Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

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Yule 2004 Organo interno del “Circolo dei Trivi” Periodico di Wicca e Paganesimo A HAME Anno 3 n° 9

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Athame è la prima rivista italiana dedicata alla Wicca. Pubblicata dall'Associazione Circolo dei Trivi.

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Yule 2004

Organo interno del “Circolo dei Trivi”

Periodico di Wicca e Paganesimo A HAME

Anno 3 n° 9

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Editoriale di Cronos Yule si avvicina, anche quest’anno nel cuore della not-te celebreremo la rinascita del sole e la nostra rina-scita… vi auguro di ricevere i migliori regali che sono la saggezza e la gioia di vivere. Perché costruire una comunità pagana richiede molta saggezza, ma ancor più tantissima gioia e tantissima voglia di fare. Ci sia-mo appena lasciati alle spalle il III Convegno nazio-nale Wicca organizzato dai Trivi e dall’Antica Quer-cia che ha mostrato come già in Italia ci siano i germi per far crescere questa comunità, un evento che è sta-to un momento di incontro e di condivisione di espe-rienze, soprattutto di differenze. Perché la “varietà” vuole essere la caratteristica della comunità wiccan e pagana, una varietà che sfuggirà sempre alle rigide definizioni e soprattutto una libertà che non si lascerà mai egemonizzare da nessuno. Anche in Italia la Wicca assieme al resto del movi-mento pagano va crescendo sempre di più. Le iniziati-ve si moltiplicano e la partecipazione è sempre più “sentita” come abbiamo potuto vedere al Convegno. E’ naturale che più la Wicca cresce più cresce l’inte-resse dei media nei nostri confronti, interesse che spes-so va a braccetto con la ricerca di “sensazione”. Pos-siamo estendere questa curiosità dei mass-media a tutto il paganesimo, né è un esempio l’atroce articolo apparso sul Giornale di domenica 3 ottobre, in cui appare persino un fantomatico Papa dei pagani! Ovvia intenzione di questo e altri giornali di farci passare per un gruppo di fanatici e di estremisti, ed è assolutamente importante per tutti noi prendere le di-stanze come singoli da certe strumentalizzazioni. Come se non bastasse più la Wicca si sviluppa, più di-venta un piatto succulento e più si moltiplicano i tenta-tivi di egemonizzare questo piccolo, ma vivo universo. Ma la Wicca nasce libera e gli wiccan non sono un “popolo” che ha bisogno di pseudopontefici pseudo-pagani. La Wicca ha solo bisogno di persone autono-me che sappiano valutare e soprattutto criticare e che diffidino dei proclami. Che non si accontentino di un giornale (neppure di questo giornale!), che non si ac-contentino di quello che viene scritto qui o nelle tante mailing list wiccan e pagane, che non si accontentino di quello che viene fatto dalle associazioni (neppure da questa Associazione), ma che partecipino in prima

persona a questo sentire e si facciano protagonisti del confronto. Questo si teme di noi, il nostro spirito di li-bertà, la nostra avversione ai cartelli, e naturalmente la paura genera il rancore. Per questo arrivano gli attacchi, gli attacchi alla Wicca, gli attacchi ai nostri principi, gli attacchi alla nostra associazione, gli at-tacchi alle nostre mailing list, da questi “figuri” in cer-ca di seguaci e che speravano di aver trovato qualco-sa su cui mettere le mani. Ma questo deve essere chiaro, la Wicca non ha biso-gno di seguaci! Per questo, malgrado le attestazioni di stima che sono arrivate a me personalmente, a questa associazione, ai suoi soci e che continuano ad arrivare, l’ultima da AraNews la newsletter del Tempio di Ara a nome di P. Curott, ci sentiamo di dirvi: non ci seguite! Noi non vogliamo che seguiate quello che diciamo, non vogliamo che seguiate le nostre iniziative, non ab-biamo bisogno di spettatori! Abbiamo bisogno di “partecipanti” di persone che abbiano voglia di con-frontarsi e di mettersi in gioco, di questo abbiamo bi-sogno e il vostro “amore” lo abbiamo visto manife-starsi anche nelle vostre critiche e nei vostri consigli e nel “pensare diverso” a cui questo giornale cerca di dare voce. Abbiamo bisogno di dire che ognuna delle voci di Athame è una voce indipendente? No. Diverse opinioni per una comunità ricca di differenze e di voci che creano però una sinfonia. Per questo Athame non è uno spazio, è un coro di voci diverse, di voci diverse che partecipano e arricchiscono a modo loro il grande disegno della Wicca. Vi lascio con una citazione, non di un sacerdote paga-no, non di un wiccan, ma di una persona “libera”:

“La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero,

libertà è partecipazione.” da Libertà di G. Gaber

Buona (e critica lettura)

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ATHAMKAnno 111 - n° 9 XII/2004

Direttore responsabileDavide Marrè (Cronos)

Capo redattoreLuca Nogarotto (Laugha)

RedazioneGabrio Andena (Gabriel)Daniele Tronco (Elaphe)

Hanno collaboratoTristania - Upui - Valeria Di Pace

Quartilla - VandennastCircle of Sand

Disegno in copertina:Circle of Sand

Informazioni Tel:340 1282118e-mail: [email protected]

Stampato in propriopresso

"Circolo dei Trivi"Via Medaglie d'Oro 19

Casorate Sempione (VA)

Tutti i diritti di proprietà e il marchioAthame sono riservati a:

Associazione"Circolo dei Trivi"

C.F.97334480155Atto CostitutivoReg.10/12/2002N" 7198 serie 3

3° Ufficio Entrate Milano

Sede LegaleVia Oxilia 1320127 Milano

Tel3481282118

Athame è il bollettino ufficiale del Circo-lo dei Trivi

La riproduzione anche parziale degliarticoli è espressamente riservata salvodiverse indicazioni dell'autore. (legge 22

aprile 1941 n0633)

Rivista in attesa di registra-zione presso il Tribunale di

Busto Arsizio (VA)Da questo numero Athame, passa dabollettino interno non a scopo di lu-cro, la cui distribuzione era riservatarigorosamente ai soci e che non si oc-cupavanè di raccolta,nè di commento,nè dielaborazionecritica di notìzìeattuali, nè eracaratterizzato dalla tempestività di infonna-zione diretta a sollecitarei cittadini, nè avevaperiodicitàdefinita, nè era diretto al pubblico,ma a soci dell'Associazione,pertanto secon-do \'insegnamento costante della Corte diCassazionee ai sensi della leggesull'editoria47/1948 e seguenti, non poteva essere con-siderato testata soggetta a registrazione,adessere una rivista periodica ed unatestata a tutti gli effetti. Pertanto purseguendo la vecchia numerazionedel bollettino questo è da considerar-si dopo il nOOdi prova, il n01.

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Articoli :

Antiche Tradizioni e Caccia alle Streghenel Chiostro Alpino Pag 3 - 4

Un resoconto del convegno tenuto aTriora su Streghe e Cultura Popolare.

Leadership e Comunità NeopaganeUn riflessione su Potere, Comando e Rapportitra nuovi e vecchi movimenti Neopogani.

Pag 5 - 6

Fratellanza e Sorellanza NeopaganaMeditazione sulla Comunitàe sul Ritorno degli Dei

Pag 7 - 10

Memorie OrficheDue voci, domande e risposte sullaMemoria e sui Misteri Orfici

Pag 11 - 13

TI Pensiero della WiccaUn percorso per "tirare le somme"tra ragione, sentimentopseudo Scienza e pseudo Wicca.

Pag 14 - 18

In rotta verso l'Ancestrale:all' Origine della Strega?Riflessioni personali in merito alla propria Arte

Pag 22 - 25

111Convegno Nazionale WiccaEcco l'atteso racconto degli interventie delle emozioni per uno degli evenfi Paganiche ha caratterizzato l'anno 2004.

Pag 26 - 32

'"La Mia Dea ECATEDa un articolo di Grey Cat un'interessante spuntodi riflessione su cui certamente fermarsi.

Pag 33 - 34

Rubriche:La Biblioteca della Strega Pag 20 - 21Le Fate di Laura Rangnoni

Le tre bocche di Cerbero di Stefano Moriggi

Storia delle streghe e della stregoneria di P.G. Maxwell Stuart

N ella Grande Rete Pag 35 - 36.

Athame Informa:

10 Corso in Puglia dLWicca Pag 19

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di Valeria

Antiche Tradizioni e Caccia alle Streghe nel Chiostro Alpino Triora è divenuta famosa

come "paese delle streghe". Emittenti televisive e mass media nazionali ed internazionali, han-no definito questo stupendo bor-go medioevale un luogo strego-nesco. I processi di stregoneria a Trio-ra, scoperti tra le antiche carte dell'Archivio di Stato di Genova nel 1898, sono vicende che pos-sono dare adito a diverse inter-pretazioni ed essere sviscerate nei loro molteplici aspetti.

La storia, infatti, non è che un tessuto di luci e di ombre. E lo storico, così come non do-vrebbe trascurare le luci del quadro, altrettanto non dovreb-be dissimulare le ombre e le te-nebre, affinché il quadro possa apparire conforme alla realtà. Fra i periodi maggior-mente annebbiati dalle tenebre annovero sen-za dubbio quello della caccia alle streghe: fe-nomeno atroce ed ag-ghiacciante, periodo di grande paura, di paz-zia collettiva.

Ed ecco il motivo del Convegno naziona-le di studi storici-antropologici a Triora sul lungo periodo del-l'inquisizione, in Italia e

all'estero. Non inizierò a parlare né

di date né di nomi né di vicende personali dell'epoca perché, cre-detemi, tre giorni trascorsi ad ascoltare studiosi molto colti e preparati ma che hanno raccon-tato quei secoli bui e feroci in modo freddo, distaccato, senza un minimo di enfasi o passione, per nulla coinvolgenti, non è sta-to piacevole.

C'è stato comunque un in-tervento gradito e appassionato, quello di Laura Rangoni. Non ha parlato di fredde date o di nomi sconosciuti ai più, ma di antiqua religio: una religione nata prima del Cristianesimo. Le streghe erano adepte all'antiqua religio che ha oggi denominazioni di-verse, la più comune è WICCA!

Non mi soffermo sulle sue spie-gazioni sulla Wicca, per tutti voi che state leggendo è un argo-mento che ben conoscete. Mi fer-mo solo su un punto: è possibile oggi con computer, cellulari, ecc. recuperare una parte di antiqua religio? E' possibile oggi essere strega? Certo! Ed è quello che noi tutti penso stiamo facendo: recuperare un modus vivendi che non è stato mai sepolto né ince-nerito dalla storia! Laura sei sta-ta grande, grandissima!

Solo un piccolo appunto: perché hai inveito con tanta rab-bia contro gli americani che, a tuo parere, hanno voluto fare della Wicca un fenomeno di co-stume e che sono sbarcati in Ita-lia volendola fare da padroni? Non ti sembra che proprio gra-

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Triora

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zie a preziose fonti inglesi e americane che anche tante scrittrici italiane abbiano po-tuto diffondere con successo la Wicca tramite i loro libri?

Evito di scrivere il reso-conto di un rappresentante del Vaticano che ha tentato nettamente di ridimensionare il fenomeno delle torture e uc-cisioni alle streghe dicendo che la Chiesa ha colpe solo per qualche decina di donne morte e che ad un certo punto della storia era la giustizia laica l'unica responsabile del-le torture e uccisioni.

Sorge spontanea una do-manda: la Chiesa Cattolica con-dannava chi continuava a tortu-rare e uccidere le streghe? NO!!! Credo non sia il caso aggiungere ulteriori commenti. Non dimenti-chiamo che la grande caccia alle streghe attuata dal Rinascimento in poi, benché messa in atto dai nascenti Stati assoluti, fu resa possibile solo dopo che, per oltre 2 secoli, tutto l'apparato demo-nologico era stato preparato dalla Chiesa!

E poi fossero state qual-che decina o invece milioni (come in realtà è stato) le donne e uo-mini barbaramente uccisi per or-dine di Bolle Papali c'è così tanta differenza? E' davvero una que-stione di numeri di vite umane spezzate giudicare se il fenome-no era più o meno grave?

Solo ancora un opinione del rappresentante del Vatica-no : per avere la pace, bisogna ELIMINARE gli elementi che proi-biscono la pace. E' comprensibile, dunque, che in alcune circostanze si innescano periodi inquisitori.!!!!! Non trovate agghiacciante que-

sta frase? Ritornando solo un po' alla storia un intervento interessante è stato quello relativo al nesso car-nevale arcaico-stregoneria. La storia del carnevale arcaico è - come quello della stregoneria - una storia di divieti, di censure, condanne, scomuniche. E' la storia di una comune persecuzione. E' stato mostrato il nesso tra il Sab-ba e il carnevale : entrambi ceri-monie di un culto organizzato, connesso a una religione precri-stiana di fertilità, risalente alla preistoria e sopravvissuta in Euro-pa fino in età moderna. Si defini-sce il Sabba nel 1972 come "un mondo carnevalesco in cui si è mascherati o travestiti da anima-li, in cui si celebrano orge, in cui il diavolo spegne le candele a for-za di peti". Riso, maschera, cibi rituali, dimensione sessuale orgiastica appaiono tratti comuni sia al Sabba che al carnevale. E' chiaro dunque il motivo per cui in Liguria e in Piemonte la strega sia chia-mata "masca"!

Che cosa si colpisce e si condanna del Carnevale?

- dissolutezze ed ecces-si (alimentari e sessuali)

- assenza di tabù - rottura di gerarchie - momento di massima

libertà di espressione.

Tutti elementi che si pensava ca-ratterizzassero il Sabba strego-nesco o quello che è il suo stereo-tipo fissato proprio dagli uomini di Chiesa.

Carnevale dunque come cultura diabolica, inquietante e pericolosa emergenza di forme e di forze demoniache e stregone-sche: miglior riprova, per quei se-coli, non si poteva trovare del nesso che lega la masca-strega al carnevale.

L'appuntamento per il V Convegno a carattere internazio-nale è programmato tra 5 anni circa, anche se in questo arco di tempo non mancheranno mini con-vegni incentrati sempre sulla stre-goneria. La speranza di chi scrive è che almeno nel prossimo conve-gno le streghe - tutte, non solo quelle di Triora - possano avere finalmente giustizia, il rispetto e la credibilità che meritano!

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Supplizio della Strega

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R Nella storia delle religioni

e di altre costruzioni sociali è ben difficile ricordare leader che ab-biano combattuto perché ciascu-no/a potesse fare e pensare quel che meglio crede senza darne conto a nessuno/a; spesso invece si assiste al malcelato tentativo di indirizzare le coscienze su norme comportamentali eterodirette, meglio se profondamente intro-iettate, in modo da non richiede-re eccessivi sforzi repressivi dal-l'esterno: la punizione per l'ina-deguatezza al modello viene au-tosomministrata attraverso la ver-gogna o la colpa.

Alcune tradizioni sono di-chiaratamente e programmatica-mente normative, si pensi per esempio al Tradizionalismo roma-no; riporto di seguito affermazio-ni di un esponente di questo movi-mento su una ML pubblica: "... per tramite dello studio dei classici ho riscoperto l'importanza dell'ubbi-dienza, del rispetto delle gerar-chie, del rispetto alla parola da-ta, la ricerca dell'ordine in un mondo che sprofonda sempre più nel caos". "Non ritengo poi di en-trare in merito a quello che fanno gli inglesi, in quanto portatori di una (in)cultura irriducibilmente ne-mica ed opposta a quella greco-

r omana , c he e ra a n t i -democratica ed anti-egualitaria, aristocratica e gerarchica, e di fatto assai più vicina all'India ve-dica o al Giappone shintoista che non alle aberrazioni anglosasso-ni".

I valori maschilisti di que-ste persone si riconoscono dalla netta prevalenza di uomini nella composizione delle congreghe e da appelli a valori come la pa-tria, i profeti, la famiglia patriar-cale, ecc...

Da un punto di vista lingui-stico si noti come vengano accu-ratamente sorvolate la complessi-tà e la pluralità dei fenomeni in-vocati. Nel mondo romano non c'era una sola religione, bensì pantheon e pratiche cultuali di-stinti per classi sociali e ambiti culturali, esattamente come lo Shinto, che è distinguibile in impe-riale (quello a cui si richiamano implicitamente i tradizionalisti), jinja, quello dei sacerdoti prepo-sti alla cura dei grandi santuari, e popolare, quello praticato dal-le masse, festaiolo e baraccone (si pensi alle falloforie primaveri-li!), con forti connotazioni animisti-che e sciamaniche.

E' appena il caso di evi-denziare che io apprezzo il caos

disprezzato dai tradizionalisti: spalancato com'è, è un'apertura programmatica verso un possibile plurale, piuttosto che una stabilità apollinea data coercitivamente una volta per tutte.

I moderni esegeti della Tradizione Antica, come per esempio la redazione della rivi-sta Hera, si appellano alla verità unica con frasi tipo : "siccome il paganesimo c'è stato nel passato, basta andare a vedere la Storia. Se ci si conforma al filone tradi-zionale, allora si è nel giusto. Se ci si allontana troppo no".

Conformarsi, ecco: il con-formismo come valore.

Non in tutti i gruppi questo principio ordinatore è così sfac-ciatamente dichiarato. In altri casi la richiesta di conformarsi a un modello eterodiretto è formulata in modo più subdolo, attraverso la creazione di un tipo antropolo-gico. Questo si può formare sia in modo teorico, per esempio con Mailing List o altri strumenti me-diatici, finti gruppi di discussione, dove non si nota alcun segno di accoglienza dei nuovi arrivi, dove una o poche persone veicolano pensieri e prese di posizione pre-confezionate, sciorinano le loro ricette e dove si rimproverano

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Leadership e

Comunità Neopagane di Quartilla

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bruscamente anche timidi tentativi di dissenso.

Ancora più subdolo è quel modus operandi del quale non viene verbalizzata la teoria sot-tesa, che prevede che qualcuno/a fornisca agli/alle allievi/e mi-nute istruzioni operative, da ese-guire secondo una precisa se-quenza; e guai a sgarrare, vi at-tirereste le più ferme rimostranze del/della docente, magari ester-nate in modo politically correct, studiatamente per colpevolizzare eventuali reazioni di genuina ira da parte di chi le riceve.

E' infatti il caso di ricorda-re come praticamente ogni istitu-zione sociale repressiva (carcere, manicomio, ecc...) si basi appunto sulla somministrazione di minuzio-se istruzione operative.

La capacità a manipolare di queste persone è facilmente smascherabile ricorrendo ai me-todi psicologici di decodifica lin-guistica, ad esempio il principio di negazione; dunque quando vi verrà mossa una critica premet-tendo: "lo dico senza connotazioni valoriali", vuol dire che si stanno invece appunto attribuendo con-notazioni valoriali al discorso.

Ciascuna di queste moda-lità è uno stile di manipolazione del prossimo, di induzione al-

l'adozione di stili di comporta-mento, di obiettivi esistenziali e di orientamenti di pensiero caratte-rizzanti un tipo antropologico al quale si deve aderire se si vuol far parte di una comunità, rinun-ciando più o meno ampiamente all'autodeterminazione e alla so-vranità su di sé.

Evidentemente appartene-re a una comunità con le caratte-ristiche appena accennate è quanto di meno desiderabile pos-sa esserci, specialmente in questa Europa post-moderna, paradig-maticamente caratterizzata da un continuo transito identitario, dal posizionamento individuale, dal-l'apprendere un po' di tutto, ri-servandosi però l'eventuale op-zione di non riprodurre niente di quanto appreso e anzi di scarta-re come scorie tutto ciò che ci ne-ga come soggetti.

Altre genti, come molti/e nordamericani/e, sono più gre-garie e bisognose di senso d'ap-partenenza.

La campagna elettorale presidenziale ce ne dà ogni volta conferma; sono arrivati al punto di minacciare ostentatamente e in modo organizzato il rifiuto ses-suale di chi non si è recato a vo-tare!

Ma noi europei/e non

siamo così, non cerchiamo Mae-stri/e da prendere a modello, ma semplici maestri/e dai/dalle quali imparare qualche insegna-mento, magari da tradire alla prima occasione.

Allora più che una comu-nità, che richiede delle fedeltà che non siamo disposti/e a giura-re, sarebbe forse opportuno far proliferare le occasioni di conve-gno, dove ciascuno/a insegna e impara, porta la sua esperienza e la confronta con quella altrui. Se a qualcuno/a riconosciamo particolari competenze maturate con l'esperienza e lo studio, sta-remo ad ascoltarlo/a con parti-colare attenzione, ma senza prendere neppure questo per oro colato.

Una comunità temporanea di questo tipo, alla quale poter aderire se, quanto e "quando lo dirò io", per dirla alla maniera di un mago televisivo, è certamente meno impegnativa e meno inquie-tante. Un sottile intento manipola-torio può tuttavia nascondersi an-che dietro l'organizzazione di un convegno: la decisione su chi escludere, chi invitare e quanto spazio dare a ognuno/a può condizionare la comunicazione tra i diversi soggetti che condivi-dono interessi comuni.

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Un’analisi dello stato at-tuale della comunità neopagana in Italia, dovrebbe prendere l’avvio dalla cruda realtà dei fatti.

Siamo una ristrettissima minoranza religiosa, un movi-mento di persone variegate, ognuna gelosa della sua indi-pendenza e delle sue personalis-sime concezioni, veicolate da una sensibilità che, per l’uomo di strada, sfiora il patologico. Ve-neriamo divinità che furono con-siderate favole anche da alcuni fra i popoli che le crearono.

Rimestiamo in un solo cal-derone tradizioni diversissime che spesso non c’entrano proprio nulla una con l’altra, mischiando chakra, karma, divinità greche e romane, celti, rune, animali-guida e mondi sciamanici, alieni e, ovviamente, l’imminente era dell’acquario predetta anche dai Maya.

Insomma, all’occhio del-l’osservatore medio siamo un gruppo di spostati, composto

principalmente di ragazzine dark, casalinghe alla ricerca di forti emozioni e omosessuali che trovano nel lassismo morale del-la Wicca un luogo dove sentirsi accettati.

Ovvio, quando non siamo semplicemente equiparati a dei satanisti o a dei malati di mente.

Prima di scandalizzarvi, una precisazione.

Quella che ho descritto è l’immagine media che una qua-lunque persona di media cultura, media intelligenza e media con-dizione economica potrà farsi della comunità neopagana.

E, bisogna riconoscerlo, qua e là c’è del vero in questa descrizione non molto lusinghie-ra.

Essenzialmente l’elemento che ci fa difetto per essere una vera comunità e non un’accozza-glia di gente è l’unità: la Wicca, per come è vissuta ed esperita in questo momento in Italia, è trop-po vaga. Ho avuto occasione, fra internet, convegni, feste e

corsi di conoscere parecchi wic-can. Sapete quali sono gli unici elementi che posso dire di aver trovato in tutti?

Eccoli, si fa presto ad elencarli: un generico panteismo, il divino femminile, si traccia un cerchio ordinato secondo i quat-tro punti cardinali.

Fine. Non la magia, per-ché ricordo di aver avuto delle discussioni telematiche in cui di-versi partecipanti avevano af-fermato di interessarsi solo al-l’aspetto “religioso” e non a quello “magico” (qualcuno prima o poi spero mi spiegherà la dif-ferenza). Non il riferimento a qualche popolazione, perché an-che se i Celti vanno di gran lun-ga per la maggiore, non manca-no Indiani d’America, Greci, Germani e altri. E, cosa sconvol-gente, neppure il più piccolo ac-cordo sulle festività: perché c’è una buona fetta dell’utenza neo-pagana media che non solo non conosce il significato di Mabon o di Imbolc…ma neppure i loro

Fratellanza e Sorellanza

NEOPAGANA

Meditazione sulla Comunità

e sul Ritorno degli Dei

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di Gabrio

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tenere e cosa abbandonare al-l’oblio. Lo studio serve per tene-re viva la memoria, il legame col passato e fungere da nodo fra coloro che sono venuti prima di noi e quanti invece devono anco-ra giungere.

Sono stufo di leggere sempre le stesse frasi trite e ritri-te sul divino che è dentro di noi, sulla sacralità della natura e sul-la magia come energia cosmica.

E’ troppo poco, troppo angusto per me.

C’è così tanto da pensare nel paganesimo, in fatto di valo-ri ad esempio. L’etica della Wic-ca sembra che si fermi al divino che è ovunque e al Rede; perché invece non si parla di specifici valori, del coraggio, della bel-lezza, del gusto per le sfide, del significato del giuramento, del-l’ospitalità, di quale sia un giusto atteggiamento verso gli dei o gli antenati, del senso del destino. Avete idea di quanto c’è da pensare e da sperimentare in tutto ciò? Oppure gli dei: perché invece di mantenersi sul generico non andiamo più a fondo? Cer-chiamo di capire i rapporti fra le singole personalità divine, erano questi rapporti che costi-tuivano l’essenza del divino per gli antichi, unità del divino nella molteplicità di rapporti fra gli dei. Se il divino è ovunque, an-che in noi, e noi, come succede spesso ai mortali, siamo in con-flitto con noi stessi…allora il di-vino può essere in conflitto con se stesso? I trapassati possono di-ventare dei? Abbiamo i nostri eroi da venerare? Un dio può incarnarsi in una avatar?

Qualcuno potrebbe pen-sare: domande oziose, a molte non c’è risposta. Vero, verissimo. Solo due considerazioni di repli-ca però: primo, il pensiero è un domandare, non un rispondere, è un domandare che ci fa sempre camminare, spingendoci avanti, a scoprire nuove realtà e nuove vie su cui condurre la nostra esi-stenza. Secondo: a certe doman-de la risposta ci sarebbe…solo che serve una comunità.

E qui torniamo al tema di questo articolo. Questo lavoro di approfondimento e recupero della tradizione pagana non può essere svolto da singoli, ma da una comunità. Sia chiaro: non sto mica dicendo di redigere ca-techismi o dogmi! Me ne guardo bene, ci sono già abbastanza pontefici che circolano fra i pa-gani! Inoltre il paganesimo, se concepito in conformità al pen-siero antico, è intrinsecamente pluralista: ci saranno sempre molti modi diversi di essere pa-gani.

Ma ecco l’unità: siamo però tutti pagani. E questa no-stra unità può essere rinvenuta solo nella tradizione! Non solo riprendendo il passato ma an-che, e soprattutto, avviando una nostra tradizione.

La tradizione sorge nel momento in cui dal caos del sen-tire, che ha in sé sempre un ele-mento di confusione, nasce un principio di ordine. Il rischio co-stante è che l’ordine soffochi la creatività della matrice del senti-re e dell’intuizione, che il pensie-ro si solidifichi e perda la sua mobilità e fluidità, che il rito non

sia più simbolo, ma solo vuota forma esteriore.

Ma è un rischio che dob-biamo assumerci, perché restare privi di tradizione significa rima-nere nel caos, prima degli dei dunque, prima che qualunque cosa si generi. La tradizione de-ve definirsi e definire il singolo, è a questo che serve. Il singolo, in questo processo definitorio e limitativo, non perde affatto la sua libertà, bensì la guadagna: perché è sempre l’individuo che sceglie quale tradizione abbrac-ciare, che sceglie come definirsi e auto-limitarsi.

Ogni processo di crescita e maturazione è una auto-limitazione, in cui le parti mi-schiate assieme nell’indistinzione primordiale vengono differen-ziate, separate dalle altre per poi poter essere di nuovo poste in relazione reciproca…ma non più una relazione di fusione, bensì un rapporto armonioso, in cui si mantiene il paradosso fe-condo fra unità e molteplicità, paradosso su cui il paganesimo vive e prospera.

Avviare una tradizione, per noi neopagani, significa in realtà ravvivarne una che posse-diamo già: tutto il patrimonio della mitologia europea, le feste del fuoco celtiche, gli antichi siti, le ricette popolari, i presagi – dobbiamo tornare ad allacciare i fili con questa eredità.

Continuo a parlare di eredità perché la comunità si co-stituisce proprio in questo rap-porto fra passato e futuro – tra-dizione significa, etimologica-mente, qualcosa che viene pas-

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sul divino che è dentro di noi,

sulla sacralità della natura e sul-

la magia come energia cosmica.

E' troppo poco, troppo

angusto per me.

C'è così tanto da pensare

nel paganesimo, in fatto di valo-

ri ad esempio. L'etica della Wic-

ca sembra che si fermi al divino

che è ovunque e al Rede; perché

invece non si parla di specifici

valori, del coraggio, della bel-

lezza, del gusto per le sfide, del

significato del giuramento, del-

l'ospitalità, di quale sia un giusto

atteggiamento verso gli dei o gli

antenati, del senso del destino.

Avete idea di quanto c'è da

pensare e da sperimentare in

tutto ciò? Oppure gli dei: perché

invece di mantenersi sul generico

non andiamo più a fondo? Cer-

chiamo di capire i rapporti fra

le singole personalità divine,

erano questi rapporti che costi-

tuivano l'essenza del divino per

gli antichi, unità del divino nella

molteplicità di rapporti fra gli

dei. Se il divino è ovunque, an-

che in noi, e noi, come succede

spesso ai mortali, siamo in con-

flitto con noi stessi... allora il di-

vino può essere in conflitto con se

stesso? I trapassati possono di-

ventare dei? Abbiamo i nostri

eroi da venerare? Un dio può

incarnarsi in una avatar?

Qualcuno potrebbe pen-

sare: domande oziose, a molte

stenza. Secondo: a certe doman-

de lo risposta d sarebbe .••solo

che serve una comunità.

E qui torniamo al tema di

questo articolo. Questo lavoro di

approfondimento e recupero

della tradizione pagana non

può essere svolto da singoli, ma

da una comunità. Sia chiaro: non

sto mica dicendo di redigere cc-

techismi o dogmi! Me ne guardo

bene, ci sono già abbastanza

pontefici che circolano fra i pa-

gani! Inoltre il paganesimo, se

concepito in conformità al pen-

siero antico, è intrinsecamente

pluralista: ci saranno sempre

molti modi diversi di essere pa-gani.

Ma ecco l'unità: siamo

però tutti pagani. E questa no-

stra unità può essere rinvenuta

solo nella tradizione! Non solo

riprendendo il passato ma an-

che, e soprattutto, avviando una

nostra tradizione.

La tradizione sorge nel

momento in cui dal caos del sen-

tire, che ha in sé. sempre un ele-

mento di confusione, nasce un

principio di ordine. Il rischio co-

stante è che l'ordine soffochi lo

creatività della matrice del senti-

re e dell'intuizione, che il pensie-

ro si solidifichi e perda lo sua

mobilità e fluidità, che il rito non

sia più simbolo, ma solo vuota

forma esteriore.

in questo proce

limitativo, non perde

sua libertà, bensì lo gua

perché è sempre l'individ

sceglie quale tradizione a

dare, che sceglie come

e auto-limitarsi.

Ogni processo di crescita

e maturazione è una auto-

limitazione, in cui le parti mi-

schiate assieme nell'indistinzione

primordiale vengono differen-

ziate, separate dalle altre per

poi poter essere di nuovo poste

in relazione reciproca ... ma non

più una relazione di fusione,

bensì un rapporto armonioso, in

cui si mantiene il paradosso fe-

condo fra unità e molteplicità,

paradosso su cui il paganesimo

vive e prospera.

Avviare una tradizione,

per noi neopagani, significa in

realtà ravviva me una che posse-

diamo già: tutto il patrimonio

della mitologia europea, le feste

del fuoco celtiche, gli antichi siti,

le ricette popolari, i presagi -

dobbiamo tornare ad allacciare

i fili con questa eredità.

Continuo a parlare di

eredità perché lo comunità si co-

stituisce proprio in questo rap-

porto fra passato e futuro - tra-

dizione significa, etimologica-

mente, qualcosa che viene pas-

sato.

',.

Noi prendiamo quel che

Page 12: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

10

ci passa l'antichità, lo viviamo a

modo nostro, e lasciamo qualco-

sa ai posteri, ai pagani che ver-

ranno. In questo modo si formo

lo catena aurea di cui parlano i

testi alchemici, lo fratellanza e

lo sorellanza neopagana è que-

sto, un fare qualcosa, un continuo

rinnovare forme antiche e conse-

gnare questi simboli ai nostri di-

scendenti.

Qualcuno potrebbe tac-

ciare anche questo di utopia. Ma

commetterebbe l'errore di con-

fondere l'ideale con lo realtà -

si erra quando si confonde un

ideale con una realtà, e allora,

come suole dirsi, si è utopici. lo

non confondo l'ideale con lo

realtà: mi rendo conto che que-

sto far rivivere lo tradizione è

una battaglia disperata, me ne

rendo conto ogni volta che sento

dire che non c'è verità, ogni vol-

ta che sento parlare di angeli e

dell'esistenza di un principio del

male, ogni volta che incontro un

praticante solitario che vuole re-

stare solitario, senza aver mai

provato a formare un gruppo,

pur avendone avuto l'occasione.

Non possiamo continuare a com-

portarci come bambini e a pen-

sare solo a noi stessi. Bisogna

pensare ai compagni di strada -

questo è paganesimo: vivere lo

religione non da soli, ma in co-

munità.

Vi metto in guardia: c'è

gente che ci frego, ci sono delu-

sioni, litigi, incomprensioni, non ci

si accorda mai, i primi gruppi

che formerete si sfalderanno, lo

studio del paganesimo antico ri-

chiede tempo e pazienza, ci so-

no volte in cui ci si annoia e si

preferirebbe stare in discoteca

a ballare invece che infognarsi

ad un rituale sotto lo pioggia; ci

sono amici che diventano nemici,

e nemici che ripetono costante-

mente le loro stupidaggini, tro-

vando purtroppo dei seguaci; ci

sono persone che, dopo dieci ri-

tuali, chiederanno ancora se al-

l'est si deve invocare l'aria o il

fuoco; ci sono persone che non

vogliono pensare con lo loro te-

sta e che chiedono una rivelazio-

ne, ci sono accuse e calunnie.

pegnarvi, come facciamo noi con

lo nostra associazione.

Ognuno ha i suoi modi,

ma l'importante è metterci l'ani-

ma per donare qualcosa alla

nostra comunità, alla nostra fa-

miglia.

Vorrei ricordare solo un

piccolo episodio, su cui tornerò

nei prossimi anni, ogni volta che

mi sentirò abbattuto o sfiduciato

verso lo comunità neopagana.

Attorno a Samhain ero alla festa

celtica di Milano, vicino a Castel-

lo Sforzesco; ero lì per aiutare

Ossian dell'Antica Quercia al suo

chiacchierato a

boschi

bisogn

altrim

ene, adesso mi tolgo

sione.

un compenso: una

telligente rivolta dur

so, sapere che alcu

che abbiamo fatto

formano un cerchio,'",

controno ogni tanto, molto pi

raramente di quanto non si ere

da, degli individui sp

valgono tutta lo fat

Page 13: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

11

HIe:rnorie0riiche

"Da dove veniamo ?"

"Da Oriente e abitiamo ora lo

terra della sera, l'Occidente"

"Cosa vuoi dire ?"

"Che come il sole che si allon-

tana dalla sua alba e si dimentica

il suo orizzonte, noi dimentichiamo

il luogo da dove veniamo e lò do-

ve sono cresciute le nostre creden-

ze

"Ma noi le ricordiamo •.•alcune"

"Infatti, solo alcune ma senza

fedeltò ne lo memoria di chi le ha

formate"

"Ho giò sentito queste parole,

chi le ha dette ?"

"Un poeta, il poeta della Tra-

cia, Orfeo ..."

"Ah! me lo ricordo! Non era

colui che innamorato di una certa

Euridice si reca nell'Ade per ri-

prendersela ?"

"Si! proprio lui... ha lui sono

attribuiti gli Inni Orfici, le preghie-

re di un'anima che chiede agli an-

tichi dei del Cielo e degli Inferi di

poter accedere ad altre vite, fin-

chè il ciclo non si sarò concluso se-

condo il suo destino e secondo le

necessitò."

"Mamma mia che triste"

"Beh ! quel viaggio nell'Ade

non è che è andato a finire pro-

prio bene..."

"Me lo racconti?"

"Euridice viene morsa da un

serpente e muore. Orfeo allora

prende lo sua lira e decide di re-

carsi nell'Ade come tu prima hai

detto. Orfeo era sicuro che col

suo canto sarebbe riuscito a nel-

l'impresa di riprendersi Euridice. Il

suo canto era potente e sulla ter-

ra riusciva a far muovere alberi e

pietre nonché sapeva ammansire

gli animali selvatici. Giunge così

negli Inferi e riesce a persuadere

Cerbero, il cane con tre teste ed il

traghettatore Caronte a lasciarlo

proseguire, anche se vivo, nel

mondo dei morti. Raggiunge cosi

Persefone che commossa e spinta

a benevolenza consente ad Orfeo

di riportare Euridice sulla terra,

ma...

"•••ad una condizione, giusto?"

"Esatto! Orfeo non dovrò mai

girarsi durante il viaggio da un

regno all'altro per guardare lo

di Laugha

sua amata ..."

"...ma Orfeo si girò •..!"

"...ed Euridice spari !"

"Sai anche dove avvenne que-

ste fatto ?"

"A Levadia, credo, una cittadi-

na a circa cinquanta chilometri da

Delfi lì si svolgeva nell'antro di

Trofonio lo Discesa nell'Ade"

"Scusa Trofo che? "

"Trofonio che significa Colui

che Nutre, in questa grotta si mi-

mava, si recitava lo Discesa del-

l'Ade ovvero l'entrata nel Regno

dei Morti."

'""Era una recita tipo quelle del

teatro ?"

"No qualcosa di più Sacro e di

più importante"

" E... cosa succedeva ?"

"In questo rito sacro, un uomo

o una donna venivano condotti

prima di entrare nell'antro vicino

a due sorgenti. La prima era lo

sorgente dell'Oblio, lo seconda

quella della Memoria. L'acqua

della prima faceva dimenticare

Page 14: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

tutta lo vita umana e ti rendeva

simile ad un morto ... quindi si veni-

va condotti nell'antro e quando se

. ne usciva ti veniva data l'acqua

della seconda sorgente. l'acqua

della Memoria al fine che si po-

tesse ricordare cosa si era visto o

udito nell'altro mondo"

"ahhh, ma e poi ?"

"Tutto quello che la persona

raccontava veniva trascritto e

conservato da dei Sacerdoti"

"Sacerdoti e perché ?"

"Perché questo faceva parte

di un culto, la religione dei Misteri

o religione orfica."

"Una religione e cosa diceva

questa religione ?"

"Cantava più che diceva, che

l'anima ed il corpo erano separati

e che mentre la prima era un

principio divino la seconda era

una specie di prigione che conte-

neva l'anima a causa di una

'colpa' ... l'anima era così destina-

ta a passare di corpo in corpo

finché tramite pratiche di purifica-

zione, il ciclo non si sarebbe inter-

rotto."

"Che poi era quello che dice-

vamo prima, giusto ?"

"Esatto"

"Ma scusa prima non c'era

Omero che cantava valori del

corpo ? qui sembra che il corpo

invece sia qui d'impiccio ?"

"Esatto anche questo, l'Orfismo

se mi permetti di chiamarlo così

canta contrariamente ad Omero

di un corpo dal quale bisogna li-

berarsi perché l'essenza dell'uomo

è in quel principio divino che rea-

lizza se stesso sono quando il cor-

po dorme o quando sta per mori-

re, ovvero quando i vicoli con

quest'ultimo si allentano ..•"

"Già sentito queste cose, ma

non ricordo dove ..."

"Platone. Nel Cretilo dice: Di-

fatti alcuni dicono che il corpo è

tomba dell'anima, quasi che essa

vi sia presentemente sepolta: e

poiché d'altro canto con esso l'ani-

ma segnala tutto ciò che esprime,

anche per questo è stato chiamato

'segno'. Tuttavia mi sembra mi

sembra che siano stati soprattutto

i seguaci di Orfeo ad aver stabi-

lito questo nome, quasi che l'ani-

ma espii le colpa che appunto de-

ve espiare, e abbia intorno a sé,

per essere custodita, questo recin-

to, sembianza di una prigione. Ta-

Ie carcere, dunque, come dice il

suo nome, è 'custodia' dell'anima,

finché essa non abbia finito di

pagare i suoi debiti, e non c'è nul-

la da cambiare, neppure una sola

lettera."

"Mamma mia, quindi anche

Platone la pensava alla stessa

maniera ?"

"Non lo so ma le premesse di

questa nuova religione erano de-

stinate a rivoluzionare l'antica

concezione della vita e della mor-

te."

"Quindi tutto il senso dell'Esi-

stenza ?!"

"Esattamente ..• con Omero non

esisteva né un castigo né un pre-

mio ma solo una 'fine' che solo la

memoria ... quella del poeta ... po-

teva evitare, perché nel racconto

la persona 'ri-viveva'. Mentre nel-

la religione Ortica dopo il corpo

c'è qualcosa perché la natura di-

vina dell'anima le permette di

continuare in altri corpi o oltre ..."

"Ma la memoria, era quindi

importante per i greci ... "

"Certo"

"E cosa ne pensava la religio-

ne Ortica della memoria ?"

"Oh la tenevano in altissima

considerazione. Non ti ricordi del-

le due acque di cui abbiamo par-

lato prima ? l'unica differenza

era il ruolo che le veniva attribui-

to."

"Ovvero?"

"loro credevano che l'anima

fosse tanto più viva quanto meno

smemorata."

"Non capisco"

"Fammi spiegare anche un'al-

tra cosa. Per la religione dei Mi-

steri gli Inferi non sono più l'Ade

ma la 'vita terrena'. la vita terre-

na è vista come un esilio dell' ani-

ma, un luogo in cui l'anima è mes-

sa alla prova ed in castigo. Sem-

pre Platone dice riprendendo Eu-

ripide: 'Chi può sapere se il vivere

non sia morire e il morire non sia

vivere ?' Poi aggiunge: Forse la

nostra vita è in realtà una morte.

Del resto ho già sentito dire, an-

che da uomini sapienti, che noi

ora siamo morti e che il corpo è

12

''f

Page 15: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

13per noi una tomba. Qui Platone

stava citando Gorgia, ma tornia-

mo al discorso di prima."

"Non ho capito .."

"Aspetta ... cos'è quindi lo mor-

te? Una liberazione ? Una con-

danna? Cosa ?"

"Non saprei ..."

"la morte è un passaggio at-

traverso il quale o l'anima purifi-

cata si riappropria del suo 'essere

divina' o continua nell'Oblio di

corpo in corpo il suo castigo e lo

sua morte finché non si ricorderà

più d'essere tale."

"Forse ho capito, se prendia-

mo ad esempio lo discesa nel-

l'Ade di cui parlavamo prima.

l'Acqua dell'Oblio è un acqua che

permette all'anima di 'liberarsi' e

di poter viaggiare con lo sua

parte divina, mentre l'Acqua della

Memoria è quella che permette a

questo passaggio di essere capito

o per meglio dire ricordato ?"

"Infatti, questo è un rito di

passaggio che permetteva a

quelle persone di essere conside-

rati degli Iniziati poiché nell'Ade,

che ti ricordo deriva da a-ides in-

visibile, essi vedevano quella che

era ritenuta lo 'vera' realtà, quel-

la dell'anima! Quella di un'anima

libera dal corpo e finalmente dal-

la colpa e dal castigo. l'Acqua

della Memoria permetteva simbo-

licamente a quegli iniziati di sve-

gliarsi, di ricordare, rimembrare

quello che erano: Anime e non so-

lo corpll"

"E quelli che non ricordava-

no ?"

"Per loro c'era solo l'Oblio

Eterno in vita che i miti greci han-

no raccontato in diversi modi ma

sempre con lo stesso significato.

Sisifo costretto a spingere senza

fine una pietra che ricade, Ocno

che intreccia una corda che un'asi-

no poi si mangia, le Tanaidi che

invano cercano di riempire una

giara bucata, ed è ancora Plato-

ne che identifica le anime di

quest' ultime con l'incapacità di

trattenere, 'per oblio', il contenu-

to... ovvero lo memoria."

"Ora è più chiaro ... almeno un

po'"

"Uno degli Inni Orfici dice: So-

no riarso di sete e muoio, ma da-

temi lo fredda acqua che sgorga

dalla palude della memoria ..."

"Cosi lo memoria disseta l'ani-

ma, riconsegnandola alla sua na-

tura divina che era tenuta sepa-

rata a causa del corpo"

"Esattamente proprio così l"

"E quindi?"

"E quindi cosa ?"

"Alla fine cosa ci rimane ?"

"la memoria, lo conoscenza

che ci viene coi -mltl tramandata ...

solo che ogni tanto ce ne dimenti-

chiamo come dell'orizzonte da cui

il sole sorge."

"Ma i miti a che servono ?"

"I miti non sono né leggenda

né favola ma depositari di memo-

ria, una memoria si antica ma non

diversa da quella di oggi. Se leg-

gessi gli Inni Orfici troveresti molti

di quelli che oggi la psicologia

chiamano 'affetti' dell'anima e che

servono a iIIuminarci intorno a

quello che passa dentro di noi"

"Vuoi dire che i miti hanno an-

ticipato lo psicologia ?"

"I miti parlano tramite immagi-

ni simboli allegorie e le nostre

orecchio non sono più capaci di

comprenderli subito, mentre lo

psicologia racconta in modo di-

staccato e asettico ciò che era

stato esposto già nella grandiosi-

tà degli antichi racconti. Cambia il

modo ed i tempi, ma alla fine su

molto si sono riconosciuti."

"Ed ora i miti... che fanno ?"

"Persistono nei nostri sogni, un

po' messi nell'angolo dalla ragio-

ne, ma resistono e quando uno è

solo con se stesso, ognuno deve

vedersela con essi, ma per fortu-

na lo razionalità gli ha relegati a

cattivi pensieri o insane passioni.

O no?"

"O no cosa?"

"O forse lo ragione non riesce

più a trattenerli ? questo intende-',.

"vo.

"Non so..."

"Capisco."

Testo da "Il gioco delle opi-

nioni" di U.Galimnberti.

Adattamento di laugha

Page 16: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

gionamento.

Il pensiero, cioè l'a

elaborazione dei concetti,

diamo questa definizione

modo più ampio possibile perché

avremo poi modo di definire che

cosa realmente intendiamo per

pensiero, è guardato con una sor-

ta di sospetto dai wiccan, soprat-

tutto perché viene considerato co-

me pensiero solo l'attività razio-

la scienza e il pensiero scientifico

sono figli.

Oggi qualunque disciplina

per avere una parvenza di validi-

tà deve essere scientifica, non si

Inoltrandoci verso le vette, o forse

i burroni, del pensiero scientifico

ci troviamo di fronte a discipline

come la PNl, la programmazione

neuro-linguistica, che prescindono

Page 17: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

rosi progeHi di ricerca

a tale riguardo, in tutto il

perce

(visive, uditive, sensitive)

stessi e negli altri.

prannaturale, dun

chiunque

gliorare uma-

na." (dal sito www.pnl.info )

magia ha

nulla di sopran-

naturale, ma semplicemente per-

ché noi abbiamo una definizione

di natura diversa da quella del-

la scienza, una visione panteisti-

ca ed "energetica", lo natura è

un Cosmo divino dove lo magia

è il navigare le maree dell'ener-

gia che colmano questo cosmo.

i mo-

di co-

ne per sviluppare mo-

e tecniche in grado di spie-

gare le strategie di eccellenza

della comunicazione umana.

l'origine della ricerca fu

l'interesse a capire come, attra-

verso i cambiamenti verbali e

non-verbali di comunicazione, si

producesse cambiamento nel

comportamento delle persone.

Oggetto della loro osser-

vazione furono terapisti estrema-

mente esperti ed efficaci quali

Virginia Satir terapeuta familia-

',.

La PNL risponde all'esi-

genza della scienza di modella-

re l'uomo cambiandone lo

"struttura", cioè il comportamen-

to, è in buona sostanza il com-

1: da http://www.freewebs.com/oro_streghe/2: da http://www.emconsulting.itj

Page 18: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

16

re, il padre della ipnosi clinica

moderna Milton Erickson ed il

creatore della Gestalt therapy

Fritz Perls, che riuscivano a pro-

durre cambiamento in modo sor-

prendente, nonostante partissero

da assunti teorici molto diversi e

per alcuni aspetti anche diver-

genti.

la ricerca fu commissio-

nata ed influenzata dall'innova-

tiva opera teorica di Gregory

Bateson.

Bondler e Grinder giunse-

ro 0110 conclusione che i compor-

tamenti delle persone

giungono l'eccellenza

è niente altro che un "pensiero No, non possiamo, altri-

del cuore" come per esempio lo menti..• arriva la PNl, il morbillo!

intende J. Hillmann. Pensiamo a un rituale, al-

Esiste un pensiero che in- l'effetto che può avere un rituale

fatti non è solo analitico, che non su di un essere umano, all'effetto

"seziona" (che sia una rana o un che può avere il connettersi con il

discorso ad essere sezionato non divino, all'esperienza a cui que-

cambia nulla), ma che guarda sto può portare.

alla parola e al linguaggio, non A livello collettivo se se-

solo come a un semplice istinto, guiamo lo teoria della PNl, non

specifico dell'uomo in questo ca- ha nessuna importanza se io ce-

so, ma come alla caratteristica lebro con delle persone che non

esistenziale dell'u~~o~m~0i;.1iP-•••••otJI!l~i'"'""~~ Wicco, in linea

teorico se questi rsone ogi-

/

Page 19: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

17

,

turata.

A che cosa ci serve il pen-

siero? Il pensiero in questo caso

accompagna il nostro sentire e il

nostro sentimento, potremmo dire

che spiana lo spazio e destruttu-

ra, è il pensiero a creare il silen-

zio e ad elaborarlo, a renderlo

carico di senso, e in questo con-

testo i sentimenti e le emozioni

assumono un significato e vengo-

no vissuti.

resta nel cielo del mondo come

una stella.

[...]Il coraggio del pensiero discen-

de dall'urgente desiderio del-

l'essere, è allora che fiorisce il

linguaggio del destino.

[...]Mai siamo noi a pervenire ai

pensieri, sono essi che ci raggiun-

gono. E' questa l'ora opportuna

al dialogo.

Non c'è dubbio che un ri- Ci predispone rasserenati al co-

tuale sia anche un__~1~_~;;~~~....~m:un:e:~meditareciò non pone intuttavia ciò r~

e

meno più vicino all'uomo di qua-

lunque ente, sia questo una roc-

cia, un animale, un'opera d'arte,

una macchina, un angelo o un

Dio. L'Essere è ciò che è più vici-

no. Eppure questa vicinanza re-

sta per l'uomo ciò che è più lon-

tano. [ •••] In questa vicinanza si

compie, se mai si compie, lo de-

cisione intorno e se e come Dio e

gli dèi si neghino e resti lo notte,

se e come il giorno del sacro al-

beggi, se e come nell'albeggia-

re del sacro possano cominciare

di nuovo ad apparire Dio e gli

sacro, che solo è lo

della divinità,

concede lo

Page 20: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

tura è per questo che in questo

contesto siamo noi a decidere se

e come il sacro albeggi per la-

sciare apparire di nuovo e final-

mente gli Dèi.

Pensare del resto è sem-

pre fissare un astro tra gli altri

nel cielo notturno che lascia ap-

punto accadere le stelle, ma un

pensiero è un attimo e tuttavia

certi pensieri come stelle polari

diventano nostre guide, questa

stella polare è il pensiero del!'

"essere" e sul sacro.

Ma questo pensiero non

può venire espresso nei termini

della logica o della tecnica, non

può piegarsi a modelli e a strut-

ture, né può essere mera comuni-

cazione, esso è innanzitutto nel

suo fondamento coraggio e desi-

derio che si realizza in un lin-

guaggio, che non è il linguaggio

della pubblicità, non è il linguag-

gio dei "programmatori", esso è

solamento linguaggio del destino

perché nasce destinalmente dal-

l'essere, è mogia, stupore, straor-

dinario.

Ed è per questo sono i

pensieri a raggiungerci, questa è

l'ispirazione e il pensiero è pen-

siero solamente quando è ispira-

to, in questo senso è sempre l'ispi-

razione a venire a noi e a con-

durci il pensiero e anche questo

non è niente altro che un ascolto

del silenzio che ci apre all'avven-

to di un linguaggio che comunica

l' "essere" nello sua vicinanza

piuttosto che nella sua lontanan-

za.

Quando giunge questo

momento siamo pronti al dialogo.

Ma per dialogo dobbiamo inten-

dere sempre qualcosa che avvie-

ne nel "dià" ciò "fra", questo

"fra", cioè discorso (Iogos) fra

persone, questa alternanza di di-

scorsi, non può che essere negata

dal desiderio di sopraffare l'al-

tro, cioè dal contrasto ambizioso

che elimina il "fra", così come il

"fra" non viene neppure posto

davanti ad un arrendevole con-

senso che cioè non si pone in

quella disposizione di ascolto che

lascia sempre aperto il

"domandare". Ora dall'esperien-

za del dialogo il pensiero si fa

attività comune e l'essere si avvi-

cina ancora di più, lasciando ora

in un tempo ora in un altro che

ciascuno dei dialoganti possa es-

sere un maestro.

Non ci sono infatti mai

maestri a priori, ma nella comune

esperienza spesso gli altri ci si ri-

velano come maestri perché pri-

ma di tutto si fanno nostri compa-

gni nel dialogare e in seguito nel

pensare, in questo viaggio mano

nella mano verso la verità.

Ecco questo è il pensare e

nella mia dimensione questo è il

solo possibile pensiero nell'ambi-

to della Wicca, un pensiero che si

libera e che vola e che si racco-

glie attorno alla domanda sull'es-

sere e sul sacro, trovando il suo

senso non nella risposta, ma pri-

ma ancora nello stesso domanda-

re, questo è anche il senso della

magia, è la magia ed è anche la

"cura", ma siamo troppo oltre

per aprire una parentesi sulla

magia in questo contesto, restia-

mo al domandare (e lo magia

nasce innanzitutto dalla doman-

da) che è anche un mettersi in

cammino sul sentiero:

"Sempre di nuovo il pen-

siero il sentiero di campagna se-

gue attraverso i campi. In questo

modo resta vicino al passo del

pensatore come a quello del con-

tadino, che, di primo mattino, si

avvia alla mietitura.

Sovente, col passare degli

anni, la quercia ci riporta inevita-

bilmente lungo il sentiero della

memoria al primo gioco e alle

prime scelte. [... ] La quercia stes-

sa diceva che, solo nel crescere,

viene fondato ciò che dura e da

frutti: che crescere significa: radi-

ci nell'oscurità della terrai che

tutto ciò che è solido fiorisce, solo

quando l'uomo è, fino in fondo,

l'uno e l'altra: predisposto a

quanto gli è richiesto dal cielo più

elevato e ben protetto nel rifugio

della terra che tutto sorregge"5

5: Martin Heidegger "Il sentiero di campagna" trad. C. Angelino, edizioni Il Melangolo

18

'"

Page 21: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

19

• Fuoco

• _Acqua

• Il simbolismo del cerchio

• Preparazione: purificazione con l'albero

della vita

• Preparazione dello spazio

• •VI

Organizzano il

1° CorsoTeorico-Pratico

per la Puglia:HLeVie della Wicca"

1O, 11 e 12 Febbraio 2005Capurso (BA)

-"--P~ro!.:lg~ra••.•m...........,m""a~d.."e,",-l-,-lO""J/,-"O"",2,,-,-IO~5,-- __ -,-,h 1 9:30

• le origini della Wicca

• Creazione e purificazione del cerchio

1.__ -------------- __

• la Wicca e le sue correnti

• la realtà magica, sentire il mondo magi-

co attorno a noi

• Concentrazione, meditazione, visualizza-

zione

• Grounding e centering

• Gestire le energie

• Accrescere l'energia: tecniche pratiche

• Gli strumenti rituali

• Consacrazione degli strumenti

-,-P~ro!.:lg.....,ra",-,m==m=a,-,d=e=I--"1-,-l-1-'IO=2,,..I=O=5 h 1 9:30

• Meditazione sugli elementi

• Magia degli elementi

• Terra

• Aria

• Invocazione degli elementi

• Pentagrammi di invocazione

• Pratica solitaria e pratica collettiva

-,--P=ro~gZ'-r=am=m=a"-""d=el=-1~2=<I,-,,,O=2'1--'IO=5,,--__ --,h 17:30

I parte

• lo spazio del Sacro

• l'invocazione del Dio e della Dea

• la libagione

• Il Grande Rito

• Esbath

• Rituali stagionali

• Inventare un rituale: elementi base

• Gli Dei nei rituali

• Operare magicamente

• Gli incantesimi

____________ h 22:30

Il parte

• Rituale collettivo con i partecipanti

Relatori:Cronos e Gabriel

Info: Mora-Miù 320/8190491Costi: 25 € a persona

N.B. gli orari possono subire variazioni

Organizzatrice

Mora-Miù, Studia lo Wicca da più diquattro anni. Opera sia come solitariasia in coven. È fondatrice del C.LR.

Page 22: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

niblioteca della

Eccoci al Quarto appuntamento con lo rubrica pe-

riodica di "recensioni" letterarie. Senza alcuna vel-

leità di critici, si tratta semplicemente della segna-

lazione di testi a nostro avviso particolarmente in-

teressanti e ... da tenere sott'occhio.

Non si tratterà sempre e solo di testi esclusivamen-

te wiccan. Questo perché, come abbiamo avuto

modo di sostenere in molteplici occasioni, vivere

wiccan significa estendere i propri confini ed ac-

quisire una consapevolezza, una cultura, una sensi-

bilità che vadano ben al di là di quanto ci viene

quotidianamente propinato dai mezzi di informa-

zione. Le buone letture possono essere un canale

per spazio re con l'animo e con l'intelletto, deciden-

do di trascorrere una piacevole serata in compa-

gnia di pensatori sensibili, anziché sobillati dal po-

vero (di spirito!) conduttore televisivo di turno.

In ogni caso si tratterà di recensioni brevi, che in-

tendono stimolare lo curiosità ed il desiderio di en-

trare in libreria per guardare il libro con i propriocchi.

Ricordiamo quindi che le recensioni non bastano

mai anzi molto spesso inducendo al riassunto indu-

cono anche alla sua chiusura. Noi non vogliamo

questo. I libri invece vanno aperti, sfogliati, nonché

non si dovrebbe mai domandare "cosa dice il li-

bro ?" ma " a che cosa fa pensare questo libro ?".

I libri non servono per sapere ma per pensare.

Un suggerimento amichevole, per incuriosire e sti-

molare, come sempre, la discussione e la libera

espressione del proprio giudizio.

Aggiungo che si tratta di testi scelti liberamente,

esclusivamente sulla base dei nostri gusti e sensibi-

lità personali. Non rispecchiano tendenze redazio-

nali né, tanto meno, provengono da segnalazioni

di case editrici.

Buona lettura!

Le Fatedi Cronos

E' un piccolo, nel formato, libro che tuttavia tocca tutti

gli argomenti correlati al tema delle fate. Uno degli

elementi più interessanti è il tentativo di tracciare la

storia e le origini di queste entità, per questo il libro si

distacca da altri scritti sull'argomento, ma che affronta-

no solamente l'elemento soprannaturale. Si parte da

"entità" mitologiche come le ondine, le silfidi, le ninfe e

le sirene per introdurci alle origini del tema delle fate.

Moltissimigli accenni al

folklore e alle leggende che arricchiscono questo testo

e immancabile la biografia d~lIe fate più note della

fiaba e della leggenda come Melusina, Morgana e

Turchina. Degno di nota infine il parallelo che si traccia

con un'altra figura a metà tra lo realtà e lo leggenda,

lo strega, rispetto agli elementi che la distinguono dal-

la fata e quelli che invece lo affiancano a questa figu-

ra.

Titolo: Le FateAutore: Laura RangoniEdizioni: XeniaCosto: € 6,50

Il Le Tre bocche di Cerberodi Laugha

Forse non tutti sanno che proprio da questo mitologico

animale posto alla guardia del!' Ade prende il nome

uno dei paesi più noti della provincia di Imperia, Trio-

ra.

Stefano Moriggi storico e filosofo della scienza presso

l'Università di Milano tra il moderno giornalista e il cu-

rioso detective ripercorre fin dalle origini la storia di

20

Page 23: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

21

questo borgo dell'alta Valle Argentina. neria, compreso "The Triumph of the Moon" di Ronald

Moriggi ricostruisce con semplicità ed acume la Hutton dedicato nello specifico alla storia della Wic-

storia di questa cittadina poco conosciuta ma storica- co e ancora inedito in Italia. Si parte dalle età più

mente tanto importante per l'itera zona da essere la antiche per arrivare ai tempi moderni, con uno

giusta premessa per uno degli eventi storici più sin- sguardo obiettivo e disincantato e soprattutto al di

golari ed interessanti: la misteriosa scomparsa delle là delle parti, non potevamo aspettarci di meno da

donne accusate di stregoneria. un professore incaricato di Storia all'università di St.

Di ognuna di loro l'autore, incrociando racconti e do- Andrews in Scozia. Le streghe ci vengono presentate

cumenti registrati, riuscirà a tracciarne un profilo dalla tradizione popolare ora come coloro che pro-

personale ed una descrizione dell'ambiente che l'ha ticano le loro nefaste magie oppure guariscono uo-

ospitata, così come per l'intera cittadina che nelle mini e animali grazie a particolari erbe curative e

pagine del libro riprende vita come se si stesse pos- incantesimi, neppure l'attività benefica pare tuttavia

\ seggiando nelle strade e nel tempo che fu di Triora. le salvasse dal finire sul rogo. Questo è appunto lo

Il caso Triora, non è solo un caso di Inquisizione ma stereotipo che però è in gran parte fuorviante. La

un vero e proprio scontro di potere tra prelati a ecc- stessa realtà dei processi non è un dipanarsi di conti-

cia di eresia, il potere politico interessato ad una nue condanne inappellabili, ma al di là dei noti ma-

delle zone più ricche e prosperose della Liguria e gli nuali degli inquisitori, ci viene mostrata la contraddi-

abitanti di un paesino all'apparenza così devoto, di zione profonda di un epoca tesa tra due modelli di

fatto però molto sensibile all'utilità del Male. giustizia e due modalità attraverso cui considerare

Molte domande rimangono senza risposta, ma il fa- l'arte magica. In realtà sappiamo che tra le streghe

scino e il mistero per ciò che è accaduto rimane in- alcune subirono un processo ma vennero assolte, e

contaminato. molti di coloro che compirono atti di stregoneria, fu-

L'autore riesce a proporre i fatti in una chiave sem- rono uomini. Un'analisi dettagliata, che ci mostra

plice ed accessibile, proponendo una realtà non con- sempre di più come la stregoneria non possa essere

dizionata da pregiudizi o storiografie discutibili. considerata come un "unicum", ma che ogni processo,

Un'attenta analisi, ricostruita in tutta la sua complessi- ogni caso di stregoneria, ogni strega, sono una storia

tà in modo piano ed immediato con una vena di sot- a se e vanno trattati come già aveva accennato Gin- .~tile partecipazione e di riflessioni per sui nostri giorni zuburg come "microstoria", ed infatti lo stesso autore

si sta cimentando in un libro sulla stregoneria scozze-

Titolo: Le tre bocche di CerberoAutore: Stefano MoriggiEdizioni: Tascabili BompianiCorsto: € 7,50

se. Un libro sicuramente da leggere. Unica nota do-

lente la storia della Wicca e del neopaganesimo è

abbastanza parziale, del resto anche per motivi di

brevità, e incompleta e risente di un'impostazione

Storia delle streghe edella stregoneria

questa volta eccessivamente "accademica", e in que-

sto senso "pregiudizi aie".

di Cronos Titolo: Storia delle streghe e della stregoneriaAutore: P.G. Maxwell StuartEdizioni: Newton & ComptonCorsto: € 7,90

Uno dei libri storici più aggiornati sull'argomento che

fa riferimento a tutte le ultime ricerche sulla strego-

Page 24: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

In rotta di Upui

"\7er~ol~lInce~trale:

alrerigine della ~trega ~R.iile~~ioni perssorralt in rnerttc alla propria lirfe

Introduzione:

Spesso quando si scrive, si

cerca anche di immaginare l'udi-

torio a cui le proprie parole sa-

ranno rivolte .

Ad ogni modo quale che

sia quel lettore, credo fermamen-

te che le cose debbano essere

vissute in prima persona e che

senza questo approccio persona-

le soggettivo, difficilmente si pos-

sa parlare di Stregoneria come

Religiosità veramente vissuta nel

proprio animo. Anzi, bisognereb-

be fare molta attenzione dal mio

punto di vista, a che ciò non pos-

sa accadere, altrimenti si ridur-

rebbe lo Stregoneria a qualcosa

di meccanico e di sterile.

La si ridurrebbe a una

moda del momento.

Ho avuto modo di matura-

re delle consapevolezze, e di in-

quadrare molte delle mie

"locuzioni" in un preciso contesto.

Non posso rinnegare le

mie "prese di coscienza" e del

resto non ho nessuna intenzione di

farlo.

Considero lo Stregoneria

come parte del mio sentire, e non

qualcosa che si può leggere in un

libro di storia delle inquisizioni e

quindi chluderlo in un qualsiasi

momento. Si tratta della mia vita

e non posso "chiudere" lo mia vi-

ta come lo si potrebbe fare con

un libro: sento che devo andare

avanti!

Mi hanno sempre colpito le

parole iniziali di quel "Vangelo"

che Maddalena consegnò nelle

mani di c.G. Leland, poiché tro-

vandomi a riflettere su tutte quelle

che sono state le esperienze che mi

hanno portato alla Stregoneria,

ritengo che tali parole possano

frovarvi un giusto riscontro.

Del resto però , non vorrei

che il lettore mi "inquadrasse", in

una tradizione estranea a quella

"tradizione istintiva" che mi ha

portato a dei risultati concreti per

quanto riguarda lo mia "identità

da Strega" e le mie

"Opere" ( Rituali) .

Ho specificato più volte

nei miei articoli precedenti che

non è sufficiente dichiararsi in un

contesto di tradizione, per affer-

mare di praticare quella tradi-

zione e dunque entrare nel merito

di queste criticando le diverse

sensibilità.

Dal mio punto di vista cre-

do che sia necessaria una rivalu-

tazione di tutto, poiché per una

Strega l'unica metodologia vali-

da è sempre quella che riesce a

garantirgli dei risultati, anche in

merito alla percezione stessa del

Divino (essendo questa poi molto

soggettiva).

1/ senso di tutta lo Strego-

neria trova un riscontro nell'ab-

bandono della Strega al/e Sue

Divinità. Queste possono chiamar-

si in molti modi o avere anche un

senso individuale, lo cosa impor-

tante è sempre quella di riuscire

ad instaurare un rapporto diretto

22

l

I

Page 25: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

23

con queste e dunque esercitare

poi pratiche precise.sentire quotidiano ).

Qualcuno mi ha criticato

per questo, arrivando anche a

giudicare il mio approccio verso

questa o quella Divinità, sottoli-

neandomi lo loro visione della

vocavano così o danzavano in

quel modo. Mi rivolgerò al Divino

sulla base della mia "Danza"!

Svilupperò lo mia Arte sulla base

delle mie Emozioni, creando

"Opere" (Rituali) in conformità al

Personalmente non ho mai

fatto uso di nomi che apparten-

gono a contesti temporali in cui lo

visione dell'umano

nei confronti del Divi-

no appare sempre

palesemente distorto,

proprio perché riten-

go che lo visione del-

l'umano è sempre le-

gata ai periodi tem-

porali in cui viene ad

esprimersi.

In questo arti-

colo ho anche occa-

sione di specificare

che mi sento più le-

gato al "Principio

Femminile" del Divi-

no, e dunque ho fatto

della Notte il perio-

do appropriato in cui

incontrare lo mia

Maestra. le mie pra-

tiche mi portano ad

accostarmi al

"Principio Femminile",

per poi in un secondo

tempo riuscire a ma-

nifestare le mie Emo-

zioni attraverso delle Vere e pro-

prie espressioni artistiche (che

siano dei disegni, o delle incisioni

in rame, oppure lo creazione di

specifici Rituali personalizzati ).

Preferisco rivolgermi al

Divino (come ho sempre fatto),

facendo uso di quell'appellativo

che ritengo ne colga il senso, dun-

que personalmente lo chiamo

"SIGNORA" (si noti anche il maiu-

scolo di cui faccio uso per evi-

denziarne /'importanza che rive-

ste nelle mie pratiche e nel mio

mio "sentire"!

In questo articolo

dunque sviluppe-

rò il mio discorso,

affrontando que-

stioni che forse

esulano dagli ste-

reotipi con lo

quale molti pen-

sano di venirsi a

trovare in un con-r testo di

"Stregoneria"!

Alla fin fine, cre-

do che il termine

"Stregoneria" ac-

quisti un senso

Vero solamente

quando si parla

di questa attra-

verso l'ottica del

praticante, e mai

dello studioso.

La Percezione

soggeHiva del

Divino: '..,~

r,"Religione delle Streghe"!

la sofferenza per un certo

periodo mi ha portato ad ecco-

stormi verso quella parte oscura

del Divino, lo stessa immagine

della luna presuppone due di-

stinte "facce", o meglio due lati

del Divino: " negativo/positivo

Alle volte rinfacciandomi

anche lo mia ex appartenenza al

contesto cattolico .

lo credo che nessuno do-

vrebbe entrare nel merito del no-

stro personale rapporto con il Di-

vino, e non credo neanche che

quando si parli di questo lo si

debba fare dal punto di vista di

particolari credenze o religioni.

Non mi importa se nel li-

bro vi è scritto che le Streghe in-

Ho potuto in tutto questo

tempo maturare delle consapevo-

lezze legate al "Iato oscuro" del-

la DEA , ma non ho dimenticato

che lo DEA è principalmente il

Page 26: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

24

"Iato Luce" che si rispecchia nella

Natura, e quindi artefice princi-

pale delle Emozioni che devono

guidare le azioni della Strega.

A seconda del Nostro

umore, spesso anche i nostri ap-

procci divergono e diventano 10-

bili. Nei differenti approcci pos-

siamo giungere a diverse cogni-

zioni e potenzialità, e

ci accorgiamo che più

ci conosciamo e più

queste cognizioni rie-

scono ad avvicinarci al

Divino che è in Noi.

Forse in questo risiede

lo conoscenza che la

Strega può e dovreb-

be avere del Divino.

E' molto impor-

tante accostarsi alla

DEA con "Passione e

Dedizione", come ho

già detto sopra, senza

quella componente

soggettiva (di natura

più Spirituale) si rischia

solamente di ridurre il

tutto a delle pratiche

meccaniche e sterili.

Nella intermina-

bile diatriba in merito

a quale delle diverse

"tradizioni stregone-

sche" accostarsi, credo

che il praticante do-

vrebbe preferire più il

cercare di riscoprire l'ARTEnella

propria interiorità.

Forse lo tradizione e le

cose già costruite sono solo uno

"specchietto per le allodole", nel

senso che all'origine di queste

certamente vi è stato un genuino

e autentico sentire che ha portato

alla loro costruzione , ma ci si è

"dimenticati" in seguito che la

"costruzione" dovrebbe continua-

re ad accrescersi nell'animo di

coloro che si saranno poi aggiun-ti.

E' un discorso complicato

questo, e mi rendo conto che ad

ogni modo rlspecchlo solamente il

mio pensiero . Forse il lettore si è

fatto una diversa opinione, e vuo-

ca". Se siete interessati al percor-

so verso "l'identità ancestra-

le" ( identità da Strega ), dovete

prima di tutto dimenticare le opi-

nioni degli altri, poiché qui conta-

no solamente le Vostre opinioni e

i risultati che riuscirete individual-

mente a raggiungere: conta il ri-

uscire a "costruire se stessi"!

le muoversi sulla base di questa,

che poi è sempre la più consona .

Seguire l'Ancesfrale:

Ovviamente quando parlo

di "percorso verso l'ancestrale'',

intendo riferirmi a un serio

"lavoro" che miri a "costruire se

stessi" riuscendo anche a raggiun-

gere una propria "identità magi-

Anche le mie

parole, queste

stesse che state

leggendo devo-

no essere prese

con le doverose

cautele. Con

questo non in-tendo dire che

le affermazioni

degli altri siano

totalmente inuti-

li I ma solamen-te che queste

rappresentanouna "veritò" che

si adotta per-

fettamente a

quel/' individuo

che è riuscito a

sviluppare quel-

la particolore

pratica . Tutte le

nozioni che pos-

siamo acquisire

dalle esperienze

degli altri, de-

vono solo essere prese come un

"modello" per un nostro eventuale

approccio alla Stregoneria.

Le pratiche di una Strega

partono sempre dal presupposto

che siano queste il fondamento

della sua pratica , e dunque e su

queste che lo Strega lavora per

raggiungere quei risultati che si

------------------------------------------------------------------------/

Page 27: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

25

prefigge.

Che cosa intendo dire ? Ri-

cordo come non molto tempo ad-

dietro, certi praticanti si dilettava-

no nel ripetersi le (infelici) parole

"No Wicca", cercando in questo

modo di distinguersi e sottolineare

secondo loro l'importanza di una

certa tradizione.

In questo momen-

to non voglio lasciarmi

condizionare dallo mia

già pubblicato opinione

in merito al discorso del-

le tradizioni (articolo o

cui vi rimando nel nume-

ro 8 di Athame), e quindi

anche sull'efficacia di

queste per quanto ri-

guardo lo pratico ultimo

di chi si accosto 0110

Stregoneria .

In questo articolo

svilupperò il mio pensie-

ro non per favorire una

tradizione piuttosto che

l'altra, non mi sognerò

mai di indicare una tra-

dizione in quanto deten-

trice di tutte quelle cono-

scenze che poi vengono

definite Stregoneria . Il

mio discorso parte do un

semplice presupposto di

base, ritengo che sia nel

potenziale umano che il

praticante dovrebbe concentrare

lo sua attenzione, per quanto ri-

guarda lo sua ricerco di tutti quei

presupposti che siano poi in un se-

condo tempo sufficienti a garantir-

gli un certo "successo" in merito a

ciò che si propone di "creare".

Penso che lo percezione del

Divino sia molto relativo quando

questo lo si vuole intendere da un

punto di vista umano, e dunque sul-

lo base di uno tradizione che vie-

ne a costruirsi proprio da questa

percezione soggettiva. Personal-

mente non mi sono mai accostato

al Divino utilizzando nomi conven-

zionali , proprio perché ho sempre

pensato che i termini sono sempre

legati all'umano che nella stra-

grande maggioranza dei casi di-

eliminare tutti quei presupposti sto-

rici che hanno portato alla

"fondazione" di questa , ma inten-

do dire che lo Stregoneria è anche

una pratica (e uno Religiosità) che

viene a costruirsi sulle esperienze

dirette e personali. Aderendo a

qualcosa di già prestabilito, si ri-

schierebbe di precludersi lo possi-

bilità di creare in

noi lo nostro per-

sonale tradizione

di Pratico e di Fe-

de.

mostra di avere una percezione

del Divino frammentario, o legato

proprio alla suo condizione umano

che non gli permette di avere una

"visione d'insieme" .

Per quanto riguarda tutto

ciò che è Stregoneria r bisogne-

rebbe cominciare a guardala non

intendendo questa in un contesto

tradizionale antico. Sia chiaro che

non sto dicendo che bisognerebbe

Il lettore in questo

momento potrebbe

anche porsi il dub-

bio su queste mie

riflessioni, e del re-

sto ci ho già pen-

sato io chiedendo-

mi se in tutto ciò

non vi si possa rav-

visare l'apologia

che potrebbe por-

tare alla creazione

di una sorta di

"stregoneria ba-

starda" (questo in-

teso come uno

pratico che si di-

scosto do alcuni

concetti di base l.Però mi sono anche

chiesto quale pos-

so essere il motivo per cui io (in

quanto praticante) non posso esse-

re l'artefice di questo apologia, se

in fondo questo mi potrebbe poi

portare od uno concreto elabora-

zione dello mia Pratico e Fede?

'.,

Page 28: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

Eccoci nuovam~mt~'~ Massdf.:;h.i'~agncit~~';;:'k PP99/l_cf

za, quest'anno il éolderonè ribolle che connetténdp ,~O e realtà per-

allegro, Grandi partecipazioni: mette ad o~nulra '~riggiore respi-

P~y"i/turriit, granél~ s(Jce~dotes-' ~o, sonfronto / S!'~porto. L'auspi-

sa e fondatrice del Tempio di cabile nascita tU uà;"C~rchio" che;. 'j-;(

Ara, e Melissa, lo dolcissima pri- (Jc~olga nelle rispetnve unicità le

ma liata del nostro druidico pa-' diverse realtà:~p~/~a màggiore~. ~.drone di casa. Proprio Ossian ci crescita e visibilitèi; D'altronde il

.r;accoglie, al, tepore .dellc ormai C~yegnoè stato iFventre in cui il, ,," ,,'o ',,,, "",,,,,; @1ifamosa tisana della sua consorte, Circolo dei Trivi è"'stato concepito A -questo punto ci viene retto

con una bella' introduzione prose- e dove altre rebltà prendono un messaggio delle presidente

uso da Cr<?ÌJo~La nO>'''picfr'i pienoformo. . della coordinazione- della Pagan

'temazio~ale, Phyllis, Queste nuore r!i-altà o vecchie Federation, Morgano., Essa si CQIl-, c. i '..

di lana e rinvigorite prbce~'ono nel perse- gratula ~ello sviluppo in etto neL'.

guimento attivo dei loro scopi ot- nostro poese e valuto lo nostra

di tenendo ~~rime ~importantiSSi- presenza al' TERZO-congre~ ilme yittòÌ"ie. L'Anticclquercia è ri- chioro: segno di- unp ;volontà di -

~~.; :i h,,~:;<t i - •

uscita a fç1r salvagufudare dei crescita e.1cQ!.lSapevqfezza. '~' ,:t!J(':;::'f : ,'l -~.:. ....,.--:

9r~~,?i"ai ru> io c'1~ rima~e, di ,"~~~ _: '

iscono- corii@essi't~~i ;i$~1~1~'9!:(",__ Con gli a~~~!_ c!i J.~on prose-,(lPO 'lun99 e "gui'l1ento prerldeo;,uff"Jèialmenteil

;p.. ~ ••;':i:." ."- ,,... .

ì~~riibattUfg,Jottq,con,,;f ,Jnte"'r\,- via lo manife~!~zi<>ii~ ""seguito i"\!,~".' ' , ••,di.:. \~: ;!Ii~ ;~~ :,'~_~,..!,-:.#"'~'~ i' I,c;ul il comu- relatori con i'Uòro •. enti in or-

)YrJ.y.t ,~t{k> _:\_ ""; '~' -;;~i.~ ..X~·, ~

fuori da una}" ne.,,~;,s~f QPon a ~voluZio- dine di appatt.~;òri, ~.~ . ,'ii-:::3:fi.'::-.';. rf ,-.:,J: -. -:'~7_ -:-: -çt' -,;~

o anche inesi~ ne del ,ro mondò, o meglio < " i;'I.' .' t __lO", ~- .~.

, della nosfra azione sulimondo: su- Wanna dfi'Aif' ~Ii~t.traduttrice__ '';:",,; \ l "

blinìandò' il 'no~o es~re ,pagani in ambito ac4ad scrittrice.

dalla volatile vlrtualit6 Cld una Alcuni dei.!s '" ri Streghe~{I'- . ~i

(1999), Il lib'r:o':iher~della caccia._.--. •••• ,. <

alle streghe !fqp f'lil__Da Ila ,parte~ ~ 1t' J -;, s:

delle streghe>Q093) tutti editik ,

dalla Piemme.' I seol libri ed int·~f!.· /. ~

particolare l'ultimo:cen;ano di illu-

strare il secondo evéhto che al

dal bi-

ipanti che e' net-

o, tanti volti, cono-,'?i, ' ' , "., ' ::", '

;. ,__n,~ovi.Una garanzia" ~~ &.

di continuità ,del gradimento dei·S~: ,~

partecipant;,,*e dell'impegno" del-

l'()rgan~~~,7j~ne.

ProJi!~~}-6 questo riguardo

Osslon sottolinea l'importanza

dello rete/sviluppo di una

ad

realtà concreta, attiva e fattiva.

Cronos prende qui lo parola

sottolineando come già esistano

\ diverse iniziative che dallo scam-

bio e dalla collaborazione sono

scaturite o che di èiò fanno i pro-

pri principi ispiratori: il Pagan Pri-

de a Roma, Sacri Fuochi (di cui ci

26

di Bophe e Orde of Sand

siamo occupati, anche nel numero, "

sco;~f o anche Loreley, il Wit-

chCamp Europeo di tradizione Re-

claiming tenutosi ai confini della

Germania. Tutte occasioni ed atti-

vità ~er lo comunità pagano e

per lo sua visibilità, sempre ed in

primo luogo alla ricerca della sua

crescita.

pari della scoperta delle Ameri-

che ha avuto il maggiore impatto

Page 29: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

27nella storia durante l'anno 1000:

lo caccia alle streghe. Wanna de

Angelis ci ricorda come secondo

alcuni storici lo scoperta delle

Americhe e lo caccia alle streghe

siano stati gli eventi di maggiore

impatto nell'ultimo millennio. Del

primo nessuno deficita di informa-

zioni ma per il secondo che cosa si

conosce? Wanna cerca di recupe-

rare attraverso i suoi libri le origi-

ni storiche. la prima strega docu-

mentata sarebbe indicata nella

Bibbia (ovviamente!!!). Essa sem-

bra essere lo strega che sfuggita

alla persecuzione di Re Saul vive

nel deserto, a Endor. Il Re alla vi-

gilia del grande scontro con i FiIi-

stei e' impaurito e senza profeti a

consigliarlo. Viene a conoscenza

che lo strega e' ancora viva e

travestito le fa visita. la strega

sotto sua richiesta evoca Samuele,

morto di recente, che proferirà

parole di morte e rovina per il re

e lo sua famiglia. I Cattolici non

potevano ammettere che una don-

na, di sua natura corruttrice ed

abietta, potesse parlare come

profeta. S. Tommaso pensò bene

di risolvere l'atroce dilemma con

lo più semplice e diretta delle in-

terpretazioni. Il Re era Satana

travestito e lo misera donna era

caduta nell'ennesimo inganno dia-

bolico. Nessuna donna per il Cat-

tolicesimo poteva detenere un po-

tere spirituale né tanto meno ma-

neggiare lo Decisa

madre le donne guaritrici vivono e

sono il legame con lo natura ta

da connotare alcuni animali crlori famigli ed anche a muta

animale loro stesse. Il culto f

nile si oppone a quello ca

irrimediabilmente con le

guenze a tutti ben note.

lauro Rangoni,

giornalista e scrittrice

l'amica laura è già stata

ospite delle passate edizioni del

nostro Convegno e anche que-

st'anno non ci delude col suo inter-

vento riguardante lo Magia Natu-

rale (sebbene lei non utilizzereb-

be probabilmente lo maiuscola). Il

Potere è da ricercarsi nella Terra,

lo Madre, nel contatto con Essa e

nel rapporto che si crea vivendo

naturalmente le stagioni. È una

connessione che ha senso, a livello

di "ritorno alle origini" per i fortu-

nati che hanno lo possibilità di vi-

vere in un ambiente selvatico, ma

con grande difficoltà si esprime in

ambito urbano: vasi e terrazzi so-

no palliativi Non che non si possa

trarre potere anche da un pae-

saggio di tetti e d'asfalto, anzi le

Streghe d'oggi dovrebbero impa-

rare a percepire e sfruttare an-

che queste vibrazioni, che per lo

maggioranza di noi rimangono

quelle che ci sono più familiari fa-

cendo parte del nostro ambiente

Connessione con lo Terra, con

lo Madre, ascoltando lo Terra e

noi stessi.

Dopo l'intervento di laura, il

gruppo sciamo dividendosi fra le

varie attività previste quest'anno

dal programma che si sono placi-

damente prolungate fino all'ora

di cena, come del resto placido è

stato e sarà il ritmo generale di

questi due giorni. Una scelta pon-

derata, questa, che molti fra colo-

ro già con noi l'anno passato han-

no apprezzato, specie ripensando

alla frenesia che aveva allora re-

gnato.

Ossia n ha accompagnato il

suo gruppo alla scoperta dei luo-

ghi di potere. la ri-scoperta, a

dire il vero, e quindi lo valorizza-

zione di siti anche a portata di

mano, ma che lo routine quotidia-

na e lo memoria labile dell'uomo

di fronte ai cicli della Terra ci

portano a trascurare.

Nyx ha ripercorso alcuni dei

passi fondamentali nella pratica

Wicca: grounding, centering, cer-

cando di offrire alternative o no-

vità per lo meditazione, con l'aiu-

to di Artemisia e delle sue erbe ..

Gabriella Artioli ed Erika han-

no offerto uno scorcio vario e co-

involgente delle danze degli Dei.

Timidezze, rigidità e l'inevitabile

Page 30: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

riluttanza a lasciarsi andare sono

scomparse presto dal viso di chi

ha partecipato, per trasformarsi

nella luce soddisfatta che forse

viene dall'aver scoperto un nuovo

dialetto nella comunicazione con

mondo e con gli Dei. E lo stessa

sensazione si percepiva in chi ha

seguito l'incontro tenuto da Cronos

sul canto rituale e sulla magia

della voce: una nuova modalità di

esprimere il sacro, tante reticenze

superate, la scoperta di qualche

dote insperata.

Per quanto riguarda le attività

meno pratiche, Vanth ha condotto

il dialogo improntato sulla nascita

di una Wicca italiana, assicuran-

do un coinvolgente dibattito che

ha catturato anche l'attenzione

di Phyllis Curott, dichiaratasi poi

avvinta dalle argomentazioni

sortite.

I Vostri Umilissimi,insieme a

Falco e Gabriel si sono dati dal

canto loro ad una danza d'opi-

nioni sulla numerosità della Divi-

nità (politeismo, duoteismo, mo-

noteismo...), lo Sua (o lo sua?)

personalità ed altri imperscruta-

bili abissi della ragione. le or-

gomentazioni non hanno mancato

di scoppiettare, del resto fra i

partecipanti si contavano perso-

naggi conosciuti e non raramente

protagonisti di scambi vivaci più

o meno virtuali.

La serata prosegue con lo

lauta cena, che come nelle pas-

sate occasioni è stata ottima ed

abbondante (un grazie alle ma-

dri di Ossian e Maria che hanno

saputo coniugare sapori antichi e

stomaci moderni). E, dopo il pa-

sto, il momento dell'esibizione:

Erika mette in pratica quanto

mostrato durante il pomeriggio

ed il suo corpo si trasforma in una

visione di veli e di giunture, men-

tre danza la Donna che è in lei e

che riesce a rispecchiare in ogni

gesto. Ser Tristan, moderno trova-

tore, ci cattura fra le corde della

sua arpa in una serie di melodie

che per quanto breve incatena al-

le sedie, per qualche attimo dure

panche medievali, uomini in cerca

di un angelo e donne che si sco-

prono angeli, finchè una corda si

rompe, e con essa l'incantesimo,

che si sfalda regalandoci una dol-

ce, meravigliata malinconia.

È passata la mezzanotte nel

momento in cui finalmente formia-

mo, mano nella mano, quel Cer-

chio che segnerà il luogo ed il

tempo del rituale comune.. Sono

quattro donne profondamente di-

verse l'una dall'altra a chiamare

a noi gli Elementi, chiudendo

torno al nostro folto gruppo q

lo bolla così reale e così p a-

re, essendo il frutto di mente e

cuore di tante persone che non si

conoscono ma che riescono ad ar-

monizzarsi con gioia ed aspettati-

va. E le invocazioni che Cronos e

Nyx elevano oltre il cielo, lancian-

dole oltre i confini dei mondi, rie-

scono a riversare in quell'aspetta-

tiva un nettare divino, che si spar-

Page 31: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

29ge."sulla danza,.a spirale ad in-

trècciore snodandosi sul prato le: :~

fila di una celebrazione gioiosa

ed intensamente vissuta.

Ci avviamo verso i nostri letti,

del rl-

ad esse al femminile.

Negli archivi e resoconti giudi-

ziari riguardanti il periodo dal

l 320 al l 840 si sono trovate cir-

co sessanta condanne per strego-

neria. Ventisei condanne sul rogo

e due per amputazione d'arti e

mente originale inquanto.ttiikhe·':";

San Germano per ringraziare il

suo generoso ospite che lo nutre

con l'unico agnello rimastogli, vie-

ne ricompensato facendolo rina-

scere a condizione che nessuna

delle ossa dell'animale venga rot~.

.':'1<~~t~~P.~:'~i':(,'}·'

Page 32: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

., 30

.ivata all'adolescen-

tta dallo spiritismo.• __ ~I_~

Dalla nOlJna·:~essa apprende al-

Cllniritu:<iììd~1'latradizione rurale,.J(,,,';,~ ~<_!~".;.",. '"

"'iil'J:l : ',i'4'%ili"Og'ijJtfiri'1?/Tnpunto certamente

,,";J;r~

cruciale del suo cammino, Aman-

da invita a valutare con occhi

nuovi la segretezza, un tempo in-

dispensabile per la salvaguardia

della vita, ai nostri giorni necessa-

rio invito al riservo, per non con-

fondersi nel chiasso mediatico ma

riflessione di una

glio reso con a :Olk

da qui parecchi fraintendiìnenti) e

la Massa Critica. Qualunque mo-

vimento relativamente di minoran-

za può effettivamente modificare

l'ambiente in cui si muove, se rag-

giunge un'espansione sufficiente a'-'

formare, appunto, la massa critica

necessaria (non troppo metafori-

camente) per dare il via alla re-

cristianizzati nascondono comun-

que il forte background pagano.

D'oltre canto le moderne tradizio-

nno rapidamente dif-

lègate, a,tif;':-·'· 'm'-,

Page 33: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

31(essenziale!) vivere ed interpreta-

re con lo spirito che anima lo no-

stra terra, un cuore antico e po-

tente, si compirà un giro di Ruota

importante per lo nostra religione

e per lo sua maturità.

Dopo aver espresso tutto il suo

amore ed il suo attaccamento per

lo nostra nazione e soprattutto

per le persone che ci vivono,

Phyllis affronta alcune degli ar-

gomenti "caldi" che sempre hanno

caratterizzato il dialogo e lo di-

scussione intrareligiosa (lasciamo

lo discussione interreligiosa ad al-

tra occasione). La legge del Tre,

con lo potenziale interpretazione

che se ne può trarre e che non

manca di richiamare lo concezio-

ne punitiva a cui il modo di pen-

sare abramitico ci ha abituati tut-

ti. Che trattenersi dal fare del

male agli altri per timore del

"Ritorno" non abbia alcun valore

dal punto di vista etico ma sia una

logica costruita sulla paura è una

realtà che molti di noi si sono tro-

vati ad affrontare. Che il "Tre",

poi, non sia che una convenzione

c h

Gardner

formulò del

tutto auto-

nomamente

è una realtà

ampiamente

riconosciuta

dagli storici.

Un sistema

etico basato

sulla perce-

zione del

Sacro nel

mondo è in

buona so-

stanza 1'01-

ternativa

che Phyllis

e

prospetta. Ed è una percezione,

questa, che può solo venire da

una pratica incentrata sulla Stre-

ga stessa ed in modo particolare

sul suo corpo, sulle sue sensazioni

e percezioni. Quella che ci viene

proposta da questa sofisticata e

selvaggiamente libera sacerdo-

tessa newyorkese è un sistema ri-

tuale che della libertà fa il pro-

prio principio ma che non cessa

con ciò di essere un sistema.

Il castello lentamente si spopo-

la, mentre molti tornano a casa

fra saluti ed abbracci (e per

qualcuno i chilometri da fare sono

davvero tanti); chi rimane può

guardare in volto i propri compa-

gni di avventura e leggere rifles-

sa nei loro occhi lo propria soddi-

sfatta stanchezza. Un Cerchio si

scioglie, intatto e vigoroso. E men-

tre sentiamo scorrere attorno a

noi le risate e le lacrime di un ad-

dio nolente, verso gli angoli della

Penisola o oltre l'Atlantico ripen-

siamo ai mille momenti che rimar-

ranno marchiati a fuoco in noi.

I volti incerti ed imbarazzati di

chi lanciava un gomitolo rosso da

un capo all'altro di un cerchio che

diverrà un Cerchio. La frenesia

dell'evento, pure cosi tranquillo di

per sé: non lo semplice adrenali-

no, ma un frizzo re di aspettative

che si intuisce proiettate ben oltre

questo breve weekend.

Il viso orgoglioso di un druido

soddisfatto. E gli animi dei Trivi,

come qualcuno li ha soprannomi-

nati per brevità, che con Cronos,

Gabriel, Nyx, Artemisia, Laugha,

Falco e tanti tanti altri (oltre che i

Sempre Vostri Umilissimi, ovvia-

mente!) sono riusciti, o almeno lo

sperano, nell'intessere lo trama

con tonalità forse non nuove ma

certo personalissime.

Un'amica Strega e Sacerdo-

tessa, dal viso aperto e fiero, nei

suoi occhi lo libertà.

Una vita recente, un'anima an-

tica che ha accompagnato i suoi

genitori e tutti noi durante le due

intense giornate: Melissa.

Le lacrime di una Sacerdotes-

Organizzatori e Ospiti, da sinistra: Nicoletta, Cronos, Laura Rangoni, Elaphe, Nyx,Laugha, Riccardo, Maria; in seconda fila: Phyllis Currot, Gabrio e M. Vaglio

~ii~~~~~~~~J&SJZC- ii~w,~~~rc", ~

Page 34: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

.,...".,.""..--------------------''c.:-. -"li,.".,',.-~,..._--------~lasciare Tante facce conosciute, tàrite . çapacità che ci piace p

nuove o da poco scoperte. Non re ncisca sulle coste) I!lglesi,

neces.§!lr!!l!11enteamici, nonhe- tre' soéra)a "Manica"si aff6

impene- cess~~f~ii\tnte d'accordo, fra aerei e bombe volanti

antenati

sempre.

la Danza che vibra nella

Terra fino alle profondità del

cantesimi con cui Crowl'

lo guerra. E' cresca nel f ..,

ventre americano, fra c

Le Muse dialogano di Cultura, Magia, Benesseree Gioia di Vivere.

le Muse, che hanno l'onore e l'orgoglio di accogliere tra i propri membri lo grande PhyllisCurott in persona!, dia 10-

gano di Cultura, Magia, Benessere e Gioia di Vivere. Bene accetti articoli sulla Wicca, recensioni di film, opere tea-

trali, libri, di argomento esoterico e non, che arricchiscano il nostro "bagaglio" di viaggiatori sui percorsi magici. Il

proprio libro delle Ombre. Commenti personali, purché di carattere generale, su fatti di Vita, Uomini,Cose e, per-

http://it.groups.ya hoo.com /gro up/le musenella rete

Page 35: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

...

33

ECATE è una dea avvolta

nel mistero ed è per questo motivo

che ci sono alcune divergenze a

proposito della sua origine e del

suo personaggio. Purtroppo molto

di quello che ci proviene dalla let-

teratura e dai miti è stato triste-

mente distorto ed Ecate ha assunto

connotati di divinitò "maligna,

oscura" che precedentemente non

aveva. Secondo alcune fonti,Ecate

è figlia del titano Perse e della

dea delle stelle Asteria, mentre al-

cuni mitografi più tordi, pensano

sia noto dallo stesso Zeus e do

Demetra. Altri lo identificano con

una delle Furie. Euripide lo defini-

sce figlia di Leto. Alcuni ancora

pensano che Ecate sia figlio di

Erebo e Nyx, dea dello notte e

dell'oltretomba. Altri ancora cre-

dono che sia ancoro più antico de-

gli dei della mitologia greca e io

mi associo a quest'idea.

Il nome Ecate ha vari possi-

bili significati: "cento" (da cui deri-

va anche il termine ecatombe), op-

pure "Colei che opera lo Sua vo-

lontò" che è l'espressione plU co-

munemente accettata. Ma sono

state suggerite altre ipotesi: lo lon-

tana, lo remota che ci fanno capi-

re come il suo nome e il suo potere

si perda nelle origini del tempo.

Nell'antica Grecia pre-

classica, Ecate viene rappresenta-

ta come una giovane donna vestita

di una lunga toga, che regge le

torce illuminate. Solo più tardi la

Dea assumerò l'aspetto, se cosi si

può dire, "negativo" della luna ca-

di Tristania

lante, o meglio della luna nuova,

della vecchia, della morte. Basti

pensare alle immagini che lo raf-

figurano in una triade insieme a

Persefone (lo fanciulla, lo nascita)

e a Demetra (lo madre, lo vita).

Forse per questo motivo, si

incominciò ad enfatizzare il suo

aspetto come quello di uno dea

oscura che erro in compagnia di

cani latranti e degli spiriti che sono

morti prima del tempo o quelli di

coloro che non hanno avuto

un'adeguata sepoltura.

Ecate era considerata lo

luna nera, simbolo di morte, regina

incontrastato della notte e delle

streghe.

',.

Viene raffigurata, nel suo

aspetto triforme, con tre corpi che

stanno schiena contro schiena che

riescono a guardare in ogni dire-

zione e per questo motivo viene

adorata come dea dei trivi e degli

incroci.

Il tre è il numero a lei sa-

cro. Viene anche rappresentata

Page 36: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

talvolta con tre volti, perché si rite-

neva che conoscesse il passato, il

presente e il futuro. L'aspetto tri-

forme della dea, ctonia, terrestre

e lunare è ben rappresentato dal

fatto che è lo sola divinità a condi-

videre con Zeus lo facoltà di muo-

versi fra i tre regni: il mondo degli

spiriti dell'oltretomba, fra i mortali

e fra gli dei e di estendere il suo

potere sia sul cielo, sia sulla terra,

sia sul mare.

Ecate è lo guardiana dei

trivi e delle porte, è lo dea degli

inferi e lo maestra della magia;

si può vederla raffigurata con le

torce tra le mani e con i coltelli.

Oppure può apparire con corde

e fruste, fiori o melograni. Il suo

animale prediletto è il cane, che

accompagna i morti, tant'è vero

che un'altra rappresentazione

della dea è quella di una cagna

che vaga irrequieta nei cimiteri o

la si può vedere raffigurata con

Cerbero, cane a tre teste, che fa

da guardia all'entrata dell'Ade. Il

cane inoltre è un animale che, co-

me tutti ben sappiamo, fa la

guardia e questo aspetto sembra

anche relazionarsi al ruolo di Eca-

te Guardiana, di colei che condu-

ce.

anche della nascita e del rinnova-

mento.Viene invocata per la prote-

zione del parto. La luce delle fiac-

cole fanno da guida al nuovo nato

attraverso l'oscurità del canale

cervicale, mentre con i coltelli reci-

de il cordone ombelicale.

A Lei sono sacri i salici, ma

anche l'aconito e la luparia. Si cre-

de che per mettersi in contatto con

Lei basta recarsi di notte nei cro-

cevia o pregarla sotto ai piedi di

un salice. A coloro che le sono cc-

E' inoltre protettrice dei====viaggiatori. Ma altri animali le

sono sacri, come il serpente, il ca-

vallo, il corvo, il gufo, l'orso. Nel-

l'antica Grecia i serpenti erano

creature spesso associate con la

morte e si riteneva che un morto

potesse apparire in forma di ser-

pente. Ecate è la Dea della tra-

sformazione, del cambiamento ed

è interessante inoltre l'analogia

che ha col serpente che "cambia"

lo pelle per rinascere.

Ecate non è solo la dea

delle streghe e della magia; ma

ri, dona grandi visioni, il potere

della divinazione e la saggezza.

Ma il potere di Ecate può anche

essere pericoloso. Può punire i suoi

nemici con lo pazzia, facendoli va-

gare nell'oscurità e nel caos.

Uno dei giorni dedicati a

Ecate è il l 3 o secondo alcuni il

l 5 di agosto, festa lunare notturna

in cui lo popolazione pregava per

la benedizione del raccolto prima

della mietitura, siccome Ecate, che

è anche la Dea delle tempeste,

aveva la facoltà di distruggerlo.

Anche samhain è un giorno a lei

gradito. Ecate è la vecchia, lo

saggia, è colei che ha concepito il

mistero estremo dell'esistenza.

Nella dinastia egiziana la matriar-

ca e la donna saggia della tribù

era chiamata la "Heq" ed è inte-

ressante notare l'assonanza del

termine con quello della Dea Eca-

te. E' il simbolo della morte inteso

come punto di cambiamento,di tra-

sformazione,da cui tutto fluisce per

prepararsi a rinascere.

Ma ancora la luna è Ecate,

il riflesso delle sue fasi e il pote-

re dipendente dalle fasi. Perché

Lei è lo fanciulla, lo madre e la

veneranda. Lei è la triplice in

Una.

Invocazione a Ecale

Dea delle streghe, Regina

della magia e delle tempeste Dea

dei crocicchi, amica dei fantasmi

e della notte Sovrana

dei mondi e degli elementali

lo ti invoco

Potente Ecate, Dea dai tre

volti e dalle mille forme

Giovane, Madre e Anziana Guar-

diana delle porte e nube oscura

lo ti invoco

LuminosaDea che incedi nel-

l'oscurità. E al tuo passo si inchina-

no i mortali. Dea di giustizia e di

vendetta

lo ti invoco

Eterna Guida delle anime e

compagna dei cani. Corri sul tuo

cavallo al mio richiamo. Poiché io

sono lo tua serva

lo ti invoco, io ti invoco, io ti

invoco .•.

34

'"

Page 37: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

35

uno

r il suo sforzo e per

e silenziosa ma pro-

osa alla ricerca di

osissimo Airesis

ma comunque sempre esistita

Salve a tutti mi presento m c

cia (Vandermast) e sono il fon

dello tonto discusso Vondorot

www.vandaro

Vi scrivo perché tramite voci di corridoio sono venuto

o sapere che è stato scritto un' articolo sul mio sito e

sui miei pensieri.

Ovviamente non sono qui per andare contro nessuno

perché ognuno è libero di pensarla come vuole, ma

anche io voglio esprimere il mio pensiero e difender-mi.

e que-

999 ecc. rigirando

totalmente lo frase da me scritta sul sito in-

ternet.Ora è molto semplice comportarsi co-

me ha fatto Falco ,ma, si ringrazia che tutto

ciò che sto dicendo è scritto all'interno del

sito.

3. La frase reale voleva stare a significare che

questi liberi pensieri da me descritti sono

stati sicuramente già pensati, solo che nes-

suno ha mai voluto descriverli all'interno di

un sito.

Leggendo l'articolo di Falco ho deciso di rispondere

alle numerose critiche ricevute.

La prima cosa che voglio precisare è lo seguente:

La VancJarot non è un miscuglioIra la Wicca e il Cristianesimo

Continuo sottolineando un altro fattore, Falco eviden-

zia le caratteristiche fisiche e sonore del sito senza

(come già accennato) capire realmente la sostanza

che volevo trasmettere agli utenti.E' sicuramente basata su religioni e culti già esistenti,

ma , dopotutto quale religione è nata dal nullo?

Ogni cosa si appoggia a delle fondamenta e senza

di quelle non si potrebbe mai costruire nulla.La frase

ironica di Falco che dicevo circa così:

"L'autore del sito, e fondatore di questa "religione",

parla di uno nuova corrente occulta nata nel 1999,

Infine concludo questa breve risposta evidenziando

un'altra parte dell'orflcolo scritto da Falco:

L'autore poi si lancio 0110 ricerca di uno nuova e si-

gnificativa definizione di magio, da questo esame

Page 38: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

36

Alcuni dati tecnici:

Il sito che si potete trovare all'indiri=o

www.aeresis.net

veramente inte- si distingue subito per un'interfaccia grafica sempli-

ce ed immediatamente accessibile.

Piccole immagini introducono gli articoli, un sempli-

ricor- ce menò sulla sinistra dello schermo permette di na-

vigare nell'intero sito senza troppe difficoltà.

l'unica pecca sono le grandi immagini che accom-

P,QQllano-91i artiçC?li,,ottimo _~sempio comunicativo

che però rallenta lo navigazione.

Un sito sicuramente consiglia bile e da scoprire, è

tra l'altro possibile iscriversi ad una Newsletter per

gli aggiornamenti del sito.

Molto utile.

della parola "magia" desume il suo significato:

"Profonda forma di conoscenza operativa delle in-

terazioni fra natura e soggetto, compiuta mente

realizzata nella persona che lo pratica.", ok evito

commenti, soprattutto pensando al fatto che non

trova soddisfacenti le denominazioni di autori come

Crowley.

Ecco un'altra frase davvero simpatica:

l. Non sono il primo a definire magia in

questo modo.

2. Il simpatico falco evita commenti, perché

non riesce a commentare ( senza offesa).

3. Crowley è una singola persona che anche

lui ha espresso il suo pensiero ( come sto

facendo io in questo momento e sempre)

ora, non c'è scritto da nessuna parte che

bisogna seguire obbligatoriamente Crow-

ley o qualsiasi altro.

Purtroppo non posso aggiungere altro perché mi •

stato concesso questo spazio e ringra

lo redazione.Spero di poter scrivere

Cordiali saluti

Vandermast

cente di

ressante.

sito tratta riassunte'

le genrali di intenzioni ed approccio:

a) lo studio di sistemi di razionalità "altre"

rispetto all'attuale modello della razionalità scien-

tifica;

b) lo ricostruzione dell'originale portato se-

mantico dei linguaggi magico-esoterici sia sotto

l'aspetto storico che sotto l'aspetto simbolico;

c) l'indagine delle tecniche del corpo e del-

la mente come vie verso il rapporto con il minuzio-

SOi

d)) l'esplorazione delle molteplici modalità

proprie dell'esperienza religiosa e della sapienza

mitica;

e) l'analisi delle interazioni specifiche tra

complessi culturali attivi nello stesso ambito storico-

geografico e l'analisi delle loro rispettive stratifi-

cazioni;

Si hanno così a disposizione un centinaio di articoli

in continuo aumento, sempre di altissimo livello e

recensiti da un comitato scientifico con nomi illustri

e conosciuti.

••

Page 39: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo
Page 40: Athame n° 9 - Periodico di Wicca e Paganesimo

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