Assistere Ascoltando 2012 - Cadiai

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namento Postale 04 n° 46) B BO Il Centro Diurno “Mauro Pizzoli” ha compiuto 25 anni Gita aziendale a Monte Sole Chiamiamole Emozioni, laboratori d’arte per bambini Assistere Ascoltando 2012 Persone fino in fondo: dignità e rispetto nell’accompagnamento al fine vita scoop @ cadiai.it - www.cadiai.it numero 38 dicembre 2012

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Il Centro Diurno “Mauro Pizzoli” ha compiuto 25 anni

Gita aziendale a Monte Sole

Chiamiamole Emozioni, laboratori d’arte per bambini

Assistere Ascoltando 2012Persone fino in fondo: dignità e rispetto nell’accompagnamento al fine vita

[email protected] - www.cadiai.it

numero 38dicembre 2012

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sommario

sommariosommarionumero 38dicembre 2012

1 Editoriale Editoriale resistente

2 In copertina Assistere ascoltando, una

tradizione che continua

4 Cooperarazione “Cum grano salis”

5 Un nuovo inquilino per il Gruppo Appartamento “ABS”

6 Chiamiamole Emozioni

7 Revisione cooperativa annuale

8 HANDImatica 2012

10 Il Collegio etico di CADIAI

11 Pari opportunità “Tempo libera Tutti”

12 Progetti internazionali CADIAI in trasferta a Vienna

per il progetto AGID

14 Attività sociale Memorie di guerra,

memorie di pace

16 La violenza illustrata

Pubblicate le scelte e gli importi del 5 per mille del 2010

17 Pomeriggi letterari in CADIAI

CADIAI tra i finalisti dell’Oscar di Bilancio 2012

18 Una delegazione un po’ speciale...

19 I prodotti di Libera Terra in CADIAI

20 Monografia Casa Residenza “La Torre”

22 Servizi Nonno Geppetto

23 Il percorso di Audit nelle Case Residenza per anziani

24 Piccoli movimenti colorati

25 Aspettando “Santa Lucia”

26 Un quarto di secolo, fra ricordi e progetti

27 In buone mani

28 Il nido “Giovannino”... un nido colore

29 Andiamo a far visita ai nonni…

30 Terza edizione delle “Nonnolimpiadi”

31 Ancora più colore a “Parco del Navile”

32 Troviamo un confronto

38 Lettere Ciao Marisa

34 Liber Libero

La bambina di neve

Zia Antonia sapeva di menta

35 I ritratti di Lele Il pulmino e il braccetto

36 Rubriche

I saluti di Amelia Frascaroli alla 6a edizione di “Assistere Ascoltando”.

Periodico trimestrale di CADIAIRegistrazione Tribunale di Bologna: n. 7703 del 18/10/2006

Direttore Responsabile:Gianluca Montante

Comitato di redazione:Ornella Montanari, Gloria Verricelli

Proprietario ed Editore:CADIAI Cooperativa Socialevia Boldrini 8 - 40121 Bologna

Direzione e Redazione:via Boldrini 8 - 40121 BolognaTel 051 74 19 001Fax 051 74 57 288

Coordinatrice di redazione:Giulia Casarini

Collaboratori:Anna Chiara Achilli, Anna Soccorsa Antonelli, Domenico Capizzi, Lucia Cardone, Anna Di Lucia, Lisa Lambertini, Imma Massesio, Raffaele Montanarella, Laura Piana, Sandra Varani, Deborah Venturoli Progetto grafico Impaginazione:Service Group - Galleria dei Notai, 140124 Bologna

Stampa:Casmatipolitovia Provaglia 3/b, 3/c, 3/d40138 Bologna

Questa rivista è stata stampata su carta riciclata 100% ecologica che ha ottenuto il marchio Greenlabel dell’Unione Euro-pea riservato ai prodotti a minor impatto ambientale.

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editoriale

editorialeeditorialeEditoriale resistentePiccole azioni possono significare molto nel contesto attuale.

di Franca Guglielmetti, Presidente di CADIAI

In questi ultimi mesi abbiamo fatto un sacco di feste. Anche prima del perio-do natalizio. Come illustrato negli ar-ticoli del giornale, abbiamo accolto la visita del Sindaco di Seul, Won-soon Park, che è molto interessato al nostro progetto Karabak e che, oltre a fer-marsi in sede per una presentazione della Cooperativa, ha visitato il nido “Cicogna” di San Lazzaro. Poi c’è stato il compleanno del Cen-tro Diurno “Pizzoli”: 25 anni di ono-rato servizio durante il quale si sono avvicendati nel Centro Diurno molti nostri colleghi, alcuni già in pensione, ma tutti presenti alla festa. Alla Bor-sa di Milano abbiamo ritirato, per la seconda volta, la menzione all’Oscar di Bilancio indetto dall’associazione dei revisori contabili FERPI: i nostri bi-lanci, economico e sociale, sono stati molto apprezzati. Abbiamo poi svolto alcune iniziative culturali importan-ti: il seminario Assistere Ascoltando “Persone fino in fondo” sui temi del-la cura agli anziani nella fase termi-nale, molto seguito e apprezzato dal numeroso pubblico partecipante; la presentazione di un Quaderno CA-DIAI dal titolo “In buone mani” sui recenti percorsi di ricerca a sostegno della cura agli anziani, sviluppati nei nostri servizi.

Di tutte queste iniziative abbiamo da-to conto anche sul sito, nelle newslet-ter e sono state annunciate o seguite da articoli sulla stampa.

Ci sono però state anche altre feste, più silenziose (per noi) e forse più ri-

strette, ma non meno importanti, an-zi forse addirittura più importanti. La prima è stata il 1 di Ottobre, quando abbiamo partecipato all’accoglienza dei bambini del nido COESIA, nido aziendale del gruppo industriale gui-dato da Isabella Seragnoli. Era una festa per pochi inviatati ma molto importante per noi, che collaboriamo alla realizzazione di questo nido con i servizi ausiliari e generali (5 nuovi po-sti di lavoro). Il 19 Novembre abbiamo firmato il primo contratto di servizio tra un utente privato, la Fondazione “Dopo di Noi” e CADIAI per l’acco-glienza di un nuovo ospite presso il Gruppo Appartamento “ABS” che, grazie a questo ultimo arrivato, si amplierà trasferendosi anche in nuo-vi spazi, più confortevoli (un servizio innovativo che si è consolidato). Il 10 Dicembre è poi cominciata l’attività di una piccola sezione part-time di scuola dell’infanzia presso il servi-zio Progetto 1/6. Una sorta di ritorno al futuro perché quel servizio, ormai più di dieci anni fa, era nato come scuola di continuità da 1 a 6 anni, ma poi siamo stati costretti a chiudere la scuola dell’infanzia perché era inte-ramente privata e con costi non so-stenibili. Ora questa sezione riapre, tutta convenzionata con il Comune di Bologna e quindi con presupposti più positivi (2 nuovi posti di lavoro). Ab-biamo brindato in ufficio, al momento della pausa pranzo, solo per la soddi-sfazione di aver restituito a Progetto 1/6 la sua identità originaria.

Piccole soddisfazioni, piccoli passi di cambiamento e di evoluzione in un panorama economico e sociale immobile, anzi, per certi aspetti, in arretramento. Delle politiche di ridu-zione della spesa dello Stato non dico nulla perché ne parlano già moltissi-mo tutti gli altri giornali: solo ricordo che la nostra attività si sviluppa so-prattutto nell’ambito dei servizi pub-

blici e quindi anche noi siamo colpiti da queste severe misure di revisione della spesa. L’avvio dei servizi rivolti ai privati è lento e faticoso perché, a causa della recessione economica, anche le famiglie devono ridurre le proprie spese e quindi, per quanto i nostri servizi possano essere essen-ziali, il loro costo rimane elevato e gli utenti vi accedono con molta parsi-monia. I servizi già in gestione sono tutti sotto pressione e lavoriamo ogni giorno a revisioni organizzative che ne migliorino l’andamento visto che le prospettive di aumento delle tariffe sono molto, molto incerte.

Nonostante questo però ci muo-viamo, sperimentiamo, innoviamo. Certo non siamo ai livelli di un nuovo nido all’anno, come accadeva qualche tempo fa, ma io credo che dobbiamo evitare di guardare indietro e con-siderare quello che accadeva come la situazione ottimale a cui aspirare. Questo ci condanna ad un continuo rimpianto, ad una sorta di perenne malinconia (per non dire depressione) che ci toglie forza e idee. Già in mol-ti dicono che questa non è una crisi economica e basta, ma è una crisi di trasformazione, nella quale non ser-ve mettersi da parte e aspettare che passi, perché non passa, tutti dovre-mo cambiare e quindi è meglio impe-gnarci perché questo cambiamento sia favorevole. Così non importa quanto siamo stanchi e quanta fatica abbiamo fatto per arrivare fino qui. Evidentemente la strada da percor-rere è ancora lunga e noi dobbiamo arrivare fino in fondo, insieme, armati di volontà ma anche di idee e senso pratico. Tutte cose che a una Coope-rativa (a prevalenza femminile) non mancano. n

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Assistere Ascoltando, una tradizione che continua

Dopo un anno di pausa, il 7 Dicembre 2012 si è svolta presso l’Aula Prodi la sesta edizione del seminario, dal titolo “Persone fino in fondo: dignità e rispetto nel fine vita”.

di Marie Christine Melon, psicologa

Era una qualunque mattina d’inverno del 2006 e Virgo Fidelis sarebbe anda-ta a gara dopo qualche mese. Insieme attorno a un tavolo Franca, Roberto, Fiorella, Nicola e io cercavamo di im-maginare una situazione capace di da-re un po’ di visibilità all’impegno della Cooperativa nella cura delle persone anziane non autosufficienti. E perché fermarci soltanto a noi? Perché non sfruttare l’occasione per fare il punto sulla rete dei servizi per anziani nel territorio regionale e provinciale, met-tendo a confronto le esperienze di altri che a vario titolo lavoravano in questo campo? Sentivamo il bisogno di con-dividere idee e spunti di innovazione per rispondere ai bisogni sempre più complessi di un’utenza in rapido cam-biamento.Assistere Ascoltando è nato così. Con l’aiuto del coordinamento tecni-co scientifico di Settore siamo riusciti a mettere insieme in un tempo da re-cord un bel gruppo di relatori, rappre-sentanti della cooperazione sociale,

degli enti istituzionali, dell’Università e di associazioni di familiari. Nessuno si è tirato indietro. Abbiamo anche vo-luto scegliere uno spazio prestigioso per incorniciare l’evento e un rinfresco all’altezza della situazione: avevamo qualcosa da festeggiare, non era così frequente a quei tempi potersi riunire tra professionisti diversi a ragionare di problemi comuni. C’è sempre un po’ di tensione quan-do si organizza un evento pubbli-co, fino all’ultimo minuto non si può scommettere sull’esito. L’incubo ovvia-mente è la sala vuota, però ci sono tanti

altri particolari che possono preoccu-pare: la tecnologia che ti molla sul più bello, il pubblico che palesemente si annoia o non riesce a seguire, il relato-re che non sta nei tempi, il moderatore che non tiene insieme i contributi… Ma quel primo anno è andato tutto benissimo, sala piena, relatori capaci, pubblico attento e interessato. Stava-mo già respirando tutti più liberamen-te quando Rita Ghedini ci ha presi in contropiede, promettendo a sorpresa un nuovo appuntamento per il 2007. Ma come, ci stiamo appena ripren-dendo e già dobbiamo ricominciare?!

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E l’anno dopo ci ha pensato Fiorella a metterci il carico, salutando tutti con un invito per il 2008. È così che Assiste-re Ascoltando è diventato una piccola tradizione.Per cinque anni abbiamo cercato nuovi temi, selezionato nuove espe-rienze, coinvolto relatori di diversa provenienza e la risposta del pubbli-co non è mai venuta meno. Visto che il successo si manteneva, nel 2009 abbiamo deciso di investire un po’ di più nella grafica e ci siamo procura-ti un marchio. Il 2010 è stato un an-no di cambiamento, abbiamo osato un taglio più politico e inaugurato la ‘formula breve’ – dalle 9 alle 13,30 con buffet a chiusura – perché ci eravamo resi conto che la seconda parte della giornata risultava sempre un po’ pe-sante per i convenuti. È andata bene ancora una volta, merito in particolare di Paola Menetti, miglior moderatore di sempre.Il 2011 è stato un anno complicato, l’avvio dell’accreditamento, il rinnovo del Sistema Qualità, l’apertura di “Par-

co del Navile”, il decennale della resi-denza di San Biagio: abbiamo deciso di concederci una pausa. Però molti dei nostri affezionati “clienti” ce ne hanno chiesto conto e ci hanno solle-citati a ripartire. E così eccoci alla sesta edizione, forse la migliore fra quelle che abbia-mo prodotto, nonostante il tema non certo accattivante. Parlare della morte non è facile nemmeno per chi della cu-ra nel fine vita ha fatto una professio-ne, ma il bisogno di sapere e di capire è sempre più pressante all’interno dei servizi. Parlare della morte in modo equilibrato e razionale, senza reti-cenze o pregiudizi è ancora più diffici-le, eppure qualcosa di meraviglioso è accaduto, questo venerdì 7 Dicembre. In un clima di assoluta serenità abbia-mo affrontato argomenti terribili e ne siamo usciti rinforzati, confermati nel nostro impegno, consolati dei nostri dubbi, con le idee un po’ più chiare su quello che possiamo e vogliamo fare. I commenti entusiasti dei presenti ci hanno accompagnati per tutto il po-

meriggio e anche nei giorni succes-sivi. Merito della qualità dei relatori, certamente, e della passione con cui hanno affrontato ciascuno il proprio argomento.Rabih Chattat, al nostro fianco fin dal primo appuntamento, ci ha introdotti al tema ancora poco esplorato delle cure palliative nelle malattie non on-cologiche. Maura Coveri, applauditissima, ha affrontato con molta onestà un argo-mento spinosissimo come quello della nutrizione artificiale nel fine vita, dan-do pubblica voce ai ragionevoli dubbi che spesso gli operatori esprimono con riluttanza, nel timore di apparire impietosi. Anna Di Santantonio ci ha mostrato le molte facce del lutto, aiutandoci a capire come essere di aiuto a chi sta per affrontare una perdita. Francesca Ingravallo ha conquistato la platea esprimendosi appassionata-mente e senza reticenze contro l’ac-canimento terapeutico e Luca Benci, con l’ironia e l’agilità di pensiero che lo caratterizzano, ci ha insegnato molto sul consenso informato.Ci saranno nuovi appuntamenti? Sicuramente sì, almeno finché il no-stro lavoro ci porrà questioni che non possiamo pensare di affrontare da soli, finché faremo parte di una rete, finché penseremo che sia importan-te alimentare una cultura del sociale, finché questa e altre iniziative saranno in grado di promuovere e di caratteriz-zare l’immagine e l’impegno concreto della Cooperativa.Assistere Ascoltando 2013 è già in pre-parazione. n

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cooperazionecooperazione

“Cum grano salis”

Oltre 130 i giovani cooperatori di Legacoop Emilia-Romagna all’assemblea annuale di Generazioni tenutasi ai Magazzini del Sale di Cervia.

Comunicato Legacoop Bologna

«I giovani cooperatori debbono darsi un obiettivo chiaro: diventare la nuova ‘classe dirigente’ del movimento coo-perativo, non solamente per sostituire quella attuale, rischiando di essere ‘au-torappresentativa’, ma avere un sano spirito ‘egemonico’ che permetta di guidare al meglio sia le cooperative sia l’organizzazione». Questo concet-to è stato espresso con grande effica-cia da Pierluigi Stefanini di Unipol, in occasione di ‘Cum grano salis’, l’inizia-

tiva di Generazioni Emilia-Romagna, il network dei giovani cooperatori di Legacoop, ospitata il 23 Novembre ai Magazzini del sale di Cervia.L’invito è stato raccolto dalla platea, composta da oltre 130 giovani coo-peratori che dal 2007, dopo il primo congresso a Bertinoro, hanno dato vi-ta appunto a Generazioni. I lavori sono iniziati alla mattina con l’intervento del portavoce di Generazioni, Chiara Bertelli, che ha messo in fila i temi su cui il network si è impegnato in que-sti cinque anni. «Il mancato ricambio generazionale – ha spiegato – e l’i-nadeguatezza della classe dirigente continuano in ogni caso a rappresen-tare una delle cause principali della difficoltà che spesso le cooperative hanno nell’innovare, nel competere sul mercato e nel governare i proces-si democratici e decisionali». Chiara Bertelli ha poi definito i prossimi passi dell’associazione: «A Maggio abbiamo presentato un documento, con cui chiediamo di rivedere in un’ottica di risparmio e di efficienza, le spese so-stenute dalle strutture territoriali e set-toriali. Pratiche di risparmio e di riuso, contenimento dei contratti di lavoro post-pensione e limite al cumulo delle cariche. Il prossimo passo sarà quello di portare le nostre istanze nelle coo-

perative: sarà indispensabile l’impe-gno di tutti noi».Il ricambio generazionale non è però il tema di lavoro esclusivo del network: a dimostrazione di ciò, Morena Bedo-gni ha presentato il lavoro di ricerca e i risultati del gruppo sul ‘welfare azien-dale’ – di cui è coordinatrice – raccolti in una pubblicazione distribuita gratu-itamente. Nel dossier sono individuate le buone pratiche di welfare aziendale, con l’obiettivo di avviare un percorso di messa a sistema delle attività e delle risorse della cooperazione sul tema.I giovani di Generazioni sono stati ospitati a pranzo dal Museo della ci-viltà salinara: hanno cucinato gli allievi della seconda C e della terza H dell’al-berghiero di Cervia. Al pomeriggio, i lavori sono iniziati con un intervento di Roberto Cardinale di ‘Generazioni in movimento’, che ha raccontato l’e-sperienza dei viaggi per andare a co-noscere altri modelli di cooperazione nel mondo e l’importanza di accoglie-re queste esperienze (come quelle di Mondragon nei Paesi Baschi e di Man-chester in Inghilterra), come best prac-tice che possono essere applicabili anche nella realtà italiana. Cardinale ha insistito anche sull’esigenza di la-vorare all’interno di una ‘dimensione europea’, con una programmazione

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cooperazionecooperazionecooperazioneUn nuovo inquilino per il Gruppo Appartamento “ABS”

Inizia una collaborazione tra CADIAI e la Fondazione “Dopo di noi” per progetti di vita autonoma.

di Alessandro Micich, responsabile Servizio Gare e Progetti

Dal mese di Novembre il Gruppo Appartamento “ABS” ha un nuovo inquilino: il suo nome è Marco ed il progetto di vita collegato al suo inse-rimento nell’appartamento a bassa soglia di via Mazzini in cui vivono da tre anni Axel, Salvatore e Riccardo, inaugura la collaborazione tra CA-DIAI e la Fondazione “Dopo Di Noi”.“Percorsi per una vita autonoma” è un progetto sperimentale che trae origine dall’esperienza di CADIAI nella ricerca e nella progettazione di servizi innovativi in ambito di disabi-lità e da quella della Fondazione, la quale, da diversi anni, è impegnata in percorsi di preparazione per genitori e figli nella costruzione di progetti di vita con identità distinte.L’impegno congiunto nasce dalla scel-ta di condividere spazi abitativi, com-

petenze gestionali e formative, reti di solidarietà e relazioni, per offrire nuove opportunità e servizi adeguatamente flessibili a ragazzi con lievi disabilità, po-tenzialmente in grado di immaginare e realizzare il proprio futuro se adegua-tamente sostenuti in ambito affettivo, educativo, psicologico anche nella rela-zione con la famiglia di appartenenza.Attraverso questo progetto si realizza, dunque, il primo sistema residenziale a bassa soglia della città di Bologna: al gruppo appartamento “ABS” si aggiun-ge “Casa in Città”, il quale, sempre col-locato in via Mazzini, apre la possibilità a sinergie pedagogiche e a soggiorni temporanei di transizione in attesa di poter addivenire, nella logica della gradualità e dell’accompagnamento mirato, ad un vero e proprio “progetto di vita autonoma”.Il progetto prevede la partnership, nonché il parziale contributo, dell’Asl di Bologna e si rivolge, per le originali

caratteristiche del servizio, a tutti i Di-stretti dell’area provinciale interessati a sperimentare forme più “leggere” di assistenza che possano, in qualche modo, prevenire il successivo ricorso ai tradizionali centri destinati a utenti con forme di disabilità più gravi.Un particolare ringraziamento, infine, va al consorzio Bonifica Renana, pro-prietario dei due immobili, e di cui sottolineiamo la sensibilità sociale ma-nifestata nella condivisione del proget-to, nonché nella definizione dei tempi e delle condizioni di locazione. n

che tenga conto della possibilità di accedere al finanziamento dei fondi strutturali delle politiche comunitarie. Il padrone di casa Rudy Gatta, respon-sabile di Generazioni per Legacoop Ravenna, ha incentrato il suo interven-to sul bilancio dei primi cinque anni di vita del network. «Faccio parte del gruppo che costituì Generazioni nel 2007 a Bertinoro: da allora siamo cre-sciuti e Generazioni è stata una pale-

stra che ci ha permesso di diventare più forti sul piano culturale e della for-mazione manageriale. Non siamo più quelli Bertinoro: il prossimo impegno che ci attende è accettare la sfida del cambiamento nell’epoca della crisi. Siamo pronti e a quanti sono perples-si rispetto al nostro operato voglio ricordare che siamo nati e continuia-mo a essere non una minaccia per la cooperazione ma un’opportunità per

dare continuità all’esperienza coope-rativa». Il pomeriggio si è concluso con un incontro-colloquio coordinato da Roberto Grassi dal titolo ‘Intelligenze a confronto per il lavoro oltre la crisi’, a cui hanno partecipato Andrea Rapisar-di (Cooperativa Lama), Elisa Valeriani (Ervet), Pierluigi Stefanini (Unipol), Ma-rio Mazzoleni (Università di Brescia), Giuliano Poletti (Presidente Legacoop nazionale). n

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cooperazionecooperazione

Chiamiamole EmozioniLaboratori di visioni e racconti con e per i bambini.

di Lara Furieri, servizio marketing e sviluppo

Tutti proviamo emozioni, nessuno escluso. Anche i bambini sentono e si emozionano ma, a differenza degli adulti, non sanno riconoscere il tipo di emozione che li invade e non sempre sono in grado di gestirla, hanno biso-gno di una lenta e costante educazione al riconoscimento e alla differenziazio-ne delle stesse; compito dell’adulto è quello di “dare voce”, contestualizzare e “dare una direzione”. Spesso i bam-bini reagiscono alle emozioni con ge-sti eccessivi o inappropriati; occorre quindi accompagnarli nell’esternazio-ne e manifestazione di questo sentire.Questa capacità di aiutare il bambino passa necessariamente attraverso la capacità dell’adulto di saper conosce-re e manifestare in modo adeguato, prima di tutto, le proprie emozioni per poter poi insegnare al bambino, nel tempo, a esprimere e governare le sue. Spesso per il bambino esiste un pro-

fondo timore a manifestare le emo-zioni per la paura di un conflitto con l’adulto e, in qualche modo, deludere

le aspettative di quest’ultimo.Questa la premessa al progetto “Chia-miamole Emozioni”, realizzato con la

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cooperazionecooperazionecooperazionecollaborazione delle Librerie Coop e dei centri commerciali Nova e Borgo.Il progetto è sicuramente molto ricco e stimolante ma svolgere i laboratori all’interno di un centro commerciale poneva molti dubbi. Abbiamo comunque voluto prova-re: talvolta bisogna essere audaci e fare scelte un po’ fuori dagli schemi. Abbiamo proposto un percorso di quattro laboratori, una festa ed un in-contro con un esperto pedagogista, rivolto a genitori ed insegnanti.Il progetto ha riscosso molto successo, Barbara Sammarchi e Vito Baroncini hanno condotto i bambini tra rabbia, paura, felicità e meraviglia, sempre partendo da opere di autori famosi e utilizzando il supporto della lavagna luminosa. E così Pollock, Mirò, Klimt e Jean Dubuffet sono diventati i com-pagni di avventura tra colori, mostri, sogni e fantasia, il tutto supervisionato da due esperti pedagogisti di CADIAI.I laboratori sono stati conclusi da una festa, aperta a tutta la cittadinan-za, che si è svolta nella sala polivalen-te del Quartiere Savena; moltissime “Macchie Bizzarre” tra luci e suoni ci hanno raccontato le avventure di tanti personaggi che magicamente appari-vano e ci conducevano in luoghi sco-nosciuti… fino alla luna! “Le macchie bizzarre sono gocce di colore che na-scono là dove finisce l’arcobaleno e si trasformano in stravaganti personaggi che vivono fantastiche avventure”.La serata di confronto sul tema delle emozioni ha permesso di far emerge-re dubbi e paure che si sono rivelati quelli di molti genitori; Enrico Man-tovani, consulente pedagogista di CADIAI, ha contestualizzato e ha da-to chiavi di lettura preziose per capire meglio quanto le emozioni facciano parte di noi e, sapendole riconoscere e gestire, possano diventare preziosi strumenti educativi per la crescita dei nostri bambini.Il percorso si è concluso con una mo-

stra allestita presso il centro commer-ciale Nova a Villanova di Castenaso, una giostra, tanti pannelli colorati e foto che ci riportano “nel regno della fantasia”.

Questa esperienza verrà ripropo-sta a primavera presso gli spazi del Centro Borgo con altre storie e nuo-ve avventure. n

Revisione cooperativa annuale

Il 6 Dicembre la Cooperativa è sta-ta sottoposta alla revisione relativa all’anno 2012 svolta dal revisore con-tabile incaricato da Legacoop, dottor Stefano Veratti, nell’ambito dell’eser-cizio della vigilanza sugli Enti Coo-perativi prevista dal D.Lgs. 2 Agosto 2002 N. 220, delegato dal Ministero

delle Attività Produttive. La revisione ha dato esito positivo, come attestato dal certificato di revisione, compro-vando la coerenza della gestione con gli scopi statutari, il carattere mutua-listico della società e l’adeguatezza della gestione e dell’amministrazione della Cooperativa.Il verbale di revisione è esposto nel-le bacheche della Sede Sociale di via Boldrini 8 a Bologna; copia del verbale potrà inoltre essere fornito ai soci che ne facciano richiesta. n

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cooperazionecooperazione

HANDImatica 2012

IX mostra-convegno nazionale sulla disabilità e tecnologie: gli anziani del Centro Diurno “Mauro Pizzoli” relatori al seminario sull’uso di strumenti digitali e strumenti touch screen.

di Anna Chiara Achilli, musicoterapeuta, coordinatrice attività dei Centri Diurni

“Il nuovo non s’inventa, si scopre”, è la frase di Giovanni Pascoli scelta da HANDImatica per rappresentare un’in-teressante manifestazione a cui il 22 di Novembre abbiamo avuto la fortuna di partecipare, con gli anziani del Cen-tro Diurno “Pizzoli”, al fine di portare e raccontare la nostra esperienza con i materiali multimediali.Un vero e proprio invito a “guardare le cose con meraviglia”, così come Pascoli intendeva con la sua poetica del “fan-ciullino”, a “scoprire in esse le relazioni più ingegnose” perché anche le tecno-logie più evolute vanno fatte proprie, adattate a sé e al contesto.HANDImatica, un evento che si ri-pete ogni anno, offre infatti l’occa-sione per riflettere e confrontarsi su come le tecnologie digitali possono affiancarsi alle persone con disabilità per facilitare l’autonomia, promuove-re la partecipazione, ridurre le barriere.In questa prospettiva, attraverso un’a-rea espositiva e una convegnistica fra loro collegate, la rassegna affianca la ricerca teorica ai laboratori formativi e alla condivisione di esperienze, of-frendo voce a chi fa ricerca scientifica e a chi porta buone pratiche, spesso soluzioni innovative ed efficaci, che il vivere dentro i problemi ha portato a scoprire.Nei vari stand, associazioni ed Enti hanno esposto supporti multime-

diali e tecnologici per varie utenze e tipi di patologie tra le più diverse, supporti che si possono persona-lizzare, adattare e provare al mo-mento.In una delle tre giornate del semi-nario sono state presentate espe-rienze d’uso di strumenti digitali e multimediali in contesti di cura e residenza per persone anziane non autosufficienti. A partire da un livello basilare di affiancamento e sostegno delle tradizionali attività di stimo-lazione cognitiva fatte su carta, gli strumenti digitali e le tecnologie as-sistive possono rappresentare anche un’opportunità di condivisione, parte-cipazione sociale e facilitazione delle attività quotidiane.In contrapposizione a una visione limi-tata dell’invecchiamento come stato degenerativo da contenere e limitare, il seminario si pone l’obiettivo di analizzare le opportunità di evolu-zione, scoperta e apprendimento offerte dalle ICT anche per persone anziane con scarsa o nulla alfabetiz-zazione informatica. Il tutto attraverso l’uso di giochi e esercizi di riconosci-mento di suoni, parole e immagini, fino ad arrivare alle applicazioni fa-cilitate per la ricerca e la navigazione su internet, la creazione di testi e la condivisione di storie e memorie. L’ICT

può contribuire ad aprire l’orizzonte delle possibilità verso l’imprevisto e la scoperta di nuovi apprendimenti.Infatti il trasferimento da supporto cartaceo al supporto computeriz-zato di svariati “giochi” cognitivi ha ingenerato una prima importan-tissima rivoluzione terapeutica. La multimedialità unita alla non staticità degli esercizi ha consentito, grazie an-che all’uso di touch screen finalizzati al superamento della barriera del mouse per le persone anziane, un’iniziale dif-fusione di questa metodica terapeu-tica. Così negli ultimi anni il personal computer ha fatto il suo ingresso an-che all’interno di strutture diurne per anziani e durante la mia esperienza da terapeuta ne ho constatato l’efficacia nel rallentare e prevenire il decadi-mento nell’anziano ed il mantenimen-to delle sue abilità cognitive.L’utilizzo del touch screen possiede diversi punti a suo favore per l’utenza anziana:• l’immediatezza di utilizzo legata al

grande schermo;• la possibilità di lavorare individual-

mente e con il gruppo nel tempo stesso;

• l’autogestione dell’utente con un’im-mediata correzione;

• l’utilizzo da parte del personale OSS;• la stimolazione e riabilitazione mira-

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cooperazionecooperazionecooperazione

ta di più aree cognitive con valuta-zione archiviabile;

• una individualizzazione e persona-lizzazione dei giochi cognitivi in re-lazione alla difficoltà desiderata.

Infatti l’uso del touch screen e dei co-siddetti programmi di “ginnastica” per il cervello tendenti a rafforzare la me-moria, l’attenzione e la velocità di ela-borare le informazioni, sono ordinati per grado di difficoltà. Essi stimolano diverse aree cognitive come l’orientamento nel tempo e nel-lo spazio, il linguaggio, l’attenzione visiva, la gestione del denaro, la logica e la memoria.La nostra esperienza con il touch screen risale a due anni fa, con un progetto sperimentale applicato in un solo Centro e successivamente este-so agli altri. Ho constatato, con mia grande sorpresa, che fin da subito gli anziani utenti sono riusciti a interagire con grande facilità ed entusiasmo par-tecipativo.Il software consente di memorizzare le loro performance, permettendo di valutare la persona sulla base dei vari livelli cognitivi e sugli aspetti che risul-tano più carenti. In base alle risultanti possono essere applicati specifici in-terventi terapeutici - riabilitativi mirati a migliorare la qualità della vita dell’in-dividuo in struttura.Attualmente in commercio non ci so-no molti programmi dedicati esclu-sivamente all’anziano; ne esistono dedicati all’utenza infantile che co-munque, con i dovuti accorgimenti, mi è stato possibile adattare ed utilizzare anche in presenza di patologie come ipovedenza o ipoacusia, senza sottoli-neare tali handicap.Questo è stato possibile poiché, es-sendo basati sul sistema bi-sensoriale e stimolando contemporaneamente la vista e l’udito, utilizzano il suono oltre che come mezzo di correzione degli esercizi, anche come canale della ri-abilitazione, mentre in esercizi sulla

memoria a breve termine è la vista che fornisce un ulteriore supporto.Figure semplici, immediate, regole del gioco facilmente comprensibili, ma soprattutto un luogo silenzioso e adatto alla concentrazione, pongono nell’anziano le prime basi di un buon lavoro riabilitativo.Gli esercizi che siamo andati a dimo-strare dal vivo riguardavano la ria-bilitazione di due aree differenti e specifiche, la percezione visiva e la memoria acustica e visiva che comun-que sono collegate rispettivamente anche ad altre aree cognitive. L’attenzione e la concentrazione dell’anziano sono importantissi-me non meno dell’apprendimento, in quanto gli esercizi presentano fi-gure che non sempre rientrano nella nostra esperienza quotidiana.Infatti il primo esercizio di riabilita-zione riguardava la capacità visiva di discernere la diversità di due oggetti apparentemente uguali ma che in re-altà, fino al 6 livello, presentavano mi-nime differenza di grandezza.Se andiamo a valutare, aprendo il file di archiviazione dati, i risultati ottenuti da due anziane rispettivamente di 92 e di 79 anni, in circa 1 mese e mezzo di esercizio su 6 livelli di difficoltà in 13 manche, la media di punteggio che ne deriva è esattamente identica;

entrambe sono arrivate tra il 4° e il 5° (4.61) livello con una media di 2,5 erro-ri per manche.Mentre sulla memoria a breve termine sia visiva che acustica, dove l’informa-zione è detenuta da 10 a 30 secondi circa e si ha un limite di capienza chia-mato span, il compito sarà quello di riprodurre l’esatta sequenza di stimoli uditivi o di localizzare la posizione e l’esatta sequenza di una serie di stimo-li visivi, secondo un tempo calcolabile e registrabile.Questa volta abbiamo due dati com-pletamente differenti: la signora più anziana su 8 volte di esercizio di me-mory visivo ha impiegato una media di 1 minuto e 75 secondi mentre la signora più giovane 3 minuti e 47 se-condi.Aspetto curioso che riguarda la me-moria a breve termine, in questo caso acustica, è che quando cerchiamo di ricordare una lista di parole, di ogget-ti, di suoni, i primi elementi e gli ultimi della lista vengono sempre ricordati meglio rispetto a quelli centrali. Questi due effetti prendono il nome di priori-tà (primacy) e recenza (recency). Le prime informazioni di una lista sono quelle che si ricordano meglio perché vengono sottoposte a una maggiore ripetizione rispetto agli elementi più centrali (pensiamo a quello che ci capi-

Segue a pag 12...

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numero 38dicembre 2012

Il Collegio Etico di CADIAIBilancio di un anno di lavoro.

Nel numero 33 di Scoop, uscito a Set-tembre 2011, veniva dedicato un arti-colo alla nascita del Codice Etico.Come già descritto, si tratta di uno stru-mento sviluppato dalla Cooperativa per esplicitare le intenzioni e gli impe-gni in merito a fatti e comportamenti rilevanti che la legge non regola; indica i doveri e le responsabilità di colui che lo redige rispetto alle principali classi di soggetti con cui entra in relazione. CADIAI per promuovere la diffusione e l’attuazione del Codice ha nominato il Collegio Etico: un organismo compo-sto da cinque soggetti appartenenti a diverse aree di attività che ha iniziato la propria attività a Dicembre 2011. A conclusione del primo anno di at-tività, il Collegio Etico è in grado di sintetizzare il lavoro svolto in questo periodo e di tracciare gli obiettivi per il futuro.Occorre anzitutto rilevare che il Co-dice Etico non è di semplice applica-zione in quanto si occupa proprio di

quei comportamenti che la legge, gli statuti o i regolamenti non definiscono del tutto. Per questo motivo il Collegio Etico ha dedicato la prima parte della sua attività alla conoscenza appro-fondita di tutti gli articoli e alla mes-sa a fuoco degli ambiti di intervento che il Codice stesso gli attribuisce. Gra-dualmente ha iniziato a prendere in esame alcuni comportamenti (rilevati da componenti interni o pervenuti dai servizi) che si presentano in potenziale contrasto con le buone prassi e con i valori in cui CADIAI si riconosce. I temi che hanno avuto maggiore at-tenzione sono stati quelli inerenti: a) la relazione degli operatori con

gli utenti e i loro familiari e l’a-deguatezza dei comportamenti adottati nella presa in carico delle situazioni più critiche;

b) i rapporti tra colleghi (trasversale a tutti i ruoli) e le azioni volte ad as-sicurare atteggiamenti improntati al rispetto e alla collaborazione;

c) le informazioni e la chiarezza dei ruoli aziendali necessari per raffor-zare l’organizzazione garantendo comportamenti coerenti e mante-nendo vivo il rapporto di fiducia sia all’interno che all’esterno.

Intervenire in questi ambiti in manie-

ra operativa per garantire coerenza con i dettati del Codice Etico non è un compito semplice soprattutto per-chè si corre il rischio di sovrapporsi ad altri organismi. In questo contesto nel corso dell’anno sono stati pre-si inesame ed approfonditi diversi episodi senza arrivare all’apertura di procedimenti formali. La via che il Collegio Etico ritiene opportuno per-correre è quella di promuovere in tutti i modi possibili i valori del Codice Etico cercando di collegarli alle buone pras-si dei servizi, dove, con il contributo di tutte le figure professionali, è possibile procedere alla attuazione degli stessi.A questo proposito nel 2013 si inten-de organizzare incontri di formazio-ne/informazione con i singoli servizi in modo da raggiungere, a cascata, tut-to il personale CADIAI. Verranno inol-tre definiti momenti in cui i lavoratori potranno confrontarsi coi memebri del Collegio Etico in merito alla coerenza di comportamenti con il Codice.Per diffondere in modo più puntuale sia i contenuti del Codice Etico che le funzioni del Collegio verrà predispo-sta una brochure che ne riassuma gli elementi essenziali. n

ta quando dobbiamo ricordare nell’or-dine delle parole in una serie) e inoltre l’attenzione a ricordare è maggiore. L’effetto recenza, invece, dipende dal fatto che l’ultimo elemento della lista è quello che è stato appena registrato nella memoria a breve termine ed è, quindi, disponibile a essere recupera-to più facilmente.L’archiviazione dei dati è utilissi-ma in quanto permette di tenere monitorato l’anziano, verificando il suo stato cognitivo e nello stesso tempo intervenire a stimolarlo attra-

... segue da pag 13

verso esercizi specifici. Sarebbe molto interessare verifi-care, nel corso di un periodo più ampio, l’andamento cognitivo del-le varie aree, cercando di capire se l’esercizio sull’apparato multimediale fornisce effettivamente un manteni-mento o addirittura un miglioramento delle capacità cognitive dell’anziano.Per cui non mi resta che concludere con una domanda: si può riabilitare in un “touch” l’anziano? n

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pari opportunitànumero 38

dicembre 2012

pari opportunitàpari opportunità“Tempo libera tutti”

Aggiornamento sui progetti di conciliazione.

di Vania Zanotti, Resposabile delle politiche per le Pari Opportunità

In data 6 Dicembre 2012 ci è pervenu-ta, da parte della Presidenza del Con-siglio dei Ministri, Dipartimento per le Politiche della famiglia, la comunica-zione ufficiale che il progetto presen-tato da CADIAI, ai sensi dell’art. 9 della Legge 8 Marzo 2000. n° 53 – azioni po-sitive per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, seppur ammissibile parzialmente a finanziamento, non è stato finanziato a causa dell’esauri-mento delle risorse disponibili.È stata data la priorità a progetti che hanno ottenuto un punteggio pari o superiore a 66/100; al nostro proget-to è stato assegnato il punteggio di 57/100. CADIAI, insieme ad Altercoop, supportate, nella parte progettuale, da Cesvip, ha presentato un progetto sul telelavoro, uno sul “fattorino azien-dale” e un progetto sull’istituzione di centri estivi per bambini in età presco-lare e scolare. Tutti gli interventi erano racchiusi in un titolo molto significati-vo, “Tempo libera tutti”. Purtroppo il taglio ai finanziamenti sulla Legge 53 non ci ha reso possibile realizzare servizi utili per la conciliazio-ne tra tempo di vita e di lavoro rivolti alle operatrici e operatori CADIAI con uno o più figli. La necessità di conciliare, soprattut-to per le donne, la partecipazione al mondo del lavoro o alla vita sociale e relazionale, con gli impegni familiari, è elemento fondamentale per le politi-che di pari opportunità.Nel presentare, nel 2011, i progetti sulla Legge 53, CADIAI ha voluto dare un segnale preciso di attenzione ver-so un tema, quello dell’uso del tempo

nella vita quotidiana (tempo di lavoro, tempo di cura, tempo per sé), che è un tema centrale dal punto di vista politi-co e culturale, da non sottovalutare. Le donne hanno un’esperienza diversa, ri-spetto agli uomini, dell’uso del tempo. Ma è sull’uso del tempo degli uomini che ruota ancora il modo di pensare e di organizzarsi di una società.Ridurre però le politiche di pari op-portunità solo ai temi della conci-liazione è rischioso perché si corre il pericolo di delegare alle sole donne l’esclusività delle responsabilità di la-voro in famiglia, sancendo così la di-visione del lavoro fra uomini e donne anche dentro casa.Quando CADIAI ha firmato, nel 2011, la “ Carta per le pari opportunità e l’u-guaglianza sul lavoro” ha voluto, con la sottoscrizione di questo atto, conso-lidare e ampliare le azioni di pari op-portunità che comprendono e vanno oltre il tema della conciliazione.Già nel 1974, anno della sua costitu-zione, CADIAI ha avviato un percorso di emancipazione per le donne garan-tendo loro occupazione e costruendo percorsi professionali tesi a valorizzare il lavoro di cura. Ha poi attivato servizi per l’infanzia maggiormente flessibili e personaliz-zati che tenessero conto dei bisogni delle donne e delle famiglie. Ha tute-lato e tutela maggiormente la mater-nità, ha garantito e garantisce parità di trattamento economico a donne e uomini dipendenti della Cooperativa.Ha permesso e permette percorsi di carriera non discriminanti né per le donne né per gli uomini. Rivolge costantemente particolare at-tenzione alla promozione delle donne nei livelli dirigenziali e attua un co-stante monitoraggio per evitare che si possa creare, percentualmente, squi-librio fra la presenza femminile e ma-schile nei livelli alti di Direzione della Cooperativa.Detto ciò, guai credere che tutto è sta-

to fatto. C’è ancora molto da creare, da ascoltare, da pensare, da innovare, da radicare più in profondità. L’acquisizio-ne della cultura sulle pari opportunità non va mai data per scontata. La goc-cia deve continuare a scavare lenta e inesorabile. Mai perdere la pazienza. Noi donne l’abbiamo, dopo millenni, ormai incorporata nel DNA.Gli anni 2011 e 2012 sono serviti a strutturare, attraverso la nomina della Responsabile delle Politiche per le Pari Opportunità, la revisione del Sistema Qualità in un’ottica di genere, l’inda-gine sugli occupati, i progetti di con-ciliazione, i momenti di formazione, un gruppo di lavoro che si occupa di questo tema. Il prossimo anno sarebbe opportuno consolidare l’ottica di genere nel siste-ma gestionale della Cooperativa e ri-prendere, con continuità, la diffusione capillare dei valori e principi delle pari opportunità. n

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numero 38dicembre 2012

progetti internazionali

progetti internazionaliprogetti internazionali

CADIAI in trasferta a Vienna per il progetto “AGID”

Appuntamento austriaco del progetto europeo volto alla formazione dei professionisti che lavorano con disabili anziani.

di Stefano Grassi, psicologo

È stata una trasferta dai ritmi piuttosto serrati quella che, il 17 e il 18 Dicem-bre 2012, ha portato CADIAI a parte-cipare, presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Vienna, al secondo incontro di coordinamento del Pro-getto Leonardo “AGID”.Il progetto “AGID” (Ageing and Intel-lectual Disability: in italiano invec-chiamento e disabilità intellettiva), che abbiamo già avuto occasione di presentare proprio sulle pagine di questo giornale, e a cui CADIAI colla-borerà attivamente insieme a vari altri partner europei fino al 2014, è stato finanziato dal programma Leonardo dell’Unione Europea, con l’obbietti-vo di migliorare la qualità di vita di persone anziane affette da disabilità intellettive e demenza, migliorando le pratiche e le opportunità educati-ve sull’argomento e fornendo nuovi strumenti agli operatori.In particolare, il progetto si pro-pone di sviluppare e implementa-re una serie di moduli formativi, multimediali e disponibili online in varie lingue europee, elaborati con un complesso sistema di valutazione che permette di incorporare una vasta gamma di modifiche e di suggerimen-ti, via via che emergono dal confronto con esperti, utenti e operatori di tutti i Paesi coinvolti.

Le prime fasi del progetto consiste-vano nell’identificazione, tramite la realizzazione di specifici focus group, dei principali contenuti dei modu-li di formazione, nella suddivisione degli argomenti tra i vari partner, e quindi nell’effettiva realizzazione del-la prima versione di ciascun modulo.Nel mese di Marzo e Aprile 2012 si erano svolti i quattro focus group con-dotti dagli psicologi di CADIAI, Marie Christine Melon e Guido Casamichiela, che avevano coinvolto diversi gruppi di persone, familiari e utenti (apparte-nenti a diverse associazioni), tecnici, coordinatori/responsabili di servizi, educatori e pubblici amministratori.Dall’elaborazione congiunta dei risul-tati emersi era partita poi la fase di

realizzazione, supervisionata dall’U-niversità di Vienna, e in cui ciascun partner ha provveduto a sviluppare lo specifico modulo assegnatole.La prima giornata dell’incontro di Vienna è stata dedicata appunto alla presentazione dei lavori svolti e al-le prime discussioni e suggerimenti emersi, in un clima di collaborazione internazionale davvero stimolante per la crescita professionale dei par-tecipanti.In particolare, CADIAI ha elaborato, approntando uno specifico gruppo interdisciplinare e multiprofessionale composto da medici geriatri, psico-logi ed educatori, il modulo dedica-to all’invecchiamento patologico, trattando delle principali problemati-

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numero 38dicembre 2012

progetti internazionali

progetti internazionaliprogetti internazionali

che sanitarie che gli operatori affron-tano nella gestione di persone con disabilità intellettiva in età avanzata, preferendo un taglio spiccatamente pratico-applicativo.La Fondazione Apemh (Lussembur-go) si è occupata della cura e della pianificazione assistenziale “centrata sulla persona”, realizzando un modu-lo chiaro e incisivo che insiste sulla necessità di un approccio individua-lizzato che si avvalga di tecniche effi-caci nel declino cognitivo come il “life history work” (lavoro biografico e di ricostruzione della storia di vita, con supporti cartacei o digitali).L’Università di Vienna si è occupata della regolazione emotiva e delle stra-tegie di gestione dello stress, dedi-cando ampio spazio all’insegnamento di alcune tecniche di rilassamento

corporeo.L’organizzazione Zonnelied (Belgio) ha realizzato il modulo sulle reti sociali delle persone con disabilità intelletti-va che invecchiano e sull’importanza di valorizzare le relazioni e l’ambiente in cui sono inserite, con un occhio par-ticolare alla gestione dei rapporti con le famiglie.L’Associazione Genert D’Or (Fran-cia) ha prodotto un lungo e comples-so modulo che tratta degli approcci all’assistenza delle persone con disa-bilità, principalmente incentrato sugli atteggiamenti psicologici e compor-tamentali che favoriscono una cultu-ra dell’accoglienza, promuovendo le buone pratiche e riducendo il rischio di abusi e maltrattamenti.L’Università inglese di NorthUm-bria, infine, ha presentato una versio-

ne ancora da completare del proprio modulo sulle teorie psicosociali ri-guardo all’invecchiamento e al benes-sere degli anziani.La seconda giornata della trasferta è stata invece dedicata alle prossi-me tappe del percorso di sviluppo: una valutazione condotta da esperti dei vari moduli, tramite uno specifico metodo chiamato Delphi, e la “messa alla prova” dei moduli, con il primo test su un campione di educatori. Al termine di questa fase, CADIAI avrà poi l’onore di ospitare proprio a Bologna, nel 2013, il successivo incontro di coordinamento; un ul-timo meeting si terrà in Francia nel prossimo autunno, prima della confe-renza finale di presentazione del pro-getto, che avrà luogo nuovamente a Vienna nel Febbraio del 2014. n

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attività socialenumero 38dicembre 2012

attività socialeattività socialeMemorie di guerra, memorie di paceGita sociale al Parco Storico di Monte Sole.

di Laura Piana, educatrice

Conosco queste montagne, questi luo-ghi. Lama di Reno, Panico, Marzabotto. Mio padre è nato a Marzabotto, nel 1941. Da bambina, si andava spesso con tutta la famiglia, a trovare i parenti. Ero piccola la prima volta che ho visita-to il Sacrario di Marzabotto. Sulle gran-di pietre di marmo nero sono ricordati i caduti, raccolti nei loculi ricavati lungo le pareti laterali della cripta, in tombe singole o in urne collettive distinte per località. Nei miei occhi di bambina, ri-manevano impresse le età delle giova-ni vittime, molti bambini, parecchi di pochi mesi, alcuni di pochi giorni.

Sabato 20 Ottobre 2012, ore 9.00 davanti la sede di Via Boldrini, parte la carovana dei soci e degli ospiti per la gita al Parco Storico di Monte Sole. La giornata si prospetta positiva dal pun-to di vista meteorologico, sole, tempe-rature al di sopra della media.

Si parte. Gli zaini coi panini, le scar-pe comode, saliamo lungo il percor-so del Parco; i nostri ospiti, il signor Francesco, un superstite, e lo storico Luca Morini, ci precedono con l’auto. Francesco è anziano e le sue gambe sono troppo stanche per affrontare il percorso. Durante la salita, Giulia ci dà qualche cenno storico e cominciamo ad immaginare come potevano essere questi luoghi settant’anni fa, i campi coltivati, le case abitate da famiglie numerose, il bestiame nelle stalle.La prima sosta è a Caprara di Sopra dove sono visibili i ruderi della droghe-ria-osteria: qui, ci spiegano Francesco e Luca Morini, furono massacrate più di cinquanta persone, che vi si erano

rifugiate.Francesco racconta quello che ha vi-sto coi propri occhi di ragazzo, e ciò che gli hanno raccontato coloro che sono sopravvissuti come lui. I suoi racconti sono strazianti, ma la sua voce calma, ferma. Si percepisce la sua voglia di rac-contare e lasciare una testimonianza.È come se ci dicesse - Non dimenticate, fate in modo che tutto questo rimanga nella memoria di tutti. Che chi è morto, non sia morto invano. Che la storia sia monito alle future generazioni.A San Martino i resti della chiesa rac-contano la strage di altre vittime inno-centi, rifugiatisi in chiesa a pregare e massacrati senza pietà.Presso Casaglia sono visibili i rude-

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attività sociale

attività socialeattività sociale numero 38dicembre 2012

ri della Chiesa di S. Maria Assunta e il cimitero, dove vennero massacrate circa ottanta persone e dove ora ripo-sa don Giuseppe Dossetti, fondatore della Comunità della Piccola Famiglia dell’Annunziata ospitata dai due mo-nasteri di Casetta e Podella. A Cer-piano il massacro durò due giorni, fu perpetrato all’interno dell’oratorio di cui ora restano i ruderi. E ancora, Dizzola e Brigadello, San Gio-vanni di Sotto, Prunaro di Sopra, Pru-naro di Sotto, Aravecchia e Cadotto.Tra il 29 Settembre e il 5 Ottobre 1944 nell’Appennino bolognese, intorno a Monte Sole, le truppe tedesche com-piono il più grande massacro di po-polazione civile perpetrato sul fronte

occidentale durante la seconda guerra mondiale. L’obiettivo è quello di “ripu-lire” un’importante area strategica a ridosso della linea del fronte (la Linea Gotica) dalla presenza dei partigiani. Ma senza cercare il combattimento, piuttosto facendo terra bruciata intor-no ad essi.Francesco era poco più di un bambino allora, ha vissuto il terrore della morte, ha perduto i suoi punti di riferimento, ha perso la propria famiglia, ma le sue paro-le sono state solo di perdono e di pace. Sentire parole di perdono, di spe-ranza da un uomo che ha vissuto quelle esperienze sembra irreale, un sogno… tutte le volte che accen-diamo la tv, tutte le volte che apriamo

un giornale, c’è una parte della nostra umanità che ne esce sconfitta. Intolle-ranza, guerra. Ma poi ho capito, la sto-ria è lì tangibile, ci osserva e sembra interrogarci, dobbiamo solo voltarci a guardarla, per capire, per riflettere, fer-marci un momento e fare in modo che non possa, non debba più accadere.“Questa è memoria di sangue, di fuoco, di martirio, del più vile sterminio di po-polo, voluto dai nazisti di von Kesselring, e dai loro soldati di ventura, dell’ultima servitù di Salò, per ritorcere azioni di guerra partigiana”.(Salvatore Quasimodo, epigrafe alla base del faro monumentale che sorge sulla collina di Miana, sovrastante Mar-zabotto). n

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attività socialenumero 38dicembre 2012

attività socialeattività socialeLa violenza illustrataGiunge alla settima edizione la rassegna di iniziative contro la violenza alle donne cui CADIAI contribuisce.

di Angela Romanin, socia e operatrice di accoglienza della “Casa delle donne per non subire violenza”

Per il settimo anno consecutivo la “Ca-sa delle donne per non subire violenza” ha celebrato con un ampio ventaglio di iniziative il 25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il Festival La violenza illustrata giunto alla settima edizione, anche grazie al sostegno continuativo di CADIAI, mantiene il primato di unico evento nazionale incentrato sul tema della violenza di genere, con l’obietti-vo di diffondere sempre di più il fatto che la violenza è un attacco alla liber-tà di tutte le donne ed esistono mezzi per combatterla. Quest’anno la partecipazione di nu-merosi enti e associazioni ha permesso di offrire una grande offerta culturale con più di 40 eventi tra presentazioni di libri, film, mostre, poesie, immagini ha coperto tutto il mese di Novembre,

facendo diventare l’appuntamento un momento di fondamentale sensibiliz-zazione per tutti. Finalmente il dibattito pubblico ha recepito in pieno la drammaticità del problema della violenza di genere e dei femicidi, e quest’anno il Festival è stato particolarmente ricco di ricerche e iniziative con giornaliste e giornalisti che hanno cercato “le parole per dirlo”. Un buona comunicazione che non col-pevolizzi ulteriormente le vittime, che non frughi nelle loro vite alla ricerca di particolari morbosi, che assegni la responsabilità della violenza a chi la agisce, che lasci parlare “i fatti” e “i nu-meri” della violenza, e metta da parte i miti, gli stereotipi e i pregiudizi che per tanto tempo hanno accompagnato la violenza, come forma di umiliazione e di ricatto contro le donne, impedendo loro di sentirsi autorizzate a chiedere

aiuto, ad avere protezione e a preten-dere giustizia.Tra gli eventi, oltre alla mostra delle “Testimoni silenziose”, con le sagome che simboleggiavano le donne uccise per motivi di genere e alle consuete due serate ad ingresso gratuito al Ci-nema Lumière, sono stati presentati, tra gli altri, i libri di Riccardo Iacona Se questi sono gli uomini. Italia 2012 la strage delle donne, quello della giorna-lista Luisella Costamagna Noi che co-struiamo gli uomini, e quello di Dacia Maraini L’amore rubato. Un convegno con la scrittrice Grazia Verasani ha affrontato il tema Raccon-tare la violenza. La responsabilità della parola, un dibattito a tre voci sul lin-guaggio della violenza e sul cambia-mento negli anni del modo di parlarne; e poi un workshop della fotografa Pa-trizia Pulga; un seminario su Femicidio e violenza contro le donne, le ricerche dei centri antiviolenza, e un altro con la presentazione dei risultati conclu-sivi del Progetto Dafne “Youth4Youth - Promuovere la sensibilizzazione nella prevenzione della violenza di genere tramite l’educazione tra pari”. n

Economia domestica

donne uccise

in casa ogni anno

in Italia

129*

* fonte: Casa delle Donne di Bologna, dato 2011

Cinema, dibattiti, mostre in occasione del 25 novembre: Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

FESTIVAL LA VIOLENZA ILLUSTRATAVII EDIZIONE

Bologna 8 novemBre · 5 dicemBre 2012

Pubblicate le scelte e gli importi del 5 per mille del 2010

A CADIAI destinati 3.776,90 euro.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato le scelte e gli importi relativi al 5 per mille dell’anno finanziario 2010. I dati relativi alla nostra Cooperativa sono:

• numero di scelte: 155• importo scelte espresse: € 3.459,52• importo proporzionale per le scel-

te generiche: € 317,38Totale: € 3.776,90

I fondi raccolti contribuiranno alla realizzazione di progetti rivolti agli utenti dei nostri servizi.Cogliamo l’occasione per ringrazia-re chi ha scelto di destinare in 5 per mille a CADIAI, sostenendo in questo modo la Cooperativa nella realizza-zione di altre iniziative utili al perse-guimento dei propri scopi sociali.

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attività sociale

attività socialeattività sociale numero 38dicembre 2012

Pomeriggi letterari in CADIAI

Incontri ipercalorici tra letture e chiacchiere.

Il gruppo soci sulla partecipazione ci pensava da un po’ ad un momento per condividere quella che sappiamo essere la passione di molti: lettura e scrittura.A ben pensarci, infatti, molti di noi avranno colleghi che si dilettano nello scrivere racconti, poesie o, perché no!, veri e propri libri. Ognuno di noi legge, chi più chi meno; chi appassionato ad un genere, chi cibandosi di tutto, ma si legge. E quindi perché non trovarsi assieme e condividere questi interes-si? In fondo leggere assieme è qualco-sa che sa di antico, come le nonne che raccontavo le storie attorno al camino.Così ci abbiamo provato.

Nonostante la perplessità di alcuni e il pensiero – siamo certi che qualcuno l’ha pensato! – che fosse una cosa un po’ “pesa” o da zie all’inglese. Abbiamo esteso l’invito a tutti i servizi della Co-operativa, a tutti i colleghi, e il 7 No-vembre nel tardo pomeriggio ci siamo incontrati nella sede di via Frisi con tutto l’occorrente: libri, bollitore, tè, ti-sane e biscotti.Fa un po’ sorridere, perché l’idea che diamo può essere un mix tra un cam-peggio improvvisato e il tè delle cin-que, ma è stato un momento davvero divertente, conviviale e anche perso-nale.In fondo leggere un brano di un libro ti mette in gioco, porti all’attenzione degli altri qualcosa che ti ha colpito. E così qualcuno ha letto Proust e la sua madeleine, qualcuno le avventure di un’improbabile cuoca targata Kinsel-la, qualcuno la storia di un coccodril-lo che voleva mangiare un bambino facendoci tornare un po’ nel mondo dell’infanzia. E qualcuno ha solo ascol-

tato, qualcuno ha iniziato a ricordare sapori dell’infanzia e, come spesso ac-cade col cibo, perché questo era il te-ma scelto per il nostro primo incontro, siamo arrivati ad altro, a ricordi di fa-miglia, tradizioni e scambi di ricette. Il tutto continuando a mangiare biscot-ti. In fondo, il tema era il cibo…Il prossimo incontro, per chi ha vo-glia di partecipare, è previsto per fine Gennaio e il tema sarà la neve. Fa ve-nir freddo solo a pensarlo… bisognerà scaldarsi, tè e pasticcini non manche-ranno anche questa volta! n

CADIAI tra i finalisti dell’Oscar di Bilancio 2012Si è svolta il 3 Dicembre a Milano presso la sede della Borsa Italiana, la premiazione dell’Oscar di Bilancio 2012, premio organizzato e gestito dalla FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana volto alla diffusio-ne di una cultura della trasparenza nella rendicontazione, alla chiarezza contabile e ai principi della respon-sabilità sociale. Per la seconda volta consecutiva CADIAI si è qualificata tra i tre finalisti nella sezione Organiz-zazioni Non Erogative No profit con la seguente motivazione: “Il Bilancio esprime in modo completo e traspa-rente l’identità dell’organizzazione,

integrando bene rendicontazione so-ciale ed economica. Particolarmente apprezzabili per qualità ed accuratez-za la sezione dedicata all’esplicitazio-ne degli obiettivi ed al confronto con i

consuntivi realizzati. Da segnalare an-che la pubblicazione del Bilancio pre-ventivo 2012 riferito sia agli obiettivi sociali sia a quelli economici”.

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attività socialenumero 38dicembre 2012

attività socialeattività socialeUna delegazione un po’ speciale…Vista del Sindaco di Seul in CADIAI.

di Lara Furieri, servizio marketing e sviluppo

Una mail come tante, arrivata in una piovosa mattina di Novembre tra mille cose da fare, l’ennesima delegazione…Incrocio la mia agenda con la data richiesta e penso che, anche se con tempi un po’ serrati, ci può stare. Sto per rispondere alla mail, la rileggo con

maggior attenzione e mi casca l’occhio sulla parola Mayor… Mayor?! Se il mio inglese non mi inganna, Mayor signifi-ca Sindaco, la lettera viene da Seoul… oddio!!! Il Sindaco di Seoul chiede di venire in CADIAI?! Rileggo la lettera con attenzione, è proprio così!Come per ogni delegazione, facciamo del nostro meglio per essere acco-glienti e chiari nella presentazione.La delegazione è interessata a cono-scere CADIAI e il Consorzio Karaback in particolare, scegliamo di fargli vi-sitare il nido “Cicogna”, coinvolgendo naturalmente anche il Sindaco di San Lazzaro, Marco Macciantelli.

È una delegazione alla quale voglia-mo dedicare l’attenzione e la cura che abbiamo per tutte le altre ma, inutile dirlo, il Sindaco di Seul è il Sindaco di Seul… Alcuni giorni prima due perso-ne addette alla vigilanza e la prima se-gretaria del Sindaco vogliono vedere il luoghi scelti per la visita, l’esatto per-corso che si farà, le persone presenti e i punti che si vorranno approfondire; la presentazione era già stata inviata con una settimana d’anticipo, insom-ma… i preparativi fervono e la preoc-cupazione di fare tutto “per bene” è sicuramente presente.È il giorno della visita, il Sindaco è ve-

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attività sociale

attività socialeattività sociale numero 38dicembre 2012

I prodotti di Libera Terra in CADIAIPer il secondo anno è stato organizzato un GAS con Libera.

L’anno scorso ci avevamo provato, era stata un’esperienza impegna-tiva, un po’ caotica e faticosa, ma aumentare le attività in collabora-zione e a favore di Libera Terra era uno degli obiettivi che CADIAI si era prefissa e quindi il tentativo andava fatto. E, visto che un buon risultato, nonostante tutto, c’era stato, abbia-mo pensato di riprovarci.Così, con maggiore autonomia, ci siamo messi nuovamente in con-tatto direttamente con chi gesti-sce i GAS a Palermo e, sorpresa!, abbiamo scoperto che il sistema di gestione degli ordini era stato mo-dificato e migliorato rispetto all’an-no passato, anche grazie alla nostra esperienza e ai nostri suggerimenti.Quindi, non più ordini via mail che poi non sai mai se la merce è davve-ro a disposizione visto che gli ordini sono in continuo movimento, ma un sistema online in cui registrarsi e quindi ordinare ciò che si desidera, vedendo in tempo reale le eventua-li mancanze e rifornimenti. Questo sistema ha semplificato no-tevolmente il tutto, riducendo di-sguidi e criticità. Poi, come è ovvio che sia, purtroppo, qualche proble-mino c’è stato, visto che il GAS vuole coinvolgere tutti i servizi di CADIAI. E così qualche fax non è arrivato, c’è stato qualche ordine ritardatario, ma globalmente possiamo dire sia stata una buona esperienza, anche migliore dell’anno scorso in termini di efficienza.

E così, il 19 Dicembre, un angolo della Cooperativa si è nuovamente trasfor-mato, per alcuni giorni, in un piccolo magazzino di pomodorini, composta di arance, paté di carciofo, tarallini pugliesi e varie tipologie di pasta e di vino per un corrispettivo di circa 700€.Si tratta di un risultato importante vol-to alla crescita delle cooperative che lavorano sui beni confiscati alle mafie, non solo in termini economici, ma pro-muovendo i prodotti stessi, facendo conoscere queste realtà a chi ci sta at-torno, specie in quest’anno durante il quale hanno subito gravissimi attacchi incendiari dalle mafie.La scelta di costituire un GAS, infatti, non significa solo l’acquisto di determi-nati prodotti, magari reperibili anche nella grande distribuzione o in negozi specifici, ma si caratterizza per moti-vazioni di tipo etico, di sostegno alle cooperative di Libera perché possano crescere in esperienza e organizzazio-ne, proprio come ci dimostra il cambia-mento rispetto all’anno passato.Anche questa volta ci sembra di poter dire che abbiamo raggiunto un buon risultato e, perché no!, di aver getta-to forse le basi perché il GAS natalizio coi prodotti di Libera Terra diventi una piccola tradizione per CADIAI. n

stito di blu, ha una faccia simpatica, si avvicina con un sorriso solare e con molta naturalezza ci stringe le mani in modo caloroso.Il tavolo della sala corsi è adornato di bouquet di fiori, la presentazione, fatta dalla nostra Presidente, ha tutti i toni dell’ufficialità di chi sta acco-gliendo un ospite di riguardo, ma presto arrivano le domande di chi è sinceramente e profondamente inte-ressato a capire il progetto, il perché e il come… la formalità inizia a scemare e rimane il vivo interesse di raccontare chi siamo e di scoprire, da parte loro, che cosa significa una cooperativa.Ci si scambiano gli omaggi e ciascun Paese rappresenta, come meglio può, le cose che più lo caratterizzano; noi decidiamo di regalare al Sindaco e tut-ta la delegazione una grande cesta di prodotti di Libera Terra perché anche questo rappresenta il nostro Paese e, anche in questo, noi ci identifichiamo.La visita al nido “Cicogna” ha rappre-sentato uno scambio molto vero e sentito; il Sindaco di San Lazzaro, Mar-co Macciantelli ha introdotto i saluti ribadendo come “i bambini di San Lazzaro, come quelli di Seul, hanno lo stesso diritto all’educazione, al gioco, alla felicità, e questa è una filo che ci lega in modo molto profondo”.I responsabili gestionale e pedagogici hanno descritto il funzionamento del nido e il Sindaco di Seul ci ha salutati dicendo che “le parole sentite erano arrivate diritte al suo cuore”.È di pochissimi giorni fa la lettera di ringraziamento che abbiamo ricevu-to da Won-soon Park, Sindaco di Seul, con la quale, in modo estremamente caloroso, ci ringrazia per la cordia-le ospitalità e si congratula per l’alta qualità educativa dei nostri servizi, augurando a CADIAI “All the best”, un buon auspicio per il nuovo anno che inizia. n

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Casa Residenza “La Torre”

Il 22 Ottobre 1959 il Comune di Gallie-ra inaugura un edificio scolastico pro-gettato dall’architetto Zacchiroli, è una scuola elementare molto bella, su due piani con un ampio giardino esterno. A fine anni ’80, dato il cambiamento dei bisogni della popolazione di Galliera, si decide di riconvertire l’edificio scola-stico in casa protetta per gli anziani. Il Comune decide di affidare all’architet-to Romano Reggiani di San Giorgio di Piano la redazione del progetto di ri-strutturazione e trasformazione dell’e-dificio. Nel 1990 il Consiglio Comunale affida la gestione della casa protetta alla Cooperativa CADIAI.Il 6 Ottobre 1990 la Casa Protetta “La Torre” è stata inaugurata. Da allora non è cambiata, la caratterizzano i due ca-mini che creano una calda atmosfera familiare. Il camino esterno viene uti-lizzato per goduriose grigliate in gior-nate festose mentre il focolare interno accoglie anche il presepe natalizio ed è il fulcro della convivialità della casa. Casa… è esattamente la parola che sentiamo più pronunciare dai fami-liari che vengono per la prima volta

a far visita alla struttura, forse carichi dell’angoscia e dell’idea di portare il proprio caro in un “ricovero” freddo ed impersonale. E si stupiscono quando trovano il caldo parquet che ricopre i pavimenti, toni caldi alle pareti, letti in legno, il divano nell’angolo caffè e la grande sala da pranzo con la graziosa finestrella della cucina da cui escono piatti profumatissimi… Già perché un altro punto forte della Casa Residenza “La Torre” è la cucina interna con cuo-chi eccezionali e creativi che sanno preparare menù sempre sfiziosi e rie-

scono a tirar fuori un cigno da un me-lone e un fiore da un ravanello.La grandissima palestra è stata pur-troppo danneggiata dal recente terre-moto e per ora non è agibile, si spera di poterla ripristinare al più presto, ma fortunatamente la deambulazione e gli esercizi fisioterapici sono comun-que possibili grazie agli ampi spazi interni ed esterni della struttura. Con la bella stagione infatti gli ospiti gra-discono molto soggiornare e svolgere attività nel grande terrazzo verandato che si affaccia sul giardino.

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Ad oggi la Casa Residenza “La Torre” ha accolto più di 344 anziani del ter-ritorio, in principio era funzionante anche un servizio di Centro Diurno ma data la scarsa affluenza si è de-ciso di mantenere solo la formula di residenza.La Casa Residenza “La Torre”’ si trova in via Coronella 75 a Galliera, a circa 30 Km da Bologna e facilmente raggiun-gibile sia in auto, percorrendo la strada provinciale Bologna-Ferrara e seguen-do le indicazioni da San Pietro in Casa-le per Galliera, sia con i mezzi pubblici, usufruendo del treno o del bus 97 da Bologna fino a San Pietro in Casale, poi, su prenotazione, del servizio Pron-tobus che da San Pietro in Casale con-duce direttamente alla struttura.La struttura è articolata su due piani e dispone di 37 posti di cui 4 in camera doppia e 33 in camera tripla.

Al servizio residenziale, operativo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, si ac-cede tramite graduatoria dell’Azienda USL di Bologna, Distretto Pianura Est.Il personale è costituito da una coor-dinatrice responsabile, una segretaria amministrativa, diciassette assistenti di base/operatori socio sanitari, un medico di base, una fisiatra, una psi-cologa, tre infermieri professionali, un fisioterapista, una logopedista, una cuo-ca, due aiuto cuochi, due addette alle pulizie. n

Ricominciamo dalla Scuola dell’Infanzia

CADIAI amplia il numero delle sezioni gestite a San Lazzaro.

di Gloria Verricelli

Da Settembre 2012 i Servizi generali di San Lazzaro si sono ulteriormen-te ampliati ed hanno portato alla

gestione complessiva di tre sezioni di Scuola dell’Infanzia comunali. Il lavoro pioneristico svolto l’anno scorso dal-le nostre insegnanti è stato premiato, testimoniato anche dalla buonissima valutazione dei questionari di soddi-sfazione restituiti dalle famiglie inter-pellate; ricordo che abbiamo iniziato proprio a Settembre 2011 con la ge-stione di una sola sezione, triplican-dole il numero ad oggi. Il rapporto di fiducia e collaborazione con questa amministrazione continua positiva-mente nell’ottica di offrire sempre più

risposte ai bisogni della cittadinanza, risposte qualitative ed efficienti. n

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Nonno Geppetto

Con una bellissima recita natalizia terminano i laboratori all’Ospedale S. Orsola degli anziani dei Centri Diurni CADIAI con i bambini di pediatria.

di Anna Chiara Achilli, musicoterapeuta, coordinatrice attività dei Centri Diurni

Come iniziano le favole?! Ah sì! “C’era una volta tanti mesi fa tanti, anzi… tantissimi… nonni, che andavano nel reparto pediatrico di un ospedale di Bologna, per costruire insieme ai bam-bini malati tanti oggetti con diversi materiali da poter portare con sé nelle proprie stanzette di ospedale”.Potrebbe sembrare l’inizio di una bel-lissima favola che invece è diventata realtà nel corso di tutto questo 2012: infatti, a cadenza mensile, sette an-ziani di ogni Centro Diurno gestito da CADIAI, i nostri “Nonni Geppetto”, hanno costruito assieme ai bambini dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna maschere per il carnevale, tovagliette per la colazione, stelle di Natale e per-fino strumenti musicali.Infatti, visto l’enorme entusiasmo di tutta l’équipe medica e il successo del progetto precedente si è pensato an-che quest’anno di replicare la colla-

borazione con il Gozzadini, grazie al supporto prezioso dell’Associazione ‘Amaci’ che ci fa da tramite.Il progetto Nonno Geppetto è iniziato a Novembre dello scorso anno e termi-nato il 12 Dicembre scorso e ha visto la partecipazione: del Centro Diurno “Castelletto” del Quartiere Savena, il Centro Diurno “Tulipani” del Quartiere San Donato, il Centro Diurno “Cà Maz-zetti” di Casalecchio di Reno, il Centro Diurno “Pizzoli” del Quartiere Navile, il Centro Diurno “Villa Arcobaleno” del

Comune di San Lazzaro.Ha avuto come finalità principale di permettere agli anziani di essere i catalizzatori di un percorso di aiuto al fine di aumentare il legame sociale e generazionale all’interno del gruppo per prevenire le malattie sociali di di-sadattamento e solitudine, spostando l’attenzione verso l’altro, sia per l’an-ziano che per il bambino, distoglien-doli così dalle problematiche legate all’età o alla malattia di degenza.È una collaborazione che i Centri Diur-

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ni conservano oramai da due anni e ci è piaciuta concludere con una reci-ta natalizia dal titolo “Lo sciopero di Babbo Natale”.La storia, ambientata dietro uno scena-rio prettamente televisivo, un grande televisore al plasma (anch’esso costru-ito dal Centro Diurno “Cà Mazzetti”), racconta di un Babbo Natale stanco di non essere considerato adeguata-mente dai bambini, se non per portare i regali più strani del mondo e solo alla moda, per questo comunica ai mass media che non avrebbe portato regali a nessun bambino, ma solo ed esclu-sivamente agli animali del mondo. Il presentatore, intervistando gli animali (erano impersonati dagli anziani), no-ta con sua grande sorpresa che anche loro si sono adeguati ai tempi e chie-dono, nella loro letterina, i regali più alternativi: il lupo una dentiera nuova per assaporare meglio la carne; le pe-corelle un manto nuovo, nero, di lupo; il cammello desidera bere coca cola e mangiare nutella; l’ape non vuole pro-durre miele ma punzecchiare il sede-rino dei bambini e perfino il gallo non

vuole alzarsi di buon mattino perché desidera andare in discoteca la sera con le sue amiche galline e così via. Il tutto inframmezzato da pubblicità na-talizie tra le più strane e originali: per-fino le renne di Babbo Natale, fiacche dal duro lavoro, potevano acquistare sotto le feste un integratore per loro, “RENNOFORT”.La storia si conclude con Babbo Nata-le che, rimanendo esterrefatto dalle strane richieste degli animali, decide

di tornare sui suoi passi ascoltando le richieste dei bambini nel pubblico in sala e si convince a portare loro i regali.In un clima molto commovente e fe-stoso, dopo la distribuzione dei regali natalizi, interamente realizzati dagli anziani di ogni Centro Diurno, non ci resta che concludere con una frase ti-pica delle favole ma con un eco di spe-ranza per i bambini ammalati: e vissero tutti felici e contenti, ognuno nel calo-re della propria casa… Auguri! n

Il percorso di Audit nelle Case Residenza per anziani

Il 10 Dicembre 2012, presso l’Aula Magna dell’Ospedale Bellaria, si è tenuto un seminario sui risultati del percorso di verifica avviato dall’Azienda Usl nel 2011.

di Marie Christine Melon, psicologa

Da diversi anni l’Azienda Usl di Bolo-gna è impegnata in un’azione di mi-glioramento della qualità dei servizi offerti nelle strutture residenziali per

anziani, che coinvolge i gestori dei 55 servizi accreditati. Nel 2011, in partico-lare, ha avviato un percorso di verifica sul miglioramento della presa in carico degli anziani con demenza e sull’ap-plicazione dell’Atto di Indirizzo sulla Nutrizione. Il progetto è stato seguito da un Gruppo di Lavoro Multiprofes-sionale (GLAM) al quale hanno par-tecipato anche rappresentanti degli enti gestori, fra cui Piera Franceschel-li, infermiera della Casa Residenza “La Torre”. È stata avviata una raccolta dati presso tutte le strutture accreditate e nell’analisi dei dati raccolti sono state evidenziate le aree di criticità. Succes-sivamente ogni residenza ha elabora-to due progetti di miglioramento, uno per l’area demenze e l’altro per l’area alimentazione, che sono stati realizzati

e valutati nel corso del 2012.Il seminario è stata l’occasione per condividere i risultati del progetto Au-dit e anche per fare il punto sul nuovo progetto avviato nella primavera del 2012, che riguarda gli invii in Pronto Soccorso da parte delle case residen-za. Nel pomeriggio è stata presentata una selezione dei progetti più signi-ficativi realizzati dalle strutture: per il “Centro Integrato Anziani” di Granaro-lo, Francesca Lancellotti ha presentato il progetto ‘Individuazione dei fattori di rischio per malnutrizione’, che si è avvalso anche dei dati rilevati con l’im-pedenziometria. “Il Corniolo”, invece, ha presentato nella Sessione Poster un lavoro sulla standardizzazione della ‘prova dell’acqua’ nella valutazione del rischio di disfagia. n

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Piccoli movimenti colorati

Laboratorio teatrale al nido d’Infanzia “Balenido” di Casalecchio di Reno.

a cura del gruppo di lavoro

Martedi 5 Giugno una fatina danzatri-ce dai lunghi capelli e un mago pittore hanno bussato alla porta di un nido a forma di balena nel comune di Casa-lecchio.Sono entrati dispensando sorrisi a tut-ti i bimbi che li osservavano attenti e curiosi, hanno steso un grandissimo foglio bianco sul pavimento di legno e hanno aspettato che calasse il silenzio. Un silenzio pieno di aspettative e di magia che ha avvolto dolcemente tutti i bimbi presenti, quel silenzio stupito che accompagna sempre la comparsa della bellezza e della poesia.Poi, improvvisamente, la fatina dan-zatrice si è trasformata in un piccolo punto bianco sul bianco del foglio, ha esplorato lo spazio e ha cercato nuove possibilità di essere e divenire.Ha lasciato che il mago pittore, al suo-no di un carillon, le offrisse colori: il ros-so, il giallo, il blu.Gessetti, pastelli, tempere e pennelli, con cui creare le onde del mare, il sole giallo da cui farsi scaldare, fiori da an-nusare e colline dolci dove rotolare ma

anche un grande mostro da cui non si può scappare, un mostro da affronta-re, sconfiggere per poi festeggiare la vittoria.Il punto bianco ormai è colore nel colo-re, è forza e movimento e vuole andare.Prende una vecchia valigia, la apre; ciò che non gli serve più lo lascia al mondo da cui finora si è fatto cullare: un bavaglino al gatto, un ciuccio al pesce, piccole scarpette da bebè al ca-ne. Per sé prende una gonna colorata e svolazzante, una giacca calda e due bellissime, comode scarpe rosse col tacco ticchettante. Un saltello qua, un saltello là e poi, oplà, un salto fuori dal foglio, fuori dal quadro, perché le vie del mondo ci aspettano, e basta una valigia leggera, una giacca comoda, una gonna svolazzante e belle scarpet-te rosse, per danzare, per correre, per andare.E improvviso il silenzio attento con cui i

bimbi hanno seguito la storia si rompe in una danza collettiva, tutti si alzano, seguono la fatina nei saltelli, la circon-dano, battano le mani, pieni di gioia. Saltello dopo saltello i bimbi tornano in classe e la fatina e il mago scompaiono, ma proprio come ogni grande emozio-ne lascia una traccia nei cuori, così di questa storia rimane nella pancia della balena, che la storia l’ha accolta, quel grande foglio ormai non più bianco ma pieno di segni, di fiori, di vita.Grazie a Teatri Imperfetti, con Maria El-lero e Gianni Franceschini, che ci han-no donato una delle loro tante belle storie e grazie a NaturaSì che ha reso questo incontro possibile, finanziando lo spettacolo, perché crediamo ferma-mente che permettere ai bambini di stare vicini all’arte, sia fondamentale per creare uomini pieni di bellezza e di poesia e coi tempi che corrono non è poca cosa. n

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Aspettando “Santa Lucia”Mercatini di Loiano.

La Casa Residenza “Simiani” di Loiano nei mesi di Luglio e Agosto in occasio-ne del “Mercatino per le vie del paese” con gli ospiti e gli operatori ha parte-cipato ai mercatini esibendo i propri lavoretti (fatti tutti rigorosamente a mano).Sono stati due mesi molto impegnati-vi ma altrettanto pieni di gioia ed en-tusiasmo.Nei mesi precedenti all’evento un gruppo di ospiti tra i 103 e gli 83 anni ha messo in campo tutte le proprie co-noscenze riguardo il cucito, l’uncinet-to, la pittura, il collage e chi più ne sa più ne metta.È stata la prima esperienza per le nostre abili operaie e astute com-mercianti; dovevate vedere come si prodigavano a spiegare l’articolo nei minimi dettagli e vi assicuriamo che nessuno andava via a mani vuote… Inoltre abbiamo usufruito della gran-de disponibilità e abilità di un familia-re navigato in queste esperienze.Come dicevamo appunto, in attesa di Santa Lucia, il nostro gruppetto di ar-zille giovinette si è rimesso all’opera e sta preparando un’infinità di artico-li per tutti i gusti: quadretti, addobbi natalizi, presine… ma non vogliamo

svelarveli tutti. Abbiamo ripetuto questa esperienza domenica 16 Ottobre in occasione della “Festa della Castagna” e potrete venirci a trovare domenica 16 Dicem-

bre, appunto, per i Mercatini di Santa Lucia. Inoltre nel periodo precedente il Natale esporremo i nostri lavoretti all’interno della Residenza, vi aspettia-mo numerosi. n

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Un quarto di secolo, fra ricordi e progetti

Il Centro Diurno “Mauro Pizzoli” ha compiuto venticinque anni con una colorata e partecipata festa.

a cura degli operatori del Centro Diurno

Lo scorso 16 Novembre abbiamo fe-steggiato il venticinquesimo anniver-sario dell’apertura del Centro Diurno “Mauro Pizzoli”, il primo centro diur-no di Bologna, nato nel lontano 1987 dalla felice intuizione di dare aiuto e sollievo alle famiglie del territorio e di facilitare la socializzazione e il relazio-narsi per tanti anziani ancora in gran parte autosufficienti.Negli anni l’utenza e le esigenze si sono andate, almeno in parte, modifi-cando ma il nostro Centro rimane un piccolo riferimento per tante famiglie e tanti anziani del Quartiere Navile.In questi venticinque anni sono tan-

te le persone che sono passate dal “Pizzoli” e che ne hanno condiviso un pezzo di strada: tantissimi ospiti, tanti volontari, tanti operatori e re-sponsabili: di questi, molti erano quelli che hanno voluto festeggiare questa ricorrenza con chi – oggi - lo frequenta e vi lavora. È stato commovente rivivere tante esperienze e tante attività, ricordare episodi ed avventure, condividere ricordi. Molte le manifestazioni di vicinanza ricevute da chi, impossibilitato ad es-sere presente, ha voluto ricordarci con simpatia da lontano: fra i tanti, ricordia-mo Rita Ghedini, già presidente di CA-DIAI, che - da Roma - ha voluto inviarci un pensiero e un bellissimo mazzo di fiori a testimonianza del suo affetto per tanti di noi e per i nostri anziani, come piccolo segno del comprensibile orgo-glio per il lavoro che la nostra Coope-rativa ha saputo svolgere, condurre ed arricchire nell’ininterrotta gestione del questo Centro.Ci hanno onorato della loro presen-za tanti assistenti ed operatori che hanno collaborato all’apertura e nella “costruzione” negli anni del nostro Cen-tro Diurno; era con noi anche il fratello di quel Mauro Pizzoli al quale il nostro Centro è intitolato e, a rappresentare l’Amministrazione Comunale, l’asses-sore Amelia Frascaroli, il Presidente del Quartiere Daniele Ara, Maurizio Maccaferri Responsabile Servizi per la Domiciliarità e Progetti Sperimenta-li ASP Giovanni XXIII e la Presidente di

CADIAI, Franca Gulielmetti. Foto, immagini, ricordi, musica: il nostro è stato un compleanno gioioso, sereno e caloroso, una festa nella qua-le abbiamo fatto di tutto per rendere gli ospiti di oggi protagonisti, destina-tari di una attività che per loro è pen-sata e a loro è stata rivolta e dedicata.A tutti è stata data la possibilità di lasciare un segno del loro passaggio invitando a scrivere una frase nell’”an-golo dei pensieri”: fra i tanti – a con-clusione di questo breve ricordo – un estratto di quelli che, più degli altri, riescono a sintetizzare l’affetto, la gra-titudine, la dedizione che hanno carat-terizzato la presenza e l’azione della nostra struttura nel tessuto umano della nostra città. n

Centro Diurno per anziani “Mauro Pizzoli”

via Agucchi 300, Bologna

Interverranno

Daniele Ara Presidente Quartiere Navile

Amelia Frascaroli Assessore Servizi Sociali del Comune di Bologna

Luca Rizzo Nervo Assessore Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria del Comune di Bologna

Franca Guglielmetti Presidente CADIAI

Maurizio Maccaferri Responsabile Servizi per la Domiciliarità e Progetti Sperimentali ASP Giovanni XXIII

Musica popolare con Associazione della Furlana Seguirà buffet in collaborazione con CAMST

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Venticinquennale del Centro Diurno per anziani “Mauro Pizzoli”

Consorzio Cooperativo per la

gestione dei servizi per gli anziani

Venerdì 16 Novembre 2012 - Ore 14.30

Mauro Pizzoli, campione del ciclismo e Partigiano, 1924-1944

COMUNE DI BOLOGNAQuartiere Navile

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In buone mani

Presentato il diciassettesimo Quaderno CADIAI a cura dei Settori Residenze Anziani e Socio Assistenziale.

di Stefano Grassi, psicologo

Il 12 Dicembre 2012 è stato presenta-to, presso la residenza assistita “Parco del Navile”, il diciassettesimo volume della collana Quaderni CADIAI, intito-lato “In buone mani - Percorsi di ricer-ca a sostegno della cura”.A introdurre la serata la Presidente di CADIAI, Franca Guglielmetti, che ha proposto una riflessione sull’origina-rio significato della parola latina pie-tas, in particolare nella sua accezione di rispetto e di amore per la famiglia intesa come unità e custode di valori e tradizioni.Proprio alla necessità di valorizzare questo patrimonio culturale è sta-to poi improntato l’intervento di Massimo Peron, Vicepresidente del Quartiere Navile, che ha sottolineato l’importanza di coinvolgere attiva-mente utenti, familiari e fornitori di servizi per raggiungere pratiche di cura davvero sostenibili e di qualità, in un momento storico in cui occor-re riflettere in maniera costruttiva sul lavoro dell’assistenza e sulle sue pro-spettive economiche e sociali.La presentazione è stata poi prose-guita dagli autori del volume, che, co-

me ben evidenziato dal titolo, nasce dall’impegno costante profuso da CA-DIAI nel collaborare con le Università e gli enti del territorio a progetti di ricerca e attività di diffusione scientifi-ca, con l’obiettivo di fornire un contri-buto significativo a quell’assistenza di qualità che sempre più appare come la necessaria conseguenza dell’unio-ne armonica tra la teoria e la pratica, tra le competenze e l’aggiornamento continuo.La pubblicazione è stata curata da Marie Christine Melon, psicologa e re-sponsabile della qualità per il Settore Residenze Anziani, e tratta della ricer-ca, condotta nel 2011 dal professor Rabih Chattat dell’Università di Bolo-gna su un numeroso gruppo di fami-liari (in inglese: caregiver) di persone con demenza. A questa ricerca hanno partecipato diverse organizzazioni del territorio, come consultori, centri esperti per le demenze e associazioni di volonta-riato, oltre alla quasi totalità delle re-sidenze di CADIAI: i risultati offrono una importante chiave di lettura per la comprensione della particolare condi-zione e degli specifici bisogni psicolo-gici e sociali di chi si prende cura, sia nei contesti residenziali che domicilia-ri, dei propri cari che soffrano di malat-tie neurodegenerative.Il Quaderno prosegue poi con lo stu-dio condotto da Anna Chiara Achilli, musicoterapeuta e coordinatrice delle attività dei Centri Diurni, nel contesto semi-residenziale del Centro Diurno “Villa Arcobaleno”. Analizzando l’effet-

to dell’assistenza erogata sulle con-dizioni di anziani affetti da demenza e sul benessere psicologico dei loro caregiver, la ricerca traccia un quadro preciso delle caratteristiche di ospiti e familiari, completato da alcune inter-viste e riflessioni degli operatori che lavorano nel Centro Diurno.Conclude il volume una rassegna di alcuni recenti studi internazionali sul ruolo e sul coinvolgimento dei familiari nelle residenze per anziani, che insiste sull’importanza di costruire relazioni positive e una cultura della collabo-razione, per valorizzare i contributi di tutti nell’ottica di un miglioramento continuo delle pratiche di cura.“In buone mani - Percorsi di ricerca a sostegno della cura” è disponibile nel-le strutture CADIAI e in formato digita-le sul sito della Cooperativa. n

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Il nido “Giovannino”... un nido colore

Modifiche architettoniche a misura di bambino.

di Daria Quaglia, pedagogista

L’ambiente di vita quotidiana dei ser-vizi nido ha risentito negli anni, sia a livello architettonico che organizzati-vo, delle idee che hanno attraversato il modello nido. Dalla centralità delle sezioni, luogo esclusivo dei gruppi di bambini afferenti a quello spazio, ai nidi piazza, con le sezioni che si affac-ciavano su un salone molto ampio nel quale i bambini avevano la possibilità di riunirsi tutti insieme, al pensiero at-tuale che vede i bambini divisi in picco-li gruppi e con la possibilità di avere a disposizione piccoli spazi che permet-tono anche attività individuali. Questa nuova riflessione sull’abita-re lo spazio da parte dei bambini che trascorrono molto tempo al nido ci ha portato a considerare necessaria una revisione del salone del nido “Giovan-nino” che era stato diviso in due spazi con l’utilizzo di alcuni mobili, ma che non ritenevamo fosse concluso come intervento perché non ci convinceva quella suddivisione. Ritenevamo ci fosse uno spreco di spa-zio e anche l’aspetto estetico del conte-sto costituiva un elemento significativo della volontà di cambiare. L’occasione si è presentata con il coinvolgimento dello studio di design Salamanca, di

Lucy Salamanca e Dario Campo, due persone che si occupano di materiali montessoriani, di spazi per bambini e di giocattoli, oltre che di fair trade e mercato equo e solidale. Sono entrambi architetti con un lungo curriculum di collaborazione con l’a-zienda di arredi per la prima infanzia Gonzaga. Da alcuni anni la nostra Co-operativa partecipa al Salone del Sana, in particolare nel settore del Sana Kids, insieme ad alcune aziende che sono nostre fornitrici e che si qualificano per i loro prodotti biologici; lo stand è stato curato in particolare da Lucy, architetta molto creativa ed espressiva. In questo contesto si è venuta a crea-re l’occasione in quanto un’azienda di pigmenti e quindi di colori ecocom-patibili cercava un servizio nel quale sperimentare i suoi colori per potere presentare il progetto al Sana. Ci siamo incontrate con Lucy e ab-biamo condiviso l’idea ontologica di spazio, che facilita le interazioni co-municative e, per questo, prevede che lo si possa fare in spazi, limitati, di un ambiente con colori naturali: il bianco non è un colore, non esiste uno spazio bianco in natura se non quando nevica e i nostri sensi lo percepiscono come un luogo privo di vita. E ancora abbiamo preso la decisione di

creare contesti raccolti e protetti che incentivano l’autoorganizzazione e permettano ai bambini la permanenza nello spazio ludico, impedendo l’inter-ruzione casuale dell’attività e le solleci-tazioni non cercate, magari da parte di un compagno. Tutto questo si è venuto delineando e si è concretizzato in una serie di pannelli a diversa altezza che dividono lo spazio, lo racchiudono, ma nello stesso tempo ne ampliano le pos-sibilità di utilizzo. Sono nati degli angoli di interesse, la cucina, la biblioteca, il laboratorio del-le attività grafico pittoriche, l’angolino della casa delle bambole, l’angolo del rilassamento e lo spazio delle attività di movimento. Da due a molti. I colori utilizzati sono stati il verde e l’azzurro, con piccoli spazi gialli, sono i colori che vediamo continuamente quando giria-mo lo sguardo durante una passeggia-ta in campagna. Con il passare del tempo stiamo osser-vando l’utilizzo che ne fanno i bambini e, anche se percepiamo lo sforzo che le colleghe educatrici stanno facendo per conciliare questo nuovo modello di nido con le difficoltà di gestione dei bambini, oggi troppo disorganizzati e liquidi, come scrive Manuela Trinci, non dubitiamo che proprio per questo sia necessario offrire ai bambini un mo-

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ta al Centro Diurno per anziani che ha sede proprio di fronte al nostro nido. Questa visita ai nonni è stato un mo-mento carico di emozioni. Un gruppo di nove bambini accompagnati da due educatrici e una nonna con il proprio bambino, che in quel momento stava effettuando l’inserimento, si sono re-cati al Centro Diurno. “Appeso” ad un filo di lana si è srotolato un festoso tre-nino di voci che ha attraversato questa breve distanza. Varcata la soglia i bam-bini, stupiti e circospetti, si sono la-sciati guidare dalle educatrici e si sono seduti al centro di una sala con i nonni tutti intorno che, sorridenti e visibil-mente commossi, esternavano la loro gioia “Mo che bèl fangeén, guerda cum l’è bèla cla ceina!”. Ci siamo presentati

e abbiamo regalato la nostra dispensa di canzoncine, dopo abbiamo cantato tutti insieme e i nonni ci hanno letto alcune poesie sul Natale. Alcuni bim-bi più grandi ed intraprendenti hanno interagito con alcuni nonni lascian-dosi coccolare e “chiacchierando” con loro. Si leggeva negli occhi dei nonni la tenerezza di ricordi e la voglia di ri-spolverarli: “Al mÌ anvåud l à la so étè”. Ci siamo sentiti tutti un po’ a casa, accolti in una grande famiglia, dove i gesti gli sguardi degli operatori sono carichi di grande rispetto e professionalità. Noi pensiamo che questo “primo ponte” abbia inaugurato l’avvio ad una pros-sima programmazione fatta di nuovi percorsi insieme. n

Andiamo a far visita ai nonni…

I bambini del nido d’infanzia “Giovannino” fanno visita agli anziani dell’Asp Giovanni XXIII.

a cura del gruppo di lavoro

In occasione della ricorrenza del 2 Dicembre 1971, anno della appro-vazione della legge 1044 che segnò l’avvio delle politiche nazionali a be-neficio della prima infanzia, il nido “Giovannino” ha aderito all’iniziativa del Gruppo nazionale Nidi e Infanzia che sollecitava una riflessione per ri-portare i bambini al centro delle poli-tiche e rilanciare un piano nazionale per i nidi e la scuola dell’infanzia. Facendo riferimento al progetto che ha visto la nascita di questo nido, “creare percorsi di interazione, di scambi intergenerazionali tra il bam-bino e l’anziano” e al desiderio che muove entrambe le organizzazioni, l’Asp Giovanni XXIII e il nido “Giovan-nino” a creare e progettare momenti di scambio, il gruppo di lavoro ha or-ganizzato un paio di iniziative coin-volgendo direttamente l’Asp.È stata preparata così una mostra fo-tografica dal tema “Il tempo al nido” e che è stata allestita in uno spazio esterno di proprietà dell’Asp Giovan-ni XXIII, che gentilmente ci è stato messo a disposizione.Lunedì 3 Dicembre vi è stata una visi-

dello di vita quotidiana più slow. Un modello di vita nel quale è ancora possibile la concentrazione e impe-gnarsi ad utilizzare un materiale rici-clato che non è un giocattolo, ma che lo diviene grazie all’interesse del bam-bino che lo manipola. I pannelli che abbiamo posizionato nel salone sem-

brano costruire un paesaggio urbano e nello stesso tempo le mura di un castel-lo, di qui forse una ulteriore riflessione: la correzione di uno sguardo, come scrive Sacchetto sul quaderno Questa è un’altalena - sguardi e contesti nel nido d’infanzia ferrarese, i servizi educativi in cui crediamo, in cui lavoriamo, che

studiamo nei dettagli per potere me-glio curare i bambini che accogliamo, stanno dentro un paesaggio urbano e, nostro malgrado, le sensazioni e le per-cezioni che questo ci dà si riflettono dentro i servizi trascinando dentro di noi anche le misure di protezione che immaginiamo indispensabili. n

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Terza edizione delle “Nonnolimpiadi”

Giochi di squadra per gli anziani dei Centri Diurni.

a cura degli operatori dei Centri Diurni “Castelletto”, “Tulipani” e “Cà Mazzetti”

È già passato un anno e a Settem-bre è giunto finalmente il tanto atte-so giorno delle “Nonnolimpiadi” che quest’anno, si sono svolte a San Lazza-ro all’interno del Centro Diurno “Villa Arcobaleno”. Vi chiederete come mai dico finalmente. Perché durante l’an-no gli ospiti vengono preparati con grande attenzione a tenere allenate le loro capacita motorie con l’obiettivo, oltre che di divertirsi e di partecipare insieme, di provare a portare a casa la vittoria.L’atmosfera che si respira durante questo evento è quella giusta, di sana competizione, sia da parte degli ospiti che degli operatori che li accompa-gnano all’evento.Ecco che vengono anticipatamente “caricati” tutti durante la trasferta in pulmino verso l’area di gioco, ognuno di loro con il fazzoletto di vari colori che identifica le squadre, tagliato, cuci-to e ricamato con cura da ogni anziano.Siamo stati molto orgogliosi di questa creazione realizzata per la prepara-zione dell’evento tanto che il Centro Diurno “Castelletto” si è aggiudicato quest’anno il premio speciale, con tan-to di targa, per il miglior fazzoletto.Da qualche anno nei Centri Diurni l’attenzione è soprattutto per il rici-clo di materiali: ogni cosa viene con-servata e riattivata per altre funzioni; così un vecchio cartellone ormai in disuso e una scatola di formaggini costituiscono la base portante di una graziosissima coppa, curata nei mini-mi particolari dall’impegno degli uten-

ti dei Centri. Così come delle coppette di gelato trasparenti e colorate con la tempera possono rappresentare il design moderno per un’altra coppa e aggiudicarsi la targa premio da appen-dere al Centro Diurno “Pizzoli”.Ci hanno accolto tutti con grande en-tusiasmo, in prima fila sull’area di gio-co c’erano il giudice della gara Anna Chiara Achilli, la musicoterapeuta, con il suono del suo fischietto e il suo libro nero dove annotava i punteggi e la posizione di ogni squadra mentre lo psicomotricista Luca Manghi sistema-va con cura i percorsi della gara e veri-ficava le penalità e i punteggi.Gli ospiti attenti, sguardi di sfida… ec-co il fischio d’inizio, parte il torneo… è all’ultimo sangue. L’intento era quel-lo di riuscire a sconfiggere il Centro più forte, il “Cà Mazzetti”, che anche quest’anno non si è smentito e si è portato a casa il primo posto.Questa è storia... le emozioni, le sensa-zioni sono altro... Ciò che si coglie, in questi momenti, é la gioia di condivi-dere le stesse emozioni in persone co-

sì diverse: un camionista, un muratore, una sarta, una casalinga, un’impiegata e così via che si trovano insieme in una situazione che prima d’ora non avreb-bero mai immaginato, fanno gruppo, anzi fanno squadra, e si impegnano per vincere. Si divertono e gioiscono insieme, si ritorna per un momento bambini... e alla fine i loro occhi bril-lano nello stesso modo di un tempo, emozionati per la vittoria.L’aver distolto per qualche ora un gruppo di utenti dalle loro quotidia-ne preoccupazioni, il vedere la gioia, il sorriso, la soddisfazione sui loro volti, dà un significato profondo ed una gra-tificazione immensa al mio lavoro.Un’esperienza costruttiva, di condivi-sone e crescita emotiva: è incredibile come ci voglia poco per ringraziarti nel nostro lavoro, basta un sorriso e così l’anziano ti riconosce quello che fai per loro tutti giorni, ti stimola a cre-scere sempre di più, sia come persona che come professionista.Se dovessimo riportare come una pic-cola intervista i brevi commenti degli

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anziani diremmo: emozionante... sono tornata bambina; un giorno diverso e commovente; un momento di gio-ia e spensieratezza, che allevia le mie sofferenze. Ho avuto l’impressione di un posto grande, una bella esperien-za, il gioco che ho preferito vedere è

quello delle palline nel cesto, il man-giare è stato ottimo; operatori acco-glienti e gentili… Bella giornata. Mi sono trovata molto bene accolta con affetto e premura, mi sono divertita. È stata bella alla chiusura della giornata quando si è ballato e cantato, ci siamo

scambiati i vari fazzoletti come le vere squadre sportive… grazie a tutti e spe-riamo di esserci alla quarta edizione!Chissà… riuscirà il vincitore storico a detenere il suo primato da primo po-sto? Non resta che aspettare la prossi-ma edizione. n

Ancora più colore a “Parco del Navile”I batik del “Maggiociondolo” realizzati appositamente per arricchire le pareti della nuova struttura.

di Roberto Malaguti, responsabile di struttura

I divani e le sedie verde acido. Gli ar-madi con un disegno moderno. Le lampade colorate. Sono solo alcuni dei dettagli che sono stati curati con attenzione a “Parco del Navile” per creare un ambiente moderno e gra-devole da vivere. E, a quanto dicono ospiti e visitatori, ci si è riusciti. Rimaneva in sospeso una sola cosa: i quadri! Che ci mettiamo a ‘ste pareti?!Era un bel pensiero, perché di certo eravamo “condannati”, visto tutto il resto, a mettere qualcosa di bello e di particolare. Abbiamo sfogliato cataloghi su ca-taloghi. Ci siamo imbattuti nelle ri-produzioni di mezzo museo d’Orsay, di angioletti raffaelleschi, di mani michelangiolesche, immagini bellis-sime, ma decisamente viste, riviste e, diciamolo pure, scontate.Finché non ci siamo detti: perché cercare fuori, quando in casa abbia-mo un atelier che da anni realizza ed espone cose bellissime?Ed è così che in un giorno di Maggio mi ritrovo a chiamare il “Maggio-

ciondolo”. Ci siamo dati appuntamen-to in struttura per vedere insieme gli spazi, ma anche per fare vedere ai no-stri ospiti un po’ di batik che avevano prodotto.I commenti sono stati i più disparati (gli anziani non le mandano certo a dire!): chi proprio non “capiva”, chi ap-prezzava molto i colori, chi addirittura diceva che alcuni sarebbero stati belli come parei per il mare.L’incontro è stato molto frizzante e al-legro, i ragazzi erano carichissimi, così come Bitas, la loro maestra d’arte, che appena varcata la soglia di un nucleo e viste delle tende bianche voleva “bati-kizzare” pure quelle. “Bitas, magari più avanti”, ma dal mio sguardo aveva ca-pito che prima doveva passare sul mio cadavere... e ci siamo fatti una risata.Il rapporto con il “Maggiociondolo” è stato chiaro dall’inizio: loro erano l’ate-lier e io la committenza. E come com-mittente volevo vedere dei bozzetti su carta prima di procedere col dipinto su

stoffa.Così è stato. Devo dire con grande pro-fessionalità.Dopo qualche settimana i ragazzi tor-nano con i bozzetti. Bozzetti?! Cavolo! Erano dipinti veri e propri a grandezza naturale! Belli! E Bitas a sottolineare che su stoffa sarebbero diventati an-cora più belli. Aveva ragione.Dopo alcuni mesi Arlene mi ha tele-fonato per dirmi che li avevano finiti e che ce li avrebbero portati. Quando hanno tolto i teli che li proteggevano sono rimasto letteralmente senza pa-role. Erano proprio belli! Il più grande - “Sogno urbano” - destinato all’atrio ha dei colori e delle sfumature che la stoffa aveva valorizzato a mille.Mi dispiace per tutti gli altri collezioni-sti di batik del Maggiociondolo.... ma il batik più bello prodotto dall’atelier è a “Parco del Navile”. È nostro, ma per chi volesse venire a vederlo la porta è aperta! n

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Troviamo un confrontoIdee nate da un corso di formazione.

di Doriana, educatrice del Nido d’Infanzia di Riale

C’era una volta…È raro trovare un articolo che inizi co-me se stesse iniziando una favola, ma è proprio di favola che voglio parlarvi, anzi vogliamo parlarvi.Il 7 Novembre 2012 inizia, con un in-contro in plenaria, il corso di forma-zione comunale di Zola Predosa e Casalecchio di Reno, dal titolo: “Storie di libri, narrazioni, personaggi dentro i servizi 0/3” condotto da Silvana Sola (co-fondatrice della libreria Giannino Stoppani); tra le partecipanti io, edu-catrice del nido di Riale di Zola Pre-dosa, ed Emma e Katia, educatrici del nido Balenido di Casalecchio di Reno.Tre educatrici, lettrici e amanti del te-ma: libri per la prima infanzia, quindi

con una carica di aspettative molto alte.Naturalmente vi erano anche altre educatrici, ma cito solo noi tre perché è da queste tre menti che è nata una riflessione ed una domanda.Il corso era articolato su due incontri in plenaria (uno iniziale e l’altro con-clusivo) e tre incontri strutturati du-rante i quali la docente ci ha condotto nel magico mondo dell’editoria per l’infanzia. Ci ha così proposto di analizzare e ri-flettere sulle favole, i racconti e gli albi illustrati che noi educatrici ogni giorno decidiamo di leggere ai bambini, pro-ponendoci una bibliografia molto va-ria e invitandoci a farne una personale. In questo modo si può avere una più ampia conoscenza di nuovi tito-li e nuove realtà di nido, scoprendo spesso come un libro possa assumere connotati, aspetti e reazioni emotive differenti a seconda dei contesti e del-le realtà nei quali viene proposto.Al termine del corso la docente ci ha ringraziato per questo scambio e ci ha lasciato con un suggerimento: “Sareb-

be bello continuare questo scambio nell’etere”.Convinte dell’importanza educativa che sta dietro la scelta di un libro per bambini e fatte nostre le parole di Alain Serres: “Con un bel libro un bambino ha il tempo di interrogar-si, di amare, di supporre. Si domanda chi è e chi desidera essere... Quando si impara fin da piccoli a farsi teletraspor-tare nello spazio magico di un libro, si sente sempre il bisogno di ritornarci”, è maturata come conseguenza naturale un’idea, condivisa e strutturata con le mie amiche e colleghe: “E se avessimo anche noi educatrici la possibilità di essere presenti nell’etere e scambiarci idee, suggerimenti, informazioni e po-ter discutere su ciò che accade nelle esperienze lavorative che viviam con i bambini?”.Ci stiamo attrezzando per farlo. n

Gentilissimi, voglio ringraziarvi per la bellissima iniziativa che avete proposto ai nostri bambini e di riflesso anche a noi genitori. Ho potuto godere del bellissimo laboratorio organizzazto al Centro Nova e mio marito ha accompagnato volentieri mia figlia allo spettacolo uscendone entrambi entusiasti e ogni sera ora cantiamo la canzoncina di “Macchie bizzarre”. Per completare questa bellissima esperienza avrei tanto voluto partecipare all’incontro che si terrà domani ma da di-versi giorni ho mia figlia ammalata e quindi ho necessità di rientrare a casa. Vi chiedo per cortesia di tenermi aggiornata per prossime iniziative e se sarà possibile parteciperemo molto volentieri. Grazie, per le mille emozioni che ci avete fatto provare. A presto! Victorine p.s.: mamma di Beatrice

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lettere

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Ciao Marisa

Non è semplice mettere nero su biancociò che hai rappresentato per noi.La tua esuberante personalitàlascia troppo silenzio attorno a noi;ogni angolo del nostro nidoci parla del tuo sorriso e della tua allegria.Il tuo entrare “quasi… senza bussare”nel cuore delle colleghe, dei genitori, dei bambini ha fatto di te una persona speciale e indimenticabile.

Vivrai sempre nei nostri cuori.

Le tue colleghe del nido “Vita Nuova” di Sant’Agata Bolognese

Auguri alla famiglia per la nascita di Francesco da parte di tutte le colleghe e i colleghi della CADIAI. Bologna 30/10/2012

Carissimi Amici, è arrivato il momento dei saluti... e, nonostante abbia un po’ di malinconia, vi voglio lasciare in allegria col sorriso sulle labbra. In questi ultimi anni siete stati una parte della mia famiglia e mi rimarrete nel cuore.Vi abbraccio tutti con affetto augurandovi tante cose belle nella vita e vi auguro anche, quando sarete vec-chi, di incontrare degli operatori bravi e simpatici come siete voi.Un ringraziamento particolare a Mila, Carla, Carlo, Patricia, Lina e Loredana che mi hanno dimostrato tanta pazienza e cordialità come fossi una vecchia amica.Vi aspetto al centro San Nicolò come mi avete promesso, ci conto!Saluti cari a tutti voi e alle mie colleghe del Castelletto, quindi un grosso bacione ed un cordialissimo ciao dalla vostra amica “Canterina”.

Maria Mazzetti

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liber liberoliber liberoLa rubrica dedicata ai suggerimenti di let-tura è uno spazio a disposizione di tutti. Chiunque volesse scrivere un commento o un’impressione su un libro che si è ap-prezzato e che si vuol condividere con gli altri, può contattare la redazione allo 051 7419001 o scrivendo a [email protected]

La bambina di neve

Eowyn IveyEinaudi

di Domenico Capizzi

Jack e Mabel, una coppia un po’ avanti negli anni e senza figli, decidono nei primi anni del secolo scorso di trasfe-rirsi in Alaska, profondamente segna-ti dalla perdita del figlio nato morto. Qui conducono una vita in solitudine e schiacciati dal durissimo lavoro nel-la fattoria. La prima notte d’inverno a seguito di una forte nevicata, i due vin-cendo il loro stato di tristezza tornano momentaneamente bambini e deci-dono di costruire un pupazzo di neve con le sembianze di una bambina. Il giorno dopo però tutto scompare: la neve si scioglie e dei vistiti e degli og-getti utilizzati per costruire il pupazzo non vi è più traccia.

Una nuova presenza comincia a po-polare la vita dei due anziani: una bambina che indossa gli stessi abiti del pupazzo vive nei boschi e spesso torna a trovarli portando loro dei do-ni. La bimba però scompare durante le stagioni calde per riapparire solo con le prime nevicate. Tra i tre si genera un legame forte ed intenso, come fra ge-nitori e figlia, e durerà per sempre.“La bambina di neve” è il romanzo d’e-sordio di Eowyn Ivey, ex giornalista e libraia che vive in Alaska insieme al marito e ai suoi figli. Una sorta di pinocchio al femminile che, prendendo spunto da episodi di una vecchia favola, trasmette una sen-sazione di speranza nella vita e la triste consapevolezza di un finale che vor-remmo ma non possiamo modificare proprio perché il destino è qualcosa di inevitabile che, anziché cambiare, do-vremmo avere la forza ed il coraggio di accettare.Una dolce fiaba invernale che non per forza deve concludersi con un “vissero felici e contenti” ma che regala il mes-saggio del “comunque vada, la vita offre risvolti sempre positivi e a volte esaudisce desideri in tempi e modalità diversi da quelli che ci aspettiamo”. n

Zia Antonia sapeva di menta

Andrea VitaliEdizioni Garzanti

di Patrizia Costa

“Zia Antonia sapeva di menta” è un libro fresco come il titolo. Legato al tema del cibo, e quindi anche degli odori, questo romanzo di Andrea Vi-tali comincia proprio da questi due ingredienti, così diversi e quindi così identificativi. La zia Antonia del titolo vive in una casa di riposo in cui non servono mai alcuni cibi perché considerati indi-gesti, e tra questi sicuramente c’è l’a-glio. Quindi come mai nella stanza di zia Antonia c’è un fortissimo odore di aglio al posto del solito profumo di menta di cui la zia è golosissima? E come mai zia Antonia si rifiuta di parlare e di nutrirsi? Qualcosa di molto grave e molto mi-sterioso è accaduto tra una visita e l’altra di Ernesto, l’amorevole nipote che adora essere avvolto dal profu-mo del suo alito mentolato e che da anni si cura di lei. Questo forte e pungente indizio è la base di partenza da cui si dipana una storia di fratelli in disaccordo, di un’eredità di cui nessuno sapeva niente, di piccole e grandi manovre col miraggio di una ricchezza facile e veloce. Il libro si dipana nel racconto di piccole intuizioni, di forti relazioni e tenerezze, di equivoci, mantenen-do sempre una grande ironia. Il finale è una fresca sorpresa, si chiu-de il libro con un sorriso leggero leg-gero. n

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i ritratti

i ritratti di Lelenumero 38

dicembre 2012di LeleIl pulmino e il braccettoApri lo sportello e sali sul sedile del pi-lota.I tuoi gesti semplici, necessari e abitu-dinari ti aiutano a svegliarti ogni mat-tina.Il più delle volte dove lavori solita-mente e talvolta in altre zone della tua città.Ingrani le marce e guardi il sole salire.Tutto cambia intorno.Giorno dopo giorno senti chiaramen-te lo scandirsi del tempo, in un cerchio che ha solo la parvenza di essere sem-pre simile a se stesso.Accompagnare qualcuno e riportarlo a casa.Ogni giorno.Ogni giorno sai la strada da fare, che sia il rettilineo che taglia le campagne della Cicogna, o la serpentina intorno a via Zanardi o il familiare groviglio del Mazzini fino poi alle rotonde del

Pilastro.Cerchi nella memoria i nomi e li associ ai numeri civici.Col tempo hai accumulato innumerevo-li strade e innumerevoli volti.In fondo si tratta solo di guidare.In fondo si tratta sempre di guidare qualcuno.Nel concetto di “accompagnare” ci sono così tanti strati.Dalla condivisione del tempo al concet-to intrinseco di “cura”.Dopo anni hai imparato che “Luciana dalle mille domande” vive a fianco Villa Mazzacurati, che Rosanna e il suo salu-to ti aspettano al confine orientale, che alla signora di via Zanardi piace cantare e che l’albero della signora di Granarolo è un albicocco.I visi gentili che stanno alla tua destra conoscono meglio dei vigili urbani tutti gli incroci da evitare nell’ora di punta e sono in grado persino di calcolare di-stanze e percorsi meglio di un tom-tom.E fuori dal finestrino la tua città che cambia, nei suoi colori e nei suoi fremiti.

E dentro lo specchietto, che sia l’alba o il tramonto, gli occhiali spessi, i foulard di seta e valigie di storie da ascoltare, co-me in una eterna gita.Una lunghissima gita organizzata dove guidi per chi ha guidato una vita intera.Poi ti fermi, scendi, circumnavighi il mezzo, chini un poco le gambe e inarchi il braccio destro, tendendolo come gan-cio, per porgere “il braccetto”.E ogni volta, seppur oramai siano anni, sorridi quando ti chiamano “l’autista”.E ogni volta, seppur oramai siano anni, guardi il cielo sopra al “braccetto”, che cambia più lentamente, fuori dal pul-mino.

Raffaele MontanarellaOperatore del SAD Anziani

di San Lazzaro di Savena

Un pensiero per Elena dagli amici e dagli operatori del “Maggiociondolo”.

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numero 38dicembre 2012

rubriche

rubricherubriche

Identicoop

di Marco Matassa

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rubriche

rubricherubricheCome funziona?Chi vuole donare, prestare o cercare, fa la propria segnalazione ad uno dei se-guenti referenti, contattandoli diretta-mente presso i servizi in cui lavorano:

• Cristina Anteghini, Monica Bernabiti, (Residenza per disabili “La Corte del Sole” di San Giovanni in Persiceto);

• Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gat-to Talete” di Castel Maggiore);

• Giulia Casarini (uffici della sede);• Roberta Meotti (Casa protetta “Torre

di Galliera”);• Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bo-

logna);• Giuseppina Reto (“Balenido” di Casa-

lecchio).

Dono-Presto-Cerco

La rete di CADIAI per mettere in contatto le persone e incrociare i loro bisogni.

Il DONO-PRESTO-CERCO è una mo-dalità di donazione e/o prestito, fra i soci e i dipendenti della cooperativa, di quegli oggetti che hanno per i sin-goli terminato la propria utilità.È prevista anche la possibilità di CHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’è qualcuno che ce l’ha?”), perché il bi-sogno di qualcuno può far ricordare ad altri di avere degli oggetti inutiliz-zati e magari sollecitare la disponibi-lità a prestarli o donarli.

Questa lista di persone è naturalmente aperta ad altre che vi si volessero ag-gregare.

Le segnalazioni vengono esposte nelle bacheche dei servizi e riportate in una apposita pagina del sito www.cadiai.it

Il DONO-PRESTO-CERCO è una rete informativa che mette in contatto le persone e le loro disponibilità ed esi-genze. Non è prevista alcuna modalità di stoccaggio o deposito degli oggetti: le persone si accordano autonoma-mente per le consegne.

Nati in CADIAICongratulazioni alle neo mamme

Valentina BaroneDomenica D’AmicoLaura FaziAngela IarossiBarbara MengoliValentina PalladinoSandra SalvatoDaniela Stagni

Diamo i numeriNel 2012 sono sei gli eventi di carat-tere pubblico organizzati dalla Co-operativa: l’inaugurazione di “Parco del Navile” (5 Maggio), la Festa della

CADIAI (20 Maggio), il decennale del Centro Diurno “I Tulipani” (21 Settem-bre), il venticinquennale del Centro Diurno “Mauro Pizzoli” (16 Novem-bre), il seminario “Assistere Ascoltan-do” (7 Dicembre) e la presentazione

del diciassettesimo quaderno CADIAI dal titolo “In buona mani” (12 Dicem-bre). Era previsto anche qualche altro compleanno dei nostri servizi che, a causa del terremoto, è momentanea-mente posticipato.

Pillole verdi Piccoli consigli di sostenibilità ambientale e culinaria (visti i tempi di festa!)

Se non è zuppa è pan bagnato, dice-va sempre mia nonna (ci ho messo anni a capire cosa volesse dire... lei ha visto la guerra...); e se non sono pol-pette... è polpettone!

INGREDIENTI:avanzi di carne arrosto (sia di vitello che manzo o pollo e tacchino)avanzi di patate e carote lessate1 fetta spessa di mortadellapane raffermo2 uovaprezzemolo tritato

pane grattugiatoparmigiano grattugiatooliosale

Ammollare il pane raffermo nel lat-te poi strizzarlo e aggiungere la car-ne, il prezzemolo tritato, le uova, il parmigiano e il sale. Dopo averlo impastato foderare una teglia con della carta forno, disporre una metà dell’impasto nella teglia aggiunge-re striscioline di mortadella tagliate precedentemente, coprire con l’al-tra metà dell’impasto. Spolverizzare con pane grattugiato e un filo di olio. Cuocere a 180° per 40 minuti circa.

BUON NATALE!

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