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    Norme tecniche per le Costruzion i 2008

    CDM DOLMEN e omnia IS srl - Via Drovetti 9/F, 10138 Torino

    Tel. 011.4470755 - Fax 011.4348458 - www.cdmdolmen.it - [email protected]

    LE COSTRUZIONI INCEMENTO ARMATO SECONDO

    LE NORME TECNICHE 2008

    ATTI SEMINARIO TECNICO

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    Indice

    PRINICIPI GENERALI NTC 08 _____________________________________________ 3

    Verifiche agli stati limite [2.6.1] __________________________________________________ 3

    Combinazione delle azioni [2.5.3] ________________________________________________ 4 Vita Nominale, Classi duso e periodo di riferimento [2.4.1, 2.4.2, 2.4.3] __________________ 5

    Eccentricit accidentale [7.2.6] __________________________________________________ 7

    Tipi di analisi [7.3.2] __________________________________________________________ 8

    Combinazione delle componenti sismiche [7.3.5]____________________________________ 8

    Metodo delle tensioni ammissibili [2.7] ____________________________________________ 8

    Costruzioni in C.A.: diagrammi costitutivi [4.1.2.1.2]__________________________________ 8

    Costruzioni in C.A.: verifiche a taglio [4.1.2.1.3] _____________________________________ 9

    Costruzioni in C.A.: verifiche in esercizio [4.1.2.2.5]_________________________________ 11

    PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE__________________________________ 11

    Semplificazione per zona 4 [7] _________________________________________________ 11

    Azioni sismiche verticali [7.2.1]_________________________________________________ 11

    Comportamento dissipativo e non dissipativo [7.2.1] ________________________________ 12

    Costruzioni in C.A.: tipologie strutturali e fattori di struttura [7.4.3] ______________________ 13

    Costruzioni in C.A.: gerarchia delle resistenze _____________________________________ 14

    Elementi secondari [7.2.3] ____________________________________________________ 17

    Verifiche di spostamento [7.3.7.2]_______________________________________________ 17

    Costruzioni in C.A.: limitazioni geometriche [7.4.6.1] ________________________________ 18

    Costruzioni in C.A.: limitazioni darmatura [7.4.6.2] _________________________________ 19

    Calcolo dellazione sismica con O.P.C.M. 3431/2005 e N.T.C. 08 _________________ 20

    Calcolo secondo O.P.C.M. 3431/2005 ___________________________________________ 21

    Calcolo secondo N.T.C. 2008 __________________________________________________ 22

    Confronto tra D.M. 16.01.1996 e N.T.C. 2008 _________________________________ 25

    Confronto tra le forze sismiche _________________________________________________ 26

    D.M. 16.01.1996__________________________________________________________________ 26 N.T.C. 2008 _____________________________________________________________________ 26

    Gerarchia delle resistenze ________________________________________________ 28Travata T103 ____________________________________________________________________ 29 Travata T103 - Verifica a taglio_______________________________________________________ 29 Pilastro P9 ______________________________________________________________________ 32

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    PRINICIPI GENERALI NTC 08

    Dal 1 luglio 2009sono in vigore le Norme Tecniche per le Costruzioni: D.M. 14.01.2008.

    Tali Norme Tecniche per le costruzioni stabiliscono i principi per progettare, eseguire e collaudare le

    costruzioni in modo da garantire stabilit, resistenza meccanica e durabilit. Tutto ci va valutato in relazione

    agli stati limite che si possono verificare durante la vita nominale dellopera stessa, superati i quali loperanon pu pi adempiere alle esigenze per le quali stata progettata.

    Le tipologie strutturali devono essere sicure nei confronti degli gli stati limite ultimi (superati i quali si pu

    arrivare al collasso, condizione irreversibile), degli stati limite di esercizio (che possono avere carattere

    reversibile o irreversibile) ed affidabili nei confronti delle azioni eccezionali.

    Verif iche agli s tati limite [2.6.1]

    I principali Stati Limite Ultimi sono riportati di seguito:

    - perdita di equilibrio della struttura o di una sua parte;

    - spostamenti o deformazioni eccessive;

    - raggiungimento della massima capacit di resistenza di parti di strutture, collegamenti, fondazioni;

    - raggiungimento della massima capacit di resistenza della struttura nel suo insieme;

    - raggiungimento di meccanismi di collasso nei terreni;

    - rottura di membrature e collegamenti per fatica;

    - rottura di membrature e collegamenti per altri effetti dipendenti dal tempo;

    - instabilit di parti della struttura o del suo insieme.

    Vengono introdotti 3 diversi stati limite ultimi: equilibrio complessivo dellopera (EQU), resistenza della

    struttura (STR) e resistenza del terreno (GEO). Inoltre si pu operare con due approcci differenti: il primo

    prevede due combinazioni di carico per le verifiche di resistenza (STR) e geotecniche (GEO), il secondo

    ununica combinazione per tutte le verifiche.

    I principali Stati Limite di Esercizio sono riportati di seguito:

    - danneggiamenti locali che possono ridurre la durabilit della struttura, la sua efficienza o il suo

    aspetto;

    - spostamenti e deformazioni che possano limitare luso della costruzione, la sua efficienza e il suo

    aspetto;

    - spostamenti e deformazioni che possano compromettere lefficienza e laspetto di elementi non

    strutturali, impianti, macchinari;

    - vibrazioni che possano compromettere luso della costruzione;

    - danni per fatica che possano compromettere la durabilit;

    - corrosione e/o eccessivo degrado dei materiali in funzione dellambiente di esposizione.

    Le strutture devono essere verificate per gli stati limite ultimi che possono verificarsi e per gli stati limite di

    esercizio definiti in base alle prestazioni attese. Tali verifiche devono essere riportate nei documenti di

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    progetto in riferimento alle caratteristiche dei materiali utilizzati ed alle propriet dei terreni e devono essere

    svolte nelle varie fasi intermedie.

    La durabilit la propriet essenziale che riguarda il mantenimento dei livelli di sicurezza durante tutta la

    vita della struttura e ci garantito da unaccurata progettazione e scelta dei materiali, nonch da eventuali

    manutenzioni e dalla messa in opera di protezioni.

    I materiali ed i prodotti devono essere sottoposti a procedure e prove sperimentali di accettazione e la

    fornitura di questi deve essere accompagnata da un manuale di installazione e di manutenzione, da allegare

    alla documentazione dellopera.

    In particolare le opere e le varie tipologie strutturali devono possedere i seguenti requisiti:

    - sicurezza nei conf ronti di stati limi te ultimi (SLU): capacit di evitare crolli, perdite di equilibrio e dissesti

    gravi, totali o parziali;

    - sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE):capacit di garantire le prestazioni previste per

    le condizioni di esercizio;

    - robustezza nei confront i di azioni eccezionali:capacit di evitare danni sproporzionati rispetto allentit

    delle cause innescanti quali incendio, esplosioni, urti.

    Si applicano i criteri del metodo semiprobabilistico agli stati limite, il cosiddetto metodo dei coefficienti

    parziali in cui si effettua il confronto tra la resistenza e leffetto delle azioni:

    dd ER

    In cui Rd la resistenza di progetto e Ed il valore di progetto delleffetto delle azioni, ottenuti applicando

    coefficienti di sicurezza sui materiali e sulle azioni, in modo da tener conto di incertezze e variabilit.

    Combinazione delle azioni [2.5.3]

    Per le verifiche secondo gli stati limite vengono applicate le combinazioni riportate di seguito.

    Combinazione fondamentale, generalmente applicata per gli SLU:

    ...30332022112211 ++++++ KQKQKQPGG QQQPGG

    Combinazione caratteristica (rara), generalmente applicata per gli SLE irreversibili:

    ...303202121 ++++++ KKK QQQPGG

    Combinazione frequente, generalmente applicata per gli SLE reversibili:

    ...32322211121 ++++++ KKK QQQPGG

    Combinazione sismica, generalmente connessa allazione sismica E:

    ...22212121 ++++++ KK QQPGGE

    Combinazione eccezionale, generalmente connessa alle azioni di progetto Ad:

    ...22212121 ++++++ KKd QQAPGG

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    Tra le combinazioni di carico si nota come, per lo stato limite ultimo, si siano separati i carichi permanenti

    portati (G2) dai pesi propri strutturali (G1) in quanto presentano coefficienti di combinazione diversi.

    Vita Nominale, Classi duso e periodo di riferimento [2.4.1, 2.4.2, 2.4.3]

    Tutto il territorio nazionale ritenuto sismico: rispetto al passato

    cambia la filosofia a cui deve riferirsi il progettista.

    Uno degli aspetti fondamentali su cui si basano le nuove Norme

    Tecniche delle Costruzioni la ridefinizione del concetto di

    pericolosit sismica di riferimento, che viene reso libero dalle

    divisioni amministrative. A tal proposito sono state messe a

    disposizione dei progettisti le mappe di pericolosit sismica del

    territorio nazionale elaborate dall Istituto Nazionale di Geofisica

    e Vulcanologia (INGV). Inoltre, in perfetto accordo con la

    ridefinizione del concetto di pericolosit sismica, sono state di

    conseguenza ridefinite le azioni simiche di progetto-verifica.

    La pericolosit sismica stata calcolata in corrispondenza dei

    punti di una maglia quadrata disposta sul territorio nazionale

    (reticolo di riferimento) i cui nodi non distano pi di 10 km. Dato

    che la Sardegna non zona sismica il suo territorio non fa parte

    del reticolo di riferimento. Le mappe di pericolosit sismica sono

    scaricabili sotto forma di tabelle excel in cui i nodi sono individuati dalle coordinate latitudine e longitudine.

    Lazione sismica determinata puntualmente e non pi per comune. La zona sismica correlata al valore di

    accelerazione massima al suolo ag, con probabilit di superamento del 10% in 50 anni, ma stabilita dalle

    Regioni comune per comune.

    La zona 1 la pi gravosa in termini di accelerazione mentre la zona 4 presenta le azioni pi basse.

    Criterio zone secondo Ordinanza 3274 del 2003

    Uno dei primi concetti che introduce il D.M. 14 Gennaio 2008 quello della vita nominale di una struttura,

    cio il tempo per cui si ritiene debba essere funzionale. La vita nominale di una struttura infatti il numero di

    anni nel quale lopera, sottoposta a manutenzione ordinaria, pu essere utilizzata per lo scopo per cui

    stata costruita; tale valore deve essere specificato nei documenti di progetto.

    Dalla vita nominale, applicando il cosiddetto coefficiente duso, si ottiene, per le strutture in zona sismica, il

    periodo di riferimento da cui scaturisce a sua volta, per i vari stati limite, lintensit sismica.

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    In presenza di forza sismica si suddividono le opere strutturali in quattro classi:

    Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone.

    Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per lambiente e

    senza funzioni pubbliche e sociali essenziali.

    Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi.

    Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti.

    In base alla classe duso ed alla vita nominale si ricava lazione sismica su ciascuna costruzione.

    Nella classificazione a seconda delluso, gli edifici residenziali ricadono nella classe II. Come si vedr in

    seguito per le classi I e II, in zona sismica 4 e per i tipi di costruzione 1 e 2, ancora possibile utilizzare il

    metodo di calcolo alle tensioni ammissibili come descritto nel D.M. 14.02.1992 che, quindi, non viene

    abbandonato completamente.

    Il periodo di riferimento VR dato da:

    VR= V

    Nx C

    U

    In cui VN la vita nominale e C U il valore del coefficiente duso, che viene definito nella seguente tabella.

    Se VR < 35 anni si pone V R pari a 35 anni.

    Lazione sismica dipende fondamentalmente da:

    sito, da cui derivano, in relazione alla probabilit di superamento nel periodo di riferimento,laccelerazione di picco al suolo, il periodo oltre il quale inizia il tratto di spettro a velocit costante (T*c) e

    la massima amplificazione dello spettro (F0);

    categoria di sottosuolo, da cui derivano i coefficienti Ss e Cc che vanno a modificare rispettivamente il

    valore dellaccelerazione spettrale e il periodo Tc*;

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    condizioni topografiche, da cui deriva il coefficiente di amplificazione spettrale St.

    Eccentricit accidentale [7.2.6]

    Come per lO.P.C.M. 3431/2005, le norme

    tecniche 2008 chiedono che il centro delle

    masse attive sismicamente abbia una variabilit

    di posizionamento, pari in ognuna delle due

    direzioni principali al 5% della dimensione

    trasversale della struttura (solo per edifici).

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    Questo viene richiesto per tenere conto della variabilit spaziale del moto sismico, nonch di eventuali

    incertezze nella localizzazione delle masse. Detta eccentricit assunta costante, per entit e direzione, su

    tutti gli orizzontamenti.

    Tipi di analisi [7.3.2]Permangono rispetto allO.P.C.M. 3431 i quattro tipi di analisi: statica lineare, dinamica lineare, statica non

    lineare e dinamica non lineare. Per poter eseguire lanalisi statica lineare devono essere verificate le

    condizioni di regolarit in altezza.

    Combinazione delle component i sismiche [7.3.5]

    Se la risposta viene valutata mediante analisi statica o dinamica in campo lineare, ai fini delle verifiche, le

    componenti orizzontali ed eventualmente verticale del sisma vanno combinate sommando a ciascuna delletre il 30% delle altre due:

    1.00Ex + 0.30Ey + 0.30Ez

    con rotazione dei coefficienti moltiplicativi e conseguente individuazione degli effetti pi gravosi.

    Metodo delle tensioni ammissibili [2.7]Come gi enunciato in precedenza, il metodo delle tensioni ammissibili non viene completamente

    abbandonato ma risulta valido, ad esempio, per strutture di civile abitazione (di tipo 1 e 2, classe duso I e II)

    ricadenti in zona sismica 4.

    Per tali verifiche si deve fare riferimento alle norme tecniche:

    D.M. LL. PP. 14.02.1992 per le strutture in calcestruzzo ed in acciaio;

    D.M. LL. PP. 20.11.1987 per le strutture in muratura;

    D.M. LL. PP. 11.03.1988 per le opere e i sistemi geotecnici.

    Costruzioni in C.A.: diagrammi cost itut ivi [4.1.2.1.2]

    Per quanto riguarda il calcestruzzo, i diagrammi possibili sono quelli delle vecchie normative (parabola

    rettangolo, triangolo rettangolo e stress-block) con limite deformativo allo 0.35%.

    Per il diagramma tensione-deformazione del calcestruzzo possibile adottare opportuni modelli

    rappresentativi del reale comportamento del materiale, modelli definiti in base alla resistenza di calcolo fcded

    alla deformazione ultima cu.

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    Per sezioni o parti di sezioni soggette a distribuzioni di tensione di compressione approssimativamente

    uniformi, si assume per la deformazione ultima a rottura il valore c2anzich cu .

    Per il diagramma tensione-deformazione dellacciaio possibile adottare opportuni modelli rappresentatividel reale comportamento del materiale, modelli definiti in base al valore di calcolo della deformazione

    uniforme ultima, al valore di calcolo della tensione di snervamento ed al rapporto di sovraresistenza.

    Sono possibili due diagrammi: bilatera con incrudimento e limite deformativo massimo o lineare elastico

    perfettamente plastico senza limite deformativo.

    Costruzioni in C.A.: verifiche a taglio [4.1.2.1.3]

    La resistenza di elementi non armati a taglio si valuta con la seguente espressione:

    Come gi previsto nellEC2, le verifiche per taglio e torsione sono condotte con il metodo delle bielle di

    calcestruzzo ad inclinazione variabile: si pu cio scegliere linclinazione delle bielle in modo tale da sfruttare

    al meglio i singoli elementi del traliccio. Allaumentare dellangolo di inclinazione aumenta la resistenza delle

    bielle e si riduce quella della staffatura.

    Linclinazione dei puntoni di calcestruzzo rispetto allasse della trave deve rispettare i limiti seguenti:

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    1 ctg 2,5

    Con riferimento allarmatura trasversale, la resistenza di calcolo a taglio trazione si calcola con:

    Con riferimento al calcestruzzo danima, la resistenza di calcolo a taglio compressione si calcola con:

    La resistenza al taglio della trave la minore delle due sopra definite:

    VRd= min (V Rsd, VRcd)

    dove:

    Aswarea dellarmatura trasversale;

    sinterasse tra due armature trasversali consecutive;

    angolo di inclinazione dellarmatura trasversale rispetto allasse della trave;

    f 'cdresistenza a compressione ridotta del calcestruzzo danima ( f 'cd= 0,5 f cd);

    ccoefficiente maggiorativo pari a:

    1 per membrature non compresse

    1 + cp/fcdper 0 cp

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    Costruzioni in C.A.: verifiche in esercizio [4.1.2.2.5]

    Valutate le azioni interne nelle varie parti della struttura, dovute alle combinazioni caratteristica e quasi

    permanente delle azioni, si calcolano le massime tensioni sia nel calcestruzzo sia nelle armature in regime

    lineare elastico.

    Sono richieste le verifiche tensionali

    come nella vecchia normativa:

    i limiti di resistenza per il calcestruzzo

    sono rimasti invariati a 0.6fck, in

    combinazione rara, ed a 0.45fck in

    combinazione quasi permanente, mentre

    lacciaio presenta una tensione limite di

    0.8fyk contro lo 0.7f yk della normativa

    precedente.

    PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE

    Sempli ficazione per zona 4 [7]

    Anche nelle nuove norme tecniche rimasta una trattazione a parte per le strutture da edificare in zona 4.

    Le costruzioni da edificarsi in siti ricadenti in zona 4 possono essere progettate applicando le regole valide

    per le strutture non soggette allazione sismica, a condizione che:

    i diaframmi orizzontali possano essere considerati rigidi;

    gli elementi strutturali rispettino le limitazioni geometriche e darmatura relative alla classe di duttilit

    bassa CDB;

    le sollecitazioni siano calcolate con un sistema di forze orizzontali definito da unanalisi statica

    lineare in cui si assume Sd(T1) = 0.07g.

    Le relative verifiche di sicurezza debbono essere effettuate, in modo indipendente nelle due direzioni, allo

    stato limite ultimo. Non richiesta la verifica agli stati limite di esercizio.

    Azioni sismiche verticali [7.2.1]

    Le costruzioni devono essere dotate di sistemi strutturali che garantiscano rigidezza e resistenza nei

    confronti delle due componenti ortogonali orizzontali delle azioni sismiche.

    Le azioni sismiche verticali sono determinate attraverso un apposito spettro di accelerazioni e vanno prese in

    conto per costruzioni ricadenti in zona 1 e 2 in presenza di travi con luce superiore a 20 m, elementi

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    precompressi (esclusi i solai con luce inferiore a 8 m), pilastri in falso, mensole con pi di 4 m di luce,

    strutture di tipo spingente.

    Il sistema di fondazione deve essere dotato di elevata rigidezza estensionale nel piano orizzontale e di

    adeguata rigidezza flessionale. Deve essere adottata ununica tipologia di fondazione per una data struttura

    in elevazione, a meno che questa non consista di unit indipendenti. In particolare, nella stessa struttura

    deve essere evitato luso contestuale di fondazioni su pali o miste con fondazioni superficiali, a meno che

    uno studio specifico non ne dimostri laccettabilit o che si tratti di un ponte.

    Comportamento dissipativo e non dissipativo [7.2.1]

    Considerare il comportamento dissipativo vuol dire ammettere che in determinate zone, dette zone

    dissipative o critiche, si possano concentrare deformazioni plastiche che, per la propriet di essere cicliche

    ed isteretiche, consumano parte dellenergia trasmessa dal sisma.

    Perch possano nascere tali zone necessario garantire grandi capacit di deformazione, cio grande

    duttilit.

    Per duttilit si intende la capacit di deformazione plastica, ovvero gli elementi strutturali devono poter

    superare la fase di comportamento elastico per entrare nel campo delle deformazioni plastiche: questo onde

    prevenire il collasso in caso di sisma di forte entit.

    Perch possano nascere le zone dissipative necessario garantire grandi capacit di deformazione, cio

    grande duttilit.

    Nel caso la struttura abbia comportamento strutturale dissipativo la norma prevede due livelli di duttilit, o

    Classi di Duttilit (CD), ai quali corrispondono diverse intensit sismiche e differenti disposizioni di armatura:

    - Classe di duttil it alta (CD A );

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    - Classe di duttili t bassa (CD B ).

    La differenza tra le due classi risiede nellentit delle plasticizzazioni cui ci si riconduce in fase di

    progettazione; per ambedue le classi, onde assicurare alla struttura un comportamento dissipativo e duttile

    evitando rotture fragili e la formazione di meccanismi instabili imprevisti, si fa ricorso ai procedimenti tipici

    della gerarchia delle resistenze.

    Costruzioni in C.A.: t ipologie strutturali e fattori di struttura [7.4.3]

    Le strutture sono classificate come:

    Strutture a telaio: nelle quali la resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali affidata

    principalmente a telai spaziali, aventi resistenza a taglio alla base 65% della resistenza a taglio totale.

    Strutture a pareti: nelle quali la resistenza alle azioni sia verticali che orizzontali affidata

    principalmente a pareti, singole o accoppiate, aventi resistenza a taglio alla base 65% della resistenza

    a taglio totale.

    Strutture miste telaio-pareti: nelle quali la resistenza alle azioni verticali affidata prevalentemente ai

    telai, la resistenza alle azioni orizzontali affidata in parte ai telai ed in parte alle pareti, singole o

    accoppiate; se pi del 50% dellazione orizzontale assorbita dai telai si parla di strutture miste

    equivalenti a telai, altrimenti si parla di strutture miste equivalenti a pareti

    Strutture deformabili torsionalmente: composte da telai e/o pareti, la cui rigidezza torsionale non

    soddisfa ad ogni piano la condizione r/ls > 0,8, nella quale:

    r2= rapporto tra rigidezza torsionale e flessionale di piano

    ls2= (L

    2+ B

    2)/12 (L e B dimensioni in pianta del piano)

    Strutture a pendolo inverso: nelle quali almeno il 50% della massa nel terzo superiore dellaltezza

    della costruzione o nelle quali la dissipazione denergia avviene alla base di un singolo elemento

    strutturale

    Strutture

    a telaio

    Strutture

    a pareti

    Strutture

    miste

    telaio-pareti

    Strutture

    deformabili

    torsionalmente

    Strutture

    a pendolo

    inverso

    Il valore del fattore di struttura pu essere calcolato con la seguente espressione:

    q = q0 K R

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    Ciascuna categoria ha un diverso valore di partenza del fattore di struttura. In generale hanno un q pi alto

    le strutture costituite da telai in quanto maggiormente duttili; le strutture a pareti o miste telaio-pareti

    rispondono alle azioni orizzontali tramite funzionamento a taglio, pi fragile del comportamento flessionale

    di travi e pilastri.

    La presenza nei telai sismo resistenti di travi in spessore limita lanalisi alla bassa duttilit.

    Per strutture regolari in pianta, possono essere adottati i seguenti valori di u/1:

    a) Strutture a telaio o miste equivalenti a telai

    - strutture a telaio di un piano u/1= 1,1

    - strutture a telaio con pi piani ed una sola campata u/1 = 1,2

    - strutture a telaio con pi piani e pi campate u/1= 1,3

    b) Strutture a pareti o miste equivalenti a pareti

    - strutture con solo due pareti non accoppiate per direzione orizzontale u/1 = 1,0

    - altre strutture a pareti non accoppiate u/1= 1,1

    - strutture a pareti accoppiate o miste equivalenti a pareti u/1= 1,2

    Costruzioni in C.A.: gerarchia delle resistenze

    Bisogna garantire che le cerniere plastiche si formino prima nelle travi e dopo nei pilastri.

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    Le travi devono garantire la formazione delle cerniere plastiche nelle sezioni critiche. A tal fine si devono

    escludere rotture fragili per taglio adottando per la verifica le sollecitazioni taglianti derivate dai carichi statici

    a cui si sommano quelle risultanti dallapplicazione dei momenti resistenti nelle sezioni critiche incrementate

    del fattore di sovraresistenza.

    Tale fattore Rd pari a:

    1,20 per strutture in CDA

    1,00 per strutture in CDB

    Si devono proteggere i pilastri dalla plasticizzazione anticipata dimensionandoli in modo che la loro

    resistenza sia superiore alla resistenza delle travi opportunamente maggiorata dal fattore di sovra

    resistenza. Inoltre per escludere la formazione di meccanismi fragili di taglio, il dimensionamento delle

    armature di taglio va fatto determinando il taglio corrispondente alla condizione in cui si pongono alle due

    estremit del pilastro i momenti resistenti incrementati del fattore Rd.

    Rd= 1,30 per strutture in CDA

    Rd= 1,10 per strutture in CDB

    Le fondazioni superficiali devono essere progettate per rimanere in campo elastico e per questo non

    necessitano delle armature specifiche per ottenere un comportamento duttile.

    Le azioni trasmesse in fondazione derivano dallanalisi del comportamento dellintera opera, in genere

    condotta esaminando la sola struttura in elevazione alla quale sono applicate le azioni statiche e sismiche.

    Per le strutture progettate sia per CD Asia per CD B il dimensionamento delle strutture di fondazione e la

    verifica di sicurezza del complesso fondazione-terreno devono essere eseguiti assumendo come azioni in

    fondazione le resistenze degli elementi strutturali soprastanti.

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    Pi precisamente, la forza assiale negli elementi strutturali verticali derivante dalla combinazione delle azioni

    deve essere associata al concomitante valore resistente del momento flettente e del taglio; si richiede

    tuttavia che tali azioni risultino non maggiori di quelle trasferite dagli elementi soprastanti, amplificate con un

    Rdpari a 1,1 in CD B e 1,3 in CD A, e comunque non maggiori di quelle derivanti da una analisi elastica

    della struttura in elevazione eseguita con un fattore di struttura q pari a 1.

    Rd= 1,30 per strutture in CDA

    Rd= 1,10 per strutture in CDB

    Il dimensionamento va eseguito con la minore tra (1) - (2) - (3).

    1 - Travi

    3 - Nodo Trave/pilastro

    2 - Pilastro

    4 - Fondazioni

    1 2 3

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    Elementi secondari [7.2.3]

    La Norma prevede che alcuni elementi possano essere considerati non reagenti

    dal punto di vista sismico. Tali elementi devono poter sopportare i carichi verticali

    e deformarsi sotto lazione sismica senza rompersi. La rigidezza complessiva di

    tali elementi non pu essere maggiore del 15% dellanaloga rigidezza degli

    elementi strutturali principali.

    Bisogna tenere in conto uneventuale distribuzione irregolare in pianta ed in

    altezza delle tamponature.

    Qualora la distribuzione di tali elementi sia fortemente irregolare in pianta, gli

    effetti di tale irregolarit debbono essere valutati e tenuti in conto. Questo

    requisito si intende soddisfatto qualora si incrementi di un fattore 2 leccentricit

    accidentale.

    Qualora la distribuzione di tali elementi sia fortemente irregolare in altezza deve

    essere considerata la possibilit di forti concentrazioni di danno ai livelli caratterizzati da significativa

    riduzione del numero di tali elementi rispetto ai livelli adiacenti. Questo requisito si intende soddisfatto

    incrementando di un fattore 1,4 le azioni di calcolo per gli elementi verticali (pilastri e pareti) dei livelli con

    riduzione dei tamponamenti.

    Verif iche di spostamento [7.3.7.2]

    Per gli edifici di classe I e II bisogna evitare temporanee inagibilit dovute al

    danneggiamento di elementi non strutturali. Il controllo si fa di solito sugli

    spostamenti relativi di un piano rispetto al precedente.

    Ad esempio per una struttura con tamponamenti collegati rigidamente alla

    stessa, che interferiscono con la sua deformabilit, la relazione da verificare

    :

    dr < 0.005h

    Per i tamponamenti progettati in modo da non subire danni a seguito di

    spostamenti di interpiano drp , per effetto della loro deformabilit intrinseca

    ovvero dei collegamenti alla struttura:

    dr d rp 0,01 h

    Per le costruzioni, invece, con struttura portante in muratura ordinaria:

    dr < 0,003 h

    Per le costruzioni con struttura portante in muratura armata:

    dr < 0,004 h

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    dove:

    dr lo spostamento interpiano, ovvero la differenza tra gli spostamenti al solaio superiore ed inferiore;

    h laltezza del piano.

    Costruzioni in C.A.: limitazioni geometriche [7.4.6.1]La larghezza b della trave deve essere 20 cm e, se in

    spessore, deve essere non maggiore della larghezza del

    pilastro aumentata di met dellaltezza della trave stessa da

    ogni lato e comunque inferiore a due volte la larghezza del

    pilastro.

    Il rapporto tra larghezza e altezza della trave deve essere:

    b/h 0,25.

    Non deve esserci eccentricit tra lasse delle travi che

    sostengono pilastri in falso e lasse dei pilastri che le sostengono. Le pareti non possono appoggiarsi in falso

    su travi o solette.

    Le zone critiche si estendono, per CDB e CDA, per una lunghezza pari rispettivamente a 1 e 1,5 volte

    laltezza della sezione della trave, misurata a partire dalla faccia del nodo trave-pilastro o da entrambi i lati a

    partire dalla sezione di prima plasticizzazione. Per travi che sostengono un pilastro in falso, si assume una

    lunghezza pari a 2 volte laltezza della sezione misurata da entrambe le facce del pilastro.

    La dimensione minima del lato di un pilastro 25 cm.

    Se (definito dal rapporto tra il prodotto del carico verticale totale della parte di

    struttura sovrastante lorizzontamento per lo spostamento medio dinterpiano ed il

    rapporto tra la forza orizzontale totale e la distanza tra lorizzontamento e quello

    sottostante) risulta inferiore a 0,1, laltezza della sezione non deve essere inferiore

    ad un decimo della maggiore tra le distanze tra il punto in cui si annulla il momento

    flettente e le estremit del pilastro.

    In assenza di analisi pi accurate si pu assumere che la lunghezza della zona critica sia la maggiore tra:

    laltezza della sezione

    1/6 dellaltezza libera del pilastro

    45 cm

    laltezza libera del pilastro se questa inferiore a 3 volte laltezza della sezione

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    Le pareti devono avere spessore di almeno di 15 cm, mentre deve essere di almeno 20 cm nel caso in cui

    nelle travi di collegamento siano da prevedersi armature inclinate, e 1/20 dellaltezza libera di interpiano.

    Possono derogare da tale limite, su motivata indicazione del progettista, le strutture a funzionamento

    scatolare ad un solo piano non destinate ad uso abitativo.

    In assenza di analisi pi accurate si pu assumere che laltezza delle zone critiche sia la maggiore tra: la

    larghezza della parete e 1/6 della sua altezza.

    Costruzioni in C.A.: limitazioni darmatura [7.4.6.2]

    Nelle travi, larmatura tesa deve essere almeno in quantit pari a 1.4/fykAc, cio circa lo 0.31% della sezione

    di calcestruzzo.

    Nelle zone critiche (zona in prossimit dellappoggio per una lunghezza pari a 1.5 volte laltezza della trave o

    1 volta la stessa altezza rispettivamente per CDA e per CDB) necessaria unarmatura di contenimento

    con passo limitato fondamentalmente dal valore massimo di dellaltezza utile.

    Almeno due barre di diametro non inferiore a 14 mm devono essere presenti superiormente e inferiormente

    per tutta la lunghezza della trave.

    Larmatura longitudinale nei pilastri deve essere almeno pari all1% dellarea di calcestruzzo con distanza

    massima tra le barre pari a 25 cm. Nelle zone critiche almeno una barra ogni due tra quelle che si trovano

    sui lati deve essere trattenuta da staffe o legature. Inoltre il passo delle staffe deve essere opportunamente

    ravvicinato.

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    Calcolo dellazione sismica con O.P.C.M. 3431/2005 e N.T.C. 08

    Modello di esempio Tridimensionale con ingombri solidi

    Modello di esempio Schema della pianta del piano tipo

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    Calcolo secondo O.P.C.M. 3431/2005

    DATI SISMICI

    Comune di appartenenza: GIAVENO (TO)

    Zona sismica: 2

    Accelerazione di picco al suolo (ag): 0.25g

    Categoria del sottosuolo: C

    (depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate)

    Fattore di struttura (q): 2.688

    (Edificio con struttura in C.A.

    Struttura mista telaio-pareti

    Edificio misto telaio-pareti

    Classe di duttilit B

    Edificio non regolare in altezza)

    Fattore di importanza (I): 1

    (Edificio ad uso abitativo)

    Masse sismiche per il piano primo:

    Condizione di carico Massa M [kg] 2 2M [kg]

    Pesi propri 42730 1.00 42730Permanenti 65640 1.00 65640Variabili abitazione 18350 0.15 2752Variabile copertura 0 0.20 0

    Totale 111122La struttura in oggetto sar analizzata con uno spettro che riporta come accelerazione massima tra Tbe T cil

    valore 0.291g.

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    Calcolando lazione sismica relativa al primo solaio si ottiene un valore di 28228 daN.

    Calcolo secondo N.T.C. 2008

    DATI SISMICI

    Comune di appartenenza: GIAVENO (TO)

    Zona sismica: 2

    Coordinate del sito: Lat. 45.0333

    Lon. 7.3500

    Vita nominale dellopera (VN): 50 anni

    Classe duso: II (edificio con normale affollamento)

    Coefficiente duso (CU): 1

    Periodo di riferimento (VR=CU*VN): 50 anni

    Probabilit di superamento nel periodo di riferimento (PVR):

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    10%

    (stato limite ultimo)

    Periodo di ritorno (TR=f(PVR, VR)): 475 anni

    Accelerazione di picco al suolo (ag): 0.1187g

    Categoria del sottosuolo: C

    (depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate)

    Fattore di struttura: 3.12

    (Edificio con struttura in C.A.

    Struttura mista telaio-pareti

    Classe di duttilit B

    Edificio misto equivalente a telaio

    Edificio non regolare in altezza)

    Condizione di carico Massa M [kg] 2 2M [kg]Pesi propri 42730 1.00 42730Permanenti 65640 1.00 65640Variabili abitazione 18350 0.30 5505Variabile copertura 0 0.00 0

    Totale 113875

    La differenza di massa tra i due calcoli risulta:

    113875-111122 = 2753 kg

    Pari al:

    2753/111122*100 = 2.5%

    La struttura in oggetto sar analizzata con uno spettro che riporta come accelerazione massima tra Tbe T cil

    valore 0.141g.

    La differenza di accelerazione di:(0.291-0.141)g = 0.15g

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    ovvero:

    0.15/0.291*100 = 51.5%

    in meno rispetto al valore dellOrdinanza.

    Lazione sismica relativa al primo solaio risulta di 14058 daN. La differenza percentuale risulta:

    (28228-14058)/28228*100 = 50.2%

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    Confronto tra D.M. 16.01.1996 e N.T.C. 2008

    Modello di esempio

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    Confronto tra le forze sismiche

    D.M. 16.01.1996

    Dati sismici:

    Zona sismica: II

    Grado sismico: 9

    Coefficiente di intensit sismica: 0.07

    Coefficiente di fondazione: 1.00

    Coefficiente di struttura: 1.00

    Masse sismiche al primo livello:

    Peso proprio: 57695 daN x 1.00

    Permanente: 58400 daN x 1.00Variabile abitazione: 23400 daN x 0.33

    Totale: 123817 daN

    Azione sismica al pr imo l ivello:

    Azione sismica lungo X e Y: 6881 daN (a S.L.U.: 6881x1.5 = 10321 daN)

    N.T.C. 2008

    Dati sismici:Comune di appartenenza: PINEROLO (TO)

    Zona sismica: 2

    Coordinate del sito: Lat. 44.8833

    Lon. 7.3500

    Vita nominale dellopera (VN): 50 anni

    Classe duso: II (edificio con normale affollamento)

    Coefficiente duso (CU): 1

    Periodo di riferimento (VR=CU*VN): 50 anni

    Probabilit di superamento nel periodo di riferimento (PVR):

    10%

    (stato limite ultimo)

    Periodo di ritorno (TR=f(PVR, VR)): 475 anni

    Categoria del sottosuolo: D

    (depositi di sabbie e ghiaie scarsamente

    addensate)

    Fattore di struttura: 4.68

    (Edificio con struttura in C.A.

    Struttura mista telaio-pareti

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    Classe di duttilit A

    Struttura a telaio con pi piani e pi campate

    -

    Edificio non regolare in altezza)

    Accelerazione spettrale tra TBe T C: 0.123g

    Masse sismiche al primo livello:

    Peso proprio: 57695 daN x 1.00

    Permanente: 58400 daN x 1.00

    Variabile abitazione: 23400 daN x 0.30

    Totale: 123115 daN

    Azione sismica al pr imo l ivello:

    Azione sismica lungo X e Y: 12094 daN (a S.L.U.)

    Differenza tra le due norme:

    (12094 10321) / 12094 = 0.15 = 15%

    (con il passaggio alle norme tecniche 2008 si ha il 15% di forza in pi rispetto al D.M. 1996)

    In CD B il valore dellazione sismica diventa 17974 daN cio il 43% in pi rispetto al DM96.

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    28

    Gerarchia delle resistenze

    Le verifiche sono condotte in classe di duttilit alta (CDA).

    Identificazione travi in progetto (Piano I)

    Identificazione pilastro in progetto

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    Travata T103Disposizione delle armature

    Travata T103 - Verifica a taglioTaglio minimo e massimo per carichi verticali (permanenti e variabili)

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    30

    Momenti resistenti nelle sezioni c ritiche e relativi diagrammi di taglio

    Tagli totali minimi e massimi

    770

    10056

    897

    11023

    2035

    9737

    11399

    573

    11023

    897

    8394

    692

    5073 8154

    9631 8154

    9631 8075

    8075 9631

    8154 9631

    8154 5073

    330

    444442-

    330

    444442

    +

    4738

    4738

    4438

    4438

    3276

    3276

    1350

    1350

    1250

    1250

    1150

    1150

    PERM.

    VAR.

  • 7/25/2019 Atti Cemento Armato

    32/35

    Norme tecniche per le Costruzion i 2008

    CDM DOLMEN e omnia IS srl - Via Drovetti 9/F, 10138 Torino

    Tel. 011.4470755 - Fax 011.4348458 - www.cdmdolmen.it - [email protected]

    31

    Inviluppo dei tagli

    Tagli resistenti

    VRsd= 0.9 d Asw/s fyd(cotg+ cotg) sin

    VRcd= 0.9 d bw c fcd(cotg+ cotg)/(1 + cotg2)

    Nella Sezione A:

    VRsd= 0.9 x 22 x 1/5 x 3913 x (0 + 1) x 1 = 15496 daN

    VRcd= 0.9 x 22 x 55 x 1 x 0.5 x 141 x (0 + 1)/(1 + 1) = 38387 daN

    VSd= 11399 daN < VRsd< VRcd

    (verificato con larmatura secondo D.M. 16.01.1996, 18/5)

    Nella Sezione B:

    VRsd= 0.9 x 22 x 1/5 x 3913 x (0 + 1) x 1 = 15495 daN

    VRcd= 0.9 x 22 x 55 x 1 x 0.5 x 141 x (0 + 1)/(1 + 1) = 38387 daN

    VSd= 11023 daN < VRsd< VRcd

    (verificato con larmatura secondo D.M. 16.01.1996, 18/5)

    Per quanto riguarda la staffatura al di fuori delle zone critiche, mantenendo per questultime una lunghezza

    di 50 cm (2 altezze utili), il passo per la prima campata risulta:

    VSd= (11399-573) / 400 x 335 + 573 = 9640 daN

    s < 0.9 x 22 x 1 x 3913 / 9640 = 8 cmPer la campata centrale:

    VSd= (11023-897) / 400 x 340 + 897 = 9504 daNs < 0.9 x 22 x 1 x 3913 / 9504 = 8 cm

    10056

    897

    11023

    2035

    9737

    573897

    8394

    692

    A

    B

    11399 11023

  • 7/25/2019 Atti Cemento Armato

    33/35

    Norme tecniche per le Costruzion i 2008

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    32

    Pilastro P9

    DIREZIONE X

    Momenti flettenti

    MCRd1/ (M CRd1+ M CRd2) = MSd1/ (M Sd1 + M Sd2)

    da cui:

    MCRd1= M Sd1 (M CRd1+ M CRd2) / (MSd1+ M Sd2)

    In numeri:

    MSd1 = -1096 daNm N Sd1 = -17848 daN

    MSd2 = 2414 daNm N Sd2 = -6274 daN

    MRd1= 9631 daNm

    MRd2= -8154 daNm

    MCRd1+ M CRd2 Rd(M Rd1+ M Rd2) = 1.3 x (9631 + 8154) = 23120 daNm (CDA)

    MCRd1 1096 x 23120 / (1096 + 2414) = 7219 daNm

    MCRd2 23120 - 7219 = 15901 daNm

    Armatura nel pilastro secondo D.M. 16.01.1996: 814

    MCRes1= 10800 x 0.7 = 7560 daNm > 7219 daNm

    MCRes2= 9100 x 0.7 = 6370 daNm < 15901 daNm

    (non verificato)

    Servono 1220

    MCRes2= 23492 x 0.7 = 16444 daNm > 15901 daNm

    MCRd1

    MRd1 MRd2

    MCRd2

  • 7/25/2019 Atti Cemento Armato

    34/35

    Norme tecniche per le Costruzion i 2008

    CDM DOLMEN e omnia IS srl - Via Drovetti 9/F, 10138 Torino

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    33

    Taglio

    VED= Rd(M CRdi+ M CRd

    s) / lp

    VED= 1.3 x 2 x 23492 / 3 = 20360 daN (CDA)

    VRsd= 0.9 x 37 x 1 / 15 x 3913 x 1 x 1 = 8687 daN < V ED

    (non verificato con larmatura secondo D.M. 16.01.1996, 18/15: serve 18/6)

    VRsd= 0.9 x 37 x 1 / 6 x 3913 x 1 x 1 = 21717 daN > V ED

    DIREZIONE Y

    Momenti flettenti

    MCRd1/ (M CRd1+ M CRd2) = MSd1/ (M Sd1 + M Sd2)

    da cui:

    MCRd1= M Sd1 (M CRd1+ M CRd2) / (MSd1+ M Sd2)

    In numeri:

    MSd1 = 1000 daNm N Sd1 = -19372 daN

    MSd2 = -1204 daNm N Sd2 = -8771 daN

    MRd1= 6378 daNm

    MRd2= -6378 daNm

    MCRd1+ M CRd2 1.3 x (6378+6378) = 16583 daNm (CDA)

    MCRd1 1000 x 16583 / (1000 + 1204) = 7524 daNm

    MCRd2 16583 - 7524 = 9059 daNm

    Armatura nel pilastro: 1220

    MCRd1

    MRd1 MRd2

    MCRd2

  • 7/25/2019 Atti Cemento Armato

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    Norme tecniche per le Costruzion i 2008

    MCRes1= 17546 x 0.7 = 12282 daNm > 7524 daNmMCRes2= 16991 x 0.7 = 11894 daNm > 9059 daNm

    (verificato)

    Taglio

    VED= Rd(MCRdi+ M CRd

    s) / lp

    VED= 1.3 x 2 x 16991 / 3 = 14725 daN (CDA)

    VRsd= 0.9 x 27 x 1 / 6 x 3913 x 1 x 1 = 15848 daN > V ED

    (verificato con 18/6)

    Armatura con D.M. 1996 Armatura con N.T.C. 2008

    In conclusione:

    Le armature longitudinali della trave risultano invariate tra i due progetti. Le armature trasversali aumentano

    fuori dalle zone critiche se si passa alle N.T. (il passo va da 14 cm a 8 cm per le campate esterne e per la

    campata centrale).

    La staffatura del pilastro superiore se calcolata con le norme tecniche (fuori dalle zone critiche passa da

    18/15 a 18/6), cos come larmatura longitudinale (passa da 814, 1.03% della sezione di calcestruzzo, a

    1220, pari a 3.14% di AC).

    814 1220