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1 Comunità dell’Isolotto: incontri ragazzi, genitori, adulti 10 febbraio 2013 “Storie, percorsi ed esperienze di libertà” Amicizia e libertà Gruppo dei bambini – ragazzi - genitori e non solo 1. Introduzione Abbiamo scelto di lavorare oggi a partire da due frasi che sono state scritte negli incontri precedenti sul tema della libertà, ossia: mi sento libero quando scrivo alle mie amike..” e sono libero quando sto con i miei amici….” L’amicizia nell’esperienza dei ragazzi è uno spazio di libertà rispetto alla famiglia, agli impegni della scuola, al mondo degli adulti ed è uno dei modi più importanti con i quali i ragazzi fanno esperienze, affrontano il mondo e si confrontano tra loro. D’altra parte fa parte dell’esperienza di ognuno di tutti noi, - bambini, ragazzi ed adulti - la consapevolezza che l’amicizia è fonte di crescita, di gioia e di benessere quando è improntata al rispetto e alla libertà: con gli amici si imparano cose nuove, si fanno esperienze, ci si confronta, si affrontano difficoltà, si cresce. Proviamo a parlarne di questa amicizia attraverso un racconto di Luis Sepùlveda, un film recente “Quasi amici” che abbiamo visto insieme nelle scorse settimane, le nostre esperienze personali. Ma fa parte dell’esperienza di ognuno di noi anche la consapevolezza che esistono anche forme di relazioni improntate al “possesso” che possono diventare “esclusive e escludenti” (“Se giochi con lui/lei allora non sei più mia amico/a” ); sono “amicizie” che soffocano il naturale bisogno di libertà, il rispetto per l’altro e alla fine la crescita e il benessere di ognuno. Esistono situazioni nelle quali per far parte del gruppo di amici, si fanno cose che in realtà non vorremmo fare e che in altre situazioni forse non avremmo fatto (forse non avrebbero comprato certi vestiti firmati, forse non avrebbero iniziato a fumare, forse non avremmo …fatto o detto… ). Proviamo a parlarne insieme. Poi parleremo dell’amicizia ai tempi Facebook, uno strumento che si è diffuso enormemente tra i ragazzi (anche se non solo tra loro). 2. Storia di un gatto e un topo che diventò suo amico (di Luis Sepùlveda) Questo testo è una sintesi del libro di Luis Sepulveda “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico!, Ed Guanda, 2012. 1. Mix e Max Questa è la storia di Mix e Max. Mix era un gattino e Max un bambino. Potremmo dire che Mix era il gatto di Max, oppure che Max era l’umano di Mix, ma come ci insegna la vita non è giusto che una persona sia padrona di un’altra persona o di un animale, quindi diciamo che Max e Mix si vogliono bene. I due vivevano in una casa a Monaco di Baviera vicina a grandi alberi che furono sempre la grande gioia di Mix e la grande preoccupazione di Max. Perché un giorno quando Mix era ancora piccolino, sentì il richiamo dell’avventura e si arrampicò sui rami più alti di un albero e, lassù, scoprì che scendere era più difficile che salire.

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Comunità dell’Isolotto: incontri ragazzi, genitori, adulti 10 febbraio 2013

“Storie, percorsi ed esperienze di libertà” Amicizia e libertà

Gruppo dei bambini – ragazzi - genitori e non solo

1. Introduzione Abbiamo scelto di lavorare oggi a partire da due frasi che sono state scritte negli incontri precedenti sul tema della libertà, ossia:

”mi sento libero quando scrivo alle mie amike..” e “sono libero quando sto con i miei amici….”

L’amicizia nell’esperienza dei ragazzi è uno spazio di libertà rispetto alla famiglia, agli impegni della scuola, al mondo degli adulti ed è uno dei modi più importanti con i quali i ragazzi fanno esperienze, affrontano il mondo e si confrontano tra loro. D’altra parte fa parte dell’esperienza di ognuno di tutti noi, - bambini, ragazzi ed adulti - la consapevolezza che l’amicizia è fonte di crescita, di gioia e di benessere quando è improntata al rispetto e alla libertà: con gli amici si imparano cose nuove, si fanno esperienze, ci si confronta, si affrontano difficoltà, si cresce. Proviamo a parlarne di questa amicizia attraverso un racconto di Luis Sepùlveda, un film recente “Quasi amici” che abbiamo visto insieme nelle scorse settimane, le nostre esperienze personali. Ma fa parte dell’esperienza di ognuno di noi anche la consapevolezza che esistono anche forme di relazioni improntate al “possesso” che possono diventare “esclusive e escludenti” (“Se giochi con lui/lei allora non sei più mia amico/a” ); sono “amicizie” che soffocano il naturale bisogno di libertà, il rispetto per l’altro e alla fine la crescita e il benessere di ognuno. Esistono situazioni nelle quali per far parte del gruppo di amici, si fanno cose che in realtà non vorremmo fare e che in altre situazioni forse non avremmo fatto (forse non avrebbero comprato certi vestiti firmati, forse non avrebbero iniziato a fumare, forse non avremmo …fatto o detto… ). Proviamo a parlarne insieme. Poi parleremo dell’amicizia ai tempi Facebook, uno strumento che si è diffuso enormemente tra i ragazzi (anche se non solo tra loro). 2. Storia di un gatto e un topo che diventò suo amico (di Luis Sepùlveda) Questo testo è una sintesi del libro di Luis Sepulveda “Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico!, Ed Guanda, 2012. 1. Mix e Max Questa è la storia di Mix e Max. Mix era un gattino e Max un bambino. Potremmo dire che Mix era il gatto di Max, oppure che Max era l’umano di Mix, ma come ci insegna la vita non è giusto che una persona sia padrona di un’altra persona o di un animale, quindi diciamo che Max e Mix si vogliono bene. I due vivevano in una casa a Monaco di Baviera vicina a grandi alberi che furono sempre la grande gioia di Mix e la grande preoccupazione di Max. Perché un giorno quando Mix era ancora piccolino, sentì il richiamo dell’avventura e si arrampicò sui rami più alti di un albero e, lassù, scoprì che scendere era più difficile che salire.

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Max, che era un bambino ancora piccolo, salì sull’albero ma quando arrivò sui rami più alti scoprì che nemmeno lui era capace di scendere. Mentre aspettavano qualcuno che li aiutasse Max diceva al gattino: “Accidenti che guaio … promettimi che non ti arrampicherai più sui

rami così alti finché non avrai imparato a salire e scendere da quelli più bassi”. Questo disse Max a Mix perché Mix era suo amico e gli amici si danno man forte, si insegnano tante cose, condividono i successi e gli errori.

2. Mix e Max crebbero Mix crebbe e divenne prima un bel giovane gatto e poi un gatto robusto e vigoroso. Anche Max crebbe e divenne un bel adolescente che ogni mattina prima di andare a scuola puliva la lettiera e riempiva la scodella di Mix. Max si prendeva cura di Mix e Mix vigilava che non ci fossero topi in casa e vicino alla dispensa. Mix svolgeva volentieri questo compito perché era amico di Max e un amico si prende cura di ciò che piace all’altro. A volte Mix usciva in strada, allora Max dopo un po’ andava a chiedeva all’edicolante o al postino “Hai mica visto un grosso gatto con la schiena nera?” “Sì l’ho visto si è arrampicato su un albero e poi è saltato sul tetto del palazzo”. Allora Max si tranquillizzava perché sapeva che Max si stava godendo la sua libertà di gatto: un amico si prende sempre cura della libertà dell’altro.

3. Max andò a vivere per conto proprio Quando ebbe 18 anni Max, con l’aiuto dei genitori, affittò un appartamentino in una strada tranquilla e ci andò ad abitare con Mix. Nel nuovo appartamento Mix si sedeva sul davanzale della finestra a guardare fuori e Max capiva che per Mix era importante stare all’aria aperta, così aprì una botola nel soffitto del bagno e vi appoggiò una scala in modo che il gatto potesse fare le sue passeggiate. Un amico capisce i bisogni di libertà dell’altro e lo aiuta. Quando Mix tornava trovava Max seduto alla scrivania a studiare, si accoccolava tranquillo ai suoi piedi. I veri amici condividono il silenzio. 4. Mix divenne cieco ma poté…

Un giorno il veterinario disse che Mix era diventato cieco. Max, dopo un momento di grande dispiacere, organizzò i mobili e gli oggetti della casa in modo che l’amico si potesse muovere con facilità perché i veri amici si prendono sempre cura l’uno dell’altro. Mix non si avventurò più sul tetto ma grazie all’olfatto, ogni giorno di più, si poté muovere agevolmente in casa; poté ascoltare le voci dei vicini,

la musica della studentessa di violino della casa accanto suonava; e un giorno sentì persino la voce del vicino del secondo piano che si lamentava che i suoi figli avevano lasciato scappare tutti i topi messicani!

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5. Una strana lumaca… Un giorno mentre stava sonnecchiando sentì dei leggeri passettini, e … all’improvviso, con la rapidità dei suoi anni migliori Mix allungò la zampa e palpò un corpicino tremante e chiese: “ Che strano essere sei, tu?”. La creatura tremante rispose: “Sono una lumaca, signor gatto, una lumaca viscida e schifosa, una bestiaccia brutta e ripugnante” “Emmh.. una lumaca con orecchie, baffi e coda. Non avrei mai pensato che una lumaca potesse assomigliare tanto ad un topo, e nemmeno che fosse così chiacchierina”. “In effetti, signor gatto, mi ha scoperto, sono un topo….” “So che sei un topo, anzi so anche che vivi in cima alla libreria. Ti sento tutti i giorni quando scendi, vai alla dispensa e mangi i cereali che sono caduti. Come sai non ci vedo, ma le orecchie e il naso mi aiutano a scoprire cosa succede. Dimmi un po’ non hai paura di me? “In effetti, signor gatto, ho paura, molta paura…ma ho anche una passione per i cereali! sono una vera delizia. Ecco questa è la verità. Ho vinto qualcosa?” “Sì! ma prima dimmi come sei fatto?” “Sono quel che si dice un bel topo, bello, morbido e tiepido. Sono un topo messicano. So molte cose e gliele racconterei volentieri se mi lasciasse mangiare quel delizioso muesli…” … “Va bene topo goditi quel muesli” 6. Il piacere di condividere le piccole gioie Il giorno dopo il topo se ne stava zitto. Era triste. Poi parlò: “Sono triste perché non ho un nome. Lei si chiama Mix, l’umano di chiama Max, ma io non ho nome, sono solo un topo tra milioni di altri topo …Voglio avere un nome!”. Mix pensò che aveva ragione; anche a lui dava fastidio quando gli dicevano “vieni qui gatto!” e disse “Visto che sei un topo messicano mi piacerebbe chiamarti Mex. Sei d’accordo” “E’ un nome splendido! E’ il nome che avrei sempre voluto. Ma potrei dire anche il secondo motivo di tristezza?” “Mex vai al sodo?” “Sulla dispensa c’e una scatola di cereali gustosissima ma non ci arrivo .. ah che tristezza!” si lamentò Mex. Allora Mix disse “vai sul davanzale della finestra e raccontami cosa vedi”. Mex obbedì e descrisse con calma ogni cosa: la strada, i nidi di gazze, gli alberi, le orme sulla neve, la donna che tirava un carrellino della spesa … e molte altre cose. Il topo riportò ai suoi occhi bui una felicità mai dimenticata. Mix ricambiò quella felicità con un’ampia dose di cereali. Mix ascoltava Mex mangiare. I veri amici condividono anche le piccole cose che allietano la vita 7. Max scopre il topo e … Quando Max arrivò in cucina capì che Mix era salito in cima alla dispensa e disse che per lui era pericoloso salire fin lassù e che se gli piacevano i cereali gliene avrebbe dati una buona dose come dessert. Però Mix si sentì triste perché quella verità nascondeva un piccolo inganno e gli amici non si ingannano. Allora andò alla libreria e tanto fece finché Max non si accorse del piccolo topo e disse: “Mi fa piacere che tu abbia un nuovo amico, Mix. D’ora in poi siamo in tre in questa casa”. Perché i veri amici sono felici quando le amicizie si allargano. 8. Mix e Mex divennero grandi amici Mix e Mex divennero grandi amici. E vissero molte avventure. Insieme sventarono un furto e insieme fecero molte lunghe passeggiate persino sui tetti. E per tutta il tempo – lungo o breve non importa, che il gatto e il topo vissero insieme Mix vide con gli occhi di Mex e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande. Questa amicizia diede loro gioia e libertà.

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3. La storia di “Quasi amici” Abbiamo visto insieme alle Baracche il film “Quasi amici”: ri-proponiamo ora una breve sintesi e la visione di alcune brevi scene per poi ri-parlarne tutti insieme.

Quasi Amici: ispirato ad una storia vera1 e ambientato a Parigi, il film racconta di un incontro fra due persone e tra due mondi diversi e lontanissimi. Philippe è un uomo adulto che, a causa di un incidente, è costretto a vivere per sempre su una sedia a rotelle e a dipendere completamente dalle cure degli altri. E’ un uomo molto colto, ama la musica classica e l’arte. E’ miliardario e vive in una grande casa circondato da cameriere, segretarie, fisioterapisti e persone pagate per accudirlo; ma a volte si sente solo perché ha perso la moglie, ha una figlia con la quale non sempre va d’accordo, e non ha amici e soprattutto è stanco e infastidito dalla pietà e dalla ipocrisia. Driss è un giovanotto nero cresciuto nella periferia degradata di Parigi, che vive di piccoli furti ed espedienti. E’ un po’ ignorante e po’ sguaiato ma non è cattivo, infatti in cuor suo si preoccupa per la madre e per la famiglia. Appena uscito dal carcere Driss ha come unica prospettiva il sussidio di disoccupazione e per questo si presenta a casa di Philippe per un lavoro da “badante”, vuole solo una firma ma …..la storia va

diversamente… ma la storia va diversamente… Philippe sceglie di assumerlo proprio lui come badante. L’arrivo di Driss, sempre così allegro, vitale, sincero diventa l’elemento di disturbo in un ambiente rigido e formale. La vitalità di Driss contamina e scuote il mondo di Philippe, determinando un incontro improbabile fra schiettezza e ipocrisia, buone maniere e cattiva educazione, musica classica e disco. Due mondi così opposti entrano in collisione ma generano una storia di amicizia molto particolare. I passaggi del film che proponiamo sono: 1. Driss passa il telefono a Philippe dimenticandosi che non può prenderlo: questa scena mette

in risalto la naturalezza e la spensieratezza con la quale Driss si rapporta a Philippe; Driss si dimentica della condizione di Philippe e questo a Philippe fa piacere;

2. Dialogo tra Philippe e il fratello avvocato: in questa scena vediamo come Philippe difende Driss dai pregiudizi dei parenti; spiega che è stanco dell'ipocrisia, della pietà, intorno a lui e che invece apprezza Driss proprio perché non gli fa pesare la sua condizione.

3. Philippe ha una crisi respiratoria: in questa scena vediamo come l'amicizia si rafforza: Driss aiuta Philippe standogli vicino in un momento di crisi e cercando di rassicurarlo, parlandogli e cercando di capirlo.

4. Philippe lascia libero Driss di tornare a casa: l'amicizia è anche rispetto delle esigenze dell’altro e quando Philippe capisce che Driss ha delle difficoltà in famiglia lo lascia libero di tornare a casa a vivere la sua vita, ad occuparsi della sua famiglia. Si capisce allora come il legame che lega i due sia una amicizia autentica improntata al rispetto e alla libertà.

5. Scena del taglio dei baffi: qui Driss è tornato a trovare Philippe; c’è un momento di gioco, di divertimento; in quest’ultima scena che abbiamo scelto si vede come l'amicizia è anche complicità nello scherzare senza guardare alle differenze che possono esistere.

1 La vera storia dei due Philippe Pozzo di Borgo e Abdel Sellou è raccontata dai due punti di vista nei due libri “Il diavolo custode” (best-seller da cui è tratto il film) e “Mi hai cambiato la vita”, uscito di recente anche in Italia scritto da Abdel Sellou nelle edizioni Salani.

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4. I racconti dal Vangelo. Vi ho chiamati amici

Voi servirete Yahvé vostro Dio (Esodo 23,25) Nessuno di voi venga a me a mani vuote (Esodo 34,20)

Io sono il vostro padrone (Geremia 3,14)

C’è stato nel passato, e c’è purtroppo ancora oggi, un modo di pensare a Dio come a un re che chiede obbedienza, come a un giudice che incute timore, come a un padrone che pretende di essere servito, un Dio maschile, onnipotente da rabbonire con doni e sacrifici. In questo modo di pensare non c’è spazio per il rispetto, la fiducia, l’amicizia, la libertà, la creatività. Secondo noi l’umanità si deve liberare da questo modo di vedere le cose perché è solo fonte di violenza e sofferenza. Leggendo il Vangelo, e non solo, possiamo vedere che esiste un altro modo di concepire Dio, e quindi il rapporto con le persone, tutte le persone:

• nel Vangelo infatti si parla di un Dio che non vuole essere servito e che propone che le persone si aiutino e si vogliano bene come fanno gli amici e i fratelli; leggiamo un passo dal Vangelo di Marco che, tradotto nel nostro linguaggio di oggi, dice che le persone più significative non sono i potenti che vogliono essere serviti e riveriti ma sono coloro che sono capaci di solidarietà, di mettere a disposizione degli altri ciò che sono e sanno fare:

[c’era stato un litigio per stabilire quale discepolo fosse il più importante] e Gesù li chiamò e disse: “I capi delle nazioni … dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere

ma così non sia tra voi; colui che vorrà diventare grande tra voi, si metta ad aiutare il prossimo e colui che vorrà essere il primo si metta ad aiutare il suo vicino

come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito …ma per servire (dal Vangelo di Matteo) • nel Vangelo si osserva come il movimento intorno a Gesù era formato di donne e uomini

che erano amici tra loro; insieme hanno parlato, camminato, cenato, discusso, anche bisticciato; tra loro si sono confrontati su ciò che pensavano, su quello che avrebbero voluto, su come ottenerlo…Erano amici e si volevano bene.

Questo è il mio comandamento più grande: che vi

amiate gli uni gli altri… Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la

propria vita per i propri amici. Voi sarete miei amici se farete quello che vi

raccomando Non vi ho chiamati servi perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; vi ho chiamati amici perché

tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi….

Questo vi raccomando amatevi gli uni gli altri (dal Vangelo di Giovanni)

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Il vangelo e il movimento delle comunità cristiane delle origini propongono una relazione con gli uomini e con Dio non basata sul dominio e la paura; ma sul rispetto, sul sentirsi fratelli, sulla

fiducia, sull’amicizia, sulla solidarietà, sull’aiuto reciproco, sulla libertà.

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5. Amicizia e libertà: storie, racconti, testimonianze L'amicizia ai tempi di Facebook raccontata dai banchi di scuola Da Repubblica-Scuola del 20 Aprile 2010 di Giulia Tesini e Fabiana Valentini

Ecco come un gruppo di adolescenti descrive il proprio rapporto con Facebook….. Raccontano dell'ebbrezza per la libertà che si prova quando si può esprimere se stessi senza troppi controlli. E poi, sorprendono svelando un disincanto e un pragmatismo molto poco adolescenziale.

Fabiana trova parole dirette per difendere le relazioni digitali: "Dite che l'amicizia si crea anche così. Quella che molte volte rimane vera. Che molte volte diventa qualcosa di più. [...] Che

lo vogliamo o no, siamo i figli di questo progresso. E cambiamo come questi tempi cambiano, vorticosamente, vertiginosamente. Finiamo così, con le teste avvelenate, a tirare sassi ai cuori pigri, a non credere che le cose accadono, a perdere la speranza. A perderci. In questo marasma di ben pensanti, di freddezza, ho trovato lo spazio che fa per me. Lo spazio di una conversazione su Internet, ma pazienza. E' il mio angolo di felicità". Giulia preferisce descrivere l'aspetto bidimensionale delle relazioni sul web: "Chi è oggi l'amico vero? È quello conosciuto su Facebook, è l'amico della sorella del compagno di classe, che non hai mai visto se non in qualche foto che non sai nemmeno se è sua, che può dire di esserti accanto perché è sempre connesso a Internet: c'è per le piccole difficoltà, ma si nasconde dietro a un monitor quando le preoccupazioni sono grandi e non basta più una frase trovata su google per consolarti. È un account. C'è ma non c'è, e quello che hai letto sul suo profilo forse è solo ciò che desidererebbe essere." Spacevertigo tocca un elemento centrale: "Forse la facilità con cui si entra in contatto può rischiare di trasformarsi in una specie di pigrizia, o diventare una scusa per non vedersi." Ma a chi li accusa di preferire i contatti digitali a quelli reali, Superlollo scrive: "Non è assolutamente corretto affermare che nella nuova generazione sia scomparso il 'contatto fisico', le discussioni faccia a faccia, poiché Facebook è solo un modo per divertirsi, per staccarsi anche se per poco da quella che è la realtà". Per Bryant24, nel nuovo modo di stabilire relazioni, ci sono soprattutto vantaggi. In particolare quello di riuscire a colmare le distanze geografiche: "Io sono andato in colonia l'anno scorso e ho fatto molte amicizie e adesso mi sono messo in contatto con degli amici che avevo conosciuto lì". Lo stesso sembra pensare Frauwarum, quando dice: "E' lo spazio ideale per riprendere i contatti con qualche vecchia conoscenza, mantenere rapporti con persone lontane. Posso comunicare facilmente e rapidamente con alcuni amici in Spagna, Francia, Belgio e altre zone d'Italia, condividere foto e video con amici vicini." Per Phigreco27 però c'è sempre il rischio della dipendenza: "Molti come me sanno cosa significa rimanere al computer a tessere l'intricata rete di amicizie e a curare la propria bacheca senza preoccuparsi del tempo che scorre inesorabile, perché è facile dimenticarsi della realtà che ci circonda quando si è immersi fra chat e commenti." Illycam racconta la sua esperienza: "Dopo quasi un anno è cambiata la mia visione e ho incominciato a rendermi conto di quante ore effettive passavo davanti a quel sito; tutto nell'insieme è un sistema capace di ipnotizzarti e trattenerti sulla sedia oltre le tre ore al giorno, a fare cosa?". Infine c'è Coscienza92 che sembra concludere a nome di tutti: "Molto semplicemente rappresenta senza dubbio un esempio perfetto d'interfaccia tra la realtà virtuale e la realtà concreta, di ogni giorno. Facebook modifica l'uomo, l'uomo modifica Facebook. Un bene?Un male? Inutile specularci sopra. Un coltello è forse un male? Se viene commesso un omicidio con un coltello chi incolpiamo, il coltello o chi l'ha usato?"

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Suicida a 15 anni. Per un'associazione, è colpa dei compagni Giovedì 22 Novembre 2012 Un ragazzo di 15 anni si è impiccato nella notte nella sua casa, a Roma. A trovare il corpo con la sciarpa intorno al collo è stato il fratellino che ha subito avvertito i genitori. Gli occhi sono adesso puntati sull'istituto scolastico che frequentava, il Liceo Cavour, e sui compagni che secondo la ricostruzione lo prendevano in giro per l'abbigliamento e l'atteggiamento eccentrico. Dai racconti, Andrea, questo il suo nome, era solito mettersi lo smalto e vestirsi di rosa. Elementi che hanno catturato l'attenzione del Gay Center, secondo cui il ragazzo è una delle tante vittime di bullismo omofobo; di chi non ce la fa più a sopportare il peso delle continue derisioni. Non è però da escludere che la situazione famigliare particolarmente complessa abbia influito sulla tragica decisione. Su Facebook era stata aperta una pagina dedicata "al ragazzo con i pantaloni rosa". Martedì mattina, inoltre, una professoressa gli avrebbe fatto notare l'inopportunità di andare a scuola con lo smalto rosa. I compagni, però, mentre ammettono che il ragazzo aveva un comportamento eccentrico, negano che la colpa del tragico gesto sia da imputarsi alle loro battute. Nel frattempo, la pagina Facebook che sarebbe stata aperta per prendere in giro Andrea si riempie di minuto in minuto della rabbia dei compagni del ragazzo. "La pagherete spero in qualche modo. L'ignoranza che regna nelle vostre teste ha ucciso un ragazzino di 15 anni e voi ne siete colpevoli al 99%"; "Vergogna!"; "Dovrete fare i conti con la vostra coscienza per il resto della vita"; "Che quello che è successo vi serva per rendervi conto di quanto fa male essere derisi", "Siete il tumore del mondo, il marcio dell'umanità, la sporcizia del genere umano". In molti stanno cambiando la foto principale del loro profilo con un quadrato rosa o con la foto del ragazzo. Il saluto della madre - "Forse perché così mi pare ancora di parlarti, forse per questo entro ed esco dal tuo profilo, indosso il tuo pigiama, cerco tra i tuoi appunti, i tuoi disegni, le tue cose". Sono queste le parole affidate a Facebook dalla madre del giovane. "Voglio abbracciare i tuoi amici - scrive - perché voglio abbracciare te e tutto il tuo mondo. Non capiamo, non accettiamo. Ti vogliamo con noi e BASTA!". Nel suo profilo la donna ha messo una foto di lei e del figlio che sorridono abbracciati verso l'obiettivo di una macchina fotografica. "Ci mancano le tue battute, le tue risate, le tue urla. Ci manca tutto. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nel silenzio della notte. Tutto di te! Eri ancora così acerbo, capace di un amore così grande, tu che ancora non avevi dato il tuo primo bacio. Con tutto l'amore che posso, riposa in pace figlio mio adorato".

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6. Eucarestia (lettura comunitaria) Vogliamo scoprire la libertà della vita che nasce: la gemma, il fiore, il sole che torna a salire sull'orizzonte, il nido che si popola di gracili esistenze. Vogliamo valorizzare l’amicizia che ci rende liberi dalle schiavitù, che moltiplica la gioia, che aiuta a crescere, che sostiene nelle difficoltà, che accresce il nostro desiderio di giustizia, di solidarietà, di pace. Vogliamo coltivare l’amicizia quando ci apre alla speranza che non muore, al dono di cieli nuovi e terra nuova a chiunque è negato il cielo e la terra. Vogliamo scoprire il desiderio di libertà che sgorga dal profondo di ogni persona, fiamma che emana dalla memoria storica di tutti i popoli calore, luce, forza che viene dalle parole tramandate, dalle pagine dei libri sacri, da ogni cellula del grande organismo della storia umana. Lasciateci credere che è possibile intrecciare mani e piedi per vincere le tante paure e schiavitù, per affrontare la vita nel segno della libertà e dell’amicizia, per sconfiggere i disegni di chi ci vuole imporre il dominio del potere, della competizione, del consumismo, del dominio dell’uomo sull’uomo e sulla natura. Ci sembra che questo sia anche il messaggio contenuto nel vangelo E nella testimonianza del cammino di Gesù il quale, nel segno dell’amicizia e della condivisione la sera prima di essere ucciso dai sacerdoti e da i potenti del tempo, mentre sedeva a tavola con i suoi apostoli, prese del pane, lo spezzò, lo distribuì loro dicendo: "prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo" Poi, preso un bicchiere, rese grazie, lo diede loro e tutti ne bevvero. E poi disse loro: "questo è il mio sangue che viene sparso per tutti i popoli". Questo pane, questo vino, questi prodotti della natura, questa comunità che li offre e li consuma divengano segni di vita, di resurrezione, di liberazione da intolleranza e durezza, da chiusure ed emarginazioni, divengano segni della nascita di una nuova cultura di libertà, di amicizia, di integrazione reciproca fra tradizioni e creatività culturali diverse.

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6. Le canzoni che abbiamo scelto da cantare insieme

Il più grande spettacolo dopo il big bang (Jovanotti) Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te! Ho preso la chitarra senza saper suonare volevo dirtelo, adesso stai a sentire non ti confondere prima di andartene devi sapere che.... Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te! Altro che il luna park, altro che il cinema, altro che internet, altro che l'opera, altro che il Vaticano altro che Superman, altro che chiacchiere.... Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te! Io e te... che ci abbracciamo forte, io e te, io e te... che ci sbattiamo porte, io e te, io e te... che andiamo contro vento, io e te, io e te... che stiamo in movimento, io e te, io e te... che abbiamo fatto un sogno che volavamo insieme, che abbiamo fatto tutto e tutto c'è da fare, che siamo ancora in piedi in mezzo a questa strada,

io e te, io e te, io e te! Altro che musica, altro che il Colosseo, altro che America, altro che l'exstasi, altro che nevica, altro che Rolling Stones, altro che football... altro che Lady Gaga, altro che oceani, altro che argento e oro, altro che il sabato, altro che le astronavi, altro che la tv, altro che chiacchiere.... Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te! che abbiamo fatto a pugni, io e te, io e te... fino a volersi bene, io e te, io e te... che andiamo alla deriva, io e te, io e te... nella corrente....io e te! Che attraversiamo il fuoco con un ghiacciolo in mano, che siamo due puntini ma visti da lontano, che ci aspettiamo il meglio come ogni primavera, io e te, io e te, io e te! Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi...io e te! Ho preso la chitarra senza saper suonare, è bello vivere anche se si sta male, volevo dirtelo perché ce l'ho nel cuore, son sicurissimo...amore!

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You’ve got a friend (James Taylor/Carol King) When you're down and troubled and you need a helping hand and nothing, nothing is going right. Close your eyes and think of me and soon I will be there to brighten up even your darkest nights. You just call out my name, and you know wherever I am I'll come running to see you again. Winter, spring, summer, or fall, all you got to do is call and I'll be there, yeah, yeah, you've got a friend. If the sky above you should turn dark and full of clouds and that old north wind should begin to blow, keep your head together and call my name out loud. Soon I will be knocking upon your door. You just call out my name, and you know wherever I am I'll come running to see you again. Winter, spring, summer, or fall, all you got to do is call and I'll be there. Now, ain't it good to know that you've got a friend? People can be so cold. They'll hurt you and desert you. they'll take your soul if you let them, but don't you let them. You just call out my name, and you know where ever I am I'll come running to see you again. Winter, spring, summer, or fall, all you got to do is call, I'll be there, yes I will you've got a friend, you’ve got a friend ain’t it good to know that you’ve got a friend? you’ve got a friend

Tu hai un amico Quando sei giù, pieno di problemi e hai bisogno di un aiuto e niente, niente va nel modo giusto chiudi gli occhi e pensami e subito io sarò là per illuminare anche le tue notti più buie semplicemente urla il mio nome e sai che ovunque sarò verrò di corsa per rivederti ancora inverno, primavera, estate o autunno tutto ciò che devi fare é chiamare ed io arriverò, si tu hai un amico se il cielo sopra di te dovesse diventare scuro e pieno di nuvole e se quel vecchio vento del nord iniziasse a soffiare tieni salda la testa ed urla forte il mio nome e subito busserò alla tua porta semplicemente urla il mio nome e sai che ovunque sarò verrò di corsa per rivederti ancora inverno, primavera, estate o autunno tutto ciò che devi fare é chiamare ed io arriverò non é bello sapere che hai un amico? la gente a volte è così fredda ti feriranno e ti inaridiranno, prenderanno la tua anima, se glielo permetterai tu non lasciarglielo fare semplicemente urla il mio nome e sai che ovunque sarò verrò di corsa per rivederti ancora inverno, primavera, estate o autunno tutto ciò che devi fare é chiamare ed io arriverò, si tu hai un amico, tu hai un amico non é bello per te sapere che hai un amico? tu hai un amico.

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Chiama Piano (Pierangelo Bertoli) Quando credi d'essere sola su un atollo in mezzo al mare Quando soffia la tempesta e hai paura di annegare Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano Chiama, tu, chiama piano Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio Quando crolla il tuo universo tra le righe di un giornale Quando tutto intorno è perso e hai finito di sperare Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano Chiama, tu, chiama piano Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio Quando il fuoco sembra spento e non pensi d'aspettare Quando il giorno resta fermo e decidi di volare Quando certa d'aver vinto sulla nube di veleno E il tuo cielo è già dipinto di un crescente arcobaleno Chiama, chiama piano Sai che non sarò lontano Chiama, tu, chiama piano Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio