichicamente destabilizzante .

Anziani che vivono soli, spesso privi di riferimenti parentali. Per quanto riguarda la segnalazione dell’anziano, le Assistenti Sociali dei Comuni di appartenenza possono in ogni momento proporre alla commissione la valutazione tecnica per concordare la condivisione dell’ipotesi di un progetto e successivamente segnalare attraverso una relazione dettagliata il possibile progetto di abbinamento anziano- affidatario.

Gli affidatari sono persone singole, coppie, famiglie, che non presentano nessuna specifica professionalità e spesso non hanno avuto altre esperienze precedenti in campo sociale, che comunque vivono uno stato di disagio soprattutto economico e sono oltre il grado di parentela previsto dall’art. 433 del C.C..

Possono offrire la loro disponibilità all’Ufficio Servizi Sociali dei singoli Comuni del distretto, manifestando il proprio desiderio di attivarsi in attività socialmente utili e psicologicamente gratificanti, accettando un coinvolgimento personale nel rapporto con l’anziano

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che verrà loro “affidato”.

È l’assistente sociale di ogni singolo Comune a valutare la disponibilità attraverso colloqui conoscitivi e incontri, sia personali che di gruppo, formativi e informativi. Sarà successivamente una commissione a valutare gli eventuali abbinamenti relativamente ai bisogni degli anziani.

L’Affidatario entra a far parte di un progetto, mirato, pensato e monitorato dai Servizi territoriali del Comune di appartenenza e del distretto, all’interno del quale egli si assume il carico di una presenza costante nel tempo, diventando un punto di riferimento centrale per la

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persona anziana e un interlocutore privilegiato per il Servizio stesso.

All’Affidatario viene corrisposto un contributo economico mensile commisurato alle necessità di cura dell’anziano.

L’Assistente Sociale, convocherà chi si è candidato come affidatario, proponendogli dei colloqui.

Se al termine di questi incontri il candidato affidatario verrà considerato idoneo, seguiranno altri incontri collettivi con gli altri formativi e informativi sul Servizio Anziani in Affido sul ruolo dell’affidatario.

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È previsto un periodo di prova, che prevede la presentazione e la reciproca conoscenza dell’anziano e dell’affidatario.

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CONCLUSIONI

L’enfasi sul recupero e lo sviluppo di pratiche di affido sociale degli anziani parte dall’idea che sia un dell’anziano quello di restare nella propria casa mantenendo una famiglia e una rete di relazioni significative.

Come afferma anche Enzo Costa, presidente nazionale Auser, “Scegliere di invecchiare dove si ha una qualità della vita migliore è un diritto della persona, se vogliamo costruire una società che cambiando demograficamente non aggiunga solo anni alla vita ma anche qualità della vita agli anni”.

Secondo Ivan Pedretti, segretario generale Spi-Cgil, “Invecchiamento della popolazione e natalità pongono la necessità di intervenire seriamente sul sistema delle protezioni sociali: è una battaglia necessaria che dobbiamo combattere in prima persona. Il rilancio universale del welfare è l’elemento principale per una nuova capacità di sviluppo economico e sociale”.

L’affido sociale degli anziani può configurarsi come una valida risposta in questo senso e come una pratica generatrice di opportunità.

Da un lato:

➢ Mobilita la comunità a sostegno degli interventi domiciliari leggeri per anziani soli;

➢ Valorizza le reti di vicinato

➢ Costituisce un’opportunità alternativa al collocamento in strutture residenziali con la possibilità per l’anziano di continuare a vivere nel proprio domicilio;

➢ Prevede una cura non solo materiale dell’anziano ma anche del suo sistema affettivo- relazionale.

Dall’altro è una modalità che favorisce il coinvolgimento attivo dell’anziano e riduce i costi sociosanitari, dal momento che un affido di supporto o in convivenza costa meno della retta di una casa di risposo.

I benefici potenziali sono quindi:

➢ Anziani più felici perché meno soli e supportati potendo restare a casa propria; ➢ Scambi intergenerazionali favoriti ➢ Creazione di reti di monitoraggio e controllo ➢ Creazione di partenariati tra enti pubblici e terzo settore ➢ Risparmio rispetto al pagamento della retta per una casa di riposo ➢ Occasione per i giovani e le famiglie.

Iniziative di questo tipo, se diffuse gestite con competenza e professionalità possono riuscire ad incidere profondamente nelle dinamiche sociali. Fondamentale è in ogni caso assicurare controlli sull’andamento del servizio.

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

1. Donati, P., 2007, Famiglie e bisogni sociali: la frontiera delle buone prassi, FrancoAngeli.

2. Ordine Assistenti Sociali del Veneto, Anziani soli nelle citta’ del veneto: dati e buone prassi per rispondere all’emergenza, comunicato stampa

3. Auser, 2018, Sempre più a rischio l’assistenza per gli anziani di domani, http://www1.auser.it/primo-piano/sempre-piu-a-rischio-lassistenza-per-gli-anziani-di-domani/

4. Progetto dell’Associazione Anziani a casa propria: http://www.anzianiacasapropria.it/1/conosci_l_associazione_1665221.html#pr_4909291

5. Anziani in affido: al via la sperimentazione in Veneto: 6. https://www.difesapopolo.it/Archivio/Sociale/Anziani-in-affido-al-via-la-

sperimentazione-in-Veneto 7. Affido: Regione Veneto sperimenta servizio innovativo per anziani, Comunicato stampa

n° 1276 del 22/09/2017, (avn) Venezia, 22 settembre 2017: http://www.regione.veneto.it/web/guest/comunicati-stampa/dettaglio-comunicati?_spp_detailId=3143997

8. Affido per gli anziani, l’esperienza dell’associazione “Anziani a casa propria”: https://www.uneba.org/rassegna-stampa/affido-per-gli-anziani-lesperienza-dellassociazione-anziani-a-casa-propria/

9. Affido anziani Comune di Genova: http://www.comune.genova.it/content/affido-anziani

10. Servizio affido Comune di Bari: https://www.comune.bari.it/web/egov/-/anziani-servizio-affido

11. Servizio affido Provincia di Bolzano: http://www.provincia.bz.it/famiglia-sociale-comunita/anziani/offerte-anziani/affidamento-familiare-persone-adulte.asp#accept-cookies

12. Servizio affido Comune di Milano: http://www.comune.milano.it/wps/portal/ist/it/servizi/sociale/servizi_interventi_sociali/anziani/servizi_anziani